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Parte Sabato 4 ottobre 2008presso il Palazzetto dello Sport di San Marco

l’avventura in Serie D delle atlete Volley FemminileACSD Wealth Planet Village - ASD Volley.

I Presidenti delle rispettive associazioni auspicano un grande campionatoe la promozione in Serie C delle atlete perugine.

Sotto, la sede del Palazzetto dello Sport di San Marco sede delle partite casalinghedella Wealth Planet Village Volley Femminile - sede della Polisportiva

Colli del Tezio che ospita oltre 400 atleti di squadre di serie C, D, Prima Divisione,Seconda Divisione, Under 14 sia maschili che femminili di basket e volley.

Oltre 100 bambini partecipano a corsi di minivolley e minibasket.La struttura ospita inoltre attività motorie di scuole del comprensorio perugino.

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A distanza di circa tre anni dalla scomparsadel compianto Prof.Ruggero Rossi (Professoredi Patologia Generale, Preside della Facoltàdi Medicina, Presidente del CONI RegionaleUmbro, Componente della CommisssioneAntidoping a Roma), noi stretti collaboratoriMedici in ambito della Medicina dello Sport,vogliamo ricordarlo proponendo allapopolazione Umbra uno degli studi effettuatiin ambito della prevenzione in età scolare.L’ecografia costituisce una metodicadiagnostica molto diffusa nella pratica clinicae soprattutto in ambito cardiologico e medico-sportivo questa indagine può contribuire alladiagnosi di numerose patologiecardiovascolari. Infatti le cardiopatiecongenite (CC), spesso asintomatiche e privedi segni clinici importanti alla nascita e neiprimi anni di vita, possono complicarsinell’età evolutiva se sottoposte a stressemodinamici importanti (attività sportive amedio-elevato impegno cardiovascolare) ese non precocemente diagnosticate.Sono afferiti presso i nostri ambulatori 159bambini di età compresa fra 7 e 11 anni.Lo scopo di tale studio era quello di valutarel’idoneità allo sport e quale sport consigliaread ogni singolo individuo in base alle propriecaratteristiche psico-fisiche dopo accuratavisita comprendente anamnesi approfonditain presenza di un genitore, valutazioneantropometrica con peso-altezza-plicometriacutanea, esame posturale, esame del visus,spirometria, esame obiettivo cardiologico,ecg basale e dopo stress (step test 3’),esameurine.Il riscontro, all’ascoltazione cardiaca, di unsoffio sistolico (SS) sui focolai di Erb e Aortico,che non si modificava in ortostasi, ci haindotto a sottoporre 36 bambini (bb) avalutazione ecocardiografica.

CENTRO DI MEDICINA SPECIALISTICA DELLO SPORT“Fondatore: Prof. Ruggero Rossi”

Università degli Studi di Perugia convenzionato con Azienda Ospedaliera di PerugiaDirettore: Prof. Mauro Bacci

Responsabile: Dr. Ivo ParisseCollaboratori: Dott.Primo Pensi - Dott.Andrea Batini - Dott.ssa Antonella Primerano - Dott.Stefano Sabatini - Dott.ssa Michela Pesciaioli

La visita medico-sportivacon ecocardiogramma color-Dopplernella popolazione umbra in età scolare:diagnosi precoce cardiovascolare

I bambini sono stati valutati con metodicaecocardio-color-Doppler.In 33 di loro non è emersa nessuna patologia(91.6%) e pertanto il soffio cardiaco è statoritenuto e definito innocente (SI), mentre in3 bambini (8.3%) è stata diagnosticata unacardiopatia congenita (CC) ed in manieraspecifica 2 valvole aortiche bicuspidi noncomplicate e 1 stenosi della valvolapolmonare di grado lieve.

In conclusione dello studio, nel caso dei 3bambini affetti da CC semplice,ci è sembratoscientificamente corretto sconsigliare lapratica di attività sportiva ad elevato impegnocardiovascolare onde evitare possibilicomplicanze su valvole congenitamentemalformate e preservare l’integrità psico-fisica dei giovani atleti consigliando controllialmeno una volta l’anno.Riteniamo interessante aver riportato irisultati dello studio pilota, effettuato nel1999 dalla nostra Scuola di Specializzazionein Medicina dello Sport dell’Università degliStudi di Perugia in collaborazione con ilProvveditorato agli studi della stessa città,in quanto già da molti anni si è capito che laprevenzione in tutte le fasce di età devecomprendere assolutamente un esameanamnestico, clinico e medico-sportivoaccurato con l’effettuazione dell’esameecocardiografico alla prima visita, soprattuttoin età scolare.Nel corso degli anni, come già descritto nel1° numero della rivista, abbiamo avuto lapossibilità di riscontrare, grazie alla mole dilavoro comprendente circa 30.000

(trentamila) visite, patologie valvolari insoggetti che da anni praticavano attivitàsportiva agonistica.Nella società moderna, dove lo sport el’attività fisica contribuiscono alla formazionepsico-fisica dei nostri figli, la visita medico-sportiva accurata ed associata ad un esameecocardiografico almeno alla prima visitacostituiscono un binomio importantissimoper la scelta dello sport ideale da consigliare

ma soprattutto per la prevenzione della morteimprovvisa da sport.Nostra intenzione è quella di ripeterel’esperienza in collaborazione con la Scuola,la Regione, il CONI, la C.R.I., la USL n°2.L’Università degli Studi di Perugia quindiriproporrà lo studio, numericamente piùnumeroso, mettendo a disposizione dellapopolazione scolastica Umbra, presa acampione, l’attrezzatura, l’esperienza e laprofessionalità del Centro di MedicinaSpecialistica dello Sport della Facoltà diMedicina dell’Università degli Studi di Perugia.Ricordiamo inoltre che il Centro è statoautorizzato dalla Regione Umbria eConvenzionato dall’Azienda Ospedaliera.Un progetto che sicuramente farà ricordarecon orgoglio, a tutti coloro che loconoscevano, e apprezzare a quei pochi chenon sapevano del suo operato in ambitoMedico Sportivo Umbro e Nazionale, quantosia stato scientificamente elevato l’apportodella Scuola di Specializzazione in Medicinadello Sport e il Centro di Medicina Specialisticadello Sport, fondati e diretti dal ProfessoreRuggero Rossi fino alla sua scomparsa.

Bb con SS

36

Età media

9.72+/-1.7

M/F

20/16 (55.6/44.4%)

SI

33 (91.6%)

CC

3 (8.3%)

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CENTRI SPORTIVIAZIENDALI INDUSTRIALI

PERUGIA

Stile di vita per la prevenzione dei tumori 05Anna Villarini e Franco Berrino

Le nuove strategie della riabilitazione 06Paolo Milia, Marco Caserio, Tito Filippo Rastelli

La medicina del benessere 10Dott. Nella Bucciero

Benessere e legalità: il fenomeno del mobbing 12Dott. Jacopo Nicolini

Indagini statistiche sulle mortiper sommersione ed annegamento in umbria 13

L'Arte del Ju-Jitsu 14Maestro Massimo Bistocchi

Alla ricerca del corpo perduto 18Maria Donata Mezzetti

La castagna del benessere 19Rita Mariconda

Fabio Chiappini intervista il Presidente PQYou 20

Come hai trascorso le tue vacanze di coppia? 22D.ssa Maria Rita Valentini

SOMMARIO

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Il Fondo Mondiale per la Ricercasul Cancro (WCRF), la cuimissione è di promuovere laprevenzione primaria dei tumoriattraverso la ricerca e ladivulgazione della conoscenzasulle loro cause, ha conclusoun’opera ciclopica di revisione ditutti gli studi scientifici sulrapporto fra alimentazione etumori. Vi hanno contribuito oltre150 ricercatori, epidemiologi ebiologi, di circa cinquanta centridi ricerca fra i più prestigiosi delmondo. Il volume, disponibile suwww.dietandcancerreport.org, èmolto prudente nelle conclusioni,che riassumono in 10raccomandazioni solo i risultatipiù solidi della ricerca scientifica.Di tutti i fattori che si sonodimostrati associati ad unmaggior rischio di cancro, quellopiù solidamente dimostrato è ilsovrappeso: le persone grasse siammalano di più di tumori dellamammella, dell’endometrio, delrene, dell’esofago, dell’intestino,del pancreas, e della cistifellea.Di qui la prima raccomandazionedi mantenersi snelli per tutta lavita e di evitare i cibi ad altadensità calorica, cioè i cibi ricchidi grassi e di zuccheri, che più diogni altro favoriscono l’obesità:in primo luogo quelli proposti neifast food e le bevandezuccherate. La vita sedentaria èun’altra causa importante diobesità, ma è una causa di cancroanche indipendentementedall’obesità: gli studiepidemiologici hanno evidenziatoche le persone sedentarie siammalano di più di cancrodell’intestino, della mammella,dell’endometrio, e forse anche delpancreas e del polmone.Altri fattori che un gran numerodi studi coerentemente indicanocome cause importanti di cancro

includono: il consumo di bevandealcoliche, associato ai tumori delcavo orale, della faringe, dellalaringe, dell’intestino, del fegatoe della mammella; il consumo dicarni rosse, soprattutto di carniconservate, associato soprattuttoal cancro dell’intestino, maprobabilmente anche ai tumoridello stomaco, e sospettato per itumori dell’esofago, del pancreas,del polmone e della prostata; ilconsumo elevato di sale e di cibiconservati sotto sale, associati alcancro dello stomaco; il consumoelevato di calcio, probabilmenteassociato al cancro della prostata;il consumo di cereali e legumicontaminati da muffecancerogene, responsabili delcancro del fegato; lacontaminazione con arsenicodell’acqua da bere, responsabiledi tumori del polmone e dellapelle; il consumo di supplementicontenenti beta-carotene ad altedosi, che fanno aumentarel’incidenza di cancro del polmonenei fumatori.Sul latte e i latticini e, in generale,sui grassi animali gli studi sonomolto contrastanti e nonconclusivi: il consumo di lattesembrerebbe ridurre i tumoridell’intestino, che sarebbero peròaumentati dal consumo diformaggi, e un consumo elevatodi grassi aumenterebbe sia itumori del polmone che i tumoridella mammella; si tratta diaumenti di rischio modesti ma,data l’elevata frequenza di questitumori, tutt’altro che trascurabili.Un ulteriore fattore importanteconsiderato nel volume èl’allattamento, che riduce il rischiodi cancro della mammella, e forsedell’ovaio, per la donna che allatta,e riduce il rischio di obesità in etàadulta per il bambino che vieneallattato.

Stile di vita perla prevenzione dei tumoridi

Anna Villarini e Franco Berrino

Raccomandazioni WCRF 2007

il cibo, la nutrizione, l’attività fisicae la prevenzione del cancro:

una prospettiva globale

Ma veniamo alle raccomandazioni:Mantenersi snelli per tutta la vita. Per conoscere se il proprio peso è inun intervallo accettabile è utile calcolare l’Indice di massa corporea (BMI= peso in Kg diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato: ad esempiouna persona che pesa 70 kg ed è alta 1,74 ha un BMI = 70 / (1,74 x 1,74)= 23,1.), che dovrebbe rimanere verso il basso dell’intervallo consideratonormale (fra 18,5 e 24,9 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni. In pratica è sufficiente unimpegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora algiorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungarel’esercizio fisico fino ad un’ora o praticare uno sport o un lavoro piùimpegnativo. L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato aguardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono lasedentarietà nelle popolazioni urbane.

Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare ilconsumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densitàcalorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, checontengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibicomunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra “limitare” ed“evitare”. Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso ozuccherato, ma mai quotidianamente, l’uso di bevande gassate ezuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanticalorie senza aumentare il senso di sazietà.

Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienzavegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pastoe un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Sommando verduree frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno (per circa600g); si noti fra le verdure non devono essere contate le patate.

Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carniconservate. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine,compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato amangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana.Si noti la differenza fra il termine di “limitare” (per le carni rosse) e di“evitare” (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni inscatola, salumi, prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi siaun limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio.

Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, maper chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari adun bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gliuomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in unbicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra ein un bicchierino di un distillato o di un liquore.

Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservatisotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali elegumi). Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cerealie dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldied umidi.

Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraversoil cibo. Di qui l’importanza della varietà. L’assunzione di supplementialimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro è invecesconsigliata.

Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi.

Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, leraccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono ancheper chi si è già ammalato.

