36
- 1 - ò ς ANNO XI N.RO 6 del 01/06 /2015 P P a a g g . . 1. Pag. psicologica 2. Expo e strategia alim. 3. Mater Dei 5. Teatro romano 6. Non vi sono più leggi 7. LAlighieri - aneddoti 9. Tommaso Guardati 10. Una donna nella storia 11. Quelli del machete 12. Langolo del cuore 13. Spagna e Polonia 14. Fisciano 15. A.Bicchierri 16. Paremiologia 17. Pagina medica 18. I grandi pensatori 19. Gli Stati Nazionali 20. Il Café Mirò 21. S.Buonfiglio 22. Le Frattaglie 23. Donna nella storia 24. Storia della musica 25. Politica e Nazione 26. Italiani beffati 29. Lisola che non cè 30. Immag. daltro tempo 31. Museo dioces.Salerno 32. Regimen sanitatis sal. 34. Da altre testate 35. Forum internazionale 36.Redazioni e riferimenti Sul portale http://www.andropos.eu/antroposint heworld.html Su facebook https://www.facebook.com/groups/ant roposintheworld/755101491196213/?n otif_t=like LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e e l l a a m mu us s i i c c o o t t e e r r a a p p i i a a LA PENSIONE Il momento del pensionamento, che è l'esclusione dal mondo del lavoro e della produttività, può determinare situazioni psico- logiche pericolosissime per l'anziano, che vive la cessazione di tutte quelle attività che hanno determinato la sua vita, le sue re- lazioni e la sua crescita socio-affettiva: autonomia, matrimonio, famiglia. Ciò in un momento in cui il suo nucleo familiare si è assottigliato e la sua efficienza fisica subisce il calo dell'età. Tra l'altro, la società tecnologica e globalizzata, non prevede passaggi graduali ad altri contesti e situa- zioni. La prospettiva della panchina, nel parco, diventa un incubo, un elemento inibitorio che ha l'effetto di una dichiarazione di inutilità, come un giocatore che siede in panchina con la consapevolezza che non potrà mai più giocare la sua par- tita e sentire, rivolto a lui, l'urlo della folla. Nella vita è ancora più difficile che nel mondo del calcio, l'anziano vede che il mondo intorno a lui è costruito a misura dei giovani, dove la sua esperienza e la sua forma mentis non trovano alcun riscontro. La società cambia troppo rapidamente e con essa cultura, valori, modi di essere e di pensare. Egli è più lento, ha bisogno di leggere, di riflettere, ha bisogno di in- teressi e di punti di riferimento. L'individualismo lo uccide, ha bisogno di sentirsi parte di una società. Iniziano, allora, le frustrazioni, incomincia a sentirsi fuori po- sto, un peso, un qualcosa di scomodo che ostacola la vita degli altri. Negli ultimi tempi, qualcosa incomincia a muoversi pro anziani, pare che stia nascendo un certo interesse , sia pure per fini economici e non propriamente socio-assistenziali . Infatti, la legge finanziaria n.388/2001 prevede una rinuncia al pensionamento, per i lavoratori che ne hanno raggiunto i requisiti, mentre viene meno l'obbligo, per il datore di lavoro, di versare i contributi. Il lavoratore può protrarre il suo impegno lavorativo per altri due anni, stipulando un contratto a tempo determinato. Altro intervento è quello a favore degli anziani non autosufficienti o parzialmente sufficienti, denominato servizio di assistenza domiciliare, che, previo parere del medico curante, del primario ospedaliero e del servizio sociale, lasciando l'anziano nel suo ambiente, garan- tisce: assistenza infermieristica, riabilitativa, prestazione sanitaria e socio-assi- stenziale, psicologica, aiuto domestico e così via. Talvolta, l'assistenza domiciliare è integrata da altri tipi di assistenza, come quella del buon vicinato, che poggia su rapporti di amicizia e di generosa dispo- nibilità verso anziani non autosufficienti, o con problemi psicologici. Anche i centri diurni forniscono servizi materiali che vanno ad integrare il servizio di assistenza domiciliare; essi organizzano, tra l'altro, attività di tempo libero ed assicurano agli anziani ed invalidi la possibilità di avere una vita sociale ed autonoma. Le Comunità alloggio, invece, sono a carattere familiare ed alloggiano da sei a 10 anziani che, non potendo vivere da soli, rifiutano l'idea di essere ricoverati in istituti o in ospedale. Tali Comunità possono avvalersi del sostegno sia dei servizi di assistenza domiciliare, che dei centri diurni. (Continua) 1) F. Pastore, LE PROBLEMATICHE DELLA Vecchiaia, pag.5- 7A.I.T.W. ed. SA. 2004 Scaricabile in e-book su Google play, cod. GGKEY:K6C9CH8SW3Q E European Journalism - GNS Press Ass.tion - The ECJ promotes publishing, publication and communication- P. Inter.nal

Antropos giugno 2015m

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Rivista del mese di giugno

Citation preview

Page 1: Antropos giugno 2015m

- 1 -

òò ςς

AANNNNOO XXII NN..RROO 66

ddeell 0011//0066 //22001155

PP aa gg ..

11.. PPaagg.. ppssiiccoollooggiiccaa

22.. EExxppoo ee ssttrraatteeggiiaa aalliimm..

33.. MMaatteerr DDeeii

55.. TTeeaattrroo rroommaannoo

66.. NNoonn vvii ssoonnoo ppiiùù lleeggggii

77.. LL’’AAlliigghhiieerrii -- aanneeddddoottii

99.. TToommmmaassoo GGuuaarrddaattii

1100.. UUnnaa ddoonnnnaa nneellllaa ssttoorriiaa

1111.. QQuueellllii ddeell mmaacchheettee

1122.. LL’’aannggoolloo ddeell ccuuoorree

1133.. SSppaaggnnaa ee PPoolloonniiaa

1144.. FFiisscciiaannoo

1155.. AA..BBiicccchhiieerrrrii

1166.. PPaarreemmiioollooggiiaa

1177.. PPaaggiinnaa mmeeddiiccaa

1188.. II ggrraannddii ppeennssaattoorrii

1199.. GGllii SSttaattii NNaazziioonnaallii

2200.. IIll CCaafféé MMiirròò

2211.. SS..BBuuoonnffiigglliioo

2222.. LLee FFrraattttaagglliiee

2233.. DDoonnnnaa nneellllaa ssttoorriiaa

2244.. SSttoorriiaa ddeellllaa mmuussiiccaa

2255.. PPoolliittiiccaa ee NNaazziioonnee

2266.. IIttaalliiaannii bbeeffffaattii

2299.. LL’’iissoollaa cchhee nnoonn cc’’èè

3300.. IImmmmaagg.. dd’’aallttrroo tteemmppoo

3311.. MMuusseeoo ddiioocceess..SSaalleerrnnoo

3322.. RReeggiimmeenn ssaanniittaattiiss ssaall..

3344.. DDaa aallttrree tteessttaattee

3355.. FFoorruumm iinntteerrnnaazziioonnaallee

3366..RReeddaazziioonnii ee rriiffeerriimmeennttii

SSuull ppoorrttaallee

hhttttpp::////wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu//aannttrrooppoossiinntt

hheewwoorrlldd..hhttmmll

SSuu ffaacceebbooookk hhttttppss::////wwwwww..ffaacceebbooookk..ccoomm//ggrroouuppss//aanntt

rrooppoossiinntthheewwoorrlldd//775555110011449911119966221133//??nn

oottiiff__tt==lliikkee

LLEE PPRROOBBLLEEMMAATTIICCHHEE DDEELLLLAA VVEECCCCHHIIAAIIAA ee llaa mmuussiiccootteerraappiiaa

LLAA PPEENNSSIIOONNEE

Il momento del pensionamento, che è l'esclusione dal mondo

del lavoro e della produttività, può determinare situazioni psico-

logiche pericolosissime per l'anziano, che vive la cessazione di

tutte quelle attività che hanno determinato la sua vita, le sue re-

lazioni e la sua crescita socio-affettiva: autonomia, matrimonio,

famiglia. Ciò in un momento in cui il suo nucleo familiare si è

assottigliato e la sua efficienza fisica subisce il calo dell'età. Tra l'altro, la società

tecnologica e globalizzata, non prevede passaggi graduali ad altri contesti e situa-

zioni. La prospettiva della panchina, nel parco, diventa un incubo, un elemento

inibitorio che ha l'effetto di una dichiarazione di inutilità, come un giocatore che

siede in panchina con la consapevolezza che non potrà mai più giocare la sua par-

tita e sentire, rivolto a lui, l'urlo della folla.

Nella vita è ancora più difficile che nel mondo del calcio, l'anziano vede che il

mondo intorno a lui è costruito a misura dei giovani, dove la sua esperienza e la

sua forma mentis non trovano alcun riscontro.

La società cambia troppo rapidamente e con essa cultura, valori, modi di essere e

di pensare. Egli è più lento, ha bisogno di leggere, di riflettere, ha bisogno di in-

teressi e di punti di riferimento. L'individualismo lo uccide, ha bisogno di sentirsi

parte di una società. Iniziano, allora, le frustrazioni, incomincia a sentirsi fuori po-

sto, un peso, un qualcosa di scomodo che ostacola la vita degli altri. Negli ultimi

tempi, qualcosa incomincia a muoversi pro anziani, pare che stia nascendo un

certo interesse , sia pure per fini economici e non propriamente socio-assistenziali

. Infatti, la legge finanziaria n.388/2001 prevede una rinuncia al pensionamento,

per i lavoratori che ne hanno raggiunto i requisiti, mentre viene meno l'obbligo,

per il datore di lavoro, di versare i contributi.

Il lavoratore può protrarre il suo impegno lavorativo per altri due anni,

stipulando un contratto a tempo determinato. Altro intervento è quello a favore

degli anziani non autosufficienti o parzialmente sufficienti, denominato servizio

di assistenza domiciliare, che, previo parere del medico curante, del primario

ospedaliero e del servizio sociale, lasciando l'anziano nel suo ambiente, garan-

tisce: assistenza infermieristica, riabilitativa, prestazione sanitaria e socio-assi-stenziale, psicologica, aiuto domestico e così via.

Talvolta, l'assistenza domiciliare è integrata da altri tipi di assistenza, come

quella del buon vicinato, che poggia su rapporti di amicizia e di generosa dispo-

nibilità verso anziani non autosufficienti, o con problemi psicologici.

Anche i centri diurni forniscono servizi materiali che vanno ad integrare il

servizio di assistenza domiciliare; essi organizzano, tra l'altro, attività di tempo

libero ed assicurano agli anziani ed invalidi la possibilità di avere una vita sociale

ed autonoma.

Le Comunità alloggio, invece, sono a carattere familiare ed alloggiano da sei

a 10 anziani che, non potendo vivere da soli, rifiutano l'idea di essere ricoverati in

istituti o in ospedale. Tali Comunità possono avvalersi del sostegno sia dei servizi

di assistenza domiciliare, che dei centri diurni. (Continua)

11)) FF.. PPaassttoorree,, LLEE PPRROOBBLLEEMMAATTIICCHHEE DDEELLLLAA VVeecccchhiiaaiiaa,, ppaagg..55-- 77AA..II..TT..WW.. eedd.. SSAA.. 22000044 –– SSccaarriiccaabbiillee

iinn ee--bbooookk ssuu GGooooggllee ppllaayy,, ccoodd.. GGGGKKEEYY::KK66CC99CCHH88SSWW33QQ EE

EEuurrooppeeaann JJoouurrnnaalliissmm -- GGNNSS PPrreessss AAssss..ttiioonn -- TThhee EECCJJ pprroommootteess ppuubblliisshhiinngg,, ppuubblliiccaattiioonn aanndd ccoommmmuunniiccaattiioonn-- PP.. IInntteerr..nnaall

Page 2: Antropos giugno 2015m

- 2 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

EEXXPPOO 22001155:: QQUUAALLEE SSTTRRAATTEEGGIIAA AALLIIMMEENNTTAARREE

PPEERR IILL FFUUTTUURROO DDEELLLL’’UUMMAANNIITTAA’’??

Expo 2015: riprendo il discorso da dove lo avevo

interrotto , trattando del disegno volto a cancellare la

specificità delle colture tradizionali a pro di un mono-

polio multinazionale delle sementi.

Dunque, scopo dell‟Expo milanese sarebbe –

secondo le fonti ufficiali – quello di esporre merci e

idee utili per “nutrire il pianeta”. E ciò nel momento

in cui la sovrappopolazione del globo e le conse-

guenze dei mutamenti climatici amplificano a dismi-

sura gli effetti atroci delle carestie. Ora, se questa

premessa è esatta, ne consegue che per nutrire suffi-

cientemente il pianeta bisognerebbe intervenire sulle

cause che ne determinano la malnutrizione: e cioè

proprio sulla sovrappopolazione e sui mutamenti

climatici. Elementi – questi – che l‟ipocrisia del “po-

liticamente corretto” considera come inevitabili, co-

me “mali necessari” coi quali ci si debba rasse-gnare

a convivere. Così non è.

Incominciamo dalla sovrappopolazione: solo

sessantacinque anni fa, nel 1950, gli abitanti del mon-

do erano due miliardi e mezzo. Nel 1980 erano quasi

raddoppiati (4,5 miliardi), ed erano ulterior-mente

aumentati nel 1990 (5,3 miliardi) e nel 2000 (6

miliardi). Oggi, nel 2015, si sono ampiamente supe-

rati i 7,3 miliardi, triplicando quindi i dati del 1950.

L‟incremento continuerà almeno fino a raggiungere i

10 miliardi: traguardo previsto, grosso modo, per la

metà di questo secolo. Attorno ai 10 miliardi – se-

condo quanto ottimisticamente sostenuto dagli esperti

dei flussi demografici – la situazione dovrebbe sta-

bilizzarsi a causa di un auspicato “declino della

fecondità” del genere umano.

Inutile dire che il realizzarsi di una tale pur otti-

mistica previsione avrebbe ripercussioni catastrofiche

sugli equilibri ambientali. L‟uomo, infatti – come ho

scritto in precedenti occasioni – è la causa prima

dell‟inquinamento. Oltre a utilizzare materie prime

per la propria sussistenza, l‟essere umano produce

scorie e rifiuti da smaltire, consuma energia, usa ap-

parecchiature inquinanti per alimentarsi, per spo-

starsi, per riscaldarsi, per mille altri motivi. L‟uomo –

l‟uomo moderno, almeno – inquina l‟ambiente assai

più di ogni altro fattore. E ciò sia nel mondo pro-

gredito che in quello “in via di sviluppo”, con esclu-

sione soltanto delle sparute popolazioni tribali che

ancora vivono in maniera primitiva nelle zone più

interne di alcuni continenti: senza luce elettrica, sen-

za automobili, senza altri consumi

che non siano quelli di un‟alimenta-

zione frugale.Diciamolo chiaramen-

te: se non si ferma il forsennato in-

cremento demografico che ha carat-

terizzato quest‟ultimo mezzo secolo,

non ci sarà potenza in grado di assi-

curare al pianeta una decen-te igiene ambientale e, con

essa, una nutrizione suffi-ciente per tutti i suoi abitanti.

Occorre, dunque, una seria politica demografica. Così

come occorre una politica ambientale che possa effet-

tivamente contrastare i mutamenti climatici ed i funesti

fenomeni metereologici che ne sono diretta conseguen-

za. Occorre, in sintesi, una strategia di ampio respiro,

che vada ben al di là dei trucchetti da baraccone che

possano favorire i contingenti interessi di questa o quella

società multinazionale. Senza contare che demografia,

ambiente, clima, nutrizione, approvvigionamento idrico

sono tutti fattori che hanno riflessi pesantissimi in altri

campi, in altri settori, che possono determinare guerre e

migrazioni più o meno spontanee. Si pensi al miliardo di

africani che premono alle porte di una Europa che, con il

suo mezzo miliardo di abitanti relativamente benestanti,

fatica a difendere le proprie frontiere. Ebbene, mante-

nendo gli attuali livelli di incremento demografico in

Africa (pari a 4,5 figli per donna), attorno al 2050 la

popolazione del Continente Nero sarà di circa due

miliardi; con risorse alimentari e idriche più o meno pari

alle attuali. Domanda: se l‟Europa non è oggi in grado di

fronteg-giare adeguatamente la pressione migratoria di

un miliardo di africani, come potrà – fra poche decine

d‟anni – reggere ad una pressione di intensità addirittura

doppia?

Di fronte ad interrogativi di tale portata,

l‟esibizione milanese degli ultimi scampoli di biodiver-

sità è una manifestazione certamente gradevole, certa-

mente apprezzabile, certamente utile per mostrare l‟ap-

petibilità delle colture localistiche e delle eccellenze del-

la nostra produzione tradizionale; certamente positiva, in

una parola. Ma è, al tempo stesso, del tutto inadeguata a

tracciare una strategia di largo respiro che possa

affrontare realmente e realisticamente le emergenze che

si profilano all‟orizzonte. Anche perché – lo ripeto – la

madre di tutte le emergenze è quella demografica: se nel

2050 gli abitanti del mondo toccheranno effettivamente i

10 miliardi, sarà veramente difficile “nutrire il pianeta”.

Ed ancor più difficile sarà il dissetarlo.

M. Rallo

Page 3: Antropos giugno 2015m

- 3 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

PPaaggaannii -- CCeerriimmoonniiaa ccoonncclluussiivvaa CCoonnccoorrssoo ppooeessiiaa rreelliiggiioossaa ““MMaatteerr DDeeii””

IIll 2299 MMaaggggiioo,, aallllee oorree 2211,,0000 ssii èè ccoonncclluussaa llaa tteerrzzaa

eeddiizziioonnee ddeell pprreemmiioo ddii ppooeessiiaa rreelliiggiioossaa ““MMaatteerr

DDeeii””.. NNeellllaa ccoommmmiissssiioonnee ffiigguurraavvaannoo:: DDoonn FFllaavviiaa--

nnoo CCaalleennddaa,, llaa ggiioorrnnaalliissttaa RRiittaa OOcccciiddeennttee,, iill

rreeddaattttoorree ddii AAnnggrrii CCaarrlloo DD‟‟AAccuunnzzoo,, RRoossaammaarriiaa

PPaassttoorree,, DDiirreettttrriiccee ddii AAnnddrrooppooss,, RRoobbeerrttaa LLaann--

ggeellllaa,, mmeecceennaattee ddeellllaa ccuullttuurraa,, RReennaattoo NNiiccooddeemmoo,,

PPrreessiiddeennttee,, VViinncceennzzoo SSoorriieennttee,, RReeddaattttoorree ddii SSaann

VVaalleennttiinnoo TT.. ee FFrraannccoo PPaassttoorree,, DDiirreettttoorree rreessppoonn--

ssaabbiillee ddii AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD..

LLaa mmaanniiffeessttaazziioonnee èè ssttaattaa rriipprreessaa ddaallll‟‟oottttiimmoo pprrooff..

PPiieerriinnoo CCaalliiffaattoo ddii TTeelleennuuoovvaa PPaaggaannii,, iill qquuaallee hhaa

iinntteerrvviissttaattoo GG.. MMuussttaanngg,, vviinncciittoorree ddeell pprriimmoo pprreemmiioo

ee llaa ssoopprraannoo SSooffiiaa TTrraappaannii,, cchhee hhaa eelleevvaattoo,, ccoonn

llaa ssuuaa pprreessttaazziioonnee ccaannoorraa,, iill lliivveelllloo aarrttiissttiiccoo--

ccuullttuurraallee ddeellllaa mmaanniiffeessttaazziioonnee.. IIll vviinncciittoorree ddeell

qquuiinnttoo pprreemmiioo èè ssttaattoo ssaallvvaattoorree CCaalliiffaannoo ddii PPaa--

ggaannii,, ccoonn llaa ppooeessiiaa ddaall ttiittoolloo MMaarriiaa.. UUnnaa ccoomm--

ppoossiizziioonnee iinnccrreeddiibbiillmmeennttee eesssseennzziiaallee,, ssccrriittttaa ccoonn

iill ccuuoorree ddii uunn bbaammbbiinnoo,, cchhee ppuurr ccoonnsseerrvvaa ttrraaccccee

ddii ddoolloorree ee ddii uummaannaa ssooffffeerreennzzaa..

IIll qquuaarrttoo pprreemmiioo ((eexx aaeeqquuoo)) èè ssttaattoo vviinnttoo ddaa

GGaaeettaannoo VViissccoonnttee,, ccoonn ll‟‟ooppeerraa ““SSpplleennddiiddaa MMaa--

ddoonnnniinnaa””,, ppeerr llaa ssiinncceerriittàà eesspprreessssaa ddaall ddiicciiootttteenn--

nnee,, ccoonn vveerrssii sseemmpplliiccii ee ssiiggnniiffiiccaattiivvii;; hhaa ccoonnssee--

ggnnaattoo llaa ttaarrggaa SS..GGiiuusseeppppee llaa ddootttt..ssssaa LLaannggeellllaa..

Page 4: Antropos giugno 2015m

- 4 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

AAll ppooeettaa GGiiuuffffrriiddaa FFaarriinnaa iill pprriimmoo pprreemmiioo,, ppeerr ii

ttoonnii lliirriiccii cchhee eessoonnddaannoo nneellllaa rraapppprreesseennttaazziioonnee ddii uunnaa

VVeerrggiinnee RRiissoolluuttrriiccee,, cchhee aapppprrooddaa aallllaa vveerriittàà eedd aallllaa

ggiiuussttiizziiaa uummaannaa,, ppeerr uunnaa eelleevvaazziioonnee ssuuppeerriioorree...... oollttrree ii

rreeggnnii vviissssuuttii..

AALL DDII LLAA’’ DDEEII RREEGGNNII VVIISSSSUUTTII

MMaaddrree,, nnaassccoonnoo ffiioorrii nneeii ccaammppii ddeesseerrttii,,

ssuu aarriiddee zzoollllee bbrruucciiaattee ddaall ssoollee

ee tteerrrreennii sseemmiinnaattii ddiissttrruuttttii ddaallllee ppiiooggggee,,

iill ttuuoo aammoorree cceelleessttee,, iill ttuuoo aammoorree tteerrrreennoo,,

ccii iinnsseeggnnaannoo cchhee nnoonn iinnffoonnddeerree èè ffaarr pprroopprriiaa

llaa lliibbeerrttàà ddii mmiillllee ccaatteennee iinnvviissiibbiillii..

LL’’oossccuurroo rraaggggiioo nnaassccoonnddee aall ddii llàà ddeell ssuuoo vveelloo

nneerroo uunnaa ssoottttiillee lluuccee bbiiaannccaa,, llaa vviittaa eetteerrnnaa::

MMaaddrree ddii CCrriissttoo ee MMaaddrree ddii ttuuttttii nnooii ,, oollttrree iill rreeggnnoo

vviissssuuttoo nneell bbuuiioo ddaaii rriicccchhii ppiiùù mmiisseerrii ddii iieerrii,, ssppaallaanncchhii

sseemmpprree ppiiùù llee ppoorrttee rraaddiioossee ddeell vveerroo ee ggiiuussttoo

EEsssseerree,, iill SSuuoo rraaggggiioo sspplleennddeennttee ;; aaii ppoovveerrii ppiiùù

rriicccchhii ddii iieerrii ddaaggllii oocccchhii aaggggrruummaattii ddii llaaccrriimmee,, [[......]]

AAllll‟‟aarrttiissttaa GGeeoorrggee MMuussttaanngg,, iill sseeccoonnddoo pprreemmiioo

ppeerr ll‟‟ooppeerraa ““IIll ssoorrrriissoo ddii MMaarriiaa”” ,, ppeerr ll‟‟iinnttiimmaa rreellaa--

zziioonnee ttrraa cciiòò cchhee llaa VVeerrggiinnee rraapppprreesseennttaa ee llaa eessttrreemmaa

sseemmpplliicciittàà ddeellll‟‟uummaannoo..

IILL SSOORRRRIISSOO DDII MMAARRIIAA

CCoonnoossccoo ttaannttee mmaammmmee

CCuuii nnoonn mmaannccaa nniieennttee

..........................................................

MMaa ssuu qquueeii vvoollttii ssccaarrnnii

MMaannccaa ll’’eesssseennzziiaallee

........................................................................

CCoonnoossccoo uunn’’aallttrraa mmaammmmaa

CChhee ccoommee pprrooffeessssiioonnee

FFaa llaa ddiissppeennssaattrriiccee

DDii ggiiooiiaa ee ddii ssoorrrriissii ................................................................

AAnnccoorraa uunnaa MMaarriiaa

CCoonnoossccoo ddii BBeettlleemmmmee,,

aanncchh’’eessssaa aall mmoonnddoo vveennnnee

cchhiiaammaattaa ddaall MMeessssiiaa

ee ccoonn rraasssseeggnnaazziioonnee

ffeeccee llaa vvoolloonnttàà ddii lluuii,, cchhee ttuuttttoo ddàà [[......]]

AAllll‟‟aarrttiissttaa BBoottttiigglliieerrii MMaarriioo iill qquuaarrttoo pprreemmiioo,, ppeerr

uunnaa lliirriiccaa ssiinncceerraa,, sseennzzaa oorrppeellllii mmaanniieerriissttiiccii,, ssccrriitt--ttaa

ccoonn llaa ddeevvoozziioonnee ddeell ffiigglliioo,, aallllaa mmaaddrree ddii CCrriissttoo..

MMAADDRREE SSAANNTTAA

UUnn ppoo’’ ddeellllaa TTuuaa lluuccee

IInn qquueessttaa llaannddaa,,

sseennzzaa ssppeerraannzzaa ppeerr ii ggiioovvaannii..

AAiiuuttaaccii nneellllaa lloottttaa

PPeerr uunn mmoonnddoo mmiigglliioorree,,

ddoovvee ccoonndduuccee aa TTee

llaa vviiaa ddeell ccuuoorree.. [[......]]

