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UBALDI UBALDO

UBERTI FAZIO DEGLI

UCCELLO ANTONINO

UGO DI PERSO

UGOLINI AMEDEO

UGONI CAMILLO

UGUCCIONE DA LODI

ULIVI FERRUCCIO

UNGARETTI GIUSEPPE

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UUBALDI UBALDO (Roma, 1838-1884) - Sacerdote, versatissimo po-liglotta, fu professore di Sacra Scrittura all’Apollinare e all’ateneo diPropaganda Fide. Tra le sue opere «Introductio in Sacram Scripturam»(3 voll., 1879) ed «Esame critico-storico del razionalismo moderno», indue parti, di cui solo la prima ultimata.

UBERTI FAZIO DEGLI (Pisa, tra il 1305 e il 1309 circa-Verona1367 circa) - Discendente dalla nobile famiglia ghibellina di Firenze,visse in varie corti dell’Italia settentrionale al servizio degli Scaligeri,dei Visconti. Compose con gusto stilnovistico liriche d’amore per unadonna conosciuta a Verona, probabilmente Ghidola Malaspina, andatasposa a Feltrino da Montefeltro, e poesie d’ispirazione politica e morale.Dal 1346 attese al “Dittamondo” nel quale si avverte l’influsso della«Divina Commedia».

UGO DI PERSO (Cremona, secc. XII-XIII) - Si ritiene appartenesse acospicua famiglia di Persico, borgo alle porte di Cremona, e che possaessere identificato con un Ugo di Persico legato cremonese a Ratisbonapresso Federico II nel febbraio 1213. È autore di due “risposte per lerime” alle «Noie» di Girardo Patecchio.

UGOLINI AMEDEO (Costantinopoli 1869-Torino 1954) - L’impe-gno nella lotta antifascista, che la portò in carcere e poi in esilio all’este-ro, interruppe la sua carriera di scrittore di romanzi di impianto tradizio-nale, ma non privi di ammiccamenti avanguardistici; tra quelli di rilievosono «I denti del diavolo» (1929), «I fuggiaschi» (1933 e 1952) e «Leruote» (1934). Nel dopoguerra, al ritorno in patria, riprese e pubblicò inpieno neorealismo «Uno come gli altri» (1946), tra i documenti signifi-cativi della poetica, e «Dieci soldi di tabacco» (1950). Oltre che roman-zi, tentò poesia neorealista con «Dieci poemetti in prosa» (1950).

UGONI CAMILLO (Brescia 1784-Pontevico [BS] 1855) - Compì gli stu-di a Brescia e a Parma, dove conobbeUgo Foscolo. Di orientamento libera-le, collaborò al «Conciliatore» e parte-cipò ai moti del 1821. In seguito allarepressione austriaca fuggì in Svizze-ra, poi passò in Inghilterra e in Fran-cia. Qui divenne collaboratore della«Biographie universelle» e del quoti-diano «Le Globe»; nel 1824 tradusse

in italiano gli «Essays on Petrarch» che l'amico Foscolo aveva pubblica-to a Londra l'anno precedente, scrisse la «Biografia di LorenzoMascheroni» (1834) e la «Vita e scritti di Giuseppe Pecchio» (1836).Rientrato in Italia, riprese l’edizione dell’opera «Della letteratura italia-na nella seconda metà del sec. XVIII», avviata prima dell’esilio. Il suocontributo alla silloge apparve postumo (1856-1857, 4 voll.). Da ricor-dare anche la traduzione dei «Commentari» di Cesare (1812).

UGUCCIONE DA LODI (Cremona [o Lodi?], XIII secolo) - In unvolgare lombardo-veneto frammisto a numerosi gallicismi, scrisse, a imi-tazione della letteratura francese didattico-religiosa, un poemetto edifi-cante, «Il libro», di ispirazione escatologica, composto prima del 1265,scritto in veneto e non in lombardo. Il poema è composto in 702 versi econsta di due parti: la prima in lasse monorime di versi alessandrini edendecasillabi, la seconda in novenari a rima baciata, che hanno fattoavanzare l'ipotesi, sull’opera, come risultato di una giustapposizione didue distinti poemi. Il tema centrale, la giustizia divina, vi è svolto attra-verso meditazioni sui peccati dell’uomo, le pene infernali, i propositi dipenitenza. Se ne conosce una continuazione, l’«Istoria», in novenari.

