2
« Serpenti e uccelli del sole » by GERALD DURRELL; Leonardo da Vinci Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 10, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1955), p. 237 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756691 . Accessed: 14/06/2014 22:14 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.49 on Sat, 14 Jun 2014 22:14:07 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

« Serpenti e uccelli del sole »by GERALD DURRELL; Leonardo da Vinci

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: « Serpenti e uccelli del sole »by GERALD DURRELL; Leonardo da Vinci

« Serpenti e uccelli del sole » by GERALD DURRELL; Leonardo da VinciAfrica: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa el’Oriente, Anno 10, No. 7/8 (Luglio - Agosto 1955), p. 237Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756691 .

Accessed: 14/06/2014 22:14

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

.

Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 195.34.79.49 on Sat, 14 Jun 2014 22:14:07 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 2: « Serpenti e uccelli del sole »by GERALD DURRELL; Leonardo da Vinci

AFFRICA 237

ENRICO MARTINO: «Due anni in Somalia», Mogadiscio 1955.

Questo volumetto, nel quale l'Am- basciatore Enrico Martino, secondo Amministratore della Somalia sotto mandato fiduciario italiano, ha rac- colto i più importanti discorsi da lui pronunciati durante i due anni della sua missione, merita di esse- re segnalato non solo per le sue qualità stilistiche, ma sopratutto come documento di un periodo cru- ciale della breve storia dell' ammi- nistrazione fiduciaria italiana in So- malia.

Diciamo « periodo cruciale » in quanto riteniamo che proprio duran- te ramministrazione dell'Ambascia- tore Martino siano affiorati con maggiore evidenza i motivi di con- trasto intrinseco di una imposta- zione del concetto di mandato, che ha creato molte perplessità e sol- levato serie obbiezioni.

Non si dovrebbero leggere i due rapporti annuali pubblicati dall' AFIS durante l'amministrazione Martino senza accompagnarli con la lettura di questo volumetto, che li completa chiarendo lo spirito nel quale sono stati vista e affrontati i problemi Aal rnanrni-Ywin

E. Z.

SALVATORE BONO: «La Missione dei Cappuccini ad Algeri per il ri- scatto degli schiavi cristiani nel 1585», estratto da Collectanea Franciscana, t. XXV, 1955, fase. 1-3, pp. 43.

H presente studio costituisce un ulteriore risultato delle ricerche con- dotte dall'A. nell'Archivio del Gon- falone (Archivio Segreto Vaticano). Di un altro studio demmo notizia nel n. 1 del gennaio 19Ö5.

H suddetto fondo raccoglie i do- cumenti di vario genere spettanti all'Arciconfraternita del Gonfalone di Roma, che dal 1581 aggiunse alle opere di carità già esercitate quel- la di riscattare i cristiani fatti schiavi dai musulmani.

La prima Missione redentrice si recò in Barberia nel 1585 e di essa era a capo il cappuccino Fra' Pie- tro piacentino, che morì prestando la sua assistenza agli schiavi ap- pestati, non senza aver prima con- cluso il riscatto di un gruppo di schiavi. Lo studio illustra appun- to lo svolgimento di questa missio- ne; e la ricca serie di documenti, pubblicati in appendice, su i quali l'A. si è basato, da notizia delle condizione degli schiavi e delle mo- dalità del riscatto in quel periodo, nel quale ancora non vi era una stabile permanenza di missionari cattolici in Barberia.

La documentazione è costituita principalmente delle lettere degli inviati della confraternita romana, a cui se ne aggiungono alcune del viceconsole di Francia, Jacques Bion- neau, figura ancora quasi scono- sciuta.

L'A. accenna infine ad una suc- cessiva missione recatasi ad Alge- ri l'anno seguente e trattenutavisi a lungo, della qjuale si conserva

nel predetto Archivio un'ampia do- cumentazione, che egli spera re- care alla luce.

E. Z.

FRANCESCO BONO: «Architettura popolare della Libia », Estratto da «Libia», rivista di studi libici, Tripoli, voL I, a. 3, 195.5). L'ultimo volume della rivista « Li-

bia » contiene uno studio di Fran- cesco Bono dedicato all'architettura popolare della Libia. E' /un note- vole contributo all'interpretazione di un patrimonio di bellezza sparso con generosità sul suolo libico del qua- le costituisce un'attrattiva di sin- golare interesse.

n valore illustrativo e interpreta- tivo dello studio è tanto più grande in quanto il Bono collega e inqua- dra gli aspetfti e i caratteri dell'ar- chitettura popolare libica nel più ampio panorama di tutta l'archi- tettura popolare del Meditteraneo, della quale fissa i motivi funitari.

Si tratta di una comunanza - come scrive l'A. - che si manife- sta con estrosa varietà: le architet- ture minori della Libia, e in gene- rale dell'Africa settentrionale, ri- chiamano quelle delle altre zone costiere del Mediterraneo e del- le isole, dalla Campania alle Ba- leari, e si ritrovano in esse rappor- ti, rispondenze e consanguineità, sen- za che mai si riscontri uniformi- tà e monotonia. Ognuna di queste architetture è l'espressione di una tradizione propria, che sopravvive coerente e spontanea, tramandando i segni della sincerità, della inge- gnosità e della fantasi dei suoi ar- tefici.

