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Il magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google Plus Il magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google Plus DAL 2014 DAL 2014 MAGGIO 2014 Anno I Numero 0.1 edizione gratuita C’è tutto un mondo da stampare La stampa 3D è l’ultima novità dell’era digitale e le sue applicazioni sembrano infinite: dalla moda alla chirurgia. Le prospettive occupazionali sono tantissime e pari ai rischi di flop clamorosi. Inauguriamo il nostro magazine comunitario con una serie di puntate dedicate a questa “periferica” rivoluzionaria /10 Comm. Showcase Un mini album delle immagi- ni più belle dai post dei nostri amici della Community /14 Carlo Scarpa Una personalità arsca generosa e instancabile che ha trasformato l’architeura italiana /19 Stampa 3D Una tecnologia nata nel 2006 da una ricerca universitaria che non conosce più limi, interessando sempre più campi scienfici

Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

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Il magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google PlusIl magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google Plus

DAL 2014DAL 2014

MAGGIO 2014 Anno I Numero 0.1 edizione gratuita

C’è tutto un mondo da stampare

La stampa 3D è l’ultima novità dell’era digitale e le sue applicazioni sembrano infinite: dalla moda alla chirurgia. Le prospettive occupazionali sono tantissime e pari ai rischi di flop clamorosi. Inauguriamo il nostro magazine comunitario con una serie di puntate dedicate a questa “periferica” r i vo lu z io nar ia

/10 Comm. Showcase

Un mini album delle immagi-

ni più belle dai post dei

nostri amici della Community

/14 Carlo Scarpa

Una personalità artistica

generosa e instancabile che ha

trasformato l’architettura

italiana

/19 Stampa 3D

Una tecnologia nata nel 2006 da

una ricerca universitaria che non

conosce più limiti, interessando

sempre più campi scientifici

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La Comm. per progettisti, disegnatori tecnici ed appassionati La prima Community italiana, della piattaforma Google Plus sul CAD e le sue applicazioni, per

data di fondazione e numero di iscritti

BIM

CAD

CAD MEP

FEM

Geomatica

Linguaggi CAD

Modellatori 3D

Modellatori organici

Post produzione

Renderizzatori

Prog. edile

Altro software

Progettazione

Portfolios

Eventi

Biblioteca tutorials

Cataloghi tecnici

Concorsi

Curiosità

Discussione

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lavora per un

ideale non per

gli applausi.

più duro sarà

il tuo lavoro

più farà la

tua fortuna

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NEWS

RubySketch annuncia un utilissi-

mo plugin per trasformare Sket-

chUp in un potente e leggero software BIM. Plusspec è il no-

me del software in grado di deter-

minare tutti i parametri caratteri-

stici della progettazione integrata nonché effettuare stima costi

materiali, estrapolazione di viste

e sezioni 2D per l’esecuzione dei

lavori, ecc. Il costo è di 395 USD pari a 285€.

S.G.

Giuseppe Vizziello continua

lo sviluppo di Leeno di Bart

Aimar basandosi anche sulla

recentissima esperienza didat-

tica presso la Provincia di

Milano dei corsi su questo

validissimo software. L’obiet-

tivo di Giuseppe è quello di

rendere pienamente compatibi-

le Leeno con i software CAD

per la progettazione. Il compu-

to metrico offerto da Leeno

risulta molto facile come ap-

proccio poiché si ispira alle

vecchie versioni cartacee.

S.G.

Lorenzo Caddeo è un giovanissi-mo e talentuoso modellista 3D

della nostra Community, e in

questi giorni ha presentato la sua

ultima creazione col marchio Shogun la Nodachi, una coupé

anni novanta che ricalca lo stile

giapponese dell'epoca, quando il

Giappone stava affrontando la bolla speculativa e puntava quindi

alla produzione di auto capaci di

attirare l'attenzione del grande

pubblico. La nuova Nodachi, ha subito i maggiori cambiamenti

nella piattaforma, le cui dimensio-

ni permettono il passaggio da due

a quattro porte. Lo stile che ha adottato punta sull'estetica sporti-

va e mira più che all'eleganza,

all'apparire come una vettura

grintosa e capace di ispirare im-mediatamente l'istinto di velocità,

e l'ebbrezza di un'auto ad alte

prestazioni.

Girano sempre più post sulla

chiusura di Google Plus eppure la

Piattaforma non ha rilasciato alcuna notizia ne ufficiale ne

ufficiosa… Dalla sua nascita ad

oggi Plus ha subito una serie di

metamorfosi anche molto profon-de per la GUI e alcune funzionali-

tà che, onestamente, spiazzano

anche utenti di vecchia data. I

bugs più clamorosi sono la la mancanza di un “nofollow” per i

post in uscita con le conseguenze

sulla sicurezza facilmente imma-

ginabili. S.G

CADZINE è una rivista gra-

tuita nata in seno alla Com-

munity di G+ “AutoCAD,

Rhino & SketchUp desi-

gners” per la diffusione gra-

tuita delle tecniche CAD. Le

inserzioni pubblicitarie pre-

senti sono gratuite e sono a

discrezione della redazione.

Grafica, impaginazione,

articoli e pubblicità Salvio

Giglio

Articoli scientifici Marco

Garavaglia

Marco Garavaglia in un suo recentissimo post presenta questo

speciale tutore per ingessature

realizzato in materiale termopla-

stico rigido non tossico. con una stampante 3D dal giovane desi-

gner turco Denis Karasahin, che

con la sua scoperta ha vinto il

primo premio dell' A-design

Award & Competition. La tec-

nica prevede una scannerizzazio-

ne dell’arto fratturato e la succes-

siva stampa del tutore ultralegge-ro e soprattutto asciutto ed imper-

meabile senza le conseguenze

delle ingessature classiche. L’i-

giene e la traspirazione della pelle è assicurata ed in più è possibile

applicare un generatore di ultra-

suoni per mantenere anche il tono

muscolare dell’arto. La stampa 3D si sta rivelando una grande

alleata della medicina e chirurgia.

S.G

Lezioni di matematica sul Blog

“Il giardino di Lagrange” di

Marco Garavaglia realizzate per gli studenti delle scuole medie

superiori in vista dei prossimi

esami di maturità. Marco propone

e mostra lo svolgimento di una batteria di 5 funzioni proposte

come test per Analisi I al MIT. Lo

stile discorsivo della lezione ac-

compagnato da una grafica molto realistica (lavagna e gessetti colo-

rati) facilità la comprensione degli

esercizi S.G.

Google Plus... addio?

Shogun Nodachi, un coupé by Caddeo

Stampa 3D e tutore hi- tech

Analisi 1 per tutti!

RubySketch x BIM

Un pezzo alla volta!

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KEEP CALM

and use LeenO

C O M P U TO M E T R I C O ?

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BENVENUTI

Vi presentiamo il nostro Magazine Benvenuti nel Magazine della nostra Community per cadisti

“AutoCAD, Rhino & SketchUp designer”! Perché un Maga-

zine in un mondo digitale, fatto di miliardi d’informazioni e per

di più su di una piattaforma che ha fatto della ricerca di infor-

mazioni il suo cavallo di battaglia? Perché quando si sceglie di

leggere una rivista vuol dire che c’è il tempo di staccare la spi-

na per un po’ da tutto il resto e leggersela, se avete un tablet o

un portatile, anche in bagno o a letto in estremo relax ☺

Questo è il numero ZERO quello di prova, per intenderci, è un

piccolo omaggio a voi tutti che popolate la Community e un

minimo riconoscimento a quelli che pubblicano i loro lavori

sulla Comm. tenendoci compagnia e offrendoci anche l’occa-

sione per approfondire nuove tematiche e spunti formativi. Io e

Marco Garavaglia ci abbiamo messo tante ore di lavoro per

offrirvi un lavoro completo e presentabile, sperando che possa

interessarvi! Prima di lasciarvi alla lettura vi prego di segnalarci

eventuali inesattezze, errori, ecc. ma anche di darci il vostro

parere e i vostri preziosi consigli!

Grazie di tutto

Salvio Giglio e Marco Garavaglia

Due immagini dalla versione old style di CADZINE, provvisoriamente caricata su di una presentazione di Google Document

ed esposta in Comm. la prima volta il 12 aprile 2014. La nostra idea di base era quella dei “pionieri tecnologici” di inizio ’900

e delle riviste dell’epoca, da qui la grafica retrò con elementi “flat” oggi ampiamente utilizzati nelle infografiche (nastri, coc-

carde, disegni di personaggi anni ‘50, ecc.).