COMUNQUE NON FARE USO DI TABACCO

P R E V E N Z I O N E

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06

Le nuove strategie della riabilitazione

In questo lungo momento di riorganizzazione dellasanità che vede l’intervento di nuovi termini qualiindicatori di qualità, realizzazione di Linee-guidaoperative, di Medicina basata sulle evidenze,stiamo avvertendo che anche per la Riabilitazionesi sta vivendo una nuova dignità culturale.Nel maggio del 1998 vengono pubblicate dalMinistero della Sanità le “Linee guida per le attivitàdi riabilitazione” in cui si definiscono per la primavolta i termini di disabilità, menomazione edhandicap e gli obbiettivi dell’intervento riabilitativo.

In esse si individuano tre momenti :• Attività di riabilitazione estensiva o intermedia,caratterizzata da moderato impegno terapeutico,ma da un forte sostegno assistenziale e rivolta altrattamento delle disabilità transitorie e minimalie delle disabilità importanti che richiedono una"presa in carico a lungo termine".• Attività di riabilitazione intensiva, dedicata alrecupero di disabilità importanti, che necessitanodi elevato impegno sia medico specialistico (conla presenza di una pluralità di figure professionaliquali il fisiatra ed il fisioterapista, il logopedista,lo psicologo, ecc.) che assistenziale. Questo tipodi indicazione è dedicato a riabilitazioni con unadurata medio/breve. Le riabilitazioni intensivesono ad orientamento specialistico e riguardano:Ortopedia, Neurologia, Cardiologia e Pneumologia.• Attività di riabilitazione intensiva ad altaspecializzazione, quali le Unità Spinali Unipolari,da collocarsi in centri ospedalieri sede di D.E.A. diII° livello

Il problema della riabilitazione in senso lato sicolloca nel più ampio contesto del difficile rapportotra assistenza sanitaria, territorio e assistenzasociale. L'inquadramento, infatti, non risultarealizzabile utilizzano il codice I.C.D. (InternationalClassification of Diseases) che di fatto permettedi inquadrare la maggior parte delle malattie, bensìnecessita di un'integrazione con il codice I.C.I.D.H.(International Classification of Impairments,Disabilities and Handicaps) dell'O.M.S. nella suaultima "release" del 1980.

Nel problema della riabilitazione, infatti, siinseriscono aspetti che se per un verso sonosicuramente di tipo sanitario, dall'altro hannoanche una valenza di tipo sociale, come nellamenomazione, nella disabilità e nell'handicap, incui siamo di fronte a patologie stabilizzate ove losvantaggio sociale assume un ruolo preminentesull'aspetto "malattia".Questa visione, come peraltro prevista anche dallerecenti linee guida ministeriali sopraccitate,approvate dalla Conferenza Stato-Regioni il 7maggio 1998, risulta, in ogni caso, fuorviante perdare una risposta a quale può essere la più idoneacollocazione alla riabilitazione ospedaliera, inquanto risulta chiaro che, ad esempio, l'handicapstabilizzato non può avere alcuna collocazione instrutture di tipo ospedaliero, in quanto la gestionedi tali patologie deve percorrere canali

Paolo Milia, Marco Caserio, Tito Filippo RastelliStroke Unit, Università degli Studi di PerugiaIstituto Prosperius Tiberino, Umbertide

N E U R O L O G I A

Settembre 2008

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completamente differenti, quali l'assistenzadomiciliare, le residenze protette ecc.

Quindi in questa disamina si ritiene utile nonprendere in considerazione, oltre che lamenomazione, la disabilità e l'handicap,anche le "Disabilità gravi in età evolutiva" ele "Turbe neuropsicologiche acquisite"(dizioni estrapolate dal citato documentoministeriale) in quanto facenti parte di settoriche non rientrano nel nostro obbiettivo didefinizione.

Prima di porsi il problema di quale può esserela migliore collocazione della riabilitazione, èsicuramente necessario valutare cosa siintende per riabilitazione e in che cosa sidifferenza dalla lungodegenza ed, infine, inche contesto si colloca la post-acuzie.

La prima considerazione che si impone in talsenso è che, spesso in passato, in uncontesto in cui le degenze erano dimedia/lunga durata, la fase acuta dellamalattia e la successiva riabilitazionefacevano parte di un "unico evento ricovero": si citano, ad esempio, i ricoveri per ictuscerebri, per infarto miocardico, per fratturadi femore ecc. in cui al trattamento acutoseguiva quello in post-acuzie o di una "primariabilitazione", tale da rendere il paziente alladimissione in grado di rientrare al domicilio,ove poteva poi avere una fase di post-acuzienell'ambito di un contesto famigliare più"disponibile" ed , infine, un eventualereinserimento lavorativo in tempi lunghi. Negliultimi anni, sia per l'introduzione del sistemadi remunerazione a D.R.G., sia perl'accentuarsi dello hiatus, economico etecnologico, tra i letti ad alta e quelli abassa/media complessità, si è assistito allacomparsa di reparti e di centri di riabilitazionedistinti dai reparti per acuti.Ma a questo puntoè lecito chiedersi quale sia stato il senso dellacreazione di queste strutture: se quello dimoltiplicare i letti, i reparti e gli organici o sequello di poter riconvertire dei letti per acutiin letti di riabilitazione mantenendone peròla sopravvivenza, oppure quello, invece, difar fronte alla gestione di una nuova storianaturale della malattia.Fermo restando che,talora, la creazione dei centri di riabilitazioneè da ricondursi a motivazioni non cliniche madi opportunità, si è portati a pensare chel'apertura di centri o reparti di riabilitazionesia ampiamente giustificata in quanto peruna molteplicità di fattori (affinamento dellediagnostiche, progresso sia dellafarmacologia clinica che dell'approcciochirurgico, allungamento della vita media) lastoria naturale delle malattie acute si èradicalmente modificata e quindi anchel'approccio dovrebbe modificarsi.Si cita, adesempio, l'infarto miocardico acuto: neglianni '60 il ricovero durava uno/due mesi (di

cui quindici/venti giorni trascorsi a letto : inattesa dell'abbassamento della VES!) e allaguarigione il paziente veniva invitato acondurre una vita di riposo per almeno seimesi; a distanza di trent'anni, la dimissionedal reparto di cardiologia avviene, di norma,dopo sette/dieci giorni (spesso previoesecuzione del test da sforzo e/o dellacoronarografia) ed il trasferimento in uncentro di riabilitazione, con una durata dellaulteriore degenza ipotizzabile in dieci/ventigiorni, è finalizzato ad un precocereinserimento del paziente nella vita normale,anche lavorativa.Questo esempio dà il sensodel mutare dell'evoluzione della storianaturale della malattia e, forse, rende giustiziaal settore della riabilitazione, che vistonell'ottica di cui sopra acquisisce una suadignità, in quanto diventa parte integranteed indispensabile del sistema sanitario,permettendo che nell'ospedale per acuti tuttele risorse siano utilizzate alla gestionedell'acuzie, senza che esse siano sottratteda patologie, o da fasi della malattia, chepossono, ugualmente o meglio, giovarsi didifferenti competenze, meno tecnologiche edi minor costo.In questa visione, quindi, ilsettore della riabilitazione si integrastrettamente con quello dell'acuzie, puroperando in due contesti diversi.Giovaricordare che l'unica indicazione ad unricovero di un paziente, reduce da un eventoacuto medico o chirurgico, in un reparto diriabilitazione dovrebbe essere quella dipoterlo sottoporre ad una serie di interventiche portino ad un miglioramento delle suecondizioni cliniche.

L'intervento riabilitativo dovrebbe avere tremomenti : un primo periodo relativo al subitodopo l'evento acuto, quindi strettamentenell'ambito delle strutture per acuti, unsecondo stadio che prende avvio non appenasuperata la fase acuta della malattia,partendo dalla disabilità residua ed è questoil periodo della riabilitazione ospedaliera, edun terzo, quello sull'handicap stabilizzato,che richiede interventi clinici meno importantie risulta, quindi, praticabile in realtà menocomplesse ed anche sul territorio.Neconsegue che, perchè si possa parlare dimiglioramento bisogna che esso siaobbiettivabile : ad esempio, in ambitoneuromotorio la scala F.I.M. consente diassegnare dei punteggi di scores multiploall'accettazione in reparto del paziente daraffrontare con quelli alla dimissione.Perciòtutto ciò che non rientra nella definizione dicui sopra non è riabilitazione, ma èqualcos'altro.

Questo "qualcos'altro" può essere, in parte,rappresentato dalla lungodegenza e dallapost-acuzie (detta con un termine in disusoconvalescenza) e quest'ultima può trovare

una sua logica collocazione in particolaricontesti di ricovero: in effetti non sempreall'evento acuto può seguire o la dimissioneo la riabilitazione in quanto vi sono anchepazienti, spesso anziani o debilitati, chehanno subito importanti interventi chirurgicie che da un verso non necessitano diproseguire il ricovero in una struttura ad altatecnologia e dall'altro non sono in condizionidi poter rientrare al domicilio: tali pazientipotrebbero giovarsi di brevi ricoveri instrutture dedicate alla post-acuzie.Inoltre,non sempre, dopo l'evento acuto il pazienteè suscettibile di riabilitazione: vuoi perchèdeve trascorrere un periodo allettato, operchè necessitante di riabilitazione a lentorecupero o perchè affetto da patologie adequilibrio instabile o disabilità croniche nonstabilizzate o in fase terminale; tuttecondizioni che necessitano di assistenzamedica 24 ore su 24 e di nursingcontinuo.Anche in questo contesto si collocala lungodegenza.La lungodegenza èdestinata, infatti, anche, ad accoglierepazienti generalmente non autosufficientiaffetti da patologie tali da risentirescarsamente di trattamenti riabilitativifinalizzati alla ripresa dell'autonomia, ma chenecessitano sia di assistenza che ditrattamenti fisioterapici, incentrati o adottenere un certo miglioramento dellacondizione di malattia o ad impedirne ilpeggioramento.In tali contesti, ad esempio,potrebbe collocarsi un settore di ricoverodedicato alla post-acuzie.Le strutturelungodegenziali dovrebbero avere uno strettocollegamento con il territorio,interfacciandosi, quindi, con i medici dimedicina generale e con l'assistenzadomiciliare integrata, in quanto il ricovero inlungodegenza non dovrebbe, tranneeccezioni, essere un ricovero " a vita", bensìrappresentare un momento assistenzialenell'ambito di una malattia cronica, fermorestando che l'opzione più opinabile per lagestione di tali malattie resta quelladomiciliare.

A latere della gestione della lungodegenza viè il problema della gestione della malattiadegenerativa, in particolare oncologica, ove,unanimente e per fortuna ora anche in Italia,è ormai riconosciuto l'alto significato clinico,ma soprattutto etico degli "Hospices".Anchein questo settore, la normativa attualeprevede uno stretto rapporto tra strutture diricovero e territorio : infatti, poichè l'obbiettivoverso cui deve muoversi l'organizzazionesanitaria è quello della "deospedalizzazione"delle cure, è indispensabile che vi sia uncontinuum assistenziale tra la fasedell'ospedale e l'assistenza extra-ospedaliera.

I due macromodelli assistenziali, quellodell'assistenza ospedaliera e quello

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dell'assistenza territoriale, devonoomogeneizzarsi.Questa omogeneizzazione,che deve avvenire sotto il profiloorganizzativo ma anche sotto il profiloeconomico, potrà essere realizzata tramitestrumenti di programmazione, che per avereun maggior carattere di fattibilità potrebberoessere attuati anche a livello di Piani Sanitaridi A.S.L., invece che regionali o nazionali incui l'ampiezza e la complessità impediscono,spesso, di poter rimodellare l'integrazionetra i due modelli in funzione delle singolerealtà territoriali.La prima dicotomia cheappare nel rapporto ospedale-territorio è neldifferente rapporto che esiste tra i grandiospedali (ad esempio le Aziende ospedaliere)scarsamente integrati con i servizi di A.S.L.e gli ospedali di A.S.L. che mantengono uncontatto più stretto con il territorio diriferimento, anche perchè, oltre ad esserviun bacino di utenza generalmentecoincidente, l'organizzazione gestionale edeconomica fa capo allo stesso gestore.

In questi ultimi, infatti, vi è una marcataidentificazione tra territorio ed il "suo"ospedale, che tende ad avere ricoveri spessoindotti da una precedente visita specialisticadel medico dell'ospedale stesso.In tutto ilsistema, ma in particolare nelle realtà conpresenza di un ospedale locale, vi è anche ilproblema della sovrapposizione dei serviziambulatoriali ospedalieri con quelli territoriali,con i primi gestiti dai medici ospedalieri equelli sul territorio dagli ex specialisticonvenzionati interni.

