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COMPORTAMENTISMO Nasce nel 1993 quando lo psicologo Watson scrisse un articolo; “la psicologia dal punto di vista comportamentista” considerato il manifesto programmatico del behaviorismo dove si sposta l’attenzione sullo studio del COMPORTAMENTO OGGETTIVO dei soggetti attraverso rigorose procedure sperimentali. Il COMPORTAMENTO nasce dall’insieme delle reazioni adattive oggettivamente osservabili come risposta a stimoli, oggettivamente come risposta a stimoli, oggettivamente osservabili provenienti dall’ambiente. APPRENDIMENTO risposta corretta ad uno stimolo influenzato dall’ambiente (condizioni ambientali) 1

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COMPORTAMENTISMO

Nasce nel 1993 quando lo psicologo Watson scrisse un articolo; “la psicologia dal punto di vista comportamentista” considerato il manifesto programmatico del behaviorismo dove si sposta l’attenzione sullo studio del COMPORTAMENTO OGGETTIVO dei soggetti attraverso rigorose procedure sperimentali. Il COMPORTAMENTO nasce dall’insieme delle reazioni adattive oggettivamente osservabili come risposta a stimoli, oggettivamente come risposta a stimoli, oggettivamente osservabili provenienti dall’ambiente.

APPRENDIMENTO risposta corretta ad uno stimolo influenzato dall’ambiente (condizioni ambientali)

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SKINNER ha usato per primo l’elaboratore in ambito educativo e pubblica, nel 1954, un articolo sull’ ISTRUZIONE PROGRAMMATA “la scienza dell’apprendimento e l’arte di insegnare” in cui fa un parallelismo tra gli studi di laboratorio sulle modifiche del comportamento degli animali e le pratiche per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento (stimolo- rinforzo).

“VERBAL BEHAVIOR” gli uomini agiscono sul mondo mutandolo; quindi sono MUTATI dalle conseguenze delle loro AZIONI

UOMO

MONDO

AZIONI MUTAMENTO

ALLIEVO non assorbe PASSIVAMENTE IL SAPERE, ma deve avere un ruolo ATTIVO che non si risolve nel PARLARE. SAPERE vuol dire agire con efficacia sia sul piano VERBALE che su quello NON VERBALE

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SKINNER

SPERIMENTAZIONE DIDATTICA ISTRUZIONE PROGRAMMATA

Teaching machina o macchine per insegnare

METODO APPRENDIMENTO Presentare situazioni, comportamenti, esperienze secondo una precisa programmazione in grado di STIMOLARE l’apprendimento e quindi fornire la comprensione attraverso l’eliminazione dell’errore

VERIFICA Necessita di breve tempo per essere efficace; Il processo di INSEGNAMENTO/ APPRENDIMENTO riprende la programmazione didattica

IMPORTANTE -La CONOSCENZA della materia da insegnare -Il NESSO tra le varie nozioni -La CONOSCENZA degli ALLIEVI

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CRITICHE: -sulla verifica fatta immediatamente dopo e che porta ad una riduzione dell’attività mentale dell’allievo; -con l’uso della macchina, aver disumanizzato l’apprendimento sostituendo l’uomo; -aver determinato un livellamento delle conoscenze dell’individuo (Richelle “differenza tra allievo ed allievi” e “stesso livello per la promozione da una classe a quella successiva”) interesse; -perdita di centralità del ruolo del docente.

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PRINCIPI DELL’ISTRUZIONE PROGRAMMATA

Come compiliamo un PROGRAMMA (processo) sia che sia lineare (SKINNER) o ramificato (PRESSEY o CROWDER). I contenuti devono essere strutturati in una serie di piccole unità formative (o FRAMES) e a progressione graduata e personale seguite da domande di verifica (o ITEM) che possono essere a scelta multipla e/o del tipo SI/NO oppure a completamento.

F1 F2 F3 t> Fn Sequenza dell’apprendimento

Il METODO è che per ogni FRAMES di determina un feedback attraverso la macchina ovvero un’informazione di ritorno sull’esattezza della risposta. Il processo di apprendimento e quello di verifica finiscono per COINCIDERE perché se la risposta del discente coincide con quella programmata, RINFORZA L’ APPRENDIMENTO (avanzamento o blocco di sequenza).