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EDITORIALE

Gli ultimi anni sono stati disastrosi per il nostro Paese e non mi

riferisco solo alla crisi economica che ci ha investiti. Proprio in

questi giorni ho avuto l’occasione di ripensare al periodo in cui

ero iscritto all’università grazie ad un gruppo di amici che han-

no realizzato una pagina su Facebook dedicata al Movimento

Studentesco e alla Pantera del 1990. Inevitabilmente le foto, i

documenti, la musica e gli amici stessi mi hanno riportato in

quel periodo e mi hanno fatto rivivere l’atmosfera che si respi-

rava 24 anni fa… E’ vero che 5 lustri non sono pochi e che og-

gi, che siamo entrati nell’era post-industriale, 5 mesi equivalgo-

no a 5 anni ma osservando il nostro tempo da quella posizione

sono rimasto sinceramente sconcertato. La mia generazione

sognava e pianificava il futuro, combatteva per attuarlo ed era

disposta a qualsiasi sacrificio per riuscirci. Anche oggi mol-

ti ragazzi lottano e fanno tantissimi sacrifici per affermarsi e

nella nostra Community, fortunatamente, ne abbiamo di esempi

concreti. Quello che è cambiato in peggio è la capacità dello

Stato, delle Istituzioni, dell’imprenditoria di offrire alle ultime

generazioni la possibilità di realizzare i propri sogni. Quante

cause si potrebbero elencare per descrivere lo stato di apatia e

chiusura al futuro di tantissimi ragazzi che oggi scelgono di non

studiare e non tentano, neanche lontanamente, di cercare un

lavoro? E non è un problema solo giovanile! Pensiamo al feno-

meno degli “scoraggiati” che sono disoccupati cronici, reduci

da angherie e cocenti delusioni lavorative, non più giovanissimi

e che non se la sentono più di rimettersi in gioco e che ogni

giorno “muoiono un pochino di più” nel deserto in cui si sono

confinati e che spesso li fa compiere gesti estremi. La priorità di

qualunque forza politica prenda le redini del nostro Paese attra-

verso l’esercizio dell’amministrazione dello Stato dovrebbe

essere proprio quella di arginare la deriva esistenziale di questa

parte, sempre più cospicua della popolazione. L’istruzione e il

lavoro sono le uniche medicine necessarie. Nella speranzosa

attesa che la classe politica si accorga di questo drammatico

stato di cose e si muova nella direzione giusta, incoraggiando,

ad esempio, la crescita delle StartUp e diminuendo la pressione

fiscale sulle imprese che assumono, chi ha la fortuna di essere

professionalmente inserito e realizzato, dovrebbe sentire forte il

dovere di aiutare chi sta studiando in un momento tanto diffici-

le. Bastano pochi gesti per dare speranza e aiuto concreto e

possono partire anche da un Social Network. Il popolo della

Rete da anni condivide sul WEB conoscenze preziose in ogni

campo del sapere e tra tutti gli esempi Wikipedia sembra essere

quello più felice. Su questa portante si muove la nostra Com-

munity nell’intento di fare piccoli gesti per ridare speranza!

Rimotivare le nuove generazioni di Salvio Gigl io Da una crisi del genere non si esce con le paro-

le e si deve partire necessariamente dai ragazzi

La copertina dello speciale di “Liberazione” del 13 giugno

2010 dedicato alla Pantera

Grafico dell’andamento della disoccupazione per fasce d’età dal

2004 al 2013 da Panorama economia

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COMMUNITY SHOWCASE

Voglia di musica?

La community di Google Plus sulla musica classica, gospel, sacra, popolare musical, colonne sonore, opera

Christina Eneroth

COLLEGE Lund University

COURSE Architecture

http://eneroth.port0.org/

Matteo Massetti

[email protected]

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Voglia di musica?

La community di Google Plus sulla musica classica, gospel, sacra, popolare musical, colonne sonore, opera

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COMMUNITY SHOWCASE

Sylvie Zennir

Gian Martin Corso

[email protected]

L’Automotive d’autore su G+ by Gontrand Nyung

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L’Automotive d’autore su G+ by Gontrand Nyung

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DESIGNERS STORY

Carlo Scarpa

Q uando intrapre-

si gli studi di

architettura mi

appassionai

enormemente ad una

collana di volumi di

Bruno Zevi intitolata

“Cronache di architettu-

ra” in cui il famoso criti-

co aveva fatto confluire i

suoi articoli apparsi

sull’Espresso prima e

poi sul suo

"L'architettura-cronache

e storia". Tra questi mi

colpì particolarmente

uno dedicato a Carlo

Scarpa che nel 1956

ottiene il Premio Nazio-

nale Olivetti per la siste-

mazione dello spazio

espositivo della stessa

azienda a piazza San

Marco a Venezia. Zevi

descrive l’onestà intel-

lettuale di Scarpa e af-

ferma che quanto aveva

guadagnato il maestro

con questo premio, con

ogni probabilità, gli

sarebbe servito per ri-

solvere qualche debito

contratto durante la

meticolosa e certosina

fase di progettazione in

cui ogni più piccolo

dettaglio del negozio è

stato disegnato. Su tutti

si veda il lavoro del

corrimano della scala

del negozio che è tutto

un gioco di intarsi di

legno di varie essenze.

Il ritratto umano di Zevi

su Scarpa è quello di un

amico ammirato dai

sacrifici e l’impegno di

un uomo che ha speso

la sua vita al servizio

dell’arte senza curarsi

assolutamente dei gua-

dagni. Scarpa sembra

quasi un dadaista che

gioca con il vetro a Mu-

rano, creando pezzi

meravigliosi o che com-

pone opere architettoni-

che originalissime pie-

namente organicistiche

ma che parlano vene-

ziano per quanto sono

aggraziate e curate!

Carlo Scarpa nasce a

Venezia il 2 giugno

1906. Trascorre l’infan-

zia a Vicenza dove fre-

quenta l'Accademia di

Belle Arti Era ancora

uno studente quando

ottenne il primo incari-

co professionale ini-

ziando a collaborare

come progettista con

alcuni vetrai di Murano.

Successivamente divie-

ne assistente dell'archi-

tetto veneziano V. Ri-

naldo. Si diploma nel

1926 e nello stesso an-

no diventa insegnante

presso l'Istituto Supe-

riore di Architettura di

Venezia che era stato

appena fondato. Dal

1927 al 1930, lavora

anche per la vetreria

artistica di Mura-

no MVM Cappellin &

Co. Alla fine degli anni

venti comincia a speri-

mentare la progettazio-

ne di elementi di arredo

ed entra in contatto con

gli ambienti intellettuali

e artistici veneziani,

dove conosce e si lega

con personaggi del cali-

bro di Giuseppe Unga-

retti, Carlo Carrà, Lio-

nello Venturi, Diego

Valeri, Giacomo No-

venta, Arturo Marti-

ni, Mario Deluigi, Bice

Lazzari e Felice Caso-

rati. Nel 1932 è nomi-

nato direttore artistico

della vetreria di Paolo

Venini, incarico che

mantiene fino al 1946

protraendo la collabora-

zione col Venini fino al

1947. In questa fase

Scarpa sperimenta nuo-

ve tecniche produttive

dei modelli derivati dai

suoi disegni già precur-

sori delle nuove corren-

ti artistiche che sareb-

bero giunte entro pochi

anni in Italia. La sua

fama cresce e da luogo

alle sue prime esposi-

zioni: nel 1932 al-

la Biennale di Vene-

zia e nel 1934 al-

la Triennale di Milano.

In questo anno sposa la

nipote dell’arch. Rinal-

do, Nini Lazzari. Nel

1935 Scarpa, appena

trentenne, realizza il

progetto per la rifunzio-

nalizzazione degli am-

bienti destinati al Retto-

rato e l'Aula degli Atti

Accademici dell’Uni-

versità di Venezia allo-

cata presso la Ca' Fo-

scari. Su quest’opera

Scarpa tornerà, vent’an-

ni dopo, realizzando

uno dei più innovativi

progetti di restauro di

quel periodo anche se,

in seguito, fu modifica-

ta. La distanza tra i due

interventi svela le ma-

trici culturali che ave-

vano ispirato Scarpa.

Infatti, se l'ampia vetra-

ta abbinata alla polifora

che guarda sul Canal

Grande, del primo re-

stauro, mostra il razio-

nalismo di Le Corbu-

sier, la rimodulazione

della tribuna lignea del

secondo restauro, da lui

progettata per il primo

intervento, palesa la

crescita compiuta e

l’orientamento agli

ideali compositivi di

Frank Lloyd Wright.

di Sa lvio Gig l io

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2

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DESIGNERS STORY

D opo la tragi-

ca parentesi

della II

Guerra

Mondiale, che non fer-

merà il lavoro del mae-

stro, gli anni ’50 sono

connotati da una serie di

progetti che manifesta-

no la padronanza del

linguaggio architettoni-

co wrightiano. Un lin-

guaggio organicistico

che Scarpa esprime in

dialetto veneziano con-

taminandolo con ele-

menti personali ricchi di

dettagli tratti da secoli

di grande artigianato

locale. La formatività di

Scarpa è la fusione tra la

logica creativa artigia-

nale e la simbologia

dell’organicismo di

Wright; quest’impronta

sarà possibile rintrac-

ciarla lungo tutta la sua

produzione di quel pe-

riodo: il progetto di casa

ad appartamenti a Feltre

del 1949; il padiglione

del libro d'arte per la

galleria "Il Cavallino" ai

Giardini della Biennale

del 1950; villa Zoppas a

Conegliano del 1953;

villa Veritti a Udine del

1961. Scarpa assimila

ogni manifestazione

culturale del suo tempo

e adotta la tecniche di

cut up espressa da

Wright nell’architettura

e da Carl Popper in am-

bito sociologico in cui

ogni singola parola di

una frase è una

“parole”, un paradigma

che ha una sua persona-

lità ed in quanto tale

deve essere oggetto di

ricerca ed elaborazione.

