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VELATE FLASH NEWS 40 calendario appuntamenti SETTEMBRE - OTTOBRE 2014 21 SETTEMBRE: IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI FESTA DELL’ODB: ORATORIO DON BOSCO VELATE ore 11,00: S.Messa in oratorio. Pranzo e pomeriggio in festa.Vedi programma 25 settembre: giovedì. ore 16,45: S.Messa per inizio anno scolastico per studenti e insegnanti 28 SETTEMBRE: V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI GIORNATA DELLO SPORT Tornei di pallavolo femminile tutto il giorno! ore 11,00: Santa Messa e mandato educativo agli allenatori ore 16,00: BATTESIMO 29 settembre: lunedì. Festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele ore 21,00: recita del santo rosario al Dosso 03 ottobre: primo venerdì del mese ore 15,00: Santa Messa e adorazione 04 ottobre: sabato. Festa di San Francesco d’Assisi 05 OTTOBRE: VI DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI ore 11,00: Santa Messa e Anniversari di Matrimonio ore 16,30: BATTESIMO ore 20,30: PROCESSIONE CON LA STATUA DELLA BEATA VERGINE MARIA 08 ottobre: mercoledì ore 20,45: recita della corona angelica e Santa Messa in onore di San Michele 12 OTTOBRE: VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI Gita della nostra Corale 18 ottobre: sabato. Festa di San Luca ore 14,30: Ritiro spirituale in Comunità Pastorale per tutti gli educatori 19 OTTOBRE: DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO ore 11,00: Santa Messa solenne con BATTESIMO 26 OTTOBRE: I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE 29 ottobre: mercoledì ore 21,00: recita del santo rosario al Dosso 31 ottobre: venerdì ore 18,15: Santa Messa vigiliare NOVEMBRE 01 NOVEMBRE: SABATO. SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI ore 09,00; 11,00 e 18,00: Santa Messa ore 15,00: preghiera e processione al cimitero 02 NOVEMBRE: II DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI ore 11,00: Santa Messa al cimitero con benedizione della tomba delle nostre suore 03 novembre: lunedì ore 20,30: Santa Messa solenne per tutti i nostri morti 07 novembre: primo venerdì del mese ore 15,00: Santa Messa e adorazione 08 novembre: sabato ore 20,45: recita della Corona Angelica e preghiera a San Michele SETTEMBRE 2014 L’INFORMATORE della Parrocchia S. Maria Assunta - Velate N.17 VELATE FLASH NEWS

40 21 SETTEMBRE: ore 11,00 NEWS ore 16,45 28 SETTEMBRE: V … · 2015. 2. 6. · VELATE FLASH NEWS 40 calendario appuntamenti SETTEMBRE - OTTOBRE 2014 21 SETTEMBRE: IV DOMENICA DOPO

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appuntamenti SETTEMBRE - OTTOBRE 2014

21 SETTEMBRE: IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI FESTA DELL’ODB: ORATORIO DON BOSCO VELATE ore 11,00: S.Messa in oratorio. Pranzo e pomeriggio in festa.Vedi programma 25 settembre: giovedì. ore 16,45: S.Messa per inizio anno scolastico per studenti e insegnanti 28 SETTEMBRE: V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI GIORNATA DELLO SPORT Tornei di pallavolo femminile tutto il giorno! ore 11,00: Santa Messa e mandato educativo agli allenatori ore 16,00: BATTESIMO 29 settembre: lunedì. Festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele ore 21,00: recita del santo rosario al Dosso 03 ottobre: primo venerdì del mese ore 15,00: Santa Messa e adorazione 04 ottobre: sabato. Festa di San Francesco d’Assisi 05 OTTOBRE: VI DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI ore 11,00: Santa Messa e Anniversari di Matrimonio ore 16,30: BATTESIMO ore 20,30: PROCESSIONE CON LA STATUA DELLA BEATA VERGINE MARIA 08 ottobre: mercoledì ore 20,45: recita della corona angelica e Santa Messa in onore di San Michele 12 OTTOBRE: VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI Gita della nostra Corale 18 ottobre: sabato. Festa di San Luca ore 14,30: Ritiro spirituale in Comunità Pastorale per tutti gli educatori 19 OTTOBRE: DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO ore 11,00: Santa Messa solenne con BATTESIMO 26 OTTOBRE: I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE 29 ottobre: mercoledì ore 21,00: recita del santo rosario al Dosso 31 ottobre: venerdì ore 18,15: Santa Messa vigiliare

NOVEMBRE 01 NOVEMBRE: SABATO. SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI ore 09,00; 11,00 e 18,00: Santa Messa ore 15,00: preghiera e processione al cimitero 02 NOVEMBRE: II DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI ore 11,00: Santa Messa al cimitero con benedizione della tomba delle nostre suore 03 novembre: lunedì ore 20,30: Santa Messa solenne per tutti i nostri morti 07 novembre: primo venerdì del mese ore 15,00: Santa Messa e adorazione 08 novembre: sabato ore 20,45: recita della Corona Angelica e preghiera a San Michele

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L’INFORMATORE della Parrocchia S. Maria Assunta - Velate

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Editoriale - pag 2-3

Oratorio estivo - pag 4 –10

Esperienze estive - pag 11-13

Gruppo MOCHI - pag 14

fiaccolata - pag 15-16

Scuola S.Anna - pag 17-18

giochi - pag 19

Programma FESTORATORIO - pag 20-21

US Velate - pag 22

Date da RICORDARE - pag 23-27

S.Camillo/pastorale della salute - pag 28-29

U.S.Velate - pag 30-34 Dialetto - pag 35

Concilio - pag 36-39 Calendario - pag 40

In Questo Numero

LA COMUNITA’ EDUCANTE

AZIONE EDUCATIVA COMUNE PER I NOSTRI RAGAZZI

Ho avuto la fortuna di partecipare all’incontro diocesano a Seveso con la presenta-zione della Pastorale giovanile e l’impegno da profondere negli oratori. La presenza di Monsignor Tremolada, responsabile di questo settore, mi ha aiutato a mettere a fuoco alcune riflessioni che vorrei condividere con voi. Celebrare, poi, il Giubileo della nostra chiesa, significa avere davanti agli occhi que-ste preoccupazioni che ci devono accompagnare in tutto questo anno pastorale. GESU’ SALI’ SUL MONTE E CHIAMO A SE’ QUELLI CHE VOLLE Non avevo mai notato così bene queste scelte che Gesù fa: non chiede a nessuno chi devono essere i suoi collaboratori; li sceglie e basta. Perché ne sceglie dodici e non altri? L’esegesi di monsignor Tremolada ci ha messo davanti al mistero della chiamata. Solo Dio decide a chi rivolgere la sua chiamata; solo Gesù sceglie; molte volte an-che rischiando le persone che non sono nella logica della stima del mondo. La chiamata di Gesù impegna a vivere da discepolo: molte volte non è compreso questo compito (d’altra parte anche gli scribi e i farisei non capivano nulla di quello che faceva Gesù) perché i nostri parametri sono quelli umani, mentre Dio conduce la storia delle persone e del mondo secondo i suoi criteri “divini”. Allora ne deriva prima di tutto una conseguenza: impariamo a salire sul monte con Gesù. Nessuno di noi si sente migliore degli altri; lasciamo che sia la chiamata del Signore a chiedere a ciascuno di noi come deve vivere questo nuovo anno pastorale nella logica dell’annuncio del Vangelo. A noi spetta il compito di ascoltare Gesù, di aprire il nostro cuore, di lasciare che la sua parola penetri nel profondo della nostra vita. E’ per questo che stiamo pensando un cammino di catechesi per gli adulti in parrocchia. Facciamo catechismo ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani e poi … ci fermiamo. Sono gli adulti le persone deputate a “dare testimonianza”. Il Vangelo di domenica 7 settembre ci ha presentato Gesù che fa quello che ve-

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re così potenti strumenti usati contro la stessa umanità che li aveva creati. Molti di questi problemi –

non ultimo proprio quello della guerra nel tempo delle armi nucleari – suscitarono accese discussioni

nell’aula conciliare, tanto che a pochi giorni dalla votazione finale la grande assemblea pareva ancora

lontana dalla quasi unanimità con la quale la Gaudium et spes sarebbe stata promulgata. Anche allora

non vennero meno le critiche a questo documento così singolare tanto per contenuti quanto per meto-

do.

Gaudium et spes fu un primo e non scontato tentativo di aperto dialogo della Chiesa con l’umanità

intera. La Chiesa del Concilio volle davvero parlare agli uomini del suo tempo, con loro interrogarsi

sulle gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del tempo presente, soprattutto quelle dei più poveri

e sofferenti. Come già aveva ricordato Paolo VI visitando la sede delle Nazioni Unite nell’ottobre di

quell’anno, i discepoli di Cristo desideravano essere esperti di umanità: «nulla vi è di genuinamente

umano che non trovi eco nel loro cuore».