UCCELLO ANTONINO (Ca-nicattini Bagni [SR] 1922-Palazzolo Acreide [SR] 1979)- Collaboratore della casa edi-trice Sciascia, ha approfondi-to studi fondamentali sulle tra-dizioni popolari siciliane, cuiha dedicato saggi appassionatie ricchi di documentazionecome «Risorgimento e societànei canti popolari siciliani»

(1965), «Carcere e mafia nei canti popolari siciliani»(1965), «L’opera dei pupi nel Siracusano» (1966), «La ci-viltà del legno in Sicilia» (1976), «Il presepe popolare si-ciliano» (1979). Ha inoltre pubblicato numerose raccoltepoetiche, tra le quali: «La notte d’Ascensione» (1958), «34poesie inedite» (1962), «Villa di parasceve» (1967), «12frammenti d’un amore» (1967). Sono stati pubblicati po-stumi, nel 1980, i volumi «La casa di Icaro e Culturacasearia in Sicilia».

ULIVI FERRUCCIO (BorgoSan Lorenzo [FI], 1912-2003) -Professore di letteratura italia-na nell’Università di Roma, col-laborò con numerose riviste efu redattore di «Letteratura».Critico letterario, la sua atten-zione si era rivolta specialmen-te al Settecento e all’Ottocento(«Il romanticismo del Nievo»,1947; «Il Manzoni lirico e la po-

etica del Rinnovamento», 1950; «Settecento neoclassico»,1957; «Il romanticismo e Alessandro Manzoni», 1965; «Laletteratura verista», 1972). Nella seconda metà degli anniSettanta passò alla narrativa con i racconti «E le ceneri alvento» (1977), e col romanzo «Le mani pure» (1979). Fracritica e arte sono i saggi di «Il visibile parlare» (1979).Tra le opere successive: «Le mura del cielo» (1981), sullavita di san Francesco, e «Le notti di Toledo» (1983). Hainoltre completato i suoi saggi manzoniani con la docu-mentata biografia «Manzoni» (1984). Ha curato l’edizio-ne critica e filologica delle «Opere» del Boiardo (1987)rappresentando con attenzione particolare le implicazionistoriche della società ferrarese quattrocentesca. Ha trat-teggiato la figura di Giuda nel racconto «Trenta denari»(1986), caratterizzando in chiave psicoanalitica il dram-ma dell’uomo vittima del conflitto amore-morte. Nel pro-filo biografico di «Gabriele D’Annunzio» (1988) ha pre-diletto l’indagine sulle motivazioni religiose che sareb-bero all’origine della solitudine interiore del poeta e delsuo esistenzialismo nichilista contrapposto all’apparen-te elemento dionisiaco. Benché negli ultimi anni si siadedicato soprattutto alla narrativa con i romanzi e i rac-conti riuniti in «Storie bibliche d’amore e di morte» (1989),«L’anello» (1990), «La straniera» (1991), «L’angelo ros-so» (1992), «Tempesta di marzo» (1993), «Torquato Tas-so: l’anima e l’avventura» (1995), «Come il tragitto di unastella: Giuseppe di Nazareth» (1997); nel 1990 è ancheapparso «La parola pittorica», in cui ha ripreso il tema difondo della sua ricerca critica, ossia il rapporto fra lette-ratura e arte.