Da qui l’amore per i

dettagli, anche minuzio-

si, che costituiscono

ogni suo progetto e che

rappresentano le portan-

ti eccezionali di Scarpa

che nel 1956 lo condur-

ranno al Premio Nazio-

nale Olivetti per l'archi-

tettura. Testimonianza

di questo percorso crea-

tivo sono sicuramente:

il negozio Olivetti alle

Procuratie Vecchie del

1958; il negozio Gavina

a Bologna del 1960; il

restauro del piano terra

del palazzo della fonda-

zione Querini Stampalia

a Venezia del 1963, in

cui la tecnica del cut up

è applicata con una co-

scienza formale unica,

contrapponendo i vecchi

mattoni rossi erosi dalla

salsedine con intonaci

levigatissimi. La stessa

coscienza progettuale

anima poi il restauro del

museo di Castelvecchio

a Verona, nel 1964; la

sistemazione di Palazzo

Abatellis a Palermo nel

1954; la Gypsoteca a

Possagno nel 1957. Tut-

tavia il talento del mae-

stro susciterà non poca

invidia e in quello stes-

so anno è accusato

dall'Ordine degli Archi-

tetti di esercitare la pro-

fessione illegalmente,

facendogli causa. Solo

nel 1978 questa vicenda

sembrava concludersi

felicemente con l’asse-

gnazione al maestro di

una laurea honoris cau-

sa da parte dello IUAV

di Venezia che avrebbe

“legittimato” la produ-

zione e i sacrifici di una

vita. Proprio quest’ulti-

ma deciderà, al posto

degli uomini, di rendere

immortali le opere di

Carlo Scarpa e a ritene-

re superfluo e tardivo

quel riconoscimento,

quando il 28 novembre

di quell’anno lo spense,

con una banale caduta e

un colpo alla testa, a

Sendai in Giappone. Di

Scarpa resta l’eredità

morale e culturale e la

traccia di un patrimonio

architettonico ed artisti-

co che costituisce un

forte momento di inno-

vazione del design ita-

liano della seconda metà

del ‘900.

Carlo Scarpa

1 ingresso del negozio Olivetti a (VE)

2 Ingresso Università Ca’ Foscari (VE)

3 interno negozio Olivetti a (VE)

4 padiglione del libro d'arte (VE)

5 Villa Zoppas, Conegliano (TV)

6 Villa Veritti a Udine

7 museo di Castelvecchio (VR)

8, 9, 10 Gypsoteca a Possagno (TV)

11 Palazzo Abatellis a Palermo

3

4 5

6

7

8 9 10 11

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17

TREND

I l nostro Paese

deve svecchiarsi

se vuole realmen-

te uscire dalla

crisi. Per farlo deve

avere i coraggio di

scommettere sulle inno-

vazioni tecnologiche e

sulla cultura e cambiare

radicalmente certi modi

di pensare e di concepi-

re il mondo del lavoro.

Volenti o nolenti l’era

digitale, non meno della

Rivoluzione industriale,

ha sconvolto profonda-

mente la produzione

industriale prima, ta-

gliando tanti posti di

lavoro con l’automazio-

ne da una parte e crean-

do nuove figure profes-

sionali dall’altra; poi è

toccato al mondo

dell’ufficio e adesso,

sempre più prepotente-

mente, anche quello

della progettazione. I

vantaggi offerti da certe

nuove filosofie azienda-

li, in cui progettista non

lavora più da solo ma

che interagisce in tempo

reale con altri professio-

nisti, è una

realtà che

all’estero è

diventata

uno stan-

dard vero e

proprio. La

progettazione strutturata

o Building Information

Modeling permette di

realizzare progettazioni

intelligenti riducendo

errori e costi legati a

revisioni, riunioni, so-

praluoghi in cantiere e

tanti altri grattacapi

legati alla progettazione

stand alone tradiziona-

le. La BIM non è solo

una famiglia di software

è una vera e propria

organizzazione del lavo-

ro di studio e di cantie-

re. Sul nostro sito co-

munitario, da qualche

mese, ho inserito la se-

zione BIM e ho deciso

di partire dalle basi di

questo nuovo concetto

progettuale traducendo

delle dispense della

California State Univer-

sity, in cui non com-

paiono riferimenti all’u-

so di un particolare pro-

gramma ma mirano,

piuttosto, alla realizza-

zione di una forma men-

tis per i team progettua-

li. Si parte dall’indivi-

duazione dei target prin-

cipali che saranno og-

getto dei compiti BIM

per ogni livello di pro-

gettazione (architetto-

nica, ingegneristica,

impiantistica, ecc.) at-

traverso delle schede e

per ogni settore si indi-

vidua un responsabile

per la progettazione e la

realizzazione. Successi-

vamente si determina

una scala delle priorità

esecutive attraverso dei

diagrammi di flusso che

serviranno anche per lo

scambio dei dati tra i

vari professionisti

(progettisti ed esecutori)

impegnati nel cantiere.

La fase di studio preli-

minare svolto attraverso

schede di raccolta dati,

questionari, diagrammi

ecc., faciliterà enorme-

mente la messa in atto

del progetto vero e pro-

prio, riducendo al mini-

mo il margine di errori e

le sforature sul budget

imposto dalla commit-

tenza. Se corredato cor-

rettamente con tutti i

dati di fabbricazione,

commenti e risultati

finali, questo materiale

allegato ai file BIM

servirà, inoltre, anche

come modello per altri

lavori futuri del team.

Per attuare una buona

progettazione BIM è

necessario avere, quin-

di, una visione moderna

del cantiere e dello stu-

dio investendo in attrez-

zature all’avanguardia

che permettono di digi-

talizzare i dati a partire

dal rilievo dell’area

d’intervento per poi

trasmetterli a chi avrà il

compito di elaborarli

per il progetto. Lo stes-

so studio deve avere

un’architettura hard-

ware potente, basata su

workstation e LAN ul-

traveloci per incrociare

il lavoro dei vari proget-

tisti. Per chi comincia

adesso conviene fare

pratica presso uno stu-

dio in cui già si lavora

con la BIM o, comun-

que, fare pratica con

altri progettisti su picco-

li cantieri di facile ge-

stione. La BIM si presta

molto anche per il recu-

pero edile di vecchi

manufatti e diventa al-

lettante anche per l’am-

ministrazione condomi-

niale dello stabile dal

momento che la docu-

mentazione prodotta,

unitamente al file BIM,

costituiscono un vero e

proprio registro manu-

tentivo dello stabile su

cui pianificare gli inter-

venti e eventuali ade-

guamenti normativi,

controllando anche le

spese di esecuzione.

È il nuovo paradigma della progetta-

zione non solo edile. Uno standard

che ben presto cancellerà la visione

del progettista “isolato” per far posto

al concetto di Team

La BIM è lo standard del futuro

di Sa lvio Gig l io

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NEW HARDWARE

Le stampanti 3D: oltre ogni immaginazione

di Salvio Gigl io

S pesso ripenso,

con tanta iro-

nia, all’affer-

mazione, da

vero ignorante patenta-

to, di un mio istruttore

di Visual Basic che nel

lontano 1999 disse che

ormai in informatica era

stato creato tutto..!

Chissà quanti bocconi

amari ha inghiottito

questo tipo nel corso

degli ultimi anni, in

pieno boom dell’Era

Digitale e Movimento

Post industriale. Mi

piacerebbe fargli fare

una chiacchierata col

sociologo Domenico De

Masi che sicuramente

gli farebbe cambiare

idea, a meno che non ci

sia arrivato da solo a

capire quanto fosse er-

rata ed infelice quella

sua affermazione. E un

esempio macroscopico

di quanto fosse in errore

il nostro istruttore è

proprio il fenomeno

della Stampa 3D in pie-

na espansione. Al gran-

de pubblico italiano

questa nuova e strabi-

liante periferica l’ha

presentata Piero Angela

da SuperQuark nel

2011. E’ nostra inten-

zione in questa sede

analizzare le principali

tipologie e le caratteri-

stiche di funzionamento

di questo dispositivo

attraverso un ciclo di

articoli a puntate, per-

ché riteniamo che esso

possa rappresentare,

prendendo ovviamente

le dovute cautele com-

merciali, una bella occa-

sione per la creazione di

piccole imprese da av-

viare con investimenti

abbastanza contenuti.

La portata di questa

applicazione sfugge

solo al nostro Paese dal

momento che l’autore-

volissimo The Econo-

mist, in un editoriale

del 10 febbraio 2011

afferma:

“La stampa tridimensio-

nale rende economico

creare singoli oggetti

tanto quanto crearne

migliaia e quindi mina

le economie di scala.

Essa potrebbe avere sul

mondo un impatto così

profondo come lo ebbe

l'avvento della fabbri-

ca... Proprio come nes-

suno avrebbe potuto

predire l'impatto del

motore a vapore nel

1750, o della macchina

da stampa nel 1450, o

del transistor nel 1950,

è impossibile prevedere

l'impatto a lungo termi-

ne della stampa 3D. Ma

la tecnologia sta arri-

vando, ed è probabile

che sovverta ogni cam-

po che tocchi.”

Queste considerazioni

non devono assoluta-

mente essere sottovalu-

tate! I campi di applica-

zione della stampa 3D

sono innumerevoli e

spaziano dalle applica-

zioni industriali a quelle

chirurgiche. Nel corso

del primo anno di vita

della nostra Community

ho avuto modo di condi-

videre molto materiale

circa le stampanti 3D e

di articoli ne ho letti

tantissimi. Quelli che mi

hanno più intricato al di

la della prototipazione

industriale, riguardano

proprio la possibilità di

risolvere casi medici

con delle tecniche che

fino a pochi anni fa ci

sarebbero sembrate del-

le trovate fantascientifi-

che. Tra tutte è il connu-

Prima puntata: principi di funzionamento e introduzione

ai materiali per la stampa 3D

La “Mendel” 2 con un oggetto appena stampato appoggiato sul lettino termico. Foto Wikipedia

Page 20: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

20

Page 21: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

21

NEW HARDWARE

bio tra la tecnica degli

scaffolding

(impalcature) e quella

della coltivazione di

cellule staminali che

permettono la riprodu-

zione di organi perfetta-

mente funzionali e di

massima compatibilità

dal momento che queste

cellule provengono dal

corpo del ricevente! Gli

scaffolding vengono

stampati in 3D in mate-

riali organici che sa-

ranno poi “assimilati”

dall’organismo, senza

pericoli di sorta, per

realizzare la struttura

dell’organo che si vuole

riprodurre in termini di

forme e volumi. Su

queste impalcature sono

innestate delle cellule

sane appartenenti all’or-

gano che si vuole svi-

luppare con delle cellule

staminali che provvedo-

no a fare il resto. E’

notizia di poche decine

di giorni fa, sollecita-

mente postata in Comm.

da Gabriele Asero, il

salvataggio di due bam-

bini affetti da una grave

patologia respiratoria

(tracheobroncomalacia,

cioé il prolasso tissutale

del tratto bronco tra-

cheale) che li costringe-

va a stare chiusi in delle

macchine per la respira-

zione artificiale, proprio

con questa tecnica.

