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(Allegato 2) 1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO ENTE 1) Ente proponente il progetto: LA CASA DEL SORRISO – ONLUS, Via Baronio Manfredi, 27 90046 Monreale (Pa) Sito web: www.casadelsorriso.org 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: VOLONTARI IN COLOMBIA 5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Codice: 03 Giovani 6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese dove si realizza il progetto: Lo stato della Colombia La Colombia è uno stato dell'America meridionale con un estensione di 1.138.914 km², con 44.531.434 abitanti la cui capitale è Bogotá. Il paese confina: nord: Mare Caraibico sud: Perù, Ecuador ovest: Panamá, Oceano Pacifico est: Venezuela, Brasile. La Colombia è una repubblica unitaria di tipo presidenziale; il potere legislativo è esercitato dal Congresso, composto da Camera (102 membri) e Senato (166). La lingua ufficiale è quella spagnola. Numerose le lingue indigene parlate localmente, come il quechua, il chibcha e quelle del gruppo linguistico arawak. La storia La storia della Colombia come Repubblica comincia solo dopo l'indipendenza della Spagna il 20 luglio 1810 insieme alle altre colonie spagnole dell' America come il Venezuela, l'Ecuador, il Perù e la Bolivia (Panamá è stato un dipartimento della Colombia fino al 1904). Con Boyaca culmina la vittoria definitiva che sigilla una nuova storia in quello che conosciamo come America latina. La storia nel paese sudamericano non comprende 1^ NZ00931 Nazionale

(Allegato 2) - Casa del Sorriso IN COLOMBIA.pdf · cartello della droga ricordiamo il ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla, assassinato nel 1984 . Questo evento determinò

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(Allegato 2)

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

LA CASA DEL SORRISO – ONLUS, Via Baronio Manfredi, 27 90046 ­ Monreale (Pa) Sito web: www.casadelsorriso.org

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

VOLONTARI IN COLOMBIA

5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: Assistenza Codice: 03 Giovani

6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese dove si realizza il progetto: Lo stato della Colombia

La Colombia è uno stato dell'America meridionale con un estensione di 1.138.914 km², con 44.531.434 abitanti la cui capitale è Bogotá. Il paese confina:

• nord: Mare Caraibico • sud: Perù, Ecuador • ovest: Panamá, Oceano Pacifico • est: Venezuela, Brasile.

La Colombia è una repubblica unitaria di tipo presidenziale; il potere legislativo è esercitato dal Congresso, composto da Camera (102 membri) e Senato (166). La lingua ufficiale è quella spagnola. Numerose le lingue indigene parlate localmente, come il quechua, il chibcha e quelle del gruppo linguistico arawak.

La storia

La storia della Colombia come Repubblica comincia solo dopo l'indipendenza della Spagna il 20 luglio 1810 insieme alle altre colonie spagnole dell' America come il Venezuela, l'Ecuador, il Perù e la Bolivia (Panamá è stato un dipartimento della Colombia fino al 1904). Con Boyaca culmina la vittoria definitiva che sigilla una nuova storia in quello che conosciamo come America latina. La storia nel paese sudamericano non comprende

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Nazionale

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soltanto un periodo repubblicano. La genesi della sua identità si trova infatti nel suo periodo coloniale (1492 ­ 1810), epoca nel quale erano presenti i colonizzatori spagnoli, gli indigeni e gli africani (importati come schiavi). Comprende anche il tempo precolombiano con lo splendore d'una delle civiltà più avanzate delle Americhe: la Civiltà Chibcha o Muisca e anche quella Tairona. Poi durante il XX secolo, la Colombia, come tutti i paesi latinoamericani, ha passato tempi difficili con guerre civili, crisi economiche e rivoluzioni alcune delle quali ancora in atto.

Il periodo coloniale

Gli spagnoli si insediarono lungo la costa nord della dell'attuale Colombia attorno al 1500, ma il loro primo insediamento permanente, a Santa Marta, non si stabilì prima del 1525. Nel 1549, l'istituzione della Audiencia a Santa Fe dè Bogotà diede alla città lo status di capitale della Nuova Granada, regione che comprendeva molto dell'attuale territorio della Colombia. Nel 1717 venne originariamente creato il vicereame di Nuova Granata che in seguito venne temporaneamente rimosso per essere poi ristabilito nel 1739. Il vicereame ebbe come capitale Santa Fè de Bogotà. Questo vicereame includeva alcune altre province del nord ovest sudamericano che erano precedentemente state sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Spagna o Peru, e che corrispondono principalmente agli odierni territori di Venezuela, Ecuador e Panama. Quindi Santa Fè de Bogotà divenne una delle principali città amministrative del dominio spagnolo nel Nuovo Mondo, insieme con Lima e Città del Messico, nonostante però rimanesse indietro a queste due per motivi economici e logistici.

La lotta per l'indipendenza

Il 20 luglio 1810 i cittadini di Santa Fè de Bogotà crearono il primo consiglio di rappresentanza per contrastare l'autorità spagnola, proclamando piena indipendenza nel 1810. Una lunga guerra di indipendenza, condotta principalmente nella Nuova Granada da Simon Bolivar e da Francisco de Paula Santander, terminò a seguito della battaglia di Boyacà, il 7 agosto 1819. Quell'anno il Congresso di Angostura stabili la Repubblica di Gran Colombia, che includeva tutti territori sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Granada.

La Repubblica

Simòn Bolìvar venne eletto primo presidente della Gran Colombia, e Francisco de Paula Santander venne eletto vicepresidente. Una volta che, nel 1830, si dissolse la Gran Colombia, il Dipartimento di Cundinamarca al suo interno divenne un nuovo stato, la Repubblica di Nuova Granada. Nel 1863 il nome di repubblica venne cambiato ufficialmente in Stati Uniti di Colombia, e nel 1886 la nazione adottò il suo nome attuale: Repubblica di Colombia. Col passare del tempo crebbe il conflitto fra le diverse visioni politiche di Bolìvar e Santander: i sostenitori di Bolìvar, che poco dopo avrebbero formato il nucleo del partito conservatore, pretendevano un governo fortemente centralizzato e un'alleanza con la Chiesa Cattolica Romana. I seguaci di Santander, precursori dei liberali, volevano un governo decentralizzato e preferivano l'intervento dello Stato piuttosto che della Chiesa in questioni civili come l'educazione dei cittadini. Durante tutto il XIX secolo e l'inizio del XX secolo, ciascun partito comandò il paese per più o meno lo stesso tempo. Durante la storia della Colombia, il potere è stato preso tre volte dai militari: nel 1830 dopo la dissoluzione della Gran Colombia, nel 1854, e dal 1953 al 1957. Nei primi due casi entro un anno venne ristabilito un governo regolare. Nonostante la nazione segua istituzioni democratiche, la storia della Colombia è stata anche caratterizzata da ampi e violenti conflitti. Due guerre civili sono state il risultato dell'aspra rivalità tra il partito conservatore e il partito liberale. La guerra dei mille giorni (1899 – 1902) costò circa 100.000 vite, e quasi 300.000 persone morirono durante La Violencia (La Violenza), uno scontro esploso tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta in seguito all'assassinio del candidato liberale popolare Jorge Eliecèr Gaitàn. Un golpe militare nel 1953 spodestò il governo del conservatore Laureano Gomèz e portò al potere il generale Gustavo Rojas Pinilla. Inizialmente Rojas godette di un considerevole supporto popolare, dovuto principalmente al suo successo nel sedare La Violencia. In seguito però non riattivò un governo democratico e venne destituito dai militari nel 1957 (azione supportata da entrambi i partiti politici). Si creò allora un

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governo provvisorio.

Il regime del Fronte Nazionale

Nel luglio 1957, l'ex presidente conservatore Laureano Gomez e l'ex presidente liberale Alberto Lleras Camargo sottoscrissero la Dichiarazione di Sitges, nella quale proponevano un Fronte Nazionale in cui i partiti liberale e conservatore avrebbero governato insieme. La presidenza sarebbe stata determinata dall'alternarsi di un presidente conservatore e di uno liberale ogni quattro anni per 16 anni; i due partiti avrebbero avuto uguale peso in ogni questione governativa. Il Fronte Nazionale pose definitivamente fine a La Violencia, e la sua amministrazione tentò di istituire riforme sociali ed economiche di lungo termine in collaborazione con la alleanza per il progresso. Alla fine, le contraddizioni di ogni successiva amministrazione conservatrice e liberale portarono a risultati contrastanti. Nonostante il progresso in alcuni settori del paese, continuarono numerose ingiustizie politiche e sociali. Si è soliti indicare il 1964 come l'anno di inizio della guerra civile colombiana. In quell' anno infatti venne fondato il FARC (Fronte Armato Rivoluzionario Colombiano), che iniziò la sua guerriglia armata in tutto il paese. Molti storici ed esperti ritengono però che questo conflitto non abbia intensità e caratteristiche tali da poter essere considerata una guerra civile. Lo stesso Fronte Nazionale inizio ad essere visto con una forma di repressione politica dai dissidenti ma anche da alcuni dei suoi principali sostenitori, specialmente dopo le elezioni che portarono al potere Misael Pastrana Borrero nel 1970 a scapito del candidato populista Gustavo Rojas Pinilla. Queste vennero infatti caratterizzate da fortissimi sospetti di brogli elettorali. Il movimento di guerriglia M­19 venne fondato principalmente come risposta a questo particolare evento.

Gli anni dopo il Fronte Nazionale

Dal 1974 fino al 1982 i diversi schieramenti politici del paese scelsero di concentrare i propri sforzi per porre fine ai frequenti colpi di stato che avevano caratterizzato il sistema politico colombiano. Entrambi i gruppi pretendevano di rappresentare i poveri e i deboli contro le classi ricche e potenti del paese, chiedendo una seria riforma politica di stampo comunista di distribuzione delle terre. Dal 1982, percependo un indebolimento del FARC e avendo ottenuto numerosi successi contro l’M­19, l'amministrazione del liberale ‘’’Julio Cesar Turbay Ayala’’’ impose un particolare decreto (“Stato di Assedio”) attraverso il quale il presidente attuò una durissima repressione (numerose furono le accuse di violazione dei diritti umani) nei confronti dei guerriglieri sospetti o catturati. L'insoddisfazione dei cittadini dovuta all'inasprirsi del conflitto, portò all'elezione del presidente Belisario Betancur, un conservatore che ottenne il 47% delle preferenze e che nel 1984 negoziò un cessate il fuoco con un il FARC e con il M­19 a seguito della liberazione di molti guerriglieri imprigionati durante l'amministrazione precedente. Durante lo svolgimento di tutti questi eventi, il crescente traffico di sostanze stupefacenti all’interno del territorio colombiano stava prendendo piede come uno dei motivi principali della “guerra civile” colombiana. Nuovi disordini scoppiarono infatti tra i guerriglieri e i nuovi ricchissimi signori della droga. Addirittura nel 1981 venne creata la MAS (“Muerte a Secuestradores”) un'associazione criminale creata dai familiari delle persone appartenenti al cartello della droga rapite dai guerriglieri. Tra le vittime principali del cartello della droga ricordiamo il ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla, assassinato nel 1984. Questo evento determinò l'inizio di una diretta opposizione dell'amministrazione Betancur nei confronti dei signori della droga.

Il cessate il fuoco concordato con la M­19 si concluse quando il guerriglieri ricominciarono a combattere nel 1985, sostenendo che il cessate il fuoco non era stato pienamente rispettato dagli ufficiali delle forze di sicurezza: alcuni membri dell'organizzazione infatti sarebbero stati vittima di minacce e assalti. L'amministrazione Betancur continuò i negoziati di pace in particolare con il FARC, arrivando a creare l' Unione Patriottica (UP) un'associazione politica legale non clandestina. Il 6 novembre 1985 la M­19, irruppe nel palazzo di giustizia colombiano e fece ostaggi i magistrati della Corte Suprema. Nelle sparatorie susseguenti dovute al confronto con le forze dell'ordine morirono molte persone, tra cui influenti membri dei guerriglieri. Nel frattempo alcuni membri del FARC si iscrissero all’UP, in rappresentanza del comando dei guerriglieri. La tensione crebbe presto: i trafficanti di droga vennero accusati di violenza politica nei confronti dei membri della UP e del FARC, incluso il candidato alle presidenziali Jaime Pardo Leal. I membri del governo e delle forze dell'ordine sostenevano con sempre maggiore insistenza che il

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FARC continuava a reclutare guerriglieri e a intimidire politicamente i votanti nonostante la UP avesse già un ruolo in politica. Il governo di Virgilio Barco Vargas (1986­1990), oltre a continuare ad avere difficoltà nei complessi negoziati con i guerriglieri, ebbe un duro confronto anche con i signori della droga i quali instaurarono un clima di terrore per rispondere alla politica governativa in favore della loro estradizione all'estero. Anche la UP soffrì di un crescente numero di perdite in questo periodo (incluso l'assassinio del candidato presidente Bernardo Jaramillo Ossa).

