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Avnet Magazine Technology Technology Solutions novembre 2015 Editoriale L’Internet of Things per un nuovo mondo sempre connesso di Andrea Massari, Country Manager di Avnet Speciale Security di Loris Frezzato, Caporedattore DIGITAL4Trade Un motore nuovo nel viaggio verso la 3° piattaforma ecco la “sicurezza” di Avnet Storie di successo Lima Corporate: le soluzioni di EMC, le competenze IT di Lima Corporate e il supporto strategico di Errevi System Avnet Global Computing Components Toshiba: Soluzioni di storage completo dalla progettazione alla commercializzazione Avnet Services I vantaggi di lavorare in un’organizzazione globale Culture

Avnet Magazine novembre 2015

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In questo numero: Internet of Things per un nuovo mondo sempre connesso; Speciale Security; Un motore nuovo nel viaggio verso la 3° piattaforma ecco la “sicurezza” di Avnet; Storie di successo: Lima Corporate: le soluzioni di EMC, le competenze IT di Lima Corporate e il supporto strategico di Errevi System

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Avnet Magazine

Technology Technology Solutions novembre 2015

Editoriale

L’Internet of Things per un nuovo mondo sempre connesso

di Andrea Massari, Country Manager di Avnet

Speciale Security

di Loris Frezzato, Caporedattore DIGITAL4Trade

Un motore nuovo nel viaggio verso la 3° piattaforma

ecco la “sicurezza” di Avnet

Storie di successo

Lima Corporate: le soluzioni di EMC, le competenze IT

di Lima Corporate e il supporto strategico di Errevi System

Avnet Global Computing Components

Toshiba: Soluzioni di storage completo dalla progettazione

alla commercializzazione

Avnet Services

I vantaggi di lavorare in un’organizzazione globale

Culture

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Editoriale

Editoriale

L’Internet delle Cose collega un mondo di dispositivi all’impresa, per arrivare là dove la tecnologia non era mai giunta

Andrea MassariCountry Manager di Avnet per Italia

Quante volte, a proposito di tecnologia, abbiamo sentito

affermare che: “Non c’è mai stato un periodo più interessante

in questo settore” Negli ultimi vent’anni si sono susseguite

così tante fasi di trasformazione che ora è difficile ipotizzare

che il mondo dell’IT continuerà a cambiare con lo stesso ritmo

anche nel prossimo decennio. Eppure, alla luce delle possibilità

offerte dall’Internet of Things (IoT), questa ipotesi sembrerà

meno improbabile. Il principio secondo il quale “tutto ciò che

può essere connesso sarà connesso” apre un universo di nuove

opportunità per chi è pronto ad abbracciare questa ennesima

sfida dell’IT.

Non stiamo parlando solo di miglioramenti dei dispositivi mobili

e domestici, ma delle enormi opportunità offerte dall’Internet

delle Cose in termini di connettività aziendale. L’aumento

della produttività dei dipendenti, il migliore utilizzo delle

risorse e l’efficienza della catena di fornitura sono i benefici

che l’IoT porterà alle imprese. Secondo le stime attuali, quello

dell’enterprise sarà il mercato più importante per Internet delle

Cose, seguito dall’home e dal government.

L’idea che i dispositivi intelligenti forniranno informazioni

preziose che permetteranno di prendere decisioni migliori è

alla base delle nuove opportunità. Abbiamo già avuto modo di

assistere alle trasformazioni avvenute nella generazione dei

dati e alle opportunità che si sono materializzate in termini di

archiviazione sicura dei “Big Data”.

Il mondo ha già abbracciato l’analisi e le informazioni provenienti

dalla periferia (sensori, gateway, ecc). L’accesso alle informazioni

è vitale per prendere decisioni analitiche, pertanto un numero

sempre maggiore di persone utilizza software e tecnologie che

ci permetteranno di prendere tali decisioni. Ogni giorno usiamo

la tecnologia per raccogliere dati, verificare fatti e ottenere

informazioni che ci permettono di migliorare il processo

decisionale.

Quando controlliamo le

previsioni del tempo, ad

esempio, e decidiamo di

portare con noi gli occhiali

da sole o l’ombrello, usiamo

informazioni basate su

complessi modelli matematici

alimentati da motori di analisi

di livello enterprise, che

colgono il senso nascosto

nell’enorme quantità di dati

periferici forniti dai sensori.

Questa nuova fase coinciderà con un salto qualitativo nella

gestione dei dati, che porterà a capacità di esplorazione, analisi

e intervento più agili. Si aprirà il mercato dei software di analisi

preventiva o riflessiva, che in entrambi i casi dovranno essere

progettati per adattarsi ai flussi di dati e mantenere una qualità

delle informazioni accurata e significativa.

La protezione della privacy e delle informazioni assumerà

un’importanza critica. I dati derivanti dalle risposte automatiche

dei sensori remoti richiedono un livello di sicurezza avanzato.

C’è già una forte richiesta di software e servizi di sicurezza in

grado di gestire e proteggere dal rischio di attacchi informatici

le trasmissioni dei dati e delle analisi.

La posizione dei dati è un altro elemento della complessità

della sicurezza: immaginiamo, ad esempio, di trasmettere dati

da una piattaforma petrolifera offshore nel Mare del Nord.

La necessità di un cloud storage protetto, in grado di gestire

in sicurezza milioni di piccoli campioni di dati provenienti da

più dispositivi e posizioni, apre enormi opportunità. La mobilità

aggiunge una nuova dimensione, con l’obbligo del monitoraggio

e della gestione delle risorse, e della sicurezza delle trasmissioni

effettuate tramite le reti pubbliche.

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Editoriale

Questa mobilità evidenzia ancora una volta la questione della

sicurezza. Le imprese dovranno poter individuare in remoto i

guasti dei sensori e salvaguardarne l’integrità, per scongiurare

il pericolo dello “spoofing” dei dati, ed estendere il campo della

gestione degli accessi alla verifica delle sorgenti dei dati.

Non è sufficiente pensare all’Internet delle Cose come a una

tecnologia che permetterà di collegare la macchina per il caffè alla

sveglia o l’impianto di riscaldamento domestico all’automobile.

L’hardware e il software IoT di livello enterprise impiegati nei

settori della produzione, del trasporto, dello stoccaggio e

dell’informazione offriranno le maggiori opportunità di crescita.

Non dobbiamo dimenticare inoltre le soluzioni all’avanguardia

già adottate in ambito di sicurezza, conformità e gestione

delle strutture. L’opportunità di collegarle ai sistemi aziendali

e controllare l’automazione della manutenzione, per esempio,

potrebbe essere la prima importante occasione commerciale.

Tanti i cambiamenti e le sfide che questa tendenza genera e

continuerà a generare nel futuro. L’esigenza di un nuovo mondo

sempre connesso rappresenta un’opportunità per tutti: per gli

ISV (Independent Software Vendor) per creare prodotti ottimali;

per i distributori di abilitare il canale e per i partner stessi di

offrire robuste soluzioni per i data center e la gestione delle reti,

per la connettività, per la sicurezza e per i data analytics, con

l’obiettivo di rispondere ai bisogni di un nuovo mondo connesso.

Buona lettura!

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Tendenze di Mercato

Secondo la ricerca “The Information Generation: Transforming

The Future, Today” – per la quale sono stati intervistati

3.600 business leader di medio-grandi aziende e oltre 40 tra

accademici, influencer ed opinion leader ICT in ben 18 Paesi

– stiamo entrando definitivamente nell’era dell’Information

Generation, in cui i consumatori e i clienti vivranno e lavoreranno

costantemente connessi alla rete, producendo un’enorme mole

di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più

semplice.

Si tratta di un vero e proprio “nuovo mondo” digitale che entro il

2020 sarà composto da oltre 7 miliardi di persone, 10 milioni di

aziende e almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici connessi

a Internet, che in prospettiva cambieranno radicalmente

ogni aspetto della vita e del lavoro delle persone. Verranno

prodotti 44 zettabyte di dati (o 44 trilioni di gigabyte) e ogni

attività quotidiana sarà guidata dalle informazioni e dai dati a

disposizione.

L’ammontare delle informazioni nell’universo digitale sarebbe

in grado oggi di riempire una pila di Ipad Air (da 128 giga)

lunga quanto 2/3 del percorso verso la luna. Entro il 2020, le

pile di Ipad Air diventeranno 6,6. Oggi, una famiglia media crea

abbastanza dati per riempire 65 IPhone (32 giga) all’anno. Nel

2020, questa cifra crescerà, fino a raggiungere i 318 IPhone.

Oggi, se un byte di dati fosse un gallone d’acqua, in appena 10

secondi si genererebbero abbastanza dati da riempire un’intera

abitazione. Nel 2020, questo tempo scenderà a soli 2 secondi.

In questo universo, per il 96% degli intervistati, i vecchi paradigmi

del business saranno radicalmente messi in discussione dalla

nuove tecnologie.

I nuovi trend tecnologici, infatti, influiranno soprattutto (per

il 93%) sulle aspettative dei consumatori, che chiederanno un

accesso sempre più veloce ai servizi (per il 55%) o addirittura

una connessione in modalità 24/7 da ogni luogo e in ogni

momento (per il 53%).

EMC: benvenuti nell’era dell’Information GenerationEMC ha reso noti i risultati di un’analisi quali-quantitativa globale che studia gli impatti sul business e le dinamiche legate alla crescita della digitalizzazione e all’espansione della community di “cittadini digitali” nei prossimi anni.

Entro il 2020, oltre 7 miliardi di persone a livello globale, 10 milioni di aziende e almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici connessi al web, cambieranno ogni aspetto della vita quotidiana e di quella lavorativa. In totale, verranno prodotti 44 zettabyte di dati (o 44 trilioni di gigabyte).

Secondo la ricerca globale di EMC – commissionata a Institute For The Future e Vanson Bourne – questo “nuovo mondo” sempre connesso avrà un impatto consistente sulle aspettative dei clienti e dei consumatori.

Le aziende di tutte le dimensioni, dovranno adattarsi in fretta al nuovo scenario. Diversamente resteranno fuori per sempre da questa evoluzione.

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Tendenze di Mercato

Analizzando gli elementi che hanno contribuito a generare

questo nuovo universo di informazioni, il 66% degli intervistati

ritiene che siano stati principalmente gli smartphone e i tablet

ad aver avuto il maggior impatto sulle aziende negli ultimi 5-10

anni, ma allo stesso tempo il 40% indica anche i social media

come uno dei principali agenti del cambiamento.

In questo contesto, le aziende si trovano davanti ad un

importante bivio: evolversi o restar ferme.

Questo il motivo per il quale il panel di business leader

intervistato ha indicato cinque linee guida definite “make-or-

break” che possano permettere alle società di affermarsi in

maniera distintiva anche all’interno del nuovo scenario:

1. Riuscire a prevedere con estrema precisione nuove

opportunità di mercato.

2. Dimostrare trasparenza e fiducia.

3. Impostare un modello di business che permetta un percorso

di innovazione continuo e veloce.

4. Offrire ai clienti esperienze uniche e personalizzate.

5. Agire in tempo reale.

Le aziende italiane sono pronte a non farsi travolgere

dall’Information Generation, perseguendo i precedenti pillar?