VALIDITA’ DELLA MACCHINA

Vista come ausilio

Focalizza l’attenzione

Velocità della risposta e della conoscenza dell’errore

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Il RINFORZO è la chiave della produzione del comportamento.

RINFORZO POSITIVO (ricompensa)

RINFORZO NEGATIVO (punizione)

Se i comportamenti e, quindi, l’apprendimento, sono conseguenza di stimolo-risposta, così i rinforzi positivi tendono a rafforzare i comportamenti mentre i rinforzi

negativi a scoraggiarli cercando l’alternativa

Tecnica dello SHAping ( o del modellamento)

Scelto il comportamento finale desiderato, bisogna individuare le tappe intermedie per raggiungere l’obiettivo prefissato. In ogni tappa (sezione di comportamento) si somministrano solo rinforzi positivi.

PUNTI DEBOLI Non favorisce lo sviluppo della CREATIVITA’

Linearità del percorso di apprendimento basato sulla sequenzialità stimolo/risposta

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PAVLOV

Basa la sua teoria sullo stimolo e la risposta. Reazione APPRESA E NON INNATA. Tali studi sono connessi alla teoria dell’evoluzione della specie di Darwin e dimostrano che tra l’animale e l’uomo c’è una sorta di continuità naturale (meccanismi psicologici) alla quale va aggiunta la componente qualitativa.

STIMOLO NEUTRO suono del campanello RIFLESSO INCONDIZONATO cibo/salivazione RIFLESSO CONDIZIONATO associazione suono/cibo salivazione FENOMENO DELL’ ESTINZIONE la salivazione tende a scomparire RECUPERO SPONTANEO esperimento (suono campanello) interrotto e ripreso successivamente FENOMENO DELLA GENERALIZZAZIONE il suono diverso o più o meno intenso rispetto a quello originario FENOMENO DELLA DISCRIMINAZIONE suono diverso totalmente (no salivazione)

La teoria sullo S/R non tiene conto dell’ORGANISMO e quindi dei processi mentali che si riferiscono al comportamento.

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CROWDER

Sostituì al programma lineare di Skinner il programma ramificato che permetteva maggiore flessibilità. L’ allievo inizia con il primo frame istituzionale al quale segue una domanda a scelta multipla con quattro alternative. Se l’allievo risponde in maniera esatta (risposta A) passa al frame successivo, mentre in caso di errore (risposta B C D) viene rimandato ad un percorso istruzionale per recuperare l’errore.

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COGNITIVISMO

Nasce dal’analisi delle teorie epistemologiche-genetiche e si fonda sulla spiegazione dei processi cognitivi e le fasi del loro sviluppo dall’infanzia all’età adulta. Critica il comportamentismo che non cura i processi mentali e tutto ciò che sottende l’elaborazione cognitiva della mente.

Comportamentismo e cognitivismo di prima generazione hanno il presupposto di una realtà esterna e oggettiva che si traduce in prassi di trasmissione di conoscenze ed abilità (tabula rasa/travaso dei saperi)

Cognitivismo di seconda generazione ha come presupposto che la MENTE (centro di controllo) è un ELABORATORE DI INFORMAZIONI con un’organizzazione di tipo sequenziale. Essa non è affatto una tabula rasa, ma è geneticamente dotata di un potenziale evolutivo innato per ricevere, interpretare, immagazzinare ed usare le informazioni dei sensi. Il computer è visto come sostituto dell’insegnante. L’IDEA è che il mondo sia una costruzione derivata dalla nostra esperienza e che, comunque, da un’interazione tra soggetto ed oggetto con forme di solidarietà e comunicazione (costruttivismo).

