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Località raggiungibile in macchina o in moto, distanza 35 Km da Piacenza. Itinerario a piedi, valido per tutte le stagioni. Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore. Creato dallo Staff del sito www.piacenzaeprovincia.eu Tutti i diritti riservati, stessa licenza Creative Commons a cui il sito è sottoposto 1 Val d’Arda - Castell’Arquato Alcuni cenni “Come esiste il fascino delle persone, così esiste il fascino dei luoghi: difficile da definire, ma da tutti indistintamente percepito. Sicuramente Castell’Arquato è uno di questi luoghi, che attira i visitatori e lascia un vivo ricordo nella memoria, lascia sensazioni che non dipendono dalla bellezza di un singolo momento che non manca di certo e neppure dalla bellezza del paesaggio che pure non manca. E’ qualcosa di più, quel magico insieme di aspetti diversi che la natura e l’intervento dell’uomo hanno insieme costruito, non nella progettualità di un unico momento, ma nel lento trascorrere della storia.” Dal saggio “Avvicinamento al Borgo” di Giuliana Albini Incluso nel volume “Castell’Arquato. Lo Sguardo dal colle”, edito da Edizioni Diabasis L’antico borgo di Castell’Arquato sorge su una sorta di terrazzo naturale, nel passaggio tra l’area collinare e la pianura vera e propria, in prossimità del torrente Arda. Entrato a far parte del Club dei Borghi più belli d'Italia, domina dall’alto le aree circostanti, ed è famoso, oltre che per la bellezza del paese, per i depositi marini presenti nel sottosuolo, che conferiscono a questa zona un significato del tutto eccezionale. Sono numerose, infatti, le testimonianze fossili, conservate fino ai nostri giorni, risalenti a milioni di anni fa, precisamente al periodo del Pliocene (la cui datazione va da circa cinque milioni di anni fino a un milione e

Castell Arquato - Borgo Medioevale

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  • Localit raggiungibile in macchina o in moto, distanza 35 Km da Piacenza. Itinerario a piedi, valido per tutte le stagioni.

    Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore.

    Creato dallo Staff del sito www.piacenzaeprovincia.eu Tutti i diritti riservati, stessa licenza Creative Commons a cui il sito sottoposto

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    Val dArda - CastellArquato

    Alcuni cenni

    Come esiste il fascino delle persone, cos esiste il fascino dei luoghi: difficile da definire, ma da tutti

    indistintamente percepito. Sicuramente CastellArquato uno di questi luoghi, che attira i visitatori e lascia

    un vivo ricordo nella memoria, lascia sensazioni che non dipendono dalla bellezza di un singolo momento

    che non manca di certo e neppure dalla bellezza del paesaggio che pure non manca. E qualcosa di pi,

    quel magico insieme di aspetti diversi che la natura e lintervento delluomo hanno insieme costruito, non

    nella progettualit di un unico momento, ma nel lento trascorrere della storia.

    Dal saggio Avvicinamento al Borgo di Giuliana Albini

    Incluso nel volume CastellArquato. Lo Sguardo dal colle, edito da Edizioni Diabasis

    Lantico borgo di CastellArquato sorge su una sorta di terrazzo naturale, nel passaggio tra larea collinare e

    la pianura vera e propria, in prossimit del torrente Arda. Entrato a far parte del Club dei Borghi pi belli

    d'Italia, domina dallalto le aree circostanti, ed famoso, oltre che per la bellezza del paese, per i depositi

    marini presenti nel sottosuolo, che conferiscono a questa zona un significato del tutto eccezionale. Sono

    numerose, infatti, le testimonianze fossili, conservate fino ai nostri giorni, risalenti a milioni di anni fa,

    precisamente al periodo del Pliocene (la cui datazione va da circa cinque milioni di anni fino a un milione e

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    ottocentomila anni fa), quando in questa zona cera il mare, che pian piano si ritirato lasciando argille e

    sabbie che nel corso del tempo hanno formato lattuale Pianura Padana. La presenza di questi fossili marini

    visibile solo in questarea della provincia, formatasi per sollevamento di grandi blocchi di terreno

    (contenenti, appunto, le testimonianze dei sedimenti marini del Pliocene) che in seguito hanno portato alla

    nascita della catena montuosa appenninica. Tra i ritrovamenti, si segnalano importanti scheletri di grandi

    cetacei, che vivevano a suo tempo in questo tratto di mare, denominato proprio per questo motivo Golfo

    delle Balene. Proprio per rendere grazie a questi rinvenimenti, a CastellArquato stato fondato il Museo

    Geologico Provinciale G. Cortesi, che insieme alla storia del borgo, alla sua Rocca, alla chiesa della

    Collegiata e a un suo importante cittadino, Luigi Illica (cui stato dedicato il museo omonimo, inaugurato

    nel 1999), fanno del paese una perla rara, se non unica, nel piacentino. Addirittura un'era geologica prende

    il nome da questa parte di territorio: il Piacenziano, per il quale stata istituita la Riserva del Piacenziano,

    che merita di essere visitata, al pari di altri tesori naturalistici (citiamo, ad esempio, il bosco di Santa

    Franca). Capoluogo provinciale, posto a 32 Km circa da Piacenza, oggi il paese di CastellArquato conta circa

    4600 abitanti, con il centro storico, rimasto sulla riva sinistra del torrente Arda, che negli anni non ha subito

    modifiche degne di nota.

    CastellArquato nel tempo

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    Il Piacenziano Cenni

    Il termine Piacenziano riferito a un periodo storico del Pliocene, compreso tra i 3,5 e 1,8 milioni di anni fa,

    epoca le cui tracce sono numerose nella Provincia di Piacenza, al punto da avergli permesso lattribuzione

    di questo nome. La pi antica citazione di fossili risale a Leonardo Da Vinci, che scrisse

    "Nelle montagne di Parma e Piacenza ancora visibile una gran moltitudine di nicchi e coralli

    intarlati, ancora congiunti ai sassi, che io ebbi modo di vedere quando risiedevo a Milano per

    fare il gran cavallo e dei quali me ne fu portato gran sacco nel mio studio da certi contadini,

    con alcuni in ottimo stato di conservazione " (Codice Leichester, foglio 9, verso).

    La documentazione geo-paleontologica costituisce l'aspetto pi interessante, anche se non l'unico, di

    questa parte del territorio piacentino, che pu essere considerata la culla storica del Pliocene, quell'epoca

    della storia terrestre nel corso della quale il vasto braccio di mare che occupava l'area padana si ritir

    gradualmente verso Est, lasciando spazio alla costituenda Pianura Padana. L'ottimo stato di conservazione e

    l'abbondanza dei resti fossili degli organismi (molluschi, coralli, granchi, echinidi, cetacei ecc.) ha attirato su

    questarea l'attenzione della comunit scientifica internazionale fin dal 1700. solo nel 1858 tuttavia che il

    geologo svizzero C. Mayer conia il termine di Piacenziano, ed solo nel 1967 che la comunit scientifica

    internazionale accetta la definizione di Piacenziano, ancor oggi spesso oggetto di fervente discussione

    scientifica. E del 1995 la costituzione della Riserva Naturale del Piacenziano, composta da nove stazioni

    sparse nel territorio di vari comuni del piacentino, da Castell'Arquato, Carpaneto Piacentino, Gropparello,

    Lugagnano Val d'Arda e Vernasca. La fascia collinare, tutelata dallistituzione di questa riserva, una delle

    aree pi classiche per chi studia il Pliocene del Mediterraneo, e costituisce, per la comunit scientifica

    internazionale, un indubbio punto di riferimento da oltre centanni.

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    Breve Storia di CastellArquato

    Le sue origini

    Le prime testimonianze dinsediamenti nel territorio risalgono alla Preistoria, e precisamente al Paleolitico,

    come si evince dai ritrovamenti di manufatti in pietra, risalenti come datazione al Paleolitico Inferiore. In

    seguito, in epoca storica, il territorio abitato dai Liguri, fino al loro assorbimento da parte dei Romani.

    Sconosciute, per ora, le origini di CastellArquato, anche se numerose sono le ipotesi proposte dagli storici,

    purtroppo nessuna basata su prove concrete. Lipotesi pi accreditata d il borgo fondato intorno ad un

    castrum militare, sul finire del III secolo a.C., costruzione eretta a protezione della zona, che allora nei primi

    tempi della colonizzazione romana era non del tutto pacificata. Frequenti erano le incursioni delle

    popolazioni dei Galli e dei Liguri, ma purtroppo nessun resto stato ritrovato di tale architettura militare,

    che probabilmente sorgeva nei pressi dellattuale Rocca viscontea. Il nome del paese sembra derivi dal

    mitico fondatore, che la leggenda vuole tale Caio Torquato, patrizio romano che avrebbe costruito il

    castrum originario, detto Castrum Torquati. Quasi sicuramente CastellArquato faceva parte del municipio

    di Velleia, lantico centro romano dellAppennino piacentino, distante pochi chilometri e riscoperto nel

    1750, sorto alle cronache mondiali per il ritrovamento della Tabula Alimentare di Traiano. Tracce depoca

    romana sono state rinvenute in varie localit, tra cui ricordiamo Crocetta, Pontenuovo, lalveo dellArda. Il

    nome della localit, da Castrum Torquati, si trasforma in Castelquadrato e poi in Castellarquadro, derivanti

    si pensa dalla forma della costruzione originaria a pianta quadrata. Altre ipotesi sullorigine del nome, come

    quella di monsignor Guido Tammi, danno, in seguito allo studio di un codice del XIII secolo, il nome

    derivante da una motivazione puramente urbanistica, in altre parole dalla disposizione del borgo ad arco

    (arcuatus era laggettivo latino usato per configurare questa struttura) e non dalla forma della primitiva

    fortificazione. Con lavvento dellImpero Romano (I secolo d.C. circa), CastellArquato si sviluppa come

    piccolo capoluogo rurale, collegato da unefficiente rete viaria agli altri insediamenti dellepoca. Diffusa la

    cultura dei cereali e quella che ancora oggi assicura rinomanza al borgo: la viticoltura. In seguito, in special

    modo nel III e IV secolo d.C., inizia un lento processo di degrado delleconomia rurale, incrementatosi con il

    crollo dellImpero (476 d.C.) e le seguenti invasioni barbariche. Lapparire di malattie mortali, come la

    peste, famosa quella del 565 d.C. descritta da Paolo Diacono, aggrava ulteriormente la situazione, tanto

    che segnali di ripresa appariranno solo nellVIII secolo.

