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Novità per tutti gli amanti della FOTOGRAFIA OLD STYLE! LabOldTech®www.antichetecnichefotogra�iche.it ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE Da noi è possibile reperire facilmente metodiche, materiali di laboratorio e reagenti chimici per realiz- zare stampe secondo le antiche tecniche (come Platinoti- pia, Collodio, Cianotipia, Van Dyke etc.). Visitate il nostro sito dove troverete kit pronti all’uso, reagenti chimici e sali speciali, torchietti, box porta lastre, lastre per collodio e dagherrotipia. Calle di Venezia- Tecnica Arystotype ph. Giorgio Bordin Versione Italiana

Antiche tecniche fotografiche

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Page 1: Antiche tecniche fotografiche

Novità per tutti gli amanti della FOTOGRAFIA OLD STYLE!

LabOldTech®

www.antichetecnichefotogra�iche.it

ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE

Da noi è possibile reperire facilmente metodiche, materiali di laboratorio e reagenti chimici per realiz-zare stampe secondo le antiche tecniche (come Platinoti-pia, Collodio, Cianotipia, Van Dyke etc.). Visitate il nostro sito dove troverete kit pronti all’uso, reagenti chimici e sali speciali, torchietti, box porta lastre, lastre per collodio e dagherrotipia.

Calle di Venezia- Tecnica Arystotype ph. Giorgio BordinVersione Italiana

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www.antichetecnichefotogra�iche.it

Cosa potete trovare sul nostro sito:

Kit di avvio alle antiche tecniche

Sali speciali di metalli preziosi

Metodiche e istruzioni

Box porta lastre

Acetati e lastre

Attrezzature

Torchietti

Reagenti

1) PROCEDIMENTI DI GENERAZIONE DI IMMAGINI “IN CAMERA”Producono immagini che possono essere viste come positivi, rimanendo in tal caso monotipi, o – su supporti trasparenti quali vetro o carta – essere destinati a riproduzione in più copie, agendo da negativo

2) STAMPE PER CONTATTO DA NEGATIVILa fotosensibilità dei composti utilizzati in queste tecniche è modesta e limitata all’emissione nell’UV. Non essendoci ingranditori ad emissione UV, possono solo essere stampati a contatto, o per esposizione alla luce del sole o a lampade ad emissione UV. La dimensione della stampa è pertanto uguale a quella del negativo. Il negativo può essere realizzato in camera con procedimenti analogici e macchine a banco ottico di grande formato o prodotto come negativo digitale tramite stampa su acetati di elevata qualità. Le tecniche sono molte, ma possono essere separate in alcuni grandi gruppi. Il primo prevede la precipitazione nel supporto (carta) di ioni (Ferro, palladio, Platino) o composti pigmentati (Blu di Prussia) per reazione chimica dei sostituenti a seguito dell’azione riducente della luce. A loro volta si dividono in due tipologie: POP e DOP.

Stampe POP (Printing out paper) o – in italiano – “ad annerimento diretto”.L’azione della luce sui chimici completa il processo di sviluppo, precipitando i pigmenti metallici durante l’esposizione. Segue una fase di stabilizzazione dell’immagine e abitualmente di �ssaggio con Tiosolfato, che è un �ssatore universale. L’uso di cornici a contatto, o “torchietti”, con uno sportello di ispezione che consente di controllare il procedere del lavoro senza perdere il registro tra negativo e carta è pressoché indispensabile. Prima del �ssaggio può essere e�ettuato un viraggio abitualmente con sali d’oro di palladio, che cambia il colore, aumenta intensità dei neri edunque contrasto, prolunga la persistenza dell’immagine nel tempo.

Stampe DOP (Developed out print)Prevedono un innesco parziale della reazione �nale ad opera della luce che produce un’immagine latente non de�nitiva, che viene completata dall’azione dello sviluppatore. Segue il �ssaggio. Spesso l’immagine è visibile e il torchietto per il controllo visivo è utile anche in questi casi.

3) STAMPE AL DICROMATO D’AMMONIOIl Dicromato d’ammonio reagisce alla luce indurendo e rendendo insolubile soluzioni di gomma arabica o gelatina. Quando queste vengono rese colorate con pigmenti e stese sulla carta, l’esposizione attraverso un negativo rende insolubili alcune zone e solubili altre, che vengono rimosse dalla carta dopo un lavaggio in acqua. Oltre a sfruttare questo principio per la fotoincisione, due tecniche hanno avuto una certa di�usione, una per la sua versa-tilità (Gommabicromata) e l’altra per la bellezza delle immagini (stampa al carbone).