Gli anni novanta

I successivi governi hanno dovuto avere a che fare con la violenza e la corruzione dei guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti usando sia la forza che il negoziato. I narcotrafficanti assassinarono tre candidati presidenziali prima che venisse eletto Cesar Gaviria Trujillo, nel 1990. Dalla morte del leader del cartello di Medellin Pablo Escobar durante una sparatoria con la polizia nel dicembre 1993, gli atti di violenza dei narcotrafficanti sono da ricondursi a una serie di piccole e frammentate organizzazioni criminali di commercianti di droga, che principalmente protestano contro alcune politiche del governo, inclusa l'estradizione.

La M­19 e altri piccoli gruppi di guerriglieri vennero inclusi con successo in un processo di pace che portò all’inizio degli anni novanta alle elezioni per una Assemblea Costituente della Colombia che scrisse una nuova costituzione che entrò in vigore nel 1991. La nuova costituzione prevedeva un considerevole numero di riforme istituzionali e legali, basate su princìpi che i membri dell'assemblea ritennero più moderni, democratici e politicamente aperti rispetto quelli presenti nella costituzione precedente, del 1886.i risultati furono contrastanti ed emersero delle controversie (come il dibattito riguardante la proibizione costituzionale dell'estradizione), ma ebbe il merito di incorporare alcuni gruppi di guerriglieri all'interno del contesto politico legale del paese. I contatti con il FARC, che erano continuati irregolarmente anche dopo l'interruzione del cessate il fuoco e la rottura ufficiale dei negoziati del 1987, vennero temporaneamente tagliati nel 1990 durante la presidenza di Cesar Gavia Trujillo (1990­1994): l'esercito colombiano assaltò il “santuario” del FARC a La Uribe (la Casa Verde) e le successive rappresaglie dei guerriglieri furono un duro colpo ai negoziati portati avanti nell'ultimo decennio.

Il presidente Ernesto Sampier Pizano assunse l'incarico nell'agosto 1994, ma i programmi di governo e le riforme interne che dovevano attuarsi vennero rallentate a causa di una vasta crisi politica dovuta al presunto contributo dei narcotrafficanti alla campagna presidenziale di Sampier. Inoltre l'esercito subì numerose sconfitte nella lotta contro il guerriglieri e molti soldati e ufficiali vennero fatti ostaggio dal FARC.

Il 7 agosto 1998 Andrès Pastrana Arango divenne presidente della Colombia.il programma del presidente, membro del partito conservatore, si basava sull'impegno di risolvere l'annosa “guerra civile” colombiana e di combattere il traffico di droga attraverso una piena collaborazione con gli Stati Uniti d'America. L'amministrazione Pastrana dovette combattere l'altissimo tasso di disoccupazione del paese (che in questo periodo crebbe fino a oltre il 20%) e altri problemi economici come il deficit fiscale e la generale instabilità finanziaria della Colombia. Il crescente numero di attacchi da parte dei guerriglieri e l'aumento della produzione di droga resero ancora più difficili da risolvere i problemi del paese.

Il “Piano Colombia”

Non c'è un'unica spiegazione ai problemi recenti della Colombia, ma sicuramente alcuni dei motivi principali sono da ricondursi ad una scarsa presenza del governo in alcune vaste aree dell'entroterra del paese, all'espansione delle coltivazioni di droghe illegali, alla diffusissima violenza e alle enormi differenze sociali. Per contrastare questi problemi, l'amministrazione Pastrana alla fine del 1999 ha escogitato il ”Piano Colombia”. i principali obiettivi di questa strategia sono stati quelli di promuovere la pace, combattere l'industria del narcotraffico, ravvivare l'economia colombiana, aumentare il rispetto dei diritti umani e rinforzare le istituzioni democratiche e sociali del paese. Per questa iniziativa il governo colombiano ha ricevuto un notevole supporto economico dall'unione europea e da altri paesi, ma in particolare dagli Stati Uniti che hanno stanziato 1.3 miliardi di dollari. I negoziati di pace con il guerriglieri si sono definitivamente interrotti in

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questo periodo, a seguito del rapimento di un membro del congresso e di altri politici.

Nel maggio 2002, il politico liberale Álvaro Uribe Vélez è diventato il quarantatreesimo presidente della Colombia. Immediatamente si è prodigato per distruggere le organizzazioni dei guerriglieri, contando anche sull'apporto di cittadini informatori per aiutare la polizia e le forze armate a pedinarne i membri sospetti. Nell'autunno 2002, il governo ha adottato la così detta Politica Democratica di Difesa e Sicurezza, una strategia che principalmente è concentrata sugli aspetti della sicurezza del paese, ma che ha posto anche molta attenzione a temi come l'espansione del commercio internazionale e la riforma del sistema giudiziario colombiano.

Sviluppi Recenti

Nel 2004, a due anni dall'inizio di questa politica, la situazione in Colombia ha mostrato un leggero miglioramento e l'economia, nonostante sia ancora fragile, ha mostrato alcuni segni positivi. Ma è stato fatto ancora relativamente poco per risolvere la maggior parte dei problemi strutturali del paese soprattutto a causa del conflitto politico legislativo tra l'amministrazione Uribe e il congresso colombiano.

Alcuni osservatori critici sostengono che le politiche di Uribe, nonostante abbiano ridotto o le attività criminali e di guerriglia, siano troppo orientate a una soluzione militare della guerra interna alla Colombia. Essi chiedono al governo di Uribe di compiere seri sforzi per migliorare la situazione dei diritti umani all'interno del paese, proteggendo la popolazione civile e riducendo ogni abuso commesso dalle forze armate. D'altro canto i sostenitori di Uribe credono che una intensa azione militare sia necessaria per combattere ogni tentativo di azione dei guerriglieri e che questo argomento abbia la precedenza rispetto ogni altro tema sociale. L'attuale economia colombiana, pur con vari punti di forza, presenta un precario livello di sviluppo. A determinare questa situazione contribuiscono sicuramente la grave instabilità politica di un paese in cui formazione paramilitari legate al narcotraffico contendono allo stato la sovranità sul territorio. Le coltivazioni illegali di coca, in forte aumento fino ai prima anni del presente secolo e poi in graduale diminuzione dal 2003, coprono circa il 70 % della produzione mondiale. Uribe è stato rieletto nel 2006.

La geografia

La Colombia è un Paese dell'America meridionale situato in quella fascia meglio conosciuta con il nome di America andina; ciò è dato dal fatto che tutti questi Stati (Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù) poggiano in parte sul possente rilievo che percorre tutto il continente. Lo Stato della Colombia a nord è bagnato dal Mar delle Antille, a nord­ovest confina col Panamá, a ovest è bagnato dall'Oceano Pacifico, a sud confina con il Perù e l'Ecuador mentre a est confina con il Venezuela e il Brasile. Fanno parte della Colombia anche gli isolotti di Gorgona, Gorgonilla e Malpelo, situati al largo della costa pacifica e tutti di origine vulcanica. Nel Mar dei Caraibi sono situati, invece, gli isolotti e banchi di Roncador, Serrana, Quitasueno, Bajo Nuevo e Serranilla. Il territorio colombiano è diviso in tre settori: la costa oceanica (piovosa a nord), gli altipiani andini (freddi e quasi desertici) e la foresta amazzonica (piovosa e spesso alluvionata). Nonostante sia montuosa solamente per un sesto della sua superficie territoriale, si può considerare la Colombia come Paese fondamentalmente andino: sulle Ande, infatti, sono situate le città più popolose. A nord, vicino alla frontiera ecuadoriana, le Ande colombiane si dividono in tre fasci di catene, orientati in direzione nord e nord­est, conosciuti con la denominazione di cordigliere (occidentale, centrale e orientale), e caratterizzati da ampie vallate. Questo alternarsi di montagne e vallate crea una grande variabilità climatica, potendo passare dai ghiacciai a 5.000 metri di altezza al caldo della pianura arida e umida.

Montagne della Colombia

Le montagne più alte della Colombia si segnalano per due curiosità: il Picco Cristoforo Colombo ed il Picco Simon Bolivar sono entrambe a 5.575 m s.l.m. e tutte e due sono le più alte cime della Terra le cui pendici danno direttamente sul mare (litoranee).

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La popolazione colombiana

La popolazione della Colombia, caratterizzata, in epoca pre­colombiana, dalla presenza di meno di un milione di indigeni, si presenta, attualmente, composta da circa 30 milioni di persone, meticce o mulatte per il 70%. Il restante 30% è composto in gran parte da bianchi. Le differenze etniche influiscono oggi meno che in passato sulla condizione economico­sociale dei singoli individui.

La colonizzazione spagnola

All'epoca della conquista spagnola, nel territorio dell'attuale Colombia viveva una popolazione india superiore al milione di individui. Gran parte di essi erano rappresentati dai Chibcha, una popolazione assai evoluta, organizzata in città­Stato economicamente fiorenti, il cui influsso culturale si estendeva fino agli attuali Panama e Venezuela. Costoro avevano sviluppato un'agricoltura tecnicamente progredita nelle valli del Cauca e del Magdalena e negli altipiani andini (Cundinamarca, Nariño, etc.). Gli Spagnoli fondarono i loro primi centri sulla costa caribica. Successivamente si spinsero nelle tierras templadas, risalendo il corso dei due fiumi principali. I conquistatori spagnoli cercavano l'oro e l'argento, che trovarono soprattutto nella zona di Medellìn, dove vivono oggi i discendenti dei primi colonizzatori stabilitisi nell'interno. La prima fase della conquista fu caratterizzata dallo sterminio e sfruttamento delle popolazioni indigene. Molto più tardi negli stessi accoglienti altipiani andini avviarono attività di piantagione, valendosi, come per lo sfruttamento minerario, della manodopera india, abbondante nelle medesime zone. In funzione di questi originari interessi sorsero e si svilupparono quelle città che ancor oggi rappresentano i centri focali dell'organizzazione territoriale colombiana: Medellìn, Manizales, Cali, Bogotà, Armenia, Ibaguè, etc. Questi centri erano raggiungibili, attraverso le valli di penetrazione del Cauca e del Magdalena, dalla costa e principalmente da Cartagena, la più antica città spagnola in Colombia, rimasta fino al XIX secolo il principale sbocco marittimo del Paese. La crescita demografica fu inizialmente lentissima, se non bloccata. Il calo della popolazione india verificatosi nei primi due secoli di colonizzazione (anche in seguito alle malattie, all'alcolismo e agli effetti delle dure condizioni lavorative imposte), non compensato dallo scarso afflusso di Spagnoli, fece sì che alla fine del XVII secolo la popolazione non superasse le 800.000 unità.

Lo sviluppo demografico degli ultimi due secoli

In seguito, il potenziamento delle attività di piantagione fu all'origine dell'introduzione di schiavi neri provenienti dalle Antille nelle zone costiere. L'immigrazione europea fu invece sempre limitata. Tuttavia le migliorate condizioni di vita determinarono già nel corso dell'800 un rilevante incremento demografico: nel 1850 la popolazione era di 2,2 milioni di abitanti, cresciuti in modo rapidissimo durante il XX secolo. I 4,1 milioni del 1905 sono, infatti, diventati gli 11,5 milioni del 1950 e gli oltre 30 milioni del 1988. La Colombia conserva un coefficiente di accrescimento demografico tra i più elevati del mondo (3%), grazie al sostenuto tasso di natalità (31‰) e al continuo calo del tasso di mortalità. Come in altri Paesi sudamericani è ancora alto l'indice di mortalità infantile (46‰). I dati sulla composizione etnica del Paese sono discordi, fatta eccezione per quello sulla minoranza bianca, valutata intorno al 20%.

La prevalenza del meticciato

I mescolamenti razziali sono elevatissimi e meticci e mulatti rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione: nel complesso vengono indicati intorno al 70% del totale; seguono minoranze nere e amerinde, che rappresentano rispettivamente il 6 e il 2%. I sopravvissuti gruppi di Amerindi vivono insediati nella penisola della Guajira e nelle foreste amazzoniche e dell'Orinoco: i primi parlano la lingua chibcha, mentre quelli delle foreste idiomi amazzonici e caraibici. Sulle coste gli Indios non assimilati alla cultura bianca sono sempre meno numerosi. La difficoltà di censire i gruppi primitivi nelle regioni di più difficile accesso spiega le approssimazioni statistiche, che si ritrovano anche nella valutazione degli incroci razziali. In passato, all'origine etnica corrispondeva spesso una determinata posizione sociale: i bianchi (creoli) erano un'élite con funzioni di comando;

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di meticci si componeva la classe artigianale, di medio livello economico; mentre gli Amerindi e i neri costituivano il gradino più basso nella gerarchia sociale. Anche se oggi una simile classificazione non è più valida, ne sopravvivono ancora molti elementi: così i bianchi risiedono in maggioranza nelle città; la gran parte dei meticci vive nelle periferie cittadine, nelle campagne e nelle zone montuose, mentre i neri predominano nelle fasce costiere.