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    Dal VI secolo al potere vescovile

    Dopo la caduta dellImpero Romano, le fortune di CastellArquato si legano al popolo dei Longobardi, grazie

    anche allevidente importanza strategica della localit, posta allo sbocco della Val dArda. Ben presto, il

    paese svolge, insieme a Bardi, il ruolo di avamposto, venendosi a inserire nella lotta tra longobardi e

    bizantini per il controllo della penisola.

    Allepoca, la situazione italiana era abbastanza complessa: i bizantini, che in quel periodo dominavano la

    parte orientale di quello che era stato limpero romano, avevano invaso e assoggettato con la guerra greco

    - gotica, durata allincirca trentanni, gran parte della penisola italiana, per poi vedersi strappare nel 568

    d.C. il controllo di vasti territori, per mano dei longobardi guidati da Alboino. Il quadro, che rimarr in parte

    inalterato fino allarrivo di Carlo Magno nel 774 d.C., vedeva, semplificando, lItalia settentrionale

    controllato dai longobardi, oltre a porzioni di territorio nel centro-sud, con capitale posta a Pavia; i

    bizantini, da parte loro, erano attestati al centro-sud, con centro amministrativo e politico nella citt di

    Ravenna.

    In questo contesto, il territorio di CastellArquato costituisce i fines castellanae, un distretto autonomo

    retto da un gastaldo, funzionario del re longobardo che amministrava i beni e aveva potere civile, militare e

    giudiziario. Tale funzionario era assistito dai rimanni (o arimanni), nobili dellesercito alle dirette

    dipendenze, come i gastaldi, del re, ai quali erano assegnate terre coltivabili in zone strategiche. Di

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    CastellArquato, fino allanno 758, quando eletto re Desiderio, si sa poco o nulla; solo da quella data

    appaiono le prime testimonianze scritte, in particolare il primo documento che parla del borgo un atto di

    vendita, del 760, presente nelle Carte di Varsi. Da queste carte si apprende di un certo Magno, signore del

    luogo, che provvede a riedificare il borgo, facendo erigere una chiesa in onore della Gran Madre di Dio.

    Figura ritenuta leggendaria, c chi ipotizza che tale persona coincidesse con lo stesso Carlo Magno. Di

    certo, si sa solo che Magno il nome che appare anche nellatto di donazione del luogo, comprendente sia

    il paese sia i territori circostanti, al vescovo di Piacenza, atto presente nelle disposizioni testamentarie del

    772 e reso esecutivo nel 789. Altri studiosi indicano in questa persona il gastaldo stesso, e la donazione

    vista come un atto politico, poich nel 774 Carlo Magno aveva sconfitto le truppe di re Desiderio nella

    battaglia delle Chiuse di Susa, ponendo fine di fatto al dominio longobardo in Italia.

    E quindi dallanno 789 che si pu far partire il dominio del vescovo su CastellArquato. Dalla donazione

    apprendiamo lesistenza a CastellArquato della Basilica di S. Maria, che allepoca doveva essere terminata.

    Dellarchitettura del primitivo edificio di culto, non rimasto in pratica nulla, essendo stato seriamente

    danneggiato da un forte terremoto nellinverno del 1117, come ricordato nella Cronaca di Romualdo

    Salernitano. Solo una grande vasca battesimale a immersione, del diametro di due metri, sopravvissuta

    fino ai tempi nostri, e fa bella mostra di s nellattuale chiesa della Collegiata, che attesta con assoluta

    certezza che la chiesa del paese avesse fin dallVIII secolo una funzione battesimale. Nei secoli successivi, il

    borgo particolarmente attivo, sia dal punto di vista commerciale che urbano: sono almeno tre le fiere

    importanti allestite allanno, mentre il paese si estende nella parte pi bassa del promontorio, dove

    svilupper in seguito il quartiere indicato con il nome di Monteguzzo (intorno allXI secolo circa). I rapporti

    con Piacenza, dove il potere comunale in forte crescita, sono stretti, come dimostrato in occasione della

    discesa di Federico Barbarossa I (1154) nella zona, che vede sia la citt sia CastellArquato schierate sullo

    stesso fronte contro limperatore germanico. Tranne che nel decennio 1154 - 1164, il borgo rimane alle

    dipendenze della Mensa vescovile ininterrottamente fino al XIII secolo, come accertato dal prezioso

    Registrum Magnum, conservato allArchivio di Stato di Piacenza, anche se in tale scritto non sono riportati

    dati precisi sul paese. Apprendiamo che il vescovo aveva il diritto di raccogliere le imposte dirette, il

    cosiddetto fodro, applicato a tutti gli uomini, a quel tempo corrispondenti ai nobiles, ai castellani e al

    personale ecclesiastico addetto alla chiesa di Santa Maria. La figura dellarciprete nel borgo coincideva con

    quella di un pastore, posto a capo dellorganizzazione pievana, eletto dal capitolo locale e poi investito della

    propria carica dal vescovo e dal capitolo della cattedrale di Piacenza. La pieve di Santa Maria assolveva, fin

    dalla sua ricostruzione nel 1122, a compiti spirituali e pedagogici; retta da un collegio di canonici, aveva

    autonomia liturgica, amministrativa ed economica.

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    Ultime fasi del potere vescovile e inizio dellEt comunale, fase consolare e podestarile

    Nel 1169, con una giurisdizione consolare voluta dal vescovo, ha inizio lautonomia del borgo, anche se non

    si pu parlare di una fase comunale vera e propria, essendo comunque il paese sotto il controllo vescovile.

    Verso la fine del XII secolo, tra lepiscopato piacentino e il centro di Piacenza sorgono dei contrasti, dovuti

    alla citt e relativi a una questione di tasse da riscuotere sulle rendite ecclesiastiche, soldi che fino ad allora

    erano stati esenti da qualsiasi prelievo. Nella lotta che segue, Piacenza addirittura scomunicata e

    interdetta, fino alla rinuncia nel 1207 di tale tassazione. Nel frattempo, per, proprio a causa di queste

    vicende, tra il 1204 e il 1207 il vescovo di Piacenza, Grimorio, risiede in CastellArquato. E attestata al 1220

    linizio dellet comunale a CastellArquato e la conseguente fine del dominio vescovile, come si estrapola

    dallatto datato 1220, dove il vescovo del tempo, Vicedomino Cossadoca, devolve al paese e agli uomini di

    CastellArquato tutti i beni immobili posseduti nel borgo e nel territorio dalla chiesa, per il prezzo di 700 lire

    piacentine, aggiungendo, al prezzo di ulteriori lire 220 e di un simbolico canone di cinque soldi annui, a

    titolo di investitura in perpetuo tutte le giurisdizioni, onori e ragioni da decimare riguardanti il territorio di

    CastellArquato, Lusurasco, San Lorenzo e Vernasca. Ufficialmente libero comune, CastellArquato entra,

    grazie alla posizione strategica e privilegiata sia nella vallata sia sulla Via Francigena (la via principale

    dellepoca), in un lungo periodo contrassegnato da contese e guerriglie. La fase consolare del Comune,

    aperta nel 1169 sotto il dominio ecclesiastico, si chiude nel 1223, caratterizzata dalla provenienza locale del

    supremo magistrato. Si apre una fase podestarile, dove il podest, il nuovo titolo con cui sindica da allora il

    supremo magistrato, sar nominato dal Comune di Piacenza, scelto tra gli abitanti pi in vista della citt, in

    special modo gli appartenenti alle famiglie degli Scotti e dei Visconti. Il rapporto tra il centro e il borgo,

    sotto il vescovo stretto ma tenuto distintamente separato, diventa ora quasi subordinato, malgrado che

    sulla carta il paese sembri aver guadagnato pi indipendenza. Lorgano supremo di governo di

    CastellArquato rappresentato dal Consiglio Generale, presieduto dal podest o da un suo Vicario,

    assistito dallArciprete e convocato al suono della campana. La carica del podest triennale, e, oltre a

    avere funzioni civili e politiche, controlla e amministra anche la giustizia. Nel 1256 il paese, di parte guelfa,

    subisce lassalto di Oberto Pallavicino, di parte ghibellina. La vittoria arride ai difensori, e, fino allavvento di

    Alberto Scotto, CastellArquato mantiene la propria indipendenza e i propri statuti.