La scarsa integrazione tra le due categorie diprofessionisti implica spesso costose, quantoinutili, ripetizioni di valutazioni cliniche edindagini strumentali.

In tal senso si auspica la realizzazione dinuovi modelli organizzativi che abbiano ilgrande vantaggio di ottimizzare le risorsecomuni nell’ottica del massimo servizio daoffrire all’utenza. Un modello di nuovarealizzazione in Italia è la creazione di societàmiste pubblico-privato che vede il primoesempio in Umbria proprio con l’IstitutoProsperius di Firenze e l’Azienda Sanitariadella Val Tiberina; tale modello ha dato allaluce il Centro di Riabilitazione per riabilitazioneintensiva presso l’ospedale di Umbertide(Perugia) con attuali quaranta posti letto peril trattamento intensivo post-acuto.Ma vediamo attualmente come accanto aquesto citato moderno esempio di “co-adventure” si presenta il panorama dellariabilitazione in Italia.

Lo stato dell'arte in ItaliaSul finire degli anni ottanta, in Italia l'aumentovertiginoso dei costi in sanità (dovuto,peraltro, ad una molteplicità di fattori) haevidenziato una problematica già nota, daalmeno un decennio, in tutti i paesiindustrializzati: il numero dei posti letto degliospedali italiani era assolutamente eccessivorispetto agli standard degli altri paesi. A frontedi questo eccessivo numero di posti letto siassisteva ad una situazione dipolverizzazione degli stessi ripartiti, spesso,tra strutture grandi , di dimensionielefantiasiche, e strutture piccole, talorafatiscenti, scollegate dai centri ospedalieri diriferimento ed, inoltre, antieconomiche.Nelcontempo, si prese atto che a fronte di unesubero di posti letto per acuti, in un sistemache tendeva a ridurre la durata delle degenzein acuzie, vi era, invece, un'assoluta carenzadi posti letto dedicati alla post-acuzie, allariabilitazione e alla lungodegenza.La

soluzione del problema apparve, dunque,ovvia : ridurre i posti letto per acuti ericonvertirli in posti letto per riabilitazione,post-acuzie e lungodegenza. Fu così, quindi,che, in alcune regioni, ed in particolare ilLombardia, si è assistito, ad un primotentativo di razionalizzazione del sistemasanitario riconvertendo alcuni posti letto(generalmente di area medica) delle case dicura private convenzionate in UnitàFunzionali di "riabilitazione".Per quantoconcerne, invece, il settore dell'ospedalitàpubblica il primo tentativo dirazionalizzazione fu quello di proporre lachiusura degli ospedali con meno di 120 postiletto: per una serie di motivi, nel cui dettaglionon è il caso entrare, tale scelta fuabbandonata.Si decise, quindi, anche inquesto caso, di percorrere la linea dellariconversione di ospedali dedicati all'acuziein presidi di tipo riabilitativo/ lungodegenziale.Questa politica sanitaria è apparsa dettatapiù da considerazioni di opportunità che dascelte razionali: da un verso la volontà di nontagliare posti letto alle case di cura(ufficializzando l'etichetta di "letti a bassacomplessità" a posti letto che di fatto già nonerano dedicati all'acuzie della malattia),dall'altro di soggiacere a spintecampanilistiche che hanno impedito lachiusura di ospedali sicuramente obsoleti (equindi, verosimilmente, anche scarsamenteadatti al trattamento della patologiariabilitativa).In ogni caso, quello che dovevaessere l'end point della razionalizzazione delservizio sanitario è stato completamentedisatteso: il numero totale dei posti letto nonsi è assolutamente ridotto, ma anzi, in talunicasi, è aumentato in virtù dell'ingresso nelsistema di nuovi erogatori.Da tutto ciò neconsegue che, alla luce dei nuovi sistemi diremunerazione e preso atto di essere in unsistema a risorse limitate, si impone lanecessità di offrire una più razionalecollocazione alla medicina riabilitativa.

Riferimenti normativiCome abbiamo precedentemente esposto, ilriferimento normativo in tema di riabilitazioneè rappresentato dalle " Linee guida per leattività di riabilitazione approvate dallaConferenza Stato - Regioni" il 7 maggio 1998che prevedono i sopraelencati livelli diintervento:I livelli organizzativi previsti dalle linee guidasono molteplici (solo alcuni sonostrettamente vincolanti, come ad esempioquello relativo alle riabilitazioni ad altaspecializzazione ) permettendo così di poterproporre più modelli organizzativi.In ognunadelle riabilitazioni, si prevedono vari livelli diintervento quali: il ricovero ospedaliero, il day-hospital ospedaliero, il ricovero, anche diurno,in strutture residenziali, l'ambulatorio el'approccio domiciliare.

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Prima di indicare quale può essere la migliore collocazione deisingoli settori della riabilitazione se nel contesto di un ospedale peracuti o all'esterno è doveroso premettere alcune considerazioni:

• L'ospedale per acuti diventa sempre di più un "contenitore" dialta tecnologia, con percorsi diagnostici/terapeutici sempre piùbrevi: tutto è improntato a criteri di efficienza, i D.R.G. hannoindotto ad abbreviare i ricoveri ed il regime di "aziendalizzazione"porta anch'esso in quella direzione

• Un reparto di riabilitazione ha necessità di spazi, anche verdi,nettamente più elevati di quelli che necessitano ad un ospedaleper acuti

• La lunghezza delle degenze in ambito riabilitativo è sicuramente,mediamente, molto più lunga di quella ipotizzabile per iltrattamento delle patologie acute, ne consegue che anche ilrapporto che si instaura tra i pazienti e gli operatori è moltodifferente da quello più "tecnologico" che deve esisterenell'ospedale per acuti.

• Il costo elevatissimo delle tecnologie che necessitano attualmentead un ospedale per acuti e, spesso, risultano superflue in unospedale riabilitativo, accentuano ulteriormente la differenza trai due poli.In considerazione di quanto detto, si ritiene che, con l'eccezionedi alcuni centri in cui "l'evento malattia" viene gestito in manieracompleta, come potrebbe essere, ad esempio, un centroortopedico in cui all'intervento protesico segue la fase riabilitativa,generalmente, nell'ospedale per acuti dovrebbero essere collocatisoltanto particolari tipi di riabilitazione, ossia quelli che richiedonocompetenze plurime che solo in una struttura polispecialisticapossono essere presenti.Tutto il resto della riabilitazione, cherappresenta numericamente la maggiore quota, invece, dovrebbetrovare una giusta collocazione in centri di tipo riabilitativo,separati, seppur in stretto collegamento, con l'ospedale (o gliospedali) per acuti di riferimento.

Confrontando la domanda di riabilitazione con l'offerta propostadall'attuale sistema sanitario siamo di fronte a: Domanda di:

• Lungodegenza• Degenza breve in post-acuzie• Riabilitazione polisettoriale• Riabilitazione specialistica• Riabilitazione superspecialistica

Ed il sistema sanitario può offrire risposte con:

• R.S.A.• Lungodegenze, pubbliche e private• Ospedali e case di cura di medio/bassa complessità• Ospedali, case di cura e istituti pubblici e privati specializzati• Ospedali, pubblici e privati, "hight tech", dotati di D.E.A. di II° livello

Alla luce di questo rapporto domanda/offerta, la collocazione deicitati settori riabilitativi, rispettose dell'inquadramento propostodalle linee guida ministeriali, potrebbero essere la seguente:

1. Riabilitazione estensiva/intermedia + post-acuzie da collocarsi:

• Nelle R.S.A., presidi che offrono livelli "medi" di assistenza medica,infermieristica e riabilitativa e livelli "alti" di tutela assistenzialeDedicate a soggetti non autosufficienti, prevalentemente anziani,con esiti stabilizzati di patologie fisiche o psichiche, non assistibilial domicilio.

• Nelle lungodegenze ospedaliere, pubbliche e private, che

potrebbero provenire dall'esistente ed, in parte, dallariconversione in toto di strutture spesso già parzialmentededicate alla riabilitazione. Esse dovrebbero essere dedicate siaa malati non autosufficienti che necessitino di assistenza medicaed infermieristica, che ad ammalati "a lento recupero", in cui lariabilitazione, svolta anche in tempi lunghi, ha un ruolopreminente.In tali strutture, potrebbero essere identificati dei settori dedicatialla post-acuzie.In questo contesto (come peraltro anche nelleR.S.A.), potrebbero trovare collocazione anche un settore dedicatoai "comi vegetativi" stabilizzati, una realtà presente in misuranumericamente significativa e che, dopo la fase di riabilitazione,crea un'occupazione "impropria" nell'ambito prevalentementedei reparti per acuti medici e neurologici.

• In strutture ambulatoriali di recupero e rieducazione funzionali,che possono esser e ospedaliere o territoriali

• Al domicilio, utilizzando l'assistenza domiciliare (A.D.I.)

2. Riabilitazione intensiva e ad orientamento specialistico ortopedicoe neurologico da collocarsi:

• in ospedali di bassa complessità, generalmente piccoli,sicuramente inadeguati al trattamento ma potenzialmente capacidi accogliere un valido Centro di riabilitazione in regime didegenza.

• della patologia in acuzie, ma che potrebbero essere utilmentericonvertiti in presidi riabilitativi

• in case di cura private, anch'esse di bassa complessità, spessogià parzialmente dedicate alla riabilitazione, che non riuscendoa reggere l'impatto delle nuove modalità di remunerazione in unsistema altamente competitivo, potrebbero convertirsi in totoall'attività riabilitativa di tipo riabilitativo

• in ospedali riabilitativi specializzati, mono o polispecialistici• in case di cura ad indirizzo specialistico, anche in questo caso,

mono o polispecialistico.Nell'ambito delle strutture pubbliche e private già ad indirizzospecialistico potrebbero essere individuate le riabilitazionispecialistiche ortopediche e neurologiche correlando la sceltaalla tipologia della struttura, alle attrezzature presenti, agli spazi,sia interni che esterni, alle professionalità ed al backgroundriabilitativo.Per tutte le tipologie di struttura dovrà essere previstouno stretto collegamento con gli ospedali per acuti, ed inparticolare con quello (o quelli) di riferimento. Tale collegamentonon dovrà essere soltanto di tipo logistico, ma anche scientificoe culturale.L’esempio esistente del modello organizzativo presentato (adesempio la realtà del centro di riabilitazione di Umbertide) prevedeun ricovero ospedaliero per trattamento riabilitativo intensivo didurata variabile, sulla base della natura e della gravità dellapatologia: attualmente si va da un periodo minimo di trenta giorni(per patologia di natura ortopedica) ad un periodo di ricovero chesupera i sessanta giorni (per patologia di natura neurologica).In attesa di ampliare ad altri quadri morbosi, le patologie trattatesono: traumatismi ortopedici e neurologici, esiti chirurgici perpatologia degenerativa delle articolazioni, patologie degenerativedel Sistema nervoso centrale, esiti di amputazione chirurgica diarto.

Riabilitazione intensiva ad alta specialità (ed in particolare Unitàspinale e Unità per gravi cerebrolesioni acquisite/traumi cranio-encefalici) (come, peraltro, previsto dalle Linee guida ministeriali,tale riabilitazione dovrà essere necessariamente collocata negliospedali "higth tech" per acuti con D.E.A. di II° livello.