La densità media è di 26 ab./km2, relativamente bassa quindi rispetto alle possibilità del Paese, il quale ha ancora vaste zone da valorizzare. Tuttavia, date le caratteristiche ambientali, la distribuzione della popolazione non è uniforme. Una forte concentrazione si ha sulle coste caraibiche e sulle pendici e gli altipiani andini centro­orientali, dove si vive ad altitudini tra i 1300 e i 3000 m. Le depressioni e le vaste aree periferiche dell'Amazzonia e dell'Orinoco sono pressoché disabitate, salvo isolati insediamenti sul Rio delle Amazzoni (Leticia) e sull'Orinoco (Puerto Catreno). Poco abitati anche i fondovalle e le terre basse, dal clima malsano, tra le cordigliere e le paludose coste occidentali. Circa il 30% della popolazione è considerata rurale: vive cioè nei villaggi, nei piccoli nuclei sparsi nelle valli e nei páramos o nelle haciendas isolate.

Negli ultimi decenni è stata notevole la spinta all'inurbamento, determinata dal clima di insicurezza delle campagne negli anni della violencia e dalle condizioni di disagio economico dell'ambiente rurale. Però, mentre in altri Paesi sudamericani l'attrazione esercitata dalle città si è manifestata in pochi centri maggiori, in Colombia quasi ogni centro regionale è divenuto polo di attrazione. Delle quattordici città più importanti, undici si trovano sulle cordigliere, dieci di esse superano i 200.000 abitanti.

La situazione di Bogotà e delle principali città

La capitale, Santa Fe di Bogotá, sfiora con il suo agglomerato urbano i 7 milioni di abitanti ed è di gran lunga il massimo centro del Paese. Città di vecchie e solide tradizioni urbane, situata sul popoloso altopiano di Cundinamarca, ha notevolmente potenziato la propria economia, oltre a essere uno dei più vivaci centri culturali del Sudamerica. Seconda città del Paese per numero di abitanti è Medellín, che contende a Santa Fe di Bogotá il ruolo di centro industriale della Colombia, ma ciò che rende importante la città è soprattutto la coltura del caffè, favorita dalle ideali condizioni climatiche, e la sua lavorazione. La facilità di comunicazioni stradali e ferroviarie hanno contribuito allo sviluppo demografico ed economico di Cali, nella valle del Cauca. L'attività agricola è la fonte principale di ricchezza, tuttavia sono piuttosto sviluppati il settore commerciale e quello industriale. Le altre città della zona andina come Manizales, Ibaguè, Armenia, Cúcuta, Pasto, etc., hanno conservato le loro funzioni locali ereditate dall'epoca coloniale, dotandosi però di nuove attività. Sulla costa del Pacifico il porto maggiore è Buenaventura, mentre sul litorale caribico la vecchia Cartagena e Santa Marta si affiancano a Barranquilla come sbocchi portuali; quest'ultima, con 900.000 ab., è il polo di sviluppo della regione caraibica, importante centro portuale e industriale, soprattutto nel settore petrolchimico.

Geografia politica

La Colombia è divisa in 32 dipartimenti e un distretto capitale. L'attuale configurazione risale al 5 luglio 1991 quando è entrata in vigore la nuova Costituzione. Con la nuova Carta Costituzionale sono state abolite le precedenti suddivisioni (dipartimenti, commissariati, intendenze e distretti speciali) per dare un'uniformità politica alla geografia e all'amministrazione dello Stato.

Dipartimenti della Colombia

STATO CAPOLUOGO ABITANTI Superficie Km2

1 Amazonas Leticia 37.764 109.665

2 Antioquia Medellín 4.342.347 63.612

3 Arauca Arauca 137.193 23.818

8

4 Atlántico Barranquilla 1.667.500 3.388

5 Bolívar Cartagena 1.439.291 25.978

6 Boyacá Tunja 1.174.031 23.189

7 Caldas Manizales 925.358 7.888

8 Caquetá Florencia 311.464 88.965

9 Casanare Yopal 158.149 44.640

10 Cauca Popayán 979.231 29.308

11 Cesar Valledupar 729.634 22.905

12 Chocó Quibdó 338.160 46.530

13 Córdoba Montería 1.088.087 25.020

14 Cundinamarca Bogotá 2,349,578 22.478

Distrito Capital Bogotá 7.185.889 1.732

15 Guainía Puerto Inírida 13.491 72.238

16 Guaviare San José del Guaviare 57.884 42.327

17 Huila Neiva 758.013 19.890

18 La Guajira Riohacha 387.773 20.848

19 Magdalena Santa Marta 882.571 23.188

20 Meta Villavicencio 561.121 85.635

21 Nariño Pasto 1.274.708 33.268

22 Norte de Santander Cúcuta 1.046.577 21.658

23 Putumayo Mocoa 204.309 24.885

24 Quindío Armenia 435.018 1.845

25 Risaralda Pereira 744.974 4.140

26 San Andrés y Providencia San Andrés 50.094 44

27 Santander Bucaramanga 0.598.688 30.537

28 Sucre Sincelejo 624.463 10.917

29 Tolima Ibagué 1.150.080 23.562

30 Valle del Cauca Cali 3.333.150 22.140

31 Vaupés Mitú 18.235 65.268

32 Vichada Puerto Carreño 36.336 100.242

Economia

Prodotto Nazionale Lordo: 5.180$ pro capite (29° posto della classifica mondiale). Bilancia dei pagamenti: ­5.682 milioni di $. Inflazione: 4,5%. Disoccupazione: 12,00%.

Politica

Repubblica presidenziale, presidente eletto a suffragio universale diretto ogni 4 anni, a capo anche del potere esecutivo. Il potere legislativo spetta al Congresso Nazionale, composto da Camera (163 membri) e Senato (102 membri). Il Paese è accusato da diverse organizzazioni non governative di non rispettare i diritti umani.

7) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

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I l dipartimento di Nariño

Nariño è un dipartimento situato nella parte sud occidentale della Colombia. Il dipartimento di Nariño prende il nome da Antonio Nariño patriota e generale della guerra d'indipendenza contro la Spagna. Il Nariño confina a nord con il dipartimento di Cauca, a est con quello di Putumayo, a sud con l'Ecuador a ovest con l'Oceano Pacifico. Il territorio del dipartimento è prevalentemente montagnoso nella parte orientale e centrale attraversato dalla Cordigliera delle Ande che digrada verso una pianura costiera ad ovest. La cima più elevata è il Volcan de Cumbal che raggiunge i 4890 metri. È solcato dai fiumi Guaitara ­ Patia, Mira, Iscuandè. Il confine con l'Ecuador è in parte segnato dal fiume San Juan. La capitale è Pasto situata nella "Valle di Atriz" della Cordigliera delle Ande.

La situazione sociale

Da quasi quarant'anni la Colombia è sconvolta da una sanguinosa guerra civile tra governo, paramilitari e gruppi ribelli di estrema sinistra; all'origine di questo conflitto (300.000 morti), praticamente l'ultimo in una America Latina quasi del tutto pacificata, vi è una enorme disparità sociale tra classi dirigenti e popolazione, che aveva già provocato gravissime violenze ancora diversi anni prima dell'inizio "ufficiale" delle ostilità. Gli anni '20 sono attraversati da massacri di centinaia di contadini che lavoravano presso piantagioni gestite da multinazionali americane: ripetute ondate di scioperi provocarono brutali repressioni da parte delle forze governative. Successivamente, fino alla fine degli anni '40 il potere resta suddiviso tra i due principali partiti del Paese, Conservatori e Liberali, entrambi di stampo fortemente ologarchico ed accentratrice, e legati ai grandi latifondisti. In seguito all'uccisione di un leader progressista, Jorge Eliécer Gaitán, orchestrata dai vertici avversari, si scatena un primo periodo di scontri tra gruppi armati regolari e non, dipendenti dalle due parti: è la cosiddetta Violencia (1948­1958), che provoca oltre 200.000 morti. Una breve speranza di pace giunge nel 1953, dopo un colpo di stato attuato dal generale Gustavo Rojas Pinilla, che peraltro prosegue per la linea dura contro i contadini armati, ignorando la loro richiesta di urgenti riforme agrarie e sferrando violenti attacchi in numerosi distretti; ciò porta migliaia di civili a rifugiarsi in alcune delle aree più remote del Paese (principalmente nei dipartimenti del Caquetà, Meta e Tolima), scortati da gruppi popolari di autodifesa. Nel 1958 liberali e conservatori stipulano un piano di governo congiunto (il Fronte Nazionale) della durata di 16 anni, ponendo in tal modo fine alla Violencia; nonostante la nuova linea amministrativa riesca a promuovere alcuni significativi miglioramenti dal punto di vista della sicurezza (anche se a scapito di molte libertà civili) e dello status socioeconomico, la distribuzione delle terre resta ad un punto fermo.

Una nuova guerra civile

Nei primi anni '60 le squadre di autodifesa, stabilitesi tra i profughi della Violencia (che nel frattempo avevano costituito degli stati virtualmente indipendenti nelle suddette regioni), si organizzano in gruppi guerriglieri di ispirazione comunista. Il governo si oppone a queste "colonie" ed intende riprenderne il controllo: nel 1964 l'aviazione bombarda i campesinos a Marquetalia (Tolima), causando la risposta da parte dei ribelli, che nel giro di pochi mesi confluiscono nelle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), capeggiate ancora oggi da Manuel Marulanda ('Tirofijo'). Una nuova fase di guerra è purtroppo aperta, complici anche gli imponenti finanziamenti di provenienza russa, cubana e cinese: il tutto contrapposto al crescente coinvolgimento statunitense a favore di Bogotà, nel contesto degli innumerevoli focolai di tensione centro­ e sudamericani della Guerra Fredda. Tra il 1965 ed il 1970 nascono inoltre l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) ­ di base guevarista, e tuttora il secondo gruppo guerrigliero della Colombia ­ l'Esercito Popolare di Liberazione (EPL) ed il Movimento del 19 Aprile (M­ 19), che entrerà in politica solo nel 1990.

Il conflitto prosegue, sporadicamente interrotto da trattative di pace che finora non hanno mai comportato alcuna cessazione prolungata delle ostilità; gli scontri tra esercito e ribelli sono sempre più cruenti, e nella gran parte dei casi arrivano a coinvolgere la

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popolazione rurale, spesso arruolata con la forza, o vittima di sanguinosi massacri, sequestri e violenze; ciò porta migliaia di campesinos a rifugiarsi, quando possibile, nei grandi centri urbani, che si trovano ben presto in una situazione dominata da povertà, disoccupazione e criminalità. Verso la fine degli anni '70 la guerra conosce una importante svolta con la "scoperta", da parte della guerriglia, delle potenzialità lucrative del mercato della coca: comincia così lo sfruttamento di piantagioni, in associazione con i grandi narcotrafficanti, organizzata in modo che i ribelli salvaguardassero la sicurezza dei campi, ed i proprietari devolvessero loro parte dei ricavi. Questo patto è destinato a spegnersi in breve tempo, in seguito alla decisione di alcuni dei principali cartelli di ridurre i finanziamenti ai gruppi marxisti, per rivolgerli invece verso interessi propri; ben presto i trafficanti creano degli eserciti privati per proteggersi dalla guerriglia, che nel frattempo aveva iniziato una campagna di sequestri dei "signori della coca" e dei loro familiari allo scopo di "compensare" le entrate.

L'avvento dei paramilitari

Il potere delle squadre di autodifesa cresce rapidamente, grazie anche al forte sostegno del governo: nel 1981, a Cali, nasce il MAS (Morte Ai Sequestratori), identificato per la prima volta come "gruppo paramilitare"; pochi anni più tardi i fratelli Carols e Fidel Castaño fondano le Autodefensas Campesinas de Còrdoba y Urabà (ACCU), fazione da cui, nel 1997, si svilupperanno le attuali Autodifese Unite della Colombia (AUC). I paramilitari trovano immediatamente l'appoggio dell'amministrazione e dell'esercito, che ben presto arrivano a sostituire nelle "operazioni" dirette sia contro i membri della guerriglia, sia contro i civili accusati di sostenerla: i massacri, estremamente efferati, conoscono dunque un brusco aumento, causando ulteriori fughe di massa da parte della popolazione. Altrettanto brutali sono le campagne di "limpieza social" (pulizia sociale) ai danni di piccoli criminali, senzatetto, prostitute, particolarmente nelle grandi città. Il governo vede progressivamente i "pàras" come un esecutori di compiti "scomodi", quali ad esempio gli omicidi di giornalisti, attivisti umanitari, sindacalisti ed oppositori politici, che avvengono ancora oggi in numero di centinaia o migliaia per anno. Frequentissimi sono anche i combattimenti con i ribelli, legati al controllo territoriale. Molte delle stragi più sanguinose vengono compiute su commissione dell'esercito, che agisce per "salvaguardare il suo buon nome, anche di fronte all'opinione della Comunità Internazionale". Una parte dei militari, comunque, si è dichiarata "contraria" alle AUC, anche se recenti scandali, insabbiati sul nascere (si parlava di civili uccisi e fatti passare per paramilitari, per "mostrare dei risultati") hanno gettato forti dubbi su queste affermazioni. Le azioni dei "pàras" non tolgono, in ogni caso, che anche le FARC e l'ELN si siano macchiate di orribili crimini e violazioni dei diritti umani. Omicidi di esponenti politici (come testimoniano le ultime "purghe" nei confronti di sindaci e consiglieri comunali dei piccoli centri), rapimenti, estorsioni, esecuzioni sommarie di ostaggi, attentati terroristici avvengono in modo pressochè quotidiano.