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    La Signoria di Alberto Scotto

    Nel 1290 simpadronisce di CastellArquato il capitano del popolo Alberto Scotto, della dinastia degli Scotti,

    condottiero di parte guelfa. Dopo un lungo assedio, concluso con la capitolazione della cittadina, fa del

    borgo la base della sua potenza signorile, da dove conduce una lotta serrata contro le famiglie a lui avverse,

    siano di parte ghibellina, come i Visconti che miravano a prendere possesso delle sue terre, siano di parte

    guelfa, spesso suoi ex alleati sacrificati nel raggiungimento del potere che ora cercano rivalsa. La lotta

    raggiunge il suo apice negli anni successivi, dopo linstaurazione della signoria di Alberto Scotto su Piacenza

    (avvenuta nel 1290). Si deve proprio a questa figura, il cui obiettivo era instaurare una signoria territoriale,

    gran parte dei cambiamenti urbanistici della CastellArquato medievale, che nella descrizione della visita

    andremo a illustrare. Dopo aver raggiunto un parziale successo con la presa di Milano nel 1302 e la

    sconfitta, seppur temporanea, della dinastia dei Visconti di Milano (ramo diverso da quello dei Visconti di

    Piacenza), Alberto vede fallire il suo sogno di creare una dinastia. Crollata la sua base di potere a Piacenza,

    e caduta la sua Signoria, scacciato da CastellArquato nel 1304, per poi rientrarvi tre anni dopo dove

    rimane fino al 1317, anno della sua caduta finale.

    Una nota: mentre nel Medioevo i termini Scotti e Scotto li troviamo riportati con una singola t, secondo

    luso di quel tempo, in tutti i documenti consultati per questa ricerca abbiamo trovato tali parole scritte con

    due t, a causa delle modifiche intercorse nel tempo alla lingua. Metodo che abbiamo deciso di adottare

    anche per questa relazione.

    I Visconti

    E del 16 maggio 1316 linizio dellassedio di CastellArquato da parte di Galeazzo I Visconti, coadiuvato da

    Corrado Malaspina e dalla famiglia degli Arcelli: il 1317 lanno in cui Alberto Scotto si arrende, per poi

    morire prigioniero lanno successivo, il 1318. Dopo la sua caduta, la famiglia Visconti del ramo di Milano

    che sinsedia a CastellArquato, detenendone il controllo, pur con qualche problema, fino al 1438. Nel 1322

    i Visconti devono abbandonare il territorio a seguito di una sollevazione popolare, sorretta dalla chiesa,

    mentre il borgo rimane nelle mani di un loro partigiano, Manfredo Landi, che per si premunisce di cederlo

    al comune di Piacenza, al tempo soggetto al dominio della chiesa. Nel 1336, con Azzo Visconti, la famiglia

    torna al potere, e ha inizio la costruzione della cinta muraria (di cui rimane la Porta di Sasso) e della Rocca, i

    cui primi lavori risalgono al 1342, sotto Luchino Visconti. Dopo alterne vicende, che vedono CastellArquato

    al centro di una contesa con la casa reale di Francia, il borgo finisce agli inizi del Quattrocento agli Scotti:

    controllo, che nel 1414, ceduto, per volont degli stessi abitanti, di nuovo alla famiglia Visconti, nella

    persona di Filippo Maria Visconti, tanto che dal 1416 al 1470 il paese si chiamer Castel Visconti. Ed

    proprio Filippo Maria che passa, nel 1438, il paese a un suo condottiero: Niccol Piccinini, che promulga gli

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    Statuti Comunali, sulla base di quelli antecedenti del 1300. Leggi che rimarranno in auge fino allavvento

    della famiglia dei Farnese.

    Gli Sforza

    Scomparso Filippo Maria Visconti senza eredi nel 1447, il ducato di Milano passa a Francesco Sforza, che

    sottrae CastellArquato al Piccinini. Negli anni successivi il borgo vede lalternarsi di numerosi personaggi,

    autorizzati dallo Sforza a prenderne il controllo: la situazione, dovuta ai numerosi debiti di cui Francesco si

    era fatto carico per assumere il controllo di Milano, si protrae inalterata fino alla fine dello Sforza, nel 1466.

    Salito al potere il figlio di Francesco, Galeazzo Maria, il paese e il suo territorio sono ceduti definitivamente,

    a causa di difficolt economiche sempre pi pressanti (e si dice anche per volont della moglie di Francesco

    Sforza, Bianca Maria Visconti), alla famiglia degli Attendolo (ramo di Santa Fiora degli Sforza), in particolar

    modo a Bosio Sforza degli Attendolo, fratello di Francesco. Il dominio degli Attendolo durer fino al 1499,

    anno in cui il ducato di Milano passa in mano ai francesi. Nel 1512, e fino al 1530, CastellArquato di

    nuovo in mano agli Sforza, per poi passare, a causa di alcune rivendicazioni, sotto il dominio di Piacenza. Ma

    gi negli anni successivi, con lelezione al soglio pontificio di papa Paolo III Farnese, il paese ritorna agli

    Sforza, nella persona di Bosio II (la cui morte accertata nel 1533), sposato con Costanza Farnese (figlia di

    papa Paolo III, che alla morte del marito governer CastellArquato). Sembra risalga a quegli anni la

    costruzione dellimponente Torrione Del Duca, verso il quale permane un alone di mistero, sia sulla sua

    funzione sia sulla sua storia, mentre attestata al 1541 lindipendenza di CastellArquato da Piacenza per

    volont del papa. Rimasta nella memoria storica del paese la venuta, nel 1543, di Papa III Farnese, in visita

    alla figlia Costanza, Signora di CastellArquato. Dal 1545 al 1575 signore del borgo Sforza Sforza, figlio di

    Costanza e Bosio II (giunta fino ai nostri tempi la tomba, posta in una delle chiese del paese come descritto

    nella parte della guida riservata alla visita). Proprio in questi anni, CastellArquato eretta a marchesato. E

    del 1620 la leggenda (descritta pi avanti) di Sergio e Laura. Il dominio degli Sforza si prolunga fino al 1707,

    anno in cui il paese entra a far parte del ducato di Parma e Piacenza.

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    Gli ultimi anni fino ad oggi

    Dopo il 1707, sono tante le famiglie che si alternano nel controllo del borgo: i Farnese, i Borboni, gli

    austriaci e di nuovo i Borboni. In et napoleonica, e precisamente nel 1805, si ricorda la sollevazione dei

    montanari piacentini, e, sempre nello stesso anno, la devastazione di Palazzo Pretorio. Nel 1858 lo svizzero

    Karl Mayer conia il termine Piacenziano, per indicare le argille che caratterizzano le aree circostanti del

    borgo, mentre nel 1860 CastellArquato passa ai Savoia, e quindi allo Stato italiano. Altra data da ricordare

    il 1919, anno in cui muore il noto librettista Luigi Illica, che scrisse per Giacomo Puccini i libretti della

    Boheme, della Tosca e di Madama Butterfly. E il 1934, invece, quando il dottor Antonino Menozzi scopre i

    resti di una balenottera sui calanchi di Monte Falcone. I calanchi, un fenomeno che si forma nel tempo con

    l'erosione dovuta principalmente all'acqua piovana, sono molto presenti nei territori collinari e in quelli

    argillosi. Formati al 98% d'argilla, d'inverno questi terreni s'inzuppano d'acqua diventando particolarmente

    franosi. Sul calanco sono presenti degli scalini, risultato di continue frane che gradualmente stanno facendo

    crollare notevoli parti di terreno.

    In epoca recente la regione Emilia Romagna ha conferito a CastellArquato lappellativo di citt darte.

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    Tedaldo Visconti, alias papa Gregorio X

    Incerti il luogo e la data di nascita di Tedaldo Visconti, oggi conosciuto come papa Gregorio X. La tradizione

    vuole che sia nato nel 1210, in una localit collinare detta Coronini, in prossimit di Bacedasco. Si a

    conoscenza della sua discendenza: il ramo cadetto di CastellArquato della famiglia guelfa dei Visconti di

    Piacenza, vassalli del Vescovo e dotati di un enorme patrimonio fondiario nella Pianura Padana, nella Val

    dArda e nella Val dOngina, in parte ereditato dai Lanfranco di CastellArquato. Frammentarie le

    informazioni sulla sua giovinezza: divenuto canonico di San Antonino a Piacenza le prime notizie certe

    risalgono al 1236, quando conobbe il cardinale piacentino Jacopo da Pecorara che lo prese al suo servizio.

