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Il Consorzio dell'Asti ama e protegge l'ambiente e la natura. 2 anno 2012 Accordo 2012 sul moscato: risorsa preziosa per tutti Flavescenza dorata: non la diamo vinta alla peste della vite Vendemmia: grappoli più “leggeri”, ottimi e sani Chi siamo... facce da moscato Oltre le nuvole

Coltiviamo Bollicine, N. 2

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Newsletter del Consorzio per la Tutela del Moscato e dell'Asti docg

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Il Consorzio dell'Asti ama e protegge l'ambiente e la natura.

2 anno 2012

Accordo 2012 sul moscato: risorsa preziosa per tutti

Flavescenza dorata: non la diamo vinta alla peste della vite

Vendemmia: grappoli più “leggeri”, ottimi e sani

Chi siamo... facce da moscato

Oltre le nuvole

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a data è quella del 24 agosto 2012, ma su questonumero di Coltiviamo Bollicine, la news letter riser-vata agli operatori del mondo del moscato e agliiscritti al Consorzio per la tutela dell’Asti docg e delMoscato d’asti docg, per la prima volta vogliamo

proporre, in una sintesi più vicina possibile alla versioneintegrale, il testo dell’accordo interprofessionale.Un documento importante per una filiera vitale per l’eco-nomia piemontese e italiana e che non solo fissa rese eprezzi per ettaro delle uve moscato, ma che dal 1979,sigla un patto tra gentiluomini rappresentanti Casespumantiere, vignaioli e associazioni di categoria. Unesempio di civiltà enologica che ogni anno contribuisce adare stabilità al comparto.Ecco il testo del documento intitolato “Moscato: accordidi filiera per le vendemmie 2012 e 1013 per Asti docg”.L’articolo 1 sancisce che l’accordo 2012 è valido per lavendemmia dell’anno in corso e per quello che seguirà. All’articolo 2 di parla di “valori produttivi e vincoli didestinazione della vendemmia” ed è indicato che: «Al finedi conseguire il riequilibrio di mercato e incentivare la

qualità, le parti richiedono alla Regione Piemonte diemanare un apposito provvedimento onde aumentare laresa per ettaro 81 ettolitri/ettaro, pari a 108 quintali/etta-ro». Inoltre viene previsto anche che: «… qualora siautilizzato l’arricchimento tramite osmosi inversa (oconcentrazione parziale a freddo) sia consentito incre-mentare la resa fino ad un massimo del 20% classificabilea docg Asti. Tale delega non consente in alcun modo disuperare gli 81 ettolitri/ettaro, ma interviene in compen-sazione della riduzione dovuta alla lavorazione». Nellostesso articolo si parla delle eccedenze di uve e mosti che,

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Accordo moscato: patto tra gentiluominiche dà stabilità alla filiera

fino ad un massimo di 12 quintali uva/ettaro possonoessere destinati a diventare: mosto parzialmente fermen-tato da uve moscato (mpf), vino, succhi d’uva, mostomuto per concentrazione, mosto di uve parzialmentefermentato, distillati e mostarda d’uva o “cognà”. Per isucchi d’uva e distillati è consentito il riferimento al viti-gno moscato. Nell’articolo 3 si parla di compensi, cioè del prezzo delleuve e delle risorse che sono destinate a promozione ealtro. Intanto il prezzo delle uve è fissato in 1.065 euroalla tonnellata, comprensivo della trattenuta di 10 euro atonnellata, a carico delle aziende, per la gestione dell’ac-cordo e di iniziative pro filiera. Nel dettaglio dei 10euro/tonnellata di trattenuta 7 euro vanno al Consorziodi Tutela il quale poi li ripartirà alle associazioni di cate-goria ammesse dalla Regione Piemonte che portanoavanti progetti di valorizzazione e promozione; i restanti3 euro a tonnellata sarà ripartito «ai conduttori di vignetiindividuati in aree con maggiore difficoltà di coltura dallaCommissione Qualità». È il cosiddetto “Progetto Sorì”studiato per salvare dall’abbandono i vigneti di moscato

