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 · 2021. 1. 31. · 1.2. Ii ruolo di Caere Nella fase detta orientalizzante medio (670-640 a.C. circa) la pittura parietale conobbe una pi6 larga diffusione in Etruria meridionale

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  • Alessandro Naso

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  • ALESSANDRO NASO La pittura etrusca

    Guicla breve

    > di BRETSCHNEIDERProgetti Editoriali Grandi Opere

    Cura editoriale Elena Montani

    Elaborazione info rmatica e imp aginazione Maurizio Pinto

    Referenzefotograjiche: Foto Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio (Mauro Benedetti):

    nn. 1, 11-12, 14-15, 17-20, 22-23, 25-26, 29-33, 35-36, 38-40, 47.A. Naso (Roma): 3, 5, 8-9

    Istituto Archeologico Germanico (Roma): 21, 24, 45-46G. Bellucci (Roma): 34

    RzroduzioniPittura etrusca al Museo di Villa Giulia,

    catalogo della mostra a cura di M.A. Rizzo, De Luca, Roma 1989:2 (tav. LXI, b), 6 (tav. LVI, a), 10 (tav. II), 13 (tavv. XXIII-=V), 43-44 (tav. LXI)

    La ceramica degli Etruschi. La pittura vascolare, a cura di M. Martelli, De Agosrini, Novara 1987:

    4 (p. 83, n. 28)

    Catalogo ragionato dellapittura etrusca, a cura di S. Steingraber, Jaca Book, Milano 1985:

    7 (tav. 187), 16 (tav. 41), 28 (tav. 189-190), 41 (tav. 188), 42 ( p. 83, fig. 3)A.E. Feruglio, La tomba volsiniese degli Hescanas: restauri e nuove leisure, in Pittura etrusca.

    Problemi eprospettive, ed. A. Minetti, Protagon Editori Toscani, Siena 2003: 37 ( figg. 4a-4b)

    Acquarelli di G. Angelelli da Malerei der Etrusker in Zeichnungen des 19. Jahrhunderts, a cura di H. Blank e C. Weber-Lehmann, Meinz am Rhein 1987

    27 (Figg. 188-191)

    © Copyright 2005

  • SOMMARIO

    1. Ii periodo orientalizzante ('VII secolo a.C.) 9 1.1. Le origini ..........................................11 1.2. Ii ruolo di Caere ....................................14 1.3. 11 ruolo di Veio ......................................19 1.4. Tarquinia e altre località ...............................19

    2. Dall'arcaismo all'età classica (VT-V secolo a.C.) .................23 2.1. It ruolo di Tarquinia .................................. 25

    2.2. I nuclei tematici e ii linguaggio stilistico ..................27 2.3. Alm documenti .....................................35 2.4. I mutamenti del V secolo a.0. .......................... 37 2.5. Ii ruolo di Chiusi ....................................44

    3. DaIl'eta tardo-classica alI'ellenismo (TV-Ill secolo a.C.) ...........47 3.1. La nuova pittura a Tarquinia ...........................48 3.2. I monumenti di Volsinii ............................... 58

    3.3. Alm documenti .....................................58

    La tecnica di esecuzione .....................................64 La conservazione ...........................................66 Le riproduzioni ............................................68 Per saperne di pus ..........................................70

    Elenco delle illustrazioni .....................................71 Indice del luoghi ...........................................72

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    1. 1. Le origini

    All'ideologia funeraria seguita in Etruria nel VII secolo a.C., che tendeva ad assi-milare le climore scavate nella roccia per i

    deflmnri alle abitazioni del Vivi, si deve 1a realizzazione del piü antico ciclo di pittu-

    re murali sinora conosciuto in Occidente, erede delle grandi tradizioni attestate nel

    Vicino Oriente. Le solide pared delle torn-

    be a camera hanno permesso la conserva-

    zione di questo vasto patrimonio di im-magini, mentre i materiali deperibili uti-lizzati per le residenze gentilizie e i santua-

    ri harino comportato la distruzione pres-soch6 totale delle pitture, previste pure in

    questi edifici. Non è casuale che le attestazioni put

    antiche siano conosciute in Etruria men-

    dionale nei sepoicreti di Veio e di Caere (at-

    tuale Cerveteni), due centri che, aperti sin

    dall'inizio del VII secolo a.C. alle relazioni con l'Oriente e la Grecia, seguirono per-

    corsi comuni in numerosi generi artistici:

    la tomba delle Anatre, scoperta nella ne-cropoli di Riserva del Bagno a Veio, risale

    al 680-660 a.C. (Fig. 1), mentre il tumulo del Sorbo, parzialmente esplorato nel 1970 a Caere, è di poco piü recente (Figg. 2-3).