    In seguito diviene arcidiacono nella diocesi di Liegi, alla morte del cardinale Jacopo si reca a Lione, dove

    assiste il vescovo Filippo di Savoia nell'organizzazione del Concilio Ecumenico convocato in quella citt da

    Innocenzo IV; proprio nello svolgimento di questo incarico si fa ben conoscere e stimare dal papa, dai

    cardinali e dai numerosi ecclesiastici presenti. Nel 1245, al termine del concilio, raggiunge la sua sede

    arcidiaconale, Liegi, dove rimane per ventanni, tra i quali si rammenta il soggiorno a Parigi (1248-1252),

    dove conosce personaggi quali Bonaventura da Bagnoregio, Tommaso d'Aquino, Guy Foucois (futuro papa

    Clemente IV), Pietro di Tarantasia (futuro papa Innocenzo V) e Matteo Rubeo Orsini, oltre a diventare

    intimo di re Luigi IX e di suo figlio Filippo, futuro Filippo III. A causa di problemi con il principe - vescovo

    Enrico di Gheldria, che reggeva la diocesi di Liegi, Tedaldo nel 1266 deve lasciare la citt per poi essere

    mandato, nel 1267, in Inghilterra, in qualit dinviato di papa Clemente IV, in una missione con presenti il

    cardinale Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V, e Benedetto Caetani, futuro Bonifacio VIII. Concluso il

    suo compito, si sposta in seguito a San Giovanni dAcri, ed proprio qui, nel 1271, che apprende, dopo la

    morte di Clemente IV avvenuta il 29 novembre 1268 e unelezione della durata quasi di tre anni, di essere

    stato eletto papa: da allora sar conosciuto col nome di GREGORIO X. Una curiosit: proprio qui, in Terra

    Santa, Tedaldo incontrer Marco Polo, a cui faciliter la missione. 184 Papa della Chiesa cattolica, il suo

    mandato dura dal primo settembre 1271 sino alla morte, avvenuta il dieci gennaio 1276 ad Arezzo, nel cui

    Duomo fu posto il monumento funebre. Nonostante la brevit del suo mandato, a lui si deve il Secondo

    Concilio di Lione e la costituzione apostolica Ubi Periculum, documento che regola tuttora, con poche

    modifiche, l'elezione dei papi. Beatificato da Clemente XI nel 1713, Gregorio X lasci purtroppo anche

    molte cose in sospeso: un ambizioso programma di riforma della chiesa, unaltra crociata e la pacificazione

    nelle varie citt italiane tra guelfi e ghibellini.

    Il Secondo Concilio di Lione, convocato da Gregorio a soli quattro giorni dalla sua incoronazione, si

    prefiggeva tre obiettivi: la soluzione dei gravi problemi in Terra Santa (cosa particolarmente a cuore del

    papa), la riconciliazione con la Chiesa d'Oriente, la riforma dei costumi della Chiesa e del clero. Dopo varie

    sessioni, e grazie a una delegazione della Chiesa Greca, furono approvati decreti sul clero, presentata la

  • Localit raggiungibile in macchina o in moto, distanza 35 Km da Piacenza. Itinerario a piedi, valido per tutte le stagioni.

    Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore.

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    costituzione apostolica Ubi Periculum e battezzato solennemente uno dei Tartari inviati in delegazione dal

    Gran Khan. Il Concilio si chiuse il 17 luglio 1274.

    A parte i numerosi partecipanti di varie nazioni dellepoca, gi di per s un successo, il Concilio sembr

    portare a termine tutti gli obiettivi prefissati: fu decisa tra i sovrani una nuova Crociata, l'unione con la

    Chiesa Greca venne preparata grazie anche agli accordi antecedenti tra Clemente IV e il sovrano

    dellImpero bizantino Michele Paleologo (che impose l'unione ai suoi sudditi, accettando tutte le condizioni

    del Papa), vennero fissate con la Ubi Periculum regole per l'elezione papale. Per i costumi del clero e dei

    laici numerosi decreti di riforma furono promulgati, nel tentativo di ridare dignit alla Chiesa. Purtroppo,

    con la morte di Gregorio X, molti dei progetti vennero a cadere, malgrado si fose certi della loro

    realizzazione: la crociata e lunione con la Chiesa orientale decaddero, di tutto il lavoro sopravvisse solo la

    Ubi Periculum.

    Un particolare: riguardo allunione con la Chiesa Greca, latto, formulato a Costantinopoli nel febbraio del

    1274 e ripetuto a Lione il 6 luglio, non poteva avere vita lunga, perch non era stata data alla chiesa alla

    chiesa greca la facolt di esprimere liberamente il proprio parere in questa materia. I latini infatti scelsero il

    testo e le formule che riproducevano la dottrina ecclesiologica elaborata e composta in occidente (lettera di

    papa Paolo VI del 19 ottobre 1974). La possibilit di risolvere lo scisma dur finche vissero i due

    protagonisti: limperatore Michele VIII e Gregorio X (che scelse di proseguire la politica del suo

    predecessore). Il figlio di Michele VIII, Andronico, una volta salito al potere sconfess loperato del padre e

    il Concilio, che doveva ricostituire lunit, fin per approfondire il solco, politico e religioso, tra oriente ed

    occidente cristiano.

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    Alcuni accorgimenti per la visita

    CastellArquato sorge su unaltura dominante la val dArda, ed famosa sia per la piazza centrale sia per i

    suoi monumenti medievali. A livello urbanistico, due sono i nuclei del borgo: la parte bassa, ai piedi della

    collina, con i quartieri Borghetto e Monteguzzo; la parte alta, con il centro monumentale, detto Solario. Il

    borgo un tempo era circondato da solide mura fortificate, di cui ora sono visibili solo alcuni ruderi nei pressi

    della parte alta del paese. Due le porte dingresso rimaste integre, la Porta di Sasso (ancora simile a come si

    era voluta in origine) e la Porta Monteguzzo, rimaneggiata.

    Se decidete di visitare CastellArquato, alcuni accorgimenti. Sono quattro i musei presenti nel borgo, e il

    prezzo di ogni biglietto si aggira a oggi sui 3 - 3,50 euro a testa a museo, il ridotto sui 2 2,50 euro.

    Prendendo il biglietto del Museo Geologico si ha diritto al biglietto ridotto per la Rocca e viceversa. Non

    siamo a conoscenza di biglietti cumulativi per tutti e quattro i musei nel momento in cui scriviamo questa

    guida, in ogni caso vi consigliamo di sentire lo IAT, lUfficio del Turismo di CastellArquato, dove potrete

    verificare anche gli orari di visita dei musei.

    Ecco lelenco dei musei:

    Rocca Viscontea e Museo di vita medievale

    La rocca, costruita sulle fondamenta di un fortilizio preesistente, fu edificata nel 1342. La pianta,

    abbastanza singolare, ha una forma a L. Delle quattro torri, solo una ben conservata, mentre le altre sono

    in parte diroccate. Solo nel 1916 si completata la merlatura, e negli anni '70 stato ripristinato il fossato e

    il ponte levatoio. Quattro stanze a tema sono state allestite, con argomento che va dalla vita dei borghi

    medievali alla storia del posto, con un approfondimento circa i rapporti di CastellArquato con gli altri

    fortilizi e le tecniche militari di difesa e attacco di un castello in caso di assedio. Stupenda la vista che si

    gode dalla cima del mastio. Sconsigliata la visita in caso di pioggia.

    Il Museo della Collegiata

    Il museo della chiesa del borgo. Posto allombra del chiostro a lato della chiesa, pur se poco pubblicizzato,

    contiene pezzi unici, tra cui, oltre a oggetti della liturgia risalenti addirittura allanno mille, sculture e dipinti

    di tutte le epoche tra cui un pregevole dipinto di Gaspare Landi, illustre artista piacentino ottocentesco.

    Consigliato per chi ha visitato la Collegiata.

    Il Museo Luigi Illica

    Luigi Illica, nato nel borgo, fu il librettista di Puccini, Giordano e Mascagni. Il museo un tributo al

    personaggio, e contiene spartiti, manoscritti, abiti di scena, lettere di personaggi illustri contemporanei di

    Illica e testimonianze di vario genere di quellepoca, a cavallo tra la fine dellOttocento e la prima guerra

    mondiale. Imperdibile per i curiosi e gli appassionati di lirica e drammaturgia.

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    Il Museo Geologico G. Cortesi

    Il Museo posto nell'antico ospedale Santo Spirito, e ospita due balenottere fossili risalenti allincirca a tre

    milioni di anni fa, vanto del museo. Altre esposizioni riguardano coralli, echinidi, denti di squalo e perfino

    un granchio fossile molto ben conservato. Interessantissimo, sia per gli appassionati di scienza, sia per gli

    studiosi di tutto il mondo. A questo link il sito del museo: http://www.museogeologico.it/ .

    Si consiglia, soprattutto se siete in un gruppo un po numeroso, la visita guidata. Il prezzo si aggira sui 75

    euro a gruppo, un prezzo abbordabile se siete in gruppo e che vi d accesso a numerose informazioni e

    luoghi che da soli difficilmente riuscireste a rintracciare. Dal prezzo escluso il biglietto dei musei, che,

    anche se ridotto (essendo un gruppo), aggiunge altre spese a testa a persona.

    Esiste anche un altro museo a CastellArquato, di propriet privata, ospitato nellAntico Palazzo Pretorio e

    posto accanto alla Rocca, vicino alla Piazza Monumentale (indicato nella mappa online). Detto Museum in

    Motion, alloggia mostre darte contemporanea. Al link sottostante i vari eventi organizzati in quella

    locazione.

    http://www.castellodisanpietro.it/mim/?cat=8

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    Per la guida, come per altre cose (eventi, accesso ai musei, orari di apertura e quantaltro), dovete

    rivolgervi allo IAT, lUfficio del Turismo locale, che vi dar tutte le info possibili. Sono veramente

    competenti e professionali, e non ne resterete delusi. Nella gita che abbiamo organizzato, siamo stati

    veramente contenti del lavoro e della cortesia da loro dimostrati. La sede nella piazza Municipale, al

    numero uno, al piano terra del Palazzo del Podest, nellaffascinante Loggetta dei Notari. In genere sono

    chiusi il luned, ma sono aperti anche la domenica con orari che vanno generalmente dalle 9,30 alle 12,30 e

    dalle 14,30 alle 17,30 (gli orari possono cambiare, nel caso consultate il loro sito).

