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Coerenza e coesione 1 1 PERCORSO TRASVERSALE Coerenza e coesione COMPETENZE VALIDE PER OGNI TIPO DI TESTO

Coerenza e coesione

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Coerenza e coesione del testo. Teoria ed esercizi pratici.

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1PPEERRCCOORRSSOO

TTRRAASSVVEERRSSAALLEE

Coerenza e coesioneCOMPETENZE VALIDE

PER OGNI TIPO DI TESTO

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Educazione linguistica

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La coerenza

1UUNNIITTÀÀ

LLAA CCOOEERREENNZZAA

• Aspetti caratteristici di un testo coerente

(con proposte operative)− Aderenza

− Non contraddittorietà

− Ordine

− Connessione

− Non dispersività

− Uniformità

SSoommmmaarriioo

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Un testo, per risultare tale, deve essere COERENTE, vale a dire deve essere:

1) ADERENTE ALL’ARGOMENTOCENTRALE

2) NON CONTRADDITTORIO

3) ORDINATO

4) CONNESSO

5) NON DISPERSIVO

6) UNIFORME

(rispetto alle informazioni presenti all’in-terno del testo stesso)

(organizzato nella successione logica deipensieri, nell’ordine crono-spaziale)

(non deve contenere salti logico-contenu-tistici tra un’informazione e l’altra)

(nello stile/registro linguistico)

(non deve contenere frequenti digressioni,informazioni superflue, lungaggini, perchéspezzano il testo e il filo del discorso)

(non deve allontanarsi dal tema di fondo)

diversamente

NON È UN TESTO

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Il testo deve essere:

La prima forma di coerenza riguarda l’adesione del testo al tema di fondo che viene proposto,cioè alla centralità dell’argomento di cui si deve trattare.

Anche quando ti viene proposto un testo da sviluppare, è importante che tu legga bene la con-segna, per non procedere a casaccio, scrivendo informazioni inutili, senza rispettare la richiesta. Ècome se un tuo amico ti chiedesse un libro e tu, invece, gli consegnassi un quaderno.

Leggi.

Sornione, accattivante, adorabile, talvolta persino socievo-le, indipendente e tenero, tranquillo, ma anche nevrotico,un po’ folle e decisamente inimitabile, sì sono Io, il gatto, ilpiù misterioso e affascinante animale domestico apparsoaccanto all’uomo migliaia di anni fa.Padrone di me stesso e attaccato alla mia indipendenza dalunghissimo tempo, a lungo ribelle ad ogni forma di addo-mesticamento da parte degli umani, ho cambiato infineparere e mi sono lasciato ospitare nelle loro case operandouna felice combinazione di amore e convivenza.Vivere con me non è impossibile e neanche difficile; osereiperò affermare che non si tratta di un’esperienza alla por-tata di tutti perché amare un gatto significa soprattuttocapire la sua voglia d’indipendenza, e chi prende con sé unanimale, di solito, lo fa per renderlo benevolmente schiavodel proprio affetto.No, questo con me non accadrà mai, benché possa affer-mare con sicurezza che, se non si tenta in alcun modo diplagiarmi, posso diventare un compagno davvero adora-bile.

(C. Cattabiani, riduz.)

Dopo aver letto il testo pro-posto a fianco, indica a qualettiittoolloo meglio corrisponde lo svi-luppo testuale presentato:

storia del gatto

gatto: amabile compagno

un gatto racconta

ADERENTE

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Cinque miliardi di anni fa, un’enorme nuvola di gas e pol-vere, di dimensioni simili a quelle del nostro sistema sola-re, galleggiava nello spazio. Le piccolissime particelle dimateriale cosmico, di cui la nuvola era formata, erano spar-se in uno strato così sottile che la nuvola doveva avere undiametro di qualche trilione di chilometri. Un movimentoleggero faceva oscillare le particelle che ora s’avvicinavano,ora si allontanavano le une dalle altre.Quando le particelle erano più vicine tra loro, ciò determi-nava non solo un aumento della forza di reciproca attrazio-ne e della velocità di rotazione, ma anche un aumento dellaloro temperatura interna. Fu allora che la nuvola nel suocomplesso cominciò a girare su se stessa, dapprima lenta-mente, poi sempre più velocemente, come un immensovortice rotante.Trascorsero un’ottantina di milioni di anni durante i qualiin quell’enorme disco piatto ruotante si vennero eviden-ziando un centro più denso e una serie di anelli di materia-le più rarefatto. Il centro, formato dal 90% del pulviscolodi partenza, sarebbe stato il progenitore dell’attuale Sole:grandissimo e freddo perché non ancora incandescente; glianelli, costituiti da quanto restava della nebulosa originaria,avrebbero dato origine ai futuri pianeti. Ogni pianeta avevauna porzione interna più solida (derivata dall’unione dellevarie particelle che, scontrandosi, si accollavano le une allealtre) avvolta da uno spesso involucro di gas: naturalmen-te, ciascuno di essi si diversificava dall’altro per natura deicomponenti e posizione rispetto al corpo centrale. Anche acarico di quest’ultimo, nel frattempo, si andavano verifican-do importanti cambiamenti nella forma e nella struttura. Lamateria gassosa di cui era costituito, per effetto delle gran-dissime pressioni che si esercitavano nel suo interno, avevacominciato a divenire incandescente e a emettere quindiluce e calore.

(M.T. Ubertazzi, Scienze,Istituto Geografico De Agostini)

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Leggi il testo e successiva-mente dai il ttiittoolloo che ritieni piùopportuno.

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Il testo deve essere:

Un testo è coerente se non è contraddittorio, vale a dire se quanto è affermato, ad esempio,nella prima parte, non viene negato o contrastato da quanto è posto successivamente.

Pertanto non posso dire in una descrizione, in cui parlo del mio amico Giovanni, che è una per-sona educata e poi, poco più oltre, affermare che “giunto con notevole ritardo, non chiese scusa a nessuno”.Rischierei di creare dei dubbi. Ma allora il mio amico Giovanni è veramente educato oppure è unmaleducato?

1) A me piace molto confidarmi con tutte le mie amiche,ma solo con quelle che mi danno fiducia.2) In questa nuova scuola mi trovo bene, ma ancora nonmi sono ambientato.3) Con tutti i miei compagni di classe ho fatto subito ami-cizia; con qualcuno no, perché è meno simpatico.4) Sono un buongustaio, però a tavola ho sempre dellestorie perché mi piacciono poche cose.5) “Paola, in che via è il negozio che mi hai indicato? Ierisono passata di lì ma era chiuso.”

LUOGO: la vicenda si svolge in parte in una villa di campa-gna e in parte in un negozio di città.

TEMPO: è una giornata piovosa di ottobre.

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NON CONTRADDITTORIO

Individua all’interno dellefrasi (scritte da alcuni ragazzi)le aaffffeerrmmaazziioonnii che ssii ccoonnttrraadd--ddiiccoonnoo.

Date le premesse, indivi-dua nei due testi proposti leiinnccooeerreennzzee presenti che con-traddicono quanto affermato inprecedenza.

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PERSONAGGI: Maura Rossi: è nata in febbraio; è una bam-bina che, avendo scarso appetito, fatica a crescere; è molto diligente per quantoriguarda la scuola, ma a casa è piuttostodisordinata; ha paura dei cani.Luisa Rossi: mamma di Maura; è una signo-ra curata, giovanile, di aspetto elegante; è molto severa nell’educazione della figlia; il suo passatempo preferito è giocare a carte con le amiche, invece non le piace dedicaretempo alle attività casalinghe.

Maura, di ritorno da scuola, si ferma davanti all’ascensoreper fare due chiacchiere con la vicina di casa che sta por-tando a spasso il suo dobermann.Anche Maura vorrebbe un cane, ma i suoi genitori, soprat-tutto la mamma, non le permettono di tenere un animale.In casa l’accoglie la mamma in ciabatte e con un grembiu-le sporco di unto perché ha appena terminato di friggere lepatatine. Che buon profumino proviene dalla cucina!Maura si siede a tavola dove mangia come sempre di buonappetito. Quando si alza piega diligentemente il tovaglioloe scende in giardino a giocare. Si attarda tutto il pomerig-gio, dato che la giornata è afosa e i compiti pensa di sbri-garli alla sera.Ad un certo punto la mamma la invita ad uscire con lei perfare compere. Maura sale a lavarsi e riordinarsi, poi, quan-do entrambe sono pronte, escono: la mamma si è cambia-ta e i suoi capelli brizzolati spiccano sul blu del vestito. Incentro entrano in una libreria dove la mamma vuole acqui-stare le ultime novità letterarie: nei momenti liberi, infatti,ama immergersi nella lettura.In seguito si recano in un negozio di abbigliamento perchéfra qualche giorno sarà il compleanno di Maura. “Guarda escegli” dice la mamma. “Ti compro tutto quello che vuoi”.La commessa è sbalordita e Maura, sorridendo, le dice: “Sì,fra due giorni compirò quindici anni.” L’altra, osservando-la, esclama: “Sei proprio alta per la tua età, superi la nonnadi tutta la testa!!”

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LUOGO: la scena si svolge al mattino in un forno di peri-feria.

TEMPO: periodo natalizio.PERSONAGGI: Signora Zoe: è madre di tre figli ormai tutti

sposati; è piuttosto curiosa e petulante, inoltrenon è una buona amministratrice e non è in gradodi controllare le spese della casa.Signora Clara: coetanea di Zoe, che conosce per-ché abitano da tempo nello stesso quartiere, apochi passi l’una dall’altra. È vedova, senza figli evive sola con un gatto; è molto chiusa ed intro-versa, perciò non ama parlare di sé; ultimamenteè un po’ depressa perché, oltre ai soliti acciacchi,ha perso ormai quasi tutti i denti e deve metterela protesi (dentiera).

È sabato. La signora Zoe, dopo aver riordinato la casa,esce per la spesa quotidiana. Impeccabile nel suo nuovoimpermeabile, scende in strada.Alle dieci, sulla via del centro, c’è molto traffico: automo-bili che sfrecciano, camion che transitano, moto che rom-bano, pedoni che intasano i marciapiedi.Dappertutto poi, in terra, ci sono ancora i coriandoli delgiorno prima, lanciati dalla maschere che hanno sfilato ilgiovedì grasso. La signora Zoe entra dal fornaio. Nelnegozio affollato entra anche la signora Clara, più giova-ne di lei di dieci anni esatti. “Buona sera, Clara, come maida queste parti?”. L’altra si volta e con un bel sorriso ini-zia a raccontarle per filo e per segno tutto quello che le èsuccesso dall’ultima volta che si sono incontrate.Intanto è arrivato il loro turno e il fornaio si rivolge aZoe: “Signora, vuole il solito pane?”. “Sì. Poi vorrei ancheuna torta di cioccolato per i miei bimbi.” “Bene, signora– risponde l’uomo – ne ho una appena sfornata!” Zoe,allungando l’occhio, controlla attentamente il peso, ilprezzo, poi rivolta al fornaio: “È un po’ troppa. Le dispia-

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ce darmene solo metà?” E intanto si avvia alla cassa eritira lo scontrino che le servirà per fare i conti del mese.Ora è il turno della signora Clara che ordina due chili dipane all’olio, un chilo di comune, quattro ciabatte, diecirosette e, per sé, un pacco di croccanti grissini, visto cheda qualche giorno ha iniziato la dieta.Mentre il fornaio le prepara i sacchetti con il pane, Claracontinua a conversare con Zoe e le fa un lungo elenco ditutti i propri malanni. Zoe ascolta e le chiede intanto noti-zie di tutta la famiglia, compreso il gatto Linuccio, e poi,su invito di Clara, promette che l’indomani l’andrà a tro-vare, “…a patto però – aggiunge – che uno dei miei figlisia disposto ad accompagnarmi in automobile fino a casatua.”

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Il testo deve essere:

Il testo deve risultare ordinato nella successione logica dei pensieri in modo da non crearedisordine espositivo. Inoltre deve essere presente anche l’ordine temporale o, per lo meno, puoiutilizzare un ordine rovesciato (intreccio), ma chi legge deve aver modo di capire la successionecronologica dei fatti.

Leggi il seguente testo.

Maria si alzò pigramente, solleticata dall’odore del caffè.Oltrepassò il corridoio e varcò la soglia del bagno.La mamma ai fornelli mescolava un sugo che, sfrigolando,sprigionava l’odore delle erbe fini dell’orto.Maria veloce si immerse nella vasca dopo aver abbondante-mente versato il suo bagnoschiuma preferito. Infine, unavolta riemersa ed asciugata, entrò in cucina. Maria, sbadiglian-do ancora, sorseggiò il caffè.

ORDINATO

Non ti sembra che una frase sia fuori posto? Se Maria entra in cucina, e si presumeche veda in quel momento la madre, la frase: “La mamma ai fornelli…” andrà posta inun’altra posizione.

Quale?...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ti diamo questi suggerimenti per farti capire che, quando scrivi, frasi che spesso haicollocato in una determinata posizione del tuo testo, in realtà devono essere spostate.Te ne renderai conto tu stesso provando a rileggere il testo modificato.

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Sono Anna, una ragazzina che frequenta la prima superiore.Per i miei quindici anni sono piuttosto alta e credo di esseredi aspetto piacevole con i miei occhi verdi e i capelli scuri. Houn carattere timido, infatti non riesco a comunicare moltocon gli altri, anche se ho un’amica del cuore: Nadia, con cuisono in ottimi rapporti fin dalla scuola media.Sono un tipo tranquillo ma curioso; amo la natura e la mon-tagna, infatti mi piace sapere i nomi dei fiori e delle piante.Nonostante la timidezza, mi piace la compagnia e con le per-sone che mi vanno a genio divento socievole. Alcune volteperò litigo con le mie amiche, ma poi mi riconcilio subito etutto torna come prima.

La nascita del puledro

Valentina spesso andava a vedere Zelinda, che era ingrossatae aveva la pelle lustra e tirata come un frutto maturo. Nonc’era bisogno di essere un intenditore per capire che il partoera imminente.La cavalla batteva lo zoccolo rimovendo la paglia, poi guarda-va Valentina coi suoi grandi occhi, come se aspettasse unaiuto.A letto non riuscirono a prendere sonno; se ne stavano lìdistesi senza parlare, ascoltando il silenzio della notte che sali-va fino al cielo senza stelle; ad un tratto si udì il breve nitritodel puledro, un nitrito chiaro, infantile, seguito da un infanti-le starnuto.Angelo e Valentina prima d’andare a dormire coprironoZelinda con una morbida coperta da scuderia.Sofia afferrò la lucerna e alla luce rossastra apparve il puledri-no ancora tutto bagnato, ritto quasi per miracolo sulle lunghezampe tremanti.Scesero di corsa le scale.La madre lo leccava senza sosta per asciugarlo. Il puledro fecesentire di nuovo il suo nitrito.Tutti i bambini del vicinato andarono a vedere e stavano aguardarlo ammirati dietro le sbarre del cancelletto di legno.

(G. Dessì, Paese d’ombre, Mondadori, riduz.)

Ecco la porzione di untesto di una ragazzina che siautopresenta. Individua tu leiinnccooeerreennzzee dovute al disordi-ne espositivo.

Nel testo a fianco ttrree ffrraassiisono ffuuoorrii ppoossttoo, pertanto l’ordi-ne temporale non è rispettato.Opera le dovute modificazioni.

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CCoommee ssii ffaa uunn eerrbbaarriiooLa preparazione di un erbario consta di varie fasi, indispensabili per ottenere una collezione dipiante ben sistemata e duratura.

Riordina le sseeqquueennzzee (cioè le parti) che indicano le varie fasi da seguire per la pre-parazione di un erbario.

a b

c d

e

Allium roseum(fam. Liliaceae)raccolto nei campivicino a Firenze5 maggio 1984

Giulia Mauri

MontaggioPer questa fase occorrono fogli di cartoncinobianco tipo Bristol di dimensioni massime 35-50cm, spilli inossidabili, striscioline di carta larghe5-8 mm e lunghe 2-3 cm.Poni il campione sul fusto e sui rami le striscio-line di carta che fisserai con spilli. A destra inbasso attacca un’etichetta sulla quale indicherai ilnome e la famiglia di appartenenza della pianta,il luogo e la data di raccolta, il nome del racco-glitore ed altri particolari utili.

PreparazioneDistendi con cura e con buon gusto icampioni; ponili su un piano duro trafogli di giornali, o comunque carta nétroppo assorbente né troppo impermea-bile, e metti sopra dei pesi: libri, sassi…Il tempo di essiccazione varia molto dapianta a pianta e, in questo periodo, igiornali umidi devono essere periodica-mente sostituiti con fogli asciutti.

RaccoltaRaccogli con un vanghetto le pian-te piccole intere e con forbici dagiardino parti di piante più grandi,facendo attenzione che siano sanee complete. Sistemale subito frafogli di giornale o temporaneamen-te in sacchetti di plastica. Ricordatidi annotare il luogo di raccolta, ladata e altri particolari utili.

Classificazione e sistemazioneLa classificazione delle piante può essere fatta per confronto con altre pian-te conosciute, con l’aiuto di appositi testi, o mediante una guida botanica.Le piante poi possono essere sistemate secondo vari criteri: per ordine alfa-betico, per famiglia, ecc.

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EEccccoo ll’’eerrbbaarriioo ffiinniittoo

1) .......................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................2) ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3) ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4) ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

5) ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

(Indagini, Istituto Geografico De Agostini)

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L’ordine temporale

Avrai notato che una caratteristica di alcunitesti (in particolare fiabe e favole) è presen-tare i fatti in successione cronologica.Tale sviluppo (fabula) presenta gli eventi insuccessione secondo l’ordine in cui accado-no, seguendo uno schema che prevede uninizio (antefatto), una parte centrale e unaconclusione. Si tratta della struttura cronolo-gicamente più facile da seguire; forse perquesto è tipica di fiabe e favole che vannonarrate ai bambini e quindi devono esserefacilmente comprensibili e snelle da seguirenell’ordine temporale.

Se però chi scrive (o rappresenta conimmagini, ad esempio film) rovescia l’ordi-

ne della narrazione, si parla di intreccio(plot) poiché, pur rimanendo la medesimastoria, si può iniziare dalla fine della vicenda(totale rovesciamento), si può iniziare dalcentro “in medias res” (alterazione parzialecon uno o più flash-back1) o procedereseguendo l’avvicendarsi dei pensieri nellamente dei personaggi (casualità). Se si uti-lizza il sistema dell’intreccio, l’importante èmantenere la coerenza del testo, cioè queilegami che permettono di capire la succes-sione temporale inversa, soprattutto attraver-so l’uso dei nessi spazio-tempo, il mutamen-to delle forme verbali, e alcune parole-spia(che fanno capire che chi scrive conosce giàl’esito della vicenda).

1 flash-back: è una sequenza narrativa a ritroso perché si riferiscead un elemento del passato: un ricordo, una vicenda. Viene anchechiamata “analessi”.

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Leggi il brano.

Rimase seduta a lungo, guardando davanti a sé. Quel sorri-so tremulo, e quasi interiore, le vagava sempre sulle labbra.Teneva il cofanetto sulle ginocchia, fermo. Nella serraturaaveva introdotto la chiavetta; ma, assorta, non l’aveva nem-meno girata. Si era arrestata così, con la sinistra poggiatasopra il cofanetto e la destra nell’atto di girare la chiave.Teneva il capo un po’ reclinato sulla spalla, che l’aureola deicapelli bianchi quasi sfiorava; e gli occhi grigiazzurri sierano incupiti di luce. A un tratto, quasi automaticamente,lasciò la chiavetta e cominciò a carezzare, con lentezza, ilvelluto del cofanetto.Da quando la signora Ines conservava quel cofanetto? Daquasi sessant’anni.Era appena quindicenne allorché aveva cominciato a sup-plicare la zia Adalgisa di regalarglielo. – Quando sarai piùgrande… quando sarai più grande, − rimandava la zia. –Cosa vuoi farne adesso? – Una sera Ines, di ritorno da untrattenimento, passò dalla zia prima di recarsi a casa. La ziaAdalgisa, che sedeva in poltrona vicino alla stufa, la videentrare tutta animata in volto. Sulla soglia Ines si arrestò colfiato sospeso lasciando cadere con un gesto rapido il man-tello. La zia posò il romanzo sulle ginocchia, e guardò, aldisopra delle lenti, quello sbuffo azzurro che entrava nellasua stanza come un rèfolo di bora. Ritta sulla soglia – e allasue spalle, ridente, c’era Amelia, la domestica che l’avevaaccompagnata –, Ines guardava la zia con uno sguardo ditrionfo. Senza parole, la zia Adalgisa, protendendosi unpoco dalla poltrona in cui, grande e grassa, stava sprofon-data, esaminò la nipote da capo a piedi; dal collo e dallebraccia nude alle scarpette. – Tu… Ines? Le gonne coi cer-chi… già? – esclamò togliendosi dal naso gli occhiali.− Mavieni qua! Vieni qua che ti veda! – Vestita così, Ines le sem-brava, sì, più grande; ma insieme più bambina. C’era intutta la sua persona – e specialmente nelle spalle ancoraesili, nelle braccia, nel collo delicato – qualcosa di acerbo,quasi di infantile, che spiccava più che mai nell’abito dagrande. A vederla, la zia sentì crescere, e dilagare per tuttala persona grassa e lenta, un impeto quasi struggente ditenerezza.– Vieni qua! – ripeté, sebbene Ines fosse già alsuo fianco, con una voce un po’ nasale, come se fosse raf-freddata. Poi, sbattendo le palpebre, stette a guardarla in

Individua la lunga sequenzache presenta il ffllaasshh--bbaacckk,ossia l’aannaalleessssii o ssaallttoo aallll’’iinnddiiee--ttrroo.

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silenzio; negli occhi, nel sorriso, nelle movenze, Ines eratutta un solo baleno di trionfo e di contentezza. […]Senza indugiare di più, la zia Adalgisa si diresse verso la stan-za vicina. Ines, che continuava a contare a occhi chiusi, la udì,e la immaginò, allontanarsi con quel passo lungo ed elasticoche l’aveva sempre meravigliata perché, a vederla così gran-de e grassa, pareva che la zia dovesse camminare in tutt’altromodo.– Cinquantasette cinquantotto cinquantanove… – conti-nuava tra sé la fanciulla, quando la voce della zia la fece sus-sultare.– Ines! – la zia era là, senza che Ines l’avesse udita riavvici-narsi. La fanciulla sbatté due o tre volte le palpebre; poimandò un grido di gioia. Sorridendo la zia le porgeva ilcofanetto.– E adesso che ne farai? – aveva chiesto la zia Adalgisa,mentre Amelia si avvicinava per vedere anche lei.– Lo riempirò. Lo riempirò, – era stata la risposta dellanipote, che subito porse il regalo ad Amelia affinché loammirasse. Poi la zia si era sentita sballottare in un abbrac-cio; aveva sentito contro la guancia il contatto della guan-cia di Ines e quello delle sue labbra che la baciavano; e final-mente, riavendosi, si era trovata sola. Uno scalpiccio giùper le scale, un rumore di porte sbattute; Ines se n’era anda-ta.La signora Ines era ancora là, con le mani abbandonate sulvelluto del cofanetto, che teneva sempre sulle ginocchia,quando le parve che Rosa la chiamasse.In pochi secondi, toltavi dalla serratura la chiave dorata,fece rientrare il cofanetto nell’ultimo ripostiglio del mobilepanciuto, di cui chiuse l’un dietro l’altro tutti i “segreti”.Poi, mentre con una mano rialzava la ribalta, con l’altra fecesparire la chiave sotto le vesti, nella “tasca interna”.

(P.A. Quarantotti Gambini,La rosa rossa, Einaudi)

UNA COPPIA DI PASSERI

Per qualche tempo ho avuto con me in cella due passeri cheun recluso giunto alla fine della sua segregazione mi avevaregalato. Al maschio, selvaggio e scontroso, lasciai che ricre-

Il seguente testo procedesecondo l’ordine della ffaabbuullaa.Leggilo.

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scessero le ali che il padrone precedentemente gli avevaspuntate, e che se ne volasse via. La femmina invece eragentile, affettuosa, credo un po’ innamorata di me. Quando,dopo aver mangiato e passeggiato su e giù per la cella, mimettevo a leggere seduto sul paglione semiarrotolato edappoggiato al muro, con il cuscino dietro la schiena, lei veni-va a volo ad accovacciarsi nel cavo del gomito sinistro erestava lì, socchiudendo estatica gli occhi, oppure guardan-do ora me ora il libro che leggevo, o mi becchettava dolce-mente il dito che le porgevo. Finché un giorno, nella suaamorosa impazienza, andò ad attendermi accovacciata fracuscino e materasso, e solo quando nel mezzo della lettura,mi accorsi della sua assenza, mi resi conto di averla soffoca-ta. Ne soffrii come di un delitto.

(A. Spinelli)

Ero addolorato perché involontariamente avevo soffoca-to un affettuoso piccolo passero femmina, che era solitofarmi compagnia nella vita in cella. Il passero maschio,invece, scontroso e selvaggio, lo avevo lasciato volare viauna volta che gli erano ricresciute le ali, tagliate dal padro-ne precedente. Infatti, entrambi i due animali mi eranostati regalati da un altro recluso giunto ormai al terminedella propria segregazione.

Or avvenne che un giorno il re, attraversando a cavallo laforesta, si smarrì. Capitò vicino all’abitazione dei briganti eil pappagallo, nel vederlo, cominciò a gridare:– Prendilo! Dài! Colpiscilo! Ammazzalo!Il re, impaurito, spronò il cavallo e via di gran carriera!

a

Ora leggi come il testo tiviene ripresentato secondo unoorrddiinnee rroovveesscciiaattoo.

La seguente leggendaindiana che ha per titolo “II dduueeppaappppaaggaallllii” è stata smembratain cinque sequenze. Riordinalaprima secondo l’ordine dellaffaabbuullaa, successivamentesecondo l’ordine dell’iinnttrreecccciioo,apportando però, nel riscriver-la, le opportune modifiche.

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Che cosa avvenne dei due pappagalli? Quello catturato fumesso in gabbia e imparò a parlare, l’altro, svolazzandocome poteva per la foresta, capitò presso la capanna di uneremita, il quale lo raccolse e lo allevò. E quando l’eremitaaccoglieva qualche viandante, la bestiola ripeteva le sueparole.

– Non molto lontano di qui – disse il re – ho visto un altropappagallo che ingiuriava e minacciava. Questo invece hasolo parole di cortesia. Come mai tanta differenza di lin-guaggio? – chiese il re. – Perché l’uno è buono e l’altro cat-tivo?– I pappagalli non sono né buoni né cattivi – disse l’eremi-ta.– Imparano a ripetere le parole che sentono spesso. Enon credete, Maestà, che sia così un poco anche per gliuomini?

Sopra un albero della foresta, c’era un nido con due picco-li pappagalli. Un giorno, mentre la madre volava in cerca dicibo, ecco i briganti. Uno di loro si arrampicò sull’alberoper prendere i due piccoli dal nido; ma un pappagallo se lasvignò; l’altro invece fu catturato.

Arrivò alla capanna dell’eremita. Ed ecco che un altro pap-pagallo, appollaiato su un albero lì vicino, si mise a dire:– Oh, poveretto! Sarai stanco! Vieni! Entra! Riposati unpoco. Qui starai come a casa tua.Meravigliato, il re si accostò, mentre alla porta della capan-na si affacciava l’eremita.

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UN UOMO E UN CANE

Seduto sul muricciolo, con la schiena rivolta al vuoto, unuomo mangiava un grosso pezzo di pane affettandoci viavia sopra una striscia di carne rigata. Aveva accanto unaboccetta di vino, a cui ricorreva spesso, ma per brevi sorsa-te. Era vestito poveramente, con calzoni di fustagno, cami-cia a quadri, e alla vita, anziché la cintura, una fascia nera,come usano i contadini di quelle parti.Ma non era un contadino: aveva portato lassù un carico dimele e appena mangiato avrebbe ripreso i suoi tre muli esarebbe tornato al suo paese, distante una ventina di chilo-metri. Non era andato come gli altri all’osteria, perché nongli piaceva stare in mezzo alla gente.*A un certo momento sbucò fuori un cane. Era un cane dimezza tacca, di color bianco sporco, con delle pezzaturenere. Trotterellava, fermandosi ogni tanto ad annusare tral’erba. Si avvicinò a un ragazzo che dormiva e lo urtò; ilragazzo, svegliatosi, gli diede una manata sulla pancia. Ilcane emise un leggero guaito e scappò via; ma un minutodopo era di nuovo lì, che trotterellava sull’erba, semprescodinzolando e annusando qua e là. Si andava avvicinan-do al mulattiere; a un tratto venne diritto fino agli scarponidell’uomo.L’uomo, senza pensarci, si chinò ad accarezzarlo, poi, sem-pre macchinalmente, gli buttò un boccone di pane.

(C. Cassola)

* Da quella volta quando…

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Inserisci un ffllaasshh--bbaacckknella parte del testo segnalatadall’asterisco, in cui il perso-naggio ricorda una vicendacapitatagli in passato.

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Il testo deve essere:

Un testo è connesso se non contiene salti logico-contenutistici tra un’informazione e l’altra.Se nel testo sotto riportato dimentichiamo (ad esempio nel momento della copiatura del tema)

di inserire la frase posta in fondo, ti rendi conto che manca un elemento indispensabile per darecomprensione a quanto esposto in seguito.

LA PAGHETTA

Il problema dei soldi è vissuto da tutti i ragazzi, sia da chi ne ha molti sia da chi nonne ha affatto: il primo pensa solo a come spenderli, il secondo invece perde la testaper non spenderne.* Non che riceva una paga da fame, ma il fatto è che non miaccorgo neppure di riceverla, voglio dire, cioè, che non mi dura nulla, che spesso l’hogià spesa prima di averla: in pratica ho le mani bucate e i miei finiscono col lamen-tarsi per il fatto che sono sempre al verde.

(Francesco S., La condizione giovanile, Clio, adatt.)

* Io appartengo irrimediabilmente a questa seconda categoria.

Analogamente prova a leggere.

Amo la lettura al punto che, quando ho un libro fra le mani, dimentico dove sono.*Mia sorella continua a dirmi che non concepisce come io possa lasciar sempre perdereogni occasione di uscire in compagnia.

Ti rendi conto che manca qualcosa? Manca infatti un’informazione non esplicitata (nel punto conl’asterisco) ma importante, per fare capire il testo:

* In quei momenti sono talmente felice e rilassata che rinuncio volontariamente adogni altro passatempo o invito da parte degli amici.

Hai capito, in questo modo, che se non espliciti le informazioni indispensabili, rischi di rendereil tuo testo poco comprensibile.

Educazione linguistica

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Prova tu a ricostruire, nellaseguente porzione di testo, il ccoollllee--ggaammeennttoo llooggiiccoo che permette di dareccooeerreennzzaa agli argomenti accostati inmodo inopportuno (comunemente sidice “saltare di palo in frasca”).

CONNESSO

Spesso di pomeriggio, al ritorno da scuola, trovo unatorta o un altro dolce preparato dalla mamma per noifratelli. Mia sorella, che arrivava anche lei in quelmomento, ha commentato: − Di sicuro qui è passatoquell’avvoltoio di Luca! −

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1) Alla televisione è cominciato il film e io vado a leggerein poltrona.2) Luigi, che aveva studiato poco, è stato brillante nell’in-terrogazione.3) Era caduta molta neve: le auto circolavano velocementesulla strada.4) Il verde è il mio colore preferito: oggi ho comprato unpullover rosso.5) Luisa abita all’ultimo piano del palazzo, tuttavia per sali-re non usa mai l’ascensore.6) È un ristorante economico, però noi ne sceglieremo unaltro per la cena con gli amici.7) Ogni anno trascorro le vacanze dagli zii in montagna maquest’anno andrò al mare.8) Dopo una giornata faticosa la mamma è riposata lostesso.

L’INVENZIONE DELLA STAMPA

Uno dei fattori che contribuirono ad ampliare la rivoluzio-ne culturale del XVI secolo fu l’invenzione della stampa.La stampa veniva talvolta usata per riprodurre delle imma-gini che, scolpite su tavolette di legno e bagnate di inchio-stro, erano impresse sulla carta. Intorno alla metà del XVsecolo, il tedesco Giovanni Gutenberg costruì dei caratterimobili, incidendo su pezzi di legno le singole lettere, con lequali si potevano comporre le parole e le pagine. Il primolibro, una Bibbia in latino, fu stampato da Gutenberg aMagonza nel 1457.In Italia, l’arte tipografica ebbe un illustre rappresentante,Aldo Manuzio che svolse intensamente la sua attività aVenezia, rendendosi famoso anche per l’eleganza deicaratteri usati e per il finissimo gusto delle sue edizioni(edizioni aldine).

(R. Villari, Storia Medievale)

Nel seguente esercizioindica qquuaallee ppoossssiibbiillee iinnffoorrmmaa--zziioonnee mmaannccaa per poter renderelogica la frase.Es.: Luca aveva fame ma nonmangiò nulla.

Forse si sottintende che i cibinon erano di suo gradimento.

Reinserisci nel testo, dovelo ritieni opportuno, le espres-sioni che sono state tolte e cheservono a completarlo iinn mmooddoollooggiiccoo.

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− Prima di questa scoperta i libri venivano riprodottimediante la trascrizione a mano, fatta da copisti specializ-zati (amanuensi), in pochissimi esemplari.

− Ad esso seguirono, accanto ai testi religiosi, moltissimeopere di cultura profana.

− Ebbe inizio così la tipografia.

− Poco dopo al legno fu sostituito il metallo.

1) Meno male! Stamattina posso dormire fino a tardi.2) Sei di nuovo a dieta?3) Giovanni e Paola sono tornati ieri.4) Vieni tu oggi a casa mia?5) Vado a ritirare l’auto dal meccanico.6) Questa volta lo spettacolo non mi è piaciuto.7) Finalmente il sole!8) Questo mese la bolletta del telefono è salata.9) Gli analfabeti ormai sono in percentuale minima.10) I vetri sono già sporchi.

Spiega in ognuna delleseguenti affermazioni quale èl’iinnffoorrmmaazziioonnee ssoottttiinntteessaa che sipresuppone venga colta dal-l’interlocutore-lettore integran-do così la ccooeerreennzzaa del testo.

Es.: Finalmente i miei mihanno dato il permesso diuscire! (È sottinteso che ilragazzo che parla ha dei geni-tori che finora gli hanno negatotale permesso).

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Coerenza e coesione1

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Il testo deve essere:

Il testo non deve contenere digressioni frequenti o ampie, informazioni inutili, che inter-rompono il filo del discorso.

Leggendo il testo sotto riportato ti renderai conto che due inutili digressioni spezzano latrama narrativa.

Sono sola in casa in questa triste giornata di primo autunno, alle presecon un impossibile problema di geometria.Devo calcolare l’area della superficie di una sfera il cui volume è tri-plo di quello di un cono circolare retto di cui viene data la superficietotale e quella laterale corrispondente a 5/3 dell’area del cerchio base.Ad un certo punto mi accorgo che la stanza si è fatta buia e chegrosse gocce di pioggia iniziano a ticchettare contro i vetri. Il cieloè plumbeo, enormi nuvole si accavallano minacciose e si sta anchealzando un vento violento. Con una certa apprensione mi accingo achiudere le persiane; infatti ho il terrore dei temporali. Anche l’altranotte mi sono svegliata mentre tuoni, lampi e fulmini si scatenava-no. Prima mi sono raggomitolata sul letto con le orecchie tappate,poi, siccome vedevo ugualmente filtrare dalla finestra quei baglioriimprovvisi, mi sono rifugiata nel corridoio buio del reparto nottedove, dopo aver chiuso ogni porta di accesso, mi sono acciambella-ta su un pouf. In questo modo avevo l’impressione di essere lonta-na o più isolata dal pericolo.Intanto, al primo violento boato, chiudo veloce le persiane e mi ritro-vo a sperare che qualcuno dei miei torni presto a casa.

NON DISPERSIVO

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Il testo deve essere:

Il testo non è coerente anche quando facciamo, in parte o completamente, scelte linguistichenon adeguate o non in sintonia col contesto. Ad esempio utilizzare un registro alto in unasituazione informale o viceversa.

La mamma al proprio figlio non dirà “Vieni, ti devo somministrare l’antibiotico prescritto dal medico”,ma userà un linguaggio più semplice: “Vieni che ti do l’antibiotico”.

Oppure in un testo di scienze non verrà utilizzato un linguaggio sciatto del genere:

L’uscita del fumo dal camino delle fabbriche, quando si mescola alla pioggia, diventa unmiscuglio acido che cade sugli alberi e sulla terra dalla quale loro prendono le sostanze.

Le emissioni dei vapori industriali, combinandosi con la pioggia, si riversano sotto forma di acidimicidiali sugli alberi e nel suolo da cui essi traggono il loro nutrimento.

N.B. È chiaro che l’uniformità di stile e di registro è a maggior ragione richiesta nei testi da com-pletare, da ampliare, da modificare, dove un tuo intervento deve essere in sintonia con quanto giàprodotto da altri.

UNIFORME (NELLO STILE/REGISTRO LINGUISTICO)

È l’ora del pranzo. Noi torniamo in casa, ormai soffocatedalla calura.Bea mi dice: “La passeggiata la continueremo nel pomeriggio”.Quando siedo a tavola conosco altri familiari: i suoi figliolet-ti, Max, Santina, Loredana, il marito Emiliano, i nonni mater-ni, Ernesto e Ida. Una famiglia numerosa, a differenza dellamia, formata solo da figlia, moglie e marito.Iniziamo a mangiare.Io mi stupisco molto perché la cuoca (Bea) fa piatti talmenteabbondanti che dopo il primo mi è impossibile assaggiarealtre pietanze. Infatti seguono un arrosto di maiale cotto nellatte con contorno di patate al forno con aglio e rosmarino;un enorme vassoio colmo di pollo alla cacciatora con verdu-re miste; due crostate con marmellata di amarene ed albicoc-che; una macedonia di frutta fresca.A fine pranzo mi dirigo nella camera per fare il riposinopomeridiano. Il tempo passa, mi sveglio, mi alzo, e con gliocchi ancora appesantiti scendo.

In questo testo, che è statostralciato dalla produzione diun’alunna, elimina le iinnffoorrmmaa--zziioonnii iinnuuttiillii oo ssuuppeerrfflluuee.

MA

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1) Se il centrocampista non era in buone condizioni e hagiocato quasi da perno cercando assist e qualche spunto, gliavversari non gli hanno risparmiato colpi e una marcaturaasfissiante.2) La squadra ha ritrovato se stessa e l’ha dimostratorimontando il risultato contro l’avversario campioned’Europa. Addirittura nel secondo tempo è andata vicina alraddoppio.3) Una vittoria meritata frutto di un’attenta disposizionetattica.4) Il raddoppio non è arrivato e i padroni di casa hannoavuto la meglio.5) ... calcia un rasoterra che costringe il portiere di casa adeviare con i piedi.6) I rossoneri hanno tenuto costantemente sotto pressinggli avversari giocando molto sul filo del fuorigioco.

Bardato da classico cercatore di funghi, sono tornato pergiorni nei boschi di faggio e castagno, aggirandomi conpatetica ostinazione nel secco più totale di una estate pre-coce e lunga, avara di pioggia...

Calzavo stivali di gomma...

Il cestello di vimini era quello regolamentare suggeritodagli esperti...

Ad ogni avvistamento di foglie appena sollevate da terra, ilbastone puntualmente indagava facendo affiorare o un ric-cio di castagna dell’autunno passato o un grumo di altrefoglie più vecchie e più secche...

Ma, il terriccio scuro non ha concesso nulla, nemmenouna muffa, un presagio, una speranza di fungo. Ah! sepiovesse...

Ieri, ammantato di un buio improvviso, annunciato dall’ariapiù fresca e da nubi basse e compatte, un bel temporale èarrivato portando con sé promesse di nuovi profumi nei

Nelle frasi proposte a fian-co sottolinea le ppaarroollee tipichedel lliinngguuaaggggiioo ssppoorrttiivvoo.

Amplia il testo nei punti cheritieni più opportuni, rispettandoil rreeggiissttrroo lliinngguuiissttiiccoo utilizzato.

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Educazione linguistica

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Continua il testo proposto afianco, inserendo dei dialoghiadeguati alla situazione, ai per-sonaggi e all’ipotetica vicenda.

Sono state sottolineate alcu-ne ppaarroollee--ssppiiaa da cui puoi trar-re elementi ed informazioni perricostruire tempo, luogo e rap-porti fra i personaggi.

boschi... Le crepe del terreno, dopo una lunga bevuta, sisono richiuse. I pini gocciolavano, più verdi e brillanti.Volevo essere il primo. Mi sono bardato di nuovo e riecco-mi nel bosco a cercare i posti migliori che la memoria miindica, puntuale...Le pedule affondano in un tappeto soffice e silenzioso. Lapioggia ha raggiunto e inturgidito ogni angolo più nasco-sto. Tutto sta riprendendo vita e colore.

(C. Ghermandi, adatt.)

Oltrepassato il cancello e i cespugli, apparve la sagoma diuna casa; scura, bassa, lunga: ma la luce che mi guidava erascomparsa. Tutto era buio. Gli abitanti si erano forse ritira-ti nelle loro stanze per coricarsi? Temevo fosse così. Nelcercare la porta, voltai un angolo: ecco di nuovo balzarefuori la luce amica, dai vetri di una finestra a grata, moltopiccola, a meno di mezzo metro dal terreno, resa ancorapiù piccola dalle foglie di edera, o di un’altra pianta rampi-cante, che coprivano fittamente il muro della casa. La fine-stra era così riparata e stretta che doveva essere parso inu-tile l’uso di tende o persiane; e quando mi chinai e scostai irami del rampicante che la coprivano, potei vedere tuttoall’interno. Vidi una stanza con il pavimento di legno, tira-to a lucido, una credenza di noce, con piatti di peltro alli-neati regolarmente, che riflettevano il rosso bagliore di unfuoco di torba; vidi un orologio, un tavolo di legno bianco,sedie. La candela, i cui raggi mi avevano guidato, ardeva sultavolo; alla sua luce, una donna anziana, d’aspetto rozzo,ma scrupolosamente pulita come tutto quello che la circon-dava, faceva la calza.Osservai superficialmente quella scena, che non aveva nulladi straordinario. Un gruppo più interessante sedeva accan-to al fuoco, nel roseo, quieto calore del camino. Due donnegiovani e graziose – due vere signore sotto ogni punto divista – sedevano, una su una sedia a dondolo, l’altra su unosgabello; entrambe vestivano in lutto stretto, e gli abiti nerifacevano risaltare il collo e il viso luminoso: un grossopointer appoggiava la testa massiccia sulle ginocchia di unadelle ragazze – in grembo all’altra posava un gatto nero.

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La povera cucina era uno strano sfondo per le due ragaz-ze: chi potevano essere? Non le figlie della donna anziana,che aveva l’aspetto di una contadina, mentre loro eranotutte delicatezza ed eleganza. Non avevo mai visto visicome i loro: pure, mentre li guardavo, mi pareva di cono-scerne ogni lineamento. Non potrei dirle belle; erano trop-po pallide e gravi per esserlo; chine su un libro, eranotanto pensose da sembrare severe. Su un leggio in mezzoa loro si trovavano una seconda candela e due grossi volu-mi, che spesso consultavano, confrontandoli, sembrava,con i libri che tenevano in mano, come chi consulti undizionario per aiutarsi in una traduzione. La scena erasilenziosa come se le donne fossero state soltanto ombre,e la stanza illuminata dal fuoco un quadro: il silenzio eratale, che sentivo la cenere cadere dalla griglia e il tic-tacdell’orologio nel suo angolo remoto; mi sembrava di potersentire persino il ticchettio dei ferri da calza della donnaanziana. Dunque, quando infine una voce ruppe il silenzio,la sentii con chiarezza.

(C. Brontë, Jane Eyre, Mondadori)

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Educazione linguistica

La coesione

2UUNNIITTÀÀ

LLAA CCOOEESSIIOONNEE

• Aspetti caratteristici di un testo coeso

(con proposte operative)− Ordine nella collocazione delle parole

− Accordi morfosintattici

− Sostituenti lessicali

− Connettivi

♦♦ OOBBIIEETTTTIIVVII DDEELL PPEERRCCOORRSSOO

SSoommmmaarriioo

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Coerenza e coesione1

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Un testo è COESO quando presenta:

LEGAMI DI FORMA CREATI DA

ordine nella collocazione delle parole

accordi morfosintattici

sostituenti lessicali

connettivi

sinonimi

iperonimi

iponimi

perifrasi ellissi

anafore (pronomipersonali, possessivi e aggettivi)

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I SOFFIONI

I soffioni che si trova nei prati e nei campi sono gradevoli da mangiare.In primavera, in diversi paesi c’è l’abitudine di mangiare le foglie del soffioneancora tenere. C’è chi le fanno bollire e poi li mangiano con sale e pepe, e chiinvece li mangiano crude in insalata. Le foglie del soffione di cui si mangiano inprimavera si chiamano familiarmente “cicoria” o “insalata matta”. I soffionihanno oppure anche un altro nome. Il bordo frastagliato della foglia del soffio-ne ricorda un po’ una chiostra di denti acuminati ed è forse questo il motivo percui c’è chi chiamano questa pianta “dente di leone”.

Dopo aver letto il brano ti sarai accorto che sono presenti degli errori che tuttavia non impedisco-no la comprensione del testo e non ne alterano la coerenza tematica.

Se vogliamo però renderlo coeso, dovremo intervenire soprattutto sulle concordanze o accordimorfologici errati, sulle ripetizioni, sugli errori di collegamento.

Osserva le sottolineature.

I soffioni che si trova nei prati e nei campi sono gradevoli da mangiare.In primavera, in diversi paesi c’è l’abitudine di mangiare le foglie del soffioneancora tenere. C’è chi le fanno bollire e poi li mangiano con sale e pepe, e chiinvece li mangiano crude in insalata. Le foglie del soffione di cui si mangiano inprimavera si chiamano familiarmente “cicoria” o “insalata matta”. I soffionihanno oppure anche un altro nome. Il bordo frastagliato della foglia del soffio-ne ricorda un po’ una chiostra di denti acuminati ed è forse questo il motivo percui c’è chi chiamano questa pianta “dente di leone”.

Ad ogni differente sottolineatura corrisponde un diverso tipo di errore di coesione:concordanza morfologica errataripetizioneerrore di collegamento

Ecco ora il testo corretto.

I soffioni che si trovano nei prati e nei campi sono gradevoli da mangiare.In primavera, in diversi paesi c’è l’abitudine di mangiarne le foglie ancora tene-re. C’è chi le fa bollire e poi le mangia con sale e pepe, e chi invece le mangiacrude in insalata. Le sue foglie, che si mangiano in primavera, si chiamano disolito familiarmente “cicoria” o “insalata matta”.I soffioni hanno però anche un altro nome. Il bordo frastagliato della fogliaricorda un po’ una chiostra di denti acuminati ed è forse questo il motivo per cuic’è chi chiama questa pianta “dente di leone”.

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ESEMPIO DI COESIONE TESTUALE

Leggi.

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Coerenza e coesione1

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Ora il nostro testo è coeso, vale a dire che è rispettata la coesione interna, in quanto le parti chelo compongono sono legate correttamente tra loro da legami grammaticali che riguardano:

che devono concordare correttamente (genere, numero, persona) con l’elemento a cui si riferiscono.

Es.: I soffioni che si trova = I soffioni che si trovano

costituiti da congiunzioni, locuzioni, avverbi, pronomi, preposizioni che collegano le varie partidella frase o interi blocchi di testo e danno unità all’espressione che si trasforma in un tessuto orga-nico, cioè in un testo.

Es.: Le foglie del soffione di cui si mangiano in primavera si chiamano... = Le foglie del soffione che si mangianoin primavera si chiamano...

di nomi e termini per cercare di rendere il testo meno pesante (con sinonimi, iperonimi, iponimi,perifrasi, pronomi ecc.).

Es.: C’è l’abitudine di mangiare le foglie del soffione = C’è l’abitudine di mangiarne le foglie...

di termini per ottenere una maggiore espressività, per creare effetti di parallelismo lessicale, per fis-sare l’attenzione del lettore su determinate parole o concetti...

Es.: C’è chi le mangia... c’è chi le mangia...

eliminazione di alcuni riferimenti (nome, verbo, frase...) che il lettore è in grado di immaginare, perrendere il testo più agile.

Es.: Il bordo frastagliato della foglia del soffione... = Il bordo frastagliato della foglia...

Non è infatti necessario lasciare la specificazione del soffione, ma si può omettere, perché èchiaro che si sta parlando di questa pianta.

ACCORDI di articoli, aggettivi, pronomi, verbi

CONNETTIVI (o nessi testuali o legami o agganci)

SOSTITUZIONE

RIPETIZIONE VOLUTA

ELLISSI

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Ricorda che nella frase deve essere presente un certo ordine, soprattutto per evitare spiacevoli oimbarazzanti o buffi equivoci. Ad esempio se dico “La mamma ha messo la torta nel forno di cioccolato”rischio di far credere che la mamma abbia in casa un forno squisito che, però, si scioglierà appenaverrà acceso, perché è fatto di cioccolato.

È perciò buona norma unire il complemento (in genere) di specificazione o materia al sog-getto da cui dipende.

Così se dico “La visita al bambino del dottore” la frase può essere fraintesa se io intendo dire che ilbambino è stato visitato dal dottore; così come è ordinata può infatti far pensare che il figlio deldottore abbia ricevuto una visita.

Così la frase “Le iniziative contro l’inquinamento dell’assessore” fa pensare che l’assessore sia un tipoinquinato.

Nel collocare in ordine le parole, ricorda che devi anche accordare sempre i significati fra loroin modo logico, pertanto non ti sarà possibile dire ad esempio:

né potrai unire

Solo in certi casi, utilizzando particolari metafore, potrai unire due termini in apparente dissidiofar loro per creare immagini di una certa suggestione. In questo caso potrai utilizzare:

per indicare l’uniformità, la compattezza, il grigiore in un cielo piatto.

Ricorda inoltre che a una disposizione diversa delle parole corrisponde anche una sfumatu-ra differente di significato.

Es.:Questo cane è il mio (Ho davanti un certo cane che mi appartiene)Il mio cane è questo (Indico l’animale di mia proprietà fra altri cani)Questo è il mio cane (Voglio attirare l’attenzione sull’animale che ho vicino e che è mio)

ORDINE NELLA COLLOCAZIONE DELLE PAROLE

vestito intonacatoMA

muro intonacato

parole pelateMA

patate pelate

cielointonacato

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Coerenza e coesione1

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A me piacciono le paste con la crema.Le paste con la crema mi piacciono!Le paste con la crema piacciono a me.

L’estate è davvero cominciata.È cominciata davvero, l’estate.L’estate è cominciata davvero!

1) Il budino mangiava il bambino dalla mamma fatto.2) Che stavi male ieri ci Paolo ha avvertiti.3) La tavola è tutta accesa la televisione è fuori casa invece lafamigliola è apparecchiata.4) Se ti devo ringraziare mi sono salvato di cuore.5) Le città d’arte vengono in Italia per visitare molti stranieri.6) Vorrei che è urgente prima di cena questo completarelavoro.7) Il gatto di velluto dorme sul cuscino.8) Il vigile mi ha fatto una multa che passava in quel momento.

LA TARTARUGA

Un giorno ero andato a caccia con Milton. Nei paraggi delbosco Milton incominciò a cercare: tese la corda, drizzò leorecchie e si mise ad annusare. Io preparai il fucile e le andaidietro. Pensavo che batteva la traccia di un fagiano o di unalepre. Ma Milton non s’addentrò nel bosco; s’inoltrava sempreallo scoperto. D’improvviso scorsi la cosa che andava in cerca.C’era dinnanzi a lui una grossa tartaruga della grandezza di uncappello. La testa nuda e grigia, in cima al lungo collo, le stavatesa all’infuori, le zampe annaspavano ben divaricati; la groppaera coperto per intero dalla corazza. Quando la tartaruga avvi-stò il cane, nascose le zampe e la testa e s’appiattò in mezzoall’erba, in modo che non si vedeva più nient’altro che il guscio.Milton la afferrò e si mise a rosicchiarla tutta intorno, ma non

Prova tu ora a spiegare laddiiffffeerreennzzaa ddii ssiiggnniiffiiccaattoo dellefrasi a fianco in cui l’ordinedelle parole è stato modificato.

RRiioorrddiinnaa le parole dellefrasi, in modo da ottenereun’espressione sensata.

Correggi ggllii eerrrroorrii ddii ccoonn--ccoorrddaannzzaa.

ACCORDI MORFOSINTATTICI

All’interno di un testo esistono legami morfologici (concordanze) e sintattici (rispetto dei tempiverbali) che permettono di creare rapporti di coesione sia in una singola frase, sia in più frasi tra loro.

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riusciva ad addentarla giacché la tartaruga hanno una corazzaanche sul ventre, né più né meno che sulla groppa. Soltantodinnanzi, di dietro e ai due fianchi, la corazza aveva delleaperture, che passano la testa, le zampe e la coda.Gettai la tartaruga fra l’erba e proseguii per la mia strada, maMilton non volle lasciarlo là e mi venne dietro portandola trai denti. Improvvisamente Milton guaì e la lascia cadere interra. La tartaruga, standole sospesa tra i denti, aveva tiratofuori una zampa e le aveva graffiato la bocca. Il cane ne futanto irritato che ruppe ad abbaiare, la afferrò di nuovo eriprese a portarla in bocca dietro a me. Io le ordinai di nuovodi lasciarla, ma Milton non mi obbediva. Allora gli strappai latartaruga e la gettai lontano. Ma il cane non la lasciò così. Conle zampe, in fretta in fretta, si mise a scavare accanto a lui unabuca. E quando l’ebbe scavata, con le zampe ci ruzzolaronodentro la tartaruga e la seppellì sotto terra.

(L. Tolstoj, adatt.)

Torino, 20 ottobre 20..

Gianna carissima,grazie della meravigliosa serata. Se penso all’altra

sera, posso dire di non aver trascorso da tempo ore tanto pia-cevoli. Anche i tuoi amici sono persone gradevolissime espero proprio di aver nuovamente occasioni di incontrarli,questa volta magari a casa mia. Ancora complimenti, per lariuscita serata, a te, perfetta padrona di casa.

Marta

Milano, 25 febbraio 20..

Serena,è inutile che ti spieghi quanto mi dispiace quello che è acca-

duto ieri. Immagino che anche tu stia ripensando alle paroledette e sinceramente, per parte mia, devo confessarti chesono qui a chiederti scusa. Purtroppo ho agito sconsiderata-mente e ho parlato in modo altrettanto criticabile.Ti chiedo ancora una volta di scusarmi, sperando che quelloche è successo non incrini i nostri rapporti.

Con amicizia

Paola

Riscrivi le lettere propostea fianco, sostituendo il TTUU conil pronome di cortesia LLEEII etutte le sue forme (la, le, ecc.)adattando conseguentementeanche gli altri elementi deltesto (verbi, aggettivi...).

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P.S. Spero di rincontrarti presto per chiarire, se vuoi, ilmalinteso.

Un pomeriggio di settembre Luca, mentre attraversava unripiano abitato dalle marmotte, (1) .................. venire dal cieloalcuni acutissimi gridi. Guardò in su e (2) .............. due aquile.Le marmotte, che (3) .................. godendosi gli ultimi raggiprima di chiudersi in letargo, fischiarono l’allarme aereo,come sempre (4) .................. fare in questi casi. Le più pruden-ti sparirono sottoterra. Ma alcune curiose, non ritenendoimminente il pericolo, si attardarono davanti all’uscio di casapronte a balzarvi dentro in extremis.“Come (5) ................... stupide quelle aquile” pensò Luca “colbaccano che fanno, non possono certo sperare di pigliare lemarmotte di sorpresa”. Di lì a poco uno dei due rapaci, conun’improvvisa virata di bordo, (6) .................., l’altro restò a vol-teggiare e a roteare sopra il ripiano, quasi volesse dare unospettacolo di volo alle marmotte che erano rimaste fuori a spia-re, il naso rivolto all’insù. Questo gioco durò alcuni minuti.D’improvviso, rasoterra, contro vento, senza sollevare un sof-fio, l’altra aquila (7) .................. in scena sfrecciando dalla dire-zione opposta a quella in cui le marmotte osservavano lo spet-tacolo acrobatico della compagna. (8) ................... un’appari-zione fulminea.L’aquila afferrò una marmotta alle spalle prima che (9).................. il tempo di rifugiarsi nella tana, e poi, tenutala negliartigli, prese il volo verso i monti insieme con la consocia.

(A. Todisco, Animali addio, SEI)

1) udiva, udì, ha udito2) vidè, vide, ha visto3) stavano, stettero, sono state4) sogliono, solevano, erano solite5) erano, furono, sono6) si allontanava, si era allontanato, si allontanò7) rientrava, rientrò, rientra8) fu, è stata, era9) aveva, avesse, ebbe

Coerenza e coesione1

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Scegli la ffoorrmmaa vveerrbbaalleeccoorrrreettttaa fra le tre che ti vengo-no proposte.

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Fu la Memi a dare l’allarme. “Ma cos’ha la Chica? Sta male!”.Ci precipitammo fuori dalla porta. Il cane camminava a zigzag, perdeva continuamente l’equilibrio, assolutamente inca-pace di seguire un percorso rettilineo: teneva la testa piegata,a tratti si bloccava per vomitare.Ancora una volta la mia prima reazione fu da beota: “Macos’è, ti è entrato qualcosa in un orecchio? Fa’ vedere”.Sì, oddio, mi aggrappavo a un’ipotesi di labirintite causata daun corpo estraneo, il che avrebbe giustificato anche la posi-zione straziantemente innaturale della testa, ma restava daspiegare il vomito.Mi allontanavo e “Vieni qui”, le dicevo. Lei ci provava, ma lasua camminata era incerta. Continuava a scartare e a perderel’equilibrio.“Torniamo a casa. Bisogna farla visitare subito”, disse Myrtis.Partimmo col cuore in gola, io, Lucia e la Chica sull’autogrande, Myrtis e Memi su quella piccola con Nerone, checome se avesse captato l’emergenza non si era dato alla mac-chia come spesso faceva, sia a Ponte Merlo sia a San Felice,mandandoci a pallino gli orari programmati.Sdraiata in macchina, la Chica si era assopita, ma ne avverti-vo l’affannoso respiro. Di solito, tranne quando sognava, eallora emetteva complicate sinfonie di suoni a volte tantodisperati da indurci a svegliarla, di solito dicevo la Chica avevaun respiro appena percettibile, anche nel sonno, mantenendoquel suo modo così soft di avvicinarsi in punta di piedi a ognifatto della vita, preoccupata di non dare disturbo.Ne avvertivo il respiro. Non ricordavo niente di simile.“Io vado avanti”, avevo detto a Myrtis. “Vado dritto dai vete-rinari, tu guida pure con calma”.

(S. Carretto, Vita da cani con tre gatti, Rizzoli)

IL LIBRO

Andavo già a scuola da qualche mese, quando accadevaqualcosa di importante che influenzava tutta la mia succes-siva esistenza.Mio padre mi portò un libro. M’accompagnò da solo nellastanza sul retro dove dormivano noi bambini e me lo spiega-va. Era le “Mille e una notte” in un’edizione adatta alla miaetà. Il papà mi parlò in tono molto serio e incoraggiante e midisse quanto sarebbe bello leggere quel libro. Lui stesso mi

Trasponi la vicenda altteemmppoo pprreesseennttee, modificando,dove lo ritieni opportuno, leforme verbali.

Decidi se i vveerrbbii ssoottttoollii--nneeaattii sono corretti o scorretti.

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lesse ad alta voce una storia: altrettanto belle sarebbero statetutte le altre. Dovevo cercare di leggerle da solo e poi la seraraccontargliele. Quando avevo finito quel libro, me ne avreb-be portato un altro.Non me lo feci ripetere due volte e sebbene a scuola avevoappena finito di imparare a leggere, mi gettai subito su quellibro meraviglioso e ogni sera avevo qualcosa da raccontargli.Lui mantenne la promessa, ogni volta c’era un libro nuovo,così che non ho mai dovuto interrompere, neppure per un solgiorno, le mie letture.Quasi tutto ciò di cui più tardi si è arricchita la mia vita fu giàcontenuto in quei libri che io leggo per amore di mio padre,nel mio settimo anno di vita.

(E. Canetti, La lingua salvata, Adelphi, riduz. e adatt.)

LA STILOGRAFICA

La mia stilografica fu sempre per me un prezioso possesso:l’apprezzavo molto, soprattutto per la sua grossa punta, per-ché io so scrivere bene soltanto se il pennino della stilografi-ca ha la punta grossa. La mia penna ha una vita assai lunga einteressante, che ora ti racconterò in breve.Quando compivo nove anni, essa mi arrivò avvolta di ovattain un pacchettino, come “campione senza valore”, daAquisgrana, dove abitò la nonna, la buona donatrice. Ero aletto con l’influenza, mentre il vento di febbraio ha soffiatoattorno alla casa. La gloriosa penna era in un astuccio di cuoiorosso e fu subito mostrata a tutte le amiche. Io, Anna Frank,fiera proprietaria di una penna stilografica.Quando ebbi dieci anni, poté portare la penna a scuola e lasignorina mi permise di servirmene per scrivere.

Nel testo sottoriportato sono stati sottolineati dei verbicorretti insieme ad altri scorretti sia per il modo, il tempo ela persona.

Nel quadratino a lato scrivi CC se il verbo è usato corret-tamente, SS se è sbagliato. Intervieni poi, modificando, quando la forma è errata.

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Quando ebbi undici anni, dovrò riporre il mio tesoro, perchéla signorina della sesta classe non ammise che penna e cala-maio. Quando ne compii dodici e andai al Liceo ebraico, lamia stilografica si ebbe per maggior onore un nuovo astuccioin cui c’era posto anche per una matita e per di più munito dichiusura lampo. A tredici me la porto nell’alloggio segreto,dove percorre con me innumeri pagine del diario. Oggi sonoarrivata a quattordici, ed è l’ultimo anno che la mia pennapassò con me...Fu un venerdì pomeriggio dopo le cinque: io venni dalla miacameretta e volevo andarmi a sedere al tavolino per scrivere,ma fui rudemente spinta da parte e dovemmo cedere il postoa Margot e al babbo che volevano fare i loro esercizi di lati-no. La stilografica rimase inutilizzata sul tavolo, mentre la suaproprietaria si accontentò sospirando di un angolino del tavo-lo e si mise a strofinare fagioli. “Strofinare fagioli” qui signi-fica ripulire i fagioli ammuffiti.

(Anna Frank, Il diario di A. Frank, Einaudi)

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In un testo per favorire la coesione, ma evitare le ripetizioni, possiamo usare termini che ne sosti-tuiscono altri in forma di:

(ad esempio, la parola riso può essere sostituita da)IPERONIMI • cereale, piantaIPONIMI • chicchiSINONIMI • (per riso non c’è un termine del tutto equivalente)PERIFRASI piacevole alimentoPRONOMI esso, loAGGETTIVI suoELLISSI •• Iperonimi = parole di significato più ampio• Iponimi = parole di significato più ristretto• Sinonimi = parole di significato equivalente

Es.: mais = granturcofrumento = granoanguria = cocomero (la differenza dell’uso sta nella diversa zona geografica)gloria = lustro (quest’ultimo è termine più letterario)

Termini come pane, mano, erba, miele ecc. non trovano, però, un loro corrispondente di identicosignificato.

• Perifrasi = gruppo di parole per sostituirne, col medesimo significato, una sola.• Ellissi = omissione di una o più parole, che si possono intuire dal contesto. È frequente l’ellis-

si del soggetto o del verbo.

iperonimoFagiolo è iponimo di legume

sinonimo

iperonimoPecora è iponimo di ovino

sinonimo

iperonimoMicio è iponimo di gatto

sinonimo

iperonimoPalazzo è iponimo di abitazione

sinonimo

Barra la casella appro-priata.

I SOSTITUENTI LESSICALI

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iperonimoCimitero è iponimo di camposanto

sinonimo

iperonimoRosa è iponimo di fiore

sinonimo

iperonimoVolatile è iponimo di uccello

sinonimo

Leggi il brano seguente.

Fra tutti i cereali il riso, assai più del frumento, è quello chevanta le più antiche tradizioni di colture. In Italia la sua col-tivazione trova le prime documentazioni nel 1400.L’infiorescenza di questa pianta ricorda una pannocchia chesostiene frutti in numero variabile tra i 100 e i 200 grani.Quando, in autunno, il prodotto è raccolto, essiccato ed imma-gazzinato, il frutto resta ricoperto dai rivestimenti del fiore chene proteggono il contenuto da contaminazioni esterne.Prima della raffinazione il cereale ha un colore grigiastro, madopo il processo di sbiancatura il riso diventa brillante. I bian-chi chicchi, a questo punto, sono pronti per essere consuma-ti; li utilizzeremo per antipasti, minestre, dolci.

(in opuscolo “Riseria Ferron”)

Costruisci ora delle ppeerriiffrraassii per sostituire in un eventuale testo le seguenti parole:NEVE / BOSCO / FIUME / ARANCIATA / NONNA

Per aiutarti puoi utilizzare, in modo sintetico, la definizione del termine data dal dizionario.

Ora sottolinea nel testo epoi suddividi, per ccaatteeggoorriiee, leppaarroollee che servono ad evitarerriippeettiizziioonnii.

SINONIMI

iperonimi iponimi perifrasi pronomi aggettivi

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Abituati a considerare il riso una semplice alternativa al piat-to di pasta, ci dimentichiamo spesso un particolare importan-te: il riso presenta, dal punto di vista biologico-nutritivo, uninteresse superiore a quello di altri cereali.Le proteine del riso hanno un potere costruttivo superiore aquello delle proteine del frumento. L’amido contenuto nelriso risulta più digeribile di quello contenuto negli altri cerea-li. Un altro vantaggio del riso è quello di essere totalmenteprivo di cellulosa. La povertà di cloruro di sodio e di grassirende il riso indicato nell’alimentazione di diabetici, ipertesi,malati di cuore.L’aggiunta al riso di condimenti quali uova, pesce, verdure,burro, dadi di carne, permette la preparazione di piatti bencalibrati dal punto di vista dietetico.

(op. cit.)

1) Luigi era in giardinosono andato da Luigiho saputo del suo arrivo

2) ho rivisto ieri quella ragazzaero al mareho incontrato una ragazzapasseggiavo sulla spiaggia

3) il supermercato è già chiusoesco a comperare la mozzarellavoglio preparare la pizzaè piuttosto tardi

4) ho letto un libro giallosono andato in libreriaho scelto un libro gialloil libro mi è piaciuto

5) cenavoil gatto è salito sul tavoloil gatto ha rovesciato una bottigliala bottiglia ha macchiato la tovaglia

6) il tempo è bellovoglio riposarmiandrò al mare con gli amicigli amici, come me, non hanno impegni

Nel testo a fianco eliminale ripetizioni, sostituendole, aseconda dell’opportunità, conssiinnoonniimmii (iperonimi, iponimi),ppeerriiffrraassii, pprroonnoommii, aaggggeettttiivviippoosssseessssiivvii.

Collega in un unico testole frasi semplici presentate,utilizzando lleeggaammii ddii ccooeessiioo--nnee ed eliminando eventualirriippeettiizziioonnii.

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1) Diluviava. Pioveva a catinelle, a rovesci, a barili, a secchia-te. Pioveva a dirotto, tanto per intenderci, con gocce ora gros-se e pesanti, ora fitte e sottili, ma insistenti. Insomma, piove-va proprio!

2) Il gatto si acciambellò sul cuscino e si addormentò. Poi ilgatto, quando si svegliò, andò sul davanzale ad osservare ipasseri che saltellavano in cortile.

3) “La magia? La magia? Che magia?” gridò eccitatol’Imperatore.

4) Oggi non ho osato rivolgere la parola a Luigi: era di pes-simo umore. È di questo umore quando ha un brutto votoa scuola.

5) Le nostre occupazioni, i nostri divertimenti, le nostre ten-denze erano identiche; eravamo soli e coetanei.

6) Era notte. Ed era la terza notte che si trascinava in giro perla città.

7) Era una perdita di tempo che ci feriva e continua a ferirci.

8) La lettera è arrivata in poco tempo. Chi ha spedito la lette-ra deve averla imbucata poco prima della levata del mattino.

Individua quando la rriippeettii--zziioonnee è un eerrrroorree e quandoinvece è vvoolluuttaa. In quest’ulti-mo caso, cerca di spiegareperché chi scrive ha scelto diutilizzare tale artificio.

Nel testo riprodotto a fian-co sono sottolineate alcuneaannaaffoorree e sono evidenziate leparole che sostituisconorispettivamente. Continua tul’esercizio.

I pronomi funzionano come anafore, cioè sostituiscono nomi o espressioni, di solito, già nomi-nati prima (però possono anche anticipare parole che verranno nominate in seguito: catafore).In entrambi i casi servono a dare “coesione” al testo.

La caverna degli antenati

L’interno della grotta era scarsamente illuminato dalla pocapocaluceluce che entrava di fuori, ma nonostante l’oscurità capii cheeravamo in un antro con parpareti molto alteeti molto alte che si riuniva-no a volta. In lontananza, si scorgeva unun’altr’altra aa aperper turturaa, equando vi giungemmo un nun nuouovvo antro antroo più grande delprimo ci* accolse con un raggio di luce. La luce era quella delsolesole che entrava da una frastagliata apertura della volta.Vedendo il sole che raggiava e le ombre riflesse nelle pareti,Rontu dapprincipio abbaiò e dopo si dette a ululare. Il frastuo-no ingigantito dagli echi attraverso la caverna parve il ruggitodi tutto il branco dei cani selvatici, e ciò, più che paura, midette sgomento e un lungo brivido di freddo lungo la schiena.

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− Stai zitto... − gridai a Rontu chiudendogli a forza la boccacon le mani. Le mie parole echeggiarono nell’antro come unrimbombo. Girai la canoa per ritornare verso l’uscita e conti-nuai a remare verso l’apertura. Mi ero dimenticata però dellamarea che stava entrando, e con mia grande sorpresa trovail’uscita così stretta da non poterci più passare.* “ci” di quale parola non esplicitata nel testo è aannaaffoorraa?

1) Carlo restituisce a Mario il suo ombrello dicendogli:“Grazie, ma non l’ho usato”.

2) Gli amici non lo invitavano mai. Paolo, un ragazzo chiuso,soffriva per questo e diventava sempre più introverso.

3) Quella vicenda è stata troppo dolorosa: non riesco a par-larne senza piangere.

4) Gianni ha acquistato un abito senza provarlo.

5) Se volete parlare abbassate la voce. So che lo farete.

Segna a lato con una cro-cetta a che termini si riferiscela ppaarroollaa ssoottttoolliinneeaattaa.DI CARLO

DI MARIO

ERA CHIUSOSOFFRIVA

NON LO INVITAVANO

A MARIOA CARLOMARIO

CARLOOMBRELLO

IN QUEL LUOGOAMICIPAOLO

GIANNIABITO

PARLAREVOI

ABBASSARE LA VOCE

IOVICENDADOLORE

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IL DIARIO: ISTRUZIONI PER L’USO

La cosa più importante da fare prima dell’inizio della scuola ècomprare un diario: guai arrivare senza, il primo giorno discuola. Si può tirare benissimo avanti per anche un mese inmancanza di qualche libro (e quindi senza poter studiare), manon si può assolutamente tollerare la mancanza del diario,nemmeno durante i primi due o tre giorni di scuola.È poi d’obbligo che dalla prima lezione il famigerato volu-metto si presenti come deve apparire all’ultima: sgualcito,pieno di foto e di indirizzi. Per nessun motivo ci si deve pre-sentare a scuola con un diario men che vissuto, pulito e contutte le pagine stirate, per non fare la figura di chi, durantel’estate, non ha avuto esperienze di vario genere e non haavuto modo di conoscere tante persone che su quel diariohanno già lasciato la loro traccia.È come il tuo biglietto da visita: quando ti presenti a qualcu-no con un diario vissuto, la cosa che più facilmente viene dadire è: “Guarda quella, deve avere un gruppo di amici proprioscatenati, che hanno fatto la fila davanti alla sua porta perlasciare anche solo la loro firma su qualche pagina: magarihanno solo trovato il posto per scrivere il loro nome e segna-lare il giorno del loro compleanno”.Se invece ci si presenta a scuola con un diario palesementeappena comprato, è come se sul tuo biglietto da visita ci fossescritto: Tizia Tal dei Tali, studentessa, emarginata totale.Non esistono vie di mezzo, come non è contemplata la pos-sibilità di essere al centro dei discorsi degli altri senza portarela loro traccia sulle pagine del diario.Vietato è anche scrivere i compiti per casa sulla famigerataagenda 24 mesi (più spazio c’è meglio è): non è quello loscopo principale, i compiti si possono benissimo scrivere sulquaderno.Più è grosso e pesante il diario, più cose ci si può inserire:ricorrenti sono le fotografie di cantanti mediocri con la scrit-ta “Che gran sano!” vicino, come anche dei “divi” della tele-visione che recitano nei telefilm più seguiti del momento e

Nel testo sono state sottolineate delle parole; aallccuunnee diqueste sono aannaaffoorree, aallttrree nnoo.

Scrivi a lato, nel caso sia un’anafora, a quali aallttrree ppaarroolleeddeell tteessttoo fa riferimento la ppaarroollaa ssoottttoolliinneeaattaa.

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che vengono indicati e chiamati sempre e solo con il nome delpersonaggio che interpretano e non con il loro. Spesso non èneanche la passione che spinge ad attaccare loro fotografie,cartoline, ritagli di giornale sul diario: lo fanno tutti, non farlosignifica uscire irrimediabilmente dal sistema!Testi di canzoni sono d’obbligo: commerciali o stupide per leragazze, heavy metal o rap per i ragazzi.Il diario è la festa permanente: in esso lo studente ricalca l’im-magine vivente dell’adolescente moderno, pieno di miti amicie con la testa fra le nuvole. Chi potrebbe pensare che dietro adelle immagini così festose e piene di vita euforica si nascon-dono poi dei ragazzi normali, con i classici problemi adole-scenziali? No, di essi nelle pagine non c’è traccia: i problemiinfatti fanno parte della “vera” vita, mentre invece i diari sonouna sorta di vita alternativa, di vita onirica, fatta di utopie esperanze di essere quello che non si è, di ispirare invidia peril nostro inserimento sociale a chi si trova il diario fra le mani,e di cercare di cambiare il nostro presente.Forse in futuro, quando riguarderemo quelle pagine (perchéconserveremo il diario il più possibile), ricorderemo un altropassato: uno super emozionante al posto di uno normale.

(Ester M., in La condizione giovanile, Clio)

LA RIVOLUZIONE VERDE

Per aumentare la loro scarsa produzione agricola, in partico-lare quella di cereali, alcuni paesi sottosviluppati negli ultimidecenni hanno attuato la cosiddetta “rivoluzione verde”. Staticome il Messico, l’India, le Filippine, la Malaysia, hanno utiliz-zato i prestiti messi a disposizione da imprese private e pub-bliche occidentali per introdurre nelle loro campagne nuovevarietà di cereali (dalla spiga più grossa e con il gambo piùrobusto), moderni impianti di irrigazione, macchinari agrico-li, concimi chimici e antiparassitari. Nel giro di pochi anni larivoluzione verde ha ottenuto strepitosi risultati. Nel 1950l’India produceva circa 50 milioni di quintali di cereali; dopoquindici anni, grazie alla rivoluzione verde, la produzione era

A che cosa si riferisconole ppaarroollee ssoottttoolliinneeaattee? Scrivilonei rettangoli corrispondenti.

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passata a 108 milioni di quintali; anche nelle Filippine la pro-duzione di riso è cresciuta del 75%.Ma negli anni Settanta, dopo la prima fase di entusiasmo,sono emersi anche i problemi e le difficoltà della rivoluzioneverde.In primo luogo le rese agricole, dopo il rapido aumento deiprimi anni, si sono stabilizzate, o addirittura tendono a calare,perché le nuove varietà di cereali hanno raggiunto il massimodi resa. Inoltre la rivoluzione verde richiede l’uso massiccio difertilizzanti chimici e antiparassitari; negli anni Sessanta questiprodotti, derivati dal petrolio, costavano poco; ma dopo lacrisi petrolifera del 1974 il loro costo è aumentato considere-volmente; di conseguenza, mentre i grandi proprietari indianio filippini riescono ugualmente ad acquistare i prodotti chimi-ci a loro necessari, i piccoli contadini, assai numerosi nelTerzo mondo, si sono trovati in grosse difficoltà. Molti sonostati costretti a vendere la loro piccola proprietà e sono anda-ti ad ingrossare la popolazione delle grandi aree urbane doveil problema alimentare è diventato più drammatico. Insomma,la rivoluzione verde ha favorito soprattutto i ricchi proprieta-ri terrieri e ha acutizzato i contrasti sociali.Alcuni stati del Terzo Mondo, per aumentare la resa della loroagricoltura, senza provocare gli effetti negativi della rivoluzio-ne verde, stanno percorrendo strade diverse; ad esempio, perevitare l’uso di costosi concimi chimici che debbono essereimportati dall’estero, alcuni stati come la Cina applicano una“agricoltura ecologica” che ricicla tutti i rifiuti per produrreconcime e che utilizza biodigestori per produrre elettricità.Inoltre la manodopera abbondante viene utilizzata per con-trollare attentamente i parassiti e spruzzare le colture solo incaso di bisogno, evitando così sprechi. Il suolo, poi, vienemantenuto fertile introducendo colture promiscue ed evitan-do di lavorare troppo la terra con dissodamenti profondi.

(Bacchi-Londrillo, La Geografia oggi, Ed. Bulgarini)

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1) Ha molta pazienza con lui. Suo figlio è un bambino vera-mente capriccioso.2) Non si fidava di lei, perché Paola in più occasioni si eradimostrata inattendibile.3) La sua ingenua allegria aveva catturato tutti e Anna era fieradi quella conquista.4) Lì non c’era traccia di anima viva: l’isola era deserta.5) Tutti lo aspettano con impazienza perché quando arriva luiiniziano le vacanze: è il sesto mese dell’anno, giugno.6) Era limpido, di un azzurro intenso. I ragazzi decisero diimmergersi nelle sue acque, dove la trasparenza lasciava intra-vedere il fondo e il lago si distendeva solo con qualche fred-da increspatura.

1) Luisa è simpatica: la inviterò.2) Luisa è simpatica: le parleremo.3) Gli ho chiesto notizie ma non me ne ha fornite.4) Puoi invitare chi ti pare.5) Gliene parlerò appena lo vedrò.6) Ho comprato dei fiori, ne metterò alcuni in questo vaso sultavolo.7) Abbiamo consegnato loro la merce richiesta.8) Le sembra giusto?

In queste frasi riconosciquali ppaarroollee aannttiicciippaannoo ciòche verrà nominato in seguito(Es.: Ne vuoi ancora? È vero che è buona questa torta?).

Nelle frasi a lato esplicita ilvvaalloorree dei pprroonnoommii ssoottttoolliinneeaattii(Es.: Ti parlo = parlo a te).

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TRENTATRÉ VIPERE

Il campanile suonò le sei e Tommaso ............... gli occhi all’ul-timo tocco. Guardò nell’angolo a destra e la prima cosa che............... fu il sacco di pelle .............. assolutamente vuoto.Trentatre vipere. Con una piccola forcella di legno le................ ieri, ad una ad una, e le aveva messe, vive, nel saccodi pelle. Quella mattina ............... portarle in paese, dal farma-cista che le avrebbe spedite in città, all’istituto. Gliele................ bene.Trentatre. Non erano più là dove le aveva infilate. Dove eranoadesso? Non si mosse e nulla si mosse, ma egli ............... laloro presenza sulle gambe, sotto le ascelle, attorno al suocorpo: Tommaso aveva trentatre vipere nel suo letto.Muoversi significava morire. Tremava il suo cuore, il suo cer-vello, la sua anima. Non ............... le sue mani e le sue gambeperché ad una mossa quelle lo ................Passò così due ore, le più lunghe della sua vita intera.“Tommaso?!”. La voce di Maria, sua moglie, ...............improvvisa a pochi passi. Tommaso dovette stringere i dentiper non rispondere: “Sono qui, Maria” e pensò “Fai presto!”.L’uscio ................ Apparve la faccia pallida di Maria; il suosguardo fissò quello disperato del marito e lo ................ fino alsacco afflosciato. Le mani di lei si aprirono, il cestino con lacolazione .............. a terra.“Dio mio, adesso grida!” pensò atterrito Tommaso, ma Marianon lo fece. Tommaso, muovendo solo le labbra, pronunciòsenza parlare “latte” e Maria ..............., uscì silenziosa e svelta.Passarono dieci minuti. Maria arrivò tenendo fra le mani ungrande catino colmo di latte fumante e lo ................ a terra.Dopo qualche minuto Tommaso sentì gli animali muoversi.Ad una ad una, richiamate dall’odore del latte caldo, le vipere.................. dal loro rifugio.Maria ............... attenta “Trentuno, trentadue, trentatre!”.Tommaso scappò via, buttando le coperte. Era salvo.

(M. Milani)

comprendere sentire porre dovere muoversiessere risuonare pagare prendere apriretremare mordere cadere aprirsi vedereseguire contare

Nel seguente testo dacompletare sono stati eliminatialcuni verbi. Utilizza le formeverbali sottoelencate alla rinfu-sa e al modo infinito, coniu-gandole secondo il modo, iltempo, la persona richiestadal testo.

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Leggi.

Mi fanno lezione ogni giorno: punteggiano l’aria di piccoligridi; tracciano una riga dritta, posano una virgola e brusca-mente vanno a capo; chiudono la casa in cui abito tra folliparentesi. Troppo rapide per lasciarsi fotografare dallo spec-chio d’acqua in giardino, schizzano dalla cantina al solaio.Inimitabili sono i geroglifici ariosi che sanno descrivere conl’eterea penna dell’ala. S’abbracciano a due a due, si uniscono,si confondono, finché non sono che una macchia d’inchiostrosul blu del cielo. Solo l’occhio d’un amico le può seguire.

(J. Renard)

1) Rosso di sera bel tempo si spera.2) Ne è passata sotto i ponti!3) Acqua in bocca!4) Bacchiare le acerbe e le mature.5) Meglio un uovo oggi che una gallina domani.6) A buon intenditor poche parole.7) Amici come prima!8) Voglio vedere come butta.

1) In fondo alla strada c’è la piazza del mercato e c’è il palazzocomunale.2) Ieri noi dovevamo assistere ad uno spettacolo teatrale, ma sic-come lo spettacolo teatrale era stato sospeso e noi non avevamoportato i libri, la professoressa ci ha proposto di vedere un film.Noi le abbiamo chiesto di vedere “Ghost”.

Nelle frasi a lato eliminale rriippeettiizziioonnii (Es.: Nel miogiardino ci sono piante dirose e ci sono dei pini).

In queste frasi proverbialie idiomatiche indica qualeeelleemmeennttoo è stato oommeessssoo,perché facilmente compren-sibile dal destinatario.

Nel brano avrai notatocostante l’eelllliissssii ddeell ssooggggeettttooche scoprirai leggendo il tito-lo riportato sotto, capovolto.LERONDINI

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3) La mia camera è spaziosa, è molto luminosa e di colorerosa.4) Mio nonno ha i capelli bianchi ed ha anche i baffi bianchi.5) Il cigno selvatico ha il collo sottile ed ha la testa dal profi-lo appiattito.6) Il professor Rossi è un professore molto bravo, è giovanee comprensivo.7) Nel suo orticello il nonno coltiva i pomodori, ma coltivaanche salvia ed insalata.8) La mia amica del cuore è una ragazza generosa, è allegra, èuna ragazza molto speciale.9) Da bambina avevo una paperetta di peluche; era morbida,era una paperetta molto carina.10) Carlo arriva sempre tardi a scuola, infatti Carlo al mattinonon sente il trillo della sveglia.11) Vieni oggi a trovarmi? No, non vengo.12) Quanto costa la tua felpa? Costa 80 euro.

LA MASCHERA

La maschera che è rappresentata incomincio a descriverla par-tendo dall’alto: ha i capelli lunghi e neri, la fronte come unascimmia, due occhi da gufo, un naso un po’ grosso, ha degliocchi a palla che fanno una impressione terribile.

IL TRENO

Ieri ho fatto il mio primo viaggio lungo in treno. Il treno chedovevamo salirci è arrivato in stazione con quaranta minuti di

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11I due brani, stralciati da

testi scritti da alunni, conten-gono eerrrroorrii ddii ccooeessiioonnee. Leggiattentamente e intervieni poicorreggendo dove lo ritieniopportuno.

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ritardo e proveniva da Roma. Noi eravamo fermi ad aspetta-re con valigie e borse al sole e allora siamo tornati all’internoperché il sole ci batteva in testa.Come noi molta altra gente, quando hanno sentito del ritardosi sono seduti o sono andati al bar della stazione.Finalmente quando il treno è arrivato ci siamo accomodati inuno scompartimento che c’era una sola persona e io mi sonomesso vicino al finestrino per vedere il paesaggio.

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Il cavaliere ritorna allareggia, annunciato dauna sentinella che lovede giungere su unronzino schiumante. Ilsovrano chiede al guer-riero se abbia cattivenotizie da riferire e que-sti risponde affermativa-mente, dato che il pove-ro destriero ha mangia-to, a spiegazione dellebolle prodotte, unasaponetta.

Il contenuto della vignettaa fianco è stato esplicitato informa di testo scritto.

Individua gli elementi cheservono a dare ccooeessiioonnee altesto: ssoossttiittuuzziioonnii lleessssiiccaallii(ssiinnoonniimmii), aannaaffoorree.

I connettivi testuali:• sono dei legami sintattici importanti in qualsiasi tipo di testo (anche se ogni tecnica privi-

legia, proprio per la sua specificità, alcune categorie rispetto ad altre), ma soprattutto in quelloargomentativo, perché segnalano in modo esplicito al lettore/ascoltatore le relazioni logiche esi-stenti fra le varie parti in cui sia articola il testo stesso;

• servono a congiungere fra loro frasi, periodi o intere porzioni di testo.

Ora precisiamo che i connettivi testuali:• si chiamano così proprio perché hanno il compito di connettere, cioè legare, mettere insieme;• assumono varie forme: possono essere parole, locuzioni o espressioni più complesse

appartenenti a categorie grammaticali diverse (preposizioni, avverbi, congiunzioni,verbi, intere frasi: es.: come risulta; non è accettabile; ha torto chi pensa che...; come abbiamo già visto...);

• sono moltissimi e svolgono funzioni differenti nel testo, a seconda della tipologia.

I CONNETTIVI

Esercizi di riepilogo

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Ricordati che:alcuni connettivi possono svolgere funzioni diverse nel testo e quindi esprimere differenti tipidi legame.

Ad esempio:− quindi può essere connettivo cronologico-temporale (Dapprima ho letto il giornale, quindi sonouscito) o causale-consequenziale (Il caffè contiene caffeina, quindi è una bevanda eccitante) o conclusivo(Quindi non rimane che ribadire la tesi di partenza: il giardino zoologico è il carcere degli animali);− perché indica un rapporto causale-consequenziale (Rinunciai a quella festa perché ero troppo stan-co), ma anche finale (Gli telefonai perché mi dicesse tutto quello che sapeva);− mentre ha valore avversativo (Luigi si diverte tutto il giorno mentre dovrebbe studiare) oppure crono-logico-temporale (Mentre andavo a scuola, incontrai un vecchio amico).

Il testo per risultare coeso deve essere corretto anche nell’utilizzo dei nessi logici o connettivitestuali.

Le giornate erano calde e serene perché l’estate stava finendo.

Ti sembra che in questo modo la frase abbia un senso logico? Se l’estate volge al termine è piùprobabile che le giornate siano meno calde ed eventualmente poco serene. In questo caso quindiil nesso o connettivo che unisce le due proposizioni non è corretto.

Provando a sostituire con anche se, ti sembra che ora il senso sia migliorato?Analogamente non puoi dire:

Nevica perciò esco a fare una passeggiata.

dato che normalmente si esce con particolari condizioni atmosferiche.Devi quindi, eventualmente, sostituire il connettivo perciò con il connettivo ma (se sei così

fanatico delle passeggiate da voler uscire anche quando nevica).

PRECISAZIONE SULL’USO DEI CONNETTIVI (O NESSI LOGICI)I connettivi, di cui abbiamo già parlato, collegano frasi intere o blocchi del discorso.

Nel collegamento di due frasi l’uso corretto del connettivo è importante per far capire l’esattolegame logico fra le due proposizioni. Pertanto la frase precedente “Le giornate sono calde perché l’esta-te sta finendo” è errata nell’uso del connettivo (in quanto è probabile che il ragazzo possa non cono-scere il valore del significato della parola “perché”), ma vista sotto un’altra angolazione potrebbein realtà essere errata nella logica delle affermazioni, messe in relazione nel modo non corretto.

Così se l’alunno dice:

Il cielo è nuvoloso perché non c’è più il sole.

ha sbagliato nel portare come causa della nuvolosità l’assenza del sole, quindi è errata l’afferma-zione

non c’è più il sole

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Educazione linguistica

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mentre il connettivo “perché” è corretto; dunque va modificata la seconda proposizione.Es.: Il cielo è nuvoloso perché si sta avvicinando un temporale.

Altro esempio:

Le temperature diminuiscono se l’effetto serra continua.

Anche qui non è errato il connettivo “se” ma la prima frase con l’affermazione “Le temperaturediminuiscono” perché, in realtà, le temperature aumentano.

Viceversa, se un ragazzo scrive o dice:

Dimmelo quand’anche mi telefonerai.

è abbastanza chiaro che, in questo caso, la sua non corretta conoscenza del connettivo glielo hafatto utilizzare nel modo errato, tanto che la frase assume significato completamente diverso.Infatti “quand’anche” equivale a “sebbene, nonostante”. Il ragazzo voleva certamente dire

Dimmelo quando mi telefonerai.

Frequente, ad esempio, è la confusione fra “finché” e “affinché”. Anche in questo caso la nonesatta conoscenza del connettivo genera scambio e conseguente incoerenza:

Camminerò affinché ne avrò voglia.invece di

finché = fino a quando

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Coerenza e coesione1

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Utilizza i ccoonnnneettttiivvii percompletare le frasi proposte afianco.

Scrivi delle frasi utilizzan-do i ccoonnnneettttiivvii nell’ordine incui ti vengono presentati.

Scegli, fra le terne propo-ste, il ccoonnnneettttiivvoo adeguato altesto.

5) che – e – così6) infatti – o - ma7) così – perché – e8) dove – che – poiché

1) Gli studenti fanno confusione finché ....................................2) Conserva questo cibo in frigo perché ...................................3) Anche se ........................ non riesco a calare di peso.4) Ti racconterò tutto in modo che.............................................5) Nonostante ................... era rimasto in casa tutto il giorno.6) Giacché ......................... devi pagare.

Poiché .............................................. / ................................. / ma...................................................

Prima di ..................................... / ................................. / perché...................................................

IL SIGNORE DALLA VISTA DEBOLE

Un signore aveva la vista molto debole, (1) ................ non simetteva gli occhiali (2) .................... non sentirsi brutto.Un giorno aspettava il treno alla stazione.“È in ritardo?” chiese a un ferroviere.Quello sorrise gentilmente, (3) ................... non rispose.“Non posso leggere l’orario (4) ................. ho la vista pessi-ma” disse il signore.Il ferroviere continuò a sorridere in silenzio.“Non c’è niente da ridere!” sbottò il signore (5) ..................cominciava a sentirsi preso in giro. “La prego, mi dica cheore sono”.(6) .................... il signore continuò a sorridere.“Lei è un bel maleducato! Lo farò presente ai suoi superiori”disse infuriato il signore.La gente che stava aspettando il treno, sentendo gridare, sivoltò: (7) ................... alcuni esclamarono: “Vergogna! Diprima mattina è già ubriaco!”.Il signore, fuori di sé dalla rabbia, si avvicinò al naso del ferro-viere che continuava imperturbabile a sorridergli e capì final-mente (8) .................. si trattava di un manifesto pubblicitario.

(U. Wolfel)

1) e – perciò – ma2) perché – per – a3) però – perciò – e4) anche se – perché – dunque

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L’ALLEVAMENTO

gli uomini cominciarono a coltiva-re, cominciarono anche ad addomesticare gli animali.

iniziarono con i cani usatinella caccia di prede destinate a diventare cibo per l’uomo.

apparve più produttivo rin-chiudere mandrie di erbivori selvatici in recinti vicini ai luoghidi abitazione. coltiva-zione e allevamento divennero attività collegate fra loro.

gli animali addomesticati sonomoltissimi e da loro otteniamo proteine sia sotto forma dilatte che di carne. essi ciforniscono pelli, lana ed altri prodotti importanti. Nel passato

hanno avuto un ruolo importante nel

traino. non dimentichiamo cheancora oggi, in alcuni paesi, come l’India, sono presenti milio-ni di animali da tiro, senza dimenticare anche che fra certepopolazioni dell’Africa che vivono di pastorizia, il bestiame èsimbolo di status sociale.

nonostante la nostrarichiesta di carne e latte, il numero di specie addomesticate èinferiore a quello delle piante coltivate, ma da essi otteniamoquasi tutte le proteine nella nostra dieta.I popoli del Terzo Mondo possiedono almeno il 60% delbestiame che esiste, utilizzano soloil 20% nella carne e nel latte che producono.

appare ancor più deplorevo-le questa cattiva distribuzione se pensiamo che questi paesipotrebbero, attraverso gli animali domestici, ampliare le lororiserve di cibo.

Passeggiando per strada incontrai un amico.(Poiché passeggiavo... )(Mentre passeggiavo... )

Ho appreso la notizia della sciagura leggendo il giornale.(Quando ho letto... )(Anche se ho letto... )

Dunque – Sebbene – Invece

perciò – ma – perché

Comunque – Pertanto – Quindi

Invece – E – Sebbene

poi – quindi – ma

Inoltre – In seguito – Pertanto

Perciò – Oggi – Subito

Poi – Dopo un poco – Da allora

Ma – In seguito – Anche

Così – Probabilmente – Certo

Quando – Se – Allora

Educazione linguistica

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Per collegare fra loro leparti di un testo è opportunoutilizzare adeguati ccoonnnneettttiivvii((ccoonnggiiuunnzziioonnii,, aavvvveerrbbii,, llooccuu--zziioonnii eecccc..)) che servono achiarire i legami logici.

Nel seguente testo scegli ilccoonnnneettttiivvoo adeguato fra i treche ti vengono proposti.

In alcuni casi il ccoonnnneettttiivvoonon è esplicitato perché è“inglobato” nella ffoorrmmaa vveerrbbaalleeiimmpplliicciittaa (participio, gerundio,infinito).

Nelle frasi a fianco cancellala proposizione che attua unatrasformazione errata dell’impli-cito perché utilizza un connetti-vo inadeguato.

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Coerenza e coesione1

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Giunto a casa, m’accorsi di aver lasciato una luce accesa.(Appena fui giunto... ) (che avevo lasciato... )(Nonostante fossi giunto... ) (poiché avevo lasciato... )

Avvertito in tempo, avrei rimediato a quell’errore.(Benché fossi stato avvertito in tempo... )(Se fossi stato avvertito in tempo... )

Spinta dalla curiosità, telefonò all’amica per avere notizie.(Poiché era spinta... ) (mentre voleva notizie... )(Anche se era spinta... ) (perché voleva notizie... )

Informato delle condizioni proibitive del mare, il capitanolasciò ugualmente il porto.(Sebbene fosse stato informato... )(Poiché era stato informato... )

1) il tempo è bellouscirò in bicicletta

2) nelle strade c’erano pozzanghereci siamo inzaccheratipassavano molte automobili

3) non ho sentito la svegliasono arrivato in ritardoho cercato di prepararmi in fretta

4) verrà anche la nonna con noicon i nostri cugini partiremo per la Svizzeranevicherà

5) tutti si davano da fareriordinare la casaLuigi stava sdraiatopreoccuparsi di aiutare

6) squillò il telefonola domestica andò a rispondereaveva le mani umide

Unendo le frasi minimecon ooppppoorrttuunnii ccoonnnneettttiivvii, tra-sformale in frasi complesse,cambiando eventualmenteanche l’ordine delle informa-zioni.

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Educazione linguistica

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Ettore usava tornare acasa con in mano un piccolo vassoio di babà e cannoli e, traquei babà e quei cannoli,c’era anche un dolce nuovo.

lui, destreggiandosi trastampi e forni, preparava magnifici dolci, lei trascorreva il suotempo lavorando in giardino.

ebbechiuso la porta, prese il cagnolino e si mise a vezzeggiarlo.

entran-do in casa, incontrò sul pianerottolo la bambina che abitavanell’appartamento di fronte.

fu salito a bordo,alle sei del pomeriggio, si congedò da noi.

apparvesulla soglia col nuovo soprabito.

sopra le notedella banda esplosero quelle delle campane e la gente si agitònella piazza, come spronata dai rintocchi.

1)

...........................................................................................................

2)...........................................................................................................

3)

...........................................................................................................

4)

...........................................................................................................

5)

...........................................................................................................

6)

...........................................................................................................

Improvvisamente/Spesso/Talvolta/Di colpo

Di quando in quando/Ogni anno/In quel momento

Non appena/Tutte le volte che/Quando

In quel momento/Un tempo/Sempre/Quella volta

Quando/Tutte le volte che/In seguito/Non appena

E quel giorno/intanto che/mentre

una volta/ogni tanto/spesso

Quella sera/Solitamente/Ogni sera Cerchia i rriiffeerriimmeennttii tteemm--ppoorraallii che si adattano sintatti-camente alla frase cui si rife-riscono.

Utilizza le ccaatteennee ddii ccoonn--nneettttiivvii per costruire brevi testi,come nell’esempio.

Es.: Avevo voglia di venirti a

trovare ho rinunciato

era tardi

avevo paura di disturbare.

maperché

ma

Tutte le volte che

improvvisamenteNonostante

Se ma allora

quindi

quindi

dato che

perché

sebbenepoiché

però

infatti

quando

per

Per

e

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Coerenza e coesione1

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1) Sono contentosebbenemaquindi

2) Mi sono convintoprima chedopo chementre

3) Il cielo è azzurrononostantetuttaviaanche se

4) Vieni da mefinchétutte le volte chevisto che

5) Sono venuto a scuolaperchépurperò

6) Lo ha lasciatoperciòsenza cheperché

7) È stato investito da un’automobile

mentreperdal momento che

8) Ho regalato dei fiori a Ilariaaffinchésebbenedato che

9) Avrete una ricompensasepoichénon solo... ma anche

10) Ho fatto una corsaperquandofinché

Completa ogni frase, uti-lizzando le ppaarroollee o llooccuuzziioonnii(ccoonnnneettttiivvii) che ti vengonopresentati.

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GLI INGLESI MANCANO DI FANTASIA

Gl’inglesi mancano di fantasia: pure mostrano fantasia indue cose, due sole. I vestiti da sera delle vecchie signore, ei caffè.Le vecchie signore portano, per la sera, i vestiti più strani.E si tingono il viso di rosa e di giallo, senza risparmio. Sitrasformano, da quieti passerotti, in pavoni e fagiani lus-sureggianti.Non suscitano, attorno a sé, alcuno stupore. Il popoloinglese, d’altronde, non conosce stupore. Mai volta il capoa guardare il suo prossimo. Se a uno accade di svenire perstrada, è tutto previsto. Nel giro di pochi secondi gli vientrovata una seggiola, un bicchiere d’acqua, e un’infermierain divisa.Son previsti gli svenimenti, e attorno all’infortunato tuttosi muove prontamente, automaticamente, per prestaresoccorso.Si stupiscono invece profondamente gl’inglesi quando, alristorante, chiediamo un po’ d’acqua. Essi non bevonoacqua, perennemente dissetati da infinite tazze di tè. Nonassaggiano vino, né toccano acqua. Perciò la richiesta d’unbicchiere d’acqua li disorienta, quel bicchiere d’acqua cosìsollecito a giungere quando accade di svenire per strada.Infine lo portano, un piccolo bicchiere con poca acquatiepida, su un vassoio, e con un cucchiaino.Forse hanno ragione di cammuffare i caffè, i ristoranti,sotto fogge straniere. Perché quando questi luoghi sonodichiaratamente inglesi, vi regna allora una squallida dispe-razione. Essa deriva, forse, dalla desolazione dei rapportisociali. Qualunque luogo dove gl’inglesi si radunano perdiscorrere trapela malinconia. Non c’è difatti nulla di piùtriste al mondo d’una conversazione inglese, sempre assor-ta a non sfiorare nulla d’essenziale, ma a fermarsi in super-ficie. Per non offendere il prossimo, penetrando nella suaintimità, che è sacra, la conversazione inglese ronza suargomenti di estrema noia per tutti, purché siano senzapericolo.

(N. Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi)

Nel testo a fianco sottoli-nea i ccoonnnneettttiivvii che servono aconcatenare fra loro le idee.

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LE ERBE SALUTARI CHE CRESCONO IN ALTRI PAESI

Le condizioni climatiche e ambientali del territorio italiano,estremamente varie da zona a zona, consentono, in un’arearelativamente ristretta, la crescita di un grande numero dierbe salutari.Fra queste .................. molte non sono strettamente origina-rie della nostra flora, ma si sono ben acclimatate e sonodiventate ormai così comuni da cancellare il ricordo dellaloro origine “esotica”....................., malgrado questa favorevole situazione, moltis-sime piante utili al benessere dell’uomo non crescono nelnostro paese perché abbisognano di particolarissime con-dizioni ambientali; non sempre la coltivazione è compatibi-le con i costi e con l’ottenimento di una droga1 avente lostesso equilibrio di principi aromatici e salutari di quella checresce spontaneamente nel suo ambiente originario..................... l’origine esotica di una pianta non è sufficienteper garantire una patente di validità e di effetti (tra l’altro èabbastanza frequente il caso che sotto un nome straniero sicelino specie o varietà comunissime anche da noi); è..................... evidente che entro gli sterminati confini dellaflora mondiale emergono piante dalle proprietà talvoltauniche e irripetibili per un complesso di prerogative checomprendono l’aroma, l’efficacia e la sicurezza d’impiego.Un’automatica e severa selezione delle droghe veramentevalide era dettata, in epoche in cui le comunicazioni traregione e regione erano difficili e avventurose, dalle distan-ze e dalle difficoltà di trasporto, ma, una volta confermatecerte prerogative, non ci si fermava neppure allora di frontealle difficoltà...................... da parte degli europei, il reperimento delle“spezie” ha motivato grandemente l’esplorazione sistema-tica e la scoperta di nuovi continenti dove si è fatto tesorodelle esperienze empiriche dei nativi su droghe fino ad allo-ra sconosciute. Oggi le ricerche sistematiche sulla flora diregioni lontane permettono di aggiungere ancora nuove edefficaci sostanze al bagaglio terapeutico della medicinamoderna.

1 droga: ogni sostanza o prodotto naturale chenella farmacologia ne indica l’azione terapeutica.

Completa il testo con iccoonnnneettttiivvii (posti in fondo indisordine), che servono a col-legare le idee, ricreando ilegami perduti.

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..................... queste piante ci arrivano dalle contrade piùlontane sotto forma di droga già essiccata e si trovanoabbastanza facilmente attraverso i canali di vendita costitui-ti dalle farmacie, dalle erboristerie e dalle buone drogherie,che si assumono la responsabilità della loro natura e dellaloro qualità.È buona norma diffidare di quelle droghe che provengo-no da fonti non qualificate, o sono già ridotte in polvereoppure sono in evidente cattivo stato di conservazione:ricordiamo ..................... che le scorte vanno rinnovateannualmente.

(Le erbe, Fabbri, adatt.)

certamente – però – infine – ovviamente – per esempio –naturalmente – comunque

Un importante documento storico: la moneta

Una moneta, si sa, passa di mano in mano. In genere fac-ciamo poco caso a quello che su di essa è disegnato: siamotroppo occupati a contare, a controllare quanto dobbiamodare o ricevere.Ma la nostra “distrazione” viene meno se la moneta si pre-senta diversa da quella che maneggiamo di solito. Se, adesempio, compare una nuova immagine che ricorda qual-che avvenimento storico.Questa capacità della moneta di comunicare un messaggio,diciamo pubblicitario, non era sfuggita ai Romani, che nondisponevano dei nostri moderni mezzi di comunicazione dimassa (stampa, radio, TV ecc.).E poiché allora come oggi soltanto l’autorità pubblica eraautorizzata a coniarla, chi esercitava il potere tendeva a

Sottolinea i ccoonnnneettttiivvii cheservono a concatenare fra lorole idee.

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Coerenza e coesione1

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servirsi della moneta come di un formidabile strumentodi propaganda.Ciò risulta particolarmente evidente al tempo dell’impero.È proprio con i ritratti che compaiono sulle monete, piùche con le statue erette nei luoghi pubblici, che gli impera-tori si facevano conoscere da tutti.Ecco spiegato perché i ritratti che compaiono sulle mone-te sono in genere molto belli e particolarmente somiglian-ti. Ecco la ragione per la quale chi si preparava a prendereil potere curava spesso la coniazione di monete prima diogni altra cosa.Accadde così durante l’anarchia militare del III secolo, chenon a caso ci ha lasciato molte monete.Si può quindi dire, senza esagerare, che si potrebbe fare lastoria dell’impero romano attraverso le monete.La scienza che studia le monete, la numismatica, è dunqueuna scienza ausiliaria: una di quelle scienze cioè che aiutanolo storico a ricostruire il passato.Quando si usa la moneta come un documento è perònecessaria una precauzione. La stessa che dobbiamo usareoggi per i moderni messaggi pubblicitari: di non prende-re sempre per vero tutto quello che ci viene detto, ma diverificarlo e confrontarlo con altri dati.Perché gli imperatori miravano a far sapere ai sudditiquello che volevano loro. E, in certi casi, mascheravano larealtà dei fatti.

(Gentile-Ronga, Il Multilibro di Storia, Ed. La Scuola)

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LE FORESTE TROPICALI SONO INSOSTITUIBILI

Le enormi foreste pluviali influenzano in modo decisivo ilclima delle regioni tropicali. Le foreste sono vitali ancheper il ciclo delle acque in questa area del pianeta che, conoltre 500 cm di precipitazioni annue, è la più piovosa dellaTerra. Solo pochi raggi di luce riescono a penetrare nellagiungla, dove anche i venti non riescono a farsi strada. Malo strato di terra fertile su cui crescono gli alberi è moltosottile: se questi sparissero, in pochissimo tempo esso ver-rebbe dissolto. L’acqua non sarebbe più trattenuta e assimi-lata, ma finirebbe per scorrersene via e, a causa della man-cata evaporazione, il clima diverrebbe sempre più secco.Ogni 10 minuti, 500 ettari di foresta vengono eliminatidalle fiamme o dalle seghe dei taglialegna. Tra i tantiresponsabili del massiccio disboscamento ci sono i com-mercianti di legname di tutto il mondo. I loro bulldozer siaprono la strada nella foresta.Contadini poveri e senza terra si avventurano nella forestasulle tracce dei taglialegna. Soprattutto in Brasile, moltigrandi proprietari terrieri distruggono la foresta e la sosti-tuiscono con pascoli per le mandrie o con colture di soia,un legume destinato anch’esso a divenire sostanziosa ali-mentazione per il bestiame: da una parte per estrarre mine-rali, petrolio e oro, dall’altra per costruire enormi dighe perla produzione di energia.

(B. Veit, C. Wolfrum, Il libro del clima, Ed. Elle)

− perciò per tali motivi l’umidità si accumula vicino al suoloe nell’aria.− mentre abbattono alberi preziosi che verranno lavorati etrasformati in mobili, in taglieri o addirittura in bare.− quindi bruciando il bosco ai lati della pista per potervipoi impiantare degli alberi da frutta.− nonostante ciò durante gli ultimi decenni la distruzionedi queste preziose foreste è proseguita con ritmo impres-sionante.− se non esistessero queste foreste fittissime, i Tropicisarebbero ridotti a un deserto.− infine anche i governi dei paesi interessati contribuisco-no alla distruzione...

Inserisci all’interno deltesto, dove lo ritieni opportu-no, le ffrraassii e le eesspprreessssiioonniiche sono state tolte e chetrovi in fondo, in modo che leinformazioni risultino ben collegate.

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1) Io non sono del tutto favorevole all’inserimento nelnostro gruppo di quei ragazzi stranierianche se...al contrario...in altri termini...2) Mia sorella vuole avere una camera propria e non vuolepiù dormire con me che sono più piccola di lei di ottoanniperché...benché...quindi...3) Il film che abbiamo visto ieri sera a molti non è pia-ciutononostante...infatti...invece...4) Oggi a tavola mi sono rifiutata di mangiare la minestrasebbene...poiché...ovviamente...5) Papà vorrebbe mandarmi un anno in America, lamamma invece è contrariadato che...come...quindi si può prevedere...

Mangio perché ho fame.Ho fame perciò mangio.Se ho fame mangio.Anche se non ho fame, mangio.Anche se ho fame, non mangio.Ho fame e mangio.Ho fame, ma non mangio.Ho tanta fame che mangio.Appena ho fame, mangio.Ho fame quindi mangio.Mangio quando ho fame.Pur non avendo fame, mangio.Se non ho fame, non mangio.Ho fame, dunque mangio.Sono così affamato che mangio.Mangio dato che ho fame.Non ho fame e non mangio.

Coerenza e coesione1

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Collega con uno sstteessssoossiimmbboolloo (×, , •, * ecc.) le

frasi in cui, pur cambiando ilccoonnnneettttiivvoo, il significato restasimile.

Amplia le informazionidate con altre frasi legate daiccoonnnneettttiivvii suggeriti.

Page 66: Coerenza e coesione

Educazione linguistica

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Obiettivi del percorso

In questo percorso sei stato guidato a:

• riconoscere-applicare in modo adeguato i princìpi della coerenza testuale;• riconoscere-utilizzare in modo adeguato gli strumenti linguistici della coesione

testuale.