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Adeste47 domenica 22 novembre 2015c

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ADESTE n°47/ ANNO 4°-22.11.2015

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“Non avrete mai il mio odio”.“Non avrete mai il mio odio”.“Non avrete mai il mio odio”.“Non avrete mai il mio odio”. Antoine LeirisAntoine LeirisAntoine LeirisAntoine Leiris titola con queste parole titola con queste parole titola con queste parole titola con queste parole la lettera indirizzata agli assassini di sua moglie. La donna ha perso la vita durante gli attentati di ve-la lettera indirizzata agli assassini di sua moglie. La donna ha perso la vita durante gli attentati di ve-la lettera indirizzata agli assassini di sua moglie. La donna ha perso la vita durante gli attentati di ve-la lettera indirizzata agli assassini di sua moglie. La donna ha perso la vita durante gli attentati di ve-nerdì 13 a Parigi e il marito, rimasto solo con il figlio di 17 mesi, si è rivolto direttamente ai terroristi nerdì 13 a Parigi e il marito, rimasto solo con il figlio di 17 mesi, si è rivolto direttamente ai terroristi nerdì 13 a Parigi e il marito, rimasto solo con il figlio di 17 mesi, si è rivolto direttamente ai terroristi nerdì 13 a Parigi e il marito, rimasto solo con il figlio di 17 mesi, si è rivolto direttamente ai terroristi su Facebook. A loro non vuole dare la soddisfazione di avere la sua rabbia, di comandare le sue su Facebook. A loro non vuole dare la soddisfazione di avere la sua rabbia, di comandare le sue su Facebook. A loro non vuole dare la soddisfazione di avere la sua rabbia, di comandare le sue su Facebook. A loro non vuole dare la soddisfazione di avere la sua rabbia, di comandare le sue emozioni. emozioni. emozioni. emozioni.

Venerdì sera avete rubato la vita di una

persona eccezionale, l’amore della mia vi-

ta, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio.

Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete ani-

me morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci

ha fa! a sua immagine, ogni pallo"ola nel corpo di mia mo-

glie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sa-

rebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fa"o di voi quello che siete. Voi vorre-

ste che io avessi paura, che guardassi i miei conci"adini con diffidenza, che sa-

crificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una ba"aglia persa.

L’ho vista stama!na. Finalmente, dopo no! e giorni d’a"esa. Era bella come

quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente

di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo que-

sta piccola vi"oria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri

giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non en-

trerete mai. Siamo rimas0 in due, mio figlio e io, ma siamo più for0 di tu! gli

eserci0 del mondo. Non ho altro tempo da

dedicarvi, devo andare da Melvil che si risve-

glia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e fa-

rà merenda come ogni giorno e poi giochere-

mo insieme, come ogni giorno, e per tu"a la

sua vita questo pe0t garçon vi farà l’affronto

di essere libero e felice. Perché no, voi non

avrete mai nemmeno il suo odio».

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IL RICORDO IL RICORDO IL RICORDO IL RICORDO

DEL PRESIDENTE MATTARELLADEL PRESIDENTE MATTARELLADEL PRESIDENTE MATTARELLADEL PRESIDENTE MATTARELLA

«Carissimi genitori Carissimi genitori Carissimi genitori Carissimi genitori di Valeria, Vi scrivo di Valeria, Vi scrivo di Valeria, Vi scrivo di Valeria, Vi scrivo per farvi giungere per farvi giungere per farvi giungere per farvi giungere il cordoglio e la so-il cordoglio e la so-il cordoglio e la so-il cordoglio e la so-lidarietà, miei per-lidarietà, miei per-lidarietà, miei per-lidarietà, miei per-sonali e dell’Italia sonali e dell’Italia sonali e dell’Italia sonali e dell’Italia intera, sapendo intera, sapendo intera, sapendo intera, sapendo

