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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI www.avvenirelavoratori.eu La più antica testata della sinistra italiana, Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44281 utenti - Zurigo, 29 aprile 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni 1° maggio per il lavoro e i migranti Il Concertone Presentato il tradizionale evento patrocinato da Cgil Cisl e Uil. Integrazione, lavoro e sviluppo le parole d'ordine. “La solidarietà fa la differenza. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Tutti i nomi degli artisti che saliranno sul palco Torna il concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Due i temi di quest'anno: ovviamente c'è il lavoro, con attenzione particolare ai giovani disoccupati e al sommerso. A questo si aggiunge - e non poteva essere altrimenti - il dramma dell'immigrazione nel Mediterraneo. Lo hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil presentando nella sede Rai di viale Mazzini il grande evento musicale che giunge quest'anno alla 25esima edizione con lo slogan: “La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Ecco l'elenco completo degli artisti che si esibiranno: J-Ax, Almamegretta, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy, Bluvertigo, Goran Bregovic, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Emis Killa, Ghemon, Irene Grandi, Kutso, Lacuna Coil, Levante, Lo Stato Sociale, Ylenia Lucisano, Med Free Orkestra, Nesli, Noemi, Pfm, Enrico Ruggeri, Daniele Ronda & Folklub, Santa Margaret, James Senese & Napoli Centrale, Tinturia, Tarantolati di Tricarico,

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La Newsletter settimanale del 29 aprile 2015

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI www.avvenirelavoratori.eu La più antica testata della sinistra italiana,

Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo

Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 44281 utenti - Zurigo, 29 aprile 2015

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

1° maggio per il lavoro e i migranti

Il Concertone

Presentato il tradizionale evento patrocinato da Cgil Cisl e Uil.

Integrazione, lavoro e sviluppo le parole d'ordine. “La solidarietà fa

la differenza. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Tutti i

nomi degli artisti che saliranno sul palco

Torna il concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma.

Due i temi di quest'anno: ovviamente c'è il lavoro, con attenzione

particolare ai giovani disoccupati e al sommerso. A questo si aggiunge

- e non poteva essere altrimenti - il dramma dell'immigrazione nel

Mediterraneo. Lo hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil presentando nella

sede Rai di viale Mazzini il grande evento musicale che giunge

quest'anno alla 25esima edizione con lo slogan: “La solidarietà fa la

differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti,

nessuno escluso”.

Ecco l'elenco completo degli artisti che si esibiranno: J-Ax,

Almamegretta, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy,

Bluvertigo, Goran Bregovic, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De

Sio, Emis Killa, Ghemon, Irene Grandi, Kutso, Lacuna Coil, Levante,

Lo Stato Sociale, Ylenia Lucisano, Med Free Orkestra, Nesli, Noemi,

Pfm, Enrico Ruggeri, Daniele Ronda & Folklub, Santa Margaret,

James Senese & Napoli Centrale, Tinturia, Tarantolati di Tricarico,

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Paola Turci, Otto Ohm, Sandro Joyeux Mario Venuti & Mario

Incudine.

Il concerto sarà trasmesso da Raitre dalle 15 alle 24 con

un'interruzione tra le 19 e le 20 per lo spazio informativo, e da Rai

Radio2 a partire dalle 13.45 con una diretta speciale del

programma "Un giorno da pecora".

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

Primo Maggio 2015

Su www.radioarticolo1.it

La solidarietà fa la differenza

Diretta di RadioArticolo1 da Pozzallo

per la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil

con Camusso, Furlan e Barbagallo

Emigranti cent’anni fa (sopra)

e gli immigranti di oggi (sotto)

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“La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo.

Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. È questo lo slogan scelto

da Cgil, Cisl e Uil, per celebrare la festa del 1° maggio, che quest’anno

si svolgerà a Pozzallo in Provincia di Ragusa.

L’intera manifestazione sarà trasmetta in diretta streaming da

RadioArticolo1 (www.radioarticolo1.it). Il programma prevede il

concentramento alle ore 9.00 in piazza della Rimembranza. A partire

dalle 9.30, dopo il saluto del sindaco di Pozzallo Luigi Ammatuna, dal

palco si alterneranno le testimonianze di tre lavoratori e lavoratrici

locali e gli interventi conclusivi dei segretari generali di Cgil, Cisl e

Uil, Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Anna Maria Furlan.

