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9 • Atalanta - Udinese MAI SOLA!!!

Atalanta - Udinese Giornalino

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9 • Atalanta - Udinese

MAI SOLA!!!

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Siamo all’ultima par-tita dell’anno solare e alla penultima del girone di andata.

È tempo quindi dei primi bi-lanci e non possiamo che es-sere soddisfatti per la clas-sifica dell’Atalanta, tenuto conto anche della penalizza-zione (sperando sia davvero l’ultima!).La zona pericolosa è suf-ficientemente lontana ed i presupposti per un campio-nato tranquillo ci sono anco-ra tutti (salvarsi è doverosa-mente il primo obiettivo).Non possiamo però non sot-tolineare come negli ultimi

tempi qualche cosa, soprat-tutto nell’approccio alle par-tite, non sia andato bene. Contro Genoa e Bologna ab-biamo subito due sconfitte evitabili. Contro la Juve pro-babilmente il risultato non sarebbe cambiato, ma certo è stato spiacevole avere l’im-pressione di ritenere persa la partita prima ancora di averla giocata.Per non dimenticare la brut-ta figura di Roma in Coppa Italia, sia a livello di gioco che di risultato. E su queste pagine avevamo scritto quan-to fosse importante onorare il cinquantesimo anniversario

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AVANTI CON CORAGGIO!

della vittoria degli eroi di San Siro.Insomma, siamo stati i primi a parlare di sogno Europa e siamo altrettanto realisti nel non dimenticare che prima di

tutto dobbiamo salvarci.Ma lo spirito atalantino è innanzitutto essere ber-gamaschi dentro, senza mollare un attimo, con la rabbia e la voglia sempre addosso. E soprattutto, non perdendo mai il co-raggio di osare.Oggi arriva l’Udinese. Ob-bligatorio dare il massi-mo… sia i ragazzi in cam-po che noi in curva per spingere la squadra alla vittoria! Ma soprattutto obbligatorio ritrovare la compattezza di sempre.

Quindi, lo spirito atalantino!

SOLO ATALANTA!!!

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La vicenda di Stendardo ha dell’incredibile da qual-siasi punto di vista la si guardi.

Non tanto per i contenuti della stessa ma per il fatto che la si-tuazione sia stata resa pubblica e non gestita internamente senza dare tutto questo risalto, con-sentendo che ancora una volta, si sparasse merda a vagonate su società, allenatore, giocatore e tifosi, nel nome di un certo modo di fare informazione che ormai abbiamo imparato a conoscere anche direttamente sulla nostra pelle.Se un rimprovero va fatto alla società è quello di essersi fatta sfuggire la possibilità di gesti-re questa vicenda nelle quattro mura dello spogliatoio.Intendiamoci non ce ne frega un cazzo di chi abbia ragione, ciò che dà ancora una volta tremen-damente fastidio è come gli av-voltoi della Gazzetta e di L’Eco si siano buttati a peso morto su sta cosa, trattando la notizia con un nemmeno troppo velato attacco alla società un po’ su tutto.Giornalai che hanno fatto il paral-

lelo, non si capisce bene seguen-do quale nesso logico, tra il calcio scommesse e la vicenda Stendar-do, mettendo sullo stesso piano lo stipendio pagato a Doni ed il “no” a Stendardo. Che, detto per inciso non è stato un no perché Willy il suo esame l’ha dato. Ma è evidente che il giornalaccio rosa altro non ha voluto fare che get-tare ancora una volta fango sulla nostra società. Il giornalista è sempre lo stesso, non vale la pena nominarlo, tanto ormai lo sanno anche i gradoni dello stadio a chi ci si riferisce.E nella nostra città, il tanto caro quotidiano locale, come ha trat-tato la vicenda? Non si sono fat-ti mancare il classico sondaggio e, tramite l’illuminata penna di Serina pontificano di come sia inammissibile il silenzio della pro-prietà sulla vicenda, silenzio che secondo Serina porterebbe d’orain avanti i giovani calciatori a ri-fiutare di venire nel settore gio-vanile dell’Atalanta perché non si incoraggiano i ragazzi a studiare. Siamo al delirio giornalistico, an-che perché il silenzio sulla vicen-da nei confronti del giornalista di

l’Eco non significa che la proprietà non si sia fattasentire con i diretti interessati: te ghet mia pensat a chèsto Serina? Perle di moralismo sono arrivate dai per-sonaggi più disparati, Petrucci e Tommasi in testa solerti nel-lo spiegarci come sia