che nulla potrà lenire il vostro grandissimo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore. Valeria era figlia d’Ita-e composto dolore. Valeria era figlia d’Ita-e composto dolore. Valeria era figlia d’Ita-e composto dolore. Valeria era figlia d’Ita-lia e figlia d’Europa. È sta-lia e figlia d’Europa. È sta-lia e figlia d’Europa. È sta-lia e figlia d’Europa. È sta-ta uccisa da mano barba-ta uccisa da mano barba-ta uccisa da mano barba-ta uccisa da mano barba-ra, fomentata dal fanati-ra, fomentata dal fanati-ra, fomentata dal fanati-ra, fomentata dal fanati-smo e dall’odio contro la smo e dall’odio contro la smo e dall’odio contro la smo e dall’odio contro la nostra civiltà, i suoi valori nostra civiltà, i suoi valori nostra civiltà, i suoi valori nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di democrazia, di libertà e di democrazia, di libertà e di democrazia, di libertà e di convivenza». di convivenza». di convivenza». di convivenza». «Valeria è stata uccisa, in-«Valeria è stata uccisa, in-«Valeria è stata uccisa, in-«Valeria è stata uccisa, in-sieme a tanti altri giovani sieme a tanti altri giovani sieme a tanti altri giovani sieme a tanti altri giovani ---- aggiunge aggiunge aggiunge aggiunge ---- perché rap-perché rap-perché rap-perché rap-presentava il futuro presentava il futuro presentava il futuro presentava il futuro dell’Europa, il nostro fu-dell’Europa, il nostro fu-dell’Europa, il nostro fu-dell’Europa, il nostro fu-turo. Insieme a tanti Paesi turo. Insieme a tanti Paesi turo. Insieme a tanti Paesi turo. Insieme a tanti Paesi amici risponderemo con amici risponderemo con amici risponderemo con amici risponderemo con intransigenza a questa micidiale sfida di intransigenza a questa micidiale sfida di intransigenza a questa micidiale sfida di intransigenza a questa micidiale sfida di morte e di sopraffazione. Come accadde morte e di sopraffazione. Come accadde morte e di sopraffazione. Come accadde morte e di sopraffazione. Come accadde durante gli anni del terrorismo interno, lo durante gli anni del terrorismo interno, lo durante gli anni del terrorismo interno, lo durante gli anni del terrorismo interno, lo faremo senza mai far venire meno le ra-faremo senza mai far venire meno le ra-faremo senza mai far venire meno le ra-faremo senza mai far venire meno le ra-gioni del diritto e della giustizia, che fon-gioni del diritto e della giustizia, che fon-gioni del diritto e della giustizia, che fon-gioni del diritto e della giustizia, che fon-dano la nostra civiltà, ma con determina-dano la nostra civiltà, ma con determina-dano la nostra civiltà, ma con determina-dano la nostra civiltà, ma con determina-zione. Li dobbiamo a Valeria, lo dobbia-zione. Li dobbiamo a Valeria, lo dobbia-zione. Li dobbiamo a Valeria, lo dobbia-zione. Li dobbiamo a Valeria, lo dobbia-mo a tutte le vittime, lo dobbiamo a voi mo a tutte le vittime, lo dobbiamo a voi mo a tutte le vittime, lo dobbiamo a voi mo a tutte le vittime, lo dobbiamo a voi carissimi genitori. Vi sono particolarmente carissimi genitori. Vi sono particolarmente carissimi genitori. Vi sono particolarmente carissimi genitori. Vi sono particolarmente vicino e partecipo con profonda commo-vicino e partecipo con profonda commo-vicino e partecipo con profonda commo-vicino e partecipo con profonda commo-zione alla vostra sofferenza».zione alla vostra sofferenza».zione alla vostra sofferenza».zione alla vostra sofferenza».

Valeria Solesin, 28 anni, originaria di Venezia, si era diplomata nel 2006 al liceo scientifico Bene-detti del capoluogo veneto. Laureatasi a Trento, si era trasferita a Parigi dove viveva ormai da quattro anni come uno dei tanti cervelli in fuga. Dottoranda in demografia nella prestigiosa Uni-versità della Sorbona, studiava sociologia e si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambi-ni. In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi raccogliendo tra l’altro interviste ed entrando anche nello specifico di alcune realtà cittadine

molto diverse tra l’Italia frammen-tata in tanti co-muni grandi e piccoli e la Fran-cia con Parigi catalizzatrice della comunità transalpina. La madre ha ricor-dato la sua esperienza con i clochard di Pari-gi, «per cono-scere tutte le sfaccettatura di una realtà che andava a studia-

re e frequentare». In passato aveva lavorato anche come volontaria per Emergency. Valeria si trovava con il fidanzato e i due amici

all’ingresso del Bataclan nel momento del primo

blitz dei terroristi. Non erano ancora nella sala,

spiega un’amica veneziana della famiglia, che per

prima ha dato la notizia della scomparsa di Valeria

sui social media. Ma lì si sono staccati; nella calca gli altri tre hanno

perso contatto con Valeria. Nessuno l’ha più vista.

«Già nella notte - racconta l’amica - abbiamo tenta-

to di contattarla ma non c’è stato nulla da fare nel

caos che è seguito all’assalto». «Stava entrando nel

teatro quando deve esserci stato l’assalto. Proprio

in questa fase sarebbe stata separata dal gruppo,

perdendo la borsa con cellulare e documenti che è

stata raccolta da una sua amica; poi il nulla».

VALERIA SOLESIN, Italiana Fra le vittime di Parigi

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A"entato Parigi,

"Papà, qui ci sparano addosso"

Telefonata di una ragazza fioren0na e delle sue amiche

dal ristorante della strage. "L'inferno tra n

PARIGI, 15 NOVEMBRE 2015 - «BABBO,

un pazzo ci spara addosso con il mitra. Sia-

mo chiuse in bagno. Al ristorante». Poche

parole per gettare tre famiglie

nell’inferno più nero. Poche paro-

le arrivate via cellulare, intorno

alle 22 di venerdì, dritte da Parigi,

ai genitori di tre ragazze della pro-

vincia di Firenze finite per caso

nel bel mezzo della tragedia. Lisa Palanti ed

Eleonora Talli, entrambe 20 anni, amiche inse-

parabili di Malmantile, piccolo paese arrampi-

cato sulle colline di Lastra a Signa, erano par-

tite giovedì per una vacanza nella Ville Lu-

miere. Erano andate a trovare un’altra giovane

fiorentina, Claudia, 22 anni, che da qualche

anno vive e lavora a Parigi. Per loro, le tappe

classiche: la visita al Louvre, la foto alla Gio-

conda, quelle davanti alla Tour Eiffel e all’Ar-

co di Trionfo. Poi, venerdì sera, il tuffo nel

terrore, al ristorante La Belle Equipe, sull’un-

dicesimo arrondissement.