    Email: [email protected]

    Telefono e FAX +39.0523.803215

    Sito: http://www.comune.castellarquato.pc.it/

    Nel caso non riusciate a mettervi in contatto lo IAT, disponibile la Biblioteca Comunale, che ha sede al

    primo piano del Palazzo Comunale Vigevani Gravaghi. Laccesso avviene sempre tramite la Piazza Municipio

    (ingresso comune agli altri uffici comunali) oppure (negli orari e giorni in cui il Comune chiuso) dalla

    Scalinata Ospedale Santo Spirito. Nulla da eccepire neanche su di loro, veramente professionali e

    disponibili. Questi gli orari di apertura al pubblico, anche se si consiglia di visitare il sito web del comune per

    sicurezza sugli orari:

    Orario invernale

    MARTEDI, GIOVEDI, e SABATO dalle 8,30 alle 13,00

    MARTEDI e GIOVEDI dalle 14.30 alle 17.30

    Orario estivo

    Dal LUNEDI al SABATO dalle 9,00 alle 13,00

    MARTEDI dalle 18,00 alle 21,00

    E-mail: [email protected]

    Telefono: 0523.804008

    Fax: 0523.803982

    Sito: http://www.comune.castellarquato.pc.it/

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    La Visita

    Durata: dalle tre alle cinque ore (se si visitano tutti i musei)

    La mappa

    In fondo a questa guida, in allegato, copia della mappa qui sopra riportata, fornitaci gentilmente dalla

    Biblioteca e dallo IAT di CastellArquato che ringraziamo per la disponibilit e la collaborazione. Disponibile

    su Google Maps, link http://maps.google.it/, una mappa pubblica da noi creata, basata in parte su quella

    dataci, dal titolo :

    Itinerari in provincia di Piacenza - Castell'Arquato

    Nel caso non riuscite a trovare questa mappa, una volta andati su Google Maps cliccate sulla voce, posta da

    parte al tasto Cerca nelle Mappe, mostra opzioni di ricerca. Apparir un nuovo campo, selezionate la voce

    Mappe create dagli utenti, e inserite nel campo di ricerca:

    fabio.malusardi

    Appariranno sulla sinistra tutte le mappe da noi create, selezionate quella dal titolo Itinerari in provincia di

    Piacenza CastellArquato. Potrete visionarla tramite internet direttamente sul cellulare se ne avrete

    bisogno.

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    Nel caso, ecco il link diretto:

    http://maps.google.it/maps/ms?msa=0&msid=107554597770524526579.00046cedf1e6b04fcfc99&cd=2

    &hl=it&ie=UTF8&z=16

    Le due mappe sono simili, lunica differenza consta in alcuni siti che abbiamo aggiunto (o rimosso) dalla

    mappa originale. Le mappe non sono precise al 100%, in alcuni casi alcune vie sono mostrate solo in

    maniera parziale.

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    Litinerario

    Poich a livello urbanistico CastellArquato composta di due nuclei, abbiamo deciso di suddividere

    litinerario in due parti:

    La prima vuole illustrare i monumenti e le cose rilevanti presenti nella parte alta del borgo, con

    partenza dal cimitero posto sulla sommit del colle e conclusione alla piazza monumentale del

    municipio, cuore del paese, gi chiamato Solario, dove si trova sia il Comune sia la Collegiata.

    Undici le locazioni consigliate.

    La seconda ha come obiettivo di indagare negli antichi quartieri di Borghetto e Monteguzzo, in

    basso nel colle, con partenza dalla piazza del Municipio e conclusione al parco delle Driadi.

    Nel caso abbiate deciso di seguire le indicazioni della presente guida, vi preghiamo di procedere

    ordinatamente, come illustrato nei capitoli successivi, in altre parole partendo dallalto del paese per poi

    terminare nella parte bassa. La guida qui descritta illustra lintero borgo: molti degli edifici non sono

    visitabili, cosa che ci premureremo di specificare nella descrizione.

    Il consiglio che sentiamo di darvi di far durare la vostra permanenza a CastellArquato un intero giorno: la

    mattina la riservate alla parte alta, pranzo in un ristorante della zona, pomeriggio la parte bassa. Questo

    perch i musei spesso hanno orari che rischiano di accavallarsi. In genere lorario di chiusura intorno alle

    17:30 per tutti i musei, con ingresso accettato non oltre le 17:00. Per avere conferma degli orari

    preferibile chiedere sempre allo IAT, dove potete avere rilievo su eventuali modifiche dellultima ora.

    Se invece avete poco tempo per visitare il paese, vi consigliamo, oltre a Porta Sotana, la piazza

    monumentale, con la Collegiata, il Palazzo del Podest e la Rocca. Nella parte bassa Palazzo Stradivari e la

    chiesa di Santo Stefano, con la tomba di Sforza Sforza. Tra i musei, da visitare il museo annesso della

    Collegiata e il Museo Geologico. Anche gli altri musei meritano, ma sono pi specifici, quello di Luigi Illica

    per gli appassionati della lirica e quello della Rocca per chi volesse sapere della vita cos comera nel

    medioevo.

    Attenzione: ogni locazione consigliata per la visita avr come identificativo il numero romano I o II, che

    indica se dentro la prima o la seconda parte dell'itinerario. Dopo quel numero romano, la cifra in uso

    nel nostro alfabeto, che indica la successione con cui le locazioni vanno visitate. Questi identificativi

    avranno un corrispettivo nella mappa online creata su Google Maps, non su quella fornita dal borgo.

    Inoltre, nel caso di edifici, specificato se Visitabile internamente o Non Visitabile.

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    Come Arrivare a CastellArquato

    Di seguito le indicazioni per arrivare. Il paese dista circa 35 Km dalla citt di Piacenza, raggiungibile sia in

    macchina sia in moto. Due le strade principali possibili: una parte da Piacenza, laltra da Fiorenzuola dArda

    (in provincia di Piacenza).

    Da Piacenza

    Se decidete di partire da Piacenza, dovete imboccare la strada statale direzione Montale / San Giorgio

    Piacentino / Carpaneto. Se siete pratici della citt seguite i cartelli, altrimenti, se venite dallautostrada,

    dovete prendete luscita Piacenza Sud, e una volta usciti proseguire nella tangenziale di Piacenza (basta

    andare dritti e non uscire sulla strada per Parma, che coincide con la Via Emilia). In Tangenziale, la vostra

    uscita sar quella indicata con i cartelli Farnesiana (quartiere di periferia di Piacenza), ricordandovi

    imboccato luscita di svoltare alla fine a sinistra e non a destra verso il centro della citt. Siete ora sulla

    strada provinciale 6, sigla SP6. Andate sempre dritto ed attraversate nellordine i paesi di Mucinasso,

    Crocetta, San Polo, San Giorgio Piacentino e Carpaneto. A Carpaneto seguite sempre la strada e, dopo una

    serie di due semafori, uscirete dal paese. Proseguite per altri 20 Km circa e giungerete infine a

    CastellArquato. Qua dopo il cartello che indica la localit, vi troverete a un semaforo, dove dovrete girare a

    destra verso il parcheggio numero quattro (seguite le indicazioni poste nel paese), il posteggio posto sulla

    sommit del colle su cui sorge il paese.

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    Da Fiorenzuola

    Se decidete invece di partire da Fiorenzuola, se siete pratichi della zona andate nella tangenziale seguite le

    indicazioni Val dArda CastellArquato. Se invece provenite dallautostrada, una volta usciti a Fiorenzuola

    proseguite sulla nuova tangenziale, seguendo le indicazioni Val dArda CastellArquato. In entrambi i casi,

    dopo circa 10 km arriverete a CastellArquato, dove dovrete parcheggiare al parcheggio indicato con il

    numero quattro, posto sulla sommit del colle su cui sorge il paese. Le indicazioni per il posteggio sono in

    tutto il borgo.

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    Itinerario Parte Prima

    Dal Cimitero alla Piazza Monumentale

    Una volta sistemata la macchina al parcheggio contrassegnato dal numero quattro (per raggiungerlo

    seguite le indicazioni, presenti un po ovunque in paese), vi ritrovate nella zona cimiteriale di

    CastellArquato, e precisamente in via Pontenuovo, nella parte alta del borgo. Lobiettivo di questa parte

    della guida illustrare, a un potenziale visitatore, i monumenti e le parti rilevanti del borgo nellarea alta

    del paese, conducendo il turista fino alla piazza monumentale centrale, cuore del paese, passando per i

    giardini della rocca.

    Strada Parcheggio Giardini della Rocca

    Normalmente, il tragitto dal parcheggio alla piazza non richiederebbe pi di quindici minuti, nel nostro caso

    il tempo sar molto pi lungo visto lobiettivo che ci proponiamo di raggiungere. La prima costruzione da

    osservare lOratorio della Madonna della Cima, non visitabile, presente nellingresso del cimitero. Per

    scendere nel paese dal parcheggio dovreste normalmente girare a sinistra e iniziare a percorrere via

    Vassalli. Nel nostro caso dovrete girare a destra e risalire per circa dieci metri fino a trovarvi davanti

    allingresso del cimitero.

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    Oratorio della Madonna della Cima Locazione I1

    Non visitabile

    Si ha notizia di suddetta costruzione fin dal primo cinquecento: inizialmente dedicata alla Concezione,

    presenta una pianta rettangolare coperta da una volta a crociera, i cui spicchi sono sottolineati da

    costoloni. In laterizio, con facciata a capanna, sopra la porta a sesto acuto sistemato un piccolissimo

    oculo. Il campanile caratterizzato da forti analogie con i modelli della Collegiata, essendo aperto sulla

    sommit da quattro finestre a tutto sesto e coronato da una piccola fascia a denti di sega, in mattoni

    disposti a zig-zag. Si consiglia di entrare nel cimitero da dove si pu osservare bene la torre campanaria. Dal

    posto si ha un ottimo panorama sia sulle mura medievali sia sulla vallata sottostante.