UNA BREVE PANORAMICA SULLE PIU’ DIFFUSE ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE

Dagherrotipia e Collodio

Cianotipia, Carta Salata, Aristotipia, VanDyke, Ziatipia

Platinotipia, Palladiotipia,

Kallitipia

Gallerie Fotogra�iche

LabOldTechAntiche tecniche fotografiche

Gomma bicromata e Stampa al Carbone

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Approfondimento sulle piu’ di�use Antiche Tecniche Fotogra�che

DagherrotipiaLa dagherrotipia fu il primo procedimento fotogra�co messo a punto dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre da un'idea di Joseph Nicéphore Niépce, brevettato e presentato al pubblico nel 1839 dallo scienziato François Arago, presso l'Académie des Sciences e dell'Académie des Beaux Arts.Il dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato elettroliticamente uno strato d'argento metallico. Questo ultimo viene sensibilizza-to alla luce con vapori di iodio e bromo (introdotti da F. Goddard), che consentono anche una riduzione dei tempi di esposizione. La lastra deve quindi essere esposta entro un'ora con tempi di posa che anche in luce diurna e con obbiettivi luminosi si mantengono per parecchi secondi.Lo sviluppo avviene mediante vapori di mercurio a circa 60 °C, che rendono bianca-stre le zone precedentemente esposte alla luce per formazione di un’amalgama. La super�cie non sviluppata (le ombre) mantiene il suo aspetto specchiante, e in condi-zioni di illuminazione adeguata, appare scura: si forma così un’immagine positiva se osservata in determinati angoli di visuale. Il �ssaggio conclusivo si ottiene con una soluzione di tiosolfato di sodio, che elimina gli ultimi residui degli alogenuri d'ar-gento. L'utilizzo di prodotti molto tossici (Hg) rende la produzione di dagherrotipi un procedimento pericoloso per la salute.Foto di Beniamino Terraneo.

Collodio Kit 10/11/12/13/14Nel mondo anglofono è conosciuto come Wet Plate Collodion, ovvero lastra al collodio umido. È un processo fotogra�co che permette la realizzazione di immagi-ni su lastre di diversi materiali, destinate a diventare positive o negative. In questo ultimo caso devono essere realizzate su vetro trasparente ed essere stampate a contatto. La paternità di un metodo a�dabile va a Frederick Scott Archer attorno al 1850 circa, che non lo brevettò mai. James Ambrose Cutting di Boston brevettò invece una forma di collodio umido positivo, che de�nì "Ambrotipo" dal greco “Ambrotos”, immortale. L’ambrotipo identi�ca oggi genericamente un positivo su vetro. I positivi su metallo, indipendentemente dalla metodica, presero piede soprat-tutto con la guerra civile americana, e vennero de�niti Tintype (Tin è la latta). Il termine, che in italiano è tradotto come Ferrotipo, si riferisce oggi a positivi su metallo, prevalentemente su alluminio anodizzato nero e nella quasi totalità di casi al collodio (benché possano essere e�ettuati su altri supporti e con altri substrati).Il procedimento è basato sul collodio, che miscelato con sali di Bromo e Iodio viene steso su una lastra (abitualmente di vetro o metallo). Ancora umida, è immersa in una soluzione di nitrato d'argento che la rende fotosensibile formando alogenuri d’argento. I tempi di posa sono più brevi del dagherrotipo ma sempre lunghi, da pochi secondi a qualche minuto. Il processo dev’essere completato prima che la lastra si asciughi. Dopo l'esposizione si passa allo sviluppo e al �ssaggio. In�ne si esegue la verniciatura della lastra con una soluzione resinosa a base di gomma sandracca, utilizzata come vernice di �nitura in belle arti, che conferisce protezione meccanica e chimica e stabilità nel tempo. Foto di Giorgio Bordin.