AAll ppooeettaa AAnnttoonniioo BBiicccchhiieerrrrii ddii TTaarraannttoo iill sseeccoonn--

ddoo pprreemmiioo,, ccoonn ll‟‟ooppeerraa ““ PPrreegghhiieerraa””,, ppeerr ll‟‟aaccccoorraattoo

aannee--lliittoo aall bbeennee ddeell mmoonnddoo,, ssuu ddii uunnaa tteerrrraa ddiivveennuuttaa qquuaassii

““ppaarraaddiissoo TTeerrrreessttrree””,, ggrraazziiee aallll‟‟eessttiinngguueerrssii ddii ooggnnii ffoorrmmaa

ddii iiddiioossiinnccrraassiiaa..

PPRREEGGHHIIEERRAA

FFaa cchhee iill mmiioo vveerrssoo ddiivveennttii rreeaattàà,,

nneell ffaattttiivvoo ddeessiiddeerriioo ddii ssoolliiddaallee ccoonnccrreetteezzzzaa..

SSffrroonnddaa ii mmaallii ddeell mmooddoo

IInn uunnaa ppaaccee dduurraattuurraa ee sseerreennaa..

SSccuuoottii ll’’iinnddiiffffeerreennzzaa

ee ddiissssoollvvii,, nneellllaa ssuuaa rriimmaa,,

rraazzzziissmmoo,, ppoovveerrttàà ee ccaarreessttiiaa..

DDiissppoonnii ll’’uuoommoo vveerrssoo ii ssuuooii ssiimmiillii

aallllaa ccaarriittàà ee bbeenneevvoolleennzzaa..

aapprrii llaa mmeennttee eedd iill ccuuoorree

vveerrssoo ll’’uummaanniittàà ttuuttttaa,,

eedd aalllloorraa vveeddrreemmoo iill pprroossssiimmoo ttuuoo

vviivveerree iinn lliibbeerroo vvoolloo [[......]]

AAllllaa ppooeetteessssaa AAnnnnaa MMaarriiaa FFoorrttee,, iill tteerrzzoo

pprreemmiioo,, ccoonn ll‟‟ooppeerraa ““ UUnnaa ddoonnnnaa cchhee pprreeggaa””,,

ppeerr llaa rreeaalliissttiiccaa rraapppprreesseennttaazziioonnee ddii uunn mmiirraaccoolloo,,

qquuaannddoo llaa pprreegghhiieerraa ssii ffaa ddiiaallooggoo ddii ccuuoorree ee

dd‟‟aammoorree..

IIll ttrreemmoolliioo ddii uunn cceerroo llee iilllluummiinnaa iill bbeell vviissoo

MMeennttrree llaa VVeerrggiinnee llee mmoossttrraa iill ssuuoo ssoorrrriissoo..

LLaa ddoonnnnaa èè pprroonnaa,, ccooll RRoossaarriioo ttrraa llee ddiittaa,,

nneellll’’aarriiaa uunnaa ppaaccee mmaaii aavvvveerrttiittaa..

CCooppiioossee llee llaaccrriimmee ttrraa llee cciigglliiaa

MMeennttrree cchhiieeddee llaa ggrraazziiaa ppeerr llaa ffiigglliiaa..

IInn ccoommaa èè llaa rraaggaazzzzaa,, nnoonn vv’’èè ssppeerraannzzaa,,

llaa mmaammmmaa ll’’aassssiissttee ccoonn ccoossttaannzzaa..

AAll ccaappeezzzzaallee cc’’èè aanncchhee ssuuaa ssoopprreellllaa,,

llaa mmaaddrree vvaa aa pprreeggaarr nneellllaa ccaappppeellllaa..

LLaa ddoonnnnaa ttoorrnnaa aa ccaassaa ssttaannccoo ee tteessaa

MMaa iill ggiioorrnnoo ddooppoo,, ppeerr lleeii,, vv’’èè uunnaa ssoorrpprreessaa::

LLaa mmaallaattaa hhaa rriipprreessoo llaa ppaarroollaa::

HHoo vviissttoo,, mmaammmmaa,, uunnaa rroonnddiinnee cchhee vvoollaa!!--

LLaa ddoonnnnaa iinn cchhiieessaa,, aannccoorraa uunnaa pprreegghhiieerraa,,

ppooii,, ss’’iinnccaammmmiinnaa iinnccrreedduullaa nneell bbuuiioo ddeellllaa sseerraa..

DDooppoo llaa ccoonnsseeggnnaa ddeellll‟‟oonnoorriiffiicceennzzaa ddii ““AAmm--

bbaasscciiaattrriiccee ddeellll ccuullttuurraa,, aallllaa nnoottaa ggiioorrnnaalliissttaa RRiittaa

OOcccciiddeennttee ee qquueellllaa aallllaa ccaarrrriieerraa,, aallll‟‟aavvvv.. VViinn--

cceennzzoo SSoorriieennttee,, eexx ddiirriiggeennttee ssccoollaassttiiccoo ee rree--

ddaattttoorree ccaappoo ddeellllaa rriivviissttaa ppeerr SS..VVaalleennttiinnoo TT..,,

iill mmaarriioollooggoo RReennaattoo NNiiccooddeemmoo hhaa tteennuuttoo uunnaa

bbrreevvee rreellaazziioonnee ssuullllaa ppooeessiiaa mmaarriiaannaa.. DDii ppooii,,

DDoonn FFllaavviiaannoo CCaalleennddaa ee FFrraannccoo PPaassttoorree hhaann--

nnoo cchhiiuussoo llaa MMaanniiffeessttaazziioonnee,, rriinnggrraazziiaannddoo ggllii

iinntteerrvveennuuttii ee rriiccoorrddaannddoo lloorroo ll‟‟ aappppuunnttaammeennttoo

aallllaa qquuaarrttaa eeddiizziioonnee ddeell PPrreemmiioo MM AATTEERR DDEEII

FFrraanncceessccaa CCaappaacccchhiioonnee

Page 5: Antropos giugno 2015m

- 5 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

IILL TTEEAATTRROO RROOMMAANNOO aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

LLaa ppaarroollaa ccoommmmeeddiiaa èè ttuuttttaa ggrreeccaa:: κκωωμμῳῳδδίίαα,, ""ccoommooddììaa"",, iinnffaattttii,, èè ccoommppoossttaa ddaa κκῶῶμμοοςς,, ""KKòòmmooss"",, ccoorrtteeoo ffeessttiivvoo ee

ᾠᾠδδήή,,""ooddèè"",, ccaannttoo.. DDii qquuii iill ssuuoo iinnttiimmoo lleeggaammee ccoonn iinnddiiccaa llee aannttiicchhee ffeessttee pprrooppiizziiaattoorriiee iinn oonnoorree ddeellllee ddiivviinniittàà

eelllleenniicchhee,, ccoonn pprroobbaabbiillee rriiffeerriimmeennttoo aaii ccuullttii ddiioonniissiiaaccii .. NNeeggllii uullttiimmii ddeecceennnnii ddeellllaa rreeppuubbbblliiccaa,, ssii aassssiissttee aa uunnaa

ggrraannddee ccrreesscciittaa ddii iinntteerreessssee vveerrssoo iill tteeaattrroo,, cchhee oorrmmaaii nnoonn ccooiinnvvoollggee ppiiùù ssoolloo ggllii ssttrraattii ppooppoollaarrii,, mmaa aanncchhee llee ccllaassssii

mmeeddiiee ee aallttee,, ee ll''éélliittee iinntteelllleettttuuaallee.. CCiicceerroonnee,, aappppaassssiioonnaattoo ffrreeqquueennttaattoorree ddii tteeaattrrii,, ccii ddooccuummeennttaa iill ssoorrggeerree ddii nnuuoovvee

ee ppiiùù ffaassttoossee ssttrruuttttuurree,, ee ll''eevvoollvveerree ddeell ppuubbbblliiccoo rroommaannoo vveerrssoo uunn ppiiùù aaccuuttoo sseennssoo ccrriittiiccoo,, aall ppuunnttoo ddii ffiisscchhiiaarree qquueeggllii

aattttoorrii cchhee,, nneell rreecciittaarree iinn vveerrssii,, aavveesssseerroo ssbbaagglliiaattoo llaa mmeettrriiccaa.. AAccccaannttoo aallllee ccoommmmeeddiiee,, lloo ssppeettttaattoorree llaattiinnoo ccoommiinncciiaa

aadd aappppaassssiioonnaarrssii aanncchhee aallllee ttrraaggeeddiiee..

IIll ggeenneerree ttrraaggiiccoo ffuu aanncchh''eessssoo rriipprreessoo ddaaii mmooddeellllii ggrreeccii.. EErraa ddeettttaa ffaabbuullaa ccootthhuurrnnaattaa ((ddaa ccootthhuurrnnii,, llee ccaallzzaattuurree ccoonn

aallttee zzeeppppee ddeeggllii aattttoorrii ggrreeccii)) ooppppuurree ppaalllliiaattaa ((ddaa ppaalllliiuumm,, ccoommee ppeerr llaa ccoommmmeeddiiaa)) ssee ddii aammbbiieennttaazziioonnee ggrreeccaa..

QQuuaannddoo llaa ttrraaggeeddiiaa ttrraattttaavvaa ddeeii tteemmii ddeellllaa RRoommaa ddeellll''eeppooccaa,, ccoonn aalllluussiioonnii aallllee vviicceennddee ppoolliittiicchhee ccoorrrreennttii,, eerraa ddeettttaa

pprraaeetteexxttaa ((ddaallllaa ttooggaa pprraaeetteexxttaa,, oorrllaattaa ddii ppoorrppoorraa,, iinn uussoo ppeerr ii mmaaggiissttrraattii)).. EEnnnniioo,, MMaarrccoo PPaaccuuvviioo ee LLuucciioo AAcccciioo

ffuurroonnoo aauuttoorrii ddii ttrraaggeeddiiee,, nnoonn ppeerrvveennuutteeccii.. LL''uunniiccaa pprraaeetteexxttaa ((""OOccttaavviiaa"")) ggiiuunnttaa ffiinnoo aaii nnoossttrrii ggiioorrnnii èè uunn''ooppeerraa

ffaallssaammeennttee aattttrriibbuuiittaa aa LLuucciioo AAnnnneeoo SSeenneeccaa,, ccoommppoossttaa ppooccoo ddooppoo llaa mmoorrttee ddeellll''iimmppeerraattoorree NNeerroonnee..

IIll mmaassssiimmoo ddeeii ttrraaggiiccii llaattiinnii ssii rriittiieennee ssiiaa ssttaattoo AAcccciioo,, iill qquuaallee,, oollttrree aa ssccrriivveerree uunnaa qquuaarraannttiinnaa ddii ttrraaggeeddiiee

dd''aarrggoommeennttoo ggrreeccoo,, ssii aavvvveennttuurròò nneellllaa ccoommppoossiizziioonnee ddii dduuee pprraaeetteexxttaaee:: BBrruuttoo ee DDeecciiuuss,, ttrraatttteeggggiiaannddoo ii ccaarraatttteerrii ddii

dduuee eerrooii rreeppuubbbblliiccaannii rroommaannii.. SSeenneeccaa ssii ddiissttiinnssee ppeerr lloo ssppoossttaammeennttoo ddeell nnooddoo ttrraaggiiccoo,, ddaallllaa ttrraaddiizziioonnaallee

ccoonnttrraappppoossiizziioonnee ttrraa ll''uummaanniittàà ee llee nnoorrmmee ddiivviinnee,, aallllaa ppaassssiioonnee aauutteennttiiccaammeennttee ssggoorrggaattaa ddaall ccuuoorree uummaannoo..

LLuucciioo AAnnnneeoo SSeenneeccaa:: MMEEDDEEAA ((ffaabbuullaa ccoottuurrnnaattaa -- cciirrccaa 2200 dd..CC..))

SSeenneeccaa,, iinn llaattiinnoo LLuucciiuuss AAnnnnaaeeuuss SSeenneeccaa,, aanncchhee nnoottoo ccoommee SSeenneeccaa oo SSeenneeccaa iill ggiioovvaannee ((CCoorrdduubbaa,, 44

aa..CC.. –– RRoommaa,, 6655)),, èè ssttaattoo uunn ffiilloossooffoo,,ddrraammmmaattuurrggoo ee ppoolliittiiccoo rroommaannoo,, eessppoonneennttee ddeelllloo ssttooiicciissmmoo.. SSeenneeccaa ffuu

aattttiivvoo iinn mmoollttii ccaammppii,, ccoommpprreessaa llaa vviittaa ppuubbbblliiccaa,, ddoovvee ffuu sseennaattoorree ee qquueessttoorree,, ddaannddoo uunn iimmppuullssoo rriiffoorr--

mmaattoorree..CCoonnddaannnnaattoo aa mmoorrttee ddaa CCaalliiggoollaa mmaa ggrraazziiaattoo,, eessiilliiaattoo ddaa CCllaauuddiioo cchhee ppooii lloo rriicchhiiaammòò aa RRoommaa,,

ddiivveennnnee ttuuttoorree ee pprreecceettttoorree ddeell ffuuttuurroo iimmppeerraattoorree NNeerroonnee,, ssuu iinnccaarriiccoo ddeellllaa mmaaddrree GGiiuulliiaa AAggrriippppiinnaa AAuugguussttaa..

QQuuaannddoo NNeerroonnee ee AAggrriippppiinnaa eennttrraarroonnoo iinn ccoonnfflliittttoo,, SSeenneeccaa aapppprroovvòò ll''eesseeccuuzziioonnee ddii qquueesstt''uullttiimmaa ccoommee mmaallee

mmiinnoorree.. DDooppoo iill ccoossiiddddeettttoo ""qquuiinnqquueennnniioo ddii bbuuoonn ggoovveerrnnoo"" ((5544--5599)),, iinn ccuuii NNeerroonnee ggoovveerrnnòò ssaaggggiiaammeennttee

ssoottttoo llaa ttuutteellaa ddii SSeenneeccaa,, ll''eexx aalllliieevvoo ssii ttrraassffoorrmmòò pprrooggrreessssiivvaammeennttee iinn uunn ttiirraannnnoo,, ee SSeenneeccaa,, ffoorrssee iimmpplliiccaattoo

iinn uunnaa ccoonnggiiuurraa ccoonnttrroo ddii lluuii ((nnoonnoossttaannttee ssii ffoossssee rriittiirraattoo aa vviittaa pprriivvaattaa)),, ccaaddddee vviittttiimmaa ddeellllaa rreepprreessssiioonnee,,

ccoossttrreettttoo aall ssuuiicciiddiioo ddaallll''iimmppeerraattoorree..SSeenneeccaa iinnfflluueennzzòò pprrooffoonnddaammeennttee lloo ssttooiicciissmmoo rroommaannoo ddii eeppooccaa

ssuucccceessssiivvaa:: ssuuooii aalllliieevvii ffuurroonnoo GGaaiioo MMuussoonniioo RRuuffoo ((mmaaeessttrroo ddii EEppiitttteettoo)) ee AArruulleennoo RRuussttiiccoo,, nnoonnnnoo ddiiQQuuiinnttoo

GGiiuunniioo RRuussttiiccoo,, cchhee ffuu uunnoo ddeeii mmaaeessttrrii ddeellll''iimmppeerraattoorree ffiilloossooffoo MMaarrccoo AAuurreelliioo..

TTRRAAMMAA DDEELLLLAA CCOOMMMMEEDDIIAA –– Giasone è figlio di

Esone re di Iolco in Tessaglia. Pelia, che ha spode-

stato quest'ultimo, timoroso di perdere il trono per

opera del nipote Giasone, gli affida un'impresa ri-

schiosa con la speranza che egli possa rimanere ucci-

so. Giasone quindi organizza una spedizione al fine di

recuperare il vello d'oro, su di una nave chiama-

ta Argo, insieme agli Argonauti. Il vello d'oro è una

pelle di montone che si trova nella Colchide, ai piedi

del Caucaso, custodito dal re della Colchide, Eete, e

protetto da un drago.

Una volta arrivato nella Colchide, il re dice a Giasone

che per ottenere il vello deve superare una serie di

prove. Giasone viene aiutato da Medea, una maga,

figlia del re Eete, che, con le sue arti magiche, riesce a

impossessarsi del vello dʼoro. Giasone decide quindi

di scappare con Medea, innamorata di lui. Eete li

insegue con delle navi; Medea allora uccide, con la

magia, suo fratello Absirto, facendolo a pezzi e

gettandoli a mare, cosicché il padre sia costretto a

rallentare per raccogliere i resti del figlio.

Medea e Giasone si recano poi a Corinto e avranno

due figli maschi, Fere e Mermero. Giasone si inna-

mora della figlia del re di Corinto Creonte, di nome

Creusa. Medea, furiosa e impazzita, capisce che non

cʼè possibilità per lei di riconquistare Giasone,

mette in atto la sua vendetta, rivelando il suo lato

mo-struoso. Innanzitutto decide di uccidere Creusa:

fingendosi benevola le fa arrivare una collana e una

veste in dono che, appena indossati, bruciano.

Creonte, che vede la figlia in fiamme, nel tentativo

di abbracciarla per spegnere le fiamme, perde anche

lui la vita. Medea decide di vendicarsi ancora e,

infine, uccide i suoi due figli.

SSIINNOOSSSSII -- L'opera si ispira alla Medea di Euripi-

de e all'omonima tragedia perduta di Ovidio.

Seneca esplora le pieghe più oscure dell'animo uma-

no con una sapienza psicologica fino ad allora

sconosciuta.

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE LLUUCCAANNAA ““GG.. FFoorrttuunnaattoo”” -- SSAALLEERRNNOO

SSEEDDEE SSOOCCIIAALLEE iinn VViiaa CCaannttaarreellllaa

Page 6: Antropos giugno 2015m

- 6 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

In Italia, si nota sempre più spesso, non vi sono più

le leggi di una volta. E da quando? Da non molto,

approssimativamente dall‟ultimo conflitto mondiale.

L‟approvazione del Codice Civile e di Procedura

Civile risale all‟anno 1942, l‟entrata in vigore del

Codice Penale e di Procedura Penale (Codice

Rocco), risale all‟anno 1930. I testi di questi codici

sono eccellenti, sono chiarissimi, la forma scorrevole

e comprensibile da tutti, non solo dagli gli operatori

della Giustizia. Per quale motivo, oggi, i testi delle

leggi sono peggiorati e di molto? Per varie ragioni.

Se facciamo riferimento alle leggi che attualmente

sforna il nostro Parlamento, la “necessità” dei vari

gruppi parlamentari di proporre, legittimamente,

emendamenti alla legge in esame, produce un effetto

devastante sulla struttura formale e, talvolta, sin-

tattica dei vari periodi di cui è composto un articolo

di legge. Alla fine l‟articolo (o tutta la legge) ma-

nifesta un grande groviglio di parole contorte e

appiccicaticce da cui è difficile comprendere il senso

e le vere ragioni del legislatore (per questo motivo

talvolta gli stessi organi che hanno emesso la legge si

vedono costretti a fornire “una interpretazione” della

stessa, che si chiama “interpretazione autentica”).

Tutto ciò comporta un grave nocumento alla giu-

stizia, con interpretazioni fantasiose, pretenziose,

azzardate, confusionarie che rappresentano un grave

problema per chi deve applicare e per chi deve

osservare quelle norme.

In Italia pare che tutto remi contro la Giustizia.

L‟Italia è la nazione che ha il maggior numero di

leggi, un numero impressionante. E questo è un altro

fenomeno che contribuisce ad ingarbugliare ancora

di più la matassa. Neanche i cosiddetti addetti ai

lavori possono districarsi facilmente tra le leggi

italiane e v‟è chi vorrebbe addossare la colpa agli

avvocati, che, a loro dire, ci guazzano in questo

labirinto complicato e inutile; chi vorrebbe attribuire

la colpa di ciò ai magistrati che sono le prime vittime

di questo disordine e scaricano a loro volta la

responsabilità al Parlamento che fa le leggi.

Il popolo italiano è molto litigioso. Prima che si ap-

provasse recentemente una nuova normativa in ma-

teria di condominio, le vertenze intorno alle temati-

che del condominio assorbivano una belle fetta di

cause. E qualsiasi tipo di nuova giurisdizione, che si

istituisce, viene preso d‟assalto, congestionando tutto

il traffico giudiziario. Si mettono in atto diverse stra-

tegie per ridurre il numero dei contenziosi e si ottiene

l‟effetto contrario, con un aumento dei processi:

così è successo con il TAR (Tribunale Ammini-

strativo Regionale), ove si attende il responso

anche per dieci anni; così è successo con le ultime

modifiche al Codice di Procedura Penale, che an-

ziché ridurre l‟arretrato, ha prodotto un aggrava-

mento della situazione; così è successo con Giudice

di Pace e così via.

Negli ultimi anni il ricorso ad altri organi giu-

diziari a livello europeo ha aggravato ancor di più

la situazione, pur ammettendo doverosamente che

la possibilità di adire queste Corti ha prodotto un

allargamento della protezione dei diritti fondamen-

tali del cittadino.

L‟ultimo eclatante esempio di legge contestatis-

sima è la cosiddetta “legge Severino”, nata per

prevenire e reprimere la corruzione per i pubblici

amministratori, ma che presenta due gravi “inge-

nuità” che stanno producendo molteplici conten-

ziosi prima davanti al TAR e, dopo una decisione

della Consulta, con la rimessa davanti al giudice

ordinario. La legge è nata sotto un cattiva stella e,

nella fretta di colpire il fondatore e maggiore espo-

nente del partito di opposizione, presenta due errori

macroscopici: il primo consiste nella possibilità di

punire anche con effetto retroattivo ( principio che

soprattutto nel settore penale è stato tenuto come

punto fermo da sempre, tanto che se nel corso del

giudizio viene approvata una legge più favorevole

all‟imputato, questa deve essere automaticamente

applicata; l‟art. 2 del C.P. al 3°comma così

recita:”Se la legge del tempo in cui fu commesso il

reato e le posteriori sono diverse, si applica quella

le cui disposizioni sono più favore-voli al reo, salvo

che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile” ).

E se si pensa, per un attimo, che nessuno può essere

punito in virtù di una legge entrata in vigore dopo

la commissione del fatto (le testuali parole dell‟art.

25 della Costituzione, 2° comma sono:”Nessuno

può essere punito se non in forza di una legge che

sia entrata in vigore prima del fatto commesso”;

inoltre l‟art. 2 del Codice Penale così recita:

“Nessuno può essere punito per un fatto che,

secondo la legge del tempo in cui fu commessa,

non costituiva reato”) bisogna dedurne che la legge

viola manifestamente la nostra Costituzione.

(CONTINUA A PAG.INA 8)

NEL NOSTRO PAESE NON VI SONO PIU‟ LE LEGGI DI UNA VOLTA

Page 7: Antropos giugno 2015m

- 7 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

VV II TT AA DD EE LL LL ’’ AA LL II GG HH II EE RR II AA NN EE DD DD OO TT II

Il vocabolario Traccani, alla voce aneddoto, riporta:”

episodio o fatto inedito; con questa accezione, il

termine è stato usato come titolo di libri o raccolte di

vario argomento (per es., gli Anecdota di L. A.

Muratori, gli Aneddoti della vita di F. Petrarca di A.

Foresti e Les anecdotes de Florence, di A. Varillas)”

ed inoltre: “ Notizia storica marginale, poco nota ma

caratteristica, relativa per lo più a un personaggio o

evento importante. Per estens., raccontino breve e

arguto, relativo a personaggi o fatti reali o tipico, si-

gnificativo di un certo ambiente. In senso più ampio,

fatto particolare e curioso della vita privata di qual-

cuno.

Ebbene, non mi risulta che sia stata pubblicata una

raccolta di aneddoti sulla vita di Dante Alighieri,

come quella su Petrarca, eppure ne conosco

parecchi ascoltati e letti qua e là. Un certo numero li

ho rintracciati in Cesare Marchi, Dante, Milano

1985, un testo che ci presenta il Poeta “in carne,

ossa e nervi, egoista, fazioso, vendicativo; un uomo

come noi”.

In ricorrenza del 750° della nascita, a fianco di tanti

autorevoli saggi, voglio riportare per puro

godimento una serie di aneddoti che ce lo presentano

vivo e vero, fuori dagli schemi usuali.

Il primo che ricordo è quello teso a sottolineare lo

spirito e la straordinaria memoria che la tradizione gli

ascrive..

Si narra che il “sommo vate” era solito sedersi su un

sasso vicino al duomo di Firenze. Un giorno, un

concittadino, per stuzzicarlo, gli chiese: “Qual è il

miglior piatto?”, e Dante rispose: “Un uovo!”. Dopo

un anno di lotte tra Bianchi e Neri, il medesimo

concittadino, sorpreso Dante a meditare sullo stesso

sasso, gli domandò, a bruciapelo: “Con che?”. E Dan-

te rispose: “Col sale!”. (Un‟altra versione riporta –

Come? Ed egli: sodo).

Un giorno mentre ascoltava la messa a Firenze non si

inginocchiò all‟elevazione. Alcuni dei tanti nemici

andarono a riferire l‟accaduto al vescovo accusan-

dolo addirittura di eresia, in quanto non inginoc-

chiandosi dimostrava di non credere al mistero della

transustanziazione. Il vescovo lo convocò per le

spiegazioni; ed egli :” Veramente in quell‟istante ero

così assorto nella contemplazione di quanto avveniva

sull‟altare che non ricordo quali atti facessi o non

facessi col corpo. Ve lo potranno dire quei signori

che durante l‟elevazione pensavano più

. a me che a Dio. Se fossero stati intenti a pregare,

non avrebbero avuto modo di curiosare quello che

facevano gli altri”. Il vescovo accettò la scusa.