«ERAVAMO stanche – racconta Lisa Palanti

– e abbiamo pensato di fermarci in un risto-

rante vicino a casa. Il tempo di entrare, sedersi

e ordinare. Poi è iniziato l’inferno. Eravamo

sedute proprio accanto alla vetrata e improvvi-

samente abbiamo sentito alcuni colpi e notato

delle scintille. Pensavamo a dei petardi, ma un

istante dopo le persone sedute all’esterno della

vetrata, proprio davanti a noi, si sono acca-

sciate a terra. Un’altra frazione di secondo e

una raffica di mitraglietta è arrivata dritta alla

nostra vetrata». Attimi. Durante i quali l’istin-

to ha avuto il sopravvento sulla paura, facendo

la differenza fra la vita e la morte. «Non sap-

piamo bene come – racconta ancora Lisa – ma

io ed Eleonora ci siamo trovate in bagno. Ci

siamo arrivate con le nostre gambe, ma non so

in che modo. Abbiamo invece perso di vista

Claudia e abbiamo temuto il peggio». Poi la

fuga in un secondo bagno, al piano superiore,

dove le tre ragazze, nuovamente insieme, si

sono chiuse a chiave. Da qui hanno chiamato

le famiglie con i cellulari. «Da casa hanno cer-

cato di tranquillizzarci – raccontano – ma non

era facile. Mentre raggiungeva-

mo il bagno avevamo visto uo-

mini e donne a terra coperti di

sangue, persone con ferite aper-

te e ossa esposte. Molti dei

clienti che erano seduti vicino a

noi, accanto alla vetrata, erano

gravissimi. Una scena che non potremo mai

dimenticare. Continuavamo intanto a sentire

urla e spari. Chiuse nel bagno, pensavamo che

venissero a ucciderci».

INVECE, dopo un tempo indefinibile ma co-

munque infinito, è arrivata la polizia, che ha

portato i feriti lievi e gli illesi in un teatro vici-

no. «Siamo rimasti chiusi lì diverse ore – rac-

conta ancora Lisa – e siamo stati medicati,

schedati e assistiti. Ci hanno portato anche i

caricabatterie per i cellulari, per assicurarci il

contatto con le famiglie». Poi, intorno alle

2.30, il via libera. «Eravamo terrorizzate –

spiegano – e saremmo rimaste volentieri con

la polizia, ma ci hanno detto che non era pos-

sibile. Così, dato che la casa di Claudia era nel

perimetro degli attentati, siamo andate da

un’amica». Quindi, ieri, il rientro a casa delle

tre amiche. Alle 19, l’atterraggio all’aeroporto

fiorentino di Peretola e l’abbraccio liberatorio

ai genitori. «Abbiamo delle ferite al volto e a

una gamba provocate dai vetri frantumati sotto

il fuoco della mitraglietta. Ma guardiamo la

borsa di Eleonora, passata da una parte all’al-

tra da un proiettile. E ci rendiamo conto di

quanto sia miracoloso essere sopravvissute».

di LISA CIARDI– La Nazione

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Un musulmano bendato chiede un ab-braccio ai passanti a Place de la République: le reazioni commosse dei parigini in un video (VIDEO al seguente link: https://youtu.be/pviOthiaQsU ) "Sono musulmano e si dice che io sia un ter-Sono musulmano e si dice che io sia un ter-Sono musulmano e si dice che io sia un ter-Sono musulmano e si dice che io sia un ter-rorista. Io mi fido di voi, ma voi vi fidate di rorista. Io mi fido di voi, ma voi vi fidate di rorista. Io mi fido di voi, ma voi vi fidate di rorista. Io mi fido di voi, ma voi vi fidate di me? E allora datemi un abbraccio". me? E allora datemi un abbraccio". me? E allora datemi un abbraccio". me? E allora datemi un abbraccio". Sono queste le parole che si leggono sui cartelli esposti da un giovane musulmano che, qualche giorno dopo gli attacchi terroristici a Parigi, ha messo alla prova la fiducia dei parigini. Bendato, al centro di Place de la République, ha sfidato le persone ad abbrac-ciarlo per dimostrare come non ci sia nulla da temere. Il filmato che ha immortala-to il momento ha ricevuto più di 10 milioni di visualiz-zazioni su Facebook e mo-stra il calore e la commo-zione dei cittadini francesi: alcuni lo abbracciano senza pensarci due volte, altri sprofondano letteralmente nelle sue braccia in lacrime. "Sono "Sono "Sono "Sono musulmano ma questo non fa di me un terrorista. Non ho mai ucciso nessuno. Posso musulmano ma questo non fa di me un terrorista. Non ho mai ucciso nessuno. Posso musulmano ma questo non fa di me un terrorista. Non ho mai ucciso nessuno. Posso musulmano ma questo non fa di me un terrorista. Non ho mai ucciso nessuno. Posso anche dirvi che lo scorso venerdì era il mio compleanno, ma non sono neanche usci-anche dirvi che lo scorso venerdì era il mio compleanno, ma non sono neanche usci-anche dirvi che lo scorso venerdì era il mio compleanno, ma non sono neanche usci-anche dirvi che lo scorso venerdì era il mio compleanno, ma non sono neanche usci-totototo", ha spiegato il giovane alla folla.