Questa consapevolezza sarebbe risuonata ancora il giorno successivo, quello della solenne e festo-

sa conclusione dell’avventura del Vaticano II. L’8 dicembre 1965, papa Paolo VI presiedette

l’eucarestia sul sagrato della basilica di San Pietro, una celebrazione di saluto con la quale sciogliere

l’«immensa e straordinaria riunione» del Concilio. Mai dimentico del suo essere ecumenico, il Conci-

lio volle cercare di donare alla Chiesa una parlata universale, comprensibile «all’orecchio d’ogni uo-

mo», come nel giorno di Pentecoste evocato da Giovanni XXIII anni prima, quando nel maggio 1959

tutto era da organizzare. Fu infine data lettura di sette messaggi all’umanità, rivolti a sette categorie di

persone, segno delle «innumerevoli forme in cui la vita umana si esprime»: i governanti, i filosofi e gli

scienziati, gli artisti, le donne, i lavoratori, i poveri, i malati e, infine, i giovani. Dopo una simile av-

ventura, animata dalla comune azione dello Spirito e dei discepoli del Risorto, per la Chiesa cattolica

nessuno sarebbe più stato un estraneo, un escluso, un lontano. E il saluto con cui il Concilio si conge-

dava dalla Chiesa e dal mondo era già chiamata e invito a essere presenti per raccoglierne i frutti di

amore, amore al modo di Cristo Gesù. (fine)

don Stefano Perego

(L’anello donato da Paolo VI ai vescovi partecipanti al Concilio)

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moni di quell’unità perduta dall’unica Chiesa di Cristo, unità per la quale rimaneva necessario

l’impegno e la preghiera di ogni cristiano.

Il giorno successivo, la penulti-

ma sessione solenne del Concilio

avrebbe approvato i documenti che

ancora attendevano: la dichiarazio-

ne sulla libertà religiosa, il decreto

sulla vita e il ministero dei sacer-

doti e quello sull’attività missiona-

ria della Chiesa. Accanto a questi

tre testi – Dignitatis humanae,

Presbyterorum ordinis e Ad gentes

– per mole e importanza spiccava

Gaudium et spes, la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.

Con la costituzione Dei verbum era giunto a conclusione un dibattito che sin dall’inizio aveva

animato il Concilio, un dibattito che aveva preceduto anche la riflessione sulla natura della Chiesa,

sulla Chiesa ad intra. Lo stesso poteva dirsi per la redazione di Gaudium et spes, il documento de-

dicato al ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo, alla Chiesa ad extra. Il rapporto tra Chiesa e

mondo era stato tra le prime preoccupazioni del Concilio, ma per riuscire a formulare una parola

adeguata, era stato necessario attenderne gli ultimi giorni. Solo dopo aver «penetrato più a fondo il

mistero della Chiesa», i padri conciliari poterono rivolgersi «non ai soli figli della Chiesa né sola-

mente a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti indistintamente».

La scelta di rivolgersi a tutti gli uomini rende ragione della connotazione pastorale di questa

costituzione e concorre alla sua originalità, resa ancora più evidente dalla molteplicità dei temi trat-

tati e dal metodo con cui questi vengono di volta in volta affrontati.

Le parole di Gaudium et spes non si sono forse tradotti in indicazioni perenni e universali, ma

hanno di certo raggiunto un’inattesa immediatezza e attualità. Le introduzioni, la parte dedicata alla

vocazione dell’uomo e gli approfondimenti sui problemi più urgenti seguono spesso un ragionare

che passa in rassegna situazioni concrete e sfide per cercare poi di fissare norme e principi di azio-

ne. Ecco allora la possibilità di guardare alla dignità della persona. Ogni singolo è chiamato a vive-

re in comunione con i propri fratelli e sorelle, a perseguire il bene di tutti, a dare fiducia al costituir-

si di istituzioni internazionali, dove popoli diversi possono cooperare sul piano tanto politico quan-

to economico. Non si tacciono gli interrogativi posti dall’ateismo, soprattutto quello marxista, tota-

litario e oppressivo. Si rinnova il desiderio di una pace che non può essere frutto di un fragile equi-

librio garantito dagli armamenti accumulati ad Oriente e ad Occidente.

Lo sguardo sul mondo rimase positivo, sostanzialmente ottimista, anche se mai dimentico che le

possibilità dischiuse dal progresso scientifico e tecnologico si accompagnavano al pericolo di vede-

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piazza S.M.Assunta, 6 20865, Velate Milanese Tel 039 670759 Cell 347 8557771

PARROCCHIA S.MARIA ASSUNTA

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de fare dal Padre suo. Il traguardo che vorrei raggiungessimo assieme è proprio questo: che i nostri ragazzi facciano quello che facciamo noi! Solo insieme possiamo raggiungere la salvezza. Questo è lo slogan che troveremo in oratorio: “SOLO INSIEME”. NE SCELSE DODICI E LI MANDO’ Questi dodici hanno dei nomi concreti, precisi, chiari. Sono i nomi dei dodici apo-stoli. A loro è affidato il compito di annunciare il Vangelo. In questo mese di settembre e ottobre darò il mandato a tante persone della no-stra parrocchia. Queste persone, scelte, avranno il compito non di sostituire gli al-tri, ma di essere animatori di tante persone che desiderano portare l’annuncio della salvezza agli altri. Ho visto l’esperienza di Carnate dei piccoli gruppi di adulti che visitano le famiglie, che parlano di Gesù, che pregano assieme agli altri adulti della comunità cristiana. E’ immaginabile che anche tra noi, a Velate, ci sia qualche adulto che voglia incominciare questa preparazione ad essere “missionari” nel suo paese? E’ una cosa impossibile? Non possiamo anticipare i tempi di quando i preti della comunità saranno meno di adesso e sarà indispensabile avere laici pronti, preparati ad annunciare il Vangelo? Questo anno del Giubileo, non può essere l’occasione perché qualcuno si “metta in pista” e prenda seriamente in mano la sua vita per poter diventare testimone oltre che bravo cristiano? Se questa la riteniamo una priorità per la crescita della nostra comunità cri-stiana, lasciamo perdere altre cose e concentriamo le forze e i nostri sforzi su questa lunghezza d’onda. Rivolgo, allora, l’invito agli adulti: se vi contatterò, se volete darmi il nome, se vi sembra affascinane questa prospettiva, non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo perché faccia della nostra vita un’occasione per tante persone di conoscerlo e di amarlo. Buon anno pastorale

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IL MESSAGGIO DAL NOSTRO CARDINALE ANGELO SCOLA

PER LA FESTA DI APERTURA DEGLI ORATORI

Carissimi dopo la pausa estiva i nostri oratori sono pronti a tuffarsi di nuovo nell’entusiasmante avventura di vivere il Vangelo di Gesù e di proporlo ad altri ami-ci. Anche in questa estate sono state tante le occasioni per crescere insieme nel rapporto con il Signore: penso in particolare alla bella esperienza degli ora-tori estivi (ho avuto anch’io la possibilità di visitarne alcuni) e alle ricche settimane comunitarie in mon-tagna o al mare.

Tutto ciò non sarebbe possibile se non fosse preparato e come anticipato dalla vita ordinaria du-rante tutto l’anno, nei mesi che prevedono gli impe-gni scolastici, le diverse attività sportive e culturali, la catechesi e il ritrovarsi con gli adulti la domenica nell’Eucaristia e nella vita comunitaria.

In oratorio i più giovani sono oggetto di cura da parte dei catechisti e degli educatori, coordinati dai responsabili, ma incontrano anche gli allenatori sportivi, gli animatori della liturgia (penso ai tanti coretti parrocchiali e ai numerosi gruppi di chieri-chetti che ho avuto la gioia di incontrare in aprile in Duomo) e in genere i tanti adulti che con generosità si occupano del buon funzionamento delle strutture.

In oratorio i genitori trovano un luogo acco-gliente per i propri figli, ma scoprono anche una crescente attenzione nei confronti delle proprie do-mande, delle attese che portano nel cuore sul futu-ro dei loro figli. Anche i cammini di Iniziazione cri-stiana si faranno sempre più attenti a coinvolgere i genitori nel percorso di educazione alla fede dei ra-gazzi.

In oratorio i catechisti, genitori, insegnanti, allenatori ed animatori donano con gratuità tempo e passione per la crescita dei più piccoli e con stu-pore riconoscono quanto questo stile di dedizione nei confronti dei ragazzi sia conveniente alla propria vita e alla propria fede. Al tempo stesso sono invita-ti a farsi sempre più curiosi nello scoprire come gli

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La Parola di Dio

Come ricordato dallo stesso pontefice, la voce del Concilio doveva continuare a farsi sentire,

«piana, meditata, solenne», pronta a dire «quale dev’essere la forma di vita della Chiesa». Quello stes-

so 18 novembre, i padri approvarono i sei capitoli di Dei verbum, la seconda costituzione conciliare ad

avere un valore dogmatico. Se in Lumen gentium si era guardato alla natura della Chiesa, Dei verbum

intendeva soffermarsi sulle fonti della rivelazione di Dio agli uomini, in particolare sulla Parola di

Dio.

Secoli prima – nell’aprile 1546 –, il Concilio di Trento aveva riconosciuto che nella Chiesa la con-

servazione della purezza del Vangelo era affidata tanto ai libri scritti quanto a tradizioni non scritte ma

comunque radicate nella testimonianza degli apostoli. La tradizione della Chiesa si poneva accanto ai

testi biblici come seconda e complementare fonte della rivelazione divina, ricca di indicazioni sulle

verità di fede e le forme della vita cristiana. Il decreto tridentino, che offriva l’elenco dei libri biblici

dell’antico e del nuovo Testamento, non aveva però approfondito la relazione esistente tra Scrittura e

Tradizione, limitandosi a un semplice accostamento.