Aumenta la violenza

Successivamente, con la caduta del Muro, la guerriglia vede una progressiva diminuzione dei finanziamenti da parte di molti governi comunisti, il che spinge queste organizzazioni a sfruttare ulteriormente (fra l'altro) narcotraffico, contrabbando e sequestro di persona; oltretutto, negli ultimi anni si assiste ad un feroce imbarbarimento del conflitto, determinato anche dall'effetto generato sulla situazione sociale da una guerra protrattasi per un tempo così lungo. Nel 2002 falliscono i colloqui di pace tra la presidenza di Andrés Pastrana e le FARC (che restano sempre la maggiore formazione guerrigliera del Paese, con oltre 17.000 uomini); subentra al governo Alvaro Uribe, che, forte dell'appoggio USA, scatena una serie di offensive su vasta scala contro i ribelli in tutto il Paese, purtroppo ancora con significativo peggioramento la situazione umanitaria. La squadra di Uribe, in mezzo a difficoltà economiche e gravi scandali legati alla corruzione, sta imprimendo una pericolosa militarizzazione del Paese, lasciando poco spazio alle trattative di pace con la guerriglia. I colloqui con alcuni "blocchi" paramilitari sembrano essere apparentemente andati a buon fine, ma molti membri "smobilitati" continuano le

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attività armate; senza contare poi l'ampia impunità di cui potrebbero godere i responsabili dei massacri. Anche l'influenza americana è in crescita, particolarmente con l'entrata in vigore del Plan Colombia, ossia una strategia di aiuti economici e (soprattutto) militari devoluta a Bogotà, ufficialmente per "la lotta alla guerriglia ed al narcotraffico"; in realtà, dietro questo programma sembra emergere la volontà di controllo sul petrolio e sulle risorse naturali del Paese da parte delle multinazionali statunitensi; più di 400 americani, metà dei quali marines (dati del Pentagono) sono impiegati in Colombia per "mansioni di addestramento del personale militare" e, a quanto pare, anche in "partecipazione in missioni attive" quali sorveglianza di oleodotti di compagnie private. Le campagne antidroga si basano sulle "fumigazioni" dei campi di coca, effettuate da appositi aerei, che stanno destando forti polemiche tra le varie Organizzazioni Non Governative per i gravissimi effetti ambientali conseguenti all'uso di questi defolianti.

La situazione dei civili

Nonostante la propaganda governativa affermi il contrario, parlare di democrazia in Colombia è praticamente impossibile: il tasso di corruzione che affligge il sistema amministrativo raggiunge livelli scandalosi, così come il suo grado di connessione col paramilitarismo e col narcotraffico. Per contro, le FARC e l'ELN (la cui vittoria della guerra è comunque improbabile) non offrono una adeguata alternativa al governo, anche perchè dopo quasi 40 anni di guerra la loro struttura resta quasi unicamente improntata sull'ambito militare, senza un piano politico soddisfacente. I problemi sociali sono innumerevoli, primo fra tutti la violenza, che sembra ormai radicata nella società colombiana, a tal punto da far eleggere il Paese come uno dei più pericolosi del pianeta, indipendentemente dal conflitto; più della metà della popolazione sopravvive in condizioni di miseria, e ciò spinge maggiormente i giovani a "trovare riparo" fra narcotrafficanti, AUC e guerriglia. Nelle aree rurali non si vive certamente meglio, soprattutto con l'imperversare delle stragi dei paramilitari, dei ribelli e delle truppe regolari; il numero di "desplazados" (sfollati) sfiora i 2.200.000; questi civili si rifugiano in località interne del Paese, od oltre le frontiere, principalmente in Venezuela, Ecuador e Panama, il che purtroppo non offre la completa sicurezza, anche a causa del proliferare dei gruppi armati colombiani in questi Stati. Gravi violazioni si consumano anche ai danni delle comunità indigene che, nonostante abbiano espressamente richiesto di non venire coinvolte nella guerra, subiscono assassinii, stragi, deportazioni e arruolamenti forzati, talvolta anche ad opera delle multinazionali del petrolio. Di urgente attualità è anche la questione dei bambini­soldato (circa 11.000), il più delle volte utilizzati in combattimento come "carne da cannone" da entrambi gli schieramenti.

Il lavoro per la Pace

Dopo il fallimento diplomatico nel corso del governo Pastrana, le speranze di pace tra l'attuale governo e le FARC sembrano ridotte ai minimi termini; se la guerriglia annuncia che accetterà il dialogo "solo dopo che verrà intrapresa una seria lotta ai paramilitari", Bogotà risponde che "si siederà al tavolo solo dopo la fine del terrorismo". Dopo 40 anni la parola è pesantemente tornata alle armi: il massiccio utilizzo di elicotteri, bombardieri e satelliti­spia, teorizzato da Uribe e dai falchi del Pentagono, non potrà però avere alcun effetto positivo sul disastro sociale colombiano. Un cambiamento dall'interno della società è altresì reso estremamente arduo dalla repressione e dalla violenza imposta da Stato­ paramilitari e da molti fronti dei ribelli. Purtroppo questa situazione di stallo determina che il numero delle vittime cresca di giorno in giorno; inoltre la carenza di una mediazione da parte della Comunità Internazionale, più volte annunciata ma solo di rado messa in pratica, complica notevolmente il lavoro del sistema giudiziario, delle istituzioni di pace e della Difesa del Popolo, oltre che delle varie Organizzazioni Non Governative locali.

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Punti di debolezza del Dipartimento del Nariño

Ø Scarsa presenza del governo in vaste aree dell'entroterra del paese; Ø Espansione delle coltivazioni di droghe illegali; Ø Diffusissima la violenza Ø Enormi differenze sociali Ø Attività criminali e di guerriglia presenti sul tutto il territorio da quarant’anni; Ø Scarsa protezione della popolazione civile Ø Abusi frequenti commessi dalle forze armate sulla popolazione civile Ø Precario livello di sviluppo dell’economia Ø Diffuse coltivazioni di coca le quali coprono circa il 70 % della produzione mondiale Ø Dati discordi sulla composizione etnica del Paese, fatta eccezione per quello sulla

minoranza bianca, valutata intorno al 20% Ø Forti mescolamenti razziali: meticci e mulatti rappresentano la stragrande

maggioranza della popolazione. Nel complesso vengono indicati intorno al 70% del totale, seguono le minoranze nere e amerinde, che rappresentano rispettivamente il 6 e il 2%.

Ø Difficoltà di censire i gruppi primitivi nelle regioni di più difficile accesso Ø Forte prevalenza di bianchi nella maggioranza nelle città; Ø Densità media della popolazione molto bassa (26 ab./km2) Ø Ancora vaste zone del Paese da valorizzare Ø Forte concentrazione della popolazione sulle coste caraibiche e sulle pendici e gli

altipiani andini centro­orientali Ø Il 30% della popolazione è considerata rurale: vive cioè nei villaggi, nei piccoli

nuclei sparsi nelle valli e nei páramos o nelle haciendas isolate. Ø Notevole la spinta all'inurbamento degli ultimi decenni Ø Evidente il mancato rispetto dei diritti umani denunciato da diverse ONG. Ø Sanguinosa la guerra civile tra governo, paramilitari e gruppi ribelli di estrema

sinistra che ha causato in quarant’anni 300.000 morti Ø E’ in atto una pericolosa militarizzazione del Paese ad opera del governo centrale Ø Parlare di democrazia in Colombia è praticamente impossibile: il tasso di

corruzione che affligge il sistema amministrativo raggiunge livelli scandalosi, così come il suo grado di connessione col paramilitarismo e col narcotraffico;

Ø La struttura di governo resta quasi unicamente improntata sull'ambito militare, senza un piano politico soddisfacente.

Ø Innumerevoli i problemi sociali, primo fra tutti la violenza, che sembra ormai radicata nella società colombiana, a tal punto da far eleggere il Paese come uno dei più pericolosi del pianeta;

Ø Metà della popolazione sopravvive in condizioni di miseria Ø Forte l’attrazione dei giovani verso il “riparo” dalla miseria offerto dai

narcotrafficanti e dalla guerriglia; Ø Altissimo il numero di "desplazados" (sfollati) che sfiora i 2.200.000; Ø Urgente la questione dei bambini­soldato (circa 11.000), il più delle volte utilizzati

in combattimento come "carne da cannone" da entrambi gli schieramenti; Ø bassissime le speranze di pace tra l'attuale governo la guerriglia. Ø Il 20% dei bambini appena nati vengono abbandonati Ø Scarse e carenti le strutture che offrono formazione tecnico­professionale ai

giovani del Nariño Ø Diffuso il fenomeno delle ragazze madri adolescenti nel Dipartimento di Nariño Ø Carenti i rapporti tra istituzioni private religiose e enti pubblici che si occupano di

offrire attenzione nelle diverse aree ai bambini Ø Violati giornalmente i diritti fondamentali dei bambini, bambine e adolescenti di

strada, vittime del conflitto armato (fonti: ONG) Ø Disgregato il sistema familiare Ø Assente nelle aree interne del Nariño un servizio di prevenzione medica

ambulatoriale Ø Centinaia le Vittime del conflitto armato nell’ultimo biennio, soprattutto bambini Ø Più del 10% dei bambini serviti riportano ritardo nello sviluppo psicomotorio e

deficit cognitivi gravi Ø Ridotta l’attivazione di percorsi ludico­pedagogici finalizzata all’integrazione

famigliare e sociale Ø Ridotti i percorsi educativi formali nelle regioni del Nariño Ø Centinaia i bambini in stato di abbandono o in pericolo fisico nell’ultimo anno

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LE CONGREGAZIONI RELIGIOSE PARTNER DEL PROGETTO

CHE OPERANO NEL DIPARTIMENTO DEL NARIÑO

Fondazione Maria di Nazareth – Pasto

La congregazione delle Suore dell' Annunciazione è una entità senza scopo di lucro e svolge attività di salvaguarda dei minori delle comunità del Nariño. A tal fine gestisce una comunità locale, per bambini poveri moralmente, socialmente ed economicamente del Dipartimento di Nariño. Questa opera presta i suoi servizi anche ad altre istituzioni pubbliche e private che operano nello stesso fondamentale settore della protezione dell’infanzia abbandonata.

Obiettivi:

1. Accogliere i bambini abbandonati per offrirgli una formazione umana e cristiana. 2. Accogliere i giovani con problematiche sociali, fornendo loro una formazione

tecnica, e procurare il suo inserimento nella società e nella vita quotidiana. 3. Adempiere i principi dell' Istituzione di Benessere Familiare Colombiano (ICBF) .

Accogliendo temporaneamente un gruppo di bambini abbandonati fino alla loro trasferimento nei centri assitenziali.

4. Accogliere i bambini abbandonati e le ragazze adolescenti con problemi sociali del Dipartimento di Nariño, per offrire una formazione umana e cristiana oltre all'affetto, vitto e alloggio.

5. Accogliere le ragazze con problemi sociali, morali, famigliari offrendo loro una formazione tramite insegnamento di lavori diversi che possano servire per lo sviluppo umano e come formazione al lavoro;

6. Realizzare contratti con enti pubblici e privati che possano offrire attenzione nelle diverse aree ai bambini a seconda gli scopi del Centro di Protezione.

Indicatori di partenza

N° minori ospitati 25 N° educatori impiegati 5 N° di psicologi 0 N° di assistenti sociali 0 N° di ausiliari 2 N° di volontari non in Servizio Civile 4 N° ore di sostegno scolastico realizzate ogni settimana

10

N° di minori impegnati in attività lavorative fuori dalla comunità

5

N° di minori impegnati in attività lavorative dentro la comunità

20

N° di ore dedicate alla promozione sul territorio delle attività della Comunità

2

Fundacion Niños de los Andes

È un’istituzione senza fine di lucro, costituita come Istituzione di Protezione Speciale, d’accordo alla Persona Giuridica n. 539 del mese di giugno di 1988 rilasciata per l’Istituto Colombiano di Benessere Familiare Regionale di Caldas. Conta in più della certificazione di qualità ISO 9001­200 del ICONTEC E IQNet, la quale avalla tutti i processi istituzionali. Per l’anno 2007, offre i propri servizi a una popolazione di 170 bambini, bambine e adolescenti dai diritti umani vulnerati, beneficiati nelle sedi “Girasoli” e “Casa Siete Robles”, attraverso il Programma di Protezione nella modalità di internato e il Programma

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“Estinzione del lavoro minorenne” nelle modalità d'interversione di appoggio e seminternato. Conta per il suo sostenimento parziale dell’apporto dell'istituto Colombiano Di Benessere familiare regionali Caldas, Risaralda e Putumayo e di Children of the Andes di Londres.