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Cardine teorico è il concetto di persona legata alla sua evoluzione biologica, alla sua storia evolutiva, al suo contesto sociale, culturale e tecnologico. Si pone l’attenzione sui processi del pensiero e sulla componente ambientale che determinano l’attività cognitiva. L’ATTIVITA’ COGNITIVA è intesa come SCAMBIO ATTIVO con stimoli ambientali percepiti, selezionati, trasformati, elaborati, usati nelle scelte e decisioni. Elementi del cognitivismo: - la mente non è una black box

- non si escludono attitudini innate che determinano i comportamenti umani -l’apprendimento è costruzione attiva di risposte -Privilegia la costruzione e l’elaborazione mentale

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NEISSER

I processi di memoria non sono accumulo di dati prodotti per via associativa o meccanica e indipendenti da altre dimensioni, quali il linguaggio, la motivazione ed il pensiero. L’individuo non solo associa i dati ma li inserisce in schemi, in strutture cognitive che consentono di costruire un sistema organizzato significativo. La MENTE è un “processore” che elabora, in modo personale e originale, informazioni, da’ loro un significato, le rappresenta, ne registra le caratteristiche per utilizzarle in situazioni nuove.

VIGOTSKIY

LO SVILUPPO COGNITIVO è collegato alla dimensione socio-culturale come processo di interiorizzazione di forme culturali. Importante è il rapporto PENSIERO/LINGUAGGIO. Lo sviluppo del primo è determinato dalla parola. Il CONTESTO SOCIALE influisce in maniera determinante sullo sviluppo del bambino a prescindere dagli stadi evolutivi piagettiani (bambino vissuto con i lupi). Le strutture celebrali si sviluppano adeguatamente solo con l’interazione con gli altri e l’uso della parola (linguaggio). La “zona dello sviluppo prossimale” è il divario che esiste tra l’età mentale effettiva e il livello che il soggetto può raggiungere risolvendo certi problemi con un po’ d’aiuto.

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L’ideale di educazione è basato sul livello potenziale dei bambini piuttosto che quello reale. L’unico buon apprendimento è quello in anticipo rispetto allo sviluppo. La zona dello SVILUPPO PROSSIMALE, attraverso la partecipazione con altri soggetti permette al soggetto di ampliare le proprie attività cognitive. Importante è la costruzione degli ambienti di apprendimento on-line e l’attività di sostegno in situazione di difficoltà dell’allievo e l’attività organizzatrice della mente, sistema complesso che riesce ad acquisire informazioni e dati dall’esperienza, elaborarli, collegarli, selezionarli, adeguarli alle risposte favorendo una continua riorganizzazione mentale.

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J. PIAGET

-È iniziatore della “ PSICOLOGIA DELL’ ETA’ EVOLUTIVA (interazione uomo/ambiente) -Affronta il problema del rapporto tra un soggetto che conosce e l’oggetto che deve essere conosciuto con rigore logico e scientifico -Ha promosso l’interesse per i processi e le funzioni mentali -È considerato un cognitivista/strutturalista -Ha introdotto la concezione di strutture e schemi di funzionamento cognitivo deputati all’elaborazione dell’informazione -Introduce alla “EPISTEMOLOGIA GENETICA” : le strutture del sapere sono sedimentate nel tempo (Darwin); nell’uomo sopravvivono le idee (strutture celebrali) che gli facilitano la sua esistenza, il suo vivere -Da stadi di minore conoscenza l’uomo passa a stadi più avanzati in base ad una successione che va dal bambino all’adolescente. Lo sviluppo appare, pertanto, come un continuo processo di “assimilazione”, “accomodamento” ed “equilibrio”. Infatti il bambino si adatta all’ambiente accogliendo informazioni nuove all’interno di schemi mentali preesistenti, modificandoli e raggiungendo un nuovo e più maturo equilibrio tra conoscente e conosciuto. -studio sistematico dell’evoluzione delle strutture cognitive dal bambino fino all’adolescente attraverso quattro stadi:

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1) Stadio sensomotorio (0-2 anni) -Intelligenza sensomotoria -Effetto azioni -Reazioni circolari -Feedback esterni -Permanenza dell’oggetto -Fondamento della capacità di rappresentazione mentale

2) Stadio preparatorio (o intenzionale) (2-7 anni)