Conclusioni e modelli operativi

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Sono nel mio ambulatorio con Laura una bellissimadonna che viene per un programma di estetica,ilsuo motto: piacersi per piacere. Non ha passatouna bella notte per uno strappo alla colonnagiocando a tennis. Devo alleviare prima il suodolore. Mi sono interessata tempo fa alla terapiadel dolore seguendo il corso del prof.Bonesso inUniversità sulla Neuralterapia. Ho proposto a Laurauna seduta con tale metodo.Dopo qualche minuto lei mi ha detto: non ho piùdolore, è un miracolo, sto bene. Le ho iniettatosotto cute della Procaina nella zona, conriferimento ai punti della Agopuntura.Vorrei proprio parlarvi della NEURALTERAPIA.Che cosa è la Neuralterapia? Quale è il suomeccanismo di azione?La Neuralterapia è la più organica ed articolatametodica di terapia medica che si avvale dianestetici locali quale strumento terapeutico siacontro le malattie caratterizzate da dolore(cefalee,emicranie,sciatalgie,nevriti,artriti ecc.)che contro tante altre(respiratorie,circolatorie,digestive ecc.) in cui ildolore non compare come sintomo preminente onon compare affatto. Tale tecnica si sviluppò inGermania a partire dal 1925. Gli ideatori furono i

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La medicinadel benessere

fratelli Huneke che utilizzarono piccole quantitàdi anestetico locale preferibilmente procaina, avolte con aggiunta di caffeina o/e acido formico,ma non si escludono altre sostanze(xilocaina,carbocaina,marcaina) nel tentativo dicurare la loro sorella Kata da tempo sofferente diemicrania. Le zone nelle quali si eseguono leinfiltrazioni sono specifiche. Tale aree cutaneecorrispondono ai punti della agopuntura cinese,la qual cosa imparenta la neuralterapia con lametodica cinese ed anche con la mesoterapia.Inoltre circa 70 punti corrispondono a tronchi dinervi sensitivi e motori utilizzati dalla medicinaconvenzionale nelle anestesie locali.Attualmente la ricerca scientifica sta radicalmentemodificando i concetti di “salute” e di “malattia”a partire da una nuova conoscenza della strutturae del funzionamento del sistema nervoso.Quest’ultimo infatti viene oggi considerato nonsolo come apparato di conduzione di informazionidalla periferia al cervello e di ordini dal cervelloalla periferia ma anche quale strumento dicomunicazione di cui ogni cellula dispone neiconfronti di tutte le altre.Inoltre è emerso che i meccanismi nervosi edimmunitari finalizzati alla regolazione biologicanon hanno come unico risultato il ripristino dellafunzione alterata e la guarigione ,ma possonosuscitare dinamiche di mantenimento e diamplificazione degli effetti delle lesione originariaaddirittura una vera e propria distruzione dellasede somatica non riuscendo a ripararla o anormalizzare la sua funzione. Tale progressodelle conoscenze ha imposto di considerare lemalattie non più esclusivamente come“degenerazione d’organo”ma anche comeconseguenza di alterazioni della comunicazionenervosa tra sistemi,organi e tessuti.Qundi la salute, il ns benessere è possibile quandoil controllo cibernetico del nostro Sistema Nervosoè perfetto; qualunque errore a tale livello comportal’alterazione dei meccanismi di regolazione equndi, in ultima analisi, la malattia. Le informazionierrate o eccessive possono disturbare o bloccareil corretto funzionamento degli organi. LaNeuralterapia rimuove questi blocchi di energia,riabilitando i naturali meccanismi diautoregolazione.Vediamo come questo avviene. Sappiamo che lenostre cellule vivono e compiono il loro lavorograzie a fenomeni elettrici: sono costantemente“polarizzate” cioè si comportano come piccolebatterie sempre cariche, con una differenza dipotenziale di circa 90milli Volts. Ogni tipo di stimoloprovoca una scarica della cellula(depolarizzazione) a cui segue una immediata“ricarica” (ripolarizzazione), grazie all’energiafornita dal metabolismo.Fin qui va tutto bene. Ma può succedere che difronte a stimoli troppo forti o troppo ripetuti(chimici,fisici o traumatici ) alcune cellule nonriescono a più a ripolarizzarsi spontaneamente.Queste cellule non sono più in grado di integrarsicon il tessuto circostante, non funzionano piùcorrettamente (ricordo che permangono in unacondizione di permanente “scarica”).

M E D I C I N A

Dott. Nella Bucciero

MD Università di Milano

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Il problema ulteriore, e più grave,è che con il lorosquilibrio elettrico queste cellule costituisconoun cosiddetto “campo di disturbo “una zona cioèdi interferenza nei riguardi del resto del corpo.Possiamo dirlo con parole più semplici: è come segenerassero continuamente “rumore”, una sortadi ronzio di fondo elettrico, con effetti disturbantianche a distanza e su altri organi (ricordiamo cheil nostro organismo è a tutti gli effetti una rete diinterconnessioni).Il nostro organismo si comporta praticamentecome un sofisticatissimo computer, nei cuicircuiti, per vari motivi possono inserirsi deisegnali anomali. Questi segnali possono indurreil corpo a comportamenti inappropriati. Tuttoquesto, alla fine, può tradursi in dolori e disturbidi ogni genere, in zone del corpo che, in apparenzanon hanno nulla a che fare con il problema diorigine.La Neuralterapia agisce ripolarizzando estabilizzando il campo di disturbo, ripristinandoil normale potenziale di membrana.Il Sistema Nervoso Autonomo (ortosimpatico eparasimpatico) possono correttamentefunzionare secondo i ritmi di salute, permettendola guarigione dell’organo bloccato a valle dellacatena di interferenza.I campi di disturbo possono esserefrequentemente costituiti da:

• cicatrici da ferita o da taglio• cicatrici chirurgiche (ad es.

appendicectomia, cesario, episiotomia, ecc.)• focolai cronici (ad es.denti devitalizzati,

tonsillite cronica,sinusite cronica, ecc.)• corpi estranei• tessuti traumatizzati

Un esempio: una vecchia cicatrice daappendicectomia (anche se perfettamenterimarginata) potrebbe essere causa per anni diuna cefalea cronica (è’ solo un esempio), oppureun dolore persistente ad un ginocchio; tali disturbipossono più o meno migliorare con il tempo e convarie terapie, ma non completamente sparire senon andiamo a trattare quella cicatrice, il campodi interferenza.

Cosa possiamo curare con la Neuralterapia? Ilcampo di indicazioni è molto ampio e comprendevari disturbi di tipo funzionale, ne segnalo:

dolori di ogni tipo, cefalea, emicranie, nevralgie

• tutte le forme reumatiche,artritiche eartrosiche, (la famosa “cervicale”)sciatalgie, infiammazioni articolari,comprese quelle traumatiche e sportive;

• manifestazioni cutanee, rinite allergica ecc.• malattie dell’orecchio, otiti croniche,

vertigini• distonie neurovegetative ecc.

A prima vista questa elecazione può sembrareesagerata, tanto da far venire in mente la classicapanacea per tutti i mali.

Gli straordinari risultati della Neuralterapiadipendono dal riconoscere l’esatta origine delproblema (visita accurata ed altrettante accurataanamnesi) e dal razionale impiego della terapianel punto giusto.Solo così è possibile risolvere efficacemente erapidamente i disturbi sopra elencati.

I risultati possono sembrare, in effetti, prodigiosi(ricordo la Sig. ra Laura nel mio ambulatorio). Inmolti casi disturbi anche di vecchia data,resistentiormai a qualunque terapia (convenzionale o non)possono sparire in un attimo dopo la primaapplicazione. Spesso non è necessario nemmenoripetere la terapia: una volta corretto il campo didisturbo, il corpo è in grado di fare da sé tutto ilresto.

È una terapia ben tollerata e senza effetti collaterali(attenzione alle allergie per gli anestetici quindiaccurata anamnesi)Può benissimo associarsi ad ogni tipo di cura.Aggiungo che la Neuralterapia (sviluppata da piùdi 80 anni in Germania) viene comunementepraticata in strutture pubbliche e private in tuttoil mondo.In Italia è convenzionata con molte compagnie diassicurazioni. C’è molta letteratura scientifica alriguardo.

In UMBRIA viene praticata dallasottoscritta presso lo studioMEDICO ESTETICO E TERAPIENATURALI ISTEM LINEVia Fosse Ardeatine 8Ellera di Corciano – anche sedesociale della ns. prestigiosaAssociazione Wealth Planet Village...per l’appunto Pianeta dellaBellezza e del Benessere.Dott. Nella Bucciero MDUniversità di Milano

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Il termine mobbing è un terminerelativamente nuovo che definisce edinquadra una problematica presente datempo nel mondo del lavoro di cui oggi se neparla in quanto studi più o meno recenti enumerosi ne hanno evidenziato ladimensione ed i costi aziendali e sociali, maanche per gli adempimenti nuovi introdottidalla normativa riguardo la sicurezza nei postidi lavoro.Recenti studi europei dimostrano trattasi diun fenomeno esteso; almeno 1 lavoratore su10 ha subito nell’ambito del suo lavoro attid’intimidazione, mentre 1 su 20 violenzefisiche; basti pensare che alla Clinica delLavoro di Milano ogni giorno figurano 8 nuovicasi di mobbing che vengono monitorati inDay Hospital. In pratica si verifica unasituazione di mobbing quando un dipendenteè oggetto ripetuto da parte dei superiori e, inparticolare, quando vengono poste in esserepratiche dirette ad isolarlo dall’ambiente dilavoro o ad espellerlo con la conseguenza diintaccare gravemente l’equilibrio psichicodello stesso, menomandone la capacitàlavorativa e la fiducia in se stesso provocandocatastrofe emotiva, depressione e talorapersino il suicidio.Heinz Leymann, a cui si devono i primi studi

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Benessere e legalità:il fenomeno del mobbing

ed una formulazione teorica negli anni 80 delmobbing affermava che in caso di conflitto,le azioni che hanno la funzione di manipolarela persona in senso non amichevole sipossono distinguere in tre gruppi di forme dicomportamento.Un gruppo di azioni verte sulla personaattaccata.Un altro gruppo di comportamenti punta sullareputazione della persona, utilizzandostrategie per denigrarla e distruggerla sottoogni aspetto.Infine le azioni del terzo gruppo tendono amanipolare la persona per punirla.Alcuni di questi comportamenti si possonotrovare nella comunicazione umanaquotidiana o durante casuali litigi.Solo se queste azioni vengono perpetrate diproposito, frequentemente e per molto temposi possono chiamare “mobbing”.Gli studi italiani dimostrano che questofenomeno è più frequente nelle realtà grandicon una certa, purtroppo vasta quota dianonimato e nei reparti amministrativi e deiservizi e che colpisce maggiormente la fascia41-50 anni e molto raramente lavoratori sottoi 30 anni.Inoltre è molto raro il mobbing dal basso(dipendente verso il dirigente, anche perovvie ragioni).Nella maggior parte dei casi una vittima dimobbing accusa sintomi e malesseri a caricodi organi o apparati già sede in passato didisturbi o patologie.Alcuni sintomi fisici possono essere eruzionicutanee, abbassamento delle difeseimmunitarie,disturbi tiroidei, disturbitachicardiaci, senso di oppressione,ipertensione,dolori osteoarticolari,astenia.Sintomi psichici possono esseremanifestazioni psicosomatiche, perdita diconcentrazione e di memoria, cefalee,sudorazione, turbe del sonno, agitazioneirrequietezza, depressione con fissazione delpensiero sul proprio problema, diffusi disturbicomportamentali che impediscono lapartecipazione alla vita lavorativa finoall’espulsione dal mondo del lavoro, perarrivare infine a vere e proprie alterazionidella personalità che possono culminareanche con il suicidio.Per quanto riguarda gli aspetti medico legaliil mobbing può avere diversi tipi di tutela edeterminare diverse fattispecie di danno.Vale la pena enunciar per primo il danno allasalute che deriva dalla compromissione delbene salute costituzionalmente protetto (art.

32 Cost) e che costituisce un valore fondatosull’integrità psicofisica della persona,integrità da cui deriva lo stato di benesserepersonale e la possibilità di godere dellasalute, di poter svolgere la vita per tutta lasua durata secondo le ordinarie attivitàproprie dell’ambiente in cui il soggetto vive,di poter realizzare il personale progetto divita, comprendendo in ciò le proprie relazioniinterpersonali e sociali.Molto radicale e nel contempo la strada piùdifficile da provare consiste nella denunciapenale in base all’art. 582 c.p., cioèquell’articolo che punisce con una reclusionefino a tre anni “chiunque cagiona ad alcunouna lesione personale, dalla quale derivi unamalattia del corpo e della mente”.Difficoltà probatorie a parte una simile sceltasignifica eliminare qualsiasi margine dimediazione con il datore di lavoro e con icolleghi in una situazione oggettiva cherischia di diventare sempre più opprimentespecie in prospettiva dei tempi biblici dellagiurisprudenza nostrana.Per quanto riguarda invece l’ambito civilistico,in base all’art. 2087 c.c. il datore di lavorodeve prevenire i danni alla salute, adottandotutti gli strumenti disponibili dall’attuale statodella scienza e della tecnica benché nonespressamente contemplati dalle normeantinfortunistiche.Il datore di lavoro è tenuto al risarcimento siadel danno patrimoniale che di quello nonpatrimoniale ( danno biologico e dannomorale) qualora il lavoratore possadimostrare non solo di aver subito una lesionefisica o psichica e che la lesione è dovuta allavoro ma anche che vi è stato un illecito nelcomportamento che ha cagionato tale danno,deve cioè provare la condotta dolosa ocolposa del molestatore oppure che siaaccertato un inadempimento contrattuale.Per quanto riguarda il danno biologicodobbiamo concentrare la nostra attenzionesu quello di natura psichica che costituisceuna conseguenza tipica delle molestie morali.Il giudice nella quantificazione del dannodovrà aver riguardo anche alla strutturapsicologica del soggetto in quanto è chiaroche non tutti reagiscono allo stesso modoalla stessa quantità di stess.È passato molto tempo prima di vederrisarcito un lavoratore per mobbing ( la primasentenza di risarcimento danni per mobbingnel pubblico impiego risale al 2003) edancora oggi la cautela dei giudici inquest’ambito è assai diffusa.