Dopo i comizi i tre segretari generali deporranno in mare una

corona di fiori in memoria dei migranti morti nel Mediterraneo.

SPIGOLATURE

Una stretta al cuore

per Kathmandu

Un'ecatombe senza fine. Nel Nepal il bilancio dei morti causati dal

terremoto non cessa di aumentare. Se ne temono oltre diecimila,

forse di più. Un milione di senza tetto e centinaia di dispersi vanno

ad aggiungersi alla disperazione di un Paese distrutto nel fulmineo

volgere di un sisma apocalittico. La furia della natura scatenata ha

ridotto a un cumulo di macerie uno straordinario patrimonio di

tesori. Ma oltre alla fatalità, ad aggravare la situazione ha concorso

anche la mancanza di efficaci misure anti sismiche.

di Renzo Balmelli

SISMA. La storia del Nepal si perde nel mito col suo intreccio di

spiritualità e paradisi veri o artificiali che fecero di Kathmandu la meta

prediletta della cultura hippy. Stretta tra il Tibet e l'India, l'antica

monarchia, abrogata nel 2008, non è stata risparmiata dai cataclismi,

ma in precedenza nessuno ha avuto le forza devastante dell'apocalittico

terremoto che gli scorsi giorni ha sconvolto il Paese e le zone

circostanti. Molti figli dei fiori, ormai con barba e capelli grigi,

avranno provato una stretta al cuore nell'assistere alla rovinosa caduta

di un simbolo che sotto le sue macerie, oltre alle migliaia di morti, ha

sepolto tante testimonianze di una civiltà millenaria, straordinario

crogiolo di razze, culture, dottrine, fedi e architetture che non aveva e

non ha uguali in nessuna altra parte della terra. Ricostruire sarà arduo

su un tessuto urbano dissennato e caotico che ha favorito l'effetto

distruttivo del sisma.

PRESTIGIO. Dire che i pareri sull'Italicum sono controversi è un

giudizio scontato, addirittura banale. Ciò nonostante, non si può fare a

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meno di osservare che quei venti deputati perduti nell'Aula deserta di

Montecitorio all'inizio dei dibattiti non davano un'immagine

rassicurante per le istituzioni. Spinta all'eccesso, come una sorta di

infelice protesta scenografica, quell'indifferenza, oltre a mancare di

rispetto alla Camera, era peggio di un vistoso voto di sfiducia da parte

degli eletti alla vigilia dell'inaugurazione ufficiale di EXPO 2015,

l'evento planetario sul quale l'Italia ha investito una larga fetta del suo

prestigio. Qualunque sia la natura del contrasto, che in questo caso è

molto forte, l'astensione dai lavori parlamentari è un brutto segno che

rievoca il clima surreale dell'era berlusconiana.

REVISIONISMO. Mettiamoci pure la distanza temporale,

aggiungiamoci il salto generazionale, ma sapere, pochi giorni dopo il

25 Aprile, che oltre la metà degli italiani non considera più attuali i

valori della guerra di Liberazione dal nazi-fascismo, è un sondaggio

che solleva parecchie inquietudini. Perché sì, è vero, sono trascorsi

settant'anni, un lasso di tempo che però non è un'eternità tale da

giustificare rimozioni o dimenticanze, tanto più che su quegli eventi

decisivi esiste una vasta iconografia che esclude qualsiasi dubbio e

concorre a tenere viva la memoria. Quanto accurata sia l'inchiesta e

quanto abbiano contribuito i vari blogger a condizionarne l'esito, resta

da stabilire. Ma è un dato di fatto che sui social network è facile

imbattersi in tanti, troppi revisionismi storici cari a una certa destra

nostalgica.