Scopriamolo insieme!

Riuscire a prevedere con estrema precisione nuove opportunità di mercato A cura di Fabio Lalli @fabiolalli

Se c’è una cosa che la rete mi ha insegnato negli ultimi anni, è il

potere del network. Una rete consolidata di legami, competenze,

informazioni, dati permette alle persone di poter avere - e allo

stesso tempo generare - nuove opportunità e cavalcarle quando

si presentano senza perdere il giusto tempismo. In un mercato

in continua evoluzione, fatto di cambiamenti repentini, non è

più importante la sola capacità di eseguire qualcosa in grandi

quantità e alta qualità, ma nella capacità di connettere persone e

competenze, prima degli altri. Riuscire ad attrarre, coinvolgere ed

attivare persone è un valore enorme, a cui oggi si da ancora poco

valore. Stiamo passando da un sistema basato su relazioni di tipo

Business to Business, Business to Consumer o ancora Consumer

to Consumer, ad un modello Human to Human. Modello in cui

le persone sono connesse tra di loro, dalla tecnologia che ne

aumenta di fatto capacità, portata, amplificazione e potenzialità.

EMC nel report evidenzia appunto due passaggi importanti

nella gestione della relazione con gli utenti: dimostrazione di

trasparenza e costruizione della fiducia.

Impostare un modello di business che permetta un percorso di innovazione continuo e veloce

A cura di Fabio Lalli @fabiolalli

La velocità con la quale le tecnologie oggi evolvono è sotto gli

occhi di tutti, quello che invece appare meno evidente è la nuova

dinamica innovativa e gli impatti che questa ha sui modelli di

business e sulla sopravvivenza delle aziende. Vero è che da una

parte, i costi e il valore stesso dei prodotti in qualche modo

hanno subito nel tempo una forte flessione a causa della crisi,

ma è altrettanto vero che oggi la grande sfida è portare i

potenziali clienti a essere messi nelle condizioni di voler pagare

una somma più alta per ottenere i prodotti.

Cambiamento è la parola cardine su cui ho focalizzato

di più l’attenzione, poichè in questo semplice termine è

contenuta una complessità fatta di opportunità e crescita

ma anche di incertezza e difficoltà. Nelle condizioni

in cui ci troviamo oggi, ossia un mercato che viaggia

ad una velocità elevata ed in cui l’utente è sempre più

esigente, informato e connesso, per le aziende diventa

difficile indirizzare le scelte e governare il contesto. Ed

il cambiamento del mercato non è qualcosa che si può

governare. Anzi.

Noi abbiamo attuato delle scelte che vogliono influenzare

questo mutamento in modo proattivo e vogliamo aiutare

le aziende a ridefinire una nuova direzione. Certi

cambiamenti puoi avviarli se unisci ed integri processi,

tecnologia e persone in modo organico, trasparente,

reattivo e snello.

Marco FanizziManaging Director and General Manager EMC Italy

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Tendenze di Mercato

I nuovi prodotti che nascono dalle nuovissime possibilità messe

a disposizione dalle tecnologie evolute, entrano nei mercati su

larga scala e si affermano rapidamente come più economici e

anche più dirompenti, capaci di entrare nelle esistenze individuali

e modificare lo stile di vita o di lavoro, grazie a un mondo sempre

più iperconnesso con tutte le implicazioni che questo comporta.

L’innovazione dirompente, questo termine che si sente sempre

più spesso citare, fa riferimento proprio a questa situazione: in un

contesto così dinamico, è facile assistere all’ascesa di intere linee

di prodotti o mercati ed è allo stesso modo facile testimoniarne

la rapida decadenza. E la sostenibilità, la resilizienza e la velocità

di adattamento a questi cambiamenti dirompenti sono proprio

la chiave di sviluppo – e sopravvivenza - delle aziende che

devono allinearsi per poter crescere in modo veloce, continuo

e snello. Chi non implementa sistemi scalabili, snelli e adatti

al cambiamento, subisce, come si può intuire, un’uscita rapida

almeno quanto la velocità d’ingresso di un nuovo player.

Offrire ai clienti esperienze uniche e personalizzate

EMC individua appunto nella “esperienza personalizzata e unica”

un punto chiave del suo studio. Le aziende devono occuparsi,

per potersi imporre e competere nel proprio mercato nel

medio lungo termine, della ricerca dell’esperienza perfetta,

per ogni utente. L’obiettivo è la generazione di nuovi modelli

di attivazione comportamentale, di interazione e di loyalty,

basati sulla tecnologia e che siano in grado di rendere la user

experience unica, nuova ed allo stesso tempo invisibile. Perchè

solo le tecnologie che riescono a generare cambiamenti invisibili,

sono quelle che vinceranno nel tempo.

Agire in tempo reale

L’immediatezza e semplicità sono ormai aspettative naturali

degli utenti oggi, proprio grazie ai cambiamenti introdotti dalle

tecnologie. Il real time è una opportunità che le aziende hanno

per poter mantenere un vantaggio competitivo. Rispondere in

ritardo, agire in ritardo, vuol dire aver perso l’onda. E come tutti

i surfisti, senza un’onda buona, si scende a riva.

Accesso da molteplici dispositivi

Fabio Lalli @fabiolalli – Che le tecnologie cambino le abitudini

delle persone lo abbiamo detto. Che i dati, il cloud computing

e la connettività abbiano abilitato nuovi modelli di business e

l’esplosione di nuovi mercati, anche, lo abbiamo detto. Quello

che non abbiamo detto è che in un mercato in cui il realtime è

diventato una esigenza, i dati sono in quantità e disponibilità

fuori dal normale, e la tecnologia sembra non avere limiti, si

invertono tutti i paradigmi che hanno riempito libri, scritture e

cultura delle persone, dalle abitudini delle persone fino a nuovi

equilibri economico finanziari.

In quest’ottica gli abilitatori principali come i dispositivi mobile e

le tecnologie iot e wearable diventano il connettore tra persone,

aziende e contesto. Ed è qui che l’ulteriore paradigma, passato

negli ultimi anni da web a Mobile First, diventa invece Screen

First.

Le informazioni oggi possono esser disponibili ovunque, su oggetti

e dispositivi connessi e fruibili ovunque, dallo smartphone al

tablet, dal pc alla tv, dallo smartwatch ad un occhiale. Progettare

nuove esperienze oggi, vuol dire comprendere l’utente, il

momento di fruizione migliore ed il dispositivo attraverso

cui si verificherà il contatto tra l’informazione e l’attenzione

dell’utente.

La corsa è iniziata; vietato rimanere indietro! L’era

dell’Information Economy è alle porte. Solo nel 2020

avremo più di 30MLD di dispositivi connessi. Il MUST è

la focalizzazione sui dati. Il numero più impressionante a

mio avviso è quello sul flusso di informazioni: tra cinque

anni verranno prodotti 44 zettabyte di dati (ovvero

44 mila miliardi di gigabyte). Sono cifre da capogiro! E

solo la corretta analisi, gestione e utilizzo di questi dati

consentirà alle aziende di cogliere tutte le opportunità e

i vantaggi competitivi che derivano dagli stessi. Alcune

start-up, ma anche imprese più tradizionali, stanno già

facendo progressi in questo campo. Per gli altri non è

troppo tardi. Ma, anche se è vero che la Information

Economy prenderà una forma più definita nei prossimi

anni, non bisogna perdere tempo.

Emilia SarnoSenior PR & Communications Manager Europe West - Italy, Spain & South Africa

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Speciale Security

La sicurezza informatica è un caso da mass media. Per fortuna

Negli ultimi mesi gli attacchi hacker condotti con successo contro Hacking Team, Ashley Madison e Apple hanno creato allarme tra i comuni utenti. Ma una volta pubbliche, le minacce diventano automaticamente meno pericolose

In questi ultimi mesi le tema-

tiche della sicurezza IT sono

uscite dal campo degli ad-

detti ai lavori almeno in tre

diverse occasioni, rimbal-

zando prepotentemente sui

media generalisti. Il primo

caso riguarda l’azienda mila-

nese Hacking Team, specializ-

zata nella sicurezza offensiva.

Come racconta Stefano Chic-

carelli, Ceo di Quantum Leap,

«Quello che è successo è che un anonimo ha divulgato in rete

tutta la posta elettronica e una serie di documenti interni (com-

preso l’elenco degli utenti) e tutto il codice sorgente del software

Rcs, che di fatto può intercettare le comunicazioni che avven-

gono sui vari device. Con la pubblicazione c’è stato dunque un

danno economico per Hacking Team e i suoi clienti, perché tutta

la serie di tecniche che questo software utilizzava sono state

divulgate, dunque rese difficilmente utilizzabili».

Eppure l’attacco ha scatenato il panico presso i comuni utenti,

che hanno temuto di essere spiati dagli hacker di mezzo mondo.

Una preoccupazione, secondo Chiccarelli, del tutto esagerata:

«Occorre infatti considerare che questi software sono efficaci

nelle misura in cui sono segreti, nel momento in cui vengono

resi pubblici sono invece “bruciati”. Quello che mette a rischio

davvero la sicurezza dei cittadini sono le vulnerabilità segrete.

Tutto ciò che è pubblico, infatti, allerta le persone, le aziende,

i produttori di sicurezza, i vendor, ecc». In effetti a distanza

di qualche mese dell’episodio, non si ha notizia di una vera e

propria escalation di spionaggio informatico. Anzi, si può dire

che grazie al rilascio di apposite patch di sicurezza il problema

sia stato in buona parte risolto.

Altro caso che ha fatto molto scalpore è stato quello Ashley

Madison: Avid Life Media Inc., proprietaria della piattaforma on

line che favorisce le scappatelle extraconiugali, è stata attaccata

e i dati di molti utenti sono stati resi pubblici. «Il risalto mediatico

è stato enorme - spiega Chiccarelli - perché ha toccato la sfera

privata e aspetti “pruriginosi”, ma di violazioni di database

aziendali ce ne sono di continuo, anche di aziende molto più

grosse di Avid Life Media. L’aspetto più grave è, in questo caso,

di policy: il sito prometteva che una serie di dati personali

inseriti all’iscrizione sarebbero stati poi cancellati. L’attacco ha

invece dimostrato che non era così».

A settembre, poi, il cybercrime ha colpito anche Apple, sinora

considerata inespugnabile, che è stata costretta ad ammettere

l’esistenza di una falla nel suo App store cinese, che ha portato

alla contaminazione di almeno 40 applicazioni comunemente

usate dagli utenti iPhone e iPad. Ma come è potuto succedere?

Sicurezza: le risposte del canalealle preoccupazioni dei clienti

Crescono i fronti di attacco alle informazioni e l’evoluzione e l’impegno strategico ed economico del cybercrime va di pari passo agli sforzi dei vendor e del canale nel dare risposte adeguate ai clienti, ormai sotto assedio. In queste pagine cerchiamo di fare un’analisi della situazione attuale, quali sono i fronti più esposti e appetibili al cybercrime e come Avnet è in grado di rispondere, attraverso i servizi ai propri clienti dealer e grazie a un paniere d’offerta il più completo possibile sui vari aspetti della sicurezza ICT.

