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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA In sinergia con In sinergia con In sinergia con In sinergia con Fondazione. Migrantes Fondazione. Migrantes Fondazione. Migrantes Fondazione. Migrantes Casa di Maria a Efeso ( Turchia )

Adeste33 domenica 16 agosto 2015c

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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE

PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

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Casa di Maria a Efeso ( Turchia )

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ADESTE n°33/ ANNO 4°-16.08.2015

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S ulle colline che circondano Efe-

so, straordinario centro dell’an�chità

e una delle più grandi ci�à ioniche in

Anatolia, esiste la Meryem Ana Evi, ovvero la

Casa di Maria, considerata l’ul�ma dimora della

Madre di Gesù Cristo.

Anche a Gerusalemme, tu�avia, nella Valle

di Giosafat, un santuario so�erraneo accoglie il luogo

dove si suppone che i discepoli abbiano sepolto la

Madonna.

Meryem Ana EviAd Efe-

so, quando si arriva sul po-

sto, una lunga fila di pelle-

grini an�cipa l’arrivo alla

casa di Maria, una piccola

costruzione posta tra i bo-

schi, che ormai ricorda una

piccola chiesa. A convalida-

re il fa�o che questa sareb-

be stata l’ul�ma dimora del-

la Vergine Maria, ci sono

una serie di elemen� che

a�estano la veridicità del luogo: San Giovanni, nel

suo Vangelo, dice che Gesù, prima di morire gli affidò

la Madonna dicendo: “Ecco tua madre”. A par�re da

quel momento egli la prese con sé. Gli A. degli Apo-

stoli poi narrano che, dopo la morte di Cristo, la per-

secuzione imperversò a Gerusalemme. Gli apostoli si

sparpagliarono per il mondo per predicare il Vangelo

di Gesù, e a San Giovanni (che portò con sé Maria) fu

affidata proprio l’Asia Minore.

Altre conferme arrivano, da una parte, dalla tradizio-

ne orale, fedelmente conservata dagli abitan� orto-

dossi del villaggio di Kirkince e discenden� dei primi

cris�ani di Efeso, i quali ogni anno si recavano in pel-

legrinaggio in questo luogo a celebrare la festa della

dormizione di Maria; dall’altra, il Concilio Ecumenico

svoltosi nella ci�à nel 431 – nella prima chiesa del

mondo dedicata a Maria, per definirvi il dogma della

maternità divina di Maria San�ssima – a�esta la cre-

denza che quel luogo fosse considerato proprio la

dimora ul�ma della Madonna. I Padri del Concilio

parlando di Nestorio dicono: “Arrivato ad Efeso lad-

dove il teologo Giovanni e la Vergine Santa Maria,

madre di Dio…”(implicitamente a�estando la presen-

za di Giovanni e Maria a Efeso)

Inoltre è assai interes-

sante la modalità del

ritrovamento del sito.

Verso la fine dell’O�o-

cento apparve un libro

in�tolato: “La vita della

Vergine secondo le rive-

lazioni della religiosa te-

desca Anna Katharina

Emmerick” e scri�o da

Clemens Maria Brentano

(scri�ore tedesco che

raccolse le narrazioni della religiosa). Questa monaca

pur non avendo mai visitato ques� luoghi, descrisse

con impressionante esa�ezza il posto dove si trovava

la casa di Maria a Efeso. A�raverso le sue visioni

de�agliate, ella fu in grado di fornire indicazioni mol-

to precise sulla effe.va collocazione della casa, se-

guendo le quali, due spedizioni scien�fiche effe�uate

nel 1891, ritrovarono le rovine del luogo, esa�amen-

te dove la veggente aveva indicato.

LA LA LA LA CASA DI MARIA CASA DI MARIA CASA DI MARIA CASA DI MARIA a EFESO a EFESO a EFESO a EFESO ( Turchia) , LA ( Turchia) , LA ( Turchia) , LA ( Turchia) , LA DORMIZIONEDORMIZIONEDORMIZIONEDORMIZIONE E E E E

ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA secondo le visioni della secondo le visioni della secondo le visioni della secondo le visioni della Beata Beata Beata Beata

Caterina EmmerickCaterina EmmerickCaterina EmmerickCaterina Emmerick

EFESO: CASA DI MARIA

TOMBA DELLA VERGINE A GERUSALEMME

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A Gerusalemme invece la Tomba della Vergine,

o meglio quella che sarebbe dovuta diventare la tom-

ba di Maria, si trova nella valle di

Giosafat, in un santuario so�er-

raneo, posto mol� metri al di

so�o del livello stradale. Questo

luogo caro a greci, cop�, armeni

e siriaci, è anche considerato sa-

cro dai musulmani, perché si di-

ce che Maome�o vide una luce

sopra la tomba della “sorella Ma-

ria” durante il Viaggio no�urno a

Gerusalemme. La tomba des�na-

ta ad accogliere il corpo della

Madre di Gesù si trova sul lato

orientale della cripta ed è ornata

con icone e paramen� �pici della

tradizione ortodossa.