in posizioni impervie.L’articolo 4 regola ladestinazione dei mostiottenuti dall’uva moscatocon norme e tempisticheprecise rispetto alle quat-tro categorie: destinati avino, a succhi di uva, allaconcentrazione o ad esse-re mosti d’uva.Di ritiro e frigoncervazio-ne si parla nell’articolo 5.Vi è scritto che: “La parteindustriale si impegna altotale ritiro delle uve edei mosti atti a produrre

la docg Asti; a porre sotto contratto, entro il 15 novem-bre dell’anno di vendemmia, il quantitativo di prodottonon ancora oggetto di compravendita affi8nché sianorispettati i termini di pagamento. Si indica anche entrofine novembre la convocazione della commissione inter-professionale per valutare l’andamento dell’annata. E siprecisa che i costi di frigonservazione del prodotto«sono compresi nel prezzo pattuito fino al 31 marzodell’anno successivo alla vendemmia. Oltre tale data, edentro il 31 agosto dello stesso anno, dovrà esserecompletato il ritiro del prodotto e corrisposto uncompenso al venditore che ha in deposito il prodottopari a 0,0051 euro al chilo per mese o frazione di esso,salvo diverso accordo tra le parti».

Marzagalli “È una risorsa

preziosa, per tutti»

Cota “Un puntofermo

per la filiera»Sacchetto “Un attodi responsabilità”

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Di vendemmia 2013 si parla nell’articolo 6. Dove si diceche per il prossimo anno la resa/ettaro è determinata in100 quintali «fatto salvo che la giacenza dei mosti desti-nati ad Asti e Moscato d’Asti docg sia compresa tra i 200mila e i 250 mila ettolitri alla data del 31 agosto antece-dente la vendemmia». Se è sotto i 200 mila ettolitri osuperiore ai 250 mila ettolitri la commissione interprofe-sisonale determinerà una nuova resa per ettaro.Nel 7° articolo si conferma che la commissione interpro-fesisonale per l’accordo moscato sarà convocata ognianno per valutare lo stato di attuazione dell’intesa.All’articolo 8 si chiede alla Regione Piemonte di dare prio-rità ai soggetti che rispettano l’accordo moscato nell’ambi-to dei programmi di sostegno e rilancio della filiera.All'articolo 9 la commissione si impegna a «individuaremodalità di pagamento delle uve sulla base della loroeffettiva qualità tecnologica» attraverso la commissionetecnica (Commissione Qualità) che individuerà parametrioggettivi idonei».Infine l’articolo 10 dice che: «le inadempienze delle partiagli impegni previsti dal presente accordo costituirannoillecito sanzionabile in sede giudiziale».Gianni Marzagalli, presidente del Consorzio per la Tute-la dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg, ha valutatopositivamente l’intesa: «È una risorsa importante pertutti i soggetti che animano il comparto del moscato. Lastabilità di questa filiera determina il futuro di due vini,l’Asti docg e il Moscato d’Asti docg, che sono alla basedell’economia enologica piemontese e italiana».

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È una risorsa importante per tutti i soggetti cheanimano il comparto del moscato. La stabilità di

questa filiera determina il futuro di due vini, l’Asti docg e il Moscato d’Asti docg, che sono alla base dell’economiaenologica piemontese e italiana

Gianni MarzagalliPresidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti docg

e del Moscato d’Asti docg

Dopo settimane di trattative sterili finalmente il senso di responsabilità dei componenti la paritetica

ha consentito in extremis di chiudere l'accordo vendemmia2012. Da questo documento si evince un buon incrementodella remuneratività per gli agricoltori che passa dai 100 euro/quintale del 2011 ai 105,5 (netti, 106,5 lordi) di quest'anno con un più 5 per cento.Una resa che responsabilmente è stata ridotta dai 115 del 2011 ai 108 di quest'anno garantendo da un lato il ripristino delle scorte e dall'altro unamaggiore attenzione per scongiurare l'eccesso diproduzione. Inoltre si riserva 1 euro/quintale per il fondoagricolo (0,7 euro/quintale) e per i suri (0,3 euro/quintale)raggiungendo un obiettivo importante per tutelare gli oltre300 ettari con pendenza elevata dove è più difficileprodurre. Infine sono state poste le basi per l'accordo 2013con prezzo minimo di 106,5 euro/quintale lordo e resaminima garantita di 100 quintali/ettaro. Con il ritoccodella forchetta di giacenza che passa da 200-240000 hl a 200-250000 hl. Ringrazio i funzionari della regione e le componenti della paritetica agricola e industriale per il lavoro svolto nell'interesse del comparto

Claudio SacchettoAssessore all’Agricoltura della Regione Piemonte

Non posso cheesprimere grande

soddisfazione per l'accordoraggiunto sul Moscato.Non si tratta, infatti,soltanto di un risultatoimportante per la filieradel vitivinicolo, ma rappresenta un puntofermo per uno dei settoripiù vivaci e trainantidella nostra economia. Il Piemonte continua a puntare molto sulle proprie eccellenzeenogastronomiche e i risultati mi sembracontinuino a darci ragione

Roberto CotaPresidente della Regione

Piemonte

“Il presidente del Consorzio, Gianni Marzagalli, tra i vicepresidenti Gianluigi Biestro (a sinistra) e Massimo Marasso

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a diffusione di piante di vite con sintomi di Flave-scenza dorata, comparsa in Piemonte nel 1997 e poiriesplosa a partire dal 2010, non sembra fermarsi. Anche l’annata in corso è stata a forte pressione daparte della malattia. Il progetto di monitoraggio e

ricerca che sta conducendo il Consorzio dell’Asti in colla-borazione con l’Università di Torino, il CNR di Torino, ilSettore Fitosanitario della Regione Piemonte con i suoicollaboratori in tre nuclei di osservazione nelle provincedi Asti, Alessandria e Cuneo, sta mettendo in evidenza,con dati non ancora completi e pubblicati, un aumentodella diffusione della Fd, le aree a maggiore pressione dipatologia, le varietà di vitigni più sensibili all’infezione, lagestione del territorio a rischio. Ma emergono anche lo scetticismo e la rassegnazione deiviticoltori. Nelle aree vitate nelle quali la malattia non haancora fatto la sua comparsa, infatti, i viticoltori hannoun atteggiamento scettico e il pensiero comune è che ilproblema sia del vicino, e che tale rimarrà per sempre. Gli altri, quelli che hanno già problemi in vigna, e perproblemi intendiamo il30% di piante malate,assumono un atteggia-mento rassegnato: “tantotrattare il vigneto ed estir-pare le piante malate nonserve”.Ma come siamo potutiarrivare a tanto? La storiapotrebbe essere così rias-sunta. Nel vigneto o nellazona viticola è presentel’insetto. Arriva una pian-ta malata come sostituzio-ne o, nel caso di un nuovoimpianto, con materialenon controllato. Negliimpianti giovani si trascura la difesa insetticida, va ricor-dato che questi sono i più appetiti dal vettore ed hanno ilciclo più lungo di incubazione/malattia, ma anche che,non producendo uva, possono essere trattati senza badareai tempi di carenza. Nel caso di impianti adulti si sottovaluta il problema.Non si eliminano le piante malate. Non si controlla ilvolo degli insetti e quindi si sbaglia il posizionamento deitrattamenti insetticidi. Nel frattempo si conservano in vigneto piante malate,sintomatiche, che non muoiono, non producono, mafunzionano da conservazione dell’infezione. Il vigneto, di conseguenza, deperisce, diminuisce inproduzione, di qualità. Ad un certo punto, quando la

malattia è evidente, è troppo tardi. I sintomi della malattia, grappoli secchi, germogli nonlignificati, foglie con arrossamenti o ingiallimenti dellenervature, non sempre sono conosciuti dai viticoltori.Ovviamente questo vale per le zone dove la Flavescenzanon è ancora comparsa. A questo si aggiunge la difficoltà di riconoscere i sintomisu varietà a grappolo bianco, come il Moscato. Ma sulloChardonnay e sull’Arneis i sintomi sono evidenti. Eppure è da anni che se ne parla e si fa divulgazione. Permaggiori informazioni si può perfino scaricare la pubbli-cazione della Regione Piemonte “Giallumi della vite –guida al riconoscimento” dal sito Regione Piemonte –Agricoltura e sviluppo rurale - PubblicazioniMa in definitiva che cosa è successo negli anni? Diamo unpo’ di numeri. Negli anni ’90 il livello di insetto vettore,lo Scaphoideus titanus, nei vigneti era diffuso ed elevatograzie al fatto che i trattamenti insetticidi contro Tignoleo Cicaline in Piemonte erano effettuati limitatamente adalcune aree.

Questo causò il rapido diffondersi della malattia. I tratta-menti insetticidi, anche blandi, ridussero la popolazionedi insetti, ma ormai il fitoplasma si era insediato neivigneti. Nel frattempo vennero sostituiti i vigneti colpiti, ma soloin parte, infatti se si analizzano i dati dei censimenti agri-coli si può vedere come la superficie vitata nel corso di 10anni (censimento agricolo 2000 e 2010) sia diminuita di1200 ettari in provincia di Alessandria e di 800 in provin-cia di Asti mentre è aumentata di 800 in quella di Cuneo. Che fine hanno fatto i vigneti mancanti? La maggiorparte sono stati abbandonati e funzionano da fonte diinoculo con le piante di vite selvatica, il portinnesto, checresce sulla vegetazione arborea dell’incolto.

La malattia continua a infestare i vigneti. I viticoltori piemontesi non devono gettare la spugna

Flavescenza dorata

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Nelle foto vigneti di barbera cheevidenziano bene la malattia. Nell’immagine piccola a destra lo Scaphoideus titanus

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A questo punto le strategie di difesa si devono spostare odevono integrare la difesa del vigneto con la gestionedell’incolto limitrofo al vigneto. Bisogna ricordare che non esistono varietà di vite resi-stenti alla Flavescenza, ma solo varietà meno sensibili.Dalle nostre esperienze Nebbiolo e Moscato lo sono.Quindi nelle zone di coltivazione di Moscato e Nebbioloci sono poche piante malate e la diffusione del fitoplasmaavviene lentamente. Considerato, però, che lo spostamento dell’insetto nonconosce confini geografici riferibili a comuni, province odenominazioni, il fatto di avere un’ampia diffusione diinsetto e fitoplasma nelle province di Asti e Alessandrianon rende indenne la provincia di Cuneo.

L’analisi dei dati probabil-mente confermerà laprima osservazione chel’insetto si muove lungogli assi fluviali come in una“autostrada”, raggiungen-do indistintamente le areevitate. Quanto tempo ci metteràla Flavescenza a diffon-dersi nelle altre zone vita-te? Solo facendo preven-zione, intelligente, sicontrollerà la diffusionedella malattia. La soglia deve essere zero:

zero piante e zero insetto vettore. Se il vigneto mostra isintomi è troppo tardi ed in ogni caso bisogna imparare aconvivere con la malattia, tenendo il livello di piantemalate il più basso possibile con estirpi e sostituzione.Infine a chi sostiene che per curare la Flavescenza doratabisogna combattere il fitoplasma e non l’insetto vettoreperché il trattamento insetticida comporta un dannoambientale troppo elevato, ricordiamo che al momentoattuale non esiste una cura contro la Flavescenza, ma solouna terapia di prevenzione. Esattamente come accade permolte malattie che colpiscono l’uomo.

Daniele Eberle ([email protected])agronomo consulente per il Consorzio

di Tutela dell’Asti docg

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analisi dell’andamento climatico delle ultimedodici vendemmie correlato alla qualità dell’uvaottenuta fornisce spiegazioni utili alla futuragestione del vigneto. Abbiamo assistito spesso, a partire dal 2000, ad

evoluzioni decisamente anomale nell’accumulo e neicontenuti dei principali metaboliti nell’acino. La cono-scenza e l’interpretazione dei dati climatici, fenologici edanalitici dovrebbe permettere ai tecnici di “consigliare” ilviticoltore su come minimizzare gli effetti avversi delclima, sempre più evidenti. In particolare la vendemmia 2012, da una prima analisisuperficiale dei dati meteorologici, non sembrerebbecaratterizzata da una temperatura media significativa-mente superiore alla tendenza degli ultimi dodici anni.Approfondendo l’analisi climatica si riscontra, invece,una situazione legata alla scarsa escursione termica (indi-ce di Huglin) non favorevole ai processi di sintesi dellavite e quindi all’accumulo di metaboliti. Inoltre anche leprecipitazioni, apparentemente nella norma se considera-te dal punto di vista medio, sono mancate nel periodoestivo, alterando notevol-mente il bilancio idricodella vite (meno precipi-tazioni meno evapotraspi-razione). Sarebbe oppor-tuno quindi rivedere letecniche di conduzionedel vigneto (potatura,sfogliatura, concimazio-ne, ecc.) alla luce dellesempre più frequentieccezioni climatiche. L’annata 2012 è statacomunque positiva per lostraordinario stato sanita-rio delle uve che, a parte lapressione di oidio tempestivamente contrastata, sono arri-vate a maturazione integre e indenni da attacchi di botrite. Si è registrato un peso medio dell’acino piuttosto basso,che ha avuto però l’effetto di concentrare i soluti (zucche-ri, acidi, ecc.) presenti all’interno e di compensare quindile difficoltà metaboliche della pianta. Una caratteristica dell’uva appena vendemmiata, sicura-mente legata alle condizioni atmosferiche, è stata ladifformità di maturazione all’interno del vigneto. Questoaspetto ha permesso, comunque, di controbilanciareeventuali squilibri qualitativi senza ricorrere ad interventicorrettivi esterni.

Guido Bezzo ([email protected])enologo resp. laboratori Consorzio tutela dell’Asti docg

Vendemmia del moscato 2012, l’analisi dell’uva

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Il vigneto ha tenuto nonostante la siccità:acini e grappoli più “leggeri”, sani e di ottima qualità

Dal grafico 1 si notacome le piogge di iniziosettembre abbiano ridatovigore alla pianta econtribuito ad aumentareil peso dell’acino.L’accumulo degli zuccheri(2) ha seguito unandamento lineare,aumentando in alcolpotenziale di circa 1,2-1,3% vol a settimana,arrestandosi nell’ultima fase

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Il dato critico della vendemmia è stato quello dellacomponente acida(grafici 3-4-5-6) che,soprattutto perl’acido malico a causa delle anomalie climatiche di fine agosto, ha subito una diminuzionemarcata

La componente aromatica (7) ha avuto un andamento atipicoattestandosi a valori medi più chesoddisfacenti senza per altrosubire il classico decremento in sovramaturazione. Si è registrato di fatto unosfasamento tra maturitàtecnologica e maturità aromatica. Complessivamente il bilanciovendemmiale legato a valutazioniqualitative e quantitative risultabuono, grazie alla tenacia ed allacapacità di adattamento della vite

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2 2012

o scorso anno, tra Asti docg e Moscato d’Asti docg, fusuperato il “muro” dei cento milioni di bottiglie prodottee vendute. Quest’anno, il periodo congiunturale che inve-ste l’Europa e il resto del mondo, sembra precludere il bis.Tuttavia ci sono progetti e ipotesi di lavori per un rilancio

generale della denominazione “Asti docg”.Ecco l’analisi del direttore del Consorzio per la Tutela, GiorgioBosticco. Al momento il Consorzio sta seguendo varie strategie,diversificate in termini di individuazione di politiche dicomunicazione e marketing e di ricerca dimercati nuovi. Partiamo dai paesi asiatici, la Cina su tutti.Abbiamo partecipato ad alcuni workshope successivamente alla fiera di HongKong. Inoltre stiamo sviluppando unprogetto che riguarda i mercati brasilianoe indiano, realtà interessanti con potenzia-lità da prendere in considerazione e doveil Consorzio svolgerà una funzione diapripista, lasciando poi, come da statuto,che siano le aziende con loro strategie aseguire i futuri contatti. Poi ci sono i mercati consolidati, in Euro-pa e negli Stati Uniti d’America, dove è

Lnecessario confermare i volumi acquisiti e ottenere unamaggiore redditività. Infine c’è l’Italia e il Piemonte. Qui occorre lavorare sulladistinzione tra Asti spumante docg e gli altri spumantidolci, destagionalizzare la nostra denominazione favoren-do un consumo lungo tutto l’anno e in occasione diverserispetto alle feste di fine anno che già sono collegate all’A-sti. In questo senso presentare le nostre bollicine dolci adocg come ingrediente principe di long drink e cocktail ditendenza, come abbiamo fatto recentemente nell’ambito

di alcuni eventi di territorio, come alDouja d’Or di Asti o il campionato delmondo di motonautico a Cernobbio, ciaiuta moltissimo. Ma il Consorzio è impegnato anche sulfronte della tutela del vigneto moscato, siadal punto di vista fitosanitario che intermini di tradizione e di paesaggio rurale.È stata istituita una task force per combat-tere la Flavescenza dorata della vite, unamalattia che, oltre ad altri vitigni, ha attac-cato anche le coltivazioni di moscato bian-co. Il compito di questa commissione,d’intesa con il servizio fitosanitario dellaRegione Piemonte, è definire e seguire i

Ci voglionostrategie

diversificate in termini

di politiche di comunicazione

e marketing e per la ricerca di mercati nuovi

L’intervento del direttore

Bosticco: il momento non è facileil Consorzio c’è e s’impegnaper la promozione in Italia e nel mondo

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trattamenti anti-malattiamonitorando la progres-sione dell’infezione nell’a-rea di coltivazione delmoscato bianco che, giova ricordarlo, è grande circa 10mila ettari e distribuita su un variegato territorio collinaretra le province di Asti, Cuneo e Alessandria.Tornado alle proiezioni per il 2012 c’è da sottolineare chel’Italia sta soffrendo un indiscusso momento congiuntura-le di crisi che si ribalta su tutti i prodotti voluttuari. Perquesto bisogna puntare su un progetto che distingual’Asti, la più grande dpcg italiana, dagli altri spumantidolci. Per farlo ci muoviamo su più fronti. Da quello dellacomunicazione, promozione e valorizzazione del prodot-to, alla messa a punto di nuovi sistemi per differenziare laraccolta durante la vendemmia con calcoli di maturazionee la realizzazione di un campo pilota sperimentale dovecoltivare cloni diversi da quelli abitualmente utilizzati. Infine il Consorzio, in collaborazione con l’assessoratoall’Agricoltura della Regione Piemonte, ha istruito unaCommissione di qualità che ha individuando i vigneti dimoscato che si trovano in zone più impervie per pendenzadell’area di produzione. Si tratta dei “sorì”, gli appezza-menti rivolti a mezzogiorno su scoscesi pendii collinari,

con le migliori esposizio-ne ai raggi del sole, maanche dove l’utilizzo dellemacchine risulta imprati-

cabile e che è necessario rivalutare per salvaguardare quelpatrimonio paesaggistico ed evitare che il loro abbandonopossa causare, oltre che il depauperamento di un preziosobagaglio culturale e di tradizioni contadine, anche gravidissesti idrogeologici.Infine un accenno al ruolo guida del Consorzio nell’ambi-to della filiera de moscato. L’ente che dirigo ha ottenuto afine 2011 dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimen-tari e Forestali, il riconoscimento “erga omnes”, cioè leregole decise all’interno del Consorzio saranno valideanche per chi ne sta al di fuori.Attualmente il Consorzio conta 2.400 associati e rappre-senta una superficie di circa 8 mila ettari sui 10 mila totali,pari al 60% della produzione e 40% dei produttori di uva.L’ente quindi può contare su un peso predominante nellagestione della produzione ed è l’unico soggetto di riferi-mento per tutti gli aspetti che riguardano il coordinamen-to della produzione e del posizionamento sui mercati.

Giorgio Bosticco

Direttore del Consorzio per la Tutela dell’Asti docge del Moscato d’Asti docg

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a mia famiglia è composta da mia madre, Metilde, damio padre, Giuseppe e da mio Zio Osvaldo,oltre che da me che sono MarioSandri. Il nome dell'a-zienda è per l'appunto

“Azienda Agricola Metilde”,l’ho voluta chiamare così, con ilnome della mamma, sin dal 1995. Mio padre Giuseppe, che tutticonoscono come Pinotu, ha fattoil mediatore per la Cinzano dal1965 al 1985. Nei primi annisessanta è stato tra gli esperti chehanno contribuito a verificarel'estensione e la presenza del vignetomoscato nei comuni della denomina-zione “Asti”. Lo zio Osvaldo è viticol-tore da sempre. È testimone viventedell'evoluzione dei modi di lavorare ilvigneto moscato, dall' uva raccoltanelle ceste e portata a spalla, ai tratta-menti antiperonosporici eseguiti con lamacchina fissata sulle spalle, allo scassofatto a mano con pala e piccone, a confer-ma di una viticoltura non troppo lontanafatta di enormi sacrifici e valori autentici.Dal 1990, mia mamma, dopo aver lavoratoper 22 anni in una fabbrica tessile della zona, la Miroglio, è diven-tata viticoltrice a pieno titolo e a tempo pieno.Io ho frequentato la scuola enologica di Alba, dove mi sono diplo-mato nel 1993. Sempre nello stesso anno ho fatto un esperienzaprofessionale in Portogallo, nella valle del Douro, dove si produceil vino Porto. Nel 1994 altro stage lavorativo in Francia, questavolta, nella zona di Bordeaux. Dal 1997 ho iniziato, tra gli altri vinidella mia azienda, a produrre un passito che ho chiamato "Seren" abase Moscato bianco. Dal 1999 al 2009 ho fatto il consiglierecomunale ad AlbaDal 1999 al 2002 sono stato consigliere alla Produttori del Mosca-to. Dal 2004 scrivo pensieri di vita che dal 2008 si sono trasformatiin poesie. Qui leggerete alcuni versi che ho dedicato al moscato.Del resto l'ispirazione non potrebbe essere diversa visto che faccioil viticoltore. In fondo se ti lasci cullare dalla terra dove sei nato,ogni minuto puoi rigenerarti lo spirito. E non è poco.

Mario Sandri

Enologo, viticoltore, poeta

2 2012

la famiglia S

andri che

conduce l'azienda Metilde

MarioSandri

Da cinquant’anni la famiglia

di Mario Sandri per

tradizione e vocazione produce

il moscato. L’ultimo erede oltre

che vignaiolo ed enologo si è

scoperto poeta

MoscatoBentornato sguardo aureo.

Grafia a vestir dolce,la terra in 52 comuni.

Regione designataa sorso di nobiltà.

Genesi di un saporeinconfutabile.

In una sola lacrima,il Moscato

può nutrirci a sufficienzaper Vivere.

L

Facce da

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GiancarloScaglione

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azienda agricola Forteto della Luja ègiunta all’attuale proprietario, GiancarloScaglione, enologo e biologo, docente econsulente per molte cantine vinicole,dalla famiglia materna.

Il primo accorpamento risale al1826, mentre la grotta-cantina inpietra e parte dei fabbricati sonodel Settecento.Fino al 1985 le uve prodotte eranovendute e tenute in grande conside-razione dagli acquirenti per la loroalta qualità. Solo una parte era vinifi-cata per consumo famigliare. Dal 1985, su incoraggiamento diGiacomo Bologna, grande vignaiolo diRocchetta Tanaro, e recuperando l’an-tica tradizione enologica di famiglia, siavviò la surmaturazione delle uvemoscato bianco destinata alla vinificazio-ne del Forteto della Luja, primo esempiodi Loazzolo vendemmia tardiva, vino cheottenne grandi riconoscimenti e, nel1992, l’assegnazione della doc, la denomi-

nazione d’origine controllata. Attualmente con GiancarloScaglione, che si occupa anche diagroecologia, etnologia, natura estoria del territorio, lavorano inazienda anche i figli Silvia, che sioccupa della parte commerciale, eGianni a cui è affidata la gestione econduzione dei vigneti. Nel 1997 l’azienda Forteto dellaLuja è stata insignita del prestigiosoriconoscimento di oasi naturalisticadel Wwf. Oltre al Loazzolo doc Forteto dellaLuja, si producono il PiemonteBrachetto doc Forteto Pian deiSogni, il Monferrato rosso doc LeGrive, il Mon Ross che è una Barberad’Asti docg e il Moscato d’Asti docgPiasa Sanmaurizio.(www.fortetodellaluja.it)

la vendemmia con i cavallinel Forteto della Luja

Gianni trai suoi vigneti

il sorrisodi Silvia

Attualmente nell’azienda vitivinicola

della famiglia Scaglione, oltre

a Giancarlo lavorano anche

i figli Silvia, che si occupa della parte

commerciale, e Gianni a cui è affidata

la gestione e conduzione dei vigneti

L’

a moscato

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2 2012

Ecco le pagine che il Consorziopubblica ogni mese sui principali

giornali del territorio

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L’album degli eventi e delle manifestazioniDouja d’OrOltre 6 mila degustazioni di Astie Moscato d’Asti docg in purezzao come cocktail a base di frutta,e la raccolta di quasi 12 milaeuro a favore di un progettosolidale pro bambini malati. Èquesto il bilancio più che positivodella partecipazione delConsorzio alla Douja d’Or di Asti,che si è svolta dal 7 al 16settembre. Lo stand consortile èstato preso d’assalto da migliaia di eno-appassionati, famigliecomprese. Apprezzati gliinnovativi pannelli con immagini efilmati sulla storia dei primi 80anni del Consorzio e la “lavagnadei buoni pensieri”, dove in moltisi sono fermati a scrivere unproposito o a indicare unbrindisi, tra loro la scrittriceSveva Casati Modignani e imusicisti Vittorio De Scalzi (NewTrolls) e Francesco Baccini.

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SpoletoGrande successo per ilConsorzio all’edizione 2012della rassegna “Vini nelmondo” di Spoleto. Anchenella città del “Festival deidue mondi” le bollicine dolcidocg piemontesi hannospopolato

Nautica internazionaleContinua con successo lapartnership tra il campionatodel mondo di motonautica e ilConsorzio dell’Asti e delMoscato d’Asti docg.In due gare, tra luglio e agosto,che si sono svolte a Kazan,capitale della Repubblica delTatarstan che fa parte dellaConfederazione Russa, e Kiev inUcraina, piloti e ospiti vip hannobrindato con l’Asti docg

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Enotour con trentagiornalistiGiornalisti e buyersstatunitensi e cinesihanno visitato, asettembre, in pienavendemmia, le terre delmoscato. Da tutti sonoarrivati apprezzamentiper le bollcine dolci docgche in Usa e Cina hannograndissime possibilitàcommerciali e didiffusione. Le videointervisterealizzate sono pubblicatesul blog del Consorzio:www.astidocgblog.com

Santo Stefano BelboC’è anche il territorio tra le manifestazionisponsorizzate dal Consorzio. Al Rally del Moscatoche si è svolto in giugno a Santo Stefano Belbo nelCuneese sul podio c’erano i magnum dell’Asti docg,leader anche a casa propria

Eataly RomaUn brindisi con Asti docg per festeggiare, a giugno2012, l’apertura di Eataly Roma, il più grande storedel gusto italiano ideato da Oscar Farinetti

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condolcezzada80 anni

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