Stefano Chiccarelli Etical Hacker e Ceo di Quantum Leap

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Speciale Security

«Un motore nuovo nel viaggio verso la terza piattaforma», ecco la “sicurezza” di AvnetLa nuova security del distributore ha come destinazione la terza piattaforma e come motore una struttura tecnica e di business appositamente studiata per supportare ogni country e ogni Partner a 360°. Un approccio che apre importanti opportunità per tutti i rivenditori italiani

Mobility, social networks,

cloud computing, Big Data.

La rivoluzione della terza

piattaforma e dell’informatica

tradizionale che diventa

digitale è tutta nell’impatto e

nelle accelerazioni che questi

paradigmi tecnologici, nuovi,

stanno imponendo a imprese

e manager a ogni latitudine.

Accelerazioni che offrono

grandi potenzialità ma che

stanno anche esponendo processi critici, informazioni, dati

condivisi a velocità siderali, a rischi enormi.

«Così la sicurezza diventa parte integrante di ogni datacenter,

del design stesso di ogni soluzione ad esso dedicata». Ha le

idee chiare Max Tschabuschnig, Avnet EMEA Security Director

mentre racconta il percorso che il distributore a valore ha scelto

per sviluppare una nuova e più ampia strategia legata proprio

alla sicurezza.

«Avnet, da ormai due anni ha come obiettivo il raggiungimento di

un ruolo da protagonista nella transizione alla terza piattaforma.

Non è però possibile – spiega il manager – intraprendere un

simile viaggio senza la certezza di affidarsi a mezzi di trasporto

sicuri. Fino ad oggi avevamo un buon presidio della security ma

tattico ed eterogeneo in ragione delle declinazioni nei vari Paesi.

Ora però, la sfida della migrazione verso un IT sicura richiede un

approccio molto più strutturato. Per questo abbiamo deciso di

sviluppare una struttura che possa garantire gli stessi standard

di competenze commerciali e tecniche a ogni country. Un gruppo

di competenze che permetterà a partner e strutture locali di

aumentare valore e credibilità sul territorio. Un elemento, questo,

decisivo soprattutto per il Sud Europa dove i partner spesso non

hanno la forza di investire in nuovi mercati e competenze».

Un approccio che, non a caso, sta avendo ottimi riscontri proprio

in due Paesi molto simili come Spagna e Italia, in cui, come spiega

Tschabuschnig, lo sforzo è stato più ampio e profondo, mentre

in Olanda il distributore ha anche avviato la costituzione di un

centro ad hoc per la gestione di tematiche amministrative.

Un supporto completo, dunque, che sfocia anche in un’attività di

stimolo diretto della domanda.

Il sistema sviluppato da Avnet prevede, infatti, la disponibilità di

risorse dedicate a livello locale, e quindi anche italiano, con un

profilo tecnico, che si occuperanno di contattare una certa fascia

di clienti finali offrendo un servizio di prima consulenza a livello

di sicurezza.

Un’offerta senza precedenti

Strategie precise destinate ad aprire importanti strade di business

per il canale italiano, ma anche scelte coraggiose e decise in

tema di soluzioni e tecnologie. «Abbiamo allestito un’offerta

Gli sviluppatori delle app infettate hanno utilizzato una versione

contraffatta della suite di strumenti Xcode, messa a disposizione

da Apple per la creazione di app. In particolare, gli sviluppatori

hanno scaricato il software contraffatto da un server cinese

pubblicizzandone la velocità di download. Secondo Chiccarelli

l’attacco «è stato un metodo innovativo per bypassare il controllo

sull’App store, usando gli sviluppatori come cavallo di troia per

la diffusione del virus». Il caso costituisce dunque la fine del

mito dell’inviolabilità di Apple? «In realtà non ho mai creduto

a questo mito, semplicemente negli anni passati chi ha fatto

malware ha scelto di utilizzare principalmente la piattaforma più

diffusa, cioè Windows», evidenzia il Ceo di Quantum Leap.

Al di là dei danni causati da questi tre specifici casi, oggi a

distanza di tempo più o meno risolti, quello che rimane è una

lezione: «Un’impresa di un qualsiasi settore può infatti subire

azioni simili da parte di qualche competitor sleale o da un

dipendente infedele. Se poi è successo persino a una società che

comunque si occupa di sicurezza IT, può succedere a maggior

ragione a tutti gli altri. Oggi poi ci troviamo in una situazione in

cui la sicurezza IT è spesso l’ultima posto priorità, eppure tutto il

mondo business ruota intorno alla rete e al mondo del digitale»,

conclude l’esperto di sicurezza.

Max Tschabuschnig EMEA Security Director di Avnet

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Page 10: Avnet Magazine novembre 2015

Speciale Security

di impatto e valore. – racconta Tschabuschnig -. Cisco è forse

il brand che con più forza in questi ultimi anni ha investito in

direzione della security integrata nel mondo datacenter. Stesso

discorso vale per Rsa che ha sviluppato un’offerta sempre più

ampia capace di andare oltre il secure ID verso la governance del

rischio e della compliance. Abbiamo poi cominciato un’attività

specifica con un brand come Stormshield che sta raccogliendo

ottimi riscontri in Francia e che proprio in Italia vedrà nascere

una partnership molto forte con Avnet. Si tratta di un brand dal

quale molto ci aspettiamo per il suo elevato rapporto qualità-

prezzo che lo rende un’alternativa di grande valore, per giunta

europea, ai grandi colossi americani. Chiude il cerchio un brand

come Radware che si inserisce perfettamente nella nostra visione

della sicurezza a 360°. Una sicurezza che, dovendo proteggere

dati e informazioni distribuite attraverso device di ogni forma

e dimensione e in ogni momento, non può non estendere il suo

raggio d’azione alla parte di rete e a tutto il network che si deve

occupare del data e application delivery».

Cisco dà sicurezza alla trasformazione delle aziende

Il vendor punta a essere riconosciuto come leader e trusted security advisor per le problematiche della protezione, attraverso un’ampia gamma di soluzioni integrate tra di loro e con le infrastrutture delle aziende clienti.

La security accompagna il

processo di trasformazione

aziendale abilitato dalle

tecnologie Cisco. Un aspetto,

quello della sicurezza, che il

vendor sta ormai affrontando

in maniera trasversale

sull’intera propria offerta,

con un impegno crescente

che dall’offering tradizionale

basato su firewall l’ha portata,

in breve tempo, grazie a

importanti acquisizioni, a collocarsi come il maggiore player

mondiale di sicurezza.

«Una focalizzazione che segue di pari passo il cambiamento in

atto nel panorama IT - afferma Stefano Volpi, GSSO Area Manager

di Cisco Italia -. Si sta infatti assistendo a una digitalizzazione

delle aziende che vede l’IT come fattore di crescita, con grandi

cambiamenti nei processi, dal BYOD, al cloud, alla virtualizzazione,

i quali hanno allargato a dismisura il perimetro aziendale».

Cisco in tutto questo si vuole proporre come attore principale

affinché il processo di trasformazione del business sia

accompagnato da criteri adeguati di sicurezza. «La rete è sempre

più convergente con la sicurezza - spiega Volpi -, assumendo

un ruolo crescente. Per questo la sicurezza è diventata uno dei

pillar fondamentali dell’offerta di Cisco, che negli ultimi anni

ha fatto numerose acquisizioni specifiche, per 3,5 miliardi di

dollari, portandola a strutturarsi con una divisione dedicata, la

GSSO (Global Sales Security Organization), che impiega 6.000

persone».

A oggi la protezione di Cisco si estende dal network a tutti gli altri

punti nevralgici delle aziende, dal data center, al client, alla WAN,

all’edge e a tutto l’ambiente periferico, con il vantaggio che tutte

le soluzioni sono in grado di dialogare tra di loro. Un panorama

che per il canale si traduce in opportunità, potendosi ritagliare

un ruolo di consulente, enfatizzando ulteriormente il valore

aggiunto che può vantare. Con il vantaggio di non disperdere

energie con offerte frammentate e concentrare gli sforzi e

investimenti nella creazione di competenze specialistiche.

Competenze sulle quali Cisco è attiva con un fitto calendario

di training. Attività di supporto al canale sulle quali forte è il

contributo di Avnet, in qualità di distributore specializzato

sull’offerta del vendor e che si è strutturata con un’apposita

divisione dedicata alla sicurezza, garantendo competenze

interne e da trasferire ai partner.

Stefano Volpi Global Security Sales Organization Area Manager di Cisco Italia

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Page 11: Avnet Magazine novembre 2015

Speciale Security

RSA, l’Intelligent Driven Security è un’opportunità per il canale

La strategia della divisione di sicurezza di EMC va oltre gli approcci tradizionali, guardando a governance, risk e compliance. Da Avnet un contributo importante alla gestione dei partner.

In un panorama tecnologico

profondamente diverso ri-

spetto al passato, la sicurez-

za informatica in azienda non

può più essere gestita attra-

verso un approccio tradizio-

nale. Su questa strada si sta

muovendo da tempo RSA, la

divisione security di EMC.

«Il nostro cambio di strategia

- racconta Fabrizio Banfi, channel sales manager - è avvenuto

nel 2011, siamo stati i primi ad introdurre l’approccio Intelligent

Driven Security, che si compone di tre elementi fondamentali.

Il primo è la visibilità: riteniamo infatti che sia indispensabile

avere oggi completa visibilità su ciò che accade all’interno (e non

solo) della propria rete aziendale, anche considerando gli aspetti

di risk e di compliance. Il secondo elemento riguarda l’analisi: i

dati devono poter essere analizzati, al fine di individuare even-

tuali anomalie. Il terzo è l’azione che si concretizza nella realiz-

zazione di procedure di rilevamento e risposta ad incidenti. RSA

realizza la propria strategia attraverso quattro aree di interven-

to: Advanced Security Operation Center, Identity Management

and Governance (IMG), Governance Risk and Compliance (GRC) e

Fraud and Risk Intelligent.

La strategia di RSA sta dando i suoi frutti: negli ultimi anni la

filiale italiana ha viaggiato ad un tasso di crescita del +20%, con

punte del +40% in alcuni segmenti dell’offerta, guadagnando

quote di mercato. Questa crescita ha naturalmente un impatto

molto positivo sui partner di canale, da cui passa il 95% del giro

d’affari di RSA Italia. «La nostra politica di canale non è quella di

indirizzare centinaia di partner – spiega Banfi -.

In particolare, gli aspetti più complessi della nostra offerta

attualmente sono seguiti soltanto da una ventina di partner.

Ce ne sono poi molti altri che si sono specializzati in ambito

autenticazione». Un ruolo importante è poi giocato dal

distributore: «Avnet è davvero in grado di dare consistenza

alla parola valore, grazie agli ingenti investimenti effettuati in

passato a livello Emea. In particolare ci sono di forte aiuto nel

reclutamento di nuovi partner e nella gestione delle trattative

con i clienti finali. Con Avnet mettiamo poi in campo iniziative

congiunte di formazione e non solo», conclude il Channel Sales

Manager di RSA.

