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GAETANO SALVEMINI una vita per la libertà E-mail [email protected] INVITO A VISITARE IL BLOG (segue a pag. 2) Gabriella Di Luzio Visitando il blog movimentosalvemini.blogspot.it po- tete documentarvi sulle proposte di riforma istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini e potete esprimere le vostre opinioni. Il blog ha registrato finora circa 7.000 visualizzazioni. INERMI, MA CON LA RABBIA DENTRO ! Viviamo ormai accettando ogni cosa. Non ci meravigliamo più di niente. Camminando per le strade di Roma notiamo molte cose che non vanno, ma ci sentiamo inermi e ci adeguiamo a quella che rappresenta ormai la nostra vita “senza reazione”. Lungo il percorso delle mie camminate di quartiere mi capita spesso di vedere dei cassonetti dell’immondizia com- pletamente divelti mentre dei Rom tentano di “scassinarli” ulteriormente per racimolare qualche pezzo interessante da rivendere per sopravvivere. Il male inizia nell’organizzazione della raccolta differenziata che per- mette opere di sciacallaggio che generano degrado. C’è da dire che l’or- ganizzazione della raccolta DON ORAZIO LAZZARINO, GENTILUOMO CALABRESE Sono trascorsi esattamente cento anni dalla morte di D. Orazio Lazzarino la cui famiglia fiorì in Gallico, antico borgo adagiato su di un’amena col- lina quasi posta a guardia dello Stretto e sulle cui acque sembra ancora aleggiare l’omerico mito di Scilla e di Cariddi, circondato da rigogliosi e profumati agrumeti, sito in terra di Calabria Ultra. Era nato ( da don Antonino- nato nel 1807- e da donna Maria Vadalà, della famiglia di primo ceto di Motta S.Giovanni ) in Gallico nel Regno delle Due Sicilie, il 29 ottobre 1837 da distinto casato di piccoli proprietari terrieri. Qua- rantenne, il 1° agosto 1867 prese in moglie donna Gaetana Pellicano, nata il 24 gennaio 1852, di nobile discendenza calabra, che, dotata di una spiccata attitudine agli affari - im- DONATO UN DEFIBRILLATORE A UNA SCUOLA DI ROMA Importante iniziativa per la vita alla Scuola Media Statale G. Rossini ad opera dell’Associazione benefica Lions Roma Parioli. In questa sede è stato donato un defibrillatore. Alla cerimonia oltre a buona parte della scolaresca emozionata e alle istituzioni scolastiche, erano presenti i ge- nerosi donatori, il Generale dell’Aereonautica, Enzo Barresi, il presidente dell’Associazione Lions Roma Parioli, dott. Brizi, il segretario dell’As- sociazione, dott. Vancheri, magistrato, e la dottoressa Santagata, medico, la quale ad un attento uditorio ha illustrato questa importante iniziativa salvavita con lo scopo di far comprendere che ognuno di noi ha la pos- sibilità di salvare una vita se dispone (segue a pag. 6) Ettore d’Alessandro (segue a pag. 6) Emiliano F. Caruso LA SICILIA DI COLLURA E IL MITO Nel tentativo di dare un ordine ed una classificazione sistematica al- l’opera ed al pensiero di Matteo Collura, non ci si ritrova in un perimetro del quale è possibile delineare contorni ed angoli, se volessimo usare una metafora, potremmo dire che non ci si ritrova in un paesaggio, sia esso di mare o di campagna, dove tutto è squadrato e lineare, ci si trova piut- tosto immersi in un paesaggio montano, dove valli rincorrono monti, ru- scelli rincorrono abeti, ed un susseguirsi di gole apre a spazi enormi, dove il cuore si perde preso dagli odori e dai sapori. È cibo per la mente, l’opera di Matteo Collura, uno (segue a pag. 2) Antonio Bartalotta LE LACRIME DELL’EUROPA Quanta ipocrisia sulle facce dei potenti vestite a lutto, mentre le vittime della strage di Lampedusa annegano una seconda volta nel mare della re- torica. Quanto cinismo tra i leghisti che considerano una soluzione re- spingere i disgraziati, affinché si rassegnino a morire a casa propria: lontano dagli occhi e dai media, e da quei politici intestarditi su una legge “Bossi-Fini” che ritengono sia intoccabile e perfetta. Intanto in tv va in scena il rito della commozione a reti unificate, la ricerca del caso umano, l’intervista all’eroe salvatore da esibire nei talk show per far dimenticare le radici di questo dramma, più ampio nelle dimensioni perché sono flussi migratori senza regole, senza pietà, senza sosta, se non per la tragicità che come questa volta non ha permesso EDUCARE AL RISPETTO DELL’AMBIENTE L’Universo è un vero “cosmo”, dotato di una sua integrità e di un suo interno e dinamico equilibrio. Questo ordine deve essere rispettato: l’umanità è chiamata ad esplorarlo, a scoprirlo con prudente cautela e a farne poi uso salvaguardando la sua integrità. Esiste una mutua dipen- denza tra uomo, società umana e ambiente. È ormai chiaro inoltre che non si può continuare ad usare i beni della terra come nel passato. Oggi le capacità di interazione del- l’uomo con l’ambiente sono tali da mettere in discussione la stessa so- QUELLE TOMBE DEGLI ANTICHI ROMANI Fermo restando il massimo rispetto per le vittime della tragedia del mare Lampedusa sono sempre più schifato dal comportamento di quattro atti- visti politici pagati come alcuni “volontari” dei centri di accoglienza. Stiamo stanziando quel poco che era rimasto attaccato Al fondo del barile per pattugliare il mare alla ricerca di clandestini da portarli in Italia. Certo, è gente che scappa dalla fame, dalla disperazione, che non aveva nulla per vivere, non aveva dove dormire… Li portiamo in un centro di accoglienza dove ven- gono rifocillati, dandogli un posto letto, un bagno, una doccia. Chi li ha soccorsi ha notato che sono tele- (segue a pag. 2) Isacco Cicala APPELLO AI LETTORI È imminente la pubblicazione del libro di Cosmo G. Sallustio Sal- vemini “Una Repubblica da rifondare sulla random-crazia” (analisi storica-plitica degli ultimi sessant’anni). Gli opinionisti e gli artisti (saggisti, narratori, poeti e pittori) che desiderano sponsoriz- zare una o più pagine del libro, possono chiedere le modalità tramite e mail ([email protected]) oppure al cell. 347.0333846, entro il 20 dicembe p.v. La presentazione del libro avrà luogo a Roma in marzo 2014, in apposita conferenza-stampa, per celebrare il 23° anniversa- rio del periodico “L’Attualità”. ALLARME MAFIE IN VENETO Grande l’allarme: le mafie si infiltrano sempre più nel ciclo imprendito- riale del Veneto, sfruttando la gravissima crisi economica. I numerosi casi di suicidio di imprenditori, causati dalla crisi che sta condizionando il sistema veneto, sino a quattro anni addietro definito giustamente la “Locomotiva d’Italia”, sono stati alla base della discussione della Com- missione Interparlamentare Antimafia della passata legislatura. “In un territorio funestato dai suicidi degli imprenditori”, è stato scritto, “a causa della crisi economica, l’esposizione alle infiltrazioni mafiose aumenta esponenzialmente. Sappiamo che le (segue a pag. 6) Adalgisa Biondi (segue a pag. 2) Lisa Biasci (segue a pag. 2) Pierluigi Vignola (segue a pag. 2) Raffaele Vacca (segue a pag. 2) Maria R. Nicastri LE CASE E LE STRADE DELL’ANTICA ROMA Nell’antica Roma le strade che par- tivano dal Foro erano affiancate da negozi e risuonavano del fragore delle contrattazioni. Fruttivendoli, librai, profumieri, tintori, fiorai, fab- bri ferrai, farmacisti e altri, che provvedevano alle necessità della vita e ai capricci voluttuari, invade- vano la strada coi loro banchi. I bar- bieri esercitavano il loro mestiere all’aria aperta, le osterie erano così numerose che Roma sembrava a Marziale un’unica enorme taverna. Ogni commercio poneva il suo cen- tro in una strada e spesso dava il nome ad una località; cosi i sandalai erano tutti riuniti nel Vicus Sanda- LE MILLE BALLE BLEU CHE VOLANO ! Erano “mille bolle bleu”, nella vecchia canzone dell’indimenticabile Mina, che volavano, che oggi son le frottole che ci propinano questi po- liticanti cialtroni, che dominano questa bella “democrazia parlamen- tare”, una vera “bottega delle chiacchiere”, volendo solo per un attimo far credito a Carlo I Stuart, in disparte ogni considerazione sulla tirannia di questo infelice, ma dignitoso sovrano assoluto, fatto decapitare da Cromwell, il terribile “Lord protettore”, capo delle c.d. “teste rotonde”, per il loro cappello circolare, durante la “Glorious Revolution” inglese del 1688. Una delle “balle” che ci ha dato e ci dà più fastidio fra le tante è quella insulza frasetta: “Noi abbiamo fatto i compiti a casa” e perciò, sottinteso, ora l’Europa, soprattutto la Germania, ed i famigerati fantasmi che operano sui mercati debbono (noi, più umilmente, diremmo: “do- vrebbero”!) farci credito e venire a IL SENSO DEL DOVERE Lentamente, l’uomo si assume la responsabilità dell’ambiente e delle proprie azioni. Sviluppa il senso del dovere, prima verso la propria famiglia, poi verso la co- munità e infine, verso la nazione. Ovviamente, i doveri maggiori non ci esimono dai minori. è me- glio fare il proprio dovere, che ten- tare di assumere il darma superiore di qualcun altro. Se questo pro- blema e le sue implicazioni ven- gono trattati con leggerezza, sarà necessario incarnarsi un’infinità di volte, per imparare le lezioni della vita. Se il discepolo ha contratto degli obblighi dharmici prima di iniziare a calcare il sentiero do- vrebbero sapere che quella vita è stata scelta per lui dall’Anima e che in quel Dharma c’è qualcosa di essenziale per il suo lavoro futuro sul sentiero. Egli dovrà assumere i suoi obblighi e cercare di non la- sciarsi più irretire comprenden- done altri. Marina Giudicissi MORTI SUL LAVORO: PIAGA SOCIALE ! Durante la 63 a giornata Anmil, Giorgio Napolitano torna a parlare del problema delle morti sul lavoro definendolo una “piaga sociale”. Il Presidente scrive un telegramma in cui dice: “In occasione della 63esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul rivolgo il mio omaggio alla memoria dei caduti ed esprimo la mia vicinanza a quanti hanno perduto salute e in- tegrità fisica nei luoghi di lavoro. Come ho più volte sottolineato - prosegue Napolitano - l’anda- mento decrescente del drammatico fenomeno degli infortuni sul la- voro, soprattutto in termini di per- VITA DA GENITORI Diventare genitori è l’emozione più grande che si possa provare nella vita: un’esplosione di sensa- zioni fisiche ed emotive che stra- volgono la vita e in cui è facile perdersi. Dopo un figlio cambia tutto: cambiano le abitudini, le priorità, e tante volte la vita di cop- pia diventa un lontano ricordo… Il rischio più serio è quello di per- dersi di vista per troppo tempo, e ritrovarsi a un certo punto a non ri- conoscersi più in quel rapporto, perché da quando sei genitore sei cambiato tu, il tuo modo di vedere e affrontare il mondo. Ecco allora Tutte le riforme elettorali si sono rivelate inefficaci. SPERIMENTARE LA DEMOCRAZIA ATENIESE Vi siete mai chiesti per quali ragioni, da quando é stata fondata la Repubblica (1948), si sono verificati migliaia di scandali per corruzione politica? Non é bastata nemmeno la bufera giudiziaria di Tangentopoli (1992) a fermare la protervia degli oligarchi della politica nella sistematica violazione delle leggi penali. Hanno escogitato metodi elet- torali (Porcellum) che hanno annientato il principio costituzionale della sovranità popolare. Hanno emanato leggi truf- faldine (“rimborsi elettorali”) per finanziare gli apparati dei partiti (denaro pubblico utilizzato per soddisfare interessi privati). Hanno truccato quasi tutti gli appalti di opere pubbliche. Hanno voluto privatizzare aziende pubbliche (l’IRI ed altre) per lucrare tangenti milionarie. Perché continuano ad agire in tal modo? La risposta é semplice. Hanno bi- sogno di reperire grandi quantità di denaro per pagare le campagne elettorali, per elargire denaro e favori in cambio di voti (anche se sporchi). Hanno instaurato l’ignobile mercato del “voto di scambio”. Si tratta di una prassi antica che venne eliminata nel 506 a. C. nella città di Atene quando venne istituita la democrazia fondata sul sorteggio tra persone altamente qualificate. Questo era l’unico metodo che poteva garantire pari opportunità tra magnati e popolani, tra ricchi e poveri. Il primo requisito era l’onestà e la rettitudine morale. Quei saggi ateniesi (da Solone fino a Pericle) avevano capito che “elezione era fonte di corruzione”, che l’affannosa caccia al voto induceva i partiti e i candidati a ricorrere a brogli e violenze. Quelle riforme moralizzatrici restarono in vigore fino al 322 a. C., quando furono cancellate dalle barbare falangi macedoni di Filippo, padre di Alessandro. I ricorsi storici (analizzati da Giambattista Vico) sono un dato di fatto. A distanza di secoli gli eventi si ripetono, con alcune varianti contingenti. Da alcuni anni, infatti, nei Paesi anglosassoni e in Galizia (Spagna) si sta diffondendo l’idea dell’urgente necessità di istituire la “ran- dom-crazia”: la democrazia fondata sul sorteggio tra volontari in possesso di rigorosi requisiti. Perché non speri- mentarla nuovamente in Italia e nel mondo? I moderni mezzi informatici consentono di attuare questo metodo anche in Stati con molti milioni di cittadini. D’altronde, di fronte all’attuale iniquo sistema elettorale (fondato sul “metodo Caligola”) chi saprebbe proporre un’alternativa più efficace della random-crazia? Cosmo G. Sallustio Salvemini (segue a pag. 2) Maddalena Barba (segue a pag. 2) Erika Carpinella (segue a pag. 2) Maria R. Laria (segue a p. 2) Vetriolo AFFETTUOSI AUGURI AL DIRETTORE SALVEMINI A decorrere dal 1° novembre 2013 il Direttore responsabile della nota rivista bimestrale “Il Cuore della Madre”, edita dall’Istituto delle Suore Oblate del Cuore Immacolato di Maria, con sede in Roma (via Boccea n. 1180), é il prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini, che da oltre 22 anni é il Direttore responsabile di questo Periodico. Il Comitato di Redazione gli formula affettuosi auguri per il nuovo prestigioso incarico che premia la sua attività giornalistica svolta con lodevole coerenza da 45 anni. IL CAOS DELLA POLITICA ITALIANA Stiamo assistendo al caos più estremo del panorama politico ita- liano dell’ultimo ventennio. I mas- smedia hanno ininterrottamente paparazzato il caso Berlusconi. Berlusconi è in presenza di una sentenza di ultimo grado passata in giudicato, dopo l’ultimo grado di giudizio: la Cassazione. Sentenza che va applicata, come accade in ogni paese civile. La decadenza da parlamentare è un’altra storia. Se da un verso si può stimare un grande imprenditore, che da un lato ha creato tanti posti di lavoro in tempi di recessione reale sul ter- ritorio italiano, dall’altro assi- stiamo ad un uomo politico che è sulla breccia da oltre vent’anni. Ha ricoperto tutte le cariche istituzio- (segue a pag. 2) Francesca Pagano CRIMINOSO COMMERCIO DI ORGANI UMANI Esistono bestie con sembianze umane. Alcune di esse parlano in modo forbito e vestono elegantemente. In apparenza si presentano come per- sone “normali”. E invece sono autentici criminali. Agiscono senza farsi troppi scrupoli morali. Mirano a trovare fonti di guadagno a prescindere da ogni interrogativo etico. Fanno commercio di organi umani. Rapi- scono bambini nei Paesi del Terzo Mondo e in estremo Oriente (Cina compresa) e ne fanno trapiantare gli organi a scopo di lucro. Una cosa or- renda. E’ una lobby ben organizzata su scala internazionale. I governi delle Nazioni dovrebbero intensificare i controlli su questa losca e cinica attività. La Comunità internazionale deve farsi carico di una tragedia di questa gravità. Non dobbiamo mai perdere la speranza in un mondo mi- gliore. Questa é l’essenza del cristianesimo. Rosanna Sinopoli (segue a pag. 6) Sergio Scalia FACEBOOK E GOOGLE, GOODBYE PRIVACY Su Facebook e Google nessuno sarà più invisibile. Il social net- work a breve inizierà la rimozione della funzionalità “chi può leggere la tua timeline”, che non sarà so- stituita con nient’altro. Detto in poche parole, nessuno sarà più in- visibile alla ricerca, l’utente ri- marrà rintracciabile nella ricerca da chiunque, a meno che non abbia specificatamente bloccato delle persone da cui rimarrà nascosto. L’utente che vuole privacy totale, dovrà metterla ai singoli post e non più al suo profilo in generale. Un’operazione, questa ,noiosa che secondo un sondaggio porterà il cybernauta alla rinuncia di pubbli- care post ogni poco tempo o addi- ATTENTI AI FALSI ORDINI CAVALLERESCHI Accedere all’ordine dei Cavalieri di Malta (SMOM) piuttosto che al Sacro Militare Ordine Costanti- niano (SMOC) o a quello del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG) è da sempre un segno di distinzione sociale e come tale molto ambito, difficile e non alla portata di tutti. Oltre al Sovrano Militare Ordine di Malta vi sono altri ordini riconosciuti dalla Re- pubblica italiana e tra questi non figurano sicuramente i finti ordini o pseudo-associazioni che clonano i nomi degli ordini veri per carpire la buona fede di chi vuole accedere ad un ordine cavalleresco. Il fiorire di questi pseudo-ordini cavallere- schi e di decorazioni più o meno LETTERA APERTA A UN EX PREMIER Finalmente, forse, ne siamo usciti. La bella avventura (per lei, caro mio) e l’incubo (per il Paese) sono durati ben due decenni, anni in cui lei ha fatto il bello e il cattivo tempo in un’Italia che già negli anni ‘90 stava entrando in una grave crisi economica. Ben lungi dal risollevare le sorti dell’Italia, il cui nome era persino presente nel suo partito, lei le ha dato la spallata finale per trascinarla definitiva- mente nel baratro economico, so- ciale, politico, culturale, informativo, sanitario. Devo am- mettere, come italiano e come cro- nista, che all’inizio lei sembrava avere tutte le carte in regola per convincerci, per trascinare il po- polo nel suo sogno politico: un’in- discussa abilità imprenditoriale, un’effettiva capacità affabulatoria, e abbastanza denaro da farci pen- sare che non si stesse avventu- rando nella politica solo per fare soldi. Ma, diciamolo col senno di poi, lei è stato eletto per pura di- LEGGE STABILITÀ: ARRIVA LA STANGATA Giù le tasse, nessun taglio alla sa- nità nel 2014, introduzione della Trise al posto dell’Imu sulla prima casa e abbattimento del cuneo fi- scale. Sono questi i punti salienti della prima legge di Stabilità va- rata dalle “Larghe intese”. La ma- novra prevede interventi per 27,3 miliardi di euro, di cui 11,5 mi- (segue a pag. 5) F. Sciorilli Borrelli Pericle

Attualita Nov-dic 2013 Web

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Attualità Novembre-Dicembre 2013

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GAETANO

SALVEMINIuna v i t a pe r l a l ibe r tà

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I N V I T O A V I S I TA R E I L B L O G

(segue a pag. 2) Gabriella Di Luzio

Visitando il blog movimentosalvemini.blogspot.it po-tete documentarvi sulle proposte di riforma istituzionaleavanzate dal Movimento Salvemini e potete esprimerele vostre opinioni. Il blog ha registrato finora circa 7.000 visualizzazioni.

INERMI, MA CON LA RABBIA DENTRO !Viviamo ormai accettando ogni cosa. Non ci meravigliamo più di niente.Camminando per le strade di Roma notiamo molte cose che non vanno,ma ci sentiamo inermi e ci adeguiamo a quella che rappresenta ormai lanostra vita “senza reazione”. Lungo il percorso delle mie camminate diquartiere mi capita spesso di vedere dei cassonetti dell’immondizia com-pletamente divelti mentre dei Rom tentano di “scassinarli” ulteriormenteper racimolare qualche pezzo interessante da rivendere per sopravvivere.Il male inizia nell’organizzazione della raccolta differenziata che per-mette opere di sciacallaggio che generano degrado. C’è da dire che l’or-ganizzazione della raccolta

DON ORAZIO LAZZARINO, GENTILUOMO CALABRESESono trascorsi esattamente cento anni dalla morte di D. Orazio Lazzarinola cui famiglia fiorì in Gallico, antico borgo adagiato su di un’amena col-lina quasi posta a guardia dello Stretto e sulle cui acque sembra ancoraaleggiare l’omerico mito di Scilla e di Cariddi, circondato da rigogliosie profumati agrumeti, sito in terra di Calabria Ultra. Era nato ( da donAntonino- nato nel 1807- e da donna Maria Vadalà, della famiglia diprimo ceto di Motta S.Giovanni ) in Gallico nel Regno delle Due Sicilie,il 29 ottobre 1837 da distinto casato di piccoli proprietari terrieri. Qua-rantenne, il 1° agosto 1867 prese in moglie donna Gaetana Pellicano,nata il 24 gennaio 1852, di nobile discendenza calabra, che, dotata di unaspiccata attitudine agli affari - im-

DONATO UN DEFIBRILLATORE A UNA SCUOLA DI ROMAImportante iniziativa per la vita alla Scuola Media Statale G. Rossini adopera dell’Associazione benefica Lions Roma Parioli. In questa sede èstato donato un defibrillatore. Alla cerimonia oltre a buona parte dellascolaresca emozionata e alle istituzioni scolastiche, erano presenti i ge-nerosi donatori, il Generale dell’Aereonautica, Enzo Barresi, il presidentedell’Associazione Lions Roma Parioli, dott. Brizi, il segretario dell’As-sociazione, dott. Vancheri, magistrato, e la dottoressa Santagata, medico,la quale ad un attento uditorio ha illustrato questa importante iniziativasalvavita con lo scopo di far comprendere che ognuno di noi ha la pos-sibilità di salvare una vita se dispone

(segue a pag. 6) Ettore d’Alessandro

(segue a pag. 6) Emiliano F. Caruso

LA SICILIA DI COLLURA E IL MITONel tentativo di dare un ordine ed una classificazione sistematica al-l’opera ed al pensiero di Matteo Collura, non ci si ritrova in un perimetrodel quale è possibile delineare contorni ed angoli, se volessimo usare unametafora, potremmo dire che non ci si ritrova in un paesaggio, sia essodi mare o di campagna, dove tutto è squadrato e lineare, ci si trova piut-tosto immersi in un paesaggio montano, dove valli rincorrono monti, ru-scelli rincorrono abeti, ed un susseguirsi di gole apre a spazi enormi,dove il cuore si perde preso dagli odori e dai sapori. È cibo per la mente,l’opera di Matteo Collura, uno

(segue a pag. 2) Antonio Bartalotta

LE LACRIME DELL’EUROPAQuanta ipocrisia sulle facce dei potenti vestite a lutto, mentre le vittimedella strage di Lampedusa annegano una seconda volta nel mare della re-torica. Quanto cinismo tra i leghisti che considerano una soluzione re-spingere i disgraziati, affinché si rassegnino a morire a casa propria:lontano dagli occhi e dai media, e da quei politici intestarditi su una legge“Bossi-Fini” che ritengono sia intoccabile e perfetta. Intanto in tv va inscena il rito della commozione a reti unificate, la ricerca del caso umano,l’intervista all’eroe salvatore da esibire nei talk show per far dimenticarele radici di questo dramma, più ampio nelle dimensioni perché sono flussimigratori senza regole, senza pietà, senza sosta, se non per la tragicità checome questa volta non ha permesso

EDUCARE AL RISPETTO DELL’AMBIENTEL’Universo è un vero “cosmo”, dotato di una sua integrità e di un suointerno e dinamico equilibrio. Questo ordine deve essere rispettato:l’umanità è chiamata ad esplorarlo, a scoprirlo con prudente cautela e afarne poi uso salvaguardando la sua integrità. Esiste una mutua dipen-denza tra uomo, società umana e ambiente. È ormai chiaro inoltre che

non si può continuare ad usare ibeni della terra come nel passato.Oggi le capacità di interazione del-l’uomo con l’ambiente sono tali damettere in discussione la stessa so-

QUELLE TOMBE DEGLI ANTICHI ROMANIFermo restando il massimo rispetto per le vittime della tragedia del mareLampedusa sono sempre più schifato dal comportamento di quattro atti-visti politici pagati come alcuni “volontari” dei centri di accoglienza.Stiamo stanziando quel poco che era rimasto attaccato Al fondo del barile

per pattugliare il mare alla ricercadi clandestini da portarli in Italia.Certo, è gente che scappa dallafame, dalla disperazione, che nonaveva nulla per vivere, non avevadove dormire… Li portiamo in uncentro di accoglienza dove ven-gono rifocillati, dandogli un postoletto, un bagno, una doccia. Chi liha soccorsi ha notato che sono tele-

(segue a pag. 2) Isacco Cicala

APPELLO AI LETTORIÈ imminente la pubblicazione del libro di Cosmo G. Sallustio Sal-vemini “Una Repubblica da rifondare sulla random-crazia”(analisi storica-plitica degli ultimi sessant’anni). Gli opinionisti e gliartisti (saggisti, narratori, poeti e pittori) che desiderano sponsoriz-zare una o più pagine del libro, possono chiedere le modalità tramitee mail ([email protected]) oppure al cell. 347.0333846, entro il 20dicembe p.v. La presentazione del libro avrà luogo a Roma in marzo2014, in apposita conferenza-stampa, per celebrare il 23° anniversa-rio del periodico “L’Attualità”.

ALLARME MAFIE IN VENETO Grande l’allarme: le mafie si infiltrano sempre più nel ciclo imprendito-riale del Veneto, sfruttando la gravissima crisi economica. I numerosicasi di suicidio di imprenditori, causati dalla crisi che sta condizionandoil sistema veneto, sino a quattro anni addietro definito giustamente la“Locomotiva d’Italia”, sono stati alla base della discussione della Com-missione Interparlamentare Antimafia della passata legislatura. “In unterritorio funestato dai suicidi degli imprenditori”, è stato scritto, “a causadella crisi economica, l’esposizione alle infiltrazioni mafiose aumentaesponenzialmente. Sappiamo che le

(segue a pag. 6) Adalgisa Biondi

(segue a pag. 2) Lisa Biasci

(segue a pag. 2) Pierluigi Vignola

(segue a pag. 2) Raffaele Vacca

(segue a pag. 2) Maria R. Nicastri

LE CASE E LE STRADEDELL’ANTICA ROMA

Nell’antica Roma le strade che par-tivano dal Foro erano affiancate danegozi e risuonavano del fragoredelle contrattazioni. Fruttivendoli,librai, profumieri, tintori, fiorai, fab-bri ferrai, farmacisti e altri, cheprovvedevano alle necessità dellavita e ai capricci voluttuari, invade-vano la strada coi loro banchi. I bar-bieri esercitavano il loro mestiereall’aria aperta, le osterie erano cosìnumerose che Roma sembrava aMarziale un’unica enorme taverna.Ogni commercio poneva il suo cen-tro in una strada e spesso dava ilnome ad una località; cosi i sandalaierano tutti riuniti nel Vicus Sanda-

LE MILLE BALLE BLEU CHE VOLANO !Erano “mille bolle bleu”, nella vecchia canzone dell’indimenticabileMina, che volavano, che oggi son le frottole che ci propinano questi po-liticanti cialtroni, che dominano questa bella “democrazia parlamen-tare”, una vera “bottega delle chiacchiere”, volendo solo per un attimofar credito a Carlo I Stuart, in disparte ogni considerazione sulla tiranniadi questo infelice, ma dignitoso sovrano assoluto, fatto decapitare daCromwell, il terribile “Lord protettore”, capo delle c.d. “teste rotonde”,per il loro cappello circolare, durante la “Glorious Revolution” inglesedel 1688. Una delle “balle” che ci ha dato e ci dà più fastidio fra le tanteè quella insulza frasetta: “Noi abbiamo fatto i compiti a casa” e perciò,sottinteso, ora l’Europa, soprattutto la Germania, ed i famigerati fantasmiche operano sui mercati debbono (noi, più umilmente, diremmo: “do-vrebbero”!) farci credito e venire a

IL SENSO DEL DOVERE Lentamente, l’uomo si assume laresponsabilità dell’ambiente edelle proprie azioni. Sviluppa ilsenso del dovere, prima verso lapropria famiglia, poi verso la co-munità e infine, verso la nazione.Ovviamente, i doveri maggiorinon ci esimono dai minori. è me-glio fare il proprio dovere, che ten-tare di assumere il darma superioredi qualcun altro. Se questo pro-blema e le sue implicazioni ven-gono trattati con leggerezza, sarànecessario incarnarsi un’infinità divolte, per imparare le lezioni dellavita. Se il discepolo ha contrattodegli obblighi dharmici prima diiniziare a calcare il sentiero do-vrebbero sapere che quella vita èstata scelta per lui dall’Anima eche in quel Dharma c’è qualcosa diessenziale per il suo lavoro futurosul sentiero. Egli dovrà assumere isuoi obblighi e cercare di non la-sciarsi più irretire comprenden-done altri. Marina Giudicissi

MORTI SUL LAVORO:PIAGA SOCIALE !

Durante la 63a giornata Anmil,Giorgio Napolitano torna a parlaredel problema delle morti sul lavorodefinendolo una “piaga sociale”. IlPresidente scrive un telegramma incui dice: “In occasione della63esima giornata nazionale per levittime degli incidenti sul rivolgoil mio omaggio alla memoria deicaduti ed esprimo la mia vicinanzaa quanti hanno perduto salute e in-tegrità fisica nei luoghi di lavoro.Come ho più volte sottolineato -prosegue Napolitano - l’anda-mento decrescente del drammaticofenomeno degli infortuni sul la-voro, soprattutto in termini di per-

VITA DA GENITORIDiventare genitori è l’emozionepiù grande che si possa provarenella vita: un’esplosione di sensa-zioni fisiche ed emotive che stra-volgono la vita e in cui è facileperdersi. Dopo un figlio cambiatutto: cambiano le abitudini, lepriorità, e tante volte la vita di cop-pia diventa un lontano ricordo… Ilrischio più serio è quello di per-dersi di vista per troppo tempo, eritrovarsi a un certo punto a non ri-conoscersi più in quel rapporto,perché da quando sei genitore seicambiato tu, il tuo modo di vederee affrontare il mondo. Ecco allora

Tutte le riforme elettorali si sono rivelate inefficaci.

SPERIMENTARE LA DEMOCRAZIA ATENIESEVi siete mai chiesti per quali ragioni, da quando é stata fondata la Repubblica (1948), si sono verificati migliaia discandali per corruzione politica? Non é bastata nemmeno la bufera giudiziaria di Tangentopoli (1992) a fermare laprotervia degli oligarchi della politica nella sistematica violazione delle leggi penali. Hanno escogitato metodi elet-torali (Porcellum) che hanno annientato il principio costituzionale della sovranità popolare. Hanno emanato leggi truf-faldine (“rimborsi elettorali”) per finanziare gli apparati dei partiti (denaro pubblico utilizzato per soddisfare interessiprivati). Hanno truccato quasi tutti gli appalti di opere pubbliche. Hanno voluto privatizzare aziende pubbliche (l’IRIed altre) per lucrare tangenti milionarie. Perché continuano ad agire in tal modo? La risposta é semplice. Hanno bi-sogno di reperire grandi quantità di denaro per pagare le campagne elettorali, per elargire denaro e favori in cambiodi voti (anche se sporchi). Hanno instaurato l’ignobile mercato del “voto di scambio”. Si tratta di una prassi anticache venne eliminata nel 506 a. C. nella città di Atene quando venne istituita la democrazia fondata sul sorteggio trapersone altamente qualificate. Questo era l’unico metodo che poteva garantire pari opportunità tra magnati e popolani,tra ricchi e poveri. Il primo requisito era l’onestà e la rettitudine morale. Quei saggi ateniesi (da Solone fino a Pericle)avevano capito che “elezione era fonte di corruzione”, che l’affannosa caccia al voto induceva i partiti e i candidatia ricorrere a brogli e violenze. Quelle riforme moralizzatrici restarono in vigore fino al 322 a. C., quando furonocancellate dalle barbare falangi macedoni di Filippo, padre di Alessandro. I ricorsi storici (analizzati da GiambattistaVico) sono un dato di fatto. A distanza di secoli gli eventi si ripetono, con alcune varianti contingenti. Da alcuni anni,infatti, nei Paesi anglosassoni e in Galizia (Spagna) si sta diffondendo l’idea dell’urgente necessità di istituire la “ran-dom-crazia”: la democrazia fondata sul sorteggio tra volontari in possesso di rigorosi requisiti. Perché non speri-mentarla nuovamente in Italia e nel mondo? I moderni mezzi informatici consentono di attuare questo metodo anchein Stati con molti milioni di cittadini. D’altronde, di fronte all’attuale iniquo sistema elettorale (fondato sul “metodoCaligola”) chi saprebbe proporre un’alternativa più efficace della random-crazia? Cosmo G. Sallustio Salvemini

(segue a pag. 2) Maddalena Barba (segue a pag. 2) Erika Carpinella(segue a pag. 2) Maria R. Laria

(segue a p. 2) Vetriolo

AFFETTUOSI AUGURI AL DIRETTORE SALVEMINIA decorrere dal 1° novembre 2013 il Direttore responsabile della notarivista bimestrale “Il Cuore della Madre”, edita dall’Istituto delle SuoreOblate del Cuore Immacolato di Maria, con sede in Roma (via Boccean. 1180), é il prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini, che da oltre 22 anni éil Direttore responsabile di questo Periodico. Il Comitato di Redazione gliformula affettuosi auguri per il nuovo prestigioso incarico che premia lasua attività giornalistica svolta con lodevole coerenza da 45 anni.

IL CAOS DELLA POLITICA ITALIANAStiamo assistendo al caos piùestremo del panorama politico ita-liano dell’ultimo ventennio. I mas-smedia hanno ininterrottamentepaparazzato il caso Berlusconi.Berlusconi è in presenza di unasentenza di ultimo grado passata ingiudicato, dopo l’ultimo grado digiudizio: la Cassazione. Sentenzache va applicata, come accade inogni paese civile. La decadenza daparlamentare è un’altra storia. Seda un verso si può stimare ungrande imprenditore, che da unlato ha creato tanti posti di lavoroin tempi di recessione reale sul ter-ritorio italiano, dall’altro assi-stiamo ad un uomo politico che èsulla breccia da oltre vent’anni. Haricoperto tutte le cariche istituzio-(segue a pag. 2) Francesca Pagano

CRIMINOSO COMMERCIO DI ORGANI UMANIEsistono bestie con sembianze umane. Alcune di esse parlano in modoforbito e vestono elegantemente. In apparenza si presentano come per-sone “normali”. E invece sono autentici criminali. Agiscono senza farsitroppi scrupoli morali. Mirano a trovare fonti di guadagno a prescindereda ogni interrogativo etico. Fanno commercio di organi umani. Rapi-scono bambini nei Paesi del Terzo Mondo e in estremo Oriente (Cinacompresa) e ne fanno trapiantare gli organi a scopo di lucro. Una cosa or-renda. E’ una lobby ben organizzata su scala internazionale. I governidelle Nazioni dovrebbero intensificare i controlli su questa losca e cinicaattività. La Comunità internazionale deve farsi carico di una tragedia diquesta gravità. Non dobbiamo mai perdere la speranza in un mondo mi-gliore. Questa é l’essenza del cristianesimo. Rosanna Sinopoli

(segue a pag. 6) Sergio Scalia

FACEBOOK E GOOGLE,GOODBYE PRIVACY

Su Facebook e Google nessunosarà più invisibile. Il social net-work a breve inizierà la rimozionedella funzionalità “chi può leggerela tua timeline”, che non sarà so-stituita con nient’altro. Detto inpoche parole, nessuno sarà più in-visibile alla ricerca, l’utente ri-marrà rintracciabile nella ricercada chiunque, a meno che non abbiaspecificatamente bloccato dellepersone da cui rimarrà nascosto.L’utente che vuole privacy totale,dovrà metterla ai singoli post e nonpiù al suo profilo in generale.Un’operazione, questa ,noiosa chesecondo un sondaggio porterà ilcybernauta alla rinuncia di pubbli-care post ogni poco tempo o addi-

ATTENTI AI FALSI ORDINICAVALLERESCHI

Accedere all’ordine dei Cavalieridi Malta (SMOM) piuttosto che alSacro Militare Ordine Costanti-niano (SMOC) o a quello delSanto Sepolcro di Gerusalemme(OESSG) è da sempre un segno didistinzione sociale e come talemolto ambito, difficile e non allaportata di tutti. Oltre al SovranoMilitare Ordine di Malta vi sonoaltri ordini riconosciuti dalla Re-pubblica italiana e tra questi nonfigurano sicuramente i finti ordinio pseudo-associazioni che clonanoi nomi degli ordini veri per carpirela buona fede di chi vuole accederead un ordine cavalleresco. Il fioriredi questi pseudo-ordini cavallere-schi e di decorazioni più o meno

LETTERA APERTA A UN EX PREMIER

Finalmente, forse, ne siamo usciti.La bella avventura (per lei, caromio) e l’incubo (per il Paese) sonodurati ben due decenni, anni in cuilei ha fatto il bello e il cattivotempo in un’Italia che già neglianni ‘90 stava entrando in unagrave crisi economica. Ben lungidal risollevare le sorti dell’Italia, ilcui nome era persino presente nelsuo partito, lei le ha dato la spallatafinale per trascinarla definitiva-mente nel baratro economico, so-ciale, politico, culturale,informativo, sanitario. Devo am-mettere, come italiano e come cro-nista, che all’inizio lei sembravaavere tutte le carte in regola perconvincerci, per trascinare il po-polo nel suo sogno politico: un’in-discussa abilità imprenditoriale,un’effettiva capacità affabulatoria,e abbastanza denaro da farci pen-sare che non si stesse avventu-rando nella politica solo per faresoldi. Ma, diciamolo col senno dipoi, lei è stato eletto per pura di-

LEGGE STABILITÀ: ARRIVA LA STANGATAGiù le tasse, nessun taglio alla sa-nità nel 2014, introduzione dellaTrise al posto dell’Imu sulla primacasa e abbattimento del cuneo fi-scale. Sono questi i punti salientidella prima legge di Stabilità va-rata dalle “Larghe intese”. La ma-novra prevede interventi per 27,3miliardi di euro, di cui 11,5 mi-

(segue a pag. 5) F. Sciorilli Borrelli

Pericle

Page 2: Attualita Nov-dic 2013 Web

L’ATTUALITÀ, pag. 2 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

LIBERA UNIVERSITÀ INTERNAZIONALE SALVEMINIDIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE

E SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

Scuola di Giornalismodiretta dal Sen. Prof. Cosmo G. SALLUSTIO SALVEMINI (P.M.S.P.)

Può essere frequentata anche per corrispondenza.Tel. 06/2148536 - Cell 347.0333846

Il giornalismo non è solo arte; è anche passione vissuta con entusia-smo e con rettitudine morale. Il piombo, più che l’oro, ha modificato

la Storia. E più che il piombo dei fucili, quello dei tipografi.

INFORMAZIONE AI SOCIQuote associative annuali: ordinaria euro 60,00; simpatizzanteeuro 100,00; benemerita euro 180,00; sostenitrice euro 280,00.Per aspiranti pubblicisti: euro 360,00. Versamento su c/c po-stale n. 56777006, intestato a Movimento Gaetano Salvemini,via Lorenzo il Magnifico 25, 00013. Fonte Nuova (Roma).

A V V I S O A G L I A S P I R A N T I P U B B L I C I S T IRegolamento: 1) versare la quota associativa annuale. 2) rileggere at-tentamente gli articoli prima di inviarli alla Direzione entro il 15 di ognimese. 3) Gli articoli non devono superare le 25 righe dattiloscritte. 4)confrontare il testo originario dei propri articoli con quello poi pub-blicato con le necessarie correzioni e abbreviazioni, al fine di non ri-petere errori e prolissità negli articoli inviati successivamente. 5)pubblicare almeno 80 articoli in 24 mesi consecutivi. 6) fare tirocinioin Redazione nei turni da concordare con il Direttore. 7) rivolgersi alconsulente Patrizio Alessandrini (via Monte Senario 14, Roma. Tel.06.87195452) per far calcolare le ritenute d’acconto da versare al-l’Agenzia delle Entrate. 8) Conservare ogni copia del giornale perpoter compilare l’elenco degli 80 articoli da consegnare all’Ordine.9) Presentare all’Ordine la domanda d’iscrizione all’Albo firmata dal Di-rettore della testata. 10) Sono accettati solo testi dattiloscritti composti inRTF oppure WORD 4/5 e inviati per E-mail: [email protected] avere conferma, chiamare Stefano al tel. 062148536 (ore 11-15).Anche dopo l’iscrizione all’Albo è necessario pubblicare almeno un articolosu ogni numero e rinnovare la quota associativa annuale simpatizzante.

INVITO AI REDATTORIÈ in corso il rilascio e/o rinnovo delle Tessere-Stampa di questo Periodico. Co-loro che ne sono già in possesso sono invitati a contattare al più presto il Di-rettore per far applicare il bollino 2014. Quota maggiorata in caso di ritardo.

(segue da pag. 1) Allarme mafie in Veneto

(segue da pag. 1) Le lacrime dell’Europa

(segue da pag. 1) Inermi, ma con la rabbia dentro!

(segue da pag. 1) Educare al rispetto dell’ambiente

(segue da pag. 1) Il caos della politica italiana

(segue da pag. 1) Le case e le strade dell’antica Roma

(segue da pag. 1) Donato un defibrillatore a una scuola di Roma.

(segue da pag. 1) Morti sul lavoro: piaga sociale!