-Lo sviluppo intellettivo trae impulso dalla capacità del soggetto di svincolarsi dall’apparenza dei fenomeni -Dall’AZIONE concreta e momentanea alla RAPPRESENTAZIONE spazio-temporale -Pensiero pre-operatorio rigido, uniforme, pre-logico -Il pensiero non ha ancora raggiunto il livello delle operazioni mentali reversibili - intelligenza rigida (egocentrismo), incapace di separare le cause dagli effetti (finalismo), di distinguere l’animato dall’inanimato (animismo)

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3) Stadio delle operazioni concrete (7-12 anni)

-Capacità di compiere OPERAZIONI ossia manipolare la realtà con determinate regole -Concetto di CONSERVAZIONE relativamente al numero, la quantità, massa e volume -Logica della CLASSIFICAZIONE e del principio dell’inclusione (categoria)

4) Stadio delle operazioni mentali (12-16 anni)

-Apparizione del ragionamento astratto ed ipotetico -Ragionamento complesso che si avvale del PROCEDIMENTO DEDUTTIVO -Dimostrazione scientifica di alcuni esperimenti -La realtà intesa come una delle FONTI possibili della conoscenza

Il tipo di apprendimento di ciascuno stadio dipende dalle risorse cognitive che si posseggono, cioè dalle CARATTERISTICHE del bagaglio intellettuale di quell’età. Ogni stadio incorpora e trasforma il precedente per cui l’ APPRENDIMENTO DERIVA DALLO SVILUPPO.

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BRUNER

Dà importanza alla matrice SOCIO-CULTURALE ed al LINGUAGGIO e parla di PENSIERO NARRATIVO che mette in evidenza l’importanza della parola per la conoscenza del mondo. La narrazione è una modalità di pensare ed organizzare la realtà, di interpretarla. E’ un MODELLO MENTALE. Il ricordo è un atto creativo. La narrazione autobiografica consente la conoscenza di sé. Lo sviluppo dell’intelligenza riguarda la mente intesa come sviluppo di strategie adottate progressivamente dall’uomo per ordinare e semplificare i dati dell’ambiente esterno. Non sono universali (Piaget) ma variano da individua ad individuo per cui l’educazione è importante per lo sviluppo. La scuola deve “imparare ad imparare” e cioè non deve insegnare contenuti che variano continuamente ma insegnare a pensare. Gli STADI DELLO SVILUPPO si evolvono per tutto l’arco della vita senza scansioni rigide e temporali. L’intelligenza è la capacità di mettere in atto una serie di strategie e procedure mentali per risolvere problemi, analizzare le informazioni, e codificarle. Importanti sono i fattori SOCIALI (contesto) ed i fattori INDIVIDUALI (motivazione).

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Le 3 fasi non hanno una sequenza fissa (Piaget) ma coesistono. Ogni processo mentale è influenzato dal contesto sociale. Quindi, la conoscenza è influenzata dalla cultura.

Abbiamo 3 fasi: 1) Fase operativa (azione) in cui prevale la rappresentazione motoria dell’esperienza

(manipolazione, percezione, attenzione). Il bambino apprende e comprende AGENDO. L’intenzione precede l’azione.

2) Fase iconica (immagine) prevale l’applicazione di schemi visivi alla realtà dipendenti dall’organizzazione sensoriale-percettiva. La realtà è organizzata come oggetto concreto-idea dell’oggetto e cioè per rappresentazioni mentali ed immagini.

3) Rappresentazione simbolica (linguaggio) e cioè segni e simboli convenzionali riconosciuti per esprimere concetti e categorizzazioni. PAROLA-SIGNIFICATO-CONCETTO

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AZIONE IMMAGINE LINGUAGGIO

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La scuola ha un RUOLO FONDAMENTALE: PROMOZIONE DELLA CULTURA. Essa è un contesto organizzato intenzionalmente per elaborare linguaggi. OBIETTIVO dell’istruzione: PROMOZIONE della forma più alta di rappresentazione e di concettualizzazione della realtà. La “TEORIA DELL’ISTRUZIONE” è fondata sull’assunto ipotesi che qualsiasi argomento si può insegnare ad individui di qualunque età. La concezione bruneriana ha ispirato i testi programmatici della scuola media (1979) e della scuola elementare (1985). ( le discipline sono uno strumento concettuale per amplificar la capacità di pensare e conoscere ). L ’Apprendimento è l’ Attività che si svolge insieme agli altri attraverso conversazioni, confronti, dibattiti ( pianificate o strutturate o libere).