Fabrizio BanfiSenior Account Manager, Channel Sales at RSA, The Security Division of EMC

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Page 12: Avnet Magazine novembre 2015

Speciale Security

Reti, End Point e Dati i tre fronti di protezione di Stormshield

Alla storica offerta di security del network, oggi il vendor aggiunge le soluzioni per i client, considerato una vera chiave d’accesso per affrontare nuovi mercati e nuovi canali. Presto il via all’offerta di Data Encryption.

Cambiano le strategie del

cybercrime e di conseguenza

cambiano le risposte con cui

le aziende devono tutelare la

propria incolumità digitale. Ai

fronti di accesso tradizionali,

delle reti e dei server, si

aggiungono oggi le nuove

vulnerabilità dei client,

disparati nei form factor e

nelle modalità di utilizzo, non

più solo in ambito privato, ma

anche in azienda. «Tra i principali trend che stiamo osservando,

evidenziamo una recrudescenza degli episodi di ransomware

che colpiscono i client, accelerati con il fenomeno del BYOD -

conferma Alberto Brera, Country manager di Stormshield Italia

-. Quando si parla di attacchi, infatti, si è portati a pensare che

gli obiettivi siano i server, mentre da qualche tempo il target

è molto più spesso il client, più semplice da raggiungere e più

vulnerabile perché meno “blindato” rispetto al server». Va da

sé che i metodi tradizionali, come gli antivirus, non possono più

bastare a fare fronte a una varietà crescente di attacchi e le

strategie di difesa del server e della rete stessa, come firewall e

UTM, vanno adeguate alle evoluzioni del cybercrime.

Di fronte a un simile panorama, Stormshield, azienda del Gruppo

Airbus, risponde con una propria offerta di soluzioni, che poggia

su tre principali fasce di prodotto, a garanzia di una protezione,

rispettivamente, delle reti, con Stormshield Network Security;

degli end point con Stormshield End Point Security e dei dati,

anche distribuiti e sul cloud, con l’offerta Stormshield Data

Security.

Un’offerta che, soprattutto per quanto riguarda la parte di

protezione delle reti, ha uno storico di circa una quindicina di

anni di esperienza e centinaia di migliaia di installazioni in tutto

il mondo, in uso da aziende anche di grandissime dimensioni, con

soluzioni che hanno i massimi livelli di certificazione europei.

Soluzioni che puntano a realizzare quella vision strategica di

“Collaborative Security” che prevede una forte integrazione tra

le aree dati, network ed end point, i cui feedback saranno presto

centralizzati in una security advisory cui il vendor sta lavorando.

Soluzioni che in Italia sono veicolate tramite l’indiretta, da oltre

un centinaio di Var, System Integrator e Reseller certificati su

vari livelli a cui il vendor delega, in autonomia, soprattutto il

presidio della fascia SMB, mentre il team di Stormshield Italia si

concentra a sviluppare contatti sulle aziende enterprise, oltre a

dare supporto pre e post vendita al canale. Proprio sulla fascia di

aziende di grandi dimensioni è il supporto che il vendor chiede

ad Avnet, sviluppando insieme al

distributore modalità di ingaggio di

un canale a valore.

Alberto Brera Country Manager di Stormshield Italia

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Page 13: Avnet Magazine novembre 2015

Speciale Security

Radware assicura servizi “non stop”. Anche in cloud.

Disponibilità ininterrotta dei servizi su Web. Anche questa è sicurezza. Le soluzioni DDoS di Radware ora raggiungono anche il Cloud, ampliando il parco dei partner coinvolti.

Continuità dei servizi per

chi opera su Web, al riparo

da interruzioni della rete e

un bilanciamento gestito dei

flussi di rete e dell’application

delivery. Ѐ all’insegna della

costanza nell’erogazione dei

servizi l’offerta di Radware,

la quale si rivolge proprio

a quell’utenza che sulla

continuità di segnale basa il

proprio business, dalle banche

per i propri servizi online, ai carrier, ai vari enti governativi o

società di gaming. Un target che oggi il vendor israeliano tende

ad ampliare anche verso il basso, grazie alla declinazione delle

proprie soluzioni DDoS verso il Cloud del proprio WAF (Web

Application Firewall), che consente di gestire lo spostamento

sicuro delle applicazioni su cloud privati e pubblici.

«Si tratta di un servizio gestito da Radware interamente via cloud

che garantisce le stesse performance dell’offerta on premises

- spiega Nicola Cavallina, channel manager Italy, Greece and

Cyprus di Radware -, studiato per quelle aziende che sentono

l’esigenza di proteggersi pur non avendo al loro interno skill o

persone per gestire la sicurezza IT. Sono soluzioni ad altissima

affidabilità utilizzate per ambienti critici, come quelli militari, ma

mutuate anche per quelli business, dalle grandi aziende fino alle

PMI, per le quali l’esigenza di sicurezza non è certo minore».

Risale solo a pochi mesi fa la presentazione del servizio di Cloud

WAF e già le prime PMI italiane stanno mostrando attenzione;

il canale, che già commercializzava le soluzioni on premises di

Radware, è ora attivato anche a coprire questa componente,

svincolando se stesso e i clienti da investimenti in competenze

e infrastrutture e orientandosi verso la trasformazione di un

modello basato su Capex a uno di puro Opex.

Il vendor si appoggia a un network di partner certificati su due

livelli, Premiere e Select, che supporta con formazione online,

servizi di pre e post vendita e iniziative di lead generation e

marketing congiunto per i top partner.

Oltre al canale di rivenditori e system integrator, Radware si

appoggia poi a partnership tecnologiche con alcuni tra i maggiori

brand internazionali, tra questi Cisco. Un’alleanza che avvicina

in maniera strategica anche Avnet che, sull’offerta Cisco, è

particolarmente focalizzata.

Nicola CavallinaChannel Manager Italy, Greece and Cyprus di Radware

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Page 14: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

Il consueto appuntamento annuale romano “Open Source Day” di

Red Hat raddoppia e sbarca anche a Milano. 2 tappe, 6 keynote,

42 sessioni. Si presenta molto intenso questo convegno di un

solo giorno che raccoglie ogni anno un eccezionale riscontro.

L’obiettivo, come sempre, è di offrire una panoramica sulle

soluzioni Open Source, sugli sviluppi futuri e sui vantaggi

economici, strategici e di innovazione apportati dal loro utilizzo.

“Per noi questo è l’evento più importante secondo solo al “Red

Hat Summit” che si tiene a livello globale”, commenta Danilo

Maggi, marketing manager di Red Hat Italia. “A livello nazionale

è la manifestazione più grande in termini di partecipazione

e numero di partner. Un format ormai consolidato e molto

apprezzato dal pubblico, strutturato in due parti ben distinte:

durante la mattinata ci sarà una sessione plenaria gestita da

noi dove presenteremo l’intervento di un analista Gartner e di

due o tre success story attraverso cui i clienti racconteranno

come hanno risolto le loro problematiche con le nostre soluzioni.

Nel pomeriggio invece” continua Maggi, “si svolgeranno le

sessioni condotte sia da Red Hat, sia dai nostri partner che

quest’anno sono aumentati e saranno circa una trentina fra

OEM, system integrator e distributori (tra cui Avnet) e che

saranno focalizzate su aree tematiche specifiche oggi di grande

attualità come Internet of Things, Mobile, Big Data e altre

orientate sulla nostra parte più tradizionale e consolidata legata

a Linux, alla nostra piattaforma, ai Containers più innovativi,

alla virtualizzazione, al cloud e ovviamente all’area middleware

con Jboss. Contemporaneamente si terranno anche due Track

di approfondimento (Tech Lab) su DevOps e Mobile, dedicate

al personale tecnico. Fondamentale anche l’area espositiva che

vuole essere punto di incontro per chi vuole approfondire le

tematiche e le soluzioni di partner e distributori.”

Altri temi trattati durante il convegno

– Il mercato Italiano e l’adozione delle soluzioni Open Source:

stato, motivi, opportunità e sfide

– Le soluzioni Open Source e la risoluzione delle necessità di

business.

– Il Codice dell’Amministrazione Digitale: cosa dice in ambito

Open Source per la PA.

– Quali sono, per un’azienda interessata a valutare soluzioni

Open, i vantaggi in termini di innovazione tecnologica e di

investimenti.

– Come si è evoluta e quale ruolo riveste oggi “la Community”.

“La novità principale quest’anno è la tappa di Milano. A Roma c’è

sempre stato interesse per il nostro comparto, dove noi operiano

in mercati verticali come Financial e Industria, ma soprattutto

nella Pubblica Amministrazione, laddove normative e legislazioni

spingono maggiormente ad adottare le soluzioni open”, aggiunge

Maggi. “Il successo dei nostri eventi è la conferma dell’interesse

sempre più forte che riguarda il mondo open source, nato

diversi anni fa come spinta per contenere i costi, a seguito della

crisi, ma che oggi in realtà si presenta come un vero motore di

innovazione. Non a caso i progetti IT più innovativi nascono da

progetti open” continua Maggi, “basta citare OpenStack per la

parte cloud, ad esempio, un progetto finanziato e sponsorizzato

a livello mondiale da diverse aziende tra cui Red Hat, o soluzioni

come Hadoop che aiutano le aziende a semplificare la gestione

dei big data.”

Per iscriversi all’evento:

https://engage.redhat.com/osd-milano-roma-e-201507170001-it

Agenda:

http://redhat-osd.it/draft/agenda/

Avnet in qualità di partner Red Hat partecipa all’evento come

sponsor.

Save the Date! Red Hat Open Source Day 2015

Milano, 3 Novembre · Roma, 5 Novembre

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Page 15: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

La prossima evoluzione dell’IT è già in corso: Cisco Unified

Computing System (UCS) è pronto per potenziare i data center

per Internet of Everything e si presenta con un approccio

totalmente nuovo all’elaborazione, ideato per l’innovazione

dell’IT e l’accelerazione del business.

Cisco UCS va oltre la convergenza, con l’obiettivo di aggiungere

i benefici del computing centralizzato alla scalabilità orizzontale

(scale-out) di molte delle applicazioni odierne: gestione

semplificata, maggiore flessibilità di implementazione, scalabilità

più agevole. Qualsiasi organizzazione, sia essa commerciale,

non-profit, o operante nel settore pubblico (sanità inclusa),

utilizza applicazioni di importanza critica per la sua attività e

la sua sopravvivenza. Una piattaforma flessibile, ottimizzata e

affidabile come Cisco UCS è l’ideale per tutti i tipi di applicazioni

mission-critical.

Cisco Unified Computing System semplifica l’infrastruttura del

data center perché costituisce una radicale ottimizzazione delle

architetture tradizionali consentendo di ridurre drasticamente il

numero di dispositivi che l’azienda deve acquistare, implementare,

mantenere e gestire. Assicura inoltre l’adeguata gestione end-

to-end degli ambienti virtualizzati e consente nel contempo la

capacità di supportare sistemi operativi e stack delle applicazioni

tradizionali in ambienti non virtualizzati. Le soluzioni Cisco UCS

Integrated Infrastructure accelerano le odierne operazioni IT

e rappresentano le fondamenta tecnologiche necessarie per il

cloud privato, i big data e la virtualizzazione del desktop.