Riplasmando quelle intuizioni, insieme ad altre del primo concilio Vaticano e di Pio XII, i padri

del Vaticano II vollero indicare come le fonti della rivelazione divina fossero «tra loro strettamente

congiunte e comunicanti». Tanto la sacra Tradizione quanto la sacra Scrittura scaturiscono da quella

Parola di Dio che è lo stesso Cristo Gesù, il Figlio unigenito nel quale si rivela in pienezza il volto del

Padre e viene donato lo Spirito, garante dell’ispirazione sia dei testi biblici, sia delle tradizioni eccle-

siali nutrite dal loro ascolto.

Proprio affrontando il tema dell’ispirazione divina della Scrittura, il Concilio scelse di superare il

rischio di un approccio acritico dei testi del vecchio e del nuovo Testamento. Per non fraintendere le

intenzioni degli autori ispirati, è necessario considerare i diversi generi letterari da loro adottati. Non si

poteva infatti ignorare che i testi biblici rimanevano opera di uomini che avevano saputo mettere le

proprie «facoltà e capacità» al servizio di Dio,

«affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo,

scrivessero come veri autori tutte e soltanto quel-

le cose che egli voleva».

Gioia e speranza

Lunedì 6 dicembre si tenne l’ultima congregazione generale, la numero 168. Tutti i padri conciliari

ricevettero in dono un anello episcopale, segno con cui Paolo VI voleva rinsaldare i legami di comu-

nione tra quanti avevano preso parte a quella grande avventura. Pochi giorni prima, in una celebrazio-

ne nella basilica di San Paolo fuori le mura, il papa aveva congedato gli osservatori non cattolici, testi-

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DON STEFANO CI GUIDA NEL CONCILIO VATICANO: 12A PUNTATA (ULTIMA)

IL CONCILIO VATICANO II..STORIA DI UN’AVVENTURA

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Una fine, principio di molte cose.

Mancavano meno di tre settimane alla chiusura del Concilio e giovedì

18 novembre 1965 tutti i partecipanti erano stati convocati in sessione solen-

ne. La fine imminente sarebbe stata «principio di molte cose». Così si e-

spresse il papa, resistendo alla tentazione di abbozzare un primo bilancio di

quella straordinaria esperienza, per concentrarsi invece sul come mettere in

pratica le decisioni che via via si stavano prendendo.

L’entusiasmo degli inizi e la problematicità di non pochi passaggi dei lavori

del Concilio domandavano ora un tempo di attenta comprensione. Occorreva

interrogarsi sui modi concreti per custodire la Chiesa in quell’irrinunciabile processo di

«aggiornamento» indicato da Giovanni XXIII all’inizio del Vaticano II. Non sarebbe certo bastata

l’istituzione del Sinodo dei vescovi e neppure quella di specifiche commissioni post-conciliari, attive

sul fronte della liturgia, delle comunicazioni sociali e impegnate nella revisione del Codice di Diritto

canonico. Paolo VI ribadì allora l’intenzione valorizzare al meglio le Conferenze episcopali sparse

nel mondo, insieme alla necessità di riformare tutta la Curia romana, «attivo e fedele strumento

dell’ufficio apostolico», bisognoso «di non pochi restauri, di alcune semplificazioni e di alcuni perfe-

zionamenti».

Questa riforma non avrebbe forse comportato radicali mutamenti strutturali, ma di certo avrebbe

permesso agli insegnamenti e alle indicazioni conciliari di orientare l’attività preziosa delle congre-

gazioni, tribunali, segretariati e uffici che assistevano il papa nell’esercizio del suo universale mini-

stero. Già negli ultimi giorni del Concilio – anzi il suo penultimo giorno, il 7 dicembre di quell’anno

– l’antica e suprema Congregazione del Sant’Offizio sarebbe stata oggetto di riforma. Prese subito il

nome di Congregazione per la Dottrina della Fede nella convinzione che la fede si difende promuo-

vendo la conoscenza e la corretta comprensione della verità rivelata in Cristo Gesù e annunciata dalla

Chiesa. Quasi due anni dopo, il nuovo volto della Curia sarebbe stato descritto dalla costituzione

apostolica Regimini Ecclesiae universae, approvata nell’agosto 1967 e preceduta dalla decisione di

ammettere anche i vescovi diocesani tra i membri delle Congregazioni romane.

Nel suo discorso, il papa espresse anche il desiderio di dare inizio alla causa di beatificazione di

Pio XII e Giovanni XXIII. Veniva così meno la possibilità che fosse lo stesso Concilio a proclamar-

ne la santità, ma nello stesso tempo si riconosceva quanto i lavori di quegli ultimi anni avessero attin-

to agli insegnamenti e alla personale testimonianza di questi due pontefici, «al patrimonio della loro

eredità spirituale».

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5 altri soggetti educanti si rapportano ed interagiscono coi ragazzi: infatti so-

no sempre gli stessi ragazzi che frequentano, oltre l’oratorio, la scuola, le attività sportive, le proposte culturali per il tempo libero.

In oratorio i responsabili (siano essi presbiteri, religiose o laici), di fronte alla crescente complessità della vita e delle relazioni, sperimentano quanto sia fondamentale custodire rapporti pienamente umani, e quindi au-tenticamente evangelici, con tutte le figure che, a vario titolo, mettono a disposizione il proprio tempo e la propria passione per i ragazzi.

In questo anno ho scelto di non offrire alla diocesi nuovi orientamen-ti pastorali, ma di riprendere quanto già suggerito negli anni scorsi rileg-gendolo alla luce di una proposta che attraversa ogni ambito della pastora-le: la Comunità educante. Nasce da qui lo slogan che accompagnerà questo anno oratoriano: Solo insieme. E’ lo stile di Gesù, lo stile con il quale ha educato e guidato i suoi dodici amici e i tanti discepoli, quelli che sarebbe-ro diventati i suoi apostoli. Dopo averli scelti, li ha invitati non a un corso o a delle lezioni, ma a condividere una vita, a creare una comunità nella qua-le riscoprire e approfondire la sua persona e le relazioni fra di loro. Una vi-ta rinnovata aperta a tutti, così come sono i nostri oratori.

Anche noi, fin dal giorno del nostro Battesimo, siamo chiamati alla comunione con Gesù e abbiamo ricevuto in dono lo strumento e il luogo (anzi, ripensando all’oratorio estivo: la casa!) per crescere nell’amicizia con Gesù. Questa casa è l’oratorio. Impegniamoci allora tutti insieme per renderlo sempre più luogo trasparente della bellezza dell’incontro col Si-gnore.

Ci guida in questo lo Spirito del Signore e anche la parola del nostro amato Papa Francesco. Nella lettera Evangelli Gaudium (“la gioia del Van-gelo”), testo che mi auguro sia ripreso e approfondito, egli parla di “fraternità mistica” (§92). La fraternità, lo stare insieme, la vita in comune non è soltanto qualcosa di comodo o funzionale, ma è una realtà “mistica”, capace di aprirci e spalancarci al Mistero per eccellenza, quello di Dio. E conclude il Papa con una raccomandazione che possiamo fare anche nostra: “Non lasciamoci rubare la comunità!”.

Buon anno, allora! Camminiamo insieme - anzi, Solo insieme! - incon-tro a Gesù.

Angelo Cardinal Scola

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IL LOGO E LO SLOGAN DELL’ANNO ORATORIANO 2014-15

“SOLO INSIEME”

Sarà “SOLO INSIEME” lo slogan dell’anno oratoriano 2014-2015 per dire ai ragazzi e alle loro famiglie che la comunità è la condizione indispensabile che il Signore ha voluto per stare con Lui e per essere inviati nel mondo come testimoni del suo amore. SOLO INSIEME possiamo ricevere e trasmettere il dono della fede;

SOLO INSIEME possiamo vincere ogni divisione, distanza o distrazione che ci sepa-

ra dagli altri e imparare che cosa significhi la condivisione e la carità che pren-

dono forma nel dono di sé… perché l’oratorio non sia UN’ISOLA FELICE che si ar-

rocca su se stessa ma sia veramente un PONTE TRA LA CHIESA E LA STRADA, ca-

pace di dare nuova linfa vitale anche attorno a sé.

Ai ragazzi che nello scorso anno sono stati chiamati a essere GRANO BUONO nei

propri ambiti di vita (scuola, famiglia, sport, tempo libero, amicizie…) sarà mo-

strato che non sono soli ma che hanno accanto una comunità che li sostiene e li

incoraggia, li aiuta a crescere e a maturare nella fede e nella vita.

Il cardinale prende l’icona biblica di questo slogan dal capitolo 3 del vangelo di

Marco: la chiamata e la costituzione dei dodici apostoli, quelle persone che Gesù

ha scelto e volute INSIEME, perché il cammino che avrebbero compiuto compor-

tava necessariamente la CONDIVISIONE, la COLLABORAZIONE e l’ASCOLTO RECI-

PROCO.

