12
I N SINERGIA SINERGIA SINERGIA SINERGIA CON CON CON CON F ONDAZIONE ONDAZIONE ONDAZIONE ONDAZIONE M IGRANTES IGRANTES IGRANTES IGRANTES

Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Page 1: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

IIIINNNN S INERGIASINERGIASINERGIASINERGIA CONCONCONCON FFFFONDAZIONEONDAZIONEONDAZIONEONDAZIONE

MMMM IGRANTESIGRANTESIGRANTESIGRANTES

Page 2: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

2

Nella notte di venerdì 30 Novembre un in-cendio in una discoteca della capitale (Colectiv) ha causato decine di morti, tutti giovanissimi. Il paese è in lutto e si dibatte del perché non era stata rispettata alcuna elementare norma di sicurezza 32 persone hanno perso la vita (un bilancio destinato a salire) e altre 180 sono rimaste ferite a Bucarest, in un incendio che nella notte tra venerdì e sabato ha deva-stato una discoteca. Da sabato scorso l’intero paese e sotto shock e piange i suoi ragazzi, andati a divertirsi in una discoteca dove hanno invece trovato la morte. Erano circa 400 le persone presenti nel club “Colectiv”, nel centro della capitale, per assistere al concerto rock della band “Goodbye to Gravity” che doveva presentare il suo nuovo album ”Mantras of war”. Entusiasti, felici come ci si sente a 20-30 anni. Chi è riuscito a salvarsi dall’inferno racconta che lo spettacolo prevedeva un momento pirotecnico sul palcoscenico. Poi una scintilla che investe alcuni arredi in polisti-rolo per l'isolamento fonico del locale. In pochi secon-di ha preso fuoco il soffitto. Un solo estintore e un'uni-ca uscita. È stata un'apocalisse. Quando hanno iniziato a staccarsi pezzi di soffitto le fiamme hanno iniziato a bruciare i capelli, i vestiti, i corpi delle persone nel locale. Molti sono caduti a terra intossicati, nella ressa parecchie persone sono state calpestate. Secondo il segretario di stato Raed Arafat, la prima ambulanza è arrivata dopo 11 minuti dalla prima chia-mata d'urgenza registrata. In tutto ne sono poi interve-nute circa 60. Via vai anche delle autopompe dei vigili del fuoco. Le testimonianze di un'infermiera (Violeta Maria Na-ca), citata da gran parte della stampa romena, sono drammatiche: “La loro carne si staccava, si aggrap-pavano ai medici, alle infermiere, si mettevano davan-ti alle ambulanze per essere portati via e salvati”. A Bucarest il sistema sanitario si è trovato in piena emergenza: ambulanze tutte occupate così come i po-sti nelle sale operatorie e in terapia intensiva. “Tutto, anche i medici e gli infermieri a disposizione erano insufficienti”, denuncia un medico che ha partecipato al salvataggio. Il sistema sanitario romeno è da anni in difficoltà. Buona parte del suo personale ha infatti deci-so di emigrare, dati gli stipendi bassi e la situazione precaria nel-la quale si trovavano a lavorare. E la frustrazione del non avere i mezzi per salvare il più alto nu-mero di persone è risulta eviden-

te dalle testimonianze di medici, infermieri e vigili del fuoco. Molti dei quali piangevano davanti a giovani con il 70-90% del corpo bruciato, circondati dai geni-tori dei ragazzi che, secondo alcune testimonianze “baciavano i piedi ai soccorritori” chiedendo loro di salvare i propri figli. Intanto centinaia di persone si sono messe in fila, in piena notte, per donare il sangue. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, si è reca-to sul luogo della tragedia per deporre un mazzo di fiori e una candela e ha sottolineato che vi è un'alta possibilità che non siano state rispettate le basilari re-gole di sicurezza. Poi si è recato a visitare alcuni feriti. La procura ha avviato un'indagine per omicidio colpo-so. Il governo ha invece dichiarato 3 giorni di lutto nazio-nale (dal 31 ottobre al 2 novembre). Duramente criti-cato invece, il patriarca ortodosso Daniel, che nemme-no a 48 ore dalla tragedia altro non ha fatto se non emettere un semplice comunicato. In molti si aspetta-

vano più compassione da parte dalla Chiesa. Si è mobilitata invece la gente comune, che ha portato da mangia-

re ai parenti dei feriti che aspettano nei cortili degli ospedali in attesa di una buona notizia per i loro figli, psicologici che hanno offerto il loro sostegno, e altra solidarietà è arrivata da varie espressioni della società civile. Infine circa 8000 persone hanno partecipato domenica a Bucarest ad una marcia del silenzio. Un tappetto di fiori e candele circondava il luogo della tragedia. Tutti chiedono ora che sia fatta chiarezza su quanto avvenu-to e puntano il dito contro “la corruzione che uccide i giovani”. Infatti si ritiene che dietro ai numerosi locali notturni e bar spuntati come funghi nella capitale vi sia il malaf-fare che, grazie alla corruzione, mira al profitto senza rispettare alcuna regola. Senza o con carte truccate i proprietari dei vari club farebbero quello che voglio-no. E i funzionari che dovrebbero controllare non fan-no nulla. Secondo il giornale Adevarul oltre il 90% degli spazi con questo tipo di attività, “facendo riferimento in mo-do esplicito al centro storico di Bucarest”, non rispet-tano gli standard minimi di sicurezza.