1) PROCEDIMENTI DI GENERAZIONE DI IMMAGINI “IN CAMERA”

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Cianotipia Kit 30/31È un procedimento di stampa POP tra i più antichi, insieme alla carta salata. Messo a punto da Hershel intorno al 1842, non è argentico, ma basato sulla sensibilità dei sali ferrici. Il prodotto �nale è ferricianuro ferrico comunemente detto Blu di Prussia. Di semplice esecuzione, privo di agenti tossici, esiste oggi in due versioni, quella tradizionale e una (new Cyanotype process) messa a punto da Mike Ware, che migliora il controllo delle alte luci, espande la scala nei toni medi e intensi�ca la profondità delle ombre, aumentando il valore di contrasto dell’immagine e la separazione tonale. È semplice, economico e non tossi-co. Può essere virata in molti modi, anche con il tè, che contiene acido tannico e che rende bruni i toni. Foto di Giorgio Bordin.

Carta salata e Carta Albuminata -A breve presenteremo il Kit sul nostro sitoLa carta salata (salted paper, in inglese) è il primo procedimento di stampa fotogra�ca inventato da William Henry Fox Talbot nel 1833 circa. La carta viene bagnata in soluzioni acquose di sale, tipicamente cloruro di sodio o di ammonio, o in soluzioni ottenute con l’albume d’uovo; può essere conservata �no al momento dell’uso, quando viene fatta reagire con nitrato d’argento, formando cloruro d’argento, fotosensibile. Segue l’esposizione,il viraggio facoltativo e il �ssaggio. Foto di Sergio Devecchi.

Collodio Chloride print, noto come Aristotipia -A breve presenteremo il Kit Il procedimento fu messo a punto da Liesegang intorno al 1886 inventando una carta che chiamò Aristotype. La Aristotype Company, in Jamestown, nel New Jersey, commercializzò questo prodotto già pronto per l’uso. Può essere realizzato stendendo l’emulsione di Collodio-Chloride su basi di carte baritate o politenate, non fotosensibili. È processata come le altre stampe POP: esposizione, viraggio e �ssaggio. Ha la più lunga persistenza archivistica tra tutti i processi e fornisce eccellenti e ineguagliabili separazioni di toni nelle ombre deinegativi più densi. Foto di Giorgio Bordin.

VanDyke (brown) print Kit 40Procedimento fotogra�co a base di sali di ferro (ossalato di ferro) e di nitrato d’argento utiliz-zato per la stampa a contatto di negativi. Brevettato nella seconda metà dell’800 dal chimico inglese W. J. Nichols. Il ferro ossalato reagisce con la luce, riducendosi da ferrico a ferroso e generando un composto instabile, che ritorna allo stato ferrico provocando la precipitazione dell’argento metallico come reazione secondaria, e formando così l’immagine. Il nome è dovuto al colore bruno tipico di questa metodica, che ricorda il bruno van Dyck, a sua volta denominato così in onore del pittore �ammingo che lo rese famoso (in inglese lievemente modi�cato in Van Dyke). Procedimento semplice ed economico, è un buon punto di partenza per sperimentare queste tecniche, può fornire però risultati eccellenti. Foto di Maurizio Pizzigoni.

Ziatipia kit 09La ziatipia è uno dei processi che più dimostrano come queste metodiche non siano a�atto antiche. Infatti deriva da una tecnica messa a punto dal capitano Giuseppe Pizzighelli (Pizzitype) a sua volta derivata dalla platinotipia di William Willis. L’introduzione dell’ammonio ha reso POP una metodica DOP (vedi sotto). Il procedimento attuale è stato però sviluppato nei laboratori Bostick & Sullivan e denominato Ziatype, dal nome del simbo-lo del sole di un antico popolo Anasazi del New Mexico. La nuova formulazione ha consenti-to di superare le limitazioni del Pizzitype permettendo di ottenere un migliore controllo dei toni e del contrasto, migliore tolleranza a vari tipi di carta, variazioni di tono delle stampe dal grigio freddo, ai marroni caldi �no al viola, con un controllo chimico più rigoroso e quindi prevedibile dei risultati. Utilizza sali diversi di Platino e Oro, miscelati con Ammonio Ferrico Ossalato e altri composti modi�catori dell’e�etto �nale. Non necessita di �ssaggio. È pratica-mente l’unica tecnica che stampa bene negativi di densità media, stampabili in grado II-III,,mentre tutte le altre tecniche necessitano di negativi ad alta densità. Foto di Giorgio Bordin.