Oltre a ciò, Cisco UCS Director offre l’automazione centralizzata

delle risorse fisiche e virtuali che permette di sfruttare appieno i

vantaggi dell’approccio ad ecosistema aperto. Insieme a Cisco UCS

Manager permette di configurare automaticamente l’hardware

con policy basate sull’applicazione, dando vita a una nuova era

di velocità, coerenza e semplicità di funzionamento del data

center. Grazie a UCS, la flessibilità dei sistemi virtualizzati entra

nel mondo fisico riducendo i costi e migliorando il ROI, come

nessun’altra architettura computazionale è in grado di fare.

Approfondimento tecnico

Architettura semplificata radicalmente

Il sistema implementa un’architettura profondamente

semplificata, che elimina i dispositivi ridondanti dei tradizionali

chassis blade server caratterizzati tipicamente da livelli

supplementari di complessità: switch Ethernet, switch Fibre

Channel, e moduli di gestione del telaio. Cisco UCS è costituito da

una coppia ridondante di Cisco 6200 Series Fabric Interconnects

che fornisce un unico punto di gestione e un unico punto di

controllo, per tutto il traffico di I/O.

Riduzione del costo di ampliamento dell’infrastruttura

Cisco UCS si espande con minori costi e minore complessità.

Invece di ampliare il sistema con l’aggiunta di elementi attivi

addizionali in rack, blade server e hypervisor, Cisco UCS

utilizza delle semplici estensioni della struttura a basso costo e

a limitato consumo energetico per collegare i dati e il piano di

gestione direttamente ai server blade ed ai rack. Gli elementi

di estensione della soluzione Cisco offrono sino a 160 Gbps di

banda per rete, storage e piano di gestione per ogni chassis,

e più connessioni a 10 Gbps a ogni server rack-mount. Questa

significativa riduzione dei componenti consente un costo iniziale

piu’ contenuto e un modello di crescita più agevole, in cui il costo

delle infrastrutture per ciascun server (comprensivo di costo di

chassis blade e commutazione) e’ contenuto e pari alla metà di

quello dei server blade di tipo tradizionale.

Cisco Unified Computing System: la piattaforma per data center di nuova generazione

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Page 16: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

Server con architettura standard x86

I server Cisco UCS si avvalgono di un’architettura server

standard, blade e rack che utilizzano esclusivamente processori

Intel® Xeon®. Questi server offrono le migliori prestazioni per

carichi di lavoro di applicazioni mission-critical. I server Cisco,

in combinazione con un’architettura unificata semplificata,

favoriscono una maggiore produttività IT e un miglior rapporto

prezzo-prestazioni per ridurre il total cost of ownership (TCO).

Infrastrutture intelligenti per l’agilità IT

Cisco UCS è un’infrastruttura intelligente in cui ogni aspetto della

configurazione del server può essere programmato e quindi

automatizzato. Cisco UCS realizza per le risorse di elaborazione

ciò che gli hypervisor fanno per le macchine virtuali:

permette che l’infrastruttura fisica sia costruita e configurata

automaticamente mediante il software di gestione anziché

attraverso la configurazione manuale dei singoli componenti,

tipicamente complessa, articolata e potenzialmente foriera di

errori.

La configurazione automatizzata

Cisco UCS è un’infrastruttura intelligente in cui l’identità del

server, la sua personalità e la connettività I/O possono essere

applicati on demand sull’entita’ fisica di elaborazione specifica,

consentendo di eseguire qualunque carico di lavoro su qualsiasi

server, in ogni momento. Cisco UCS è progettato in modo

tale che ogni aspetto della configurazione di un server, dalle

revisioni del firmware e le impostazioni del BIOS sino ai profili

di rete, possono essere assegnati mediante un’interfaccia di

programmazione API XML del sistema, aperta e documentata. E’

possibile accedere alle API grazie all’interfaccia grafica di Cisco

UCS Manager, attraverso un ecosistema complessivo di strumenti

per la gestione e l’orchestrazione di terze parti, o direttamente

attraverso il software del cliente, aiutando così le organizzazioni

a raggiungere una ancora maggiore dimensione operativa.

Maggiore agilità e più uptime

Le infrastrutture intelligenti offrono un’eccezionale agilità di

business, perché ogni risorsa può essere utilizzata per qualsiasi

scopo sulla base delle politiche e delle esigenze aziendali. Le

attività ripetitive sono automatizzate e l’utilizzo delle varie

risorse della soluzione aumenta grazie alla rapidita’ di messa in

servizio dei server stessi. Ciascun server non deve più essere

dedicato a una sola funzione specifica perché le caratteristiche

peculiari di ciascuna entita’ elaborativa puo’ essere regolata in

modo dinamico affinché ogni server si renda disponibile per

eseguire qualsiasi carico di lavoro in pochi minuti, invece delle

ore o dei giorni necessari mediante i processi tradizionali.

In un certo istante, un server Cisco UCS può gestire un’istanza

fisica di un database, e poco più tardi lo stesso server può essere

riconfigurato ed unito a un pool di server che supportano un

ambiente di cloud computing. Cisco UCS è quindi ideale per gli

ambienti e realizzazioni in cloud ed è in grado di supportare

servizi realizzati con macchine fisiche o virtuali.

Preservare le funzioni del data center

Cisco UCS Manager favorisce la visibilità e la collaborazione

tra le varie entita’ della soluzione (server, rete e storage) e

fra i differenti amministratori dei vari ambiti, consentendo la

definizione di ruoli differenti e specifici, allineati con la divisione

del lavoro di qualsiasi organizzazione. Fornisce un unico punto

di gestione per l’intero sistema e aggrega anche la gestione e il

monitoraggio dei singoli elementi, permettendo agli strumenti

di gestione aziendale tradizionali di ottenere informazioni sullo

stato di ogni componente del sistema con una semplice ricerca,

ed aumentando in definitiva ulteriormente la scala operativa.

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Page 17: Avnet Magazine novembre 2015

Storie di Successo

La sfida tecnologica di CAME Group

L’esigenza tecnologica complessiva di Came

parte già nel 2010 con un progetto a 360° che ha

l’obiettivo di accentrare e consolidare i servizi

IT delle oltre 50 sedi distribuite in tutto il mondo

e che inizia con l’installazione di un sistema di

unified communication & collaboration volto

ad aumentare la connettività e a diminuire

i viaggi all’interno delle sedi, continua con

l’implementazione del sistema ERP di SAP in

tutti i paesi e si concretizza con l’installazione

di due data center in Italia (una terza è ancora

in corso) in grado di erogare e unificare tutti

i servizi IT. La continua crescita del Gruppo,

grazie anche alle numerose acquisizioni

effettuate negli ultimi anni ha fatto emergere

una gestione frammentata e complessa

dell’enorme mole di dati e di informazioni che

rallentavano i processi e che ha portato la

società a intraprendere un percorso tecnologico

che rispondesse pienamente alle sempre più

stringenti esigenze del business.

Cisco UCS per SAP HANA gestisce la Business Intelligence di CAME

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Page 18: Avnet Magazine novembre 2015

Storie di Successo

“Il nostro dipartimento IT è fondamentalmente

strategico e cruciale per il Gruppo in quanto

si occupa della gestione e manutenzione delle

infrastrutture e dell’ERP di tutte le sedi dislocate

nel mondo, le quali fino a cinque anni fa erano

tutte ‘isole indipendenti’ scollegate tra loro e i

cui dati ad esempio, necessari per effettuare

il consolidato, arrivavano con numerosi mesi

di ritardo”, commenta Massimiliano Tesser,

CIO di CAME Group. “La necessità specifica

che ha portato poi all’adozione di SAP

HANA era quella di trovare una soluzione

che permettesse di ottenere report analitici

immediati e che consentisse un controllo totale

sulla pianificazione e sui flussi del magazzino in

tempo reale, superando i lunghi tempi di attesa.

Si è colta l’occasione inoltre” continua Tesser,

“di implementare su HANA anche un progetto

di bilancio consolidato di Gruppo basato su BPC

(Business Planning&Consolidation) e di OPC

(OLE for Process Control) partito qualche mese

fa e tuttora in corso.”

Il partner: NGS

Partner tecnologico di Came dal 2010 nell’ampio

progetto di unificazione dei servizi IT, NGS ha

fornito e implementato il sistema di in-memory

computing SAP HANA basato su server C460

M4 della linea Cisco UCS, gestendone la

trattativa, la logistica e l’installazione. NGS è

tra le prime in Italia a vendere SAP HANA come

‘Tier 2’ e per questa richiesta specifica del suo

cliente si è valsa della collaborazione di Avnet

Technology Solutions, unico distributore EMEA

in grado di fornire in configurazione ‘build-to-

order’ i server Unified Computing System di

Cisco che supportano la piattaforma software

SAP HANA, compresi i relativi servizi a valore.

“Quando si ha una situazione multinazionale

come quella di Came, la gestione della business

analysis è estremamente complessa” spiega

Luca Bismondo, CEO di NGS. “Tutto ciò che

serve per accelerare la creazione del bilancio

e definire gli scenari di business intelligence

diventa più difficile perché il volume delle

informazioni è enorme e deriva da più sedi

dislocate in paesi che hanno modalità e fiscalità

diverse. Per gestire quindi un mix di dati così

disomogenei” continua Bismondo, “ci vuole

estrema potenza di calcolo come quella offerta

dal super server UCS di Cisco, certificato da

SAP, che con un unico sistema convergente e in

perfetta sinergia con HANA permette al cliente

l’elaborazone dei big data con estrema velocità

e scalabilità.”

Le SoluzioniSAP HANA

(High-Performance Analytic Appliance) è

un sistema di in-memory computing cuore

della piattaforma HANA di SAP che permette

l’elaborazione di enormi quantità di dati in

tempo reale nella memoria principale del server

per fornire risultati immediati da analisi e

transazioni, semplificando i processi aziendali.

SAP HANA è realizzata su misura per fornire

una piattaforma di gestione dati comune in un

intero panorama SAP. In questo modo le aziende

possono semplificare e consolidare i dati,

ottenere in tempo reale informazioni che un

tempo richiedevano numerose ricerche, ridurre

la loro impronta IT e, in molti casi, ottenere

una visione a 360° della loro clientela. SAP

HANA offre una semplificazione radicale della

struttura dei dati che significa maggior velocità

di accesso, migliori performance del database e

disponibilità dei dati in memoria, senza alcuna

replica degli stessi. Estremamente intuitiva, è

in grado inoltre di fornire informazioni in modo

efficace su qualsiasi canale di accesso. I risultati

dell’adozione di SAP HANA sono TCO ridotto,

gestione dei dati in real time, connessione con

persone e oggetti, esecuzione di funzionalità

analitiche e simulazioni che aiutano a prendere

le decisioni migliori per il business.

IN BREVE

Cliente: CAME Spa

Settore: Home & Building Automation

Sede: Dosson di Casier (Treviso)

Dipendenti: 1370

La sfida: Accentrare e consolidare i servizi IT delle oltre 50

sedi distribuite in tutto il mondo e affrontare la comples-

sività di gestione dei big data sempre più distribuiti che ne

rallentavano i processi.