Obiettivi sociali Ø Restituire e difendere i diritti fondamentali dei bambini, bambine e adolescenti di

strada, vittime del conflitto armato Ø Lavorare per il rinforzamento di sistemi familiari e potenziare una cultura di

corresponsabilità e partecipazione cittadina nella soluzione delle problematiche sociali

Ø Attivazione di programmi e servizi che contemplano: Prevenzione e attenzione ambulatoria, Intermediazione sociale all’interno delle comunità protette.

Indicatori di partenza

N° minori ospitati 32 N° educatori impiegati 6 N° di psicologi 0 N° di assistenti sociali 0 N° di ausiliari 4 N° di volontari non in Servizio Civile 2 N° ore di sostegno scolastico realizzate ogni settimana

22

N° di minori impegnati in attività lavorative fuori dalla comunità

3

N° di minori impegnati in attività lavorative dentro la comunità

29

N° di ore dedicate alla promozione sul territorio delle attività della Comunità

0

“I IPEE” ­ Corporazione Istituzione di Ricerca pedagogiche ed educazione speciale.

E’ un’istituzione senza fini di lucro, che presta servizi alla comunità di nazionalità colombiana, di nome “Corporación Instituto Integral de programas Educativos y de Extensión Comunitaria”.

La Corporazione ha come obiettivi principali:

• Servizio per lo sviluppo e l’educazione della infanzia e della famiglia, in stato di conflitto generalizzato con le seguenti caratteristiche:

Ø Le Vittime del conflitto armato Ø Bambini e famiglie in stato traumatico /di difficoltà Ø Popolazione in stato educativo speciale Ø Povertà socio­ economica Ø Violenza Sociale Ø Cattivo trattamento scolare Ø Ritardo nello sviluppo umano generale. Ø Deficit cognitivo Ø Deficit o ritardo di attenzione con e senza iperattività Ø Popolazione in situazione di incapacità Ø Capacità intellettuale superiore

• Promuovere lo sviluppo personale e sociale della popolazione minorile e delle famiglie attraverso lavori ludico­pedagogici a fine d’integrare la organizzazione famigliare e il contesto sociale.

• Implementare programmi educativi formali al fine di contribuire al miglioramento della qualità educativa.

• Migliorare l’integrazione scolare e sociale per gli utenti del servizio

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• Sviluppare la ricerca nel campo bio­psico­sociale, integrando gli agenti sociali intorno ai obiettivi dell’istituzione.

Attività 1. Garantire attenzione integrale alla popolazione richiedente i servizi

professionistici speciali che offre l’istituzione. 2. Prevenzione e terapia medica per la popolazione locale 3. Contribuire alla formazione della comunità nel relazionarsi con le discipline nel

campo educativo e sviluppo comunitario e sociale, attraverso i lavori di ricerca. 4. Inserire delle professionalità più adeguate per i campi di lavoro dell’istituzione, al

fine di adempiere con attività sociali, e conformare un gruppo di lavoro orientato alla prevenzione e il trattamento della problematica in salute mentale, sociale, culturale e fisica della popolazione utente.

Indicatori di partenza

N° minori ospitati 54 N° educatori impiegati 11 N° di psicologi 0 N° di assistenti sociali 0 N° di ausiliari 6 N° di volontari non in Servizio Civile 4 N° ore di sostegno scolastico realizzate ogni settimana

20

N° di minori impegnati in attività lavorative fuori dalla comunità

14

N° di minori impegnati in attività lavorative dentro la comunità

40

N° di ore dedicate alla promozione sul territorio delle attività della Comunità

4

Fattorie infantili “Jesus de la Buena Esperanza”

Le Fattorie Infantili “Jesus de la Buena Esperanza” sono un’ istituzione di utilità comune, senza fini di lucro. Il domicilio delle Fattorie Infantili “Jesus de la Buena Esperanza” è la città di Pereira, nel Dipartimento di Risaralda, Repubblica di Colombia.

OBIETTIVI

• Offrire protezione ai minorenni, che si trovano in stato di abbandono o in pericolo fisico e morale.

• Fornire ai minorenni le condizioni per soddisfare le necessità primordiali e per promuovere la sua adeguata formazione dentro un ambito che assomigli il più possibile alla vita familiare e sia supplemento temporale della mancanza di quest’ultima.

• Integrare i minorenni nel sistema nazionale di educazione preferibilmente in un centro di educazione della comunità e offrire un’ educazione speciale quando sia necessario

• Qualificare i minorenni in un arte o mestiere conforme alla sua età e attitudine che gli servano per vincolarsi al lavoro produttivo una volta lontani dall’istituzione.

• Offrire orientamento (e trattamento) alla famiglia, con lo scopo di essere in grado di superare le condizioni che hanno reso necessaria la separazione del minorenne dalla sua famiglia e quindi permettere il suo reintegro nella stessa.

La protezione comprende dal giorno della nascita fino ai 18 anni; in nessun caso potrà estendersi dopo questa età.

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Indicatori di partenza

N° minori ospitati 18 N° educatori impiegati 2 N° di psicologi 0 N° di assistenti sociali 0 N° di ausiliari 1 N° di volontari non in Servizio Civile 2 N° ore di sostegno scolastico realizzate ogni settimana

15

N° di minori impegnati in attività lavorative fuori dalla comunità

1

N° di minori impegnati in attività lavorative dentro la comunità

17

N° di ore dedicate alla promozione sul territorio delle attività della Comunità

0

ASSOCIAZIONE SCOLASTICA MARIA GORETTI

L’Associazione Scolastica María Goretti é un’opera dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, eretta in ente morale ONLUS dal Diritto Civile e dal Diritto Canonico, con Statuto proprio, con sede legale in Pasto (Nariño – Colombia), Via 24ª No. 14­54.

Obiettivo Generale

L’Associazione Scolastica María Goretti ha come obiettivo generale la promozione integrale della persona, preferibilmente dell’infanzia e della giuventú della societá nariñense, l’educazione e il servizio sociale, secondo la luce del Vangelo, del Magistero dellla Chiesa Cattolica ed i principi francescano­cappuccini.

Obiettivi Specifici

v Promuovere e svolgere interventi orientati alla cultura dei valori umani e cristiani ed alla formazione ed inserimento lavorativo al fine di garantire uno sviluppo socio­ economico e culturale integrale ed autosostenibile mediante la leadership della Chiesa Cattolica, l’accompagnamento dell’istituzione Universitaria CESMAG e l’azione sinergica degli enti locali.

v Disegnare e sviluppare programmi di formazione accademica, sociale e culturale che rispondano agli obiettivi dei propri statuti.

v Contribuire ad assicurare la presenza cristiana e francescana nelle diverse istituzioni gorettiane, fondate dall’Associazione secondo i principi dell’Ordine Cappuccino.

v Gestire convegni ed intese strategiche con gli enti pubblici e privati al fine di ottenere una rete di appoggio e collaborazione solidale e cosí realizzare interventi d’accordo ai piani locali e regionali di sviluppo socio­economico e culturale.

Attivitá.

Programmi Educativi.

Oggi si compie la nobile missione educativa attraverso le seguenti istituzioni gorettiani :

­ Istituzione Educativa Municipale Maria Goretti ­ Istituzione Universitaria CESMAG ­ Istituto San Franceso d’Assisi – ISFA

Le suddette istituzioni offrono lavoro a 540 persone ed educazione integrale a piú di 7.000 studenti, dalla scuola elementare fino agli studi universitari. L’Istituzione Municipale Maria Goretti ha realizzato 44 promozioni di diplomati, l’ISFA 9 e la I.U. CESMAG, durante 22 anni, ha laureato innumerevoli tecnici e professionisti che

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attualmente svolgono un qualificato e riconosciuto lavoro nell’ambito regionale e nazionale.

Il 6 Agosto 2005, il Governatore Dott. Eduardo Zuñiga Erazo, in occasione del Centenario del Dipartimento di Nariño, ha conferito la medaglia commemorativa che viene concessa alle persone ed alle istituzioni benemerite che svolgono un eccezionale servizio a beneficio della regione e della nazione, utilizzando queste parole: “ Mi compiaccio di conferire all’Associazione Scolastica Maria Goretti questa onorificenza per il suo contributo allo sviluppo educativo e culturale della Regione. E’ una delle istituzioni che merita questo riconoscimento”.

Programma medico­assistenziale.

Attraverso l’Unitá di Salute Maria Goretti, l’Associazione offre il servizio medico ed odontoiatrico preventivo e curativo alla comunitá gorettiana (studenti, docenti, amministrativi e familiari), ed alla popolazione del suo contexto d´’influenza.

Programma di sviluppo sociale e lavorativo.

Si svolge attraverso la Fondazione Creazione Goretti che possiede un’ampia attrezzatura per sartoria e qualificazione in confezione. Attualmente coinvolge 15 donne capofamiglie in programmi specifici di sviluppo imprenditoriale, culturale e sociale.

Si offre lavoro mediante la confezione delle divise per gli studenti delle Istituzione Gorettiane ed anche tenuta da lavoro per le aziende.

Progetto Villaggio del Quartiere « La Cruz ».

Si é firmato un Protocollo fra la Regione della Sicilia e il Dipartimento di Nariño; un’altro fra la Casa del Sorriso e L’Associazione Scolastica María Goretti allo scopo di promuovere la cooperazione reciproca per risolvere il bisogno fondamentale di alloggio alla popolazione piú disagiata di Pasto. Attualmente s’interviene nel quartiere « La Cruz », situato nella parte occidentale della cittá di Pasto, in grave situazione di povertá, disoccupazione, emarginazione ed insicurezza. Il 40% della popolazione é disocupata, il 52% lavora al di fuori della normativa, soltanto il 1.8% ha un lavoro regolare. Quasi tutte le donne sono capo famiglia e sopravvivono col riciclaggio dei rifiuti solidi urbani. Al fine di portare a queste famiglie disagiate un gesto di solidarietá, l’Associazione insieme a La Casa del Sorriso – Monreale (Italia) e il Municipio di Pasto hanno firmato un Protocollo d’Intesa e un Convegno coll’Istituto della Riforma Urbana di Pasto « INVIPASTO », per unire sforzi e risorse ed offrire un alloggio dignitoso a 35 famiglie del quartiere « La Cruz ». Il costo di tale progetto é di $ 571.200.000 pesi colombiani.

Progetti medio ambiente.

L’Associazione sviluppa un progetto per migliorare il medio ambiente nel suo contesto d’influenza, attraverso murali artistici e culturale, l’ampliamento ed illuminazione delle vie, con l’appoggio delle istituzione pubbliche e private.

Patrimonio

Il patrimonio é costituito dai beni mobili ed immobili acquisiti dall’Associazione e che si trovano debitamente inventariati, come anche i beni mobili ed immobili, legati, ausili, ecc. che possa ricevere a titolo di donazione permessa dalla legge civile e dal diritto canonico.

Il patrimonio e le rendite sono destinati ai fini sociali ed in beneficio comune proprio dell’Istituzione. Per quanto l’Associazione é d’indole ecclesiastica, per disporre ed impegnare i beni immobili si devono osservare le norme stabilite dal Diritto Canonico.

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Governo

Il Governo dell’AEMG corrisponde alla Giunta Direttiva che é il massimo organismo di governo e d’amministrazione. É composta dai seguenti membri:

Risorse

In seguito si presenta le risorse di cui dispone l’Associazione durante gli ultimi tre anni:

INCASSI AEMG

ANNO INCASSI CONTRIBUTI e/o CONTRIBUENTI ANNO 2002 1.231.364.718 57% servizi educativi

31% Affitto dei Locali Commerciali 12% Altri

ANNO 2003 1.150.413.927 56% servizi educativi 32% Affitto dei Locali Commerciali 12% Altri

ANNO 2004 1.116.621.157 57% servizi educativi 31% Affitto dei Locali Commerciali 12% Altri

Numero degli impiegati.

Il rapporto degli impiegati corrisponde soltanto alle persone che lavorano nella comunitá locale del Dipartimento di Nariño

Indicatori di partenza

N° minori ospitati 215 N° educatori impiegati 42 N° di psicologi 4 N° di assistenti sociali 4 N° di ausiliari 22 N° di volontari non in Servizio Civile 15 N° ore di sostegno scolastico realizzate ogni settimana

15

N° di minori impegnati in attività lavorative fuori dalla comunità 74

N° di minori impegnati in attività lavorative dentro la comunità

131

N° di ore dedicate alla promozione sul territorio delle attività della Comunità

5

8) Obiettivi del progetto:

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OBIETTIVI GENERALI

Il progetto tenderà ad assicurare ai minori un costante ed organico insieme di azioni di sostegno all’interno delle comunità alloggio di cui verranno potenziate le attività consuete grazie all’apporto dei volontari in servizio civile.