Stampe POP (Printing Out Paper) 2) STAMPE PER CONTATTO DA NEGATIVI

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Platinotipia - Palladiotipia Kit 01/02/03Processo delicato e un pò più costoso, per l’impiego di sali di metalli nobili. Le immagi-ni prodotte o�rono però un’eccellente stabilità nel tempo, seconda solo all’aristotipia. Il procedimento venne messo a punto da William Willis tra il 1873 e il 1879. La chimica ricalca quella del vanDyke (vedi), ma il prodotto �nale non è argento, ma Palladio o Platino, ben più stabile e caratterizzato da toni intensi, profondi e avvolgenti, tra i più belli di queste metodiche. La sensibilizzazione viene fatta con sali di Palladio e/o Plati-no e Ossalato Ferrico miscelati immediatamente prima dell’uso e stesi sulla carta. Si mescolano le soluzioni, con questa miscela si sensibilizza la carta in luce attenuata. La luce genera un’immagine tenue per reazione dei sali di ferro, successivamente si immer-ge la carta esposta in una soluzione satura di ossalato di potassio, o in ammonio citrato, che sostituiscono il Platino o Palladio al ferro, sviluppando l’immagine in modo istan-taneo. Si tratta poi con agenti di chiari�cazione (EDTA, sodio sol�to) e non deve essere �ssata. Il Platino e il Palladio sono costosi e l’ossalato ferrico crea alcuni problemi poiché non si tratta di un reagente chimico preciso, ma di un composto di molecole a struttura non ben de�nita. Per questo la qualità dell’Ossalato ferrico è determinante sulla resa dell’immagine �nale. Questo vale anche per le altre siderotipie a base di ossa-lato ferrico (Kallitipia, VanDyke) anche se la maggior concentrazione a cui deve essere utilizzato nella Platinotipia rende più complessa la solubilizzazione e crea difettipiù evidenti nelle stampe in caso di problemi. Foto di Sergio Devecchi.

Kallitipia Kit 40 Anch’essa basata su Ossalato ferrico, che in modo analogo alla platinotipia è miscelata ad un sale metallico, in questo caso argentico, e dopo esposizione forma un’immagine tenue che lo sviluppatore trasforma in quella de�nitiva scambiando il ferro con l’argento. Economica ma ra�nata, può o�rire una ampia gamma di toni agendo sulle composizioni relative dei componenti di alcuni sviluppatori e può anche essere virata ottenendo così anche una maggiore stabilità. Una Kallitipia ben fatta può esseredi�cilmente distinguibile da una platinotipia, anche a occhi esperti. Foto di Giorgio Bordin

3) STAMPE AL DICROMATO D’AMMONIO

Gomma bicromata (o bicromatata) -A breve presenteremo il Kit sul nostro sitoUtilizza gomma arabica, colorata con pigmenti e bicromato di potassio. Dopo esposi-zione si lava e si ottiene l’immagine attraverso un delicato procedimento che viene de�-nito di “spoglio”. Possono essere e�ettuati più passaggi con un solo colore o con più colori. Possono essere e�ettuati passaggi con negativi diversi a registro ottenendo sia la quadricromia in separazione di colori che una multicromia. L’esito �nale può avere den-sità e aspetto materico proprio per il sommarsi di strati di gomma arabica percepibili a occhio nudo. Consente una fotogra�a creativa, aprendo possibilità illimitate. Può anche essere associata ad altre metodiche, tipicamente sovrapponendola alla platinotipia. Foto di Claudio Santambrogio.

Stampa al CarboneIl pigmento qui è stemperato in gelatina e aggiunto il bicromato. Stesa su un primo substrato, si espone agli UV. La gelatina modi�cata dalla luce viene trasferita una prima volta (ottenendo una immagine speculare) o due volte (ottenendo una immagine dirit-ta) sul foglio �nale. Il procedimento di spoglio rivela le luci lasciando la gelatina induri-ta nelle ombre. I toni – come nella gomma – si ottengono per variazioni di spessore del substrato, più o meno insolubile. Le stampe al carbone hanno una profondità, presenza e dettaglio ineguagliabili. Anch’esse possono essere gestite in separazionedi colori o in multicromaticità. Foto di Giuseppe Battaini.

Stampe DOP (Developed out print)

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LabOldTech

La cascina del Conservatorio della Fotografia: Sede dei corsi.