All’esterno, sul lato destro della facciata del santua-

rio, c’è la gro�a dell’arresto, cioè il luogo del tradi-

mento di Giuda. All’interno di Gerusalemme si snoda

la cosidde�a “Via Dolorosa”, la Strada del Dolore che

Gesù percorse portando in spalle la Croce. Essa arriva

sino alla collina “del Cranio”, il Golgota, ovvero il luo-

go della Crocifissione, che oggi resta inglobato all’in-

terno della Basilica della Resurrezione, insieme alle

ul�me cinque stazioni della Via Crucis.

EFESO… LA CASA DI MARIA: Efeso è una delle località archeologiche più frequenta-te di tutta la Turchia, una notorietà pienamente giusti-ficata perché è un luogo dove la storia delle civiltà che si sono affacciate lungo le sponde del Mediterraneo, ha lasciato profonde e durature tracce nel corso dei secoli. Il Tempio di Artemide ad Efeso era tra le sette meraviglie del mondo antico. Efeso fu una delle più grandi città dell’Anatolia e un importante e ricco cen-tro commerciale. Dal 29 a.C. fu la capitale della pro-vincia romana di Asia. Efeso, oltre ad essere un sito archeologico molto spe-ciale, è anche una meta molto importante di pellegri-naggio per i cristiani. Ad Efeso c’è la casa di Maria. Sulla base delle descrizioni della mistica tedesca An-na Katharina Emmerick, è stata r itrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, ad un piano solo, con tetto piatto e focolare al centro, situata tra i boschi al margine della città, perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il sacerdote francese Don Julien Gouyet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Katharina.

Gouyet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasforma-zioni subite nel tempo, nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmis-so di fronte al mare, esat-tamente come aveva indi-cato la partire dal VII se-colo a causa delle fre-quenti aggressioni degli Arabi, attorno alla chiesa vennero erette delle mura. Nel XIV secolo la basili-ca era adibita a moschea, nel 1375 fra la basilica e il tempio di Artemide fu costruita una nuova mo-schea, la chiesa perse le sue funzioni di culto mu-

sulmano e fu completamente trascurata andando in rovina. Gli scavi hanno messo in luce i resti che rive-lano che la chiesa aveva la pianta a croce, era sormon-tata da volte a botte, era preceduta da un atrio costrui-to a terrazze a causa della pendenza del terreno, aveva due cupole sulla volta centrale, due sui bracci laterali e due al centro. Secondo i verbali del concilio di Efe-so la Vergine rimase per un breve tempo in locali vici-ni a quella che fu la chiesa dove si svolse il concilio, poi si trasferì in una casa posta su un’altura oggi chia-mata “monte dell’usignolo” e vi rimase secondo la tradizione fino all’anno 46, quando a 64 anni d’età fu assunta in cielo. Nel 1967 papa Paolo VI e nel 1979 papa Giovanni Paolo II si recarono ad Efeso e pregarono nella casa di Maria, facendo sì che ormai tutti fossero d’accordo nel ritenerla tale. Anche papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Turchia ha visitato Efeso e pregato nella casa di Maria.

G E R U S A L E M M EG E R U S A L E M M EG E R U S A L E M M EG E R U S A L E M M E Quello che doveva essere il Quello che doveva essere il Quello che doveva essere il Quello che doveva essere il sepolcro della Madonna….sepolcro della Madonna….sepolcro della Madonna….sepolcro della Madonna….

Secondo le visioni di Caterina Emmerick, la Vergine Maria, dopo che si era trasferi-ta a Efeso con l’apostolo Giovanni, deside-ro’ tornare a Gerusalemme per visitare i luoghi della Passione e Morte del Figlio Gesù. Durante la visita a Gerusalemme si ammalò per la forte emozione e gli aposto-li pensarono a costruire una tomba per un eventuale decesso. Invece la Madonna tor-nò in salute e fece ritorno a Efeso.

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E cco alcuni passi del racconto della “Morte e

Assunzione della Vergine Maria” fa�o dalla

monaca s�gma�zzata tedesca Anna Katha-

rina Emmerick e raccolto da Clemens Brentano [cfr.

cap. 10 della “Vita della Santa Vergine Maria”, Ed.

“San Paolo” 2004, pp. 207-226]. Si narra della Ma-

donna a Efeso sul le'o di morte, a�orniata dagli

Apostoli, chiama� dai diversi luoghi della loro missio-

ne evangelizzatrice per assistere alla sua dipar�ta da

questo mondo.

“… Verso sera, quando si rese conto che la sua ora si

avvicinava, la Santa Vergine, secondo la volontà di

Gesù, volle prendere congedo dagli Apostoli, dai di-

scepoli e dalle donne presen� […].

La Santa Vergine pregò e benedisse ognuno con le

mani disposte a croce, toccando con queste a tu. la

fronte. Parlò poi a tu. e fece esa�amente come Ge-

sù a Betania le aveva de�o di fare. Dopo gli Apostoli

si avvicinarono a lei i discepoli, che riceve�ero an-

ch’essi la sua benedizione […]. Intanto gli Apostoli

avevano indossato i loro lunghi abi� bianchi […]. Pie-

tro le ammini-

strò l’Unzione

con l’olio santo

e le portò la Par-

�cola consacra-

ta. Ella era come

in estasi, con lo

sguardo rivolto

verso l’alto […].