    Facciata della Chiesa

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    Vista Chiesa dal Cimitero con torre campanaria

    Ritornate al parcheggio, da dove potete osservare alcuni resti delle mura medievali, oltre ad un ottimo

    paesaggio sulla vallata.

    Resti Mura

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    Prendete ora la strada in discesa, via Vassalli. La prima tappa prevede la visita a Porta Sotana o di Sasso,

    una delle antiche porte daccesso della cinta muraria.

    Percorso Cimitero Porta Sotana

    Subito sulla sinistra, mentre scendete, potete osservare uninteressante Cappella (locazione I2), integrata

    nel muro di cinta di una casa, dove fa bella mostra di se oltre ad una croce la scritta O Crux Ave Spes Unica

    (Salve, o Croce, nostra unica speranza!).

    Cappella

    La cappella recente, ma in ogni caso interessante da vedere.

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    Proseguite per via Vassalli, e al numero 55 potete osservare, sulla destra, la Casa Vassalli Remondini

    (locazione I3). Ledificio, oggi adibito a casa di riposo, ospit i Francescani a partire dal XVI secolo, mentre

    nella seconda met del Settecento vi fu costruita una chiesa, dedicata alla Santissima Annunciata, da cui

    discende lattuale sistemazione. Non visitabile. Continuate a scendere, fino a quando incontrate una

    strada a destra, via Porta di Sasso. Svoltate, Porta Sotana visibile a dieci metri di distanza.

    Porta Sotana o di Sasso Locazione I4

    Nel 1342 il Duca di Milano Azzo Visconti fece costruire intorno a CastellArquato una robusta cinta muraria,

    il muro castellano, che circondava tutti i quartieri di allora (Campidoglio o Libigio, Sole, Bozario e

    Monteguzzo), escluso quello di Borghetto. Dellantico apparato, costruito per scopi difensivi, oggi non ne

    rimane molto, se non due delle quattro originarie porte di accesso al borgo: quella anteriore, rivolta a nord,

    nella parte inferiore del paese, detta di Monteguzzo (molto rimaneggiata nel XVII secolo); e la Porta Sotana

    o di Sasso, unica parte della cinta viscontea del 300 che non ha subito modifiche sostanziali nel corso del

    tempo. Del sistema difensivo faceva parte anche la Torretta, fondamentale punto di osservazione sia della

    valle sottostante sia delle strade che portavano al borgo. Porta Sottana o di Sasso si trova nella parte alta

    del paese, e anticamente rappresentava luscita verso Lugagnano e la Valle scavata dallArda. La

    costruzione, in pietra e mattoni, allesterno presenta un arco a tutto sesto, allinterno a sesto ribassato. I

    cinque merli a coda di rondine che la sovrastano, simbolo dei ghibellini, sono stati restaurati e riposizionati

    recentemente. Scomparse la Porta Soprana e la Porta di Mezzo, mentre tutte e quattro erano munite di

    ponte levatoio.

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    29

    Parte esterna verso Lugagnano con particolare sui merli di rondine

    Dirigetevi ora verso tre siti di particolare interesse, nellordine dincontro: il Collegio delle Dorotee, il

    Conservatorio Villaggi, la Chiesa di S. Nicol. Per giungervi, risalite via Porta del Sasso fino al bivio con via

    Vassalli, qua tornate indietro per la strada fatta dal cimitero verso la piazza di alcuni metri e girate subito a

    destra, in una diramazione diversa di via Vassalli. Nella mappa seguente la diramazione molto pi vicina di

    come sembra.

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    Percorso Porta Sotana Collegio delle Dorotee, Conservatorio Villaggi, Chiesa San Nicol

    Collegio delle Dorotee Locazione I5

    Non Visitabile

    Avvolta nel mistero la sua precisa origine. Sembra che lattuale collegio dedicato a Santa Dorotea sorga

    sulla Canonica che era aggregata alliniziale Chiesa dedicata a San Nicol, voluta da Giovanni di

    CastellArquato, Canonico della cattedrale di Beauvais, come si evince dal suo testamento del 1292. Alcuni

    resti presenti nel collegio (un affresco, ridipinto in epoca contemporanea, che raffigura frontalmente un

    santo vescovo, barbuto, in atteggiamento benedicente, forse un S. Nicol; i resti, trovati in una soffitta,

    degli spioventi di un edificio precedente, e, sempre in quella stanza, quel che rimane di due affreschi ascritti

    al Quattrocento) sembrano confermare lipotesi. Altri studiosi indicano invece che lattuale collegio inglobi

    non la canonica, ma la Chiesa di San Nicol. Dalla strada sintravede il portone e parte del viale che conduce

    allingresso.

    Essendo un collegio, per accedere al complesso dovete prima sentire se vi concesso il permesso dalla

    Madre Superiore o di chi ne fa le sue veci in quel momento.

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    Ingresso Collegio

    Conservatorio Villaggi Locazione I6

    Non Visitabile causa ristrutturazione, in attesa.

    Posto in via Villaggi 27, lente fu fondato dallarciprete della Collegiata di CastellArquato don Gian

    Domenico Guarnieri Villaggi, e inizi a funzionare dopo la morte del religioso, avvenuta nel giugno 1798. In

    data 11 marzo 1880 lIstituzione fu eretta in ente morale con Regio Decreto, contenente anche lo statuto,

    in base al quale lo scopo dellente era quello di provvedere gratuitamente allistruzione intellettuale, morale

    e religiosa e alladdestramento nei lavori femminili delle fanciulle povere del comune, vaccinate, di sana

    costituzione, specialmente di origine civile, mantenendo sei donne sotto il titolo di Luigine (in qualit una di

    direttrice e le altre di maestre). Let di ammissione andava dai dieci ai quarantanni, la precedenza era data

    alle donne nate, o almeno residenti da otto anni, nel Comune. Una parte delle ricoverate doveva

    conseguire il diploma di maestra e rientrare nel Conservatorio per almeno tre anni, per impartirvi,

    gratuitamente, listruzione. Le scolare potevano essere sia interne sia esterne. Per motivi finanziari, nel

    corso del tempo, fu ridotto il numero delle ragazze mantenute, e dallinizio del 1900 lintero complesso fu

    destinato a scuola elementare e in seguito a scuola media. Negli anni cinquanta del Novecento, il

    Conservatorio fu chiuso, poich non pi in grado di sostenere le spese di gestione, anche a causa

    dellistituzione della scuola media nel Comune. Lantico complesso del Conservatorio, restato per lungo

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    tempo in disuso e in stato di totale abbandono, attualmente, in seguito a lavori di ristrutturazione e

    sistemazione, divenuto sede di un ostello per giovani che mantiene la denominazione originaria: Ostello

    Villaggi. Consta di un edificio centrale con affascinante cortiletto che si apre su un piccolo loggiato. Al primo

    piano dell'edificio principale, la cosiddetta saletta del vescovo conserva un pregevole affresco della scuola

    del Bibbiena.

    Per info sullostello

    INDIRIZZO: Via Villaggi, 27 - 29014 Castell'Arquato (Piacenza)

    TELEFONO: +39.0523.805245

    FAX: +39.0523.805244

    In questo periodo chiuso per ristrutturazione, si spera in un futuro la sua riapertura visto lalto grado

    artistico e di interesse dei locali interni.

    Chiesa di S. Nicol Locazione I7

    Non Visitabile

    In origine una Cappella prepositurale, ledificio originale fu fondato tra il XIII e il XIV secolo per volere di

    Giovanni di CastellArquato, Canonico della cattedrale di Beauvais, in Francia. Nel suo testamento, datato 8

    ottobre 1292, Giovanni ne anticipa ledificazione e la consacrazione a S. Nicol, oltre ad indicare una serie

    di regole cui dovranno attenersi gli ecclesiastici che in essa vivranno. Emerge, dal testo, come fosse

    preoccupazione del fondatore che la nuova chiesa non costituisse un organismo in contrasto con la Pieve

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    (la Chiesa di Santa Maria), ma anzi fosse fedele e obbediente alle sue direttive. Ricostruita ex novo nel

    Settecento dal sacerdote Guarnieri Villaggi, lantica Chiesa di San Nicol serve al conservatorio da lui

    fondato e ricovera le sue spoglie mortali. La chiesa non comprendeva solo ledificio sacro, ma anche una

    serie di edifici per gli ecclesiastici che vi esercitavano, tanto che sipotizza che la Canonica occupasse gli

    spazi dove oggi sorge il collegio dedicato a Santa Dorotea. Rustica chiesetta, sormontata da un piccolo

    campanile a tetto conico, ed inglobata nel complesso del Conservatorio Villaggi. Sulla porta spicca in bella

    mostra una scultura con la raffigurazione della Mano benedicente, posta sotto il timpano del portale. La

    Chiesa non visitabile, ma della struttura esterna si pu ammirare il bel campanile (per vederlo al meglio si

    consiglia di andare sul lato destro della chiesa, nel parcheggio li accanto). Si spera in un futuro la sua

    riapertura.