Il noto scrittore Mircea Cărtărescu scrive su Facebook che ognuno di quei giovani morti in modo così terribile e assurdo sarebbe potuto essere suo figlio. Cărtărescu ha te-nuto a sottolineare poi che “la capi-tale è una trappola per topi” e se non si rimedia in qualche modo, la prossima volta il numero delle vit-time rischia d'essere superiore. (Osservatorio Balcani e Caucaso 2 Novembre 2015)

Page 3: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

3

Il telegramma di cordoglio per i numerosi giovani che hanno perso la vita nel rogo avvenuto venerdì notte in una discoteca nel centro di Bucarest, inviato dal Cardinale Segretario di Sta-to Pietro Parolin – a nome del Santo Padre Francesco - al Presidente della Repubblica di Romania, S.E. Klaus Werner Iohannis: Telegramma A SUA ECCELLENZA IL SIG. KLAUS WERNER IOHAN-A SUA ECCELLENZA IL SIG. KLAUS WERNER IOHAN-A SUA ECCELLENZA IL SIG. KLAUS WERNER IOHAN-A SUA ECCELLENZA IL SIG. KLAUS WERNER IOHAN-NIS PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ROMANIA NIS PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ROMANIA NIS PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ROMANIA NIS PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ROMANIA BUCARESTBUCARESTBUCARESTBUCAREST IL SOMMO PONTEFICE ESPRIME PROFONDO DOLO-IL SOMMO PONTEFICE ESPRIME PROFONDO DOLO-IL SOMMO PONTEFICE ESPRIME PROFONDO DOLO-IL SOMMO PONTEFICE ESPRIME PROFONDO DOLO-RE PER IL TRAGICO INCIDENTE AVVENUTO NELLA RE PER IL TRAGICO INCIDENTE AVVENUTO NELLA RE PER IL TRAGICO INCIDENTE AVVENUTO NELLA RE PER IL TRAGICO INCIDENTE AVVENUTO NELLA DISCOTECA DI BUCAREST NEL QUALE HANNO PER-DISCOTECA DI BUCAREST NEL QUALE HANNO PER-DISCOTECA DI BUCAREST NEL QUALE HANNO PER-DISCOTECA DI BUCAREST NEL QUALE HANNO PER-SO LA VITA TANTI GIOVANI E, NELL’ASSICURARE LA SO LA VITA TANTI GIOVANI E, NELL’ASSICURARE LA SO LA VITA TANTI GIOVANI E, NELL’ASSICURARE LA SO LA VITA TANTI GIOVANI E, NELL’ASSICURARE LA SUA SPIRITUALE VICINANZA AI FAMILIARI DELLE VIT-SUA SPIRITUALE VICINANZA AI FAMILIARI DELLE VIT-SUA SPIRITUALE VICINANZA AI FAMILIARI DELLE VIT-SUA SPIRITUALE VICINANZA AI FAMILIARI DELLE VIT-TIME, ALLE AUTORITÀ GOVERNATIVE E ALL’INTERA TIME, ALLE AUTORITÀ GOVERNATIVE E ALL’INTERA TIME, ALLE AUTORITÀ GOVERNATIVE E ALL’INTERA TIME, ALLE AUTORITÀ GOVERNATIVE E ALL’INTERA NAZIONE, AFFIDA ALLA MISERICORDIA DEL SIGNO-NAZIONE, AFFIDA ALLA MISERICORDIA DEL SIGNO-NAZIONE, AFFIDA ALLA MISERICORDIA DEL SIGNO-NAZIONE, AFFIDA ALLA MISERICORDIA DEL SIGNO-RE QUANTI SONO DECEDUTI IN COSÌ DRAMMATICI RE QUANTI SONO DECEDUTI IN COSÌ DRAMMATICI RE QUANTI SONO DECEDUTI IN COSÌ DRAMMATICI RE QUANTI SONO DECEDUTI IN COSÌ DRAMMATICI EVENTI.EVENTI.EVENTI.EVENTI. CARDINALE PIETRO PAROLIN SEGRETARIO DI STATO DI CARDINALE PIETRO PAROLIN SEGRETARIO DI STATO DI CARDINALE PIETRO PAROLIN SEGRETARIO DI STATO DI CARDINALE PIETRO PAROLIN SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ SUA SANTITÀ SUA SANTITÀ SUA SANTITÀ