Nell’articolo, dello

scorso 19 marzo, appar-

so su La Repubblica.it/

tecnologia, si spiegava

che a realizzare questo

piccolo grande miracolo

sono stai i ricercatori e i

medici operanti presso

il policlinico dell'Uni-

versità del Michigan.

Non parliamo poi delle

applicazioni in campo

ortopedico e dentistico,

dove la stampa 3D rea-

lizza ossa e denti su

misura con densità e

materiali perfettamente

compatibili col corpo

umano! Si parla di gran-

di progressi anche in

campo oftalmologico.

Le applicazioni indu-

striali delle stampanti

3D sembrano poi essere

infinite e particolarmen-

te utili per verificare

pezzi molto complessi

prima della produzione

su larga scala. Sulla

pagina della General

Elettric ho scovato due

studi per la realizzazio-

ne di prototipi di com-

ponenti destinati ad un

motore a reazione: un

supporto e la turbina.

Va da se che la grande

industria ha la possibili-

tà economica di realiz-

zare autonomamente

stampanti eccezionali e

di altissima affidabilità

perché questo gli costa

molto meno in termini

di ricerca sui prodotti e

di errori di fabbricazio-

ne. Le applicazioni di

stampa 3D trovano an-

che nell’arte e nella

moda sbocchi produttivi

molto interessanti: sta-

tue e oggetti d’arte da

esposizione, oppure

scarpe e accessori origi-

nalissimi prodotti esclu-

sivamente per i nostri

piedi e il nostro corpo.

Se queste sono le pro-

spettive, non poco allet-

tanti, per chi vuole met-

tere su una start up con

minimi investimenti è

bene considerare che

queste nuove periferiche

non sono solo per una

élite ristretta di facoltosi

industriali ma che il loro

costo è sceso enorme-

mente negli ultimi mesi

e che oggi con appena

150€ hai sulla scrivania

di casa la tua stampanti-

na 3D! Conviene quindi

analizzare bene il target

di riferimento e le sue

necessità prima di fare

passi azzardati.

1 tratto stampato di una trachea per un neonato

2 Scaffolding per costruzione cardiaca

3 Scaffolding per strutture ossee

4 Scaffolding per implantologia dentaria

5 Una chitarra elettrica stampata in 3D

6 Calzatura stampata in 3D e il relativo modello

7 Ingranaggio stampato in 3D

8 Motore a reazione stampato in 3D

1 2 3

4

5 6

7

8

Page 22: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

22

Page 23: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

23

Edilizia, nautica, industria e stampa 3D. Pro e contro

Behrokh Khoshnevis: quell’uomo di multiforme ingegno

Behrokh Khoshnevis è un professore di Ingegneria Civile, Industriale e Ambientale ed è il

direttore del CRAFT (Center for Rapid Automated Fabrication centro per la fabbricazione

rapida automatizzata) e del MEGP (Manufacturing Engineering Graduate Program corso di

laurea in ingegneria per la produzione) presso l’Università della California Meridionale USC.

Il prof. Khoshnevis è operante anche in progetti di ricerca relativi allo sviluppo di:

CAD / CAM; robotica e meccatronica industriale;

Free Form per la prototipazione rapida;

processi Contour Crafting e SIS per la costruzione automatizzata di strutture civili, svilup-

po di sistemi meccatronici per applicazioni biomediche (ad es. odontoiatria restaurativa,

ingegneria per la riabilitazione motoria, ecc.);

robot mobili e modulari autonomi per applicazioni di assemblaggio sulla terra e nello spa-

zio.

Guida regolarmente conferenze e seminari aventi per tema l’invenzione e lo sviluppo tecnolo-

gico. E’ membro presso:

l'Istituto degli Ingegneri Industriali;

la SCS (Society for Computer Simulation);

la Society of Manufacturing Engineering.

Le sue invenzioni hanno ricevuto eco a livello mondiale nei media internazionali e sono stati

oggetto di numerosi programmi radiofonici e televisivi. L'invenzione per la fabbricazione di

edifici automatizzata , il Contour Crafting , è stata selezionata nel 2006 come una delle 25

migliori scoperte provenienti da più di 4000 inventori candidati dal National Inventors Hall of

Fame e il programma Modern Marvels dell’ History Channel. Il prof. Behrokh Khoshnevis della USC

S e pensavate di

averle viste

tutte, con l’ar-

ticolo prece-

dente, eravate in errore!

Ciò che può valere per

oggetti piccoli e, talvol-

ta, infinitamente piccoli

è valido anche per og-

getti di grandi dimen-

sioni come un edificio.

Quando in Community

vidi il post di una stam-

pante 3D per edifici

pensavo che fosse un

fake (un falso) creato ad

arte da un buontempo-

ne: mi sbagliavo! Se

andate sul sito della

Countur Crafting (www.contourcrafting.o

rg) resterete stupiti al-

meno quanto lo sono

rimasto io… Questo

Centro il CRAFT

(Center for Rapid Auto-

mated Fabrication cen-

tro per la fabbricazione

rapida automatizzata) è

una creatura dell’im-

maginifico prof. Beh-

rokh Khoshnevis in

seno alla prestigiosa

USC (Università della

California Meridionale)

che promuove ricerche

prestigiose in ambito

delle nuove tecnologie

destinate alla fabbrica-

zione di edifici. L’obiet-

tivo principale per il

CRAFT è quello di svi-

luppare la conoscenza e

l'ingegneria necessarie

per una realizzazione

rapida e automatizzata

di oggetti di varie di-

mensioni, fino a struttu-

re su grande scala come:

edifici, imbarcazioni,

oggetti industriali, arte

pubblica, ecc. La grande

sfida che il CRAFT sta

cercando di superare e

la realizzazione della

stampa di una casa, di

design personalizzato,

in un solo giorno, ridu-

cendo così drasticamen-

te i costi, le opere di

scavo, i rifiuti e l'impat-

to ambientale connessi

con tecniche costruttive

tradizionali. Questo

progetto è

una rivolu-

zione nella

costruzio-

ne di allog-

gi, sotto

qualunque

punto di

vista lo si guardi. Infatti,

con esso si potrebbero

fornire alloggi a prezzi

accessibili per 30 milio-

ni di famiglie americane

attualmente che affron-

tano pesanti oneri eco-

nomici o di sovraffolla-

mento urbano. La rea-

lizzazione di abitazioni

di proprietà per il primo

insediamento per la

classe media emergente

a basso costo per Altro

campo d’impiego è la

realizzazione di alloggi

di emergenza per gli

sfollati in seguito a cata-

strofi naturali. L’appli-

cazione apparentemente

più fantascientifica sem-

bra essere quella della

costruzione di edifici

di Sa lvio Gig l io

Il sogno e le visioni del prof. Beh-

rokh Khoshnevis della USC pro-

mettono case costruite in un solo

giorno ed edifici per basi spaziali

con materiali reperiti sul posto!

NEW HARDWARE

Page 24: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

24

NEW HARDWARE

Meraviglie del CRAFT

1 e 2. La stampante a portale mentre realizza delle abitazioni

3, 4 e 5. Strutture portanti di un edificio stampate al CRAFT

6. Gli obiettivi del CRAFT per la realizzazione di edifici nello spazio tramite robot e droni

Immagini dal sito del CRAFT

1

2

3 5

4

6

extraterrestri realizzati

con materiali in situ. Dal

punto di vista estetico e

compositivo questa tec-

nica promette nuovi stili

di abitazioni molto più

organici aventi superfici

curve piuttosto che su-

perfici piane una solu-

zione, quest’ultima, che

avrebbe suscitato sicura-

mente gli apprezzamenti

entusiastici di Frank

Loyd Wright. Sul sito

della Countour Craf-

ting, nella sezione

“Application” più speci-

ficatamente in

“Commercial applica-

tion”, nel paragrafo

“Situation” si fanno al-

cune considerazioni cir-

ca il comparto edile sta-

tunitense… “Ogni anno

gli USA spendono circa

1.000 miliardi dollari di

cui un terzo sono del

settore pubblico e due

terzi di quello privato.

Anche se il settore delle

costruzioni può apparire

come una fiorente indu-

stria, è, invece, anch’es-

sa afflitta da problemi di

lavoro, spreco di risorse

e mancanza di crescita

creativa.”. Sempre se-

condo la Countour Craf-

ting “Qualsiasi deviazio-

ne dal disegno rettilineo,

aumenta significativa-

mente il costo di una

costruzione convenzio-

nale. Gli architetti sono

ulteriormente limitati

nella loro progettazione

dall’incapacità degli

operai di realizzare pro-

getti complessi. La forza

lavoro qualificata negli

Stati Uniti è in calo ed i

costi di costruzione com-

merciale sono sempre

più proibitivi. Inoltre, i

lunghi tempi di costru-

zione determinano ele-

vati costi di finanzia-

mento e aumentano si-

gnificativamente il costo

complessivo di produzio-

ne. Occorre, quindi,

trovare una soluzione

per diminuire il costo

nel settore delle costru-

zioni, promuovendo,

contemporaneamente

progetti più ambiziosi.”