Un giorno ,a Siena, nella bottega di uno speziale,

alcuni conoscenti gli mostrarono un libro che da

tempo cercava. Se lo fece dare e si sedette su una

panca a leggere, dalle tre del pomerig-

Gio fino al tramonto. A pochi passi

folleggiava il carnevale. Un passan-

te gli chiese perché avesse rinunciato

a quella bella festa. Egli rispose di non

essersi accorto di nulla! Un altro giorno,

sempre a Siena, era assorto sopra l‟altare di una chie-

sa. Un seccatore lo importunava con domande scioc-

che. Allora Dante gli chiese quale fosse l‟animale

più grosso. Questi rispose: L‟elefante. Ed il poeta:

“O elefante, lasciami stare e non mi molestare, che

io penso cose maggiori delle tue ciance”.

A Padova fu invitato a casa dal grande Giotto che gli

volle presentare la sua famiglia. Era questa composta

dalla moglie e da quattro figlioletti, uno più brutto

dell‟altro. Dante dopo aver salutato la moglie e

complimentatosi per la bella, si fa per dire, fami-

gliola, chiamato in disparte l‟amico pittore gli disse,

da buon toscanaccio:” Come mai , tu che fai degli

affreschi così belli, hai dei figli così brutti?”.

Durante il suo esilio Dante attraversò molti paesi. A

Marradi (FI) durante usa sosta, gli rubarono il

cavallo lasciato legato per visitare un amico. Si mise

subito ad inveire contro gli abitanti di quel comune.

Uno del posto protestò perché loro erano persone per

bene. Al che Dante: “Galantuomini sì ma … radi”.

In tre paesi in provincia di Ravenna, Lugo, Fusi-

gnano e Bagnocavallo ebbe ,nel primo, una fregatura

sul peso da un mercante, nel secondo, una piccola

multa e, nel terzo, fu addirittura insultato da popo-

lino. La sera prima di coricarsi invocò il Signore :”

A statera Luci, a justitia Fusignani et ab infami

plebe Balneocaballi, libera nos Domine” (Dalla

bilancia di Lugo, dalla giustizia di Fusignano e dal-

l‟infame plebe di Bagnocavallo, liberaci o Signo-

re).

Un giorno a Firenze Dante vide un carrettiere che

cantava una sua canzone, inserendo ogni tanto un

“arri” per l‟asino. Il poeta gli si avvicinò e lo colpì

con un pugno dicendogli che lui quell‟”arri” non ce

l‟aveva messo nella canzone.

Mentre passeggiava a Firenze si imbatté di due

loschi individui che gli chiesero se un certo Dante

era in casa; rispose :”Quand‟io v‟era, ei v‟era”. Le donne di Verona vedendolo passare per strada

con la faccia cotta dal sole dicevano che era un mago

e che la pelle si era abbrunita per le frequenti discese ( CONTINUA A pag.8)

Page 8: Antropos giugno 2015m

- 8 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

all‟inferno dove si faceva dare il nome dei peccatori

che poi indicava nella Commedia.

E per la sua fama di mago che un genovese, piccolo e

sgraziato nella persona, vistosi trascurato da una

bellissima ragazza di cui si era innamorato, si rivolse

a lui per chiedergli un consiglio. Il poeta resosi conto

della situazione gli disse che era complicata ma che

una soluzione ci poteva essere. Al che il signore,

disposto a tutto, gli chiese quale fosse. E Dante::”

Voi sapete che le donne gravide hanno sempre voglia

di cose strane e bizzarre, fuori dalla normalità delle

cose. Se voi …” – “Se io … cosa?” – Come posso

spiegarvelo? Insomma, bisognerebbe che questa

donna fosse in stato interessante, e così, tra le cose

L‟altro aspetto che sicuramente avrà il suo peso per la

revisione di questa legge è la previsione dell‟appli-

cazione immediata della norma anche dopo il

giudizio di 1° o 2° grado. Si calpesta così anche

l‟altro principio, sempre in vigore nel nostro ordina-

mento, secondo il quale c‟è la presunzione di

innocenza fino alla condanna definitiva.

Tutte queste considerazioni, messe insieme, fanno

sentire tutto il loro ingombrante peso anche sulla

certezza del diritto, che va a farsi benedire…..

Solo per fare qualche paragone tra le leggi che siamo

costretti a leggere, consultare, interpretare oggi e

quelle di una volta, vorrei citare qualche definizione

del diritto romano, ove si apprezza un testo chiaro,

espresso con poche parole, tutte essenziali e sinte-

tiche.

L‟istituto dell‟usufrutto è così definito :”Ususfructus

est ius rebus alienis utendi et fruendi, salva rerum

substantia” (L‟usufrutto è il diritto di usare beni

altrui, e di goderne i frutti, salva restando la

consistenza degli stessi), l‟art.981 del C.C. così defi-

nisce il contenuto del diritto di usufrutto: ”L‟usufrut-

tuario ha diritto di godere della cosa, ma deve

rispettarne la destinazione economica. Egli può trarre

dalla cosa ogni utilità che questa può dare, fermi i

limiti stabiliti in questo capo.”

L‟efficacia del linguaggio latino è straordinaria,

scultorea, ma anche quella del nostro Codice Civile si

difende bene: siamo ancora lontani dalle deforma-

zioni di cui si è parlato agli inizi di questo scritto.

Un altro esempio è la definizione del contenuto del

diritto di proprietà. In latino:”Dominium est ius

utendi et abutendi, quatenus iuris ratio patitur” (La

proprietà consiste nel diritto di usare e abusare, pur-

ché si rispettino le ragioni del diritto). Con il Codice

napoleonico (art. 544) si introduce la definizione del-

stravaganti e ripugnanti che desidererebbe, non è da

escludere che ci possiate essere anche voi. Altra via

non vedo”.

Dante, secondo Boccaccio, fu “modestissimo” nel

mangiare e nel bere. Ebbene, un giorno mentre era a

mensa con Cangrande, un ragazzino si nascose sotto

la tavola, ammucchiando vicino allo sgabello di

dante tutti gli ossi che i commensali, come d‟uso,

gettavano per terra. Quando furono tolti i tavoli i

commensali rimasero sbalorditi e Cangrande disse:”

Non c‟è dubbio che Dante è un forte divoratore”. Al

che il poeta, scuro in volto:” Messere, voi non

vedreste tanti ossi se Cane io fossi”.

RREENNAATTOO NNIICCOODDEEMMOO

la proprietà in questi termini:”La proprieté est le

droit de jouir et disposer des choses de la manière la

plus absolue, pourvu qu‟on n‟en fasse un usage

prohibé par les lois ou par les règlements” (La

proprietà è il diritto di godere e disporre delle cose

nella maniera più assoluta, purché non si faccia un

uso vietato dalle leggi o dai regolamenti). In Italia,

quando fu introdotto il Codice napoleonico, la

sostanza del diritto di proprietà è così descritta:”Il

proprietario ha diritto di godere e disporre delle

cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con

l‟osservanza degli obblighi stabiliti dall‟ordina-

mento giuridico”( art. 832) - e sembra la traduzione

letterale della definizione in francese.

Per finire, la definizione del matrimonio nel diritto

romano:”Nuptiae sunt coniunctio maris et feminae,

consortium omnis vitae, divini et humani iuris

communicatio” Il matrimonio è l‟unione dell‟uomo

e della donna, unione per tutta la vita in una

compartecipazione del diritto divino e umano”.

Quante considerazioni si potrebbero fare su questa

semplice frase specialmente oggi che si parla, a

proposito di matrimonio, di ogni tipo di “unione”

tralasciando quella della coniunctio maris et femi-

nae………

Vincenzo Soriente ((DDaallllaa RReeddaazziioonnee ddii SSaann VVaalleennttiinnoo TToorriioo))

NNEELL NNOOSSTTRROO PPAAEESSEE NNOONN VVII SSOONNOO PPIIUU’’ LLEE LLEEGGGGII DDII UUNNAA VVOOLLTTAA –– ccoonnttiinnuuaa ddaa ppaagg..66

όμος ὁ πάντων βασιλεύς. Nomos ho pantōn basileus "La legge è sovrana di tutte le cose" (Un tempo era così) Pindaro ___________

Pindaro nacque a Cinocefale, presso Tebe, nel 518

a.C.

Page 9: Antropos giugno 2015m

- 9 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

T O M M A S O G U A R D A T I ( VII parte )

Da “Masuccio in teatro”di Franco Pastore - ISBN IT\ICCU\NAP\0646027 – pag.19-21

Presso le Librerie universitarie di Padova, Pavia, Napoli, Modena e Roma

LL’’AAUUTTOORREE DDEELL MMEESSEE::

LLaa tteerrzzaa ccoommmmeeddiiaa ddii MMAASSUUCCCCIIOO IINN TTEEAA--

TTRROO”” ss‟‟iinnttiittoollaa ““ LLEE BBRRAACCHHEE DDII SSAANN GGRRIIFF--

FFOONNEE””.. 11

L’argomento scelto per questi due atti, è piut-tosto noto nella letteratura del tardo medioevo e rinascimentale. Infatti, oltre al Masuccio, che ne è l’iniziatore nella novella terza de il Novellino, seguono:Matteo Bandello, un domenicano della seconda metà del 1400 e Giovanni Battista Casti, un sa-cerdote del 1700, morto a Parigi il 5 feb-braio del 1803.

L’impostazione è alquanto comune: il ma-rito vecchio e geloso, una giovane moglie insod-disfatta, il furbo della situazione, che soddisfa la donna e punisce un’assurda gelosia.

La novità è nell’ ingenua accettazione dell’ in-ganno e nella strategia celebrativa del capitolo dei monaci, che costruiscono un intervento ec-cezionale dal niente.

Alla fine, la vittima fa anche un po’ pena, e l’eroe del fatto nasce muore all’ istante, trasfor-mandosi in uno squallido libertino, che non con-quista, ma accetta una situazione di comodo.

La figura compiacente è la Rosina, che fa-vorisce l’inganno e partecipa all’intrigo, non per servire, ma per suo personale vantaggio.

L’insieme è una rappresentazione gradevole, opportunamente condita di ironia e di sapiente movimento dei personaggi.

TRAMA- Ruggero Campisciano,maestro in me-dicina cinquantenne, ha uno studio bene av-viato a Porta Rotese, dove risiede con una mo-glie bellissima, donna Agata, di quasi trent’anni più giovane di lui. II matrimonio va avanti alla men peggio, per i continui malori della donna, che ogni mese entra in una forma depresiva, che la prostra. A peggiorare le cose interviene la gelosia di Ruggero che non permette alla moglie alcuna vita relazionale e l’unica uscita della donna è per recarsi nella chiesa di Santa Lucia a sentir la messa.

Ora, accade che capita a Salerno fra’ Niccolò da Frosinone, un monaco francescano di bell’a-

______________________________________________________

11)) DDAA""IILLNNOOVVEELLLLIINNOO""--XXIIII NNOOVVEELLLLAA --

spetto e molto abile nel parlare e predicare. Costui, vede in chiesa la bella Agata e se ne innamora. Anche la donna non è insensibile al fascino del mo-naco, preceduto in città dalla fama di buon predicatore e di operatore di miracoli, tramite le reliquie di San Griffone.

Quando donna Agata chiede al monaco di confessarla, il pia-cer, che l’un ha dell’altro, li porta a progettare un incontro di amore: ogni mese la nostra bella signora avverte un malore che la trattiene a letto e nessuna medicina ha potuto ancora sanarla, perché non provare la via mistica attraverso l’intercessione di san Griffone?

Conquistata, dunque, la complicità della serva Rosina, con la promessa delle cure di un bel chierico, confratello di fra’ Niccolò, quando a fine mese la donna avverte il solito malore, il monaco, chiamato, interviene.

Così, mentre fra’ Galeazzo s’intrattiene con la Rosina, fra’ Niccolò, in nome di san Grifone soggiace con la Agata, la quale, verificata la bontà della medicina, né chiede una seconda ed una terza pozione. A questo punto, improv-visamente,fa ritorno il marito Ruggero ed il frate prontamente si dispone ad accoglierlo, fingen-dosi in preghiera di mediazione con il santo miracoloso.

Il medico, pur perplesso, alla fine si con-vince che l’ incontro era finalizzato alla guari-gione della malattia della moglie.Il frate va via, dimenticando le brache sulla spalliera del letto. Solo fa-cendole passare per le brache di san Griffone, si riesce ad evitare lo scandalo.

((CCoonnttiinnuuaa))

MMaassuuttiiuuss

Page 10: Antropos giugno 2015m

- 10 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LLAA DDOONNNNAA NNEELLLLAA SSTTOORRIIAA -- AA ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss --

EEVVAA AANNNNAA PPAAUULLAA BBRRAAUUNN

Eva amava il mondo del cinema e lei stessa si improvvisò spesso regista, in occa-sione di gite in Baviera e all’estero, specie in Italia, dove filmò gran parte dei suoi soggiorni a Venezia e a Roma. Dopo Monaco,era la zona alpina di Berch-tesgaden il luogo più amato e frequentato dall’amante segreta di Hitler, che da alcuni anni viene presentata come “segretaria privata” del Führer. A partire dal 1933 vengono costruite nella Ober-salzberg, nel sud-est della Baviera vicino al confine con l’Austria, una serie di chalet alpini, destinati a Hitler e agli alti gerarchi del partito. Qui Eva trascorre gran parte della bella stagione nel Berghof, la residenza di Hitler, e in seguito anche nella Kehlsteinhaus,il “Nido dell’aquila”,lo cha-let super protetto che il partito regalò al Führer in occasione del suo 50° compleanno. Le giornate trascorrono allo stesso modo, tra co-lazioni, pranzi, visite di Hitler nei week-end, pas-seggiate e naturalmente fotografando e filman-do senza sosta, anche per ingannare la noia: le riprese a colori effettuate al Berghof da Eva Braun sono tra le prime effettuate in Germania e rappresentano un documento storico di in-dub-bio valore. Nel 1944 la guerra da chiari segnali: la Germania e i folli progetti di Hitler sono in frantumi, da tutti i confini arrivano notizie disastrose, le città devastate dai bombardamenti, la popolazione ridotta alla fame. Il 9 febbraio 1945 Eva festeggia nella casa di Monaco il suo 33° compleanno, a marzo si mette in viaggio per Berlino: tutti la pre-gano di rimanere in Baviera, di cercare rifugio nei bunker alpini, ma lei vuole rimanere accanto a Hitler fino alla fine, qualsiasi cosa succeda. La notte del 28 aprile 1945 Hitler sposa nel bun-ker sotto la Cancelleria di Berlino Eva Braun, che diventa così la signora Eva Hitler. La notizia in poche ore fa il giro della Germania. nel pomeriggio del 30 aprile 1945, Braun e Hitler detto che i loro addii al personale e mem-bri del circolo interno. Nel pomeriggio, alle 15,30 circa di-versi testimoni ha riferito udito un colpo di pistola ad alta voce. Dopo aver atteso qualche minuto, valletto di Hitler, Heinz Linge, e SS aiu-tante di campo di Hitler, Otto Günsche, entrato nel piccolo studio e ha trovato i corpi senza vita

di Hitler e Eva su un divanetto. La Braun aveva morso in una cianuro capsula, e Hitler si era sparato alla tempia destra con la sua pistola. I cadaveri sono stati effettuati su per le scale e attraverso l'uscita d'emergenza del bunker al giardino dietro la Cancelleria del Rei-ch , dove sono stati bruciati. Eva Braun aveva 33 anni . I resti carbonizzati sono stati trovati dai russi e segretamente sepolti in Magdeburg , nella Ger-mania dell'Est. Il resto della famiglia di Braun sopravvisse alla guerra. Sua madre, Franziska, è morto all'età di 96 anni nel gennaio 1976, dopo aver vissuto i suoi giorni in una vecchia casa colonica in Ruh-polding , in Baviera . Il padre, Fritz, è morto nel 1964. Gretl ha dato alla luce una figlia il 5 mag-gio 1945. Ha poi sposato Kurt Beringhoff, un uomo d'affari. Morì nel 1987. La sorella mag-giore di Braun, Ilse, non faceva parte della cerchia ristretta di Hitler, si sposò due volte ed è morta nel 1979.

Page 11: Antropos giugno 2015m

- 11 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

QQUUEELLLLII DDEELL MMAACCHHEETTEE SSOONN RRIIFFUUGGIIAATTII??

DA TRAPANI

Alla fine, lo ha capito anche l‟Europa. Malgrado

la sua subalternità al disegno eversivo che vorrebbe

farne l‟oltremare dell‟Africa, l‟Unione è stata co-

stretta a prendere atto che i Paesi-membri mostrano

una crescente insofferenza per gli effetti di un‟in-

vasione progressiva che ha ricadute devastanti in

tutti i settori: dall‟economia alla sicurezza (indivi-

duale e collettiva), dalla previdenza (contrariamente

a quello che dicono i nostri esperti del piffero) alla

sanità, all‟edilizia popolare, al sistema carcerario, ai

trasporti pubblici, a tutti gli àmbiti della vita civile e

sociale.

Non che i governi nazionali siano improvvi-

samente rinsaviti. Hanno semplicemente paura della

rabbia popolare che comincia a montare, e che

minaccia di tradursi in una marea – crescente – di

consensi per i partiti nazionalisti e antieuropei. E

non è rinsavita neppure la Commissione Europea,

cioè il similgoverno dell‟UE. Semplicemente, anche

la Commissione ha paura; paura per la soprav-

vivenza di questa strana Europa made in USA. E il

motivo è sempre quello: il pericolo – cioè – del voto

popolare. All‟orizzonte, infatti, non c‟è soltanto la

Grecia e la possibilità – speriamo bene – che Tsipras

rispetti il mandato degli elettori. All‟orizzonte c‟è

anche la Gran Bretagna, con la spada di Damocle del

referendum sull‟uscita dall‟Unione. E c‟è soprattutto

la Francia, dove nel 2017 si voterà per quelle

elezioni presidenziali che già agitano i sonni degli

americani e dei loro servi sciocchi di casa nostra.

Ecco perché la Francia di Hollande ha chiuso il

valico di Ventimiglia: non per saggezza, non per

resipiscenza, ma per non tirare la volata a Marine Le

Pen. Ed ecco perché l‟Europa non ci fila nemmeno,

con le famose “quote” che esistono soltanto nella

fantasia del Vispo Tereso. Addirittura – cosa

inconcepibile fino a un paio d‟anni fa – l‟UE ci

invita ad una salutare inversione di rotta, a dare

impulso ad una energica politica di rimpatri dei

migranti che non abbiano diritto all‟asilo. La bozza

del documento europeo sull‟immigrazione – riferi-

sce l‟ANSA – chiede all‟Italia di «promuovere le

riammissioni dei migranti economici illegali nei

paesi di origine e transito». In altre parole: riman-

dateli a casa loro, oppure in Libia. Finalmente – pare

– un minimo di realismo.

Sembra che si voglia prendere atto, con vent‟anni

di ritardo,che la gran parte degli immigrati non è co-

stituita da “rifugiati”, bensì da “migranti economici”

in cerca di maggiore benessere, nei cui confronti i

Paesi europei non sono minimamente tenuti all‟ac-

coglienza. I “rifugiati” sono ben altra cosa, e l‟attri-

buzione di tale qualifica è disciplinata da una Con-

venzione ONU del 1951. Lo ricordavo su “Trapani

OK” esattamente quattro anni fa: rifugiato – in forza

di tale Convenzione – è solamente chi «per fondato

timore di persecuzione per motivi di razza, religione,

nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo

sociale o opinione politica, si trova fuori dallo Stato

di cui ha la cittadinanza, e non può o, per tale timore,

non vuole domandare la protezione di tale Stato».

A proposito, chiedo sommessamente: quei bravi

ragazzi che hanno staccato un braccio al ferroviere

con un colpo di machete, in base a quale criterio sono

stati lasciati liberi di entrare e di stabilirsi in Italia?

Sono “rifugiati” anche loro? E, come loro, le

centinaia – forse migliaia – di adepti delle terribili

“bande giovanili” sudamericane, considerate le più

pericolose del mondo per la loro cattiveria e la loro

brutalità, che hanno trovato confortevole ospitalità

nel Belpaese? Non mi risulta che in Colombia o in

Salvador ci siano feroci dittature che rinchiudano gli

oppositori nei lager. Così come non mi risulta che la

maggior parte dei paesi del Magreb e dell‟Africa sub-

sahariana siano preda di guerre o di rivoluzioni.

Eppure, anche chi proviene da quei Paesi viene

accolto amorevolmente nel Belpaese, fra le litanie di

un certo mondo cattolico che non si è ancora ras-

segnato a Porta Pia, e le coccole di una certa Sinistra

che non ha ancora capito quel che sta avvenendo nel

mondo.

La verità – vorrei sbagliarmi – è che la nostra

classe dirigente è oramai intenzionata ad accogliere il

milione (o giù di lì) di migranti che si preparano a

salpare dalla Libia, sperando che l‟Europa ci faccia la

grazia di togliercene qualcuno (24.000, per l‟esat-

tezza).

Page 12: Antropos giugno 2015m

- 12 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

E nessuno sembra comprendere che questo milione

è soltanto l‟avanguardia del miliardo di abitanti del

Continente Nero, buona parte dei quali ambisce a

trasferirsi in Europa. Men che meno, ci si

preoccupa delle proiezioni demografiche: agli

attuali ritmi di procreazione, fra cinquant‟anni gli

africani saranno diventati due miliardi, mentre gli

abitanti dell‟Unione Europea (se esisterà ancora)

saranno più o meno il mezzo miliardo di oggi.

MMii gguuaarrddii ddaallllaa ffoottoo,,

llìì ssuull mmuurroo,,

ccoommee vvoolleessssii ddiirrmmii qquuaallcchhee ccoossaa..

LLoo ssoo,, ssoonnoo ccaammbbiiaattoo,,

ssoonn aallttrraa ccoossaa,,

mmaa ddeennttrroo rreessttoo sseemmpprree

iill ttuuoo bbaammbbiinnoo..

NNoonn ppuuòò llaa mmoorrttee,,

ooppppuurr ll‟‟uummaann ddeessttiinnoo,,

ddiissttrruuggggeerree uunn lleeggaammee ccoossìì ffoorrttee,,

iinnssiieemmee ssiiaammoo uunniittii iinn uunnaa ssoorrttee..

VVoorrrreeii ssttrriinnggeerrttii aannccoorraa

ssuu qquueessttoo ccuuoorree,,

pprrootteettttoo,, ccoommee uunn tteemmppoo,,

ddaall ttuuoo aammoorree

ee cceerrttaammeennttee,, uunn ggiioorrnnoo,,

ffrraa llee sstteellllee,,

aall ccuuoorr ddiirraaii aannccoorraa ccoossee bbeellllee

eedd iioo,, ccoonn uunn ppiiaannttoo iinnuussiittaattoo,,

ttii ggrriiddeerròò:: --MMaammmmaa,, ssoonnoo aarrrriivvaattoo!!--

__________________ DDaa llllaa ssiillllooggee BBaalluuggiinnaarr ddii lluunnaa -- ©© 22001155 bbyy FFrraannccoo

PPaassttoorree -- UUnnaa rreeaalliizzzzaazziioonnee AA..II..TT..WW..

Continuare nella politica di “accoglienza”, quindi,

è semplicemente da pazzi. È comprensibile che i

nemici dell‟Europa lavorino per il suo annientamento.

Non è comprensibile che altrettanto facciano i

governanti dell‟Europa stessa. Così come non è

comprensibile che i governanti italiani fingano di non

vedere il pericolo che l‟ondata migratoria rappresenta

per la sopravvivenza stessa della nostra patria.

MMiicchheellee RRaalllloo ..

BBRROONNTTOOLLOO IILL GGIIOORRNNAALLEE SSAATTIIRRIICCOO DDII SSAALLEERRNNOO

DDiirreezziioonnee ee RReeddaazziioonnee

vviiaa MMaarrggoottttaa,,1188 -- tteell.. 008899..779977991177

LL’’AANNGGOOLLOO DDEELL CCUUOORREE

TTRRAA LLEE SSTTEELLLLEE ΑΑννάάμμεεσσαα σστταα αασσττέέρριιαα

FFrraannccoo PPaassttoorree

Page 13: Antropos giugno 2015m

- 13 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Scrivo queste note domenica 31 maggio, quando

in Italia si è appena iniziato a votare per il rinnovo di

alcuni consigli regionali. Non ho, quindi, contezza

dei risultati, che invece saranno noti quando questo

numero di “Social” sarà in edicola. Comunque, non

mi aspetto novità sconvolgenti: sono consultazioni

fortemente condizionate da scelte localistiche (pro o

contro De Luca in Campania, pro o contro Zaia in

Veneto, eccetera) e sarà quindi difficile che gli

elettori diano libero sfogo alla loro esasperazione

antieuropea ed antiimmigrazione. Renzi, d‟altro can-

to è stato bravo a gabellare i “rimbalzi tecnici” del

Job Act per una inversione di tendenza (lo avevo

anticipato su queste stesse colonne lo scorso feb-

braio) e quindi non assisteremo ancora ad un crollo

del PD parallelo a quello di Forza Italia.

Il crollo parallelo degli eurodipendenti di destra e

di sinistra c‟è stato invece – domenica scorsa – in

Spagna. Popolari e socialisti sono stati fatti a fettine

dagli elettori, che hanno premiato gli euroscettici di

sinistra (Podemos) e di destra (Ciudadanos). Certo,

nessuno dei due nuovi partiti si dichiara favorevole

ad un‟uscita della Spagna dall‟Unione Europea, ma

la loro connotazione radicalmente antirigorista li

porta su una rotta che è di sicura collisione con le

direttive comunitarie. A meno che, non si lascino

intimidire dalla campagna di terrorismo mediatico

che è già iniziata: l‟euro fa schifo – sintetizzo al

massimo – ma fuori dall‟euro (e dall‟Unione Euro-

pea) la Spagna rischierebbe il tracollo.