STENDARDO IL NOSTRO PENSIERO

sorprendente che a nessuno in Società sia venuto in mente che un calciatore che si laurea possa rappresentare un buon esempio per i ragazzini che guardano ai calciatori come modelli. Certamente se segue il vostro (di voi manager del calcio) di esem-pio non può che trarre pessimo insegnamento, ma detto ciò, a voi, cari Petrucci e Tommasi (e con voi tutti quelli che si sono per-messi di fare la morale alla socie-tà Atalanta) non è mai venuto in mente che se un ragazzino cresce con l’icona dei valori mostratigli da un calciatore piuttosto che seguendo gli insegnamentidi papà e mamma, ha forse qual-che problema ben più grave per la sua vita futura?Esprimiamo il più sincero apprez-zamento a Willy per quello che sta facendo per la sua vita priva-ta ma per ora è un professionista legato ad una squadra, alla nostra squadra, e deve rispondere alle esigenze della stessa, seguendo-ne le regole che valgono per lui come per tutti gli altri.

Non stiamo con lui, come non stiamo con chiunque altro si sia trovato direttamente o indi-rettamente coinvolto in questo “caso”, sia esso il Direttore Ge-nerale Marino, il Mister Colan-tuono o altri.Noi stiamo con l’interesse dell’Atalanta, e stiamo contro chiunque tenti di danneggiarla. Punto.Interesse al quale, da un po’ di tempo a questa parte, non guar-da tanta, troppa gente, sempre e solo alla ricerca di qualsiasi appi-glio per mettere il bastone tra le ruote alla Dea. Statevene li belli comodi dietro le vostre scrivanie a pontificare, con la vostra bella penna in mano, di gente comevoi l’Atalanta ne avrà sempre meno bisogno perché per vostra sfortuna i cervelli della gente sono accesi ed i vostri articoli, prima o poi, finiranno per esse-re carta buona solo per pulirsi il culo.Sulla strada al fianco della Dea c’erano, ci sono e ci saranno sem-pre i soliti dell’Atalanta Ultras!

Solo Atalanta

Un altro guerriero della nostra difesa!

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La mattina di venerdì 7 di-cembre una delegazione della Curva Nord di Ber-gamo ha voluto presen-

ziare presso il tribunale di Ve-rona, dove era attesa la sentenza definitiva sulla vicenda di Paolo Scaroni, il tifoso bresciano reso disabile dalle manganellate subite durante le cariche della celere alla stazione di Verona dopo la partita Hellas Verona - Brescia del 24 novembre 2005.Arrivati al tribunale, dove sono presenti anche esponenti di altre tifoserie, veniamo accolti dagli ul-

tras bresciani, a cui va dato atto, nonostante qualsiasi rivalità che in particolari casi come questi passa senz’altro in secondo pia-no, di una grandissima coerenza, costanza e determinazione nel portare avanti ormai da 7 anni una battaglia doverosa, cercando di sensibilizzare l’opinione pubbli-ca riguardo ad un ragazzo come tanti che da allevatore di tori si ritrova quasi completamente in-valido, senza un sussidio statale che sia sufficiente per curarsi, senza alcun genere di risarcimen-

to per l’abuso subito e, ciò che fa più arrabbiare, senza che nessuno sia dichiarato colpevole delle con-dizioni in cui si ritrova.La nostra presenza, sempre con-traddistinta da grande rispetto e portamento, era quindi doverosa, sia per manifestare una volta di più la nostra solidarietà oltre ogni colore, sia per contribuire anche da parte nostra al tentativo di portare sotto la luce dei riflettori i troppi numerosi casi di abusi ad opera delle forze dell’ordine che troppo spesso rimangono impunti e, anzi, vengono insabbiati: quello

di Paolo è un esempio dei più lam-panti e proprio da questo era nata la scelta di invitarlo al riuscitissi-mo dibattito di quest’estate alla Festa della Dea, a cui hanno assi-stito più di 600 persone. La possibilità offerta dai brescia-ni di entrare nell’aula di tribunale dove si sta svolgendo il processo ci permette di ascoltare con le nostre orecchie l’interrogatorio ai poliziotti indagati: noi non sia-mo di certi giudici o avvocati, ma probabilmente anche un bambino si sarebbe accorto di come la di-

VERONA: ChIESTA CONDANNA DI OTTO ANNI A SETTE POLIzIOTTI

fesa dei celerini faccia acqua da tutte le parti, sbandando da vaghi

“non ricordo” a filastrocche impa-rate a memoria e ripetute da tut-to il reparto indagato riguardo ai fatti contestati più gravi; grande merito va dato però all’avvocato di Paolo, sempre pronto a ribatte-re a tutto ciò che dicevano fino a metterli più volte in difficoltà e a farli contraddire, cosa che la dice lunga su come i fatti siano ben di-versi da ciò che questi “signori” raccontano.