"Mi sento vicino a tutte le famiglie delle vittime Mi sento vicino a tutte le famiglie delle vittime Mi sento vicino a tutte le famiglie delle vittime Mi sento vicino a tutte le famiglie delle vittime - ha aggiunto -. Voglio dirvi che Voglio dirvi che Voglio dirvi che Voglio dirvi che 'musulmano' non significa necessariamente 'terrorista'. Un terrorista è un terrorista, uno 'musulmano' non significa necessariamente 'terrorista'. Un terrorista è un terrorista, uno 'musulmano' non significa necessariamente 'terrorista'. Un terrorista è un terrorista, uno 'musulmano' non significa necessariamente 'terrorista'. Un terrorista è un terrorista, uno che uccide un altro essere umano per nulla. Un musulmano non farebbe mai una cosa che uccide un altro essere umano per nulla. Un musulmano non farebbe mai una cosa che uccide un altro essere umano per nulla. Un musulmano non farebbe mai una cosa che uccide un altro essere umano per nulla. Un musulmano non farebbe mai una cosa simile. La nostra religione ce lo impedisce".simile. La nostra religione ce lo impedisce".simile. La nostra religione ce lo impedisce".simile. La nostra religione ce lo impedisce".

Non è la prima volta che un video di questo genere circola in rete. A febbraio, un musulmano aveva aper-to le braccia agli sconosciuti in Canada chiedendo lo-ro di abbracciarlo e di non giudicarlo un terrorista. Anche quell'esperimento era andato a buon fine. Ilaria Betti, L'Huffington Post 19.11.2015

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Tra gli appuntamenti del prossimo Giubileo della Misericordia uno Tra gli appuntamenti del prossimo Giubileo della Misericordia uno Tra gli appuntamenti del prossimo Giubileo della Misericordia uno Tra gli appuntamenti del prossimo Giubileo della Misericordia uno dei più importanti sarà la canonizzazione dei più importanti sarà la canonizzazione dei più importanti sarà la canonizzazione dei più importanti sarà la canonizzazione

di Madre Teresa di Calcutta.di Madre Teresa di Calcutta.di Madre Teresa di Calcutta.di Madre Teresa di Calcutta.

L' agenzia di stampa Agi, inizialmente aveva riportato la data del 5 settembre, ma sem-

bra più probabile che la cerimonia si svolga domenica 4 settembre.

La cerimonia di beatificazione è avvenuta in piazza San Pietro il 19 ottobre 2003, presieduta da Papa Giovanni Paolo II. Il processo che aveva portato al riconoscimento delle virtù eroiche e dei miracoli si era aperto a meno di due anni dalla sua morte a causa della diffusa fama di santità. Madre Teresa era nata il 26 agosto 1910 a Skopje, capitale dell'attuale Macedonia, da genitori albanesi, ma visse la maggior parte della sua esistenza in India prendendosi cura dei più piccoli tra i poveri in risposta alla chiamata di Gesù: “Vieni, sii la mia luce”. Fondò la Congregazione delle Missionarie della Carità e più tardi dei Fratelli Missionari della Carità. Morì a Calcutta il 5 settembre 1997.

“Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel “Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel “Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel “Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto ri-la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto ri-la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto ri-la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto ri-guarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Ge-guarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Ge-guarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Ge-guarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Ge-sù”.sù”.sù”.sù”.

Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, a Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di procla-mare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compas-sione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente deside-rio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”.

ll suo biografo, don Lush Gjergjill suo biografo, don Lush Gjergjill suo biografo, don Lush Gjergjill suo biografo, don Lush Gjergji, vicario generale della Chiesa del Koso-vo in un'intervista alla Radio Vaticana, l'ha ricordata così: «Madre Teresa ha operato una sintesi meravigliosa tra azione e contemplazione. Madre Teresa non separava mai Dio dall’uomo né l’uomo da Dio: ricordo quando, a Calcutta, dopo diverse ore di adorazione mi prese per mano e mi disse: “Adesso andiamo a trovare Gesù nei poveri, nei lebbrosi, nei sofferenti”. E dopo aver fatto questa visita, mi fece una domanda straor-dinaria: “Ti piace il Gesù del nostro quartiere?”.“Ti piace il Gesù del nostro quartiere?”.“Ti piace il Gesù del nostro quartiere?”.“Ti piace il Gesù del nostro quartiere?”. Infatti, ogni persona che lei incontrava era lo stesso Gesù che aveva amato, adorato e accolto tra-mite l’Eucaristia e la Messa».