Buon anno pastorale a tutti

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UNA RUBRICA PER EVITARE CHE SI PERDA LA MEMORIA

GH’ERA UNA VOLTA: PROVERBI IN DIALETTO

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• Quand el ciel l'è faa a pan gh'emm l'ac-qua incoeu ò doman. (Cielo a pecorelle, acqua a catinelle)

• Quand el marì el va a fà terra la dònna la ven bella. (Quando il marito muore, la donna ringiovanisce)

• Quand el sò el tramonta la massera la s'impunta )

• S'el pioeuv ul dì de l'Ascenza, per qua-ranta dì semm minga senza. (Se piove per l'Ascensione, per i successivi 40 gg. avremo acqua in abbondanza)

• Se al trii de marz gh'è acqua, nev ò vent, per tutt ul mes al dura 'sto turment. (Il tempo che fa al 3 di marzo, probabilmen-te perdura per tutto il mese)

• Se al trii da marz gh'è vent par qua-ranta dì al se sent. (Idem come so-pra)

• Se fa bell la festa de San Gall el fa bell finna a Natal. (previsioni del tempo di una volta)

• Se nò l'è loff el sarà can. (Se non è lupo sarà cane)

• Se pioeuv per San Giovann el succ el fà pocch dann. (Se piove per S. Giovanni il tempo secco del periodo farà poco danno)

• Se ta gh'heet un sciocchett, tegnal lì per marzett. (tieni da conto qualche pezzo di legna da bruciare in Marzo perché può fare ancora freddo)

• Settember al dovaria vessegh sem-per. (Settembre è un mese bellissi-mo, dovrebbe esser così tutto l'an-no)

Se'ul barbiss al va in guerra la sua cà l'è bele che atterraa. (Se il capofamiglia va in guerra, la sua casa (o famiglia) è bella che distrutta)

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La mafia non è lontana dalle nostre case. Non pos-siamo fare finta di niente; dobbiamo sentire il do-vere di esprimere vicinanza e solidarietà a don Lui-gi Ciotti e a Libera. Non si piega alle minacce di morte di 'Cosa nostra' don Luigi Ciotti. Tira dritto per la sua strada e ribadisce: "Per me l'impegno contro la mafia è da sempre un atto

di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi". Nessun freno a mano, dunque: la lotta per la legalità che il sacerdote, presidente di Libera, conduce dal 1995, prose-gue senza interruzioni, senza timori. Perché "le mafie sanno fiutare il pericolo, sen-tono che l'insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze". Don Ciotti è una figura 'scomoda' per la mafia, una figura da paragonare a don Pino Puglisi. Talmente scomoda che - dice il boss Totò Riina intercettato nel carcere dell'Opera - "putissimu pure ammazzarlo". Sebbene siano state considerate non concretizzabili, queste intercettazioni sono comunque "molto significative" per don Ciotti. Perché, dice, non sono rivolte a me direttamen-te, "ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giusti-zia e la dignità del nostro Paese". Quelle persone che lui chiama "cittadini a tempo pieno, non a intermittenza". Urta i boss il lavoro che Libera fa nelle terre che prima erano della mafia. Urta il sostengo che l'associazione dà a chi gestisce i beni confiscati. E urtano, soprattutto, i continui appelli alla legalità del 'sacerdote che interferisce’. Ecco, don Ciotti, pre-ferisce essere definito così, membro della "Chiesa che interferisce": non vuole e non "osa" paragonarsi a don Pino Puglisi, come ha fatto Riina, perché, dice, io "sono un uomo piccolo e fragile". Il sacerdote insiste quindi sulla forza del "noi", del lottare assieme: "solo un 'noi, non mi stancherò di dirlo, può opporsi alle mafie e alla corru-zione". E richiama la politica, che "deve fare di più": "la mafia non è solo un fatto criminale - osserva - ma l'effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune". E insiste nel definire la corruzione "l'incubatrice delle mafie". Quella corruzione che "sta mangiando il nostro Paese". Da Avvenire 1 settembre 2014

Prete antimafia Don Ciotti: mia lotta atto di fedeltà al vangelo

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PREGHIERA DELL’EDUCATORE

Come tanti anni fa, anche noi Signore

siamo molti

e desiderosi di conoscerti,

di ascoltare la tua parola,

di vedere le meraviglie che solo tu sai fare.

Come tanti anni fa, anche tu Signore

ci precedi e ci sorprendi:

salito sul monte, chiami anche noi

per stare con te e

per imparare da te a stare tra di noi.

Ma lo stupore è ancora più grande

quando pensiamo che tu hai scelto proprio noi

per accompagnare i più piccoli

nell’entusiasmante avventura

di riconoscere in te l’amore del Padre.

Saremo capaci? Verremo meno durante il cammino?

Forse questi sono gli stessi dubbi

che avevano quei dodici uomini che un giorno

hai invitato: «Venite e vedrete!».

Come loro anche noi oggi vogliamo fidarci di

Te

per dare vita a comunità che sappiano educare

docili al soffio del tuo santo Spirito.

Vogliamo dunque seguirti

per sperimentare che è vero

che solo insieme la nostra vita

fiorisce e diventa bella,

come tu ci vuoi!

Amen.

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3 MESI DI ORATORIO FERIALE!

PIANO TERRA

Lunedì 8 giugno alle ore 7,45 abbiamo aperto le porte all’OE 2014 “PIANO TERRA” Piano terra… l’abitare… l’abitare una casa… la nostra casa… il nostro oratorio. E allora sul cancello abbiamo costruito proprio una casa, con i fiori sul davanzale, il “campanello” e la cassetta della posta, dove i bam-bini, i ragazzi e chiunque abbia voglia di scriverci può imbucare le proprie lettere.

Vacanze a Claviere

Quest'estate dal 12 al 19 di luglio con i bambini delle elementari abbiamo vissuto un'indimentica-bile esperienza in montagna a Claviere in provincia di Torino. Durante questi giorni abbiamo fatto lunghe passeggiate in mon-tagna, avuto momenti di rifles-sione e organizzato numerosi gio-chi di gruppo insieme ai ragazzi delle altre parrocchie della nostra comunità. Abbiamo persino ol-trepassato il confine italiano e parlato il francese ma soprat-tutto abbiamo riso, scherzato e condiviso momenti di felicità! Marta Dotti

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per non essere solo spettatori, per prenderci le nostre responsabilità Cento anni fa scoppiava in Europa la prima guerra mon-diale, che avrebbe lasciato sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di due-cento milioni di morti, quattro volte l’intera popolazione italiana. A queste tragedie vanno aggiunti i milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi dalla fame e dalle malat-tie conseguenza delle stesse guerre e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo svilup-po dell’intera umanità. Da quelle vicende il mondo non ha imparato niente. A cento anni da quella terribile tragedia la pace è ancora in pericolo. Focolai di guerra vera sono accesi in molte par-ti del mondo. Centinaia di milioni di persone vivono nella povertà e nella disperazione. Troppe ingiustizie si sommano a troppe disuguaglianze. Troppa violenza dilaga senza limiti né confini. Troppi soldi continuano a riempire il mondo di armi e troppe armi alimentano nuove guerre. Ma non c’è pace senza diritti umani. L’assenza dei diritti umani fondamentali crea tensioni, conflitti, disuguaglianze

e insicurezza. Lo sa bene chi non riesce a trovare lavoro, chi non ha cibo e acqua a sufficien-za, chi non può curarsi come dovrebbe, chi è costretto ad emigrare per cercare un luogo de-gno di vivere per sé e per i propri figli. Per uscire da questa crisi dobbiamo riscoprire il valore della fraternità che deve impronta-re tutti gli aspetti della vita, compresa l’economia, la finanza, la società civile, la politica, la ricerca, lo sviluppo, le istituzioni pubbliche e culturali. La globalizzazione della fraternità deve prendere il posto di quella globalizzazione dell’indifferenza di cui spesso parla papa Francesco. Serve più responsabilità personale. Dobbiamo partire da quello che possiamo fare in prima persona, nell’ambito delle nostre possibilità. Perché la pace comincia dai luoghi dove vivia-mo tutti i giorni, nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle nostre città. E’ qui dove comincia il rispetto dei diritti umani e la nostra responsabilità di costruttori della pace. Partecipare alla Marcia Perugia-Assisi vuol dire: • fare una grande esperienza di cittadinanza attiva, di partecipazione civile, di crescita per-sonale ; • riscoprire il senso e la voglia di “camminare insieme” come condizione umana di vita, per una crescita reciproca; • dare libera espressione ai propri sentimenti di pace, offrendo a tutti l’occasione di espri-mersi a modo proprio; • fare una esperienza comunitaria, alla riscoperta del valore della solidarietà e della condi-visione; • dare voce alla domanda di pace e giustizia di tanti popoli e persone; • riflettere sul contributo che ciascuno può dare nella vita quotidiana alla costruzione di un mondo più giusto e solidale. Per adesioni e informazioni Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi via della viola 1 (06100) Perugia, Tel. 335.6590356 - 075/5736890 - fax 075/5739337 email: [email protected] - www.perlapace.it

...A 100 ANNI DALLO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

19 OTTOBRE IN MARCIA DA PERUGIA AD ASSISI

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L’INCONTRO DEL CARD.SCOLA CON GLI OPERATORI DEL FONDO FAMIGLIA LAVORO