D I R I T T O D E L L A V O R O

Dott. Jacopo Nicolini

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È stata presentata alla stampa la pubblicazioneper i caratteri della FIN , federazione italiana nuoto,

un volume denso di dati organizzati per regionied aree geografiche. L'avv. Mario Provvidenzapresidente della FIN regionale e il Maestro disalvamento Giovanni Baldoni, hanno illustrato gliaspetti più interessanti relativi alla nostra regioneanticipando le ulteriori presentazioni che sarannoorganizzate nelle singole province di Perugia e diTerni.Il lavoro realizzato dalla sezione salvamento dellaFIN in collaborazione con il Dipartimento dellaprotezione civile, il Ministero dei Trasporti, ilMinistero degli Interni, il Ministero dell'Ambienteil Comando generale delle Capitanerie di Porto ela Guardia Costiera, con il patrocinio dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri, espone i datianalitici per quinquennio dal 1960 al 2000 dellemorti per annegamento ed attribuisce unavalutazione degli stessi in base ad un metodo diattribuzione di codici di identificazione che variain quattro fasce:ROSSO per un elevato rischio, GIALLO per un alto

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Indagini statistiche sulle mortiper sommersione edannegamento in umbria

rischio, VERDE per un basso rischio e BIANCO perun minimo o nessun rischio.“ La nostra regione - ha spiegato il presidentePROVVIDENZA - è entrata stabilmente dal 1985 nelcodice verde e cioè nel basso rischio a causa diuna valida diffusione dell'insegnamento del nuotoe di un elevato livello qualitativo delle scuole nuotoumbre. Infatti da quella data in poi si è avuta unaulteriore fase di realizzazione di impianti natatorinella regione e si è consolidata l'organizzazionedi quelli esistenti. Il risultato raggiunto èovviamente un motivo di soddisfazione e diorgoglio per la FIN e per tutti i nostri operatori chesono i veri artefici di questo successo”.In questi giorni di successi olimpici è proprio ilcaso di ricordare anche il valore sociale e diprevenzione che lo sport del nuoto possiede eche contribuisce fortemente all'efficienza delsistema di sicurezza e di sorveglianza dellabalneazione della popolazione.La qualità ed il benessere passano sempre di piùper la sicurezza: l'attività sportiva, ludico-ricreativa, amatoriale devono più di ogni altraessere coniugate con la sicurezza assolutadell'ambiente, della competenza degli operatori,della gestione intesa in senso ampio.

A cura delComitato Regionale Umbro FIN

Presidente Avv. Mario Provvidenza

P R E V E N Z I O N E

“Indagini statistiche sulle morti perannegamento” dal 1960 al 2000”

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Il Ju-Jitsuentrò dentro di meancor primach’io nascessi...e dopo, quando ionacqui, entròdentro il mio corpo,nella mia anima,nel mio cuore,nei miei muscoli,nella mente...segnandomi la Vita.

automatismo del subcosciente e cultura psicofisica.il perche di una scelta!

L'Arte del Ju-Jitsu

RIFLESSIONI E UN PRIMO PERCHÈMolto presto, forse anzitempo. cominciai achiedermi chi ero. Non ancora quindicenne micapitarono fra le mani libri come:"L'età dell'Illuminismo", o "Scienza, Filosofia eDio", oppure "I segreti dei Samurai"!Precorrevo i tempi! Confuso fra il susseguirsi ditanti interrogativi che mi venivano dal mondoesterno nel quale non potevo entrare impotentecome ero; bensì ove mi illudevo di essere giàentrato o di poter entrare ogni qualvolta credevodi trovarvi una risposta... erano gli anni “70” glianni del movimento studentesco, gli anni dellebarricate, degli scioperi, dei cortei ed anche ditanta violenza... ovunque e comunque!Ancora adolescente tra i "grandi" (gente chefrequentava il quarto od il quinto superiore sentivoil bisogno di cercare, di leggere, di sapere di capireper non rimanere indietro, per non restareignorante, e per poi parlare con quei "grandi" di

problemi che angosciano l'uomo.Scrivevo: “ Ho bisogno di qualcosa di stabile, disicuro, di rassicurante... ho bisogno di Te verità,ho bisogno di Te perché solo con te posso credere,solo con Te posso vivere per non cadere in un

precipizio... per non restare appeso a delle illusioniche se sanno d'essere, mi condurranno verso"vuoto".Por Te verità soffrirò, per quel po' di certezza chebasterebbe a farmi migliore, a farmi crescere efarmi diventare uomo.Illuso di essere originale, continuando a persisteresu questi schemi, fra una lettura e l'altra "incontrai"il Papini con il suo scritto: "Un pò di certezza"!Riuscii allora a capire quanto fosse assillantequesto problema, quanto impegnasse l'uomo

nella sua vita e quanto fosse infinito rispetto allimite dell’Uomo stesso!Un po’ di certezza! È solo un po' ma è infinita: lacertezza di Dio, della mia esistenza, di questa miamente che pensa a queste cose, dei miei ideali edei valori umanitari a cui indirizzavo il mio Credo.Quanto erano belle pagine... erano tutte laprolusione di un animo che, come il mio, dagiovane uomo, voleva con forte passione e tenacevolontà dare una forma ed una dimensione aquesto Nulla che mi circondava.Comunque non con superbia, ma con umiltàpoiché è umile la condizione dell'uomo che suquesta terra dal momento che deve inchinarsi adinvocare un po' di certezza.Al tempo, i “Promessi Sposi” non mi impegnavano,ed i miei interessi erano rivolti ben piùampiamente alle poesie di Montale, di Ungaretti,di Svevo e a quelle trepidazioni da adolescenteche mi procuravano l’amore”!Facevo conoscenza di termini sconosciuti "realtàeffimera, realtà fenomenica... l'ispirazione del

poeta, l’immediatezza della poesia" e così via.Maturai quindi un concetto di Dio, imparai constupore che non tutti ci credevano, imparai cheesisteva un mondo fisico, imparai che esisteval'atomo e che, stranamente, poteva essereall’origine delle cose del mondo, e nel frattempo,dedicandomi ad alcuni scritti dì filosofia esaggistica, esprimevo alcuni concetti su quel Diodel quale sentivo sempre di più la non esistenza,del quale cominciavo a dubitare nel modo in cuisi dubita di una buona medicina e del quale nonvolevo riconoscere l’Onnipotenza e la Suaraffigurazione tramite la Chiesa!La certezza di Dio scompariva progressivamentee mi ritrovai con profondo rammarico, noncredente!Continuamente confuso, disorientato e smarrito,arrivato ormai alla soglia della prima maturità epercorso parte del cammino del pensierodell’uomo mi guardai dentro con estremasincerità, e mi scoprii materialista come il Foscolo,adolescente ed innamorato come l'Ortis, delusonelle mie ricerche.Capii come per incanto che la realtà di ogni giornoci impegna a considerare alcuni caratteri della vitache non sempre ci fanno sorridere e che il piùdelle volte invece ci fanno meditare a lungo e cidicono che l’ Uomo non è sempre all'altezza delsuo Nome. In me nacque l’esigenza di cercare ecomprendere me stesso al di sopra di tutto, e fuiaiutato in questo dal Ju Jitsu , l’Arte Marziale pereccellenza che avevo scelto di praticare nonancora quindicenne ma che avevo vagheggiato,sognato e atteso molto tempo prima e che avevo,forse con un po’ di presunzione, amato ancorprima di esistere!Ju-Jitsu: “Arte della cedevolezza” o “Dolce Arte”!Due parole che mi illuminavano la mente, che midavano certezza, che mi facevano capire, che midavano la vita... che mi danno la vita!Con questa consapevolezza oggi possoaffermare... che noi tutti possiamo fare qualcosain più; esiste la certezza pressochè assoluta che,nella vastità dell'Universo, noi rappresentiamo deipiccoli punti difficilmente riproducibili sulla"carta”... e che si cancellano e sì colorano con unvelocita impressionante, non lasciando quasitraccia né del loro cancellarsi né del lororiprodursi, proprio perché è tanta e tale la velocitàdel loro passaggio che l'Uomo affannato alla ricercadel benessere, angosciato dalla ricerca del sensodella vita, spesso neppure riesce a percepire ilproblema, lusingato a volte dall’immagineegoistica e folgorante di se stesso, spesso perassoluta ignoranza, pressappochismo, inerzia!Valorizziamo la nostra vita... miglioriamo la nostravita!

C O R P O E M E N T E

a cura del

Maestro Massimo Bistocchi

ESSEBI ARREDAVIA DELLA PALAZZETTA 2LOC BACANELLA06063 MAGIONE (PG)TEL/FAX 075841623

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L'uomo non conosce se stesso e tanto meno glialtri!Noi viviamo nel completo incubo di esserequalcosa più di noi stessi e nel nostro freneticocorrere per cercare la felicità, lasciamo un vuotodietro noi che è tutta la nostra vita persa per unfine materialistico.Se veramente noi potessimo giungere al di là delnostro sguardo, se noi potessimo vedere con inostri occhi laddove bambini ed uomini muoionoper fame, forse saremmo capaci di superare quellabarriera che divide l’Uomo dall’Uomo, forsesaremmo capaci di eliminare il nostroindividualismo per così poi riuscire a considerarela nostra stessa umanità, ed il valore dellapluralità! Perché questo diventi possibile, l’Uomodeve, con umiltà, ricercare se stesso ed esserese stesso, ma non deve mai dimenticare chenessuno di noi esiste indipendentemente daglialtri non solo per la sopravvivenza ma anche perl’evoluzione ed il miglioramento della vita.Il Ju-Jitsu contribuisce a dare serenità, forza fisicae mentale, e ci conduce in maniera ineguagliabilealla certezza che un modo di vivere che esprimainteramente l’Uomo deve soddisfare sia alle sueesigenze spirituali che a quelle fisiche e devecurare al massimo sia gli aspetti intellettivi chequelli emozionali. L’acuta osservazione dei fenomeni della natura ela percezione dei valori dell'Universo, dove noiappariamo e scompariamo come lucciole, devecorrispondere alla ricerca del nostro equilibrio

interiore al fine di controllare la nostra volontà,le nostre azioni, le nostre emozioni.In quell'indimenticabile 2 gennaio 1973 quandoper la prima volta "ufficialmente”, mi avvicinai alJu-Jitsu e posi i piedi nudi sul tatami provai dentrodi me un'emozione indicibile.In quel magico giorno capii che per me il Ju-Jitsunon sarebbe stato solamente tecnica dacombattimento tesa alla sopraffazione dell'uomo,ma sarebbe stato un mezzo di educazione e dipersuasione per me stesso e per gli altri uomini.Fin da quel momento mi colpì essenzialmente ilrituale dello Zarei, il volto inpenetrabile del Maestroed il comportamento degli allievi improntato almassimo sentimento di rispetto per il Dojo e perle persone che vi si trovavano..Mi parve subito chiaro il messaggio del Ju-Jitsu:

- essenzialmente Arte Marziale che contribuiscea dare serenità, equilibrio interiore e forza fisicaal praticante pur nel contesto di arte di difesapersonale;- essenzialmente Arte Marziale che non insegnadelle tecniche per annientareindiscriminatamente un avversario ma, anzi, perrenderne vano l’eventuale attacco alla propriaintegrità fisica;- essenzialmente Arte Marziale che rappresentaun mezzo di pace e di serenità proprio perchésopprime la violenza!

Con questa consapevolezza, dopo questo lungocammino percorso a ritroso portando in qua ed inlà la mia mente, adesso so che:

Attualmente convivo con esso al punto che i mieiatti consci e inconsci ne sono costantementecondizionati!