CLASSICO. Nella galleria dei baci più famosi occupa un posto

d'onore quello che Francis Turner , nell'Antologia di Spoon River,

depone sulle labbra di Mary prima che la sua anima volasse via,

all'improvviso. Dell'eco di quel triste finale si torna a parlare con

nuove recensioni, oltre alle molteplici edizioni e traduzioni esistenti, in

concomitanza con il primo centenario del capolavoro di Edgar Lee

Masters che sulle tombe e gli epitaffi di un piccolo cimitero di

campagna ricostruisce ,con toni poetici ,le segrete sfaccettature di

esistenze spesso tormentate. Fatta conoscere in italiano da Fernanda

Pivano, l'Antologia, a detta dei critici, corrisponde perfettamente alla

definizione di classico della letteratura che ne diede Italo Calvino: "Un

classico è un libro che non ha mai smesso di dire quello che ha da dire"

LETTURA. Ormai non passa giorno senza che non si rinnovi la

discussione sulle modalità di lettura offerte dagli E-book in alternativa

alla carta stampata. Se da un lato le possibilità proposte dall'elettronica

consentono di ampliare la rosa dei lettori che esitavano ad entrare in

libreria, dall'altro il fruscio della pagina conserva un suo fascino

inalterabile. Ai tempi di Proust non esistevano ancora i computer, ma

ciò non ha certo impedito all'autore della Recherche di riflettere sul

piacere della lettura, giungendo alla conclusione che i migliori anni

dell'adolescenza (e non solo, red.) sono quelli trascorsi con il libro

prediletto. Il libro, appunto, non un freddo oggetto meccanico fuori

posto in biblioteca. Qualcuno potrà obbiettare che importante è

leggere, d'accordo, ma nella forma tradizionale è meglio.

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Camusso: “Nuovo Statuto

e nuova contrattazione”

Susanna Camusso a Milano per l'incontro “Libertà, diritti,

uguaglianze. I valori del lavoro” organizzato dalla Cgil Lombardia

rilancia il progetto di un nuovo Statuto dei diritti e indica la necessità

di una rivisitazione della contrattazione.

Leggi l’articolo sul sito di Lavoro e diritti

Economia

Piccoli yuan crescono

Pechino vuole assumere un ruolo di maggiore

rilievo nelle istituzioni monetarie internazionali

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

Dopo la creazione dell’Asian Infrastructure Investments Bank, in cui

partecipano l’Italia e altri importanti Paesi europei, la Cina e i suoi

alleati nel Brics proseguono verso la realizzazione di un nuovo sistema

monetario internazionale multipolare.

Recentemente il governo di Pechino ha chiesto che lo yuan sia

incorporato nei Diritti Speciali di Prelievo (dsp), che di fatto

rappresentano la moneta del Fondo Monetario Internazionale. Creati

come “strumenti” di riserva del Fmi dagli Accordi di Bretton Woods

nel 1944, i dsp sono definiti sulla base di un paniere di monete: per il

41,9% dal dollaro, per il 37,4% dall’euro, per l’11,3% dalla sterlina e

per il 9,4% dallo yen.

Finora tale composizione è rimasta inalterata. Ogni richiesta di

partecipazione da parte cinese è stata rigettata da Washington perché lo

yuan non era molto usato nelle transazioni commerciali internazionali

e perché il governo cinese di fatto manteneva un controllo sul

movimento dei capitali, rifiutando la rivalutazione della propria valuta.

Molte cose sono cambiate. Negli ultimi cinque anni lo yuan si è

apprezzato del 10% rispetto al dollaro e senza cadere in balia della

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speculazione internazionale. Contrariamente a tutte le previsioni, dal

2007 l’import cinese dagli Usa è raddoppiato.

Nel frattempo Pechino sta realizzando una serie di importanti

riforme finanziarie, in primis l’introduzione di un sistema di garanzie

sui depositi, che potranno permettere al suo sistema bancario di

operare internazionalmente senza comprometterne la stabilità. Già oggi

i crediti commerciali denominati in yuan rappresentano quasi il 10%

del totale mondiale.

Con la crescita dell’esportazioni cinesi, l’internazionalizzazione

dello yuan ha rimpiazzato sempre di più il dollaro in molti scambi

commerciali. La quota del commercio cinese denominata in yuan

dovrebbe passare dal 25% attuale al 50% nei prossimi cinque anni. La

valuta di Pechino è già quinta nelle transazioni globali. Quattro anni fa

soltanto 900 banche internazionali operavano in yuan, oggi sono più di

10.000. Si prevede che nel 2020 lo yuan farà parte delle riserve

monetarie delle differenti banche centrali del mondo, per una somma

pari a 500 miliardi di dollari.

Entro la fine dell’anno lo “scontro” sulla riforma delle quote del Fmi

e sulla partecipazione cinese nei dsp dovrebbe essere conclusa

positivamente. Almeno lo speriamo.