(segue da pag. 1) Quelle tombe degli antichi romani

(segue da pag. 1) Facebook e Google, goodbye privacy

(segue da pag. 1) Attenti ai falsi ordini cavallereschi

(segue da pag. 1) Vita da genitori

differenziata, così com’è, costringe anche i cittadini a fare il lavoro deglioperatori ecologici. Per buttare l’immondizia dobbiamo indossare deiguanti, uscire preferibilmente con una tuta per evitare di sporcare i vestitie combattere con i cassonetti “impossibili” la cui fattezza poco si addicead una raccolta differenziata “facilitata” in quanto l’inserimento dei ma-teriali risulta spesso operazione molto ardua. Ho notato cespugli che na-scono come alberi tra le fessure dei marciapiedi e alla base di muri checosteggiano le strade, ma nessuno si preoccupa di tagliarli. Non c’è da me-ravigliarsi se ci capita di imbatterci in una fontanella che scarica acqua al-lagando tutta l’area circostante, tanto non lo segnalerà nessuno. I muri deipalazzi sono pieni di scritte ad opera di writers che operano tra la totale in-differenza dei cittadini, ma soprattutto delle istituzioni adibite al controllo.Gli autobus, come i treni, sono pieni come carri di bestiame. Vedo caniche defecano, ma non vedo nessuno che fa la multa al padrone inadem-piente. Nessuno ha più paura della legge perché tanto un modo si trova pereluderla. Abbiamo vissuto 20 anni in cui è stata introdotta la condotta del“tutto è possibile”. L’educazione civica è finita in soffitta. Il comune cit-tadino, in questi anni, ha preso ad esempio gli atteggiamenti di un “pre-mier” che si è portato a casa le mignotte che anche se è stato dichiaratocolpevole in tre gradi di giudizio pretende ancora oggi di essere innocenteo magari graziato mentre altri detenuti per reati meno gravi marciscononelle galere, che ha frodato il fisco e conseguentemente lo Stato che luiavrebbe dovuto difendere. Ma cosa potevamo aspettarci? Non funzionanulla nel nostro Paese. Fare politica non rappresenta più una missione perla comunità, ma per se stessi. Nell’antica Atene gli eletti effettuavano perprima cosa un giuramento in cui si impegnavano, alla fine del loro man-dato, a restituire una Atene migliore di quella ricevuta dagli amministratoriprecedenti. Pura utopia al giorno d’oggi. Ora, per giustificare il cattivooperato, non si fa altro che addossare le colpe a chi ha amministrato in pre-cedenza. Anche nel posto più sperduto del mondo lo stato sociale e civileè nettamente più avanti! Ma noi possiamo essere solo spettatori che pen-sano, con nostalgia, di appartenere ad una nazione che ha portato la civiltàin tutto il mondo mentre ora ristagna nella merda! Antonio Bartalotta

pravvivenza della vita sulla Terra. Valori etici hanno una diretta relazionecon la questione ambientale: diventa perciò urgente e non più rimanda-bile un approccio etico all’ambiente. Etica ambientale può essere defi-nita, in prima approssimazione, come quel ramo dell’etica che cerca distabilire i criteri dell’agire dell’uomo nei riguardi dell’ambiente in cui èchiamato a vivere. Un atteggiamento etico implica una serie di atteggia-menti e di regole di rispetto verso la natura e l’ambiente. L’ambiente è illuogo della vita con regole proprie in quanto l’ambiente è sede di risorsea carattere limitato. I suoi fondamenti sono però filosofici, etici e reli-giosi. La gravità della situazione ecologica rivela quanto sia profonda lacrisi morale dell’uomo: la società odierna non troverà soluzione al pro-blema ecologico, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita. C’è dunquel’urgente bisogno di educare alla responsabilità ecologica verso gli altrie verso l’ambiente. Il suo fine non può essere né ideologico né politico,e la sua impostazione non può poggiare sul rifiuto del mondo modernoo sul vago desiderio di un ritorno al “paradiso perduto”: la vera educa-zione alla responsabilità comporta un’autentica conversione nel modo dipensare e nel comportamento. Tutti i componenti della società hanno unpreciso ruolo da svolgere. Prima educatrice rimane la famiglia, nella qualeil fanciullo impara a rispettare il prossimo e ad amare la natura. Il contattocon la natura è una esigenza costante. La not regret policy, condivisadall’Europa, prevede l’adozione di tutti i provvedimenti necessari, pernon doversi in seguito dolere della mancata applicazione di essi. Davantiad una risorsa naturale, con alternativa fra “uso” e “non uso”, la scelta del“non uso” ha valore d’opzione, in quanto non si pregiudicano le sceltefuture. Il pianeta terra si sta avviando verso rapporti sempre piú ‘virtuali’e sempre meno ‘virtuosi’ fra ed entro la comunità di uomini. Trattasi diuna tendenza che potrà essere foriera di gravi ‘guasti’ nei rapporti socialiche potrebbero essere ‘irreversibili’ per un lungo periodo di tempo. Daquesta facile previsione scaturisce la necessità, da parte dell'uomo, di im-pegnare tutto il suo arsenale ‘culturale’ per ridurre, in prima istanza, eper eliminare, in una seconda fase, gli effetti negativi del ‘virtualismo’.Non bisogna dimenticare che l’uomo non vive da solo sul pianeta terra,ma con la diversità biologica che esso ospita. Pierlugi Vignola

a questi poveri disgraziati di raggiungere terra. Finché questi disperatiin fuga dalla violenza e dalla miseria marcivano a spese nostre nei lagerdi Gheddafi oppure morivano per strada sotto gli occhi del dittatore inEritrea Isaias Afewerki, o nelle guerre fratricide nel Sudan e dell’Africasub Sahariana nessuno si interessava alla loro sorte. Adesso che le gabbiesi sono aperte e le bagnarole dei banditi hanno ripreso il largo, si pian-gono i morti e si continuano a ignorare i vivi. L’Europa, che fa la moraleall’Italia per lo sfondamento di un parametro fiscale tratta Lampedusacome se fosse una provincia dell’Impero romano anziché l’avampostodi un continente quello che tutti chiamano Eurolandia ma solo nei sum-mit e nei convegni dei potenti. Tutti sanno che l’unica soluzione al “pro-blema” consiste nel pattugliare le coste africane e mettere in salvo queipoveri cristi prima che le bagnarole affondino, invece di fingersi ognivolta sorpresi per il loro arrivo. Ma iniziative simili richiedono un cuoree una testa, una politica di insieme e una non paura di risolvere il pro-blema “migranti”: regole comuni, mezzi efficaci, trattative con i paesi diprovenienza ma anche politica dell’accoglienza. Questa è l’occasionevera quando in Europa non basta trincerarsi dietro un “non si può” madavanti a un “si deve”. Lisa Biasci

mafie qui non hanno messo radici, ma che hanno delocalizzato loro im-prese criminali e stanno pericolosamente infettando l’economialegale..sappiamo bene che la società civile del Veneto non è disponibilea farsi colonizzare e che è alta l’attenzione delle Forze dell’Ordine e dellaMagistratura. Ma la minaccia mafiosa incombe su tutto il Veneto e nondeve essere sottovalutata; i cittadini devono alzare la vigilanza controquesto cancro”. Su questa ampia e preoccupante problematica, in un con-vegno in Veneto di alcuni mesi addietro, si é anche espresso autorevol-mente il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone,asserendo che “Il Veneto è certamente una delle regioni dove vi sonodegli indicatori di rischio legati all’economia. Le ’Ndrine ( calabresi) siinsediano con caratteristiche legate ai clan familiari e soprattutto in duesettori, quello del movimento terra e, più in generale, dell’edilizia equello del traffico di stupefacenti. Il grande rischio di questa regione,adesso, è che a causa della ristrettezza del credito e della carenza di li-quidità, molte imprese in difficoltà si rivolgano a queste organizzazioniper ottenere denaro a buon mercato. Questi tentativi di impossessarsi disocietà anche di media dimensione deve preoccupare”. Dalle relazioni diPrefetti, Questori, Direttore Dia e Comandanti di Carabinieri e Guardiadi Finanza si evince addirittura che esiste un “quadrilatero” costituito daVerona, Vicenza, Modena e Reggio Emilia e che a Verona sono stanzialiun gran numero di mafiosi calabresi. Interessante il dato secondo cui la‘Ndrangheta è leader nel settore del ciclo del cemento e che il lato ovestdel Veneto si evidenzia come una enclave della Calabria, dove si riciclanoenormi somme di denaro provento dal traffico di stupefacenti. Sono in-fatti stanziali numerosi affiliati ai potenti clan dei Dragone-Mannolo eGrande Aracri di Cutro, Anello-Fiumana di Filadelfia, Vrenna-CiampàBonaventura di Crotone, Papalia-Italiano di Delianuova, Morabito-Pan-gallo-Marte di Africo Nuovo, Bellocco di Rosarno, Piromalli-Molè diGioia Tauro. La grande (in negativo) storia delle mafie in Terra Veneta haperò storia antica, che inizia alla fine degli anni Sessanta, causata dallapresenza di membri delle cosche siciliane in soggiorno obbligato. Tra inomi più noti, Salvatore Contorno, Gaetano Fidanzati, Antonino Duca eGaetano Badalamenti. Formati da tali “grandi maestri”, in quegli anni, lacriminalità veneta, sino allora a carattere locale e di piccolo cabotaggio,fece un salto di qualità, segnalandosi per efferratezza e capacità di ge-stione dei traffici criminali esistenti nella Regione. Si giunse così, in unarco di tempo non molto ampio, alla cosiddetta “mala del Brenta”, del ve-neziano Felice Maniero, con basi logistiche nella Riviera del Brenta, traVenezia e Padova. Maniero e i suoi “ragazzi”, effettuarono spettacolariimprese quali omicidi plurimi, rapine e sequestri di persona. Fatta questadisamina sulla situazione criminale in Veneto, che ora tanto preoccupa, c’èda dire che sulle Mafie insediatesi in Nord Est c’è stata colpevole indif-ferenza e sottovalutazione da parte della Politica di qualsiasi colore, chenon ha colto o voluto cogliere i preoccupanti segnali lanciati, nel tempo,dalla Magistratura e dalle Forze di Polizia, per cui oggi viene da sorrideredi fronte allo stonato e tardivo “suono della Diana”. Raffaele Vacca

foni di ultimissima generazione. Eppure dicono che non avevano nulla…Dopo avergli dato assistenza si lamentano, distruggono i centri che con inostri soldi sono stati costruiti e mantenuti. Rispetto per i morti, questo èfuori dubbio. Arrivare però a contestare il vicepremier e ministro dell’in-terno dello Stato che li ospita, fa venire il voltastomaco. I nostri pensionatiche non possono nemmeno andare a farsi le analisi del sangue perché nonhanno soldi mentre per loro le assistenze sono gratuite. Le nazioni di pro-venienza dei profughi reclamano, giustamente, le salme. Ma quante navie sommozzatori hanno mandato per recuperare i corpi? Signori politici, civergogniamo ma al pensiero di essere governati da voi. Gli antichi romani2000 anni fa esportarono cultura e civiltà. Oggi il suolo italiano viene in-vaso senza che voi facciate nulla per difendere i poveri vecchi che hannopagato per arricchirvi! Vetriolo

degli strumenti appropriati. Purtroppo la maggior parte delle persone nonsa come comportarsi in caso di arresto cardiaco improvviso. Spesso siperde tempo prezioso in attesa dell’intervento di un medico. L’erogazionedi una scarica al cuore deve avvenire entro 10 minuti dall’arresto per evi-tare il rischio di decesso. Grazie ad alcune giuste informazioni, chiunqueavrà la possibilità di salvare una vita. Il riconoscimento precoce di unasituazione di emergenza deve mettere in movimento una “catena di so-pravvivenza”. Un’assistenza tempestiva è la migliore opportunità di so-pravvivenza che si possa offrire a una persona colpita da arresto cardiacoe cioè è importante chiamare immediatamente il servizio di pronto soc-corso e se si conosce, iniziare la rianimazione cardiopolmonare e quindise il luogo dove è successo l’arresto ne è provvisto, eseguire la defibril-lazione precoce. Per definire l’arresto cardiaco improvviso, è necessariocomprendere in che modo si distingue da un infarto. Un infarto si verificaquando il flusso ematico si blocca a causa di un’ostruzione in un’arteriacoronarica. L’arresto cardiaco improvviso si verifica in caso di malfun-zionamento del cuore che improvvisamente comincia a battere in modoirregolare. In termini pratici, la differenza tra le due condizioni può essereparagonata alla differenza tra un problema idraulico e un problema elet-trico. L’infarto è un problema di” tubature”, che limita il flusso sanguignodiretto al cuore, mentre l’arresto cardiaco improvviso è un cortocircuitodel sistema elettrico che interrompe il ritmo regolare del cuore impeden-dogli di pompare il sangue nel corpo. La defibrillazione è il processo conil quale viene erogata una scossa elettrica al cuore per ripristinarne il“ritmo normale”. Un defibrillatore è un dispositivo che genera una scossaelettrica e la eroga al muscolo cardiaco per contrastare gli effetti della fi-brillazione ventricolare. Quello che è stato donato alla scuola è un defi-brillatore semiautomatico portatile e rappresenta l’unico modo possibileper rianimare una persona colpita da arresto cardiaco improvviso al difuori di una struttura ospedaliera. Maria Rosa Nicastri

nali, creato il suo partito, ha quasi ottanta anni. Non è ora che vada inpensione? I politici italiani sono tutti anziani, c’è bisogno di un rinnova-mento generazionale affinché questo paese risorga dalle ceneri. Invece dipensare al popolo che si arrabatta alla meno peggio, assistiamo ai nonluogo a procedere, all’incostituzionalità della legge Severino (ma nonl’hanno creata e votata tutti?), alle peggiori lotte di faide politiche: chinon riderebbe di noi? Ma la responsabilità politica nei confronti dei cit-tadini esiste? Questi nostri rappresentanti ci hanno presi per cretini? Nonsarebbe ora che comincino seriamente a fare i rappresentanti tagliando iloro stipendi d’oro, eliminando le pensioni baby, i finanziamenti pubbliciai partiti, la legge elettorale? Dobbiamo assistere continuamente ai lororicatti politici? Hanno capito che chi gli concede il mandato è il popolo?Le istituzioni sono sacre come la Costituzione. Non si inventano le leggi“ad personam” nella civiltà progredita. Ognuno si deve assumere le pro-prie responsabilità e renderne conto al cittadino. Chi non è in grado di go-vernare si deve dimettere. Francesca Pagano

larius, i fabbricanti di finimenti nel Vicus Lorarius, i vetrai nel Vicus Vitra-rius, i gioiellieri nel Vicus Margaritarius. In questi negozi gli artisti italicisvolgevano il loro lavoro, eccetto i più grandi che guadagnavano molto evivevano nel lusso. Architetti e scultori erano classificati coi medici, gli in-segnanti e i chimici fra quelli che esercitavano le artes liberales, arti degnedegli uomini liberi, ma coloro che facevano lavori artistici erano o eranostati per lo più schiavi. Poche case avevano più di due piani, le cantineerano rare, i tetti ricoperti di tegole rosse, le finestre munite di imposte o la-stre di vetro. L’entrata era di solito costituita da una doppia porta, con cia-scuna delle metà girevole su cardini di metallo. I pavimenti erano di cretao mattonelle, spesso a tessere quadrate di mosaico, e non vi erano tappeti.Attorno all’atrio centrale c’erano le stanze principali della casa: da questapianta architetturale derivarono il chiostro e il cortile quadrangolare deicollegi. Nelle case più ricche una o più stanze venivano usate come stanzeda bagno, di solito con vasche simili alle nostre. L’idraulica giunse con i Ro-mani a una perfezione mai raggiunta prima del secolo XX. Tubi di piomboportavano l’acqua dagli acquedotti e dai canali nella maggior parte dei ca-samenti e delle case. Gli infissi e i rubinetti erano di bronzo e alcuni arti-sticamente lavorati. Grondaie di piombo facevano defluire l’acqua dal tetto.La maggior parte delle camere erano riscaldate con bracieri portatili a car-bone; poche case, le ville e i palazzi e i bagni pubblici avevano il riscalda-mento centrale ottenuto con caldaie a legna o a carbone che fornivano ariacalda alle varie stanze attraverso tubi e bocchette aperte nel pavimento enelle pareti. Nel primo Impero fu fatta alla casa del ricco romano una mo-difica di origine ellenistica: per creare un intimità, non sempre possibilenell’atrio, si costruì un peristilio, un cortile a cielo aperto adorno di fiori, ce-spugli e statue, circondato da un porticato con al centro una fontana o unapiscina, attorno a cui si costruì una nuova serie di stanze, un triclinio o salada pranzo, un oecus “casa” per le donne, una pinacoteca per le collezionid’arte, una biblioteca per i libri, un Lararium per gli dèi della casa. MoltiRomani, stanchi del frastuono della città, fuggivano verso la pace della cam-pagna. Giovenale pensava che fosse pazzo l’uomo che viveva nella capitale,quando con l’affitto annuo di una stamberga a Roma poteva comprare unagraziosa casa in una tranquilla città d‘Italia e circondarla di “un giardino bencurato da fare la gioia di un centinaio di Pitagorici”. I ricchi andavano via daRoma all’inizio della primavera nelle ville ai piedi dell’Appennino o sullespiagge. Se un senatore possedeva questa villa sul mare e un’altra a Como,si può immaginare il lusso della villa di Tiberio a Capri, di quella di Domi-ziano ad Alba Longa o di quella che Adriano si fece costruire pochi annidopo a Tivoli. Nell’architettura domestica i Romani non si curavano di imi-tare la Grecia classica, dove le case erano modeste e solo i templi grandiosi,anzi i Romani modellarono i loro palazzi sulle residenze dei re ellenisticiquasi orientalizzati: lo stile dei Tolomei venne a Roma con l’oro di Cleopatrae l’architettura regale affiancò la politica monarchica. Gabriella Di Luzio

dita di vite umane, non deve far abbassare la guardia su quella che con-tinua a rappresentare una drammatica piaga sociale. Il recente gravissimoincidente di Lamezia Terme con la morte di tre operai in un silos, ne èdrammatica conferma. E desta particolare inquietudine l’entità degli in-fortuni tra i lavoratori stranieri. Apprezzo quindi il vostro impegno nelpromuovere una forte cultura della sicurezza e della prevenzione per ilrispetto delle regole poste a tutela dell’incolumità sul posto del lavoro ein difesa della vita e della dignità di tutti i lavoratori, valori essenzialigarantiti dalla nostra Costituzione. Con questo spirito - conclude Napo-litano - rivolgo il mio partecipe saluto a Lei presidente Bettoni, ai muti-lati, agli invalidi e ai familiari delle vittime sul lavoro che in questagiornata particolare ricordano il sacrificio dei loro cari tragicamentescomparsi”. I numeri comunicati dall’associazione fra lavoratori mutilatied invalidi del lavoro registrano una diminuzione degli infortuni del 22,8e del 28,8 dei morti negli anni tra il 2002 e il 2012. Gli infortuni denun-ciati all’Inail nel 2012 sono stati 744.916 (-8,9% sui 817.586del 2011) e i morti 790 (-8,8% rispetto 866 del 2011). Il presidente dellaCamera, Laura Boldrini, interviene a sostegno delle parole di Napolitanodicendo: “Il fenomeno conserva tuttora dimensioni inaccettabili in unPaese civile, chiedo, anche nella particolare congiuntura economica, dinon abbassare i livelli di sicurezza in un’ottica di risparmio. Non si puòbarattare la vita dei nostri lavoratori per il perseguimento del profitto aogni costo”. Maddalena Barba

che bisogna correre ai ripari, cercando di non arrivare a questo punto,regalandosi del tempo da passare in due, per non perdersi troppo di vistae per riscoprirsi in questa nuova veste. È una prova del nove in cui ci siriscopre più maturi e più responsabili. A chi leggerà queste poche righevorrei quindi consigliare di investire sul tempo per la coppia, propria odelle persone a cui vogliamo bene. Per Natale, invece dei soliti Sali dabagno, sotto l’albero ci vorrebbero cofanetti regalo per un weekend ouna cena romantica, un abbonamento al cinema o a teatro, un percorsobenessere... Spazio alla fantasia, va bene tutto, purché sia rigorosamentevietato ai minori! Maria Rosa Laria

rittura a cancellare il proprio account da Facebook. Il social networkideato da Mark Zuckerberg diventa sempre più invadente, a vantaggio deiprofitti, ma a discapito delle persone. Ricordiamo infatti l’intenzione diZuckerberg (seguita a ruota da Google) di vendere i commenti degliutenti agli inserzionisti per aiutarli ad aumentare l’interesse intorno aiprodotti da questi pubblicizzati. Il colosso Google utilizzerà questo me-todo a partire dall’11 novembre, ma non utilizzerà i dati dei minori di 18anni e permetterà agli iscritti a You Tube e Google Plus – il social net-work di Facebook – di scegliere se cedere le proprie informazioni perfini pubblicitari o meno. Dunque attenzione ai commenti che si lascianosu Internet; come nel film di Peter Weir “The Truman Show!” siamoormai tutti monitorati. Erika Carpinella

valide è determinato dalla brama di molti di poter sfoggiare insegne ca-valleresche che altrimenti non potrebbero avere e cosi’ ecco che spuntanocome funghi associazioni che vendono a diverse migliaia di euro veri epropri pezzi di carta spacciati per altisonanti nomine di questo o quell’or-dine. Negli ultimi mesi diverse operazioni dei Carabinieri hanno portatoall’esecuzione di decreti di perquisizione domiciliari verso presunti “GranMaestri” che utilizzavano nomi e stemmi similari ed emettevano addirit-tura passaporti diplomatici fasulli. Nelle varie operazioni i Carabinierihanno proceduto al sequestro di diverso materiale relativo alla truffa(mantelli, decorazioni, sciabole per le investiture, diplomi, distintivi, tar-ghe diplomatiche e altro materiale riconducibile per somiglianza alloS.M.O.M.). Reati contestati: truffa, false attestazioni sulle qualità perso-nali, sostituzione di persona, possesso di segni distintivi contraffatti eusurpazione di titoli ed onori. In qualche caso poi la truffa finisce a ta-rallucci e vino poiché la legislazione italiana permette a ciascun cittadinodi aprirsi un’associazione, denominarla come gli pare e piace e richiederequote associative. Per non cadere quindi nel tranello di questi millantatorivi invitiamo a leggere il “registro degli ordini cavallereschi” stilato dallaCommissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Caval-lereschi al seguente indirizzo: http://www.icocregister.org/ Isacco Cicala

EVASIONI E TRUFFE FISCALIIn Italia l’evasione fiscale è immensa e ciò causa ovviamente gravi con-seguenze all’economia. Vi sono anche evasori fiscali, che sono dipen-denti pubblici con doppio lavoro. E poi vi sono i falsi invalidi e quelli cheprendono la pensione della madre morta. Tale pessimo costume socialeva combattuto. La Guardia di Finanza a combatte con successo sia lamacro che la micro evasione. Il Comando della Guardia di Finanza ècomposto da tre nuclei : il Nucleo entrate, il Nucleo spesa pubblica e re-pressioni frodi comunitarie e il Nucleo pubblica amministrazione. Eccoalcuni dati che dimostrano le conseguenze della vasta evasione, che dan-neggia l’Italia: sono stati l’anno scorso sottratti a tassazione 2,3 miliardidi euro, 300 sono invece i milioni d’IVA non dichiarati, 1 miliardo d’Irapevase e oltre 1000 evasori totali sono stati scoperti. L’anno scorso laGuardia di Finanza ha scoperto 700 società immobiliari, che, a fronte deibeni venduti, hanno sottratto al fisco 650 milioni d’imponibile e 6 milionid’IVA. Ci auguriamo che l’azione della Finanza convinca gli evasori apagare ciò che a loro spetta, così gli Italiani pagheranno meno tasse.

Mario Coletti

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L’ATTUALITÀ, pag. 3N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 TEMATICHE INTERNAZIONALI

BANCA MONDIALE: RISOLUZIONE CANCELLA POVERTÀ !Il neopresidente Jim Yong Kim ha formulato la sua prima riorganizzazione dell’istituto in 20 anni, ponendocome obiettivo la diminuzione della povertà. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è concorde sullariforma ed il Comitato per lo sviluppo dichiara: “È il primo passo per raggiungere un doppio obiettivo. La finedella povertà estrema e la promozione di una prosperità condivisa”. L’istituto è attualmente organizzato fondoper fondo, paese per paese e regione per regione. Il presidente vuole stravolgerlo perché dai risultati dei son-daggi condotti sui 10000 dipendenti è emersa una “cultura della paura”, il “timore del rischio” e scarsa colla-borazione. Questa frammentazione per settori o geografica sarà portata via da una riorganizzazione che siapiù efficiente sui territori e risponda ai bisogni dei paesi in tempi brevi. Svariati sono stati i problemi discussiall’interno del Development Commitee, uno su tutti il problema dei paesi del Sud del mondo. Circa 400 milionidi bambini sono indigenti, si vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Kim si ripropone di far scendere il tassodi povertà al 9% entro il 2020 ed eliminarlo totalmente entro il 2030. È Visco a ricordare il ruolo che sta svol-gendo l’Istituto in questo periodo economico nero: solo nel 2010 ha prestato risorse pari a 66 miliardi di dollari,il triplo di quanto faceva negli anni pre-crisi; per il domani, dovrebbe poter intervenire “quando il bisogno simanifesta”. Il governatore continua: “Bisogna assicurare una piena coerenza fra il piano e le necessità finan-ziarie della nuova strategia, senza chiedere un nuovo aumento di capitale e mantenendo un profilo di rischioprudente. Il progetto rappresenta una opportunità per ripensare il bilancio e dunque offrire servizi allo sviluppodi qualità superiore”. In chiusura dell’incontro Kim propone una soluzione alla difficile situazione del debitoUsa visto che rappresenterebbe un’incognita che andrebbe a gravare sulla strada della ripresa portando con seconseguenze disastrose per tutti senza escludere i paesi più poveri. Le polemiche per questo stravolgimentonon tardano visto che voci stampa raccontano di tre donne-manager (italiana, americana e inglese), autrici del-l’idea innovativa, poi allontanate dal progetto. Maddalena Barba

BANGLADESH, I DIRITTI VIOLATI DELLE DONNEQuindici anni e un peso come un macigno da portare sulle spalle. Un’adolescenza e tanti sogni spezzatidalla cultura purtroppo arretrata e maschilista del Bangladesh. E’ la storia di Samantha (il nome è di fan-tasia, per proteggere la privacy della giovane), ragazza 15enne nata in Bangladesh ma vissuta in Italia, nelpadovano. I suoi primi 14 anni li ricorderà come splendidi, attornata da amici e da una famiglia con cuiaveva un ottimo rapporto. Poi, a 14 anni, l’errore di confessare al padre di essersi innamorata. E da lì lasua vita serena si trasforma in un incubo e il padre che aveva amato in un orco. La ragazzina, neo quindi-cenne, viene portata nel paese natio con un inganno e in Italia ci farà ritorno molti mesi dopo. Il padre lacostringe a sposare suo cugino di 20 anni più grande che abusa di lei ripetutamente e, trasferitosi in Italiacon la moglie bambina, la costringe a rimanere sempre chiusa in casa. Niente più scuola per Samantha, néamici, né le normali attività che gli adolescenti svolgono. A far scattare l’inchiesta su questa vergognosavicenda e quindi le accuse per il padre ed il cugino di Samantha di maltrattamenti in famiglia e di violenzasessuale, è proprio la ragazza stessa, che in un giorno di assenza del marito riesce a connettersi a Facebooke ad inviare un messaggio di aiuto ad una cara amica di scuola. Quest’ultima si rivolge alla polizia e daqui inizia un percorso – ancora in atto – che mira a liberare Samantha dallo stato di prigionia in cui vive.Il pubblico ministero che si sta occupando della vicenda è Francesco Tonon ed il caso a Camposampiero,in provincia di Padova, è diventato di pubblico dominio. Tonon ha dichiarato numerose volte che unasimile unione non può essere considerata matrimonio, ma soltanto violenza sessuale. Le vittime della ma-cabra usanza delle spose bambine sono numerose in Bangladesh; appena due settimane fa, agli inizi di ot-tobre, è morta una bambina di otto anni per le violenze subite la prima notte di nozze. Erika Carpinella

OSLO: IL NOBEL PER LA PACE ALL’OPACQuest’anno il premio Nobel per la Pace va all’Opac, l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimichefondata nel 1997 con lo scopo di promuovere e verificare l’adesione alla Convenzione sulle armi chimiche del1993 che proibisce l’uso di tali armi e ne chiede la distruzione. La notizia è stata data dal presidente del comitatonorvegese Thorbjon Jagland sottolineando che, il Den norske Nobelkomité, il Comitato per il Nobel, con l’as-segnazione di questo premio si augura non solo di contribuire alla completa distruzione delle armi chimichema ha anche voluto dare un appoggio economico all’Organizzazione. Il 10 dicembre, infatti, in occasione del-l’anniversario di Alfred Nobel, insieme al diploma e alla medaglia d’oro, l’Opac riceverà anche una ricompensada 8 milioni di corone (910.00 milioni di euro) destinata naturalmente a sostenere le spese per le future elimi-nazioni di armamenti chimici. In favore dell’organizzazione, che ha strappato a sorpresa il premio dalle manidella super-favorita, la sedicenne pakistana Malala Yousafzai, ha poi giocato anche il suo attuale impegno interritorio siriano dove, dal 6 ottobre, l’Opac è impegnata nella missione internazionale di smantellamento del-l’arsenale chimico del regime di Bashar al Assad, richiesta all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onuall’indomani del terribile attacco a est di Damasco del 21 agosto: oltre mille tonnellate di armi non conven-zionali, tra cui gas sarin e iprite, distribuite in almeno 45 località. Un disarmo quello siriano che arriva dopo16 anni di attività dell’Opac in cui l’organizzazione ha condotto oltre 5 mila ispezioni in 86 Paesi e distruttonel complesso 57 mila tonnellate di armamenti, per lo più prelevati dagli arsenali americani e russi risalentiall’epoca della Guerra Fredda, e che, come sottolinea il Comitato per il Nobel norvegese, evidenzia come a 20anni di distanza il mondo purtroppo sia ancora pieno di armi chimiche e come quindi si faccia sempre più ur-gente la necessità di intensificare ulteriormente gli sforzi per eliminarle. «Il premio - ha poi detto AhmetUzumcu, il diplomatico turco che guida l’Opac dal 2008 - aiuterà a promuovere l’universalità della Conven-zione nei prossimi mesi» e chissà che non riesca finalmente a strappare la firma anche agli ultimi sei Paesi cheancora non si sono convinti a mettere a bando le armi chimiche. Senza dimenticare che, i ritardatari non man-cano neanche tra i firmatari: Stati Uniti e Russia, ad esempio, sono tra i paesi che non hanno osservato la sca-denza dell’aprile 2012 come data ultima entro cui distruggere i propri arsenali chimici. E non sono i soli.

Federica Sciorilli Borrelli

LA STORIA DELLO ZEROGli anni sono quelli del terzo secolo a.C. sulle rive del fiume Tigri, in una zona dovein futuro sarebbe sorto un paese chiamato Iraq. Qui i babilonesi, popolazione moltoprogredita nei campi scientifici e culturali, hanno sviluppato un piccolo segno com-posto da due cunei (la loro forma di scrittura) rivolti verso il basso: indica semplice-mente la mancanza di spazio, il vuoto. Non sono i soli: anche gli olmechi, una civiltàprecolombiana, sono giunti allo stesso concetto di nulla. Qualche anno dopo i greci,con Alessandro Magno e il successivo espandersi dell’ellenismo, prendono questoconcetto dandogli la forma della lettera iniziale della parola “ouden” (“nulla” in grecoantico, ma la leggenda vuole che la forma sia ispirata al vuoto lasciato da una monetasulla sabbia)): è primo embrione del numero più affascinante e utile della matematica.I greci sono un popolo che, grazie all’espandersi della loro cultura nel Mediterraneo,ha contatti con numerose altre civiltà, e molte delle loro idee, compresi gli sviluppidella matematica e della medicina, giungono fino in oriente, in India. Qui, all’iniziodel settimo secolo a.C., vive un abile matematico e astrologo indiano, Brahmagupta,che inizia a essere affascinato e incuriosito da questo simbolo che indica il nulla. De-cide di approfondire quindi l’ouden greco nella sua opera Brahmasphuta Siddhanta,insieme ad altri concetti di algebra ed equazioni. Ma gli indiani, come i greci primadi loro, considerano questo simbolo una semplice assenza di spazio, e solo qualcheanno dopo inizieranno a concepirlo come un vero e proprio numero, in grado di legarsiagli altri nove per costruire qualsiasi cifra. Le opere di Brahmagupta e di altri mate-matici indiani si diffondono fino a giungere alle orecchie di Severo Sabokt, vescovodi Damasco, che subito informa l’impero islamico dell’esistenza del simbolo matema-tico, che in arabo viene subito tradotto in “sifr”, vuoto. In oriente il sifr viene subitostudiato dal matematico arabo al-Khwarizmt (dal suo nome deriverà l’algoritmo), chene espone i concetti nel suo famoso al-Jabr (algebra) attribuendone onestamente lascoperta agli indiani, ma commettendo inizialmente l’errore di usare ancora il sistemaa nove cifre (dette poi, non a caso, numeri arabi) che in India ormai non usano più. Daqui bisogna aspettare ancora qualche anno per avere lo zero in occidente. Già intornoall’anno mille in Europa il monaco Gerberto di Aurillac, futuro papa Silvestro II,chiuso nel suo monastero studia lo zero in modo approfondito, ma decide di non di-vulgare i suoi studi. Nello stesso periodo l’impero islamico è già una fucina di culturae di invenzioni, il sifr è ormai di uso comune, e in queste terre viaggia spesso un av-venturoso mercante italiano: Guglielmo dei Bonacci. A causa del suo lavoro, Gu-glielmo è in stretti contatti con gli arabi, e così suo figlio Leonardo Pisano, detto poiil Fibonacci, viene influenzato dalle idee scientifiche e culturali orientali. Studial’arabo e le usanze musulmane, diventa uno dei matematici più abili del suo tempo, erimane colpito dal sifr degli arabi, chiamandolo zephirum (il mito greco del ventodell’ovest), zefiro e infine zero. A differenza di Gerberto di Aurillac, il Fibonacci riu-nisce le sue scoperte matematiche nel suo Liber abaci e ne pubblica il contenuto, di-ventando di fatto uno dei primi divulgatori scientifici della storia dell’occidente. InEuropa lo zero dimostra subito la sua utilità, permettendo di abbandonare il sistemanumerale romano, scomodo perché additivo, in cui il valore si calcola sommando lecifre scritte, adottando un più facile metodo posizionale, in cui il valore finale è datodalla posizione dei numeri. Il semplice simbolo, che a differenza del nome è il numeroforse più importante della matematica, ne ha fatta di strada dagli iniziali cunei babi-lonesi fino ad arrivare ai moderni segnali digitali (che si basano su un codice binariodi zero e di uno). “Con queste nove fugure, e con questo simbolo” diceva il Fibonaccinel suo Liber abaci “che in arabo si chiama sifr, si può scrivere qualsiasi numero”, ela storia gli ha dato ragione. Emiliano Federico Caruso

EL NINO EN LAPLAZA

Bl coraje no es rabia. /Es confianza/de que los pies en la tierra /y lacruda mirada /no necesitan expli-caciones /para el derecho /dela de-sobediencia civica. /El ojoembravecido /dispensa palabras /yel cuerpo, por menor que sea, /in-stiga respeto /y custodia la paz.

Teresinka Pereira

TESTAMENTO OLOGRAFO DI MONS. BUSÀIo sottoscritto Arcivescovo Viktor Busà, nato a Palermo il 15 dicembre1941, in atto Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezzae la Pace, nel pieno possesso delle mie capacità mentali, dispongo chedopo la mia morte tutte le mie proprietà immobiliari e mobiliari vannoal suddetto Parlamento (Organizzazione Intergovernativa delle Nazionida me fondata il 15 dicembre 1975 unitamente al compianto confratelloin Cristo, S. B. l’Arcivescovo Makarios, già Presidente della Repubblicadi Cipro. Pertanto preciso che le suddette mie proprietà consistono: nel-l’appartamento di via Marchese Roccaforte n. 10, piano 2°, interno 3, si-tuato nella città di Palermo, dove dal 1975 é la Sede Internazionale delParlamento Mondiale (con arredamenti, biblioteche e archivi ufficiali);nell’appartamento di viale Teocrito n. 12 (Zisa), piano 1°, interno 3, sitoin Palermo, dove é ospitata la Segreteria Generale per i Rapporti conl’Estero (con arredamenti, archivi generali e vari libri che dovranno for-mare, in toto, una Biblioteca per la Pace del sullodato Parlamento Mon-diale, il cui Consiglio Supremo di Presidenza dovrà interessarsi a tempodebito per l’attuazione legale di tutte le disposizioni descritte nel presentemio testamento olografo. Palermo, 2 febbraio 2012. Viktor Busà

IL MISTERO DELLA SEPOLTURA DI PRIEBKEÈ morto Erich Priebke. Militare tedesco durante la seconda Guerra Mon-diale ed ex capitano delle SS in Italia, Priebke, si è spento all’età di 100anni nella sua casa romana dove dal 1998 stava scontando la condannaall’ergastolo per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazionedell’eccidio delle Fosse Ardeatine, la strage del 24 marzo 1944 in cui335 civili italiani furono fucilati come rappresaglia per la morte dei 42soldati tedeschi vittima dell’attacco partigiano di via Rasella. «Da alcunigiorni non stava bene e alcuni medici lo seguivano» – ha spiegato PaoloGiachini, il suo legale storico – che ha poi fatto sapere che Priebke ha la-sciato come «ultimo lascito» un’intervista-testamento scritta e un video,entrambi realizzati lo scorso luglio in occasione del suo centenario. Unavera e propria eredità umana e politica in cui, non solo il boia delle Ar-deatine non rinnega il suo passato, ma dove parla anche delle camere agas del campo di concentramento di Dachau come delle uniche mai esi-stite e dell’Olocausto in termini di manipolazione delle coscienze. Paroleforti che naturalmente non hanno lasciato indifferenti né Riccardo Paci-fici che ha ribadito più e più volte che la comunità ebraica non permetteil perdono di un uomo che non si è pentito dei crimini commessi, né lacomunità di Henningsdorf, che ha fatto sapere che il fatto che il Priebkenon ha a Henningsdorf né la residenza né una tomba di famiglia gli toglieautomaticamente qualsiasi diritto di essere sepolto nella sua terra natale.Lo stesso vale per il ministro degli Esteri israeliano, portavoce del go-verno di Tel Aviv, che ha invece risposto alla provocatoria proposta diseppellire la salma del’ex capitano delle SS in Israele avanzata dal figlioJorge Prebke, con un secco no comment. Restano le opzioni Argentina,Cassino, Pomezia e Fondachelli Fantina. Ma se l’Argentina (dove è sep-pellita la moglie dell’ex gerarca nazista) e i due comuni laziali si sono op-posti categoricamente fin da subito, il gesto di umanità cristiana che eradisposto a compiere Marco Antonio Pettinato, il sindaco del piccolo co-mune messinese di Fondachelli Fantina, è stato stroncato sul nasceredalla sua stessa giunta che, accusato Pettinato di essere disposto a tuttopur di avere un po’ di visibilità, ha espresso il suo totale disaccordo. Cosìcome è accaduto per la proposta del cardiochirurgo Alberto Negri che,espresso il desiderio di voler tumulare la salma del boia nella tomba difamiglia nel cimitero di San Vitale di Roverè, è stato subito messo a ta-cere dal sindaco di Roverè. Cosa fare? Resta sempre l’opzione crema-zione proposta dal presidente della comunità ebraica di Roma: «i mieinonni sono usciti da un camino di Aushwitz», commenta Pacifici.

Federica Sciorilli Borrelli

POEMA A LA SAL UDDE LA PRESIDENTA

KIRCHNERLos poemas a los enfermos /soncasi iguales. /Sin embargo, los quelos reciben /son destacados por sumerecimiento /ypor la importancia/de su vida en la vida de otros./Usted, Cristina Fernàndez de Kir-chner, /es de estas personas /de lascuales dependemos /para que laesperanza /en que haya paz y justi-cia social /en este mundo, siga bril-lando diariamente/ en losnoticieros internacionales. /Mideseo, junto a los que hablan conel pueblo /es que se ponga fuerte/y que su determinacién de admi-nistrar /los cam bios sociales enArgentina /crezca y cruce los anosde gobierno /con salud y prosperi-dad. /Mis pensamientos y mi soli-daridad /estàn dirigidos a su prontarecuperacién. Teresinka Pereira

tpereira®buekeye-express. com

Excelentisima Sra. Cristina Fe-màndez de Kirchner Presidenta dela Repùblica Argentina.No es la primera vez que leescribo. En octubre de 2011 leenvié una carta de congratulacio-nes por la victoria en las eleccionesa la presidencia de Argentina. Suadministraciòn ha sobrepasadonuestras expectativas. Estamosmuy bien impresionados con sufirmeza y capacidad para gobemarel pais hermano. Allora que nosllega la noticia de que no se en-cuentra bien de salud, nos apura-mos en desearle prontas mejoras yprosperidad en todos los sentidosa su vida y a la vida de la nacion.Reciba, por favor este poema quele escribi con emociòn y sinceri-dad. Ei Parlamento Mundial de losEstados para la Seguridad y Pazestà pasando por transicién admi-nistrativa por la muerte del LordPresidente Viktor Busà. Pero noso-tros que trabajamos por la paz ensu nombre seguimos nuestra mi-siòn diplomàtica sin interrupciònpues sabemos que la paz es posi-ble, y algùn dia el ser humano laconquistarà. Sinceramente,

Senadora Teresinka PereiraEmbajadora at Large del PMESP

Ringrazio vivamente lanota giornalista e scrit-trice rumena, VeronicaBalaj, residente a Timi-soara, per avermi inviatocopia del suo libro intito-lato “Fuga nel cerchio”(editore EuroPulicis), conuna dedica di grandestima. Si tratta di una pre-gevole silloge poetica inlingua italiana (tradu-zione a cura di Laura Ste-fania Mara).Per ulteriori informazioni0040 - 727384727Il Direttore Salvemini

Rita Delle Noci è nata a Melfi (PZ) nel 1944 e attualmentevive a Formia (LT) dove si dedica alla pittura e alla grafica.Ha lavorato a Roma e a Madrid come grafica pubblicitariae illustratrice di libri e riviste di cultura. Ha insegnato gra-fica pubblicitaria, a Foggia, nei corsi professionali della Re-gione Puglia per la quale ha anche diretto un Centro diprogrammazione culturale. Del 1965, ha partecipato a variemostre collettive a Madrid, Roma, Potenza, Torino, Cata-nia, Formia, Firenze, Ischia, Venezia. Dal 2009 al 2012 hapartecipato periodicamente a mostre collettive nella Galle-ria Cassiopea di Roma. Dal 2009 al 2013 ha realizzato mo-stre personali di pittura (La pittura di Rita Delle Noci,Visibile parlare) e di grafica (Il demone della linea, il sacroil mito 1 'arcano, Trame) a Napoli, Roma, Bari, Formia.Rita Delle Noci è iscritta all'Albo dei Pittori d'Italia e d'Eu-ropa. Sue opere sono presenti presso Enti, strutture pubbli-che e religiose. (Nella foto il quadro dedicato ad Ulisse)

Gazzetta Ufficiale del P.M.S.P., n. 15, gennaio-marzo 2012.

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L’ATTUALITÀ, pag. 4 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013TEMATICHE ETICO-SOCIALI

MODIFICARE LA LEGGE BOSSI-FINIQuella del 3 ottobre al largo dell’Isola dei Conigli è stata una grande tragedia, ma non è stata la sola. Ogni sin-golo naufragio porta con sè vite spezzate, e drammi nel dramma di madri che perdono i figli e bambini soprav-vissuti ma resi orfani o separati dalle loro famiglie. L’Italia, l’Europa e il mondo intero – istituzioni e singoliindividui – non possono far finta che non sia un loro problema, perché questo fenomeno, che ormai sta pren-dendo sempre più la forma di un genocidio, ci coinvolge tutti. Non lo hanno fatto gli abitanti di Lampedusa,che hanno soccorso con tutti i mezzi in loro potere quante più persone possibile, accogliendole nella propriaisola, nelle proprie case, nelle propri barche. E qui, parlando di soccorso da parte di barche, il pensiero va na-turalmente alla legge Bossi-Fini e all’impossibilità da parte di imbarcazioni non militari di offrire aiuto a queste“carcasse” galleggianti prima che avvenga la tragedia per non essere accusati di favoreggiamento dell’immi-grazione clandestina. Le ripetute stragi in mare, con centinaia di morti, hanno riportato la politica a discuteresulla nostra legge sull’immigrazione, ma mentre il premier Letta si è espresso chiaramente per l’abolizione dellalegge che ha istituito il reato di clandestinità, il vice premier e ministro dell’Interno Alfano tende a frenaresull’opportunità di modificare la tanto discussa legge, mentre la Lega scende in piazza contro i clandestini di-mostrando ancora una volta, con il suo campanilismo di non essere in grado di guardare oltre il proprio “pia-nerottolo”. Quello che è certo è che l’attuale legge è contraddittoria, soggetta a un’eccessiva libertà diinterpretazione, che se da un lato dice che “Non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umani-taria”, dall’altro dice che “Chiunque […] compie atti diretti a procurare l’ingresso nel territorio dello Stato diuno straniero ovvero atti diretti a procurare l’ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non è cittadina,è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 15.000 euro per ogni persona”. Una cosaè quindi certa: su questa legge bisogna fare chiarezza perché i margini di interpretabilità sono eccessivi.

Maria Rosa Laria

ITALIANI: UN POPOLO DI PIGRIGli italiani sono un popolo di pigri. Non solo mentalmente, rifiutandosi di opporsi in massa a certi strapoteripolitici e criminali, non solo culturalmente, con un tasso d’istruzione tra i più bassi in assoluto e molte, troppepersone che non leggono più un libro dopo le scuole dell’obbligo, ma è anche un popolo fisicamente pigro. Ognianno diminuiscono le iscrizioni nelle palestre, ci si giustifica accusando una crisi che costringe al risparmio,ma poi si ripiega su centri estetici e dietologi, che promettono miracoli con minore fatica fisica e ormai fatturanocifre altissime. Anche nella vita di tutti i giorni basta guardarsi intorno: si tende a preferire l’ascensore alle scaleanche se si abita al primo piano, nei supermercati si usano solo le scale mobili e spesso si prende l’automobileanche per fare mezzo chilometro. Proprio in quest’ultimo campo abbiamo una sorta di “medaglia nera” rispettoal resto d’Europa, siamo il paese con il rapporto più alto tra numero di macchine e abitanti: più di seicento vet-ture ogni mille abitanti. Ormai l’automobile è la terza spesa più pesante che grava sulle famiglie italiane, dopola casa e il cibo. Come dire: non si va più al cinema o nei musei, non si esce più la sera né tantomeno si va invacanza, ma si lavora di più per mantenere una vettura. Le macchine avrebbero dovuto affrancare l’uomo dallafatica, mentre ci siamo ritrovati a lavorare il doppio per mantenerle, senza mai considerare alternative comela bici o i mezzi pubblici. Questi ultimi funzionano male anche a causa dell’enorme quantità di vetture private,che intasano il traffico e testimoniano anche un egoismo tipicamente italiano: nella quasi totalità delle macchinevi è solo il guidatore bordo, non ci si organizza mai per muoversi in 3-4 persone con una sola vettura, con untotale spreco di spazio e benzina. Ci abbiamo almeno provato con le biciclette, il cosiddettobike-sharing, e abbiamo visto tutti come è andata a finire. Il discorso tiene conto ovviamentedella media nazionale, ma abbiamo anche punte di eccellenza in questo campo: a Pesarosi stanno costruendo una vera e propria “Bicipolitana” con tanto di fermate e tragitti, divisiin vari colori. Non si pretende di raggiungere i livelli dell’Olanda, tra i paesi con il rapportopiù basso tra vetture e abitanti, ma ormai il 4,6% del nostro PIL se ne va per i danni causatidall’intasamento delle strade italiane. Il problema è che in Italia manca completamente unacultura del movimento. La pigrizia si affaccia nella nostra vita soprattutto dopo i 50 anni,proprio quando una regolare attività fisica è più necessaria per la nostra salute, e siamo por-tati anche all’autoassoluzione: ci convinciamo che bastano i pochi metri del tragitto casa-mac-china-ufficio per essere a posto con la coscienza (e con la salute). Sulla salute, insomma, si risparmia, ma sullavanità e sull’automobile non si bada a spese. Emiliano Federico Caruso

INVESTIAMO PIÙ NEL CALCIO CHE NELLA RICERCAIn Italia i soldi ci sono, ma girano male, e si trovano in gran parte nelle tasche sbagliate. Diminuiscono lepensioni degli onesti lavoratori, e aumentano a dismisura i vitalizi della casta politica, si tartassa un paeseormai alla deriva solo per permettere a paperoni, mafiosi e faccendieri di attingere ai fondi pubblici. Si tol-gono risorse alla ricerca scientifica e medica, che ormai stanno regredendo a livelli medievali, per poi ali-mentare il mercato d’oro del calcio. Una delle peggiori falle del nostro Paese è la fuga dei cervelli e deitalenti: che un giovane ricercatore faccia pratica all’estero è necessario per ampliare le sue capacità pro-fessionali, culturali e linguistiche, il problema è che poi non vuole tornare più in Italia. Se un indiano, uncinese o un giapponese fanno pratica in altri paesi (raramente nel nostro: non sono attratti dal nostro am-biente di ricerca), poi tornano nei loro paesi e fanno crescere l’economia locale grazie alle capacità acquisiteall’estero. Ma un ricercatore italiano come può voler tornare in un Paese come il nostro, che non offre unambiente adatto alla ricerca, e in cui contano più le raccomandazioni, i nepotismi e i clientelismi, piuttostoche i meriti, il duro lavoro e i risultati? Questo meccanismo malato è anche un danno economico per noi:dopo aver studiato per 20 anni in Italia, consumando risorse in termini di libri, cibo e strutture universitarie,un ricercatore, spesso una punta di diamante della ricerca scientifica, inizia a produrre ricchezza e progressonel paese straniero che gli ha dato lavoro, soddisfazione professionale e un riscontro economico adeguato.Ovviamente anche nel nostro Paese non mancano istituti d’eccellenza, ma sono l’eccezione, quando invecedovrebbero essere la regola. In altri paesi, istituti, aziende e università ben più avanzate hanno un bisognocontinuo dei migliori cervelli perché sanno bene che solo in questo modo si può veramente crescere ed es-sere competitivi. In Italia usiamo lo stesso meccanismo solo nel mondo del calcio. Nonostante i vari Cal-ciopoli e Calcioscommesse, questo è un ambiente che fattura decine di miliardi di euro ogni anno, superandomolti altri settori economici. La maggior parte di questi introiti viene investita nelle spropositate paghe deicalciatori. Solo Cristiano Ronaldo ha ottenuto un contratto dal Real Madrid di 17 milioni di euro l’anno finoal 2018, una media di 1,4 milioni di euro al mese per correre dietro a una palla. E siamo nella media degliingaggi della serie A. Nel Qatar, la Svizzera del Medio oriente, hanno investito 70 miliardi di euro solo instrutture dedicate ai mondiali di calcio che vi si terranno nel 2022. Anche se questi ingaggi astronomicisembrano esclusivi dei mercati inglese, americano e degli Emirati Arabi (che ultimamente hanno trovatonel calcio un settore redditizio almeno quanto il petrolio), anche l’Italia ha la sua bella fetta di spese calci-stiche che sfiora un paio di miliardi di euro annuali. Se investissimo un decimo di queste cifre in ricercascientifica e infrastrutture, saremmo uno dei paesi più progrediti del mondo, e la cosa paradossale è che solonel mondo del calcio sembra contare la meritocrazia: strapaghiamo e pretendiamo solo i migliori calciatori.Molta della responsabilità di questo meccanismo malsano appartiene proprio al popolo italiano: siamo unanazione in generale più interessata a calcio e reality televisivi, piuttosto che a ricerca e cultura.

