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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2014 numero 08 anno XXXIV Il futuro del cinema tra presente e passato Le prossime sfide di Cinemazero: tecnologia, qualità e una nuova sala New Opening La Mediateca apre i propri archivi e vi invita a scoprire la nuova sede! Venezia 71, la rinascita del cinema italiano Grande attesa per la 71ma Mostra del Cinema di Venezia Le infinite forme Diritti, De Luca, Piccolo, Moscati: tra cinema e letteratura Guardare per vedere La rivoluzione settembrina di cinemazero investe anche la didattica degli audiovisivi Man Ray a Villa Manin Pittore, fotografo, cineasta e creatore di oggetti; il 13 settembre si inaugura Cinema a passo di danza Il Friuli Venezia Giulia si conferma ancora una volta terra di cinema La dinasty di hollywood I Barrymore, Chaplin e il Technicolor protagonisti dal 4 all’11 ottobre al Teatro Verdi Locarno, la riscoperta del cinema sociale Resoconto della 67ma edizione del prestigioso Festival Settembre 14 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

CinemazeroNotizie Settembre 2014

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mensile di cultura cinematografica numero 08 anno XXXIV

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Il futuro del cinema tra presente e passatoLe prossime sfide di Cinemazero: tecnologia, qualità e una nuova sala

New OpeningLa Mediateca apre i propri archivi e vi invita a scoprire la nuova sede!

Venezia 71, la rinascita del cinema italiano Grande attesa per la 71ma Mostra del Cinema di Venezia

Le infinite formeDiritti, De Luca, Piccolo, Moscati: tra cinema e letteratura

Guardare per vedereLa rivoluzione settembrina di cinemazero investe anche la didattica degli audiovisivi

Man Ray a Villa ManinPittore, fotografo, cineasta e creatore di oggetti; il 13 settembre si inaugura

Cinema a passo di danzaIl Friuli Venezia Giulia si conferma ancora una volta terra di cinema

La dinasty di hollywoodI Barrymore, Chaplin e il Technicolor protagonisti dal 4 all’11 ottobre al Teatro Verdi

Locarno, la riscoperta del cinema socialeResoconto della 67ma edizione del prestigioso Festival S

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Il consumo di cinema, anche quello culturale o d’essai, in questiultimi tempi si è fatto velocissimo. Dopo pochissimi mesi dall’u-scita in sala il film è disponibile in dvd per visioni casalinghe. Sepensiamo alla nascita di Cinemazero, nel lontano 1978, quandoinaugurò le sue proiezioni con Gangster Story di Arthur Penn,pellicola che restò disponibile presso i distributori a oltre diecianni dall’uscita. Quella disponibilità lunga dieci anni si è ridottaora a 60/90 giorni al massimo. Ecco perchè Cinemazero ha dovu-to avviare un intervento di ritrutturazione della SalaGrande conun primo lotto di lavori che permetterà di arrivare nel 2015 allaquarta sala. Per il secondo lotto si conta sul DDL Cultura dellaRegione Friuli Venezia Giulia che favorisce l’adeguamento tecno-logico delle sale cinematografiche sostenendo gli interventi finoall’ammontare massimo del 50 per cento della spesa ammissibi-le. Su questo fronte si è mosso finalmente anche il Ministero deiBeni Culturali, grazie al Decreto Franceschini per la cultura, chericonosce alle piccole sale cinematografiche la possibilità dibeneficiare per gli anni 2015 e 2016 di un credito di imposta del30% sui costi sostenuti per il restauro e l’adeguamento struttura-le e tecnologico. Sarà quindi concretamente fattibile il quartoschermo con il quale Cinemazero riuscirà a programmare pron-tamente tutti i nuovi film della stagione e non, come ora accade,rinviarli al limite dell’uscita in dvd o smontare un film, che haancora delle potenzialità di pubblico, per far posto alle new entry.Con esclusione della sola estate, ogni weekend dell’anno, infatti,escono sugli schermi setto/otto film di cui oltre la metà d’essai. I quattro schermi permetteranno a Cinemazero, unica strutturacinematografica in città, di non privare il suo piubblico dei nuovifilm in uscita. Rinnovarsi costantemente, per Cinemazero, è l’uni-co modo per rimanere sul mercato. La priorità iniziale era il pas-saggio al sistema digitale per non rimanere senza film. Ora, conil sistema digitale, se molte cose si sono semplificate, altre hannosubito nuovo impulso e ai film si sono affiancate serate live conconcerti, balletti ed opera lirica. Anche se il film, ancora, rappre-senta il cuore pulsante del consumo culturale in sala. Film che registi come Quentin Tarantino, Christopher Nolan, J.J.Abrams e Judd Apatow, vorrebbero, però, ancora girare in pelli-cola, in modo da permettere la sopravvivenza del supporto cheancora oggi, più di ogni altro, è sinonimo di cinema.Non poteva rimanere insensibile un cinefilo puro e appassionatocome Martin Scorsese, che ha redatto una lettera aperta in cuiafferma che “... Non sto suggerendo di ignorare l'ovvio: l'HD nonsta arrivando, è già qui ... Quindi potremmo tranquillamente direche il futuro è qui, che la pellicola è scomoda e imperfetta e dif-ficile da trasportare e facile a rovinarsi e deperibile, e che è tempodi dimenticare il passaro e dire addio – potremmo davvero farlofacilmente. Troppo facilmente. Sembra che ci vogliano ricordaredi continuo che il cinema è, dopo tutto, un business. Ma il cine-ma è anche una forma d'arte ... La pellicola, ancora oggi, offreuna tavolozza visuale più ricca di quella dell'HD. E dobbiamoricordarci che la pellicola è ancora la migliore manie- ra di con-servare i film, l'unica a prova di tempo. Non abbiamo alcunagaranzia che il digitale durerà nel tempo, sappiamo che la pelli-cola lo farà, se adeguatamente conservata e curata ...”. Su questo Cinemazero con la Cineteca del Friuli, hanno dato vitanel 1982 alle Giornate del Cinema Muto che ha contribuito a cam-biare il corso della storia del cinema sulla conservazione.

In copertina:

Alba Rohrwacher

nel film di Saverio Costanzo

Hungry Hearts

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaSettembre 2014, n. 08anno XXXIV

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603Cassa: 0434-520527e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

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Il futuro del cinema tra presente e passato

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eLe prossime sfide di Cinemazero: tecnologia, qualità e una nuova sala