UNA STDENTESSA ITALIANA COINVOLTA NELL’INCENDIO

DEL CLUB DI BUCAREST

S ono gravi le condizioni di Tullia Cio-tola, la 27enne napoletana, unica ita-liana coinvolta nell’incendio della di-scoteca a Bucarest, nella notte tra sabato

e domenica. La giovane studentessa dell’Orientale era in Romania per il progetto Erasmus e aveva deci-so di passare la serata di Halloween al Club Collectiv con alcune colleghe Romene. Le ra-gazze erano insieme ad altri 500 giovani e sta-vano assistendo a un concerto di una banda metal, si stavano divertendo. Qualche secondo dopo l’inferno, le fiamme, causate da fuochi di artificio, divampano, il rogo non risparmia nulla e nessuno. Il bilancio delle vittime è di 32 morti e 145 feriti trasportati d’urgenza in ospedale. Tra quelli c’è anche Tullia. Il 50% del suo corpo presenta ustioni gravi, i suoi pol-moni sono danneggiati, il suo apparato respira-torio è, infatti, compromesso. Quando è stata soccorsa la giovane era in stato di shock e va-gava alla ricerca dei documenti che sono anda-ti in fiamme. Secondo l'autorità nazionale per le emergenze la maggior parte dei feriti ancora ricoverati in ospedale è in stato critico. Anche

le condizioni della studentes-sa napoletana escludono al momento qual-siasi possibilità di trasferimen-to dal nosoco-mio della capi-tale romena a

una struttura ospedaliera italiana. L’ambascia-ta italiana di Bucarest, dopo aver identificato la ragazza, ha subito informato la famiglia che giunta sul posto ha preferito non divulgare no-tizie sulla figlia che è intanto ricoverata in pro-gnosi riservata.

L’L’L’L’ arcivescovo romano cattolico

Ioan Robu è accorso subito sul

luogo della tragedia ed in segno di solidarietà, si

è inginocchiato sull’asfalto, ha acceso un lume , ha pregato per le vittime e si espresso molto caustica-

mente ricevendo ammirazione e consenso da parte di tutti:

"...Penso di non aver lavorato abbastanza fino ad ora, in questi 25 anni, noi, le chiese, per cambiare qual-

cosa nel nostro modo di pensare e di agire che ha visto noi digerire facilmente negligenze, corruzione,

menzogna, inganni…... Preghiamo per coloro che hanno lasciato questo mondo, ma preghiamo anche per

coloro che sono rimasti con le lacrime, ma chiediamo a Dio di dare conforto e speranza a tutti. Ho detto a

Dio che chiedo perdono perchè noi, tutti noi, della nostra nazione, non abbiamo fatto niente di speciale

perchè non accadesse questo, perche’ la Romania fosse diversa..."

Page 4: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

4

Bibihal Uzbeki ha 105 anni, ha attraversato due secoli e vi-

sto forse quanto nessuno vorrebbe mai vedere e vivere. In un

Paese continuamente invaso dalle superpotenze, dove i talebani

stanno di nuovo seminando il terrore e le bombe (nemmeno

quelle degli americani) non risparmiano nessuno. L’anno scorso

le vittime del conflitto sono salite a 10mila. La nonnina non si è

arresa al suo destino. La sua città, Kunduz, è la stessa dove

giorni fa un raid aereo sciagurato ha ucciso trenta civili nell’o-

spedale di Medici senza frontiere. Ha indossato i suoi vestiti migliori - il fazzoletto verde in

testa e una gonna a fiori, codice tradizionale che rispecchia l’islam moderato che non prevede

il burqa imposto dai talebani - e ha deciso di affrontare lo stesso un viaggio lungo e rischiosis-

simo, attraverso la Turchia, la Serbia e ora la Croazia. Una impresa faticosa per chiunque, fi-

gurarsi alla sua età, tra montagne, deserti, mari. Insieme a lei un figlio di 67 anni e una quindi-

cina di parenti, tra cui un nipote di 19 anni, che nei momenti più difficili si è caricato sulle

spalle la nonna.

Come non pensare all’immagine mitologica - poi ri-

tratta magistralmente anche da Raffaello e Bernini - di

Enea che porta sulle spalle il padre Anchise, in fuga

dall’incendio di Troia? Bibihal è arrivata insieme ad

altri 10mila profughi, in tutta Europa ne sono entrati

quest’anno oltre 700mila, di cui 550mila dal corridoio

balcanico che porta i profughi in fuga dalle guerre in

Siria, Afghanistan e Iraq. La prima preoccupazione di

Bibihal, appena accolta dai volontari, è stata per i

bambini: «Indosso quattro paia di calze e ho freddo,

figuriamoci loro che camminano scalzi». Nonni e ni-

poti uniti nello stesso destino obbligato: la fuga. Come negli

esodi biblici, oggi si sta incendiando il mondo. Il sogno di

una vita migliore e in pace di chi fugge dalla disperazione

non ha età, né epoche storiche, perché la storia non fa sconti

a nessuno. È ora di prenderne coscienza.

Page 5: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

5

N on tornare a casa”. Basta

una frase sola, sus-surrata al telefono, senza aggiungere spiegazioni, tratte-nendo le emozioni

nella voce, a cambiare di colpo tutta una vita. Aweis Ahmed, l’idolo della nazionale giovanile di calcio del-la Somalia, il fortunato gestore di un avviato negozio di cd e dvd, marito, figlio, fratello, amico di tanti, diven-ta il fuggiasco Aweis, senza documenti, senza soldi, senza una camicia di ricambio. La sua ricerca di libertà in un Paese travolto da oltre 20 anni di guerra civile, dominato da pirati tribali ricchi e straccio-ni, sempre in balia di fragili prove di vita democratica de-stinate a fallire, è la storia di molti rifugiati che chiedono protezione e asilo nei paesi europei.