Ed ecco – aggiunge la Emmerick – che mi è apparso

qualcosa di commovente e meraviglioso. Il soffi�o

sopra alla stanza di Maria scomparve e la Gerusalem-

me celeste discese su di lei. Ho visto nubi luminose e

tan� Angeli divisi in due Cori, e dalle nubi un raggio di

luce raggiunse Maria. Ella stese le braccia con indici-

bile nostalgia e ho osservato il suo corpo librarsi al di

sopra del giaciglio, totalmente sollevato in aria. Ed

ecco che la sua anima uscì dal corpo come una picco-

la purissima figura di luce, con le braccia tese verso

l’alto e salì verso il cielo, condo�a dal raggio di luce

[…]. Era come Gesù quando era asceso al cielo.

Quindi le donne coprirono il santo corpo con un len-

zuolo e gli Apostoli e i discepoli si recarono nella par-

te anteriore della casa: in una gro�a là presso, non

spaziosa, le donne deposero la bara con il corpo della

Santa Vergine che Pietro e Giovanni avevano portato

a spalla, percorrendo la piccola “Via Crucis” ricostrui-

ta sulla “Collina dell’Usignolo”, dove la Santa Vergine

aveva trascorso i suoi ul�mi anni […].

(Brano integrale dell’Assunzione del Corpo al cielo):

M entre alcuni Apostoli e numerose sante donne

erano assor� in preghiera e intonavano can�ci

sacri nel giardino dinanzi alla gro�a celata, vidi ad un

tra�o una gloria formata da tre Cori d’Angeli e di ani-

me buone che circondavano un’apparizione: Gesù

Cristo, con le sue Piaghe risplenden� di luce intensa

era vicino all’Anima di

Maria San�ssima. I Cori

angelici erano forma� da

fanciulli, tu�o era indi-

s�nto poiché appariva

solo in una grande forma

di luce. Vidi però l’Anima

della Santa Vergine se-

guire l’Immagine di Ge-

sù, scendere con il Figlio

per la rupe del Sepolcro,

e subito dopo uscirne

con il proprio Corpo ri-

splendente fra torren�

di viva luce, quindi La vidi risalire col Signore e con

tu�a la gloria angelica verso la Gerusalemme celeste.

Dopo di che disparve ogni splendore ed il Cielo silen-

zioso e stellato tornò a chiudersi sopra la terra. Vidi

che le pie donne e gli Apostoli si ge�arono col volto a

terra, poi guardarono in alto, con stupore e profonda

venerazione. Vidi pure che alcuni, mentre facevano

ritorno alle proprie case pregando, nel passare dinan-

zi alle stazioni della Via Crucis, si erano ferma� im-

provvisamente per contemplare stupi� la scia di luce

sulla rupe del Sepolcro. Con questo prodigio il Santo

Corpo della Madre di Dio fu Assunto al Cielo. Allora

gli Apostoli si ri�rarono. Essi meditarono e riposarono

in rudimentali capanne da loro stessi costruite fuori

della casa della Santa Vergine. Alcune donne invece,

rimaste ad aiutare l’ancella in casa, si erano coricate

nello spazio dietro al focolare, dove l’ancella di Maria

San�ssima aveva sgombrato ogni cosa. L’oratorio ap-

IL RACCONTO DI ANNA KATHARINA EMMERICK:

Dormizione e Assunzione al

cielo della Beata Vergine Maria

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pariva sgombro ed era come una piccola cappella,

nella quale gli Apostoli pregarono e celebrarono la

Santa Messa il giorno dopo. Al ma.no, mentre gli

Apostoli pregavano in casa, vidi giungere Tommaso

con due discepoli: Gionata

e un altro molto semplice,

che veniva dal paese dove

aveva regnato il più lonta-

no dei Re Magi. Tommaso,

appena appresa la no�zia

della morte di Maria San-

�ssima, pianse come un

fanciullo e s’inginocchiò

con Gionata davan� al gia-

ciglio della Vergine. Le

donne fra�anto si erano

ri�rate e l’altro discepolo,

seguendo le istruzioni di

Tommaso, a�endeva fuori

della casa. Vidi i nuovi arri-

va� pregare per molto

tempo nella stessa posizio-

ne. Gli Apostoli, appena

terminate le loro preghie-

re, li rialzarono, li abbrac-

ciarono e diedero loro il benvenuto offrendo pane,

miele e qualche altro rinfresco nel ves�bolo della ca-

sa. Poi, tu. insieme, si raccolsero ancora in preghie-

ra. Tommaso e Gionata espressero quindi il desiderio

di visitare il Sepolcro della Santa Vergine; allora gli

Apostoli, e tu. gli altri, accesi i lumi che erano prepa-

ra� sulle aste, si recarono al Sepolcro percorrendo la

Via Crucis. Non parlarono molto ma meditarono pro-

fondamente alle singole stazioni i pa�men� del Si-

gnore e il dolore della sua Santa Madre. Arriva� alla

caverna del Sepolcro s’inginocchiarono tu., poi

Tommaso e Gionata si diressero fre�olosamente

all’entrata della gro�a, Giovanni li seguì. Due disce-

poli scostarono i rami degli arbus� che la nasconde-

vano; i due Apostoli entrarono con Giovanni e s’ingi-

nocchiarono con rispe�oso �more dinanzi al le�o

sepolcrale della Vergine. Allora Giovanni si avvicinò

alla bara e, dopo aver slegato le strisce, aprì il coper-

chio. Si avvicinarono con le fiaccole e, con profonda

commozione, osservarono che le lenzuola funerarie

erano vuote, sebbene conservassero la figura del pre-

zioso Santo Corpo. Giovanni gridò forte agli altri:

"Venite e guardate il miracolo! Il Santo Corpo non c’è

più". A due, a due, entrarono tu. nell’angusta gro�a

e constatarono che le lenzuola mortuarie erano vuo-

te. Come ad un solo comando, tu., qua e là, fuori e

dentro la gro�a, s’inginocchiarono rapi� dalla più

profonda commozione, invocando la dolce Madre.

Allora si rammentarono di quella nube bianca e lumi-

nosa che avevano visto librarsi in alto subito dopo la

sepoltura della Madonna. Vidi Giovanni raccogliere

con profondo rispe�o i panni

fune-rari della Santa Vergine

dal sarcofago. Li piegò, li di-

spose insieme e li prese con sé

dopo aver calato il coperchio

sulla bara ed averla assicurata

con i legacci neri. L’ingresso fu

chiuso di nuovo con gli arbus�

e tu. percorrendo ancora la

Via Dolorosa, pregarono i Sal-

mi. Vidi Giovanni deporre con

rispe�o le lenzuola sul tavolo,

dinanzi all’oratorio della Vergi-

ne. Li vidi pregare, mentre Pie-

tro meditava in disparte, forse

per prepararsi alla Santa Mes-

sa. Infa. dopo poco Pietro

celebrò l’Ufficio solenne di-

nanzi all’oratorio di Maria San-

�ssima. Gli altri cantavano in

coro. Vidi gli Apostoli ed i di-

scepoli raccontarsi le esperienze e tu�o quello che

succedeva durante la loro missione nel mondo per

l’evangelizzazione dei popoli. In quel periodo fecero

mol� esercizi di devozione. Poi i discepoli si congeda-

rono per ritornare tu. ai loro compi�. Nella casa di

Maria San�ssima quindi rimasero solo gli Apostoli,

Tommaso, il suo servo fedele e Gionata. Li vidi inten�

per alcuni giorni ad abbellire la Via Crucis: tolsero le

erbacce e al loro posto piantarono fiori e belle piante;

pulirono ed abbellirono il giardino; tracciarono una

nuova via intorno alla sommità della collina e pra�ca-

rono nella roccia un’apertura, a�raverso la quale si

poteva vedere il le�o sepolcrale in cui aveva riposato

la Madre di Gesù Cristo. Infine eressero sulla gro�a

del sepolcro una cappelle�a con un piccolo altare,

dietro al quale sospesero un drappo ricamato con

l’immagine della Madonna. Era un lavoro molto sem-

plice in cui la Madre di Dio veniva rappresentata nella

sua veste fes�va di colore nero, turchino e rosso. La

casa di Maria San�ssima fu trasformata in una chiesa,

vi si svolse la Santa Messa nella quale tu. pregarono

in ginocchio con le mani protese in alto, verso il Cielo.

L’ancella e alcune donne rimasero ad abitare la casa

con due discepoli, uno di ques� era un pastore na�vo

delle rive del Giordano. Gli abitan� della santa casa

ebbero il compito di occuparsi della direzione spiri-

tuale dei fedeli dei dintorni. Gli Apostoli quindi si se-

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pararono: Bartolomeo, Simone, Giuda, Taddeo, Filip-

po e Ma�eo par�rono per ritornare dov’era la missio-

ne di Dio. Gli altri percorsero insieme la Pales�na e

poi si separarono. Giovanni rimase ancora qualche

tempo nella casa. Molte donne e discepoli ritornaro-

no a Gerusalemme dove Maria di Marco fondò una

comunità claustrale di ven� donne.

Il 22 agosto Anna Caterina Emmerick così concluse le

visioni sulla vita della Madre di

Dio:

"Solo Giovanni si trova nella

casa della Madonna, tu. gli

altri se ne sono già anda�. Egli,

secondo la volontà della Santa

Vergine, divise le sue ves� fra

l’ancella e l’altra donna. Fra

quelle preziose ves� ve n’erano

ancora alcune donate dai San�

Magi. Ne vidi due bianchissime

come la neve, mantelli assai lunghi, alcuni veli, come

pure delle coperte e dei tappe�; anche quella veste a

strisce che Maria indossò a Cana e durante la Via Cru-

cis di Gerusalemme. Posseggo una breve lista di tu. i

ves�� della Madonna. Alcune di queste magnifiche

reliquie si conservano ancora nella Chiesa, come per

esempio quella bella veste nuziale color celeste, tra-

puntata in oro e coperta di rose, con la quale si fece

un paramento per la chiesa di Bethesda in Gerusa-

lemme. Maria San�ssima ha indossato quella veste

soltanto il giorno delle nozze. A Roma vengono custo-

di� alcuni indumen� della Madonna come sacra�ssi-

me reliquie". Tu�a questa storia, le vicende ed i viag-

gi si compirono nel segreto di una vita silenziosa, for-

giata nell’amore e nel dolore, che non conosceva l’in-

quietudine e l’agitazione dei nostri giorni.

