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BN83_CACCIATORI NELLE TENEBRE

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RHYANNON BYRD

Cacciatori nelle tenebre

Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Rush Of Darkness

HQN Books © 2011 Tabitha Bird

Traduzione di Elena Rossi

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione Bluenocturne maggio 2013

Questo volume è stato stampato nell'aprile 2013

da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)

BLUENOCTURNE ISSN 2035 - 486X

Periodico mensile n. 83 del 17/05/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 118 del 16/03/2009 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA

Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano

Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A.

Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Parigi Chiunque abbia detto che la vendetta è un piatto che va gustato freddo, evidentemente non l'ha mai assaggiato, perché Raine Spenser non sentiva altro che calore, un ca-lore febbrile che le bruciava nelle vene e la faceva sentire bene. Meglio di quanto stesse da molto tempo, come se la sua vita avesse trovato finalmente uno scopo, dopo tanti mesi di debolezza estenuante. Che importanza aveva se le sue azioni erano guidate da emozioni viscerali piuttosto che dalla fredda logica? La sete di vendetta era un infuso di potere che si faceva strada nel suo organismo, mandandolo in fiamme, nono-stante la pioggia di maggio che cadeva pigra e incessan-te, inzuppando la città fino alle ossa, e nonostante il ven-to sferzante che le gettava gocce fredde sul viso. Sì, si sentiva bruciare, spinta dal bisogno di catturare la sua preda e costringerla a pagare per i peccati commessi. E una donna come lei era più che capace di dispensare una buona dose di violenza. Unica tra gli antichi clan – specie non umane la cui e-sistenza era stata tenuta segreta per migliaia di anni alla maggioranza degli uomini – Raine apparteneva a due

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mondi: quello dei vampiri deschanel e dei sensitivi Ala-cea. Si rifiutava di coinvolgere in quella storia i genitori, che le avevano dato un'infanzia piena d'amore e di gioia e avevano fatto sempre del loro meglio per proteggerla. Quella era la sua battaglia e l'avrebbe combattuta fino in fondo. La giovane donna che aveva studiato all'università e poi viaggiato per il mondo come ambientalista sembrava un'altra persona, in quel momento. Una che lei stessa ri-conosceva a stento. Dopo essere stata rapita e tenuta prigioniera per quasi un mese, la speranza che un tempo ardeva in lei si era trasformata in un sentimento cupo. Ma quelli erano tem-pi duri per tutti gli antichi clan e lei sapeva di non essere sola. Il mondo era minacciato da una guerra quale non si era mai vista prima, anche se gli esseri umani conti-nuavano la loro esistenza spensierata e allegramente in-consapevole, convinti che gli incubi che si addensavano su di loro non fossero altro che frutto dell'immaginazio-ne. Purtroppo quegli incubi erano fin troppo reali e, se nessuno avesse messo fine a quella situazione, la vita degli esseri umani e dei clan non sarebbe stata mai più la stessa. Creature immortali condannate oltre mille anni prima per i loro crimini efferati contro l'umanità e gli altri clan, i casus erano infatti riusciti a trovare il modo di fuggire dal-la prigione metafisica chiamata Meridian e, anche se po-tevano uscire dai cancelli solo uno o due alla volta, il loro numero era in crescita costante. La cosa più spaventosa era che stavano lavorando per provocare la grande onda-ta, il momento in cui tutti i loro fratelli sarebbero evasi in