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GARDNER E L’INTELLIGENZA MODULARE

Lo psicologo cognitivista H. Gardner è uno dei più originali e famosi studiosi contemporanei

dell’apprendimento. Con l’opera Formae mentis ha messo in discussione la concezione

tradizionale dell’intelligenza, sostenendo l’esistenza di una pluralità di intelligenze, separate

verticalmente e relativamente indipendenti una dall’altra. In particolare, secondo la sua teoria

esistono sette capacità mentali tra loro distinte (logico matematica, linguistica, musicale, spaziale,

cinestesica, interpersonale e intrapersonale), le quali possono portare un individuo a elaborare

compiutamente un certo tipo di attitudine o ad essere estremamente povero in altre forme di

intelligenza. Ciò significa che alcuni di noi possiedono livelli molto alti in tutte, o quasi, le

intelligenze, mentre altri hanno sviluppato in modo più evidente solo alcune di esse (ad esempio,

Einstein era dotato di eccezionali abilità logico-matematiche, ma aveva poca capacità di relazionarsi

con gli altri, quindi uno scarso livello di intelligenza interpersonale).

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Con una revisione effettuata nel 1955 Gardner aggiunse, a quelle già ricordate, anche l’intelligenza naturalistica e quella esistenziale. Pertanto il modello attuale comprende nove tipi di abilità mentali: 1. intelligenza linguistica (padronanza e amore per il linguaggio e le parole. Tipica di poeti, scrittori,

giornalisti); 2. intelligenza logico-matematica (capacità di confrontare e valutare oggetti e astrazioni, scoprirne le

relazioni reciproche e i principi sottesi. Tipica di matematici, scienziati, filosofi); 3. intelligenza musicale (competenza non solo nel comporre ed eseguire, ma anche nell’ascoltare e nel

saper distinguere brani musicali in relazione all’altezza, al ritmo e al timbro. Tipica di compositori, direttori d’orchestra, musicisti, critici musicali);

4. intelligenza spaziale (abilità di percepire con precisione il mondo visivo, di trasformare e modificare le percezioni e di ricreare esperienze visive anche in assenza di stimoli fisici. Tipica di architetti, scultori, cartografi, navigatori, giocatori di scacchi);

5. intelligenza cinestesica (capacità di controllare e armonizzare i movimenti del corpo e manipolare con destrezza gli oggetti. Tipica di danzatori, atleti, attori);

6. intelligenza interpersonale (abilità di percepire e interpretare gli stati d’animo, le motivazioni, le intenzioni e i sentimenti altrui. Ciò può includere la sensibilità verso le espressioni del viso, della voce, dei gesti e abilità nel rispondere agli altri efficacemente e in modo pragmatico. Tipica di terapeuti, politici, antropologi, operatori sociali);

7. intelligenza intrapersonale (capacità di comprendere se stessi e abilità ad agire “adattivamente” sulla base di questa conoscenza; saper descrivere accuratamente se stessi; avere coscienza dei propri stati d’animo più profondi, delle intenzioni e dei desideri; abilità nell’autodisciplina e nell’autostima. Tipica di psichiatri e capi religiosi);

8. intelligenza naturalistica (capacità di riconoscere e classificare gli oggetti naturali. Tipica di biologi e naturalisti);

9. intelligenza esistenziale (capacità di riflettere su temi come il senso della vita, la morte, la coscienza e

fornire delle risposte. Tipica di capi spirituale, filosofi e pensatori).