UN BUON INVESTIMENTO HA UN NOME E UNA FACCIA

Chissà se qualcuno si ricorda del Fondo Famiglia Lavoro. L’aveva avviato il cardinale Dionigi Tettamanzi, la notte del Natale dell’ormai lontano 2008. Di fronte alla crisi del lavoro ormai eviden-te il nostro vescovo si era posto la domanda: “ Io che cosa posso fa-re, noi che cosa possiamo fare”. In questo modo abbiamo dovuto aprire gli occhi sulle tante situazioni di povertà che stavano nascen-do anche in mezzo alle nostre comunità. La risposta della diocesi è stata forte. Nei tre anni successivi sono state raccolte donazioni per

quasi 14 milioni di euro. Soldi spesi fino all’ultimo centesimo per aiutare quasi 7.000 famiglie che avevano perso il lavoro. Questo aiuto è arrivato anche fino alla nostra comunità. 38 famiglie di Usmate-Velate hanno avuto un contributo econo-mico per un totale di 73.200 euro. Sulla spinta del Fondo voluto dal vescovo sono nate in molti paesi tante nuove iniziative di solidarietà concreta. Anche nel nostro paese è nato il Fondo di Solidarietà, che ancora oggi sta sostenendo alcuni casi di famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro. Il tempo è passato ma la situazione non è migliorata per niente. Così il cardinale Angelo Scola, quando ha preso l’eredità del cardinale Dionigi Tettamanzi come vescovo di Milano ha rinnovato la proposta del Fondo diocesano. Rispetto ai criteri iniziali del 2008 sono state apportate alcune modifiche. Non più erogazione a fon-do perso, ma sostegno alla riqualificazione professionale come condizione sempre più decisiva per poter trovare un nuovo lavoro. Questa scelta è stata fatta alla lu-ce della esperienza acquisita negli anni passati, quando è apparso chiaro che le persone che si rivolgevano al Fondo erano quelle di più bassa qualificazione pro-fessionale e inserite nelle zone d’ombra del mercato del lavoro, laddove non arri-vano neppure le tutele di legge e quelle legate alla azione sindacale. Serviva dun-que una azione di sostegno ma assieme di giustizia. Per questo lo slogan della se-conda fase del FFL è “Un buon investimento ha un nome e una faccia”. Il Fondo è ripartito e si è riavviata la raccolta dei contributi. Da gennaio 2013 sono stati raccolti cinque milioni di euro, che hanno già sostenuto l’intervento a favore di 2.000 famiglie. Nel nostro paese sono otto le famiglie hanno avuto un sostegno dal FFL, per un totale di 18.300 euro. Parte sono andate per la sussistenza, ma parte sono serviti anche per permettere alle persone che hanno perso il lavoro di frequentare dei corsi di riqualificazione sul territorio. Pochi giorni fa, l’otto settembre, in occasione dell’avvio del nuovo anno pastorale della diocesi, il nostro vescovo ha voluto incontrare tutti i volontari coinvolti nelle attività del Fondo. Era per fare il punto sul lavoro svolto ma anche per dare un ulteriore slancio per i prossimi mesi. Ancor più per segnalare a tutte le comunità

della nostra diocesi l’importanza di quanto si sta facendo. A questo punto non possiamo chiamarci fuori da questa grande esperienza di umanità. La nostra co-munità, attraverso la solidarietà di tutta la diocesi, è stata aiutata nei suoi doveri di carità a sostegno delle famiglie in difficoltà. Ora è tempo di ricam-biare questa solidarietà contribuendo direttamente alla raccolta dei fondi.

Tutte le info su: http://www.chiesadimilano.it/cms/fondo-famiglia-lavoro-2012

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QUEST'ANNO ALL'ORATORIO FERIALE HO SVOLTO L'INCARICO DI ANIMATORE PER IL QUALE HO DOVUTO FREQUENTARE UN CORSO FORMATIVO A MERATE CON LE MIE AMICHE MARTA E AURORA. É STATA DAVVERO UNA BELLA ESPERIENZA, HO CONO-SCIUTO MOLTI MIEI COETANI CON I QUALI HO CONDIVISO OLTRE AI PASTI LE DI-SCUSSIONI DI GRUPPO E I MOMENTI DI GIOCO E DIVERTIMENTO. HO RICEVUTO I-NOLTRE DELLE INDICAZIONI MOLTO UTILI SULLE ATTIVITÁ DA FARE SVOLGERE AI BAMBINI A NOI AFFIDATI. È STATO MOLTO INTERESSANTE. VITA

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SI E’ CHIUSO L’ORATORIO ESTIVO

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L’oratorio estivo chiude la porta, sì, perchè quest’anno i ragazzi hanno ca-pito che l’oratorio è per loro come una casa da abitare e da vivere. Anche l’OE 2014 è stata un’esperienza più che positiva, gli animatori si so-no mostrati molto responsabili, attivi e costanti nel loro impegno verso i più piccoli, i ragazzi hanno imparato a convivere e a condividere con gli altri il loro tempo mettendo un po’ da parte il loro « solo io, tutto mio ». Certo non sono mancate le parolacce, i litigi, gli insulti… che ormai fanno parte del loro quotidiano, le sbucciature alle ginocchia, le dita insaccate e anche un braccio rotto, ma per fortuna il « santo ghiaccio » riesce a risolvere par-te di questi problemi e per gli altri entrano in gioco gli Angeli Custodi che anche quest’anno hanno vegliato sui nostri ragazzi soprattutto nei momenti « più fantasiosi »….. E che dire delle nostre cuoche che cercano in tutti i modi di accontentare i ragazzi e ogni anno aggiungono qualche novità : pasta al tonno, toast a me-renda, panino con hamburger e patatine fritte… A loro va davvero un GRAN-DE GRAZIE !!!!!!!! Molto positiva anche l’esperienza delle ultime due settimane, lo scambio con l’oratorio di Usmate. Dopo un primo momento di imbarazzo e smarri-mento del primo giorno, nei giorni a seguire non si distinguevano più i ra-gazzi di Usmate da quelli di Velate, in oratorio c’era solo un GRUPPO DI AMICI ! Ed ora, mi spiace dirlo ma….. BUON ANNO SCOLASTICO RAGAZZI !!!!!!

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nel 1870, di cui vogliamo dare un’interpretazione corretta e confor-me alla Bibbia e alla Tradizione (scrostando alcune imprecisioni che sul punto ne hanno compromesso la genuina comprensione, per mo-tivi storici e pure politici!).

In seguito, il 30 ottobre e il 27 novembre 2014, sempre alle ore 14.15, studieremo l’ESCATOLOGIA, ossia il rapporto fra le fede e le cose future e ultime. All’antivigilia di Ognissanti, sarà nostra cura impostare il problema, ossia interpreta-re teologicamente la categoria di “futuro”, che è costitutiva dell’uomo, della fede cristiana e della Scrittura. Infatti, il cristiane-simo, con il suo messaggio fuori moda del perdono dei peccati, non vuole fare altro che rendere possibile un nuovo inizio e la liberazio-ne per il futuro. Verificheremo, quindi, come nella storia della teo-logia sia nell’ultimo secolo tornata perfino di moda l’escatologia secondo i tre modelli, che approfondiremo, APOCALITTICO (di Weiss e Schweitzer), TELEOLOGICO (riconducibile a Teilhard de Chardin) e PROFETICO (che consente di superare le aporie dei modelli prece-denti). Chiuderemo il discorso in pieno Avvento (ambrosiano), traendo le conclusioni del discorso storico testé compendiato per poter impo-stare la migliore prospettiva escatologica, quella che ci consentirà di dire che il cristianesimo è una religione del futuro che come tale avrà sempre un futuro, perché – come dice San Paolo ai Corinzi – “l’amore non verrà mai meno” (1Cor., 13,8: “caritas numquam e-xcidit”). Delineeremo, quindi, alcune caratteristiche che la fede dovrà conti-nuare ad avere nel futuro per essere ancora e sempre se stessa, os-sia fede cristiana. Linee che il pontificato di Francesco ha già inizia-to ad implementare e indicare all’intera cattolicità (fede critica, universale e più semplice). Questo, dunque, tutto quello che vogliamo mettere a tema nelle prime 3 lezioni autunnali. L’intento è quello di discutere assieme di cose di fede, scoprire dentro di sé orizzonti infiniti e colorare le proprie giornate di azzurro serenità e verde speranza, così da poter concludere – come ha già commentato una partecipante -: “Ora, la mia fede è più salda”. AL 2 OTTOBRE!!

Avv. Bruno BASSANI

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PENSIERI E PAROLE SI RICOMINCIA

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Questi primi pensieri e parole sono dedicati a richiamare l’attenzione di tutti i lettori sulle scarpinate teologiche che ancora quest’anno (e sarà per il IV anno accademico di fila!) terrò – nell’ambito dei corsi di approfondimento culturale generale che organizza in maniera beneme-rita il M3E (che io, per non escludere nessuno, chiamo M1,2,3E) – pres-so l’Oratorio di Velate fra le ore 14.15 e 15.30 al massimo una volta al mese dallo 02 ottobre 2014 al 14 maggio 2015, che sarebbe come dire dall’invocazione agli Angeli Custodi all’Ascensione al Cielo: un percorso che ben compendia gli obiettivi che il corso si propone!. I presenti pensieri e codeste parole vogliono, infatti, costituire un

INVITO PERSONALE E RISERVATO

a tutti i lettori senza alcuna limitazione di nessun tipo (tanto meno d’età) perché possano – desiderandolo – presenziare a queste esperien-ze, unendosi al nutrito e vivace gruppo di almeno sette decine di per-sone che già lo fanno. Basterà presentarsi in Oratorio a Velate alle ore 14.10 dei giorni indicati e raggiungere la Sala San Luigi (o, meglio anco-ra, se si riesce ad utilizzarlo, il Salone). Per giustificare la partecipazione e creare la migliore consapevolezza di ciò di cui discuteremo, presento qui gli argomenti della prime lezio-ni, previste per lo 02 e 1l 30 ottobre e per il 27 novembre 2014.