La fuga di Aweis comincia agli inizi del 2008 dal Ke-nya, solo la prima tappa di un lungo percorso attraver-so l’Uganda e il Sudan verso la Libia e poi l’Europa. Ad ogni frontiera lo stesso cuore in gola per i controlli di polizia e militari, passando di mano in mano ai traf-ficanti; ad ogni frontiera scende il valore della persona umana e si alza il prezzo in banconote del passaggio.

Odissea di Aweis

In Sudan Aweis trova suo cogna-to e decidono di attraversare il deserto insieme, facendosi corag-gio a vicenda. Una manciata di giorni e saranno in Libia, promet-tono i trafficanti, ma non è così. E il prezzo da pagare si conta adesso in vite umane.

Anche Aweis, sfinito, cade in coma. Quando riapre gli occhi ha davanti a sé degli ufficiali libici: “Ti abbiamo salva-to”. Ma da queste parti niente niente è gratis. Anche a un clandestino che ha indosso soltanto dei pantalonci-ni si possono spremere soldi: basta che telefoni ai fa-miliari in Somalia e li scongiuri di aiutarlo mentre vie-ne picchiato. Per poco il “gioco” non gli riesce: Aweis telefona a sua madre, ma lei che lo crede morto, non lo riconosce. Più delle botte e delle sevizie dei milita-ri, più dell’inferno del carcere in cui lo tengono rin-chiuso, è il dolore provocato a sua madre e il senso di

colpa che fe-riscono

Aweis. Dopo la “liberazione”,

grazie ai soldi mandati da suo fratello, l’ex calciatore passa due mesi in un appartamento di Tripoli rifiutan-dosi di avere qualsiasi contatto con il mondo di fuori. Aspetta solo l’occasione per il viaggio in mare verso l’Italia su una qualche imbarcazione di fortuna, affi-dando la vita a nuovi trafficanti. Dietro di sé morte certa, davanti il mare e una probabilità: cosa sceglie-rebbero tutti quelli che si indignano di fronte ai mi-granti che tentano la sorte stringendo in braccio i figli? Le compagne di traversata di Aweis, ragazze siriane

ed eritree, violentate e abusate più volte durante il viaggio – una culla il figlio avuto mentre era in un centro di detenzione in Libia e di cui ignora chi possa essere il padre – non hanno dubbi.

Ottomila dollari e sei mesi dopo, Aweis raggiunge Lampedusa e l’Europa. Pensa che sia tutto fini-to e invece è solo l’inizio di un’altra odissea. Il sistema di protezione italiano non è in grado di offrire una rete che aiuti i rifu-

giati a trovare sistemazioni di vita dignitose dopo la fase di prima accoglienza e “libertà” ha un sapore di cenere quando Aweis si trova a dormire tra i rifiuti dell’ex ambasciata somala a Roma e a dipendere per la sopravvivenza dai pasti della mensa del Centro Astalli per i rifugiati dei gesuiti o della Caritas, grazie

al passa parola dei tanti come lui che si incontra-no alla stazione Termini. Tra l’indifferenza di chi gli passa accanto, italiani o turisti fortunati a cui il passaporto in regola ga-rantisce di poter girare il mondo senza doversi guardare le spalle.

Aweis oggi ha una casa e un lavoro in Italia e nuo-vi amici, tra i quali gli operatori del Centro Astalli che lo hanno aiu-tato nel suo difficile per-

corso di inserimento in un Paese, in una lingua e una cultura diversi. Ha provato a farsi raggiungere da sua madre, ma un tentativo attraverso lo Yemen, a sua volta sconvolto dai gruppi jihadisti, è fallito. Aweis non sa se rimarrà per sempre nel nostro Paese ma è ottimista: è un credente e la sua fede gli dà coraggio. A volte ripensa ai ragazzi morti nel deserto, a suo co-gnato e alla telefonata a casa che non arriverà mai, e la voce si spezza. In italiano ha imparato a dire: “Non mollo mai”. (Source ALETEIA)

L’odissea di un gio-vane somalo che in fuga dal suo paese ha attraversato il deserto e il mare per raggiungere Lampedusa e un luogo senza guerra

Page 6: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

6

L’ESTATE DI SAN MARTL’ESTATE DI SAN MARTL’ESTATE DI SAN MARTL’ESTATE DI SAN MARTINO: 11 NOVEMBREINO: 11 NOVEMBREINO: 11 NOVEMBREINO: 11 NOVEMBRE

Q uesto periodo dell’anno, intorno alla metà di novembre è caratterizzato da una serie di giornate calde e soleggiate dopo un per iodo di gelo o di for ti piogge. È “l’estate indiana” co-me l’hanno sempre chiamata i nativi del Nord America, che un tempo approfittavano di questo

particolare periodo per terminare il raccolto prima del sopraggiungere dell’inverno. Ma il fenomeno non si ripete necessariamente tutti gli anni. Così nel Nord America, invece in Europa, questo periodo dell’anno è legato alla data dell’11 novembre, San Martino; ma c’è una similarità anche questo periodo si chiama “estate” l’estate di San Martino. Anche qui la tradizione è legata al mondo agricolo: infatti “a San Martino ogni mosto diventa vino” Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino novello, che solita-mente viene abbinato alle prime castagne. Per evocare ricordi scolastici questa tradizione è celebrata anche in una famosa poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto San Martino:

La nebbia a gl’irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale

Urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo

Dal ribollir de’ tini Va l’aspro odor de i vini

L’anime a rallegrar. Gira su’ ceppi accesi

Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando

Su l’uscio a rimirar Tra le rossastre nubi Stormi d’uccelli neri, Com’esuli pensieri, Nel vespero migrar.

(San Martino; Giosuè Carducci) L’ 11 Novembre si ricorda : San Martino di Tours, vescovo. Martino nacque nel 317 in Pannonia (Ungheria) da un tribuno militare e fu educato a Pavia. Costret-to ad arruolarsi nell’esercito imperiale, in questo ambiente ebbe modo di incontrare la fede cristiana e vi aderì. Dal suo biografo Sulpizio Severo veniamo a sapere che il giovane soldato, ancora catecu-meno, incontrò un povero, tremante di freddo, alle porte di Amiens e, non avendo altro da offrirgli, gli diede metà del suo mantello militare. La notte successiva Cristo, apparendogli in sogno, gli fece udire queste parole: “Martino, ancora catecumeno, mi ha coperto con questo mantello”. Nel 337 fu battezzato e, ispirato dalla figura di Ilario di Poitiers, decise di dedicarsi alla vita monastica; ma inter-venne l’esilio inflitto dagli ariani a Ilario, che indusse Martino a ritornare in Pannonia, ove convertì la madre alla fede cristiana. Al rimpatrio di Ilario a Poitiers anche Martino tornò e potè realizzare il suo desiderio, fondando in-sieme a Ilario il monastero di Ligugé, il più antico d’Europa. Eletto vescovo di Tours nel 371, iniziò la sua grande opera pastorale dedicandosi alla conversione dei Galli, impegnandosi nella pacificazione tra ariani e ortodossi e nell’evangelizzazione missionaria delle campagne, dove creò le prime parroc-chie rurali. Restò comunque sempre fedele alla sua vocazione monastica, continuando a vivere come monaco nel nuovo monastero da lui stesso fondato presso Tours, il cenobio di Marmoutiers, dove condusse con alcuni monaci-preti da lui formati, una vita di comunione fraterna, di condivisione dei beni, di preghiera comune e di predicazione. La tradizione legata al mondo delle campagne ha fatto di Martino uno dei santi più popolari e amati, inventando una miracolosa estate di san Martino. Morì l’8 novembre 397 a Candes vicino a Tours.

Page 7: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

7

La protagonista della liturgia di oggi è una ve-dova, anzi due. Se la vedovanza già rappresenta uno stato di grande dolore, di lacerazione inte-riore, di frantumazione di affetti, restare vedo-ve. al tempo di Gesù, era una vera e propria tragedia.

Sono proprie le vedove, le ultime della società, ad essere al centro dell'attenzione della Parola di Dio di oggi. La prima vedova si trova a Zarepta di Sidone, fuori dal territorio di Israele. Elia, il grande profeta, le chiede accoglienza alle porte della città. Questa povera donna, senza mezzi di sussistenza, accetta di ospitare questo sconosciuto, straniero, condividendo l'ultima porzione di cibo che possiede. Questo immenso segno di generosità cambierà la sua vita: l'olio nell'orcio e la farina nella madia non verran-no mai più a mancare. Così la vedova del Vangelo getta nel tesoro del Tempio qualche euro, mentre i notabili della città e i devoti si spintona-no per far notare le somme considerevoli che versano nelle casse del Tempio appena ricostruito. Gesù loda la generosità di questa donna che ha dato il suo necessario come offerta a Dio, e ignora le generose offer-te pubblicate e titoli cubitali del miliardario di turno. La vedova del Vangelo - ingenua - mette quel poco che ha per il Tempio, per Dio. Non sa dove finiranno i soldi, forse serviranno a comperare detersivo per i pavimenti... poco importa, il suo gesto è assoluto, profetico, col-mo di una tenerezza infinita. Che se l'uomo ignora, Dio gradisce.

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 6) Non mi piace andare a Messa

U �lizzare il criterio del piacere-non piacere per giudicare cosa fare o cosa non fare nella vita è una cosa piu�osto infan�le. È il classico modus operandi dei bambi-

ni. Le mamme lo sanno meglio di chiunque altro. Per questo, è poco con-sigliabile procedere nella vita lasciandosi trascinare da questo impulso. Possiamo immaginare tu�e le a%vità di importanza fondamentale che rifiuteremmo con questo pretesto se fosse valido: “Non mi piace questa medicina che mi ha prescri�o il medico”, “Non mi piace fare la dieta”, “Non mi piace fare sport”, “Non mi piace studiare, andare a scuola o all’u-niversità”, “Non mi piace andare al lavoro (preferirei dormire fino a tar-di)”, ecc. Se ci reggessimo sulla base di questa legge capricciosa finirem-mo per ammalarci, per essere licenzia�, per non andare a scuola o all’università, e non svilupperemmo mol� dei no-stri talen�. Bisogna maturare per scoprire che i sacrifici e le rinunce sono una parte fondamentale della vita e sono esperienze di grande valore perché ci perme�ono di crescere e di dispiegare in pienezza la nostra esistenza. Con un po’ di sforzo e perseveranza, molte delle a%vità che all’inizio ci costano (e che quindi non ci piacciono) con il tempo iniziano ad acquisire il sapore della familiarità, della sana rou�ne della buona abitudine, del sacrificio che libera, del rito capace di dare un senso profondo alla vita; e così, a poco a poco, ci vengono svela� la bellezza e il grande valore che ci si nascondevano a prima vista. Nel caso dell’Eucaris�a, è straordinario poter scoprire la presenza reale di Dio e la possibilità di condividere con Lui un’ora di questa vicinanza.

Page 8: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

8

IL PETTEGOLEZZO....

Un giorno una donna spettegolava con un

amica di un uomo che a malapena conosceva…. Quella notte fece un sogno…, un enorme mano apparve sopra di lei, e le puntò il dito contro, la donna fu so-praffatta da un opprimente senso di colpa. Iil giorno seguen-te andò a parlare col proprio vesco-vo…al quale raccontò tutto…

“il pettegolezzo è peccato??” chie-se al vescovo… “era la mano di Dio onnipotente che puntava il dito contro di me?… mi dica… ho commesso peccato? “SI”…le rispose il vescovo “Hai detto falsità sul conto di un tuo simile, hai messo a repentaglio la sua reputazione, dovresti pentir-tene dal profondo del tuo cuore…! Allora, la donna disse di essere pentita, e chiese il perdono… “Non avere fretta…” disse il Ve-scovo, “vai a casa tua prima, pren-do un bel cuscino e portalo sul tet-to. Squarcialo bene con un coltel-lo,e poi ritorna da me…” Cosi la donna andò a casa, prese un cuscino dal letto, un coltello in cu-cina, salì sul tetto, salendo dalla scala antincendio e squarciò il guanciale.

Tornò poi dal vescovo, come lui le aveva detto…. “Hai squarciato il cuscino con il coltello?” chiese lui “Si…“ “E il risultato qual è stato?” “piume”…disse lei “piume”…fece eco il vescovo “piume dappertutto…” “ora voglio che tu torni a casa, a raccogliere tutte le piume volate via con il vento” “ ma…” rispose la donna…”non è possibile, non so dove siano finite, il vento le ha portate chissà do-ve…” “…e questo è…”…disse il vesco-vo…”IL PETTEGOLEZZO”…

AGGIUSTARE IL MONDO....

Un bambino ed il suo papà erano seduti sul treno. Il viag-gio sarebbe durato un’ora circa. Il padre si siede comodamente e si mette a leggere una rivista per di-strarsi. Ad un certo punto il bambino lo interrompe e domanda: “Cos’è quello, papà?”. L’uomo si volta per vedere quello che gli aveva indica-to il bambino e risponde: “E’ una fattoria.” Incomincia di nuovo a leggere quando il bambino gli do-manda un’altra volta: “Quando ar-

riveremo, papà?”. Il padre gli risponde che manca anco-ra molto. Aveva di

nuovo cominciato a leggere la sua rivista quando un’altra domanda del bambino lo interrompe e così per tantissime altre volte. Il padre disperato cerca la maniera di di-strarre il bambino. Vede sulla rivista che stava leggen-do la figura del mappamondo, la rompe in molti pezzetti e li da al figlio invitandolo a ricostruire la

figura del mappamondo. Così si siede felice sul suo sedile convinto che il bambino sarebbe stato occu-pato per tutto il resto del viaggio. Aveva appena cominciato a legge-re di nuovo la sua rivista quando il bambino esclama: “HO TERMI-NATO”. “Impossibile! Non posso crederci! Come hai potuto rico-struire il mondo in così poco tem-po?” Però il mappamondo era stato ricostruito perfettamente. Allora il padre gli domanda di nuovo: “Come hai potuto ricostruire il mondo così rapidamente?” Il bambino risponde: “Non mi sono fissato sul mondo…. dietro al fo-glio c’era la figura di un uomo, HO RICOSTRUITO L’UOMO E IL MONDO SI E’ AGGIUSTATO DA SOLO!!!”. Il mondo sarà aggiustato solo quando gli uomini saranno aggiu-stati ossia, saranno leali ed onesti.

IL SAGGIO

Un giorno il saggio dis-se: «Seguirò la regola d’oro e convertirò tutti gli uomini. Ma… da dove comincerò?

Il mondo è così grande. Comincerò dal paese che conosco meglio, il mio. Ma è così vasto il mio Paese! Co-mincerò dalla città più vicina, la mia.

Ma è così grande la mia città! Al-lora comincerò dalla mia strada… No, comincerò dal mio caseggiato, o meglio, co-mincerò dalla mia famiglia.