Ovviamente questa de-

scrizione potrebbe appli-

carsi, paro paro, in qua-

lunque Paese in crescita

del Pianeta, specialmen-

te da noi in Italia dove

ad aggravare questa si-

tuazione ci si mettono la

corruzione e le infiltra-

zioni mafiose, come la

recentissima cronaca

insegna. Non è molto

appropriata, è un pensie-

ro personalissimo, le

considerazioni fatte sugli

operai che, se muniti di

progettazioni dettagliate

ed esaurienti, mezzi e

strumentazioni idonee e

opportunamente coordi-

nati da persone capaci,

sono stati da sempre in

grado di realizzare opere

complessissime e ancora

in piedi dopo decine di

secoli… Il Colosseo, il

Partenone e le Piramidi

solo per fare qualche

esempio del passato sino

ai maestosi transatlantici

dei nostri giorni… Il

prezzo da pagare all’au-

tomazione purtroppo è

proprio questo: il taglio

drastico della manodo-

pera. Ecco perché l’in-

novazione dovrebbe

procedere molto gra-

Page 25: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

25

Page 26: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

26

NEW HARDWARE

dualmente permettendo

il riassorbimento e la

riqualificazione del per-

sonale da altri comparti

produttivi, ma questa è

un’altra questione. Tra

le proposte della Con-

tour Crafting, sempre

nella stessa pagina, leg-

giamo che con questa

tecnologia sarà possibile

ridurre significativa-

mente il costo delle

costruzioni commercia-

li. Le loro proiezioni

indicano, infatti, che i

costi sarebbero abbattuti

fino ad un quinto in

meno rispetto alle co-

struzioni convenzionali

con l’eliminazione quasi

totale dello spreco di

materiali da costruzio-

ne. La Contour Crafting

per sottolineare questo

aspetto ricorre poi all’e-

sempio della realizza-

zione di una casa di

2.000mq che, con lo

stampaggio rapido, può

essere edificata in meno

di 24 ore contro i circa

sei mesi o più che con la

cantieristica tradiziona-

le. Di riflesso anche il

costo della manodopera

si riduce e al posto della

forza fisica il cantiere

necessiterà adesso di

tecnici qualificati in

grado di gestire il pro-

cesso. Per la prima volta

le donne e gli anziani

potranno prendere parte

nel settore delle costru-

zioni. L’edilizia, insom-

ma, potrebbe diventare

un prodotto di consumo

come tantissimi altri, in

cui una casa o altra

struttura potrebbero

essere progettati e co-

struiti dalla famiglia che

li occuperà. La riduzio-

ne dei costi e la costru-

zione automatizzata

faranno così diventare

l’edilizia accessibile a

chiunque. Tutto ciò,

aggiungo io, è molto

bello ma ve lo immagi-

nate qui? Nel senso che

se per fare certe mo-

struose oscenità prima

ci volevano dei mesi, in

un futuro non molto

lontano, l’abuso edilizio

te lo ritrovi bello e fatto

in 2, 3 giorni e nei posti

più impensabili…

Principi di funzionamento delle stampanti 3D

Negli USA nel 2006, due ri-

cercatori universitari, Séba-

stien Dion e John Balistreri,

a capo di un team presso la

Bowling Green State Univer-

sity cominciarono ad interes-

sarsi all’evoluzione delle mac-

chine per la prototipazione

rapida in 3D. Successivamente

gli esiti di quelle ricerche han-

no suggerito, in meno di un

decennio, tante idee diverse

sulla stampa 3D anche se, so-

stanzialmente, l’idea di base

rimane sempre la stessa: un

oggetto realizzato mediante

una sovrapposizione di strati

mediante il deposito di una

particolare sostanza opportu-

namente processata. Ecco, in

estrema sintesi, una panorami-

ca delle principali tecniche di

stampa 3D:

A deposito di sostanze ter-

moplastiche fuse o ammorbi-

dite la FDM (fused deposition

modeling), modellazione a

deposizione fusa.

A laminazione, in cui si hanno

sottili strati, tagliati secondo il

modello e successivamente

uniti insieme.

A deposito di polvere di ges-

so e getto

d’inchio-

stro, pro-

cesso mul-

ticolore

realizzato

spruzzando sullo strato polve-

roso un getto d’inchiostro del

colore voluto. Indicata per

velocità, costo contenuto e

facilità d'uso. Ideale per le fasi

concettuali della progettazione

ingegneristica anche nel col-

laudo funzionale. Gli oggetti

realizzati con polvere legata

possono essere ulteriormente

rinforzate mediante l'impre-

gnazione con cera o polimero

termofissato.

A deposito di resina legata e

getto d’inchiostro, analogo a

quello con polvere di gesso ma

effettuato con resina a cui vie-

ne spruzzato uno speciale in-

chiostro colorato che ha anche

la funzione di solidificare rapi-

damente lo strato. Indicata per

velocità, costo contenuto e

facilità d'uso. Ideale per le fasi

concettuali della progettazione

ingegneristica anche nel col-

laudo funzionale. Gli oggetti

realizzati con polvere legata

possono essere ulteriormente

rinforzate mediante l'impre-

gnazione con cera o polimero

termofissato.

A fotopolimero liquido reat-

tivo alla luce. Questo processo

somiglia tantissimo allo svi-

luppo delle vecchie pellicole

fotografiche. In una camera

oscura è posizionata una vasca,

ospitante il fotopolimero e

munita di un elevatore elettri-

co, e un proiettore molto simi-

le a quelli dell’Home theatre.

Da esso è proiettata l'immagi-

ne della sezione trasversale

dell’oggetto da stampare, la

cui luce indurisce selettiva-

mente solo l'area indicata dalla

stessa. Lo strato più recente-

mente stampato è poi riposi-

zionato dall’elevatore per la-

sciare spazio allo strato suc-

cessivo. L’oggetto è quindi la

somma di questi cicli. Questa

tecnica è molto nota per la sua

alta risoluzione, tipicamente in

grado di raggiungere spessori

di livello inferiori a 30 micron,

una frazione di un foglio di

carta.

A fusione selettiva di polime-

ro stampato in un letto gra-

nulare SLS (selective laser

sintering). Un laser sintetizza

selettivamente solo i granuli di

polimero che formeranno l’og-

getto da stampare, mentre la

parte non interessata dalla fu-

sione funge da sostegno per le

sporgenze e le pareti sottili,

riducendo così il bisogno di

supporti ausiliari temporanei.

Normalmente si usa un laser

per sinterizzare il mezzo e

formare il solido. Una variante

di questa tecnica è il DMLS

(direct metal laser sintering),

che impiega i metalli.

Fotopolimerizzazione a due

fotoni. Un fascio laser concen-

trato agisce su di un blocco di

gel fotopolimerizzante da cui

si ricaverà l'oggetto desidera-

to.. Il gel è fatto indurire, gra-

zie alla natura non lineare della

fotoeccitazione, nei punti dove

si concentra il fascio laser. A

polimerizzazione terminata la

parte di gel rimanente viene

lavata via. Con questo proces-

so si possono raggiungere di-

mensioni al di sotto dei 100nm

e realizzare strutture molto

complesse con parti mobili e

intrecciate.

La stampa 3D è una tecnologia

direttamente derivante da quel-

la 2D con la sostanziale diffe-

renza che il file da cui proven-

gono i dati da elaborare non è

il classico editor grafico o di

testo ma un modellatore 3D

come Blender, SketchUp, 3D

Studio Max, ecc., da cui ven-

gono tratti una serie di blocchi,

in sezione trasversale, del mo-

dello poi stampati uno in cima

all’altro. Il risultato finale è

una riproduzione reale del mo-

dello 3D che abbiamo proget-

tato. Un altro aspetto allettante

di questi dispositivi consiste

nella possibilità di stampare e

assemblare parti composte da

Prima parte

di Sa lvio Gig l io

Page 27: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

27

Flow chart delle fasi operative per la stampa 3D

NEW HARDWARE

Page 28: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

28

NEW HARDWARE

materiali diversi, con

specifiche proprietà

fisiche e meccaniche, in

una singola sessione di

stampa. In definitiva

una 3D printer utilizza

una tecnologia molto

collaudata in campo

industriale e artigianale

poichè implementa i

principi di funziona-

mento CAD/ CAM. La

fabbricazione assistita

dal computer infatti,

prevede l’impiego di

applicativi in grado di

esaminare un elaborato

progettuale bidimensio-

nale o tridimensionale, e

di derivare da esso le

istruzioni per una mac-

china utensile a control-

lo numerico compute-

rizzato (CNC) capaci di

produrre l’oggetto spe-

cificato nel progetto. Un

programma di CAM

effettua il seguente set

di macro operazioni:

1. Apertura del file

CAD da stampare.

2. Determinazione

della parte da stam-

pare.

3. Impostazione del

sistema di coordina-

te utilizzato dalla

macchina.

4. Impostazione dei

parametri di lavora-

zione (velocità di

spostamento dell’u-

gello/ utensile; tipo

di fresa, ecc.).

5. Generazione delle

istruzioni macchina

per la stampante,

successivamente

salvate come file di

testo.

6. Visualizzazione del-

la sequenza delle

istruzioni generate

per eventuali modi-

fiche.

7. Visualizzazione gra-

fica del percorso

generato.

8. Invio dati al PLC

della stampante.