MADRE TERESA DI CALCUTTA Sarà proclamata SANTA a

Settembre 2016

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La prima volta che venne fe-steggiato il Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento) in Nord America, fu nel 1578 quando l’esploratore inglese Martin Frobisher arrivò nel nuovo continente e ordinò una cerimonia per ringraziare Dio per la protezione data al suo gruppo durante la lunga e pericolosa attraversata oceanica. Tuttavia, gran parte dei moderni nord-americani associano la tradizione della Festa del Ringraziamento ai Padri Fondatori. Nel 1621, un anno dopo l’arrivo nel nuovo mondo a bordo del Mayflower e nel seguente inverno r igi-do in cui molti di loro perirono a causa delle malattie, gli abitanti delle colonie celebrarono il successo del loro primo raccolto organizzando una festa di ringra-ziamento alla quale invitarono i Nativi americani. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci fu sicuramente qualche pietanza che divenne tradizione per le feste – tacchino e zucca – insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline. Gli americani celebrano la festa del Ringraziamen-to il quarto giovedì di Novembre (quindi quest’an-no, nel 2015, è il 26 novembre), perché il presiden-te Abraham Lincoln dichiarò questo giorno come fe-stivo, nella sua famosa Proclamazione di Ringrazia-mento del 1863. Anche se dietro la decisione del pre-sidente ci fu Sarah Josepha Hale, una delle donne più importanti, tuttavia poco riconosciuta dalla storia americana. Influenzò il presidente a proclamare ufficialmente un giorno di Ringraziamento, convinta che osservarlo avrebbe unito il Paese e lo avrebbe riappacificato, du-rante il periodo difficile della Guerra di Secessione (conosciuta anche come Guerra Civile). Ma basta con la storia! Cosa c’è per cena? In molti tavoli americani, il tacchino ripieno è ancora l’orgoglio del posto per il Ringraziamento. Solo negli Stati Uniti, più di 40 milioni di tacchini sono consu-mati durante il weekend festivo ogni anno. Solitamen-te è accompagnato dal sugo e dal ripieno. Nella East Coast il ripieno di ostriche è tradizionale, come quan-do in passato i crostacei erano economici e abbondan-ti nel mare. Nel sud si trova con ripieno di focaccia al granturco, mentre nel nord degli Usa puoi trovare il Wild Rice (spezia norda-mericana) tra gli ingredienti del tacchi-no. La salsa di mirtillo è tradizionale, fatta con bacche fresche o congelate. Piatto tradizionale del Ringraziamento sono per molti le patate dolci, unite allo zucchero, spezie e burro, girato in una casseruola e qualche volta con malva.

Altri piatti vegetariani, insalate, seguiti dalla tradizionaletorta di zucca e panna montata. In molte famiglie la fine di un Ringrazia-

mento tradizionale è ritirarsi in una sedia co-moda per allentarsi la cinghia.

P er il giorno del Ringraziamento tantissi-mi tacchini vengono uccisi e finiscono sulle tavole delle famiglie americane,

riunite per l'occasione. Due di loro però po-tranno vivere una lunga vita per la "grazia" presi-denziale. Come tradizione vuole, il Presidente degli Stati Uniti ogni anno salva la vita a un tacchino. Barack Obama ha però deciso nel 2014, di graziarli entrambi con un ordine esecutivo. La sfida su Twitter I due tac-chini che si contendevano il "perdono" si chiama-no rispettivamente Mac e Cheese (i loro nomi richia-mano il piatto maccheroni al for-maggio). I pennuti hanno partecipato a un ballottag-gio tramite Twit-ter, lanciato dalla Casa Bianca, nel quale gli utenti hanno votato per scegliere chi avrebbe dovuto ricevere la grazia. A vincere è stato Cheese, ma alla fine il presidente ha violato il rito che normal-mente prevede il perdono a uno solo dei due tacchi-ni. La battuta di Obama Barack Obama ha fatto una battuta per spiegare la sua scelta: "Sono qui per annunciare quello che sicuramente sarà il mio ordine esecutivo più discusso di questo mese... Oggi, con la mia piena autorità legale, risparmio le vite dei due tac-chini da un terribile e delizioso destino". Poi il presi-dente degli Stati Uniti si è fatto più serio: "Con tutti i problemi e i pensieri che girano introno a questo uffi-cio, è bello per una volta dire semplicemente 'Buon giorno del Ringraziamento', e questa è una buona scusa per farlo". La tradizione della grazia al tacchino La tra-dizione del "perdono del tacchino" sembra sia sta-ta introdotta da Harry Truman nel 1947, anche se non ci sono prove a riguardo. La certezza è che da quell'an-no la "Federazione nazionale del Tacchino" regala al Presidente in carica un tacchino vivo e due ripie-ni. Dopo Truman, toccò a John Kennedy risparmiare il

pennuto, quando nel 1963 disse "teniamocelo". A distanza di 25 anni, nel 1987, Ronald Reagan ripe-té il gesto che divenne ri-tuale con George H. W Bush che per primo introdusse il termine "grazia" per questo rito.

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Una "non festa" conclude il nostro anno liturgi-co, una festa all'apparenza solenne, che parla di re, che parla di trionfi, che rispolvera antichi fasti di una chiesa militante in perenne scontro col potere mondano, che immagina, forse inge-nuamente, una vittoria definitiva di Cristo più ambita che realizzata.