E' da augurare che l'A. sia in- coraggiato negli studi da 'Hì intra- presi con passione e competenza sul tema suggestivo dell'architettu- ra popolare mediterranea in gene- rale e nordafricana in particolare.

E. Z.

JEAN BLOTTIERE: « L'Algérie ». Collection «Terres Lointaines», edi- tion Maritimes et Coloniales, Paris, Heme éd. 1955, pp. 224, in 16°; con 16 ilL e tre carte. Prezzo: 750 fr. Da circa un anno a questa parte

- e precisamente da quando ebbe- ro inizio i torbidi nell'Aurès con il tragico atto terroristico del Io no- vembre 1954 - Francesi e non Fran- cesi vanno chiedendosi se l'Algeria, divenuta oggi il centro di una va- sta agitazione che pervade l'inte- ro Maghreb, debba e possa consi- derarsi un obiettivo positivamente raggiunto dalla Francia in cento- venticinque anni di amministrazio- ne, durante i <$uali sono state pro- fuse forze economiche ed umane tutt'altro che trascurabili.

A questo interrogativo sembra ri- spondere pienamente questa secon- da edizione de « L'Algérie » grazie al sintetico bilancio che l'A. è riu- scito a tracciare, con ricchezza di dati aggiornati a tutto il 1954, evi- tando - deliberatamente forse - ogni spunto polemico. E* una esposi- zione rapida, ma chiara e completa delie molteplici attività dell'Algeria:

dalla storia all'economia, dalla geo- grafia all'organizzazione politico-am- ministrativa, dal turismo alle < arti, dal commercio alle prospettive fu- ture; cosicché l'intera regione, nei suoi diversi aspetti e problemi, è presentata al lettore come un qual- cosa di vìvo e di coordinato che suscita interesse e riflessione.

Una serie di consigli pratici, utilis- simi per chi desideri visitare l'Al- geria, ed una scelta bibliografia, completano il lavoro che, per gli scopi divulgativi che si propone, è indubbiamente assai ben riuscito.

A. C.

GERALD DURRELL: « Serpenti e uccelli del sole », Leonardo da Vin- ci Editrice, Bari 1955, p. 248, L. 1.5(00. Girare mezz'anno per foreste sel-

vagge in cerca di curiosi e non sem- pre mansueti animali da catturare vivi per venderli ai giardini zoolo- gici d'Europa, non è certo un'espe- rienza comune; ma ancor più raro è che tale esperienza frutti un libro di conoscenze, un libro di verità, che restaura le fortune d'un genere letterario più degli altri oggi sofisti- cato. Gerald Durrell è un viaggiato- re- esploratore- coillezionis ta all'anti- ca. Per lui il Camerún britannico è, come per un antico « conquista tor », un forziere da cui trarre tesori: non spezie rare o materie pregiate pa- gate col sangue, ma pangolini, pi- toni, uccelli del sole, camaleonti, tartarughe catturati mettendo a frut- to Ü fiuto infallibile e le arti finis- sime da cacciatore degli indigeni.

Andraia, una delle straordinarie guide indigene di Gerald Durrell, molto esperto degli usi e costumi dei vari animali, non tremava se uno scimpanzè gli si attaccava a un braccio per mordicchiargli delica- tamente un dito. Qftiesto gesto di saluto, questo modo scimmiesco di esternare e di richiedere fiducia, era proprio di Chumley, il grosso scim- panzè che, arrivato in Europa, ri- scosse formidabili successi come di- vo della televisione finché, rinchiuso in una clinica per curarne gli ac- ciacchi, sopraffatto dalla nostalgia ne evase la vigilia di Natale, in cer- ca di amicizie e simpatie nel traf- fico d'una Londra in festa.

Quella di Chumley, lo scimpanzè- divo, è l'unica storia di « Serpenti e uccelli del sole » che abbia avuto un cos,ì singolare e patetico codicil- lo europeo, e il capitolo che la de- scrive può valere ad esempio dello « humour » di ottima lega di cui vi- bra la narrazione di Durrell. Per il resto il libro, ricco di « suspense » nei diversissimi episodi di apposta- menti, catture e difficili allevamen- ti delle piccole prede selvagge, è una galleria di ritratti, parlanti e indi- menticabili anche se di animali. Il pregio dell'opera di Durrell è ap- punto qui, nell'aver fatto di una somma di cognizioni scientifiche ap- prese nella foresta (un libro affa- scinante per i nostri ragazzi e che in noi soddisferà quel gusto delle letture « f antastiche perché vere » che non si esaurisce con la giovi- nezza.

This content downloaded from 195.34.79.49 on Sat, 14 Jun 2014 22:14:07 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions