16
1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44287 utenti - Zurigo, 21 maggio 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT L’italiano medio - «Uno dei difetti principali dell’"italiano medio", si dice sempre, è la tendenza a scaricare le responsabilità, ossia la convinzione che del conto debba sempre occuparsi qualcun altro. "Qui nessuno paga le tasse!", denuncia l’artigiano mentre ripone in un cassetto i contanti incassati al nero. "Qui nessuno rispetta le regole!", inveisce la signora parcheggiando sul posto riservato ai disabili, forte del pass d’un vecchio zio che non esce di casa da un lustro. Bene, la mia ipotesi è la seguente: non l’unica causa, certo, ma almeno una delle cause del declino italiano consiste nel fatto che, a partire soprattutto da Tangentopoli, la politica non solo non ha contrastato questa propensione per così dire all’auto-deresponsabilizzazione, ma l’ha potentemente alimentata.» Giovanni Orsina Esortazione ai vescovi italiani - «La sensibilità ecclesiale… comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi.» Francesco Papa Bergoglio all’apertura dei lavori della Conferenza episcopale italiana Nella Curia - «Le parole pronunciate lunedì da Francesco all’apertura dei lavori della Conferenza episcopale italiana hanno lasciato tracce profonde; e fatto riaffiorare riflessioni amare. Sono state vissute come la conferma di una severità che da mesi viene avvertita con dolore e sorpresa: quasi fosse l’onda lunga di un Conclave che nel 2013 rivelò una maggioranza ostile a qualunque ipotesi di papato italiano e curiale. Il rischio è di accreditare l’idea di un Pontefice convinto che la Chiesa cattolica si salvi allargando il fossato con una nomenklatura

Adl 150521

Embed Size (px)

DESCRIPTION

La Newsletter settimanale del 21 maggio 2015

Citation preview

Page 1: Adl 150521

1

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44287 utenti - Zurigo, 21 maggio 2015

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

IPSE DIXIT L’italiano medio - «Uno dei difetti principali dell’"italiano medio", si dice

sempre, è la tendenza a scaricare le responsabilità, ossia la convinzione che

del conto debba sempre occuparsi qualcun altro. "Qui nessuno paga le

tasse!", denuncia l’artigiano mentre ripone in un cassetto i contanti incassati

al nero. "Qui nessuno rispetta le regole!", inveisce la signora parcheggiando

sul posto riservato ai disabili, forte del pass d’un vecchio zio che non esce di

casa da un lustro. Bene, la mia ipotesi è la seguente: non l’unica causa, certo,

ma almeno una delle cause del declino italiano consiste nel fatto che, a partire

soprattutto da Tangentopoli, la politica non solo non ha contrastato questa

propensione – per così dire – all’auto-deresponsabilizzazione, ma l’ha

potentemente alimentata.» – Giovanni Orsina

Esortazione ai vescovi italiani - «La sensibilità ecclesiale… comporta anche

di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una

diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire,

senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità

cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul

loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi.» – Francesco

Papa Bergoglio all’apertura dei lavori

della Conferenza episcopale italiana

Nella Curia - «Le parole pronunciate lunedì da Francesco all’apertura

dei lavori della Conferenza episcopale italiana hanno lasciato tracce

profonde; e fatto riaffiorare riflessioni amare. Sono state vissute come

la conferma di una severità che da mesi viene avvertita con dolore e

sorpresa: quasi fosse l’onda lunga di un Conclave che nel 2013 rivelò

una maggioranza ostile a qualunque ipotesi di papato italiano e curiale.

Il rischio è di accreditare l’idea di un Pontefice convinto che la Chiesa

cattolica si salvi allargando il fossato con una nomenklatura

Page 2: Adl 150521

2

ecclesiastica sospettata di essere collusa con il potere… Si avverte un

disagio che tocca direttamente l’episcopato italiano, in affanno nel

capire le coordinate culturali di Jorge Mario Bergoglio; e convinto che

gli ultimi anni tormentati di Benedetto XVI, con gli scandali e le lotte

intestine nella Roma papale, abbiano sedimentato un pregiudizio anti-

italiano difficile da scalfire… Il fossato tra il pontefice del popolo e la

Chiesa-istituzione rimane. I vescovi sentono di essere oscurati e

surclassati da Francesco. E additano come un rischio la sua tendenza a

guidare la Chiesa con una specie di "governo ombra". Ma forse,

dovrebbero domandarsi se l’"oscuramento" non sia una conseguenza di

responsabilità e mancanze almeno di alcuni di loro. E quando

chiamano in causa il "governo ombra", alludendo a Casa Santa Marta,

mostrano di non vederlo più come luogo-simbolo della rottura virtuosa

di Francesco con i palazzi degli intrighi vaticani.» – Massimo Franco

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

EDITORIALE

UVA DI ROVO

A volte, se vogliamo misurare i progressi, i regressi e le costanti di

una certa situazione, può esserci utile riflettere su quel che ne

avevamo detto e pensato in precedenza. Di seguito alcuni stralci di

“Il nostro noi diviso”, editoriale apparso sull’ADL del 18 aprile

2011. Con un breve Poscritto.

di Andrea Ermano

È molto grave che un barcone di profughi possa naufragare con tutti i

passeggeri a bordo sotto i binocoli di tanti osservatori oscenamente

discreti; ma, posto che ciò accada per una tragica fatalità, a quale causa

movente dobbiamo attribuire le salve di battute nazional-padane sui

naufraghi morti?

"Con gli immigrati non possiamo usare le armi, per ora", parola

dell'ex ministro leghista Castelli. "Quando i nostri pescherecci,

disarmati, si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati.

Usiamo lo stesso metodo. . .", parola dell'eurodeputato leghista

Speroni: "Hitler ha sbagliato tutto! Se fosse vissuto ai giorni nostri

avrebbe mandato i tedeschi coi barconi a invadere il mondo e nessuno

avrebbe potuto fermarli perché. . . be', ci sono le ragioni umanitarie".

Così, la morte accidentale di una carretta migrante viene inalveata in

Page 3: Adl 150521

3

un letto di gelo psichico, sul quale il nostro comune sentire è destinato

a deragliare da ogni rapporto con il dolore degli altri.

Eppure, esistono satelliti geostazionari. Esistono previsioni

atmosferiche. E il Mediterraneo è zona di guerra. Un bel po' di occhi

sono puntati sul tratto di mare antistante alle nostre coste. Un bel po’ di

previsioni atmosferiche vengono scodellate a getto continuo sulle

scrivanie degli strateghi che dovrebbero quindi sapere che cosa bolle in

pentola tra la Libia, la Tunisia e l'Italia…

Il tiro al rifugiato ha buone possibilità di divenire lo sport nazional-

padano, dato che Hitler oggi espugnerebbe il Castello di Udine

mimetizzato da bimba eritrea…

<>

Nella sua summa dedicata alla "sindrome weimariana" Peter Sloterdijk

mostra bene i rischi insiti nel surriscaldamento verbale, di cui – nel

1922 come nel 1933 – furono protagoniste varie formazioni

paramilitari ad alto tenore ideologico.

La mancanza di senso della misura si manifesta anzitutto come

mancanza di dubbi circa le posizioni ideologiche proprie. Ed affligge

in modo più virulento le ideologie maggiormente capaci di provocare

le tragedie più grandi.

La mancanza militante di senso della misura alimenta una

progressione dell’arbitrarietà incline alla violenza, ma soprattutto

prepara, per accumulo, quel fenomeno che Sloterdjik definisce

"scatenamento cinico", in forza del quale, raggiunto il punto di

saturazione, scatta una sorta d’isteria collettiva sulla cui onda ha luogo

la crisi totalitaria.

Da noi, fino a qualche tempo fa, la questione della tenuta

democratica pareva risolta alla radice nel rapporto con l'Europa. Ma

l’Unione Europea appare al momento divisa e disorientata a causa

delle turbolenze globali, mentre l’anti-europeismo appartiene ai

caratteri originari della destra. Sicché ora entra in oscillazione anche

questo ancoraggio.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà di un "noi diviso", come

tratteggiato da Remo Bodei nell’omonimo saggio del 1998. Dobbiamo

comprendere bene, però, dove passa la faglia. Bisogna cioè vedere

quali sono le formazioni storiche d'interessi che divergono o

confliggono.

Per alcuni "poteri forti" è del tutto indifferente se l'Italia rappresenta

la quinta o la cinquantesima potenza industriale del mondo, né cambia

granché per loro se il tessuto sociale, civile ed economico del Paese

gode o meno di buona salute, e lo stesso vale per l’ancoraggio europeo.

Quali sono questi "poteri forti"?

Ad esempio, la mafia, titolare di fatturati ben maggiori rispetto a

molti di quelli legali dell'industria e del commercio: è un sub-sistema

che vuole comandare sul proprio territorio, al limite per trasformarlo in

discarica.

Ad esempio, il berlusconismo, nome che sta qui per l’ala rapace

della razza padrona: un sub-sistema che funziona secondo regole

proprie, in tensione perenne con le regole vigenti in ogni "paese

Page 4: Adl 150521

4

normale". E che importa se la deriva si fa sempre più allarmante.

Ad esempio, lo strapotere delle gerarchie cattoliche, che confligge

con l’idea di progresso civile dell’Italia – vuoi nella dimensione

democratica o dell'integrazione europea o dello stato di diritto – tre

sinonimi di un incremento di laicità non facilmente compatibile, hic et

nunc, con il costrutto materiale e dottrinale vaticano, che è l’archetipo

primo e il teatro ultimo del nostro "noi diviso".

(Stralci dall’editoriale del 18.4.2011 – testo completo sul blog ADL)

Poscritto 21.5.2015 – A fronte dell’ulteriore degrado civile

intervenuto in questi quattro anni nel nostro Paese, degrado evidenziato

da un’ampia gamma di fenomeni, che vanno dalla corruzione

capillarmente diffusa alla propaganda xenofoba “a fogne aperte”, è

lecito domandarsi che cosa resti di quel “magistero morale” tanto

orgogliosamente rivendicato un tempo dalle gerarchie ecclesiastiche

italiane. Le quali oggi si lamentano di papa Francesco: «Quando parla

dei vescovi, questo Papa che pure mostra una grande misericordia

verso tutti, sembra incline a usare il bastone», dicono in Curia. Oibò,

suvvia, l’albero si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi

dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.

Dal Fatto Quotidiano

Besostri: “Italicum incostituzionale”

Parla l’avvocato che ha sconfitto il Porcellum

“Anche la nuova legge elettorale è incostituzionale, dobbiamo portarla davanti alla Corte costituzionale al più presto promuovendo ricorsi in tutta Italia”, dichiara l’avvocato Felice Besostri, uno dei legali che dopo sette anni di battaglie riuscirono a far cancellare dalla Consulta il famigerato “Porcellum”. Besostri ha ricevuto l’incarico di impostare la strategia giudiziaria contro l’ “Italicum” dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, network di associazioni, comitati e giuristi che ha deciso di intraprendere in parallelo anche la via del referendum abrogativo. “In tutte le 26 sedi di Corte d’appello italiane” – spiega Besostri – “come cittadini-elettori presenteremo ricorsi alla magistratura, confidando di trovare almeno un giudice che rinvii il fascicolo alla Corte costituzionale“. L’iter potrebbe essere più rapido di quello contro il “Porcellum”.

Page 5: Adl 150521

5

Vai alla videointervista con Felice Besostri sul sito del Fatto

SPIGOLATURE

Non era vero allora,

non lo è adesso

di Renzo Balmelli

DIFFERENZE. Nell'album "E pensare che c'era il pensiero" Giorgio

Gaber, scomparso nel 2003, si divertiva ad elencare che cos'era di

destra e di sinistra. A suo parere le differenze tra le due parti erano

minime. Non era vero allora, non lo è adesso, né idealmente, né

storicamente. Le differenze c'erano e ci sono, solo che il clima è

cambiato in peggio. Oggi la destra è pronta ad accettare qualsiasi

disuguaglianza nella società pur di incrementare le sue fonti di reddito,

tradendo così lo spirito liberale. Quanto alla sinistra sovente si fatica a

capire in che direzione si stia muovendo. Si disunisce, ha solisti e un

coro cacofonici, ma invece di rottamare senza giudizio avrebbe

bisogno di mostrare un modello unitario e convincente in una fase che

richiede alla politica la lucida capacità di reinventarsi.

PENSIONI. Dopo la cosmica panzana del milione di posti di lavoro

mai creati durante l'infausta era berlusconiana, la gente ha imparato a

diffidare dalle promesse roboanti. Non che prima fosse tanto diverso.

Basti pensare al fumoso frasario di stampo democristiano. Anche la

tivù ad personam elevata a quotidiano comizio ha offerto al Cavaliere

una cassa di risonanza senza precedenti. Adesso però il trucco non

funziona più. Ora è una questione di etica pura e semplice. L'etica di

chi governa e non può giocare con le attese dell'elettorato. Su quei 500

euro da restituire ai pensionati, invitati a passare all'incasso il primo

agosto, il premier Renzi investe una grossa fetta della sua credibilità

dando un segnale, se non una soluzione definitiva, per rimuovere il

contenzioso. La scelta è fragile, ma non concede sconti.

PROVOCATORE. Senza il traino del Cavaliere, padrino ormai

logorato, e senza la spalla della Le Pen, consumata dalle faide

familiari, Matteo Salvini, come diceva Clint Eastwood in un celebre

film, sta giocando "a smerda tutto" per portare la Lega a Sud, nelle

fauci del leone. Che non sia ovunque il benvenuto lo evidenziano le

contestazioni, sfociate in episodi di violenza deprecabili senza mezzi

termini. Qualcuno lo ha definito un " provocatore di talento", ma fosse

anche solo un provocatore e basta, resta difficile immaginare che la

Padania riesca a sfondare nella terra che ha sempre vituperato. Ad ogni

buon conto Salvini dovrebbe guardarsi dai nostalgici che lo

applaudono. Sono facili da individuare e una volta identificati costa

poco prenderne le distanze. Finora non è successo.

ZIO TOM. E' brava a scuola, molto brava, tanto da essere una delle

Page 6: Adl 150521

6

migliori della classe nell'istituto superiore che frequenta a Pisa. Agli

occhi dei razzisti ha però il "torto" di essere un' immigrata senegalese e

per dirla con il rozzo linguaggio delle lettere minatorie che le hanno

infilato nel diario " non si è mai vista una negra che prende 10 in

Diritto". E che vuole fare l'avvocato. Sul doloroso episodio è stata

aperta un'inchiesta, ma resta lo sgomento al solo pensiero che cose

simili possano ancora accadere al giorno d'oggi. Atti malsani, frutto

bacato di una mentalità degenerata che trova il suo terreno di coltura

nel letamaio delle peggiori ideologie. Sono trascorsi oltre 150 anni da

quando uscì "La capanna delle zio Tom" e agli autori di certe bravate

non farebbe male rileggere il romanzo della Beecher Stowe.

TRAGEDIA. Si è mobilitata molto tardi la comunità internazionale di

fronte alla tragedia umanitaria rappresentata dal fenomeno dei migranti

lasciati in balia del mare e nelle mani di cinici scafisti. Quando ormai

era diventato impossibile fingere di non vedere o giocare allo scarica

barile, finalmente gli appelli dell'Italia sono stati accolti dall'UE e dalle

Nazioni Unite che hanno deciso di attivare i provvedimenti necessari a

fermare l'indecente traffico di uomini. Basteranno? Oltre che nel

Mediterraneo, altre masse di diseredati come i Rohingya mussulmani,

mossi dalla forza della disperazione, vagano senza meta nell'Oceano

indiano, esposti a rischi inauditi. Anche di loro, ultimi tra gli ultimi

nella catena dei soprusi, bisognerà occuparsi per non abbandonarli alla

sorte che li condanna all'emarginazione, all'oblio e a una morte quasi

sicura. Sempre che non sia troppo tardi.

CONTRADDIZIONE. Immaginare l'Italia fuori dalla classifica che

conta nel campo dei musei è quasi uno sproposito che trova purtroppo

una dolorosa conferma in sede di bilancio dopo l'International museum

day, la giornata mondiale dedicata a queste istituzioni. Dati alla mano

risulta che nell'elenco delle sedi espositive più frequentate mancano

quelle italiane che non figurano fra le prime venti del mondo. Una

contraddizione mortale – scrive Repubblica – per un Paese votato al

turismo, alla cultura e alla storia dell'arte. Per quanto indiscutibilmente

ricco sia il patrimonio, l'impressione raccolta tra i visitatori e gli

osservatori è che tali beni siano poco valorizzati, vuoi per la carenza

dei servizi, vuoi per inadempienze di varia natura, politiche o altro.

Ora gli addetti ai lavori si affidano alla seduzione di EXPO2015 per

riportare l'Italia al posto che le compete in una graduatoria prestigiosa

guidata dal Louvre.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Page 7: Adl 150521

7

Camusso, i diritti per Statuto

Intervista con la segretaria nazionale della Cgil. Libertà e dignità

sono i princìpi affermati nella legge 300 che compie 45 anni. Quei

diritti vanno oggi rafforzati e resi universali anche alla luce dei

cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro

di Altero Frigerio, RadioArticolo1

"Potremmo dire che lo Statuto dei lavoratori è una delle grandi

leggi di applicazione della Costituzione, non a caso viene definita

legge di rango costituzionale. È la legge che traduce i valori contenuti

nella Costituzione: i principi di libertà sindacale e di associazione, il

lavoro come uguaglianza e quindi fondato sui diritti, per arrivare

all’Articolo 1 'L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul

lavoro'”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in

un'intervista rilasciata a RadioArticolo1.

"Non a caso lo Statuto fu salutato come l’ingresso della

Costituzione dentro le fabbriche, della cittadinanza dentro i luoghi

di lavoro. Questo ingresso si è realizzato attraverso quella

fondamentale scelta che di fronte alla disparità tra i due contraenti,

l’impresa e il lavoratore, la legge deve intervenire a sostenere il

soggetto più debole. Oggi ne festeggiamo il quarantacinquesimo

anniversario. Per qualcuno 45 anni sono troppi anni e quindi va

cambiato. In realtà, sono il segno di quanto da poco tempo la

cittadinanza è entrata a pieno titolo nei luoghi di lavoro e - quando il

tempo è poco - c'è sempre bisogno di rafforzare quell’insieme di diritti

e di renderli universali. (Continua la lettura su sito di rassegna.it)

Vai all’audio dell’intervista con Susanna Camusso

Economia

Le “too big to fail”

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

La Deutsche Bank ha concordato con l’autorità americana di controllo

finanziario e con quella inglese, il pagamento di una multa di 2,5

miliardi di dollari per le manipolazioni del tasso Libor. In cambio verrà

prosciolta da ogni altra accusa ed il procedimento penale verrà chiuso.

Lo stesso era avvenuto lo scorso novembre con le 6 banche “too big

to fail” – la JP Morgan, la Citigroup, la Bank of America, la Royal

Bank of Scotland, la HSBC e l’UBS – che, per lo stesso reato,

pagarono complessivamente una penale di 4,3 miliardi.

Come abbiamo in passato già riportato, il London Interbank Offer

Page 8: Adl 150521

8

Rate, sulla base di informazioni fornite da una ventina di grandi banche

internazionali, viene deciso giornalmente alla City dalla British

Bankers Association. Diventa il punto di riferimento per tutti gli altri

tassi di interesse in un sistema globale che registra contratti finanziari

per un volume di 360 trilioni di dollari. Se le suddette banche fanno

cartello e violano l’antitrust possono “ritoccare” il tasso a loro

vantaggio con profitti stratosferici. Così hanno fatto!

Allo stesso tempo, in cambio della totale impunità, 5 grandi banche

– questa volta si tratta di JP Morgan, Citigroup, Royal Bank of

Scotland, Barclays e UBS – si stanno mettendo d’accordo con le

autorità americane per pagare una multa miliardaria per le

manipolazioni dei mercati Forex, dove si definiscono i valori delle

valute.

In verità l’indagine coinvolge almeno 15 banche internazionali “too

big to fail” e la multa finale potrebbe arrivare fino a qualche decina di

miliardi di dollari.

Il meccanismo legale Usa è molto semplice. Se la truffa viene

scoperta il tribunale istruisce il caso. Ad un certo punto la banca

indagata, se colpevole, ammette la colpa (plea guilty) e accetta il

cosiddetto Accordo di Sospensione del Procedimento. Con il Deferred

Prosecution Agreement la colpa e l’accusa vengono rimosse,

solitamente in cambio del pagamento di una multa. Così le banche

mantengono anche lo status di “creditori privilegiati” che permette loro

di raccogliere capitali in modo agevolato. Nessuno viene accusato di

un qualsiasi atto criminale e nessuno finisce in galera!

L’ammissione di colpa è come un esercizio di arte scenica. La multa

di fatto è un “singhiozzo passeggero”. Del resto come si può tollerare

che simili scandalosi comportamenti vengano considerati piccoli

incidenti di percorso e puniti soltanto con sanzioni pecuniarie? E’

provato che alcune di queste banche hanno venduto titoli tossici, che

hanno provocato la crisi finanziaria, hanno falsificato documenti,

hanno partecipato ad operazioni di lavaggio dei soldi sporchi, di

evasione fiscale e di piramidi finanziarie speculative.

Mentre erano sotto indagine per la truffa del Libor le stesse banche

hanno continuato con le manipolazioni del Forex. Evidentemente tanta

spregiudicatezza deriva dal fatto che il dipartimento di Giustizia

americano e le altre istituzione di controllo sostengono che per loro “la

banca non è una operazione criminale”. Di conseguenza anche i top

manager non possono che essere onesti. Altrimenti la giustizia

americana avrebbe dovuto applicare il corpus legislativo RICO

(Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act), che sancisce

che, quando più persone concorrono in un atto criminale, scatta

l’accusa di “conspiracy”. Esso viene applicato anche per smantellare le

bande della mafia e del crimine organizzato.

Le istituzioni governative americane, ma anche quelle europee,

preferiscono, invece, il pagamento delle multe. Il che significa chiedere

una sorta di “tangente” al contrario. Solitamente il corruttore paga

prima per un affare fuori dalla legalità, qui, invece, salda dopo per

garantirsi l’immunità.

Un tale comportamento da parte delle istituzioni pubbliche dà un

messaggio devastante, in particolare ai giovani. Si fa intendere che in

Page 9: Adl 150521

9

economia, e non solo, prevalga la legge del più forte. Secondo noi ciò è

ancor più grave anche rispetto ai soldi arraffati con le varie truffe.

Il cerchio poi si chiude quando si apprende il “via vai” di alti

dirigenti tra le banche e le varie agenzie di controllo e viceversa. Negli

Usa è normale, se si considera che l’ex governatore della Federal

Reserve, Ben Bernanke, ora agisce per conto dell’hedge fund Citadel

LLC di Chicago e di Pimco, un gigante nella gestione di fondi comuni,

e prima lo stesso ministro del Tesoro, Timothy Geithner, offriva i suoi

servizi all’impresa di private equity Warburg Pincus. Tutto legittimo

naturalmente, ma non aiuta a creare uno spirito di fiducia nelle

istituzioni.

Questa è l’America, di cui qualcuno vorrebbe imporre il modello.

Noi siamo per l’Europa: con tutti i limiti e le inefficienze, le sue regole

ci sembrano meno scandalose.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

Grecia senza soldi

Non può rimborsare l’Fmi

La Grecia non ha più soldi. Ha già raschiato il fondo del barile. In sostanza

senza un accordo con i suoi creditori, non sarà più in grado di effettuare il

pagamento da 1,5 miliardi di dollari al Fmi, sul debito in scadenza il

prossimo 5 giugno. È quanto ha detto il portavoce del governo in Parlamento,

Nikos Filis: “Adesso i negoziati devono arrivare al punto – dice il portavoce

– Questo è il momento della verità, il 5 giugno. Se non si arriverà a un

accordo – aggiunge – avremo un problema di finanziamento, non ci saranno

più soldi per i pagamenti”.

Il rimborso al Fmi di 750 milioni di dollari della settimana scorsa è stato

possibile solo utilizzando i fondi di riserve Sdr (diritti speciali di prelievo)

detenute presso lo stesso istituto di Washington. “Non riceviamo

finanziamenti da un anno – dice ancora Filis – e adesso abbiamo finito i soldi

per il pagamenti ai creditori esteri”. Il governo di Atene, spiega il portavoce,

intende tenersi i soldi per pagare le pensioni e gli stipendi al pubblico

impiego, prima di rimborsare il Fmi”

Un altro allarme arriva da Moody’s che prospetta un outlook “negativo”

per le banche greche e ritiene nel prossimi 12-18 mesi le “tensioni non si

allenteranno”, anzi “molto probabilmente” verrà imposto un “controllo sui

capitali e un congelamento dei depositi”. Infatti secondo Moody’s le banche

greche “resteranno fortemente dipendenti dai finanziamenti della banca

centrale” e avranno “molto probabilmente bisogno di capitali aggiuntivi”.

L’outlook negativo è legato ad un forte “deterioramento dei finanziamenti e

della liquidità delle banche”. A rincarare la dose di incertezza ci si mette

anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che in

un’intervista al Wall Street Journal e a Les Echos afferma: “Non posso

ripetere quanto dissi nel 2012, cioè che la Grecia non sarebbe mai andata in

default”.

Intanto i negoziati per arrivare alla revisione del programma di aiuti entro

la scadenza di fine giugno continuano, e in particolare sono stati fatti dei

progressi sui punti controversi che riguardano la riforma dell’Iva, quella delle

Page 10: Adl 150521

10

pensioni e del mercato del lavoro. Almeno è questo quanto si apprende da

Bruxelles. Le proposte su questi tre temi presentate da Atene, e in particolare

l’ipotesi di una semplificazione del sistema dell’Iva, sarebbero “utili per la

discussione e molto concrete”.

Il cosiddetto “gruppo di Bruxelles”, formato dai rappresentanti del governo

greco, e da quelli delle istituzioni coinvolte (Ue, Bce, Fmi e fondo salvastati

Efsf) ricominciano a trattare e andranno avanti fino a sabato con una serie di

conferenze telefoniche. E’ difficile che ci si possa aspettare qualcosa di

decisivo dal vertice dei leader europei del 21 e 22 maggio a Riga. Mentre,

invece, per la prossima settimana è già da tempo previsto un G7 dei ministri

delle Finanze a Dresda, in Germania, per ora non è in programma la

convocazione di nessuna nuova riunione dell’Eurogruppo.

Del vertice di Riga intende approfittare il premier greco, Alexis Tsipras per

sottoporre un piano di ristrutturazione del debito greco. All’ordine del giorno

del vertice infatti non c’è il caso greco ma il partenariato con l’est europeo e

quindi la crisi ucraina. La manovra di Tsipras sarebbe dunque un modo per

aggirare l’aggiustamento tecnico dell’attuale programma di aiuti con il

Gruppo di Bruxelles e l’Eurogruppo. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroem

Dijsselbloem ha già detto che la questione della ristrutturazione del debito e

quindi l’eventuale allungamento delle scadenze potrà essere discussa solo

dopo che sarà raggiunto un’intesa sull’attuale programma di aiuti.

Vai al sito dell’avantionline

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

Il costo della scuola

di Celestino Spada

Le dichiarazioni di Danilo Lampis, leader dell’Unione degli studenti, che nel

coro avverso all’iniziativa legislativa del governo Renzi richiama l’attenzione

collettiva sui “test Invalsi inutilmente costosi” (la Stampa del 13 maggio),

possono segnare una svolta nel flusso emotivo che da anni, e anche in questi

giorni, tracima dal mondo della scuola italiana fin quasi a dominare

l’opinione e i media.

Quello dei costi dell’istruzione per le famiglie e per lo Stato, anche in

relazione ai risultati fin qui ottenuti, è da tempo un problema, soprattutto per i

dubbi circa la convenienza e l’efficienza di tanto impegno e di tanti sacrifici

privati e pubblici. Dubbi diffusi anche fra chi non ha esperienza diretta o

indiretta dell’apprendimento scolastico, non ha letto i libri dal fronte di Paola

Mastrocola e di altri insegnanti, non è fra i lettori accaniti delle statistiche

nazionali e internazionali, periodicamente pubblicate e commentate da

studiosi come Tullio De Mauro e da ricercatori come Adolfo Morrone (per

dire); ma si fa un’idea in base a quanto può osservare in giro, anche senza

conoscere i dati e le risultanze delle rilevazioni dei livelli di istruzione, delle

competenze in termini di capacità alfabetiche, di lettura e scrittura, di calcolo

e di “abilità per la vita”: così sconsolanti in assoluto e nel confronto anche

con i paesi meno sviluppati, e così persistenti dopo decenni di conquiste

democratiche come la scuola dell’obbligo e l’università “di massa”.

Chi può escludere che questa nuova sensibilità al problema dei costi,

specie se alfieri se ne fanno i rappresentanti degli studenti, finirà per spingere

le famiglie italiane a considerare la scuola davvero un investimento sul

Page 11: Adl 150521

11

presente e sul futuro (da far rendere al massimo in termini di valore

intellettuale e sociale acquisito dai propri figli), e per indurre lo Stato e la

politica a farne qualcosa di più di un pegno da pagare all’ideologia

democratica (populista, in questo caso) con la gestione di un’area di

parcheggio – presidiata, magari, da sindacati agguerriti – che consente di

dislocare avanti nell’età le scelte e le responsabilità dell’età adulta, almeno

per chi, senza una famiglia alle spalle, non è in grado di cogliere le

opportunità di occupazione in Italia e all’estero?

Dalla Fondazione Rosselli di Firenze http://www.rosselli.org/

Trame disperse

“Trame disperse. Esperienze di viaggio, di conoscenza e di

combattimento nel mondo della grande guerra (1914-1918)”,

Circolo Rosselli - Mercoledì 27 maggio, alle ore 17, presso i locali

della Fondazione, in via degli Alfani 101 rosso, presentazione del libro

“Trame disperse. Esperienze di viaggio, di conoscenza e di

combattimento nel mondo della grande guerra (1914-1918)”, a cura di

Marco Severini, Marsilio, 2015, evento organizzato dal Circolo di

cultura politica Fratelli Rosselli. Intervengono Adalberto Scarlino

(Comitato fiorentino per il Risorgimento), Alessandra Campagnano

(Circolo Fratelli Rosselli), Valdo Spini (Presidente della Fondazione

Circolo Fratelli Rosselli). Sarà presente il curatore. Degli autori

saranno presenti Costanza Geddes da Filicaia e Lidia Pupilli

(Università di Messina).

FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

L’Italicum e l’Uomo Nero

di Edoardo Crisafulli

Più d’un intellettuale che stimo critica severamente l’Italicum. Felice

Besostri la ritiene una legge elettorale incostituzionale da cima a

fondo. Non conosco il latinorum costituzionale, quindi non entro nel

ginepraio dei molteplici rilievi. Ricordo solo quel che dice Cesare

Salvi: l’Italicum introduce un Presidenzialismo senza contrappesi,

perché prevede l’elezione diretta del premier in un sistema di governo

parlamentare. Argomentazione giuridicamente ineccepibile. Ma ha

senso far politica a suon di ricorsi?

Il dibattito sull’Italicum appassiona, ahimè, solo i dottori della legge.

Se i profani hanno le idee confuse è perché dai giudizi tecnico-giuridici

trapela una chiara visione politica. La legge, allora, è buona nelle

intenzioni ma è solo scritta in maniera maldestra? Oppure, cavilli a

parte, è stata concepita male fin dall’inizio? Rassegnamoci: nessuno è

Page 12: Adl 150521

12

davvero obiettivo su questa materia delicata. Tutti parliamo per partito

preso. Chiunque valuti lo ‘spirito’ di questa legge, è costretto a dare un

giudizio sul disegno politico di Renzi. Delle due l’una: o il principio

della governabilità è giusto – e allora l’Italicum ha una sua ratio – o è

sbagliato – e quindi è logico appigliarsi a ogni sottigliezza che la

dottrina suggerisce per contestare questa novità, che si presume foriera

di sventure.

Una legge elettorale è “buona” se garantisce un equilibrio tra

governabilità e rappresentanza. Non c’è la soluzione perfetta. Il mio

sistema preferito – il proporzionale puro con uno sbarramento al 3-5%

— sarebbe sbilanciato sul versante della rappresentanza. Credo che

Renzi abbia ragione. Se la sua legge produrrà più stabilità politica, più

capacità decisionale, allora ben venga. Chi proviene dall’esperienza

socialista sa che la democrazia o è governante o non è. Rivendico il

mio diritto all’eresia: l’Italicum non sarà la legge elettorale migliore al

mondo, ma non è neppure la peggiore: è comunque un sistema

proporzionale, pur tarato sulla governabilità; tutela i partiti piccoli (la

soglia di sbarramento è ragionevolissima: il 3%) e le minoranze

linguistiche; prevede le quote rosa; la soglia per ottenere il premio di

maggioranza non è così bassa: è il 40%. (ben più del 35-37%

ipotizzato inizialmente). È vero: 100 capilista sono scelti dalle

segreterie dei partiti. Ma tutti gli altri deputati vengono eletti con le

preferenze. Mi pare un compromesso dignitoso. L’Italicum sancisce la

prassi dei deputati nominati dall’alto. Ma lo fa alla luce del sole, e

pone un limite preciso. Quanti deputati negli ultimi vent’anni sono stati

candidati perché così avevano voluto gli italiani? L’unico dubbio

riguarda il ballottaggio: poniamo che il PD prenda il 30% dei voti e

vada alla resa dei conti con una Forza Italia attestata al 25%. Se non

tornassero tutti a votare, avremmo un partito eletto con poco più di un

terzo degli elettori. Non è uno scenario da salti di gioia. Ma dov’è lo

scandalo? In Gran Bretagna – uno dei paesi più liberali e democratici

al mondo – c’è un sistema criticatissimo, ma che nessuno si sogna di

cambiare, basato sui collegi uninominali (first past the post). Ebbene,

nel 2005 Blair vinse con il 35% dei voti ottenuti su base nazionale; con

tale percentuale il partito laburista ottenne il 55% dei seggi – lo stesso

premio previsto dall’Italicum. Nel 2012 Hollande al primo turno delle

legislative prese addirittura il 29% dei voti. Morale: se vogliamo un

bipartismo “governante”, c’è un prezzo da pagare. Se preferiamo che si

governi con il 51% dei voti reali, allora avremo coalizioni traballanti.

Ovvero delle ammucchiate (ricordate il Prodi II? Oltre 100 tra ministri

e sottosegretari, in rappresentanza di 10 partiti; il governo cadde dopo

solo due anni, per volontà dell’UDEUR).

È legittimo criticare – Costituzione alla mano – l’Italicum. Ma la si

può definire una legge anti-democratica, che snaturerà la nostra vita

politica? Mi stupisce che anche Cesare Salvi parli di “deriva

autoritaria.” Anti-costituzionale e anti-democratico non sono la stessa

cosa. Le accuse strampalate germogliano con rapidità impressionante:

Renzi sarebbe un prepotente, un dittatore sotto mentite spoglie.

Tornano in mente le vignette di Forattini che ritraevano un Craxi in

stivaloni neri e piglio ducesco (e oggi, guardacaso, a Craxi si

rimprovera di non avere condotto in porto la Grande Riforma…).

Page 13: Adl 150521

13

Riemerge la pulsione irrefrenabile della sinistra italiana: la paura del

rigurgito autoritario, del ritorno di fiamma del fascismo. Se era

legittimo, anzi: doveroso, stare in guardia fino agli anni settanta,

quando il tintinnar di sciabole non era una finzione, oggi evocare

fantasmi autoritari è ridicolo: l’Italia è profondamente e

irreversibilmente democratica. Sfido chiunque a dimostrare, fatti alla

mano, il contrario. La retorica dell’Uomo Nero fa parte di una

propaganda politica ormai datata. Per vent’anni il partito

dell’indignazione permanente ha denunciato l’autoritarismo

berlusconiano. Ma i governi di Berlusconi, che pure si reggevano su

maggioranze “bulgare”, sono stati i più inconcludenti della storia

repubblicana. La Rivoluzione Liberale, annunciata con il rullio dei

tamburi, è rimasta un miraggio. Ragion di più per elogiare la

governabilità, il decisionismo. I tempi dell’assemblearismo (ben altra

cosa è il rispetto per il Parlamento), della lentocrazia, dei veti

incrociati, dei franchi tiratori, è finito. Anche in Italia chi vince deve

poter governare; solo così restituiremo lo scettro al popolo.

Provo un grande rispetto per i giuristi e gli intellettuali che

dissentono: il dubbio è il sale della vita democratica. Ma la minoranza

dem è ipocrita, non è credibile. Se questa legge si preannuncia così

liberticida, perché non ci fate tornare alle urne? Basta sfiduciare il

governo. Semplice, no? Ci troviamo nel teatro dell’assurdo: un leader,

Renzi, eletto alla segreteria del PD con un metodo iper democratico,

accusato di volere una legge anti-democratica; a contestarlo, una

pattuglia di ex esponenti del PD-PDS che reclamano una legge iper

democratica pur avendo fatto carriera con metodi poco democratici:

quanti dirigenti della sinistra sono stati cooptati dall’alto? La deriva

autoritaria, cari compagni, si manifesta anzitutto sub specie aeternitatis

– come inamovibilità delle élites. Ecco perché la Gran Bretagna è un

Paese intimamente democratico: Ed Miliband si è dimesso il giorno

stesso in cui ha perso le elezioni; e non giocherà mai più un ruolo di

primo piano nel partito laburista. Così è stato per Gordon Brown prima

di lui e per tutti gli altri. Dove erano le Vestali della Costituzione

tradita quando i leader della sinistra si davano il cambio nel valzer

delle poltrone, e rimanevano sulla cresta dell’onda anche dopo

tremende batoste elettorali? Da noi i politici sono attaccati al potere

come cozze agli scogli. È difficile accettare lezioni di democrazia da

chi ha monopolizzato il principale partito della sinistra (PDS, DS, PD)

per vent’anni, e non ha mai voluto una legge che ne disciplinasse in

senso democratico la vita interna (guai a legarsi le mani da soli!). Che

senso proporre una legge elettorale che più democratica non si può

quando i partiti stessi non sono democratici (solo il PD ha un leader

scelto con le primarie)?

Il sintomo della nostra malattia è l’astensionismo, l’indifferenza.

Cos’è peggio, un Italicum in cui votano due terzi degli aventi diritto o

un proporzionale puro in cui vota meno della metà degli elettori?

Nessun sistema elettorale convincerà un popolo deluso e ammaliato

dall’anti-politica a recarsi alle urne en masse. Nutro dubbi sulle virtù

salvifiche di una legge elettorale. L’Italicum ci può semplicemente

assicurare la governabilità, la stabilità. Il che non è poco: in

democrazia è sempre meglio una decisione sbagliata che una non

Page 14: Adl 150521

14

decisione; il procrastinare fra mille mediazioni porterà a una morte

certa per asfissia. Il nostro problema non è solo la corruzione dilagante,

è anche il teatrino della politica inconcludente, lo spettacolo dei politici

che promettono mari e monti e poi non fanno nulla. Oggi l’opposizione

è un’armata Brancaleone in cui ognuno dà sulla voce dell’altro: c’è una

Lega battagliera ed estremista, una Forza Italia rediviva ma anemica e

senza bussola, un movimento 5 stelle di “duri e puri” che ha scelto

l’indignazione permanente. Ma quello che mi preoccupa di più sono i

milioni di italiani che, schifati, se ne stanno a guardare alla finestra.

Altro che spauracchio dell’Uomo Nero.

Da CRITICA LIBERALE riceviamo e volentieri pubblichiamo

E se Renzi si stesse

impiccando da solo?

L'Italicum è forse la sciocchezza più grossa della sua

vita di apprendista politico presuntuoso e ignorante

di Enzo Marzo

L'attenzione dell'opinione pubblica in queste ultime settimane si è

concentrata sull'approvazione dell'Italicum. Che per noi rimarrà sempre un

Sovieticum. Con grande protervia Renzi lo ha voluto e lo ha ottenuto. Ma

ragioniamoci su. Può essere anche che il Presidente del consiglio si sia

fabbricato con le sue stesse mani la propria rovina. Tutta la vicenda contiene

tre gravi “mostri”. Prima di tutto la riforma elettorale sarebbe dovuta essere

di iniziativa parlamentare e non governativa, proprio perché una legge di tale

importanza non può farsela su misura la maggioranza di governo. Così

abbiamo subìto una prima fase col pastrocchio in cui Berlusconi era

all'opposizione del governo e nello stesso tempo legiferava assieme al

Presidente del consiglio nel chiuso di una stanza. Secondo “mostro”:

ufficialmente non si è mai saputo quale fosse la proposta di Renzi. Egli anzi

avrebbe avuto il dovere e il potere di gettare sul tavolo l'ipotesi ufficiale del

Pd, e poi di trattare su quella base. Al contrario, il Nazareno fin dall'inizio ha

partorito uno sgorbio in cui si vedeva solo l’interesse dei due interlocutori.

La seconda fase, con la fuoriuscita masochistica di Berlusconi, non ha

cambiato la sostanza della riforma: capilista nominati, candidature plurime e

infine il marchingegno del ballottaggio fra le prime due liste. Ed siamo al

terzo “mostro”: viene approvato con un’esigua maggioranza e con gravi

forzature anche procedurali un pasticcio incostituzionale irrispettoso degli

elettori e pericolosamente cesaristico.

Tutti – compreso Renzi - sono stati accecati dal faro del meccanismo

tecnico della legge, dimenticando che la storia non è una fotografia ma un

film, muta continuamente e certe formule che sono disegnate per l'oggi con

certi scopi (perversi) già il giorno dopo possono non andare bene. O

addirittura diventare controproducenti. Facciamo due conti. Secondo gli

ultimi sondaggi e le u ltime elezioni comunali sia il Pd sia Forza Italia sono in

netto calo. Vediamo nei dettagli: il Pd (i giornali quasi non ne hanno parlato)

a Trento ha perduto lo 0,2% rispetto alle 2010, ma è andato sotto di ben 19,5

punti in un solo anno. Alle Europee ave va raccolto 24.774 voti, oggi solo

Page 15: Adl 150521

15

13.666 (11.108 voti in meno, ovvero il 45% del suo elettorato). A Bolzano

ha perduto lo 0,3% rispetto al 2010, e 18,8 punti rispetto alle Europee,

quando aveva raccolto 15.591 voti (oggi 6541 (9.050 in meno, ovvero il 5 8%

del suo elettorato). In percentuale ha perduto , rispetto alle Europee, persino

più della stessa Forza Italia al fallimento. Forza Italia ha di che piangere. A

Trento ha perduto il 7,7% rispetto al 2010 e si è più che dimezzata in un solo

anno. Alle Eur opee aveva raccolto 4.517 voti, oggi 1.963 (2.554 in meno,

ovvero il 56,5% dei suoi votanti. A Bolzano è stata una catastrofe: ha

perduto 17,9 punti dalle ultime Comunali e il 6,8% dalle Europee, dove aveva

raccolto 4.530 voti e ora 1.406 ( meno 3.124, cio è il persino esagerato

68,96% del suo elettorato). Ad Aosta Fi non è riuscita neppure presentare la

lista. Aspettiamo le elezioni regionali e rifaremo i conti.

Si dirà: ma l'esempio è esiguo e quindi non significativo. Forse, ma anche

un esempio esiguo d iventa significativo se le cifre sono così clamorose.

Comunque passiamo ai sondaggi. Nell'ultima ricerca pubblicata, quella dell’

IXÈ, Forza Italia registra l'11,3% (perdendo lo 0,5% rispetto al mese

precedente) ed è largamente superata dalla Lega di Salvi ni che sfiora il 14%.

Il Pd di Renzi sta al suo minimo storico. Dopo il record del luglio scorso

(43,4%) ora raggiunge appena il 36,2% (perde 7,4 punti percentuali

infilandosi in un trend negativo). Sorge spontanea la domanda: Renzi non si

sarà forse iscritto anche lui alla “Sinistra masochista”?

Ma ora basta con le cifre e torniamo all'Italicum. È chiaro che la legge

elettorale così come è stata elaborata non serve più a Renzi, che si trova di

fronte a un paradosso. Se spinge per elezioni politiche ravvicinate, la

situazione rovinosa dei berlusconiani lo priva dell’avversario preferito, con

enormi rischi; se invece lascia passare anni per dare a Berlusconi la

possibilità di riaggiustare i cocci, deve tener conto che l'attuale trend negativo

potrebbe assottigliare di molto il suo tesoretto accumulato con le elezioni

europee.

La nostra ipotesi fa riferimento all'oggi, perché non vogliamo rubare il

mestiere ai profeti. Ma proviamo a spostare l'attenzione dalla “riforma

incostituzionale” al suo effetto sulle elezioni politiche. Se si svolgessero

domani. Risultato: Renzi non raggiunge il 40% e quindi è costretto al

ballottaggio. Forse lo aveva anche previsto, ma con la certezza che il suo

avversario sarebbe stato il "cotto" Berlusconi. Oggi questa certezza non c'è

più. Perché Berlusconi appare troppo “cotto". Se al successo della Lega,

così vistoso, si aggiunge la presunzione di Salvini, appare poco probabile la

formazione di una sola lista di destra. In più, questa, con dentro razzisti,

omofobi, Casa Pound, fas cisti e i soliti delinquenti forzisti lascerebbe a

Renzi una fascia vistosa di elettori di centrodestra. Facciamo un passo

avanti.

La débacle di Berlusconi significherebbe un ballottaggio tra Renzi e Grillo

(ora stabile sul 20%). Un rischio mortale per Renzi. Per lui voterebbero tutti

i moderati e la Casta con tutti i suoi famigli, ma Grillo avrebbe dalla sua un

elettorato variegato e contraddittorio, da tutta la sinistra a una parte persino

del Pd, dagli “sfascisti" a tutte le vittime della crisi economica, dalla destra in

vena di ritorsione agli apocalittici. Determinante, a quel punto, sarebbe il più

grosso “partito” nazionale, quello delle astensioni. Renzi, col suo peronista

“partito della nazione” modello de Luca (dentro tutti: delinquenti, camorristi,

trasformisti berlusconiani e "impresentabili" sciolti), forse capirebbe di aver

partorito con l’Italicum uno strumento autoritario da regalare ad altri, e

quindi la sciocchezza più grossa della sua vita di apprendista politico

presuntuoso e ignorante.

Vai al sito di Critica liberale

Page 16: Adl 150521

16

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.