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Mentre queste cose accadevano in Spagna, fu espugnata da Imilcone, prefetto di Annibale, Petelia nei Bruzi, dopo alcuni mesi dall’inizio dell’assedio. Quella vittoria costò ai Cartaginesi molto sangue e ferite, ne alcuna piu grande forza che (se non) la fame domò gli assediati. Infatti consumati gli alimenti delle messi e le carni di tutti i generi di quadrupedi, infine vissero del cuoio dei calzolai e di erbe, di radici, di cortecce tenere e di foglie fresche; ne, prima che fossero mancate le forze per rimaner saldi sul muro e reggere le armi, furono conquistati. Occpuata Petelia, Imilcone portò le truppe a Cosenza, che, difesa meno ostinatamente, in pochi giorni ricevette la resa. Quasi in quegli stessi giorni l’esercito dei Bruzi assediò Crotone, città greca, un tempo ricca di armi e di uomini, allora già così stremata da molte grandi sconfitte che restavano meno di 20 mila cittadini. E così da una città, spopolata di difensori, facilmente si impossessarono i nemici. Soprattutto in questo modo giunse in Italia, il quinto mese da Cartagine Nuova, come sono alcuni autori, dopo aver superato le Alpi il 15 giorno. Tra gli autori non è noto per nulla quante grandi truppe fossero ad Annibale varcata l’Italia. Quelli scrivono che fossero almeno cento mila fanti e venti cavalli; quelli al massimo 20 mila cavalieri, sei cavalli. L Cincio Alimento, che scrive conquistato da Annibale, mi impressionerebbe moltissimo, se non confondesse il numero, aggiunti Galli e Liguri; con quei 80 mila fanti, dieci cavalli aggiunti – è vero simile che in Italia ne passassero di più, e cosi sono (dicono) alcuni autori - , dallo stesso Annibale di aver sentito, che dopo aver attraversato il Rodano, perse un ingente numero di 360 mila uomini e di cavalli e di altri giumenti.

Azioni Cartaginesi Nell'Italia Meridionale

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Azioni Cartaginesi Nell'Italia Meridionale

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Page 1: Azioni Cartaginesi Nell'Italia Meridionale

Mentre queste cose accadevano in Spagna, fu espugnata da Imilcone, prefetto di Annibale, Petelia nei Bruzi, dopo alcuni mesi dall’inizio dell’assedio. Quella vittoria costò ai Cartaginesi molto sangue e ferite, ne alcuna piu grande forza che (se non) la fame domò gli assediati. Infatti consumati gli alimenti delle messi e le carni di tutti i generi di quadrupedi, infine vissero del cuoio dei calzolai e di erbe, di radici, di cortecce tenere e di foglie fresche; ne, prima che fossero mancate le forze per rimaner saldi sul muro e reggere le armi, furono conquistati. Occpuata Petelia, Imilcone portò le truppe a Cosenza, che, difesa meno ostinatamente, in pochi giorni ricevette la resa. Quasi in quegli stessi giorni l’esercito dei Bruzi assediò Crotone, città greca, un tempo ricca di armi e di uomini, allora già così stremata da molte grandi sconfitte che restavano meno di 20 mila cittadini. E così da una città, spopolata di difensori, facilmente si impossessarono i nemici.

Soprattutto in questo modo giunse in Italia, il quinto mese da Cartagine Nuova, come sono alcuni autori, dopo aver superato le Alpi il 15 giorno. Tra gli autori non è noto per nulla quante grandi truppe fossero ad Annibale varcata l’Italia. Quelli scrivono che fossero almeno cento mila fanti e venti cavalli; quelli al massimo 20 mila cavalieri, sei cavalli. L Cincio Alimento, che scrive conquistato da Annibale, mi impressionerebbe moltissimo, se non confondesse il numero, aggiunti Galli e Liguri; con quei 80 mila fanti, dieci cavalli aggiunti – è vero simile che in Italia ne passassero di più, e cosi sono (dicono) alcuni autori - , dallo stesso Annibale di aver sentito, che dopo aver attraversato il Rodano, perse un ingente numero di 360 mila uomini e di cavalli e di altri giumenti.