    Le due tombe sono entrambe costituite

    da una sola camera, ma hanno una pianta differente: la tomba veiente è quadrango-

    lare, mentre quella ceretana è a corridoio. Anche i soffitti sono diversi: nella tomba

    delle Anatre le quattro falde dal profilo qua-si curvilineo, dipinte in giallo e rosso, ripe-

    tono la forma di una tenda, una struttura che forse veniva realmente costruita per con-

    Fig. 1. Veio, tomba dde Anatre: II fregio pane-tale. 680-660 a.C.

  • Fig. 2. Cerveteri, tomba del Sorbo: ii soffitto. 670-650

    Fig. 3. Cerveteri, tomba del Sorbo: la porta.670-65O aC.

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  • 1.2. Ii ruolo di Caere Nella fase detta orientalizzante medio (670-640 a.C. circa) la pittura parietale conobbe una pi6 larga diffusione in Etruria meridionale. Alle due tombe note in precedenza si affianca-no almeno Otto grandi sepoicri gentilizi, sei del quali localizzati a Caere, uno a San Giulia-no (Barbarano Romano) e uno a Vulci. Incisioni parietali e tracce di colon si notano an-

    che nella tomba "a tholos" della Montagnola (Quinto Fiorentino), ma sono in cattivo sta-to di conservazione.

    Dal solo computo numerico emerge chiaramente il ruolo guida svolto da Caere; anche le

    14

  • tombe Cima (San Giuliano) e del Sole e della Luna (Vulci) sono state ascritte a decoratori cc- Fig. 6. Cerveteri, tomba de-retain. Nel repertorio non mancano raffigurazioni di fregi animalistici, includenti anche figu- gliAnimali Dipinti: il fregio.

    re umane, ma la piftura viene per lo piü impiegara per soolineaze gli elementi chiteuoni- 660-640 a.C.

    ci scolpiti nella roccia (soffitti, pilastri, lesene, letti sepolcrali: Fig. 5). I filoni figurativo e geometrico conoscono percorsi evolutivi paralleli: a Caere, dove erano

    arrive botteghe dedite alla produzione di ceramiche dipinre con fregi di figure umane e di am-mall, al contempo si sviluppava l'architettura delle camere frmnerarie con la rappresentazione

    realistica di arredi intagliati nel tufo. Sin da quest'epoca si delinea lo stretto rapporto che an-

    che nelle epoche successive legherà pittura parietale e ceramografia. Le tombe ceretane degli Animali Dipinti e del Leoni Dipinti restituiscono le scene pii'i ela-

    borate, raffiguranri animali in lotta o aggiogati da una figura umana. I due cici, pressoch eva-

    rmidi, sono nod soltanto da riproduzioni dell'inizio del Novecento: gli acquarelli restituiscono per la prima tomba una sequenza di episodi di caccia, che vedono vittoriosi rispetrivamente un uo-

    mo e alcuni leoni (Fig. 6), proragonisti anche della scena principale nella tomba dei Leoni Di-

    pinti, nella quale una figura umana afferra le criniere di due leoni aifrontati (Fig. 7). Si tratta del tema del "signore degli animali", an motivo iconografico di origine orientale strettamente lega-

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  • Fig. 8. Cerveteri, romba Carnpana: la camera centra-le. 650-630 a.C.

    to all'ideologia frmneraria, poiché la vittoria del personaggio maschlle sui leoni, simbolo tradizio-nale della morte violenta, potrebbe sottintendere II predominio sulla morte. In base a ford con-sonanze sono stati istituiti confronri con le figure dipinte in bianco sui grandi vasi in impasto a copertura rossa, che ricordano lo sfondo scuro delle pared tufacee nelle tombe. Le

    botteghe che producevano quesre pitture vascolari, spesso applicate su vasellame di grandi di-

    mensioni, erano anche esse localizzate a Caere. Al filone della decorazione geometrica, che prende spunto dall'architettura domestica, ap-

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  • Fig. 9. Barbarano Romano, partiene la tomba Campana (Caere), le cui pseudo-capriate rilevate nel tufo sono dipinte in tomba Grua: la camera late- rosso (Fig. 8), come si vede ora nella tomba Cima (San Giuliano: Fig. 9) e come fu visto nel-rale sinlstra. 640-620 a.C. , . .