Emiliano Federico Caruso

PER UNA VERA GIUSTIZIA DAL VOLTO UMANO

Premesso, a scanso di equivoci, che quanto stiamo per scrivere lo diremmo per chiunque, che si chiami Ber-lusconi, o Bersani, o Grillo, o Pinco Pallino, premessa necessaria quando si vuol parlare francamente in questoclima politico a dir poco avvelenato dalla rissa continua, all’inno del “tutto contro tutti”, osserviamo che daquando è stata pronunciata, prima ancora di leggerne i motivi, l’ormai famosa sentenza della Sezione Ferialedella S.C. di Cassazione, in data 1° agosto scorso, che ha condannato Silvio Berlusconi per “frode fiscale”, iDemocratici non stanno più nella pelle, gridando, per bocca dei lor maggiori, che “la legge è uguale per tutti”,che “le sentenze si rispettano” e altre ovvietà del genere. Infatti, è verissimo e giustissimo che la legge sia“uguale per tutti” e che le sentenze debbano essere rispettate e, soprattutto, correttamente eseguite. Crediamo,peraltro, di non esprimere una perplessità fuori luogo, se rileviamo che nella Magistratura hanno un peso na-turale le “correnti”, purtroppo, fortemente politicamente orientate. Il che certamente non giova al prestigio diquest’ordine, che, come recita testualmente l’art. 104, 1° comma, Cost., deve giustamente essere “autonomoe indipendente da ogni altro potere”, dovendo essere i giudici “soggetti soltanto alla legge”, giusta l’art. 101,2° comma, della Cost. medesima. E qui non vorremmo ripetere quell’antica, ma significativa metafora, secondola quale non solo Cesare, che ai suoi tempi aveva in mano la bilancia della Giustizia, ma anche “la moglie diCesare”, si voleva che fosse al di sopra di ogni sospetto. Noi spesso diciamo che “i Magistrati parlano (solo)attraverso le sentenze”. Giusto anche questo. Ma se così deve essere, dobbiamo coerentemente anche dire chenon ci è piaciuta affatto quell’intervista rilasciata dal Presidente della detta Sezione Feriale al quotidiano “IlMattino”, prima ancora che fosse stata resa pubblica la motivazione della sentenza, sulla quale si è fatto tantorumore, ma poi, come quasi sempre succede nel “bel Paese”, che si sappia, tutto è finito “a tarallucci e vino”.E ciò detto, non possiamo nascondere che qualche dubbio ci assale, anche perché, da troppo tempo ormai,stiamo assistendo a “processi indiziari” piuttosto fondati su fantasiose ricostruzioni dei fatti, anziché su provecerte, tali che si possa serenamente affermare che “la colpevolezza dell’imputato risulta provata al di là di ogniragionevole dubbio”. E, se veramente ci crediamo, quando diciamo che è “meglio un colpevole fuori che uninnocente in carcere”, dovremmo modificare il vigente art. 192 Cod.Proc.Pen. (“Valutazione della prova”),aggiungendo, al 2° comma, laddove dispone che “L’esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi (re-gola principale) a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti (eccezione alla regola primaria), la se-guente, ulteriore precisazione: “Ma nessuna sentenza di condanna può essere pronunciata se non si abbial’assoluta certezza della colpevolezza dell’imputato”. L’8 gennaio scorso, se la memoria non ci inganna, laCorte di Giustizia per i Diritti Umani della C.E. ha condannato l’Italia per il noto sovraffollamentodelle carceri, suscitando, visto il permanere di questa barbarica restrizione alla libertà personale,anche il recente severo monito del Capo dello Stato. Che aspettiamo, soprattutto per i reatiche destano meno allarme sociale, a modificare il nostro Codice Penale in modo che in car-cere ci vadano a finire solo i veri, pericolosi delinquenti, almeno giudicati colpevoli in se-condo grado, stabilendo pene alternative per i reati meno gravi? E comunque cheaspettiamo a inserire tra le più urgenti OO.PP. da realizzare, carceri modello come in Nor-vegia e in Svezia? Sappiamo bene che mancano i fondi, ma gli uomini di buona volontà,se veramente c’è la volontà, sanno fare anche i miracoli, e se proprio dobbiamo dire: “Per imiracoli dateci tempo”, allora intanto il Parlamento si decida ad approvare un ben calibratoprovvedimento di amnistia, che, appunto, estingua quelle figure di reato, diciamo, improprie, se-condo il comune sentire di una Giustizia dal volto umano. Sergio Scalia

UNA SPLENDIDA BASILICA SOTTERRANEAPer mancanza di fondi uno dei monumenti più importanti nel mediterraneo è chiuso al pubblico.Chissà cosa ha pensato quell’ operaio che nel 1917, lavorando sulla ferrovia di piazzale Labicano a Roma, conuna vangata si è visto aprire davanti gli occhi un buco profondo di cui non si vedeva la fine. Chissà se si reseconto di aver rinvenuto uno dei monumenti più interessanti dell’età classica, l’unica Basilica Neopitagorica esi-stente al mondo sopravvissuta fino a noi. E per di più intatta! Roba da far diventare verde dall’invidia IndianaJones e Zahi Hawass. Oggi in via Prenestina, all’angolo con via dello Scalo di San Lorenzo una porta in ferrochiude ai nostri occhi tale meraviglia, un po’ a causa della bonifica in corso, come affermano telefonicamentequelli della Sovrintendenza ai beni culturali, un po’ a causa del Governo Monti (la spending review ha de factobloccato i restauri)”, ma l’impianto d’illuminazione è completato…”, dicono sempre i Beni Culturali con tonorassegnato. Diciotto metri sotto l’attuale ferrovia Roma - Napoli, l’umidità nasconde affreschi, stucchi, colon-nati, pavimenti tassellati, volte a botte: un tesoro archeologico.La Basilica fu edificata nella seconda metà del I secolo a.C, periodo in cui la dottrina filosofico - misterica diPitagora penetrò con decisione la società della Roma Antica grazie, tra gli altri, a Scipione l’Africano. Si pensiche nel 290 a.C. circa fu eretta nel Foro Romano una statua di Pitagora, chiamato il “più savio di tutti i Greci”e che molti fra i senatori, aristocratici, filosofi (Ennio e Cicerone) ne erano seguaci degli insegnamenti e la vo-lontà di erigere la Basilica fu quella del Triumviro Licinio Crasso. Si può certo dire che i neopitagorici romanivantavano aderenze invidiabili. Gli incontri rituali nell’edificio sottosuolo (già allora la Basilica era sottoterracome volevano i precetti di Pitagora) continuarono fino alla metà del I secolo d.c. quando ormai la grande fio-ritura del culto Neopitagorico infastidiva non poco l’Impero il quale temeva il sovvertirsi della religione distato, e allora Agrippina minore, moglie dell’Imperatore Claudio e madre di Nerone, avendo messo gli occhisui terreni sovrastanti la Basilica (gli Horti Tauriani) e volendosene impossessare fece accusare il SenatoreTito Statilio Tauro, padrone degli Horti e Pitagorico, di praticare magia. Il suicidio di quest’ultimo a causadelle accuse fu forse l’evento che fece chiudere la Basilica. Le accuse che caddero poi sui Neopitagorici tuttifu quella di magicae supertstitiones, le stesse che portarono qualche anno dopo a morire al circo gli adepti deiriti Cristiani. L’importanza archeologica di questo monumento fra i più significativi del Mediterraneo risiedenelle decorazioni eseguite da artigiani dei più esperti e nella forma architettonica della Basilica stessa. Quelleche sembrano delle asimmetrie nella disposizione planimetrica non è una semplice imperfezione oppure unamirabile deformazione prospettica ma segue uno sviluppo progettuale in base ai precetti della Sacra Geometriadei Pitagorici ossia quelli della Sezione Aurea e del Rettangolo Aureo: una progettualità che si ritrova nella fac-ciata del Partenone, nella pianta del Pantheon e nella Piramide di Cheope…altro che Codice Da Vinci: il temaarchitettonico potrebbe dare spunto a Dan Brown per un prossimo libro. Purtroppo, nonostante il buono statodi conservazione in cui si trovano le decorazioni, esse sono molto fragili e allo stato attuale delle cose l’ingressodei visitatori con il solo loro respiro li danneggerebbe e uno dei motivi della chiusura al pubblico di tale patri-monio è proprio l’impossibilità di bonifica delle infiltrazioni, come spiegano ai Beni Culturali “non si riescea trovare il sistema di stabilizzare il microclima”. L’attuale politica di tagli alla spesa non sta certo aiutandola soluzione del problema ma, come sta succedendo in altri settori del Paese, sta compromettendo il futuro dellanostra vera unica industria, il nostro petrolio ovvero l’arte e la cultura. E’ la dura legge dei mercati che, a pen-sarci bene, non sono poi così meglio di Agrippina. Simone Chermaz

QUEL LEADER CHE VOLEVA PASSARE ALLA STORIA COME STATISTA

L’anomalia italiana di un anomalo paese rappresentata anche da Silvio Berlusconi – e sorretta dal voto degliitaliani, non dimentichiamolo – sta per finire? La stampa internazionale ci giudica così: un conto alla rovesciaper il cavaliere e la rinascita -con la possibile uscita dalla politica del leader del PDL- di questo malandatopaese. Anche il Presidente Letta ha esclamato convinto che “è finito un ventennio di politica berlusconiana”.Chissà gli scongiuri dalle parti di Palazzo Grazioli. La sua decisione di creare un proprio partito e scendere incampo risale all’autunno del 1993. Vent’anni dopo quel partito è nominalmente ricomparso, ma il suo leaderè l’ombra dell’uomo di allora. L’Italia non è più “il Paese che ama” e dove “gli italiani sono felici”. Sel’amasse, almeno un po’, non la terrebbe in ostaggio e riconoscerebbe bene anche l’infelicità nella vita degliitaliani. La decisione rabbiosa e improvvisa-come sempre per il cavaliere- di ritirare l’appoggio al governo Letta– presa insieme a pochi fedeli chiamati i “falchi” e resa pubblica in una domenica di pioggia – segna la finedi una stagione della destra italiana, non certo democristiana ma populista ed estremista. Un finale malinconicoper una rappresentazione umana e politica che ha avuto, agli occhi spietati del mondo, aspetti goliardici e amio avviso tragicomici: gli scarti d’umore, le virate improvvise, i vuoti di memoria, i videomessaggi, i falchie le colombe, la saga delle escort, gli scandali, gli inquisiti tra i suoi nominati, le frasi ad effetto, il marketingpolitico e chi più ne ha più ne metta. È inutile nasconderselo, allora. In ogni altra democrazia sarebbe incon-cepibile che un leader colpito da una condanna definitiva per frode fiscale, e coinvolto in altri processi per gravireati, possa continuare a dettare condizioni ad un governo. Fuori d’Italia avrebbero capito – e forse pubblica-mente ammirato – un’uscita di scena dignitosa, accettando le leggi del proprio paese. Non capiscono invece –non a Londra e non a Washington, non a Berlino e nemmeno a Pechino – che la seconda potenza industrialeeuropea sia in balia dei fantasmi di un uomo “incapace di separare il proprio destino da quello della nazione”(The Guardian). Nessun leader, per nessun motivo, può usare la propria gente come scudo. Far saltare il bancoadducendo l’aumento dell’IVA non è dignitoso per un uomo di quel rango: lo sappiamo tutti che il leader diquel partito non accetta di essere posto fuori dalle file dei palazzi della politica, fuori dalla scena internazionaleperché sarebbe forse per lui non solo la morte politica ma anche quella fisica e psicologica. Quella di un uomoche voleva passare alla storia come statista. Questo povero paese Italia però non può far certo da laboratorioe da supporto psicologico ai propri leader. Il vento è cambiato in Italia, nel paese, tra la gente, e il cavaliere,volente o no, dovrà prenderne atto. Lisa Biasci

È SBAGLIATE COLPIRE IL WELFARENel giorno della vigilia della legge di stabilità il Governo conferma i 4-5 miliardi di sgravi al cuneo fiscaleed è subito polemica sui probabili tagli alla Sanità. Le contestazioni più acute provengono dai governatoridelle Regioni che ribadiscono: “Basta con questo scempio insostenibile”. Fin ora sono solo indiscrezioniche però avrebbero un fondamento certo. Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, proprio qualchegiorno fa, avrebbe ribadito che non ci fossero da escludere nuovi tagli. Da quanto trapelato dal ministerodella sanità, le cifre non sarebbero da sottovalutare: 3,5 miliardi per l’anno prossimo e una ulteriore ridu-zione di un miliardo e mezzo per il 2015. Ciò si rifletterà in parte anche nel Def, che prevede una riduzioneprogressiva della spesa sanitaria in base alla percentuale di Pil; partendo dal 7,1% attuale fino ad arrivareal 6,7% del 2017. Il premier sembra più interessato a mettere a tacere le voci infondate ed invita ad aspettareil testo definitivo della legge di stabilità. Il suo tweet: “Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fattisulla legge di stabilità. Invito a leggere testo vero del cdm. Il resto è solo caos”. Fabio Zanonato, ministroallo Sviluppo Economico dichiara: “Il cuneo fiscale lo tagliano, spero, di 5 miliardi, distribuiti tra impresee lavoratori, il che significa da una parte ridurre il costo del prodotto e dall’altra allargare il mercato interno.Di tagli alla sanità non ne ho mai sentito parlare; è una voce in capo alle Regioni. Mi sembrerebbe una mi-sura inaccettabile perché la sanità incide soprattutto nella parte più debole della popolazione”. Le Regionipoco rassicurate da queste dichiarazioni sono pronte a mobilizzarsi. “Non si può togliere l’Imu a chi ha unacasa di lusso a Piazza di Spagna e poi recuperare quei soldi con i tagli alla sanità, eliminando posti lettonegli ospedali. Non si può. Se il Pd esiste ancora impedisca questo scempio. Le Regioni faranno sicura-mente la loro parte chiamando l’Italia a mobilitarsi per evitare questa vergognosa ingiustizia” afferma il pre-sidente Zingaretti della regione Lazio. Il presidente della regione Toscana dichiara: “Non condivido quelloche leggo sulla sanità dove pare si stiano preparando altri tagli. Sappi, caro Letta, che sono insostenibili eche io stesso mi batterò contro con tutte le mie forze. E penso che non sarò solo”. Pesanti le parole di NichiVendola della regione Puglia, “qualcuno sta giocando con il futuro. È irresponsabile anche la sola invoca-zione di ulteriori tagli. E dimostra quanto sia grave la deriva del governo Letta-Alfano. Penso che non sipossano più colpire il welfare, la protezione sociale, i diritti dei cittadini”. La Marini della regione Umbria,ha dichiarato: “il governo attivi immediatamente un confronto. Non è più tollerabile che tecnici e consulentidel governo, nel chiuso delle stanze ministeriali, ipotizzino tagli alla sanità senza porsi prima di tutto il pro-blema delle risposte che la sanità pubblica deve garantire alla salute dei cittadini. La situazione del Fondosanitario nazionale è ormai al limite della sostenibilità”. Maddalena Barba

Page 5: Attualita Nov-dic 2013 Web

L’ATTUALITÀ, pag. 5N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 INIZIATIVE CULTURALI

ASSOCIAZIONE VEGETARIANA ANIMALISTA

(Presidente: Dott. Franco Libero Manco)Piazza Asti, 5/a - Roma

Novembre, giov. 7 Dr. Giorgio Vitali, Chimico, Presidente Inforquadri,membro Comitato Scientifico AVA: “Gli inventori delle malattie” giov.14 Dr.ssa Federica Porfiri, esperta in Alimentazione Naturale, ideatriceProgetto Nutrizia: "Il valore della scelta vegan: dalla teoria alla pratica"giov. 21 Dr. Michele Riefoli, Dottore in Scienze Motorie, Chinesiologoesperto in Nutrizione vegetale, Membro Comitato Scientifico AVA, Di-rettivo Naz. Conacreis e vice-pres. Ass. Coscienza e Salute: “L’Alimen-tazione vegan nell’attività fisica e nello sport” giov. 28 Dr.ssaAlessandra D’Andrea, Ricercatrice, Segretaria e Membro del ComitatoTecnico AVA: “Additivi & compani: conoscere e saper scegliere fra iprodotti alimentari industriali”.Dicembre giov. 5 Dr. Franco Libero Manco, Presidente AVA: “Vegeta-riani, vegani, crudisti e fruttariani: un popolo in crescita esponenziale”.

CONVEGNO NAZIONALE DELL’ANPEFSSENTE NAZIONALE DI FORMAZIONE, QUALIFICATO MINISTERO ISTRUZIONE UNIVER-SITA’ RICERCAIscritto ufficialmente al CONI 00199 Roma – Viale Somalia 92 – Tel 0686201677Sito Web: WWW.ANPEFSS.it Attua Progetti Pluriennali “Scuola-Ambiente” e “ Turismo Attivo Sostenibiledell’ANPEFSS con particolare riferimento alle tematiche ecologiche marine. Il Convegno Nazionale autun-nale ANPEFSS si è svolta a Policoro Lido (Matera) presso il Circolo Velico Lucano nel Parco Naturaledel Pollino il 25-26-27 ottobre 2013. I docenti hanno potuto sperimentare l’eccellente organizzazione econoscere direttamente tutte le proposte per i gruppi studenteschi. Ecco il programma dell’incontro-convegno.Relazione sul tema: “L’’educazione ambientale nell’ottica dell’autonomia scolastica con particolare riferi-mento al contesto marino”. Conoscenza del Territorio e possibilità di sperimentare le svariate possibilitàsportive della struttura con particolare riferimento allo sport della Vela. Esperienze ed esercitazione su derivee imbarcazioni. Incontro con i Dirigenti del Circolo Velico Lucano. Illustrazione delle potenzialità del Ter-ritorio e delle Proposte – Pacchetti per i gruppi scolastici. Interventi. Visita delle strutture di accoglienza delCircolo per gli studenti. Partecipazione con le imbarcazione d’altura del circolo velico lucano a una regataufficiale della FIV. Conferenza scientifica: “Nuove frontiere nella salvaguardia e nella cura delle tar-tarughe marine” a cura della biologo marino Dott. Raffaele Micelli, Dirigente del Centro RecuperoTartarughe del Circolo Velico Lucano. A seguire Rilascio a mare di una tartaruga marina salvata. Riferimento telefonico per la segreteria del circolo velico lucano: Sig.ra Roberta 0835 910097 Cell.-3351277907.

Il Presidente Prof. Giorgio Guatelli (nella foto)

A F. BATTILORO IL PRESTIGIOSOPREMIO “SALERNITANI DOC”

CAFFÈ DELL’ARTISTA(Associazione Culturale aderente all’UN.I.A.C.)

Salerno, via S. Benedetto, presso il Circolo UfficialiProgramma di novembre

1 novembre, lunedì, presso il Circolo Ufficiali, ore 18,00: la PresideLia Persiano terrà un incontro dedicato alla Letteratura italiana. 18 no-vembre, lunedì, presso il Circolo Ufficiali, ore 18,00: Poetando: seratadedicata alla poesia e ai poeti dell’associazione. 25 novembre, lunedì,presso il Circolo Ufficiali, ore 18,00: il Preside Gianfranco Casaburi ciintratterrà con il cabaret. 2 dicembre, lunedì, presso il Circolo Ufficiali,ore 18,00: in onore del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi:brani scelti dalla “Traviata”, a cura del Dr. Geppino Lauriello. 5 dicem-bre, giovedì, presso il teatro Augusteo di Salerno, ore 20,00: “Pulle-cenella”, rappresentazione di beneficenza a cura del “QUISS in Arte” diSalerno, con la partecipazione di Anna di Filippo e Nando Cerenza. 9dicembre, lunedì, presso il Circolo Ufficiali, ore 18,00: presentazionedel libro di Elvira Santacroce “Da oggi in poi” a cura di Licia di Stasio.16 dicembre, lunedì, presso il Circolo Ufficiali, ore 18,00: concertonatalizio della famiglia Gibboni (premiata a livello nazionale in variemanifestazioni). Scambio di auguri e cena sociale.

ACCADEMIA INTERNAZIONALE “A. GRASSI” D’ ARTE, CULTURA & SOCIETÀ Via Porta Elina, 9 Salerno Incontri Anno Accademico 2013 “Salotto Culturale” A.Grassi con “La Cultura dei Venerdì Letterari” Novembre - ore 18.00 • Venerdì 8 - Conferenza del Prof. Sallustio Salvemini su: “Ruolo dell’Arte e della Cultura nel Mezzogiorno” Dibattito.• Venerdì 15 - Conferenza dell’Ispettrice Anna Barone su: “La storia di tre personaggi famosi: Lindberg, Nobile ed Ippolito”. Dibattito. • Venerdì 22 - Presentazione del Libro di Poesie: “Ferma il tempo” - Prof.ssa Mariarosaria Palmieri. Relatore - Luigi Crescibene (CriticoLetterario e d’Arte). Intervengono: Don Alfonso D’Alessio (Vice Direttore delle Comunicazioni Sociali - Diocesi di Salerno); Raffaella Grassi(Presidente dell’Accademia “A. Grassi”). Ospiti d’Onore Vice Sindaco di Salerno, Ass. Eva Avossa; On. Prof. Guido Milanese. Moderatore -Enzo Landolfi (Conduttore televisivo). Momenti Musicali - M° Pina Gallozzi (piano). • Venerdì 29 - Conferenza del Prof. Dott. Antonio Mo-naco (Dentista) sulla: “Bio Lifting non chirurgico. Quali applicazioni?” (In sede - Estetica del sorriso: “Prova dimostrativa sul contorno bocca).Dott.Vincenzo Pagliara (Oculista): (In sede - Estetica dello sguardo:”Prova dimostrativa sul contorno occhi”. Dibattito. Momenti Musicali. Se-guirà Cocktail. Seguirà Buffet. Il Presidente Prof.ssa Raffaella Grassi

Tel /Fax: 089.333903 - E.mail: [email protected] / Sito: www.accademiagrassi.it

liardi nel solo 2014 e gli altri 15 miliardi equamente ripartiti tra il 2015e il 2016. Ma entriamo nei dettagli. Di questi 27,3 miliardi 14,6 miliardisaranno destinati agli sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e5,6 invece per le imprese); 11,2 miliardi andranno per azioni sociali, pro-getti di investimento e impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale;mentre i restanti 1,5 miliardi serviranno per investimenti a livello localee per la restituzione di debiti commerciali di parte capitale. Tutti soldiche, per la prima volta, non saranno presi dalle tasche degli italiani: «èfinito “il tempo delle mannaie” e ora l’Italia può tornare a crescere, iconti pubblici quadrano senza aumentare le tasse e senza fare tagli al so-ciale o alla sanità come invece accadeva gli anni scorsi», ha spiegato ilPremier Enrico Letta. Il reperimento delle risorse, continua il Presidentedel Consiglio, toccherà infatti altri settori e, precisamente, per quanto ri-guarda il 2014, si parla di 3,5 miliardi di tagli alla spesa (da dividere traStato e Regioni); 3,2 milioni da dismissioni immobiliari, revisione deltrattamento delle perdite di banche e altri intermediari; 1 miliardo e 900milioni da interventi fiscali. Ma le cose non stanno proprio in questi ter-mini. Quella di non togliere alla sanità pubblica i 2,6 miliardi inizial-mente previsti in realtà si è dimostrata una bufala: nel biennio 2015-2016,infatti, la sanità dovrà fare i conti con una riduzione del Fondo sanitariodi 1,6 miliardi. Mentre, per quanto riguarda il capitolo sulla ripartizionedei 5 miliardi di taglio delle tasse ai lavoratori, la palla è stata passata alleCamere e alle parti sociali. Ma Cgil, Cisl e Uil non ci stanno. In partico-lare le critiche si rivolgono al blocco dei contratti e del turn-over, al tagliodegli straordinari e alle misure sulla liquidazione. Secondo l’USB(Unione Sindacale di Base), inoltre, i benefici della riduzione del cuneofiscale prevista dalla manovra finiranno nelle casse delle imprese e nonin quelle dei lavoratori. Anzi, spiega il segretario della Cgia di MestreGiuseppe Bortolussi, a guadagnare qualcosa saranno solo i dipendenticon un reddito imponibile tra i 15 e i 20 mila euro l’anno che si ritrove-ranno sulla busta paga 14 euro in più al mese. Gli altri invece, i dipen-denti con un reddito imponibile compreso tra i 20 e i 55 mila euro l’anno,resteranno a bocca asciutta. Federica Sciorilli Borrelli

(segue da pag. 1) Legge stabilità: arriva la stangata

Più di quatrtocento cittadini dellabella città di Salerno hanno gremitolo storico Salone dei Marmi del Pa-lazzo municipale il 14 ottobre u.s.L’importante evento (Sesta edizione)è stato organizzato dal MovimentoCristiani Lavoratori, presieduto daStaglioli. “In un momento di incer-tezze come quello attuale - ha dichia-rato il Dott. Pasquale Andria,Presidente del Tribunale dei minori -in cui a dominare é una profondacrisi non solo economica ma ancheantropologica che colpisce soprat-tutto i giovani, questa iniziativa ha ilmerito di recuperare le radici di una comunità, il senso della memoria,per ridarle slancio e prospettive nel futuro”. Tra le personalità presenti ilsen. Alfonso Andria e l’on. Tino Iannuzzi, il dott. Antonio Di Matteo, vi-cepresidente nazionale del M.C.L. e i dirigenti locali del Movimento. Trai premiati la prof. Florinda Battiloro per aver fondato il Movimento Gio-vanile delle Pontificie Opere Missionarie, per aver collaborato con lamensa dei poveri e per numerose altre attività filantropiche. E’ autrice diun pregevole libro scolastico di religione, di una silloge poetica e del testodi psicosociologia “Adolescenza e sue devianze”. Nicoletta Di Bello

INIZIATO L’ANNO ACCADEMICO ALL’AUSER DI SALERNO

Da alcune settimane ha avuto inizio l’anno accademico dell’AUSER diSalerno-Centro con una serie di importanti eventi e conferenze di alto li-vello. Il programma delle varie attività sociali è fondato sul principio fon-damentale per cui la Cultura dev’essere al servizio di tutti, ma soprattuttodegli anziani. Alle conferenze organizzate nelle scorse setti-mane hanno partecipato la prof. Florinda Battiloro (psico-loga), la prof. Luciana Lazzarini (docente di Storiadell’Arte), la dott. Maria Rosaria Terminiello (biologa),il prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini (giornalista-scrit-tore). Alcune serate sono state dedicate a spettacoli e con-certi musicali (Aspettando Natale, Festa della Donna,Festa della Primavera). La sede sociale è in piazza di Porta-catena. L’ingresso è libero. La simpatia e la cordialità è di casa. Non restache augurare “buon proseguimento”. Nicoletta Di Bello

MEETING (ITALIA - ROMANIA), DELL’ACCADEMIA “CITTÀ DI ROMA” Condotta dal Pres Giovanni Maggi e la Giornalista Liana Botticelli Presenti il Regista,Stefano Di Marino. Riunione a Trento, con il Maestro Franco, Benassi, autore di stupendiquadri, tra cui, il famoso quadro che rappresenta il “Concilio di Trento”. Formando ilgruppo per la partenza in Romania e precisamente nella bella cittadina di “Timisoara”.Antoniana Nardelli, Lerri Baldo, Fontanari Andrea, Baldessari Roberto. Ai confini conl’Austria si sono uniti, a noi l’Equipe della Sardegna formata, dai Pittori Contini Mario,Delegato della Sardegna, di importanti Artisti, pittrice poetessa e scrittrice, Anna MariaChirigoni, e il consorte poeta, Antonio Giuseppe Onida, Lalia Maieli pittrice. Nella saladel Palazzo Comunale, il giorno 20/9/2013 si è aperta la Cerimonia, insieme ai molti Ar-tisti, e personalità della Romania, alla presenza delle Autorità del luogo, con la collabo-razione, della Giornalista e dirigente della “Radio-Televisione” di Timisoara Prof.Veronica Balaj che ha presentato giovani ballerini e ballerine, con bellissimi costumirumeni. Alla Prof. Veronica, vanno i nostri più calorosi ringraziamenti. Si ringrazia ilSindaco, e le Autorità. Il giorno 24 sono stati conferiti i Diplomi Accademici Internazio-nali della “Città di Roma”. Il Presidente Maggi e tutta l’Accademia ringrazia gli Artisti,ipartecipanti, e tutti i collaboratori per la ottima riuscita del Meeting. Liana Botticelli

“QUEL PONTE SUL FIORDO DI FURORE”Presento con grande piacere, il dottor Enzo Capuano, stimato cardiologo della nostra città, autore del romanzo “Quel ponte sul fiordo di Furore”.Capuano è al suo quarto libro: il primo “Oltre le nuvole” del 1988, il secondo “La scatola senza tempo” del 2005, il terzo “Addio Tienarirnen” del2007, tutti presentati nell’ “Ora della Narrativa” conquistando pubblico e critica molto favorevolmente. Per la sua capacità di costruire personaggi,luoghi e situazioni, in perfetto equilibrio tra realtà e finzione, con linguaggio semplice ma permeato di alta poesia, Capuano cattura l’attenzione dellettore, creando un ponte ideale tra passato e futuro. Anche in questo romanzo la guerra fa da sfondo alla vicenda: “Quel ponte sul fiordo di Furore”ha come protagonista un ragazzo, vissuto a Mostar, in Bosnia-Erzegovina sulle rive della Neretva, all’ombra di un tragico conflitto fratricida in cuiha perso il padre e il fratello. E’ stato invitato a partecipare al Marmeeting, la gara di tuffi che si svolge a Furore, in costiera amalfitana, la primadomenica di Luglio e che per lui diventa ùn traguardo di vita e un percorso emozionale. Infatti il fiordo di Furore riflette nel suo ricordo il ponte delsuo paese, crollato sotto il peso delle bombe; durante la lotta fra croati, bosniaci e croati musulmani. E a Furore egli ritrova il suo ponte sotto lo stessocielo, lo stesso sole, lo stesso mare: eterno paesaggio che si estende da una costa all’altra accomunando in un unico abbraccio gli atleti venuti daogni parte. E non manca nel racconto un personaggio irreale, Paolo, un vecchio truffatore, che appare di tanto in tanto all’orizzonte, nuota verso lariva, e alla vigilia della gara finale incoraggi il ragazzo ad avere fiducia in se stesso, a concentrarsi sulla gara per realizzare i suoi sogni. Ed è unaduplice vittoria che lo attende: la proclamazione di vincitore e l’abbraccio della ragazza di Mostar, perduta e ritrovata, grazie all’eco della gara intutto il mondo. Questo l’epilogo del libro che si legge con grande piacere, in attesa del prossimo. Licia Di Stasio

Associazione Culturale “Prometeo” Torre del Greco

FESTIVAL DELLA CULTURA EUROPEA XI EDIZIONE 14 ottobre Torre Annunziata – Aula Magna dell’I.S.A. Liceo Artistico “G. de Chirico”, Via Vittorio Veneto,514. Convegno: 2013. Anno europeo dei cittadini.Indirizzi di saluto: Felicio Izzo, dirigente scolastico dell’I.S.A. Liceo Artistico “G. de Chirico”. Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale“Prometeo”, consigliere UCSI Campania; Clelia Gorga, docente “Università Telematica Pegaso”; Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata. Cortile AtrioAula Magna. Inaugurazione della mostra “I mattoni del cielo. Ipotesi di Europa futura” realizzata dagli studenti del Liceo Artistico “ G. de Chirico”. La mostraresterà aperta al pubblico, dalle ore 9:00 alle ore 14:00, fino al 31 Ottobre. Torre del Greco – “Villa Macrina” Biblioteca comunale “E. Aprea”, Via Nazio-nale,601 Inaugurazione della collettiva d’arte Pensare Europeo a cura di Felicio Izzo e Lillina Cirillo. Indirizzi di saluto: Antonio Boschetti, assessore allaCultura del comune di Torre del Greco. Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale “Prometeo”; Lillina Cirillo, docente Liceo Artistico“G. de Chirico” Torre Annunziata. 15 ottobre Torre del Greco – Aula Magna “A. Bava” del Liceo Classico “G. De Bottis”, Viale Campania ,4. Convegno: Lalegalità, presupposto per una democrazia partecipata. Indirizzi di saluto: Vincenzo Borriello, dirigente scolastico del Liceo Classico“G. De Bottis”;Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale “Prometeo”; Gennaro Malinconico, sindaco di Torre del Greco; Nicola Marrone, sindacodi Portici; don Tonino Palmese, vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Napoli e referente regionale per la Campania dell’Associazione “Libera”;Raffaele Cantone, magistrato. Modera: Aniello Sammarco, giornalista. 16 ottobre Torre del Greco – Sala “Ursi” del Santuario Maria SS. del Buon Consiglio,Via Del Santuario, 4. Convegno: La cultura della solidarietà, dello sviluppo e della tutela dei diritti per un’Europa dei cittadini. Indirizzi di saluto: donCiro Sorrentino, parroco del Santuario Maria SS. del Buon Consiglio. Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale “Prometeo”; GiuseppeCutolo, presidente CASSIOPEA Rete solidale torrese; Giuseppe De Stefano, presidente Centro di Servizio per il Volontariato della Provincia di Napoli;Gerardo Ceres, presidente ADICONSUM Napoli e Campania; Claudia Sacco, assessore alle Politiche sociali del comune di Torre del Greco. 17 ottobre Er-colano – Auditorium dell’IIS “A.Tilgher”, Via A. Rossi, 3. Convegno: La tutela dell’ambiente per la salvaguardia della salute dei cittadini. Indirizzi di saluto:Giuseppe Montella, dirigente scolastico dell’IIS “A. Tilgher”; Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale “Prometeo”; Vincenzo Straz-zullo, sindaco di Ercolano, don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di S. Paolo apostolo, Parco Verde Caivano; Giulio Tarro, Primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, Napoli Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT UNESCO, Parigi Adjunct ProfessorCollege of Science and Technology, Temple University, Philadelphia Presidente della Fondazione de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro – ONLUS.Modera: Mario Aurilia, giornalista 18 ottobre Torre del Greco – Auditorium “Giovanni De Martino” del Liceo Scientifico “A. Nobel”, Via A. De Gasperi,80 bis. Convegno: La questione sociale e meridionale nel contesto europeo. Indirizzi di saluto: Annunziata Langella, dirigente scolastico del Liceo Scientifico“A. Nobel”. Interventi: Francesco Manca, presidente associazione culturale “Prometeo”; Daniele Trosino, vice presidente dell’UCSI Campania; Antonio delMonaco, psicologo; Nicola Parisi, sindaco di Buccino; Cosmo G. Sallustio Salvemini, direttore del periodico “L’Attualità” – Roma. Modera: Gianmaria Ro-berti, giornalista.

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L’ATTUALITÀ, pag. 6 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013LETTERATURA E ATTUALITA

EDITO-INEDITO(a cura di Gianfederico Brocco)

* Mariannina Sponzilli - La ric-chezza dinamica - (Laboratoriodelle arti-Milano)

Il sottotitolo "il signor "Capitale"gira il mondo", ci introduce nellanarrazione, ovvero nella liberacreazione di un mondo possibile.L'autrice attraverso alcuni attori,tra cui il signor Capitale,osserva lanostra civilta, approfondendonealcuni aspetti molto importanti.Uno di questi è il tema del declinodella scuola italiana che ha rinun-ciato alla "formazione" dell'indi-viduo. Un secondo grande tema èquello dell'equilibrio tra capitale elavoro, tra impresa pubblica e pri-vata. Il libro agilmente presenta ilpensiero e le riflessioni del-l'autrice, stimolandoci a pensare. Iltesto, impreziosito da riproduzionidi Grosz, è completato da un inter-vento su questo grande artista, daparte di Domenico Cara: "il sar-casmo in uno spazio intorno alcapitale". Il testo guarda all'operadi Grosz e all'autrice nello stessotempo, con ottimo risultato critico.

RIVISTE RICEVUTE*Nuova Impronta, Direttore Fi-lippo Chillemi, casella post. 7-233,

- (00162) Roma. *Foglio Notizie,Dir. Pasquale Chiaramida, Cas.Post. 185 , 72100 Brindisi. Tel.0831-516115. * Brontolo, Diret-tore Nello Tortora, via Margotta 18- 84100 - Salerno. *Il Symposia-cus, dir. resp. Pantaleo Mastrodo-nato, via La Marina 51, 70052Bisceglie (Bt) *Bache rontius, Dir.Marco Delpino. via Belvedere 5,16038 S.Margherita Ligure (Ge-nova) tel. 0185.286167. *Presenza,diretta da Luigi Pumpo, via Palma89, 80040 Striano (Na). *Poetinella Società, presidente PasqualeFrancischetti via F. Parrillo 7,80146 Napoli cell 347-55.36.446,email: [email protected]. *Miscellanea, diretta da MicheleMelillo, Parco Gardenia, villino 23,84090 San Mango Piemonte (Sa-lerno). *Verso il futuro, diretto daNunzio Menna, via Scandone 16,Avellino, tel. 0825 38269. *Il Con-vivio, diretto da A. Manitta, viaPietramarina Verzella 66 95012 Ca-stiglione di Sicilia. (Ct) *Fiorisceun Cenacolo, fondato da CarmineManzi 84085, Mercato S. Severino(Sa).* Primo Piano, dir. resp An-drea Italiano, via Madonna delLume 5 - 98057 Milazzo (Mes-sina).

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(segue da pag. 1) La Sicilia di Collura e il mito

(segue da pag. 1) Lettera aperta a un ex Premier

scrittore di quella follia tutta geniale e asistematica che in una città divecchie pettegole, quale Agrigento di fatto è, ad ogni nevicata d’estatepartorisce un figlio baciato dalla grazia dell’intelletto e dal calore dellacuriosità. È impossibile classificare in maniera esauriente il pensiero diMatteo Collura, uno scrittore che percorre ogni volta strade nuove, e cheviaggia tra le corde del cuore e quelle della mente, per stimolare il lettore,ogni volta, a provare nuove avventure. Ed è un viaggio, questa volta dellamente, l’ultimo suo libro che si intitola “Sicilia La fabbrica del mito”. Unmito, quello siciliano, che ha percorso il senso opposto andando a sfavoredei tempi, come la maggior parte delle cose siciliane. Il tempo dei miti,quello di Micene e di Troia, quello che diede origine all’uomo occiden-tale, si conclude con il razionalismo di Ulisse, il primo uomo modernodella storia e il primo illuminista, che dà avvio alla nostra civiltà. In Si-cilia, Dionisio, tiranno di Siracusa, bellissimo affascinante e spietato,quando decide di riunire i siciliani sotto un’unica egida, (progetto cheavrebbero carezzato parecchi secoli dopo i Chiaramonte di Agrigento),scopre la fredda razionalità dei Sikani e sei Siculi, popoli primitivi manon privi del loro senso dell’essere e dell’appartenenza.Una sera, così siapre il libro, lo scrittore si trova tra i monti dell’Alto Adige: “Una notte,qualche mese fa, mi affacciai al balcone di un albergo della Val Pusteria,dove sono solito andare in vacanza…Me ne stavo a contemplare l’im-menso brillio al di sopra del merletto dei monti, quando d’improvviso,come un riflesso condizionato, mi venne da pensare a una realtà ben lon-tana da quella in cui mi trovavo, e non soltanto da un punto di vista geo-grafico. Quella notte il mio pensiero andò al luogo in cui sono nato e hotrascorso la prima giovinezza…”. Pensa ad Agrigento e alla Sicilia, Mat-teo Collura, ma lo fa con la ragione, e questa gli dà un percorso da se-guire. La Sicilia, nel suo cammino di civiltà, percorre un sentiero diinciviltà perché percorre il sentiero al contrario, quando tutti passano daltempo dei miti a quello della ragione, i siciliani passano dal tempo dellaragione a quello dei miti, molti dei quali sono esaminati nel libro conironia ed intelligenza, dal mito della mafia a quello delle donne, dal mitodel potere e della ricchezza a quello della superstizione. Se nel libro “InSicilia” aveva viaggiato con il cuore, questa volta Matteo Collura viaggiacon la ragione, per svelare che nella sua terra di origine, che è anche no-stra, dove tutto pare lasciato al caso, in realtà è tutto costruito ad arte.Anche il “mito”, e qui ritorna prepotentemente il verbo “costruire” celatonel titolo. Nelle “fabbriche” si costruisce, ecco perché lo scrittore parladi “fabbrica del mito” e non di “terra del mito”. Con questo libro sichiude una trilogia, (“In Sicilia”, “L’isola senza ponte”, “Sicilia La fab-brica del mito”), che partendo dalle corde più remote del cuore arrivaalle connessioni più fibrillanti della mente in un viaggio dantesco chesoltanto Matteo Collura, giornalista per professione, scrittore per pas-sione, poteva compiere. Adalgisa Biondi

(segue da pag. 1) Don Orazio Lazzarino, gentiluomo calabrese

(segue da pag. 1) Le mille balle bleu che volano!

prenditrice ante litteram -, con il marito sviluppò le attività familiari pro-muovendo commerci delle proprie produzioni agrumarie verso la Sicilia.Avviarono altresì una filanda per la lavorazione della seta, nella qualevennero occupate, tra le prime “industrie” nel paese, un gruppo di ra-gazze. Il Cielo diede loro numerosa prole: Isabella, morta a pochi mesi,Antonino (24.2.1873-6.5.1943), Giuseppe (11.11.1874-5.12.1946), Giro-lamo (19.4.1878-29.11.1949), Orazio (13.8.1880-6.2.1963), Vincenzo(23.10.1884-3.7.1963) e Valentino (9.12.1890-26.3.1916). Antonino,Consigliere della Congregazione di Carità di Gallico (seggio riservatoai componenti le famiglie più ragguardevoli del Comune ed avo direttodel nob. Antonino Lazzarino De Lorenzo), nonché Giuseppe e Vincenzo,ricchi possidenti, restarono in Gallico e si occuparono della campagna edei numerosi interessi familiari. Invece, Girolamo Lazzarino si laureòpresso la Regia Università di Napoli in Medicina e Chirurgia, svolgendopoi in Reggio Calabria la professione dimedico, acquisendo vasto merito e gene-rale considerazione. L’altro fratello Ora-zio, laureatosi in Fisica, IngegneriaElettronica e Matematica presso l’Uni-versità di Napoli, dal 1905 fu assistentedi ruolo presso il Regio osservatorioastronomico di Capodimonte. Libero do-cente dal 1918 e subito dopo docente Or-dinario di Meccanica razionale,primapresso l’Università di Cagliari, poi diCatania e successivamente di Pisa, rico-prendo la cattedra che fu del sommo Ga-lileo Galilei. Insegnò altresì per moltianni, presso la Scuola Superiore Nor-male di Pisa. A cotale scenziato di rico-nosciuta fama sono stati intitolatil’Istituto Scolastico Comprensivo di Gallico ed una via nellacittà diRoma. Valentino,brillante studente in Giurisprudenza presso la RegiaUniversità di Messina e sottotenente di Fanteria, seppe rispondere con lafloridezza dei suoi anni alla chiamata alle armi per difendere i sacri con-fini della Patria. Subito si distinse al fronte per essere amato dai suoi sol-dati ed apprezzato dai superiori. Eroicamente immolò la propria giovaneesistenza,mentre si trovava alla testa dei suoi uomini nell’immane batta-glia di Podgora sull’Isonzo,detta delle “40 ore”. La crudele guerra non re-stituì alla famiglia, resa attonita dal dolore, neppure il suo corpomartoriato ed irriconoscibile. Nel tempo,la generosa terra calabra lo haonorato con numerose lapidi commemorative, così come l’Ateneo mes-sinese che lo ricorda, assieme ad altri eroici studenti, in un bel monu-mento celebrativo posto nell’atrio d’onore. In forza di DecretoLuogotenenziale, la stessa Università lo proclamò, a titolo d’Onore Dot-tore in Giurisprudenza. Un suo grande ritratto che lo effigia in divisa diufficiale, è degnamente collocato nel salone del palazzo della Circoscri-zione municipale, già sede dell’Antico Comune di Gallico. Don Orazio,unitamente alla consorte, seppe forgiare lo spirito ed il carattere dei pro-pri figli, incoraggiandoli, ciascuno per la propria indole, a dare il megliodelle proprie capacità, con forza d’animo ed alto senso di responsabilitàe del dovere. La vita familiare dei Lazzarino, vissuta in un paradisiacoangolo del Regno, era già stata sconvolta nella notte del 28 dicembre1908 dal disastroso cataclisma che rovinò su quelle terre e su quei mari,portando tragedie in tante altre famiglie. Tutti credettero, davvero, chefosse sopraggiunta l’ora della fine del mondo, ma mancarono gli Angeli,gli Arcangeli, i Troni, i Cherubini e le Dominazioni ad annunciare la sal-vifica venuta del Cristo. Renato Simoni, sul Corriere della Sera del 1°gennaio 1909 ebbe a scrivere: “I morti non soffrono più. Il freddo non litravaglia, la fame non li uncina, la sete non li esaspera. Giacciono rigidiin pace a mille, a mille, a mille. Sono morte spoglie, non son più nulla.Aspettano solo un poco di terra che li ricopra... non riprenderanno forseneanche il proprio nome tra le rovine di Messina, di Reggio, di Palmi, diBagnara...” Anche Donna Gaetana rimase sotto il crollo del tetto dellacasa dei Lazzarino, restandone travolta. D. Orazio, morì poi in Gallico,nella sua grande casa (la prima del paese ad essere ricostruita), il 20 giu-gno del 1913. Con la consorte ed assieme agli amati figli, Isabella, An-tonino, Giuseppe e Vincenzo, attende la Resurrezione nella cappellagentilizia di famiglia,presso il Cimitero di Gallico. È questa la vicendavalente e dolente ad un tempo, di una distinta famiglia calabrese, che halasciato nel tessuto sociale ed economico del proprio paese un fulvidoesempio di personalità onorabili ed un modello di civiltà, cultura e labo-riosità che non può e non deve cadere nell’oblio per le generazioni future.