RIFLESSIONI PIU’ VICINE ALLA REALTÀAPPARENTE!

La storia dell’Uomo, sempre teso verso un finematerialistico volto alla esclusiva ricerca del suobenessere, ha sempre visto la nascita di conflittipiù o meno gravi; non a caso, in passato nel

Giappone feudale, la cui storia fu un continuosusseguirsi di guerre di varia portata, si sentìl’esigenza di un perfezionamento delle tecnichedi combattimento sino alla creazione delle ArtiMarziali, per cui varie scuole studiarono metodidi combattimento con e senza armi, tecniche chedavano la possibilità ad un uomo disarmato diavere qualche possibilità di successo nella lotta

contro avversari di ogni genere, sia pure armati.Ebbene, queste tecniche, erano comunementeconosciute in Occidente con il generico nome diJu-Jitsu e costituiscono, attualmente, un bagagliotecnico incomparabile ed hanno contribuito acreare il Ju Jitsu moderno dei nostri giorni.Ricordare questi versi di un antico poemagiapponese è propedeutico all'apprendimento:

“Chi mai potrà scoprirescostando le piante d’acqua che

coprono lo stagnola luna alta nel cielo?”

Questi versi che, come si legge in Aikido, siriferiscono al Ju Jitsu, “ne sono la sintesi e l’intimaessenza”. “Il piccolo stagno ricoperto d'alghe è lamente che, per l’incessante prodursi edaccavallarsi di pensieri, è opaca ed instabile.Soltanto quando riusciremo a fermare la forza deipensieri così come la mano discosta le pianteacquatiche sullo stagno, essa rifletterà la veraessenza delle cose, assumendo la sua funzionenaturale!"

L’essenza del Ju-Jitsu , che non può essere

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IL JU JITSU È VITA

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assimilata da un principiante non è qualcosache possa essere acquisita...”essa è già inognuno di noi ed attende soltanto di essereriscoperta con con la rimozione degliimpedimenti che si oppongono alla sua pienamanifestazione.

Codesti impedimenti sono appunto le normalifunzioni della mente !!!"È per questo che chi ha acquisito in sé il Ju-Jitsu, e quindi chi l’ha scoperto in sé, sentecon meraviglia e consapevolezza che le sueazioni nella vita in genere e sul tatami sonoautodeterminate, non pensate, sono già inatto quando ancora la mente non percepiscecoscientemente.

Tutto ciò è Ju-Jitsu, tutto ciò è Arte Marzialee non falsa filosofia, o inutile retorica.

Dire che le Arti Marziali sono una via spiritualeche viene percorsa attraverso l’armonicointegrarsi dell’attività fisica con quellamentale è dire ben poco. Esse ancora di piùsono un mezzo di integrazione dell’attivitàfisica con quella mentale che conduce lamente stessa ad una visione limpida dellarealtà.

Chi pratica il Ju-Jitsu sa che il valoreracchiuso in esso è immenso poiché siestrinseca sulla intera vita del praticante

investendola sia sul piano morale epsicologico, che nella preparazione fisica,dando come risultato l’eliminazione di ognipregiudizio mentale e la perfetta armonia delcorpo.

La lotta non è sempre violenza, ma è laconsapevolezza delle proprie capacità e dellapropria preparazione fisica e ciò da unbenessere che si identifica nella sicurezzain se stessi!

Chi è sicuro di se non ha paura, e chi non hapaura è pacifico e proprio in questo sta forseil significato, l’essenza delle Arti Marziali.

ACQUISIRE UNA SUPERIORITÀ TALEDA NON DOVERLA MAI USARE

Sacrificio, volontà e serietà sono comunquetre parole che dimensionano la pratica delJu-Jitsu e che ben individuano il caratterespecifico di una materia che va scoperta innoi, proprio perché è in noi.

Il Ju-Jitsu come le altre Arti Marziali, nonlascia spazio alcuno a sorti di vigliaccheria,di svogliatezza, di demotivazione o pigrizia.

La “Dolce Arte” esige una profondaconoscenza dell'uomo, della sua strutturafìsica, del suo “essere pensante”, al limite delsuo Io ed è per questo che è disciplina dellospirito e del fisico: in una parola CULTURAPSICOFISICA.

È per questo che, nel considerare ì metodiattuali di insegnamento (metodo Bianchi,WJJF, Tai Jitsu), non dobbiamo svilire emodificare il messaggio tramandatoci dal Ju-Jitsu proprio in riferimento al suo contenutoetico perché da esso prende vita e forza,perché esso è sintomo di esigenze passatedi vita e di una profonda fede, quasi religiosa,che noi occidentali dobbiamo scoprireintegrandola, comunque nella nostra culturae nel nostro costume.

Praticato oggi in tutto il mondo, anche apartire dall’età prescolastica, in ogni luogoha la possibilità di svilupparsi ad alti livelli.

Il Ju-Jitsu riesce ad affascinare platee semprepiù vaste e ad interessare persone di ogniceto sociale che trovano, a volte, in esso lapossibilità di migliorare la propria personalità.

La coordinazione e la velocità di un Maestro,quando le gambe si muovono veloci in tai-sabaki o quando le braccia e le mani schivanoper poi scaricare energia, le sue presearticolari, le sue astuzie, la sua serenità, le

evoluzioni acrobatiche di due Atleti in"Accademia", sono immagini indelebili nellamente di un osservatore comune, ma ancordi più l’immagine di un bambino quando salesul tatami di una qualsiasi parte del mondo,vestito di bianco, un viso pulito e bello, unosguardo pacifico, forniscono uno dei migliorispettacoli che la natura umana possariservarci e completano in manierainequivocabile il quadro di ciò che le ArtiMarziali in genere sanno donarci:

PACE SERENITA’ GIOVINEZZA

IL FASCINO DI UNA TECNICA INCOMPARABILEE DEL RAPPORTO FRA MAESTRO E ALLIEVO

Al di là delle Federazioni o delle Associazioni,spesso si commette l’errore di politicizzareuna Disciplina pura come il Ju-Jitsunell’intento di conquistare fama e gloriapersonale.

Di contro, in realtà il Ju-Jitsu riesceconvogliare l'interesse e la passione di unasempre crescente massa di praticanti, d’ognitipo di cultura e di ogni classe sociale, stantel'immediatezza e spettacolarità delle suetecniche.

Ed è per questo motivo che la tecnica rimaneil fattore peculiare e determinante di tuttala pratica in genere. E tutto ciò che vale, sepure, nel contesto mondiale, oggi, si stiacercando freneticamente nuovi tipi dicompetizione, dimenticando che il fine ultimodel Ju-Jitsu non è la gara o la verifica sportivama la scoperta di quelle nozioni tecniche eculturali che conducono all’approfondimentodello studio dell'Autodifesa.

La pratica costante del Dojo è comunquel'unica via perseguibile per la nostrapreparazione e per il nostro mantenimento.

Il sudore della fronte, la stanchezza deimuscoli, la doccia ristoratrice sono sensazioniforti per un praticante, ma sono elementinecessari alla sua crescita tecnica epsicofisica.

Per essere abili nel Ju-Jitsu occorre soffrire,occorre allenarsi con intelligenza e con curafin dai fondamentali, fino ai più alti livelli disviluppo tecnico e spirituale.

Il Maestro è lì a tenderci una mano, amostrarsi amico e nemico se necessario,pronto ad esibire il meglio di se stesso, masoprattutto pronto ad amare e proteggeretutti indistintamente.È importante non giudicare mai gli altri prima

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Un giorno, in una occasione particolare dellamia vita, ho avuto l’esigenza di rivolgermi aimiei Istruttori, agli allievi e agli amici questeparole:

• Grandezza d’animo, grandezza d’intenti!Questo dobbiamo ricercare al di sopradi tutto.

• A che servono la forza e l’”invincibilità”se non le sfruttiamo in armonia con leLeggi della Natura, se non capiamo chenon c’è posto per le distruzioni, per leoppressioni, per le invidie.

• A che servono la forza e l’”invincibilità”,la tecnica , se non riusciamo a capire chedobbiamo proteggere il più debole, se nonriusciamo ad amare tutte le creaturedell’Universo perché l’amore possasostituire l’odio, perché la pace possaprevalere su ogni altro obiettivo.

• A cosa serve tutto ciò che noi facciamose non riusciamo ad aiutare i giovani aduscire fuori da una certa “anarchiainteriore”?

• A cosa servono le nostre cinture nere, inostri dan, se ai progressi tecnici noncorrisponde la ricerca della serenitàinteriore;

• Tutto ciò non servirebbe a niente...sarebbe il Nulla della nostra vita!

di aver giudicato noi stessi ed è altrettantoimportante “imitare” il Maestro in tutti i suoimovimenti per assimilare le tecnichefondamentali di braccia, di gambe e le parate,le proiezioni, i controlli articolari, le leve,poiché queste sono le fondamenta su cuipoggeranno le consapevolezze e le certezzefuture.

L’allenamento in coppia favorirà questatecnica in quanto richiede e sviluppaprontezza di riflessi e un preciso senso delladistanza.

Le doti principali del Jutsuka sono l'abilità,lo scatto, la velocità, la potenza, il cosiddettokime o “estrema decisione”. Rivesteparticolare importanza anche la capacità dipercepire il pericolo, di controllare le proprieemozioni, le proprie paure.

Dal perfetto controllo di noi stessi deriva ilperfetto “controllo” del potenziale avversario,garantendo quindi, la massima efficacianell’esecuzione delle tecniche.

Il profondo rispetto della vita deve comunquespingere il Jutsuka a controllare al massimole proprie tecniche in relazione all’attaccosubito, in maniera di fornire a se stesso eagli altri un esempio di civiltà.

Il fascino della tecnica risiede anche in questoconcetto, nella volontà di potere e voleredimostrare il principio della coesistenzapacifica.

Tutto questo per dirvi che lavoreremo eprogrediremo insieme nel segno del Ju-Jitsu,alla ricerca dell’Uomo, alla ricercadell’Amicizia!

Tutto ciò senza dimenticare che ciascuno dinoi è responsabile del proprio apprendimento,che ogni progresso è ottenuto solo dallosforzo e dal lavoro costante, e che il Maestronon è che un trascinatore capace soltanto diaiutare a scoprire la via giusta e che non potràinsegnare niente all’allievo che non vorràimparare!

TUTTO QUESTO... HA GENERATO UN MOTO

PERSISTENTE DI AMICIZIE CHE TUTTORA

VIVONO E SI RINSALDANO ANCOR PIU’ E PER

TUTTO QUESTO E PER TUTTO QUELLO CHE E’

ACCADUTO E ANCORA ACCADRA’ HO CAPITO CHE

IL JU-JITSU SAREBBE STATO PER ME COME UN

AGO NELLA PELLE SENZA IL QUALE NON SAREI

MAI RIUSCITO A GUARIRE DALLE INCERTEZZE

E DAI MALI CHE AFFLIGGONO L’UMANITA’!

MAESTRO MASSIMO BISTOCCHIDirettore Tecnico Nazionale Italiana

Cintura Nera V Dan

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“Ogni mio atto rivela che la mia esistenza è corporea, è la modalitàdel mio apparire. Questo organismo, questa realtà carnale, i tratti diquesto viso, il senso di queste parole portate da questa voce non sonole espressioni esteriori di un Io trascendentale e nascosto, ma sonoquell’Io, così come il mio volto, non è un’immagine di me, ma è mestesso.”(Galimberti, Il corpo, 2005)

L’uomo prima di parlare, cantare o pensare, si muove, salta, striscia,danza, accompagnato da un ritmo fisico e interiore che è quello delcuore. Proprio per questo i Greci chiamarono Tersicore la Musaprimigenia. Hans von Bùlov riassumeva il suo pensiero inquesti termini” In principio era il ritmo”. Ecco perchél’uomo ha imparato a muoversi, a comunicare ea danzare … così hanno avuto origine tutte learti.Laddove spesso la parola non riesce adarrivare abbiamo denti serrati, occhi chesi chiudono o si spalancano, gestiner vosi, scelte prossemiche:insomma abbiamo un corpo cheparla, grazie all’emozione che lomuove. Danzare liberamentescoprendo il piacere di un corpo chesi esprime in codici e formeassolutamente naturali, privo dicostrizioni, di sovrastrutture, divincoli e laccioli comunementeaccettati e più spesso subiti. Perchénon giocare con il corpo e perché nonfarlo a tutte le età senza rilegarlo adun’esperienza esclusivamente infantile!.Giocare con il corpo significa rendersiconto, prima di tutto, che si hanno grandipotenzialità inesplorate ma anche dei limiti eche si possono commettere degli errori. Tutto questosenza però entrare in crisi, senza ingaggiare sfidefrustranti con se stessi, ma esclusivamente fare, agire,esplorare per il gusto di mettersi in gioco e trovare poco a poco unapropria armonia che è sinonimo di benessere, piacere e piacersi questoè l’obiettivo. E’ la forma, l’immagine del nostro corpo infatti che cercadi trovare nelle sue dinamiche espressive, il modo di oltrepassare ilimiti, di ricercare e scoprire il significato delle proprie azioni.