Una volta conclusi gli interroga-tori, veniamo informati sul fat-

to che la sentenza è stata rimandata al 18 gennaio; il pm ha però presenta-to una richiesta di condanna di 8 anni per ciascuno dei 7 poliziotti. Questo, crediamo, è già qualcosa, sopra-tutto in confronto ad altri casi recen-ti (vedi la vicenda di Stefano Cucchi, la

cui morte è stata recentemente fatta passare come causata dalla denutrizione). Fuori dall’aula veniamo salutati e ringraziati direttamente da Paolo e, dopo un breve saluto ai ragaz-zi di Cava presenti anche loro al tribunale, facciamo ritorno verso Bergamo. Incrociamo le dita, sperando che la giustizia faccia finalmente il suo corso.

Aula del Tribunale di Verona

Gli Ultras giunti da più parti d’Italia

Aula gremita dagli Ultras

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ENNESImA DImOSTRAzIONE DELL’AffETTO DEI TIfOSI DEL fRANkfuRT

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uando vengono scritti articoli ri-guardanti la cronaca viene sempre fatto

un riferimento, le parole di Fabio Capello ex allenatore della nazionale britannica: “il calcio italiano è in mano agli ultras”. Una frase che fa ri-dere chiun-que conosca anche in modo superficiale gli interes-si che girano attorno al si-stema calcio; squadre quo-tate in bor-sa, manager che gestisco-no società, Figc e Lega calcio sistemi creati e gestiti da persone che da più di 20 anni siedono sulla stessa poltrona, giornalisti leccapiedi al servi-zio del profitto, milioni di euro gestiti per i diritti televisivi e moltissimi altri loschi affari con un unico fine: il guadagno. E tra questo schifo sarebbero gli Ultras a tenere sotto scac-co il calcio?! E allora che fare contro i tifosi? In Italia, sem-pre di più, i gruppi Ultras ven-gono accusati di associazione

per delinquere, un reato gra-vissimo che mette sullo stes-so piano un tifoso ad un mafio-so. Quando accadono fatti di questo genere i media, come abbiamo provato sulla nostra pelle, danno un grande spazio a queste situazioni cercan-do in tutti i modi di tenere

alto l’interes-se pubblico. Il giornalista di turno è ra-pidissimo a riportarne il nome e cogno-me per inte-ro, l’indirizzo, ed il luogo di lavoro. Scru-poloso nell’evi-

denziarne al lettore eventuali precedenti. Ma lo stesso non viene fatto se nel processo vengono distrutte le accuse. È capitato al gruppo “Ultrà Lecce”, che nella primavera del 2009 è stato accusato di questa pesante accusa. Ma come è poi andato a finire quel processo, tutti quei giornalai che all’inizio erano a studia-re le carte o ad intervistare i parenti, nessuna traccia. Solo qualche articolo sul web dove però devi essere tu lettore a

cercarlo per volerti informa-re. Alla fine il giudice, al ter-mine di un lungo processo, ha assolto tutti gli imputati, al termine di una breve camera di consiglio (circa mezz’ora), sposando in pieno la tesi di-fensiva. In poco più di un’ora e mezza l’avvocato Giuseppe Milli (difensore di nove degli imputati) aveva, attraverso una complessa e dettagliatis-sima memoria difensiva inte-rattiva, smontato punto dopo punto la tesi accusatoria. Il penalista leccese ha dimo-strato, attraverso riscontri temporali, ricostruzione dei luoghi, mappe, testimonianze, analisi tecniche e riproduzio-ni digitali, come non vi fosse alcuna connessione tra i reati contestati e i suoi assistiti. Ma questo non viene detto, c’è

una sorta di silenzio imposto per queste notizie ma è giu-sto che vengano dette, che 15 ragazzi di una città sono stati trattati come criminali, quan-do invece criminali non erano. Concludiamo riportando le pa-role dell’avvocato dei ragazzi di Lecce: “È la vittoria di que-sti ragazzi che per oltre sei anni hanno subito la gogna me-diatica. Questa sentenza ren-de loro giustizia, ripagando almeno in parte chi ha dovuto subire un lungo processo e il Daspo per tre anni, perdendo in alcuni casi anche il posto di lavoro”.