Ettore d’Alessandro (14° Duca di Pescolanciano)

investire tranquillamente in Italia. Non possiamo che chiederci: come sifa a dire simili sciocchezze, come se gli investitori fossero degli imbe-cilli, che ignorano con quante e quali remore il Governo Letta, pur pren-dendo atto delle sue buone intenzioni, abbia a contrastare oggi in Italia,che continuamente minano le sperate, fattive, “larghe intese”. Franca-mente si tratta di un’impresa titanica. Prima di tutto, si tratta di abrogareil c.d. “bicameralismo perfetto”, che, a detta ormai di tutti (tranne i ve-tero-comunisti, che vorrebbero intangibile la Costituzione, con il vecchio“tanto peggio, tanto meglio”!), intralcia pesantemente l’iter legislativo,così attuando una sorta di politica “al rallentatore”. Poi ci si era impegnatia dimezzare il numero dei parlamentari, con tutti i loro portaborse al se-guito. Cosa, all’evidenza, difficilissima, poiché si tratta di modificare “laCostituzione più bella del mondo” e, quindi, di superare l’insuperabilesbarramento dell’art. 138, che, così com’è stato formulato, la rende nonrigida, bensì ultrarigida. “La Costituzione più bella del mondo” per stareal passo con i tempi, deve poter essere aggiornata. E poi, come se non ba-stasse, c’è il pletorico carrozzone delle Regioni, di cui, a nostro som-messo avviso, non si sentiva affatto il bisogno, poiché già c’erano le bencollaudate Province. Ma già, dimenticavo, come si fa a rinnunziare a taleappetitoso “cadreghino” (il caso Fiorito “docet”)? Da ultimo. Nell’inter-vista concessa il 18 agosto scorso dal Presidente dell’I.N.P.S. AntonioMastrapasqua a “Il Messaggero”, si evince che bisognerebbe “Abolire 30mila enti inutili per non tagliare gli statali”, e, “prima di parlare di taglibisognerebbe valutare come riallocare la spesa” (v. a pag. 11 il dettagliodell’intervista condotta dal giornalista De Paolinis). Ci sembra abba-stanza per confermare quanto abbiamo detto sopra: che si tratta davverodi un’impresa titanica, qui in Italia, dove neppure Mussolini riuscì a snel-lire le defatigatorie procedure burocratiche. Ma “spes, ultima Dea”. Tantisinceri auguri di buon lavoro, on.le Enrico Letta. Sergio Scalia

sperazione: il nostro Paese veniva fuori da governi disastrati e inconclu-denti, al punto che lei, nel marasma di corruzione e clientelismo, potevaessere considerato il male minore. Lei è sempre stato un imprenditoreabile e un conversatore affabile, lo ammettiamo, ma dirigere un paesecome l’Italia non è come dirigere un’azienda o una squadra di calcio,non è come possedere vari canali televisivi e monopolizzare gran partedella stampa italiana, e tenere le redini di un’intera nazione non significatrasformarla nel proprio parco giochi o nel proprio serbatoio di fanciulleper sfogare tardivi deliri di satiriasi. Per risollevare le sorti di un Paeseche sta affondando ci vogliono quella serietà e quel senso dell’onore chea lei mancano totalmente, e lei, caro mio, non ha minimamente le carat-teristiche per governare. Non pretendevamo di avere un nuovo SandroPertini (lui, però, era Presidente della Repubblica, anche se lei ci provòa scalare il Quirinale), ma nemmeno ci aspettavamo che avrebbe trasfor-mato il nostro amato paese nella barzelletta, anzi nella vergogna, del-l’Europa intera. Vent’anni di leggi ad personam, di evasioni fiscali, diconcussioni mafiose, di prostituzione, indulti, condoni, prescrizioni, dicensura giornalistica, di monopolio dell’informazione, vent’anni a trasci-nare nella rovina un intero paese, e mi rattrista, mi amareggia notarecome in giro ci sia ancora gente che la sostiene. Anche dopo numerosiprocessi, che hanno finalmente rivelato il marcio della sua “gestione po-litica”, lei, invece di ammettere i suoi sbagli e di dimettersi, ha continuatoa gridare al complotto, alla persecuzione e allo scandalo. Le ricordo cheil presidente tedesco Christian Wulff si è dimesso perché, in seguito al-l’accusa di certi favori ad amici imprenditori, si era ormai incrinata la fi-ducia nei suoi confronti. L’inglese Chris Huhne si è dimesso daparlamentare, ammettendo di aver mentito su una multa per eccesso divelocità che gli hanno fatto nel 2003. Ripeto: si è ritirato dalla scena po-litica britannica perché ha mentito su una multa, non su intrallazzi ma-fiosi, evasione fiscale o prostituzione. E mi fermo qui, ma lei si studi lastoria dell’Europa e vedrà che l’onesta, la coerenza, il senso dell’onoredovrebbero essere i fondamenti di ogni bravo politico, non parole vuotee inutili. Quando si perde, e lei ha perso fin troppe volte, ci si ritira cononore e in silenzio, non si sbraita in Tv (le sue Tv) e sui giornali (i suoigiornali) delirando su chissà quali complotti a suo danno. Ora, con lasua, speriamo definitiva, uscita dai piani alti del Paese, e con questa fi-ducia al nuovo Governo, si potrà forse tornare a essere un paese fiero, unpopolo che non deve vergognarsi e quella splendida nazione di storia ecultura che siamo sempre stati, non lo zimbello dell’Europa e del mondointero. Emiliano Federico Caruso

CONFERITO IL PREMIO ALBORILa regista Lina Wertmuller la scrittrice Marina Ripa Di Meana il saggista Gianni Oliva ilpoeta Enzo Tafuri, hanno ricevuto, sul caratteristico sagrato dell’antica Chiesa di Santa Mar-gherita di Antiochia, concesso da Don Mario e Don Ciro, del suggestivo Borgo di Albori, il“Premio Albori”, durante la nona edizione di quello che è ormai diventato uno degli appun-tamenti più importanti della ricca estate culturale vietrese. Ripresa dalle telecamere dellaRai, la serata è stata presentata con brio e professionalità da Gigi Marzullo e Francesca Viti,che, con un video, ha voluto rendere omaggio al maestro Alberto Bevilacqua, venuto a man-care il 9 settembre, che nel 2011 ritirò il “Premio Albori” per la sezione Poesia. Il primo aessere premiato, per la sezione Saggistica, con un piatto della Ceramica Solimene, conse-gnato dal Sindaco Francesco Benincasa, è stato il grande studioso del Novecento, GianniOliva, autore del libro “L’Italia del Silenzio”, che ricostruisce gli avvenimenti legati all’8 set-tembre 1943. <<L’8 settembre è stato spesso immaginato come l’inizio del riscatto, in realtàè la fine di uno Stato con tutte le complicità che la classe dirigente aveva avuto con quelloStato. Il riscatto inizia dopo, con le “Quattro Giornate di Napoli” che danno vita alla Resi-stenza>>, ha spiegato Oliva. Il Sindaco, Benincasa, ha ricordato che il Governo Badogliofu ospitato a Villa Guariglia e sottolineato l’importanza del Premio Albori: “Una manifesta-zione di respiro nazionale che rientra tra le cinque perle delle manifestazioni culturali vie-tresi: “I Concerti d’Estate a Villa Guariglia”; il “Concorso Pianistico Internazionale”; il“Premio Vietri”; “Estate Classica”. Il premio per la sezione Cinema, un piatto in Ceramicadel Maestro Francesco Raimondi, consegnato dall’Assessore Vincenzo Cardamone, è statoassegnato a Lina Wertmuller, autrice del volume: “Tutto a posto e niente in ordine”. “E’ unpezzo della storia della mia vita”, ha spiegato la Wertmuller che non era mai stata ad Albori e in Co-stiera: “Questa è la parte più bella d’Italia dove volentieri girerei un film”. Il premio per la sezione Nar-rativa, consegnato dall’Assessore Giovanni De Simone e dall’Assessore Vincenzo Alfano, è statoassegnato a Marina Ripa Di Meana, autrice del libro: ”Invecchierò ma con calma” legato al festeggia-mento del suo settantesimo compleanno. “E’ un libro autobiografico. Ci sono le mie passioni, i mieimomenti di gioia, i successi, ma anche momenti di grande dolore.” Il prof. Francesco D’Episcopo, congrande sensibilità ha raccontato i segreti dei primi tre libri premiati, scandagliando nel profondo del-l’animo degli autori svelandone l’essenza, mentre il prof. Alberto Granese ha analizzato la poetica diEnzo Tafuri, premiato da Gigi Marzullo, per la sezione Poesia, per la sua raccolta di poesie: ”Voli diColomba”. <<Le poesie di Tafuri danno una visione del nostro territorio, della Costiera in particolare,con una lettura frammentata. La sua poesia, che gioca con l’ermetizzazione del verso, è dedicata al-l’inconscio>>. La lettura delle motivazioni dei premi e di alcuni brani dei libri premiati, scelti da unagiuria coordinata dal dottor Enzo D’Elia, è stata affidata all’attrice romana Nicoletta Della Corte che,con grande passione e voce vibrante, ha saputo interpretare sapientemente i brani. Tra i presenti, l’As-sessore Mario Pagano e il dottor Alfonso Giannella. Aniello Palumbo

Florinda Battiloro, Cosmo G. Sallustio Salvemini,Lina Wertmuller e Marina Ripa di Meana

Francesco D’Episcopo e Gigi Marzullo

Il Comm. PasqualeChiaramida, (nella foto)fondatore e presidente delLibero Sindacato ScrittoriEuropei, Ringrazia viva-mente Nicoletta Di Belloper il servizio giornali-stico pubblicato sul perio-dico l’Attualità di qualchemese fa.

PREMIO “FILOTEO OMODEI” E“PENSIERI IN VERSI” 2014

Scadenza 31 gennaio 2014. L’Accademia Internazionale “Il Convivio” ban-disce la quinta edizione del premio “Filoteo Omodei” e la dodicesima edi-zione del premio ‘Pensieri in versi’, cui possono partecipare autori siaitaliani che stranieri nella propria lingua o nel proprio dialetto. Per i parte-cipanti che non sono di lingua neolatina è da aggiungere una traduzione ita-liana, francese, spagnola o portoghese. Il premio “Pensieri in versi” è divisoin sei sezioni. Il premio “Filoteo Omodei” è diviso in tre sezioni. Premia-zione: a Verzella (Catania), nel mese di giugno 2014. Gli elaborati vanno in-viati in cinque copie (tranne per la sezione libro con tre copie, allaRedazione de “Il Convivio”: Premio “Filoteo Omodei”, Via Pietramarina–Verzella, 66 - 95012 Castiglione di Sicilia (CT) - Italia. La partecipazioneal concorso è gratuita per i soci dell’Accademia Il Convivio. Info tel. 0942-986036, cell. 333-1794694, e-mail: [email protected]; [email protected]. Sito: www.ilconvivio.org Enza Conti

L’INFINITA TRAGEDIA DI LAMPEDUSAResta drammatica la situazione a Lampedusa dove continuano a susse-guirsi gli sbarchi. Una tragedia senza fine cominciata con il naufragiodello scorso 3 ottobre dell’Isola dei Conigli in cui hanno perso la vita364 persone e protrattasi fino alla giornata di venerdì 11 quando, un’al-tra imbarcazione, finita in mare poco dopo essere stata colpita da unaraffica di proiettili lanciati da una motovedetta libica, è stata soccorsadalle navi della Marina militare Libra e Espero a 60 miglia a sud diLampedusa, ai confini con le acque libiche. Il bilancio è di 34 morti,mentre secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati(Unhcr), supera il centinaio il numero dei corpi ancora da recuperare.«Viene la parola vergogna: è una vergogna morire in questo modo!»,così si è espresso Papa Francesco ricordando le vittime dei due nau-fragi, mentre il leader di Sel Nichi Vendola chiede di istituire corridoiumanitari e Khalid Chaouki (Pd) invoca un presidio europeo sulle costelibiche per prevenire nuovi naufragi. Anche la presidente della Camera,Laura Boldrini, ha voluto dire la sua: «Siamo tutti vittime consapevolio no, di quella “globalizzazione dell’indifferenza” che proprio a Lam-pedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante». Ma di chiè la colpa? Dove vanno rintracciate le responsabilità di quella che, comegiustamente ricorda Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, non rappre-senta più un’emergenza ma, da quindici anni a questa parte, è piuttostouna costante? Sicuramente il più delle responsabilità va alla sempre piùdifficile situazione che questi migranti si trovano costretti a vivere neiloro paesi d’origine, nonché ai cosiddetti mercanti di morte che orga-nizzano le imbarcazioni e agli scafisti assassini che invece guidano lecarrette del mare nei viaggi senza speranza verso il nostro Paese. Dal-l’altra parte, però, ci sono anche le nostre di colpe. Quelle del governoitaliano che, prima con la proposta del governo Prodi in tema di immi-grazione e poi con le successive leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini,non ha fatto altro che rendersi complice di questo massacro. Quelledegli Stati membri, nessuno escluso, che non hanno ancora preso co-scienza del fatto che c’è urgente bisogno di mettere in piedi un sistemadi immigrazione legale: più efficienza nei sistemi di protezione nelmare a sud dell’Italia, accordi bilaterali con i Paesi del Mediterraneo,protezione temporanea per tutte quelle persone che fuggono da regioniin cui imperversano le guerre civili. Ma, soprattutto, meno clandestininei centri di accoglienza a Lampedusa che, in balia di questo perennestato d’emergenza, spesso e volentieri, si sono visti costretti ad ospitare700 migranti in spazi destinati ad accoglierne 250.

Federica Sciorilli Borrelli

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L’ATTUALITÀ, pag. 7N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 LETTERATURA E VARIE

PROPOSTE EDITORIALIScrittori, poeti, saggisti (materie storico-filosofico-letterarie): in-viate i vostri manoscritti al Comitato Editoriale del “MovimentoG. Salvemini”. Se le vostre Opere verranno considerate idonee perle Edizioni Movimento G. Salvemini, riceverete una proposta edi-toriale con l’indicazione del simbolico contributo-stampa a caricodell’Autore. Volete pubblicare romanzi, poesie, saggi letterari, sto-rici, sociologici, giuridici ed economici? Cell. 347.0333846.

IL LIBRO AL TEMPO DELLA CRISIIl digitale non è solo un “nuovo mezzo” che sta sostituendo in parte o intoto altri, dalla tv alla carta stampata: il digitale è un universo che vive se-condo leggi tanto diverse dal passato quanto la fisica moderna è diversada quella di Galileo e Newton. Le nuove leggi dell’universo digitale ren-dono incerti, mobili, fluidi ed evanescenti tutti i confini: tra produttori econsumatori, tra comunicatori e fruitori delle informazioni, tra prodottidiversi, tra contenuti e mezzi per comunicarli e diffonderli, tra gli stessisettori industriali e professionali per come siamo abituati a concepirli. Al-lora poniamoci una prima, radicale ed amletica domanda: in un universonel quale l’attività del “pubblicare” è diventata un bottone che chiunquepuò cliccare ha ancora un senso parlare di industria della pubblicazione,cioè di editoria? In una delle più importanti fieri di settore, quella inter-nazionale per lo scambio dei diritti librari d’autore che si sta svolgendo aFrancoforte, Marco Polillo, Presidente dell’AIE, Associazione ItalianaEditori, ha presentato il Rapporto AIE sullo stato dell’editoria in Italia. Enemmeno a parlarne… la fotografia del panorama editoriale italiano èfortemente negativa. Il 2012 è stato l’annus horribilis del libro: I libri sicomprano sempre meno in libreria e sempre più su internet confermandoil boom del mercato digitale. Internet è il vero motore di questa lenta ri-presa: infatti,è grazie agli e-book che l’indice della lettura è sotto il segnopositivo. Ma la soluzione a questo disastroso e lento declino? Basta soloun aggiornamento sulle normative sul diritto d’autore, una promozioneseria del libro e della lettura, un’IVA parificata tra ebook e cartacei? No,non basta; per combattere la crisi del mondo dell’editoria servano delle in-novazioni, ma prima di tutto è necessario trovare e formare dei lettori.Per quanto gliebook stiano prendendo piede tra la popolazione, essi nonpotranno arginare da soli un’enorme falla culturale. Quello che serve dav-vero è riscoprire il piacere di leggere, sia tenendo in mano un libro di cartasia un lettore ebook. Cristina Canci

“IL SANGUE NON SBAGLIA” E “VOGLIO VIVERE COSÌ” Non sono pochi gli appartenenti al Comparto Sicurezza dello Stato che,preferibilmente, raggiunta la meta della (agognata, per i più intelligenti!)quiescenza, dismesse manette e arma d’ordinanza, impugnano la pennae si mettono a scrivere libri di memorie ovvero anche romanzi, all’internodei quali l’autore si racconta, narrando le proprie esperienze personali eprofessionali. Sempre, gli autori, molto bene onorano le linee guida chedevono informare l’attività di un bravo scrittore, e cioè seguire le regoledi disciplina e rigore; infatti, lo scrivere richiede lavoro costante e ungrande impegno mentale per assicurare il mantenimento dello stile e dellinguaggio. E questo l’ho riscontrato leggendo i romanzi di due superpo-liziotti, Antonio Manganelli e Ansoino Andreassi, avuti in dono da amici.Antonio Manganelli, indimenticato grande Capo della Polizia, decedutopurtroppo recentemente per malattia, il 20 marzo scorso, comincia il suolibro “Il sangue non sbaglia“ (Rizzoli-2013), pubblicato dopo la suamorte, raccontando il suo arrivo a Houston, all’ Oncology Centre, doveapprende “una verità terribile” sul proprio stato di salute. La storia èquella del delitto di Anna de Capraris, aristocratica benefattrice, residentein un quartiere signorile della Capitale, che era stata uccisa all’internodella sua auto vicino al Ponte delle Valli. Le indagini sono condotte dal-l’Ispettore Giovanni Galasso della Squadra Mobile romana, coadiuvatodal suo braccio destro, l’Ispettore Bevilacqua. Nell’ufficio di Galasso,in via San Vitale, tutto il suo mondo era compendiato in semplici cose.Sulla scrivania, il computer, la foto della dolce moglie Sabina e piccolioggetti ricordo, con una lente d’ingrandimento forse inutile ma emblemae simbolo per un intelligente moderno detective; alle pareti, le pergamenedegli encomi e attestati a testimonianza di un lavoro difficile ma ricco disoddisfazioni. Così, il paziente e caparbio poliziotto sarebbe arrivato neitempi giusti alla soluzione del crimine, componendo le tessere del mo-saico degli indizi che diverranno prove certe. Scrive Manganelli: “L’in-vestigatore è un operaio; si sporca le mani, smonta e rimonta la verità, nestudia i meccanismi, individua l’ingranaggio che non funziona. La suacassetta contiene tutti gli strumenti di lavoro necessari: il segreto è saperdecidere quale usare, quando e in quale ordine.” Una grande verità, chederiva dall’esperienza acquisita sul campo dall’autore, un operativo ec-cellente, mai stato nella Sua splendida carriera negli uffici e nelle vacueburocrazie dei Palazzi! E’ una storia d’amore e di guerra, invece, quellache racconta Ansoino Andreassi nel suo romanzo “voglio vivere cosi’“,con prefazione di Giancarlo Caselli (Editore Stampa Alternativa/Nuoviequilibri Viterbo, 2009). Ma è anche la storia di tanti e tanti ventenni nelmitico 1968 che sognavano un mondo migliore, taluni sconfinando inlogiche estreme di violenza; giovani che, come Guido e Libera, casual-mente, si incontrarono alla Facolta’ di Sociologia dell’ Università diTrento, con Curcio e Mara Cagol, ovvero indossando una divisa da Po-liziotto. E poi, passati gli anni, “si ritrovarono perfino uno di fronte al-l’altro con una pistola in pugno, guardandosi anche negli occhi”.Andreassi, quelli come Guido e Libera, li ha conosciuti davvero. E que-sto, da quando fu assegnato all’Ufficio Politico- come si chiamavano al-lora le Digos- della Questura di Roma, diretto dal famoso BonaventuraProvenza, operando con coraggio e altissima professionalità durante edopo il sequestro Moro, fino alla disarticolazione del terrorismo romanodi destra e di sinistra. E così, sino al 2007, quando, dopo aver direttol’Antiterrorismo a livello nazionale ed essere stato Vicario del Capo dellaPolizia e del Sisde, è andato in pensione. Concludo, con la convinzioneche i libri in questione vadano letti da tutti ma soprattutto dai più giovani.Sono pagine che parlano al cuore e alla coscienza del lettore.

Raffaele Vacca

“IL LEONE ROSSO”. IL SENSO DELLA VITAIl Leone Rosso di Maria Szepes è uno di quei romanzi la cui magia si per-cepisce solo tenendolo in mano e gli eventi che lo hanno fatto giungerefino a noi lo rendono ancora più magico. Maria Szepes, artista figlia d’ar-tisti, lo scrisse in un rifugio di guerra durante l’ultimo conflitto mondialee fu pubblicato nel 1946 in Ungheria diventando immediatamente ungrande successo, forse troppo visto chi il regime comunista di Rakosi lomise al bando ordinando la distruzione. Fortunatamente ilbibliotecario Béla Hamvas, altro personaggio circondato da un alone dimagia, ne salvò quattro copie ed in barba ai divieti ottusi insieme a qual-che volenteroso continuò a stamparlo e a distribuirlo “underground” finoa che 40 anni più tardi arrivò sempre in maniera misteriosa e magicasulla scrivania di un editore in Germania il quale lo stampò senza esita-zioni facendolo diventare un libro di culto in tutto il mondo. E’ la storiaraccontata in maniera erudita ed empatica di Hans Brueger mugnaio del‘700 che vuole a tutti i costi prolungare la sua vita per viverla più a pienonella sua mondanità e morbosità e l’occasione migliore gli capita diven-tando famulus dell’alchimista Anselmus Rochard dal quale, consideratii continui rifiuti di condividerlo, ottiene l’elixir della vita eterna ma solosottraendoglielo dopo averlo ucciso. La storia non è solo quella dell’HansBrueger mortale ma è quella del suo spirito che reincarnandosi in varievite successive le vive sempre più coscientemente, sempre consapevoleche sono le vite precedenti a dettare il tempo alla vita attuale domata daun ineffabile karma. Profondo e mistico è l’insegnamento che si ricevenel leggere le pagine di tante vita che si accavallano, si appaiano e si al-lontanano senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: l’oro alchemico.Vana ed inutile è la ricerca di quell’oro materiale fatta da alcune reincar-nazioni di Hans, illusori e passeggeri i bisogni della materia, eterni e su-blimi sono le necessità e le prerogative dello Spirito simboleggiate dallapietra filosofale, l’oro degli alchimisti. Un Vita che prende senso soloquando essa abbandona la via caduca dei sensi e resiste ai richiami mi-nacciosi di forze oscure nascoste nel mondo astrale. La conoscenza del-l’autrice del mondo esoterico è indubbia, essa ci racconta in modoefficace antichi rituali iniziatici, dimenticati nei secoli ma secondo laSzepes ancora presenti fra noi ed anzi ancora determinanti nel bene o nelmale nello sviluppo delle umane vicende: ed ecco apparire a fianco dellevarie incarnazioni di Hans Brueger personaggi come Rodolofo II, Cri-stina di Svezia, Paracelso, il conte di Saint-Germain, Cagliostro, MariaAntonietta, i RosaCroce tutti che facendo parte di uno stesso piano evo-lutivo lo modificano relazionandosi con i potenti di tutte le epoche, nu-merose sono le testimonianze di re e regine che accoglievano a cortemaghi e magisti più o meno ciarlatani affinché li direzionassero nellaselva oscura quotidiana. 463 pagine che scorrono via veloci, misterioseche forse raccontando le vite che partono da un mugnaio del XVI secolovogliono dare un senso alla nostra vita. Alle nostre tante vite.

Simone ChermazIL LEONE ROSSO, di Maria Szepes, Edizione Tre Editori

DELOS BOOKS PROPONE “BUS STOP”A quanto pare ci siamo. Dopo mesi di attesa e rimandi, sembra che tuttosia finalmente pronto. Il 30 settembre 2013 Delos Digital, la costola diDelos Books per la pubblicazione in eBook, ha annunciato l’uscita suiprincipali store online delle nuove collane in formato elettronico, rag-gruppate sotto la sigla Bus Stop. Eloquente e sincero, questo nome dicetutto: si tratta di brevi storie facili da leggere. Insomma, racconti leggerima emozionanti. A partire da solo 99 centesimi, gli eBook usciranno aritmo settimanale, con più titoli nei diversi generi. Dall’Horror (collanaThe Tube) alla Fantascienza (Robotica, Tecnomante, Mechardionica),dalle Spy Story (Sex Force) ai racconti apocrifi sul detective Holmes(Sherlockiana); davvero un ampio catalogo per questa iniziativa moltoambiziosa. D’altronde, il direttore Franco Forte (Il segno dell’untore, Ibastioni del coraggio, Carthago) non è nuovo a scelte coraggiose e az-zardate. Già in passato aveva sorpreso il mondo dell’editoria con la seriedi antologie 365 racconti (365 storie d’amore, 365 racconti sulla fine delmondo): un “gioco” rischioso, che però valse la candela, portando questomarchio esclusivo ai primi posti tra le vendite online. Adesso Delos ciriprova, più decisa che mai a sbarcare il lunario, forte dei successi com-merciali e di critica. Uno solo l’imperativo: la qualità. Come sempre lapolitica di Franco Forte punta a storie brevi, ma scritte bene. Perciò,anche se le collane sono curate da scrittori conosciuti, tutti gli esordientiavranno la possibilità di arricchire Bus Stop con racconti propri. Questaè una delle caratteristiche di Delos Digital: tutti potranno vedere il loronome nelle principali piattaforme di acquisto online (Amazon, Media-World, BookRepublic). Infatti l’associazione, mediante concorsi indettisul forum della rivista Writers Magazine Italia, offre l’opportunità a ogniscrittore di mettersi in gioco e avere così un reale contratto editoriale.Una garanzia non da poco a oggi, considerando l’immensa offerta di ti-toli, spesso di bassa fattura, che circola su molti eStore. Qualità: per chiscrive, e per chi legge. Questo, il punto forte di Delos e l’inossidabilecertezza ormai da tempo. Mattia Nicolò Scavo

OMAGGIO ALLA POETESSA ADA NEGRIE’ moralmente doveroso rendere onore alla memoria di una grande scrit-trice italiana: Ada Negri. Nacque a Lodi nel 1870 e morì a Milano nel1945. Aveva umili origini. In età giovanissima esordì con la pubblica-zione di poesie ispirate a sentimenti umanitari. Le sue sillogi più notesono “Fatalità” del 1892 ed “Esilio” del 1914. Dopo una fase iniziale distile dannunziano la sua lirica si orientò nettamente verso una conce-zione cristiana della vita. Degne di nota sono le sillogi “Vespertina” del1931 e “Il dono” del 1936. Pregevoli sono anche le sue opere in prosache descrivono una fanciullezza infelice e rappresentano, con schiettopathos, le solitudini esistenziali. Da segnalare, tra le opere in prosa,“Stella mattutina” del 1921 e “Sorelle” del 1929. Sono capolavori dellaletteratura da consigliare ai giovani d’oggi. Rosanna Sinopoli

IL BIMBO DEL SEGGIOLINO ROSSO (racconto)(racconto) Daria ricordava perfettamente quel periodo della sua vita,quelle colline, quel verde, quei ponticelli che ogni mattina, con la suapiccola auto, percorreva per andare a scuola. Qualche volta capitava cheil suo bambino (che a quell’epoca aveva quasi un anno) non voleva an-dare all’asilo. Altre volte la struttura era chiusa e lei lo portava con sé allavoro. Cosa assolutamente anomala, direte voi; eppure in quel piccolopaese di montagna, con un freddo da neve, lei andava tutti i giorni; por-tava il piccolo in classe di nascosto. Il preside benevolmentechiudeva gli occhi e le alunne accudivano al bambinomentre lei stava in cattedra. Ed eccolo lì, il bimbo, suoprimo figlio, seduto accanto a lei che guidava, sul suoseggiolino rosso; le faceva compagnia. Con lui scam-biava piccole frasi, gli diceva i nomi delle cose, tenendosempre d’occhio la strada, s’intende. Invece, al ritorno,con il portabagagli carico di spesa, ritornavano in silenzioperché il bimbo, stanco per il viaggio e per l’aria di montagna,si addormentava. Angela Libertini

AUMENTANO GLI UTENTI DI INTERNETL’Italia entra nell’era biomediatica, interfacciandosi quotidianamente coni mass media, “vecchi” e “nuovi” dell’età 2.0 E’ quanto emerge dall’un-dicesimo rapporto Censis-Ucsi sulla Comunicazione, presentato a Romanel mese di ottobre. Secondo il Censis «assistiamo ad un salto di qualitànel rapporto degli italiani con i media. L’interazione tra l’ambiente co-municativo e la vita quotidiana degli abitanti di territori ipertecnologicista producendo una vera e propria evoluzione della specie». Ecco alcunidati in forma dettagliata: Gli utenti di internet, dopo il rapido incrementoregistrato negli ultimi anni, si assestano al 63,5% della popolazione(+1,4% rispetto a un anno fa). La percentuale sale nettamente nel caso deigiovani (90,4%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,3%).Non si arresta l’espansione dei social network. Iscritto a Facebook il69,8% delle persone che hanno accesso a internet (erano il 63,5% loscorso anno). YouTube arriva al 61% di utilizzatori. E il 15,2% degli in-ternauti usa Twitter. La funzione di internet maggiormente utilizzata nellavita quotidiana è la ricerca di informazioni su aziende, prodotti, servizi(lo fa il 43,2% degli italiani), oppure di strade e località (42,7%). Seguel’ascolto della musica online (34,5%). Anche l’home banking ha presopiede nel nostro Paese: lo svolgimento di operazioni bancarie tramite ilweb è tra le attività svolte più frequentemente (30,8%). Fare acquisti(24,4%), telefonare attraverso internet tramite Skype (20,6%), guardareun film (20,2%), cercare lavoro (15,3%, ma la percentuale si impenna al46,4% tra i disoccupati), prenotare un viaggio (15,1%) sono altre attivitàdiffuse tra gli utenti di internet. Tra i giovani la quota di utenti della retearriva al 90,4%, mentre è ferma al 21,1% tra gli anziani; il 75,6% deiprimi è iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1%degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over65. Caso opposto è quello dei quotidiani, per i quali l’utenza giovanile(22,9%) è ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni(52,3%). E per la carta stampata? Nel 2013 i quotidiani registrano uncalo di lettori del 2% (l’utenza complessiva si ferma al 43,5% degli ita-liani), -4,6% la free press (21,1% di lettori), -1,3% i settimanali (26,2%),stabili i mensili (19,4%). Stazionari anche i quotidiani online (+0,5%), increscita gli altri portali web di informazione, che contano l’1,3% di lettoriin più rispetto allo scorso anno, attestandosi a un’utenza complessiva del34,3%. Buone notizie dal mondo dei libri: +2,4% di lettori, benché gli ita-liani che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno sono solo il 52,1%del totale. Gli e-book arrivano a un’utenza del 5,2% (+2,5%).

Erika Carpinella

UN CUORE IN STAZIONEOffrire un pasto caldo, distribuire indumenti puliti ed aiutare i menofortunati sono le attività che il centro accoglienza Caritas alla stazioneTermini tornerà a praticare non appena sarà terminata l’opera di riqua-lificazione dello stesso centro. L’ostello Don Luigi di Liegro verràmesso a nuovo entro circa 18 mesi, periodo in cui, dall’esigenza diadeguare gli standard igienico-sanitari e di migliorare gli spazi e laloro funzionalità, soprattutto dopo la visita di Papa Ratzinger nel feb-braio 2010, saranno realizzati un secondo piano, 34 camere, ambientiaccessori, sala ricreativa, stanze per gli operatori, bagni e lavanderie.Con il piano superiore si aggiungono 650 metri quadri ai duemila esi-stenti e si potranno accogliere ospiti anche di giorno e con disabilitàmotoria, avendo riservato all’uopo stanze doppie e servizi igienici ac-cessibili, complete di vasche da bagno. Il nuovo Ostello è uno degli 11interventi previsti nell'ambito del progetto di solidarietà nazionale "Uncuore in stazione" ideato nel 2008 da Enel Cuore Onlus e Ferroviedello Stato Italiane per dare supporto e sollievo a persone senza fissadimora. Il progetto ha previsto l’apertura o l’ampliamento di centri diaccoglienza e di help center per accogliere persone in difficoltà e ac-compagnarle in un processo di indirizzo e di reinserimento nel tessutosociale. Oltre all’assistenza immediata – un letto, la doccia, il pasto, uncambio di vestiti – i senzatetto possono finalmente continuare ad in-contrare persone disposte ad ascoltarli, a credere alla loro richiesta diaiuto, a dare una parola di conforto e, quando possibile, a trovar lorouna sistemazione non temporanea. Federica Iacovangelo

La narrazione, avvincente nel suointreccio di circostanze, tiene il let-tore incollato alla pagina fino al ri-congiungimento (ma sarà davverocosì?) dei due protagonisti che,rivelati in tutta la propria innocentefragilità, non si potrà fare a menodi amare.Antonia Dininno, Grassano,1961. Vive e lavora a Salerno. 200secondi è la sua opera d’esordio.

Questo romanzo di Enzo Ca-puano è stato presentato, pressola sede dell’Associazione “Caffèdell’Artista” di Salerno, da LiciaDi Stasio, nel corso di una con-ferenza presieduta da FlorindaBattiloro, con una ampia parteci-pazione di personalità del mondodell’arte e della cultura.

Questa pregevole sillofe poetica èstata realizzata da GiuseppeMarchesi, nato a Fabriano (An-cona) e attualmente residente aRoma. È laureato in filosofia e si èabilitato in Scienze Umane e Sto-ria. Dedica quest’opera al suo caroamico Alfio Valenti. EdizioniNuova Impronta, settembre 2013

ROMANZO “200 SECONDI”“IN NOME DI EROS”

Questo pregevole libro di CristinaTafuri è stato presentato, presso ilMuseo della Ceramica di Salernodiretto da Gabriella Taddeo, dalgiornalista Enzo Landolfi ed illus-trato da Alfonso Di Muro. Ladeclamazione di alcune poesie èstata effettuata dall’attrice VaniaDeangelis. Sottolineature musicalia cura di Luigi Cioffi. Disegnioriginali di Antonio Petti.

TUTELA DELL’AMBIENTE: LE TAVOLE DI HERACLEAL’autore di questo pregevolesaggio è Enrico De Capua,dottore forestale laureatosi aFirenze. Ha svolto attività dilibera professione in Italia e al-l’estero. Ha collaborato convari istituti universitari diricerca e preosso il CNR. Èstato professore incaricatopresso la facoltà di ScienzeForestali dell’Università diReggio Calabria. Ha all’attivonumerose pubblicazioni scien-tifiche nell’ambito delle tem-atiche inerenti le ScienzeForestali.Da tempo si è dedicato allostudio degli aspetti storici,vegetazionali e faunistici delterritorio materano ed in parti-colare di Policoro, città in cuiattualmente risiede.

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L’ATTUALITÀ, pag. 8 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013TEATRO E MEDICINA

GIOVANNI IODICE SCRIVE DI GIOVANNI IODICEAlla vigilia dell’importante compimento dei 91 anni, ci sembra giustoed opportuno dedicare questa rubrica di fine anno proprio al titolare dellastessa, l’amico Giovanni Iodice, che parla e scrive di se stesso: Sono natoa Roma il 24 gennaio 1923, da papà Vincenzo e mamma Raffella; ho co-nosciuto le mie prime vicende sportive nelle file dei falchetti azzurri diFoligno, ove all’epoca il papà prestava il servizio militare. Accanto alcalcio, praticavo anche scherma ed equitazione, e frequentavo con pro-fitto il ginnasio. Dopo il trasferimento della famiglia a Roma, ho prose-guito la attività calcistica in società dilettantistiche, e mi sono dedicatoanche alla atletica leggera ottenendo ottimi risultati nel salto in alto enelle corse campestri. Ho conseguito la maturità presso il liceo classicoMamiani di Roma e mi sono iscritto alla facoltà di giurisprudenza. Le vi-cende storiche legate alla seconda guerra mondiale coinvolgono me e leclassi giovanili dell’epoca: nel 1943 sono allievo ufficiale e divento poiaspirante sottotenente. Nel frattempo incontro la giovane Fernanda, chediventa mia moglie, fedele compagna di vita da ben 68 anni! Ometto vo-lutamente le dolorose vicende del periodo 1943-45, per passare diretta-mente all’anno 1945 nel quale rientro nella vita civile e trovooccupazione presso la Pubblica Amministrazione, nella quale ho prestatoservizio per oltre quarant’anni. Ripresi gli studi, ho ripreso anche a gio-care al pallone in diverse squadre e società. Nel 1948 vengo richiamatoalle armi e destinato alla Scuola di Fanteria di Cesano, quale ufficialeistruttore di armi e tiro ed educazione fisica. Costituisco la sezione Sport,e una scuola elementare per militari analfabeti; vinciamo per due anniconsecutivi il torneo territoriale di calcio. Nel 1950 torno alla mia occu-pazione di funzionario civile presso il Ministero, mi trasferisco ad Ostiaquando sono già padre di due splendidi figli Daniela ed Enzo, ed entro afar parte della locale società sportiva. Dopo la parentesi quale giocatore,divento organizzatore del settore giovanile e poi allenatore. Nel mio la-voro professionale vinco un concorso per la carriera direttiva, vengo de-stinato alla direzione di importanti settori e uffici amministrativi ecollaboro alla costituzione di un importante ente, per il quale redigo il re-golamento interno, nonché i successivi decreti di modifica e di aggior-namento. Ho la soddisfazione di realizzare tre interventi legislativiriguardanti i riflessi amministrativi e contabili del cambio di moneta na-zionale (Lira) con divise estere, dell’impiego ed utilizzo di capitali al-l’estero, nonché del trattamento economico del personale in servizioall’estero. Autore di due pubblicazioni di carattere giuridico e ammini-strativo, posso affermare di essere stato un ottimo funzionario, avendo in-fatti ricevuto una lettera di encomio ed una promozione per meritocomparativo. Tornando alla mia attività in campo sportivo, resto nellefile dell’Ostia Mare fino al 1965, poi supero il corso per allenatori indettodalla FederCalcio e svolgo le mie attività presso le società di Cisterna,Fiuggi, Priverno e Sonnino. Nel 1968 sono tesserato del Cerveteri e vincodue campionati consecutivi, portando quella società a partecipare, per laprima volta nella sua storia, al campionato di promozione. Collaboro conil grande maestro Romolo Alzani e con il Comitato regionale di Roma delcalcio per allenare la rappresentativa provinciale di Roma. Nel 1973-74dirigo il Bolsena, passando poi al Certosa, e poi vinco altri campionaticon il Pigneto Quadraro. Dal 1978 seguo il Cerveteri e l’Ostia Mare, perpoi passare all’Ostia Antica, società con la quale conquisto ottimi piaz-zamenti, dietro soltanto a Fiumicino e Albano. In tutti que-sti anni ho potuto conoscere centinaia di persone,intrecciando rapporti di stima e di amicizia, maturanoesperienze di ogni genere, sia in campo sportivo siacome dirigente dello Stato Italiano. Ho vinto seicampionati di calcio, sono stato un solerte dirigentedello Stato, sono marito, padre, nonno e bisnonno,con due figli, sei nipoti, e sette pronipoti ! Alla vigiliadei miei 91 anni, mi diletto a scrivere poesie e firmoarticoli di cultura, letteratura, storia, attualità ed altro,pubblicati su L’Attualità e su altre testate locali e nazionali.

Giovanni Iodice

TROFEO “VERSO IL FUTURO”La Casa Editrice Menna bandisce la 360 Edizione del ConcorsoLetterario/Artistico Città di Avellino - Trofeo Verso il Futuro,con le seguenti Sezione Poesia in lingua e vernacolo, Narrativa,Saggistica, Teatro inedito e edito, Sezione Artistica per pittura,scultura, grafica, fotografia. Saranno assegnate targhe persona-lizzate con stampe d’Autore,medaglioni, medaglie, pubblicazionegratuite dei lavori premiati. Tutti i Premi verranno inviati gratui-tamente a domicilio. Per informazioni e invio lavori: C. E. Menna- Casella Postale 80-83100 - Avellino Tel. 0825/38269 -33322411503. Scadenza 30 dicembre 2013.

L’ULTIMO SALUTO AD UN GRANDE SERVITORE DELLO STATO L’ultimo saluto a un grande e fedele servitore dello Stato, scomparso nei mese scorsi, il dott. Bernardo Nicolò (classe 1926), già in servizio pressoil Ministero di Grazia e Giustizia. Una vita dedicata, in tempi oltremodo difficili, al lavoro e al culto del Dovere. La Sua, una vita lunga e operosa,che lo ha visto attivo dai più modesti livelli dell’Amministrazione Penitenziaria sino ai più delicati settori del Dicastero di Giustizia. Gli inizi, sindal lontano 1952, quando in qualità di Agente del disciolto benemerito Corpo degli Agenti di Custodia, all’epoca ad ordinamento militare (poi nel1990 tramutatosi nel Corpo di Polizia Penitenziaria), fu assegnato quale archivista alla Casa di Reclusione e Casa di Rigore di Porto Azzurro. Tra-sferito nella Capitale per le sue indubbie positive doti professionali, in qualità di Sottufficiale, Bernardo Nicolò diresse l’Ufficio Matricola della CasaPenale di Rebibbia e, successivamente, una volta che la sua fama di ottimo e validissimo operatore iniziò a propagarsi, fu chiamato a dirigere unarchivio molto importante, quello dell’Ufficio Terzo (detenuti) della Direzione Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena del Ministero di Graziae Giustizia. Ma anche quella fu parentesi non lunga perché addirittura fu destinato nelle delicatissime funzioni di Capo dell’Archivio della Segreteriaparticolare del Ministro. È stato così che Bernardo Nicolò, intanto transitato nei ruoli civili dell’Amministrazione dello Stato, lavorò al fianco diben quattordici Ministri Guardasigilli, tra i quali Guido Gonnella, due volte Ministro; Oronzo Reale, anch’egli per due volte Ministro; Mario Zagari;Francesco Paolo Bonifacio e Clelio Darida. Si era nel pieno degli anni di piombo, e proprio dal Ministro Reale fu creata la nota Legge 152/1975,promulgata nella VI Legislatura sotto il quarto Governo Moro, da cui è d’uso chiamare la norma. Il testo introdusse, come si ricorderà, un duro ina-sprimento della legge penale volta a combattere i fenomeni di terrorismo che misero a dura prova l’ordinamento democratico italiano. Anni difficili,quelli, vissuti da Bernardo Nicolò sotto l’ incombente pericolo del terrorismo, in particolare proprio da lui che lavorava in stretta collaborazione delMinistro; anni che videro personale dell’Amministrazione Penitenziaria e Magistrati soccombere per l’azione di quella lucida follia rivoluzionaria.Iniziamo dal 1975, con il sequestro del Magistrato Giuseppe di Gennaro e il ferimento dei colleghi Pietro Margariti e Paolino Dell’Anno, PubblicoMinistero di punta di Roma, cui seguì quello del Vicequestore Alfonso Noce, Capo dell’Antiterrorismo. Ricordiamo, ancora, sempre nella Capitale,

l’uccisione dei Magistrati Vittorio Occorsio, Riccardo Palma, GirolamoTartaglione e Girolamo Minervini, gli ultimi tre con ruoli importantissiminel Dicastero della Giustizia, per concludere con l’assassinio di VittorioBachelet e del Giudice Mario Amato, nel 1980. Tutto questo in appenacinque anni! Tornando alla nostra storia, all’epoca del mandato di Darida,Nicolò diresse anche l’Archivio di un importante settore della DirezioneGenerale degli Affari Civili, collaborando anche, su sua espressa richie-sta, il Direttore Generale della Giustizia Minorile per il riordino dell’ar-chivio di quella Amministrazione Minorile. Fiore all’occhiello della suapreziosa e fattiva attività fu l’ideazione, in epoca in cui l’informatizza-zione era ancora molto lontana, di un archivio elettromeccanico che po-tesse contenere il maggior numero possibile di pratiche. Questo archivioelettronico, esteso a tutto il Ministero, contribuì a velocizzare il lavoro ar-chivistico nel reperimento delle pratiche e nelle fascicolazione degli atti.La sua vita operosa ed esemplare si è conclusa con il conseguimentodella Laurea, appena due mesi prima di morire, presso l’Università “LaSapienza”, la cui tesi è un documento eccezionale sull’ “archivistica car-ceraria degli anni ‘50 e dell’ archivistica ministeriale dagli anni ‘60agli anni ‘90”, settore in cui è stato maestro. Proprio con il recente con-seguimento della laurea proviene da Bernardo Nicolò un’altra lezione ditenacia e desiderio di ben fare anche in età avanzata, lezione che può es-sere lasciata ai giovani quale viatico per un mondo migliore in un’epocadi carenza assoluta di valori. Nel rendere omaggio a questo fedele servi-tore dello Stato, tra l’altro anche delicato poeta, salutiamo un vero e co-raggioso Maestro di vita ed un grande combattente della Legalità!