La fase più delicata e

pesante per l’elaborato-

re è proprio la genera-

zione delle istruzioni,

poiché vengono adotta-

ti complessi algoritmi

geometrici per determi-

nare il percorso utensile

ottimale e poi indicarlo

alla macchina. Analoga-

mente a quanto accade

nei software CAD/

CAM , che integrando

strumenti CAD con

quelli CAM, permetto-

no all'utente di progetta-

re e generare le istruzio-

ni per una macchina

utensile CNC, le stam-

panti 3D sono associate

a uno o più software

CAD 2 e 3D in grado di

creare la sequenza ese-

cutiva di istruzioni. Il

vantaggio è la genera-

zione diretta delle istru-

zioni per il dispositivo

sotto forma di un file,

binario o ASCII, STL

(Standard Triangulation

Language) nato per i

software di stereolito-

grafia CAD.

Page 29: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

29

Uno degli aspetti fon-

damentali per la crea-

zione di un manufatto

è la realizzazione del

suo prototipo. Quando

il progettista pensa un

oggetto gli viene del

tutto naturale volerlo

vedere dal vivo, toccarlo

con mano per testarne le

potenzialità e gli even-

tuali punti deboli. Un

aiuto concreto arriva

dalle stampanti 3D, mac-

chine che permettono di

prototipizzare geometrie

anche parecchio compli-

cate, in poco tempo e

con costi relativamente

contenuti. Il principio

di funzionamento è

semplice: trattasi di

fatto di una macchina a

controllo numerico che

riceve in ingresso un

file CAM dell’oggetto

(precedentemente realiz-

zato al calcolatore), lo

interpreta e grazie ad

un iniettore orientabile

nello spazio tridimen-

sionale, costruisce il

prototipo attraverso il

processo di

“modellazione per depo-

sizione fluida” o FdM.

Dall’iniettore fuoriesce

un sottile strato di

materiale polimerico

portato, tramite un

riscaldamento dell’ugel-

lo, al di sopra della

sua temperatura di tran-

sizione vetrosa (Tg): in

questa condizione il

polimero “fluidifica”,

depositandosi in strati

sottili controllati proprio

dall’orientazione dell’i-

niettore. A contatto con

l’aria la temperatura

del polimero scende e

questo si risolidifica più

o meno rapidamente

nella forma in cui si tro-

va. Il risultato? Un

oggetto dalla forma e

dal colore desiderato

che rispecchia in tutto e

per tutto quello progetta-

to virtualmente. I mate-

riali che meglio si presta-

no a questa tecnologia

sono, ovviamente, le

plastiche. Sotto forma

di filamento avvolto in

bobina, il polimero

viene posizionato di

lato alla macchina e

appositamente collegato

estremità alla slitta

dell’ugello iniettore

(quasi come in una mac-

china da cucire, in cui il

filo di cotone nella spo-

letta viene collegato

all’ago). Ovviamente

non tutte le plastiche

sono adatte all’utilizzo

su macchine FdM. Ve-

diamo a tal proposito di

fare chiarezza.

I POLIMERI

Dal punto di vista

chimico possiamo dire

semplicemente che i

polimeri sono caratteriz-

zati da lunghe catene

molecolari, formate da

tante unità ripetitive

chiamate “monomeri”. A

seconda della lunghez-

za della catena, e della

natura chimica dei mo-

nomeri, le proprietà

fisiche del polimero

risultante saranno sensi-

bilmente differenti. Per

fare un esempio pratico

possiamo pensare alle

differenze che intercor-

rono tra la plastica di una

semplice bottiglia di

acqua minerale (in PET

– polietilene tereftalato)

e la plastica del bic-

chiere del nostro frulla-

tore in cucina

(generalmente in policar-

bonato). Il PET della

bottiglia risulta morbido,

sottile, deformabile fa-

cendo una leggera pres-

sione delle dita, il po-

licarbonato del bicchie-

re del frullatore invece

è rigido, non deforma-

bile, resistente all’alta

temperatura della mine-

stra di mamma. In poche

parole, le plastiche non

sono tutte uguali. Una

prima sommaria classi-

ficazione può essere

fatta tra polimeri termo-

plastici e polimeri ter-

moindurenti.

POLIMERI TERMO-

PLASTICI

Questi polimeri sono

caratterizzati da catene

lineari poco reticolate e

corte. Ciò comporta

che un aumento della

temperatura è sufficien-

te a farli passare dallo

stato solido ad uno stato

viscoso, quasi “fluido” e

quindi modellabile a

piacimento. Si definisce

temperatura di transi-

zione vetrosa (Tg)

quella temperatura (o

range di temperatura in

molti casi) in cui il poli-

mero termoplastico passa

dallo stato solido ad uno

stato fortemente viscoso.

Esempi di polimeri

termoplastici sono i già

citati polietilene terefta-

lato (Tg = 79°C) e poli-

di Marco Garavaglia

I materiali per la Stampa 3D

NEW HARDWARE

Page 30: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

30

NEW HARDWARE

1. Formula del poliuretano;

2. Poliuretano espanso (isolante);

3. Formula e molecola del PVC;

4. Tubi in PVC;

5. Un contenitore per bevande in PLA;

6. Formula del PLA;

7. Formula dell’ABS;

8, 9 I mattoncini LEGO e granuli di ABS.

1

2

3

4

5 6

7 8

9

Page 31: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

31

carbonato (Tg = 150°C),

ma anche:

• Polipropilene Tg = -20°

C (atattico)

• Acetato di polivinile

Tg = 28°C

• Cloruro di polivinile

(PVC) Tg = 81°C

• Polistirene Tg = 95°C

• Polidimetilsilossano Tg

= -127°C

• Nylon-6 Tg = 50°C

POLIMERI TER-

MOINDURENTI

Le plastiche termoindu-

renti sono invece dei

polimeri che una volta

reticolati non possono

più andare in contro a

fusione (se non per

completa degrada-

zione chimica). A

livello molecolare

sono caratterizzati

da catene polime-

riche lunghe, con

un elevato grado di

reticolazione, che

ne accentua un

comportamento

meccanico fragile.

Un simile materia-

le non può essere

preso in considera-

zione per tecniche

FdM, perché un

riscaldamento dell’ugel-

lo non comporta un

automatico rammolli-

mento del materiale.

Esempi di polimeri ter-

moindurenti sono:

• Poliuretano

• Resina epossidica

• Polifenoli

MATERIALI PER

STAMPA 3D

Abbiamo visto che un

polimero termoplastico

si rivela la scelta più

idonea in una macchina a

stampaggio 3D. Il ri-

scaldamento dell’ugello

è sufficiente a fluidifi-

care il polimero quel

tanto che basta per

l’estrusione e la sua

successiva messa in

forma. Con la diminu-

zione della temperatura

la plastica si solidifica

spontaneamente realiz-

zando così l’oggetto de-

siderato. Attualmente i

materiali più utilizzati

sono due: il PLA

(poliacidolattico) e

l’ABS (acrilonitrile-

butadiene-stirene). Ve-

diamoli nel dettaglio.

Poli (acido lattico) o

PLA

Come suggerisce il

nome, è un polimero

dell’acido lattico, e più

precisamente un polie-

stere alifatico con cate-

na molecolare ad elica

ottenuto da sostanze

naturali come l’amido

ricavato dal mais, dalle

barbabietole, dal siero di

latte o dalla melassa. Il

grosso vantaggio risiede

nel fatto che il suo riscal-

damento oltre la tempe-

ratura di transizione

vetrosa (Tg = 58°C)

non comporta l’esala-

zione di vapori poten-

zialmente tossici per

l’uomo ed è quindi una

valida alternativa

“verde” ai polimeri deri-

vati dal petrolio. Attual-

mente il PLA, comple-

tamente atossico e bio-

compatibile, trova largo

impiego negli imballag-

gi alimentari come

bottiglie di acqua mine-

rale, contenitori di cibi

secchi o umidi e sacchet-

ti ecologici. Dal punto di

vista chimico, l’acido

lattico (da cui deriva il

polimero) presenta due

stereoisomeri otticamen-

te attivi: destro D- e levo

L-; Dal rapporto di que-

sti due stereoisomeri

dipendono le proprietà

fisiche del polimero: si

possono dunque ottene-

re un PLA completa-

mente amorfo o semi-

cristallino. Gli amorfi

sono solubili in molti

solventi organici mentre

i semicristallini in sol-

venti clorurati o benze-

ne ad alta

temperatura. Le proprie-

tà meccaniche sono

intermedie a quelle del

polietilene e del polisti-

rene ma risulta fragile

e poco flessibile. I

produttori industriali

stanno studiando i mo-

di per aumentarne la

tenacità, attraverso ad

esempio la miscelazione

con altri polimeri. Può

essere trasparente o

pigmentato e ciò per-

mette di realizzare un

prototipo 3D diretta-

mente del colore desi-

deratoe dalle sfumature

cromatiche lucide e ac-

cattivanti. Nella stam-

pante 3D viene utiliz-

zato per la realizzazio-

ne di pezzi di grandi

dimensioni perché la

sua elevata velocità di

raffreddamento consente

all’oggetto di prendere

subito forma evitando

imbarcamenti.