Nel frattempo i Brics stanno ratificando l’accordo per la creazione di

un fondo di riserva, per un valore di 100 miliardi di dollari, in valute

internazionali. La Cina verserà 41 miliardi, il Sud Africa 5 ed il

Brasile, la Russia e l’India 18 miliardi ciascuno. Il fondo dovrebbe

servire a risolvere eventuali problemi relativi alle bilance dei

pagamenti e a sostenere le valute in caso di attacchi speculativi. La

Russia, che ha assunto la presidenza del Brics all’inizio di aprile, è

chiaramente molto interessata a questa iniziativa di cui è stata la

principale promotrice.

E’ da segnalare che, in questo contesto in movimento, la Banca del

Sud America, il Bancosur, è diventata operativa nel sostegno allo

sviluppo e all’integrazione infrastrutturale del continente

latinoamericano.

Anche sul fronte delle agenzie di rating è sempre più scontro aperto

tra i Brics e le “tre sorelle” (Moody's, Fitch e Standard & Poor's).

L’ultimo assalto è stato portato da Moody’s che ha abbassato il rating

della compagnia petrolifera brasiliana Petrobas al livello Ba2, cioè

“speculativo”. I brasiliani lo hanno definito un furto premeditato:

“Sono più significativi i tre milioni di barili prodotti ogni giorno o le

opinioni di anonimi analisti della Moody’s?”.

Perciò anche sul rating i Brics si muovono con determinazione per

sottrarsi a ulteriori ricatti. Sta assumendo sempre più importanza

l’attività dell’agenzia transnazionale Universal Credit Rating Group

(UCRG), formata dall’agenzia di rating cinese Dagong, dalla russa

RusRating e dall’agenzia americana indipendente Egan-Jones.

Adesso il pallino passa nel campo europeo. L’UE è in ritardo su

molte riforme, sia sul terreno interno che su quello internazionale. Però

la recente decisione di alcuni Paesi europei di partecipare all’AIIB ci

sembra un segnale importante di indipendenza e di iniziativa.

Settant’anni dopo Bretton Woods è arrivato il momento

dell’emancipazione. Non si tratta di abbandonare i cugini americani “in

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mezzo all’Atlantico” ma di aiutarli piuttosto a uscire da una difficile

situazione che mischia pericolosamente un unilateralismo ormai

seriamente indebolito alla nostalgia per la passata egemonia e alla

tentazione di un neo-isolazionismo anacronistico e rancoroso.

L’Europa deve affrontare questo nuovo quadro internazionale e

svolgere un ruolo di protagonismo e mediazione al fine di compiere

concreti passi sul difficile cammino di un progresso globale,

sostenibile e pacifico.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

AL BALLO DELL’ITALICUM

La lettera del premier Renzi

con l’“avvertimento” ai parlamentari

di Ginevra Matiz

“Care compagne e compagni, care amiche e cari amici, care

democratiche e cari democratici, scrivo a voi responsabili dei circoli

del nostro partito in un momento delicato della vita istituzionale del

Paese…”.

Il presidente del consiglio Matteo Renzi prende carta e penna per

scrivere ai coordinatori di circolo Pd. Il messaggio in sintesi è il

seguente: “Se questa legge elettorale non passa, è l’idea stessa di

Partito Democratico come motore del cambiamento dell’Italia che

viene meno. Nel voto di queste ore c’è in ballo la legge elettorale,

certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito”.

Un segnale, o detto in modo più chiaro, un avvertimento al

Parlamento che se non dovesse approvare la legge elettorale si

troverebbe a subirne le conseguenze. E già qualcuno ripensa alle

proprie posizioni, come il deputato di Sel Antonio Matarelli che

annuncia il suo voto favorevole al testo…

Continua la lettura sul sito dell’avantionline

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

Socialisti e radicali

di Danilo Di Matteo

Spesso associamo i radicali alle lotte per i diritti individuali ed è merito

del Psi provare a tener desta l’attenzione su tale fronte. Se solo ci

affidiamo ai ricordi, tuttavia, emerge come l’azione e l’elaborazione

dei radicali abbiano offerto prospettive e visioni anche su altre

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questioni: dalla fame nel mondo all’ambiente, dal collasso della

“forma-partito” tradizionale alla presenza di figure e problemi sociali

da quasi tutti ignorati. E a caratterizzare le forme di iniziativa da loro

scelte è stato il rifiuto di ciò che ai più sembrava “buon senso” politico.