Raffaele Vacca

LOTTA AL FEMMINICIDIO: LA CONVENZIONE DI ISTANBULIl 28 maggio 2013 il Senato della Repubblica Italiana ha ratificato all’una-nimità la Convenzione di Istanbul, già varata dal Consiglio d’Europa nel2011. Si tratta del primo strumento giuridicamente vincolante per la pre-venzione e la lotta contro qualsiasi forma di violenza nei confronti delledonne e in particolare contro la violenza domestica. Il termine “femmini-cidio” è associato a quello di “femmicidio”. La distinzione è da ricondursiprincipalmente al fatto che mentre “femminicidio” è un concetto derivatodalla sociologia che include tutte le violenze che una donna può subirenell’arco di una vita, il termine “femmicidio” indica una radice “di genere”delle forme di violenza che portano all’uccisione di donne in quanto donne.Le cause sono da riconoscersi principalmente nei pregiudizi radicati nellerelazioni di potere, storicamente ineguali, tra uomini e donne e dunquenella discriminazione sistematica basata esclusivamente sul genere, il chedel resto costituisce una grave violazione dei diritti umani. È così che omi-cidi, danni fisici, psicologici ed economici, minacce, coercizioni di variotipo e persecuzioni vengono accettati, tollerati o persino giustificati comefacessero parte dell’ordinario. Di fatto, la violenza contro le donne è unfenomeno trasversale alle culture più disparate, esteso ad ogni classe so-ciale e ad ogni età, ed ha pertanto dimensioni planetarie. L’odiosa culturamaschilista, che vuole fare della donna un prodotto-oggetto, persiste osti-nata anche nell’ingenua educazione delle bambine cresciute col mito del“principe azzurro” e con l’introiezione di un modello femminile svilentee subalterno all’uomo. Queste bambine, una volta donne diverranno a lorovolta lo strumento inconsapevole di divulgazione di una tale concezionemaschilista. Per questo è fondamentale (anche nel 2013!) continuare a pro-muovere l’uguaglianza tra donne e uomini e spronare le donne a denun-ciare, sempre e comunque, i casi in cui sono vittime di abusi.

Maria Rita Salustri

L’ORECCHIO DI DIONISO(a cura di Franco Vivona)

I PILASTRI DELLA SOCIETÀ DI IBSEN Una produzione Teatro di Roma, Fondazione Teatro della Pergola eFondazione Teatro Stabile di Torino. Nella doppia veste di interprete eregista, Gabriele Lavia alza il sipario dell’Argentina sul teatro di HenrikIbsen, mettendo in scena il malessere, i tormenti, le debolezze della so-cietà borghese del suo tempo per denunciare la corruzione e l’ipocrisiadel potere e per far emergere la verità e la libertà individuale. Con I pi-lastri della società, la nuova produzione del Teatro di Roma in copro-duzione con la Pergola di Firenze e lo Stabile di Torino, Lavia affrontatemi di scottante attualità come la menzogna sociale e la mancanza dimoralità declinate attraverso i personaggi ibseniani del testo del 1877con cui l’autore norvegese, tra i più importanti dell’Ottocento, riformòi criteri della sua produzione teatrale segnando una svolta verso ildramma sociale. Prigioniero di un passato che lo esclude dalla vita delpresente, il Console Bernick mette in discussione la sua credibilità, ilruolo sociale e il successo personale per confessare le proprie colpe pub-bliche e private. “Pilastro morale della società”, Bernick vive in realtàda oltre quindici anni una vita di inganni. Ha infatti sedotto e abbando-nato una giovane che per il dolore ne è morta, e ne ha lasciato ricaderela colpa sul fratello minore di sua moglie Betty, Johan Tonnesen, emi-grato subito dopo in America con la sorellastra Lona. Il valore artisticoe il carattere simbolico espresso nel titolo, rendono il dramma efficaceancora oggi, nonostante le differenze e le specificità politiche della no-stra epoca. Cosa sono o chi sono questi pilastri? Qual è il fondamento sucui poggia un consorzio umano? Su cosa fonda una società di uomini?Questa è la domanda che pone il testo di Ibsen. E Ibsen risponde conmolta chiarezza, alla fine dell’opera. I fondamenti sono due: la libertà ela verità – commenta Gabriele Lavia – Del trinomio rivoluzionario fran-cese ‘Liberté, Egalité, Fraternité’ è rimasta solo la libertà. Cui si ag-giunge la verità. Solo la libertà di ‘essere’ è il dovere fondamentale chefa essere ‘liberamente’ veri. C’è però un terzo pilastro della società: ledonne. La sommessa speranza. Forse ‘le donne’ sono il cambiamentomite che può aiutare il mondo a ‘rimettersi in sesto’?”.

MUSICA PER ROMAAll’Auditorium, fino al 30 giugno, la Fondazione Musica per Roma pro-pone più di 350 appuntamenti: musica, spettacolo, cultura, arte in unavera e propria sinfonia di suoni e immagini. All’Auditorium la nuovastagione della Fondazione è partita da settembre con un programmamolto interessante: In cartellone concerti che vedono la partecipazionedi artisti come Elvis Costello, Yoko Ono, Nick Cave, Pat Metheny, ChickCorea, Tori Amos, Ben Harper ma anche rassegne e festival originali,dalla musica contemporanea al jazz, dalla nuova danza, al teatro, dallaletteratura, alle grandi mostre, alle scienze. Tra le molte novità, da se-gnalare l’incontro con Noam Chomsky, i progetti di Emma Dante, diPippo Delbono, di Andrea Camilleri, la mostra di Herb Ritts. I quattroensemble della Fondazione - PMJO Parco della Musica Jazz Orchestra,PMJL Parco della Musica Jazz Lab, PMCE Parco della Musica Con-temporanea Ensemble, OPI Orchestra Popolare Italiana dell’AuditoriumParco della Musica - accompagneranno la programmazione di Musicaper Roma. In particolare, i musicisti diretti da Ambrogio Sparagna si af-fiancheranno a Massimo Popolizio per la prossima edizione dell’ Otto-brata Romana dedicata quest’anno al 150° anniversario della morte delpoeta Gioachino Belli. Nella vastissima programmazione: l’evento “MyFestival”, che è affidato quest’anno a Elvis Costello. Le due Residenzeartistiche: quella di Max Gazzè, che proporrà molti progetti inediti equella del percussionista Michele Rabbia. Per Contemporanea la pro-posta di serate uniche all’insegna di nuove musiche e nuove espressioniculturali, con la collaborazione dell’Accademia di Santa Cecilia. Debuttaquest’anno, tra le numerose rassegne in programma, “Il Pianoforte”,dedicata esclusivamente agli esecutori degli ottantotto tasti. Tra gli in-vitati Brad Mehldau, Egberto Gismonti, Uri Caine, Wim Mertens, CraigTaborn, Bobo Stenson, Kenny Barron, Jacky Terrasson. La propostadegli spettacoli vede come primo appuntamento di ottobre, ¡Flamenco!,Che propone anche quest’anno un cartellone con nomi prestigiosi. Perla decima edizione di Equilibrio Festival della nuova danza, il direttoreartistico Sidi Larbi Cherkaoui ha previsto un cartellone sul tema del-l’Oriente. Pippo Delbono presenta invece un progetto in due parti, unviaggio musicale sul tema dell’amore:Blood con Petra Magoni e Birdscon Laurie Anderson. Altra novità di stagione, Inedito d’autore, unanuova rassegna dedicata al teatro di narrazione. Andrea Camilleri doneràa tre mattatori - Marco Paolini, Marco Baliani, Ascanio Celestini - altret-tante storie destinate alla messa in scena. Ospite per la prima volta del-l’Auditorium, Emma Dante, che presenta Verso Medea, utilizzandodiversi mezzi espressivi: danza, canto, musica (dei Fratelli Mancuso),prosa. Il Festival delle scienze a gennaio sarà invece dedicato al Lin-guaggio. Per celebrare i 50 anni del Gruppo 63, che rivoluzionò il pano-rama culturale degli anni 60, la manifestazione 63 x 50: incontri espettacoli di poesia, musica, teatro, cinema e arte. E ancora, si arricchiscela serie delle Lezioni. Lezioni di Kennedy verterà sul carisma di JFK, lasua figura, la sua utopia e la sua fine misteriosa saranno rilette attraversodifferenti punti di vista. Con Lezioni di Storia si parlerà di Europa. LeLezioni di Rock e il ciclo Playlist sono dedicati a grandissimi nomi dellastoria del rock; di tutto rispetto infine il parterre degli “insegnanti” delleLezioni di Musica, di Jazz, di Cucina e di Arte. Durante il Natale al-l’Auditorium verranno poi riproposte le attrazioni che rendono ognianno il Parco della Musica un giardino delle meraviglie: pista di patti-naggio, giochi, mostre, mercato. Tra le novità: Afrique, una festa dedi-cata al continente africano e “Se-Ma-For”, omaggio alla scuola dianimazione polacca di Lodz, con un cartellone di oltre dieci film.

CONGEDODopo circa vent’anni di collaborazione con questa magnifica testata econ Cosmo Salvemini, prendo congedo dagli affezionati lettori di questarubrica L’Orecchio di Dioniso; mi dispiace moltissimo, ma la stanchezzae vari motivi personali mi costringono ad assumere questa decisione.Auguri e in bocca al lupo a tutti , dal Direttore a tutti i Collaboratori, aiLettori e a tutti coloro che in questi lunghi anni ho potuto conoscere edapprezzare.

CONSIDERAZIONI SUL “CASO SOFRI” A conclusione di un lungo iter processuale, Adriano Sofri, che era statocondannato a 22 anni per l’uccisione del Commissario di Polizia LuigiCalabresi, a gennaio 2012 è tornato libero, avendo scontato la sua pena.Sofri, già leader di “Lotta Continua”, era stato condannato con sentenzadefinitiva nel 1997, insieme con Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bom-pressi. Sofri si è sempre dichiarato estraneo nè ha mai presentato richiestadi grazia. Nel 2005 è stato colpito da seria malattia ed ha trascorso gli ul-timi 5 anni agli arresti domiciliari. Con il ‘fine pena’ di Sofri si chiudeuna delle più complesse vicende giudiziarie degli ultimi decenni; un pro-cesso durato 12 anni, con 14 sentenze, al centro di numerosi dibattiti po-litici. Il primo arresto di Sofri ci fu nel 1988, a ben 16 anni dal tragicoevento (Calabresi venne assassinato il 17 maggio del 1972), a seguitodelle confessioni del “pentito” Marino, che chiamò in causa Sofri, Bom-pressi e Pietrostefani, sostenendo di essere stato lui a guidare la mac-china usata per l’attentato, mentre, a suo dire, a uccidere il Commissariofu Bompressi. La responsabilità di Pietrostefani e Sofri, invece, secondola ricostruzione di Marino, sarebbe stata di “ordine morale”, ossia quelladi “mandanti”. Mentre Sofri ha scontato la pena, Bompressi ha ottenutola grazia nel 2006, mentre Pietrostefani è latitante in Francia nel 2002.Ma qual’era il clima di veleni e menzogne, contrabbandate per verità daideologie fuorvianti in quegli anni, che costituirono i prodromi dell’in-fame delitto di un integerrimo servitore dello Stato? Andiamo a ritrosonel tempo; il che fa bene a noi Italiani spesso dalla memoria corta e fal-lace. Chi erano questi signori, tutti ben acculturati nelle farneticazionideliranti dell’ultracomunismo più becero e violento? Erano i famosi “Ca-tilinari” della cultura, mutuando il termine dalle Catilinarie, cioè i quattrodiscorsi tenuti da Cicerone contro Catilina tra il novembre e il dicembredel 63 a.C., in seguito alla scoperta e alla repressione della congiura chevoleva minare gli ordinamenti repubblicani, che faceva capo appunto aCatilina. “Quoque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”, (cioè:“sino a quando abuserai della pazienza nostra?”), tuonò Cicerone, ag-giungendo la celebre esclamazione: “O tempora! O mores!”, (vale a dire:“quali tempi, quali costumi!”), convincendo il Senato a condannare amorte Catilina. All’epoca, andarono di moda gli spettacoli gratuiti, quale“Morte accidentale di un anarchico”, di Dario Fo, che fu, anni dopo,nella seconda metà degli anni ’90, “giustamente” gratificato con il Pre-mio Nobel per il Teatro. Andavano, quindi, di scena questi “Catilinari”,che giudicarono e condannarono a morte il valoroso Commissario LuigiCalabresi per una morte, come stabilirono le indagini, assolutamente ac-cidentale dell’ anarchico Giuseppe Pinelli.Questa farsa ispirò la lettera che fu pubblicata su “L’Espresso”, a partiredal 13 giugno 1971, per tre settimane consecutive, firmata da 800 intel-lettuali, di cui alcuni di loro, ma solo alcuni, chiesero poi tardivamentescusa. Tale documento, tra l’altro, definiva il Commissario Luigi Cala-bresi “un torturatore”, lo accusava quale “responsabile della morte di Pi-nelli” e chiedeva di ricusare i “Commissari torturatori, i Magistratipersecutori, i Giudici indegni”. Tra i firmatari c’erano artisti, registi, edi-tori, giornalisti, politici, accademici, filosofi, scienziati, sindacalisti e, ingenerale, molti tra i più noti esponenti della cultura italiana del tempo.Di questi, taluni, nel tempo, sono divenuti importanti esponenti della po-litica nazionale, mentre altri ricoprono ancora posti di rilievo nella societàodierna. “Dovrà rispondere di tutto. Gli siamo alle costole, ormai, ed èinutile che si dibatta come un bufalo inferocito... Qualcuno potrebbe esi-gere la denuncia di Calabresi per falso in atto pubblico. Noi, che più mo-destamente di questi nemici del popolo vogliamo la morte…” (così siscriveva su Lotta Continua del 6 giugno 1970). Almeno oggi, a distanzadi quarant’anni, c’è qualcuno che ha il coraggio di urlare, ora per allora,come fece nell’antica Roma il grande Cicerone: “Quoque tandem abu-tere... patientia nostra?, ovvero, anche: “O tempora! O mores!”. Qualepiattume generale; quanta modestia di intenti! Raffaele Vacca

OPERIAMO OGNI GIORNO COME SAN FRANCESCOIl Grande Santo di Assisi c'invita ad operare ogni giorno con grande fedenel cuore e nella mente e con tanta umiltà. S.Francesco d'Assisi ricevettele Stimmate sul monte della Verna il 17 settembre del 1224, dopo dueanni in cui, tornando dalla Terra Santa, soggiornò a Vicalvi, dove fece co-struire una cappella e sgorgare l'acqua infilando nel terreno un bastone.Fare memoria di un santo così stimato ed amato, anche da persone lon-tane dalla fede cristiana, è un invito a rimanere saldi e forti nella fede enella speranza che la Provvidenza divina non ci abbandoni mai. S.Fran-cesco non dubitò mai dell'assistenza di Dio ed infatti Dio non l'abban-donò mai. Nonostante le sofferenze, le fatiche e le avversità subite epatite S.Francesco non si sentì mai orfano di Dio. Così potrebbe essereanche per noi se ci crediamo; può sembrare che a volte Dio rimanga si-lente e inattivo, ma in realtà Egli è ben presente e operante nella vita dichi con fede si affida a Lui. E' necessario per non strumentalizzare lafede, facendola servire soltanto ai bisogni di questo mondo, che abbiasempre quale proprio orizzonte la vita eterna. L'unico modo per creare unmondo migliore è partire da noi stessi e non attendere che siano gli altriad iniziare. E' necessario operare ogni giorno con serietà, onestà e con unocchio sempre attento e premuroso alle necessità dei fratelli, come S.Francesco c'insegna. Se iniziamo a vivere in una vera relazione d'amorecon Dio, qualsiasi scelta, atto o pensiero saranno più facilmente ricondu-cibili al Signore, sola grande ricchezza. S.Francesco d'Assisi, Patronod'Italia, ci sproni ad una vita più bella, più seria, onesta e migliore.

Mario Coletti

STA NASCENDO LA DEMO-SORTE-MERITO-CRAZIAConstatiamo con piacere che le ultime due pagine del libro di Beppe Grillo, Gian-roberto Casaleggio e Dario Fo “Il grillo canta sempre al tramonto” (Ed. Chia-relettere) riproducono il famoso discorso di Pericle agli Ateniesi (461 a. C.): “Quiil nostro governo favorisce i molti invece dei pochi; per questo motivo possiamoparlare di democrazia”. Finalmente si sta radicando nell’opinione pubblica l’ideache l’unico rimedio per risolvere l’attuale grave crisi istituzionale è la Demo-sorte-merito-crazia.

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ARTI FIGURATIVE E ATTUALITA L’ATTUALITÀ, pag. 9N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

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MOSTRA D’ARTE NEL TEATRO SALA UMBERTOLo Spazio Arte del famoso Teatro Sala Umberto di Roma presenta una rassegna con le opere di 20 pittori chemostrano il percorso artistico e la creatività dei loro diversi linguaggi. Il Teatro Sala Umberto, tempio di Varietàe della Rivista Italiana dai primi del novecento fino agli anni quaranta, ha visto sul palcoscenico i nomi più grandidel nostro teatro leggero da Petrolini a Totò, ai De Filippo, Anna Magnani, Walter Chiari, Rascel, Fabrizi e tantialtri fino a Modugno. Dopo varie ristrutturazioni, sotto la direzione artistica di Alessandro Longobardi, insieme allestagioni di prosa ha unito una serie di iniziative parallele aperte ad attività di Teatro per Ragazzi, progetti culturali,danza, concerti, ed uno spazio, caffè del Teatro, dedicato alla ristorazione (sUeat) e non poteva mancare l’arte. Aquesta esposizione, da guardare con occhio attento, partecipano gli artisti: Annunziata Mariani, Marco Fratar-cangeli, Paolo Benedetti, Vincenzo Lo Castro, Daniela D’Orazio, Sandro Cellanetti, Ambra Feula, GiancarloColonnelli, Laura Muia, Anna Del Vecchio, Stefano Giaché, Gianfranco Ingravalle, Rosella Saffioti, RosellaCosta, Emanuela Tamburini, Luigia Raggi, Anna Maria Tani, Dorota Bienias Blundo Canto, Annalisa Mac-chione, Claudio Alicandri. La mostra è stata organizzata da Spazio Arte Sala Umberto e dal M° Stefano Giachèed è stata presentata dalla Dott.ss Mara Ferloni. Francesca Ferrara ([email protected])

CHE STRANI FUTURISTI !Ho visto una vecchia foto scattata a Parigi nel 1912 ai futuristi Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni, Severini,e mi è venuto da riflettere. Ma che strani futuristi! Tutti uguali, tutti in posa frontalmente, con lo stesso cappotto,le stesse scarpe e l'identico cappello come altrettanti manichini vestiti alla stessa maniera, uniforme e monotona,quasi pronti a una parata. Non si vede in questa foto una nota di colore o un segno di vivacità, qualcosa di per-sonale che colpisca l'occhio e dia un’idea sia pur minina di futuro. Sembrano dei buffi pinguini, non messaggeridi un nuovo mondo. Men che meno ci appaiono come innovatori a giudicare del loro abbigliamento ottocen-tesco strettamente legato alle abitudini e al modo di vestire della loro epoca. ono infatti dei “futuristi”, se siguarda al loro look, dall'aspetto tradizionale e fin troppo borghese. E questo mi ha fatto pensare come spessoc’è una gran differenza tra coloro che usano prole incendiarie, rivoluzionerie, e la realtà di alcuni comporta-menti, ciò che uno dice e ciò che uno fa, tra i sogni dell'arte e le abitudini che subiamo. Ovviamente, come inogni cosa, non bisogna generalizzare troppo. Perchè se vi furono futuristi mediocri, e rivoluzionari solo aparole, altri sono diventati degli ottimi pittori. Ma questo avviene in ogni campo, soprattutto in campo artistico.Mentre per tutto il resto, colui che rivoluziona, subisce le leggi e l'abito del tempo. I cappelli a bombette dei"futuristi" nostrani ritratti a Parigi testimoniano bene questa modesta verità. Raffaele Cecconi

LA FACCIA NELL’ARTEIl ritratto, uno dei generi fondamentali della pittura, nel corso del Novecento non è scomparso con l’avventodell’arte moderna ma, al contrario, è stato elaborato in modo del tutto personale da grandi maestri quali Matisse,Modigliani, Picasso, Bacon, sino all’iperrealismo di Chuck Close. Nonostante la generalizzazione dell’imma-gine avutasi con la fotografia; nonostante la crescente spinta all’astrazione nell’arte moderna; nonostante tuttosembri concorrere all’idea di un mondo senza volti, uno dei grandi temi del Novecento resta invece l’interesseper la rappresentazione della figura umana, e soprattutto della sua “vetrina”: il volto. A dimostrarlo a Milano,sono gli 80 capolavori fra i più importanti e significativi del patrimonio artistico mondiale, provenienti dallacollezione del Musée national d’art moderne del Centre Georges Pompidou di Parigi in mostra a PalazzoReale per “Il volto del 900”. L’evoluzione del concetto di ritratto ed autoritratto, è raccontata attraverso unaserie di icone della pittura e scultura del XX secolo. Nel corso del secolo scorso, il genere del ritratto, infatti,non è sfuggito alle diverse rivoluzioni estetiche, in particolare a quelle moderniste. Eppure cubista, futuristao surrealista, il ritratto rimane pur sempre un manifesto estetico; per questo non sembra mai allontanarsi com-pletamente dai suoi obblighi nei confronti del modello per superare l’obiettivo della mera espressione dell’og-gettività per andare incontro al suo “io interiore” e alle proprie intenzioni artistiche, per mezzo del soggetto.Capolavori assoluti di artisti celebri come Henri Matisse, Bonnard, Amedeo Modigliani, Magritte, Suzanne Va-ladon, Maurice de Vlaminck, Severini, Francis Bacon, Robert Delaunay, Brancusi, Derain, Max Ernst, Miró,Léger, Adami, Pablo Picasso, Giacometti, Dubuffet, Fautrier, Baselitz, Marquet, Tamara de Lempicka e moltialtri rivelano come il genere del ritratto sia rimasto, nel corso del Novecento, il sismografo delle rivoluzioniartistiche che hanno attraversato il secolo. Cristina Canci

“SPESSO IL MALE DI VIVERE…”Breve analisi del quadro di Van Gogh, “Volo di corvi su campo di grano”, insieme all’amico ed esperto StefanoOrsetti. Tra i suoi ultimi capolavori, legati alla piena maturità dell’artista, questo quadro presenta un legameindissolubile col tormento di Van Gogh, con la follia che lo ossessionava già da tempo. “Sono immense distesedi grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l’estrema so-litudine” (Lettera 649, luglio 1890), scrive Vincent a Theo dando una descrizione di tre suoi dipinti, tra cui ilpresente. L’opera, quindi, ha uno stretto rapporto con le ultime epistole al fratello, e con il tentato suicidionella campagna francese, il 27 luglio 1890. Proprio la campagna è il soggetto di questo quadro dal saporeamaro, malevolo. La natura qui è matrigna crudele, distorta. Ciò che si evince dalla tela è uno stato d’animoalterato, perturbato come il cielo a metà tra il blu intenso e il nero: c’è una perturbazione nell’animo di VanGogh, una malattia che non lo fa stare bene, e i corvi in transito verso il nulla sono il tarlo nella sua mente, comedei tagli. L’aspetto più importante e più infelice in Van Gogh è questo, che lui più di tutti ha saputo dipingereil turbamento, la condizione di angoscia, il male di vivere, come diceva il poeta Montale. “Ogni pennellata sem-brava come se si cavasse dei pezzetti di pelle”, dice simbolicamente Stefano Orsetti, amico e pittore espres-sionista, “Van Gogh è il caso più forte dove il pittore è talmente strumento d’indagine della natura da diventarneoggetto. Il paesaggio, cioè, diventa il suo ritratto, la sua faccia disturbata, che non trova pace”. Questo quadroè un urlo, l’urlo di un uomo che ha urgenza di comunicare la propria condizione rispetto al mondo, rispetto allabellezza della natura che non gli da conforto. Questa è la chiave di lettura più corposa del quadro: l’urgenza.“Van Gogh non si preoccupa che l’opera sia prospetticamente corretta”, aggiunge Stefano, “infatti inserisce iltratturo che è una spaccatura nel grano, un colpo di spada; ogni pennellata è una frattura, come se ti specchiassiin un paesaggio tormentato. “Questo quadro”, ed è l’aspetto più importante da sottolineare, “è un’istantaneadel volto del prato che gli dava fastidio, che lo disturbava, come se fosse stata la faccia del boia”. Insomma,“Volo di corvi su campo di grano” è un quadro inquietante, in cui Vincent Van Gogh ha riversato tutto il suomalessere: è un quadro da delirium tremens, che non lascia spazio all’idillio, ma che ti ferisce, ti leva il respiro,con una pittura materica, carica, violenta. Mattia Nicolò Scavo

CEZANNE E GLI ARTISTI ITALIANI DEL ’900Il complesso del Vittoriano dal 5 ottobre al 2 febbraiopresenta una mostra di grande interesse che riguardal’influenza di “Cèzanne” sugli artisti italiani del 900.L’esposizione ha raggiunto apprezzabili risultati perchéci permette di constatare l’influenza e il fascino straor-dinario che il pittore francese nato a Aix en Provencenel 1839 esercitò sulla pittura italiana contemporaneacon la sua opera vasta e complessa: paesaggi, naturemorte, figure, ritratti, oltre ad alcune grandi composi-zioni (“Le Bagnanti” in più versioni, fra cui notevolis-sima quella del Museo di Philadelphia). Fin dalle primeopere parigine, è chiaro lo sforzo del pittore di giungerealla costruzione dell’immagine per mezzo di una elabo-rata tessitura cromatica e di ottenere valori pittorici piùstabili e meno immediatamente emotivi di quelli degli“Impressionisti”, pur non rinunciando alla loro vivezzadi sensazione. Lavorò sempre dal vero con tecnica la-boriosa e meditata. Una tavolozza la sua in cui dal fittotessuto dei tocchi emerge una nitida, cristallina strutturadi spazio regolata da una austera silenziosa grandezza.La sua influenza sulla prima generazione pittorica del20° secolo, sulle origini del “Cubismo” (attraverso Bra-que) fu notevole, ma incisiva e determinante fu l’eco cheemanò su tutti i grandi pittori italiani del 900. L’entusia-smo e la passione di Alessandro Nicosia, Presidentedell’Organizzazione Comunicare– Comunicando, sem-pre proteso a far accorrere al Vittoriano grandi appas-sionati con mostre originali e con idee inedite, ci hapermesso di ammirare ben venti opere di Cèzanne tracui le “Baigneuses” (1883-87), “Le Jardinier Vallier”(1904-06), l’“Interior of a Forest”, la “Route Montante”,lo straordinario “Nègre Scipion”, il delizioso “Pajsageblue”... E ancora altro. Il Vittoriano ha arricchito la mo-stra con capolavori di pittori italiani come Soffici (Pae-saggio Campestre), Rosai, dieci opere di Morandi (tracui alcune bellissime nature morte e paesaggi). Ha espo-sto lavori di Carrà (ben tredici, fra cui “la Libecciata”),Severini (sei opere), Mario Sironi (fra cui lo splendidoautoritratto, “Adamo ed Eva”, “Nudo con fruttiera” del1925-26 e “Nudo” del 1926-28 e... Casorati, Tromba-dori, Melli, Capogrossi, Cagli (“Neofiti”), Gentilini, Pi-randello. In totale cento capolavori. Alessandro Nicosia,Claudio Strinati, Maria Teresa Benedetti curatrice dellamostra hanno parlato di Cèzanne evidenziando, ciascunosecondo il loro punto di vista la notevole ispirazione cheil pittore francese esercitò sulla pittura contemporanea.Ardengo Soffici fa un esempio che a suo dire spiegatutto: “poniamo che un impressionista avesse voluto rap-presentare, come Cèzanne, una scena della mietitura.Come l’avrebbe rappresentata? Avrebbe scomposto itoni delle ombre così come si producono nella realtàsotto l’effetto del solleone, sommergendo ogni cosa inun bagliore accecante che rende bene il senso della sta-gione e dell’ora. Il dipinto avrebbe emanato da sé l’im-pressione , per l’appunto, di una forte luce. Ma taliimpressioni, e qui è il punto, non sono ciò che c’è di es-senziale sotto il profilo pittorico nell’immagine dellamietitura. Cèzanne invece, dovendo rappresentare quelsoggetto campestre, raffigura i vari elementi, gli uominile colline, le case, il cielo, ciascuno col proprio caratterespiccato, personale, semplice, subordinando la veritàesterna alla verità della sua visione interiore e marcandocon un segno imperioso i fantasmi del suo sogno. Il me-todo cezanniano consiste proprio nel “vedere la propriavisione”. Liliana Speranza

Angelo Chiauzzi,“Ipotetica apocalisse”

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Via Augusto Vera, n. 41 00142 Roma

Liana Botticelli,“Il villaggio” olio 50x70 Per informazioni rivolgersi a:

[email protected] Tel. 06.6620020 - cell. 339.4934678

Mario Contini, “Pastore sardo”

(olio su tela)Per informazioni

rivolgersi a: Studio d’Arte

Tel. 0789.596127 cell. 336.812356

Andrea Montanari, un Pittoremolto giovane, per essere cosibravo. La precisione nel suo di-pingere è lineare e dai colori vi-vidi il quadro che rappresentail volto del nonno, in divisa, ètalmente vivo e vero sia nei co-lori che nell’aspetto da dareemozione all’occhio dello spet-tatore, compreso il quadro diNew York. Liana Botticelli

LA PITTURA DI LIANA BOTTICELLILa mano dinamica stabilisce con la mente artistica di Liana, unasimbiosi eclatante.e rende visibile sulla tela il ritratto di una ge-nerosa ed elaborata Natura, esplosa in una luce policroma mossada un venticello rendendola affascinante agli occhi dello spetta-tore per la fruizione del bello. La serenità e la morbidezza dei co-lori dicono allo sguardo sentimenti sinceri e complementano lesuggestioni che emanano dalle figure descritte, siano esse case dicampagna, fiori, nature morte, ritratti di clown. Il genio irrequietodell’artista, non si ferma, ma si spinge aldilà della stessa realtàimmettendo la luce quale protagonista collaboratrice dell'io pitto-rico.Liana racconta con equilibrata enfasi i ricordi del passato epresente, vivificandoli con la dolcezza del suo operare in un dia-logo senza tempo. Liana dipinge e dona gioia perchè sente la ne-cessità di farlo, rendendo così manifesta la sua vocazione dipittrice e poetessa in un mondo assetato dell’armonia quale cantoal creatore. Francesco Rocco Arena

L’ ARTISTA PIETRO SARANDREA AL “MANDIR DELLA PACE’’ AD ASSISIDal 1 al 3 novembre 2013 Pietro Sarandrea haesposto alcune sue opere al ‘’Mandir dellapace’’ ad Assisi; manifestazione organizzata ediretta da Gabriella Lavorgna. Sono interve-nuti oltre allo stesso Maestro, operatori nelcampo olistico che hanno parlato di relazionesalute, arte e spirito. Hanno presenziato nellaserata finale il sindaco di Assisi, sig. ClaudioRicci e il sig. Renzo Rossellini, figlio di Ro-berto Rossellini; ha parlato quest’ ultimo dell’opera cinematografica del padre. Pietro Saran-drea ha presentato, oltre a lavori di grafica ap-partenenti ad un suo periodo formativo deglianni 70-80, anche ultime opere di carattere in-formale dove la gestualità prende il soprav-vento sulla logica compositiva. Grandeinteresse ha avuto l’ ultima novità creativa, giàpresentata in sue due recenti mostre a Frosi-none, il termo quadro, cioè un pannello di-pinto che può fungere anche da riscaldamentoperché dotato di uno strumento che lo porta aduna temperatura vicina ai 100 gradi, può cosi’climatizzare una stanza media di 12-15 mq.

Paola Lamonica

DENTRO L’ATELIERConversazione con Stefano Orsetti, pittore del portogruarese, noto so-prattutto per i suoi studi sulle Avanguardie e per il tratto espressionista.Ciao Stefano, so che hai studiato con Emilio Vedova: qual è il ricordopiù bello che conservi di lui? Be’ – inizia sorridendo – tutti i ricordierano belli con lui. In che senso? Uno, quando entrai nell’aula “Vedova”,mi sono visto una specie di Dario Fo alto due metri che faceva teatro in-tanto che spiegava, così coinvolto da quello che diceva che capii subitodi aver bisogno di quello: era un’occasione averlo a Venezia, da tutto ilmondo venivano a studiarlo. Due, perché con Vedova c’era un dialogostrettissimo. Lui ci ha fatto comprendere che l’apprendimento non è teo-rico o pratico, ma un tutt’uno: si tratta di far diventare tua la pittura delSecolo Breve, di metterti nei panni di quel pittore e provare a dipingerecome avrebbe dipinto lui. E proprio a ciò si collega quanto segue. Qualè la lezione di Vedova che più ti è rimasta dentro? Con Vedova faceviuna sola lezione che durava quattro anni, in cui capivi quale sarebbe statoil tuo ruolo uscito dall’Accademia di Venezia. Questo è stato l’insegna-mento di Vedova: darti le indicazioni precise di quello che sarebbe statoil mondo fuori dalle aule. A proposito dello studio in atelier, tu dipingipartendo dal bozzetto o direttamente sulla tela? Nel corso degli anninon ho mai adeguato le situazioni ai metodi, ma piuttosto il contrario.Quindi ci sono stati dei momenti in cui ho compiuto studi più impressio-nisti, dove non hai bisogno del bozzetto perché butti giù il colore sullatela (perché butti giù la luce). Poi in altri casi, è come la ricerca pura ri-spetto a quella applicata: preparo dei bozzetti, ma nessuno è il bozzettoper l’altro: tutti sono il bozzetto per quello che deve venire. Quindi ognilavoro è a sé stante. Stefano, quanto conta nel tuo lavoro la scompo-sizione delle forme di stampo picassiano? A me piace spaziare, perchéuna volta che conosci la tecnica cominci davvero a trovare la tua dimen-sione, a indagare sulla natura. Perché in fondo disegnare è smontare erimontare il mondo, ma nell’atto di rimontarlo lo fai col tuo segno. Infondo quando tiri fuori dei particolari dal contesto riduci tutto a geome-tria, è inevitabile. Picasso è stato il punto della clessidra dove passa lasabbia: tutto quello che era prima di lui è passato in Picasso, e tutto ciòche è venuto dopo ha avuto a che fare con Picasso. Una domanda chemi sta molto a cuore: nel tuo animo ti senti più romantico o altro?Non appena Vedova vide i miei primi lavori all’Accademia, mi disse cheavevo trovato la mia famiglia, quella degli espressionisti. Perciò sonofondamentalmente un’espressionista, lo sono oltre al volerlo, però devodirti che ho sempre amato molto un’idea più classica dell’arte.

Mattia Nicolò Scavo

SALVATORE PRISCO, TRA MEMORIA E PROGETTOPer me che ho seguito, da sempre,lo svolgimento dell’attività artisticadi Salvatore Prisco ed il suo dipa-narsi, come nell’uomo della ragna-tela, e il suo definirsi fra impegno econtemplazione quest’ultima pro-duzione si caratterizza nella salditàdel possesso ma anche nel vitalismodi un reinventare e reinventarsi pro-prio di chi l’arte sente e perseguecome un “continuum” di ricerca in-teriore e di Sperimentazione for-male. In questo contesto, l’artista,uscito alla solarità dei temi di varia“humanitas” dal silenzio della pro-blematica esistenziale della primafase, continua ad inseguire ed ad in-seguirsi l’attitudine alla interioriz-zazione. Di fatto, la meditazione delreale e sul reale é il supporto dell’evasione, qualunque essa sia. In questosenso, nella fase odierna, nella pittura di Prisco si inverano scherzo e im-pegno, si unificano passato e flituro, si concretano memoria e progetto.I miti e i simboli atemporali del suo mondo artistico quali Pierrot e lebambole, i paesaggi e le figurazioni floreali, le nature morte “sombres”o “claires”, cinguettanti o piangenti, indefinite o sfiunate, inteferisconoe si compongono con gli itinerari nel centro storico:dal vicolo delle Bot-teghelle a quello dei Barbuti, dalla fontana “delle Paperelle” alla Chiesadell’Addolorata, dalle arcate di via Tasso al silenzio di strade e stradine,che vengono dissepolte dall’oblio del tempo. Ciò a voler significare cheil miracolo dell’Arte, come dà voce ai tintinnii delle pietre e mormoriidelle fontane artistiche, così dà una Voce al passato e lo impone nel Pre-sente. È questo il senso del messaggio dell1ultimo Prisco; è questa la di-mensione di lettura. Cosi nei sentieri della Memoria anche il lusus siinvera e si giustifica: un flituro prossimo all’arte di Salvatore Priscoaprirà orizzonti luminosi e squarci di azzurro sempre più vividi, irroratidi stille di rugiada. Giovanna Scarsi

Page 10: Attualita Nov-dic 2013 Web

L’ATTUALITÀ, pag. 10 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013CINEMA, TEATRO E MODA

A norma dello Statuto sociale del Movimento Salve-mini (16 ottobre 1962) il periodico L’Attualità (carta-ceo e on-line) è “super partes”. Non può essere,pertanto, uno strumento di propaganda a favore ocontro determinati partiti politici ma un veicolo comu-nicativo messo a disposizione di chiunque voglia mani-festare liberamente le proprie opinioni. Proponeriforme istituzionali necessarie e urgenti per moraliz-zare la vita politica e per realizzare una democrazia so-stanziale (modello greco-antico). Attualmente, com’ènoto, la democrazia è degenerata in lobby-pluto-crazia,gestita da oligarchi senza scrupoli morali, incapaci direalizzare il diritto al lavoro e la giustizia sociale.

MODA E… NON SOLO(a cura di Lucilla Petrelli)

Lucille, style coach!THE LATEST FASHIONS

Terminate le settimane della moda. Sfilate, presentazioni, party, in-somma tutta una serie di eventi spostati da una città all’altra. Modellebellissime con le estremità doloranti dal tacco 12-15... Fotografi impaz-ziti sempre alla ricerca di una postazione ottimale. Si spengono così leluci e rimane negli occhi tutta la magia della passerella con i suoi vestitifruscianti e nelle orecchie ancora quelle note così melodiche! Restano gliappunti presi in modo frenetico sulle ultime novità : giubbe militari, tu-bini stretch con le sneaker borchiate, ancora di gran moda i jeans strap-pati, accompagnati da giacche eleganti, tipo smoking. Ancora sandalicon pietre e strass , shorts per la prossima primavera con pelliccia scal-damuscoli sempre con sandali; gonne svolazzanti larghe a stampa flo-reali abbinate a capi leggeri e pesanti però in armonia tra loro. Vestiti chediventano vere opere d’arte come quelli che ha fatto sfilare MiucciaPrada, veri manifesti che fanno da supporter delle donne per far sentirela loro forza ed il loro coraggio. Un vestito può aiutare in quel senso. Lanuova regola per il futuro:”Si esce al mattino, si rientra la sera e si stasempre bene. Sempre con lo stesso abito valido per tutti gli impegnidella giornata”!

BEAUTY NEWSNovità in campo della cosmesi con protagonista l’uva! Sì proprio l’uvaquella sulle nostre tavole che ci piace tanto piluccare..Il resveratrolo, èuna molecola, che si trova nella buccia degli acini e li protegge dai fun-ghi e batteri, è questa la parola magica più efficace delle vitamine C edE che fa benissimo alla pelle. Questo secondo la rivista medica Lancetche ha convinto Mathilde Thomas, proprietaria di estesi vigneti a Bor-deaux di riciclare i tralci di vite e i vinaccioli passandoli ad un famosofarmacologo Joseph Vercauteren che a sua volta li ha trasformati,dopo un lungo periodo di studio, in un brand “Caudalìe” con creme esieri a base di polifenoli di vino e resveratrolo, antiossidanti e antietà. Peruna maschera fai da te è sufficiente pestare le bucce di un grappolo diuva rossa e lasciarle sul viso venti minuti. La pelle si distenderà, diven-terà più luminosa e come un buon bicchiere di rosso ne gioverà anchelo spirito!

ARMANI NEW FRAGRANCE“Sì”, si chiama proprio così il nuovo profumo di Giorgio Armani, unosplendido chypre ricco d’ambra, musk e legni preziosi. Testimonial dellancio del profumo l’attrice americana Cate Blanchett, una bellezza so-fisticata e per l’occasione con un look androgino. Condivide con il redella moda il gusto per la semplicità e l’eleganza sofisticata . Cometutte le creazioni Armani anche questo profumo non è datato, magica-mente senza tempo, dal flacone elegante e con un messaggio positivo,“Sì”, da regalare proprio alle donne!

MUSIC !Il ritorno del grande Elton John, ha reso felici i suoi tanti fans. Dopo unalunghissima pausa, (l’ultimo album era del 2006), Sir Elton, pubblica unnuovo album “The diving board”, quindici nuovi brani che compon-gono il disco, sullo stile accattivante che conosciamo. L’artista ha con-fermato l’intenzione di tenere un concerto in Russia, a dicembre, perpresentare il nuovo, già acclamato album.

AL MEDFILM FESTIVAL IL PRIMO DOCUMENTARIO 3D ITALIANO

Primo documentario naturalistico italiano interamente pensato e girato in3D, diretto da Jordan River e prodotto dalla Delta Star Pictures, “Apol-lineum 3D | Viaggio in 3D nel Parco degli Dei” è un’esperienza unica eparticolare. Non solo per la forza magnifica della natura, propria di quellearee geografiche in cui solo le aquile possono raggiungere le vette piùalte, ma anche per le inquadrature essenziali (impiegati diversi sistemi diripresa S3D), la profonda voce narrante di Salvatore Audia e le musicheevocative, a firma di un maestro del calibro di Angelo Talocci, vincitoredel World Music Awards 2013 (Usa), che le ha composte ispirandosi allestesse immagini in movimento. Un film documentario di forte impatto,che subito coinvolge e cattura con il suo ritmo di narrazione, che è ilritmo stesso dei luoghi raccontati e visitati, dell’acqua, delle montagnee degli alberi che a circa 2.200 metri d’altezza, nei luoghi più impervidella penisola italiana, sono stati immortalati nel loro pieno fascino, nellaloro bellezza più semplice e al contempo così complessa e perciò per-fetta. Un volo poetico e introspettivo, che seguendo lo spirito della naturaeleva anche lo spirito umano, disvelandogli i segreti arcani del Parcodegli Dei. Si nota qui come i luoghi della natura, con il loro pathos e tuttala loro magia silente ma comunque vivida, si prestino particolarmentealle nuove risorse del 3D, che non è una tecnica o un effetto speciale,bensì un modo nuovo di fare e di pensare il cinema, di (ri)scrivere un’im-magine in movimento. Splendido documentario nativo 3D proiettato il 29giugno in anteprima esclusiva alla Casa del Cinema di Roma, a VillaBorghese, alla 19° edizione del MedFilm Festival, uno dei più importantiFestival, dedicato alle produzioni del Mediterraneo, nella nuova sezione“Le Perle”, riservata a quel cinema italiano che, nonostante la crisi oforse proprio per quello, sta proponendo film di un certo spessore, inno-vativi e coraggiosi. Michela Albanese

KARTELL: ALLEGRIA E COLORE È bello, e dà speranza, contrapporre al grigio della crisi il colore e l’al-legria di una delle eccellenze del made in Italy, per questo vi presento ilMuseo Kartell, che ha aperto le sue porte nel 2011, e il piccolo volumeche ne è nato nel 2012. La storia della Kartell dal 1949 ad oggi vieneraccontata nel volume “Kartell Museo”, con le parole dei fondatori e deidesigner che ci guidano sapientemente alla scoperta della cultura dellaplastica. Ne esce una monografia in cui il marchio Kartell – da sempresinonimo di allegria - viene liberamente interpretato da 150 tra fotografie artisti. Il volume – a cura della curatrice del museo – racchiude disegni,fotografie storiche e recenti di prodotti, allestimenti, eventi, e immaginigrafiche provenienti per lo più dall’archivio Kartell, che ospita 800 pro-dotti, 15.000 fotografie, 5.000 disegni e con un percorso espositivo di1.000 oggetti Dopo le pagine di introduzione storica il volume presenta,divisi per decennio, in cui ogni decennio rappresenta una diversa fasenell’acquisizione di una identità aziendale, alcuni dei prodotti che hannofatto la storia del marchio Kartell, a partire dal primo: un portasci. Iltratto predominante è la trasversalità: questi oggetti si prestano ad essereusati in ambienti differenti, sia in interni che in esterni. Kartell Museo, acura di Elisa Storace, 2012, 1 volume. Il Museo Kartell è in via delle in-dustrie 3 a Noviglio (MI). Maria Rosa Laria

WIENER KAMMERORCHESTER TOMMASO PLACIDIVincitore del Con-corso Internazionaledi Direzione Besan-con nel 1992 e delFlick DonatellaCondurre Competi-tion a Londra, nel1996, TommasoPlacidi stato nel1996 anche il Pre-mio Cesare Alfieridalla signoraCristina Muti. Nelmaggio 2006 ha di-retto GounodRoméo et Juliette alFestival di Spoletonegli Stati Uniti con Nicole Cabel, il vincitore di Cardiff Singer of theWorld 2005. Il Toronto Globe & Mail ha detto della performance, «com-pagnie d’opera di tutto il mondo dovrebbero rapire il direttore TommasoPlacidi. Di origine italiana e con sede in Svizzera. La Spoleto orchestraè composta da giovani musicisti dai migliori conservatori negli StatiUniti. Dopo lo studio del pianoforte al Conservatorio di Ginevra conLouis Hiltbrand e Maria Tipo, Tommaso Placidi ha studiato direzioned'orchestra con Otmar Suitner alla Vienna Music Academy. Dal 1996 al1998 è stato Direttore assistente presso la London Symphony Orchestrae ha lavorato con Sir Colin Davies, Sir Georg Solti, Mstislav Ros-tropovich, Riccardo Chailly e Andre Previn.