ABS (acrilonitrile buta-

diene stirene)

Sicuramente la caratte-

ristica che fa apprezza-

re molto questa plasti-

ca, anche a livello inge-

gneristico, è la sua rigi-

dezza: l’acrilonitrile-

butadiene-stirene, più

semplicemente detto

ABS, è un polimero

termoplastico leggero,

rigido e tenace che trova

numerosissime applica-

zioni nella vita di tutti i

giorni. Si impiega per

la realizzazione di tu-

bazioni idrauliche (non

sotto pressione), per gli

strumenti musicali, per i

giocattoli (i famosissimi

mattoncini LEGO), per

la realizzazioni di oggetti

di arredo come tavoli o

librerie, in campo auto-

mobilistico e aeronautico

ecc… La sua densità

varia da 1.03 a 1.07 g/

cm^3 ed ha una tem-

peratura di transizione

vetrosa relativamente

alta, circa 105°C. Que-

sto aspetto è sinonimo

in genere di stabilità

molecolare e spiega

inoltre le buone doti

meccaniche del materia-

le. Si presta molto bene

allo stampaggio per inie-

zione, per estrusione, per

soffiaggio, alla calandra-

tura e, naturalmente alla

termoformatura; L’ABS

inoltre mantiene inalte-

rate le sue proprietà

fisiche in un range di

temperatura molto am-

pio (da -45 a +85°C)

e resiste molto bene a

tutta una serie di sostan-

ze come:

- soluzioni saline

- soluzioni alcaline

- acidi diluiti

- idrocarburi saturi

- benzina

- oli minerali

- grassi animali e vegeta-

li

E’ inoltre una plastica

facilmente manipolabile

una volta formata per-

ché si presta molto

bene all’incollaggio

e alla saldatura,

nonché all’avvita-

mento con viti auto-

maschianti. Anche

l’ABS in fase di

polimerizzazione

può essere pigmen-

tato donando però al

materiale solo un

colore solido, che può

essere riverniciato in

fasi successive. Que-

sto polimero in una

stampante 3D trova

largo impiego per la

realizzazione di pezzi

meccanici, proprio gra-

zie alle sue elevate

proprietà di rigidezza e

tenacità. Essendo una

resina termoplastica

sintetica, derivata di

fatto dal petrolio, il suo

riscaldamento oltre la

Tg comporta la libera-

zione nell’aria di vapori

tossici che se inalati in

grande quantità posso-

no creare seri danni

all’organismo umano.

Questo problema può

essere arginato operan-

do la lavorazione

dell’ABS in ambienti

idonei e correttamente

ventilati.

NEW HARDWARE

Page 32: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

32

R o cc o G i o v e

diario fotografico della Basilicata su G+

Page 33: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

33

INTERVISTE

Fabrizio Pieri Il nostro primo ospite è Fabrizio Pieri il fondatore

del Sito Openoikos che sentiamo particolarmente

vicino alla nostra Community per gli ideali legati sia

al concetto di Open Source sia alla condivisione di

conoscenze. Fabrizio ha accettato di buon grado di

farsi una chiacchierata con noi anche per spiegarci

il progetto nanoCAD che da poco ha una versione

italiana proprio grazie ad Openoikos...

Chi è Fabrizio Pieri?

H o studiato

Architettura

a Firenze

nella prima

metà degli anni 80 ma

all'università all'epoca

non si insegnava il

CAD. Ho cominciato ad

utilizzare AutoCAD

quando ancora girava su

MS DOS nella pratica

lavorativa e mi sono

appassionato subito. Poi

ho conosciuto altri

CAD, il GIS fino alla

scoperta del software

free e freeware ed alla

più recente passione per

il web marketing.

Come e quando è nato

Openoikos e cosa signi-

fica il suo nome?

A un certo punto su

queste passioni ho deci-

so di fare un blog che

ho chiamato

"openoikos", un nome

composto da due parole:

"Oikos", che in greco

antico significa "casa",

intesa nel senso dell'am-

biente nel quale vivia-

mo e "Open", aggettivo

in lingua inglese che

significa "aperto". Io

credo che ci si possa

occupare dell'Oikos (e

varie professioni lo fan-

no) in modo Open, cioè

con logiche e comporta-

menti aperti, orientati

alla condivisione ed è la

nuova realtà del web

che favorisce questo

processo. Open source

significa software, più

recentemente anche

hardware ma è soprat-

tutto un

senti-

mento,

uno stato

mentale

orientato

all'innovazione condivi-

sa.

Quali difficoltà hai

affrontato per realiz-

zarlo?

Avviare un'attività onli-

ne non è difficile e

neanche costoso. Io lo

consiglio a tutti, anzi è

la seconda missione di

openoikos, in qualche

modo complementare

alla prima ed il mondo

delle libere professioni

è molto indietro su que-

sto. Nel mio caso dal

blog è nato il forum ed

intorno a questo si è

formata una comunità

che nelle sue varie for-

me ha una presenza e

una visibilità anche sui

social media. La cosa

piano piano è cresciuta

ed oggi c'è una "massa

critica" interessante.

Chi è l'utente medio del

tuo sito?

Io ho sempre cercato di

volare basso, parlando

un linguaggio semplice

senza troppi tecnicismi,

ponendomi anche un

obiettivo di tipo educa-

tivo. Troppo spesso chi

si interessa di software e

più in generale di tecno-

logia, parla un linguag-

gio per iniziati e ci si

rinchiude in una cerchia

troppo ristretta. Se vuoi

essere "open" devi inve-

ce essere comprensibile

e disponibile per tutti.

Per cui oltre ad utenti

esperti in materia (come

chi mi sta intervistando)

ho conosciuto anche

principianti assoluti che

hanno cominciato ad

usare i software che

proponevo senza nessu-

na esperienza preceden-

te e devo dire che que-

sta è la cosa che mi dà

più soddisfazione.

Con alcuni utenti sei

riuscito a stabilire an-

che un rapporto ami-

chevole e duraturo?

Sì, è fondamentale. Il

successo di un'attività

online non si misura dal

numero di visitatori

(che è comunque impor-

tante) ma dalla qualità

delle relazioni che si

stabiliscono. Il Web 2.0

è conversazione, nessu-

no ti ascolta se non sai

ascoltare.

Dal tuo sito

escono tante

cose belle ed

interessanti

circa il CAD

e le sue applicazioni,

quanto tempo passi in

rete alla ricerca dei

contenuti?

Ti ringrazio per l'ap-

prezzamento. Dopo che

sul blog ho iniziato a

fare content curation il

tempo dedicato alla

ricerca dei contenuti è

aumentato ma non sa-

prei valutare con preci-

sione.

Un tuo parere sui So-

cial Network

Per un'attività come la

mia sono indispensabili.

Cerco di conoscerli

sempre meglio non solo

tecnicamente ma anche

nella loro dimensione

sociologica. Sono tra i

principali strumenti di

ascolto e di dialogo e ci

passo un bel po' di tem-

po cercando di non per-

dere tempo, perché è

questo il pericolo. Sono

utilissimi ma sono an-

che armi di

"distrazione" di massa.

Ci parleresti del proget-

to NanoCAD in Italia-

no?

NanoCAD mi è piaciuto

subito perché è un pro-

getto aperto. Non è un

software open source

perché il codice sorgen-

te non è disponibile ma

Nanosoft mette a dispo-

sizione altri strumenti

per lo sviluppo e la per-

sonalizzazione del pro-

gramma. Tra questi

c'era anche la possibilità

di traduzione dell'inter-

faccia e della manuali-

stica. Ho iniziato la tra-

duzione in italiano da

solo ma a un certo pun-

to mi sono accorto che

era un lavoro troppo

grande per una sola

persona. Sul forum l'ho

proposto alla communi-

ty ed ho ottenuto una

risposta positiva. Finora

di Sa lvio Gig l io

Page 34: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

34

Frank Blecher free art & design on G+

Page 35: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

35

Frank Blecher free art & design on G+

Calcolo, fisica ed ingegneria: i tre volti del progresso

APPROFONDIMENTI

I l filosofo e mate-

matico francese

Renè Descartes

diceva:

“Sono persuaso che la

matematica sia il più

importante strumento

di conoscenza fra quelli

lasciatici in eredità

dall'agire umano, es-

sendo la fonte di tutte le

cose.”

Credo che non ci sia

modo migliore di inizia-

re così questo articolo,

in cui cercherò di rac-

contare, nel modo più

friendly possibile, quan-

to sia fondamentale la

matematica nella vita

di tutti i giorni, e

quali strumenti ci forni-

sce per comprendere il

mondo che ci circonda.

Quando guidiamo la

macchina per andare

al lavoro, quando par-

liamo al cellulare o

prepariamo la cena

non ce ne rendiamo

forse conto, ma sono

tutte azioni che senza la

matematica sarebbero

difficili da compiere, se

non impossibili. Del

resto può sembrare

assurdo, ma la mate-

matica (che si crede

erroneamente astratta e

“fuori dal mondo”) è

nata proprio con scopi

estremamente pratici e

concreti. Molti storici,

supportati anche da

recenti scoperte ar-

cheologiche, ritengono

che sia nata addirittu-

ra prima della scrittu-

ra e della comunica-

zione verbale: l’osso di

Ishango, reperto datato

al Paleolitico superiore

(circa 20000 a.C.),

presenta sulla sua

superficie una serie di

incisioni che sono sta-

te interpretate come una

primordiale sequenza di

numeri primi. Se questa

teoria fosse confermata

significherebbe che

uomini preistorici cono-

scevano non solo il con-

cetto di numero ma

anche quello di divisio-

ne, ed erano in grado

di discernere tra un

numero divisibile solo

per se stesso e l’unità

(i primi appunto) e

quelli divisibili anche

per altri numeri. Tutto

questo ancor prima del-

la nascita dell’aritmeti-

ca araba. Del resto è

naturale per un uomo

saper contare: riuscire

cioè a quantificare sia

di oggetti materiali che

immateriali, come il

tempo. Contare, per

l’uomo preistorico, vo-

leva dire capire ad

esempio dove ci si tro-

vava e quando; capire

se una situazione po-

teva essere numerica-

mente favorevole o

svantaggiosa, per esem-

pio durante una battuta

di caccia. Contare era

anche un mezzo per

relazionarsi con altri

simili, scambiare og-

getti, valutarne un ipo-

tetico valore intrinseco.