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massa per compiere la loro vendetta sul mondo. E lì entravano in scena i Guardiani. Organizzazione di mutaforma che aveva il compito di sorvegliare i clan sopravvissuti nei secoli, i Guardiani e-rano quelli che dovevano assicurare la tranquillità e la pa-ce. Erano dispersi in ogni angolo del mondo ma era stata una piccola unità del Colorado a dare inizio alla lotta contro i casus. Ora si erano stabiliti in una nuova base in Inghilterra, chiamata Harrow House, dove lei era rimasta dal febbraio precedente, dopo che era stata liberata dal folle determinato a servirsi dei suoi poteri psichici per aiu-tare i casus nella loro ricerca di libertà. Anche se la loro lotta era nel giusto, Raine non lavora-va con i Guardiani o i loro alleati. Aveva un piano preci-so, che voleva portare avanti con determinazione letale, incurante delle conseguenze. Quella notte era un predatore ed era uscita a caccia. Scrutando da dietro l'angolo di una massiccia costru-zione in granito, segnata dalle intemperie, poteva vedere la sua preda, la cui sagoma imponente era nascosta all'e-stremità di un vicolo stretto, in agguato. Era una delle ombre dei casus fuggite da Meridian, che si era impadro-nita di un ospite umano: in poche parole, aveva distrutto il suo spirito per poterne indossare la pelle. Nonostante la pioggia, era abbastanza vicina da per-cepire il suo tanfo di sudore rancido, che copriva gli odori della città, così come poteva avvertire il suo bisogno sadi-co di dolore e di carne. Sarebbe bastato quello per giusti-ficare un omicidio, che tra l'altro avrebbe impedito la morte di un'altra vita umana. Ma lei aveva ben altri moti-vi. Il casus appostato alla fine di quel vicolo aveva com-messo peccati imperdonabili proprio contro la famiglia di

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Raine, che ora voleva la sua distruzione con tanta inten-sità da sentirne in bocca il sapore. Anche se era stata allevata nell'odio per la violenza, non si sarebbe fatta scrupolo di uccidere quella creatura. Le sue motivazioni erano troppo forti. I suoi poteri le ave-vano permesso di leggere la mente del mostro, di scor-gerne il passato. Aveva avuto una visione delle crudeli sofferenze che aveva inflitto ad altri, prima di essere im-prigionato, e della carneficina che aveva commesso da quando era fuggito. Era pura malvagità e lei voleva la sua morte più ancora di quanto agognasse al prossimo respi-ro. Più ancora di quanto volesse sopravvivere. Tuttavia c'erano dei momenti in cui era spaventata dal proprio cambiamento, allora avrebbe voluto poter tornare a casa e dimenticare quegli ultimi, terribili mesi. Ma la sua vita era irrevocabilmente cambiata durante le setti-mane di prigionia, al punto che non poteva scuotersi di dosso quel bisogno di vendetta. E ora che aveva ceduto, le tenebre continuavano a espandersi intorno a lei ogni giorno di più, l'odio rinforzava il suo proposito e aumen-tava il suo potere. Invece di deperire fino a ridursi a nien-te, il suo corpo aveva incominciato a guarire, finché si era sentita pronta a lasciare la sicurezza di Harrow House, la settimana prima, e a partire da sola. E ora quel bastardo è mio, pensò, camuffando il pro-prio odore mentre avanzava furtivamente tra le ombre del vicolo e liberava gli artigli affilati come rasoi dalle punte delle dita. Le zanne scesero veloci mentre si abbandona-va a quella collera che imperversava dentro di lei e diven-tava tutt'uno con la notte. Era un'ombra. Uno spettro. E prima che quel mostro vedesse l'alba, sarebbe stata lei a spedirlo all'inferno. Aveva preso uno dei preziosi Marcatori neri dai Guar-

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diani prima di lasciare la loro base, perché sapeva che l'antica croce era l'unica arma in grado di distruggere l'a-nima di un casus. Appiattendosi al suolo, liberò i sensi acuiti da descha-nel, assorbendo ogni percezione come i polmoni trag-gono ossigeno dall'aria. Il battito pesante del polso del mostro le riempiva la testa mentre si preparava all'attac-co, ma proprio in quel momento un gruppo di turisti arri-vò ridendo dalla strada, ignaro del pericolo a cui andava incontro. La sua preda li osservò, valutando la possibilità di ucciderli, poi scosse il capo e si diresse verso il night-club, dove aveva intenzione di scegliere la prossima vit-tima. Anche se coloro che comandavano sui casus avevano inizialmente proibito le uccisioni di esseri umani, i Guar-diani sospettavano che di recente il divieto fosse stato abolito, viste le stragi che stavano avvenendo in ogni par-te del mondo. I casus avevano cominciato a nutrirsi per acquistare forza, dunque si stavano preparando alla successiva fase della guerra. Raine attese che il mostro varcasse l'ingresso del loca-le prima di ritirare zanne e artigli e seguirlo. Anche se si sforzava di leggere nella sua mente, i pensieri le arrivava-no in frammenti sconnessi: il fisico aveva riacquistato le forze, ma le sue facoltà psichiche rimanevano deboli in modo frustrante, ben lontane da quello che erano prima che venisse rapita nella giungla del Sudamerica dove sta-va lavorando. Il corpo si era ripreso dagli abusi, i poteri ancora no. La maggior parte degli uomini che affollavano il locale era vestito in pelle nera e jeans, mentre le donne indos-savano pochi indumenti succinti. Con i suoi jeans sbiadi-