Obiettivo generale ulteriore è il coinvolgimento di tutto il contesto entro il quale il minore è inserito, caratterizzandosi come intervento sul sistema, al fine di contrastare il fenomeno della devianza minorile e favorire l’integrazione nella società civile dei giovani in difficoltà a loro assegnati.

Terzo obiettivo generale del progetto è la crescita personale del volontario in qualità di cittadino attivo e partecipe, capace di giocare un ruolo determinante nel miglioramento della società civile.

OBIETTIVI SPECIFICI

Gli obiettivi specifici del progetto sono pertanto quelli di:

A. Perseguire l’inserimento lavorativo dei minori offrendo al soggetto a rischio di esclusione sociale:

• Un servizio di recupero scolastico potenziato • opportunità formative, anche in formazione individuale, che promuovano la

conoscenza di sé e ne sviluppino e potenzino le capacità socio­relazionali; • opportunità di orientamento al lavoro che accrescano le conoscenze del mercato

del lavoro e dei percorsi di inserimento • opportunità di formazione professionali mirate; • opportunità di inserimento lavorativo.

B. Migliorare e potenziare l’offerta educativa e formativa delle comunità stesse e di tutto il sistema coinvolto nel processo di recupero del minore a rischio di devianza:

• coinvolgendo in attività di formazione e aggiornamento gli insegnanti, i formatori, gli educatori, e quanti a vario titolo intervengono a favore del bacino di utenza indicato;

• favorendo la creazione e potenziando una rete tra le Comunità e le istituzioni che a vario titolo intervengono nel processo formativo del minore;

C. Sostenere il minore nelle quotidiane attività di cura e igiene personale.

INDICATORI DI RISULTATO CONNESSI ALLA SITUAZIONE DI PARTENZA E COERENZA CON GLI OBIETTIVI SPECIFICI

Obiettivo specifico Indicatori di risultato

A. Perseguire l’inserimento lavorativo dei minori offrendo al soggetto a rischio di esclusione sociale

Aumento del 10% del numero di ore dedicate al sostegno scolastico ai minori presenti in comunità Attivazione di 1 laboratorio ludico/espressivo per ognuna delle comunità Un incontro settimanale con i minori sulle tematiche connesse al mondo del lavoro Aumento del 30% del numero di soggetti inseriti in botteghe artigiane in qualità di apprendista

B. Migliorare e potenziare l’offerta educativa e formativa delle comunità stesse e di tutto il sistema coinvolto nel processo di recupero del minore a rischio di devianza

Incontri mensili di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento con insegnanti, educatori e altri esponenti del territorio legati a vario titolo al lavoro delle Comunità alloggio Potenziare gli scambi di esperienze tra le diverse comunità alloggio coinvolte

C. Sostenere il minore nelle quotidiane Aumentare del 10% il numero di ore

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attività di cura e igiene personale settimanali dedicate dal minore alla cura di sé Aumentare del 10% il numero di ore settimanali dedicate dal minore alla cura degli spazi di vita comunitaria

9) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:

9.1 P iani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi

Il progetto prevede l’attuazione di azioni organicamente articolate, distribuite su tutto il territorio regionale, coerenti con gli obiettivi specifici a favore di ciascuno dei minori affidati alle comunità, nonché con quelli volti all’aggiornamento, al perfezionamento e al potenziamento del sistema delle comunità alloggio per minori a rischio di devianza.

Il progetto si articola su quattro azioni principali: A. azioni di accoglienza, ricerca e valutazione; B. azioni di orientamento del minore; C. azioni di formazione professionale ed inserimento lavorativo dei minori; D. azioni di gestione e sviluppo banca dati.

Il piano di attuazione prevede un momento iniziale, preliminare alla messa in atto delle azioni appena descritte (A, B, C e D), rivolto esclusivamente ai volontari, denominata FASE DI ORIENTAMENTO E FORMAZIONE, con lo scopo di:

Inserire i volontari all’interno delle attività progettuali; Realizzare i processi formativi generali e specifici a favore dei volontari; Permettere ai volontari di acquisire una conoscenza dettagliata delle modalità operative della Comunità alloggio a cui sono destinati;

Permettere ai volontari la partecipazione alle riunioni programmatiche dell’equipe pluridisciplinare della Comunità.

In un primo momento i volontari saranno tenuti ad assumere un ruolo esclusivamente di osservatori al fine di sintonizzarsi adeguatamente con l’ambiente, le sue esigenze e le sue criticità. In questa fase iniziale saranno comunque gli OLP a suggerire modalità comunicative e comportamentali idonee a relazionarsi con discrezione ed efficacia al target delle comunità. Solo in un secondo momento verranno attribuiti ai volontari, incarichi specifici in una delle quattro aree previste dalle azioni progettuali (accoglienza, potenziamento sistema, formazione professionale dei minori, gestione e sviluppo banca dati)

Alla luce delle caratteristiche particolari dell’ambiente “Comunità alloggio”, non tutte le attività previste dal progetto potranno essere svolte in completa autonomia da parte dei volontari. Molte di queste attività, infatti, saranno eseguite in affiancamento con operatori della Comunità.

Di seguito viene fornita una descrizione delle diverse azioni previste indicando gli obiettivi da raggiungere per ognuna delle azioni previste:

AZIONI DI ACCOGLIENZA

Descrizione: Quello dell’inserimento del minore nella Comunità è il primo passaggio critico nel corso del quale è necessario lo studio del soggetto, la ricerca delle sue propensioni, dei suoi limiti e la individuazione del percorso educativo/formativo adeguato.

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Obiettivo: L’azione è tesa a supportare l’impatto del minore con la Comunità ed a sorreggere tutta l’azione di orientamento per la scelta del percorso formativo individuale. In questa fase il minore racconta se stesso ed il suo progetto di mondo attraverso il coinvolgimento nella vita comunitaria che conduce alla stipula del patto formativo mirato.

AZIONI DI ORIENTAMENTO

Descrizione: La fase di studio non si esaurisce nella fase dell’accoglienza ma continua, sotto altra forma, per tutta la durata della permanenza del minore nelle comunità. Essa si attua prevalentemente attraverso attività di laboratorio alla quale i minori saranno avviati con la gradualità temporale e di contenuti rapportata alla fascia di età.

Obiettivo: Le attività di laboratorio dovranno assolvere ad una triplice funzione: a) sorreggere l’azione tesa al recupero psicologico del minore; b) guidare e favorirne l’inserimento sociale; c) indirizzare il minore ad una scelta professionale consapevole e percorribile. Per il perseguimento di tali obiettivi i laboratori saranno quindi articolati per fasce d’età e per tipologia secondo l’obiettivo specifico al quale ciascuno di essi è mirato e secondo le valutazioni sullo stato di maturazione di ciascun minore.

AZIONI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE ED INSERIMENTO LAVORATIVO DEI MINORI

Descrizione: Il ruolo attivo dato dal lavoro stabile, soddisfacente, adeguato alle proprie capacità/aspirazioni è l’elemento di congiunzione tra politica attiva del lavoro e politiche sociali, laddove mancando la prima entra in stato di allarme la seconda. In quest’ottica l’inserimento lavorativo costituisce l’elemento strategico e conclusivo del percorso educativo/formativo del minore in comunità, l’elemento attraverso il quale si tende anche al recupero psicologico e sociale perseguito.

Obiettivo: L’azione tende a favorire l’inserimento lavorativo del minore attraverso interventi mirati e bilanciati di formazione professionale e di accompagnamento volti a sorreggere l’integrazione del minore nel contesto sociale ed operativo delle aziende artigianali presenti sul territorio, resesi disponibili alla collaborazione, e potrà considerarsi conclusa quando il minore sarà in grado di integrarsi autonomamente con l’ambiente di lavoro.

AZIONI TESE ALLO SVILUPPO ED ALLA GESTIONE DELLA BANCA DATI

Descrizione: Il progetto propone la gestione e l’implementazione di un’area concernente il sistema informativo ritenuto base di qualsiasi buona prassi di progettazione da comprendere come parte stessa dell’intervento e del sistema poiché la messa in rete telematica dei servizi che si occupano dei minori e delle informazioni che li riguardano, può divenire uno dei maggiori indicatori di successo dell’intervento nonché una fonte di informazioni da condividere tra le comunità per migliorarne l’efficacia operativa.

Obiettivo: Facilitare la condivisione dei risultati raggiunti dalle singole comunità al fine di favore il passaggio di buone prassi da una realtà all’altra, anche geograficamente distanti.

9.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione.

ACCOGLIENZA • Accompagnare il minore nella propria stanza aiutandolo nella sistemazione dei

suoi effetti personali;

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• Osservazione dei comportamenti messi in atto dal minore nei primi giorni di inserimento;

• Sostenere il minore nei momenti di crisi legati all’inserimento in comunità; • Prendere visione degli esiti delle somministrazioni testologiche effettuate dagli

psicologi, al fine di rilevare le attitudini del minore; • Pianificazione del piano educativo e formativo adeguato rispetto alle

caratteristiche del minore; • Raccolta delle storie di vita del minore (o della sua famiglia) attraverso l’ascolto

attivo e la registrazione discreta dei dati salienti nella cartella anamnestica; • Condurre il minore, in modo graduale, all’interno della vita comunitaria,

favorendone la progressiva integrazione nonché l’accettazione delle regole di convivenza;

• Aiutare il minore nello svolgimento di semplici compiti legati alla cura di sé e degli spazi di vita comunitaria.

ORIENTAMENTO

• Pianificazione delle attività laboratoriali; • Attivazione e gestione dei laboratori espressivi nelle comunità con soggetti tra gli

8 e i 18 anni; • Attivazione e gestione di percorsi ludico ricreativi nelle comunità con soggetti tra

0 e 7 anni; • Realizzazione di un incontro mensile operatori/volontari/minori, volti a rilevare e

discutere i progressi in merito alla maturazione personale del minore; • Un incontro mensile operatori/volontari al fine di rilevare eventuali punti di

debolezza dell’azione formativa;

FORMAZIONE PROFESSIONALE ED INSERIMENTO LAVORATIVO DEI MINORI

• Accompagnare il minore ospite di comunità 13 – 18 anni, presso le istituzioni scolastiche e formative;

• Accompagnamento del minore ospite delle comunità 13­18 anni, presso le botteghe artigiane ove sta realizzando il suo apprendistato;

• Incontri di valutazione dell’andamento lavorativo del minore (riunione d’equipe); • Sostegno psicologico del minore in fase di inserimento/reinserimento lavorativo.

SVILUPPO E GESTIONE DELLA BANCA DATI

• Data entry per il monitoraggio delle attività svolte dai minori (ore dedicate allo studio autonomo o con sostegno, partecipazione ai laboratori espressivi, ecc.);

• Data entry per il monitoraggio delle attività svolte in comunità da parte del volontario in servizio civile;

• Gestione sito intranet per la condivisione tra le comunità dei dati sopra descritti; • Gestione corrispondenza con gli enti locali, associazioni, parrocchie, e altri enti a

vario titolo coinvolti nel lavoro con i minori in comunità.

9.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.

I numeri vanno moltiplicati per ogni singola comunità

Educatori 2 Psicologi 1 Assistenti sociali 1 Ausiliari 4 Volontari non in Servizio Civile 4 Volontari in servizio civile 4 OLP 1

9.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.

ORIENTAMENTO E FORMAZIONE DEL VOLONTARIO

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Ruolo del volontario: I volontari verranno accolti dal responsabile della comunità il primo giorno del servizio e per tutto il periodo indicato nel piano di attuazione verranno introdotti gradualmente all’interno dell’ente in un processo di orientamento necessario in questa prima fase. Il volontario sarà tenuto all’ascolto delle indicazione e spiegazioni fornite dal responsabile in merito al funzionamento dei servizi erogati dall’ente, del ruolo dei funzionari presenti. Il volontario sarà tenuto anche a partecipare a tutti gli incontri formativi previsti dal calendario.

Attività previste per il volontario: Formazione generale secondo quanto previsto dalla specifica voce del presente formulario;

Formazione specifica secondo quanto previsto dalla specifica voce del presente formulario;

Studio delle modalità operative messe in atto dalla Comunità alloggio;

AZIONE DI ACCOGLIENZA

Ruolo del volontario: Il volontario in servizio civile dovrà osservare il lavoro degli operatori della Comunità cercando di acquisire gli stili comunicativi e comportamentali adeguati alle diverse circostanze dell’accoglienza, fase delicata poiché iniziale di un percorso a volte lungo e difficoltoso al quale il minore è chiamato. In un secondo momento il volontario sarà lasciato libero di agire in completa autonomia in alcune delle attività previste in questa fase, come di seguito specificato.