Lo 02 ottobre 2014 con inizio alle ore 14.15, completeremo la lezione conclusiva del precedente anno accademico sui rapporti fra la fede e la storia. Dopo avere concluso che la fede non ha proprio nulla da temere dalla storia e dai continui rivolgimenti che essa porta con sé e che ognuno di noi non ha una storia, ma, piuttosto, E’ una storia, la sua storia, andremo alla ricerca dell’elemento perma-nente del cristianesimo che rimane tale e quale pur nei rivolgimenti e nei cambiamenti continui del tempo e delle mode. Verificheremo, così, che c’è storia solo dove c’è libertà. Ma la libertà dell’uomo è integrale e completa solo se è talmente libera da aspirare a raggiungere il senso definitivo dell’esistenza (il che non può che rimanere a livello poten-ziale). Questa tensione fra una storia di cambiamenti continui e il ri-chiamo incondizionato della propria libertà consente di individuare l’elemento permanente cristiano nella storia, perfettamente raggiunto nella vicenda umana di Gesù. Come Lui, si deve osare di essere liberi affidandosi a un mistero che non si può rischiarare. Nella seconda parte della dissertazione, discuteremo il dogma cattolico della cosiddetta infallibilità papale, proclamato dal Concilio Vaticano I

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CAMPO DI VOLONTARIATO PROPOSTO DALL’AZIONE CATTOLICA AL QUALE HANNO ADERITO I NOSTRI RAGAZZI/E

AGGRATIS!

L’azione cattolica quest’anno per il gruppo di ragazzi adolescenti ha organiz-zato una settimana di campo di volontariato all’oratorio San Rocco di Monza. In questa settimana abbiamo svolto diversi lavori tra cui alcuni manuali come verniciare cancelli, imbiancare stanze, restaurare il verde del parco di Monza e tenere pulito l’ambiente in cui vivevamo, mentre altri sociali come l’assistenza agli anziani e l’intrattenimento alle persone disabili. Questa setti-mana ci ha arricchito di nuove esperienze sia a livello umanitario sia a livello spirituale, inoltre abbiamo compreso che anche il semplice gesto di andare a trovare una persona non tanto fortunata può cambiagli la giornata in meglio, quindi abbiamo imparato ad affrontare le giornate in modo diverso e magari con un bel sorriso stampato in faccia.

Giacomo&Paolo

-Mi sporco le mani per TE- Quest’anno una delle proposte dell’Azione Cattolica era quella di partecipare ad un campo di volontariato nell’oratorio San Rocco di Monza.

Durante la settimana abbiamo svolto diversi lavori tra cui giardinag-gio,imbiancatura di stanze e cancellate,volantinaggio oppure piccole attività insieme agli anziani e ai disabili. Ogni giorno dopo la Messa, ci siamo ritrovati nei gruppetti di condivisione par-lando dei bei momenti vissuti durante la giornata. Gli educatori hanno scelto per noi il personaggio di Malala Yousafzai, una ra-gazza pakistana, della nostra età, che si è battuta per il diritto delle donne allo studio. Durante la settimana ci siamo divertiti molto, abbiamo fatto nuove amicizie e abbiamo imparato a spenderci di più per aiutare gli altri.

Silvia,Michela,Jessica,Francesca

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I giorni a S.Caterina sono stati molto diver-tenti. Abbiamo conosciuto molti ragazzi. Abbiamo pregato e riflettuto tanto, ma ab-biamo svolto anche molte serate divertenti con i giochi organizzati dagli educatori. I paesaggi ammirati durante le gite sono stati fantastici e la compagnia non mancava. Don Luca che ci ha accompagnato è stato per noi una grande guida.

Anna e Lavinia Abbiamo deciso di partecipare alla settimana con l'AC a S.Cate non tanto perché ci è stato proposto dal Don come l' anno scorso ma perchè è stata una bellissima esperienza che abbiamo voluto rivivere. Tuttavia è stata diversa da quella dello scorso anno perchè sape-vamo già com'era strutturata la vacanza e quindi eravamo più aperte ed entusiaste, desi-derose di coltivare le amicizie allacciate l'anno scorso. Il tema affrontato è stato quello delle ralazioni, sia con Dio che con gli altri ragazzi, e anche quest'anno non sono mancati nuovi legami. Per rendere visibile questi pensieri abbiamo scelto di fare un braccialetto che li rappresenti e ce li ricordi sempre. Pensiamo di partecipare anche alle prossime ini-ziative perché in questi ambienti troviamo amicizie significative e un aiuto nella crescita. Sara e Cia

UNA SETTIMANA A SANTA CATERINA CON L’AZIONE CATTOLICA ADOLESCENTI

NON C’E’ DUE SENZA TE - QUESTIONE DI SGUARDI

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IL SEME DELLA MISSIONE CAMILLIANA È SPUNTATO...

IL GRUPPO DI PASTORALE DELLA SALUTE

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Gruppo di PASTORALE DELLA SALUTE In questo anno, al termine delle diverse iniziative, che ha visto coinvolta la nostra Comunità parrocchiale, per celebrare il IV Centenario della morte di San Camillo de Lellis, come non apprezzare il sorgere di una sensibilità nuova e sempre più viva circa la PASTORALE DELLA SALUTE nella Comunità?

Concretamente, dopo l’esperienza, vissuta con intensità, della missione camilliana, alcune persone della parrocchia, si sono lasciate coinvolgere, nel desiderio di ripor-tare al centro della vita comunitaria ‘il debole’: chi vive l’anzianità, la malattia fisica ed esistenziale. Una attenzione fatta di presenza, di preghiera, di eucaristia e di servizio concreto, nel voler offrire loro più

serenità e speranza nel difficile vissuto quotidiano. Ci siamo trovati una prima volta prima dell’estate ed una seconda venerdì 5 settembre. In questi incontri abbiamo pregato e delineato il significato di una attenzione antica e nuova verso anziani ed ammalati. Abbiamo delineato, in-sieme, un cammino fondato su quattro direttive portanti: la preghiera, l’incontro e la visita, la formazione personale e l’animazione della Comunità. ‘Pastorele’ = perché si vuole animare la comunità circa l’importante presenza ‘attiva’ degli anziani e malati nella vissuto della comunità stessa; ‘della salute’ = perché si vorrebbe sensibilizzare anche nel mondo della prevenzione e nel mondo etico-morale della vita stessa, in quanto ambiti anch’essi importanti per un’esistenza in cui essere giusti protagonisti. Tenendo fisso lo sguardo a questo impegno e assumendoci le nostre responsa-bilità per una “nuova scuola di carità”, a favore della persona umana, in qua-lunque sembianza essa si presenti, fosse anche quella più martoriata dalle ferite corporali o spirituali, potremo veramente vedere Dio, recuperando le radici più profonde della nostra cultura e della nostra convivenza civile ed ecclesiale. Spronati dall’esempio di San Camillo, lasciamoci plasmare nell’esercizio della carità, per scrutare fino in fondo e proprio nel volto sfigurato del fratello in-fermo, il mistero dell’amore divino, nel quale un giorno speriamo di essere accolti definitivamente e per sempre.

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S. CAMILLO FONDATORE DELL’ORDINE DEI CHIERICI REGOLARI DEI MINISTRI DEGLI INFERMI

LA CROCE ROSSA SUL PETTO

La figura di San Camillo è immediatamente ed emblematicamente legata alla croce rossa che egli ottenne di portare cucita sull’abito religioso da papa Sisto V, il 26 giugno 1586. In particolare, come riferisce nel 1620 padre Sanzio Cica-telli, primo biografo del Santo, “per tre ragioni piacque al padre nostro che portassimo la Croce né vestimenti, tenendola per nostra impresa e insegna. La prima per far distinzione dall’abito della Compagnia di Gesù. La seconda per far conoscere al mondo che tutti noi segnati di questo impronto di Croce siamo

come schiavi venduti e dedicati per servigio dè poveri infermi. E la terza per dimostrare che questa è religione di croce, cioè di morte, di patimenti e di fatica, acciò quelli che vorranno seguitar il nostro modo di vita, si presuppongano di venir ad abbracciare la Croce, di abnegar se stessi e di seguitar Giesù Cristo fino alla morte”. Non risulta strano, pertanto, che lo stesso Santo non si sia mai distaccato dal Crocifisso, dal sorgere dell’idea dell’Istituto nelle corsie dell’Ospedale di San Giacomo a Roma, me-more di un legame indissolubile che si era rafforzato e consolidato anche a seguito delle parole incisive e severe che lo stesso Crocifisso, in un momento di sconforto e di scorag-giamento, secondo la tradizione, aveva proferito a quel gigante nei tratti fisici e spiritua-li: “Di che t’affliggi o pusillanimo? Seguita l’impresa ch’io t’aiuterò, essendo questa opera mia e non tua”. Questo incoraggiamento, rivolto a San Camillo, dal Crocifisso a prose-guire nell’opera di carità intrapresa, e segnato visivamente anche dalla croce posta sul petto nell’abito dei suoi religiosi, risuona anche per noi oggi secondo i diversi carismi e ministeri conferitici, indicandoci il perenne valore della carità. Affiora così l’intrinseco legame tra Crocifisso e carità, che si trova proposto nella “Formula di vita”. Essa, infatti, mentre indica la specificità del carisma dei Ministri degli Infermi, riafferma la priorità del Crocifisso e la funzione primaria della carità nel servizio agli ammalati: “Se alcuno - sono le parole di San Camillo -, ispirato dal Signore Iddio, vorrà esercitare l’opre di misericordia, corporali et spirituali, secondo il Nostro Istituto, sappia che ha da esser morto a tutte le cose del mondo, cioè a parenti, amici, robbe, et a se stesso, et vivere solamente a Giesù Crocifisso sotto il suavissimo giogo della perpetu-a povertà, castità, obidienza et servigio delli poveri infermi ancorché fussero appestati, nei bisogni corporali et spirituali, di giorno et di notte […], il che farà per vero amor de Dio, et per far penitenza de suoi peccati; ricordandosi della Verità Christo Giesù”. Il senso dei voti religiosi professati sulla scia del nostro Fondatore, richiede la radicalità e la definitività, perché l’amore perfetto consiste nell’offerta di sé senza condizioni, “in donum sui”. Contenuto di ogni amore reale è questo atto di offerta, che pone a disposi-zione di Dio tutto ciò che ha di proprio, gli affida tutto come un dono consacrato, con la forma interiore del voto. Ma ciò che compete a noi religiosi, non è dissimile dall’impegno che, come affermava San Paolo nella Lettera ai Romani, conformemente ai “doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi” (Rm 12, 6), è affidato ad ogni cristiano. Non si può non rilevare che l’impegno specifico dei laici si fa oggi più incisivo, soprattutto di fronte a scelte che, particolarmente in questo momento di crisi mondiale, potrebbero rischiare di perdere di vista il bene comune, come bene simultaneamente di tutti e di ciascuno, e soprattutto a scapito della inviolabile dignità della persona umana e, in specie, di coloro che costitui-scono l’anello più debole della società, la vita nascente, i poveri, i malati, i disabili, le persone in stato terminale …