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Gardner sostiene anche che ogni individuo può sviluppare tutte le diverse forme di intelligenza, fino a raggiungere livelli soddisfacenti di competenza, a patto, però, di essere messo in condizioni appropriate di incoraggiamento, arricchimento e istruzione. da questa teoria derivano le seguenti implicazioni pedagogiche: gli educatori devono tener conto che si possono verificare apprendimenti più facili in alcune

aree, più difficoltosi in altre, poiché può capitare che in un soggetto un’intelligenza prevalga sulle altre;

La scuola tradizionale sbaglia a dedicare quasi tutta l’attività didattica all’intelligenza linguistica e quella logico-matematica;

I contenuti disciplinati non sono il fine, bensì lo strumento dell’educazione ; La fisionomia cognitiva di ogni alunno è peculiare, sicché il docente deve saperla individuare

(questo anche in riferimento a soggetti disturbati, come i dislessici); Poiché i tipi di intelligenza sono diversi, occorre che i docenti presentino le discipline nel modo

più adatto al tipo di apprendimento di ciascun allievo; Le verifiche scolastiche devono riconoscere e valorizzare la forma personale con cui ogni alunno

rappresenta ed esprime ciò che ha appreso.

la concezione di Gardner ha influenzato notevolmente la struttura curricolare degli Orientamenti del 1991 della scuola dell’infanzia, incentrata sui campi di esperienza che rispecchiano le “intelligenze” dello psicologo americano (H. Gardner, Formae mentis, saggio sulla pluralità dell’intelligenza, 1983; H. Gardner, Educare al comprendere, 1991).

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COSTRUTTIVISMO

Nell’approccio educativo pone il soggetto che apprende al centro del processo formativo (learning centred), in alternativa ad una teoria basata sulla centralità dell’insegnante (teaching centred) quale depositario indiscusso di un sapere universale, indiscusso, astratto ed indipendente dal contesto di riferimento. LA CONOSCENZA 1. deriva da una costruzione attiva da parte del discente. “Fare significato” e cioè interpretazione creativa

della realtà. Quindi, non esistono conoscenze giuste o conoscenze sbagliate. Ogni OBIETTIVO EDUCATIVO presuppone l’ANALISI e la VALUTAZIONE dei possibili PERCORSI CONOSCITIVI (itinerario da percorrere nel tempo – passaggio dal cogliere e trasformare ciò che è sensibile in simbolo). Bisogna abituarsi alla percezione di uno schema d’azione teso a risolvere un problema, a raggiungere un obiettivo;

2. è collegata ad un contesto di riferimento e quindi ad una situazione concreta in cui avviene l’apprendimento. Il soggetto, spinto dall’interesse, costruisce attivamente una propria concezione della realtà attraverso un processo di integrazione di molteplici prospettive che gli vengono offerte. L’OBIETTIVO è l’interiorizzazione di una metodologia di apprendimento che renda il soggetto autonomo nei propri processi conoscitivi ;

3. è frutto di una collaborazione sociale e comunicazione interpersonale con l’ambiente culturale, sociale, fisico in cui opera e vive. Importante è il confronto derivante da più prospettive individuali. L’apprendimento è il risultato di una dimensione collettiva di interpretazioni della realtà, non solo come attività personali

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JONASSEN

Individua le caratteristiche di un “ambiente di apprendimento” che deve dare importanza alla

costruzione della conoscenza e non alla sua riproduzione tale da offrire varietà di stimolo e

percorsi personalizzati di accesso ai contenuti. Bisogna permettere allo studente

un’esplorazione attiva basata sui propri interessi/motivazioni all’apprendimento di nuove

conoscenze. Esso si basa su un processo di riadattamento flessibile della conoscenza

preesistente in funzione dei bisogni posti dalle nuova situazione formativa.

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Lo stesso Jonassen si limita a delineare una serie di raccomandazioni fondamentali che un ambiente d’apprendimento di questo tipo dovrebbe sempre promuovere:

• Dare enfasi alla costruzione della conoscenza e non alla sua riproduzione; • Evitare eccessive semplificazioni nel rappresentare la complessità delle situazioni reali; • Presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre); • Offrire ambienti di apprendimento derivati dal mondo reale, basati su casi, piuttosto che

sequenze istruttive predeterminate; • Offrire rappresentazioni multiple della realtà; • Favorire la riflessione e il ragionamento.