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sintattiche, per l’invenzione in parti-colare di quei «versicoli», proverbial-mente brevi, che conducono alle con-seguenze più radicali le ricerche del co-siddetto «verso libero». Nel 1919, dopol’armistizio, Ungaretti tornò a Parigi,dove pubblicò i versi in francese di «Laguerre» e sposò Jeanne Dupoix, da cuiavrebbe avuto due figli. Subito dopoaderì al fascismo, divenendo corri-spondente da Parigi del giornale diBenito Mussolini «Il Popolo d’Italia» elavorando presso l’ufficio stampa del-l’ambasciata italiana. Nel 1920 si tra-sferì a Roma e lavorò per dieci annipresso l’ufficio stampa del ministerodegli Esteri. Nel 1923 la seconda edi-zione del «Porto sepolto» uscì con unaprefazione di Mussolini. Nel 1933 fupubblicata la raccolta poetica «Senti-

mento del tempo», che segnò il ritor-no a forme metriche più classiche, inuna direzione che avrebbe costituitoil modello formale per il nascenteermetismo. Nel 1936 Ungaretti si tra-sferì con la famiglia in Brasile, accet-tando l’offerta dell’università di SanPaolo, che gli affidò la cattedra di let-teratura italiana. Nel 1939 la sua vitafu segnata dalla tragica morte delsecondogenito Antonietto (nato nel1930). Tornato in Italia nel 1942, inse-gnò letteratura italiana contempora-nea a Roma. Intanto pubblicava le edi-zioni definitive dell’«Allegria» e di«Sentimento del tempo», cui si ag-giunsero «Il dolore» (1947), «La terrapromessa» (1950), «Un grido e Pae-saggi» (1952), «Taccuino del vecchio»(1960), «Dialogo» (1968), «Vita d'unuomo. Tutte le poesie» (1969). Unga-retti svolse anche una notevolissimaattività di traduttore di poesia: si ri-cordano le versioni dei «Sonetti» diShakespeare e di versi di Góngora,Racine, Mallarmé, Blake, Celan. Rag-giunse una certa notorietà presso ilgrande pubblico nel 1968, grazie allesue intense letture televisive di versidell’«Odissea» (che precedevano lanota versione italiana del poemaomerico per il piccolo schermo, a curadel regista Franco Rossi). Nel 1970conseguì un prestigioso premio inter-nazionale dell’Università dell’Okla-homa, negli Stati Uniti, dove si recòper il suo ultimo viaggio che debilitòla sua pur solida fibra. Morì a Milanoper una bronco-polmonite nella not-te tra l'1 e il 2 giugno.

UNGARETTI GIUSEPPE (Alessan-dria d’Egitto 1888-Milano 1970) - Èstato tra i principali protagonisti eu-ropei del rinnovamento delle formepoetiche nella prima metà del Nove-cento. Nato da genitori lucchesi, dopogli studi secondari si trasferì a Parigi.Qui frequentò la Sorbona, dove ebbemodo di ascoltare i corsi di HenriBergson e partecipare alla vita dei cir-coli dell’avanguardia artistica, cono-scendo Guillaume Apollinaire, MaxJacob, Giovanni Papini, Aldo Palaz-zeschi e Ardengo Soffici. Interventi-sta convinto, allo scoppio della primaguerra mondiale si trasferì a Milanoe nel 1915 si arruolò come volontario,combattendo come soldato semplicenelle trincee del Carso e poi sul fron-te francese, nella Champagne. Furo-no momenti fondamentali per l’espe-rienza poetica di Ungaretti, la qualenasce dall’incontro tra uno stile ana-logico, derivato dalla poesia del sim-bolismo francese, e la coscienza dellafragilità dell’uomo di fronte alla mor-te; è proprio questa consapevolezza,tuttavia, a consentire la conquista diuna nuova autenticità e di una rinno-vata condizione di fusione con i pro-pri simili e con la natura. A Udine, nel1916, uscì la sua prima raccolta di ver-si, «Il porto sepolto», ritenuta il pri-mo nucleo di quella che sarebbe poidiventata «Allegria di naufragi»(1919), in seguito intitolata semplice-mente «L’allegria». Si tratta di unadelle opere più importanti della poe-sia italiana del Novecento, anche perla novità delle soluzioni metriche e