È la stessa campagna – bugiarda – che ha fin‟ora

tarpato le ali di Tsipras e del nuovo governo greco,

portandoli ad accettare quasi tutte le condizioni-

capestro della troika (o come diavolo la chiamano

adesso). In questi giorni anche il fronte greco è in

movimento: assistiamo all‟ennesimo braccio-di-fer-

ro, con oggetto le due ultime porcherie che Tsipras –

fino ad ora – si è rifiutato di fare: una riforma delle

pensioni (modello Fornero) ed una riforma del

mercato del lavoro (modello Job Act). Il giovane

premier ateniese è costantemente sulla difensiva, e

sembra non avere la lucidità per comprendere che,

così facendo, ha fin‟ora assicurato il pagamento di

altri interessi alla speculazione finanziaria, ma

mantenendo inalterato il debito pubblico ellenico.

Cedere ancora qualche cosa – oltre a fargli perdere

la faccia – servirebbe soltanto a pagare altre rate ai

creditori, per ritrovarsi allo stesso punto fra quattro

mesi. Soltanto riappropriandosi del diritto di creare il

proprio denaro (e non facendoselo prestare dalle

banche) la Grecia potrà battere la crisi economica. E

ciò vale anche per la Spagna. E ciò vale anche e

soprattutto per l‟Italia. Ma questo è un aspetto che

vorrei approfondire con maggiore calma, in una

prossima occasione.

Torniamo al variegato fronte elettorale europeo.

Domenica scorsa si è votato anche in Polonia, per il

ballottaggio delle presidenziali. Due i candidati rima-

sti in lizza: il Presidente uscente Bronislaw Koma-

rowski, espressione del partito centrista Piattaforma

Civica (in vantaggio di oltre 10 punti), e il giovane

sfidante Andrey Duda, leader del partito Legge e

Giustizia, nettamente nazionalista, populista ed

euroscettico. Ebbene, sovvertendo tutte le previsioni,

ha vinto il secondo. Questa volta, il campanello di

allarme squilla nell‟Europa Orientale, al confine con

la Russia di Putin (che di questo risultato è certamente

contento). Se le elezioni parlamentari (che si terranno

in autunno) dovessero confermare questa tendenza,

l‟Unione Europea vacillerebbe anche ad est, con due

grandi nazioni – l‟Ungheria e la Polonia – saldamente

in mano ai populisti, e con una terza – l‟Ucraina – che

non è ancora esplosa soltanto perché gli americani

l‟hanno riempita di miliardi per far dispetto alla

Russia.

Ma a preoccupare l‟Unione Europea (e le banche

americane che per essa fanno un tifo da stadio) è oggi

soprattutto il fronte nord, con l‟Inghilterra che – entro

il 2017 – terrà quel referendum che, con ogni pro-

babilità, deciderà l‟abbandono britannico dell‟Unione.

E non è tutto. Perché il 2017 sarà anche l‟anno

delle elezioni presidenziali in Francia, con Marine Le

Pen che – ad oggi – partirebbe favorita sia su

Hollande che su Sarkozy.

Come scrivevo qualche settimana fa, le sorprese

non sono finite.

__________ MMiicchheellee RRaalllloo

MMiicchheellee RRaalllloo èè ssttaattoo sseeggrreettaarriioo pprroovviinncciiaallee ddeell MMssii ee CCoooorrddiinnaattoorree

pprroovviinncciiaallee ddii AANN.. ÈÈ ssttaattoo eelleettttoo llaa pprriimmaa vvoollttaa nneell 11999944 aallllaa CCaammeerraa ddeeii

ddeeppuuttaattii nneell ccoolllleeggiioo ddii TTrraappaannii ppeerr iill PPoolloo ddeell BBuuoonn GGoovveerrnnoo,, aaddeerreennddoo aall

ggrruuppppoo ddii AAlllleeaannzzaa NNaazziioonnaallee eedd èè ccoommppoonneennttee ddeellllaa CCoommmmiissssiioonnee EEsstteerrii..

VViieennee rriieelleettttoo nneell 11999966 ppeerr iill PPoolloo ddeellllaa LLiibbeerrttàà ee ffaa ppaarrttee ddeellllee

ccoommmmiissssiioonnii EEsstteerrii,, PPoolliittiicchhee ddeellll''UUnniioonnee EEuurrooppeeaa,, AAttttiivviittàà

PPrroodduuttttiivvee..NNoonn ssii rriiccaannddiiddaa nneell 22000011 ee ttoorrnnaa aaggllii ssttuuddii ssttoorriiccii.. HHaa iinnffaattttii

ppuubbbblliiccaattoo ddiivveerrssii vvoolluummii ssuullllaa ssttoorriiaa ccoonntteemmppoo--rraanneeaa ddeellll''EEuurrooppaa

OOrriieennttaallee ee ddeeii mmoovviimmeennttii nnaazziioonnaalliissttii ttrraa llee dduuee gguueerrrree mmoonnddiiaallii..

DDAA TTRRAAPPAANNII

SPAGNA E POLONIA, CAMPANELLI D’ALLARME PER L’EUROPA

Page 14: Antropos giugno 2015m

- 14 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Ha coordinato e condotto la splendida serata Mi-

chele Sessa, fondatore e direttore dell‟Areo-pago

Letterario e del Premio. MM..SSEESSSSAA

LLAA VVEERRSSIILLIIAA EE LLAA GGIIUUSSTTIIZZIIAA SSOOCCIIAALLEE

------------------------------------

IInn ttoossccaannaa,, iinn VVeerrssiilliiaa,, ooppeerraa ggiiàà ddaa tteemmppoo uunn

ggrruuppppoo ddii ““MMEECCEENNAATTII DDEELLLLAA GGIIUUSSTTIIZZIIAA””,,

cchhee,, iinn mmaanniieerraa ooccuullaattaa ee ddiissccrreettaa,, iinntteerrvveennggoonnoo

llàà ddoovvee cc‟‟èè bbiissooggnnoo ddii uunnaa rraappiiddaa rriissoolluuzziioonnee ddii

ddiiffffiiccoollttàà..

CCeerrttoo,, ffaannnnoo qquueell cchhee ppoossssoonnoo ee ccoommee ppoossssoonnoo,,

mmaa ll‟‟iimmppoorrttaannttee èè cchhee aaggiissccoonnoo llàà ddoovvee llaa ggiiuu--

ssttiizziiaa ssoocciiaallee mmaaggggiioorrmmeennttee ttaaccee,, aavvvviilluuppppaattaa ccoo--

mm‟‟èè ddaa ppoolliittiicchheessee pprroossttiittuuiittaa ee ppooccoo aaccccoorrttaa aaii

pprroobblleemmii ggrraavvii ddeell ppaaeessee..

GGiiàà ffaarr rreeggiissttrraarree llaa pprroopprriiaa pprreesseennzzaa,, vvuuooll ddiirree

ttaannttoo.. EE‟‟ ccoommee aaffffaacccciiaarrssii iinn aallttrrii mmiiccrroo--uunniivveerrssii ee

ssuussssuurrrraarree,, ccoonn iill ccuuoorree iinn mmaannoo::-- GGuuaarrddaa,, nnoonn sseeii

ssoolloo,, iioo ttii ssoonnoo aammiiccoo ee ssoonnoo qquuii ccoonn ttee,, ccoommee uunn

ffrraatteelllloo!!--

QQuueessttee nnoonn ssoonn ppaarroollee vvuuoottee!! IInn ooggnnuunnoo ddii nnooii,,

iinnffaattttii,, aanncchhee iinn ccoolloorroo cchhee llaa tteerrrraa llaa mmaannggiiaannoo,,

vvii èè uunn ppeezzzzeettttiinnoo ddii cciieelloo,,ssee aacccceettttiiaammoo ppeerr vveerroo

iill ppeennssiieerroo ddii PPrriimmeeggiissttoo:: ““

””oossssiiaa,, ggllii uuoommiinnii aabbiittaannoo llaa tteerrrraa,, mmaa ssoonnoo cciitt--ttaaddiinnii ddeell cciieelloo.. FFrraannccoo PPaassttoorree

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

EErrmmeettee PPrriimmeeggiissttoo oo TTttrriissmmeeggiissttoo,, ddeellll’’eettàà eelllleenniissttiiccaa..

Alla presenza di numerosissime Autorità civili,

religiose, artistiche, nella splendida cornice

dell‟Aula consiliare del Comune Città di

Fisciano ( Salerno), sabato 6 giugno, si è svolta

la solenne cerimonia di premiazione dei

Vincitori del XXVI Concorso nazionale di

Poesia e di Pittura “ L‟Ecologia: Ambiente e

Natura”, indetto dalla Rivista bimestrale di

Scienze sociali, di Lettere ed Arti “ L‟Areopago

Letterario”, perché la Cultura possa dare una

mano alla Natura.

Ospite d‟onore il neo consigliere regionale

Avv. Tommaso Amabile, già più volte Sindaco

del Comune di Fisciano.

Per la Poesia il primo premio è stato vinto da

Barbara Di Filippo Romano da Viareggio (

Lucca) con la lirica “ Voce tradita”; il secondo

premio, ex aequo, vinto da Aurora Cantini da

Nembro ( Bergamo) e da Giovanni Caso da

Siano ( Salerno); il terzo premio, ex aequo, da

Ignazio Gaudiosi da La Spezia e da Luciano

Gentiletti da Rocca Priora ( Roma).

Per la Pittura, il primo premio è stato vinto da

Domenico Terenziano da Bellizzi ( Salerno)

con l‟opera “ Terra alluvionata”; il secondo pre-

mio è stato vinto da Nicola Della Corte da Mer-

cato San Severino ed il terzo premio da Alfonso

Capasso da Nocera Superiore.

Premi speciali: al Comune di Torraca ( primo

comune a luci a Led), all‟Istituto Palmieri di

Benevento ( prodotti con materiali di riciclo),

all‟Oratorio San Domenico Savio di Gaiano di

Fisciano.

Alla Carriera, al Tenore Bruno Venturini per i

suoi primi quaranta anni di vita canora. Con le

loro preziose ugole hanno deliziato il folto pub-

blico la cantante poliglotta Giovanna Petretta (

al pianoforte il Maestro Rosario Cantarella) ed

il mezzosoprano Michela Rago ( al pianoforte il

maestro Marco Rizzo).

Per i giovanissimi i premi a Samuel Labianca, a

Clelia Portanova, a Vittorio Vavuso, a Michele

Sessa, ad Ylenia Labianca.

Fisciano, XXVI CONCORSO NAZIONALE “ L’ECOLOGIA: AMBIENTE E NATURA”

CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEI VINCITORI

Page 15: Antropos giugno 2015m

- 15 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

PPRREESSEENNTTAATTIIOO LLIIBBRRII AA CCUURRAA DDEELL DDIIRREETTTTOORREE

DDii AAnnttoonniioo BBiicccchhiieerrrrii “ TESTIMONI DEL TEMPO”

MMaannccaannoo,, nneellllaa ssiillllooggee,, aassppeettttii ssoolliippssiissttii--

ccii,, rriissoolluuzziioonnii iinn cchhiiuussuurree iimmppeenneettrraabbiillii ee

qquueell-- ll’’oossccuurroo ssiimmbboolliissmmoo,, cchhee aallqquuaannttoo

ddeessttaabbiilliizzzzaa.. TTuuttttoo eessoonnddaa,, iinnvveeccee,, ccoonn aatt--

tteennttaa ccoonnssaappeevvoolleezzzzaa,, nneellllee llaattiittuuddiinnii ppiiùù

pprrooffoonnddee ddeellll’’aanniimmoo ddeell lleettttoorree..

LLee ssuuee rriieemmeerrssiioonnii mmeemmoorriiaallii,, ccuullllaattee aall--

qquuaannttoo ddaaii ssoossppiirrii ddeellll’’aatttteessaa,, ssii ttrraammuuttaannoo,,

oollttrree ll’’iinneerrzziiaa ee llaa rriinnuunnzziiaa,, iinn uunn ssuuggggeessttiivvoo

iinnvviittoo ddii ppaarrtteecciippaazziioonnee aa ffeerrmmeennttii rreeaalliissttiiccii

eedd eemmoozziioonnaallii,, cchhee iirrrroorraannoo llaa ssuuaa aavvvveenn--

ttuurraa eessiisstteennzziiaallee..

DDeeppootteennzziiaattoo,, aadd aarrttee,, iill ssuuppppoorrttoo tteeccnniiccoo,,

iill vveerrssoo ssppaazziiaa nnaattuurraallmmeennttee iinn uunnaa mmuussii--

ccaalliittàà ccoossìì aammppiiaa,, cchhee ttii ssoorrpprreennddee..

UUmmbbeerrttoo SSaabbaa aavveevvaa aaffffeerrmmaattoo cchhee llaa

ppooeessiiaa èè rriicceerrccaa ee ccoonnqquuiissttaa ddii vveerriittàà.. EEdd

AAnnttoonniioo BBiicccchhiieerrrrii,, nneellllaa ssuuaa ssiillllooggee,, sseemm--

bbrraa aavveerr tteennuuttoo nneell ggiiuussttoo ccoonnttoo qquueessttaa

ccoonncceezziioonnee ddeellllaa ppooeessiiaa:: ““ TTeerrrraa mmiiaa tteerrrraa\\ ccrroocceevviiaa ddii ssttaarriiaa aannttiiccaa\\

ccoonn ppooppoollii ee rraazzzzee ddii ddiivveerrssaa ggeenniiaa..\\ TTeerrrraa ddii

eemmiiggrraannttii \\ aallllaa rriicceerrccaa ddii ddiiggnniittàà \\ cchhee llaa ssuuaa

dduurraa zzoollllaa nnoonn ggllii hhaa ssaappuuttoo ddaarree\\ TTeerrrraa ddeell

mmiioo ssuudd \\ ccoonn uuoommiinnii ddaaii vvoollttii ssccoollppiittii \\

ccrreesscciiuuttii ccoonn iill ppaannee dduurroo \\ ddeellllaa mmiisseerriiaa ee ddeell

ssaaccrriiffiicciioo ““..

DDeebbeessssee aavveevvaa aaffffeerrmmaattoo cchhee nnooii mmeenn--

ttiiaammoo aa nnooii sstteessssii ppeerrffiinnoo nneeii ddiiaarrii.. MMaa èè

ffoorrssee mmeennzzooggnnaa ““iill rriiccoorrddoo ddeeii vveecccchhii,, sseedduuttii

aallllaa lluuccee ddeellllaa lluunnaa ...... iill pprrooffuummaattoo ccaannddoorree ddeeii

ppaannnnii ee ...... llee vvaalliiggiiee ddii ccaarrttoonnee ...... ssuu ssttrraaddee

ffeerrrraattee ddii ppoollvveerroossaa ssoolliittuuddiinnee??””

IIll BBiicccchhiieerrrrii ccii ttrraacciimmaa,, lloonnttaannoo ddaa ooggnnii

tteerrrreessttrriittàà tteeddiioossaa,, iinn uunn mmoonnddoo ppiissppiigglliiaannttee

ttrraa rriiccoorrddii ee ssoolliiddee ccoonnssaappeevvoolleezzzzee,, iinn uunnaa

ppaalliinnggeenneessii ddeelllloo ssppiirriittoo cchhee ffrreemmee ee ssii aarr--

ppiioonnaa aaii cciieellii ddeellll’’iinnffaannzziiaa,, eedd aaii ssiilleennzzii

ddeellllaa nnoottttee,, iinn uunn ddiissppeerraattoo aanneelliittoo ddii rriicceerr--

ccaa ddeellllaa pprroopprriiaa eesssseennzzaa,, nneell ttrreemmuulloo cchhiiaa--

rroorree ddeellllaa lluunnaa:: ““...... LLaassssùù\\ ttrreemmuullaa qquueellllaa lluuccee \\ ddaall bbrriilllliioo ddiiaa--

mmaannttaattoo \\ ddii uunn ffiirrmmaammeennttoo sstteellllaattoo \\ ...... ppeerr

ssffoogglliiaarree iill tteemmppoo \\ nneell mmiisstteerroo ddeell ccrreeaattoo......””

CCoonncclluuddeennttoo,, TTEESSTTIIMMOONNII DDEELL TTEEMMPPOO èè

uunnaa ccoonnssaappeevvoollee ooffffeerrttaa ddii iimmppuullssii ddii vviittaa,,

cchhee vveeiiccoollaannoo ll’’aanniimmoo,, iinn uunnaa ccoonnqquuiissttaa

ccoonnttiinnuuaa ddii vvaalloorrii ee vveerriittàà,, cchhee ssoottttoolliinneeaannoo

uunnoo ssppaazziioo eedd uunn tteemmppoo:: qquueelllloo cchhee ccoorrrree

nneell vviiaallee ddeell mmiisstteerroo ““aallllaa rriicceerrccaa ddii lliinnffaa

vviittaallee ee ...... ddii uummaannaa eeqquuiittàà ttrraa ii ppooppoollii””

FFrraannccoo PPaassttoorree

______________________________________________

AAnnttoonniioo ((SSaann GGiioorrggiioo JJoonniiccoo)),, ppooeettaa ee aarrttiissttaa,, vviivvee aa SSaann GGiioorrggiioo

JJoonniiccoo.. IIll 2277 ddiicceemmbbrree 22001100 èè ssttaattoo nnoommiinnaattoo ""CCaavvaalliieerree""

ddeellll''OOrrddiinnee ""AAll MMeerriittoo ddeellllaa RReeppuubbbblliiccaa IIttaalliiaannaa"".. HHaa ppuubbbblliiccaattoo ii

lliibbrrii:: IInn ccaamm--mmiinnoo...... ((22000077,, ppooeessiiaa)),, IInn vvoolloo...... nneellllaa lleeggggeerreezzzzaa

ddeellll''eesssseerree ((22000088,, ppooeessiiaa,, aauuddiioolliibbrroo)),, AAllllaa mmiiaa tteerrrraa:: SSaann

GGiioorrggiioo JJoonniiccoo ((22001100,, ppooeessiiaa)) ee IIll sseennssoo ddeellllaa vviittaa nneell tteemmppoo

cchhee vvaa ((22001100,, ppooeessiiaa)).. HHaa ccoonnsseegguuiittoo ii sseegguueennttii pprriimmii pprreemmii iinn

ccoonnccoorrssii lleetttteerraarrii:: 22000066:: ""IIssaabbeellllaa MMoorrrraa"",, VVaallssiinnnnii;; 22000077:: ""FFiilliippppoo

LLoo GGiiuuddiiccee"",, PPiiaazzzzaa AArrmmeerriinnaa;; ""IIttaalliiaann FFeessttiivvaall LLiitteerraarryy"" AAlliiccee BBeell

CCoollllee;; ""PPrraaddeerr WWiillllii"" TToorriinnoo;; ""MMooiiccAArrttee"" TTaarraannttoo;; 22000088:: ""PPaasssseegg--

ggiiaannddoo ttrraa llee NNoottee"" RRaaddiioo PPuugglliiaa,, SSaann GGiioorrggiioo JJoonniiccoo;; ""PPaaddrree

TTiittoo RRoobbeerrtteellllaa"" GGaalllliicccchhiioo;; ""UUlliivvii ee oolliioo ddeell GGaarrggaannoo"" MMaattttiinnaa--

ttaa;; 22000099:: ""PPaaccttuummeeiiaa"" VViiggggiiaannoo;; ""SSaannttaa MMaarrgghheerriittaa LLiigguurree"";;

22001100:: ""NNuuoovvee LLeetttteerree"" NNaappoollii..

Page 16: Antropos giugno 2015m

- 16 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrllddcc

PPRROOVVEERRBBII EE MMOODDII DDII DDIIRREE -- OOVVVVEERROO EELLEEMMEENNTTII DDII PPAARREEMMIIOOLLOOGGIIAA

Sirica Dora

11.. PPrriiggggiiòònnee ee mmaallaattììee vvòònnnnee ccuummppaaggnnììaa..

22.. AA vviittaa „„ee ll‟‟oosstteerrììaa ffeerrnnììssccee iinn ffaarrmmaacciiaa..

33.. EE lluugglliioo „„oo tteemmppuurrààllee rruurree ppoocchhee ee nnuu‟‟ ffaa

mmaallee.. EEsspplliiccaattiioo:: UUnnaa vveerrssiioonnee iittaalliiaanniizzzzaattaa ddii vveecccchhii

pprroovveerrbbii ppooppoollaarrii,, cchhee eevviiddeennzziiaannoo ll‟‟iimmppoorrttaannzzaa

ddeellllaa ooppeerraattiivviittàà ee ll‟‟iinneelluuttttaabbiilliittàà ddeell ddeessttiinnoo..

RRiifflleessssiioo:: SSoonnoo pprroovveerrbbii aannttiicchhiissssiimmii,, cchhee rriittrroovviiaa-- mmoo aanncchhee nneell mmoonnddoo ggrreeccoo ee llaattiinnoo..

FFrraasseeoollooggiiaa:: TTaabbaaccccoo,, vviinnoo ee vveenneerree rriidduuccoonnoo

ll‟‟uuoommoo iinn cceenneerree –– OO tteemmppoorraallee cchhee aa lluugglliioo vviieennee

,, mmaallee nnoonn ffaa ee ppooccoo ss‟‟iinnttrraattttiieennee..

PPoovveerree aa cchhii mmoorree

IImmpplliiccaannzzee sseemmaannttiicchhee::

tteemmppuurraallee:: ddaa tteemmppoorraallee

RRuurraa :: ddaa dduurraarree

AAnnttrrooppoollooggiiaa:: IIll sseemmee ddeeii pprroovveerrbbii èè

cchhiiaarraammeennttee eesspprreessssoo iinn llaattiinnoo::

TTaciturnitas stulto homini pro sapientia

est - Lo stare zitti è la saggezza dello sciocco (Publilio Siro). Tempus omnia medetur - Il tempo rimedia a tutto. Tempora tempore tempera - Tempera il

tempo col tempo.

PPrrooggeettttoo FFaammiigglliiaa NNeettwwoorrkk FFiilliiaallee AAnnggrrii

CCEENNTTRROO SSEERRVVIIZZII AANNGGRRII vviiaa bbaaddiiaa nn..66 -- PPeerr PPrriivvaattii -- AAssssiisstteennzzaa ssoocciioo ssaanniittaarriiaa aallllaa ppeerrssoonnaa HH 2244..

AAssss..nnzzaa aannzziiaannii.... FFaaxx 008811//994466889955 -- CCeell.. 333355//88006655995555 -- CCeell.. 333344//77331177779900 -- aannggrrii@@pprrooggeettttooffaammiigglliiaanneettwwoorrkk..iitt

FFiinnaallmmeennttee aanncchhee nneellll’’AAggrroo NNoocceerriinnoo-- SSaarrnneessee ssii hhaa llaa ppoossssiibbiilliittàà ddii aacccceeddeerree aadd aassssiisstteennzzee ssppeecciiaalliizzzzaattee,, ppeerr ggllii aannzziiaannii,, ppeerr ii ddiissaabbiillii,, ppeerr ttuuttttii ii ttiippii ddii mmaa--llaattttiiee ee ppeerr ttuuttttee llee pprroobblleemmaattiicchhee:: ssppeecciiaalliissttii nneellllee ccuurree mmeeddiicchhee ee nneell ssoosstteeggnnoo ddeeggllii aammmmaallaattii,, ssoonn pprroonnttii aa rraaggggiiuunnggeerree ooggnnii lluuooggoo eedd ooggnnii aabbiittaazziioonnee

ppeerr ppoorrttaarree,, aa cchhii nnee hhaa bbiissooggnnoo,, ii bbeenneeffiiccii ddeellllaa lloorroo ccoommppeetteennzzaa.. UUnn ggrraazziiee aa ccoolloorroo cchhee ssii ssoonnoo aaddooppeerraattii nneellllaa rreeaalliizzzzaazziioonnee ddeell pprrooggeettttoo.. DDaa sseetttteemmbbrree,, ll’’iinniizziiaattiivvaa ssaarràà sseegguuiittaa mmoollttoo ddaallllaa ddiirreezziioonnee ddii AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD cchhee ddaarràà ttuuttttee llee iinnffoorrmmaazziioonnii cchhee ii lleettttoorrii ddeellllaa rriivviissttaa vvoorrrraannnnoo ootttteenneerree..

IISSTTIITTUUTTII PPAARRIITTAARRII AA PPAAGGAANNII

RRAAGGIIOONNEERRIIAA –– LLIICCEEOO SSCCIIEENNTTIIFFIICCOO –– LLIICCEEOO DDEELLLLEE SSCCIIEENNZZEE UUMMAANNEE

EESSAAMMII IINN SSEEDDEE DDII IIDDOONNEEIITTAA’’

pprreessssoo

LL’’IISSTTIITTUUTTOO SSAANN GGIIUUSSEEPPPPEE –– VVIIAA FFEERRRRAANNTTEE 22 008811 5511 55 773377 88 –– 334499 88777700 995566

WWWWWW..SSAANNGGIIUUSSEEPPPPEEPPAAGGAANNII..IITT SSAANNGGIIUUSSEEPPPPEEIINNFFOO@@LLIIBBEERROO..IITT

Page 17: Antropos giugno 2015m

- 17 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LA PAGINA MEDICA: a cura di Andropos

LL EE MM AA LL AA TT TT II EE DD EE LL LL ’’ EE SS TT AA TT EE

2) Le patologie infettive trasmesse da zecche: la febbre bottonosa del Mediterraneo

Le zecche sono, tra gli artropodi, vettori estremamente effi-

cienti di un gran numero di agenti patogeni di natura virale,

rickettsiale, batterica, protozoaria, nonché di neurotossine;

queste ultime possono provocare paralisi flaccida acuta ad

andamento ascendente, talvolta letale per animali di piccola

taglia ed anche per l‟uomo.