Attività in affiancamento: • Osservazione dei comportamenti messi in atto dal minore nei primi giorni di

inserimento; • Sostenere il minore nei momenti di crisi legati all’inserimento in comunità; • Prendere visione degli esiti delle somministrazioni testologiche effettuate dagli

psicologi, al fine di rilevare le attitudini del minore; • Pianificazione del piano educativo e formativo adeguato rispetto alle

caratteristiche del minore; • Raccolta delle storie di vita del minore (o della sua famiglia) attraverso l’ascolto

attivo e la registrazione discreta dei dati salienti nella cartella anamnestica;

Attività in autonomia: • Accompagnare il minore nella propria stanza aiutandolo nella sistemazione dei

suoi effetti personali; • Condurre il minore, in modo graduale, all’interno della vita comunitaria,

favorendone la progressiva integrazione nonché l’accettazione delle regole di convivenza;

• Aiutare il minore nello svolgimento di semplici compiti legati alla cura di sé e degli spazi di vita comunitaria.

AZIONI DI ORIENTAMENTO

Ruolo del volontario: Il volontario in questa fase svolgerà un lavoro prezioso di sostegno e di potenziamento delle attività svolte all’interno della comunità, soprattutto in relazione alla gestione dei laboratori espressivi e di animazione. In questa fase avrà, quindi, l’opportunità di mettere in pratica una serie di cognizioni teoriche acquisite durante il periodo della formazione specifica prevista dal progetto. I volontari, inoltre, prenderanno parte agli incontri di monitoraggio delle attività che solitamente si realizzanno all’interno delle comunità alloggio. Quest’ultimo sarà un momento importante di crescita per loro e di verifica per gli educatori professionali.

Attività in affiancamento: • Pianificazione delle attività laboratoriali; • Attivazione e gestione dei laboratori espressivi nelle comunità con soggetti tra gli

8 e i 18 anni; • Attivazione e gestione di percorsi ludico ricreativi nelle comunità con soggetti tra

0 e 7 anni;

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• Realizzazione di un incontro mensile operatori/volontari/minori, volti a rilevare e discutere i progressi in merito alla maturazione personale del minore;

Attività in autonomia: • Un incontro mensile operatori/volontari al fine di rilevare eventuali punti di

debolezza dell’azione formativa; • Attivazione e gestione dei laboratori artistico artigianali nelle comunità con

soggetti tra gli 8 e i 18 anni; • Attivazione e gestione di percorsi ludico ricreativi nelle comunità con soggetti tra

0 e 7 anni; • Realizzazione di un incontro mensile operatori/volontari/minori, volti a rilevare e

discutere i progressi in merito alla maturazione personale del minore.

AZIONI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE ED INSERIMENTO LAVORATIVO DEI MINORI

Ruolo del volontario: In questa fase sarà determinante per i volontari mettere in pratica tutte le loro competenze relazionali avendo il compito di affiancare gli operatori nel sostegno psicologico di quei minori che vivono l’inserimento all’interno della comunità come un evento drammatico e insostenibile. Sarà importante anche mettersi a disposizione nei momenti in cui sorge la necessità di accompagnare i minori presso luoghi e servizi esterni alla comunità. Anche questo sarà un compito che il volontario svolgerà in completa autonomia con i mezzi messi a disposizione dalla comunità.

Attività in affiancamento: • Sostegno psicologico del minore in fase di inserimento/reinserimento lavorativo; • Incontri di valutazione dell’andamento lavorativo del minore (riunione d’equipe).

Attività in autonomia: • Accompagnare il minore ospite di comunità 13 – 18 anni, presso le istituzioni

scolastiche e formative; • Accompagnamento del minore ospite delle comunità 13­18 anni, presso le

botteghe artigiane ove sta realizzando il suo apprendistato;

AZIONI TESE ALLO SVILUPPO ED ALLA GESTIONE DELLA BANCA DATI

Ruolo del volontario: L’ultima fase del progetto è anche quella che abbraccia l’intero arco temporale del servizio civile. Il caricamento dei dati relativi all’andamento del progetto (monitoraggio) e delle attività svolte in comunità è compito che richiede un impegno costante. Va da sé che queste sono attività che richiedono competenze informatiche basilari e un certo grado di autonomia operativa.

Attività in autonomia: • Data entry per il monitoraggio delle attività svolte dai minori (ore dedicate allo

studio autonomo o con sostegno, partecipazione ai laboratori espressivi, ecc.); • Data entry per il monitoraggio delle attività svolte in comunità da parte del

volontario in servizio civile; • Gestione sito intranet per la condivisione tra le comunità dei dati sopra descritti; • Gestione corrispondenza con gli enti locali, associazioni, parrocchie, e altri enti a

vario titolo coinvolti nel lavoro con i minori in comunità.

Orari di servizio indicativi dei volontari: 30 (TRENTA) ORE SETTIMANALI così distribuite:

Orientamento e formazione del volontario: 4 Accoglienza 2 Orientamento del minore 2 Formazione professionale 16 Sostegno scolastico 4

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Gestione banca dati 2

10) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

11) Modalità di fruizione del vitto e alloggio:

12) Numero posti senza vitto e alloggio:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):

15) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

I volontari saranno chiamati a svolgere un periodo di 7 mesi nelle congregazioni religiose colombiane sedi di attuazione della parte estera del presente progetto.

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Particolari condizioni di rischio connesse alla realizzazione del progetto:

La regione del Nariño presenta le stesse condizioni generali registrate nel resto della Colombia ovvero alto tasso di delinquenza e diffusa violenza all’interno del territorio. Ciò comporta un coefficiente di rischio per i volontari in servizio civile da non sottovalutare anche se la vita all’interno delle comunità gestite dalle diverse congregazioni religiose, sedi di attuazione del progetto, garantisce un alto margine di sicurezza personale dovuto al fatto che le stesse congregazioni sono benvolute dalla popolazione civile, dai guerriglieri e dalle forze militari governative in forza del loro enorme servizio di assistenza offerto alla popolazione a prescindere dal loro schieramento.

17) Accorgimenti adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari a fronte dei rischi evidenziati al precedente punto 16):

La sicurezza personale del volontario in servizio civile si fonda su due elementi tra di loro connessi. Da una parte la struttura delle comunità, da tempo radicate nel territorio del Nariño, consentono un livello di protezione personale molto elevato il quale però deve essere sostenuto da un comportamento rispettoso delle regole della congregazione da parte del volontario stesso. Quest’ultimo, infatti, dovrà assolutamente evitare viaggi esplorativi del territorio senza una adeguata guida e solo in quei luoghi che i dirigenti delle congregazioni riterranno sufficientemente sicuri. In ogni caso gli spostamenti dalla

20

20

30

5

0

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comunità verso l’interno del territorio del Nariño saranno decisi esclusivamente dai responsabili delle comunità sulla base della effettiva necessità in connessione alle esigenze di lavoro. Dunque diligenza e senso di responsabilità saranno comunque elementi sufficienti per garantire un alto livello di sicurezza personale a tutti i volontari coinvolti.

18) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del progetto:

Le comunità svolgono le proprie attività in condizioni difficili sul piano delle strutture di accoglienza e delle strumentazioni a loro disposizione a causa di un ridotto afflusso di danaro che non permette l’approvvigionamento costante delle stesse. Gli alloggi spartani, le difficoltà di spostamento sul territorio, la frugalità dei pasti, in definitiva la vita austera che dovranno condurre i volontari sarà un duro banco di prova per le loro motivazioni di partenza ma, se accolta con serenità, sarà anche un momento importante di crescita personale.

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19) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto:

N. Sede di

attuazione del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Cognome e nome Data di nascita C.F.

1 LA CASA DEL SORRISO ONLUS

Monreale VIA BARONIO MANFREDI 27 25338 20

2

ASOCIACION ESCOLAR MARIA GORETTI 1

Colombia Carrera 20 A 14­54 67415 4

3

CENTRO EDUCATIVO MARIA DE NAZARET

Colombia CUJACAL MEDIO CASA ­

PASTO 36­1 73817 4

4 COLOMBIA ­ GRANJA INFANTIL JESU

Colombia AUDA DE LOS AMERICA 4­57 73815 4

5

MANIZALES ­ FONDACION Niños de los Andes

Colombia PARQUE ADOLFO HOYOS 21­

24 73814 4

6 MANIZALES ­ CALDAS ­ IIPEE

Colombia VIA CARRERA 28 31 A 08 73816 4

7 8 910 11 12 13 14 15 16 17 18

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19 20

20) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente/i partners:

N. Ente che ha presentato il progetto Paese estero Città

Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Ente partner paese estero Personale di riferimento sede estera (cognome e nome)

1 LA CASA DEL SORRISO – ONLUS

Colombia Pasto 67415 4

2 LA CASA DEL SORRISO – ONLUS Colombia Pasto 73817 4

3 LA CASA DEL SORRISO – ONLUS

Colombia Pereira 73815 4

4 LA CASA DEL SORRISO – ONLUS

Colombia Manizales 73814 4

5 LA CASA DEL SORRISO – ONLUS

Colombia Manizales 73816 4

6 7 8 910 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

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21) Modalità di comunicazione della presenza dei volontari all’autorità consolare o diplomatica italiana presso il paese in cui si realizza il progetto:

Grazie al protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Siciliana e la Regione del Narino (Colombia) il 24­10­2005 sono state già avviate tutte le procedure preliminari affinché le autorità diplomatiche italiane in Colombia il progetto si attivino prontamente per l’accoglienza dei volontari e per la loro assistenza durante la permanenza nel territorio estero. Con l’autorità diplomatica estera si attiverà un “protocollo” di comunicazione e trasmissione dati con La Casa del Sorriso attraverso l’individuazione di un funzionario di riferimento che ci terrà informati circa le eventuali esigenze dei volontari e delle autorità locali connesse alle azioni previste dal progetto da sviluppare nel territorio estero.

22) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente proponente il progetto assicurata ai volontari:

I volontari potranno comunicare attraverso gli strumenti più comuni (telefono, internet,e­ mail, chat, voice over IP, web cam) disponibili presso tutte le sedi di attuazione del progetto. Verranno individuate parti delle giornate in cui un operatore de La Casa del Sorriso sarà permanentemente connesso ad una chat per accogliere le richieste dei singoli volontari. Inoltre sarà possibile utilizzare, da parte dei volontari, il telefono in qualsiasi momento della giornata.

23) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di permanenza all’estero:

In caso di eventuale immediato rientro dei volontari dalla Colombia saranno attivate le seguenti procedure:

Ø Ogni singolo volontario disporrà di un biglietto aereo di linea dalla Colombia all’Italia “aperto” con validità pari a sei mesi;

Ø Verrà allertata immediatamente l’autorità diplomatica Italiana in Colombia in merito alla partenza dei volontari;

Ø Trasferimento con mezzi propri dalle sedi di realizzazione dei progetti all’aeroporto più vicino;

Ø Comunicazione immediata ai familiari della data e dell’ora del rientro del volontario;

24) Eventuale assicurazione integrativa di quella stipulata dall’Ufficio a favore dei volontari:

La Casa del Sorriso stipulerà per ogni volontario una assicurazione integrativa rispetto a quella stipulata dall’UNSC , che prevede tutte le possibilità di danno a cose e persone per tutta la durata del progetto sia in Italia che all’Estero.

25) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

La Casa del Sorriso mette in atto processi di comunicazione permanente rivolta ai giovani, avendo attivo un sito internet espressamente dedicato alla diffusione delle informazioni riguardanti l’ente, ivi compresa l’attività di servizio civile. La Casa del Sorriso è dotata, nello specifico, dei seguenti strumenti informativi: Depliant e volantino sul servizio civile nazionale volontario; Partecipazione ad eventi particolari con stand e banchetti, presidiati da proprio personale;

Partecipazione con il proprio personale, affiancato anche da volontari in servizio, ad incontri informativi organizzati da comuni, scuole e altri enti pubblici;

Aggiornamento del sito internet dell’ente, vero punto di riferimento per i giovani che intendono intraprendere il Servizio Civile;

Accoglienza per i giovani che chiedano informazioni sia direttamente che tramite telefono o posta elettronica;

Banca dati aggiornata dei giovani che si rivolgono al nostro ente al fine di recapitare loro il materiale informativo;

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Invio gli organi di informazione (televisioni, radio, giornali) di comunicati stampa per la pubblicazione di articoli e per la messa in onda di trasmissione televisive e radiofoniche sulle esperienze di servizio civile;

In occasione dell’uscita del bando per il reclutamento di volontari, trasmissioni televisive e radiofoniche sulle emittenti locali.

In concomitanza con la pubblicazione del bando di selezione volontari l’ente potenzia la propria campagna informativa mediante: Elaborazione di lettere circolari per informare della disponibilità di posizioni di servizio civile nazionale;

Elaborazione di articoli specifici per periodici di enti locali e di associazione; Comunicati stampa a frequenza bisettimanale; Conferenze stampa rivolte agli organi di informazione locale all'inizio ed al termine del periodo di selezione;

Invio info mediante l’uso di specifiche mailing list.