LABOLDTECH E IL CONSERVATORIO DELLA FOTOGRAFIA ORGANIZZANO CORSI DI BASE E AVANZATI DI ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE

-Giornata di orientamento sulle antiche tecniche -Platino Palladio

-Ziatipia-Callitipia-Van Dyke

-Collodio Umido-Carta Salata

-Carta Albuminata-Gomma Bicromatata

Per ulteriori informazioni visitate la sezione Wor-kshop sul nostro sito

Argomenti dei corsi:

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La cascina del Conservatorio della Fotografia: Sede dei corsi.

LABOLDTECH E IL CONSERVATORIO DELLA FOTOGRAFIA ORGANIZZANO CORSI DI BASE E AVANZATI DI ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE

Page 8: Antiche tecniche fotografiche

KIT PRONTI ALL’USO PER AVVICINARSI ALLE ANTICHE TECNICHE FOTOGRAFICHE

I kit completi contengono tutti i reagenti necessari pre-dosati peril procedimento (sensibilizzante-sviluppo-chiari�icante-�issativo)

e l’attrezzatura necessaria (pennelli, becher, contenitori..).

LabOldTech

TECNICA PLATINO/PALLADIO:Kit01 Platino completo per IniziareKit02 Palladio completo per iniziareKit03 Platino/Palladio completo per iniziare

TECNICA COLLODIO:Kit14 Wet Plate Collodion completo per iniziareKit13 Collodio Poe Boy completo per iniziareKit10 Collodio Old Workhorse Formulazione A (K-Cd)Kit11 Collodio Old Workhorse Formulazione B (Cd-NH4)Kit12 Collodio New Guy

TECNICA ZIATIPIA:Kit09 Ziatypia completo per iniziare

TECNICA CIANOTIPIA:Kit30 Cianotipia classica completa per iniziare Kit31 Cianotipia Mike Ware-solo sensibilizzante

TECNICA GOMMA BICROMATATA:Kit35 Gomma Bicromatata (PROSSIMAMENTE SUL SITO)

TECNICA CALLITIPIA/VAN DYKE:Kit40 Van Dyke completo per iniziare Kit45 Callitipia completo per iniziare

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Oro Tricloruro 5%

SALI SPECIALI

Potassio Cloroplatinito

in cristalli

Palladio Cloruro in soluzione 10%

Sodio Cloropalladato 17%

Ossalato Ferrico in cristalli

Ossalato Ferrico in soluzione 30%.

Argento NItrato

..E TANTI ALTRI REAGENTI: Ammonio citrato ferrico

Potassio Ferricianuro

NItrato Ferrico

Mercurio

Bromuro di Potassio

Acido citrico

SALI SPECIALI..

REAGENTI CHIMICI

LabOldTech

(di grado analitico)

(di grado analitico)

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LabOldTech

Bilance, pHmetri, Agitatori magnetici, Termometri, Densimetri, etc..

CilindriBecherMatracciPipette

Contenitori in plastica e vetro

Pennelli

Contagocce

ATTREZZATURE

Lastre per Collodio in vetro e alluminio

su misura

Acetati per negativi digitali (rotoli, A3/A4)

Carte Speciali (Washi e Berrger)

LASTRE PER COLLODIO E ACETATI PER

NEGATIVI DIGITALI

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LabOldTech

BOX PORTA LASTRE

TORCHIETTI SU MISURA

Page 12: Antiche tecniche fotografiche

Iniziativa promossa da LABOTECH 2000 SRL

V.le Europa 72 strada D11-20090 Cusago (MI) tel. 0290394213

info@antichetecnichefotogra�iche.it

ARS-IMAGO International s.r.l.

Via degli scipioni 24/26 I00192 Roma

Tel: 06 45492886 www.ars-imago.com

Lazio:

FOTOMATICA Via Quintavalle 20

Carbonera (TV)Tel: 0422 445017 www.fotomatica.it

Veneto:

PUNTO FOTO GROUPby Karl Bielser S.a.s.

Via Aristotele, 6720128 Milano (MI)Tel: 02 27000793

www.puntofoto.eu

Lombardia:

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DAL 2015 SARÀ POSSIBILE ACQUISTARE SUL NOSTRO SITO IL NUOVO LIBRO DI CHRISTOPHER JAMES:

The Book of Alternative Photographic Processes: 3rd Edition

PROSSIMAMENTE