La danza creativa è proprio una delle più interessanti modalità chepermette di divertirsi con il corpo, dandogli voce, riempiendolo disignificati e di espressioni non meccaniche, ma che emergono dalprofondo dell’animo; attraverso l’esplorazione del gesto si facilital’interazione tra le persone e l’individuo scopre la voglia e il piacere dimuoversi da solo, ma anche insieme agli altri ricercando comuni codicicomunicativi che non prevaricano l’autonomia e la ricchezza esecutivadel singolo.La danza diventa allora un’esperienza gratificante e vitale che sirealizza attraverso non solo la scoperta del corpo, ma nei rapporti conlo spazio, nel gioco dei ritmi, nella creazione di forme, di immagini

Alla ricercadel corpo perduto

rivelatrici di sentimenti, di emozioni.La danza creativa in particolare ha proprio come presuppostofondamentale quello di scoprire, ricercare, consolidare il linguaggiocorporeo spontaneo, naturale, immaginativo e immaginario acquisendogradualmente la consapevolezza delle caratteristiche del gestopersonale e delle infinite potenzialità di quel linguaggio.

Non è legata ad uno stile, ma esprime l’impronta di chi la interpreta ela vive facendola sua, per questo è accessibile a tutti purché siarealizzata concedendo massima libertà alla fantasia e alla creativitàdi ognuno, libera da valutazioni che potrebbero condizionare, limitare,privare di calore e colore il gesto, inteso non come sfogo emotivo dimovimenti incontrollati magari con sottofondo musicale, bensì comesequenza di atti e movimenti personali liberi da giudizio estetico.Gli esercizi atti a promuovere questo percorso di ricerca e scopertasono molti: esercizi adatti ad ampliare l’escursione articolare, tonificaree distendere la muscolatura, promuovere l’allungamento della colonnavertebrale, educare ad una corretta e equilibrata respirazione, adun’armonica sequenza di contrazioni e decontrazioni.

Il linguaggio della danza creativa è costituito da un insieme di modalitàespressive: infatti pur valendosi principalmente del corpo, è innegabileuna contaminazione tra vari linguaggi: l’utilizzo di vocalizzi e di alcune

tecniche di drammatizzazione teatrale risultano pertantoefficaci e interessanti, trasmettono significati senza

ricorrere alle parole; nei movimenti silenziosisi nascondono le emozioni più recondite, i

bisogni interiori dell’uomo, intimità cheappartengono ad un mondo troppo

profondo e sincero per le parole,pi ù pro d igo d i contenu ti

“l’atteggiamento corporeo puòfacilmente esprimere ciò chea l t r i m e n t i s a r e b b einesprimibile”(Covoni R. M.,Danza, 1998).

I movimenti, pur nella lorofugacità e nella difficoltà difermarli per poterli studiareed esaminare a fondop o s s o n o c o m u n q u eassumere un nome edessere descritti e chi è ingrado di leggere questedescrizioni e riprodurle, puòarrivare a cogliere lo statod’animo che li ha mossi. Ilgesto e la danza creativarappresentano il bisognoinnato dell’uomo di ritrovare,vivere e comunicare concodici che non possono en o n v o g l i o n o e s s er enarrativi, ma che sonoespressione di quelle voci, diquelle radici profonde che avolte pensiamo di averperduto nel caos dellaglobalizzazione.

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di Maria Donata Mezzetti

C O R P O E M E N T E

“ Io credo soloa un dio chesapesse danzare”(Nietzsche)

Sara Libori

Danzatrice-Performer

professionista

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A L I M E N T A Z I O N E

L’acqua in cui vengono cotte le castagne può essere usata per esaltare i riflessi dei capelli biondi. La polpadei frutti bolliti schiacciata ha un’azione schiarente ed emolliente. L’infuso o il decotto sono molto indicatiper affezioni bronchiali e diarrea. L’infuso delle foglie è indicato per le infiammazioni della bocca e della gola.

KCal 165.00KJoule 688.00Calorie da proteine 7.00%Calorie da carboidrati 84.00%Calorie da grassi 9.00%Tiamina (B1) 0.08 mg

Riboflavina 0.28 mgNiacina (B3) 1.11 mgVitamina A 0.00 mgVitamina C 43.00 mgCalcio 30.00 mgFerro 0.90 mg

Fosforo 81.00 mgMagnesio 32.00 mgPotassio 395.00 mgRame 0.40 mgZinco 0.52 mg

La castagna del benessere

VALORI NUTRIZIONALI PER 100g DI PARTE EDIBILE

Il grande storico greco Senofonte, definiva il castagno albero del pane. Prima dell’introduzione della patatala castagna era la risorsa alimentare primaria dei paesi montani, dove si presentò quindi la necessità diconservare questo frutto tipicamente autunnale per l’intero anno. Furono proprio dei monaci a sperimentareper primi l’essiccazione della castagna con fumo e calore, ma fu necessaria anche una breve cottura perdisidratare completamente il frutto affinché potesse essere definitivamente conservato fino all’autunnosuccessivo. Durante l’inverno queste castagne venivano bagnate con l’acqua e consumate. Inoltre la castagnaè un frutto “naturale” il suo riccio la protegge dai trattamenti chimici ormai così diffusi.

Le castagne al contrario di altri frutti sonoricche di carboidrati complessi, tuttavia lacottura trasforma parte dell’amido in zuccherisemplici rendendole dolci. Sono ricche di fibra,di potassio e di vitamine del gruppo B. Lecastagne sono indicate per astenia, anemia,stitichezza ed emorroidi. Hanno proprietàantianemiche, energetiche, toniche edantisettiche.

Da un punto di vista nutrizionale la castagnaè un alimento di elevata qualità grazie all’altapercentuale di amidi abbinata ad un discretocontenuto di grassi, proteine, sali minerali(potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio eferro) e vitamine (B1, B2, PP, C). Questecaratteristiche unite all’ottima digeribilità,rendono la castagna un alimento ideale per glisportivi.

La tradizione gastronomica che lacontraddistingue abbraccia, con le suenumerosissime ricette, per intero la nostratipica cucina mediterranea dall’aperitivo aldessert, dal primo piatto ai secondi.

Piatti tipici a base di castagne sono: spezzatinodi cinghiale con castagne, zuppa di fagioli,castagne e funghi, pasta fresca con sugo dicastagne, ovviamente castagne bollite,caldarroste e dolci tipici come crostata dicastagne, marmellata, crema, tronchetti,cannoli con crema di castagne.

STORIAPROPRIETÀ

NUTRIZIONE

CUCINA

APPLICAZIONI TABELLANUTRIZIONALE

La Vecchia Torre B&B Di Cannara di Umberto CrivellaVia Costanza Baglioni, 98 - Cannara - Perugia 392.4203649

di Rita Mariconda

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D - Presidente, come nasce il Quoziente diPersonalità e come si relazione con il Quoziented’Intelligenza?R – Per Personalità si intende l'insieme dellecaratteristiche psichiche e delle modalitàcomportamentali che definiscono il nucleo delledifferenze individuali nella molteplicità deicontesti in cui la condotta umana si sviluppa. Ilpiù antico precursore dello studio della personalitàfu , padre della medicina e inventore della cartellaclinica, della diagnosi e della prognosi, del segretoprofessionale. Le sue opere sono state unasettantina racchiuse nel Corpus Hippocraticum.Fondò una vera e propria scuola di formazione ei primi studi sul quoziente della personalità sonoa lui riferiti. I quattro tipi classici della personalitàsono: collerico, melanconico, flemmatico,sanguigno. Ripercorrendo la Storia e volendocitare esclusivamente i casi più importantirileviamo che il Prof. William Marston,docente allaHarvard University pubblicò nel 1928 un libro, Theemotion Of Normal People ove a Sua voltaestendeva i principali concetti di Ippocrate da Kos.

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Nato a Udine, 40 anni ,cresce estudia a Montebelluna e da 13anni vive e lavora a Verona.Sposato, padre di 2 figli.Le prime esperienze lavorativerisalgono al 1987 come venditoredi un importante gruppo Svizzero,due anni dopo Agente Generale etitolare una SocietàPlurimandataria.Nel 1989 è tra i primi ad affrontarel’emergente territorio dellaRomania ove in primis comeconsulente di varie AziendeItaliane e poi come Imprenditorefonda e dirige fino al 1996 dueimportanti realtà attive nel settoredel riscaldamento industriale e neltessile.Nel 1996 fonda e presiede unaSocietà operante nel settoreassicurativo - finanziario, attivain Italia, Spagna, Svizzera, Francia,Polonia e Germania che imprimeuna svolta al mercato con unsistema di distribuzione nuovo ealtamente professionale.Nel 2005 da vita ad una nuovarealtà attiva nella consulenzaaziendale rivolta al settore dellevendite con specificità nellaformazione dei venditori. Unasignificativa presenza anchenell’ambito commerciale in unaimportante azienda Londinese .Appassionato di Rugby, dasempre legato alle dinamiche e aivalori unici di questo sport cheapplica costantemente nella vitaprofessionale.Autore di un corso di formazionerivolto a tutti coloro chedesiderano un forte cambiamentoalle proprie abitudini e co-autoredi una pubblicazione sulquoziente della personalità diprossima uscita.È specializzato nella gestionesocietaria e nell’ambito dellaformazione manageriale. Amadefinirsi un self made man.

L ’ I N T E R V I S T A

Il quoziente di Intelligenza invece va ricondottoallo Psicologo Francese Alfred Binet il quale nel1905 pubblicò il primo test sull’intelligenzamoderna. Il Risultato si ottiene prendendo l’età’mentale, suddividendola per l’età cronologica emoltiplicando per 100 il valore ottenuto. Sopra il125 si parla di genius e sotto il 75 si parla invecedi sub-normali. Le applicazioni e gli studi sonostati tantissimi e hanno generato vari modelliapplicativi, Wais, Guilford, Gardner ect. Leintelligenze poi sono diverse fra loro e sonoapplicabili in più campi della vita quotidiana.Possiamo quindi affermare che il quozientedell’intelligenza é uno dei parametri checompongono quello della personalità e soprattuttomentre il primo può determinare nell’individuoforme di depressione il secondo genera assolutamotivazione. La personalità si può modellare conle abitudini e le abitudini possono cambiare consemplici ma efficaci azioni.

D – A chi sono destinati i vostri corsi diformazione?R – Premetto che la nostra piattaforma e’ unicanel suo genere e composta dalla più altatecnologia attuale. Tradotto é di facile utilizzo perl’utente, semplice, chiara e tutti ma proprio tuttila possono utilizzare.E’ rivolta indistintamente a tutti coloro che sentonoil bisogno di crescere culturalmente e destinanoattenzione a prodotti di altissima qualità con deicosti contenuti. La Formazione è divisa in duegrandi settori. La prima, destinata ad un grandepubblico e sottolineo composta con elementi diassoluta qualità, che si può acquistare solotramite internet all’indirizzo pqyou.net ed unaseconda, generata in partnership con Hi-Performance, Società Leader nell’ambito dellaFormazione, che comprende i più grandi formatori

“L’eccellenza è il risultato di scelte precise, seguite da azioniconcrete di coloro che vogliono lasciare il mondo meglio di comelo hanno trovato... perché ciò che conta non è quello che sapete,o ciò che pensate di sapere, ma è quello che fate.” È questa lalinea guida che ispira Emanuele Picogna, coideatore e Presidentedi PQYou Italia, progetto specializzato nella formazione e-learningattraverso l’applicazione del quoziente della Personalità.