IN “CAPTAIN PHILLIPS” UN TOM HANKS DA OSCAR(Dalla nostra corrispondente da Los Angeles) Diretto da Paul Greengrass “Captain Phillips” presenta una dellemigliori interpretazioni di Tom Hanks dopo “ Cast Away” “Philadelphia” e “Forrest Gump”. Il film può essereconsiderato un ottimo candidato per il prossimo Academy Awards sia come miglior film, miglior regia,attore,sce-neggiatura adattata e attore non protagonista (Barkhad Abdi) Greengrass che si è impegnato in regie di filmlegati ad eventi devastanti come “Bloody Sunday” il massacro avvenuto nell’Irlanda del Nord da parte del Re-gimento Britannico di paracadutisti che apri’ il fuoco su un gruppo di manifestanti, “United 93” il volo del-l’United Airlines 93 dirottato l’11 settembre 2001 e “Green Grass”. Anche in questo film il regista racconta lastoria vera del dirottamento per mano di quattro somali della nave mercantile statunitense MV Maersk Alabamanell’aprile del 2009 e il drama del Capitano Phillips preso come ostaggio in una barca da salvataggio.Il fatto feceeco essendo il primo dirottamento subito da una nave da carico statunitense. L’interpretazione di Tom Hanks nelpersonaggio del Capitano Phillips èstraordinaria perchè offre al pubblico una naturalezza credibile nella sua per-fezione emotiva sapendo dosare nel thriller psicologico della sua prigionia il rapporto con i suoi carcerieri.per pren-dere tempo. Riesce a scrivere una lettera alla moglie, saltare nel mare quando gli è concesso diandare al bagno, manipolare il pirata più giovane feritosi ad un piede. La sceneggiatura adattatada Billy Ray si basa sulla storia del libro A Captain’s Duty: Somali Pirates, Navy Seals, andDangerous Days at Sea, autobiografia di Richard Phillips scritta in collaborazione con Ste-phan Tatty. La storia comincia nel Vermont dove il capitano Phillips lascia la famiglia perimbarcarsi sulla nave da cargo. Mentre guida verso l’aereoporto discute con la moglie (Ca-therine Keener). I suoi dubbi sull’educazione dei figli, i cambiamenti nella vita così repen-tini, l’incertezza del futuro in un mondo così diverso si passa poi all’ex pescatore Muse(Barkhad Abdi) che vuole impossessarsi della nave cargo Maersk Alabama senza armi da di-fesa che passa nella costa. Il piano verrà atttuato e il capitano dovrà assumersi la responsabilitàdi trattare con i pirati mentre si svogeranno i piani di soccorso. La scena finale è l’apoteosi dellaperformance di un grande attore. Il film è distribuito dalla Sony Picture. Maristella Santambrogio

UN BEL FILM SU DUE CAMPIONI D’ALTRI TEMPIUscito il 13 settembre 2013, Rush è già il nuovo capolavoro di Ron Ho-ward. Successo di critica e pubblico, questo film ha incassato in tutto ilmondo circa settanta milioni, di cui sei milioni solo in Italia, sorpren-dendo tutti gli appassionati di Formula 1 e non. Coerente e sincero dal-l’inizio alla fine, Rush mostra la storica e intensa rivalità tra il pilotaFerrari Niki Lauda, genio dell’ingegneria meccanica molto riservato epoco simpatico, e quello McLaren James Hunt, noto soprattutto per l’ar-roganza, la passione per le feste e per le donne. Coerente già nella sceltadei due interpreti protagonisti, l’australiano Chris Hemsworth e il tedescoDaniel Brühl, molto simili nell’aspetto ai due piloti degli anni Settanta.Ciò che più colpisce e affascina di questo film, è l’attenzione primariadata all’umanità del rapporto tra Lauda e Hunt, prima che alle mozzafiatogare automobilistiche, ricche di adrenalina e colpi di scena. Dopo un ini-zio conflittuale tra i due, legato alla diversa disciplina adottata in pista diFormula 3, Lauda e Hunt passano a gareggiare in Formula 1, sfidandosiripetutamente a costo della vita, fra sorpassi e testa a testa da cardio-palma. Fino al tragico 1976, durante il Gran Premio di Germania, sul pe-ricoloso circuito del Nürburgring, dove Lauda ebbe un gravissimoincidente, in cui rimase intrappolato all’interno della vettura in fiamme,riportando delle ustioni facciali e sul corpo, e inalando i fumi tossici dellabenzina, rischiando la lesione polmonare. Tuttavia, quarantadue giornidopo l’incidente, Lauda trovò il coraggio di sfidare la sorte e risalire abordo della monoposto, in occasione del Gran Premio d’Italia, per riu-scire a guadagnare punti preziosi. Alla fine, il campionato lo vinse Hunt,dopo il ritiro di Lauda nel Circuito del Fuji, a causa del diluvio che resela pista pericolosa. Certo, Rush può essere considerato un film da Oscar,ma non tanto per la grandezza in sé, quanto piuttosto perché tutte le partifunzionano, sono armoniche: la sceneggiatura di Peter Morgan, la regiadi Howard, l’interpretazione convincente di Hemsworth e Brühl e le mu-siche di Zimmer. Personalmente ritengo che la scelta vincente sia statadi prestare la giusta attenzione alle scene di corsa, e di porre, invece,l’accento sulle scene di dialogo tra Lauda e Hunt. Questo dimostra lapreoccupazione per dei sentimenti che vanno oltre le rivalità agonistiche,come l’umanità, l’onestà, l’amore, la paura, il rispetto e il coraggio. Aglorificare questi due piloti fu la voglia di vincere, contro ogni condizioneavversa, contro ogni pronostico e parere medico, contro tutto e tutti,anche se stessi. Due campioni d’altri tempi, straordinari uomini in gradodi mettere la propria vita a rischio ogni giorno per un’ideale, per un tra-guardo, per una vittoria in più. Mattia Nicolò Scavo

MODA SOSTENIBILE E GLAMOUR SOLIDALEDici moda e pensi al glamour di paillettes, tessuti impalpabili e flash.Ma dietro le sfilate c’è un’industria con capannoni, macchinari energivorie sostanze chimiche. Il settore del fashion, però, può e vuole diventare so-stenibile. La volontà di minimizzare l’impatto sull’ambiente viene affer-mata dal presidente della Camera nazionale della moda, Mario Boselli:«Siamo al momento della presa di coscienza». Sotto esame di coscienzai processi di tintura, per evitare di inquinare le acque, il risparmio idriconei processi di lavorazione, i materiali. Non è un caso se Greenpeacechiesto a quindici case italiane e francesi come evitano di «macchiarsi»di deforestazione e inquinamento delle risorse idriche. Insomma, la modagreen è in una nuova fase, che non guarda solo al riutilizzo di vecchiscarti, ma che è diventata industria ad alta tecnologia a tutti gli effetti.L’aria di rinnovamento in chiave ambientale si respira pure nelle atmo-sfere rarefatte delle ultime settimane della moda europee: tramite l’ini-ziativa Estethica, il British Fashion Council ha promosso la modasostenibile durante la London Fashion week. Durante la settimana dellamoda milanese, l’evento dedicato allo stile sostenibile è stato la fiera Socritical so fashion. Fashion week che hanno visto protagoniste le crea-zioni degli eco-stilisti che puntano su tessuti organici, scarpe vegane,abiti biodegradabili, operando nel rispetto della salute di tutti i lavoratoridel settore. Il loro motto è “Green is the new black”, non inteso come“colore” verde, ma come moda che sostiene e supporta l’ecologia e l’am-biente, utilizzando materiali riciclati, fibre e tinte naturali, riqualifica-zione dei rifiuti plastici, cartacei, elettronici, tessili, dando vita a modellioriginali, splendidamente eco-compatibili. Una cosa è certa: la moda delfuturo è sempre più green e, per dirla con Coco Chanel, poiché «la modanon è altro che lo specchio dei tempi in cui si vive» sarà sempre piùorientata ad essere sostenibile e glamour-solidale. Cristina Canci

Il periodico L’Attualità, essendo assolutamentelibero da sudditanze di vario genere, è un

organo di stampa interamente autofinanziato.

UN’ATTRICE DI ALTA CLASSE

Valentina Cortese ha sempreamato il Teatro al di sopra diogni altra cosa.Con i suoi occhimeravigliosi ed il volto quasisempre incorniciato da veli va-porosi ha affascinato migliaia dispettatori. E’ una icona del Tea-tro italiano. Ma é una protagoni-sta anche nel settorecinematografico. Memorabile éla stupenda interpretazione dellamadre di San Francesco nel bel-lissimo film di Franco Zeffirelli.Con la sua voce melodiosa e sua-dente ha dato un valore aggiuntoad ogni opera alla quale ha parte-cipato, su un palcoscenico o da-vanti ad una cinepresa. Possiedeun modulo interpretativo origi-nale, spontaneo, mai artificioso.La sua carriera artistica con-ferma decisamente il motto se-condo cui “attori si nasce, non sidiventa”. Oggi molti giovaniaspiranti attori farebbero bene adassumere Valentina Cortesecome un modello da seguire, an-ziché cercare di percorrere furbe-sche scorciatoie che determinanoinevitabilmente la perdità dellapropria dignità.

Rosanna Sinopoli

TEATRO FESTIVAL

CALABRIASi è conclusa con un successo dipubblico la rassegna Magna Gre-cia (Teatro Festival Calabria), iti-nerario teatrale nei sitiarcheologici della Calabria. LaDirezione Artistica affidata aGiorgio Albertazzi. Per la Lo-cride, i siti scelti per le rappre-sentazioni teatrali, sono stati:Monasterace – Parco Archeolo-gico di Kaulon – Locri _ ParcoArcheologico di Locri Epizefiri– Casignana – Villa Romana. Nelparco Archeologico Kaulon diMonasterace, cè stato lo spetta-colo Medea, tratta dalle tragediedi Euripite e Seneca. Nell’areaArcheologica del tempio di Ma-rasà a Locri, lo straordinariospettacolo Riccardo III° di Wil-liam Shekespeare, straordinaria-mente interpretato da MassinoRanieri (che era anche registra)con le musiche originali di EnnioMorricone. Nella Villa Romanadi Casignana, invece, una seratadedicata all’amore: “Amor ch’anulla amato … Amor Perdona”,con Michele Placido, il qualeaccompagnato da tre musicisti,due ballerini e da un cantante hapercorso un viaggio nel tempo enella letteratura.

Ernesto Papandrea

ROMA 3D I LUOGHI DEL MISTEROUn’opera filmica immersiva suiluoghi più belli della città eternasarà presentata al TBS/The Busi-ness Street, dal 13 al 17 novembre2013, nell’ambito dell’ottava edi-zione del Festival Internazionaledel Film di Roma (dall’8 al 17 no-vembre), diretto anche quest’annoda Marco Müller. Il festival, ospi-tato dall’Auditorium Parco dellaMusica di Roma (Viale Pietro DeCoubertin 10 - Tel: +3906.40401900), con il suo MercatoInternazionale del Film, è l’occa-sione per i broadcasters internazio-nali di apprezzare per la primavolta, nella particolare cornicedella struttura firmata da RenzoPiano, oltre alle location simbolodella capitale altri luoghi miste-riosi e sconosciuti ai più, come laFontana dei Libri o la Porta Ma-gica, a pochi passi dalla stazioneTermini, intrisa di magico misteroe di antiche e affascinanti leg-gende, nate sulla scia della storiastessa. Michela Albanese

Per ulteriori informazioni si prega di contattare il Sig. Felice De Chiara telef. 089.953149 - cell.3288070523 -

3351093276 - e-mail: [email protected]

29 novembre2013

11ª Edizionedel Festival Nazionaledel Teatro

Comico “Bombetta

d’Oro” Altamura

(BA)

Il Presidente Napolitano si congratula con Placidi

Page 11: Attualita Nov-dic 2013 Web

L’ATTUALITÀ, pag. 11N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

ARTEArte:ricerca affannosa /nello strut-turare concetti, sensazioni /in unafantasmagoria di situazioni e di re-altà. Saper cogliere /sentimenti,valori che da essa derivano /senzalasciarsi suggestionare /dall’effi-mero, dalle mode, /dai feticci, dalleconvenzioni /che crea la nostra so-cietà. /L’esternazione di questiconcetti /e analisi pongono le pre-messe /alla crescita della cultura /ealla consapevolezza di ciò che cicirconda. Florinda Battiloro

GUERRIERA SOLITARIAGuerriera solitaria, /combattere dispada, /a viso aperto, /ormai nonserve più. /Vandalismi crudeli sol-cano /i sentieri di guemi, /di veleniintrisi. /Guerriera solitaria /non ar-renderti, giustizia ti verrà /dallealte torri. Maria Pia Mautone

È TEMPOÈ tempo che mi racchiuda /comecrisalide imperfetta /nel bozzolofamiliare, /mentre la primavera,/fuori /incespica nei rami. /Da lì,di poco nascosta, /voglio ancora/sentire il ronzio laborioso /del-l’ape vitale. /È tempo che alla ca-melia /cresciuta lenta, /si attaccanoteneri /batuffoli inverecondi /e cheall’aria ventilata, /steso /si gonfiail bucato di colore. /È tempo chenell’orto dietro casa, /maliziosa larughetta, /ammaestra la semplicelattuga /e che fave e piselli, /deltutto emancipati /si raccontano av-venture. /È tempo. /Si. Di rinno-vato amore! /Io, come feto, /nonpiù alimentato, /aspetto il naturaledistacco /dalla placenta /ormai nonpiù nutrice. Maria Serritiello

L’ISPIRAZIONES’accende improvvisa /una scin-tilla, /un idea balena, /urge, /unavena sottile /sgorga, /mulina nellamente /poi, rapita dal cuore, /vimacera, /diventa /voce dell’anima.

Rossana Mezzabarba Nicolai

PICCINODormi /Piccino fai un bel sonnel-lino, /vai nel mondo dei sogni/Cullato da me, /Vegliato dagli an-geli /In un mondo incantato /Fattodi giochi, di fiori, d’amore./Dormi piccino /Piccino mio /nonaver paura /Ci sono io.

Francesca Pagano

POLVERE DELLA VITAIl motore del cuore, /alla continuaricerca della felicità, /alimenta lafiamma gioiosa /che invade chi tra-bocca d’amore; /fa vivere in sim-biosi perfetta /dolori e gioie /ed èil vero segreto della beatitudine/che fuga la nebbia delle insoddi-sfazioni. /Scrollarsi di dosso /lapolvere della vita, /presentarsi aDio con l’abito pulito /e semplicitàdi cuore /fa appartenere a uno stu-pendo mondo /dove la musica, /ac-carezzando l’anima, /travolge /inuna meravigliosa /armonia di co-lori. Marcella Croce de Grandis

PROMESSE DE LI POLITICANTI...(vernacolo romano)

Stanno a promette che purancoloro/ se tajeranno li stipennid’oro...,/ però fra er dire e er fare,lo sai bene,/ immezzo ce sta ermare: nun conviene!!!/ Jabbastache sortanto li poracci/ paghenotutto e poi... vanno pe stracci!/

Penzeno solo a fà quadrà li conti,/sfruttanno tutti noi, che semotonti!/ Pe loro fanno leggi che jedanno/ li benefizzi soli e mai undanno.../ Dovrebbeno pe primi dàl’esempi,/ mo che stamo a passà‘sti brutti tempi!/ A forza de dà anoi ‘na bottarella,/ finimo cor ma-gnasse le budella!

Marcella Croce De Grandis

NOTTE STELLATAGuardare il cielo stellato,una notted’estate/ di luna piena e perdersinell’immensità, nell’infinito./ Seinato in collina,in quella casa tra ivigneti,/ a trenta chilometri daAsti… /quanti sogni, quante lotte,quante affermazioni sofferte/quando sei andato via dal paese,lontano dalla casa natia… /Delu-sioni,successi, obiettivi raggiunti!Chi di noi può dire? /Volgendosiindietro sulla strada che non ha ri-torno, /che l’ah percorsa come do-veva,che sarà di me tra trentenni?/Acqua passata sotto i ponti, oqualcosa /si librerà e andrà a con-giungersi /A un’altra vita, altri lidi,nuovi amori? Oreste Musso

UNA LAGRIMAEsa làgrima que cae /de tus ojosiluminada /rueda despacio, recorretu piel /a penas se detiene /Dé-jame, mi amor, que la absorba /dé-jame que beba parte de tu dolor/déjame que sienta que a tu lado/siempre pueda quedarme yo.

Salomé Moltò

UN’ ALTRA VITAStappato dal vento /In un mare insi-curo /non trovo più pace. /Vorrei vi-vere /ogni secondo di vita /che datempo /mi accingo ad amare di più/Godere ogni cosa /che il cuore /dasempre risente /a quest’ombra delmondo /dal quale già stanco, /io nonebbi /mai niente. Vittorio Pesca

LA LUCE DELL’AMORESe il cuore potesse cantare una can-zone, /inebrierebbe il mondod’amore,/ tra i riverberi del solecanta il mio cuore,/ là dove un fiumescorre cantando,/ i sogni si susse-guono, volano al cielo /ti raggiun-gono oh Signore! /nel tuo immensodonare li concretizzi, /mandandoli almio cuore assetato /del tuoamore,nella natura immensa, / tra iriverberi del sole, canta il mio cuore.

Liana Botticelli

IL GALANTUOMOIl galantuomo /Tempo /non in-ganna /nè è più veloce /come sisuol dire. /L’umana vita /è diven-tata /frenetica e strana /che gher-misce /e stressa /a non finire./Sembra il Tempo /neppur bastare/per comunicare /e gli spossati/umani /più non han Tempo /perparlare /di cos’è avvenuto /che nelfrattempo /qualcos’altro /d’impor-tante /è già accaduto /e come sem-pre /da mille cose /coinvolti epresi /rimanderanno /al domani /il-ludendosi ancora /di poter concalma /favellare. /Impassibile in-tanto /il Tempo procede /col suoincessante /ticchettio.

Anna Cardelli Marena

IL GATTO E LA RONDINEUna rondine vola rasoterra, /e l’alasfiora come carezza /un gatto, chegli artigli sferra /sulla preda, conprontezza. /Per l’una è solo ungioco, /per l’altro un ghiotto pasto;/mai scherzare con il fuoco! /Volapure nell’aere vasto, /lasciami lec-care la ferita:/ volare è cio cui ago-gno! /Per te l’immenso è vita, /perme la vita è sogno!

Gerardo Moscariello

SOGNANDO SOTTO LESTELLE

Adoro il sole perché dialoga con laNatura; /adoro il vento perché an-noda le onde del mare, /e accarezzai miei capelli; /adoro la notte perché

L’ANGOLO DELLA POESIA

ARGUZIE POETICHEIL VALORE DELLA LAICITÀ

Nel mondo-universo aziendale, al di là della “Comunione e ...Libera-zione”, parodia della Comunione cristiana; cannibalismo ambientale conelementi del “capro espiatorio” ancora in uso con la gerarchia delle ca-techesi e...Ordine francescano; i cittadini rivendicano il valore della lai-cità, esprimono il dissenso all’uso commerciale-spregiudicato dellepretese della Madre Chiesa. Non si é nati in nessuna Sinagoga tra villa-nelli adulteri sempre esistiti nelle comunità, ove le bande comandanocon l’accordo dei confinanti...Dimensioni inedite di violenze.

IL CONCLAVEEterna spada-croce della Massoneria imperialistica teologica/ tra Papa-Padre e Madre-Chiesa/ dagli azzardi irrazionali desii assicurati dalTerz’Ordine francescano/ tra tradizioni accattivanti e sadiche inflitte sulcorpo e sulla mente/ per regimi militanti violenti da vomiti industrialinel mondo./ Opussiani e Templari...anabattisti/ cordoni ombelicali mairecisi/ per solidali segreti d’affiliazione/ folle marcia verso l’eternità/dalle tecnologie codificanti-decodificanti/ ripetutamente nei secoli.../Cri-minalità: bestia che divora senza che le masse di popoli possano avve-rarsi. (a Pierino Marazzani e Valerio Pocar, autori del libro “La Chiesache tortura”, Ed. La Fiaccola, Ragusa 2009). Mariannina Sponzilli

il silenzio a volte, /ci parla più delleparole, /e ci fa sognare sotto losplendore della luna e delle stelle.

Giannina Nardecchia Orsini

METAMORFOSINon piangerò stasera/ alla messadel vespro/ a vostro suffragio /omiei amati morti /Voi qui presentisiete angeli. /In coro vi spiegate /in-torno a quest’altare /quasi in misticadanza di preghiera. /Insieme ora an-diamo /pei giardini del Paradiso/come in metamorfosi /d’animo cheama. Antonietta De Angelis

FUGAVado lontana /da queste pietre /cheschiacciano il cuore, /da que-st’anima vuota, /dai tormenti dellavita. /Come vile fuggo /da questasocietà malata, /attraverso luoghisconosciuti. /Scorrono i treni suivecchi binari.../ La mia fuga siferma qui... Leda Panzone Natale

“MARIA”(Dedicata ad una paziente

dell’Ospedale S.Giovanni di Dio,in Crotone)

Leggiadra eppur veemente /vivaceeffervescente/ m’avvolge incon-sapevole./ Il suo è canticchiarsoave/ bisbigliato con timidezza./Em’ha insegnato l’Amore,/eterna-mente. Michele L. Biafora

CREPUSCOLO DELL’AMOREMinuti soli, secondi tristi, / amareore nel crepuscolo dell’amore, /lontana è la sua voce, / le sueumide labbra / bagnano i miei ri-cordi. / Il mio cuore abbandonato, /preda di nostalgie, / naufraga sullesponde dell’oblio, / fugge prepo-tente / nell’isola dei gabbiani, / chevolando liberi nel cielo / portanosperanze nuove / nell’indifferenzadel dolore. Giovanni Iodice

NATALE 2013Torna la bella Festa tanto attesa,/che rafforza la fede cristiana /e lamano verso i poveri sia tesa. /Intutte le chiese del mondo /si can-tano inni al buon Gesù,/ che dopoDio è il Secondo./ Speriamo che fi-nalmente il lavoro/ trovino tutti igiovani disperati /così realizzar po-tranno il piano loro / e la desideratafamiglia formare, /che da tantotempo sognavano, /e immensa-mente con gioia amare./ Si appro-vino per gl’immigrati /ottime leggiitaliane ed europee /di cui ne sa-ranno certo grati. /Tutti i bambiniattendono /con gioia i desideratiregali, /che per loro è un graditodono /e rivolgono al Bambino

MONTAGNAREALEMolte volte, ed anche più, /nel miosolito cammino /oppure, a dire ilvero, /più insolito direi /perchésempre alla ricerca /del tuo essermid’accanto, /ho ritrovato Te, Si-gnore mio, /pur sapendo che ci seisempre, /ovunque, in ogni forma/ed in ogni dimensione. /Altrevolte, invece, /non avendo perce-zione, /ho continuato il mio cam-mino, /come in questo caso, /sino aMontagnareale, /nei monti Sara-ceni /ed è qui che un bel mattino,/su quel pizzo di montagna, /hovisto Te, Signore mio, /impo-nente... gigante... /candidamentebianco /e splendidamente lumi-noso, /con le bracciaaperte /come a vo-lerci stringere /inun abbracciounico /e infon-derci quellacertezza /chemolto spessonoi perdiamo./Grazie!... sempregrazie. / E grazie ancora.

Albano Laporta

“DE AMICITIA”Tu parli sommessa /al mio cuore/che, distratto dal brusio /delmondo, /non ode la tua voce. /Maquando tutto tace /ed anche nellamia anima /è silenzio, /come luced’oro, /la tua presenza /irradia edavviluppa /il mio essere. /Allora ioti ascolto: /il sottile velo che ci di-vide /diviene trasparente /e il dia-logo tra noi due, /come allora, /siriaccende. /Ora il sacro fuoco /diun’unione profonda /divampa ebrucia /tutte le mie paure, i miei ri-morsi ed ogni sofferenza.

ACQUA PROFONDAAcqua profonda /della vita, /acquapura, /acqua di sorgente, /tu zam-pilli /in mille rivoli /ridenti /sulprato dell’anima mia. /Poi bagnigli oscuri meandri /della mia pri-gione, /del mio labirinto. /E scorrilibera e veloce /lungo i più nascostisentieri, /diventi ruscello, poifiume, /poi vasto oceano /di alte ebasse maree. /Tu accarezzi, lam-bendoli, /gli argini e le sponde /delmio minuscolo regno /e fai cre-scere arbusti /lungo le rive, /ri-splendi in mille spruzzi /tra leonde. /Tu impregni le zolle e gliabissi /col tuo dinamico andare/dappertutto, fin nelcuore della miaterra, /fucina ar-dente di tantepassioni. /Lag-giù, nel baratrodel mio ardentevulcano, /tuporti semprenuove linfe /e unfresco messaggio divita. Raimonda Placidi

È NATALENel freddo dicembre un manto di neve/ ha coperto colline, case, valli eruvide capanne./ In una misera e gelida grotta,/ nel freddo giaciglio, tre-mante, infreddolito,/ con le braccine tese, un biondo bambinello/ vuoleabbracciare il mondo./ Il bue e l’asinello si alternano con caldi sospiri/per emanare un pò di tepore a quel corpicino esile/ già sofferente./ Lasua venuta, quì sulla terra, ci porta una ventata di fede e di speranza/ perun mondo di pace, amore, fraternità, benessere per tutta la stressata uma-nità./Che tutti i bambini, nella Notte Santa,/ siano accanto al caminettoacceso,/ che brilli quella fiammella come i loro visini gioiosi,/ felici conmamma e papà, radiosi come l’aurora,/ con una tavola imbandita/ e can-ticchiare assieme la soave ninna nanna a Gesù Bambino./ L’eco dei cantiaccarezzerà, assieme alla Stella Cometa, la misera capanna./ Gesù, nellatua notte santa, aiutaci Tu,/proteggi la nostra odierna gioventù.

Elena Andreoli

SIRENE, AMANTI DEL MARESirena, musa dei Poeti, amanti del mare./ La notte dal fondo degli abissi/fai emergere la tua melodica voce/ che invia le stelle ad accendere/ leloro fiammelle per immergersi/ nel grande bagliore cangiante del mare.Cercandoti una scogliera/ dove tu potrai distenderti,/ aspettando l’amicaluna che si affaccia/ dietro una stella vestita d’argento./ Specchia il tuocorpo, la sua ombra/ danza fra le onde del mare azzurrino/ saltella ab-bagliando il viso alla/ maliarda sirena. Spruzzando i suoi / lunghi capelliargentati./ Al Poeta nel silenzio della notte:/ la sua mente corre vagandoa visione magiche,/ Sprigionando al suo cuore/ sensazioni di Poesia, adun mondo/ fra cielo e mare, misterioso./ Mirando il cielo, si tende lemani/ tutto è lontano, non puoi afferrare./ Per un attimo, abbracci tuttocon la fantasia./ Pian piano ai tuoi occhi, tutto scompare,/il cielo si copred’un manto turchino/ Le muse sirene, fuggono con il loro cavallo/ nelfondo ancestrale marino./ Lasciando ai Poeti di poetare/ per loro. MuseSirene di Mare. Elena Andreoli

BUON COMPLEANNO, SIGNORA ELENAUn fiore nasce nel campo, in mezzo a tanto verde. I petali si aprono alventicello che li scuote ed un profumo di primavera si espande attorno se-ducendo il passante. Elena, il tuo poetare é un canto al Creatore, un sì allavita, alla bellezza policroma che ammanta la tua parola per comunicarebontà. Elena, sai donare con enfasi giovanile amore e devozione ad ogniessere umano, al cosmo intero.La neve purifica il panorama e la vita cre-sce meravigliosamente.Elena, il mondo ha bisogno delle tue parole, deltuo dono esemplare gratuitamente offerto, come sempre hai fatto. In que-sto memorabile giorno, io ti offro un mazzo di rose rosse, in modo vir-tuale. Il profumo lo innalzi tu verso il cielo. Ti porto un ricordo di quandofrequentavamo il Centro letterario del Lazio in via Merulana 88, Roma,quando il dott. Paolo Diffidenti e l’attore Pasquale Palma leggevano letue liriche davanti ad un pubblico entusiasta e applaudente.

Francesco Rocco Arena

AFFETTUOSO RINGRAZIAMENTOVoglio ringraziare di cuore tutte le personalità ei lettori del Periodico “L’Attualità” per gli auguriche ho ricevuto telefonicamente per il mio com-pleanno del 20 ottobre u. s., da molte città ita-liane e dall’estero. Queste affettuosetestimonianze di affetto nei miei confronti con-fortano l’attuale difficile momento della mia vitafamiliare. Che la divina Provvidenza voglia ri-compensare di abbondanti grazie tutti coloro chemi amano.

Elena Andreoli Grasso

IL BULICAME DI VITERBO, IERI E OGGIIl bulicame è di fronte ai ruderi dellebussete, sulla sinistra della stradapercorso un viale, si scende un brevetratto sempre sulla sinistra ci appareil bulicame. Più avanti troviamo difronte l'antico stabilimento termale.lo lo ricordo, allora si chiamava laclinica Salus, con la sua piscina, pureallora in convenzione mutualistica,diretta, e condotta dal dottorBattaglia e la sua equipe medica, sti-matissimo, amicizia di mio cognatoMariano. Angeli autore del libroGaliano e Alfeo sulla tuscia Viterbese. Padre dello scrittore storico, mionipote Stimatissimo Viterbese Noris. Angeli allora avevano un grande ne-gozio di forniture casalinghe per il Lazio in piazza Santa Maria Nuova. Eli che il Dottor Battaglia si recava la sera molte volte, pregando mio cog-nato di andare con lui alla sua clinica Salus per riparargli i macchinarisanitari. Così chiudeva il negozio andava perche nessuno era in grado difarglieli funzionare. Oggi famose Terme dei Papi, accogliente, moderna,attrezata struttura medica salutare pcr ogni tipo di esigenza sia fisica chedi bellezza per l’odierna società. Sempre sulla sinistra si può osservareuna collina biancheggiante e fumosa da cui emana tutto intorno un carat-teristico odore dovuto alle esalazioni idrogeno solforato di cui sono ricchele acque che si vedonoscorrere da tutte le parti, alvei bianche fumeggiantesull’alto del poggio vi è un laghetto circondato da un muricciolo, nel cuimezzo una grossa pozza è in ebolizione per causa dei gas che impetuosa-mente escono assieme alla medesima. Questa polla, o vasca, dai tempiantichi è sempre in ebolizione cd è protetta da una rete metallica. Nelcorso degli anni, ricordo che gli esperti dovevano fare attorno alla vascagrossi fori per far fuoriuscire da piccoli ruscelli l'acqua per dare più sfogoa questo vulcano, che poi andavano a riempire le grandi antiche vasche diquella preziosa acqua termale. In questo vulcano hanno calato mille epassa di fune inutile, perchè mai nessuno ha potuto arrivare alla sua pro-fondità. Come sopra indicato, alle grandi vasche bianche, a causa del cal-care dell'acqua sulfurica, che ci videro bambine e adolescenti. Allora pernoi e le nostre famiglie era il nostro punto di riferimento pomeridiano deiViterbesi, e sentivamo che il bulicame ci apparteneva, perché si andavatutti a piedi. Si usciva da porta faul, e tutti gioiosi felici, però prima di en-trare per quella stradetta rocciosa in fila indiana,si doveva passare davantiad una fontana, chiamata la fontana del boia e vicino ai canneti. dove inostri genitori ci dicevano che nei tempi antichi si nascondevano i briganti,ci prendcva la paura ma poi arrivati al bulicame felici si correva sul cigliodelle vasche a rincorrersi sui prati strappare i papaveri le margherite e poile cadute a terra, qualche ferita che subito si medicava con quell'acqua sul-furica benefica. All'imbrunire si riprendeva la strada di casa. dopo averefatto mercnda. I nostri genitori ci raccontavano qualche leggenda anticasu Vitcrbo, che in un tempo antico si oscurò. E nell'aria ci fu un’invasionedi strani animali sotto forma di corvi. Quei demoni chc dovevano subbis-sare Viterbo, furono cacciati per intercessione della Madonna Liberatricefurono visibilmcnte vcduti da tutti i Viterbesi gettarsi con urli orrendil den-tro il vulcano bollente del bulicame di Viterbo. Probabilmente nella suavenuta da Roma durante il giubileo del 1300 Dante Alighieri avcva visitatoil vulcano dcl bulicame. Infatti nel XII dell’lnferno descrive le formazionccalcarei sulle sponde del furnicello chc attravcrso una selva nel segucntcmodo, Si dice che Dante quando scrisse all’inizio della Divina Commedianel “mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura” abbiarivoluto riferirsi al momento in cui trovandosi nella selva dei Monti Ciminidi Viterbo. non trovava più la via d'uscita per scendere a Viterbo. Oggi chele belle antiche vasche sono ritornate come ieri con la sua pregevole acquabenefica, nuovo punto di riferimento pomeridiano per le famiglie viterbesie divertimento per i bambini. Elena Andreoli Grasso

“POPULORUM PROGRESSIO”Scusate er “latinorum” papalino, /che m’intriga de primo mmatino. /‘Stomonno me pare rovesciato, /pe’ dillo a la romana: incasinato. /Er citta-dino più mejo educato, /un perfetto cafone è diventato! /E nun dico pe’quarche parolaccia, /che puro pô scappà’ da ‘na boccaccia, /quanno pro-prio ce vô quarche frescaccia. /Lo sport, che sarebbe educativo, /tantoche se dice: “Sii sportivo!”, /è diventato, invece, ‘na battaja. /Se sa, c’èsempre stata la canaja, /ma ‘sti “tifosi” nun cercheno “il bel gioco”, /jepiace mette’ er campo a ferro e foco! /Ce so’ le “babygang”, branco debulli, /che voressimo dì’ ancor fanciulli, /ma che invece de dasse a li tra-stulli /de l’età lor più bella, /de tante strade hanno imboccato quella /cheprima o poi li porterà in galera. /Poi, a rimettese a posto, sarà dura. /Oggic’è lo “sfigato”, /ar posto de chi era “scarognato”, /e si la donna vede unber regazzo, /che magara è sortanto un ber pupazzo, /mò je dice “stra-fico”, /e vô esse’ “fatta” in men che nun te dico. /Me li saluti “un core e‘na capanna”, /mò so’ li piccioli “er tempo de la manna”! /L’omo è tor-nato a esse’ de cortello, /peggio de quanno c’era “Giggi er bullo”, /sedroga e se rintontonisce co’ “lo sballo”, /e quanno puro je frulla ner ciar-vello, /se dà ar “femminicidio” e a la violenza, /e poi scappa, o s’am-mazza, pe’ mejio concrude la mattanza! /Povera umanità, sarà er destino,/che quanno viè’ a mancà’ l’amor divino, /comme er furmine abbattel’assassino. Sergio Scalia

AL BABBO DI ANNA MARIA CHIRIGONIQuando l’amore di una figlia esplode in una stupenda Poesia, è il cuoreche parla e racconta tutto l’amore,che ella nutre, vorrebbe donargli unpo’ della sua gioventù per vederlo volare come un fringuello, ma l’evol-versi della vita, ci porta ai confini, nonostante il nostro grande amore,perloro vorremmo fermare il tempo! E farli rimanere sempre con noi, ma iltuo amore per il tuo babbo, è tanto grande, da farlo sentire giovane evivo. Liana Botticelli

Gesù, /che torna a nascere per noi,/preghiere e gli chiedono virtù.

Mario Coletti

AL POETA A. ONIDALe virtù di un Poeta, dettate dalloSpirito Santo, sono l’essenzialedella Poesia, “Stella Cometa” E laNatività di Gesù, e il tema, per lui,dell’amore che nutre per quelbimbo raccolto in una mangiatoia,e lo declama in tutta la sua storia,riportandolo alle parole diGesù,che dice al Mondo intero:Chiedete e vi sarà dato! Nell’al-tra Poesia, racchiude tutta la suafede nel Signore, ringraziandolo ditutto l’amore che il Signore cidona. Poeta dotato di tanto amorecristiano, come a ringraziarlo deldono elargitogli: di essere unPoeta. Liana Botticelli

DEDICATA A “VERONICA”Nata per amare, /i tuoi occhi ri-denti, al colore del mare, /il tuovolto splendente, / è un profumod’amore, che rapisce il mio cuore,/mi sei apparsa in un giorno comeun angelo biondo, /l’amicizia tuavera, fu l’unica al mondo, /che ilmio cuor percepì.Per VeronicaBalaj in una sera a cena con gliamici-22/9/2013- Romania

Liana Botticelli

VIOLETA PARRA"Por suerte tengo guitarra/ parallorar mi dolor." Violeta Parra/ Note olvidamos, reina/ de la canciónchilena,/ musa de cuantos te hanoído/ cantar por la revolución so-cialista./ No la alcanzaste a ver,/pero inundaste la tierra/ de poetasy cantautores revolucionarios/ y tudestino ha sobrevivido/ en la patriafecundada con tu canción. Algúndía despertaremos/ con el ideal dela justicia para todos/ y viviremossin las clases económicas/ que se-paran el pueblo y las naciones./Violeta Parra, ¡feliz cumpleaños!*La cantautora chilena VioletaParra nació el 4 de octubre de 1917y se suicidó el 5 de febrero, 1967.

Teresinka Pereira

Il bulicame di Viterbo (le Terme dei Papi)

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L’ATTUALITÀ, pag. 12 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

INVITO A VIVERE (a cura di Stefano Madonna)

ELIMINARE INGIUSTIZIE ED IPOCRISIEL'esortazione non è mutata, anche se oramai è divenuta annosa, perchèl'attuale situazione generale nel nostro Paese e altrove non ha subitosvolte decisive foriere di un concreto rinnovamento. Ho sempresostenuto che non si debba uccidere la speranza e quindi ritengo che siaun grave errore definire utopia il pensiero fiducioso alimentato da unasperanza che deve e può realizzarsi. L'utopia non può essere proiettatanel futuro perché significherebbe cristallizzare la realtà negandole lavita. La realtà, infatti, vive con noi, essa non è astratta perché è la risul-tante di quel complesso di azioni, atte se, emozioni, successi, delusioniche coloriscono il nostro cammino. Non possiamo, dunque, ipotecare ilfuturo e specialmente in senso negativo. Inevitabile conseguenza sarebbela rinuncia di ogni iniziativa e di ogni eventuale conquista. Non voglioaccettare una situazione così estrema perché rappresenterebbe lanegazione della stessa vita che ritengo sia un dono preziosissimo daamare e rispettare sommamente. È doveroso, allora, non lasciarsi dom-inare dall'avvilimento e non rinunciare a priori a qualsiasi tentativo di ri-formare il modus vivendi per ottenere i frutti della pace, della giustizia,dell'operosità. Dobbiamo prendere atto che anche nel tempo passato sisono verificate situazioni drammatiche come questa che oggi stiamovivendo. Come i nostri predecessori,anche noi abbiamo commesso er-rori. Ritengo che gli errori del passato e quelli del presente abbiano lastessa matrice, essi sono stati provocati dal male che si annida nel cuoredegli uomini dominati dalla avidità. La ricetta per sanare il dolorosomalanno che ci affligge non può essere che quella di avversare con in-stancabile determinazione l'avidità e la prepotenza che alimentano in-esorabilmente la crudele spirale di abusi e violenze. Ritengo che siairragionevole farsi dominare dalla cupidigia in considerazione del suocarattere assolutamente caduco. Cosa posso ancora aggiungere a questeriflessioni che scaturiscono dalla attenta analisi di tutti gli aspetti dellapoliedrica realtà se non che il modo per uscire dalla attuale mortificantesituazione è uno solo? Esso consiste nell'adoprarsi con comune impegno,onesto e costante, ad eliminare ingiustizie e ipocrisie apportatrici dioffesa alla umana dignità. Elementi ostativi al vero progresso.