Due poteri sono a confronto: quello di Roma imperiale e del suo rappresentante, il procuratore Ponzio Pilato e quello meschino e risibile del falegname di Nazareth che si è preso per Dio. Si diverte, Pilato, a prendere in giro questo misero falegname che ha perso anche l'appoggio dei suoi superiori religiosi. Scherza, irride, gli propone un dialogo all'apparenza giusto, finge giustizia ed equità. Il potere spesso diventa farsa e burla, difende solo se stesso e si contrappone a chi lo ostacola. Il Sinedrio vuole ucci-dere Gesù ma non può. Pilato vuole salvare Gesù per umiliare il Sinedrio ma non può. Entrambi faranno ciò che non vogliono. Il compromesso, la paura, il calcolo li fanno diventare burattini delle loro ambizioni; Pilato, durante tutto il colloquio, pone solo domande. Non si interroga: interroga. E non ascolta le risposte. "Sei re?" - "Tu lo dici" risponde Gesù a Pilato. "Sei il Figlio di Dio Altissimo?" - "Tu lo dici" risponde Gesù al Sommo Sacerdote. "Tu lo dici": siamo liberi di credere o no, Dio non si impone, mai. Il potere che Gesù viene ad esercitare è il potere a servizio della verità. Che non nutre se stesso, che non si autocelebra, che fugge la gloria e l'apparen-za. (Paolo Curtaz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 9) In che parte della Bibbia sta scri�o che andare a Messa è

un dovere?

In primo luogo non siamo la religione “del libro” come venia-mo chiamati in genere. La fonte della Rivelazione è duplice: la Sacra Scrittura e la Tradizione. Sminuire la seconda è un grave errore. Sono molte le testimonianze dei primi Padri e di altri documenti che mostrano chiaramente come le prime co-munità cristiane si riunissero ad ascoltare la Parola e a cele-brare l’Eucaristia. Ovviamente queste pratiche non derivano dalla creatività apostolica. Al contrario, sono l’espressione coerente di un’ampia gamma di passi biblici in cui il messaggio di Dio è esplicito. Eccone solo alcuni: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo” (Es 20, 8); “Preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in me” (Lc 22,19); “Il calice della benedizione che noi benedi-ciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?”(1 Cor 10,16); “’Come può costui darci la sua carne da mangiare?’ Gesù disse: ‘In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e be-ve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda’… Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indie-tro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: ‘Forse anche voi volete andarve-ne?’. Gli rispose Simon Pietro: ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna’” (Gv 6, 51-55, 66-68).

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LLLL ’unico lago vulcanico della Romania si trova

nella Transilvania Orientale (vicino alle Terme Tușnad), a quasi 1000 mt altitudine. Ha un nome di donna,Sfânta Ana, Sant’Anna, acqua pura quasi quanto la distillata (o,0029ml di contenuto minerale), si alimenta solo da precipitazioni e non cambia mai la profondità, che rimane co-stantemente intorno ai 7 metri. Se-condo le ultime ricerche, il lago si sarebbe formato 42 mila anni fa, nel cratere del vulcano Ciomatu, dopo la sua ultima eruzione, su una superficie di 20 ettari. Il vulcanismo nei Monti Carpați è più antico di quello dell’Appenni-no italiano, e la sua attività è oggi cessata. Le forme ben conservate di vulcani a cratere, come quello in cui si è formato il lago di Sfânta Anna, sono piuttosto rare. I laghi vulcanici esercitano un fascino particolare, non solo per la loro travagliata genesi, ma an-che per le loro forme singolari, circondate da paesaggi unici. Il lago di Sfânta Ana ha una con-formazione ovoidale, come quella della tavolozza di un pittore. Lo scenario naturale circostante, con foreste verdi di pini, radure colme di fiori, boschi fitti, ricchi di vege-tazione e… orsi (pacifici) a passeg-gio, con l’acqua del lago cangian-te da smeraldo a turchese, seguendo la posizione delle nuvole… sembra veramente che sia frutto del pennel-lo di un pittore. D’inverno, il paesaggio è ancora più suggestivo e il lago diventa un’enorme pista da pattinaggio, per i pochi coraggiosi che si avventura-no fin qui. La storia di questo lago vulcanico

unico ha dato na-scita a tante leg-gende che rac-contano di feno-meni misteriosi, delle proprietà miracolose dell’acqua, dell’energia spe-

ciale emanata dalle rocce vulcani-che, dei pagani che pregavano qui in tempi remoti o delle fate che una volta regnavano su tutta la terra e sul lago. Sulle origini del nome Sfânta Ana ci sono varie ipotesi. Una nar-ra di una ragazza, di nome Ana, promessa sposa di un ricco giovane scelto dai genitori, di cui però non era innamorata. La sera stessa delle nozze si gettò nelle acque del lago. Il suo corpo non fu mai ritrovato. La gente del posto diede il suo no-me al lago maledetto. Un’altra leg-genda parla di un tiranno che un giorno costrinse 13 ragazze del paese a trainare la sua carrozza d’o-