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Siete abituati a conoscere la Mediateca di Cinemazero come un grande archivio con oltre11.000 film in dvd e 14.000 libri dedicati al cinema, un patrimonio di grande valore cultura-le da prendere in prestito, da consultare, da sfogliare..., ma forse non sapete che a breve laMediateca inaugurerà in una nuova sede una nuova vita!Dopo un breve periodo di chiusura del servizio, necessario per completare il trasloco e l'al-lestimento degli spazi, la Mediateca di Cinemazero riaprirà le proprie porte nella prestigio-sa sede di Palazzo Badini. Un edificio nel cuore della città, attualmente sede di Turismo FVGe futura sede di alcune associazioni culturali attive in città, che nasce con l'ambizione didiventare il palazzo della cultura e dei festival cittadini. All'interno di questo noto Palazzo,e con la consapevolezza di far parte di un nuovo progetto culturale, nascerà la nuovaMediateca di Cinemazero.Il progetto di allestimento degli spazi e dei servizi ha l'ambizione di voler trasformare laMediateca in un luogo di sperimentazione e di conoscenza, non solo un luogo dove pren-dere in prestito film o libri dedicati al cinema ma, un ambiente nel quale film e libri sonosolo una delle molte possibilità di scoperta e di apprendimento offerte agli utenti. Uno spa-zio accogliente, che offre la possibilità di conoscere divertendosi e che allo stesso tempoapre le porte all'uso consapevole dei nuovi media. Un arredamento moderno ed una sud-divisione degli spazi pensata sulle esigenze dell'utente che sarà libero di accedere a tutti ipatrimoni e ai contenuti digitali... questi sono solo alcuni degli ingredienti che daranno vitaalla nuova Mediateca. La nuova Mediateca vuole essere uno spazio capace di accogliere persone che non avreb-bero abitualmente visitato la Mediateca, e che scelgono di andarci anche solo per passaredel tempo in un luogo accogliente, per leggere un giornale su un tablet, per vedere un filmin streaming, per conoscere il calendario degli eventi promossi dalla Mediateca. Uno spa-zio giovane ed aperto ai giovani con connessione internet gratuita, con accesso in strea-ming a film e video indipendenti, con corsi di formazione, e (novità) una postazione di videogaming.Senza voler svelare troppo vi anticipiamo alcune delle anime che costituiranno la nuovaMediateca:un salottino confortevole con poltrone, pouf e cuscini, dove sarà possibile consultare oltre55 riviste dedicate al cinema, all'arte, ai media ed alla musica, una zona ragazzi, con unaselezione di film dedicati agli under 18 ed una console Wii, una zona ristoro con snack ebevande del commercio equo-solidale, una sala visioni con 4 postazioni dedicate alla con-sultazione interna di tutti i film in archivio, i-pad per connettersi a banche dati digitali di filme video indipendenti, un video proiettore per cineforum ed incontri, la biblioteca con salastudio, ed infine una sala film con esposizione “a scaffale aperto” degli oltre 11.000 dvd.Infatti finalmente tutto il patrimonio audiovisivo verrà esposto su scaffali accessibili al pub-blico, che potrà maneggiare liberamente i dvd senza ricorrere all'aiuto del personale esper-to.In conclusione l'obbiettivo di questonuovo progetto sarà quello di con-servare e al tempo stesso rinnovareil ruolo che la Mediateca ha costruitonegli anni: un servizio attento adoffrire al cittadino la qualità in patri-moni e proposte, con personalecompetente, formato e paziente, perdare vita anche ad un ambiente riccodi nuovi stimoli, dove la multimedia-lità è in funzione del cittadino.L'appuntamento quindi sarà per finesettembre quando la Mediatecaaprirà le proprie porte con un'inaugu-razione ricca di sorprese e dopo laquale seguirà una regolare riaperturadel servizio.Vi aspettiamo!

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La Mediateca apre i propri archivi e vi invita a scoprire la nuova sede!

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"Spesso non si pretende dai festival quello a cui essi dovrebbero necessariamente provve-dere: non solo una fotografia del presente, ma la capacità di vedere le cose in altro modo".Con queste parole il direttore Alberto Barbera ha aperto la presentazione della 71a Mostradel Cinema di Venezia (27 agosto – 6 settembre) svelando un programma che lascia decisa-mente poco spazio ai divi “pop” per puntare, senza nascondersi, sul cinema di casa nostra.Dei 55 film selezionati infatti, in rappresentanza di quaranta Paesi del mondo (tra cui Georgia,Azerbaijan, Croazia, Emirati Arabi Uniti e Qatar), quasi la metà parlano italiano. A partire dalla selezione ufficiale dove, dopo il Leone d’Oro a Sacro Gra lo scorso anno,saranno tre (su venti) i film tricolori in lizza per il massimo premio: Il giovane favoloso diMario Martone, Anime Nere di Francesco Munzi e Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Dopo il successo di Noi credevamo, insignito di ben 7 David di Donatello, Martone si pre-senta al Lido con un progetto ambizioso, quello di raccontare la breve esistenza di GiacomoLeopardi partendo da una sceneggiatura basata sugli scritti e sull’epistolario dell’autore, dan-dogli il volto di un coraggioso Elio Germano e cercando di approfondire i lati ironici e spre-giudicati del suo pensiero. Una sfida non semplice e per questo attesa con molto interessesia dal pubblico che dalla critica. Altrettanto impegnativo, e per questo stimolante, il lavorodi Francesco Munzi, giovane regista e sceneggiatore formatosi al Centro Sperimentale diCinematografia, che porta in concorso Anime nere una sorta di western, ambientato al gior-no d’oggi, incentrato su una famiglia di criminali calabresi vicini alla 'ndrangheta. In unadimensione sospesa tra l’arcaico e il moderno si svolge il racconto di tre fratelli che dalSudamerica e dalla Milano della finanza sono costretti a tornare nel paese natale, sulle vetteselvagge della Calabria, per affrontare i nodi irrisolti del passato scoprendone gli aspetti piùemotivi e contraddittori. Grande curiosità anche intorno ad Hungry Hearts titolo inglese scelto da Saverio Costanzo(che ha firmato il successo La solitudine dei numeri primi), per la sua sesta fatica con prota-gonisti Alba Rohrwacher e Adam Driver. Il film ruota attorno all'incontro casuale a New Yorkdi un uomo e una donna, della nascita di un figlio e il loro ritrovarsi davanti a una scelta divita o di morte.Tre opere molto diverse ma con un minimo comune denominatore: il rapporto con il testoscritto. Se Martone ha scelto direttamente uno scrittore come protagonista anche gli altri dueitaliani hanno scelto di trarre ispirazione da altrettanti romanzi, rispettivamente «Il bambinoindaco» di Marco Franzoso, nel caso di Costanzo e il libro di Gioacchino Criaco (dal titoloomonimo al film) per Munzi, a ribadire ancora una volta la relazione che da sempre uniscecinema e letteratura. Un discorso che può essere esteso anche a Pasolini di Abel Ferrara,secondo molti il quarto titolo italiano (per adozione) in corsa al Leone d’Oro. Una coprodu-zione franco-belga-italiana, con Willem Dafoe nella parte del protagonista e RiccardoScamarcio in quella di Ninetto Davoli, impegnata a ricostruire le ultime 24 ore di vita diPasolini senza alcuna concessione allo scandalo e con la promessa - fatta dal regista stesso- di svelare una volta per tutte «chi ha ucciso veramente Pier Paolo».Italia protagonista nella selezione ufficiale dunque, ma non solo. Diverse le proposte tricolo-ri in Orizzonti, la sezione dedicata ai giovani autori, dove troviamo Senza Nessuna Pietà, sto-ria di povertà e strozzinaggio di Michele Alaique, interpretata da Pierfrancesco Favino (anchenelle vesti di produttore), La vita Oscena di Renato De Maria, ispirato all’autobiografia di AldoNove e Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco che ritorna, non più in coppia conCiprì, con film che vuole raccontare il rapporto unico tra l'ex Premier e la Sicilia, attraversole disavventure di un impresario palermitano di cantanti neomelodici e organizzatore di festadi piazza. Fuori concorso, ad alimentare le consuete polemiche che fanno da strascico a ogni Festivalche si rispetti ci penserà con tutta probabilità il film di Sabina Guzzanti, La trattativa. Fuoriconcorso «per l'argomento trattato», come ha commentato ironicamente la regista stessa sul

suo sito web, la pellicola è stata interamente girata all'interno diun teatro di posa, dove alcuni attori drammatizzano documentiufficiali della trattativa intercorsa tra Stato italiano e mafia,dando voce ai vari Marcello Dell'Utri, Giancarlo Caselli, MassimoCiancimino. Sempre fuori concorso e sempre firmati da autoriitaliani anche i documentari Italy in a day di Gabriele Salvatorese La zuppa del demonio di Davide Ferrario, oltre al lungome-traggio Perez, opera seconda di Edoardo De Angelis, regista

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aGrande attesa per la 71ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Venezia 71, la rinascita del cinema italiano