La soluzione: 2 Appliance SAP HANA basate su Cisco C460

M4 rack server con processore Intel Xeon ciascuna con

512GB di memoria e 3TB di spazio disco.

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Page 19: Avnet Magazine novembre 2015

Storie di Successo

CISCO UCS – SAP HANA APPLIANCE

La soluzione Cisco UCS per SAP HANA consente

alle aziende di compiere in pochi secondi

analisi di dati e operazioni di data warehousing,

ponendo le basi per eseguire in futuro le altre

applicazioni aziendali ‘core’ di SAP in SAP

HANA. Attraverso una combinazione unica di

semplicità gestionale, scalabilità, operatività

automatizzata e funzionalità di alto livello

per lo storage, la soluzione Cisco risponde

perfettamente alle attuali esigenze delle

organizzazioni per un maggior controllo e una

facilità di gestione delle applicazioni mission-

critical.

Cisco Unified Computing System è un’infra-

struttura innovativa, semplifica il management

e la scalabilità delle architetture basati su si-

stemi x86 e permette una veloce installazio-

ne e delivery dei sistemi finiti. La piattaforma

UCS ha portato a una concreta innovazione sul

mercato, di semplice gestione e con un veloce

provisioning, e si colloca in un’ottica cloud e di

soluzioni avanzate.

“L’azienda esige un grosso apporto dal nostro

dipartimento ICT, perché ci chiede di essere

sempre allineati con le tecnologie più aggiornate

e di conseguenza siamo sempre impegnati in

attività di sperimentazione con le soluzioni

più innovative”, dichiara l’Ing. Cristiano Bedin,

Group ICT Manager. “In questo caso, le soluzioni

hardware e software di Cisco rispondevano

alle nostre esigenze anche in vista di EXPO di

cui siamo uno dei principali partner tecnologici.

La nostra divisione” continua Bendin, “segue

infatti a 360° in termini di monitoraggio e

mantenimento tutta l’infrastruttura interna e

anche per EXPO. Forniamo infatti assistenza

h24x7 per la parte tecnologica e di computing

sul sistema modulare di controllo accessi dei

visitatori e del personale agli spazi espositivi,

da noi progettato.”

I risultati

1) Reporting operativo molto più veloce

caratterizzato da una notevole riduzione

dei tempi d’attesa, che ha consentito di

passare dalle oltre 24 ore a pochissimi

minuti per ciascun report, accompagnato

da un’alta velocità ed estrema flessibilità

nell’analisi delle operazioni in tempo reale

che ha permesso di migliorare i processi

decisionali per il business.

2) Pianificazione MRP (Pianificazione del

fabbisogno di materiale) più dettagliata,

che permette di programmare i fabbisogni

di materiale per i processi di produzione

e di approvvigionamento complessi e

il monitoraggio del carico di lavoro in

modo molto più preciso rispetto a prima,

con una conseguente accelerazione della

produzione.

Came S.p.A. è tra i leader riconosciuti in Italia e nel mondo nel settore della home & building automation e si presenta come interlocutore globale nel con-trollo della casa e nel mondo dell’urbanistica e dell’alta sicurezza al quale offre soluzioni integrate per la regolamentazione e il monitoraggio dei flussi e degli accessi. Il gruppo, rappresentato dal marchio Came Safety&Comfort, progetta,

produce e commercializza con i marchi Came, Bpt, Domino LED e GO Italia soluzioni di automazione per in-gressi, sistemi domotici e di sicurezza antintrusione, videocitofonia, termoregolazione e illuminazione a LED, e porte sezionali e a scorrimento per ambienti residenziali e industriali. Attraverso i brand delle società Urbaco e Parkare offre inoltre soluzioni per l’urbanistica e per i grandi progetti, sistemi per la gestione di parcheggi auto-matici a pagamento, per il controllo accessi e la protezione di ambienti collettivi come spazi pubblici, piazze e strade. Presente sul mercato con 480 tra filiali e rivenditori ufficiali in 118 Paesi nel mondo, ha sede a Dosson di Casier in provincia di Treviso e possiede stabilimenti produttivi a Treviso, Sesto al Reghena (PN), Avignone (Francia) e Barcellona (Spagna). L’azienda conta circa 1.370 collaboratori e nel 2014 ha registrato un fattura-to di 230 milioni di euro. Came è un’azienda certificata “100% Qualità Originale Italiana” dall’Istituto Tutela Prodotti Italiani (ITPI) e, grazie alle soluzioni innovative per il controllo accessi, è stata scelta come partner tecnologico da Expo Milano 2015.

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Page 20: Avnet Magazine novembre 2015

3) Forte omogeneità nel reporting che

consente all’azienda di integrare

le numerose realtà acquisite, - che

inizialmente non godono degli stessi

strumenti tecnologici di Came -, con

l’obiettivo di gestire la redditività e i costi

in un’ottica di politica di gruppo unificata.

“Sono circa quattro anni che seguiamo Came

a livello network come consulenti e abbiamo

instaurato un rapporto di fiducia. Siamo

orgogliosi di averli aiutati nella trasformazione

tecnologica che la vede oggi come una tra le

aziende più innovative nel panorama italiano”,

spiega Bismondo. “In questo caso specifico,

l’installazione di SAP HANA è un investimento

che consente alla società di avere un modello di

business più aderente al mercato, fondamentale

per un’impresa come la loro focalizzata

sull’automazione industriale e sulla domotica,

dove tutti i processi, dalla produzione alla

logistica, devono essere quanto mai efficienti

e flessibili.”

“Siamo molto soddisfatti di questo progetto e di

tutti i partner coinvolti (Cisco-NGS-Avnet) che

ci hanno permesso di soddisfare pienamente

l’esigenza del business”, continua Tesser. “Il

tutto si è concretizzato nella riduzione delle

tempistiche - di gran lunga superiore alle

nostre aspettative -, nella possibilità di avere

più report e una pianificazione e un MRP

più dettagliati rispetto a quanto ci eravamo

preposti all’inizio del progetto stesso.”

“L’utilizzo della piattaforma HANA in modalità

sidecar è stata scelta in anticipo rispetto alla

futura migrazione ERP in S/4HANA”, dichiara

Marco De Lellis, Group ERP Manager di CAME

Group. “Questo ha permesso al Gruppo CAME

di aumentare la knowledge base di nuove

tecnologie all’avanguardia rispondendo in modo

immediato alle necessità di potenziamento

delle performance dei processi aziendali,

potendo poi scalare la soluzione nelle future

migrazioni.”

“Dal punto di vista del ROI risulta difficile

quantificarlo, ma la soddisfazione degli

utenti che lo utilizzano e della direzione è

sicuramente un ritorno di investimento molto

importante perché è direttamente collegato al

miglioramento delle decisioni che riguardano il

business. Inoltre” conclude Tesser, “l’azienda è

in forte evoluzione e ha una elevata necessità di

integrazione dovute alle numerose acquisizioni

effettuate negli ultimi anni nell’ottica di una

politica di gruppo unificata e omogenea.

Pertanto avere omogeneità anche nel reporting

significa avere strumenti molto efficaci in

grado di integrare le aziende acquisite che

inizialmente non godono di tutti gli strumenti

del Gruppo in cui entrano a far parte.”

Il partner: NGS

Partner tecnologico di Came dal 2010 nell’ampio progetto di unificazione dei servizi IT, NGS ha fornito e implementato il sistema di in-memory computing SAP HANA ® basato su server C460 M4 della linea Cisco UCS ®, gestendone la trattativa, la logistica e l’installazione. NGS è tra le prime in Italia a vendere SAP HANA come ‘Tier 2’ e per questa richiesta specifica del suo cliente si è valsa della collaborazione di Avnet Techno-logy Solutions, unico distributore EMEA in grado di fornire in configurazione ‘build-to-order’ i server Unified Computing System di Cisco che supportano la piattaforma software SAP HANA, compresi i relativi servizi a valore.

“Quando si ha una situazione multinazionale come quella di Came, la gestione della business analysis è estremamente complessa” spiega Luca Bismondo, CEO di NGS. “Tutto ciò che serve per accelerare la creazi-one del bilancio e definire gli scenari di business intelligence diventa più difficile perché il volume delle infor-mazioni è enorme e deriva da più sedi dislocate in paesi che hanno modalità e fiscalità diverse. Per gestire quindi un mix di dati così disomogenei” continua Bismondo, “ci vuole estrema potenza di calcolo come quella offerta dal super server UCS di Cisco, certificato da SAP, che con un unico sistema convergente e in perfetta sinergia con HANA permette al cliente l’elaborazone dei big data con estrema velocità e scalabilità.”

Storie di Successo

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Page 21: Avnet Magazine novembre 2015

Avnet Global Computing Components

Avnet Global Computing Components: prodotti e servizi di prima classe.

Avnet Global Computing Components (AGCC) è una divisione di

business leader a livello mondiale, parte di Avnet Technology

Solutions, che fornisce prodotti e servizi di prima classe.

Team dedicati di AGCC affrontano la crescente esigenza di

soluzioni di calcolo, storage e soluzioni integrate, offrendo

servizi e soluzioni dedicate ad una vasta gamma di mercati

verticali come il Digital Signage, CCTV, Cloud Computing, Storage,

HPC e GPU computing.

AGCC consente ad Avnet di ampliare la gamma di servizi a valore

aggiunto, soluzioni personalizzate e capacità di integrazione in

tutto il mondo. Il successo dei nostri partner è il nostro obiettivo;

li assistiamo in tempo reale, garantendo elevati livelli di servizio,

in tutte le fasi dalla progettazione all’integrazione delle soluzioni

per ridurre al minimo il costo totale di proprietà e consentirgli di

focalizzarsi sulle proprie competenze chiave.

Il portafoglio prodotti di Avnet Global Computing Components

vanta i più importanti brand a livello mondiale. Oltre alle

soluzioni integrate possiamo offrire il singolo componente o

tutte le singole parti necessarie per l’assemblaggio di Pc, server

e storage: dalle CPU, alle memorie, alle schede grafiche, SSD,

hard disk…

AGCC è parte di Avnet Technology Solution a sua volta parte del

Gruppo Avnet, Inc. (NYSE: AVT).

Tra i primi 10 fornitori globali di TS c’è AMD, l’azienda di

innovazione customer-centric, una centrale elettrica di

trasformazione che offre scelte più intelligenti per clienti e

rende la tecnologia più accessibile al mondo.