    1 Ottocento nella tomba del Sole e della Luna (Vain), la cui precisa localizzazione e andata

    persa. I tre sepoicri sono verosimilmente da attribuire all'operato di una stessa bottega per le numerose caratteristiche comuni esibite daIl'architettura; la mobiità degli artigiani in Etruria, che lavoravano su commissione per le aristocrazie, è attestata anche in altri casi nella seconda meth del VII secolo a.C.

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  • 1.3. Ii ruolo di Veio All'orientalizzante recente (640/630-580 a.C.), insieme ad alcune testimonianze minori di

    Caere, del suo territorio e di Veio, inseribili nel filone architettonico-geometrico, appartiene

    ii phi celebre ciclo pittorico dell'orientalizzante etrusco: la tomba Campana di Veio. Queste

    pitture, edite nel 1842 dal marchese Gian Pietro Campana, celebre collezionista di antichità

    non solo etrusche, consentono di configurare in termini phi precisi ii rapporto tra pittura va-

    scolare e decorazione parietale. Anche queste pitture sono attualmente pressoch6 evanide.

    I dipinti erano posti sull'asse di ingresso delle due camere funerarie nelle quali si articola la tomba: ii primo nucleo, maggiore per dimensioni e impegno artistico, occupava la parete di-

    visoria tra i due ambienti, ii secondo la parete frontale della stanza interna (Fig. 10). Nella pri-

    ma stanza erano raffigurati quattro pannelli su due ordini: superiormente comparivano in un paesaggio vegetale fantastico giovinetti nudi a cavallo e figure umane incedenti. Inferiormen-

    te entrambi i pannelli riproducevano animali reali e fantastici. Tra le molte chiavi di lettura proposte sembra da privilegiare l'ipotesi che vede nel corteo

    di cavalli, cavalieri e figure appiedate una processione che accompagna ii defrmnto verso l'al-

    dilà. Ii linguaggio stilistico rinvia ancora una volta alla ceramografia contemporanea, non so-

    lo ad alcuni pittori della cerarnica etrusco-corinzia come il Maestro Castellani, ma anche a

    due grandi anfore decorate da figure monumentali scoperre a Trevignano Romano, un cen-

    tro del territorio veiente. Ispirato direttamente all'ideologia gentilizia del ptoptietari del sepolcro sembra invece ii fre-

    gio di scudi dipinto nella camera phi interna, che richiama l'uso di appendere armi reali, do-

    cumentaro anche in sepoicri coevi.

    1.4. Tarquinia e altre località Net confronti di tombe scoperte nel secolo scorso in area vulcente (Cosa e Magliano in To-scana) e chiusina (Poggio Renzo e Pania), successivarnente perdute, riveste grande interesse

    una camera rinvenuta di recente nel territorio di Magliano in Toscana: lungo le pared larera-li della stanza principale si snoda un fregio di leoni alati, introdotto da due leoni rampanti in schema araldico che incorniciano la porta del vestibolo. Lo stile trova confronti nelle opere di

    un ceramografo attivo alla fine del VII secolo a.C., ii quale è stato assegnato ii nome con-venzionale di Pittore della Sfinge Barbuta, attivo forse a Vulci.

    Agli ultimi decenni del VII secolo a.C. risalgono anche le manifestazioni phi antiche della decorazione parietale a Tarquinia, dove la pittura conobbe un grande sviluppo nelle epoche

    successive, senza pan in Etruria. Nelle fasi iniziali sono documentate tombe con fasce poll-crome pareti laterali e con figure di felini inserite nel tniangolo frontonale o con la ri-

    produzione schematizzata di una porta sulla parete di fondo (tomba della Capanna), che do-

    vrebbe indicate la soglia dell'aldilà all'interno del luogo della sepoltura. La scoperta della tomba delle Pantere, una camera di piccole dimensioni a pianta retran-

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