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amato da Kusturica (anch'esso presente a Venezia 71 con un episodio del film corale Wordswith Gods). I portabandiera tricolori non mancheranno anche nella sezione documentari chequest’anno si caratterizza per una forte impronta biografica. Tatti Sanguineti parlerà di GiulioAndreotti ne Il Cinema visto da Vicino, Marco Spagnoli disegnerà un ritratto di Sophia Lorenin Donne nel Mito mentre Giorgio Treves mostrerà una vita interamente dedicata al cinema,quella di Gian Luigi Rondi. A questi si vanno ad aggiungere Poltrone Rosse, Parma e il cine-ma di Francesco Barilli e Animata resistenza di Francesco Montagner e Alberto Girotto.Uscendo dai confini della produzione nazionale (decisamente dominante, dicevamo, vistoche sono ben 26 i film italiani o coprodotti dall’Italia presenti alla Mostra) da non perdereBirdman di Iñárritu, evento di apertura della kermesse, pellicola che racconta la storia di atto-re in disgrazia che tenta di rilanciarsi portando sul palco di Broadway la sua interpretazionepiù famosa, uno scalcagnato eroe mascherato. Il film del regista messicano, già autore di 21grammi, Babel e Biutiful, ha come protagonisti Michael Keaton, Edward Norton, EmmaStone e Naomi Watts (che saranno presenti sul red carpet del Lido). In concorso anche Troiscoeurs (Tre cuori) di Benoit Jacquot, storia d’amori, coincidenze ed imprevisti con CharlotteGainsbourg e Chiara Mastroianni, e il progetto europeo, a giudicare dai paesi dov'è statogirato, The Cut di Fatih Akin. Il nuovo film del regista turco - ritirato a sorpresa dalla selezio-ne di Cannes il giorno precedente all'annuncio del programma ufficiale, scelta dettata da"ragioni personali" a detta dell’autore - chiude la trilogia sull’Amore, la Morte e il Demonio(iniziata da Akin con La sposa turca e proseguita con Ai confini del paradiso) con un’operadal respiro epico sul genocidio degli armeni. Da tenere d’occhio anche Roy Andersson, regista svedese che presenterà il film A Pigeon Saton a Branch Reflecting on Existence, anch’esso parte di una Trilogia che segue due uominiche si muovono attraverso il tempo e lo spazio, dai tempi dell'Antico Testamento al presen-te, e 99 Homes di Ramin Bahrani con la star di The Amazing Spider-Man, Andrew Garfield,nei panni di un uomo “normale” che finirà per trovare il successo grazie alle vendite immo-biliari.Altri contendenti al Leone d’Oro la regista iraniana Rakhshan Bani Etemad, con Tales, giratonel Paese martoriato dalla guerra civile, il giapponese Tsukamoto, in corsa con Fires on thePlain – che riprende atmosfere crude cupe sviluppando la poetica caratteristica di questoautore - e il cinese Wang con Red Amnesia, che ruota attorno ad una vedova in pensione lacui vita viene stravolta quando comincia a ricevere misteriose e anonime telefonate. Ci saràanche Kim Ki-Duk, vincitore nel 2012 con Pietà che aprirà però le Giornate degli Autori conOne on One. In questa sezione troveremo anche Dancing with Maria il documentario delmonfalconese Ivan Gergolet (di cui si parla ampiamente a pag. 9) prodotto da Transmedia,ancora fresca dell’incredibile successo, partito proprio dalla proiezione del Lido, di Zoran ilmio nipote scemo. Grande curiosità per l'annuncio della presentazione del director's cut di Nymphomaniac 2 diLars Von Trier, forse uno dei capitoli più attesi della mostra, dove arriverà anche il bello emaledetto James Franco per presentare il suo L’urlo e il Furore, adattamento del capolavoroomonimo di William Faulkner. Dopo aver presentato a Cannes, pochi mesi fa, la sua versio-ne di un altro complesso capolavoro dello stesso autore (As I Lay Dying) l’eclettico attore eregista si rimette alla prova narrando le vicende della famiglia Compson, aristocratici del Sudcaduti in disgrazia, sullo sfondo del Mississippi dei primi del ‘900.Sul fronte degli ospiti i più attesi troviamo l’elegantissima Catherine Deneuve e l’immortaleAl Pacino, presente a Venezia con due film, The Humbling e Manglehorn, quest’ultimo in con-corso. Arriverà anche l’infaticabile Manuel De Oliveira, che alla veneranda età di 105 anni pre-senterà il suo O velho do restelo. Insomma l’impressione è che la carne al fuoco sia davvero molta e che la promessa fatta daBarbera di dare vita ad un Festival che sappia proporre una valutazione del mondo con altriocchi e attraverso tipi di cinema diversi e nuovi, per permettere al pubblico di venire a con-tatto con un altro cinema possibile, di intuire percorsi alternativi o semplicemente prossimia venire, sia stata mantenuta. E che, per una volta, l’Italia possa giocare un ruolo da prota-gonista, perché quest’anno al Lido il suo cinema c’è e si vede. Nei numeri, nella qualità enella diversità delle scelte. Alla giuria, presieduta quest’anno da Alexandre Desplat, celebrecompositore francese di colonne sonore, e composta, tra gli altri, dal nostro Carlo Verdone,dall'attrice Joan Chen, dall'attore Tim Roth e dal regista Elia Suleiman, il compito di decide-re se questa “rinascita” merita anche un premio.

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Saranno quattro gli appuntamenti in scena a pordenonelegge dal 17 al 21 settembre pros-simi, nati dalla collaborazione tra Cinemazero e la Festa con gli autori, per fotografare etestimoniare l'incontro di due mondi sempre più intersecanti, il cinema e la letteratura. Sele trasposizioni cinematografiche sono oramai all'ordine del giorno, sempre più assistiamoa incursioni da un mondo all'altro, con registi che esordiscono come scrittori di narrativa escrittori che sentono il bisogno di andare oltre la parola, completandola con l'immagine. Iltutto senza dimenticare gli anniversari che contano, come quello legato a Sergio Leone el'ormai consueto appuntamento con gli oscar della critica, le premiazioni di Scrivere di cine-ma Premio Alberto Farassino.Ad aprire, l'incontro con uno dei registi italiani contemporanei più intransigenti, GiorgioDiritti, che esodisce come scrittore con il suo primo libro di narrativa, Noi due. Dopo avermostrato nei suoi film l'Italia nuda, nelle sue ferite e desideri, attraversando le pieghe dellaStoria e le vicende quotidiane fatte di coraggio e di paura, da Il vento fa il suo giro a L'uomoche verrà fino a Un giorno devi andare, Diritti porta la sfida dentro al suo primo romanzo,incentrato sulla storia di Carlo e Alice obbligati a una scelta difficile, quella di lasciare la loroterra d'origine, un'Aquila devastata dal terremoto, per andare verso Nord dove li attendeuna possibilità di lavoro e quindi di vita.Segue l'appuntamento con il critico Italo Moscati che, a cinquant'anni dall'uscita in sala diPer un pugno di dollari, presenterà il libro Sergio Leone. Quando il cinema era grande. Inun avvincente intreccio di film e vita, Moscati racconta la storia di uno dei più grandi regi-sti che il cinema italiano e internazionale. La sera, poi, a Cinemazero si potrà rivedere lacopia restaurata dell'opera che apre la famosa “trilogia del dollaro”.Sarà poi la volta di un incontro speciale, quello con Erri De Luca: La musica provata, il tito-lo della sua ultima opera, è sia un libro che un documentario. Nel primo De Luca raccontatutta la musica da lui provata: la musica della scrittura, ma anche quella che si ascolta, checolma le nostre giornate, quella che si canta. Nel secondo, De Luca accetta di essere ripre-so in questa sua narrazione in cui la parola scritta diventa musica con l'aiuto di amici, tracui Stefano Di Battista, Nicky Nicolai e Gian Maria Testa. De Luca presenterà in anteprimaLa musica provata, in un incontro fatto di parole, di immagini e di musica, accompagnato

da Stefano Di Battista, Nicky Nicolai eLucio Bardi.Come ogni anno, infine, ci saranno le con-suete premiazioni di Scrivere di cinema,cui hanno risposto al motto “Critici e ribel-li!” centinaia di giovani dai 15 ai 25 anni ditutta Italia. Ospite d'onore sarà lo scrittoreFrancesco Piccolo, Premio Strega 2014,sceneggiatore di molti film di successocome Il capitale umano, con il quale havinto il David di Donatello. Spetterà allagiuria costituita da Mauro Gervasini,Nicola Lagioia, Adriano De Grandis e ViolaFarassino scegliere i vincitori per le duesezioni di gara, Young adult (15-19 anni) eUnder 25 (20-25 anni). In palio un work-shop redazionale all'interno del FestivalInternazionale di Roma, in collaborazionecon Alice nella città. Verrà inoltre assegna-to il Premio del Territorio, riservato aglistudenti della Provincia di Pordenone; inquesto caso sarà la giuria formata da ottodocenti del territorio a decidere il vincito-re.Per conoscere le date e gli orari di questiappuntamenti e per consultare l'interoprogramma del festival: www.pordenone-legge.it.