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ti e il maglione grigio attillato, i lunghi capelli biondi rac-colti sotto un berretto nero, lei era chiaramente fuori po-sto, per cui si tenne il più possibile ai margini della folla. Una musica forte e ritmata, che sembrava realizzata al computer più che con gli strumenti, colpiva i suoi timpa-ni ipersensibili; l'olezzo acre del sudore, dell'alcol e delle sigarette assaliva il suo odorato fine. Mentre la confusio-ne del locale si chiudeva su di lei, irritandola, si sforzò di seguire l'effluvio del casus ma era impossibile. Temendo di averlo perso, si fermò a scrutare attenta-mente la folla e fu allora che colse il segnale. Non era un allarme mentale come quelli che poteva avvertire con i suoi poteri. No, era qualcosa di fisico, come un brivido gelido che percorreva tutto il suo corpo, mettendo in al-lerta il predatore che si annidava in lei. Qualcuno la stava guardando. Percepiva i suoi occhi penetranti sulla pelle e rabbrividì come se ci fosse stato un contatto fisico; il polso accele-rò in risposta, facendola avvampare. Al contrario di molte donne che avevano subito le sue stesse violenze, non era terrorizzata dai contatti, ma li evitava per paura dei ricordi che si sarebbero potuti risvegliare. Mentre si faceva strada verso l'estremità opposta del locale, Raine si chiese se il casus che stava seguendo stesse lavorando con qualcun altro, anche se nella sua mente non aveva visto nulla che facesse pensare a una simile possibilità. Tenendo la schiena alla parete, scrutò l'ambiente alla ricerca di quella nuova minaccia; il suo in-tuito le diceva che qualcosa si stava avvicinando. Quando un gruppo di ragazze, che sembravano troppo giovani per frequentare i nightclub, le passò davanti in un turbine di risate rese acute dall'alcol, si mosse insieme a loro, usandole come copertura, fin-

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ché un odore caldo e inconfondibile la assalì. Barcollando per la sorpresa, si fermò ai margini della folla e un gemito le uscì dalle labbra. Non può essere lui, pensò, ansimando, mentre il polso si faceva irregolare e quel profumo invitante le riempiva la testa. È impossibile che mi abbia trovata... Eppure, l'impossibile era accaduto perché Raine sape-va esattamente chi c'era alle sue spalle; il suo odore le era impresso nel cervello come un tatuaggio sulla pelle. Voltandosi, si trovò di fronte Seth McConnell, l'uomo che continuava a tormentare i suoi sogni ogni volta che osava prendere sonno. Rimase congelata sul posto, di-menticando il casus al quale stava dando la caccia, persa nella contemplazione di quell'essere umano rude e inten-samente virile. Non l'avrebbe mai creduto possibile ma era ancora più fuori dal comune di quanto ricordasse. La tensione che segnava gli occhi verde scuro e la li-nea decisa della bocca aggiungevano un tocco più aspro alla sua bellezza sensuale. I muscoli che si tendevano sotto la pelle dorata erano ancora più definiti, come se avesse spinto all'estremo il suo fisico dall'ultima volta che l'aveva visto, quasi un mese prima. Era più bello di quanto osasse ammettere. Ma, oltre a essere innegabilmente affascinante, susci-tava in lei sensazioni che non avrebbe dovuto provare per un uomo del genere. No, era decisamente off-limits, come amico e tanto più come amante. Tuttavia, non poteva negare che fosse un piacere per gli occhi, specialmente per una donna che apprezzava gli uomini circondati da un'aura di pericolo. E anche se le seccava ammetterlo, era una di quelle. Le piacevano il corpo muscoloso avvolto nei jeans e nella maglia nera, i piedi calzati in pesanti scarponi neri. Le piacevano gli zi-

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gomi sporgenti, il mento forte e squadrato, la mascella arrogante. I suoi amici Guardiani le avevano detto che dall'inizio dell'anno lui aveva lasciato crescere leggermente i corti capelli schiariti dal sole e, se non fosse stato per quello sguardo da predatore, avrebbe potuto facilmente imma-ginarlo su una spiaggia assolata della California, mentre andava incontro alle onde con una tavola da surf sotto il braccio. Nonostante il suo aspetto attraente, non c'era alcun dubbio che Seth McConnell fosse esattamente quello che era: un soldato spietato, pronto ad abbattere qualsia-si cosa intralciasse la sua strada, che fosse umana... o più che umana. E i vampiri erano sempre stati la sua specialità. Mentre il gruppo di ragazze si allontanava, lasciando indietro Raine, McConnell si avvicinò fissandola con il suo sguardo da falco. Era evidente che stava valutando la sua reazione, aspettando di vederla trasalire alla sua vici-nanza come aveva sempre fatto in passato. Invece non fu così. Quella sera era troppo infuriata per avere paura, le sue emozioni erano completamente in preda al caos. Sollevò il mento e sostenne il suo sguardo. E vide che all'improvviso i suoi occhi si addolcirono, di-vennero più caldi... e furono attraversati da un lampo nuovo. Per una frazione di secondo, Raine sentì che le fissava la bocca e notò che si passava la lingua sul labbro inferiore. Una emozione si accese in lei, una strana consape-volezza dimenticata da tempo, come se una parte della sua psiche, sepolta nel buio, tornasse lentamente alla lu-ce. Il polso accelerò... non per la collera ma per qualcosa che assomigliava stranamente all'eccitazione, anche se

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era accompagnata da una sensazione di disagio, che le stringeva lo stomaco in una morsa gelida. Non dimenticare che è un killer. Non dimenticare quello che ha fatto. Tutto il sangue versato, tutto il dolo-re... La prima volta che si erano incontrati, era stata in gra-do di vedere quello che era successo tanti anni prima alla famiglia di Seth e aveva avuto una breve visuale dolorosa dei suoi ricordi. Anche se poteva capire la sua rabbia, continuava a diffidare di lui. Dopo il ritorno dei casus, McConnell aveva disertato dall'esercito del Collettivo per combattere a fianco dei Guardiani, fatto che però non cancellava gli anni che a-veva passato a dare la caccia ai vampiri e a massacrarli. L'esercito del Collettivo era un'organizzazione militan-te di mercenari umani dediti a liberare il mondo da tutte le forme di vita preternaturali; esisteva sin da quando i casus avevano dato inizio alle uccisioni di massa che a-vevano portato al loro imprigionamento. Per ironia della sorte, ora l'esercito collaborava proprio con i casus ed era per quello che Seth McConnell aveva disertato per entra-re a far parte dei buoni. Per quanto tempo sarebbe durato? Nonostante la gentilezza che lui le aveva sempre mo-strato, Raine non si fidava. E considerando tutte le que-stioni complicate e contorte che si frapponevano tra loro, era maledettamente sicura che non era il caso di provare una certa attrazione. «Andiamo» disse McConnell con la sua voce profon-da, quasi soffocata dal ritmo dei sintetizzatori. Prima che Raine potesse protestare, la prese per un braccio e la tra-scinò verso una porta che conduceva in una delle salette del bar.

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La stanza dal soffitto alto non era più privata della pre-cedente, se non altro la musica era abbastanza attutita da consentire una conversazione. Solo che Raine non aveva nessuna intenzione di parla-re. Voleva fuggire. Nascondersi. Trovarsi il più possibile lontano da lui! Per un breve momento di follia, provò il desiderio di gettargli le braccia al collo... inalare quel profumo ma-schile e tenerlo semplicemente stretto, come se quello fosse il posto al quale apparteneva. Tra le sue braccia. Devo aver perso la testa, gemette tra sé, chiedendosi che cosa ci fosse di sbagliato in lei. Nessun altro uomo aveva suscitato il suo interesse negli ultimi mesi, dunque perché trovava così attraente proprio McConnell? Sentendo il bisogno di prendere le distanze prima di rendersi ridicola, si liberò della sua stretta e barcollò al-l'indietro, finendo a sbattere contro la parete alle sue spalle. E quando lui, ignorando il suo gesto, avanzò di un passo, costringendola a inclinare il capo per sostenere il suo sguardo, con un respiro tremante si concentrò nello sforzo di penetrare nella sua mente: tutto quello che vi-de, però, fu una nebbia confusa di ombre e rumore, co-me se lui avesse eretto una barriera mentale. Se voleva avere delle risposte, doveva ricorrere ai mezzi normali. «Tutto questo non ha alcun senso» disse dunque, sforzandosi di mantenere un tono il più possibile calmo. «Che cosa ci fai qui a Parigi?» Sapeva di suonare scortese e irritante ma non aveva scelta, se voleva mantenere le distanze. Invece di rispondere, lui si limitò a fare un lento respi-ro, inclinando la testa di lato. Per una frazione di secondo, a Raine parve di cogliere, in quegli occhi verdi all'improvviso più scuri, un'immagi-

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ne dalla sua mente, che mostrava loro due insieme. Il corpo possente di McConnell la stava inchiodando alla parete, i fianchi incastrati tra le sue cosce, le mani sulla sua testa, la bocca che si stava prendendo un bacio lun-go e devastante. Stringendo i denti, allontanò quella visione provocan-te, furiosa con se stessa per aver permesso a quell'uomo di turbarla così facilmente. Aveva pronunciato una sola frase e già aveva i nervi scossi e immaginava cose che non esistevano. Sapeva fin troppo bene che quella visio-ne non era reale, che nasceva dai suoi pensieri e non da quelli di McConnell. E non era nemmeno quello che la ir-ritava di più. No, era il fatto di aver visto entrambi nudi e... se McConnell stava bene in jeans, stava ancora me-glio senza. Ed era davvero un pensiero di cui poteva fare a meno. Stava per chiedergli per la seconda volta cosa ci faces-se a Parigi, quando lo sguardo dell'ex colonnello fu at-tratto dal bagliore metallico della catena che portava al collo, con la croce posata proprio in mezzo ai seni. «Se sei qui per il Marcatore, non c'era bisogno che ti distur-bassi» gli disse, chiedendosi perché mai nella sua voce ri-suonasse una punta di delusione. «Quando avrò finito con il talismano, ho tutte le intenzioni di restituirlo ai tuoi amici.» «Lo immaginavo.» La sua voce era più roca di quanto ricordasse. «Non è questo, però, il motivo per cui mi tro-vo qui.» Raine corrugò la fronte, confusa. «No?» Scuotendo lentamente il capo, McConnell la inchiodò con il suo sguardo penetrante. «Sei tu.»

Cacciatori nelle tenebre RHYANNON BYRD

Il marchio della strega MAGGIE SHAYNE

Da quando Seth, un bellissimo guerriero dagli occhi verdi e dal sorriso sexy, l'ha liberata dai crudeli esseri che la tene-vano prigioniera, Raine ha un unico obiettivo: dare loro la caccia ed eliminarli uno per uno. Per farlo, però, ha bisogno dell'aiuto di Seth. Ma come può fidarsi di un uomo che in passato ha cercato di distruggere la sua razza?

In un incubo, Indira vede se stessa in procinto di essere sa-crificata a un antico dio babilonese, e al risveglio scopre di avere sulla schiena degli strani simboli. L'unico a sapere co-sa stia succedendo è un misterioso e affascinante prete, Pa-dre Tomas. E a lui spetta la scelta più ardua: salvare la don-na che ha imparato ad amare... o salvare il mondo?

Le ali del peccato J.K. COI

La figlia della strega MAGGIE SHAYNE

Privata dagli arcangeli della capacità di provare emozioni, Amelia non sa nulla di amore e desiderio. Finché non scende sulla terra per proteggere Gabriel Gunn, l'essere umano che le è stato affidato e nel quale è imprigionata l'anima nera di Lucifero. E il desiderio carnale che suscita in lei la costringe a mettere in dubbio tutto ciò in cui ha sempre creduto.

Quando Ryan torna da lei dicendo di volersi prendere cura di lei e della figlia che sta per nascere, Lena non è più disposta a credergli. Poi inizia a fare strani sogni, di macabri sacrifici e di un demone che vuole il loro bambino. Solo la magia dell'amore potrà fermare l'inferno. Ma l'amato principe che secoli prima non poté salvarla riuscirà stavolta ad arrivare in tempo?

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