Computer Components & Integrated Solutions

PU | HDD | Memory | VDA graphic cards | controller - DVDI (SAS), RAID, SATA II, ATA RAID, PCI Information technology | industry automation | healthcare | aerospace communications | test and easurement

Supporto e Vendite

+39 335 1233739

[email protected]

Barebone, Chassis & Server casesAIC, Chenbro, Foxconn

Memory & SSDATP, Hitachi, Intel, Kingston Technology, OCZ, Seagate, STEC, Toshiba, Transcend, Western Digital, SanDisk, Dataram, Micron

ControllerAdaptec, AVAGO

MotherboardsEmerson, Foxconn, Intel, Supermicro

CPUsAMD, Intel

Optical DrivesLite-On

Digital SignageA-Open, Philips, PresTop

Servers for Business ApplicationsIntel, Supermicro

HDD SolutionsG-Tech, Hitachi Global Storage Technology, Seagate, Toshiba, Western Digital

StoragePROMISE

Video CardsMatrox, Sapphire Technology

Display Solutions

Desktop displays | commercial displays touch s reens | digital signage | graphic

cards

Hyundai, Philips

LCD MonitorsViewsonic

Contatti:

Rosa Di Marino

Account Manager Computer Components Italy

+39 335 1233739

[email protected]

21

Page 22: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

Toshiba Corporation (Toshiba) è all’avanguardia nel settore

storage da oltre 40 anni e offre la più completa gamma di

tecnologie di storage, da hard disk (HDD), unità allo stato solido

ibride (SSHD), unità allo stato solido (SSD) alle memorie NAND

flash.

Toshiba è l’unico fornitore di storage al mondo che gestisce

in autonomia la progettazione, lo sviluppo, la produzione, la

commercializzazione e altre funzioni infrastrutturali in ambito

enterprise, mobile e consumer per prodotti HDD e SSD.

Leader nella fornitura di soluzioni di storage integrate e inventore

della memoria NAND flash, Toshiba ha dato vita a molti degli

standard attuali della tecnologia di storage.

L’offerta:

MG04ACAI modelli di HDD Enterprise Capacity MG04ACA offrono capacità

fino a 6 TB e 7.200 rpm, in un design robusto, progettato per

carichi di lavoro business critical nearline.

La Serie MG04ACA utilizza il fattore forma standard da 3,5 pollici

da 26.1 mm in altezza e le tecnologia di settore Advanced Format

per assicurare capacità e affidabilità dati ottimali. I modelli

512e supportano la tecnologia Toshiba Persistent Cache Write

migliora le prestazioni della gestione dati in caso di improvvisa

interruzione dell’alimentazione. Dotati di interfaccia SATA 6

Gbit/s, i modelli Enterprise Capacity MG04ACA contribuiscono

a ridurre l’occupazione di spazio nei rack, l’ingombro e il carico

operativo sui server e sui sistemi di storage business critical.

Sono disponibili modelli con tecnologia di settore Advanced

Format 4Kn o 512e. I modelli 4Kn (MG04ACAxxxA) offrono

prestazioni ottimali e piena compatibilità con le applicazioni

e gli ambienti operativi 4K. I modelli 512e (MG04ACAxxxE)

supportano le applicazioni e gli ambienti operativi legacy che

richiedono settori di lunghezza 512B.

Caratteristiche principali

• Fattore di forma standard da 3,5 pollici, da 26,1 mm di altezza

• Capacità elevata (Modelli da 6/5/4/3/2 TB)

• Prestazioni da 7.200 rpm

• Interfaccia SATA 6 Gbit/s

• Carico di lavoro nominale 550 TB complessivi trasferiti

annualmente

• Tecnologia settore 512e o 4Kn Advanced Format

• (Modello 512e e modello 6TB) Introduzione della tecnologia

Persistent Write Cache di Toshiba per protezione contro

la perdita di dati in caso di improvvisa interruzione

dell’alimentazione

MD04ABAxxx HDD per videosorveglianza

La Serie di HHD di videosorveglianza a bassa velocità di

rotazione Toshiba MD04ABA-V hanno fino a 5 TB di capacità di

storage e per un massimo di 32 telecamere ad alta definizione.

MD04ABA-V è progettata per applicazioni di sorveglianza 24x7.

Per assicurare una grande affidabilità e scalabilità in ambienti

RAID e multi-HDD, MD04ABA-V utilizza dei sensori RV per

compensare le vibrazioni rotazionali. La grande capacità e

le eccellenti prestazioni degli HDD Toshiba Serie MD04ABA-V

consentono di archiviare il video ripreso da telecamere ad alta

definizione e di conservarlo per lunghi periodi.

• Fino a 5 TB di capacità di storage dati per il feed delle

telecamere ad alta risoluzione

• Supporta fino a 32 stream di telecamere ad alta definizione

• Sensori di vibrazione rotazionale (RV) per notevole

scalabilità e buone prestazioni

• MTTF 1.000.000 ore

• Funzionamento 24x7

• 128 MiB Buffer/Cache per buone prestazioni in streaming

• Bassa rotazione per notevoli prestazioni di efficienza

energetica

Soluzioni di storage completo dalla progettazione alla commercializzazione

WD Xe – Storage con prestazioni ad alta densità per applicazioni com-plesse

22

Page 23: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

MD03ACAxxxHDD per videosorveglianza

La Serie di HDD di sorveglianza Toshiba MD03ACA-V da 7.200

rpm 3,5 pollici ha una capacità di storage fino a 4 TB. Il robusto

HDD MD03ACA-V è dedicato ad applicazioni di sorveglianza,

quali videoregistratori di rete (sNVR), videoregistratori digitali

di sorveglianza (sDVR) e SDVR ibridi, che ne sfruttano le

caratteristiche di funzionamento 24/7 con MTTF (tempo medio

tra due guasti) di 1 milione di ore. Per assicurare una grande

affidabilità e scalabilità in ambienti RAID, gli HDD MD03ACA-V

impiegano sensori RV per compensare le vibrazioni rotazionali.

La grande capacità e prestazioni eccellenti di questi HDD

consentono l’archiviazione dei feed provenienti da telecamere ad

alta risoluzione, conservandoli per lunghi periodi, e supportano

un gran numero di stream video.

• Fino a 4 TB di capacità di storage dati per il feed delle

telecamere ad alta risoluzione

• Stream ad alta definizione

• Sensori di vibrazione rotazionale (RV) per notevole

scalabilità e buone prestazioni

• MTTF 1.000.000 ore

• Adatto al funzionamento 24/7

• 64 MiB Buffer/Cache per otime prestazioni in streaming

HK3E2Le SSD SATA Enterprise value-endurance Serie HK3E2

sono disponibili in formato di forma 2,5 pollici da 7,0 mm

con memoria NAND flash MLC Toshiba. La Serie HK3E2 è

disponibile con capacità di 200 GB (THNSNJ200PCSZ), 400 GB

(THNSNJ400PCSZ) e 800 GB (THNSNJ800PCSZ).

Dotata di tecnologia di correzione degli errori ECC Quadruple

Swing-By Code (QSBC) proprietaria di Toshiba, la Serie HK3E2

supporta 3 DWPD (Drive Writes Per Day) con carico di lavoro

4 KiB e dati casuali. Tra le caratteristiche aggiuntive di classe

Enterprise sono presenti la protezione dati End-to-End (End-

to-End Data Protection) e la protezione contro l’interruzione

di alimentazione (Power Loss Protection). La famiglia di SSD

HK3E2 Enterprise è ottimizzata per i sistemi di storage e i server

aziendali, ad esempio i mail e web server, i database SQL e lo

storage nei centri dati.

• Interfaccia SATA 6 Gbit/s

• Capacità fino a 800 GB

• Durata 3 DWPD per 5 anni con carico di lavoro 4 KiB

interamente casuale

• Protezione contro l’interruzione di alimentazione (Power

Loss Protection) e protezione dati End-to-End (End-to-End

Data Protection)

• Tecnologia Quadruple Swing-By Code (QSBC)

HK3R2 LA Serie di SSD SATA Enterprise HK3R2 è ottimizzata per le

applicazioni di storage aziendali read-intensive in cui prestazioni,

bassi consumi e integrità dei dati sono elementi fondamentali.

Dotata di un controller SSD SATA progettato da Toshiba, la serie è

disponibile in formato di forma 2,5 pollici da 7,0 mm e con capacità

di 120 GB (THNSNJ120PCSZ), 240 GB (THNSNJ240PCSZ), 480

GB (THNSNJ480PCSZ) e 960 GB (THNSNJ960PCSZ). Le SSD

Enterprise read-intensive incorporano QSBC (Quadruple Swing-

By Code) Toshiba, un codice di correzione degli errori (ECC)

altamente efficiente che interviene migliorando l’affidabilità. La

durata 1 DWPD (Drive Writes Per Day) con carico di lavoro 4 KiB

casuale, la protezione contro l’interruzione dell’alimentazione

e la protezione dati end-to-end evidenziano le caratteristiche

della Serie di SSD Enterprise HK3R2 rivolte al settore aziendale.

• Interfaccia SATA 6 Gbit/s

• Capacità fino a 960 GB

• Durata 1 DWPD per 5 anni con carico di lavoro 4 KiB

interamente casuale

• Protezione contro l’interruzione di alimentazione (Power

Loss Protection) e protezione End-to-End (End-to-End Data

Protection)

• Tecnologia Quadruple Swing-By Code (QSBC)

Per maggiori informazioni [email protected]

23

Page 24: Avnet Magazine novembre 2015

Tendenze

WD, sussidiaria di Western Digital Corporation, leader di mercato e tecnologico nell’industria degli hard disk, ad oggi è l’unico produttore di hard disk presente in Italia con una forza commerciale locale con cui poter comunicare, per richiedere informazioni tecniche e commerciali o qualsiasi ulteriore tipo di supporto.

Le soluzioni di Storage per NAS

Western Digital ha lanciato il primo disco WDRED specificatamente

disegnato per applicazioni NAS nell’estate del 2012. La famiglia

WD RED è stata progettata in collaborazione con i primari

produttori di NAS ed oggi è certificato per 23 diversi produttori

di NAS, attualmente il più elevato tasso di compatibilità nel

mercato stesso.

Disponibili in formato 2.5” e 3.5” con capacità da 750Gb (2.5”)

fino a 6Tb (3.5”) il WD RED è il disco ideale per installazioni NAS

consumer, prosumer e Small Medium Business, da 1 a 16 bays

nelle versioni WD RED e WD RED PRO (specifico per NAS da 8

a 16 bays).

Adottando gli hard disk WD Red per il sistema NAS fino a 8

alloggiamenti si aumenterà l’efficienza e la produttività del

business. WD Red viene fornito con NASware 3.0, tecnologia

che aumenta la compatibilità del sistema permettendo

un’integrazione senza problemi con l’infrastruttura di rete

esistente.

Maggiore precisione per NAS

Per offrire una maggiore precisione complessiva per NAS, WD

Red è inoltre dotato di tecnologia a doppio attuatore che migliora

l’accuratezza del posizionamento della testina e il posizionamento

della traccia dei dati. StableTracTM assicura l’albero motore

a entrambe le estremità per ridurre la vibrazione indotta dal

sistema e stabilizzare i piatti dell’unità per un monitoraggio

accurato durante le operazioni di lettura e scrittura.

Le soluzioni di Storage per Data Center

Gli hard disk per data center di WD sono progettati per ambienti

che funzionano ininterrottamente dove prestazioni al top e

integrità dei dati sono fondamentali, in sistemi complessi che

fanno uso di applicazioni su vasta scala. Grazie a un design

concepito per la classe enterprise, funzionalità e tecnologie

specializzate oltre a rigorosi processi di fabbricazione e test,

WD offre a ogni data center gli storage building block di cui ha

bisogno.