No, finalmente ho capito che cosa vuole la regola d’oro: comincerò da me stesso»

Piccole storie Piccole storie Piccole storie Piccole storie per riflettereper riflettereper riflettereper riflettere

Page 9: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

9

Una principessa gepida della

Transilvania

Intorno al 500 d.C., l’accampamento della legione V Macedonica di Potaissa (oggi Turda, nella Transilvania

centrale) giaceva in par te in rovina, essendo stato abbandonato fin dal

tempo dell’imperatore Aureliano (270 – 275). Fra gli edifici semidistrutti si

stabilirono i Gepidi, gente di origine gotica. Le antiche terme del castro, edi-

ficio imponente, erano ancora in piedi e furono forse rifunzionalizzate nel

„palazzo” di un capo gepida, così come accadde anche nelle altre città

dell’Impero romano dove, nel V a.C., giunsero i Barbari germanici.

Qui, nelle antiche terme del campo legionario, fu seppellita, alla fine del V

d.C. o all’inizio del VI, una nobile gepida. Questa fu abbigliata con un

camicione o lunga veste di lino, ricamata con perle di vetro all’altezza del

busto. La veste terminava, sul davanti, con un laccio da cui pendevano gran-

di perle d’ambra e su di essa c’era un „peplo” di lana, trattenuto sugli omeri con due grandi fibule (lunghe 25

cm) d’argento. In vita indossava una cinta con una fibbia in oro argento e pietre semipreziose (almandina, una

specie di granato). A questa cinta erano appesi uno specchio di metallo e un pettine in osso. Alle orecchie por-

tava orecchini d’oro con almandina. Delle calzature si sono conservate soltanto le fibbie d’argento. Il corpo fu

poi coperto con una sindone di lino e deposto in una fossa angusta, proprio nelle antiche latrine delle terme ...

La donna visse circa 35-45 anni, era di piccola statura e, dicono gli antropologi, aveva partorito molte volte.

Chi era questa donna? Sulla base dei gioielli che la adornavano da mor ta e che ammontano a circa 700

gr. d’argento e quasi 30 d’oro, dobbiamo considerarla una nobile. Forse era una „parente povera” dei re ger-

manici sepolti ad Apahida, a 40 km da Potaissa. Nelle loro tombe gli oggetti d’oro erano molto più consisten-

ti.

Potremmo anche paragonare la principessa di Po-taissa ad un personaggio storico: Arnegunda, la

moglie del re franco Clotario I e nuora di Clodoveo,

che morì intorno al 565-570. Nella sua tomba di

Saint-Denis sono state rinvenute due fibule, orecchi-

ni, una fibbia, tre aghi e un anello, pari a 400 gr. di

argento e 120 di oro. I „Barbari”, infatti, erano, così

come riporta Ammiano Marcellino a proposito degli

Unni, „accesi da una sconfinata avidità per l’oro”...

GLI ORIGLI ORIGLI ORIGLI ORI DI ROMANIADI ROMANIADI ROMANIADI ROMANIA

Page 10: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

10

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Il vangelo oggi ci richiama sull’esercizio della carità, propo-nendo una vedova come modello di generosità e di amore gratuito. Alla luce della Parola di Dio veri-fichiamo la capacità di dono che esprimiamo nella vita e chiedia-mo perdono per l’egoismo che ci chiude ai bisogni dei fratelli. Breve pausa di riflessione

C.A. CONFESSO a Dio onnipoten-te e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia col-pa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sem-pre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vo-stri peccati e vi conduca alla vita eterna. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranie-

ri, giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confi-da nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti im-pariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Ge-sù Cristo nostro Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'u-nità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal Primo Libro dei Re In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una ve-dova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella anda-va a prenderla, le gridò: «Per fa-vore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di fari-na nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mange-remo e poi moriremo». Elia le dis-se: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e porta-mela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’or-cio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della ter-ra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sem-pre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R/. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R/. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il

tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei Cristo non è entrato in un santua-rio fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Inve-ce ora, una volta sola, nella pie-nezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Beati i po-veri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo Marco A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, Gesù nel tem-pio diceva alla folla nel suo inse-gnamento: «Guardatevi dagli scri-bi, che amano passeggiare in lun-ghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei ban-chetti. Divorano le case delle ve-dove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una con-danna più severa». Seduto di fron-te al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ric-chi ne gettavano molte. Ma, venu-ta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un sol-do. Allora, chiamati a sé i suoi di-scepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei inve-ce, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quan-to aveva per vivere». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre on-

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: 1Re 17,10-16 Sal 145 Eb 9,24-28 Mc 12,38-44

Page 11: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

11

nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visi-bili e invisibili. Credo in un so-lo Signore, Gesù Cristo, unige-nito Figlio di Dio, nato dal Pa-dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra sal-vezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergi-ne Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il ter-zo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signo-re e dà la vita, e procede dal Pa-dre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei pro-feti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdo-no dei peccati. Aspetto la risur-rezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. PREGHIERA DEI FEDELI