Verranno inoltre realizzati n° 3 incontri specifici di pubblicizzazione del progetto di servizio civile, per un totale di 24 ore, con le seguenti tre utenze sensibili: ­ n° 1 seminario di 8 ore rivolto alle associazioni private operanti nello stesso settore

del progetto; ­ n° 1 seminario di 8 ore rivolto alle scuole del territorio e aperto alle famiglie coinvolte

in modo diretto e indiretto nel progetto; ­ n° 1 seminario di 8 ore rivolto agli enti locali in un ottica di promozione del servizio

civile volontario.

26) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:

La Casa del Sorriso ­ Onlus, si avvale dei criteri indicati dall’UNSC e dichiarati in fase di accreditamento nell'apposito sistema.

27) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI La Casa del Sorriso – Onlus, Monreale (Pa)

28) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto:

La casa del Sorriso ­ Onlus, in quanto ente di 1^ classe, ha elaborato sistemi di monitoraggio interno per la valutazione del progetto, dichiarati all'atto dell'accreditamento nell'apposito sistema.

29) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI La Casa del Sorriso – Onlus, Monreale (Pa)

30) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Verrà data preferenza ai candidati che mostrino di possedere i seguenti requisiti aggiuntivi:

­ Titolo di studio universitario in materie inerenti l’ambito del progetto; ­ Predisposizione ai rapporti interpersonali; ­ Capacità di mettersi in gioco; ­ Disponibilità al lavoro di gruppo; ­ Flessibilità ai cambiamenti del servizio; ­ Creatività, propositività e curiosità;

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­ Competenza nell’uso del computer; ­ Possesso della patente di tipo B.

31) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

La Casa del Sorriso, al fine di potenziare lo sviluppo del progetto mette a disposizione le seguenti risorse finanziarie: verranno così distribuiti:

­ spese personale addetto al coordinamento ­ materiale funzionale al progetto ­ incontri di sensibilizzazione

32) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto:

IRF Padre Clemente. Ente di formazione riconosciuto dalla Regione Sicilia che nell’ambito del progetto di servizio civile si occuperà di effettuare il riconoscimento delle competenze raggiunte dai volontari, tramite uno specifico esame finale di valutazione e il rilascio di un attestato di competenze (cfr. protocollo d’intesa)

33) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Elenco delle risorse tecniche e strumentali necessarie alla realizzazione del progetto:

Materiale Elementi di coerenza con gli obiettivi 1 scrivania; lavori di ufficio 1 telefono/fax; mantenimento contatti con il territorio 1 computers portatile completo di programmi di utilizzo p.c.: word­excel­ powerpoint; collegamento internet e utilizzo e­mail, scanner e stampanti a colori;

creazione database per il monitoraggio dei servizi erogati dal progetto

1 fotocopiatrice; preparazione materiale necessario ai momenti di animazione

1 auto di proprietà della congregazione; spostamenti all’interno del territorio del Nariño

1 televisore con lettore cd proiezione film in comunità Sala riunioni per le fasi di orientamento, formazione e pianificazione delle attività

lavori di orientamento, formazione volontari e pianificazione degli interventi

Materiale ludico per le attività di animazione (giochi da tavolo, palloni in gomma leggera, tappetini in schiuma, lettore cd, materiale di recupero);

realizzazione attività ludico ricreative

Materiale di cancelleria (schedario, cartelle sospese, penne e matite, cd rom, pen drive per la memorizzazione sicura dei dati).

Mantenimento attività organizzative e di coordinamento

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

34) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

L’Ateneo di Palermo ha recepito le direttive impartite dal MIUR con la circolare della Direzione Generale per l’Università, ufficio III, prot 2626 del 09/07/04, riconoscendo, con delibera del Senato Accademico dell’Università degli studi di Palermo del 18/04/05, crediti formativi a tutti gli studenti che svolgano il Servizio Civile Nazionale indipendentemente dallo specifico progetto o ente. I crediti saranno attribuiti fino a un massimo di 9 relativamente alla lettera d) dell’art 10,

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comma 1 del DM 509/99, e fino ad ulteriori 9 crediti relativamente alla lettera f) dello stesso articolo. Detta delibera integra l’art. 11 del regolamento didattico di Ateneo, demandando ai singoli Consigli di Corso di studio la valutazione sul numero dei crediti da riconoscere ad ogni studente che ne faccia documentata richiesta.

35) Eventuali tirocini riconosciuti:

Il Consiglio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Palermo nel deliberare il regolamento del tirocinio previsto per le lauree triennali della classe XVIII, ha previsto all’art. 6 (che alleghiamo alla presente) che lo svolgimento del SCN presso enti accreditati dall’UNSC permette a chi lo svolge di ottenere i CFU previsti per il tirocinio definito all’art. 1 del suddetto regolamento. Detti CFU saranno riconosciuti dal Consiglio della classe XVIII agli studenti che presenteranno istanza corredata dalle relative certificazioni.

36) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

In virtù dell’accordo allegato al presente progetto, l’I.R.F. Padre Clemente, in possesso dei requisiti di legge in quanto regolarmente iscritto all’Albo Regionale degli Enti di Formazione a fine progetto, previa specifico esame di verifica, certificherà il conseguimento delle seguenti competenze:

Relazionali ­ Gestione soggetti minori in assetto scolastico d’aula; ­ Gestione soggetti minori in ambito ludico; ­ Gestione rapporti con le famiglie dei minori; ­ Gestione dei rapporto con gli operatori delle istituzioni scolastiche.

Organizzative ­ Ideazione e implementazione di percorsi di animazione ludico/ricreativi ­ Ideazione e implementazione di laboratori artistico artigianali ­ Pianificazione attività di sostegno scolastico; ­ Tutoring individuale all’allievo.

Tecniche ­ Uso adeguato del pacchetto Office con particolare riferimento ai programmi Word, e

Power Point.

Formazione generale dei volontari

37) Sede di realizzazione:

LA CASA DEL SORRISO – ONLUS, Via Baronio Manfredi, 27 90046 ­ Monreale (Pa) Sito web: www.casadelsorriso.org

38) Modalità di attuazione:

In proprio, presso l’ente con formatori dell’ente;

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39) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI La Casa del Sorriso – Onlus, Monreale (Pa)

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia didattica prevista per la formazione delle volontarie si fonda sul metodo attivo che prevede una stretta collaborazione tra docente e discente nel raggiungimento degli obiettivi didattici. Tale metodologia, che vede l’alternarsi di momenti a carattere teorico e l’attivazione di specifici laboratori di esperienza, è resa possibile dalla natura dei contenuti trattati, centrati tutti sullo sviluppo della cittadinanza attiva.

41) Contenuti della formazione:

Modulo 1) Identità del gruppo in formazione, Presentazione dell’ente Argomenti Definizione di una identità di gruppo dei volontari mediante l’espressione di aspettative, motivazioni, obiettivi individuali a partire dal concetto di patria, difesa senza armi e difesa non violenta. Storia dell’ente, caratteristiche specifiche, settori di attività, spazi, organigramma, modalità operative dell’ente.

Modulo 2) Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Argomenti A partire dalla legge n. 64/01 si evidenziano i fondamenti istituzionali e culturali del SCN, con ampi riferimenti alla storia dell’OdC e alla legge n.230/98

Modulo 3) I l dovere di difesa della patria Argomenti Illustrare i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn. 164/85, 228/04, 431/05 riferite al concetto di difesa civile o difesa non armata. Si tratterà il tema della pace e dei diritti umani alla luce della costituzione italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle nazioni unite.

Modulo 4) La difesa civile non armata e non violenta, Diritti e doveri del volontario del servizio civile

Argomenti Le forme attuali di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. La gestione non violenta dei conflitti; la prevenzione della guerra; le operazioni di polizia internazionale; i concetti di “peacekeeping”, “peace­ enforcing” e “peacebuilding”. Ruolo e funzione del volontario e illustrazione della circolare sulla gestione, concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari.

Modulo 5) La protezione civile Argomenti Elementi di protezione civile intesa come difesa dell’ambiente, della Patria, del territorio e delle popolazioni. Prevenzione dei rischi e interventi di soccorso.

Modulo 6) La solidarietà e le forme di cittadinanza, I l lavoro per progetti, La normativa vigente e la Carta di impegno etico, Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato con particolare riferimento alle tecniche di animazione.

Argomenti Principio costituzionale di solidarietà sociale;principi di libertà e uguaglianza e loro limitazioni. Riferimenti alle povertà economiche e all’esclusione sociale; il problema del sottosviluppo mondiale; la lotta alla povertà nella politica italiana e europea; concetto di cittadinanza e promozione sociale; concetto di cittadinanza attiva; ruolo dello Stato nella promozione umana e della difesa dei diritti della persone. Il concetto di sussidarietà e

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competenze dello Stato, Regioni, Provincie e Comuni. Il metodo di progettazione in tutte le sue fasi, compresa la valutazione dell’esito. Processi di monitoraggio della Casa del sorriso. Illustrazione delle norme che regolano il servizio civile e un riferimento alla Carta di impegno etico. Chiarire il significato di “servizio” e di “civile”; definire ruoli e funzioni di tutti gli attori che operano nel campo del volontariato.

42) Durata:

6 moduli formativi di 7 ore ciascuno per un totale di 42 ore formative

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

43) Sede di realizzazione:

LA CASA DEL SORRISO – ONLUS, Via Baronio Manfredi, 27 90046 ­ Monreale (Pa) Sito web: www.casadelsorriso.org

44) Modalità di attuazione:

In proprio, presso l’ente con formatori dell’ente.

45) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Dott. Mauro Li Vigni, nato a Palermo il 07/01/1968 Dott.ssa Serena Pedi, nata a Palermo il 20/09/1980 Dott.ssa Jessica Palazzolo, nata a Palermo il 13/10/1980

46) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Area tematica della formazione specifica

Nome del formatore e sue competenze

IL PROFILO DI COMUNITÀ: METODI E STRUMENTI

Dott. Mauro Li Vigni. Laurea in Psicologia ad indirizzo Clinico e di Comunità, Formatore accreditato UNSC, esperienza pluriennale nella formazione destinata agli operatori di comunità. (Cfr. Curriculum allegato)

L’UTENZA – PSICOLOGIA E LEGISLAZIONE

Dott.ssa Serena Pedi, Laurea in Psicologia ad indirizzo Evolutivo, Formatore accreditato UNSC, già volontaria del Servizio Civile Volontario, esperienza pluriennale nella formazione psicologica degli operatori dei servizi sociali (Cfr, Curriculum allegato)

TECNICHE DI ANIMAZIONE Dott.ssa Jessica Palazzolo, Laurea in

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Psicologia ad indirizzo, già Volontaria in Servizio Civile, esperienza pluriennale nell’ambito della gestione dei processi formativi degli animatori AGESCI (Cfr. Curriculum allegato)

47) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia formativa adottata, fondata sull’uso di metodi attivi in cui i formandi contribuiscono alla costruzione dei contenuti, prevede sia incontri con lezioni frontali sia lavori di gruppo, partecipazione a riunioni d’equipe. Ciò al fine di fornire chiavi di lettura diverse degli stessi fenomeni con l’acquisizione di maggiori capacità critiche e di analisi. Punto centrale della metodologia formativa attività in questi anni da La Casa del Sorriso è la realizzazione da parte dei volontari di un lavoro originale denominato Project Work il quale mette insieme in un unicum integrato, le conoscenze teoriche e le competenze pratiche acquisite lungo tutto l’arco della formazione specifica. I Project Work saranno presentati in un apposito seminario finale, dagli stessi autori. I lavori vengono raccolti, catalogati, valutati e inseriti nel Centro di Documentazione sul Servizio Civile costituito nel 2005 dal La Casa del Sorriso (sede operativa di Partinico (Pa)).

48) Contenuti della formazione:

L’UTENZA – PSICOLOGIA E LEGISLAZIONE

MINORI

• I diritti dell’infanzia; • Infanzia e adolescenza; • La prevenzione del disagio minorile; • I minori negli istituti; • Legge 8 novembre 2000 n.328; • Legge n. 285 – Promozioni diritti dell’infanzia.

IL PROFILO DI COMUNITÀ: METODI E STRUMENTI

• Il concetto di comunità; • L’analisi di comunità: una visione d’insieme; • Il profilo di comunità come strumento di analisi e di intervento; • Profilo territoriale, demografico, delle attività produttive, dei servizi, istituzionale, antropologico, psicologico;

• Perché tracciare un profilo di comunità; • La ricerca: reperimento delle informazioni, analisi dei punti di forza e debolezza.

TECNICHE DI ANIMAZIONE

ASPETTI GENERALI

• Che animatore sei – test; • Progettare l'animazione; • La creatività come strumento.

MINORI

• Animazione di strada; • Giochi di socializzazione;

49) Durata:

72 ore formative divise in 9 moduli/incontri di 8 ore ciascuno.

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Altri elementi della formazione

50) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica) predisposto:

La Casa del Sorriso rinvia al piano di monitoraggio della formazione consegnato all’UNSC in sede di accreditamento quale ente di 1^ classe.

Data

Il Progettista

Il Responsabile legale dell’ente/ Il Responsabile del Servizio civile nazionale