La Beata Anna Katharina Emmerick nacque l' 8 settem-bre 1774 a Flamsche, una località nei pressi di Dulmen in Westfalia ( Germania ), in una famiglia molto povera di devoti contadini catto-lici. Quinta di nove figli, ebbe visioni fin dall' infanzia: dall' età di 9 anni le apparivano la Madonna con Gesù Bam-bino, l' angelo custode e diversi santi. Di lei si dice che distinguesse gli ogget-ti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo: vide, per esempio, nei det-tagli tutta la Rivoluzione francese. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilo-cazione. Inoltre, aveva il dono di conoscere le malattie delle persone e prescriveva loro dei rimedi che si dimostrarono sempre efficaci. Nel 1789 le apparve Gesù che le offrì la co-rona di spine: lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stimmate. In seguito le si aprirono le ferite anche alle mani, ai piedi e al costato. Nel 1802 entrò nel convento delle agosti-niane ad Agnetenberg ( Dulmen ). Qui la sua salute declinò progressivamente finchè fu costretta a letto. Le sue ferite, che si aprivano e sanguinavano periodicamente, furono studiate da religiosi e scienziati. Nel 1818 ricevette la visita di Cle-mens Maria Brentano ( Ehrenbreitstein sul Reno, 9 settembre 1778 - Aschaffenburg, 28 luglio 1842 , Germania ), il famoso scrittore e poeta romantico tedesco. Venuto per trattenersi pochi giorni, Brentano rimase a Dulmen sei anni, durante i quali, giorno dopo giorno, annotò ciò che la Beata Anna Ka-tharina gli narrava. Compilò dodicimila pagine che descrivo-no nei dettagli la vita di Gesù e di Maria Vergine. Sulla base delle descrizioni contenute in queste pagine è stata ritrovata ad Efeso la casa dove Maria visse dopo la morte di Gesù. La Beata Anna Katharina Emmerick morì a Dulmen il 9 febbraio 1824. Brentano morì il 28 luglio 1842 ad Aschaffenburg ( Germania ), dopo aver terminato la stesura del suo libro " Vita di Gesù Cristo secondo le visioni della monaca Anna Katharina Emmerick ", come gli aveva predetto la stessa Bea-ta Anna Katharina Emmerick.

Ferragosto: il cuore dell'estate, la festa più grande delle vacanze. Per noi, però, ricorda la festa dell'As-sunzione di Maria, che ci richiama all'opera di Dio in Maria di Nazareth, discepola del Signore. Bella festa, quella di oggi, che porta con sé un rischio: quello di sottolineare le così tante straordinarietà della madre di Gesù dal finire coll'allontanarla anni luce dalla (povera) con-cretezza della nostra vita. Insomma: il più grande torto che possiamo fare a Maria è quel-lo di metterla in una nicchia e incoronarla! Da ridere, al solito: (vuoi punto e virgola o due punti?) il Signore ci dona una discepola esem-plare, una donna che, per prima, ha scoperto il volto del Dio incarnato, e noi subito a metterla sul piedistallo, santa stratosferica da invocare

nei momenti di sofferenza... Per favore: no! Maria ci è donata come sorella nella fede, come discepola del Si-gnore, come madre dei di-scepoli. Questa è la festa dell'Assunzione, la storia di una discepola che ha credu-

to davvero nella Parola del suo Dio, che inse-gna a noi, tiepidi credenti, l'ardire di Dio, la follia dell'Assoluto. Noi crediamo che questa donna, prima tra i credenti, dopo la sua lunga esperienza di una fede abitata dal Mistero, è andata al Dio che l'aveva chiamata. Non pote-va conoscere la corruzione della morte colei che aveva dato alla luce l'autore della vita. Siamo in buona compagnia, amici! Grandi co-se ha fatto Dio in Maria: grandi cose può fare in noi, se lo lasciamo fare… (Paolo Curtaz)

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ADESTE n°33/ ANNO 4°-16.08.2015

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Cibarsi di Cristo per avere la vita eternaCibarsi di Cristo per avere la vita eternaCibarsi di Cristo per avere la vita eternaCibarsi di Cristo per avere la vita eterna

Negli otto versetti di questo Vange-lo Gesù per otto volte ripete: Chi mangia la mia carne vivrà in eterno. E ogni volta ribadisce il perché di questo mangiare: per vivere, perché viviamo davvero. È l'incalzante, martellante certez-za da parte di Gesù di possedere qualcosa che capo-volge la direzione della vita: non più avviata verso la morte, ma chiamata a fiorire in Dio.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna.

Ha la vita eterna, non avrà. La «vita eterna» non è una specie di «trattamento di fine rapporto», di liquidazione che accumulo con il mio lavoro e di cui potrò godere alla fine dell'esistenza. La vita eter-na è già cominciata: una vita diversa, profonda, giusta, che ha in sé la vita stessa di Gesù, buona, bel-la e beata.