EXPO MILANO 2015: COME, QUANDO E DOVEL’Esposizione Universale “Expo Milano 2015” si terrà a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 ed è unevento di portata mondiale che unisce Paesi, Istituzioni e cittadini di tutto il mondo. Vede la partecipazione diquasi 20 milioni di visitatori e più di 130 Paesi, con la realizzazione di dibattiti, convegni, congressi ed eventiculturali. Il tema dell’Expo 2015 di Milano è: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. L’Expo dedicata alla si-curezza e qualità alimentare vuol anche essere un volano per l’economia del territorio e rappresentare al megliole eccellenze nel settore dell’alimentazione dell’Italia e di Milano.COS’E’ L’EXPO? Tutti sanno cos’è l’Expo 2015? Si tratta di un’esposizione universale di natura non com-merciale che vuol dare visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione,raccogliendo tematiche già sviluppate dalle precedenti edizioni di questa manifestazione e riproponendole allaluce dei nuovi scenari globali al centro dei quali c’è il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura esufficiente per tutto il pianeta.QUANDO NASCE L’EXPO? La prima Expo è stata ospitata da Londra nel 1851 ed ha avuto talmente suc-cesso da spingere altre nazioni a voler organizzare iniziative similari, come l’Expo di Parigi del 1889 ricordataper la creazione della Torre Eiffel. Ogni Expo è viene dedicata ad un tema di interesse universale.DOVE? L’Expo viene realizzata in un sito appositamente attrezzato ed è un’occasione unica di incontro e co-noscenza del tema sviluppato attraverso la sperimentazione innovativa delle sfide collettive cui l’umanità èchiamata a rispondere. La frequenza, la qualità e lo svolgimento delle esposizioni universali vengono decisedal Bureau International des Expositions (BIE) nato da una convenzione internazionale siglata a Parigi nel1928 a cui ad oggi aderiscono al 157 Stati. Expo 2015 a Milano verrà organizzata presso il Nuovo Polo di FieraMilano, a Rho, molto vicino alla città e allo stesso tempo è situato sulla direttrice stradale del Sempione e del-l’Aeroporto internazione di Malpensa, che unisce Milano al nord Europa. Isacco Cicala

CASE DI LUSSO A PREZZI LOW COST: È L’ULTIMA FRONTIERA DELLA TRUFFA IMMOBILIARE

Fine dei giochi per il gruppetto di truffatori della “Monti Parioli 1 Immobiliare”, a Roma, che percirca un anno ha venduto otto appartamenti nel cuore della città, all’insaputa dei proprietari. L’excommercialista Danilo Guadagnoli, il suo braccio destro Roberto Roveri e altri loro fedelissimi cherecitavano ruoli disparati, sono finiti sotto inchiesta e ora avranno ben altro da inventare di fronteai giudici che le misere bugie con le quali ingannavano gli acquirenti degli immobili. La “banda bassotto” recitava la parte dei proprietari di immobili rinomati, pronti, per cifre relati-vamente basse, a liberarsi di un pezzo dell’eredità di famiglia. In realtà loro erano solo affittuari che,entrati in possesso dei documenti della casa, potevano permettersi di svendere l’immobile e chiudereil rogito in un lampo. Riuscivano ad ingannare anche i notai che viste le regolari generalità dei venditori, sottoscrivevanogli atti di compravendita senza sospettare nulla. Il neo acquirente dell’appartamento scopriva soloal momento della voltura delle utenze che il padrone di casa non aveva mai messo in vendita un belniente e, a sua volta, il proprietario si ritrovava davanti a un rogito dal quale lui non risultava piùtitolare dell’immobile. Tempo fa un notaio scrupoloso fece saltare la truffa, ossia quella di un ap-partamento a piazza Bologna, proposto a settantamila euro. Insomma una truffa alla Totò che in uncelebre film voleva vendere al malcapitato la Fontana di Trevi, vantando una proprietà che non gliapparteneva affatto. Erika Carpinella

ARTE, PANE E…80 miliardi. Tanto vale la cultura in Italia. La tanto bistrattata, ignorata,abbandonata cultura italiana rappresenta un giro d’affari pari al 5,8% delPil. Ciò non deve stupire, visti i numeri: 5000 tra musei, monumenti earee archeologiche, 49 siti Unesco, 10 miliardi di euro l’anno di introitituristici. Ma tutto questo, i governi continuano a dimenticarselo e negliultimi 12 anni il bilancio del ministero si è quasi dimezzato. Già perchéla politica, alla parola “cultura”, troppo spesso ne associa un’altra:“tagli”. È superfluo ricordare quanto assurda sia la situazione dell’Italia,Paese con circa il 60% dei beni artistici mondiali e una quantità di sprecod’arte che definire vergognoso è un eufemismo. Perché in Italia, il“museo a cielo aperto” del mondo, per la cultura si investe molto menodi quello che in media investe il resto dell’Europa? La cultura, in Italia,pesa sempre meno. E a tutti i livelli. Secondo il rapporto annuale 2013di Federculture, dal 2008 a oggi il settore culturale ha perso in tutto 1,3miliardi di euro tra risorse pubbliche e private. In questo mancato inve-stimento si prospetta anche un impoverimento futuro, mentre Paesi dellazona euro come Inghilterra, Germania e Svezia sono riusciti a puntaresulla produzione culturale contemporanea, creando così un patrimonioper gli anni a venire. Tanto per fare un confronto illustre: nella top tendelle opere più visitate in patria spicca il Colosseo, tallonato da Pompeie dagli Uffizi che insieme ai 202 musei e 221 tra monumenti e aree ar-cheologiche gestiti dallo Stato sono stati visitati da 36,4 milioni di per-sone, per un incasso di 113,3 milioni di euro. A questi vanno aggiunti gliintroiti per i servizi ausiliari, come audioguide, visite guidate, bookshop,bar e ristorante. Parigi, Louvre anno 2012: 9,7 milioni di visitatori (6 mi-lioni i paganti), e l’incasso in biglietteria è stato di 58 milioni di euro, acui si aggiungono 15 milioni in servizi ausiliari, 16 in donazioni di privatie alcune altre voci, per un totale di entrate proprie pari a 100 milioni.Quasi come tutti i musei, i monumenti e le aree archeologiche in Italia.Dunque per quale motivo gli altri Stati riescono a “mangiare” grazie allacultura e l’Italia invece no? Cristina Canci

IL SUICIDIO DI MASSA DEGLI ACCOUNT FACEBOOKL’incremento verticale dei suicidi delle identità virtuali hanno spinto ilmondo della scienza ha porsi delle domande sul fenomeno. I motivi prin-cipali che stanno spingendo un sempre maggiore numero di utenti a can-cellare il proprio account Facebook ,secondo una ricerca svolta daldipartimento di psicologia dell’Università di Vienna, sembrano essere lapaura di attacchi alla privacy, la paura della dipendenza da internet cheil social network può sviluppare e la qualità delle conversazioni semprepiù di basso livello. Eventi come Wikileaks e le ammissioni di Snowdensul progetto Prism e truffe cibernetiche conosciute come cyber-crimeshanno fatto si che le coscienze dei cittadini si allertassero per i pericoliche la sfera privata affronta ogni volta che ci si collega sul web. Lo studioaustriaco svolto su più di 300 individui che hanno commesso ciò cheviene definito come suicidio della propria identità virtuale ci dice che lamaggioranza statistica è maschile rispetto a quelli che invece continuanoad avere un account. Non solo maggiore consapevolezza dei cittadinimaschili ma anche prese di posizioni di governi attenti a garantire la li-bertà personale della propria gente come quello Neozelandese che ha co-minciato a monitorare gli sviluppi del social network più importante conparticolare attenzione al controverso riconoscimento facciale che Face-book sta introducento ad insaputa degli utenti. Nel 2011 infatti l’aziendadi Zuckerberg ha depositato un brevetto che si chiama Automatic PhotoCapture, che consente alle fotocamere degli smartphone di acquisirevideo e foto anche quando non sono in modalità video o fotografica, ciòpermetterebbe a Facebook di taggare tutto e tutti in qualsiasi momento;il brevetto è in via di sperimentazione e rapido sviluppo e anche Googlecon l’applicazione Google Goggles sta cercando di utilizzare le videoca-mere dei cellulari. Ma che se ne fanno Facebook e Google di miliardi difoto, oltre che girarle ai vari Governi? Ovviamente cercano di trarne pro-fitto detenendo giganteschi database-marketing associando utenti ad og-getti, associando vite private a beni di consumo. Quindi deve essereormai chiaro a tutti che una volta che le foto vengono postate o taggate,la privacy cessa di essere tale e di questo bisogna che la società tutta nesia consapevole senza cadere dalla nuvole cibernetiche. Fino a che puntoallora la società può e vuole spingersi in nome del marketing e sacrificareil proprio libero arbitrio? La risposta a questa domanda può spingercifino al suicidio, ma questo suicidio è solo virtuale? Simone Chermaz

BILL GATES CACCIATO DALLA MICROSOFT ?La notizia è ancora incerta ma sembrerebbe che la carriera di Bill stiagiungendo ad una svolta come fu per Steve Jobs. Una leggenda sarebbea fondamento, ma non certa, che Bill abbia sempre sognato di diventarecome Steve e questa vicenda è proprio analoga a quella che, negli anniOttanta, portò “il padre della mela” fuori dalla società su forte richiestadel consiglio di amministrazione. La storia si ripete? La notizia ripresadal quotidiano La Repubblica decanta: “Tre dei principali investitori nellaMicrosoft Corp, una ventina in tutto, stanno facendo pressioni sul boardper far lasciare a Gates il posto da Presidente dell’azienda che lui stessoha fondato trentotto anni fa. I tre, che hanno circa il 5% della società ei cui nomi non sono stati resi noti, credono che la presenza di Gates siaoggi di ostacolo al cambiamento dell’azienda e che possa limitare il po-tere del nuovo Ceo, quello che tra qualche mese dovrebbe prendere ilposto del dimissionario Steve Ballmer, esercitando un potere sulla Micro-soft sproporzionato rispetto alla sua reale forza.” Gates possedeva ini-zialmente il 49% delle azioni, oggi ne possiede il 4,5% che comunque loportano ad essere il maggior azionista dell’azienda: il suo ruolo è statogià ridimensionato di molto rispetto al 2000 e lo porterà fuori dall’azio-nario nel 2018, visto un accordo fatto precedentemente che lo obbliga avendere 80 milioni di azioni annue della Microsoft. Bill dichiara di nonaver paura dell’oblio e di voler fare beneficenza: “Non sento il bisognodi essere ricordato dopo la morte. Mia moglie ed io abbiamo deciso dispendere nei prossimi 20 anni tutti i soldi della fondazione, non vogliamocreare una cosa perpetua ma agire quando c’è bisogno”. Va ricordato in-fatti, che lui e la moglie Melinda hanno devoluto già 28 miliardi di dollariin progetti filantropici: cultura, istruzione, prevenzione e la lotta a ma-lattie, dall’epatite B al morbillo, dalla febbre gialla alla poliomelite, fi-nanziando la ricerca medica e sostenendo innumerevoli progetti diintervento diretto in aree disagiate. Autore del “capitalismo creativo”,descritto da wikipedia come “un nuovo approccio che le aziende dovreb-bero adottare per sfruttare tecnologie e prodotti non solo in base alla lo-gica del profitto, ma anche per migliorare la qualità della vita dell’uomoe per portare sviluppo e benessere non solo nelle aree più ricche delmondo, come è avvenuto finora, ma anche nelle aree più povere e svan-taggiate del mondo”. All’altro estremo viene definito il fautore dell’ “im-pero del male” senza il quale avremmo avuto una vita migliore. Traopinioni discordanti, benefici e malefici, ingiurie e complimenti atten-diamo un addio che è ancora tutto da decidere. Maddalena Barba

SCUOLA, SÌ AL NUMERO CHIUSOCondivido pienamente il “numero chiuso” per l’accesso agli studi univer-sitari. E’ necessaria una rigorosa selezione tra gli aspiranti che attual-mente sono una marea sconfinata. Il fatto che decine di migliaia distudenti oggi é “fuori corso” sta a dimostrare che molti giovani intra-prendono la carriera universitaria senza valutare attentamente le propriecapacità e le proprie inclinazioni naturali. Tentano l’avventura e, così fa-cendo, sprecano tempo e denaro. Rimangono a carico dei genitori permolti anni senza conseguire il diploma di laurea. Molti lo fanno per meropuntiglio o per evitare di intraprendere attività artigianali di cui il nostroPaese ha urgente bisogno. Di conseguenza, la pletora dei “fuori corso” faincrementare il numero dei disoccupati. Bisognerebbe spiegare loro chetutte le attività lavorative (professionali e artigianali) hanno pari dignità.Ad ogni modo, é preferibile svolgere un mestiere redditizio piuttosto cherestare universitari “fuori corso” per molti anni a carico delle famiglie. Èuna questione morale oltreché economica. Rosanna Sinopoli

ERRATA CORRIGECi scusiamo con i gentili lettori: apag. 12 del n° 10 di ottobre 2013,il titolo dell’articolo dell’intervistadi Ugo Ojetti a Gaetano Salveminiè esattamente: “Salvemini in car-cere”, tratto da “Cose Viste”, diUgo Ojetti, Editore Sansoni, Fi-renze, 1951, pagg. 670-675.

Sergio Scalia

ADDIO A MONS. VINCENZO PAGLIARALunedi 21 ottobre sono sati celebrati i funerali dell’amato Mons. Vincenzo Pagliara, storicoPriore dell’Annunziata, presso la Chiesa di Sant’Anna al Porto, officiati dall’ArcivescovoLuigi Moretti. La camera ardente è stata aperta alle 9. Un sacerdote tradizionale, ma conlo spirito sempre giovane e indomito, che per decenni è stato il cuore del centro storicoed ha continuato a nella sua missione fino a che ne avuto la forza, celebrando Messa nellachiesa di Santa Croce a Torrione. Scomparso il 19 ottobre all’età di 90 anni, don Vincenzoera nato a Baronissi il 5 maggio 1923, quinto di sette fratelli. Dopo la licenza liceale alSeminario diocesiano, si era laureato con lode in teologia nel 1946, anno in cui aveva ri-cevuto l’ordinazione sacerdotale. Iniziò come viceparroco di don Guerino Grimaldi, nellaparrochia di San Pietro in Camerellis, quando era arcivescovo Demetrio Moscato. Nel-l’ottobre del ‘68 venne nominato Monsignore, proprio nel giorno in cui stava per celebrarela Prima Comunione di suo nipote Vincenzo. Il papa Paolo VI lo nominò Prelato Dome-stico di Sua Santità. Per 35 anni Mons. Pagliara è stato professore di religione al Liceo T.Tasso e per tre anni insegnante di francese alla scuola media del seminario arcivescovile.Poliglotta, ha sempre avuto una passione per lo studio delle lingue straniere, in particolareil tedesco. Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesiano, delegato arcivescovile dellaScuola Cattolica Diocesiana e assistente spirituale della Fuci. Negli anni 60/70 è stato par-roco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel centro storico, dove fondò la Pinacoteca Museo “Sala Scacco Vaccaro”, con materiale storico eartistico rinvenuto nella chiesa, nei locali attigui, in via Trotula De Ruggiero. Il suo amore per la storia e per l’arte si era così concretizzato con unmuseo che custodisce opere pittoriche, arredi sacri, oggetti di antiquariato,documenti storici. Agli inizi degli anni 80 venne nominato Priore dellachiesa di Santa Trofimena della Santissima Annunziata Maggiore, a cui era legatissimo, attualmente non ancora agibile per lavori di restauro. Nel2008 ha lasciato la Chiesa dell’Annunziata, a 85 anni, dando un contributo determinante alla costituzione del Comitato per il restauro della Chiesa,guidato dal Cardinale Renato Raffaele Martino. Si è impegnato per le missioni e le iniziative di solidarietà, come il sostegno per chi era precipitatonel dramma dell’alcoldipendenza, con riunioni periodiche nei locali dell’Annunziata. Grande appassionato di letteratura e cultore della Divina Com-media, sapeva parlare a tutti i suoi parrocchiani, di ceti sociali e culture diversi. Oggi si direbbe “un grande comunicatore”. Per anni ha studiato edaffermato che una delle sedi della Scuola Medica Salernitana, nel 1500, era ubicata proprio di fronte la Sala Scacco Vaccaro, in Largo ScuolaMedica Salernitana, nell’antico Palazzo Martuscelli. Negli ultimi anni ha lavorato alla pubblicazione di un libro in cui si dimostra che Torquato Tassoè nato a Salerno e non a Sorrento. Il prof. D’Episcopo, Docente universitario di Letteratura Italiana, sta assemblando e curando gli ultimi dettagliper la pubblicazione. È stato un grande oratore, capace d’improvvisare omelie colte e appassionate, che coinvolgevano i fedeli, di ceti sociali eculture diversi. Uomo sensibile e intelligente, conoscitore profondo della storia della Chiesa, dei Vangeli e dei testi sacri, è stato anche scrittorebrillante, autore di pubblicazioni e di tanti articoli sui giornali, un punto di riferimento per i giornalisti che lo intervistavano tutte le volte che avevanobisogno di ascoltare una voce autorevole della chiesa. Oggi sarebbe definito “un grande comunicatore”. Vincenzo Pagliara

LE TRUFFE DI POSTE ITALIANE (Imbrogli reali e telematici)Il pomeriggio del 23 Ottobre 2013, a “La vita in diretta” si è parlato di una signora novantenne che è stata vit-tima di una colossale truffa di oltre ottocentomila euro che aveva sul proprio Libretto di Risparmio ma poi, con-sigliata dalla Direttrice dell’Ufficio Postale dove aveva i suoi risparmi, fu invitata ad investire detta cifra in unfantomatico Fondo Redditizio che avrebbe reso (non alla vecchietta ma alla Direttrice dell’Ufficio Postale) unabella Mercedes e ben altro. Come non bastassero questi imbrogli reali, per quanto concerne gli imbrogli tele-matici, chi si serve di Internet e possiede un indirizzo di posta elettronica stanno arrivando, ormai da un belpo’ di tempo da Poste Italiane minacce intimidatorie dove ci comunicano che il nostro conto Banco Posta o lanostra Carta di Credito (Poste Pay) saranno irrimediabilmente chiusi se non clicchiamo sull’indirizzo indicatonelle varie e-mail al punto dove leggesi: “Accedere ai Servizi online di Poste It. Per verificare i Vostri creditiinserendo la Vostra username. Non credete mai a nessuna di queste e-mail perché, se cliccate all’indirizzo in-dicatovi, si aprirà un sito identico a quello di Poste Italiane ed i dati arriveranno direttamente nelle mani deitruffatori che vi svuoteranno completamente il conto che avete in Banco Posta o la vostra Carta di CreditoPost-Pay. Ora, con questi nostri modesti consigli, ci auguriamo che i correntisti postali aprino bene gli occhie si facciano più furbi, almeno per quanto riguarda i movimenti telematici, ossia in Internet, che poi, per quantoriguarda i movimenti reali, coi tempi che corrono, in cui non ci si può fidare più di nessuno, che possiamo dire?Che il Signore ce la mandi buona e speriamo che ai vertici di Poste Italiane ci siano membri onesti e validi checonsentano PP.TT di diventare non solo azionisti ma di acquistare addirittura l’intera Alitalia ma di prendereseveri provvedimenti affinché non ci siano Direttori di Agenzie, come quella menzionata il 23 Ottobre 2013a “La vita in diretta”, che possano permettersi di acquistare una Mercedes alla faccia di una novantenne semiincapace di intendere e di volere. Già troppe banche hanno dato scandalo in questi ultimi tempi in Italia e seci si mettono pure le Poste Italiane, credete amici, ci stiamo veramente avvicinando alla fine del mondo!

Gilbert Paraschiva

Caro lettore, ricordati dirinnovare la quota asso-ciativa a questo periodicoche, essendo “super par-tes”, intende restare un li-bero organo di stampa.

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L’ATTUALITÀ, pag. 13N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

PER NON DIMENTICARE(a cura di Vincenzo Calò)

TROPPE BANCHE A CIPRO (Seconda parte) I leader dei principali partiti ciprioti deciseroall’unanimità di creare un fondo di solidarietà per impegnare ibeni dello Stato, al fine di ottenere successivamente un prestitod’emergenza. Intanto si accesero gli scontri tra le forze dell’or-dine e i dipendenti della banca popolare a seguito delle voci sullachiusura di quest’ultima alternate con l’eventualità di una fusionedell’istituto con la banca di Cipro (anch’essa sull’orlo del col-lasso), poi smentite subito dalla banca centrale di Nicosia. Appena la Russia auspicò di rivedere la quota in euro delle sueriserve se la soluzione per la crisi cipriota avesse leso i suoi in-teressi, come se convinta della possibilità di contagio, si decised’instaurare una tassa del 15% sui depositi oltre i 100mila europer ottenere 10miliardi dall’Ue e salvare così le banche dell’isola.Passarono pochi giorni, e se da un lato il governo di Nicosia (lacapitale di Cipro) riuscì ad accordarsi con quello di Atene affin-ché la Grecia rilevasse le succursali delle banche cipriote in ter-ritorio ellenico, dall’altro Cipro tentò di chiedere l’estensione perun lustro del prestito russo di 2,5mld con la riduzione del tassod’interesse e proponendo investimenti nel settore bancario edenergetico, ma i colossi russi del settore, Gazprom e Rosneft, ri-fiutarono nettamente. Cipro Laiki Bank dovette chiudere, con i c/c sopra i 100mila euroa sopperire a congelamenti e perdite decisi durante il processo diliquidazione, ma attraverso un accordo tra Eurogruppo, Troika eAnastasiades la banca tornò praticamente in funzione, anche sedivisa in due parti, una denominata Bad e l’altra Good Bank, chetuttora confluisce nella banca di Cipro, il maggior ente dell’isolaa cui s’impone il 30% dei prelievi sui depositi oltre i 100milaeuro, con buona pace dell’ex premier russo Medvedev, insistentenel ribadire che “si continua a rubare ciò ch’è già stato saccheg-giato”. La Bce ha deciso di non obiettare alla richiesta della banca cen-trale cipriota di garantire agl’istituti di credito del paese l’accessoai fondi d’emergenza nell’ambito dello schema E.L.A. (Emer-gency Liquidity Assistence), dato che i programmi macroecono-mici sono disegnati su situazioni specifiche e non esistonomodelli o schemi fissi.

Caro lettore, ricordati di rinnovare la quota associativa a questo periodico che, essendo “super partes”, intende restare un libero organo di stampa.

GALATA, MUSEO DEL MAREIn giorni in cui di mare si parlatanto il mio pensiero va ad unluogo in cui, oggi, è possibile peradulti e bambini, affrontare iltema dei viaggi per mare con unpizzico di allegria per raccontareai nostri bambini quello che leparole da sole non sono in gradodi trasmettere. Quello che prendeil nome dallo storico quartiere diIstanbul, fino al XV secolo sededi una delle più importanti co-munità genovesi nel Mediterra-neo, è oggi il più grande museomarittimo del Mediterraneo e sitrova a Genova affacciato sulPorto Antico. Con le sue rico-struzioni a grandezza naturale sipotrebbe dire che il Galata è amisura di nave, più che a misurad’uomo, in esso ritroviamo in-fatti in scala 1:1: una galea geno-vese del ‘600, un brigantinodell’’800, la tuga di un piroscafodei primi ‘900, e diverse rico-struzioni di ambienti tra cui i vi-coli della Genova ottocentesca,la Boca di Buenos Aires, la fa-zenda in Brasile, Ellis Island.Nel caso dei piroscafi è stato al-lestito un tratto di fiancata, attra-verso il quale è possibile salire abordo e attraverso un percorsoaccedere ai dormitori, salire alponte superiore dove sono statericostruite infermeria, cabina diseconda classe, refettorio e ca-bina del Commissario di bordo.Più oltre è ricostruito il ponte dicoperta del piroscafo con unawheelhouse originale e la saladelle feste dello yacht imperialeasburgico Yaza. Un viaggio,quello attraverso il piroscafo, chepermette al visitatore di appro-dare, proprio come facevano imigranti italiani del primo ‘900,nei vicoli di Buenos Aires o inuna fazenda brasiliana e, unavolta terminato il bellissimo per-corso, il pensiero non può cheandare ai migranti di oggi che,con viaggi beni diversi, appro-dano – quando va bene – nellenostre spiagge siciliane… fron-tiere non d’Italia ma d’Europa.

Maria Rosa Laria

COLOMBO SCOPRÌ LE AMERICHE PER CASO, MA DAVVERO FU SOLO UN CASO ?

La storia ufficiale vuole che a scoprire il continente americano fu ilnavigatore genovese Cristoforo Colombo che salpando da Palos il 6settembre di 521 anni fa, convinto di raggiungere le Indie, si ritrovò in-vece ad approdare sull’isola di San Salvador nelle Bahamas il 13 ot-tobre 1492, giorno che sempre secondo la storiografia ufficiale sancìla fine del Medioevo. Alcuni elementi della vicenda hanno del miste-rioso e porterebbero a pensare che il nuovo mondo fosse già stato vi-sitato secoli prima e che lo stesso Colombo già mise piede sulcontinente americano prima della spedizione ufficiale. Cominciamocol dire che alcune leggende vogliono fossero stati i vichinghi i primia mettere piede in Nord America e recenti ritrovamenti archeologicisule coste di Terranova lo confermerebbero inconfutabilmente. Ci sonopoi mappe “scomode” per l’establishment: la mappa di Vinland chesecondo l’analisi del radiocarbonio testimonierebbe che la scopertaavvenne 60 anni prima oppure la mappa di palazzo Besta, definita unamappa impossibile in quanto nonostante sia datata 1459 sono raffigu-rate l’America del Nord e del Sud e l’Antartide! Ci sono poi sculturescomode come quelle della Cappella di Rosslyn in Scozia, inaugurata nel 1448, dove sono scolpite nella pietrapiante di mais, cactus e aloe, tutte provenienti dal continente americano e allora ufficialmente sconosciute.Quest’ultimo dettaglio scozzese collega la storia di Colombo con quella dei Templari che, secondo alcune tra-dizioni occulte, scampati ai roghi dell’inquisizione si sarebbero rifugiati in Scozia con tutta la loro flotta e dali continuarono a navigare fra Europa e l’America. Si, continuarono, perché gli storici da sempre faticano a tro-vare una spiegazione al fatto che i Cavalieri del Tempio, che dovevano sorvegliare la vie alla Terrasanta, aves-sero come base il porto de La Rochelle situato nell’Atlantico. A cosa serviva un porto dislocato nel nord Europase i loro viaggi erano verso Gerusalemme? I Templari conoscevano dunque le rotte per le Americhe? Non di-mentichiamo che Colombo salpò dal porto di Palos con caravelle che avevano vele con grandi croci templarirosse su fondo bianco. Solo supposizioni? Forse no e ciò spiegherebbe perché il genovese conoscesse cosìbene i venti atlantici chiamati Alisei che lo fecero decidere di dirigersi verso le Canarie e da li prendere il cor-ridoio degli alisei affinché lo spingessero senza problemi verso il nuovo mondo. Ma i misteri sui viaggi di Co-lombo ancora non finiscono: sul diario di bordo del 15 settembre viene riportato dal navigatore l’avvistamentodi una grande sfera di fuoco inabissarsi nell’oceano in quella zona che noi oggi conosciamo come Triangolodelle Bermuda. Quanti segreti si nascondono dietro Cristoforo Colombo e quanti la storia ufficiale vuole cherimangano tali? Simone Chermaz

CANTICA NO-GRAVITY, CHE SPETTACOLO !“Cantica no-gravity” lo spettacolo in scena al Teatro Olimpico di Roma oltre che sfidare la gravitàsfida la meraviglia e il divertimento di un pubblico estasiato dalla bellezza, grazia, eleganza e per-fezione di corpi trasparentemente nudi e danzanti per raffigurare quadri ispirati alle terzine del-l’opera dantesca e accompagnati da una musica classica familiare anche ai meno esperti eappassionati: le più belle musiche da Mozart a Bach, Rossini e Debussy. Tutto confezionato conun gioco di luci ed effetti speciali che rendono lo spettacolo etereo e fantastico. Dopo il successodi “Inferno”, Emiliano Pellisari, così descrive la suo opera: “La seconda cantica rappresenta unpasso evolutivo spirituale dell’uomo religioso medievale che è accompagnato nel suo percorsodalla musica e dalle voci dei cori”. Il secondo episodio della trilogia ispirata alla «Divina Comme-dia», è il prodotto magnifico della sua ricerca artistica, egli traduce in danza spettacolare «Il Pur-gatorio» Dantesco. I corpi possenti ed eterei dei ballerini-mimi-atleti-circensi diventano tutt’uno conla luce, la musica, gli effetti speciali dove “l’assenza di gravità”, sfida l’immaginazione dello spet-tatore e lo culla, sulle ali della fantasia, trascinandolo in una dimensione irreale che già provò suibanchi di scuola… corpi nudi nuotano nell’aria e compongono scene già viste nel nostro immagi-nario, ma mai, prima d’ora, tradotte in realtà. Quadri allegorici che rappresentano i sette peccati chesi srotolano in un susseguirsi di altrettante sette trasformazioni di figure al ritmo in-cessante e ossessionante delle musiche di Xenakis; Adamo ed Eva che consumanoil loro peccato originale e la scoperta dell’eros avvolti dalla conturbante musicadi Debussy; l’Italia medievale (e non solo) corrotta e sfruttata dai politici, rap-presentata da una ingenua ragazza in tutù che verrà violentata e spogliata, lasciataa terra nuda, dai politici coperti in volto da maschere che infieriscono sul “nostropaese” sulle note di un gioco musicale leggero e disinvolto come quello dellaGazza Ladra di Rossini, mentre risuonano i versi del Poeta: “Ahi serva Italia, didolore ostello / nave senza nocchiere in gran tempesta / non donna di provincie,ma bordello!”; la Primavera del Botticelli incontrata da Dante alle soglie dell’Eden,come l’incarnazione della Dea Natura si libbra nell’aria cullata dalle note della Primavera di Vivaldi.Uno spettacolo nel vero senso della parola, tutto italiano, dalle origini del Sommo Poeta all’estro,l’impegno e la bravura dell’autore coreografo e dell’incredibile corpo di ballo. Antonio Bartalotta

A BARI SI FA ARTE E DIVERSARTE“Grande dimostrazione di cultura umanistica nellacapitale del Nuovo Rinascimento” La città di Barisi conferma, ancora una volta, fucina di idee ed in-tenti positivi ed umanistici; grazie principalmentea validissimi artisti diversamente abili come An-narita Romito di Bari, nota cantante ed organizza-trice del Festival DiversArte, che con tutta la suapassionalità ha coinvolto i più importanti artisti delcapoluogo pugliese (pittori, scultori, scrittori, balle-rini, musicisti e animatori artistici di varie disci-pline) in un connubio tra le eccellenze artistichepugliesi del mondo “diversamente abile”. La valida artista barese, infatti, è riuscita, anchequest’anno, a creare una piattaforma di confrontodiretto della società contemporanea con il pianetaletterario e musicale di questo modo, nel quale or-bitano dei giovani maestri d’arte e musica degni deipiù importanti festival musicali internazionali.Nello staff organizzativo di Annarita Romito spic-cavano i nomi di artisti e curatori d’eventi del cali-bro di Vito Gurrado, Annalisa Tatarella E Silvia DeLuca, che hanno presentato giovani pittori, cantanti,poeti e scrittori di tutte le estrazioni culturali.L’evento è stato inaugurato alle ore 17,00 del 30 set-tembre u.s., presso il Fortino Sant’Antonio (sul lun-gomare di Bari vecchia), importante contenitoreculturale della città di Bari, e si è protratto, con nu-merose performances artistiche multidisciplinari,fino al 03 ottobre u.s.. Nella quattro giorni culturale, giunta alla quarta edi-zione e patrocinata dall’Assessorato alle Politiche giovanili ed educative del Comune, si sono esibitele più importanti associazioni ed accademie di Puglia, con: danze, canti, recital e quant’altro. Èstato particolarmente emozionante vedere l’assessore comunale Losito partecipare, con amore evera vicinanza, alle musiche prodotte da questi giovani artisti diversamente abili, questo a dimostra-zione che quando ci si impegna i risultati sono inaspettatamente “evidenti” e “belli”. Non potevanomancare presentazioni di libri e testi d’arte, come quelli di Nico Valerio, che nel presentare le sueprincipali opere letterarie ha inaugurato la Rassegna d’Arte del Nuovo Rinascimento 2013 alla pre-senza dei tanti artisti neorinascimentali giunti in sala. Altri importanti autori letterari pugliesi hannoesposto le tematiche delle loro splendide opere, dimostrando grande professionalità e grande attac-camento ai “valori sociale”. La serata del 3 ottobre si è conclusa con danze canti ed esibizioni d’alto livello, nonché con la pre-miazione del defilèe /concorso d’Alta Moda a cura del M° Vito Gurrado di Bari. Nico Valerio

Salute e Benessere COME CURARE LA LOMBAGGINE

Il primo accorgimento per intervenire contro questo dolore è riscal-dare la parte per distendere i muscoli contratti ottenendo i primi be-nefici.Esistono in commercio molti tipi di creme e cerotti da applicare, mai rimedi dei nostri nonni sono, a mio parere, i meno tossici ed i piùefficaci. Personalmente, ho ottenuto miglioramenti con impiastri cal-dissimi di purèa di patate, di chicchi di lino o di trigonella cotti. Sistenda la purèa molto calda su un panno di lino o di cotone che si ap-poggia sul punto dolente; poi si mette sopra un secondo pannoasciutto e, per finire, un panno di lana, caldo. Si può lasciare l’impia-stro sul punto d’applicazione per un’ora circa. E bene appoggiare sultutto una borsa d’acqua calda per garantire il massimo del calore. Ilsacchetto pieno di fiori dei fieni o di camomilla fortemente riscaldatiesercita un’azione similare. Si utilizzano alcune manciate di fiori deifieni o di camomilla che si inumidiscono con 3-4 cucchiai da tavoladi aceto di vino e si fanno scaldare in una pentola di ghisa. Quindi siriempie un sacchetto di lino e lo si applica più caldo che sia possibilesui muscoli contratti; per finire, si avvolge il tutto in una coperta dilana. Il sacchetto rimanga sul punto interessato circa un’ora. Vi sipuò anche posar sopra una borsa d’acqua molto calda. Anche i bagnialle piante medicinali (fiori dei fieni e di camomilla) calmano il do-lore. Non reggo però alla tentazione di ricordare anche un altro rime-dio che funziona benissimo. Ma sì, diciamolo! Si tagliano a fette 2cipolle intere e si cuociono (poco) in poca acqua. Poi si scolano su unpassaverdure che si colloca sul recipiente stesso in cui sta bollendol’acqua di cottura (perché scolino senza perder calore)e si avvolgono in un pezzo di garza. Questo si ap-plica più caldo possibile sulla schiena e si coprecon un asciugatoio asciutto e una coperta dilana. Tutti questi trattamenti a base di applica-zioni calde è bene, naturalmente, che si fac-ciano a letto perché il calore possa distribuirsisenza dispersione. Quando poi il dolore è vinto,si può cominciare a pensare a una rieducazionedell’ organismo: spazzolature e getti per stimo-lare l’irrorazione sanguigna, bagni caldi e freddi aipiedi per renderli più resistenti al freddo, a quel freddoche porta così facilmente a nuove contrazioni! P. M. F. Klum

BUON LAVORO AL PRESIDENTE

DEL SENATOPietro Grasso, Presidente delSenato, è siciliano ed ha 68anni. È stato per ben 44 annivalente magistrato. È sposatoed ha un figlio ed ha dedicatola maggior parte della sua vitaalla lotta contro la temutamafia. Nel 1987 è stato uno deigiudici del maxiprocesso aCosa nostra, che era stato av-viato dai suoi amici Falcone eBorsellino, i magistrati che,purtroppo, furono uccisi dallamafia. Di quel processo scrisse la sen-tenza in ottomila pagine, cheinflisse ai mafiosi 19 ergastolicon oltre 2.600 anni di carcerein totale. Per questa sua attivitàcontro la mafia vive con la fa-miglia sotto strettissima scorta.Per alcuni anni è stato valenteconsulente della Commissioneparlamentare antimafia, poipassò a lavorare alla Procuranazionale antimafia, seguendole inchieste sulle stragi del1992 e 1993. Diventò Procuratore di Pa-lermo nel 1999 e nel 2005 èstato nominato capo della Pro-cura di Palermo. Nelle ultimeelezioni politiche fu eletto Se-natore con la lista del PD. Au-guriamo al Presidente delSenato buon lavoro nell’inte-resse della nostra bella edamata Italia. Mario Coletti

LA LUCE DELLA FEDEPapa Francesco, che vive quotidianamente la sua missione di Pie-tro come servizio attivo nella Chiesa e il Papa emerito, BenedettoXVI, che contempla il mistero di Dio, ci hanno fornito un fonda-mentale documento per rivisitare la nostra fede nella verità, per-chè la fede è forse un po' annebbiata dalla cultura dominantedell'effimero, delle cose che non hanno valore.Chi ha grande fede è in grado di vedere positivamente tutte le vi-cende della vita, anche quelle tristi.La Fede è incontrare il Dio vivente, che ci chiama e ci svela ilsuo grande amore.La luce della fede illumina tutta l'esistenza dell'uomo, lo aiuta adistinguere il bene dal male specialmente nella nostra epoca ma-terialistica, in cui il credere si oppone al cercare e la fede è vistacome un'illusione, un vero salto nel vuoto che impedisce la libertàdell'uomo.La fede dà conforto e fa superare tutti i dispiaceri, che travaglianospesso l'uomo.La fede non è uno scontato presupposto, ma ungrande dono divino, che va nutrito e sempre rafforzato.La fede cristiana procede dalla memoria della vita di Gesù e cischiude gli orizzonti eterni e celestiali. Papa Francesco c'invita anon farci rubare la speranza ed a ciò ci aiuta la grande e cristallinafede. La persona, che opera ogni giorno con la fede nella mentee nel cuore, sarà sempre stimato e preferito e ovviamente la suaanima si guadagnerà un giorno la felicità eterna nella Dimora pa-radisiaca. Mario Coletti

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L’ATTUALITÀ, pag. 14 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

SINFONIA DI PAROLE a cura di Stefano Di Marino

EVENTI DI STORIA E DI ATTUALITA

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AVVISO UTILE PER FAMIGLIE E AZIENDE

* Ristrutturazione di appartamenti.* Manutenzione straordinaria di edifici.* Progetto e calcolo di strutture di nuova realizzazione.* Valutazione della vulnerabilità di strutture esistenti.* Progetto di impianti fotovoltaici (pannelli solari per produrre ener-gia elettrica a basso costo, usufruendo di incentivi statali)* Certificazione energetica di edificiPer informazioni: Ing. Valentina Cerenza e-mail: [email protected]. 393.5215165 - 333.7924017 Tel.-fax: 089.9780165

LA LEGGENDA DEL GRAAL(Terza parte). Tra i vari scrittori che hanno affrontato la trattazionedel tema del Graal, di quell’epoca, riteniamo che il più credibilee interessante sia stato Wolfram von Eschenbach, un nobile tede-sco d’origine bavarese, forse appartenente all’Ordine dei Tem-plari. Egli prima di scrivere il suo romanzo si recò in Terrasantaper fare delle ricerche, ma soprattutto per approfondire alcunedottrine templari ritenute fondamentali per comprendere la veraessenza del Sacro Graal. Dalle ricerche effettuate da W. vonEschenbach, sembra che il Graal sia di origine ebraica. Ma sefosse stato realmente di origine ebraica perché un mistero appa-rentemente ed esclusivamente cristiano, come sostengono alcuni,così pregnante di conoscenza segreta e sapienziale doveva giun-gere a noi attraverso i Maestri iniziati giudaici? In virtù di quantoabbiamo sopra esposto emerge una profonda e inquietante rifles-sione. Come mai i Maestri giudaici conoscevano molto bene ilGraal e il Cristianesimo, in quel periodo, ne ignorava l’esistenza?Gli studiosi sono concordi nel sostenere che le origini del Graalrisalgono a una Tradizione antecedente al Cristianesimo. Il “Par-zival” di von Eschenbach, scritto tra il 1195 e il 1216, confermòche il Graal era di origine pagana, distaccandosi con tale affer-mazione dalla letteratura precedente e dalla concezione mistica religiosa del Calice. Questo testo fu ritenuto il più interessantee nel contempo rivoluzionario sia per i contenuti storici che eso-terici, poiché si era ispirato alle antiche scuole iniziatiche. Nelsuo romanzo afferma che la storia del Graal raccontata da Chré-tien è fantasiosa, mentre la sua è reale perché è nata da prove do-cumentali attinte da un manoscritto composto in lingua araba,nonché da informazioni riservatissime ricevute da Kyot de Pro-vence, un sapiente Maestro portavoce dei Templari, profondo co-noscitore del Sacro Graal e della Kabbalah. L’autore, in virtù delleconoscenze acquisite, introdusse un nuovo elemento di rotturacon le versioni precedenti relative a Chrétien de Troyes, a Robertde Boron e ad altri. Egli sostenne che il simbolo archetipico delSacro Graal, rappresentato dal Calice, non rispondeva più ai ca-noni per cui era stato creato e attraverso un’azione di metamorfosievolutiva divenne una “Pietra” dotata di poteri taumaturgici ca-paci di fare miracoli e di dare la vita eterna. Ne consegue che ilGraal sarebbe una Pietra magica “lapis exillis” in grado di pro-durre miracoli. Gli studiosi hanno dato diverse interpretazioni allasuddetta Pietra magica. Il termine “lapisit exillis”, potrebbe essereuna forma corrotta di “lapis ex caelis”, cioè pietra caduta dal cielo,oppure “lapis elixir”, la favolosa ‹‹Pietra filosofale›› degli alchi-misti. La “Pietra” per alcune scuole iniziatiche rappresental’uomo allo stato di natura. Nella simbologia biblica la “Pietra” èil simbolo dell’Ente supremo (Deut. XXXII, 4-15-18-30-31). La‹‹Pietra Scartata›› dai costruttori è divenuta testata d’angolo ‹‹Pie-tra Angolare›› (Salmi 118, 22). Nel linguaggio ermetico simbo-leggia la “Pietra pura e sottile” che rende possibilel’autocombustione della Fenice che muore e rinasce dalle proprieceneri. Il misterioso messaggio celato nel Graal non può esserecontenuto in un Calice o in una Pietra e tantomeno circoscritto auna religione, ma dev’essere uno strumento armonioso d’amore,di ricerca e di conoscenza teso ad illuminare il cammino della ci-viltà. Da alcune ricerche effettuate da insigni studiosi è emersoche il senso misterioso ed occulto del Sacro Graal non è soltantofideistico e mistico, ma soprattutto iniziatico ed altamente esote-rico. Pertanto, la comprensione del Graal nel suo significato spi-rituale ed esoterico più profondo, conduce il Ricercatore, nobilee puro di cuore, a risvegliare quel Dio - dormiente in ogni essereumano - che non l’ha mai abbandonato. (Continua)

L’ANGOLO DEL LIBERO PENSATOREa cura di Carmelo Monello di Borsod

LETTERA APERTACarissimi colleghi e lettori del Periodico mensile di società e cultura “L’attualità” diretto dal Nostro Prof. Salvemini. È sempre gra-tificante potersi inserire in queste prestigiose pagine, ricche di cultura e di tanta umanità, grazie ai vari articoli che compongonoquesto periodico tanto apprezzato dai tanti lettori sparsi in tutta Italia ed anche in Europa e oltre oceano. Sono articoli, che scaturisconodalla vita quotidiana, che vissuta dai nostri autori, dipingono con la penna, il vissuto sociale, anche se tra i frastuoni della vita di tuttii giorni, di una società troppo frettolosa che non si accontenta mai di quello che ha o si lascia imbrogliare, facilmente, dai litigi politiciche disorientano e questi stessi, sono additati come una fetta di società prediletta che crede di essere onnipotente. Per fortuna, questogiornale, così intelligente ed imparziale, tratta solo cultura, arte ed attualità, e se sfiora qualche argomento di estirpazione sociale, cheosserva la politica attuale, lo sa fare con discrezione e senso di responsabilità. In questi articoli, armonizzati e inseriti per argomento,ci sono esempi di saggezza e di acuta osservazione, perché sa spaziare su vari fronti dalla vita quotidiana della nostra bella Italia e alresto del mondo. Tutto questo, è cultura, una cultura che ci fa sentire orgogliosi e crescere e ci fa capire quale responsabilità abbiamo,nel mente la nostra penna compone l’articolo che più ci sta a cuore e che mira a realizzare lo sfogo dei nostri sentimenti, tenendo sem-pre presente, che quello che scriviamo, deve essere solo verità e niente fantasia; ques’ultima parola, la lasciamo ai nostri poeti. I fattidella nostra vita quotidiana, non si possono immaginare, ma soltanto viverli in prima persona, e solo così si può rendere partecipi glielettori, che hanno bisogno di leggere cose belle e vere e che lasciano un vero messaggio di cultura, di attualità costruttiva e tanta uma-nità, specialmente se tratteggiamo l’immagine di qualche personaggio illustre che merita di essere additato come valido esempiò daseguire e penso al nostro amatissimo Papa Francesco. In questo contesto, così reale e sentito, ci aggiungo la sensibilità dei nostri gior-nalisti, poeti, scrittori e tutti gli artisti che emergono in questo prestigioso giornale e molti di essi, sono inseriti nell’Accademia cittàdi Roma che ha superato i 100 anni di eredità umana ed artistica in Italia e nel mondo. Alla Presidenza, vi è un uomo sensibile e diramificata cultura umana ed instancabile con profonde radici cristiane; un abile comunicatore del pensiero artistico, grazie alla pre-senza dei suoi quotati artisti, che dell’arte ne fanno una primaria ragione di vita, sono artisti di ogni estirpazione: pittori, scultori, attori,e attrici, poeti, scrittori e narratori, ognuno con il suo valoroso curriculum costruito con sacrificio nel tempo. Ad affiancare il Pres.eMaggi e ad aiutarlo nella organizzazione, si evidenzia la Sig.ra Cerasela Nagy che svolge un lavoro encomiabile nel gestire la sua at-tività burocratica in veste di segretaria presso la sede legale di via campo Dolcino in Roma. L’Accademia città di Roma, grazie ai suoiartisti, si sta espandèndo macchia d’olio in Italia ed in Europa, in particolare nella stupenda terra della Romania, che oggi si avvicinasempre di più a diventare parte attiva dell’Europa, la stessa rassomiglia tanto all’Italia per cultura ed antichi valori Patriottici. E’ do-veroso, quindi evidenziare e sottolineare una superba figura femminile, che svolge proprio in questa terra la sua dinamica e prestigiosaattività manageriale, la Dott.ssa Veronica Balaj, giornalista e corrispondente nel mondo, dell’Emittente televisiva e Radio TVR di Ti-misoara, una donna speciale che meriterebbe molto più spazio per descriverla ed evidenziare i suoi apprezzati carismi, sia comedonna che come affermata giornalista. Quanto evidenziato, mi aiuta a ricordare che poche settimane fa, il Pres. Comm.re Maggi, haorganizzato una mostra d’arte contemporanea, con pittori Italiani ed Europei, creando in questa artistica e pittoresca Romania, un ge-mellaggio culturale ad alto livello artistico. A questo incontro di cultura internazionale, sono intervenuti famosi pittori della terra diTrieste, tra i quali il più sensibile e prestigioso, è senza dubbio il migliore il Maestro Benassi Franco, sensibile e unico nel suo generepittorico, con uno stile inconfondibile, capace di coinvolgerti nelle sue tele che si muovono con pennellate intelligenti di colori fia-beschi tra una geometria perfetta e tridimensionale, cura e amore tra quella architettura che ti viene incontro esaltando il messaggiodell’estensione paesaggistica, quassi un intarsio che si insinua dolcemente con i suoi colori vellutati, ma incisivi che penetrano nell’anima e ti senti trasportato in quei dipinti e diventi parte vivente di quello scenario. Così il romanticismo più vero offerto dai quadridella sua allieva Signora Antoniana Nardelli che con i suoi freschi colori ricama la vita quotidiana attraverso una paesaggistica ro-mantica quella delle alte vette, della sua amata terra, ammantate di neve, sogni ed estasi, un connubio di freschezza interiore, da fartiincantare e sognare ad occhi aperti, vivendo le sensazioni più belle del tuo essere ricordando la dolcezza di quelle vecchie favole cheleggevi con occhi diversi. Unitamente al Pres. Maggi, vi erano: la Dott.ssa Liana Botticelli, il sottoscritto e gli artisti citati, tutti ab-biamo partecipato ad uno spazio culturale concessaci dalla giornalista Veronica Balaj. La stessa. In qualità di responsabile dell’Emit-tente RdioTelevisiva TVR. di Timisoara, ha effettuato una vera e propria intervista ai presenti, nella quale ognuno ha espresso ilproprio pensiero artistico ed affettivo verso di Lei. In questaa occasione, la Dottoressa Botticelli ha evidenziato il Periodico mensilel’Attualità, dove lei svolge una sentita funzione di redattrice promuovendo una diretta collaborazione con l’Accademia città di Roma,con i vari Artisti che a loro volta sono impegnati culturalmente con il giornale. La mostra ha segnato un altro tassello di elevatacultura anche grazie alla presenza di alcuni artisti provenienti dalla pittoresca Sardegna, tra questi: Antonio Giuseppe Onida, in vestedi poeta in lingua sarda, la pittrice e affermata scrittrice Anna Maria Chirigoni, sensibile con le sue fiabe, la pittrice Laila Maieli, ca-ratterialmente tenace come le sue tele, e il Delegato dell’Accademia in Sardegna Contini Mario pittore estroverso mostrando i coloridel mare con fresche pennellate romantiche. In questa cornice di arte, di cultura internazionale e di tanta grazia poetica, avrei vistovolentieri la presenza della poetessa Elena Andreoli, le cui poesie o scritti, avrebbero certamente impreziosito questa cornice artisticain questa terra favolosa di arte e di cultura; ma ugualmente l’abbiamo pensata e sentita vicina a tutti noi.In chiusura di questo breve diario artistico, approfitto per fare gli auguri alla Nostra Poetessa Elena Andreoli, per il suo compleannoavvenuto il 20 ottobre 2013