    Vista del Campanile

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    Ingresso della Chiesa

    Possiamo ora proseguire verso il centro del paese, la piazza, che allo stesso tempo centro e simbolo di

    CastellArquato, detta anche Piazza Alta. Su di lei si affacciano, formando un unico insieme monumentale,

    gli edifici rappresentativi del borgo, sedi del potere politico e religioso, tra cui ricordiamo:

    La Chiesa della Collegiata, con annesso chiostro e Museo;

    La Rocca, con annesso museo di vita medievale;

    Il Palazzo del Podest o Palazzo Pretorio.

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    Per giungere alla piazza, dobbiamo passare per i Giardini della Rocca, accessibili tramite la Scalinata del

    Fossato.

    Percorso Chiesa San Nicol Giardini Piazza Alta

    Tornate indietro sui vostri passi, ritornando al bivio in cui avevate girato in via Porta di Sasso. Giunti l,

    proseguite in discesa per via Vassalli, fino a quando sulla vostra destra non scorgete una scalinata, con un

    cartello che la indica come Scalinata del Fossato: salite i gradini e vi ritroverete nei giardini della Rocca.

    Giardini della Rocca Locazione I8

    Dedicati a Giovanni Paolo II, i giardini ospitano la fontana esagonale, eseguita nel 1913 su progetto di

    Manfredo Manfredi. Ornata di stemmi di bronzo, opera di Giuseppe Centenari, reca le effigi di personaggi

    illustri del borgo, con allapice della fontana un leone che tra le zampe racchiude lo stemma del borgo.

    Stupendo il panorama che si gode dai giardini.

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    Panorama visto dai giardini

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    Nei giardini, vi dirigete verso la rocca, che fa bella vista di s, e vi ritrovate cos nella piazza centrale. Potete

    osservare il Palazzo del Podest, dallaltra parte della piazza, e la Collegiata, sulla vostra sinistra. Nel Palazzo

    del Podest presente lUfficio del Turismo (sigla identificativa IAT), mentre l accanto, sulla destra, si trova

    una scalinata che d accesso alla Biblioteca. I segnalini verdi nella mappa sottostante raffigurano lo IAT e la

    biblioteca.

    Piazza Monumentale

    Il Palazzo del Podest o Palazzo Pretorio Locazione I9

    Visitabile in parte

    Il corpo centrale fatto erigere da Alberto Scotto nel 1293, del 1447 la costruzione della doppia loggia

    detta dei Notari e lala prospiciente alla piazza. La scala esterna aggiunta nel XV secolo, come pure

    lavancorpo con portico, piano di monofore e una loggia. Nel 1913 il palazzo fu sottoposto a una

    ristrutturazione massiccia. Ledificio risultante a tre piani, interamente in cotto, abbellito da vasti e

    profondi archi a sesto acuto, sormontati da una corona di merli a coda di rondine; sopra di tutto, una torre

    a pianta pentagonale, dove due pareti ospitano due grandi orologi, quello che sintravede dalla piazza

    risalente al 1630. Allinterno, se riuscite a entrare, rimasta intatta la grande sala del Consiglio, con un

    soffitto a cassettoni e una ricca decorazione, dove fa bella mostra una tela di Antonio Malchiodi,

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    raffigurante Gli ultimi momenti di Torquato Tasso, del 1905. Ledificio stato il cardine delle attivit del

    borgo: inizialmente ospit il Comune Medievale, per poi divenire la sede del Podest e alloggiare, dalla fine

    del Cinquecento, la pretura e la scuola (che occupava le stanze a pianterreno), fino allincirca a met XIX

    secolo. Attualmente, nella Sala del Consiglio si svolgono le adunanze del Consiglio Comunale, mentre negli

    altri piani in genere sono organizzate esposizioni di arti figurative. Le Logge esistenti sono conosciute con

    due nomi diversi: quella dei Notari, nella parte inferiore delledificio, che ospita lUfficio del Turismo, e

    quella delle Grida, cos detta perch proprio in questambiente erano esposti anticamente gli editti

    comunali. Inoltre Il palazzo ospita lEnoteca Comunale, accessibile dalla piazza, i cui locali hanno ospitato

    per un certo periodo le carceri per poi divenire, prima dellutilizzo locale, magazzino del sale. Ledificio ha in

    mezzo un passaggio aperto, che porta in via Sforza Caolzio, dove trova alloggio laltare per la

    commemorazione dei caduti; inoltre presente, nella facciata rivolta alla piazza, lo stemma del comune di

    CastellArquato. Per le visite sentire lo IAT.

    La Chiesa della Collegiata (o Collegiata di Santa Maria Assunta) Locazione I10

    Visitabile

    Dedicata a Santa Maria Assunta, la storia della Chiesa documentata dalla met dellottavo secolo. Il primo

    storico a menzionarla Pier Maria Campi, nellHistoria Ecclesiastica di Piacenza, dove riferisce che nel 758

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    un nobile e influente signore, di nome Magno, ingrand e abbell CastellArquato, facendo erigere una

    chiesa dedicata a Santa Maria. E ipotizzabile che gi prima di questepoca esistesse nel borgo una pieve

    efficiente, secondo la tradizione eretta su di un tempio pagano, e che quindi Magno avrebbe promosso la

    ricostruzione e probabilmente lallargamento di questo edificio preesistente. La stessa monolitica vasca

    battesimale a immersione in tufo, unica testimonianza rimasta della chiesa dellottavo secolo, da leggersi

    in questottica. In seguito, a causa dei danni provocati dal terremoto del 1117, la chiesa fu ricostruita e

    riconsacrata nel 1122. Gi dall XI secolo ledificio retto da un collegio capitolare, con giurisdizione anche

    su altre cappelle soggette. Centro di vita religiosa e nucleo dimportanza economica e sociale, la pieve

    assolveva anche funzioni distruzione e assistenza, tanto che si pensa che oltre alla serie di edifici per la vita

    comune dei canonici, probabilmente era annessa alledificio una scuola che provvedeva alla formazione dei

    chierici. Nel corso dei secoli, il fabbricato romanico ha subito trasformazioni e rimaneggiamenti tali da

    alterarne laspetto originario: le prime modifiche risalgono al XIV secolo, precisamente nel 1347, quando fu

    abbattuto il campanile originale, ubicato allora nella zona sud est nei pressi di quella che, ora, la quarta

    abside a lato dellingresso meridionale della chiesa. In seguito fu abbattuto parte del chiostro primitivo,

    ricostruito da l a poco poich quello attuale risale a un periodo tra il XIV e XV secolo. Anche lambiente

    interno ha subito degli assestamenti: nel corso del XV secolo, le navate minori sono state coperte da volte a

    crociera, con laggiunta di una cappella dedicata a Santa Caterina dAlessandria, mentre del 1630

    lapertura della cappella di San Giuseppe, conservata ancora oggi con i suoi stucchi e le decorazioni

    barocche. Il pi radicale degli interventi del XVIII secolo, quando la chiesa totalmente ritrasformata

    secondo le estetiche del tempo: tutto fu ricoperto da intonaco, che nascose pilastri originali e capitelli.

    Vasca Battesimale

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    Dalla fine dellOttocento e fino a met del secolo scorso, con il fine di riportare ledificio al suo aspetto

    originario, eliminando le successive stratificazioni accumulate nei secoli precedenti, sono state avviate

    numerose campagne di restauro ad opera dei parroci che si sono alternati alla conduzione della chiesa, tra

    cui ricordiamo, ad esempio, don Enrico Cagnoni, che con il supporto di privati e studiosi locali entr spesso

    in contrasto con lUfficio regionale per la Conservazione dei Monumenti di Bologna.

    La facciata volge a Occidente, non sulla piazza centrale ma su una piazzetta minore, circondata da abitazioni

    che ricordano il medioevo. La struttura, in arenaria, conserva tracce di conchiglie fossili, e, sopra al severo

    portale con arco a tutto sesto, fanno bella mostra le minuscole finestre e, pi in alto, una piccola bifora che

    sostituisce il preesistente rosone che era stato inserito nellOttocento (quindi una modifica della chiesa

    originale).

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    Le absidi della Collegiata, presenti nella Piazza Alta, sono invece un interessante esempio della perizia delle

    maestranze, attive nel XII secolo. Labside maggiore presenta una loggetta non praticabile.

    Interessante il trecentesco Portico del Paradiso, che ospita uno splendido portale (sempre di arenaria), con

    nella lunetta la raffigurazione della Vergine col Bambino tra San Pietro e un angelo, probabilmente di uno

    scultore attivo anche nel cantiere del Duomo di Piacenza (XII secolo). Larchitrave, sorretto da due

    telamoni, ha uniscrizione in latino, relativa al dogma dellImmacolata Concezione. Il telamone, per chi non

    lo sapesse, una scultura maschile, a tutto tondo o a rilievo, impiegata come sostegno, strutturale o

    decorativo, spesso in sostituzione di colonne o lesene. sinonimo di Atlante, che nella mitologia greca

    porta i pilastri del cielo.

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    Portico del Paradiso

    Allinterno, la Collegiata scandita in tre navate, separate da colonne in arenaria. La navata centrale a

    capriate lignee, le laterali a crociera. Interessanti i capitelli, istoriati, per un totale di sedici, con motivi a

    intreccio a elementi vegetali, animali, raffigurazioni simboliche e figure umane. La diversit dei motivi

    sembra sia da ricondurre allantica chiesa dellVIII secolo, riedificata in seguito per il terremoto.