Ma la vita eterna interessa? Domanda il salmo responsoriale: C'è qualcuno che desidera la vita? C'è qualcuno che vuole lunghi giorni felici, per gustarla? (Salmo 33,13). Sì, io voglio per me e per i miei una vita che sia vera e piena. Voglio lunghi giorni e che siano felici. Li voglio per me e per i miei. Sia-mo cercatori di vita, affamati di vita, non rassegnati, non disertori: allora troveremo risposte. Le tro-veremo nella vita di Gesù, nella sua carne e nel suo sangue, che non sono tanto il materiale fisiologi-co che componeva il suo corpo, ma includono la sua vita tutta intera, la sua vicenda umana, il suo respiro divino, le sue mani di carpentiere con il profumo del legno, le sue lacrime, le sue passioni, i suoi abbracci, la casa che si riempie del profumo di nardo e di amicizia. Su, fino alla carne inchiodata, fino al sangue versato. Fino al dono di sé, di tutto se stesso. Mangiare e bere Cristo significa essere in comunione con il suo segreto vitale: l'amore. Cristo possiede il segreto della vita che non muore. E vuole trasmetterlo.

«Chi mangia la mia carne dimora in me e io in lui». È molto bello questo dimorare insieme. Gli uomi-ni quando amano dicono: vieni a vivere nella mia casa, la mia casa è la tua casa. Dio lo dice a noi. E noi lo diciamo a Dio perché il nostro cuore è a casa solo accanto al suo.

Al momento della professione il monaco armeno antico, invece che con i tre classici voti, si consacra-va a Dio con queste parole: voglio essere uno con Te! Una sola cosa con te. Che è il fine della vita. «Uno con te»! E lascio che il mio cuore as-sorba te, lascio che tu assorba il mio cuore, e che di due diventiamo finalmente una cosa so-la. Il fine della storia: Dio si è fatto uomo per questo, perché l'uomo si faccia come Dio. Gesù Cristo entra in noi per produrre un cambiamen-to profondo, per una cristificazione: un pezzo di Dio in me perché io diventi un pezzo di Dio nel mondo.

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S tefano il Grande vanta il più lungo regno della storia del principato romeno della Moldavia, durato quasi mezzo secolo, dal 1457 al 1504, considerato dagli sto-rici un record per l’epoca.

La posterità romantica lo ha inserito nella galleria dei grandi eroi, la sua figura occupando un posto d’onore nei libri di sto-ria dei romeni e nella mentalità collettiva, come difensore dell’indipendenza della Moldavia. Il 21 ottobre 2006, la tv pubblica romena annunciava che il nome del vincitore del concorso „Grandi romeni”, in seguito al

voto della popolazione, era quello del principe Stefano il Grande, la cui popolarità è cresciuta costantemente dal 1992, anno in cui è stato canonizzato dalla Chiesa Ortodossa Romena. Il più noto oggetto appartenuto al principe Stefano il Grande e che esiste tutt’oggi, è la sua spada. Lo stor ico Carol König, esper to di armi medievali, crede che la spada di Stefano il Grande, sebbene di moda occidentale, abbia qualcosa di tipicamente moldavo. „Un unico documento attesta le armi romene. Stefano il Grande, in una lettera rivolta agli italiani, più esatta-mente ai milanesi, chiese agli artigiani di Milano di fargli 10 spade „di stampo valacco.” Significava che, probabilmente, si fosse trattato di un certo tipo di spa-da. Questo tipo non può essere che quello di Istanbul, dove ci sono 3 spade romene che somigliano, di cui una ha nella parte superiore del manico la scritta „Io, Stefano Voivoda” e lo stemma della Moldavia. La spada di Stefano il Grande è in possesso del palazzo Topkapî di Istanbul. E’ lunga 125 centimetri, di cui 102 la lama e 23 il manico. Pesa circa 2,5 kili ed è ornata dallo stemma moldavo. Finisce con un disco, sulla cui parte superiore sta scritto „Io, Stefano Voivoda” e se-

gnata la croce. Il principe moldavo aveva ricevuto la spada in dono da Papa Sisto IV, nel 1475, dopo la battaglia di Podul Înalt (Vaslui), in segno di riconoscimento per il ruolo decisivo della Moldavia nella dife-sa della cristianità. In quella battaglia, gli eserciti alleati crociati formate da moldavi, sekleri e polacchi, sotto il comando di Stefano il Grande, vinsero le truppe ottomane del Pascià Solimano. Nella sua lettera, il Sommo Pontefice apprezzava le gesta di Stefano, compiute con saggezza e bravura, contro i turchi pagani, gesta che lo avevano

reso famoso. Ci sono due varianti che spiegano il modo in cui la spada entrò in posses-so dei turchi. O Stefano stesso l’a-vrebbe data al sultano poco prima di morire, come rico-noscimento della superiorità ottomana, gesto con cui cercava di conservare la statalità della Moldavia; oppu-re, la spada era stata confiscata dai turchi durante il pri-mo regno del figlio di Stefano, Petru Rares, nell’inva-sione ottomana del 1538 in Moldavia. Da allora, la spada è rimasta in Turchia. E’ stata esposta l’ultima volta in Romania a luglio 2004, al Museo Na-zionale d’Arte della Romania, in occasione dei 500 anni dalla morte del principe Stefano il Grande. Per l’occa-sione, il governo turco ha donato una copia allo stato romeno, entrata nel patrimonio del monastero di Putna, il più importante edificio di culto fondato da Stefano, e dove si trova anche la sia tomba. (20.042013 RRI)