Fabio Chiappini intervistail Presidente PQYouLA SCHEDA

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e comunicatori al mondo. AnnoveriamoAnthony Robbins, John Gray, Brian Tracy,Deepak Chopra. Altri Formatori dello Staff diPqyou sono Gianni Golfera, Mario Furlan, chesi occupano prevalentemente di studiare ecomporre corsi destinati al miglioramentoappunto, del quoziente della personalità. Perognuno di questi Maestri di Formazione sulsito si possono trovare tutte le informazioni.Tutti gli allievi della scuola tengono rapportidiretti con Tutor e Coach coordinati dal VicePresidente , Paolo Montella.D – Con quali obiettivi?R - La nostra é una “formazione di strada”che nasce e cresce non solo sui banchi discuola ma soprattutto dall’esperienza diretta.Siamo assolutamente dei Self Made Man esiamo orgogliosi di aver avuto la possibilitàdi crescere facendo. Vorrei ricordare che lanostra Mission e’ ESSERE NON I PIU’ GRANDIMA I MIGLIORI NEL NOSTRO MERCATO e quindidichiariamo con piacere assoluto che nullaabbiamo inventato ma ci siamo ispirati acoloro che in pochi anni hanno conquistatola vetta dei mercati web,tra cui Bill Gates,Jeff Bezos , Sergey Brin e Larry Page, tuttiimpegnati fortemente a specializzarsi in unsettore di internet.I nostri obiettivi sono di poter raggiungere ilmaggior numero di utenti che liberamentedecidono di porre attenzione almiglioramento del proprio quoziente dipersonalita’ attraverso i corsi ed i coach chequotidianamente sono a loro disposizione.L’idea PQyou nasce con l’intento di svilupparee divulgare la ricerca scientifica del principiodi Quoziente di Personalità, o anche PQ(Personality Quotient), attraverso una seriedi corsi di formazione in e-learning con unottimo rapporto prezzo/prestazioni. Ilprodotto principale della PQyou, l’e-learning,sarà destinato in modo specifico ai fruitori

di internet. Ci si puo’ associare sottoscrivendol’abbonamento per 12 mesi direttamente dalsito. Ogni associato e per ogni corso riceverà,oltre ai servizi offerti dalla nostra societa’quali l’email, il sito, la video conferenza ealtro, un sistema innovativo di formazionecomprendente una parte scritta, una video,una in slide e una audio. Unica nel suo genereper contenuti e forme. Chiaramente ogniassociato potrà rivedere ogni corso per tuttele volte che lo riterrà’ opportuno. Il grado dellaSua preparazione verrà misurato attraversodei test e dei punteggi. Il corso completo e’formato da 12 sessioni.Abbiamo anche un grande sogno nelcassetto: diventare l’idea e la nuova unità di“misura” del fenomeno della personalitàdirettamente nelle aule universitarie. IlPQyou sarà l’indice che potrà misurare ilnostro interagire e permetterà agli studentidi prepararsi anzitempo ad affrontare ilmondo del lavoro, con più consapevolezza,forza e decisione.D – Per farsi comprendere anche dai nonaddetti ai lavori, come descriverebbe l’ e-learning?R - L’e-learning (formazione a distanza)sviluppato dalla PQyou, sia per il metodo didistribuzione che per la diffusione, ècaratterizzato da uno scopo comune: laflessibilità di produzione e la riduzione deicosti per gli utenti finali. I prodotti PQyoucreano vantaggi concreti rispetto ad unaformazione classica:Semplicità e Prestazioni.Precisione e Flessibilità.

Prezzo e Qualità.Queste sono le caratteristiche peculiariintorno alle quali si muove ogni elemento perlo sviluppo del singolo magistero, del singoloevento, dei fattori critici di successo.Fondamentalmente una persona dotata diun semplice personal computer e un accessoweb potrà collegarsi alla scuola di formazionetramite il sito www.pqyou.net e accedere inqualsiasi ora gli aggradi e seguire laformazione. Una volta seguita saràfondamentale superare il test che glipermetterà di accedere al corso successivo.Verrà seguito per tutto il suo percorso o daun Tutor o da un Coach che attraverso la videoconferenza potrà aiutarlo a superare iconcetti che magari non gli saranno chiari edargli consigli pratici. Potrà scaricarsi ilmateriale e utilizzarlo tutte le volte che vorrà.Un’ultima nota me la permetta, tutti i nostriClienti sono garantiti dalla clausolasoddisfatti o rimborsati. Per noi e’fondamentale l’eccellenza nel servizio e neirapporti con l’Utenza, valori fondamentalinon delegabili.

Mi permetta di concludere questa intervista,con una frase a me cara, di David Schirmer“Quando si tratta di creare ricchezza, ciò checonta e’ la forma mentis. Tutto dipende daltuo modo di pensare”e di dedicarla a tutti gli operatori del nostroComitato Scientifico che ci supportanoquotidianamente impegnandosi con forza ecaparbietà nel sviluppare i concetti legati alPersonal Quotient : il prof. Emilio Bellini, ilProf. Luca La Porta, il Prof. Agostino Marsoner,il Prof. Giuseppe Di Santo, il Dott. SabotinoAtorino, il Dott. Antonio Romano, il Dott.Claudio Mike Hofer e tutti i loro preziosissimicollaboratori un grazie di cuore.pqyou…the coach, you are your coach

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Parlane con l’esperto D.ssa Valentini Maria Rita, laureata in Sociologia, consulente in mediazionefamiliare socio fondatore Associazione Wealth Planet Village Pianeta della Bellezza e del benessere

1 - a)la coppia non deve mortificare passioni e hobby individuali, anzi deve essereun contenitore dove entrambi possono coltivare i propri interessi.È opportuno dedicare alcuni momenti della giornata all’attività fisica e alproprio relax. Sarà l’occasione per apprezzare di più le vacanze a due.

M E D I A Z I O N E F A M I L I A R E

Settembre momento di bilanci...

Come hai trascorsole tue vacanze di coppia?

RISPONDI A QUESTO TEST E MISURA LO STATODI BENESSERE DEL TUO RAPPORTO DI COPPIA

È il momento di decidere dove trascorrere le vacanze... Tu amila tintarella e stare sdraiata per ore, lui ama windsurf, tennis ecalcetto... Come ti comporti?

a. vai con lui in vacanza, comunque.b. ti rifiuti di andare in vacanza e resti a casa.c. programmate una vacanza che consenta ad entrambi di trovare

dei momenti da trascorrere rilassati con il proprio hobby.

A te piace comminare sui sentieri alpini. Le passeggiate in mezzoai boschi ti rendono libera. Lui ama il mare e giocare a beach volleysulla spiaggia. Come organizzi e proponi di fare la vacanza?

a. vai in agenzia prenoti una vacanza per due in alta montagna.b. ti rechi in agenzia e chiedi quali località possano soddisfare la

vacanza mare-monti.c. aspetti che lui prenda l’iniziativa di prenotare al mare.

Avete due bambini, lavorate entrambi, non vedete l’ora di partireper l’agognata vacanza. A chi lasciare i bambini, portare con se lamamma, la suocera o una baby sitter, oppure?

a. parlate di come organizzare la vacanza, poi vi recate in agenzia evi fate consigliare un villaggio sul mare comprensivo di serviziobaby sitter.

b. proponete a vostra madre o vostra suocera di accompagnarvi nellavacanza per coadiuvarvi con i bambini.

c. vi fate carico di portare con voi la baby sitter appena inviata daun’agenzia.

2 – b)accade spesso che gli opposti si attraggono, soprattutto se sono sportivi, inquanto chi ama lo sport ama la sfida e il cambiamento, non ha paura dimettersi in discussione e cerca nuovi stimoli, anche in amore. Sta a te cambiarestrategia, scegliere una vacanza multi sport in un luogo dove è possibile

3 – a)la vacanza è un momento sacro per la coppia per riposarsi dopo un anno dilavoro. Recandoti in agenzia potresti prenotare un villaggio dotato di serviziobaby sitting. Sicuramente alcune ore della giornata, libere dai bambini, sarannoun felice momento per ritrovarsi in completo relax con l’opportunità diriscoprirsi.

E’ incredibile...

ma già da una vacanza andata male, non digerita, possonocominciare le prime avvisaglie per discutere sulla stabilità omeno di un rapporto di coppia.Si riprende il lavoro non adeguatamente riposati, e al primoscrezio, non si perde tempo per far riferimento al trascorsoimmediato passato, non digerito, per punire con comportamentiinadeguati il coniuge.

Spesso anche la cattiva comunicazione, o non comunicareaffatto, sono quegli elementi che minano la relazione a due.

Conflitti... parliamone, magari con un terzo neutrale che,sicuramente non essendo parte in causa, saprà dare unarisposta ai vari perché della frizione che si è generata all’internodel “dialogo”.

Il consiglio è quello di consultare immediatamente un espertoin materia di comunicazione o consulente mediatore familiare,il quale saprà ridurre gli effetti distruttivi di un conflitto, chedisturba o interrompe la comunicazione della coppia.

È di fondamentale importanza la scelta del professionista alquale ci si apre per chiedere aiuto in un momento di “crisi”.

Sempre più spesso le soluzioni di una cattiva comunicazionesono cristallizzate nell’individuo, sta soltanto alla figura delconsulente aiutarlo a sciogliere i nodi.

Chiama ora per un consulto gratuito selezionando il numero339.30.31.343 oppure collegati al Forum Noi Due sul sito WealthPlanet Village Pianeta della Bellezza e del Benessere al collegamentowww.wealthplanet.it

LEGGI LE RISPOSTE

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Martedì 28 ottobre 2008 alle ore 15.30Sala dei Notari - Perugia

l’Associazione di volontariato “Comitato Montinari”, delegazione regionale dell’Umbria,con il Patrocinio della Regione dell’Umbria, della Provincia di Perugia, del Comune di Perugia

e del Comando Regione Carabinieri Umbria, organizza il convegno medico:

www.comitatomontinari.org – [email protected]

Coordina Marcello Migliosi

Sono stati invitati: il Ministro per la Salute; le più alte Autorità Regionali e locali;docenti Universitari della Regione, specialisti nella particolare patologia;

tutti i responsabili delle ASL regionali; tutti gli operatori sanitari e della sanità umbra e delle regioni limitrofe.

Le metodologie di indagine e le nuove terapie per lacura dell’autismo, una patologia che negli ultimi anniha colpito sempre più numerosi bambini, saranno gliargomenti di spicco trattati.Stimolare la collaborazione tra le varie esperienzeterapeutiche sull’autismo superando i comportamentipregiudiziali, mantenere accesa l’attenzione suiproblemi economici e sociali delle famiglie con unmembro autistico, consentire agli amministratori dicomunicare con i cittadini su quanto si sta facendosullo specifico argomento sono i principali obiettividell’iniziativa.

In particolare verrà presentato il “ProtocolloMontinari” una forma di cura integrataalimentare, farmacologica e terapeutica che staconseguendo risultati eccellenti nei pazienti adessa sottoposti.

Durante il convegno verranno anche trattati i temirelativi alle difficoltà economiche in cui versano lefamiglie che hanno deciso di far sottoporre i proprifamiliari a metodi di cura che prevedono costosediete (ad esempio alimenti privi di glutine e caseina)e particolari esami di laboratorio.

Il Prof.Mazzotta Giovanni

La Prof.ssaElke Arod

Il Dott.Gabriele Marinozzi

Il Dott.Massimo Montinari

Direttore Neuropsichiatria infantilee dell’età evolutiva di Perugia e Terni

medico nutrizionista Presidente delCentro Ricerche “Stelior” di Ginevra

Dirigente medico della “Struttura SempliceEndoscopia Digestiva” dell’ A.O. di Terni

Medico della Polizia di Stato, ricercatore ePresidente del Comitato Scientificodel Centro Ricerche Stelior di Ginevra,“padre” dell’omonimo protocollo

“Disturbi dello spettro autistico:clinica e aspetti neurobiologici”

“L’importanza delle terapie alimentari neltrattamento dei disturbi del comportamento”

“Recenti acquisizioni gastroenterologiche neisoggetti con disturbo pervasivo dello sviluppo”

“Nuovi orientamenti sulla eziopatogenesidella sindrome autistica”

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5 Rappresentanti delle associazioni di famiglie con soggetti autistici;

TEMA

AUTISMONUOVE PROSPETTIVE IN TEMADI NEUROIMMUNOPATOLOGIE

NUOVE FORME DI ASSISTENZA ALLE FAMIGLIE

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATOCOMITATO MONTINARIVia Verdi, 8 - 46025 POGGIO RUSCO (MN)Tel. 331 3684887- Cod. Fisc. 93053800202Delegazione Regionale dell’UmbriaCorso Cavour, 133 - 06100 Perugia

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