FIERI E LIBERI DI ESSERE

QUELLO CHE SIAMO:

ULTRAS

LA CORRETTA INfORmAzIONEVOGLIAmO OGGI, ATTRAVERSO “SOSTIENI LA CuRVA”,

fARE ALCuNE RIfLESSIONI SuL mODO IN CuI LA mAGGIOR PARTE DEI mEDIA uTILIzzA LE NOTIzIE DAL mONDO uLTRAS

Solo parole a sproposito

Q

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Dopo cinque anni di “assenza forzata” in occasione di Ata-lanta - Genoa, ho avuto di nuovo il piacere di varcare i can-celli, ora tornelli, della mia e nostra amata Curva Nord.Rientrarci così dopo tanto tempo è stato sicuramente emo-zionante, anche se purtroppo sono ancora molti e troppi gli amici costretti a rimanere fuori…Il lato positivo, comunque, è stato l’aver ritrovato una Curva carica, ma anche “incazzata” al punto giusto, in risposta ai continui attacchi mediatici e non solo, subiti dal gruppo e dalle singole persone nell’ultimo periodo.

LETTERE A “SOSTIENI LA CuRVA”A VOLTE RITORNANO…

CIAO LUCONEIl ricordo vive e passa a quegli anni in cui alla Festa della Dea spillavi birra a tutti… Resterai per chi ti ha vissuto una persona speciale, un amico vero e sincero. Da lassù guida e dai forza come facevi sempre tu a tutti i tuoi amici…

Altra cosa positiva è la costante presenza di ragazzi giovani, ventenni o poco più, alcuni dei quali con umiltà ed impegno sono ora parte viva e attiva del gruppo.In questi periodi non facili va soprattutto a loro il mio mas-simo sostegno ed incoraggiamento.

AVANTI COSÌAVANTI CURVA NORD

Galià

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Ricordiamo che per chi volesse informazioni o volesse dare una mano ci si ritrova come sempre il martedì sera al Covo.

Scrivi a “SOSTIENI LA CURVA”: [email protected] 14 15

Siamo vicini a marco moroni e a Baffo di Terni in questo delicato momento...

Pubblichiamo di seguito un augurio ricevuto da un vecchio amico, sempre vicino ai nostri sentimenti.

Questo pensiero lo giriamo a tutta la Curva Nord.

Formulo così il mio auguri ad ognuno di voi per il Natale 2012, che non sia solo buono ma soprattutto pieno di luce, quella vera “che illumina ogni uomo”, che sa dare speranza, che permette di

rinsaldare legami, che rafforza gli affetti, che rincuora chi vacilla, che vede il positivo

e che non si ferma al negativo.SE CI CONSIDERIAMO NON VALIAMO MOLTO

SE CI PARAGONIAMO VALIAMO UN PO’

PUbbLIChIAMO DI SEgUITO IL PENSIERO INVIATOCI DAL PAPà DI MARCO, bAMbINO

ChE LA CURVA SI è IMPEgNATA AD AIUTARE IN qUESTO PARTICOLARE

MOMENTO DELLA SUA VITA.

Il sorriso di un bambino illumina il cielo.Voi avete donato un sorriso speciale

alla persona per me più preziosa.Grazie di cuore.

Lorenzo

Marco e Andrea durante la cena di Natale

SQUADRE P.ti G V N P RF RSJuventus 41 17 13 2 2 36 10Inter 34 17 11 1 5 29 18Lazio 33 17 10 3 4 25 18

Fiorentina 32 17 9 5 3 33 19Napoli 31 17 10 3 4 31 17

AS Roma 29 17 9 2 6 38 27AC Milan 27 17 8 3 6 32 22Catania 25 17 7 4 6 25 25Udinese 23 17 5 8 4 25 25Parma 23 17 6 5 6 23 23Chievo 21 17 6 3 8 20 27

Atalanta 21 17 7 2 8 17 26Bologna 18 17 5 3 9 20 22

Sampdoria 17 17 5 3 9 20 26Torino 16 17 3 8 6 18 22Cagliari 16 17 4 4 9 15 30Palermo 15 17 3 6 8 15 24Pescara 14 17 4 2 11 13 34Genoa 13 17 3 4 10 17 29Siena 11 17 4 5 8 16 24

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10-01-93 VENT’ANNI DOPO...Giovedì 10 Gennaio alle ore 21.00 ricorderemo Celestino Colombi vent’anni dopo la sua morte fuori dal piazzale

della Gradinata con la presenza della sua famiglia.Come ogni anno la voglia di non dimenticare è tanta e certi significativi momenti sono per noi importanti da

vivere… l’invito va a chi non ha mai smesso di lottare…VIVERE uLTRAS PER VIVERE