In Italia sono presenti zecche appartenenti sia alla famiglia

delle Ixodidae (zecche dure) che a quella delle Argasidae

(zecche molli).

Le zecche dure, così definite per la presenza di un caratte-

ristico scudo dorsale chitinoso, comprendono, in Italia, 6

generi: Ixodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephalus, Der-

macentor, Haemaphysalis.

Le zecche molli, sprovviste di scudo dorsale, sono presenti

con due generi: Argas ed Ornithodorus.

L‟habitat preferito dalle zecche è rappresentato da luoghi

ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva, con microclima

preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro

riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e

con vegetazione più rada.

Alcune zecche dure, quali le Rhipicephalus, sono stretta-

mente associate alla popolazione canina, mentre altre (Der-

macentor, Haemaphysalis) sono parassiti abituali di animali

d‟allevamento e da reddito (ovini, bovini, equini).

Le zecche molli parassitano abitualmente uccelli, selvatici e

domestici, ed in particolare i piccioni, e possono infestare gli

ambienti frequentati da questi (piccionaie, soffitte).

A differenza delle zecche dure, quelle molli tendono ad

attaccare gli ospiti nelle ore di oscurità.

Le zecche presentano, generalmente, una bassa specificità di

specie, per cui, in assenza dell‟ospite preferito, possono at-

taccarsi al primo ospite “utile” di passaggio; l‟uomo rappre-

senta solitamente un ospite occasionale.

L‟infestazione di uccelli, migratori e non, nonché di nume-

rosi animali selvatici, è alla base della diffusione delle zec-

che in aree sempre più estese.

Le zecche necessitano di pasti di sangue per completare il

loro sviluppo e ciclo riproduttivo, ma possono resistere per

lunghi periodi di tempo al digiuno assoluto; la loro attività è

massima, nei paesi a clima temperato, nei periodi maggio-

ottobre. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca rimane

costantemente attaccata all‟ospite, si compie nell‟arco di ore

per le zecche molli, di giorni o settimane per le dure.

La maggior parte delle malattie trasmesse da zecche può

essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico,

essendo la diagnosi di laboratorio complicata, sovente, da

fattori confondenti (reattività crociata con altri antigeni) e,

comunque, raramente utile nelle fasi iniziali della malattia in

cui, particolarmente nelle forme ad eziologia batterica, una

pronta terapia antibiotica è risolutiva.

Febbre bottonosa del Mediterraneo

Le rickettsiosi diverse dal tifo esantematico costitui-

scono un gruppo eterogeneo di malattie febbrili acute a tra-

smissione vettoriale; tra queste, la febbre bottonosa del Me-

diterraneo è la più diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in

Italia.L‟agente eziologico della febbre bottonosa del Me-

diterraneo è rappresentato da Rickettsia conorii e da altre

rickettsie strettamente correlate.

Vettori della febbre bottonosa del Mediterraneo sono

varie specie di zecche dure, e soprattutto Rhipicephalus

sanguineus, parassita abituale di cani e di altri animali

domestici e selvatici (conigli e lepri, ma anche ovini, caprini

e bovini).

La febbre bottonosa del Mediterraneo può presentarsi

con vari gradi di severità e di durata; il periodo di incuba-

zione, dopo la puntura infettante, va da 5 a 7 giorni. L‟esor-

dio è improvviso, con sintomi di tipo simil-influenzale (feb-

bre di grado moderato-elevato accompagnata da brividi,

cefalea retrorbitale, astenia, malessere generale). In 3a-5

a

giornata compare un esantema maculo-papuloso ad anda-

mento centripeto, che interessa anche le piante dei piedi ed i

palmi delle mani, espressione della vasculite provocata

dall‟infezione. Nella maggior parte dei casi è chiaramente

visibile, in corrispondenza del morso della zecca, un‟area

ulcero-necrotica nerastra (segno della “tache noire”).

Anche in assenza di terapia la letalità della febbre

bottonosa è molto bassa (inferiore al 3%); la letalità può

tuttavia essere più alta in soggetti con condizioni di salute

già compromesse.

Complicazioni della febbre bottonosa possono manife-

starsi a carico dell‟apparato cardiovascolare, renale, del

SNC. Il trattamento antibiotico determina la risoluzione

delle manifestazioni febbrili, nelle forme non complicate,

nel giro di 2-3 giorni.

Le metodiche di laboratorio più appropriate per la

diagnosi di Rickettsiosi sono rappresentate dalla immuno-

fluorescenza indiretta su siero, dal metodo immunoenzima-

tico, dalla immunofluorescenza diretta su campioni bioptici.

Il test di Weil-Felix, basato sulla sieroagglutinazione di ceppi

di Proteus Ox19, Ox2, oppure OxK, è poco sensibile oltre

che poco specifico; può avere valore, ai fini della conferma

diagnostica di rickettsiosi, solo qualora venga dimostrato un

aumento significativo (pari o superiore a 4 volte) del titolo

anticorpale tra la fase acuta e la fase di convalescenza della

malattia.

La decisione di iniziare il trattamento antibiotico

dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica, senza

attendere la conferma di laboratorio. Per la conferma di

laboratorio della diagnosi di febbre bottonosa, oltre all‟

isolamento dell‟agente infettivo da appropriati campioni

biologici, alla positività della reazione di immunofluore-

scenza diretta in biopsie cutanee o in reperti autoptici e al

sopracitato incremento del titolo anticorpale tra la fase acuta

e quella di convalescenza, può essere preso in considera-

zione un titolo anticorpale, in un singolo campione di siero,

1:64, se determinato con immuno-fluorescenza indiretta.

(Continua)

Page 18: Antropos giugno 2015m

- 18 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

II GGRRAANNDDII PPEENNSSAATTOORRII:: aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

Ἡράκλειτος της Ευέσοσ (II) Certo suona strano che un aristocratico parli di lo-

gos comune-cosmico: in realtà la questione è che

quel "comune" logos "cosmico" si riferisce non a

tutti gli uomini, ma a pochi : solo ai migliori , e non

ai dormienti. Ma cerchiamo di comprendere che co-

sa Eraclito intenda con "logos comune, cosmico":

come accennato, la parola logos è polisemantica ed

è quindi bene non tradurla. Essa si riconnette al ver-

bo greco "lego", che in origine significava "legare"

ma che poi passò a significare "parlare". Logos vuol

dire, tra le varie cose, discorso: c'è l'idea di più pa-

role che vengono tra loro legate per assumere un si-

gnificato. Può anche significare "discorso interio-

re" in quanto prima di parlare, si effettua un ragio-

namento, un dialogo interno a noi stessi. Quindi

passò a significare "ragionamento" e da qui "ragio-

ne", ossia la facoltà di effettuare ragiona-menti. Per

Eraclito però i significati della parola logos sono

essenzialmente tre: 1) La ragione che governa l'u-

niverso 2) Il pensiero che comprende questa ragione

universale 3) il discorso che esprime questa cono-

scenza (dunque il discorso che Eraclito pone per

iscritto nel suo testo). Così come abbiamo un logos

dentro di noi (la ragione) , Eraclito dice che anche

nella realtà ci deve essere un logos cosmico, dove

logos ha valenza di "ragione" : il logos è quel qual-

cosa che fa funzionare l'universo. Eraclito afferma

che il logos che abbiamo nella nostra mente non è

diverso da quello cosmico. Per arrivare a dire que-

sto, probabilmente, Eraclito si deve essere sagace-

mente chiesto: "come è che quello che noi pensia-

mo esiste anche nella realtà?". Questo è anche un

modo per rispondere alla domanda: "come si ricol-

legano le leggi della natura e del mondo? ". Di fatto,

Eraclito nega l'esistenza di un dio, ma ammette

quella di una ragione universale: c'è un nesso tra la

ragione che governa il mondo e quella che governa

la nostra mente: sono la stessa cosa e dunque l‟am-

biguità espositiva nell'opera "Perì fuseos" è dettata

dal logos stesso, che fà sì che la natura ami nascon-

dersi. Certo è difficile comprendere questo logos

universale, ma non è impossibile: l'uomo ce la può

fare usando quel frammento di logos a sua disposi-

zione, insito dentro di lui : la ragione, che non è

nient'altro che un pezzettino di logos universale di

cui tutti disponiamo. Quindi tutti partiamo dallo

stesso livello, ma solo i migliori riescono ad emer-

gere e ad avvicinarsi al logos cosmico. I dormienti

sono coloro che non ci riescono, nè ci provano: per

raggiungere il logos universale bisogna cooperare,

e non agire da soli e nel pro-

prio interesse: Eraclito dice "bi-

sogna seguire ciò che è comu-

ne; infatti ciò che è è comune

di tutti . Ma pur essendo il lo-

gos di tutti, la folla vive come

se avesse un proprio ed esclu-

sivo criterio per giudicare".Era-

clito era del parere che una città per

funzionare avesse bisogno delle leggi: come il logos

cosmico governa il mondo, così le leggi governano

la città. Anche le leggi (), come la mente

umana, rappresentano un frammento di logos u-

niversale. In Eraclito matura l'idea che la legge

umana derivi da quella naturale, della (na-

tura) Tutte le leggi umane - nella misura in cui sono

giuste - attingono ad un'unica legge cosmica. A quei

tempi vi era anche chi diceva che le leggi umane fos-

sero puramente convenzionali e non c'entrassero

nulla con la natura. Sebbene Eraclito arrivi ad am-

mettere che il principio sia il logos, un'entità asso-

lutamente astratta, tuttavia egli sente il bisogno di

incarnarlo in qualcosa di materiale, e più precisa-

mente nel fuoco. Eraclito dice che l'universo non è il

prodotto di dei o uomini, ma un ordine universale

unico ed eterno. Egli lo identifica con "il fuoco sem-

pre vivente" . Con il riferimento al fuoco, Eraclito

non intende soltanto introdurre una variazione

rispetto alla tesi, tradizionalmente attribuita agli io-

nici a partire da Aristotele (Metafisica, I), dell'unici-

tà del principio. Intende piuttosto insistere sulla pe-

culiarità di comportamento del fuoco: si accende e si

spegne regolarmente secondo una misura, come ap-

pare anche dal sole, che ora brilla (di giorno) e ora si

spegne (di notte). La vicenda cosmica in tutti i suoi

aspetti e nelle sue incessanti trasformazioni è infatti

regolata da una misura. La mobilità del tutto non è

un divenire casuale o disordinato, ma è regolata se-

condo ritmi precisi. Eraclito sostiene che non si tratti

solo della successione di un opposto all'altro, del

giorno alla notte, della vita alla morte e così via. La

guerra () assurge a simbolo e insieme

regola di tutto ciò che avviene nell'universo: questo

è caratterizzato da un'armonia superiore consistente

nell'unità e identità degli opposti in tensione tra loro

. Anche per Eraclito la ricerca dell'unità, al di sotto

dell'apparente molteplicità e dispersione di ciò che

appare ai più, è l'obiettivo primario. (( CCoonnttiinnuuaa)

-

Page 19: Antropos giugno 2015m

- 19 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Storicamente, l‟unica struttura statale – specie in

àmbito europeo – che è sopravvissuta nei secoli ed è

uscita vincitrice dai conflitti con altre strutture, è la

“Nazione”: codificata con la Rivoluzione Francese e

poi soprattutto con il “Discorso alla Nazione

Tedesca” di Fichte, ma in realtà preesistente all‟una

e all‟altro. La Nazione ha scompaginato gli Imperi

ma anche una più ampia struttura sovranazionale,

cioè la Chiesa, intesa non come fattore religioso, ma

come fattore politico, come potere temporale dei

Papi o, meglio, come superpotere che imponeva il

proprio volere a regni ed imperi.

Orbene, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti – a

questo punto della crisi planetaria degli ultimi anni –

che l‟obiettivo finale della guerra di conquista

scatenata dai “poteri forti” sono proprio le Nazioni,

anzi il concetto stesso di “Stato Nazionale”. La

guerra (e non sembri eccessivo il termine) è stata ed

è condotta con tutti i mezzi – leciti e illeciti – e in

tutti gli àmbiti: da quello finanziario, attraverso la

globalizzazione economica; a quello sociale, con la

disoccupazione generalizzata e con la macelleria

sociale; a quello squisitamente politico, con l‟im-

pulso dato ad una migrazione di massa di cui oggi

avvertiamo soltanto i primi segnali, anticipatori di

una vera e propria valanga con la quale si vuole

sommer-gere (e snaturare) gli Stati europei.

Ed è proprio l‟assalto migratorio che, in que-sta

fase, viene privilegiato come strumento dell‟ag-

gressione agli Stati Nazionali. Si punta tutto sul

“buonismo”, una sorta di nuova religione laica che

accomuna le utopie di una Sinistra priva di idee e le

contorsioni dottrinarie di una Chiesa Cattolica che

sembra aver smarrito le certezze del passato. L‟una e

l‟altra, mosse dalle migliori intenzioni. L‟una e l‟al-

tra, però, divenute ogget-tivamente strumento di un

disegno perverso, contrario agli interessi sia dei ceti

popolari, sia della stessa identità cristiana dei popoli

europei.

Si lanciano messaggi sbagliati che, debitamente

amplificati dagli strumenti di comunica-zione, si

cerca di far diventare patrimonio inconsapevole

dell‟opinione pubblica europea.

Le analisi politiche procedono come se le Na-

zioni non esistessero, come se i confini nazionali non

avessero una funzione, come se ogni essere vivente

non appartenesse per nascita ad una Nazione (dal

latino natio, cioè appunto nascita) ma avesse vice-

versa il diritto di scegliersi la patria per lui più

conveniente, anche calpestando i diritti degli abitanti

di quella patria. Anzi, se qualche governo compie

il proprio dovere e difende la frontiera nazionale (per

esempio, costruendo una barriera a protezione dei

confini), quel go-verno viene condannato senza

appello dagli or-gani d‟informazione “europei”, che

lo qualifi-cano come razzista e xenofobo. L‟ultima

vittima di questo conformismo becero è l‟Ungheria,

per la decisione di proteggere la sua frontiera con la

Serbia; ma è già toccato alla Spagna, alla Grecia, alla

Svizzera (ricordate il referendum anti-immi-

grazione?), e la stessa Francia viene in questi giorni

criticata per il blocco alla frontiera di Ventimiglia.

Quanto all‟Italia, la sua classe dirigente è in

perfetta sintonia con tutti i padrini dell‟assalto mi-

gratorio: con i “mercati”, in primo luogo; ma anche

con il Vaticano, con una Sinistra che va tenuta buona

con un osso (quello appunto della immigrazione) e –

ultimo non ultimo – con la Grande Alleata che ha

voluto l‟eliminazione di Geddafi, forse anche per

togliere un ostacolo oggettivo allo scatenamento

dell‟assalto migratorio contro le coste italiane; la

stessa Grande Alleata – guarda caso – che non

muove un dito per impedire l‟avanzata dell‟ISIS in

Libia.

Quello dell‟immigrazione – tra i tanti – è il più

clamoroso dei fallimenti del Pifferaio dell‟Arno, che

è riuscito a prendere pesci in faccia da tutti con il

sorriso sulle labbra, ad incassare le sconfitte più

clamorose scrivendo su Twitter che l‟Italia era riu-

scita ad ottenere non so quali eccezionali risultati in

sede europea. La realtà è sotto gli occhi di tutti.

Adesso gli immigrati non li portano in Italia soltanto

le nostre navi; ma anche le navi degli altri Paesi eu-

ropei (In-ghilterra, Germania, Spagna, eccetera), che

li prelevano appena fuori dalle acque territoriali li-

biche e li vengono sùbito a depositare nei nostri por-

ti. Bel risultato davvero! Ma il Vispo Tereso non fa

una piega, anzi ha la faccia tosta di insolentire chi

stigmatizza il suo operato. Salvini, in particolare, è

accusato di “speculare sulla paura”. Come se gli ita-

liani non avessero motivo di aver paura! «La priorità

– ripete come un disco rotto – è salvare vite umane.»

Altro messaggio moralmente apprezzabile, ma giuri-

dicamente infondato.

La priorità per qualunque Stato è difendere i propri

cittadini, la vita dei propri cittadini, la sicurezza dei

propri cittadini, gli interessi dei propri cittadini.

Dopo di che, difendere anche vita, sicurezza, inte-

ressi degli altri. Ma in seconda istanza, e comunque

in termini realistici, rapportati alle proprie capacità,

VVoogglliioonnoo ddiissttrruuggggeerree ggllii ssttaattii nnaazziioonnaallii??

Page 20: Antropos giugno 2015m

- 20 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

compatibilmente con le proprie disponibilità (eco-

nomiche, occupazionali, abitative, eccetera).

Non esiste, non può esistere una solidarietà

illimitata. Neanche il Paese più ricco del mondo può

permettersi di non chiudere la porta in faccia a

nessuno. Eppure, il buonismo di Stato (e di

parrocchia) ci dice che abbiamo l‟obbligo (l‟obbligo,

non la facoltà) di accogliere tutti coloro che vogliono

venire da noi. E pazienza se accanto ai cristiani

profughi dall‟ISIS ci sia qualche (?) musulmano che

vede l‟Europa come una terra di conquista per

l‟Islam; pazienza se, accanto a chi fugge dalle

persecuzioni, ci sia chi soltanto voglia “ una vita

migliore”; pazienza se, accanto a chi cerca un lavoro

(che non c‟è), ci siano dei delinquenti, anche

pericolosissimi. Poco importa, le Nazioni, i loro

confini, le loro regole sono piccoli ostacoli che

la storia ci ha gettato fra i piedi, per farci

inciampare sulla strada imbecille di un mondo

senza frontiere e senza anima, pronto per essere

guidato da quel “governo unico mondiale” che è

il sogno proibito della speculazione finanziaria.

Con gli applausi di una Sinistra succube, e con

la benedizione di una Chiesa miope.

MMIICCHHEELLEE RRAALLLLOO

Salerno - CAFE’ MIRO’CONTINUA A STRABILIARE

Altra serata di fuoco, quella del 19 giugno u. s., con le mirabili esecuzioni dei QUEENERRS.

Il pubblico, numeroso e competente, ha applaudito una performance esclusive ed eccezionale,

con la esecuzione di brani di Freddie Mercury e del repertorio dei mitici Queen. Una atmosfera

melodica ha veicolato i presenti nel fantastico mondo di artisti immortali, che hanno inciso

profondamente sulla storia della musica degli anni 1970 – 1980, influenzandi artisti di più

generazioni e nazionalità. Un grazie , dunque, alla equipe del CAFE‟ MIRO‟, per aver offerto

alla nostra città l‟occasione di un simile ascolto, con l‟esortazione a continuare così, contribuen-

do in tal modo alla crescita del gusto e della cultura salernitana. Franco Pastore

Page 21: Antropos giugno 2015m

- 21 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

DDAA EERRIICCEE –– AANNNNAA BBUURRDDUUAA

A San Marco, ridente frazione dell‟Agro ericino,

nacque, il 23 settembre 1879, Sebastiano Bon

figlio, spirito rivoluzionario, sostenitore della

giustizia sociale e difensore delle fasce più

deboli. Il padre Nicolò, membro dei Fasci dei

Lavoratori trasmise al figlio, ancora giovinetto,

quella opposizione alla classe politica dirigente

che non aveva consapevolezza o meglio com-

prensione dei disagi notevoli che viveva la mag-

gior parte dei cittadini ericini, sparsi nelle frazio-

ni talvolta molto distanti dal capoluogo ed inoltre

non avviava interventi che potessero risolvere gli

svariati ed annosi problemi della disoccupazione

e del lavoro. Da ragazzo lavorò in una falegna-

meria senza mai trascurare l‟istruzione. Da auto-

didatta riuscì a conseguire prima il diploma di

insegnante elementare e poi di perito agrario.

Grazie al suo impegno per lo studio era riuscito a

conquistare una certa conoscenza tecnica e poli-

tico – sindacale dei problemi agrari che gli con-

sentì di assumere posizioni rappresentative e di

prestigio nel Movimento Socialista, competenze

che non mancò di manifestare anche attraverso

gli organi di stampa come portavoce delle idee e

pensieri dello stesso Movimento. Significativi i

suoi articoli pubblicati sul giornale “ Il diritto

alla vita” diretto da Sebastiano Cammareri Scurti

contro l‟Amministrazione Fontana che deteneva

il potere da ben quindici anni, un‟Amministrazio-

ne nepotista: parte dei rappresentanti della Giunta

e del Consiglio Comunale era, infatti, imparentata

con la famiglia del Sindaco. Negli articoli vi era

l‟aperta denuncia dei comportamenti e dei me-

todi attuati dalla politica amministrativa del Fon-

tana e del rapporto con i lavoratori dipendenti

assoggettati. Nel 1901, un compatto sciopero

agricolo, mise in difficoltà l‟Amministrazione

che non esitò a fare pressioni presso l‟onorevole

Nunzio Nasi e Giolitti perché intervenissero

presso i protestanti. Le pressioni, tuttavia, non

sortirono l‟effetto sperato, i politici interpellati

assunsero una linea neutrale e questo atteggia-

mento consentì agli organizzatori dello sciopero

di ottenere sensibili miglioramenti sui prezzi

dell‟affitto delle case dei braccianti e sui salari.

In seguito a questa sua partecipazione fattiva alla

protesta popolare, Bonfiglio divenne dirigente del

Partito Socialista fino ad assumere, nel 1902, la

guida della Federazione Provinciale del PSI di

Trapani. Nel 1904 Bonfiglio lasciò la Sicilia per

trasferirsi a Milano dove lavorò in una fabbrica di

mobili. Nel 1906 ritornò per breve tempo in

Sicilia quindi si recò negli Stati Uniti d‟America.

Assieme ad altri compagni organizzò, nel 1909, la

sezione socialista di Brooklyn e una cooperativa

di consumo. Nel 1911 viene chiamato a dirigere il

giornale “ La voce dei socialisti di Chicago .

Tornò in Sicilia nel 1913 e fece parte del Comi-

tato promotore per il rafforzamento del Partito in

Sicilia. Allo scoppio della prima guerra mondiale

fu arruolato nel Corpo sanitario ma, a causa delle

sue idee sovversive, venne mandato a Cirene in

Libia dove dette un segno tangibile della sua soli-

darietà internazionalista e anticolonialista apren-

do una scuola per i bambini arabi. A guerra finita

riprese la sua attività politico- sindacale nel trapa-

nese. Il 3 ottobre 1920 i Socialisti vinsero clamo-

rosamente le elezioni amministrative e Bonfiglio

venne eletto Sindaco. Nel 1921 un‟altra svolta

importante nella sua vita: al Congresso Nazionale

di Livorno venne nominato membro della direzio-

ne del Partito Socialista Italiano. Il 10 giugno

1922 mentre ritornava a casa dopo una seduta di

Giunta venne colpito a morte in località Gian-guz-

zo. San Marco, suo paese natale, gli tributò onore

con un monumento in sua memoria.

SEBASTIANO BONFIGLIO

Page 22: Antropos giugno 2015m

- 22 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

FEGATO ALLA MILANESE

Ingredienti (per 6)

Fegato di vitello gr 600

Burro gr 100

1 uovo

Pane grattugiato

Sale

Preparazione

Tagliare il fegato a fette sottili dopo averlo spellato.

Passarlo nell‟uovo sbattuto, salato, e poi nel pane

grattugiato. Metterlo in una teglia con il burro, farlo

dorare, spruzzarlo con un po‟ di sale e servirlo.

LINGUA DI VITELLO IN SALSA PICCANTE

Ingredienti (per 6)

Lingua di vitello di gr 600

Acciughe salate 2

Cipolla

Capperi,

Cetriolini

Prezzemolo, aceta, sale, pepe

Preparazione

Lessare la lingua in abbondante acqua salata, per

circa 3 ore. Spellarla e affettarla. Far ro-solare in un

tegame la cipolla tritata con il bur-ro; aggiungere le

acciughe lavate e spinate a pezzetti, una manciatina

di capperi, 2 cucchiai di aceto 2 un bicchiere di

brodo della lingua. Far cuocere per qualche minuto.

Mettere ne te-game le fette di lingua e far insaporire

per 10 minuti. Disporre la lingua nel piatto di

portata e coprirla con la salsa passata al setaccio,

nella quale è stato aggiunto 1 cucchiaio di prezze-

molo tritato, alcuni cetriolini a pezzetti e un po‟ di

pepe.

ROGNONI AI FUNGHI

Ingredienti (per 6)

Rognoni di vitello gr 600

Burro gr 50

Funghi freschi gr 125

Aglio 1 spicchio

Cipolla, prezzemolo, aceto, sale e pepe

Preparazione

Mettere in acqua e aceto i rognoni per circa 1 ora.

Tagliarli a fettine. In un tegame far rosolare la

cipolla tritata e lo spicchio d‟aglio. Unire le fette di

rognone. A metà cottura aggiungere i funghi a

fettine e un po‟ di prezzemolo tritato. Insaporire con

sale e pepe. A cottura ultimata. Circa 20 minuti,

togliere lo spicchio d‟aglio e servire.

CUORE TRIFOLATO

Ingredienti (per 6)

Cuore di vitello gr 600

Burro gr 50

Olio ½ bicchiere

Aglio 1 spicchio

Prezzemolo, limone, sale

Preparazione

Mettere in una teglia l‟olio e l‟aglio schiacciato e far

cuocere per qualche minuto. Togliere l‟aglio,

aggiungere il burro e farlo fondere. Unire il cuore ben

lavato e tenuto in acqua acidulata, a fettine, e far

cuocere per 15-20 minuti. A cottura ultimata unire il

prezzemolo tritato e servire.