Storage building di base per il tuo data center

WD Re Storage con capacità permanente per implementazioni

a elevata disponibilità

WD Se Storage ottimale per NAS e architetture scalabili

Data Center WD

Tecnologia HDD

Per tenere il passo con l’incredibile proliferazione di dati, i

data center si stanno ingrandendo a velocità vertiginosa. Uno

storage rack 42U può integrare oltre 900 dischi, ovvero quasi 3

PB di storage. Un sistema che integra molti dischi deve essere

accuratamente progettato con funzionalità e tecnologie che

garantiscano affidabilità, scalabilità ed elevata disponibilità e

che sia in grado di offrire prestazioni costanti. Alcune di queste

funzionalità e tecnologie tuttavia, implicano delle sfide per gli

hard disk: sfide ambientali, di compatibilità e per il workload.

La soluzione di WD: dispositivi di storage personalizzati

che hanno subìto milioni di ore di test in diversi sistemi, con

workload diversi.

• Modelli RPM di fascia alta per applicazioni a elevate

performance

• I prodotti sono progettati per funzionare 8.760 ore all’anno,

con operazioni di lettura e scrittura ininterrotte

• Test estesi condotti con sistemi reali e workload reali

• Processi di fabbricazione e testing specializzati

Soluzioni di Storage per NAS e Data Center

24

Page 25: Avnet Magazine novembre 2015

Servizi

Nel settore della formazione tecnica molti gruppi sostengono di

essere globali, in realtà molti dei vari team nazionali operano

in “silos” o come società del tutto distinte, che semplicemente

esercitano utilizzando lo stesso marchio. Questo è il motivo

per cui i clienti di Avnet Academy sono piacevolmente sorpresi

nello scoprire che costituiamo veramente un team mondiale

integrato. Lavorando con Avnet Academy, le multinazionali

globali possono offrire una formazione coerente e di alta qualità

ai propri team di lavoro con un unico punto di contatto. Gli Avnet

Training Credits (ATC), si possono acquistare centralmente in un

paese e utilizzare in tutto il mondo per ottenere la formazione

di cui si ha bisogno, quando e dove necessita.

Molti dei nostri clienti sono società di consulenza che operano

a livello globale e hanno l’esigenza di sviluppare rapidamente le

competenze necessarie per fornire i loro servizi presso i clienti.

Queste aziende acquistano gli ATC a livello centralizzato per

ottenere la formazione in Nord America, EMEA, Asia-Pacifico

e America Latina. Pertanto possono contare sul loro account

manager Avnet Academy per accedere alla formazione richiesta,

anche con un breve preavviso, senza dover affrontare processi

di approvvigionamento e logistica per ogni singola esigenza di

formazione.

Uno dei nostri clienti, tra i migliori fornitori di tecnologia del

mondo, dispone di team tecnici sparsi in diversi continenti, che

fanno training contemporaneamente sugli stessi argomenti. Noi

utilizziamo un approccio multi-modale, che combina formazione

personalizzata con sessioni online condotte da un istruttore,

mattina e sera, per permettere agli studenti di completare

la formazione a loro piacimento con la massima flessibilità,

attraverso i diversi fusi orari.

In un altro caso, un cliente aveva formato il suo team in Nord

America sulla base di un piano di studi personalizzato e

successivamente ha avuto bisogno di formare una squadra

separata nell’area Asia Pacifico sullo stesso corso. Noi abbiamo

supportato efficacemente entrambi i team, consentendo loro di

sostenere e continuare lo sviluppo su una nuova piattaforma

dopo che il loro partner per la consulenza aveva completato

l’implementazione iniziale.

Gestire un business a livello globale è difficile. Avnet ha investito

sui propri team nell’area fiscale, legale, operativa e di supporto

in oltre 80 paesi, e se da un lato Avnet Academy è un gruppo

relativamente nuovo in una società di 94 anni di età, siamo stati

in grado di raggiungere rapidamente una dimensione globale

all’interno del network di Avnet e siamo orgogliosi del servizio

coerente ed efficace che possiamo offrire ai nostri clienti a

livello mondiale.

Oggi tutte le aziende italiane hanno la possibilità di organizzare

nella propria impresa corsi di formazione con il contributo

dei Fondi Interprofessionali per svolgere percorsi di crescita

aziendale per i propri dipendenti.

La formazione è fondamentale in qualsiasi contesto organizzativo

per essere competitivi e per raggiungere e mantenere importanti

traguardi di crescita aziendale. A sostegno delle organizzazioni

esistono diversi strumenti di supporto finanziario allo

svolgimento delle attività formative.

Tutte le aziende associate ai Fondi Interprofessionali (es.

Fondimpresa, For.te, Fondir, Fonter , ecc.) possono utilizzare i

finanziamenti per la formazione continua del proprio personale

dipendente.

Scegliendo di aderire a un Fondo Interprofessionale, l’azienda

dispone direttamente di una parte dei contributi versati, e ha

la garanzia che quanto versato verrà riconosciuto in azioni

formative per i lavoratori, in sintonia con le proprie strategie e

le proprie esigenze di business.

Avnet Services: I vantaggi di lavorare in un’organizzazione globale

Formazione Finanziata

25

Page 26: Avnet Magazine novembre 2015

Sono le imprese e i lavoratori a versare i soldi per la loro formazione.Infatti tutte le imprese private e, dal 2009, le pubbliche e le ex

esercenti pubblici servizi versano l’1,61% del monte salari come

contributo obbligatorio contro la disoccupazione involontaria.

Con la legge 845 del 1978, parte di questo contributo, il

cosiddetto 0,30%, viene destinato alla formazione dei lavoratori.

Con la legge 388/2000 tutte le aziende che versano lo 0,30%

possono scegliere di destinarlo a un Fondo Interprofessionale

per la formazione continua. In caso di adesione, lo 0,30% va

comunque all’Inps, che lo gira al Fondo indicato dall’azienda.

L’adesione è volontaria, gratuita e può essere attivata o disdetta

in ogni momento. Ogni Fondo, quindi, riceve ogni anno risorse

proporzionali al numero dei lavoratori occupati nelle imprese

che lo hanno scelto e le impiega per finanziare la formazione

delle medesime.

Con i Fondi le imprese possono fare formazione per i loro lavoratori senza costi.

Con i Fondi Interprofessionali viene finanziata una formazione

che serve davvero al mondo del lavoro, perché a decidere come

spendere le risorse sono proprio le imprese e i lavoratori.

Alcuni cenni sui Fondi Interprofessionali

I Fondi Interprofessionali per la formazione continua sono

stati istituiti con la legge 388/2000. L’obiettivo è diffondere

la pratica dell’aggiornamento e della formazione nelle imprese

italiane, “in un’ottica di competitività delle imprese e di garanzia

di occupabilità dei lavoratori” (art. 118). Nelle intenzioni del

legislatore è quindi chiaro (anche in tempi molto lontani dalla

crisi) che la formazione è la chiave di volta per la crescita delle

imprese e l’occupabilità dei dipendenti.

I Fondi Interprofessionali finanziano piani formativi aziendali,

settoriali e territoriali, che le imprese in forma singola o

associata decideranno di realizzare per i propri dipendenti.

Inoltre, possono finanziare anche piani formativi individuali,

nonché ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse

alle iniziative formative.

I vantaggi per le imprese e i lavoratori

• Tempi rapidi di finanziamento della formazione.

• Piena aderenza tra esigenze delle imprese, sviluppo delle

competenze dei lavoratori e attività formative.

• Possibilità di accesso alla Formazione per un maggior

numero di dipendenti.

• Maggiore crescita delle Risorse e delle competenze.

Come entrare a far parte dei Fondi Interprofessionali

Per avere le risorse economiche necessarie per aggiornare

o riqualificare i lavoratori basta seguire un percorso in tre

passaggi.

1. Adesione al Fondo

2. Registrazione

3. Presentazione di un piano formativo (il piano può essere

presentato direttamente dall’azienda che ha deciso di

aderire al Fondo Interprofessionale oppure da un soggetto

delegato).

Vuoi frequentare i nostri corsi finanziando la tua formazione e

quella dei tuoi dipendenti?

Tutte le iniziative di Avnet Academy sono finanziabili tramite

voucher o possono essere progettate ad hoc secondo il

fabbisogno specifico di un’impresa e presentate come piano

formativo aziendale. Avnet Academy ti fornirà tutta l’assistenza

necessaria per l’adesione ai Fondi Interprofessionali attraverso

la propria rete di consulenza. I consulenti Avnet affiancano le

organizzazioni durante tutto il processo relativo alla formazione

finanziata, dalla presentazione della domanda fino al momento

della rendicontazione, permettendo così l’erogazione di progetti

formativi di grandi o di piccole dimensioni (per numero di

persone coinvolte), con la qualità che contraddistingue la nostra

formazione.

Per informazioni: [email protected]

Servizi

26

Page 27: Avnet Magazine novembre 2015

Portfolio

Il nostro portfolio in sintesiComputer Components &

Integrated SolutionsPU | HDD | Memory | VDA graphic cards | controller - DVDI (SAS), RAID, SATA II, ATA RAID, PCI Information technology | industry automation | healthcare | aerospace communications | test and easurementSupporto e Vendite

+39 335 [email protected]

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Display Solutions

Desktop displays | commercial displays touch s reens | digital signage | graphic cards

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Software

Linux Server | Linux Desktop Middleware, Enterprise | Virtualization Cloud computing | HPC | Identity ManagementRed Hat, ZimbraSupporto e Vendite

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Professional Services

Servizi Professionali a supporto del Partner nelle aree Storage, infrastrutture Server, Virtualizzazione, Sicurezza, HA, DatacenterSupporto e richiesta quotazioni

+39 02 618604.6

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Security & Networking Solutions

Switching | Routing |Wireless | Mobility | WAN Optimisation | Application Delivery NetworkingApplication Security | Networking Solutions Security | Network Management | Remote Access Brocade, Cisco, Cisco Security, Radware, RSA Security, StormshieldSupporto e Vendite

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Server & Infrastructure

Server | Server Consolidation Computing Infrastructure | Virtualised Infrastructure | Public and Private Cloud InfrastructureCisco UCS, Panduit, Solarwinds, VCESupporto e Vendite

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Page 28: Avnet Magazine novembre 2015

In qualità di distributore globale di soluzioni IT, Avnet Technology Solutions trasforma la tecnologia in soluzioni strategiche per i clienti di tutto il mondo. Avnet collabora con i partner per creare e fornire servizi e soluzioni hardware e software che rispondono alle esigenze in continua evoluzione degli utenti finali. Il gruppo è presente in Nord America, America Latina e Caraibi, Asia-Pacifico, in Europa, Medio Oriente e Africa. Nell’esercizio fiscale 2014 ha generato un fatturato di 11,0 miliardi di dollari. Avnet Technology Solutions è un gruppo operativo di Avnet, Inc.Per ulteriori informazioni, visitare http://www.ats.avnet.com e http://www.ts.avnet.com/it/

Avnet TS Italy S.R.L.Via Gozzano 14, I - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)www.avnet.com/ts/it Milano – Roma – Bari

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