ro e cominciò a frustarle quando si stancavano. Una di loro, Ana, esau-sta e furibonda, con la schiena san-guinante, invocò una maledizione: che la terra inghiottisse tutto intor-no. Dio esaudì la sua preghiera e fece crollare la montagna. Dalle lacrime di dolore delle ragazze nacque un lago con l’acqua sempre pura. Non sono pochi quelli che vengo-no qui ad immergersi nelle acque del lago, convinti della remissione dei peccati. Le donne vengono in pellegrinaggio con la speranza che l’energia del posto e la purezza del lago le doni la fertilità, chiedendo

aiuto anche a Sant’Anna, protettri-ce delle madri e delle partorienti. Nei pressi del lago si trova un diru-po chiamato il Cimitero degli uc-celli, nel posto in cui in passato c’era una cava di zolfo. A causa dei gas sprigionati nell’aria, tutti gli uccelli che lo sorvolano trovano spesso la propria morte. Superato il Cimitero degli uccelli ci si avvi-cina allaGrotta Sulfurea, che in un solo giorno emana la più elevata quantità di emissioni fredde di ani-dride carbonica di tutta l’Europa e proprio per la sua concentrazio-ne ha proprietà curative soprattutto per le malattie polmonari. Non lontano, si può visitare la Riserva Naturale di Mohoș, affa-scinante e inquietante, con la sua grande palude, formata nell’altro cratere del vulcano Ciomatu. La visita è possibile solo se accom-pagnati da una guida, perché si de-ve percorre un sentiero galleggian-te, formato da tavole di legno posi-zionate sulla superficie coperta di muschio e anche un solo passo sba-gliato potrebbe essere pericoloso. Nella palude crescono delle piante carnivore. Migliaia di turisti scelgono ogni anno questo percorso sia per vivere un’avventura degna da Indiana Jo-nes, tra paludi, grotte abbandonate e sorgenti bollenti che sgorga-no inaspettatamente dal sottosuolo, sia per rilassarsi passeggiando a piedi o in bici. Per pregare c’è la piccola Cappella Cattolica di Sant’Anna (costruita nel XII secolo in legno, poi rico-struita in pietra), diventata un vero luogo di pellegrinaggio non solo per i credenti ma anche per chiun-que cerchi la pace interiore. (ex Blog. Cu doua Fetze)

Il Lago vulcanico di Il Lago vulcanico di Il Lago vulcanico di Il Lago vulcanico di S.Anna e la sua leggendaS.Anna e la sua leggendaS.Anna e la sua leggendaS.Anna e la sua leggenda

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Fratelli e sorelle, per celebra-re degnamente i santi misteri, ri-conosciamo i nostri peccati.

Breve pausa di riflessione

C.A. CONFESSO a Dio onnipoten-te e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia col-pa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sem-pre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen. Signore, pietà. Signore, pietà. Cristo, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Signore, pietà. GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà. Noi ti lodia-mo, ti benediciamo, ti adoria-mo, ti glorifichiamo, ti rendia-mo grazie per la tua gloria im-mensa, Signore Dio, Re del cie-lo, Dio Padre onnipotente. Si-gnore Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che to-gli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell'u-niverso, fa' che ogni creatura, li-

bera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito San-to, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal Libro del Profeta Daniele Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu pre-sentato a lui. Gli furono dati pote-re, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio. SALMO RESPONSORIALE

R. Il Signore regna, si riveste di splendore. Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. R/. È stabile il mondo, non po-trà vacillare. Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei. R/. Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. R/.

Seconda Lettura Dall’Apocalisse di S. Giovanni Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il so-vrano dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai no-stri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la glo-ria e la potenza nei secoli dei se-coli. Amen. Ecco, viene con le nu-bi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batte-ranno il petto. Sì, Amen! Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’O-mèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Benedetto colui che viene nel nome del Si-gnore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo Giovanni A. Gloria a te o Signore. + In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di que-sto mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quag-giù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Ge-sù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiun-que è dalla verità, ascolta la mia voce». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre on-nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visi-bili e invisibili. Credo in un so-lo Signore, Gesù Cristo, unige-nito Figlio di Dio, nato dal Pa-dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parla-to per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Dn 7,13-14 Sal 92 Ap 1,5-8 Gv 18,33-37

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PREGHIERA DEI FEDELI C.Nella festa di Cristo Re dell'uni-verso, innalziamo la nostra pre-ghiera perché il regno di Dio tra-sformi tutta l'umanità, rendendola capace di sostegno verso i deboli e coloro che vivono ai margini della vita. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, re dell'universo, ascol-taci. 1. Per la Chiesa santa, cattolica e apostolica: porti a tutti l'annuncio del regno di Dio, facendo com-prendere a ogni uomo il tempo in cui Dio vuole essere nostro pa-dre, e ci invita a vivere come fra-telli e sorelle, preghiamo. 2. Per coloro che ci governano: Dio pieghi le volontà ambiziose che cercano privilegi e ricchezze, e le guidi verso mete di giustizia, di pace e di solidarietà, preghia-mo. 3. Per i cristiani che vivono in ter-re dilaniate dalla guerra e sono vittime di violenza e di odio: la fede li sostenga nella lotta per la libertà, preghiamo. 4. Per i fratelli e le sorelle che si sono addormentati nel Signore: possano celebrare la bontà e la gloria di Dio con gli angeli del cielo, preghiamo. 5. Per la nostra assemblea cristia-na: Dio sia sempre il nostro soste-gno e ci aiuti a metterci a sua di-sposizione per trasformare noi stessi e il mondo in cui viviamo, preghiamo. C. O Padre, aiutaci a imitare, nella nostra vita, il modo di pen-sare e la vita di Gesù, nostro fra-tello e salvatore, perché ogni giorno possiamo far avanzare il suo regno ed aver parte della tua eredità nella vita eterna. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA EUCARISTICA