Lo studio dei casi, il problem – solving e le simulazioni come strategie didattiche. Presentare più fattori significativi in una situazione “problematica” sviluppa la capacità di indagine funzionale e di prendere decisioni efficaci. Rielaborare conoscenze possedute in funzione di nuove esigenze promuove un pensiero creativo. In un gruppo di lavoro e/o di apprendimento cooperativo, il fatto di potersi scambiare opinioni ed idee, avendo competenze diversificate, promuove la capacità di trovare soluzioni ottimali nel minor tempo possibile. LA PROGETTAZIONE DIDATTICA DEVE ESSERE FLESSIBILE per cui è importante il ruolo della tecnologia.

• Permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto; • Favorire la costruzione cooperativa della conoscenza attraverso la collaborazione con

altri

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La Cognitive Flexibility Teory si basa sull’utilizzo degli ipertesti e tecnologie (cognitive Flexibility

Hjpertexts – Spiro). Le teorie dell’istruzione tradizionale hanno fallito per una visione troppo

statica e rigida dell’attività cognitiva nonché per le rappresentazioni semplificate della realtà.

Pone in risalto l’attività conoscitiva come riadattamento flessibile della preesistente conoscenza

in relazione ai bisogni che possono emergere da una nuova situazione.

Gli ipertesti, il computer, sono strumenti adatti a favorire lo sviluppo della flessibilità cognitiva

grazie alla loro dinamicità di funzionamento che consente di pervenire ad una specifica

informazione da differenti direzioni.

Il mondo reale è complesso e, pertanto, l’APPRENDIMENTO è favorito attraverso una varietà di

modi differenti a seconda degli scopi e rappresentazioni multipli della conoscenza.

La CONOSCENZA nasce da un attraversamento non lineare e multiprospettico di un territorio

(pensiero) per cui uno stesso luogo va raggiunto più volte, da direzioni diverse (criss – crossed

landscape di Wittgentein).

La “FLESSIBILITA’ COGNITIVA” è la capacità di ristrutturare spontaneamente le proprie

conoscenze in molti modi come risposta adattiva alle risposte situazionali (Spiro).

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Varisco evidenzia che “tale flessibilità presuppone una rappresentazione della conoscenza mediante

multiple dimensioni, perseguibile attraverso multiple spiegazioni, multiple analogie, multiple dimensioni

di analisi. Essa, inoltre, presuppone processi di assemblaggi degli schemi cognitivi invece che l’inerte

recupero della loro integrità.

Il dominio di conoscenza deve allora essere necessariamente decostruito per poi essere variamente

ricostruito: ciò porta alla necessità della frammentazione del dominio in unità di conoscenza mobili e

ricomponibili “.

Tale modello si contrappone a quello cognitivista che intende la conoscenza come recupero nella memoria

di preconoscenze e la loro implementazione su nuovi dati. La Cognitive Flexibility, invece pone in risalto

l’attività conoscitiva come riadattamento flessibile della preesistente conoscenza in relazione ai bisogni che

possono emergere da una nuova situazione.

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Quindi, caratteristiche del modello didattico costruttivista è :

1. L’ambiente di apprendimento. Non si abolisce la programmazione curriculare ma si pone

l’attenzione sul contorno e cioè sulla molteplicità dei supporti e dispositivi collaterali da

utilizzare durante la fase di apprendimento.

2. Le molteplici impalcature dell’apprendimento sono modificabili sono modificabili e regolabili

con adeguati interventi.

3. Il percorso didattico non lineare ma ricorsivo e generativo.

4. L’importanza del discente, della sua autodeterminazione del percorso e degli obiettivi.

5. L’importanza alla pluralità delle strade percorribili ed alla molteplicità prospettica con cui si

può raggiungere la conoscenza.

6. Uso di tecnologie intese come amplificatori della comunicazione e della cooperazione

interpersonale.

Page 28: COMPORTAMENTISMO - centrostudiulisse.it · COMPORTAMENTISMO Nas e nel 1993 quando lo psiologo Watson s risse un arti olo; “la psiologia dal punto di ista ... SKINNER ha usato per

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Costruttivismo

1. Contesto di apprendimento;

2. Soggetto;

3. Imprevedibilità;

4. Necessità di fornire molteplici risposte;

5. Negoziazione interpersonale;

6. Diversificazione risultati;

7. Metacognizione;

8. Cooperative learning .