TRIPPA ALLA GENOVESE

Ingredienti (per 6)

Foiolo già pronto gr 900

Pomodori gr 500

Olio ½ bicchiere

Pancetta 2 fette

1 pugnetto di pinoli e 1 pugnetto di funghi

secchi

Parmigiano grattugiato

Crostoni di pane fritti

Carota, cipolla, sedano, sale

Preparazione

Lavare bene e tagliare a striscioline il foiolo. Metterlo

in una casseruola sul fuoco ad asciugare. Preparare un

soffritto con l‟olio, la cipolla, il sedano, la carota

tritati e la pancetta a pezzetti. Aggiungere i pinoli e i

funghi ammollati, strizzati e tritati. Far rosolare bene

e unire il foiolo. Far insaporire, salare e, dopo 10

minuti, aggiungere i pomodori pelati, a pezzi. Dopo

15 minuti di cottura, coprire d‟acqua e lasciar cuocere

lentamente per 2 ore. Servire la trippa sopra crostoni

di pane fritti o abbrustoliti al forno e cospargere di

parmigiano grattugiato.

PPIIAATTTTII TTIIPPIICCII DDEELL MMEEDDIITTEERRRRAANNEEOO -- AA ccuurraa ddii RRoossaa MMaarriiaa PPaassttoorree

RRIICCEETTTTEE

Page 23: Antropos giugno 2015m

- 23 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

UUNNAA DDOONNNNAA NNEELLLLAA SSTTOORRIIAA –– aa ccuurraa ddii DDee BBoorriiss

AAMMEELLIIAA EERRHHAARRTT Amelia Earhart nasce nella casa dei nonni ad

Atchison, nel Kansas, dove la madre Amy preferisce

partorire. Il padre, Edwin, fa pratica legale a Kansas

City. Dopo due anni e mezzo nasce la sorella,

Muriel. Nel1905 i genitori di Amelia si trasferiscono

a Des Moines, nell'Iowa, lasciando le figlie con i

nonni. Solo nel 1908 queste raggiungeranno i loro

genitori. Nel 1914, Amelia decide di frequentare i

corsi per infer-miera, che la porteranno a prestare

servizio in un ospedale militare in Canada, durante

tutta la durata della Prima guerra mondiale.

Nel 1920, all'età di 23 anni, si reca insieme col padre

a un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield

a Long Beach in California e, pagando un dollaro,

per la prima volta sale a bordo di un biplano per un

giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. È in

quell'occasione che decide di imparare a volare.

Comincia a fre-quentare le lezioni di volo e, a un

anno di di-stanza, con l'aiuto della madre, acquista il

suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei

suoi record femminili, salendo a un'altitudine di

14.000 piedi.

Nell'aprile del 1928, il capitano Hilton H. Railey le

propone di essere la prima donna ad attraversare

l'Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii dovuti

alle brutte condizioni del tempo, decollano con

Amelia Earhart il pilota Stultz e il copilota e

meccanico Gordon, a bordo di un Fokker F.VII,

chiamato Friend-ship (amicizia). Sebbene Amelia

sia relegata a ben poche funzioni, quando il team

arriva in Galles 21 ore dopo, gli onori sono quasi

tutti per lei. Anche il Presidente Coolidge le invia

con un cablogramma le sue personali congratula-

zioni.

L'8 aprile 1931, pilotando un autogiro Pitcairn P

CA-2, stabilisce il record mondiale di altitudine,

raggiungendo i 18 415 piedi (5 613 metri).

All'inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lind-

bergh, aveva compiuto la trasvolata in solitaria. Ci

riesce Lady Lindy, come viene so-prannominata,

completando l'impresa il 21 maggio con un Lock-

heed Vega equipaggiato con segnatempi Witt-

nauer, impiegando quattordici ore e cinquantasei

minuti per volare da Terranova a Londonder-ry nel-

l'Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 è la prima

donna ad attraversare in in volo gli Stati Uniti senza

scalo, partendo da Los Angelese arrivando a Ne-

wark (New Jersey). Sempre determinata e con l'in-

tento di arrivare dove altri avevano fallito, diventa la

prima aviatrice ad attraversare il Pacifico,

da Oakland a Honolulu, nelle Hawaii. Il 17 marzo

1937, giorno di San Patrizio, Earhart e il

suo equipaggio volarono lungo il pri-

mo tratto da Oakland, California a

Honolulu, Hawaii.Oltre a Earhart e

Noonan,si trovavano a bordo Harry

Manning e Paul Mantz (che agiva

come consulente tecnico di Earhart).

A causa di problemi di lubrificazione e di attrito nel

meccanismo del mozzo dell'elica a passo variabile,

l'aereo necessitò di manutenzione alle Hawaii.

Infine l'aereo arrivò al campo di volo della Marina

statunitense di Luke Field a Ford Island in Pearl

Harbor. Il volo riprese tre giorni dopo da Luke

Field con Earhart, Noonan e Manning a bordo, ma

durante il decollo, l'aereo fece un testacoda.

Mentre l'Electra veniva riparato, la Earhart e il

marito George P. Putnam raccolsero ulteriori fondi

e prepararono un secondo tentativo. Esso prevedeva

di circumnavigare il globo da occidente a oriente e

iniziò con un volo, non pubblicizzato, da Oakland

in California a Miami in Florida, dove la Earhart

annunciò pubblicamente il suo progetto di circum-

navigazione del globo. Il cambio di direzione del

volo fu parzialmente dovuto a cambiamenti nel

clima atmosferico lungo la rotta pianificata del

primo tentativo. Noonan fu il solo membro del-

l'equipaggio di Earhart per questo secondo volo.

Partirono da Miami il 1º giugno e, dopo diverse

fermate in Sud America, in Africa, nel sub-

continente indiano e nell'Asia sudorientale, ar-

rivarono a Lae, in Nuova Guinea, il 29 giu-gno

1937. A questo punto avevano percorso 35.000 km;

rimanevano da percorrere 11.000

km di volo sopra il Pacifico. Il 2 luglio 1937, a

mezzanotte, la Earhart e Noonan decollarono da

Lae con l'Electra sovraccarico. La loro destinazione

era l'Howland, una striscia piatta di terra lunga

2 km, larga 500 m, alta 3 m e distante 4.113 km. La

loro ultima posizione riportata fu vicino alle Nu-

kumanu, circa 1.300 km lungo la rotta. Il cut-

ter della Guardia costiera statunitense Itasca era

stazionato a Howland, con l'incarico di comunicare

con l'aereo di Earhart e guidarlo fino all'isola, una

volta che fossero arrivati nelle sue vicinanze.

Purtroppo Amelia Earhart scomparve nell‟oceano.

Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio dopo

aver cercato su una superficie di 250.000 miglia

quadrate di oceano.

Page 24: Antropos giugno 2015m

- 24 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

STORIA DELLA MUSICA - A cura di Ermanno Pastore

LLAA MMUUSSIICCAA LLEEGGGGEERRAA--LL‟‟IIMMIITTAAZZIIOONNEE

Tipico dell'industria musicale è anche il fenom-

eno dell'imitazione, fondamentalmente un'opera-

zione commerciale che punta a ricalcare il suc-

cesso di un certo brano o di un certo artista.

Questo fenomeno porta al proliferare di mode e

tendenze, si pensi ad esempio alla moltitudine di

gruppi beat degli anni '60 che ricalcavano il fe-

nomeno Beatles. Capita spesso che i produttori

discografici siano i veri registi delle tendenze

musicali e abbiano un'ampia influenza sul pro-

dotto finito dei loro artisti (molti dei quali ap-

paiono nel firmamento delle classifiche di ven-

dita per una sola stagione, ra-pidamente sosti-

tuiti da volti nuovi), questo perché l'industria

musicale è legata al mercato discografico e il

mercato alla pubblicità, quindi qualunque artista

famoso è tale perché, o per merito suo o per

merito di altri, si è saputo proporre al pubblico

nel modo giusto, cercando di non sbagliare il

modo di espressione.

la musica leggera è un tipo di musica che deve

essere accessibile e fruibile da tutti seguendo

quindi una logica di mercato in contrasto con la

cosiddetta musica alternativa o underground.

Quest'ultima si contrappone alla musica leggera

per ragioni diverse: per una ricerca musicale sia

in campo stilistico che sonoro (distogliendosi

dalla logica secondo cui grandi investimenti de-

vono portare a guadagni sicuri); per la modalità

commerciale con cui si accosta ai suoi fruitori,

privilegiando in sostanza il passaparola che si

può avere tra gli appassionati del genere, in

opposizione al bombardamento pubblicitario,

questo spesso è dovuto al fatto che le possibilità

finanziarie della musica underground sono note-

volmente inferiori a quelle della musica pop,

essendo quest'ultima preferita dalle cosid-det-

te majors (ma oggi anche da molte etichette di-

scografiche indipendenti) per la motivazione

sopracitata; infine per i suoi contenuti impegnati

o comunque legati ad una sensibilità inconsueta

(quest'ultima caratteristica si può ritrovare però

anche in alcuni frangenti della musica leggera

ma è generalmente abbastanza rara).

Nonostante la mancanza di originalità, la musica

mainstream ha comunque il grande pregio di

portare buona parte dell'underground al grande

pubblico, influenzando e trasmettendo così in

modo più ampio la cultura popolare, trasforman-

do l'idea musicale in qualcosa di più assimilabile

da tutti. In questo modo, però, i riferimenti forniti

dalle sotto-culture musicali (heavy metal, punk

rock, hip hop, musica elettronica, psichedelia

ecc...) subiscono, in casi estremi ma sempre più

frequenti,un'omogeneizzazione, vengono cioè su-

perficializzati e spesso stereotipati per essere così

più facilmente assimilabili, si precisa infatti che

quasi ogni genere esistente è stato tradotto nei

codici del mainstream ed è perciò divenuto, in un

dato periodo storico, sinonimo di pop (da qui ad

esempio nascono i sottogeneri commer-ciali degli

stili già citati come pop metal, pop punk, pop

rap, electro pop, pop psichedelico). Questa logica

è rappresentativa del fatto che il fulcro del main-

stream è arrivare im-mediatamente al fruitore

disattento piuttosto che incidere con il messaggio

dell'artista. Vi è da aggiungere tuttavia che

spesso accade anche l'e-satto con-trario, ovvero

che un'idea musicale sca-turita dal mondo main-

stream, e quindi pop, dia origine ad un genere

musicale underground, anche perché oggi capita

spessissimo che i produttori main-stream che

lavorano per i grandi artisti pop por-tino avanti

altri progetti in mercati di nicchia.

E.PASTORE

IILL NNUUOOVVOO LLIIBBRR00 DDII RREENNAATTOO NNIICCOODDEEMMOO L‟AVE MARIA – STORIA E COMMENTO

LLee vviibbrraazziioonnii iinnddiivviidduuaallii ssii

ffaannnnoo vvooccee ddeellll‟‟aanniimmoo,, ddeell

cciieelloo ee ddeellllee sstteellllee,, ddii uunnaa

rreeaallllttàà oollttrree ooggnnii tteemmppoo ee

ttrraammaattaa dd‟‟iinnccaannttoo,, ddii ssoossppiirrii

cchhee iinnvvii--ttaannoo aadd eesssseerrccii ee aa

eessoonnddaarree,, aa nnuuttrriirrssii dd‟‟iimmmmeenn--

ssoo,, ppeerr ppooii rriittoorrnnaarree aa pprreeggaarree,,

iinnvvooccaannddoo iill SSuuoo nnoommee,, MMaa--

rriiaa,, iimmppaarreeggggiiaabbiillee mmeeddiiaattrriiccee

ttrraa ll‟‟uuoommoo ee DDiioo..

Page 25: Antropos giugno 2015m

- 25 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

PPOOLLIITTIICCAA EE NNAAZZIIOONNEE –– OOVVVVEERROO IILL PPEENNSSIIEERROO DDEELLLLAA GGEENNTTEE CCOOMMUUNNEE

PPeennssiioonnii,, IIttaalliiaannii bbeeffffaattii

La sentenza n. 70/2015 della Consulta così recita: “dichiara

l‟illegittimità costituzionale dell‟art. 24, comma 25, del

decreto legge 6/12/2011 n. 201 “. Così il decreto del

famigerato governo Monti, non eletto dal popolo ma voluto

solo da una parte politica italiana, aiutata da squallidi per-

sonaggi stranieri, convertito in legge 22/XII/2011 n. 2014,

è stato annullato perché incostituzionale.

Questi sono i fatti dell‟impietoso e maldestro governo della

sinistra guidato da Monti che invece di intervenire sul

marcio dei conti pubblici preferì infierire sulla classe più

debole del popolo italiano.

Oggi che la Corte Costituzionale ha reso giustizia, un altro

governo di sinistra, guidato questa volta non più da quello

che fu uno strumento di potenze straniere, ma da Renzi che

non è stato eletto neanche parla-mentare, si accinge ad

umiliare ancora una volta i pensionati.

Eppure la sinistra, quando si trattava di mettere alla gogna

esponenti del centrodestra,sbandierava ai quattro venti il

proprio credo : “Le sentenze possono piacere o non piacere

ma vanno rispettate”. Invece Renzi, in buona sostanza,

come se non bastasse il danno causato dal governo Monti,

ha preso in giro di nuovo il popolo italiano e i pensionati ed

ha dichiarato che, è vero che le sentenze vanno inte-

gralmente rispettate, ma che al momento può disporre solo

di due milioni di euro (sui 18 necessari). Quindi pensare di

dare tutto a tutti significhirebbe togliere fondi alla scuola, al

sociale e alle strade.

Perché poi Renzi ha pensato di impietosire gli italiani par-

lando di sociale e infrastrutture e non di togliere i favolosi

privilegi ai politici o di non sperperare i soldi per gli extra-

comunitari e per le cooperative rosseè un miste-ro. Baste-

rebbe questo per rimborsareil dovuto ai pensionati che oggi

sono indignati per l‟assurdo modo con cui Renzi vuole

gestire l‟intera faccenda.

I pensionati oltre alla beffa già subita, oggi si sentono

cornuti e mazziati perché il premier invece di rispettare la

sentenza ha promesso l‟elemosina (un decimo del dovuto)

facendo credere all‟intera nazione di fare un piacere alla

classe più debole.

Immaginate cosa succederebbe se un cittadino, per pagare

una multa di 180 euro, si presentasse allo sportello e di-

cesse : E‟ vero che debbo pagare 180 euro ma questo signi-

ficherebbe non poter pagare il mutuo e non poter pagare la

tassa a scuola di mio figlio per cui pago solo 18 euro. Il

cittadino sarebbe deriso e comunque costretto a pagare l‟in-

tero importo con i relativi interessi.

Il principale esponente della sinistra italiana, anche segre-

tario del PD, che in passato si ergeva a paladino delle classi

più deboli, oggi ha cambiato faccia edha deciso, pur di non

tagliare i rami secchi della spesa pubblica, di non rispettare

la sentenza.

Dalle parole ai fatti e, incurante delle proteste e dei sinda-

cati, ha approvato un decreto che prevede una spesa dai 278

ai 500 euro una tantum ai pensionati a secondo della fascia

di reddito definendola “ Bonus Poletti”.

Sul cotto ha versato acqua bollente peggiorando così

ancor di più lo stato delle cose perché cosi ha rapinato

ancora una volta i pensionati. Inoltre bisognerebbe che

qualcuno dicesse a Renzi di consultare il dizionario

prima di aprire bocca a sproposito perché parlare di

“bonus Poletti” è pretestuoso perché “BONUS” signi-

fica “dare qualcosa in più” ovvero un incentivo econo-

mico e/o premio a chi ha raggiunto determinati risultati.

Quindi non è un bonus ma una semplice elemosina in

barba alle leggi e alla sentenza della Corte Costituzio-

nale.

Concludendo, i pensionati sono stati beffati e mazziati

da Monti e Renzi oltre che dalla sinistra intera, che non

ha voluto rispettare una sacrosanta sentenza . Dice bene

Travaglio quando asserisce che ci pisciano addosso e ci

fanno credere che piove. Eppure il presidente emerito

della Corte Costituzionale – intervistato da Affari

Italiani.It – ha dichiarato che il provvedimento adottato

da Renzi è incostituzionale perché la Corte di Cassa-

zione ha annullato la legge che costituiva titolo giu-

stificativo dei contributi versati negli anni passati pre-

cisando che “una legge attuale non può regolare retro-

attivamente la materia fiscale”.

Ormai il popolo è stanco di essere preso in giro e della

doppia morale della sinistra che, giorno dopo giorno,

sta deludendo gli italiani che, tra l‟altro, si sentono tra-

diti anche dal modo con cui cambiano continuamente

opinione pur di raggiungere i propri obiettivi che sono in

netto contrasto con quelli del popolo.

Lo stesso atteggiamento e la stessa doppia morale è stato

adottato anche in merito alle liste elettorali pulite. Basta

ricordare la caciara che il PD ha fatto contro gli espo-

nenti politici di altri partiti che venivano messi in lista

anche se solo indagati. Oggi invece il PD mette in lista

anche i pregiudicati, già condannati, facendo ingoiare

pillole amare agli italiani e a tutti coloro che non crede-

vano al trasformismo di un partito che si presentava

diversamente ma che, alla prova dei fatti, razzola male.

MMaarriioo BBoottttiigglliieerrii

Page 26: Antropos giugno 2015m

- 26 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

SSoonnoo dduuee pprreesseennttaattoorrii ffaannttaassttiiccii LLaa GGiioorrggiiaa eedd

iill ssuuoo bbrriillllaannttee ppaarrttnneerr.. IILL ccoommpplliimmeennttoo nnaassccee ddaall

ccuuoorree,, ppeerrcchhéé,, iinn uunn ppaaeessee iinn rroovviinnaa,, eesssseerree

mmeecceennaattii ddeellllaa ccuullttuurraa èè qquuaallccoossaa ddii ggrraannddiioossoo..

QQuuaannttoo ssoopprraa ffaa bbeenn ssppeerraarree:: llaa ppooeessiiaa ee llaa

rriinnaasscciittaa ccuullttuurraallee ppoossssoonnoo ttaannttoo nneell rriipprriissttiinnoo

ddeellllaa ddiiggnniittàà ee ddeellllee rraaddiiccii ddii uunn ppooppoolloo..

QQuuaallcchhee mmaalleevvoolloo ppoottrreebbbbee ppeennssaarree cchhee ssttiiaa

ssccrriivveennddoo cciiòò ppeerrcchhéé llaa bbeellllaa ttrraassmmiissssiioonnee ddii

RRAADDIIOO IITTAALLIIAAUUNNOO ssii èè ooccccuuppaattaa aanncchhee ddeell

ssoottttoossccrriittttoo,, mmaa hhiicc nnoonn eesstt.. NNuummeerroossiissssiimmii bbrraavvii

ppooeettii hhaannnnoo sseennttiittoo ddeeccllaammaarree ii lloorroo vveerrssii ssiicc eett

ssiimmpplliicciitteerr,, sseennzzaa aavveerr ddoovvuuttoo iimmpplloorraarree iill sseerrvvii--

zziioo oo,, aannccoorr ppeeggggiioo,, ppaaggaarrlloo..

LLaa vvooccee ccaallddaa ddii GGiioorrggiiaa hhaa ssaappuuttoo eevviiddeenn--

zziiaarree,, ccoonn mmaaeessttrriiaa,, ggllii ssllaannccii ddii vviittaa,, eesspprreessssii

nneeggllii eellaabboorraattii,, mmeennttrree GGiioorrggiioo MMiillaanneessee nnee hhaa

aapppprrooffoonnddiittoo ii ttoonnii,, sseennzzaa rriiccoorrrreerree aa tteeccnniicchhee ssoo--

lliippssiissttiicchhee.. SSoonnoo eeffffeettttiivvaammeennttee bbrraavvii eedd hhaannnnoo

ffaattttoo ssii cchhee llaa lloorroo rraaddiioo ssiiaa llaa ppiiùù aassccoollttaattaa ee llaa

ppiiùù aammaattaa iinn PPiieemmoonnttee,, iinn IIttaalliiaa eedd oollttrraallppee ..

MMuussiiccaa,, eemmoozziioonnii,, ssoorrpprreessee ee,, ppeerrcchhéé nnoo,,

bbuuoonn uummoorree,, vveeiiccoollaannoo iinn uunn uunniivveerrssoo ddii ssee--

rreennaa ppaarrtteecciippaazziioonnee aallllaa bbrraavvuurraa ddii aarrttiissttii,, cchhee

hhaannnnoo ssccrriittttoo llaa ssttoorriiaa ddeellllaa mmuussiiccaa.. EEccccoo,, iinn

qquueessttoo mmoommeennttoo sseennttoo llaa lloorroo vvooccee iinn ssttrreeaa--

mmiinngg,, mmii mmeettttoo aallll‟‟aassccoollttoo,, ““ccoommee uunn bbiimmbboo

ffeelliiccee””..

AAii nnoossttrrii aammiiccii ggiiuunnggaannoo llee ccoonnggrraattuullaa--

zziioonnii ddii cchhii ssccrriivvee ee ddii ttuuttttoo lloo ssttaaffff ddii AAnnttrroo--

ppooss iinn tthhee wwoorrlldd.. FFrraannccoo PPaassttoorree

L’ISOLA CHE NON C’E La bella trasmissione di Giorgia Catalano e giorgio Milanese

IMMINENTE IL NUOVO ROMANZO DI ANNA BURDUA, UNA

STORIA CHE ESONDA NELLA RAPPRESENTAZIONE DI SE’

E del proprio universo.

LLaa ssttoorriiaa rraaccccoonnttaattaa èè ssttaattaa ttrraammaannddaattaa ddaaggllii

aanntteennaattii ddeellll‟‟AAuuttrriiccee cchhee hhaannnnoo ccoommpprreessoo,, nneell

tteemmppoo,, aall ddii llàà ddeell ffoorrttee lleeggaammee cchhee llii uunniivvaa

aallllaa pprroottaaggoonniissttaa ee,, nnoonn ssoolloo ppeerr iill vviinnccoolloo ddii

ssaanngguuee,, llaa rraarriittàà ddeellllaa ppeerrssoonnaa cchhee nneellllaa ssuuaa ppuurr

bbrreevvee vviittaa ccoonntteemmppllaattiivvaa,, hhaa llaasscciiaattoo ttrraaccccee eedd

eesseemmppii ddii ccoommppoorrttaammeennttii iinneegguuaagglliiaabbiillii.. IIll

rroommaannzzoo vvuuoollee eesssseerree uunnaa ppoorrttaa aappeerrttaa ssuull

ppaassssaattoo ee ssuull pprreesseennttee:: uunnaa ccoonnggiiuunnzziioonnee,, uunn

lleeggaammee eevvooccaattiivvoo ppeerr ddaarree uunn sseennssoo aallllaa vviittaa

ddeellllaa ssccrriittttrriiccee eedd aa qquueellllaa ddaallllaa qquuaallee èè ddiirreettttaa

ddiisscceennddeennttee..

Page 27: Antropos giugno 2015m

- 27 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Il “Gruppo dei 7” – o semplicemente G7 – è il

vertice dei capi di governo e dei ministri della

economia di quelli che una volta erano i sette paesi

più ricchi del mondo: USA, Canada, Giappone, più il

quartetto europeo Germania-Inghilterra-Francia-

Italia. Costituito nel 1976, ha sempre svolto con zelo

il ruolo per cui era stato concepito: assi-curare che la

politica economica delle nazioni dell‟Oc-cidente

industrializzato non configgesse con gli interessi

degli Stati Uniti d‟America. Così è sempre stato; ma

– almeno nei primi vent‟anni di vita del Gruppo –

rispet-tando le forme, facendo finta che i leader dei

sette paesi avessero pari dignità, che si facessero bene

o male gli interessi di tutti i partecipanti.

Le cose cominciarono a cambiare negli anni ‟90,

dopo la fine dell‟Unione Sovietica e la nascita di

un‟Unione Europea che sembrava essere stata

concepita apposta per favorire gli interessi

statunitensi. Addirittura, quando ancora ci si illudeva

di poter arruolare fra i vassalli anche la Russia di

Putin, venne inventato il G8 (G7+Russia), oggi di

fatto scomparso.

La finzione “collegiale” del G7 è continuata bene

o male fino ai primi anni del XXI secolo, anche

durante la fase avventuristico-schizofrenica delle

guerre di George Bush junior: Afghanistan, Iraq e –

negli ultimi mesi del suo mandato – il tentativo di

“usare” la Georgia per far scoppiare una guerra ai

confini della Russia. Perfino negli anni di Bush,

dunque, si rispettavano le forme, e ci si sedeva

attorno a un tavolo per dare l‟impressione di discu-

tere e di elaborare tutti insieme una linea d‟azione.

Le cose, però, sono radicalmente cambiate negli

ultimi anni, a partire dall‟insediamento del 44°

Presisdente degli Stati Uniti d‟America, Barack

Hussein Obama. Salutato – solo perché nero – dagli

osanna di quelli che una volta erano i “progressisti”

del mondo intero, insignito addirit-tura di un Premio

Nobel preventivo “per la pace” (incredibile ma

vero!), Obama si è rapidamente rivelato come il più

duro, il più arrogante, il più “imperiale” tra i Presi-

denti della storia americana. E questa sua durezza ha

applicato non tanto alla politica interna (dove anzi ha

fatto cose apprezzabili, a cominciare dalla riforma del

sistema sanitario), quanto piuttosto alla politica

estera; ha attuato una politica di aggressione masche-

rata (attraverso rivolte “spontanee” ed eserciti merce-

nari) contro gli Stati considerati nemici degli USA

e/o dei suoi alleati israeliani e sauditi: contro la

Libia di Gheddafi, contro la Siria di As-sad, contro

la Russia di Putin. E ciò, senza curarsi delle

conseguenze negative per gli alleati europei di tali

sconsiderate aggressioni. E ogni riferimento ai danni

recati all‟economia europea dalle sanzioni

economiche antirusse non è puramente casuale. Così

come non è casuale il riferimento all‟assalto

migratorio alle nostre coste, gestito dalle fazioni

libiche fondamentaliste.

Papa Obama non sembra preoccuparsi più di

tanto, ed anzi coglie l‟occasione di ogni nuovo

vertice del G7 per rivolgersi ai vassalli con la

spocchia del signorotto medievale, dando per

scontato che i sudditi – pardon, gli alleati – debbano

sbracciarsi per agevolare in ogni modo i disegni

della politica americana, gettandosi alle spalle i loro

problemi. E a noi italiani la politica imperiale del G7

(sia detto con la massima considerazione per gli

Imperi rispettabili del passato) ha causato e causa più

danni che agli altri. Incominciando dall‟aggressione

NATO contro la Libia di Gheddafi (che ci ha privato

di un mercato petrolifero cui accedevamo a

condizioni privilegiate) e finendo alle sanzioni

economiche anti-Putin (che hanno disastrato interi

settori del nostro export).

I più recenti “vertici” del G7 (quelli svoltisi dopo

l‟esplosione della crisi ukraina) sono stati autentiche

“chiamate a rapporto” dei subalterni, cui è stata di

fatto imposta l‟agenda dei temi cui attribuire im-

portanza (la guerra, per ora soltanto economica,

contro la Russia) e dei temi da ignorare (l‟ISIS, la

Libia, l‟invasione migratoria). Dopo i due vertici del

2014 – in Olanda e in Belgio – è ora la volta di

Garmisch-Partenkirchen, in Germania, con l‟inef-

fabile Angel Merkel a fare da padrona di casa. Si

capisce che madama si sente importante, e Obama –

che non è fesso – le dà spago. Le fa capire che

sarebbe anche favorevole a una leadership congiunta

americano-tedesca, e Angelona va in brodo di

giuggiole. Non capisce – lei, la cancelliera – che

l‟unico modo per far potente la Germania dopo la

seconda guerra mondiale sarebbe un accordo con

Mosca, per limitare lo strapotere di Washington. E

non capendo ciò, agisce entro un orizzonte per forza

di cose limitato. Può, tutt‟al più, fare la voce grossa

con la piccola Grecia, ma più in là non può certa-

mente spingersi.

( Continua a pagina 31)

OBAMA, IL”G7” E LA DITTATURA AMERICANA SULL‟EUROPA

Page 28: Antropos giugno 2015m

- 28 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

UNA DONNA NELLA LETTERATURA

LLAA SSTTUUPPEENNDDAA FFLLOORRAA

Ritratta a mezza figura, vestita di un'ampia ca-

micia pieghettata che le ricade dalla spalla

sinistra, scoprendole quasi un seno è una donna

dalla bellezza ideale. Si tratta di un genere di

largo successo in area veneziana derivato dal

prototipo della Laura di Giorgione. Con una ma-

no tiene il mantello rosato, che evidenzia l'incar-

nato nudo soprastante, con l'altra una manciata

di foglie e fiori. Fisicamente si tratta della stessa

donna dai capelli biondi e crespi fu il soggetto di

una serie di dipinti databili negli stessi anni:

la Donna allo specchio al Louvre, la Vanità a

Monaco, la Salomè della Galleria Doria Pamphi-

lj, la Violante , la Giovane donna con veste nera

di Vienna e laVenere Anadiomene di Edimbur-

go. Si trattava comunque di una consuetudine

per la bottega dell'artista (verificabile ad esem-

pio anche per la serie legata alla "Bella") di crea-

re opere simili con varianti dai medesimi studi,

se non proprio dallo stesso cartone. La stessa

donna appare inoltre, simile, nel personaggio ve-

stito dell'Amor Sacro e Amor Profano e in alcu-

ne Sacre conversazioni. Tali figure sono entrate

a far parte di un immaginario collettivo frequen-

te nell'arte veneta dell'epoca, di una femminilità

prosperosa e remissiva.

Il significato dell'immagine è stato Ampiamen-

te dibattuto: forse una cortigiana, come farebbe-

ro pensare le iscrizioni sulle incisioni seicente-

sche, forse un simbolo dell'amore nuziale, anche

se l'abito che essa indossa non è la veste di una

sposa, ma una tunica classica reinterpretata in

epoca rinascimentale.

La manciata di fiori primaverili nella mano

destra l'ha fatta di volta in volta interpretare

come Flora, come dea della Primavera o della

vegetazione. I fiori, come attributo di Venere, si

trovano in posizione simile anche nella Venere

di Urbino. Le dita aperte a forbice sarebbero un

segnale della promessa sposa, che presto perde-

rà la verginità e prenderà l'anello del matrimo-

nio; un anello di fidanzamento si vede invece

nell'altra mano. Secondo Cavalcaselle e Crowe

essa rappresentava "qualcosa di classico che

ricorda l'arte antica". Possibile è che la fanciulla

fosse, al pari dell'Amor sacro e Amor profano,

un esempio di combinazione tra castità (pudici-

tia) e sensualità (voluptas) propria delle spose,

come suggerirebbero i seni, uno coperto dalla ca-

micia e uno scoperto

Lo stile della Flora mostra quell'armonia di co-

lori, morbida e sontuosa allo stesso tempo, e di

composizione tipica detta "classicismo cromatico"

di Tiziano, esaltante la bellezza del soggetto e con

una forte valenza sensuale.

La figura è collocata nello spazio senza il ri-

corso a uno schema rigida-mente frontale, ma in

maniera più dinamica, col corpo florido della

donna che suggerisce un movi-mento circolare

attraverso il movimento delle mani e delle spalle,

nonché la testa leggermente reclinata.

Giudicata dagli studiosi fin dal secolo scorso

come una delle opere più compiute di Tiziano e in

particolare la più evoluta del periodo giovanile, il

dipinto è stato generalmente datato intorno al

1515, con l'eccezione di alcuni studiosi che tendo-

no a spostarla a pochi anni più tardi (Hourticq,

Crowe/Cavalcaselle, Tietze, Wethey).

Page 29: Antropos giugno 2015m

- 29 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

IIMMMMAAGGIINNII DDII UUNN AALLTTRROO TTEEMMPPOO

Siamo alla fine del ‘700, epoca in cui andava per la maggiore una OR-

CHESTRINA, comunemente detta ” ‘A MUSICA GIAPPUNESE”, per la varietà

degli strumenti prettamente napoleta-ni, dei quali alcuni erano molto rumo-

rosi.

Al primo posto,infatti, era LO SCE-TAVAJASSE suonato dal ragazzo se-

duto sulla panca che ha di fianco a destra il suonatore di TRIANGOLO IN

BOCCA, al centro il suonatore di CAC-CAVELLA, con alle spalle il suonatore

di TRICCABBALLACCO, che ha di fian-co il suonatore di PIFFERO che, è pre-

ceduto dal suonatore di FLAUTO, otte-nuto da una canna di pannocchie.

NNeelllloo ssppeecciiffiiccoo,, o scetavajasse ti-picissimo strumento musicale popola-re napoletano, che per il modo con cui

è sonato fa pensare ad una sorta di violino, sebbene non abbia corde o

cassa armonica di sorta; esso è es-senzialmente formato da due congrue

aste lignee di cui una fornita di ampi denti ricavati per incisione lungo tutta

la faccia superiore dell’asta corredata al-tresì di numerosi piattelli metallici

infissi con chiodini lungo le facce late-

rali della medesima asta; l’altra asta u-

sata dal sonatore a mo’ di archetto vie-ne fatta scorrere contro i denti della

prima asta (tenuta poggiata, quasi a mo’ di violino, contro la clavicola) per

ottenerne uno stridente suono, facen-do altresì vibrare ritmicamente i piat-

telli nel tipico onomatopeico nfrunfrù. La caccavella conosciuta anche con il nome di putipú. Tale strumento in origine

era formato essenzialmente da una pen-tola di coccio, pentola non eccessivamen-

te alta, ma di ampia imboccatura sulla quale era distesa una pelle d’ovino, pelle che debordando dalla bocca era fermata

con stretti giri di spago, per modo che si opportunamente tendesse; al centro di

detta pelle in un piccolo foro è infissa verticalmente un’assicella cilindrica (ori-ginariamente una sottile canna) che sof-

fregata dall’alto in basso e viceversa con una pezzuola o una spugnetta ba-gnate

permette di trasmettere le vibra-zioni alla pelle che, è tesa sulla pentolina che fa da cassa di risonanza per modo che se

ne ottenga il caratteristico suono ( put-pù, put-pù), vagamente somigliante a

quello prodotto dal contrabbasso, suono che per via onomatopeica conduce al pu-tipù che, come ò detto, è l’altro nome

con cui è conosciuta la caccavella . Il triccabballacche è tipico strumento

musicale popolare usato in quasi tutta l’Italia centro –meridionale e non solo

dai piccoli concertini rionali popolari,ma anche da più vaste formazioni addirit-

tura di tipo bandistico; esso è costituito da un’ asta lignea fissa alla cui sommi-

tà insiste una testa a forma di paralle-lepipedo, contro cui vengono ritimica-

mente spinte analoghe teste di due a-ste mobili incerneriate alla base di quel-

la fissa; le teste per aumentare il clango-re dello strumento sono provviste dei so-

liti piattelli metallici.

„„AA MMUUSSEECCAA GGIIAAPPPPUUNNEESSEE

Page 30: Antropos giugno 2015m

- 30 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

La facciata dell‟edificio, con le sue linee neo-

classiche, costituisce l‟elemento più caratteriz-zante

della piazza Plebiscito e definisce uno spazio ar-

chitettonico ed urbanistico unico per la città1.

L‟attuale sistemazione di tale prospetto è il risultato

del completo rifacimento eseguito nel 1832 nel-

l‟ambito degli importanti lavori di ammoderna-mento

e ristrutturazione decisi dallo Arcivescovo Lupoli: il

suo decisivo intervento è testimoniato dallo stemma

sul portone di ingresso e da una lapide sovrastante il

balcone principale della facciata.

Le facciate laterali invece (orientale e occidentale)

presentano ancora le decorazioni a stucco intorno alle

finestre, di tipo settecen-tesco, derivanti molto

probabilmente dalla quasi completa ricostruzione

dell‟edificio fatta esegui-re tra il 1731 e 1758 dagli

Arcivescovi Fabrizio De Capua prima e Casimiro

Rossi poi.

L‟interno dell‟edificio (fig. 2) è caratterizzato dal

quadriportico a pianta rettangolare, a tre arcate per i

lati settentrionali e meridionali e a quattro arcate per

gli altri due.

Dopo la ristrutturazione settecentesca, sia il piano

terra che quello superiore dovevano presentare una

medesima configurazione: passeggiata coperta conti-

nua, suddivisa a scansioni di archi e volte, con il lato

interno aperto sul cortile; ambienti chiusi, preva-

lentemente voltati, con accesso verso il cortile, per

tutte le sale dell‟edificio.

Tra il 1840 e 1850 l‟Arcivescovo Mons. Marino

Paglia chiuse con finestroni di ghisa le arcate del

primo piano che si affacciano verso il cortile; tali

facciate furono poi decorate, negli spazi tra un

finestrone e l‟altro, con immagini affrescate degli

Apostoli e dei Dottori della Chiesa (S. Ambrogio, S.

Agostino, S. Tommaso d‟Aquino e S. Bonaventura);

nella fascia che sovrasta i finestroni sono poi dipinti

dieci ovali raffiguranti quelli che possono considerarsi

i padri della cultura classica: Cicerone, Omero,

Virgilio, Pindaro, Platone, Demostene, Dan-te,

Petrarca, Ariosto e Tasso.

Nel 1843, come risulta ancora oggi scolpito nel 1832

da un primo gradino, fu rifatto ed ingrandito anche lo

scalone principale che porta al primo piano.

Rimanendo a piano terra, sulla destra dell‟androne di

ingresso è ancora degno di nota l‟elegante salone di

ricevimento, arricchito nel dipinto a tempera che

copre la parte centrale della volta e da un pavimento

maiolicato. Sempre nello stesso periodo l‟Arcive-

scovo Paglia fece decorare a tempera su carta la volta

della biblioteca dal celebre pittore salernitano Gaetano

d‟Agostino: l‟opera raffigura al centro, in un ovale, lo

Spirito Santo che illumina quattro figure simboliche

femminili rappresentanti la Filosofia, la Retorica, la

Poesia e la Geometria; ogni figura porta un‟iscrizione

in quattro lingue diverse: italiano, greco, latino ed

ebraica; nella parte a set-tentrione sono riprodotti

quattro angeli rappre-sentanti gli Evangelisti; nella

parte a mezzogiorno altri quattro angeli ricordano i

Profeti Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele. A

testimonianza di questo fausto periodo di indubbio

fulgore del Seminario di Salerno fu posta una lapide

marmorea ancora oggi visibile sulla porta d‟ingresso

della sala centrale al primo piano, corrispondente

all‟androne di ingresso, che ricorda le visite di Papa

Pio IX e del sovrano Ferdinando II di Napoli, avvenute

entrambe nel 1849.

Il nuovo museo fu inaugurato nel 1990, quando vi si

trasferì la preziosa collezione, a buon diritto

considerata una organica rassegna della produzione

artistica dell‟Italia meridionale dal medioevo al

barocco. Dopo essere stato chiuso per un lungo

periodo, intervallato da aperture saltuarie, il Museo è

stato definitivamente aperto al pubblico nel 2012, per

volere del Mibac, dopo una certosina programmazione

museale, culminata nell‟apertura, il 24 luglio 2013, di

una nuova sala espositiva dedicata al Seicento.

(( CCoonnttiinnuuaa))

__________________________________ 11AAAA.. VVVV..,, PPaasssseeggggiiaattee ssaalleerrnniittaannee,, 44 vvoollll..,, SSaalleerrnnoo11999911,,

pp.. 2299..

IILL MMUUSSEEOO DDIIOOCCEESSAANNOO SSAALLEERRNNIITTAANNOO DDii PPAAOOLLOO LLIIGGUUOORRII ((IIIIII ppaarrttee))

Page 31: Antropos giugno 2015m

- 31 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Intanto, papa Obama ha formalizzato il suo

diktat, e gli altri si sono messi subito sull‟attenti:

bruciare le tappe per giungere il più in fretta

possibile alla firma del TTIP (Partenariato Tran-

satlantico per il Commercio e gli Investimenti),

ovverossia il funesto trattato di libero scambio

USA-UE che farà definitivamente dell‟Europa un

mercato aggiuntivo per la produzione agricola e

industriale degli Stati Uniti. L‟America – si sa –

tiene al TTIP più che a ogni altra cosa al mondo,

perché lo considera uno strumento indispensabile

per espandere la propria economia. Non si capisce,

però, quale sarebbe l‟interesse dell‟Europa a

favorire l‟espansione dell‟economia americana a

proprio danno. Eppure, nessuno tra i leader dei 4

paesi europei del G7 ha osato pipitiare. Solo la

Merkel – va riconosciuto – ha pur sommessamente

accennato che «ci sono punti difficili da concordare

sia per noi che per gli Stati Uniti».

E nessuno, naturalmente, ha avuto il cattivo

gusto di chiedere al Padrone del Mondo perché

l‟ISIS venga lasciata avanzare indisturbata in Siria,

Iraq e, ora, anche in Libia. Tutti allineati e coperti,

come bravi soldatini, pronti a immolarsi per Intanto,

durante una pausa dei lavori del G7, il difendere la

Storicamente, l‟unica struttura statale – specie in

àmbito europeo – che è sopravvissuta nei secoli ed è

uscita vincitrice dai conflitti con altre strutture, è la

“Nazione”: codificata con la Rivoluzione Francese e poi

soprattutto con il “Discorso alla Nazione Tedesca” di

Fichte, ma in realtà preesistente all‟una e all‟altro. La

Nazione ha scompaginato gli Imperi ma anche una più

ampia struttura sovranazionale, cioè la Chiesa, intesa non

come fattore religioso, ma come fattore politico, come

potere temporale dei Papi o, meglio, come superpotere

che imponeva il proprio volere a regni ed imperi.

Orbene, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti – a

questo punto della crisi planetaria degli ultimi anni – che

l‟obiettivo finale della guerra di conquista scatenata dai

“poteri forti” sono proprio le Nazioni, anzi il concetto

stesso di “Stato Nazionale”. La guerra (e non sembri

eccessivo il termine) è stata ed è condotta con tutti i

mezzi – leciti e illeciti – e in tutti gli àmbiti: da quello

finanziario, attraverso la globalizzazione economica; a

quello sociale, con la disoccupazione generalizzata e con

la macelleria sociale; a quello squisitamente politico, con

l‟impulso dato ad una migrazione di massa di cui oggi

avvertiamo soltanto i primi segnali, anticipatori di una

vera e propria valanga con la quale si vuole sommergere

(e snaturare) gli Stati europei.

Ed è proprio l‟assalto migratorio che, in questa fase,

Grande Alleata e gli affaracci suoi. Vispo Tereso ha

dichiarato ai giornalisti che «la posizione italiana è

totalmente in linea con quella degli Stati Uniti su

come sostenere la crescita». Ammirati, gli astanti

hanno sottolineato la «piena sintonia» tra il papa

yankie e il chierichetto toscano.

Qualcuno – non temendo il ridicolo – ha parlato di

«asse Renzi-Obama al G7 tedesco». Povera Italia!

MM..RRAALLLLOO

viene privilegiato come strumento dell‟aggressione agli

Stati Nazionali. Si punta tutto sul “buonismo”, una sorta di

nuova religione laica che accomuna le utopie di una

Sinistra priva di idee e le contorsioni dottrinarie di una

Chiesa Cattolica che sembra aver smarrito le certezze del

passato. L‟una e l‟altra, mosse dalle migliori intenzioni.

L‟una e l‟altra, però, divenute oggettivamente strumento di

un disegno perverso, contrario agli interessi sia dei ceti

popolari, sia della stessa identità cristiana dei popoli

europei.

Ed è proprio l‟assalto migratorio che, in questa fase,

viene privilegiato come strumento dell‟aggressione agli Stati

Nazionali. Si punta tutto sul “buonismo”, una sorta di nuova

religione laica che accomuna le utopie di una Sinistra priva

di idee e le contorsioni dottrinarie di una Chiesa Cattolica

che sembra aver smarrito le certezze del passato. L‟una e l‟altra, mosse dalle migliori intenzioni. L‟una e

l‟altra, però, divenute oggettivamente strumento di un dise-

gno perverso, contrario agli interessi sia dei ceti popolari,

sia della stessa identità cristiana dei popoli europei. Si

lanciano messaggi sbagliati che, debitamente amplificati

dagli strumenti di comunicazione, si cerca di far diventare

patrimonio inconsapevole dell‟opinione pubblica europea.

Le analisi politiche procedono come se le Nazioni non

esistessero, come se i confini nazionali non avessero una

funzione, come se ogni essere vivente non appartenesse per

OObbaammaa eedd iill ““GG77””-- ccoonnttiinnuuaa ddaa ppaagg..2277

Ho sentito che siamo in

sintonia con gli USA ... Povera Italia!!!

IMMIGRAZIONE: CHI VUOLE DISTRUGGERE GLI STATI NAZIONALI?

Page 32: Antropos giugno 2015m

- 32 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

RReeggiimmeenn SSaanniittaattiiss SSaalleerrnniittaannuumm

-- CCaappuutt XXLLVVIIIIII

DDEE SSEEMMIINNEE FFOOEENNIICCUULLII EETT DDEE AANNIISSOO

SSeemmeenn ffooeenniiccuullii ffuuggaatt eett ssppiirraaccuullaa ccuullii.. EEmmeennddaatt vviissuumm,, ssttoommaacchhuumm

ccoonnffoorrttaatt aanniissuumm.. CCooppiiaa dduullccoorriiss aanniissii ssiitt mmeelliioorriiss..

DDeell ffiinnoocccchhiioo llee sseemmeennttii ccaacccciiaann ffuuoorr ddaallll’’aannoo ii vveennttii..

GGllii oocccchhii ll’’aanniiccee aavvvvaalloorraa ee lloo ssttoommaaccoo rriissttoorraa..

FFrraa’’ ssuuee ssppeecciiee qquueellllaa aapppprreezzzzaa,, iinn ccuuii ttrroovvaa ppiiùù ddoollcceezzzzaa

LLEEVVIIOORRAA

VVEECCCCHHIIEE MMAA SSIIMMPPAATTIICCHHEE

Due carabinieri discutono se un certo albero

e' maschio o femmina. Allora chiedono un

parere ad un taglialegna che dice: - Met-

tetevi di lato all'albero. Ecco, considerando i

due coglioni ai lati direi che deve essere ma-

schio!-.

L'appuntato gira per la caserma con una

supposta sull'orecchio!!! Incontra il mare-

sciallo che gli chiede: - Appuntato ma che

cosa fa con una supposta sull'orecchio?-

L'appuntato strabuzza gli occhi ed esclama:

- Supposta... ma allora dove ho messo la

matita? –

BBRROONNTTOOLLOO IILL GGIIOORRNNAALLEE SSAATTIIRRIICCOO DDII SSAALLEERRNNOO

DDiirreezziioonnee ee RReeddaazziioonnee -- vviiaa MMaarrggoottttaa,,1188

tteell.. 008899..779977991177

Page 33: Antropos giugno 2015m

- 33 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Da altre testate - https://esseresinistra.wordpress.com/

Queste proposte sottolineano in particolare l‟insistenza

del Fondo Monetario Internazionale in una dura e pu-

nitiva austerity, e sottolineano più che mai la necessità

per i grandi poteri europei di prendere iniziative che

conducano al termine della crisi del debito sovrano el-

lenico. Una crisi che colpisce altri paesi europei e che

sta minacciando il futuro prossimo dell‟integrazione

continentale.

Amici greci,

in questo momento pesa sulle nostre spalle, attra-

verso le lotte ed i sacrifici, la responsabilità storica

del popolo greco per il consolidamento della demo-

crazia e della sovranità nazionale. La nostra respo-

nsabilità per il futuro del nostro paese.

E la nostra responsabilità ci richiede di rispondere allo

ultimatum sulla base del mandato del popolo greco.

Pochi minuti fa alla riunione di gabinetto ho proposto

l‟organizzazione di un referendum, perché il popolo

greco possa decidere in maniera sovrana. Questa pro-

posta è stata accettata all‟unanimità.

Domani la la camera dei rappresentanti sarà convocata

d‟urgenza per ratificare la proposta del gabinetto per

un referendum la prossima domenica, 5 luglio, sulla

accettazione o il rigetto della proposta delle istitu-

zioni.

Ho già informato della mia decisione il presidente fran-

cese e la cancelliera tedesca, il presidente della BCE e

domani una mia lettera chiederà formalmente ai leader

della UE ed alle istituzioni di estendere per pochi giorni

il programma attuale in modo da permettere al popolo

greco di decidere, libero da ogni pressione e ricatto, co-

me richiesto dalla costituzione del nostro paese e dalla

tradizione democratica europea.

Amici greci,

al ricatto dell‟ultimatum che ci chiede di accettare una

severa e degradante austerità senza fine e senza pro-

spettive di ripresa economica, vi chiedo di risponde in

maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci

chiede.

Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo

con la democrazia, con calma e decisione. La Grecia,

il luogo di nascita della democrazia, manderà una

forte e sonora risposta all‟Europa ed al mondo.

„„«Amici greci, da sei mesi il governo greco combatte

una battaglia in condizioni di soffocamento economi-

co senza precedenti, per implementare il mandato che

ci avete dato il 25 gennaio.

Il mandato che stavamo negoziando coi nostri partner

chiedeva di mettere fine all‟austerità e permettere alla

prosperità ed alla giustizia sociale di tornare nel nostro

paese.

Era un mandato per un accordo sostenibile che rispet-

tasse la democrazia e le regoli comuni europee, per

condurre all‟uscita finale dalla crisi.

Durante questo periodo di negoziazioni, ci è stato

chiesto di mettere in atto gli accordi fatti col preceden-

te governo nel “memorandum”, nonostante questi fos-

sero stati categoricamente condannati dal popolo gre-

co nelle recenti elezioni.

Comunque, nemmeno per un momenti abbiamo pen-

sato di arrenderci, cioè di tradire la vostra fiducia.

Dopo cinque mesi di dure contrattazioni, i nostri par-

tner, sfortunatamente, hanno rilanciato all‟eurogruppo

di due giorni fa un ultimatum alla democrazia greca ed

al popolo greco.

Un ultimatum che è contrario ai principi fondanti ed ai

valori dell‟Europa, i valori del progetto comune euro-

peo.Hanno chiesto al governo greco di accettare una

pro-posta che accumula un nuovo insostenibile peso

sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possi-

bilità di recupero dell‟economia e della società greche.

Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di

incertezza ma accentua persino le disuguaglianze so-

ciali.

La proposta delle istituzioni include: misure per un‟ul-

teriore deregolamentazione del mercato del lavoro, ta-

gli alle pensioni, ulteriori riduzioni nel salario minimo

del settore pubblico e incremento dell‟IVA su cibo, ri-

storazione e turismo, eliminando inoltre le agevolazio-

ni fiscali per le isole greche.

Queste proposte violano direttamente fondamentali

diritti europei, mostrano che riguardo a lavoro, ugua-

glianza e dignità, lo scopo di alcuni partners e istitu-

zioni non è il raggiungimento di un buon accordo per

tutte le parti, ma l‟umiliazione dell‟intero popolo

greco.

MESSAGGIO DI DIGNITA‟AL MONDO di Αλέξης Τσίπρας

All’una di questa notte, Alexis Tsipras, ha diramato questo messaggio di cui presentiamo la traduzione in

italiano circolante in rete. E’ per noi la voce più alta e nobile sinora ascoltata in ri-sposta alle folli richieste

del Fondo Monetario Internazionale e le Isttuzioni europee. E vogliamo che tutti i nostri lettori ne

comprendano il senso. Il senso della libertà e della democrazia. Che rinasce dalla Grecia.

Page 34: Antropos giugno 2015m

- 34 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Mi impegno personalmente al rispetto dei risultati

della vostra scelta democratica, qualsiasi essi siano.

Maria Imparato da Bergamo

Dal 3 al 5 giugno a Milano il Forum internazionale

della società civile e dei movimenti contadini.

L‟impegno verso una reale sostenibilità ali-mentare

Come tutte le grandi manifestazioni, Expo nasce con

la sua dose di contraddizioni interne e polemiche:

dalle notizie sulla corruzione e sugli appalti truccati,

passando per la controversa presenza di multi-

nazionali, come Mc Donald‟s, Coca-Cola e Nestlé,

fino ad arrivare alle riflessioni circa il vero si-

gnificato del messaggio di Expo (“Nutrire il Pianeta.

Energie per la Vita”).

Quest‟ultimo punto è forse quello più importante

perché rappresenta la più significativa eredità di

Expo 2015, nel suo intento di promuovere la

sostenibilità alimentare nel mondo.

È in questo quadro che si inserisce l‟Expo dei

Popoli, il Forum internazionale della società civile e

dei movimenti contadini, che si svolgerà a Milano,

presso la Fabbrica del Vapore, dal 3 al 5 giugno

2015, per rispondere alla sfida di “Nutrire il

Pianeta”.

Si tratta di un evento esterno, ma collaterale a Expo,

voluto da oltre 40 organizzazioni no-profit italiane,

che compongono il Comitato e hanno sottoscritto un

Manifesto, che offre chiare indicazioni sulle so-

luzioni da mettere in campo per vedere finalmente

riconosciuti e garantiti i diritti ad un‟alimentazione

adeguata e ad un uso equo e sostenibile delle risorse

naturali.

Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta

onorerà la storia del nostro paese e manderà un

messaggio di dignità al mondo.

In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare

che l‟Europa è la casa comune dei popoli. Che in

Europa non ci sono proprietari ed ospiti.

La Grecia è e rimarrà una parte fondamentale

dell‟Europa, e l‟Europa è una parte della Grecia. Ma

senza democrazia, l‟europa sarebbe un‟europa senza

identità e senza bussola.

Vi invito a mostrare unità nazionale e calma e fare la

scelta giusta.

Per noi, per le generazioni future, per la storia dei

greci. Per la sovranità e la dignità del nostro

popolo.» ( Alexis Tsipras Atene, 27 giugno 2015, ) Carlo Santi

Nonostante l‟emergenza della fame nel mondo sia

un problema dalle radici antiche, non è mai stata

veramente al centro

delle agende dei vari Capi di Stato e di Governo.

Spesso i leader mondiali hanno delegato queste

responsabilità alle grandi organizzazioni umanitarie

internazionali, senza però garantire il proprio

concreto sostegno.

Il Manifesto Associazioni della società civile italiana, insieme a

decine di Reti e movimenti contadini di tutto il

mondo, hanno scelto di fare squadra per influenzare

il dibattito pubblico suscitato dall‟Esposizione

Universale, tramite un Manifesto a scopo pro-

grammatico. L‟intento è diffondere la conoscenza di

alcuni temi fondamentali, intesi come parte

integrante del percorso ufficiale di Expo 2015. Il

cibo è un diritto sancito dalla Dichiarazione Uni-

versale dei Diritti Umani e da numerose Carte

internazionali. A partire da questo principio, l‟acca-

parramento di terre da parte delle multinazionali, nei

paesi del Sud del mondo, rappresenta una sorta di

neocolonialismo delle risorse, configurandosi come

un processo che porta intere aree del Pianeta ad

allontanarsi dall‟autosufficienza.

Altro tema scottante è il cibo inteso come “com-

modity”, ovvero come materia prima, su cui viene

esercitata una speculazione finanziaria che crea un

(Continua a pagina 35)

Dal 3 al 5 giugno a Milano il Forum

internazionale della società civile

Page 35: Antropos giugno 2015m

- 35 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

forte divario tra prezzi agricoli e costi di produzione. Ne

consegue che, per salvaguardare il diritto dei piccoli

agricoltori di produrre cibo di qualità, sono fondamentali

le scelte d‟acquisto dei consumatori e soprattutto poli-

tiche adeguate da parte degli Stati. A questo proposito,

alcuni progressi sono stati realizzati per quanto riguarda

l‟impiego di metodi di produzione sostenibili e il

controllo della produzione sui mercati interni, per evitare

surplus strutturali, ma resta ancora molto da fare.

L‟invito del Manifesto è quello di non nascondersi dietro

l‟ipocrisia del nostro benessere economico, condividendo

invece la responsabilità nei confronti di chi soffre ancora

la fame: problemi di governo, di distribuzione delle

risorse e di autodeterminazione delle popolazioni sono

tutti possibili implicazioni della crisi alimentare, che si è

aggravata negli ultimi anni. «Gli attuali sistemi alimentari

si sono rotti, perché sono funzionali solo alla massi-

mizzazione dei profitti di pochi e non garantiscono un

diritto al cibo di qualità a tutti gli altri», afferma Giosuè

De Salvo, portavoce di Expo dei Popoli. Sono veramente

pochi i piccoli imprenditori che controllano la filiera del

nascita ad una Nazione (dal latino natio, cioè appunto

nascita) ma avesse viceversa il diritto di scegliersi la patria

per lui più conveniente, anche calpestando i diritti degli

abitanti di quella patria. Anzi, se qualche governo compie il

proprio dovere e difende la frontiera nazionale (per esempio,

costruendo una barriera a protezione dei confini), quel

governo viene condannato senza appello dagli organi

d‟informazione “europei”, che lo qualificano come razzista e

xenofobo. L‟ultima vittima di questo conformismo becero è

l‟Ungheria, per la decisione di proteggere la sua frontiera

con la Serbia; ma è già toccato alla Spagna, alla Grecia, alla

Svizzera (ricordate il refe-rendum anti-immigrazione?), e la

stessa Francia viene in questi giorni criticata per il blocco

alla frontiera di Ventimiglia.

Quanto all‟Italia, la sua classe dirigente è in perfetta

sintonia con tutti i padrini dell‟assalto migratorio: con i

“mercati”, in primo luogo; ma anche con il Vaticano, con

una Sinistra che va tenuta buona con un osso (quello

appunto dell‟immigrazione) e – ultimo non ultimo – con la

Grande Alleata che ha voluto l‟eliminazione di Geddafi,

forse anche per togliere un ostacolo oggettivo allo scatena-

mento dell‟assalto migratorio contro le coste italiane; la

stessa Grande Alleata – guarda caso – che non muove un

dito per impedire l‟avanzata dell‟ISIS in Libia. Quello

dell‟immigrazione – tra i tanti – è il più clamoroso dei

fallimenti del Pifferaio dell‟Arno, che è riuscito a prendere

pesci in faccia da tutti con il sorriso sulle labbra, ad incas-

sare le sconfitte più clamorose scrivendo su Twitter che

l‟Italia era riuscita ad ottenere non so quali eccezionali

risultati in sede europea. La realtà è sotto gli occhi di tutti.

Adesso gli immigrati non li portano in Italia soltanto le

nostre navi; ma anche le navi degli altri Paesi europei

(Inghilterra, Germania, Spagna, eccetera), che li prelevano

appena fuori dalle acque territoriali libiche e li vengono su-

cibo, dal seme al piatto; il monopolio delle sementi è in

mano a poche aziende e lo stesso vale per le fasi di tra-

sformazione del cibo e di distribuzione. «Il risultato è che

alcune grandi imprese fanno man bassa della terra, acca-

parrandosene la proprietà», denuncia De Salvo. «Questa

concentrazione di potere crea un‟ur-genza democratica».

Viste le premesse, rispondere alla domanda su come

nutrire il Pianeta diventa la questione più urgente, che

interpella ciascuno di noi, nel nostro quotidiano. Expo

2015 invita alla discussione tutti coloro che hanno

responsabilità dirette e poteri decisionali.

Milano, quindi, costituisce solo uno degli step di mo-

bilitazione internazionale: dal 25 al 27 settembre, a New

York, l‟Assemblea dell‟Onu analizzerà i risultati conse-

guiti nella lotta alla fame e alla povertà e discuterà i piani

e gli obiettivi futuri. Sarà poi la volta di Parigi il 7 e 8

dicembre, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui

cambiamenti climatici, dove si discuterà del nuovo pro-

tocollo di comportamento da seguire a livello globale.

Maria Imparato

bito a depositare nei nostri porti. Bel risultato davvero! Ma il

Vispo Tereso non fa una piega, anzi ha la faccia tosta di

insolentire chi stigmatizza il suo operato. Salvini, in

particolare, è accusato di “speculare sulla paura”. Come se gli

italiani non avessero motivo di aver paura! «La priorità –

ripete come un disco rotto – è salvare vite uma-ne.» Altro

messaggio moralmente apprezzabile, ma giuridicamente

infondato. La priorità per qualunque Stato è difendere i propri

cittadini, la vita dei propri cittadini, la sicurezza dei propri

cittadini, gli interessi dei propri cittadini. Dopo di che,

difendere anche vita, sicurezza, interessi degli altri. Ma in

seconda istanza, e comunque in termini realistici, rap-portati

alle proprie capacità, compatibilmente con le pro-prie

disponibilità (economiche, occupazionali, abitative, eccetera).

Non esiste, non può esistere una solidarietà illi-mitata.

Neanche il Paese più ricco del mondo può per-mettersi di non

chiudere la porta in faccia a nessuno. Eppure, il buonismo di

Stato (e di parrocchia) ci dice che abbiamo l‟obbligo

(l‟obbligo, non la facoltà) di accogliere tutti coloro che

vogliono venire da noi. E pazienza se ac-canto ai cristiani

profughi dall‟ISIS ci sia qualche (?) mu-sulmano che vede

l‟Europa come una terra di conquista per l‟Islam; pazienza se,

accanto a chi fugge dalle persecuzioni, ci sia chi soltanto

voglia “una vita migliore”; pazienza se, accanto a chi cerca

un lavoro (che non c‟è), ci siano dei de-linquenti, anche

pericolosissimi. Poco importa, le Nazioni, i loro confini, le

loro regole sono piccoli ostacoli che la storia ci ha gettato fra

i piedi, per farci inciampare sulla strada imbecille di un

mondo senza frontiere e senza anima, pronto per essere

guidato da quel “governo unico mondiale” che è il sogno

proibito della speculazione finanziaria. Con gli applausi di

una Sinistra succube, e con la benedizione di una Chiesa

miope.

M.RALLO

Dal 3 al 5 giugno a Milano il Forum internazionale della società civile – continua da pag. 34

Chi vuole distruggere gli stati nazionali? Continuazione da pagina 31

Page 36: Antropos giugno 2015m

- 36 -

LLaa tteelleewweebb AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD ee llaa ssuuaa

rriivviissttaa nnoonn hhaannnnoo ffiinnaalliittàà lluuccrraattiivvee,, nnéé ssoonnoo eessssee lleeggaattee

aadd iiddeeoollooggiiee ppoolliittiicchhee.. PPeerrcciiòò,, aaggiissccoonnoo nneellllaa ttoottaallee

lliibbeerrttàà ddii ppeennssiieerroo,, iinn nnoommee ddii uunnaa ccuullttuurraa,, cchhee hhaa aa

ccuuoorree ii vvaalloorrii cchhee rraapppprreesseennttaannoo iill ccaarrddiinnee ddeellllaa ssoocciieettàà

cciivviillee ee ddeellllaa vviittaa,,nneell ppiieennoo rriissppeettttoo ppeerr llaa ppeerrssoonnaa

uummaannaa ee ccoonnttrroo ooggnnii ffoorrmmaa ddii iiddiioossiinnccrraassiiaa.. PPrroo ppaaccee,,

sseemmpprree ccoonnttrraa bbeelllluumm..

RRiivviissttaa ee tteellee--wweebb oommoonniimmaa::

hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ii tt

hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ee uu CCaannaallee vviiddeeooYYuuttuubbee

hhttttpp::////wwwwww..yyoouuttuubbee..ccoomm//uusseerr//MMrrFFrraannccooppaassttoorree

DDiirreezziioonnee ee ggeessttiioonnee VViiaa PPoossiiddoonniiaa,, 117711//hh,, SSaalleerrnnoo

tteelleeffoonnoo//sseeggrr..tteell:: 008899..772233881144

FFaaxx:: 008899..772233881144 –– EECCDDLL::IITT11553311444400

CCoonnttaattttii tteelleemmaattiiccii:: aa nn tt rr oo pp oo ss @@ ff aa ss tt ww ee bb nn ee tt .. ii tt

DDiissttrriibbuuzziioonnee:: LL ee tt tt uu rr aa oo nn ll ii nn ee

FFoonnddaattoorree//EEddiittoorree//DDiirr..rreessppoonnssaabbiillee:: MMeemmbbeerr ooff GG..NN..SS PPRREESSSS AAssssoocciiaattiioonn

EEuurrooppeeaann JJoouurrnnaalliisstt

ddootttt.. PPrrooff.. FFrraannccoo PPaassttoorree

ff rr aa nn cc oo pp aa ss tt oo rr ee @@ ff aa ss tt ww ee bb nn ee tt .. ii tt hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ii tt // BB ii oo gg rr aa ff ii aa .. hh tt mm ll hh tt tt pp :: // // aa nn dd rr oo pp oo uu .. bb ll oo gg ss pp oo tt .. ii tt //

DDiirreettttoorree:: RRoossaa MMaarriiaa PPaassttoorree

rroommaappaass@@kkaattaammaaiill..ccoomm

rr oo mm aa pp aa ss 33 99 @@ gg mm aa ii ll .. cc oo mm

hhttttpp::////rroosseemmaarryyookk..sskkyyrroocckk..ccoomm//

RReeddaazziioonnee ddii SSaalleerrnnoo VViiaa CCaammiilllloo SSoorrggeennttii,, 2211 ((tteell..008899..222233773388))

ddootttt.. RReennaattoo NNiiccooddeemmoo

ddootttt.. IInngg.. GGiiuuffffrriiddaa FFaarriinnaa

DDootttt.. MMaarriiaa RRoossaarriiaa MMaarreessccaa

MMaarriioo BBoottttiigglliieerrii

PPaaoolloo ZZiinnnnaa

RReeddaazziioonnee ddii PPaaggaannii PPiiaazzzzaa CCoorrppoo ddii CCrriissttoo 8844001166

ddootttt.. FFllaavviiaannoo CCaalleennddaa

ff ll aa vv ii aa nn oo cc aa ll ee nn dd aa @@ kk aa tt aa mm aa ii ll .. cc oo mm

RReeddaazziioonnee ddii AAnnggrrii VViiaa BBaaddiiaa,, 66 AAnnggrrii ((SSaa)) ((008811..994466889955))

GGeeoommeettrrrraa CCaarrlloo DD’’AAccuunnzzoo

ccaarrlloo..ddaaccuunnzzoo@@ttiinn..iitt

RReeddaazziioonnee ddii SSaann VVaalleennttiinnoo TToorriioo ((SSaa)) VViiaa CCuurrttii,, 88 –– tteell.. 008811..99555555440088 ddootttt.. AAvvvv..VViinncceennzzoo SSoorriieennttee vviinncceessoorriieennttee@@ggmmaaiill..ccoomm

RReeddaazziioonnee ddii TToorrrree ddeell LLaaggoo PPuucccciinnii CCoommuunnee ddii VViiaarreeggggiioo -- VViiaa FF..DDeellll’’AAqquuiillaa,, 2299//bb

SSiillvveessttrrii PPaassttoorree CCeessaarree

ssiillvveessttrriicceessaarree@@vviirrggiilliioo..iitt

RReeddaazziioonnee ddii BBeerrggaammoo VViiaa PPeerroossii,, 2200 ((cceellll::33447700770066113333))

DDootttt..PPrrooff..ssssaa MMaarriiaa IImmppaarraattoo

mmaarriiaaiimmppaarraattoo11@@vviirrggiilliioo..iitt

CCoollllaabboorraazziioonnii:: ddootttt.. VViinncceennzzoo AAnnddrraaoouuss ((PPaavviiaa))

ddootttt..ssssaa AAnnnnaa BBuurrdduuaa ((EErriiccee))

ddootttt.. MMaarrccoo DDee BBoorriiss ((MMiillaannoo))

ddootttt..aarrcchh.. AAnniieelllloo PPaalluummbboo ((SSaalleerrnnoo))

oonn.. ddootttt.. MMiicchheellee RRaalllloo ((TTrraappaannii))

ddootttt..UUmmbbeerrttoo VViittiieelllloo ((NNaappoollii))

ddootttt..ssssaa PPaaoollaa LLeeoo ((TTrraappaannii))

ddootttt..ssssaa MMaarriiaa RRoossaarriiaa MMaarreessccaa ((NNoocc..IInnff..))

CCoonnssuulleennttee mmuussiiccaallee MM..ttrroo EErrmmaannnnoo PPaassttoorree

CCoonnssuulleennttee ggrraaffiiccoo DDootttt PPaaoolloo LLiigguuoorrii

WWeebbmmaasstteerr PPaassttoorree RRoossaa MMaarriiaa

AAii sseennssii ee ppeerr ggllii eeffffeettttii ddeell DD.. LLgg.. 119966//0033,, llee iinnffoorrmmaa--

zziioonnii ccoonntteennuuttee iinn qquueessttee ppaaggiinnee ssoonnoo ddiirreettttee eesscclluussii--

vvaammeennttee aall ddeessttiinnaattaarriioo.. ÈÈ VViieettaattoo,, ppeerrttaannttoo,, uuttiilliizzzzaarrnnee

iill ccoonntteennuuttoo,, sseennzzaa aauuttoorriizzzzaazziioonnee,, oo ffaarrnnee uussii ddiivveerrssii ddaa

qquueellllii ggiioorrnnaalliissttiiccii ..

II ccoollllaabboorraattoorrii,, vvoolloonnttaarrii,, nnoonn ppeerrcceeppiissccoonnoo ccoommppeennssoo

aallccuunnoo ee ssii aassssuummoonnoo llee rreessppoonnssaabbiilliittàà ddii qquuaannttoo

rriippoorrttaattoo nneeii pprroopprrii eellaabboorraattii..

DDaall DDeettttaattoo ccoossttiittuuzziioonnaallee::

-- TTuuttttii hhaannnnoo ddiirriittttoo aa mmaanniiffeessttaarree lliibbeerraammeennttee iill

pprroopprriioo ppeennssiieerroo,, ccoonn llaa ppaarroollaa,, lloo ssccrriittttoo eedd ooggnnii aallttrroo

mmeezzzzoo ddii ddiiffffuussiioonnee.. LLaa ssttaammppaa nnoonn ppuuòò eesssseerree ssooggggeettttaa

aadd aauuttoorriizzzzaazziioonnii oo cceennssuurree -- ((AArrtt.. 2211))

-- LLaa CCoossttiittuuzziioonnee iittaalliiaannaa aassssuummee llaa ccuullttuurraa ccoommee vvaalloorree

ffoonnddaammeennttaallee ee iinnsseerriissccee ttrraa ii pprriinncciippii ffoonnddaammeennttaallii llaa

ddiissppoossiizziioonnee cchhee iimmppeeggnnaa llaa RReeppuubbbblliiccaa aa pprroommuuoovveerrnnee

lloo ssvviilluuppppoo.. ““IIll ppaattrriimmoonniioo ccuullttuurraallee ddii uunn PPaaeessee

rraapppprreesseennttaa llaa tteessttiimmoonniiaannzzaa vviissiibbiillee ee ttaannggiibbiillee ddeellllaa

ssttoorriiaa ddii qquueellllaa NNaazziioonnee ……”” -- ((aarrtt..99))

GGllii iinnddiirriizzzzii ee--mmaaiill iinn nnoossttrroo ppoosssseessssoo,, iinn ppaarrttee ccii ssoonnoo

ssttaattii ccoommuunniiccaattii,, iinn ppaarrttee pprroovveennggoonnoo ddaa eelleenncchhii ddii

ppuubbbblliiccoo ddoommiinniioo iinn IInntteerrnneett,, aallttrrii ssoonnoo ssttaattii pprreelleevvaattii,,

ddaa mmeessssaaggggii ee--mmaaiill aa nnooii ppeerrvveennuuttii.. SSeeccoonnddoo ll''aarrttiiccoolloo nn..

11661188 PPaarr.. 111111 ddeelliibbeerraattoo aall 110055°° ccoonnggrreessssoo UUSSAA,, iinn

ccoonnffoorrmmiittàà aallllaa DD..LLggss.. 119966//22000033 eedd aa nnoorrmmaa ddeellllaa LLeegg..

667755//9966,, nneell rriissppeettttoo ddeell ttrraattttaammeennttoo ddeeii ddaattii ppeerrssoonnaallii,, iill

ssuuoo iinnddiirriizzzzoo èè ssttaattoo uuttiilliizzzzaattoo eesscclluussiivvaammeennttee ppeerr ll’’iinnvviioo

ddeellllaa pprreesseennttee rriivviissttaa..

RReeggaallaattee uunn aabbbboonnaammeennttoo ggrraattuuiittoo aallllaa rriivviissttaa,, aa

ppaarreennttii,, aammiiccii ee ccoonnoosscceennttii iinntteerreessssaattii,, sseeggnnaallaannddooccii llaa

lloorroo ee--mmaaiill.. IInnffaattttii,, iill ggiioorrnnaallee vviieennee iinnvviiaattoo ssoolloo aadd ee--

mmaaiill sseeggnnaallaattee eedd ooppppoorrttuunnaammeennttee sseelleezziioonnaattee..

SSuu wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu,, iinn NNeewwss,, ii nnuummeerrii ddeellllaa

rriivviissttaa ddeeggllii uullttiimmii ttrree aannnnii.. PPeerr ccoommuunniiccaazziioonnii,,

iinnvviioo ddii mmaatteerriiaallii,, rriicchhiieessttee ddii ppuubbbblliicciittàà ee ccoollllaa--

bboorraazziioonnii:: 008899..222233773388 –– FFaaxx:: 008899..772233881144 ––

CCeelllluullaarree:: 33777711771111006644

EE--MMAAIILLSS :: aannddrrooppoossiinntthheewwoorrlldd@@ffaassttwweebbnneett..iitt

aannttrrooppooss@@ffaassttwweebbnneett..iitt –– ffrraannccooppaassttoorree@@ffaassttwweebbnneett..iitt

SSppeeddiizziioonnee vviirrttuuaallee oonn lliinnee PPeerr ssppeeddiizziioonnee vviirrttuuaallee oommaaggggiioo,, mmaassssiimmoo 33 mmeessii

PPeerr ccooppiiaa ccaarrttaacceeaa:: €€ 11,,5500 ppiiùù ssppeessee ddii ssppeeddiizziioonnee..

PPeerr aabbbboonnaammeennttoo aannnnuuoo aall ccaarrttaacceeoo:: €€ 2255,,0000

PPeerr aabbbboonnaammeennttoo aannnnuuoo aall vviirrttuuaallee:: €€ 2200,,0000

AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD,, RRiivviissttaa ee TTeelleewweebb,,

hhaannnnoo,, iinnoollttrree ,, iill ppaattrroocciinniioo ddeeggllii EEnnttii CCaarrmmiinneelllloo ee

SSSS.. CCoorrppoo ddii CCrriissttoo.. IIll ggiioorrnnaallee èè aa ddiissppoossiizziioonnee ddeeii

nnoossttrrii lleettttoorrii ssuull ppoorrttaallee:: hhttttpp::////wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu//aannttrrooppoossiinntthheewwoorrlldd..hhttmmll

mmaa ppuuòò eesssseerree rriicchhiieessttoo aanncchhee iinn ffoorrmmaa ccaarrttaacceeaa,,

pprreevviioo llaa ssoottttoossccrriizziioonnee ddii uunn aabbbboonnaammeennttoo annuale

RReeaalliizzzzaazziioonnee ccaarrttaacceeaa VViiaa PPoossiiddoonniiaa 221133//221155 ((SSaa)) -- tteell.. 008899 775599772255

MMeemmbbeerrsshhiipp iinn tthhee GGNNSS PPrreessss AAssssoocciiaattiioonn RReegg.. IIDD 77667766 88 –– IIPPCC // RRiicchhiieessttaa aauuttoorriizzzz..nnee aall TTrriibbuunnaallee ddii SSaalleerrnnoo ddeell 2255..0033..22000088 // PPaattrroocciinniioo CCoommuunnee ddii

SSaalleerrnnoo pprroott.. PP9944990088 –– 2277..0055..22000099 // PPaattrroocciinniioo PPrroovv.. AAvveelllliinnoo –– pprroott.. 5588119966 –– 1166..1100..22001122 // PPaattrroocc.. CCoomm.. PPaaggaannii –– pprroott.. 00002233228844 –– 2299..0077..22000088 // PPaattrroocc..

PPrroovv.. SSaalleerrnnoo –– pprroott.. 116677//sstt –– 2233..0099..22000099 // PPaattrroocc.. CCoomm.. ddii SS.. VVaalleennttiinnoo TToorriioo –– 2244..0055..22000088 –– AAccqquuiissttoo SSppaazziioo//wweebb ddeell 2266//0044//0066 -- AArruubbaa SS..PP..AA..