Sepolcro di Stefan Cel

Mare-Manastirea Putna

Papa Sisto IV

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Il 2012 è stato un anno interessante per gli obiettivi turistici naturali della provincia di Caras Severin, nel sud-ovest della Roma-nia. La cascata Bigar è stata collocata al La cascata Bigar è stata collocata al La cascata Bigar è stata collocata al La cascata Bigar è stata collocata al primo posto tra le similiprimo posto tra le similiprimo posto tra le similiprimo posto tra le simili bellezze naturali bellezze naturali bellezze naturali bellezze naturali mondiali da visitare, nella classifica „Otto mondiali da visitare, nella classifica „Otto mondiali da visitare, nella classifica „Otto mondiali da visitare, nella classifica „Otto cascate uniche al mondo”,cascate uniche al mondo”,cascate uniche al mondo”,cascate uniche al mondo”, elaborata dai giornalisti di The World Geography. Le im-magini della cascata saranno presentate per tutta la durata di quest’anno, a tutti gli incontri mondiali di turismo. Accesso facile, a pochi passi dalla strada nazionale che attraversa le Gole di Minis, zona splendida, collocazione inedita, esat-esat-esat-esat-tamente a metà distanza tra l’Equatore e il tamente a metà distanza tra l’Equatore e il tamente a metà distanza tra l’Equatore e il tamente a metà distanza tra l’Equatore e il Polo Nord sul Parallelo 45 e unica al mondo Polo Nord sul Parallelo 45 e unica al mondo Polo Nord sul Parallelo 45 e unica al mondo Polo Nord sul Parallelo 45 e unica al mondo

per il modo in cui cade l’acqua.per il modo in cui cade l’acqua.per il modo in cui cade l’acqua.per il modo in cui cade l’acqua. Sono que-sti sufficienti motivi affinchè la cascata Bi-gar, che sorge da una grotta, sia un impor-tante punto di riferimento sulla mappa tu-ristica della Romania. Nella classifica „Otto cascate uniche al mondo”, Bigar è seguita dalla Cascata la Fiamma Eterna degli Stati Uniti, la Asik-Asik delle Filippine, la Ca-scata Orizzontale dell’Australia e quella del Sangue, nell’Antar-tide.

Una fra le 8 cascate Una fra le 8 cascate Una fra le 8 cascate Una fra le 8 cascate più belle al mondopiù belle al mondopiù belle al mondopiù belle al mondo

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore no-stro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spi-rito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Cristo, Pane per la nostra vita, chiediamo perdono dei nostri peccati e delle nostre infedeltà. Domandiamoci quanta nostalgia abbiamo di lui, quale bisogno sentiamo del cibo della sua paro-la e del suo Corpo. Chiediamoci dove dobbiamo cambiare perché la nostra vita sia più consapevole della sua presenza e del suo amo-re, che ancora oggi ci dona nel banchetto che ha preparato per noi. Breve pausa di riflessione personale

C. Signore, tu sei l’unico pane di vita capace di comunicarci la vera vita, abbi pietà di noi. Signore, pietà. Cristo, Sapienza del Padre che ci inviti al banchetto preparato per noi, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. Signore, che ti offri in cibo di co-munione per restare con noi, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. A. Amen. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo:

nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio della vita, che in questo giorno santo ci fai tuoi amici e commensali, guarda la tua Chiesa che canta nel tempo la beata spe-ranza della risurrezione finale, e donaci la certezza di partecipare al festoso banchetto del tuo re-gno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vi-ve e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura

Dal libro dei Proverbi La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette co-lonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha im-bandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a pro-clamare sui punti più alti della cit-tà: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho prepara-to. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Gustate e vedete com’è buono il Signore. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. R/. Temete il Signore, suoi san-ti: nulla manca a coloro che lo te-mono. I leoni sono miseri e affa-mati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R/. Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il be-ne? R/. Custodisci la lingua dal ma-le, le labbra da parole di menzo-gna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera di san Paolo apo-stolo agli Efesini Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, compor-tandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, per-ché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate

comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, in-trattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e in-neggiando al Signore con il vo-stro cuore, rendendo continua-mente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore no-stro Gesù Cristo. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dice il Signore, rima-ne in me e io in lui. R. Alleluia.