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Per me santa caterina e stata una bella esperienza educati-

va e spirituale dove ho conosciuto tanti nuovi ragazzi ed educatori. Questa vacanza la consiglio fortemente ai ragazzi della mia etá. IVAN

A S. CATERINA ABBIAMO PASSATO 5 GIORNI FANTASTICI CONOSCENDO NUOVE PERSONE E FACENDO NUOVE AMICIZIE. ABBIAMO FATTO DIVERSI MOMENTI DI PREGHIERA NEI QUALI ABBIAMO IMPARATO A PORTARE LA PAROLA DI DIO FINO AI CONFINI DELLA TERRA. FACEVAMO MOMENTI DI RIFLESSIONIE E DOPO UN GIOCO CHE RICORDAVA LA PREGHIERA. È STATA UN’ ESPERIENZA BELLISSIMA E VORREMMO TORNARCI L’ ANNO PROSSIMO. GIADA & ALESSIA

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NOTIZIE DAL GRUPPO CHIERICHETTI: IL GRUPPO MOCHI

ABBIAMO INCONTRATO IL CARDINALE!

MoChi! Notizie dal Movimento Chierichetti…

Duomo di Milano, sabato 26 aprile:

L’incontro dei chierichetti di Velate con il Card. Angelo Scola

Lo scorso sabato 26 aprile, il nostro Cardinale ha incontrato in Duomo tutti i chieri-

chetti della Diocesi di Milano e anche il nostro gruppo è stato felice di partecipare a

questo incontro.

Accompagnati da alcuni genitori, con treno e metropolitana abbiamo raggiunto il

Duomo; prima di entrare abbiamo indossato le nostre vesti, e una volta dentro ci sia-

mo stupiti della grande quantità degli altri chierichetti che si trovavano già

all’interno della chiesa.

Nonostante i numerosi gruppi presenti, siamo riusciti a prendere posto e abbiamo

partecipato alla Messa. Al momento dell’omelia, il cardinale ci ha ricordato quanto

sia importante il servizio che facciamo, il mettersi a disposizione della nostra comu-

nità.

È stata un’esperienza molto bella, che è piaciuta a tutti quanti, piccoli e grandi, du-

rante la quale ognuno di noi si è sentito partecipe e incoraggiato dal Cardinale nel

continuare questo servizio.

Il commento di Martina, una delle chierichette partecipanti, ben riassume le emozio-

ni che abbiamo provato tutti noi:

«Andare dal Cardinale Scola è stata un’esperienza molto bella. Entrare in Duomo con

la nostra veste, insieme a centinaia di altri chierichetti come noi, è stato emozionan-

te. Tante facce, tanti colori, tante sen-

sazioni… Mi sono piaciute le parole del

Cardinale sulla gioia con cui servire du-

rante la Messa e con cui affrontare an-

che la vita. Mi sono sentita importante e

felice di fare parte del gruppo chieri-

chetti».

il gruppo chierichetti di Velate!

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Vita comunitaria La Comunità è formata da persone che per vocazione ricercano Dio, pregano e servo-no nella carità ad imitazione della Chiesa primitiva animata “da un cuor solo ed un anima sola” (At 4,32) Per creare e favorire tale spirito sono necessari gli atti comunitari. Perciò i fratelli e le sorelle della Comunità si riuniscano per:

• la preghiera comunitaria • l'ascolto della Parola di Dio

il vicendevole arricchimen-to nel dialogo fraterno, mediante la lettura dei Documenti del Magistero della Chiesa, e gli scritti dei nostri Santi (Stat. 9).

Gli incontri di Comunità siano vissuti come servizio all’Ordine e alla Chiesa, pertanto siano aperti tutti. (Statuto 14)

Il piccolo numero di ogni Comunità e gli incontri frequenti favoriscono la cono-scenza e l'aiuto reciproco per:

• realizzare quell'unità-comunione voluta da Cristo, quale segno visibile della Chie-sa

• credere nell’amore di Dio incarnato negli uomini. “...Il Carmelo contempla Maria come Madre e Sorella, che ci precede nella peregrinazio-ne della fede e nella sequela del Signore Gesù…”(Costituzione Ocds n.29) "E voi, figliole mie, che pure portate l'abito della Vergine sua Madre, ringraziate Dio di essere le vere figlie di questa Signora. Imitatela, considerate la grandezza e il van-taggio che abbiamo nell'averla come Patrona" (S.Teresa d’Avila) “...e sono sicura che la sua vita reale doveva essere semplicissima. La presentano inavvi-cinabile, bisognerebbe mostrarla imitabile, fare risaltare le sue virtù, dire che viveva di fede come noi..” (S.Teresa di Lisieux) Ringrazio anticipatamente tutta la comunita’ Velatese per la vicinanza nelle preghiere.

Grazie! Daniela Sacchi

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LA “SCELTA” IMPORTANTE DI UNA NOSTRA PARROCHIANA

LAICI PER LA CHIESA NEL CARMELO

Con gioia invito la Comunità di Velate Domenica 28 settembre

nel corso della S.Messa delle ore 15.00 Presso la chiesa dei Carmelitani Scalzi di Monza

in viale Cesare Battisti(vialone di fronte alla Villa Reale) per condividere la festa delle

Mie PROMESSE DEFINITIVE

nell’ORDINE SECOLARE dei CARMELITANI SCALZI

Chi siamo: I Carmelitani Secolari, insieme con i Frati e le Monache, sono figli e figlie dell’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo e di S. Teresa di Gesù. Perciò condividono con i religiosi la responsabilità del Carisma, vivendolo ciascuno secondo il proprio stato di vita. I Carmelitani Secolari apportano all’Ordine la ricchezza propria della loro secolarità. Sono membri della Chiesa, chiamati a vivere in ossequio di Gesù Cristo attraverso «l’amicizia con Colui dal quale sappiamo di essere amati » (Cost. Proemio)

Gli ideali offerti ai membri, che si propongono di viverli come pro-prio caratteristico itinerario di santità cristiana, sono, secondo la tradizione del Carmelo, Maria, Elia, la Regola di S. Alberto, i cari-smi e la dottrina dei Santi Fondatori del Carmelo S.Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce:

• una particolare sensibilità nel credere all'amore di Dio; • il culto dell'orazione contemplativa, con conseguente ascesi del distacco; • il silenzio Interiore, che apre all'ascolto della voce dello Spirito; • la generosità della carità fraterna e dello zelo apostolico, vissuti nell'intimità della

Madre del Signore e con la sua protezione.

«I Carmelitani Secolari, fedeli all'invito e all'esempio del Signore alla preghiera continua, nonchè al precetto centrale dell'antica Regola Carmelitana di "meditare giorno e notte la parola del Signore", sono chiamati a fare in modo che la preghie-ra penetri tutta la loro esistenza, per camminare alla presenza di Dio vivo (1 Re 18,15), (cfr Cost. Ocds 17) Il Carmelitano Secolare è chiamato ad essere e a vivere da contemplativo nel mon-do, dentro la storia, con l’assunzione degli impegni e delle responsabilità, anche sociali e politiche (G.S 3.4) che ne derivano (Statuto Ocds 19)»

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EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO(VA) - VELATE 120KM.

30°FIACCOLATA 2014

La Fiaccolata è il punto di partenza della FestOratorio. Quella di questo 2014 coinci-de con 2 avvenimenti : -IL 50° DI CONSACRAZIONE DELLA NOSTRA CHIESA PARROCCHIALE (1964-2014) -la 30° edizione della fiaccolata Velatese co-minciata nel 1985. Si è pensato quindi di trovare una località non troppo distante e che ci potesse mettere in con-tattto con qualche testimone che avesse ben chiaro l’importanza di queste 2 ricorrenze. Parti-remo dall’Eremo di Santa Caterina del Sasso in provincia di Varese per poi fare tappa da don Si-

mone Riva nella sua parrocchia di Arcisate-VA(dove pernotteremo in oratorio), la cui vocazione è nata proprio negli ambienti della nostra Parrocchia e succes-sivamente passeremo da Castello Brianza per salutare don Giuseppe Riva(non sono parenti), che durante la sua presenza come parroco a Velate è stato ideatore

della fiaccolata e anche delle modifiche sostanziali alla nostra chie-sa parrocchiale (nel senso della struttura). Il senso dellla fiaccolata ci vuole dire che: Non tocca agli altri darsi da fare, quando corriamo siamo noi i Protagonisti. Mettiamoci a disposizione senza paura di puzzare un po’… (basta il deodorante)

Diciamo a tutti che l’oratorio ci aiuta a crescere! Portiamo la fiaccola simbolo della nostra gioia dalla provincia di Varese fino a Velate, 120 km.per testimoniare sulle nostre strade la nostra appartenenza a Gesù.