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Settembre sarà per Cinemazero e per la Mediateca Pordenone di Cinemazero un mese digrandi cambiamenti, una vera e propria rivoluzione per luoghi, contenuti e progetti.Da questo rinnovamento non potevano esimersi le proposte avanzate dall'attività didatticadegli audiovisivi che da anni promuoviamo e per la quale vantiamo l'accredito Ministeriale.Parlando di didattica degli audiovisivi, della sua modernità e carica innovativa in ambitoscolastico, è interessante riportare le parole scritte da Pierangela Diadori: “Molti dei tradi-zionali strumenti didattici diventano improvvisamente incompleti (il libro di testo, la vocedel docente, i realia presenti nella classe) e si sente la necessita� di aggiungere a questianche immagini, contesti, voci e suoni diversi che portino in classe la realta� di tutto il mondoassociato alla lingua oggetto di studio. Quale strumento piu� adatto di un filmato per realiz-zare tutto questo?” . Esaustiva in tal senso è anche l'opinione di Michele Marangi “La mol-teplicita� dei livelli di significazione insita in ogni frammento audiovisivo, implica la consa-pevolezza che di fronte ad un medium come il cinema, ...si possano verificare differenti tipo-logie di comunicazione e coinvolgimento tra testo/oggetto di studio e spettatore/discente, inuna dimensione ora di assolutezza esaustiva ora di complementarieta� dialettica” .Usare un filmato significa proporre una sollecitazione di vari canali comunicativi e senso-riali di diversa complessita; durante la visione vengono infatti coinvolti canali visivi e sono-ri e si espone lo studente a piu codici comunicativi.In questo senso la grande svolta è anche nelle mani del docente che non dovra quindi pro-porre un uso dell'audiovisivo puramente illustrativo, che reitera la prassi , ormai desueta,dei “cineforum” in voga qualche decennio fa. Il mezzo audiovisivo costituisce una validapossibilita� di cambiamento che, se imboccata, conduce a un capovolgimento dei ruolidocente discente e a un impressionante ampliamento degli obiettivi didattici che diventanodi larghissimo respiro. Il mezzo audiovisivo diventa un potente strumento di autoforma-zione, di autocoscienza e di percezione maggiormente ampliata di se� e degli altri. Può dive-nire modalità di introspezione per riflettere sulle proprie dinamiche interpretative e unita-mente possibilità di approfondimento delle proprie conoscenze enciclopediche e dellosguardo sulla realtà che ci circonda. La scuola e l’istruzione in generale sembra però avere ancora molte remore di fronte allapossibilità di imparare divertendosi, creando a volte scollamento tra la realtà quotidiana econcreta sperimentata dai discenti in cui video e ludicità, e un’educazione ancorata a model-li di insegnamento appartenenti a un’altra era tecnologica e comunicativa, in cui il video èsolo proposto per puro nozionismo; Roberto Maragliano già una decina di anni fa sostene-va che “una delle piu� importanti caratteristiche dell�universo dei media (non e� un caso checosì frequentemente la si rimuova in sede scolastica) consiste nella drastica apertura cheessi operano nei confronti della dimensione ludica. Il bambino, il ragazzo e anche l’adultogiocano con i mezzi, grazie alla complicità, alla facilità, alla piacevolezza degli strumenti diaccesso alle macchine, e in questa loro attività recuperano nella dimensione orizzontale (l’a-nalogia, il confronto, il mettere tutto in rapporto con tutto) quel che eventualmente perdo-no nella dimensione verticale (l’approfondimento, l’isolamento dell’unità di conoscenza). Inquesto senso e� da recuperare e convertire ad un uso pedagogico una filosofia del gioco...Chi sa giocare, e i giovani e i bambinisanno farlo (in particolare sfruttandola componente ludica sempre presen-te nei media), non esce dal mondo,ma anzi fa entrare il mondo nei suoispazi mentali e operativi, e quindi lopone in discussione: non restringe maallarga le dimensioni della realtà” .Da questi presupposti parte l'offertaformativa di Cinemazero che per ilnuovo anno scolastico sarà ricca dicambiamenti sia per i docenti, maanche per i formatori e i genitori. Non rimane altro che attendere la pre-sentazione della nuova offerta forma-tiva!

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La rivoluzione settembrina di Cinemazero investe anche la didattica degli audiovisivi

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Dal 13 settembre 2014 all’11 gennaio 2015 Villa Manin presenta una grande mostra dedica-ta a Man Ray (1890-1976) a cura di Guido Comis e Antonio Giusa e con la collaborazionedella Fondazione Marconi di Milano. Con oltre 300 opere, provenienti dagli Stati Uniti, dallaFrancia, dalla Svizzera e dall’Italia, fra fotografie, oggetti, dipinti, disegni e film sperimenta-li, l’esposizione ripercorre la vita e l’opera di uno degli artisti più significativi del Novecento,autore di vere e proprie icone del secolo scorso, come Le Violon d’Ingres, figura femminilecon due intagli di violino sulla schiena e Cadeau, ferro da stiro con la piastra percorsa dauna fila di chiodi.La straordinaria inventiva dell’artista viene raccontata attraverso un ricco percorso espositi-vo che permette così di scoprire, oltre all’artista, anche Man Ray uomo e di seguirlo nellalunga e movimentata carriera fra Stati Uniti ed Europa, dagli anni d’esordio fra New York eRidgefield - New Jersey, sede di una vivace colonia di artisti - alle prime opere dadaiste; dal-l’arrivo a Parigi nel 1921, alla fuga dalla Francia occupata nel 1940; dagli anni di Hollywood,dove Man Ray si stabilisce al ritorno in America, agli ultimi due decenni di vita trascorsi aParigi. Si tratta di un percorso articolato in una successione di approfondimenti che hanno pertema la scoperta della vocazione all’arte, il rapporto con gli amici artisti e il contributo alladefinizione dell’estetica dadaista e surrealista, l’elaborazione di tecniche fotografiche comeil rayograph (realizzato senza la macchina fotografica) e la solarizzazione, l’immagine delladonna, le sperimentazioni cinematografiche e altri ancora.Già a partire dal periodo newyorchese, quando strinse amicizia con Marcel Duchamp, e amaggior ragione negli anni parigini, Man Ray frequentò molti fra i più importanti artisti delNovecento: oltre al citato Duchamp, Francis Picabia e Pablo Picasso, poi Henri Matisse,Giorgio De Chirico e Constantin Brancusi, solo per citarne alcuni. L’esposizione mette in evi-denza il sodalizio sia umano che creativo con queste figure e molte altre attraverso gli indi-menticabili ritratti a cui Man Ray affidò il loro ricordo, ma anche attraverso opere di ManRay stesso o degli artisti citati che testimoniano le curiosità e gli ambiti di ricerca condivisi.Così come dalle amicizie con i colleghi artisti, la vita e l’opera di Man Ray furono segnatedall’incontro con donne affascinanti: Kiki de Montparnasse, Meret Oppenheim, Lee Miller,Juliet Browner e molte altre che non furono solo modelle e, spesso, amanti, ma vere e pro-prie muse capaci di ispirare, attraverso il proprio corpo, alcune delle sue opere più celebri,per giungere ai magnifici ritratti che Man Ray scattò alla moglie Juliet Browner nel corsodegli anni.

Oltre a un’ampia selezione di fotografie femminili lamostra presenta opere in cui i corpi delle donne sifondono con architetture, oggetti geometrici, formeinanimate. L’erotismo di queste immagini lascia tra-pelare anche l’interesse per il marchese De Sade,che grande influenza esercitò sugli artisti surrealisti. La creatività di Man Ray si espresse anche nei filmsperimentali girati negli anni Venti: Retour à la rai-son, Emak Bakia, Les Mystères du Chateau du dé,Etoile de mer, testimonianze di eccezionale inventi-va nell’uso della cinepresa e oggi unanimementeconsiderati fra i capolavori della cinematografia sur-realista. I film saranno inseriti nel percorso espositi-vo e saranno proiettati la domenica pomeriggio aVilla Manin nel corso del ciclo Intorno a Man Ray:directeur du mauvais movies curato da CarloMontanaro, che presenterà inoltre una serie di altreesperienze cinematografiche che presentano il pro-lifico ambiente culturale parigino e gli amici artistidi Man Ray. Accompagna l’esposizione un catalogo edito daSkira con i contributi critici di Guido Comis, AntonioGiusa, Janus, Carlo Montanaro e con un ricordodell’artista di Giorgio Marconi.

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ePittore, fotografo, cineasta e creatore di oggetti; il 13 settembre si inaugura

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Il Friuli Venezia Giulia si conferma ancora una volta terra di cinema

Cinema a passo di danza

Dancing with Maria di Ivan Gergolet è uno dei due film italiani in gara alla 29.a Settimana inter-nazionale della critica, concorso parallelo alla Mostra del Cinema di Venezia, organizzato dalSindacato nazionale critici cinematografici italiani e dedicato esclusivamente alla scoperta diopere prime. Il primato del film consiste nell’essere il primo e unico documentario mai selezio-nato fino ad oggi nella SIC. Una scelta che, come ha spiegato pochi giorni fa il delegato genera-le della Settimana della Critica, Francesco Di Pace, durante la conferenza stampa di presentazio-ne che si è tenuta a Roma, non è stata influenzata dalle ultime tendenze in ambito di “cinema delreale”. «Le mode non c’entrano – dichiarava – eravamo solo in attesa del titolo giusto e questo èdavvero un sorprendente film d’esordio». Dancing with Maria è il ritratto di una donna eccezionale, Maria Fux, energica e passionale dan-zatrice ultra-novantenne che a Buenos Aires è diventata un’istituzione con la sua scuola di danza-terapia dedicata principalmente, ma non solo, a persone con deficit motori e mentali. Come lo hadefinito lo stesso Di Pace: «Il film è l’emozionante incursione di un regista in un mondo poeticoe coinvolgente, dove la parola, il movimento, la musica, i corpi, disegnano l’essenza stessa delcinema, nei suoi significati più profondi». Prima di arrivare al Lido questo lavoro aveva già atti-rato l’attenzione, partecipando ancora in fase di lavorazione all’ultima Berlinale Talents per ladistribuzione della triestina Manuela Buono (distributrice dell’ormai celebre Zoran, il mio nipotescemo) e il montaggio di Natalie Cristiani. Con l’umiltà e la prudenza che contraddistingue l’au-tore, Gergolet disse all’epoca che il film andava per prima cosa finito, senza pensare prematura-mente ai Festival. E oggi che il Festival veneziano lo ha accolto, lui prosegue sulla stessa linea,senza troppo concedersi agli onori e con i piedi ben piantati per terra. «Calma, ragazzi, calma» -non fa che ripetere a quanti lo incontrano e magari si lasciano prendere dall’entusiasmo delmomento, manifestando la speranza nell’arrivo di possibili premi. Gergolet non si scompone.«Per noi è già tanto essere arrivati qui – afferma serafico -. Non ce l’aspettavamo proprio, sape-vo che Igor Princic aveva iscritto il film alla selezione ma quasi come un atto dovuto, francamen-te nessuno di noi pensava che saremmo stati presi». «In questi mesi il film ha preso la sua formadefinitiva – racconta ancora – a Berlino abbiamo avuto i feedback necessari per concluderlo. Perlimarlo, affinarlo, per dare più peso ad alcuni aspetti piuttosto che ad altri. Ma soprattutto sonoarrivate le musiche originali composte da Luca Ciut, che sono la vera e propria ossatura del filme di cui andiamo tutti fieri. Anche perché un film sulla danza ha bisogno di musica». Dancing with Maria ha tutte le carte in regola per potersi rivelare il nuovo evento nel segno del“Sistema Cinema FVG”. Produzione Transmedia del goriziano Igor Princic (lo stesso di “Zoran”),il contributo del Fondo regionale per l’audioviosivo FVG e, come anticipato, le musiche del com-positore triestino Luca Ciut. Ma il film nasce in realtà come un documento privato, senza l’ambi-zione di farne un lungometraggio. «L’idea è nata dopo un viaggio che ho fatto a Buenos Aires conmia moglie per accompagnarla a un seminario tenuto da Maria Fux. Lei mi aveva chiesto di farleun regalo. Voleva che portassi con me la telecamera per intervistare Maria, senza nessun tipo dipretesa, solo per portarci dietro un ricordo di quell’esperienza. Io raccolsi l’intervista, Maria mipermise di riprendere anche alcuni passaggi del suo seminario e al rientro ho montato quel mate-riale. È stato Igor Princic, vedendo quei cinque minuti di montaggio qualche mese dopo, a ren-dersi conto delle potenzialità che c’erano. Mi ha rispedito immediatamente in Argentina per pro-porre a Maria di lavorare insieme a un film». Non si tratta di un bio-pic, assicura il regista «Nonsi racconta la sua carriera, ma piuttosto il modo in cui la danza può cambiare la vita della perso-ne». Maria Fux è stata informata il giorno stesso dell’annuncio alla conferenza stampa, «è felicis-sima – dice Gergolet – per lei è stato un grosso impegno avermi col fiato sul collo per quasi quat-tro anni. Se poi sarà presente a Venezia lo sapremo solo all’ultimo momento, non perché nonvoglia concedersi, anzi, ma perché lei è una vera artista, vive l’attimo e non fa mai programmi alungo termine». Più per indole che per scaramanzia, Gergolet guarda al presente più che al futu-ro. «Non ci penso. Ho già raggiunto il mio risultato e da questo film non chiedo altro. Poter stareper tanto tempo vicino a una donna così grande, è stato un enorme regalo. Una persona che gior-no per giorno, alla sua età, dimostra che finché il cuore batte ed entra aria nei polmoni si puòvivere e gioire, lascia un insegnamento indimenticabile». Però in cantiere c’è già un nuovo pro-getto: «Sto scrivendo il prossimo film, stavolta si tratta di una fiction». Ambientata – ça va sansdire – in Friuli Venezia Giulia. Terra di cinema. L’ondata di cinema “Made in Fvg” prosegue inar-restabile, e investe di meritati successi i tanti talenti del territorio che possono finalmente emer-gere grazie a una fitta rete di professionalità e alla capacità di “fare sistema”. Dopo Zoran, si rin-nova a Venezia l’ottima tradizione cinematografica della regione. Con un film non-fiction che pro-mette fin d’ora di attirare l’attenzione su di sé.

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to Sono i Barrymore, la più grande dinastia dello spetta-colo d'America, i protagonisti della principale rassegnadella 33.esima edizione delle Giornate del Cinema Mutoin programma a Pordenone, al Teatro ComunaleGiuseppe Verdi, dal 4 all'11 ottobre prossimi, con repli-ca dell’evento finale con l’orchestra domenica 12 otto-bre. Come e più dei Kennedy nella politica, i Barrymore hanno dominato la scena sindall'Ottocento, passando dal teatro allo schermo con uguale successo. A Pordenone sivedranno le pellicole del periodo d'oro di Lionel, Ethel e soprattutto di John Barrymore,divo assoluto per la straordinaria presenza scenica e per l’avvenenza (era soprannominato“il Grande Profilo”), dalla vita tumultuosa e sregolata. Sarà proprio John Barrymore nelruolo del Cavaliere des Grieux, a fianco della splendida Dolores Costello, all'epoca suamoglie (entrambi sono i nonni di Drew Barrymore), a inaugurare il festival con il film Whena Man Loves (Gli amori di Manon Lescaut), del 1927, di Alan Crosland dalla pièce dell'AbbéPrevost. La serata riproporrà tale e quale la prima di New York del 3 febbraio 1927, con lacolonna sonora Vitaphone composta da Henry Kimball Hadley, considerato all’epoca unodei maggiori compositori classici americani e al centro oggi di una notevole riscoperta.Perfettamente integrata con le immagini e i personaggi, è una delle migliori sincronizza-zioni che ci arriva dagli albori del sonoro. Completano il programma alcuni cortometraggiVitaphone – due con Beniamino Gigli, Giuseppe de Luca, Marion Talley e Charles Hackettin alcuni estratti da Rigoletto, un terzo con il duo comico canoro Van e Schenck, che fumolto popolare negli USA. Di grande interesse promette sin d'ora di essere la proposta dei due rulli sopravvissuti diThe Eternal City girato a Roma nel 1922 da George Fitzmaurice, in cui un altro Barrymore,Lionel, interpreta il ruolo del capo del partito comunista e viene rappresentato come unautentico criminale. Il film, che non nasconde una spiccata simpatia per il fascismo, e vedela partecipazione di Benito Mussolini e del re d'Italia Vittorio Emanuele III, era stato consi-derato perduto. I ruoli di Lionel includono l’eroe del dramma sulla guerra civile TheCopperhead (1919) e Mathias nel famoso dramma ottocentesco The Bells. I CENTO ANNI DI CHARLOT – LUCI DELLA CITTÀ - In tutto il mondo si celebra il centena-rio dalla prima apparizione di Charlot, il personaggio-simbolo creato da Chaplin negli studiKeystone nel gennaio 1914. Le Giornate del Cinema Muto dirette da David Robinson, bio-grafo ufficiale di Chaplin, gli rendono omaggio con l’evento speciale di chiusura, CityLights (Luci della città, 1931) accompagnato dal vivo con la partitura orchestrale dello stes-so Chaplin restaurata da Timothy Brock e diretta da Günter Buchwald. Un altro eventolegato a Chaplin sarà la performance di Ichiro Kataoka, la star benshi giapponese che tornaalle Giornate dopo lo scorso anno. L’arte del benshi – l’attore che accompagnava i film mutiin Giappone, commentando lo sviluppo della vicenda e dando voce a tutti i personaggi – è

stata tramandata di generazione in generazio-ne, e Kataoka-san è l’erede diretto di cento annidi tradizione. GLI ALBORI DEL TECHNICOLOR - Un’ampiarassegna con trenta film completi e alcunisignificativi estratti a colori celebrano il cente-nario della Technicolor. Fra i titoli più noti, chesaranno proposti in due prime serate, la bril-lante commedia avventurosa The Black Pirate(Il pirata nero) in cui Douglas Fairbanks sfoggiaalcune delle sue più spericolate prodezze acro-batiche, e il leggendario Ben-Hur del 1925 conRamon Novarro, prodotto dalla MGM e direttoda Fred Niblo (fra gli assistenti alla regia ungiovane William Wyler, che oltre trent’anni

dopo avrebbe diretto la versione sonora). Ricchissime infine, come di consueto, anche le sezioni “parallele” che comprendono“Risate sovietiche”, il “Canone rivisitato” e uno spazio dedicato al cinema delle origini.

La dynasty diHollywood

I Barrymore, Chaplin e il Technicolor protagonisti dal 4 all’11 ottobre al Teatro Verdi

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Resoconto della 67ma edizione del prestigioso Festival

È stato un Festival interessante, pieno di gran cinema e di nuove proposte, segnato dallepolemiche politiche che hanno portato Roman Polanski a non venire a Locarno, ma segna-to anche dalla vitalità di centinaia di migliaia di giovani che hanno riempito gioiosamentetutte le sale di un festival non risparmiato dalla pioggia. È stato il 67° Festival di un città, come Locarno, che ha bisogno del Festival, ma che fatica acomprenderlo completamente, perché un Festival ha bisogno dei luoghi di un Festival edopo 67 anni non può vivere provvisoriamente come succede qui dove la gran parte delpubblico vede i film in luoghi non adeguati per poterli godere. Piazza Grande è un simbolo,ma proprio la pioggia ha segnato la sua precarietà, deve esistere, ma non si può nascon-dere il resto nel suo nome. Locarno è un Festival di serie A e ha bisogno di sale cinematografiche. Può sembrare uncontrosenso in un momento in cui le sale scompaiono in molte città, ma proprio il Festivaldi quest'anno ha mostrato che esistono tanti film che possono essere visti solo al cinema,acominciare dal Pardo d'Oro Mula sa kung ano ang noo del maestro filippino Lav Diaz, filmche muore all'idea televisiva o alla visione via internet, non per le oltre cinque ore della suadurata, ma per le scelte narrative, per la grammatica cinematografica che tv movie hannodimenticata, in nome della prevalenza della parola e del piegarsi alle esigenze del piccoloschermo. Dettati questi negati anche da un regista come Pedro Costa, premio per la regia,che nel suo Cavalo Dinheiro esalta l'idea della purezza del cinema. E nella stessa chiave valetto il senso del premio come opera prima a Song from the North della coreana Soon-miYoo, film nuovo e capace di far riflettere anche linguisticamente. In generale, al di là deipremi questo Festival di Locarno andrà agli archivi lasciando come ricordo dei grandi film,oltre ai citati pensiamo a Marie Heurtin di Jean-Pierre Améris che ha nobilitato la Piazzadicendo della comunità dei sordomuti ciechi e del bisogno d'umanità e santità civile cheserve per aiutarli a essere autonomi e a vivere una vita dignitosa. Ecco, la parola dignità, ilbisogno di essa, è quella che ha dominato questo Festival, è quella che ha reclamato a pro-tagonista del film la bella e brava Ariana Rivoire che ha pregato di dimenticare la parola"handicap" e di sostituirla con comunità, lei cittadina della comunità di sordomuti. E di dignità parlano in Concorso il russo Durak di Yury Bykov, che segnala il bisogno di"nemici del popolo" per risollevare le coscienze abbruttite dal silenzio della civiltà, lo sviz-zero L'Abri del sempre socialmente impegnato Fernand Melgar, e il brasiliano Ventos deAgosto del sottovalutato Gabriel Mascaro e in Cineasti del Presente sono tanti i film chechiedono il riscatto di una umanità ferita dall'idea liberista, ma non uccisa. Qui a Locarnopiù di altri Festival scorrono le immagini di un cinema attento all'idea sociale, idea neces-saria, tradita solo nella schizofrenica Piazza, dove a fatica si è trovato un filo conduttore,dove tutto si è consumato nella ricerca di un piacere al pubblico che assomiglia alle pro-grammazioni di prima serata televisiva, peccato. Questo Festival sarà ricordato per la bellaretrospettiva Titanus che da oggi comincia un tour che la porterà in tante altre città e nazio-ni ricordando, insieme alla bellezza del cinema italiano del passato, questo Festival diLocarno capace di celebrare il cinema come pochi, nonostante le polemiche che tentano diminarne il prestigio. Una postilla: Ha fatto saltare tutti sulle sedie il film pamphlet di Jean Marie –Straub À pro-pos de Venise, 24 minuti di cinema rigoroso per raccontare la decadenza odierna di Veneziae dei Veneti. Impietosamente il grande regista paragona i veneti ai piccioni che mandano inrovina i monumenti e sporcano gliambienti. Accusa la facilità con cui sven-dono le case sul Canal Grande, accusa iprogetti delle grandi opere e le chiese e ipalazzi che intanto cadono a pezzi. Lanciaun grido d’allarme per la laguna violata eper il terreno e i fiumi traditi dalle fabbri-che e ricorda come i veneziani si opposeroa Napoleone: Entrate pure in città, noiabbiamo le nostre in campagna. Le testi-monianze dei grandi scrittori lasciano ilposto alla musica, quella che Bach imparòda Vivaldi, ma questa è un’altra storia.

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Locarno, la riscoperta del cinema sociale

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Anche quest’anno è attesa a Pordenone l’ondata autunnale di cinefili in arrivo da ogni parte delmondo per seguire la 33a edizione delle Giornate del Cinema Muto, che si svolgerà al TeatroVerdi dal 4 all’11 ottobre con replica dell’evento finale con l’orchestra il pomeriggio di domeni-ca 12. L’annuncio del programma, che celebrerà fra gli altri la dinastia dei Barrymore e i cente-nari di Charlot e della Technicolor, è stato accolto in maniera entusiastica. Rinnoviamo perciò l’appello ai pordenonesi che hanno camere o appartamenti liberi perchéaccolgano quegli ospiti che sempre più numerosi indicano nella scheda di accredito la richiestadi usufruire di un alloggio presso privati. Per alcuni di loro, soprattutto studenti ma non solo, èl’unica possibilità per seguire il festival. Grazie alle molte famiglie che negli anni hanno aderito alla formula Ospita un ospite sono nateamicizie e si è rafforzato il legame tra il festival e la città. In tempi in cui il couchsurfing sta diven-tando una pratica via via più diffusa, c’è motivo di credere che siano sempre più numerosi i por-denonesi pronti ad aprirsi a questo tipo di ospitalità.

Chiunque voglia comunicare la propria disponibilità o anche solo avere ulteriori informazioni,può contattare gli uffici delle Giornate scrivendo un’email a: [email protected] o telefonando al numero dedicato 0434 26810

City Lights © Roy Export S.A.S.

OSPITA UN OSPITEDELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO

Un evento organizzato da:

Max Linder è stato un attore, regista e sce-neggiatore francese del cinema muto. Comico eccellente, del quale lo stessoCharIie Chaplin si dichiarò allievo, dal 1921al 1923 si trasferì ad Hollywood dove inter-pretò i suoi film migliori: Sette anni diguai, considerato il suo capolavoro, Siatemia moglie, I tre Moschettieri, cheZerorchestra ha scelto di musicare. Tre capolavori dell'età del Muto con unacolonna sonora nuova fiammante compo-sta da Didier Ortolan, Bruno Cesselli eRomano Todesco. L’organico schiera tra glialtri il sassofonista Francesco Bearzatti,pluripremiato come miglior jazzista inItalia e in Francia.

Mercoledì 03 settembre ore 21.00ManiagoCortile Vecchie Scuderie in caso di pioggia presso il Teatro Verdi

Domenica 28 settembre ore 20.45Sacile Teatro Zancanaro, Viale Zancanaro 28

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TINA MODOTTI - EMIGRANTE, FOTOGRAFA, RIVOLUZIONARIASan Gallo (Svizzera), fino al 4 gennaio 2015

La donna, la fotografa, la rivoluzionaria e anche l’emi-grante. Con questa chiave di lettura è stata realizzatala mostra su Tina Modotti che venerdì 29 agosto èstata inaugurata al Geschichte und WelkulturenMuseum di San Gallo, creata in stretta collaborazionecon Cinemazero, che ne custodisce i preziosi scatti.Nell'Archivio Fotografico Cinemazero Images c'è unvastissimo repertorio di scatti su e soprattutto di TinaModotti, frutto di anni di ricerca, collezione e conser-vazione. In particolare brillano all'interno della mostrai capolavori scattati durante gli anni messicani, perio-

do maggiormente fecondo e appassionato dell'attività della Modotti, che l’importanteistituzione svizzera ha fortemente voluto sia per il valore dell’opera che per la forza diquesto esempio di emigrante, omaggiando dunque la nutrita comunità friulana che aSan Gallo ha sede. Le sue fotografie emozionano in quanto miracolo di bellezza, strap-pato per un attimo al dramma di un’epoca spietata. La mostra ricostruisce in maniera ilpiù possibile documentata, sia la sua straordinaria vicenda artistica (che la vide attrice diteatro e di cinema a Hollywood prima, e fotografa nel Messico post-rivoluzionario poi),sia la sua non comune vicenda umana che la rese protagonista in quegli anni inMessico, Russia, Spagna, Germania. Info: www.hmsg.ch

I 1000 OCCHI - FESTIVAL DEL CINEMA E DELLE ARTITrieste, dal 12 al 16 settembre 2014Il percorso di riscoperta delle produzioni Titanus, compiuto in questi giorni dal festival diLocarno, continua con l'edizione 2014 dei Mille Occhi. La retrospettiva locarnese, curatadal direttore dei Mille Occhi Sergio M. Germani e da Roberto Turigliatto, troverà infattiun'integrazione di altri nove titoli con l'edizione 2014 del festival triestino, che si svolgeràal Teatro Miela di Trieste dal 12 al 16 settembre (con anteprima a Roma il 9 e 10 settem-bre al Cinema Trevi), in partnership con la Cineteca del Friuli, la Cineteca Nazionale e laCineteca di Bologna. Alcuni dei film in programma saranno contraddistinti dalla presenza dell'attrice triestinaLaura Solari, già omaggiata nell'edizione 2013 di I Mille Occhi (in occasione del centena-rio della nascita) e interprete di almeno tre pellicole Titanus: il peplum Romolo e Remo(1961) di Sergio Corbucci, il mélo Ridi pagliaccio! (1941) e il morboso noir, oggi perduto,La statua vivente (1943), diretti entrambi da Camillo Mastrocinque. Il protagonista indi-scusso del percorso Titanus dei Mille Occhi sarà però Raffaello Matarazzo, di cui, insie-me alle esclusive per il festival triestino, verranno riproposti Difendo il mio amore (1956),e il raro Amore mio (1964), interpretato dall'italo-americana Eleonora Brown (lanciata daDe Sica in La ciociara) e quasi interamente autoprodotto dall'autore, qui al suo ultimofilm. Info: www.imilleocchi.com

MILANO FILM FESTIVALMilano, dal 4 al 14 settembre 2014Oltre al Concorso lungometraggi, aperto solo a opere prime e seconde di registi prove-nienti da ogni parte del mondo, e al tradizionale Concorso cortometraggi, riservato aregisti under 40, il 19° Milano Film Festival prevede focus e rassegne fuori concorso; TheOutsiders, che affianca le sezioni competitive del festival, integrando i percorsi delConcorso o raccogliendo frutti emersi a margine del lavoro di selezione; la decima edi-zione della rassegna Colpe di Stato, che si sofferma sulla realtà complessa del sistemadi potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla docu-mentazione del reale; il Focus Animazione con la tradizionale maratona di corti al ParcoSempione e un workshop in collaborazione con Milano Film Network; Vernixage, che peril quarto anno consecutivo prova a indagare le aree interstiziali tra il sistema dell'artecontemporanea e quello del cinema; la iper-maratona di Video Espanso; gli eventi spe-ciali Are you series?, in collaborazione con Banca Prossima, con incontri sul mondo delleserie web e la proiezione del secondo episodio della webserie vincitrice del bando, I 400sorsi, un concorso per cortometraggi dove l'acqua è protagonista, in collaborazione conGruppo CAP e Metropolitana Milanese, l’evento VisitSweden; l’appuntamento per i piùpiccoli con il milano film festivalino e infine gli appuntamenti di musica con i concerti sulSagrato e ParkLive, un festival di concerti e dj-set in programma ogni sera al ParcoSempione. Info: www.milanofilmfestival.it

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MATTHEW MCCONAUGHEY PROTAGONISTA DI UNA STORIA ATIPICA ED AFFASCINANTE

MUDDI JEFF NICHOLS Due quattordicenni (Ellis e Neckbone) che vivono sulle rive del Mississippi,scoprono un giorno su un'isola, Mud, un uomo che cerca di sfuggire da chi losta cercando per ucciderlo. Mud è da sempre perdutamente innamorato diJuniper che ora vive nella zona e con la quale spera di fuggire. L'unica sua spe-ranza è quella di riuscire a far scendere, dai rami di un albero, una barca perpoi fuggire con la donna. I ragazzi decidono di aiutarlo, correndo non pochirischi. l cuore del film, di questo racconto di formazione tanto Huckleberry Finne un po' Stand by Me, è il suo focalizzarsi sul punto di vista di Ellis, sulla suaperdita d'innocenza, sul suo imparare a riconoscere i pericoli e gli inganni del-l'amore e della fiducia. Mud si distanzia dal film precedente di Nichols in tuttii modi possibili: per ambientazione, per stile, ma soprattutto per il repentinocambiamento di tono che passa da quello pessimista e paranoico di TakeShelter a quello caldo e solare di questo film; così come più differenti nonpotrebbero essere i suoi protagonisti, visto che il Curtis intepretato da MichaelShannon era tutto incertezze e dubbi, mentre per Ellis, proprio come un bam-bino dallo sguardo innocente e ingenuo, il mondo è bianco e nero, senza viedi mezzo. E invece il fango richiamato dal bel titolo originale, non si riferiscesolo al nome di uno dei suoi personaggi, ma all'ambientazione paludosa digran fascino e perfettamente fotografata dal fedele Adam Stone, e alla man-canza di limpidezza tipica dell'acqua del Mississipi che può nascondere dellepreziose perle o pericolosissimi serpenti velenosi, e, chissà, forse anche uninaspettato aiuto. Così come non riesce a vedere attraverso queste acque tor-bide, Ellis non riesce a guardare nel cuore degli adulti e capire le loro motiva-zioni. Il miracolo di Nichols è soprattutto nell'essere riuscito a far esprimere almeglio lo stato d'animo del suo protagonista attraverso l'interpretazione per-fetta del giovane Tye Sheridan che regge davvero l'intera pellicola in manierasempre credibile e convincente e con una sguardo tenero ma determinato chestringe il cuore. Anche il resto del cast regala una performance d'ensemblealtrettanto valida, con una nota di merito in più a Matthew McConaugheyormai specializzato in ruolo di uomo duro del Sud degli States, ma che quiregala l'intepretazione più misurata ed emozionante della sua carriera..

IL TOCCANTE VIAGGIO NELLE IMMAGINI SCATTATE DA UN MAESTRO DELLA FOTOGRAFIA

IL SALE DELLA TERRADI WIM WENDERS E JULIANO RIBEIRO SALGADOMagnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di SebastiãoSalgado, The Salt of the Earth è un documentario monumentale, che traccial'itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da WimWenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell'artista, The Salt of the Earth èun'esperienza estetica esemplare e potente, un'opera sullo splendore delmondo e sull'irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando lastoria personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, ildocumentario ha un respiro malickiano, intimo e cosmico insieme, è un ogget-to fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio. Quella di Salgado è un'epopea fotografica degna del Fitzcarraldo herzoghiano,pronto a muovere le montagne col suo sogno 'lirico'. Viaggiatore irriducibile,Sebastião Salgado ha esplorato ventisei paesi e concentrato il mondo inimmagini bianche e nere di una semplicità sublime e una sobrietà brutale.Interrogato dallo sguardo fuori campo di Wenders e accompagnato sul campodal figlio, l'artista si racconta attraverso i reportages che hanno omaggiato labellezza del pianeta e gli orrori che hanno oltraggiato quella dell'uomo. Unviaggio epico quello di Salgado che testimonia l'uomo e la natura, che nonsmette di percorrere il mondo e ci permette di approcciare fotograficamente lequestioni del territorio, la maniera dell'uomo di creare o distruggere, le storiedi sopraffazione scritte dall'economia, l'effetto delle nostre azioni sulla natura,intesa sempre come bene comune.

UN WESTERN DEI GIORNI NOSTRI, GIRATO NEL CUORE DELLA 'NDRANGHETA CALABRESE

ANIME NEREDI FRANCESCO MUNZICome in un western ambientato ai giorni nostri, dove il richiamo delle leggi delsangue e il sentimento della vendetta hanno la meglio su tutto, prende vita lastoria di una famiglia criminale calabrese. Una vicenda che inizia in Olanda,

Un film di Jeff Nichols. ConReese Witherspoon, MatthewMcConaughey, MichaelShannon. USA 2013. Durata: 135 min.

(Tit. Or.: The Salt of the Earth)Un film di Wim Wenders,Juliano Ribeiro Salgado.Brasile, 2014. Durata: 100min.

Un film di Francesco Munzi.Con Marco Leonardi, PeppinoMazzotta, Fabrizio Ferracane.Italia, 2014. Durata 103 min.

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passando per Milano, fino in Calabria, sulle vette dell'Aspromonte, dove tuttoha origine, e fine. Anime Nere è la storia di tre fratelli, figli di pastori, vicini allandrangheta, e della loro anima scissa. Luigi, il più giovane, è un trafficanteinternazionale di droga. Rocco, milanese adottivo, dalle apparenze borghesi,imprenditore grazie ai soldi sporchi del primo. Luciano, il più anziano, che col-tiva per sé l'illusione patologica di una Calabria preindustriale, instaurando unmalinconico e solitario dialogo con i morti. Leo, suo figlio ventenne, è la gene-razione perduta, senza identità. Dagli avi ha ereditato solo il rancore e il futu-ro è un treno che per lui sembra già passato. Per una lite banale compie unatto intimidatorio contro un bar protetto dal clan rivale. In qualsiasi altra terra,sarebbe solo una ragazzata. Non in Calabria, tantomeno in Aspromonte. È lascintilla che fa divampare l'incendio.

UNA STORIA D'AMORE DALL'IMPIANTO NOIR PER UN ESORDIO PRESENTATO A VENEZIA

SENZA NESSUNA PIETADI MICHELE ALHAIQUEA Mimmo piace molto di più costruire che rompere ossa. Vorrebbe fare solo ilmuratore, ma gli tocca anche fare recupero crediti tra i palazzoni dei quartierialla periferia di Roma. Lavora per suo zio, il signor Santili, che ama e rispettacome un padre. Non sopporta invece Manuel Santili, suo cugino, viziato earrogante. E l'avversione è reciproca. Il Roscio, che sarebbe il suo miglioreamico se fosse davvero amico di qualcuno, e la mezza dozzina di dipendentidella ditta completano la famiglia. È un mondo con regole e gerarchie chiare,dove chi non sbaglia ha la pagnotta assicurata e qualche extra. Giusto o sba-gliato, è l'unico mondo che Mimmo abbia mai conosciuto. Tutto cambia quan-do nella sua vita irrompe Tania. È bellissima, giovane e ha capito da un pezzoche nella vita deve arrangiarsi da sola. Sa che gli uomini sono pronti a spen-dere per averla e ne approfitta. Costretti da un imprevisto a passare una nottee un giorno insieme, Mimmo e Tania si ritroveranno uniti dal bisogno di sen-tirsi amati e dalla voglia di fuggire a un destino già segnato. L’eclettico Pierfrancesco Favino, che è anche produttore del film ha dichiarato:“I ruoli mi piacciono così: uomini costretti ad agire, incalzati dagli eventi – haspiegato – Mimmo è un personaggio che deve scegliere tra la vita nel clanpiena di regole e quella ignota, ma almeno pervasa da amore e comprensio-ne, rappresentata da Tania”. E a chi gli chiedeva se il suo impegno come pro-duttore fosse destinato a durare ha precisato: “Direi che potrei ripetere l’e-sperienza, credo per aiutare il cinema italiano dobbiamo metterci in giocoanche noi attori. E io darò sempre voce a chi vuole raccontare nuove storie”.

SE TUO FIGLIO ADOLESCENTE FA UNA COSA GRAVE, LO DENUNCI O LO PROTEGGI?

I NOSTRI RAGAZZIDI IVANO DE MATTEO“Sono rimasto folgorato dal libro di Herman Koch, La cena. Forse anche per-ché ho un figlio quasi adolescente. Mi sono chiesto, come fa lui: se tuo figliofa una bravata grave, come ti comporti? Esplode il conflitto tra coscienza mora-le e felicità familiare". Ivano De Matteo ha capito subito che doveva avere idiritti del libro. "Dopo averci lavorato un anno ed esserci riuscito con miamoglie Valentina Ferlan, poi ho scoperto che li ha comprati anche CateBlanchett che vuole portarlo al cinema nel suo debutto da regista".Due fratelli opposti nel carattere come nelle scelte di vita, uno avvocato digrido, l'altro pediatra impegnato e le loro rispettive mogli perennemente osti-li l'una all'altra s'incontrano da anni, una volta al mese, in un ristorante dilusso, per rispettare una tradizione. Parlano di nulla: alici alla colatura conricotta e caponatina di verdure, l'ultimo film francese uscito in sala, l'aromafruttato di un vino bianco, il politico corrotto di turno. Fino a quando una seradelle videocamere di sicurezza riprendono una bravata dei rispettivi figli e l'e-quilibrio delle due famiglie va in frantumi. Come affronteranno due uomini,due famiglie tanto diverse, un evento tragico che li coinvolge così da vicino?Un film provocatorio, doloroso che entra violentemente nella realtà borghesedella famiglia scardinandone le fondamenta.“A scatenare tutto è un accadimento che può capitare a chiunque. E ci si ritro-va a dover decidere quanto si può concedere alla propria coscienza a scapitodella felicità che ti sei costruito negli anni. Se tuo figlio fa qualcosa di grave lodenunci? Da questo punto di vista il film è un colpo allo stomaco. Anche dopoaverlo fatto io non so ancora rispondere a questa domanda, se non che speronon accada mai".

Un film di Michele Alhaique.Con Pierfrancesco Favino,Greta Scarano, Claudio Gioé.Italia 2014. Durata 95 min

Un film di Ivano De Matteo.Con Alessandro Gassman,Giovanna Mezzogiorno, LuigiLo Cascio, Barbora Bobulova,Rosabell Laurenti Sellers.Durata 92 min. - Italia 2014.