Ovviamente si può non concordare con l’insieme delle loro idee e

delle loro pratiche, e magari provare antipatia per alcune di esse. Però

la fase politica attuale mostra un paradosso: schemi e copioni

consolidati saltano, eppure i radicali paiono più che mai relegati ai

margini. Proprio loro, che da sempre avversano quegli schemi e quei

copioni. Ecco: la sinistra liberale e socialista potrebbe recuperare

iniziativa e incisività, fra l’altro, interrogandosi e interrogando i propri

interlocutori sui dilemmi legati alla “questione radicale” e, insieme,

alla contemporaneità.

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

Grazie, Mastru Bernardini

di Giorgio Morale

Una puntata speciale di vivalascuola dedicata al grande maestro

Albino Bernardini, che ci ha lasciati a 98 anni, il 31 marzo 2015:

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/04/22/vivalascuola-194/

Albino Bernardini è stato uno dei fautori dei cambiamenti in senso

democratico della scuola pubblica italiana fin dagli anni Cinquanta. Il

suo insegnamento è lontano anni luce dalla ideologia della

competizione e della esaltazione delle disparità che da un ventennio

viene perseguita dagli ultimi governi nazionali.

Un grandissimo maestro, non conosciuto quanto don Milani, Alberto

Manzi e Gianni Rodari, ma che come loro ha dedicato la sua vita alla

scuola, ad una scuola diversa, fondata su nuove metodologie, su una

didattica viva. E’ stato grazie a questi maestri e ad altri, come Maria

Luisa Bigiaretti, Bruno Ciari, Giuseppe Tamagnini, Aldo Pettini,

Giovanna Legatti, Anna Marcucci Fantini, per citarne alcuni, che la

scuola è cambiata in senso democratico e ha potuto cogliere quelle

innovazioni pedagogiche che oggi (e in un passato non troppo recente)

vengono invece calpestate dai governanti di turno.

Tra le sue opere si ricordano Un anno a Pietralata, Le bacchette di

Lula, La scuola nemica, La supplente. L’auspicio è quello di una

riscoperta di tutta l’opera di Bernardini, non solo nel campo

dell’editoria, ma anche in quello della formazione magistrale, poiché

non soltanto rappresenta un tassello fondamentale della storia della

scuola italiana, ma potrebbe dare una “scossa” al nuovo immobilismo

pedagogico in cui è tornata la scuola pubblica odierna.

Le idee

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ERNESTO ROSSI E

L'ESERCITO DEL LAVORO

Rileggendo il saggio di Ernesto Rossi “Abolire

la miseria” del 1942, riedito postumo nel 1977.

di Jacopo Barbati

Nel testo di Rossi viene fatta una precisa distinzione tra “interesse

individuale” e “interesse collettivo”: com'è intuibile, il primo termine

si riferisce alla ricerca del beneficio personale da parte di un individuo,

mentre con il secondo termine si designa il perseguimento del miglior

risultato per la comunità tutta.

Viene altresì fatto notare che, anche qualora uno o più individui

coinvolti in una dinamica sociale riescano ad agire in modo da ottenere

vantaggi per tutti gli attori di tale dinamica, non è detto che l'interesse

collettivo ne giovi: l'esempio portato è quello dei giovinotti di buona

famiglia (chiamati – senza mezzi termini – “figli di papà” da Rossi) i

quali, durante la “leva lunga”, non esitavano a lasciare ad altri, dietro

congruo compenso, lavori pesanti che erano in principio destinati a

loro, grazie al sistema che consentiva tali sostituzioni. In quel caso, sia

il “figlio di papà”, sia il sostituto, avrebbero avuto benefici: il primo

avrebbe evitato un lavoro, il secondo – solitamente indigente – avrebbe

avuto un guadagno imprevisto. Ciononostante, fa notare Rossi, tale

pratica nuoceva all'interesse collettivo, in quanto al posto di due

lavoratori se ne aveva uno solo.

Codesti ragionamenti si inseriscono in un contesto nel quale Rossi

richiama il concetto di corvée , ossia l'antica pratica, tipica dell'epoca

feudale, che consisteva nell'obbligare i vassalli a erogare prestazioni

lavorative gratuite nei confronti del proprio signore. La visione della

corvée contenuta in “Abolire la miseria” è ovviamente ammodernata e

liberata dalle connotazioni schiavistiche medioevali, e ha per fine

ultimo la proposta di costituzione di un sistema dove i giovani, di

ambo i sessi, non appena terminati gli studi, siano obbligati a servire,

per un periodo di due anni e in cambio solo di vitto e alloggio,

l'interesse collettivo lavorando al servizio dello Stato nell'ambito della

produzione e distribuzione, a chiunque ne faccia richiesta, di beni

“indispensabili per vivere senza soffrire la fame e il freddo per tutta la

vita” (cit.). Tale sistema viene definito, da Rossi stesso, “un esercito

del lavoro”.

Tale sistema potrebbe essere considerato poco efficiente, però, in

quanto i componenti dell' esercito costituirebbero perlopiù manodopera

non specializzata, causando perdite in termini di tempo e personale

impiegato, nonché di qualità del prodotto finito. La risposta a tali

critiche richiama lo sviluppo tecnologico (e si fanno gli esempi di torni

e frese, una volta strumenti complicati da maneggiare ma poi sempre

più intuitivi) e la catena di montaggio, che si avvale di personale non

qualificato. Rossi stima un massimo di tre mesi di formazione per ogni

componente dell' esercito , vale a dire un ottavo della leva

complessiva; ciò vorrebbe dire, considerando una procedura di

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chiamata nell' esercito a cadenza trimestrale, avere sette ottavi degli

effettivi a pieno regime e un ottavo in formazione. Un simile struttura,

basata quindi sull'impiego dei coscritti in ambiti di lavoro meccanico e

ripetitivo, andrebbe anche ad ammortizzare il deficit di produttività

dovuto allo scarso incentivo al lavoro dato dall'assenza di salario e di

possibilità di licenziamento.

La proposta prevede inoltre che i “dirigenti” dell' esercito siano

persone di alta professionalità. Ciò garantirebbe una migliore

formazione delle reclute , nonché un migliore sviluppo delle attività

produttive. Infine, sostiene Rossi, il sistema dell' esercito del lavoro

garantirebbe risparmi dovuti al monopolio statale per i prodotti a

distribuzione gratuita, riducendo “le fluttuazioni della domanda e[d

eliminando] gli sprechi della concorrenza” (cit.).

Oltre a quanto descritto finora, corrispondente all'aspetto economico

della struttura, Rossi identifica tre benefici sociali che ne

conseguirebbero:

• l'assistenza da parte dello Stato non avrebbe più un “carattere di

elemosina” (cit.), ma sarebbe frutto di un “lavoro compiuto” (cit.);

• con il periodo passato nell' esercito , ogni cittadino si troverebbe ad

avere a che fare, in maniera estremamente pratica, con valori come

solidarietà e interesse collettivo;

• il contributo dato da ogni cittadino ai sistemi di previdenza sociale

dello Stato sarebbe eguale.

[Vai al sito con il testo completo]

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Dopo il 25 Aprile

Non adeguarsi alla logica

dell’“io speriamo che me la cavo”

di Gim Cassano

Matteo Renzi sta mostrando un’indubbia abilità nell’indurre una larga

parte del Paese a porre in antitesi democrazia e diritti da un lato e

modesti e parziali benefici per alcuni dall’altro, al di fuori di ogni

logica di prospettiva di uscita strutturale da una crisi i cui effetti hanno

comunque comportato l’accrescersi e non l’attutirsi delle disparità, non

solo in termini di capacità economica immediata, ma anche di

prospettive economiche e sociali e di capacità giuridiche e politiche.

Disparità che le trasformazioni in atto tendono a stabilizzare ed

istituzionalizzare.

E, se i critici di oggi sono tacciati di conservatorismo, di essere gufi

visionari ed antiitaliani, questo è un “dejà-vu” di tanti anni fa. Ma la

determinazione e la coerenza di quei pochi consentì alla Resistenza

italiana di essere quel che fu: l’artefice di una nuova Italia.

Tema che, pur nelle evidenti differenze, oggi si ripropone come il

compito della sinistra italiana; per quanto ciò possa apparire

impopolare e difficile, essa deve combattere la logica dello “speriamo

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che io me la cavo”, e deve aver chiaro che non basta più ragionare in

termini di difesa dei singoli aspetti di una democrazia, considerati

come indipendenti l’uno dall’altro.

Quali che possano essere le prospettive immediate, va indicata al

Paese la strada dell’alternativa alle politiche oggi perseguite, in quanto

indirizzate ad un modello di società che, anziché rimuovere, tende a

perpetuare e dare sostanza istituzionale e giuridica ai fattori che sono

all’origine delle difficoltà italiane.

La credibilità di questa strada richiede come condizioni necessarie

un’elaborazione concettuale adeguata alle realtà di oggi e la

costruzione politica di un fronte comune, che non può consistere nel

tentativo di una riedizione del centrosinistra, e rispetto alla cui

costruzione appaiono inadeguate, non solo in termini di forza politica,

se singolarmente e separatamente prese, tutte le espressioni politiche e

sociali oggi esistenti.

Queste, in breve, le indicazioni che mi pare di dover trarre in

occasione dei 70 anni della Liberazione.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Le tragedie del mare: dolore e rabbia

di Cesidio Celidonio, Coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà in Svizzera

Le scene apocalittiche dei naufragi dei migranti nel mare Mediterraneo

suscitano per lo più dolore e sgomento. Non possiamo tuttavia

nascondere anche un senso di rabbia e di delusione. Rabbia, perché a

fronte di tragedie di dimensioni così enormi, non solo non si attenua

ma cresce la balorda campagna razzista di Salvini & Co., che trasforma

di fatto le vittime in colpevoli. Una campagna martellante che occupa

per decine di ore al giorno i canali televisivi e invade la rete,

offuscando le menti e la ragione.

E poi rabbia, perché a fronte dell’esodo di donne, bambini e di

migliaia di poveri cristi che fuggono dalla disperazione e dalla

persecuzione, invece di ragionare su politiche di accoglienza, sul

ripristino di un programma efficace come Mare Nostrum, sulla

creazione di corridoi umanitari, sul richiamo davvero fermo all’Europa

per una una gestione comune dei richiedenti asilo, il governo risponde

evocando confusi e inquietanti scenari di guerra: una guerra non si

capisce bene contro chi, se non contro le masse che tentano di

raggiungere con ogni mezzo l’ Europa.

Infine delusione, perché ancora una volta i parlamentari eletti

all’estero, di fronte ad avvenimenti che li dovrebbero interpellare nella

loro più autentica funzione di rappresentanti delle migrazioni, risultano

“non pervenuti”. Essi più di altri, dovrebbero dare testimonianza della

nostra emigrazione: una storia drammatica, costellata di naufragi,

clandestinità, umiliazioni e persecuzioni razziste. Per questo li

avremmo voluti magari in prima linea per un manifesto

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sull’accoglienza e sui diritti dei migranti. Niente! Insomma di fronte

alle campagne vergognose della destra e alla rimozione della nostra

storia di migranti li vorremmo presenti e protagonisti, ma non lo sono.

Storia e memoria

Carlo Levi

Le associazioni Filef in Italia e nel mondo ricordano la figura di

Carlo Levi con numerose iniziative nel corso dei prossimi mesi.

A quarant’anni dalla morte di Carlo Levi la Federazione Italiana

Lavoratori Emigrati e loro Famiglie (Filef), di cui il grande

intellettuale antifascista fu fondatore, ha promosso numerosi incontri e

convegni dedicati a Carlo Levi. Nelle prossime settimane saranno resi

noti i programmi delle iniziative che, dopo l’estate, avranno luogo a

Potenza e Matera, a Salerno, Napoli, Torino, Reggio Emilia e Roma.

Su Carlo Levi la Filef ci segnala una serie di documenti utili. Eccoli:

Sulla figura e l’opera di Carlo Levi e su precedenti iniziative

realizzate da Filef per ricordare il suo fondatore è disponibile una

ampia documentazione sul sito Emigrazione-notizie: >>> Vai al sito

Carlo Levi (Torino, 1902 – Roma 1975)

Altri documenti e audiovisivi reperibili in rete

O brigante o emigrante! - Intervista a Carlo Levi (del regista Alessandro

Blasetti) - >>> Vai al sito

Carlo Levi - La persona e l’opera - >>> Vai al sito

Montanelli incontra Carlo Levi (1959) - >>> Vai al sito

Carlo Levi e la Basilicata che cambia - >>> Vai al sito

Carlo Levi e Roma - >>> Vai al sito

Profezia sulla società italiana - >>> Vai al sito

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Carlo Levi: la lezione di un antifascista - >>> Vai al sito