Per l’uomo preistorico

insomma la matemati-

ca pesava più di ogni

altra cosa e “fare mate-

matica” era quasi la

quotidianità. Parallela-

mente al fare di conto

si sviluppò anche il

senso geometrico: l’in-

dividuazione cioè di

particolari forme con

caratteristiche che si

ripetevano in

forme simili.

In Africa, e

più precisa-

mente nella

regione delle

sorgenti del

Nilo (attuale

Sudan),

sono stati

trovati numerosissimi

reperti databili attorno

al V millennio a.C.

che lasciano presup-

porre una presa di

coscienza di forme

geometriche particolari

ed anche piuttosto

complesse come l’ellis-

se, il cono, il toro

(ovvero una ciambella

col buco) e natural-

mente il cerchio. Reper-

ti molto simili si trova-

no anche in alcuni re-

gioni dell’Inghilterra e

nella Scozia settentrio-

nale. Ciò dimostra che

nell’Homo Sapiens era

perfettamente sviluppa-

to il concetto di geo-

metria e spazio tridi-

mensionale. Col passare

dei secoli e lo sviluppo

dei civiltà via via più

complesse e organizzate

la matematica e la

geometria divennero

dei veri e propri stru-

menti di vita quotidia-

na. Se infatti in epoca

preistorica contare si-

gnificava nutrirsi o

sopravvivere, in età

classica (Greca e Ro-

mana), dove cioè si

formarono società più

strutturate e nacque il

commercio, fare di

conto era essenziale

per poter fare affari.

Baratto e uso di mo-

nete implicavano il

quantificare non solo gli

Prima parte

di M arco Garavaglia

Breve excursus nella sto-

ria della matematica e nei

sistemi di calcolo che

hanno cambiato il mondo.

Page 36: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

36 Vi fa

rem

o g

irare

la testa

!

Lorenzo Caddeo automotive e passione su G+

Page 37: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

37

APPROFONDIMENTI

oggetti dello scambio

ma anche il proprio

valore intrinseco. Era di

fatto un primo

“embrione” di quella

che al giorno d’oggi

chiamiamo matematica

finanziaria. Matematica

e geometria servivano

anche per erigere mo-

numenti e per vincere

guerre. Pitagora ed

Euclide furono dei

veri rivoluzionari del

proprio tempo: forse

loro, più di tutti, incar-

nano geometria e arit-

metica. La geometria

euclidea, quella per

intenderci che tutti noi

studiamo a scuola fin

dalle elementari, de-

scrive esattamente il

mondo che ci circon-

da ed è quindi peren-

nemente presente attor-

no a noi. Nell’antica

Grecia era ben noto il

concetto di rapporto

aureo(o costante

di Fidia) che rappre-

sentava il rapporto fra

due lunghezze dise-

guali di cui la maggiore

è medio proporzionale

tra la minore e la som-

ma delle due. Questo

numero vale approssi-

mativamente 1,618 ed

ha affascinato gli uomi-

ni di tutti i tempi, fino

quasi a considerarlo una

sorta di metro universa-

le di bellezza: venne

ripreso in numerosissi-

me opere architettoni-

che o artistiche classi-

che quali templi, tea-

tri, stadi, raffigurazioni

di atleti, donne e divini-

tà. La matematica servi-

va anche nella costru-

zione di opere civili

giunte nei secoli fino a

noi come i ponti e i

famosissimi acquedotti

romani, veri capolavori

di ingegneria, così

come la costruzione

delle abitazioni più

semplici, che richiede-

vano anch’esse discrete

doti di calcolo. La

maggior parte di que-

sti problemi poteva

essere risolto con la

conoscenza delle ope-

razioni di base dell’a-

ritmetica (addizione,

sottrazione, moltiplica-

zione, divisione) e con i

teoremi della geometria

euclidea. Sul finire del

Seicento due grandi

scienziati, Isaac New-

ton e Gottfried Leib-

niz, gettarono le fon-

damenta dal calcolo

infinitesimale. Si co-

minciarono a studiare

le funzioni, le derivate

e gli integrali, le equa-

zioni differenziali or-

dinarie, ovvero equa-

zioni in cui compaio-

no l’incognita e le sue

derivate di ordine an-

che modellano moltissi-

mi fenomeni fisici. Leo-

nhard Euler, uno dei più

grandi matematici di

tutti i tempi, sviluppò 3

metodi numerici per

la risoluzione appros-

simata di equazioni

differenziali ordinarie

che portano il suo

nome e sono tutt’ora

ampiamente utilizzati

(ed anche implementa-

ti in software di ana-

lisi numerica). I metodi

dell’Eulero in avanti,

Eulero all’indietro ed

Eulero centrato, assie-

me al più recente

metodo di Crank-

Nicholson, sono inol-

tre i primissimi argo-

menti degli esami di

modellistica numerica

di tutte le facoltà

scientifiche, proprio

per la loro rilevanza e

i loro numerosi sboc-

chi applicativi. La ma-

tematica quindi, con-

trariamente al sentore

comune, è una scienza

estremamente concreta,

sempre presente attor-

no a noi. Ci fornisce

gli strumenti per com-

prendere non solo il

mondo ma anche l’inte-

ro universo. E poiché

ho iniziato l’articolo

con una citazione, vo-

glio anche chiuderlo

con una citazione,

questa volta del mate-

matico Israeliano Aner

Shalev, che a una

prima lettura potrebbe

sembrare discordante

con quanto finora

esposto, ma in realtà

mostra l’estrema po-

tenza della “regina

delle scienze” anche di

trascendere il reale:

“Mi piace [...] la

libertà della matemati-

ca. Se studi fisica o

chimica devi descrivere

il mondo reale. Ma in

matematica puoi co-

struire le tue strutture.

Puoi camminare in

mondi creati dall'im-

maginazione delle per-

sone. Non sei legato

al mondo reale. È

come essere Dio in

un certo senso. Puoi

creare mondi, e stu-

diarli. Credo sia per

una combinazione del-

la bellezza, dell'imma-

ginazione e della liber-

tà.”

Page 38: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

38

PROGETTI DELLA COMMUNITY

Un corso di Rendering GRATUITO per la Comm.

Diciamoci la verità:

alcuni software sono

una vera rogna! Molti

perché sono solo in

inglese “tecnico”, altri

perché hanno comandi

la cui comprensione

spiazza anche un inge-

gnere esperto… In que-

sta categoria di pro-

grammi fanno bella

mostra di se i renderiz-

zatori! Di programmi

per il rendering ce ne

sono svariate tipologie:

quelli incorporati nel

modellatore;

quelli che sono un

plugin del modellato-

re;

quelli indipendenti.

In ogni caso ci si trova

dinanzi ad una serie di

impostazioni e tarature

che non sono proprio

una passeggiata e che

richiedono almeno

un’infarinatura di illu-

minotecnica e grafica

raster per la produzione

e l’editing dei materiali.

Completano il quadro il

costo, le risorse hard-

ware e i tempi che que-

sti software richiedono.

Sul mercato, fortunata-

mente, esistono anche

delle versioni gratuite e

multi formato come, ad

esempio, Kerkythea

che può importare mo-

delli di vari formati

come:

XLM → generato da

SketchUp mediante

apposito plugin

3ds → generato da

3DStudioMax

obj → sviluppato da

Wavefront Techonolo-

gies

sia → generato dal

modellatore Silo

In ogni caso l’impatto

con un renderizzatore è

alquanto ostico a

meno che non

possieda già una

conoscenza ap-

profondita

dell’argomento o

si sia seguito

qualche costosis-

simo corso.

Nel tentativo di

fornire i rudimen-

ti della materia ci

siamo messi

all’opera io e

Marco Garava-

glia e abbiamo

stilato un pro-

gramma di studio

molto articolato,

provvisto di eser-

citazioni pratiche

da postare e di-

scutere in Com-

munity. Ovvia-

mente non abbia-

mo la pretesa di

essere esaustivi ma

speriamo che lo studio

dei temi che proponia-

mo possano creare una

di Sa lvio Gig l io

Page 39: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

39

PROGETTI DELLA COMMUNITY

forma mentis sufficiente per

mettersi al lavoro rapidamente

offrendo delle renderizzazioni

efficaci e realistiche in grado di

colpire l’immaginazione di chi

le osserva. La pratica e la pa-

zienza sono due ingredienti

basilari per apprendere qualsiasi

disciplina. Per le esercitazioni

ho realizzato un modello di stu-

dio cinematografico, derivato

dal progetto di un edificio appo-

sitamente studiato per questa

occasione. i due modelli sono

scaricabili dal sito. Il progetto

non solo mira alla formazione

di chi lo segue per muovere i

primi passi con questi software

ma anche un’occasione per

creare una raccolta di informa-

zioni utili come, ad esempio:

un glossario dei termini tradotti

dall’inglese e debitamente com-

mentati e illustrati;

una serie di tabelle suddivise per

funzioni con i principali settaggi

per ogni renderizzatore;

una collezione di modelli di sce-

na senza materiali da scaricare e

renderizzare seguendo le esercita-

zioni proposte o sperimentando in

proprio. Nelle prossime settimane

vi aggiorneremo sui corsi e le

esercitazioni del Progetto Rende-

ring, mediante dei post permanenti

(sono l’ultima novità per le Com-

munities di G+) nella “bacheca”

della Community!

Page 40: Cadzine n 0_maggio_2014_by salvio giglio

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