Questo simbolo è la “N” dell’alfabeto arabo.E’la prima lettera della parola Nazareno e con questa lettera vengono marchiate le case dei cristiani perseguitati. Sarà un po’ simbolo della fiaccolta di quest’anno...un segno che per molti cristiano è simbolo di martirio...ma che quindi significa testimonianza!

Attraverseremo la brianza per poi fare rientro a Velate dove ci accoglierà tutta la comunità in oratorio intorno alle 17.30 per poi concludere con la Messa domenicale delle 18.00 Vieni con noi: una scia di luce che lascerà un segno indimenticabile in tutti!

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30° EDIZIONE DELLA FIACCOLATA

...QUASI 10.000 KM DI TESTIMONIANZA

LA FIACCOLATA DEL 1997

LA FIACCOLATA DEL 1987

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LA FIACCOLATA DEL 2011

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L’ANNO GIUBILARE - 24 MAGGIO 1964 / 24 MAGGIO 2014

“50ESIMO DELLA CONSACRAZIONE”

Domenica 5 ottobre : (Anniversari di Matrimonio)

A Conclusione della giornata e in onore della MADONNA DEL ROSARIO

Alle ore 20.30 Solenne processione per le vie del paese con

La STATUA DELLA MADONNA Affidiamo a Maria la nostra Chiesa Parrocchiale nel 50°della sua consacrazione.

Domenica 2 novembre : Commemorazione di TUTTI i DEFUNTI

Al cimitero di Velate SANTA MESSA

alle ore 11.00 e solenne BENEDIZIONE

della NUOVA TOMBA delle nostre suore

Sabato 20 dicembre : Concerto della CORALE Parrocchiale

a novembre : Apertura della MOSTRA

50anni...e piu’ della nostra Chiesa Parrocchiale * P.S.: La Mostra vuole ricostruire le tappe più significative di questo mezzo secolo di vita di Chiesa, siamo alla ricerca di testimoni, foto e documenti storici. Chi ne fosse in possesso è pregato di farlo sapere al più presto in modo da consentire di realizzare un evento utile a ricordare e far conoscere ai più giovani gli avvenimenti più espressivi

degli anni passati

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SABATO 11 E DOMENICA 12 OTTOBRE 2014

UNA TORTA PER ALICE IIEDIZ.

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ASILO NIDO “BELLI E MONELLI”

LUGLIO...AL NIDO!

Con questo primo articolo vogliamo raccontare come si è concluso il piacevole anno scola-stico scorso! Il nido Belli&Monelli anche durante il mese di luglio ha proseguito con la proposta di gio-chi ed attività divertenti per i piccini. In mattinata gli spazi ombreggiati del nido hanno consentito alle educatrici e ai bambini di trascorrere gradevoli momenti all’aperto. Ed ora lasciamo che siano i bimbi attraverso queste immagini a raccontare le loro espe-rienze! “Ci siamo improvvisati artisti con gessetti colorati!!

ci siamo scatenati con grandi salti sul

tappeto gonfiabile e…

con instancabili corse con la palla! Non sono mancate anche attività piu’ soft come i travasi e la ma-nipolazione di vari materiali!

Ma poi…come non approfittare del caldo per un bel tuffo in piscina?”

Tutto questo ha per-messo ai più piccoli di rafforzare la fiducia nelle capacità acquisite durante l’anno scolasti-co e di continuare a di-vertirsi all’aperto in tutta liberta’!

Un nuovo anno scolastico al nido Belli & Monelli è già cominciato e nel prossimo numero vi racconteremo di come inizia la nuova avventura per le famiglie che scelgono il nostro ni-do come luogo di condivisione di esperienze uniche.

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Nonostante il tempo un po’ballerino di questa estate 2014, il centro estivo della Scuola materna Sant’Anna ha avuto un grande successo: 46 bambini tra i 3 e i 5 anni hanno partecipato con entusiasmo e grinta diventando, con le animatrici, dei piccoli viaggiatori sulle orme di Papero Paolo. Dal 30 giugno al 31 luglio, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 16.00, ci siamo di-vertiti con giochi, attività, canti, balli e momenti di gioco libero. Le cinque setti-mane sono state pensate dalle animatrici Alice ed Emilia, come un viaggio in cui, di settimana in settimana, ci si spostava in diversi ambienti: siamo partiti dalla montagna, passando poi per il mare, la collina, la città e infine la casa. Abbiamo costruito uno zaino in cui abbiamo raccolto i disegni e i lavori fatti, in tema con i diversi ambienti “visitati”. Ci siamo impegnati in diverse attività: ab-biamo usato tempere, pastelli, materiali di recupero, carta, cartone, conchiglie, semi, foglie per creare tanti soggetti che ci illustrassero un diverso aspetto del tema della settimana. Per la montagna abbiamo costruito maschere degli animali, creato un sentiero e un ghiacciaio; per il mare abbiamo colorato tanti pesciolini, costruito dei granchi e creato la nostra spiaggia; in collina abbiamo colorato con ortaggi e frutta usati come stampini; in città abbiamo imparato a muoverci per strada rispettando i colori del semaforo e “visitando”negozi e il museo; infine, in casa, abbiamo visto i vari ambienti e scoperto come sono fatte le case nel mondo: grazie a Emilia abbiamo visto come vivono bambini meno fortunati in America La-tina. Ogni giorno, dopo l’accoglienza ballavamo il nostro inno “Party con me!”, dicevamo una preghiera con la guida di Suor Giusy e iniziavamo le attività. Poi pranzo all’aperto sotto il tendone, dove i bambini aiutavano nel servizio, in segui-to gioco libero, un riposino e poi altre attività e giochi fino al momento del saluto. Dalla terza settimana, inoltre, siamo anche riusciti a gonfiare delle piscine e fare delle giornate di gioco in acqua, con tanti schizzi e tanto divertimento! Le cinque settimane sono davvero volate. Il clima di gioco, così come nelle attività e nei momenti liberi è sempre stato ottimo e senz’altro un grande grazie va a Suor Giusy che con fiducia ha affidato a noi animatrici il compito di accompagnare e seguire questi bambini, di cui porteremo sempre un bellissimo ricordo!

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SCULA DELL’INFANZIA S.ANNA: ESTATE BIMBI 2014

IN VIAGGIO CON PAPERO PAOLO

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INCONTRI VOCAZIONALI PER I CRESIMANDI La nostra comunità pastorale quest’anno offre un’altra possibilità di riflessione e di approfondimento della “vocazione” come chiamata da parte di Gesù a diventa-

re santi a tutti coloro che si preparano a ricevere i Sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione. Non è una cosa in più da fare, ma una possibilità che possiamo offrire a qualche ragazzo ad approfondire la propria vocazione. L’équipe sarà formata da don Alberto Colombo, prete del Seminario e da quattro seminaristi - Davide, Simone, Marco, Michele - che frequentano la IV teologia. I tre incontri sviluppano questi temi: 1.Tutti siamo chiamati dal Signore. Siamo chiamati a una vocazione: da quella matrimoniale a quella di speciale consacrazione. Sono tante le vocazioni nella chiesa. Ognuna è importante. (Zaccheo) 2. E’ bello stare con il Signore. Importante è educarsi a saper fare silenzio e a pregare. (La chiamata dei primi discepoli) 3. Ognuno deve decidere quotidianamente se scegliere il Signore oppure no. (il ragazzo dei cinque pani e il giovane ricco). Questa è una bellissima occasione per innaffiare le pianticelle che Dio ci ha dato da far crescere. Don Rodolfo

ALCUNI APPUNTAMENTI DA RICORDARE...

Nel mese di ottobre iniziano gli incontri per i fidanzati a Velate. Il primo giorno in cui ci troviamo sarà venerdì 3 ottobre in oratorio San Giovanni Bosco in via Della Brina. Chi desidera iscriversi mandi la propria mail con i nomi alla mail di don Rodolfo:[email protected]

All'inizio dell'anno pastorale invitiamo tutti gli operatori pastorali (catechisti, allenatori, educatori a vario titolo) a partecipare ad un pomeriggio di riflessio-ne.. L'incontro si terrà a Carnate e relatore sarà don Ugo. Sabato 18 otto-bre dalle 14,30 fino alla cena della sera.

Giovedì 25 settembre Alle ore 16.45: S.MESSA di inizio Anno Scolastico Tutti gli studenti e gli insegnanti sono invitati a partecipare!

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US VELATE 2014-15: ...SI PARTE!

ISCRIZIONI IN segreteria US VELATE presso oratorio : 13 - 20 -27 settembre dalle ore 10.00 alle ore 12.00

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GIOCHI PER I PICCOLI

L’ANGOLO DELL’ENIGMISTICA

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