C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Accetta, o Padre, questo sa-crificio di riconciliazione, e per i meriti del Cristo tuo Figlio conce-di a tutti i popoli il dono dell'unità e della pace. Per Cristo nostro

Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno. Tu con olio di esultanza hai consacrato Sacerdote eterno e Re dell'universo il tuo unico Fi-glio, Gesù Cristo nostro Signore. Egli, sacrificando se stesso imma-colata vittima di pace sull'altare della Croce, operò il mistero dell'umana redenzione; assogget-tate al suo potere tutte le creatu-re, offrì alla tua maestà infinita il regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudi-ne dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane

quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato. DOPO LA COMUNIONE

C O Dio, nostro Padre, che ci hai nutriti con il pane della vita immortale, fa' che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell'universo, per vivere senza fine con lui nel suo regno glorioso. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

IL TERREMOTO DELL’IRPINIA Domenica 23 Novembre 1980 (35 anni fa) L’Irpinia sconvolta dal sisma: Sono da poco passate le 19,30 quando una scossa di magnitudo 6.9 sconvolge l'area dell'Appennino Meridionale tra la Campania e la Basilicata. Novanta interminabili secondi che radono al suolo interi paesi dell'Irpinia, portando morte e distruzione per un'area di 17mila chilometri quadrati, compresa tra le province di Avellino, Potenza e Salerno. L'evento sismico è di portata straordinaria al punto che è stato avvertito in tutta la Penisola, Lombardia e isole escluse; secondo l'istituto di sismologia di Bel-grado, dall'epicentro(individuato tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania) si è sprigionata una potenza pari a 35 milioni di tonnellate di esplosivo. Il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, si reca di per sona sul luo-go del sisma, per rendersi conto delle conseguenze prodotte: dal suo elicottero os-serva un mare di macerie che si estende per chilometri, lì dove prima sorgevano case, scuole, chiese ed edifici pubblici. Un paesaggio spettrale rotto dalle urla di madri che chiamano i figli e dalle comunicazioni tra i soccorritori alla disperata ricerca di sopravvissuti. L'escalation del numero di vittime viene vissuta attraverso i titoli del quoti-diano Il Mattino: da“Un minuto di terrore. I morti sono centinaia” al dispera-to “Fate presto”. Il bilancio finale consegna un bollettino di guerra: 2.914 morti, 280.000 sfollati e 8.848 fer iti. La comunità che paga il prezzo di sangue più alto è quella di Sant'Angelo dei Lombardi: 482 vittime e il 90% del tessuto urba-no raso al suolo. Un paese sparito d'un colpo come tanti altri. Dalla primavera del 1981 partirà la ricostruzione, ma un altro amaro capitolo si apr irà per la stor ia di queste ter re e della nazione tutta: la pioggia di miliardi di vecchie lire, versata dalle casse dello Stato, sarà intercettata dalla meschina vo-lontà di speculazione di un’ampia parte della politica, in combutta con la criminalità organizzata locale. Ciò comporterà l'aumento spropositato dei comuni danneggiati dal sisma, disperdendo le risorse che in alcune zone non si tradurranno in alcun intervento concreto di recupero. Uno scempio denunciato dallo stesso presidente Pertini in uno storico messaggio alla televisione. Stime del 2013 della Regione Campania calco-

lano in 4 miliardi la cifra necessaria al completamento della ricostruzione.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.22DOM.22DOM.22DOM.22 CRISTO RE dell’UniversoCRISTO RE dell’UniversoCRISTO RE dell’UniversoCRISTO RE dell’Universo

LUN. 23LUN. 23LUN. 23LUN. 23 S. Clemente I papaS. Clemente I papaS. Clemente I papaS. Clemente I papa

MART.24MART.24MART.24MART.24 Ss. Andrea DungSs. Andrea DungSs. Andrea DungSs. Andrea Dung----Lac e compagniLac e compagniLac e compagniLac e compagni

MERC.25MERC.25MERC.25MERC.25 S. Caterina D’AlessandriaS. Caterina D’AlessandriaS. Caterina D’AlessandriaS. Caterina D’Alessandria

GIOV.26GIOV.26GIOV.26GIOV.26 S. Leonardo da P. MaurizioS. Leonardo da P. MaurizioS. Leonardo da P. MaurizioS. Leonardo da P. Maurizio

VEN.27 VEN.27 VEN.27 VEN.27 B.V.Maria d.Medaglia Mirac.B.V.Maria d.Medaglia Mirac.B.V.Maria d.Medaglia Mirac.B.V.Maria d.Medaglia Mirac.

SAB. 28SAB. 28SAB. 28SAB. 28 S.Caterina LabourèS.Caterina LabourèS.Caterina LabourèS.Caterina Labourè ANCHE SENZA TRADUZIONE..SI CAPISCE