† Vangelo

Dal vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse alla fol-la: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discu-tere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in ve-rità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia car-ne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ulti-mo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che man-gia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiaro-no i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Pa-rola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose vi-sibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, uni-genito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Pr 9,1-6 Sal 33 Ef 5,15-20 Gv 6,51-58

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dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarna-to nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha par-lato per mezzo dei profeti. Cre-do la Chiesa, una santa cattoli-ca e apostolica. Professo un so-lo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Nutriti dalla Parola di Dio e in-vitati alla sua mensa, offriamo con fiducia al Signore le nostre preoc-cupazioni e quelle dei nostri fra-telli. Lui, che conosce tutto della nostra vita, saprà ascoltare la no-stra preghiera. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per il Papa e i vescovi: continuino a offrire agli uomini la sapienza di Dio e ad invitare i cri-stiani a nutrirsi della sua Parola e dell'Eucaristia, preghiamo. 2. Per tutti i cristiani: la men-sa del mondo è spesso più allet-tante di quella di Dio. Preghiamo perché abbiano il coraggio di non attaccare il cuore agli idoli della terra, ma di impegnarsi in una vera vita cristiana, preghiamo. 3. Per quanti hanno respon-sabilità politiche e civili: non si preoccupino di rafforzare il be-nessere di pochi, ma di aiutare le persone prive del necessario, nelle quali Cristo soffre e muore, preghiamo. 4. Per la nostra comunità: l'Eucaristia ci faccia sentire uniti a Gesù, uniti tra di noi, uniti a colo-ro che tutti gli uomini dimentica-no, preghiamo. C. O Padre, bontà infinita, ti ringraziamo di averci nutriti con la Parola e l'Eucaristia. Concedici di avere sempre fame di ciò che è veramente necessario, e di esse-re sensibili ai poveri in cui Gesù

continua a soffrire. Egli vive e re-gna nei secoli dei secoli. A. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accogli i nostri doni, Signo-re, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua gran-dezza; noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signo-re. A. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente giusto bene-dirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa me-moria del Signore risorto nell'at-tesa della domenica senza tra-monto, quando l'umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uni-ti agli angeli e ai santi, proclamia-mo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. Amen A. P A D R E NO S T R O

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che in questo sacra-mento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo, trasformaci a im-magine del tuo Figlio, perché di-ventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signo-re. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6�7: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A69� I�6+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T+;+�<���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

Sacco e Vanzetti condannati a morte martedì 23 agosto 1927 (88 anni fa) Sacco e Vanzetti condannati a mor te: Diciannove minuti dopo la mezzanotte, nella prigione di Charlestown (vicino Boston),Nicola Sac-co viene giustiziato sulla sedia elettrica. Sette minuti dopo, la stessa sorte tocca al suo amico Bartolomeo Vanzetti. Alla notizia dell’esecuzione, per le strade di mezzo mondo si scatenano le proteste di migliaia di persone, che hanno seguito l’intera vicenda dei due immigrati italiani, sperando in un epilogo diverso. Un processo, fortemente condizio-nato dal clima politico dell’epoca, ha dipinto come due spietati assassini e terroristi, un ciabattino ori-ginario di Torremaggiore (provincia di Foggia), Sacco, e un pescivendolo nativo del cuneese (Villafalletto). Tutto ha inizio con una serie di attentati di matrice anarchica, contro cui l’amministrazione gui-data dal Presidente Wilson risponde con una dura politica di repressione nei confronti della cosiddetta “sovversione”, in cui vengono mischiati indistintamente anarchici, operai, sindacalisti e le masse di popolo desiderose da tempo di un riscatto sociale. Nick e Bart, come li chiamano gli yankee, finiscono vittime di questo clima per le loro frequen-tazioni anarchiche. Il 5 maggio 1920 vengono arrestati e accusati della rapina al calzaturificio "Slater and Morril", nel corso della quale rimangono uccisi a colpi di pistola il cassiere e una guardia giurata. Nel corso dei tre processi, su di loro si riversa il pregiudizio politico dell’epoca nei confronti de-gli immigrati, tant'è che verranno definiti dal giudice «due anarchici bastardi». La confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che li scagiona totalmente, non eviterà la sentenza di condanna e a nulla serviranno le iniziative del governo italiano e gli appelli di famosi in-tellettuali (su tutti Albert Einstein e George Bernard Show) per fermare la condanna. La vicenda ispirerà un omonimo film diretto da Giulia-no Montaldo, passato alla storia del cinema soprattutto per la colonna sonora firmata da Ennio Morricone e da Joan Baez,

la cui Here’s to you diverrà un inno gene-razionale.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.16DOM.16DOM.16DOM.16 S. RoccoS. RoccoS. RoccoS. Rocco

LUN. 17LUN. 17LUN. 17LUN. 17 S. Chiara da MontefalcoS. Chiara da MontefalcoS. Chiara da MontefalcoS. Chiara da Montefalco

MART.18MART.18MART.18MART.18 S. ElenaS. ElenaS. ElenaS. Elena

MERC.19MERC.19MERC.19MERC.19 S. Giovanni EudesS. Giovanni EudesS. Giovanni EudesS. Giovanni Eudes

GIOV,20GIOV,20GIOV,20GIOV,20 S.Bernardo di ChiaravalleS.Bernardo di ChiaravalleS.Bernardo di ChiaravalleS.Bernardo di Chiaravalle

VEN.21 VEN.21 VEN.21 VEN.21 S. Pio X S. Pio X S. Pio X S. Pio X

SAB. 22SAB. 22SAB. 22SAB. 22 Beata Vergine Maria ReginaBeata Vergine Maria ReginaBeata Vergine Maria ReginaBeata Vergine Maria Regina Cocomeri quadrati Strano...ma vero!