C. Fratelli e sorelle, entrando in questa chiesa ci siamo messi sotto lo sguardo di Dio. Egli guar-da il nostro cuore e vede in realtà quello che siamo. Preghiamo per-ché trasformi il nostro desiderio di ostentazione in umiltà, il nostro attaccamento al denaro in carità generosa e umile. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. 1. Per coloro che nella Chie-sa hanno posti di responsabilità: con la parola e con l'esempio in-segnino a tutti e non cercare inca-richi di prestigio, ma di servizio umile e fecondo a tutti gli uomini, preghiamo. 2. Preghiamo per coloro che sono periti nel rogo di Bucarest e preghiamo anche per coloro che sono rimasti con le lacrime e chiediamo a Dio di dare conforto e speranza a tutti,preghiamo. 3. Per gli educatori, gli inse-gnanti, i catechisti e i genitori: animino dello spirito del Vangelo la loro attività educativa, offrendo ai più piccoli i giusti modelli di vita per la loro crescita, preghia-mo. 4. Per la nostra comunità cristiana: si unisca al sacrificio di Cristo, per rinnovare la volontà di

servire i più poveri, preghiamo. C. Signore Gesù, che per veni-re a salvarci hai scelto la strada dell'umiltà e del nascondimento e hai avuto attenzione verso tutti, ma in special modo verso i pove-ri, aiutaci a camminare per la stessa tua strada, in umiltà e con-divisione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Volgi il tuo sguardo, o Pa-dre, alle offerte della tua Chiesa, e fa' che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Fi-glio, che ora celebriamo nel mi-stero. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lo-de, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l'universo riceve esistenza, energia e vita. Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra é un dono sempre nuo-vo del tuo amore per noi, e un pe-gno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risu-scitato Gesù Cristo dai morti e viviamo nell'attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno. Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, proclamiamo a una sola voce l'inno della tua glo-ria:Santo, Santo, Santo…... DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-

sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE

C Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito San-to, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e tra-sformi tutta la nostra vita. Per Cri-sto nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen.

Page 12: Adeste45 domenica 08 novembre 2015c

ADESTE n°45/ ANNO 4°-08.11.2015

12

B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 10,30 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

Cade il Muro di Berlino giovedì 9 novembre 1989 (26 anni fa)

Cade il Muro di Berlino: Cade il "muro della vergogna" al grido «Libertà, libertà!» di decine di migliaia di tedeschi dell'Est, accol� in un grande abbraccio dai fratelli dell'Ovest, tra fiumi di birra gra�s offerta dai locali.

La no�zia della caduta del Muro di Berlino rimbalza sui telegiornali di tu�o il mondo, nei quali scorrono le prime immagini di festa che concludono una ri-voluzione silenziosa iniziata mesi prima e che aveva portato alla caduta del leader comunista Erich Honecker, fedelissimo di Mosca. L’episodio del 9 no-vembre, in realtà, nasce per caso.

Incalzato dalle domande del giornalista dell'ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehr-man, il ministro della Propaganda della DDR, Günter Schabowski, amme�e di aver ricevuto l'ordine di lasciar a�raversare il confine ai ci�adini dell'Est, pre-vio regolare permesso, ma ignora la data esa�a dell'esecu�vità dell'ordine.

Nel dubbio, si lascia scappare che la dire%va ha effe�o immediato; non passa molto che la no�zia venga rilanciata dalla TV, entrando nelle case di milioni di tedeschi.

È il segnale di "via libera" che dopo 28 anni spalanca un orizzonte diverso per i Berlinesi e per il mondo intero, che in quel muro ha sempre visto il simbolo della guerra fredda e della divisione tra due blocchi contrappos�. Ai solda� di guardia ai famigera� checkpoint, sparsi lungo la "cor�na di ferro", non resta che lasciar passare il fiume di persone che vi si riversa, senza alcuna possibilità di iden�ficazione.

L'evento sarà festeggiato, nel luglio dell'anno successivo, dal mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo. L'abba%mento ufficiale inizierà il 13 giugno del 1990 ma già da prima migliaia di persone picconeranno in più pun� il

muro per portarsi a casa un souvenir.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.08DOM.08DOM.08DOM.08 Beato Giovanni Duns ScotoBeato Giovanni Duns ScotoBeato Giovanni Duns ScotoBeato Giovanni Duns Scoto

LUN. 09LUN. 09LUN. 09LUN. 09 Beata Elisabetta della TrinitàBeata Elisabetta della TrinitàBeata Elisabetta della TrinitàBeata Elisabetta della Trinità

MART.10MART.10MART.10MART.10 S. Leone MagnoS. Leone MagnoS. Leone MagnoS. Leone Magno

MERC.11MERC.11MERC.11MERC.11 S. Martino di ToursS. Martino di ToursS. Martino di ToursS. Martino di Tours

GIOV.12GIOV.12GIOV.12GIOV.12 S. GiosafatS. GiosafatS. GiosafatS. Giosafat

VEN.13 VEN.13 VEN.13 VEN.13 S. AgostinaS. AgostinaS. AgostinaS. Agostina

SAB. 14SAB. 14SAB. 14SAB. 14 S. SerapioneS. SerapioneS. SerapioneS. Serapione CARTELLO...DA RIDERE…..