Cristo si è fermato a Eboli ( I contadini, i "Luigini", gli operai, le

donne.- >>> Vai al sito

Felice Casorati e Carlo Levi - >>> Vai al sito

La Spedizione in Lucania di Ernesto de Martino, storico Documentario

audio del 1952 sulla Lucania in cui Levi aveva trascorso il confino - >>>

Vai al sito

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LETTERA

Nulla contro la persona

dell' immigrato, ma…

Sull’editoriale “Guerra e pace” (ADL del 23.4.2015)

Gentile direttore, mi riferisco all'articolo sugli immigrati. Premetto che

non ho nulla contro la persona dell' immigrato. Ma venissero con i

documenti in mano e la possibilità del lavoro. Lavoro che non c'è.

Poi si fanno sfruttare per pochi euro dai caporalati del lavoro. Anche

gli italiani lavorano a un salario di fame. Alcuni immigrati (parole

loro) dicono che avevano il lavoro nel loro paese e stavano

discretamente: sono venuti qui a fare la fame con i rischi che hanno

corso?

Non capisco la nostra politica di accoglienza a tutti i costi, quando

non abbiamo case per tutti e i flussi non sono regolamentati: come

possiamo accogliere tutta questa gente?

Poi non capisco i giornalisti e alcuni deputati che ti fanno sentire in

colpa per la morte di quella povera gente. Ma questa gente chi li ha

chiamati?

Quando i nostri partivano per l'America del Nord o del Sud avevano

la chiamata. Qui stanno arrivando donne e bambini che certo non si

possono respingere. Ma dove vanno dopo e cosa faranno chi lo sa?

Infine, arrivano e vogliono i loro diritti. Ma quali diritti se nono

sanno cosa sono i doveri?

Ci sarebbero molte domande da fare ma non voglio allungarmi

troppo.

Giuseppe Vadalà

Centoventi anni fa la nostra organizzazione nacque come sindacato

degli italiani immigrati in Svizzera anche per debellare la concorrenza

salariale al ribasso, da sempre causa di xenofobia.

Oggi il benessere dell’Europa, il continente più ricco del mondo da

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sempre, ha dentro anche i disastri coloniali e postcoloniali. tuttora in

corso in Africa, e basti pensare alla situazione della Libia odierna

dopo l’intervento militare di Sarkozy nel 2011, idiota e criminale.

Lei domanda: come possiamo accogliere tutta questa gente?

L’Associazione dei Comuni Italiani pensa di utilizzare le caserme

dismesse. Sempre meglio che regalarle ai ricchi nel quadro delle

cosiddette “privatizzazioni”.

Personalmente penso che gli immigrati (ma anche i cittadini

italiani) debbano essere coinvolti in una forma di servizio civile in cui

possano seguire percorsi di lavoro e formazione utili alla comunità e a

loro stessi.– A.E.

LETTERA

VIVA LA RESISTENZA

Il 25 aprile, anche per me non sarà una giornata eccezionale, ma per

altri motivi. La tristezza di constatare che quella libertà regalatami dai

Matteotti, Saragat, Pertini e tanti altri, i cui nomi rimangono forse solo

sulle lapidi dei monumenti, che hanno sacrificato con la vita, la casa e

la famiglia, è una libertà ormai persa. Persa perché un uomo un voto

eleggevano un deputato che aveva avuto più voti e la nuova classe

politica non ha saputo eliminare i politici che hanno inquinato il

sistema della preferenza, hanno scelto il sistema dei nominati. Quella

libertà che affidava alla saggezza dei Senatori un secondo esame e che

garantiva la rispondenza ai principi costituzionali, oggi non c’è legge

che dopo essere stata approvato a maggioranza e senza confronto non

si scopre che è incostituzionale. Quella libertà che ci hanno tolto

principalmente gli eredi politici di quelli Eroi che hanno combattuto. Io

non ho vissuto, per fortuna, quel periodo ma nessuno potrà mai

togliermi la libertà di poter credere nei valori trasmessimi e GRIDARE

“Viva il 25 Aprile Viva LA RESISTENZA”

Antonio Auteri

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.