IL VIAGGIO DEL “PICCOLO PRINCIPE”Nel minuto pianeta da cui proveniva il piccolo principe oltre alla rosa che egli innaffiava tutti i giorni, vi erano tre vulcani, uno spento e gli altridue in attività di cui spazzava il cammino tutte le settimane. Affacciandosi dalla sua stella, come da una finestra, egli guardava l’universo contem-plandone i bei tramonti. Poi un giorno, annoiato e stanco, approfittando di una migrazione di uccelli selvatici, salutò la sua rosa e partì per conoscerenuovi pianeti. Aveva abbandonato il suo astro perché si sentiva troppo solo lassù, desiderava andare a spasso per lo spazio e conoscere nuovi mondi.Il primo asteroide da lui visitato era abitato da un vecchio re solitario che si credeva onnipotente e che fu ben felice di avere finalmente un sudditoa cui dare ordini e da cui farsi ascoltare. Il re voleva nominarlo suo ministro affinché rimanesse per sempre con lui, ma il piccolo principe decise dipartire perché aveva capito che il re lo voleva solo per comandare. Arrivò su un altro pianeta questa volta abitato da un vanitoso che chiedevasoltanto di essere adulato e applaudito senza ragione e subito scorse nel piccolo principe qualcuno che potesse lodarlo. Per i vanitosi gli altri esseriesistono esclusivamente se si dichiarano loro ammiratori. Il piccolo principe continuò a navigare per lo spazio ed approdò in un pianeta dove c’eraun ubriacone che beveva soltanto per dimenticare la vergogna di farlo. Passò oltre e giunse in un altro astro dove viveva un uomo d’affari che tra-scorreva tutto il suo tempo, senza smettere un attimo, a contare le stelle credendo che fossero sue. Si credeva un uomo ricco. Il piccolo principe glifece notare che le stelle non si potevano possedere ma egli ribadì che dal momento che l’idea di contarle era stata sua esse le appartenevano di diritto.Il piccolo principe proseguì il suo viaggio spaziale e si trovò su un corpo celeste che ruotava così velocemente che il lampionaio che vi risiedevaera costretto ad accendere e spegnere in continuazione un lampione senza poter mai dormire. Il piccolo principe si chiedeva a cosa servisse tuttoquesto dal momento che su quel pianeta non vi erano abitanti; però pensava che tra gli individui finora da lui conosciuti almeno era stato l’unicoche non pensava solo a se stesso. In un altro pianeta si trovava un geografo, un vecchio signore che scriveva enormi libri seduto alla sua scrivaniada cui non si allontanava mai. Il suo lavoro si basava unicamente sulla trascrizione di ricerche fatte da altri ma al momento si trovava senza esploratorida inviare e perciò si crogiolava nell’ignoranza non avendo nuove informazioni e nuovi dati da analizzare. Fu proprio lui a consigliargli di visitareil pianeta Terra. Vi era stato poi, anche un pianeta in cui viveva un certo signor Chermisi, che in tutta la sua vita non aveva mai guardato una stella,non aveva mai voluto bene a nessuno e tutto il giorno faceva addizioni e diceva di essere un uomo serio. In realtà secondo il piccolo principe nonera un uomo ma un fungo. Egli definiva “funghi” tutti quegli Esseri senza ideali che non riuscivano a sviluppare ulteriormente le proprie doti, chesi adagiavano alla vita senza reagire, senza sognare. Questo viaggio attraverso l’universo l’aveva sconcertato, aveva fatto degli incontricon bizzarri e diversi personaggi da cui aveva imparato che le persone adulte erano molto strane e che non comprendevano quelloche era veramente importante. Tutto era stato osservato con una certa meraviglia tipica dell’infanzia che vede istintivamente lecontraddizioni in cui vivono gli adulti. Il piccolo principe pensava a quanto era più difficile giudicare se stessi che gli altri eche solo quando ci si riesce nel modo giusto ci si può definire saggi. Considerava che tutti quegli Esseri non erano utili anessuno neanche a loro stessi, erano tutte persone sole, succubi delle loro fissazioni e del loro egoismo. Ognuno di loro si eracostruito un proprio mondo, fatto di egoismo e di solitudine di cui erano prigionieri. Il piccolo principe aveva lasciato la suastella, cioè il suo mondo di sogno e la sua rosa, non solo per cercare una consolazione alla sua solitudine, ma anche per conoscerela vita degli altri pianeti o mondi a lui ignoti, cioè era uscito dal proprio mondo interiore per esplorare quello che esisteva al difuori e prendere a poco a poco coscienza della vita degli altri Esseri, a lui sconosciuti perché chiusi nella roccaforte dei loro pianeti.Allontanandosi dal suo mondo interiore aveva scoperto che esistevano altre realtà oltre la sua, altri modi di vivere il cui denominatorecomune era la solitudine.(Continua) Antonietta Anzalone

AL GORE, IL VERO PRESIDENTEIl 20 gennaio 2001 George W. Bush, detto junior per distinguerlo dall’omonimo padre, divenne il 43mo presidente degli Stati Uniti, rimanendo alpotere fino al gennaio 2009 e attirandosi molte critiche durante gli 8 anni del suo doppio mandato, dall’intervento della guerra in Iraq fino allapessima gestione dell’emergenza dell’uragano Katrina. Ma non tutti sanno che, se le cose non fossero state ostacolate da problemi mai chiariti, lepresidenziali le avrebbe vinte il diretto rivale di Bush: Al Gore. Già abile giornalista durante la guerra in Vietnam, dove ebbe modo di sviluppare isuoi primi propositi contro la guerra, Albert Arnold Gore divenne negli anni successivi uno dei personaggi più importanti della scena mondiale. Neiprimi anni ‘90, da poco reduce da una tragedia familiare (il suo amato figlio Albert, di sei anni, era morto in un incidente stradale) e dopo aver scritto“Terra in equilibrio”, in cui gettò le basi del suo futuro di ambientalista, Al Gore aveva ormai deciso di allontanarsi dalla scena politica americana,ma venne subito contattato da Bill Clinton durante le presidenziali del 1993. Secondo gli oppositori i due erano troppo giovani e di educazione eidee politiche troppo simili per avere successo in politica, ma sappiamo la storia com’è andata. Durante la presidenza Clinton, Gore divenne unodei vicepresidenti più influenti della storia, migliorò e favorì nuovi e più progrediti mezzi di informazione, diede impulso allo sviluppo di internete, fedele ai suoi ideali ambientalisti, aderì al Protocollo di Kyoto. Giunti alle presidenziali del novembre 2000, Al Gore decise di candidarsi alla pre-sidenza degli Stati Uniti. I voti popolari sembravano favorirlo, ma mancavano ancora le votazioni dei Grandi Elettori in Florida (dove, per la cronaca,era governatore Jeb Bush, fratello di George), quelli che da soli sono in grado di influenzare buona parte degli esiti elettorali. Ma appena si giunseallo scrutinio iniziarono i problemi: il processo di verifica delle schede elettorali divenne subito ambiguo e confuso, al punto che la Corte Suprema,per evitare ulteriori imbarazzi, decise di annullare l’intero processo in Florida, attribuendo di fatto la vittoria elettorale a George Bush. Fedele finoin fondo all’amore per il suo paese, Al Gore decise di accettare gli eventi, pur di evitare agli occhi del mondo l’imbarazzo di una nazione incapacepersino di gestire i voti elettorali. Solo ulteriori e successive indagini di quotidiani come il Washington Post e il New York Times rivelarono che AlGore aveva avuto ben mezzo milione di voti in più rispetto a Bush. Ma l’ex vicepresidente non è mai stato tipo da rimanere inattivo. Abbandonatala carriera politica (nel 2008 non si candidò nemmeno alle presidenziali) decise di dedicarsi a tempo pieno all’ambiente e, dopo aver fondato il canaletelevisivo per giovani Current Tv, nel 2006 realizzò, insieme al regista Davis Guggenheim, il documentario “Una scomoda verità” (tratto da un librodello stesso Al Gore). Nel filmato, che l’anno successivo vinse due oscar (miglior documentario e miglior canzone), Gore analizzò e spiegò abilmentegli effetti devastanti che l’inquinamento e una cattiva gestione delle risorse hanno sull’ambiente. Divenuto anche membro del consiglio di ammi-nistrazione della Apple, Al Gore si dedicò negli anni successivi a promuovere la difesa dell’ambiente e dei diritti umani, con una tale passione chenel 2007 vinse il premio Nobel per la pace insieme allo scienziato indiano Rajendra K. Pachauri. Con il suo carattere severo ma appassionato, conla sua passione per i temi ambientali, e soprattutto con gli eccellenti risultati che ha raggiunto, ora ci si chiede che presidente degli Stati Unitisarebbe stato Albert Arnold Gore. Emiliano Federico Caruso

QUELLA SFRENATA SUPERBIA DI GAUGUINIl pittore Paul Gauguin,dopo una vita movimentata conclusasialle Marchesi dove c'è la sua tomba, ci ha lasciato una nume-rosa corrispondenza con interessanti testimonianze. Ad esem-pio questa: "Come i cantanti anche i pittori talvolta stonano, illoro occhio non ha armonia". “L'opera di un uomo” dice "è laspiegazione dell'uomo stesso". Possiamo essere d'accordo. Mapoi Gauguin non manca di fare osservazioni in cui parla delproprio lavoro senza un minimo di modestia e a un certo puntoafferma: "Sono un grande artista e lo so". Quindi aggiunge conorgoglio: "Posso dire che nessuno mi ha insegnato niente. Socosì poco, è vero ma preferisco quel poco che viene da me". Equi pecca di presunzione perchè non esiste nulla intorno a noi,anche quando è poco, di cui uno possa dire di non dovereniente a Qualcuno o a qualcosa. Perchè spesso molti artisti,anche quando sono grandi, sopravvalutano il proprio valore ei propri meriti. E anche il genio, per quanto alto e riconosciuto,ha la sua superbia e le esagerazioni, le note stonate e la cecitàdi chi si stima oltre misura o magari giudica il proprio talentocome unico e insuperabile. La conclusione è esplicita e misembra evidente. Perchè qualsiasi artista, per quanto nuovo egrande possa sembrare, deve sempre a qualcuno oppure a qual-cosa. Raffaele Cecconi

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L’ATTUALITÀ, pag. 15N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA

DEVOZIONE ALLA VERGINE DI LOS ANGELESIl 2 agosto c.a. si sono svolte a Cartago, in Costarica, le celebrazioni peril 377° anniversario del rinvenimento dell’immagine di Nuestra Senorade Los Angeles, Patrona della nazione; all’evento ha preso parte un’im-mensa folla di devoti. L’immagine della Vergine Maria che tiene in brac-cio il Bambino Gesù, fu rinvenuta dall’indigena Juana Pereira de LosPardos (Cartago) nel 1635 e suscitò sin da subito la devozione della po-polazione, che immediatamente si mobilitò per costruire la prima cap-pella in suo onore: Nei secoli la cappella venne sostituita da chiesesempre più grandi e maestose, fino all’attuale Basilica. L’effige, per lesue dimensioni minute ed i tratti oscuri del volto, è familiarmente deno-minata la Negrita dei Costaricani. Nel 1824 il Parlamento nazionale di-chiarò Nuestra Senora de Los Angels Patrona della Costarica; a questoatto fece seguito l’incoronazione pontificia nel 1926.

CRISTIANI O BATTEZZATI?Non sembri strano l’interrogativo iniziale perché “cristiano” significa di-scepolo di Gesù Cristo e quindi membro attivo all’interno di una comu-nità che è la Chiesa, mentre tanti battezzati non si riconoscono né comeseguaci di Gesù Cristo, che non conoscono e non rientra nell’ambito deiloro interessi, e conseguentemente non si ritengono appartenenti all’in-sieme dei discepoli e testimoni del Risorto, anzi spesso contrastano l’ap-plicazione sociale dei principi evangelici guidati da un biecoanticlericalismo di altri tempi. Papa Francesco, nelle giornate di Rio, esoprattutto sulla spiaggia di Copacabana ai tre milioni di giovani di tuttele parti del mondo, ha ripetuto il suo invito a tutti gli uomini e le donnedel mondo a vivere il Vangelo dell’amore nei suoi termini elementari chesono la dolcezza e la tenerezza come sensibilità umana verso gli ultimi.In fondo era questo che voleva San Francesco, del quale abbiamo cele-brato da poco il ricordo,quando comandava ai suoi frati di vivere il Van-gelo “sine glossa”, cioè senza accomodamenti, senza manipolazioni disorta. Chi incontra Cristo si commuove e si stupisce nello scoprire quantoDio, Padre e Madre, ci voglia bene e dia la possibilità di vivere ogni cir-costanza, lieta o triste, umanamente parlando, in perfetta armonia. Cristo,se e quando lo incontri, attira e non pretende che andiamo avanti con ipropri sforzi, ma si fa carico di ognuno di noi e ci porta in collo col suoperdono. Dopo questo abbraccio si diventa luce e fuoco per i fratelli cheincontriamo sul nostro cammino e sentiamo il bisogno di abbandonare ilnostro guscio, di lasciare quei gretti egoismi che escludevano e giudica-vano, condannavano. Andare contro corrente, come Abramo che develasciare la sua terra e andare verso l’ignoto di Dio; come i Dodici cheannunciano verità ordinariamente incomprensibili e nuove, come venderetutto, prendere la Croce, morire per avere la vita; annunciare che Dio ciama come siamo, con le nostre fragilità e debolezze, ci ama anche se nonabbiamo tutte le carte in regola nell’archivio parrocchiale. Ognuno è untesoro prezioso, la pupilla degli occhi per Gesù. Solo questo, poi, dà lacapacità di ridistribuire quanto ricevuto senza possibilità di esaurimentodella potenza infinita di Dio incarnata nel cuore del cristiano che ha sco-perto in sé il riflesso della luce e dell’amore di Dio e la possibilità di ir-raggiare l’esperienza tutto intorno come servizio agli uomini e al mondocreato. Non chi appartiene all’anagrafe parrocchiale, ma il seguace, il di-scepolo può camminare, colpito dal fascino divino, verso l’evento finaleche ci accompagna dal primo giorno della nostra storia: una via di pacepossibile per tutti quelli che la vogliono percorrere.

MA IN FAMIGLIA, DOV’È DIO?(Terza parte) Chiediamoci: “Cosa deve fare una famiglia per raggiungerela santità?”. Questo cammino parte da una verità fondamentale: poichéla famiglia è abitata da Dio, essa è una cellula della Chiesa e addiritturaè chiamata “Chiesa domestica” perché in essa la Chiesa si ritrova “tuttain un frammento”. Ora, come la Chiesa diventa santa attraverso l’Euca-ristia e nella misura in cui tutti suoi membri “diventano eucaristia”, cosìla famiglia si santifica facendo di tutta la settimana una preparazione eun prolungamento dell’Eucaristia vissuta insieme la Domenica! Per ilcristiano l’Eucarestia è tutto: non soltanto in senso oggettivo, ma anchein senso pedagogico. La Messa è scuola di vita… e lo è anche per la fa-miglia. Alla Messa però dobbiamo portare due cose: la Fede e la Vita. LaFede è indispensabile, altrimenti la Messa potrebbe diventare un bell’in-trattenimento: è piacevole infatti partecipare ad una Messa in cui si ese-gue Mozart o si canta in perfetto gregoriano; si suona con la chitarra inmodo trascinante o si comunicano vicendevolmente, magari per ore,splendide testimonianze di vita, di quelle che fanno accapponare la pellee lacrimare gli occhi. Di Messe oggi ce ne sono, per fortuna, per tutti igusti, per tutte le età, sensibilità e disponibilità di tempo. Se la Messadomenicale si riducesse solo a questi esaltanti momenti assembleari, cisarebbe però da chiedersi se un’organizzazione mondiale quale la ChiesaCattolica non dovrebbe utilizzare meglio una convocazione settimanalecosì importante in cui si riuniscono milioni di persone, cosa unica almondo, che nessun’altra organizzazione civile o religiosa può vantare!Invece no. La Fede ci dice che non c’è niente di più importante dellaMessa, perché essa è la celebrazione dell’Alleanza di Dio con noi. LaMessa non è fatta solo per incontrarsi, ma soprattutto per incontrarci conDio: è Lui infatti che ci convoca e ci fa incontrare. Chi, se non Lui, ha ildiritto di convocare settimanalmente centinaia di milioni di persone daiquattro angoli della terra? La Messa non è un teatro in cui si recita unaparte, ma è la Vita stessa, nella sua realtà più profonda, che viene cele-brata: con la nostra vita dobbiamo esprimere ciò che si celebra e si devecelebrare ciò che noi siamo. La Messa esprime simbolicamente per ilcristiano il senso, il significato stesso della sua vita, letti alla luce dellaFede, letti cioè, con gli occhi di Dio. La vita, come la Messa, deve essereper il cristiano accoglienza, perdono, preghiera, ascolto, testimonianza,offerta, consacrazione, rendimento di grazie, comunione, benedizione,missione, condivisione: sono i momenti fondamentali della Messa, sonoi momenti fondamentali della vita cristiana, ovvero della vita dell’uomovissuta quotidianamente come piace a Dio; della vita vissuta da figlio diDio. La Messa, non solo esprime simbolicamente questi momenti contutti i suoi vari riti ma, essendo un Sacramento, con la Grazia di Dio aiutail cristiano a realizzarli nella propria vita in concreto, giorno per giorno,settimana per settimana. “Celebrare l’Eucaristia nella vita perché tuttala vita divenga eucaristia”: ecco il segreto del Nuovo Culto che Gesù,con l’Ultima Cena e tutta la sua esistenza, – da Nazareth, al Calvario,alla Pasqua, alla Pentecoste – è venuto ad inaugurare! La famiglia puòesprimere così nella Messa domenicale il massimo di se stessa perchérinnova, nel Sangue di Cristo, quell’Alleanza eterna stipulata nel Matri-monio. Praticamente, è come se gli sposi si sposassero di nuovo e rice-vessero di nuovo dalla mano di Dio, l’uno l’altra, i figli, i genitori anziani,i parenti, gli amici, gli impegni, i doveri, le gioie e le sofferenze…, masoprattutto la Grazia per andare avanti tutta la settimana. Suonano lecampane… È domenica! Andiamo a Messa!

DIALOGO ECUMENICOa cura di Aurora Simone Massimi

LA RUBRICA DEL PADREa cura di Pierluigi Vignola

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CONVERSIONE O PROSELITISMOSembrerà strano ma ancora una volta alcuni fedeli e diversi sacerdotisono rimasti sconvolti da alcune dichiarazioni di Papa Francesco conte-nute nel dialogo avuto con Scalfari e riportato da Repubblica. Stupitidalla sincerità del fondatore de “La Repubblica” che hacandidamente dichiarato di non credere nell’anima perché, dobbiamosinceramente ammettere, leggendo il suo giornale si dubita che il diret-tore ce l’abbia, ma Papa Francesco gli ha detto che ce l’ha, allora non c’èdubbio. Ma, a parte gli scherzi, veniamo a noi. Ecco le affermazioni diPapa Francesco che hanno sconvolto laici e preti: “Il proselitismo è unasolenne sciocchezza, non ha senso. Importante è “conoscersi, ascoltarsi,ampliare la cerchia dei pensieri” e ancora “Non ho nessuna intenzione diconvertirla”. “Allora, - commentavano quel gruppo di preti e laici – senon dobbiamo convertire è inutile lavorare, cosa ci stiamo a fare?”. Si-curamente possiamo dire che non avevano idee chiare sul proselitismo ela conversione. Il primo è per condurre ad un’idea, ad una associazione,ad un partito, ad una setta, a se stessi, la seconda per condurre a Dio.Sono due cose totalmente diverse. Anche Gesù, che, non c’è dubbio vo-lesse salvare tutti coloro che incontrava suscitando la fede ha avuto a chefare col proselitismo. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorreteil mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figliodella Geenna il doppio di voi.”(Mt 23,15). Anche noi abbiamo a che farecon questo genere di pesca degli uomini; direi che è il modo tipico dellesette e sicuramente la tentazione anche dei cristiani che pur di portarealla Chiesa o al proprio movimento o associazione farebbero di tuttoanche condizionando la libertà del malcapitato. La conversione ha una di-namica diversa. Prima di tutto è Dio che converte e non siamo noi anchese si serve della nostra collaborazione come in tutte le cose. Noi dob-biamo evangelizzare, cioè annunciare il Vangelo con la vita, e anche conla Parola, direbbe San Francesco; annunciare significa proporre non im-porre neppure con i mezzi più sofisticati come sarebbe possibile oggi.La proposta lascia sempre la libertà dell’accoglienza o del rifiuto. Dopoil nostro annuncio o anche prima interviene misteriosamente lo SpiritoSanto che fa la parte sua, cioè cambia il cuore del fedele ascoltatore dellaParola che è stata annunciata. Questa si chiama conversione e Cristovuole questa collaborazione da noi. Ovviamente c’è ancora un modo percollaborare alla conversione ed è la preghiera incessante rivolta a Dioperché converta gli uomini e li salvi. E siamo sicuri che Papa Francescoavrà pregato e pregherà per Scalfari ma si è guardato bene dal dirgli cheavrebbe pregato per la sua conversione perché anche questo sarebbe po-tuto esser una forma di condizionamento e magari, per assurdo, conver-tirsi per far contento il Papa. Non c’entra niente col discorso precedentema ci ha colpito la forte affermazione che il Papa ha fatto nella stessa in-tervista: “una religione senza mistici è una filosofia”. Ci ha ricordatol’affermazione di Ranher “I cristiani di domani o saranno dei mistici onon saranno”. Crediamo che sia proprio così. Pierlugi Vignola

IL CUORE CALDO DI VITTORIANA ABATESi può intervistare un’intervistatrice? Non è un pò come controllareil controllore? Giudicare il giudice? Spontaneo a questo punto vieneda chiedersi: Cui prodest? A chi giova, ma soprattutto a che cosa.Quale il senso di questo fare, dire, ricercare. Eppure, aver ascoltatol’intervista tessuta dalla giornalista Vitiello a Vittoriana Abate, in-viata speciale di Bruno Vespa, ha lasciato il cuore aperto alla spe-ranza, in tempi così bui, per i nostri giovani di molto talento e dinessun credito nel campo del lavoro. Dettaglio irrilevante la formasmagliante di Vittoriana. E cosa dire della semplicità con cui confessaa cuore aperto di possedere una certa dose di narcisismo, come tuttiquelli che per un qualsiasi motivo artistico, intellettuale o solo prag-matico si espongono e si propongono agli altri. Una persona vera,autentica. Vittoriana ha detto molto sulla sua vita, sulle sue espe-rienze, sulle influenze ricevute, sullo stile raggiunto, in virtù di lode-voli capacità e di buoni maestri. Ma il tutto, dosato e temperato conequilibrio, pudore e signorilità di chi ha indagato in venti anni di car-riera le debolezze umane, ma ha letto soprattutto in sé la fragilità el’imprevedibilità del caso e della vita. Vittoriana non si è sottrattaneppure a risposte che richiedevano di gettare luce nell’intimo di sé.Vittoriana sa che bisogna coltivare una buona dimestichezza-amiciziacon la parola ma soprattutto con gli intervistati, persone con il lorocarico di dolore e di iniquità. Fermo restando, ovviamente, il princi-pio di obiettività e di distanza che deve mantenere un vero cronistadi razza. Che cerca sì le strategie necessarie a portare in porto “audioe video”, la sua professionalità, ma anche la curiosità umana che cispinge a cercare sempre e ovunque le risposte. Solo così ha sensouna cronaca. L’intervista non è pensata solo per fare audience, quantopiuttosto per seguire l’evoluzione di una società in cammino. Diffe-renza sottile, ma sostanziale. Non serve l’intrattenimento trash, ilservilismo. Occorre che il vero giornalista, pur nell’asetticità dellesue cronache, abbia dentro un “silenzioso empito”. Vittoriana con-fessa di sentire orrore per coloro che, turlupinando, chiedono visibi-lità, come nel caso del torturatore ed uccisore del piccolo Tommy. Ildesiderio che accompagna questa annotazione memoriale rivelal’anima vera di Vittoriana. I media non dovrebbero dare spazio ai ne-fasti, ai petulanti, ai commedianti, alle persone di vacue parole, difittizie testimonianze. Riflettere il mondo e possibilmente orientarlobene: questo il comandamento. Che il quarto e quinto potere nonsiano più prerogativa di imbonitori. Vittoriana sa che bisogna libe-rarsi di questo lessico che non riscalda il cuore. Eppure è della gene-razione che ha fatto dell’aggressività e dell’arrivismo la propriabandiera. Merito della mamma, ha suggerito qualcuno durante l’in-tervista. Una donna “tosta”. Si, ma io penso una donna vera, unamagna mater che sa comunicare valori, entusiasmo, sostegno moralee, perché no, determinazione al raggiungimento delle proprie voca-zioni, attraverso il duro cammino dell’apprendistato e del volonta-riato, del precariato. Tutta una serie di step sconosciuti allagenerazione del “tutto, subito e senza fatica.” Perché l’ambizionecarrieristica non deve deprivare dalla femminilità. Così ci rammentasaggiamente Vittoriana. In quanto poi alla feroce competizione, Vit-toriana così chiosa: essa fa parte del flusso incontrollato della vita, delgioco crudele delle dinamiche sociali use al clientelismo, all’arrivi-smo e allo scambio di favori, all’utilizzo scorretto e sleale del potere.E che per questo bisogna attrezzarsi ma senza paventare: si è premiatialla distanza. Questa la filosofia di vita di Vittoriana, questa la forzadel cuore. Di una che non si perita di dichiararsi “romantica” perchécredere nei sogni è l’energia primaria che ha condotto l’umanità aduscire dalle caverne. Per aver operato bene un grazie a questi genitori.Questo il loro motto: “Age quod agis”. Raffaelina e Pasquale, duenomi nostrani rassicuranti e familiari, senza esotismi e cadute di este-rofilia. Giulia Maria Barbarulo

COSÌ LA MADONNA APPARE AI VEGGENTI Forse non tutti sanno che in duemila anni di cristianesimo le apparizionimariane degne di fede sono state oltre mille. La prima apparizione standoa certe tradizioni orali, sarebbe avvenuta a Saragozza, in Spagna, quandola Vergine era ancora vivente. Ella sarebbe apparsa a san Giacomo suuna colonna:in ricordo dell’evento tuttora si venera la Madonna del Pilar.Una seconda apparizione risalirebbe al periodo immediatamente succes-sivo alla morte: la Vergine sarebbe apparsa agli apostoli radiosa di luce,promettendo di non abbandonarli. Da allora la Madonna è apparsa al-l’uomo in tutti i tempi e in tutti i luoghi, con un crescendo a partire dalXIX secolo. Maria si presenta spesso sola, ma a volte insieme ad angelie a santi o a Gesu’, per lo piu’ bambino. La sua manifestazione è accom-pagnata da numerosi e molteplici fenomeni: luci,lampi, tuoni, profumi,fonti che scaturiscono sul luogo dell’apparizione, guarigioni, conver-sioni. Quasi sempre la Vergine parla al veggente, gli dà messaggi trascrittidopo l’estasi: preghiere, profezie, richieste, promesse. La Madonna è ap-parsa con abiti di colore diverso: spesso bianco o celeste, ma anche rosa,blu oro, grigio, rosso, violetto. In qualche occasione anche nero. A giu-dizio degli esperti, questi diversi colori hanno ben precisi significati ecostituiscono un linguaggio simbolico non verbale, al pari di certi ele-menti che accompagnano l’apparizione di Maria: se la Madonna mostrail cuore, è simbolo d’amore, di dedizione, se mostra la croce è simbolodi sofferenza. (segue) Marina Giudicissi

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO DA ASSISIDalla Sala delle Spoliazioni ad Assisi si è levato forte il grido diPapa Francesco contro i “cristiani di pasticceria, come belle torte,come belle cose dolci! Bellissimo, ma non cristiani davvero!”.Poi ha proseguito con l’invito ad imitare il Santo che in quellasala si è volontariamente liberato dei beni materiali. Questa sol-lecitazione non significa necessariamente che ognuno debba af-frontare una scelta così radicale. Per comprendere l’esattosignificato di questa esortazione, è necessario riferirsi allo “spiritodi Gesù”. Egli ha detto: “Non si può servire due padroni: o serviDio o servi il denaro”. È un insegnamento che si ritrova anche inun altro passo del Vangelo di Matteo, quando dice che: “È più fa-cile che un cammello (grossa corda) passi per la cruna di un ago,che un ricco entri nel regno dei cieli”. Tuttavia, in un altro passo,si narra che Gesù ha frequentato anche i ricchi. A Zaccheo, che re-stituisce soltanto la metà dei suoi beni dice: “La salvezza è entratain questa casa”. La condanna di Gesù a cosa si riferisce? Non allaricchezza di per sé, ma all’attaccamento, al voler tenere le cosemateriali per se stessi, senza volerle condividere. I beni del mondonon devono essere disprezzati, non sono un male per se stessi, maandrebbero usati bene. E’ il cuore, e non la mano, a dover starlontano da essi. E’ il progetto di un’emancipazione da ogni di-pendenza mondana che può rendere liberi e, per il credente, èun’anticipazione di quello che è di là da venire.

Fiorella Ialongo

L’ANGELO CUSTODE DI SAN GIOVANNI BOSCO Uno degli episodi più singolari che costituiscono i fatti miracolosi chehanno accompagnato la vita di Don Bosco e vanno posti in relazione congli angeli riguarda l’assistenza di un cane. Ci riferiamo agli attentati con-tro Don Bosco, frutto di misteriose macchinazioni. Quando la sua vitaera in pericolo, appariva un grosso cane nero che gli faceva da “guardiadel corpo”. Don Bosco chiamò quel cane Giorgio e sostenne che sotto lespoglie dell’animale si celava il suo angelo custode. Per oltre 30 anni glifu accanto, salvandolo dai pericoli oppure mettendolo in guardia quandosi approssimava qualche rischio. L’angelo custode ebbe senza dubbio unmodo insolito per manifestarsi, ma le celesti creature sanno comunicarecon gli uomini attraverso strade spesso “strane”, anche misteriose, masempre in grado di cogliere nel segno. Marina Giudicissi

S . MARGHERITA DI ANTIOCHIA, PATRONA DI ALBORI DI VIETRI SUL MAREIn Occidente il culto di Santa Margherita si diffuse a partire dal VII secolo. La traslazione del corpo in Italia avvenne a seguito delle discordienate ad Antiochia fra Eusebio, Patriarca del luogo, e Andronico, Capo della città, che fu sostituito con Simardo divenuto in seguito suo genero. Il suocero, per disaccordi con il genero, lo uccise, devastò la città, incendiò le chiese e distrusse il tempio in cui era custodito il corpo di SantaMargherita. La tradizione ci ha fatto pervenire che un Monaco, tale Agostino da Pavia, Priore di Antiochia, nel secolo X, esattamente nel 908,dopo varie peripezie riuscì a trafugare il corpo di Margherita con l’aiuto di due suoi familiari, di nome Luca e Roberto. Con loro cominciò ascavare nel luogo della sepoltura della Martire, finchè trovò un’urna di porfido sul cui coperchio spiccava questa iscrizione: “ Qui giace Mar-gherita che martire a quindici anni rese al cielo la sua anima vergine”. Essi trassero fuori il corpo dall’urna che lo conteneva e lo posero in una cassa di legno, noleggiarono due vele e raggiunsero prima Brindisi poiRoma. Da qui i frati, dopo aver fatto il giro delle Basiliche dei Santi, si portarono a Sutri (Viterbo), quindi a Monte di Luca e infine, nel 980,nel Monastero Benedettino di San Pietro della Valle alla Chiesa del beato Pietro, sulle rive del Lago di Bolsena. Là Agostino si era rifugiatoperché colpito da una grave malattia e, pochi giorni dopo il suo arrivo, vi morì, raccomandando ai monaci di conservare e venerare la preziosaReliquia. I Monaci successivamente trasportarono il corpo a Rovigliano, alla Chiesa di Santa Maria Madre di Dio, che, a causa delle guerre,venne rasa al suolo. Il corpo della Santa finì sotto le macerie. Nel 1185, durante il pontificato di papa Urbano III, mentre era imperatoreFederico, a due eremiti, dei quali uno aveva nome Giovanni, secondo la tradizione, apparve Santa Margherita, sollecitandoli a ritrovare il suocorpo e a dargli onore. Essi si portarono dal Priore di Montefiascone (Viterbo) e, in compagnia del presbitero Ugo, rintracciando il luogo dellapreesistente chiesa che era andata distrutta, si imbatterono in un sarcofago contenente le spoglie di Margherita. Le reliquie furono trasportatenella vicina cittadina di Montefiascone, piccolo centro del Lazio settentrionale che sorge a circa 640 m sul livello del mare, in provincia di Vi-terbo, e, poiché era notte, furono riparate nella casa di un certo Bonfiglio Benicasa. Del corpo di Margherita, però, a Montefiascone arrivòsoltanto la testa, perché nelle varie soste vennero lasciati parti del suo corpo come reliquie. Nel 1440 la testa della Santa fu racchiusain un prezioso Busto d’argento che è conservato in un grande Reliquiario di noce, a suo tempo donato dal Cardinale Giovanni Vitelleschi.Nel 1213 anche il doge Pietro Ziani ottenne una parte di reliquie, per la Repubblica di Venezia. In quello stesso luogo, alla fine del XVsecolo, fu iniziata la costruzione di una grande Chiesa a base ottagonale, che oggi presenta una cupola maestosa, la quale per il diametro internorisulta la terza in Italia, dopo quelle di S. Pietro a Roma e di S. Maria del Fiore a Firenze. Tale costruzione fu elevata a dignità di Cattedraleda papa Gregorio XI, nel 1376. Successivamente il culto della Santa si diffuse per tutta l’Italia e in Europa ed in molte città furono edificatechiese in suo onore. La venuta del corpo della Santa in Occidente, con la conseguente diffusione delle sue reliquie, fu causa certamente del-l’accrescersi del suo culto. Grande merito ebbero i Crociati che, fin dal XII secolo, in Oriente avevano conosciuto le gesta della Santa e la ve-nerazione in cui era tenuta, ma anche i Monaci Basiliani ne diffusero molto il culto.Ella pertanto è molto venerata sia in Oriente che in Occidente. Si tramanda che altre reliquie siano conservate, oltre che in Italia, a Baardegemin Belgio, in Francia, in Germania e in Spagna. La fama di Santa Margherita si diffuse tanto che fu inserita tra i “quattordici Santi Ausiliatori”.Con questo nome vengono indicati un gruppo di 14 santi alla cui intercessione il popolo cristiano suole far ricorso in momenti difficili. E sono:Acacio, Egidio, Barbara, Biagio, Cristoforo, Ciriaco, Dionigi, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Caterina, Margherita, Pantaleone e Vito.S. Margherita è invocata come protettrice delle partorienti e dei danzatori. La più antica invocazione di cui si ha notizia è registrata nellelitanie della Chiesa d’Inghilterra ed è riportata negli atti del Concilio di Oxford del 1222. Il culto nel tempo fu protetto da vari Pontefici; PapaGiovanni XXII nel 1316 e Papa Benedetto XIV nel 1751 concessero pure il beneficio delle indulgenze. Ciò avvenne a seguito di miracoli chesi avverarono per intercessione della Santa Margherita. Francesco Landi (email: [email protected])

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L’ATTUALITÀ, pag. 16 N. 11/12. NOVEMBRE/DICEMBRE 2013

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CUORI E SORRISI AL SEMAFORO A MILANOQuante volte fermi al semaforo, quell’odiato oggetto luminoso che creafile interminabili di auto, abbiamo imprecato per tutti i minuti della nostravita buttati in attesa che il verde facesse lentamente ripartire la fila...Nell’attesa che la fila smaltisca e si possa arrivare al lavoro o a casa, sibutta un occhio allo specchietto retrovisore, tenendo il piede ben saldosull’accelleratore con la marcia innestata, pronti a partire per non doversentire lo strombazzate clacson dell‘automobilista che segue nel caso sidovesse partire con qualche decimo di ritardo. Questa è Milano. Stanchie un po’ straniti invece oggi abbiamo trovato una sorpresa al semaforo:anche il rosso ha il suo fascino! Non è sempre così, ma oggi quel male-detto oggetto ci occhieggia con un cuoricino rosso! Niente alcol, nonabbiamo bevuto, è sicuramente un’iniziativa di marketing non conven-zionale ideata da qualche simpatica ed eclettica mente che ha deciso difarci sorridere un po’ e distendere i nostri nervi... perennemente in fila!Non è la prima volta, oltre a semafori con cuori, non ci crederete mai, mail semaforo una volta ci ha pure sorriso!! Ebbene si, qualcun’altro avevaoscurato parte del verde così da far uscire un bel sorriso! Cuori e sorrisi,ecco come i semafori milanesi potrebbero diventare più amichevoli!Queste iniziative ci piacciono molto! Milano sa stupire sempre!

Isacco Cicala

IRIS, UN ESEMPIO PER LA PELLE Iris, un fiore delicato, con la tenera bellezza di una farfalla. Il bocciolo,in procinto di schiudersi, pare coperto, avvolto in un involucro che pro-tegge i petali. Guardiamolo con attenzione ed ecco scorgiamo minuscolegocce d’acqua, una vera riserva. Strano per un fiore, di solito i fioriamano il Sole, ma questo sembra schivarlo, fiorisce di notte distendendoi suoi grandi petali. Anche le foglie dimostrano di saper economizzarel’acqua. A forma di spada e coperte da uno strato ceroso, riducono la su-perficie e l’evaporazione, preservando al massimo umidità preziosa. Laradice, o piu’ correttamente il rizoma, nasconde, come in uno scrigno,un olio essenziale, usato fin dai tempi remoti per comporre preziose fra-granze. Possiamo estrarre dal terreno questo rizoma, tenerlo in un luogoasciutto, addirittura sotto il sole ardente per due, tre mesi, poi, a contattocon la terra umida e fresca, è pronto a risvegliarsi e a germogliare. Sonograndi, quindi, le sue forze vitali e la sua capacità di trattenere l’acqua.La pianta di iris, nella sua interezza, dal fiore alla radice, è in natura unbell’esempio per la nostra pelle, che da essa deve imparare i processi perrimanere bella, idratata, tonica e per poter svolgere al meglio le Sue fun-zioni fisiologiche. Marina Giudicissi

BUON COMPLEANNO, SCORPIONE ! Colui che possiede il Sole in Scorpione vive spesso un’esistenza di lotte,anche se il nemico da combattere, piu’ che all’esterno, si trova proprionelle profondità nascosta del suo animo. Il bisogno di distruggere e ri-creare in continuazione fa sì che il tipo Scorpione può ben vantarsi didover dare tutto sè stesso, sia la fortuna che la sfortuna: egli può pure li-quidare il suo debito Karmico attraverso le aperture mentali sul trascen-dente e sulla sua forza che assorbe dagli altri piani spirituali celesti.Spesso i soggetti marcati da questo segno possiedono doti medianiche ecapacità psichiche. Queste qualità speciali sono state acquisite in altreesistenze, grazie ad uno speciale addestramento, spesso assai duro e aprove iniziatiche cui non sempre sono riusiti a sopravvivere. L’addestra-mento religioso e parapsicologico che veniva fatto nei templi ai futurisacerdoti in Egitto e in Atlantide (e ancora oggi in Tibet) era assai lungoed esigente. I candidati all’iniziazione imparavano ad uscire dal lorocorpo e a rientrarvi indenni. Gli iniziati erano in grado di leggere il pen-siero di coloro che andavano a consultarli o a vedere immediatamente,sulla base del colore dell’aura, quale organo era ammalato. Familiariz-zano molto spesso con le problematiche relative al problema morte e unavolta affrontato non ne hanno più paura. Governatore dello Scorpione èPlutone. Quale signore del regno sottonascosto, esso è in relazione conl’invisibile e il nascosto. Come Saturno, svolge anch’esso il ruolo da“Guardiano della Soglia”. Soglia che si lascia varcare solo Da colui che“muore alla vita apparente per conoscere la vita eterna e l’immortalità.E quest’ultimo potrà finalmente tornare al Cerchio e finalmente al Sole.

Marina Giudicissi

L’ANGOLO DELL’UMORISMO

* Ciao, Giorgio non ti sei più visto,che fine hai fatto? Ho rimorchiato'na ventenne, a sera a cena dopo indiscoteca, poi in albergo, e giù...fino a matina. Ma l'arteriosclerosi?Nun ce lò piu' adesso ciò na Re-naut Clio.* Marito e moglie passeggiano incampagna. Vedono dei cavalli e leichiede al pastore: Scusi, come fa ilcavallo a sapere quando la cavallavuole fare l'amore? Dall'odore.Antonio, ma tu sei raffreddato.* Un camionista dà un passaggio adue suore. Come si chiama?.Chiede una suora al camionista. Iomi chiamo come quellà cosa chevorreste sempre in mano. Le suorechiedono di scendere, appenascese il camionista dice: Mi chi-amo Rosario, pregate per me.* Ennio va dal dottore: Dottore, laprima volta che faccio l'amore vatutto bene, la seconda sudo, sudotanto. Il dottore chiama la moglie.Senta, perché suo marito... Grazie,la prima volta lo fa a gennaio, laseconda la fa ad agosto.* Un carabiniere con un gettonetelefonico in mano: Pronto,pronto, pronto. Una signora chepassa le chiede: Ma che fa? E luirisponde: Mi è stato detto che conquesto avrei potuto telefonare.* Pronto, assicurazione? La SAI?No, me-la racconti lei.* Pronto Porto Ercole? Ma portachi ti pare.* Su una stradina di montagna, duecarabinieri andavano in salita amarcia indietro. Un ragazzo glichiede: perchè andate a marcia in-dietro? Perchè ci hanno detto chesu non c’è la piazzola per girare.Dopo un po’ tornano sempre amarcia indietro. A questo punto ilragazzo gli chiede la stessa cosa.I1 carabiniere risponde: Volevanofare furbi con noi, sopra c'e' lapiazzola.

Ignazio Scafidi

I BENEFICI DELLE BACCHE DI GELSOIl gelso è una pianta poco conosciuta e può essere bianco, nero e viola.I più noti sono i morus alba e i morus nigra, cioè i gelsi bianchi e quellineri. Il gelso ha 10 potenziali benefici per la salute. I gelsi sono pertantoconsiderati un importante rimedio alimentare nella medicina cinese. Vafatto presente che molti dei benefici del gelso non sono stati tuttora scien-tificamente verificati, ma sono rimasti popolari nei paesi in cui il gelsoè stato consumato per migliaia di anni. Le bacche di gelso contengono re-sveratrolo, potente fitonutriente, che viene spesso nominato quando siparla di vino e uva. Alcuni ricercatori ritengono che questa sostanzapossa prevenire il cancro e contribuire alla lotta contro i tumori già esi-stenti. E‘ stato dimostrato in laboratorio che il resveratrolo sia capace diprolungare la vita dei topi. In Cina le bacche di gelso sono considerateun vero tonico del sangue, cioè puliscono il sangue e rafforzano l’interoorganismo. Si ritiene anche che le suddette bacche possano rafforzare ireni e pulire il fegato. La tisana fatta con le bacche di gelso è in grado dirafforzare l’udito e acutizzare la vista. Le suddette bacche hanno anchela capacità di curare la stitichezza, mangiando i gelsi bianchi a stomacovuoto la mattina e dopo bere un bicchiere d’acqua. Poiché le bacche digelso hanno un alto contenuto di ferro possono essere utili per curarel’anemia e poiché hanno un alto contenuto di vitamina C sono utili perprevenire e curare raffreddori e influenze. In molti Paesi e soprattutto inCina e Turchia i gelsi sono considerati un efficace rimedio per i capelli,che diventano prematuramente grigi. Il gelso è un frutto che difficilmentesi trova al supermercato, perciò è considerato, pur essendo prezioso, unfrutto dimenticato e molti ritengono ingiustamente che, non essendo alsupermercato, facciano male, invece sono utilissimi per la salute.

Mario Coletti

LA RUBRICA DELLA SALUTEL’ARROSTO

L’arrosto preparato e tagliato magari, la sera prima, lo si può servire intavola dopo averlo ricomposto, in un piatto di portata, passandolo conun pennello fetta su fetta con del tuorlo d’uovo, mettendolo un istanteal forno, si formerà una pellicolina facendolo passare per intero avantiagli ospiti.

PEPERONI Con dei bei peperoni carnosi, circa in kg, fate delle navette nella loroforma e lunghezza fatele ammorbidire per 7-8 minuti al microonde, pre-parate un impasto con un pò di pangrattato, prezzemolo e origano unascatola da 160 gr.di tonno con tutto il suo olio,due o tre alici diliscate,efatte a pezzettini, un bel pugno di capperi, due pomodori maturi spellatiin acqua bollente oppure naturali , ma tritati finissimi, fatene una poltigliae riempite i vostri peperoni con il composto, mettendo un filo di olio sultutto mettete la carta da forno nella teglia ungetela con olio, per la cottura.Potete contornare con patate, condite e passate al pangrattato scaldate ilforno a 180 gradi e cuocete il tutto dai 30 ai 40 minuti.

Liana Botticelli

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