    Degna attenzione meritano le lastre dellaltare e del pulpito, capolavori del XII secolo della plastica

    romanica. Quelle del pulpito raffigurano i simboli evangelici e San Gerolamo, mentre nellaltare sono

    presenti soggetti come lAnnunciazione, Maria e Elisabetta, Il Profeta Isaia. Sopra laltare domina il

    crocifisso ligneo, forse di scuola lombarda della seconda met del XIII secolo, alto pi di tre metri e largo

    due, riportato ai colori originali. Da non perdere assolutamente, il fonte battesimale, posto nella piccola

    abside semicircolare a destra dellaltare, a un livello pi basso del piano della chiesa. Come gi detto, uno

    dei rari manufatti sopravvissuti dellantica chiesa dellVIII secolo.

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    Pulpito

    Altare

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    Per terminare, non potete perdervi le due cappelle: la Cappella di Santa Caterina dAlessandria e la

    Cappella di San Giuseppe.

    La Cappella di Santa Caterina la prima a destra dellentrata e comunica con la navata attraverso una

    grande arcata a sesto acuto. Essa costituita da due campate, divise da un arco trasversale a sesto acuto,

    ognuna sormontata da una volta a crociera di forma quadrata. Si consiglia al visitatore di armarsi di

    monetine, essendo lilluminazione a tempo. Gli affreschi sono del Quattrocento, probabilmente di maestro

    toscano, riscoperti nel 1899 dal professor Giuseppe Fei dellAccademia di Brera nel 1899, essendo stati, nel

    corso di una delle tante modifiche, occultati da uno spesso strato dintonaco. Lo stesso professore ha

    ripristinato parte del ciclo pittorico, non completo a causa di alcune lesioni subite nel corso del tempo,

    ricostruendo le parti mancanti. Il rifacimento integrale, ma purtroppo di totale invenzione: due sono le

    aree interessate, dove alcuni riquadri sono andati distrutti a causa dellapertura di due arcate, una di

    accesso alla seconda campata della chiesa, laltra verso un corridoio dalla parte del chiostro. In queste zone,

    il professore da una parte introduce ex novo Il Battesimo di Cristo, dallaltra dipinge invece Santa Caterina

    dAlessandria, il Sorteggio della Tunica con i soldati che giocano a dadi, la Deposizione, la Piet e la

    Resurrezione. I rifacimenti sono stilisticamente ben riconoscibili, e non intaccano la preziosit della

    decorazione nel suo complesso. Per la datazione della cappella, ci si basa su una lastra tombale, al centro

    del pavimento: presente uniscrizione con la data del 1460, e gli stemmi delle famiglie del luogo, i

    Pietranera e gli Aldighieri. Se si aggiunge un atto notarile del 1461, e il testamento della stessa Caterina del

    1481, si pu far risalire a quegli anni la cappella. Nelle pareti laterali, su due registri sovrapposti, gli

    affreschi narrano la Passione di Cristo, mentre nei piccoli tondi del soffitto sono dipinti gli Evangelisti con i

    loro simboli. Al centro, sopra una piccola Crocifissione, le Esequie della Vergine, con sovrapposta

    lIncoronazione della Vergine, caratterizzata da uniconografia inconsueta, lanima della Vergine che esce

    dal corpo ed accolta fra le braccia di Cristo che la fa sedere sul trono alla sua destra. Studi recenti fanno

    risalire gli affreschi a due fasi distinte di realizzazione: un primo intervento, anteriore al 1461, connesso

    alla committenza dei canonici, mentre un secondo intervento, risalente agli anni che vanno dal 1461 al

    1466, a committenza di Caterina Aldighieri, dopo la morte del marito.

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    Laltra Cappella, dedicata a San Giuseppe, patrono del borgo, stata edificata nel 1630, si pensa come

    ringraziamento per la fine dellepidemia di peste. Labbondanza di stucchi, marmi, statue, svela con

    chiarezza limpronta barocca dellambiente, incongruo con il resto della chiesa. Alle pareti, dipinti

    raffiguranti lo Sposalizio di Maria e la Nascita di Ges, di Giacomo Guidotti; sullaltare, la Sacra Famiglia, di

    un artista romano del primo Settecento.

    Altare

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    Accanto alla chiesa, il chiostro, con annesso museo della Collegiata: dimpianto quasi rettangolare, con al

    centro un pozzo, il chiostro risale alla fine del Duecento ed inizio Trecento, probabilmente per iniziativa di

    Alberto Scotto visto che su un pilastro visibile lo stemma di famiglia. Lattuale aspetto dovuto a una

    serie dinterventi nel XIV - XV secolo. Chiuso da un porticato a pilastri in laterizio, sormontati da capitelli (su

    alcuni si pu notare il monogramma di Cristo IHS o una mano benedicente), ha ospitato, per tutto il XV

    secolo, i canonici della Collegiata. Dal chiostro si accede al museo della Collegiata, articolato in sale e

    corridoi, che custodisce gran parte del materiale legato alla storia della chiesa. Assolutamente da non

    perdere, conserva un polittico della Madonna col Bambino e Santi (XIV XV secolo), una Croce astile in

    argento dignoto maestro orafo del XV secolo, un crocifisso proveniente da Vigolo Marchese dellXI secolo,

    un Palio in seta bizantina del X secolo e tanto altro, tra cui alcune bolle papali e interessanti tele.

    Accessibile sempre dal chiostro lArchivio Capitolare, la cui visita possibile solo su permesso del parroco e

    su prenotazione, che conserva preziosi documenti, tra cui ricordiamo: il fondo in pergamena Membrana

    Vetera, documenti dal XII secolo al XV secolo; carte pi recenti che permettono di ricostruire la storia della

    chiesa; un importante fondo musicale, contenente manoscritti di musica strumentale e vocale, sia sacra sia

    profana. A tale patrimonio, stato aggiunto, frutto della donazione del Canonico Carlo Dalla Negra, la

    Biblioteca Capitolare, preziosi codici risalenti allantico Capitolo della Collegiata. La sala stata restaurata

    nel 2007, per opera del parroco Giuseppe Rigolli, e vi sono esposti anche antichi messali e preziosi

    antifonari provenienti dai dintorni.

    L'antifona una frase, recitata o cantata in una salmodia, durante la celebrazione liturgica dell'ufficio o

    della messa. Gli antifonari sono raccolte di queste passi.

    Il Messale, nella Chiesa cattolica, un libro liturgico contenente tutte le informazioni (testi, orazioni, canti,

    gli stessi gesti e le rubriche) necessarie al celebrante per la celebrazione della messa o Eucaristia secondo

    l'anno liturgico.

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    Chiostro

    Pozzo

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    Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore.

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    La Rocca, con annesso Museo di Vita Medievale Locazione I11

    Visitabile

    Voluta dal comune di Piacenza e terminata da Luchino Visconti, la Rocca, edificata tra il 1342 e il 1347, si

    compone di un imponente edificio in laterizio, dal carattere spiccatamente difensivo, posto in un punto

    strategico di osservazione del territorio circostante. Per fare posto alla costruzione, il comune di Piacenza

    acquista, nel 1342, diversi fabbricati, tra i quali il campanile della chiesa e un altro edificio di sua pertinenza;

    il campanile, abbattuto, sar ricostruito alcuni decenni pi tardi sul lato opposto della pieve, addossato alle

    absidi. La fortezza sorge sul luogo, si pensa, di un antico castrum romano, e presenta una singolare forma a

    L, inconsueta per la zona. Limpianto tipicamente medievale, con torri che dominano le cortine e il mastio,

    o torre maestra, situato nel punto pi alto dellarea a dominare le torri e lintera fortificazione. La sua

    pianta si compone di due cinte rettangolari: quella inferiore, pi vasta, si sviluppa su due gradoni, dove

    erano alloggiate le guardie e poteva trovarvi rifugio, in caso di pericolo, la popolazione; la cinta minore, pi

    alta, era riservata alla guarnigione al comando. Il mastio non fu mai adibito a residenza del Signore, e solo

    nel 1916 stato restaurato, con il completamento della merlatura a coda di rondine e, negli anni settanta, il

    ripristino del fossato e del ponte levatoio. I cammini di ronda dovevano essere costituiti da impalcati lignei,

    poich non vi la minima traccia di strutture reggenti in muratura, come arcatelle o mensole per sostenerli.

    Sei sono le torri presenti nel recinto del castello, differenti fra loro per altezza, dimensione e forma: senza

    dimenticarsi della torre maestra, dimpianto quadrangolare e alta circa 35 metri, che contiene al proprio

    interno il Museo di Vita Medievale, articolato su pi livelli, dove il visitatore viene guidato, attraverso un

    percorso multimediale, allosservazione della vita della gente nel Medioevo e dei vari rapporti che

    CastellArquato intratteneva con i suoi vicini. Il fortilizio non contiene materiali dellepoca, ma merita,

    soprattutto nei giorni di sole, la visita, un sopralluogo, poich si pu avere unottima vista panoramica dagli

    spalti, spaziante sullintera valle.

  • Localit raggiungibile in macchina o in moto, distanza 35 Km da Piacenza. Itinerario a piedi, valido per tutte le stagioni.

    Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore.

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    Una delle torri minori

    Con questa visita termina la prima parte del tragitto, che ha evidenziato la parte alta di CastellArquato.

  • Localit raggiungibile in macchina o in moto, distanza 35 Km da Piacenza. Itinerario a piedi, valido per tutte le stagioni.

    Costi Bassi / Medi, durata totale da tre a cinque ore.

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    Itinerario Parte Seconda

    Dalla Piazza Monumentale al Parco delle Driadi

    La seconda parte del tragitto vuole mostrare i quartieri anticame