Upload
dangtuyen
View
214
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
COMUNE DI VILLACIDRO PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO
CONSORZIO PER LA ZONA DI SVILUPPO INDUSTRIALE DI VILLACIDRO COMPARTO D4
IMPIANTO FOTOVOLTAICO VILLACIDRO 2
DA 5,4 MWp INSTALLATO NEL CONSORZIO PER LA ZONA DI SVILUPPO INDUSTRIALE DI VILLACIDRO IN LOCALITA’ SU TASURU
RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI
1. PREMESSA
La presente relazione contiene la descrizione del progetto di un impianto fotovoltaico della
potenza nominale di 5,4 MWp, denominato “VILLACIDRO 2” e i dati necessari per
l’individuazione e la valutazione dei principali effetti che tale progetto può avere
sull’ambiente, ed è redatta conformemente a quanto previsto nell’Allegato D del D.P.R. del
12/04 1996 e all’Allegato A2 della Delibera G.R. n. 5/11 del 12/02/2005.
Ai sensi della normativa sopra citata le caratteristiche del progetto che saranno prese in
considerazione per la redazione della presente relazione per la Procedura di
Verifica/Screening sono le seguenti:
□ dimensioni del progetto;
□ utilizzazione delle risorse naturali;
□ produzione di rifiuti;
□ inquinamento e disturbi ambientali;
□ rischio di incidenti;
□ impatto sul patrimonio naturale e storico, tenuto conto della destinazione delle zone che possono essere danneggiate.
2
2. RELAZIONE SUI RAPPORTI DELL’OPERA CON LA NORMATIVA AMBIENTALE VIGENTE
2.1. AMBIENTE: IL CONTESTO NORMATIVO
La tutela, la salvaguardia e la valorizzazione ambientale, introdotti per la prima volta in
USA con l’emanazione nel 1970 di una legge diventata molto famosa, la NEPA (National
Enviromental Policy Act), sono obbiettivi dei quali non si può fare più a meno.
In Europa, la procedura di Valutazione di impatto Ambientale (V.I.A.), è stata introdotta
con la Direttiva CEE 337/85 con l’obbiettivo di valutare gli effetti di un progetto
sull’ambiente per proteggere la salute umana, contribuire alla qualità della vita, provvedere
al mantenimento della varietà delle specie e conservare la capacità di riproduzione
dell’ecosistema.
Tale direttiva contiene un elenco delle tipologie di opere da sottoporre alla procedura,
strutturato in due allegati: l’allegato I, relativo ai progetti che devono essere
obbligatoriamente soggetti a V.I.A. da parte di tutti gli stati membri e l’allegato II, relativo ai
progetti che devono essere sottoposti a V.I.A. nel caso in cui gli stati membri lo ritengano
necessario.
Le successive Direttive Europee :
- la “Direttiva 2001/42/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio” del 27/06/2001 sulla
valutazione degli effetti di determinati piani e programmi dell’ambiente ;
- la Direttiva 85/337/CEE del Consiglio in data 27/06/1985 , modificata dalle direttive
97/11/CE 3 marzo 1997 e 2003/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio 26/05/2003
, concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati ,
nonché di riordino e coordinamento delle procedure di valutazione di impatto ambientale
(VIA), per la valutazione ambientale strategica (VAS) e per la prevenzione e riduzione
integrata dell’inquinamento (IPPC);
- la Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21/04/2004 sulla
responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale,
che istituisce un quadro per la “ responsabilità ambientale “ basato sul principio che chi
inquina paga, costituiscono il quadro normativo comunitario di riferimento da parte del
legislatore nazionale che sulla base della la L. 15/12/2004 n. 308 ( delega al Governo per
il riordino , coordinamento e integrazione della legislazione in materia ambientale e misure
di diretta applicazione ) ha emanato il D.Leg.vo 3/04/2006 n. 152 , modificato con
D.Leg.vo. n. 4/2008 del 16/01/2008 ed ha rivisitato la legislazione in materia ambientale
3
provvedendo al riordino , al coordinamento, all’integrazione delle disposizioni legislative
nelle materie di:
− procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS) e autorizzazione
ambientale integrata (IPPC)
− difesa del suolo , tutela delle acque e delle risorse idriche
− gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati
− tutela risarcitoria contro i danni dell’ambiente
in conformità ai principi e criteri direttivi della L. n. 308 15/12/2004 e nel rispetto
dell’ordinamento comunitario , delle attribuzioni delle regioni e degli enti locali.
La Regione Sardegna con L.R. 12/06/2006 n. 9 ( Conferimento di funzioni e compiti agli
enti locali) ha previsto l’attribuzione alla province della competenza ad espletare le
procedure di impatto ambientale per alcune categorie di interventi.
Con deliberazione G.R. N. 24/23 del 23/4/2008, nelle more di un disegno organico che
coordini le norme regionali con quelle nazionali, delibera che le procedure di valutazione di
impatto ambientale devono essere svolte secondo quanto specificato negli allegati A e B
(che sostituiscono quelli approvati con deliberazione 5/11 del 15/2/2005) mentre le
procedure di valutazione ambientale strategica di competenza regionale devono essere
svolte secondo l’allegato C.
Con Delibera della Giunta Regionale n. 30/2 del 23/05/2008 sono state approvate le Linee
guida per l’individuazione degli impatti potenziali degli impianti fotovoltaici e loro corretto
inserimento nel territorio.
Con delibera della Giunta Regionale n. 59/12 del 29/10/2008 vengono approvate le
modifiche alle Linee guida con la revisione della definizione del tetto massimo della
potenza installabile.
4
3. RELAZIONE SUI POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI
3.1. CENNI SULLA RISORSA ENERGETICA FOTOVOLTAICA
L’energia solare è una fonte rinnovabile che consente di produrre elettricità in modo
sicuramente rispettoso dell’ambiente, evitando di immettere nell’atmosfera emissioni
gassose (ad es. CO2) o di produrre scorie.
La disponibilità della fonte solare su tutto il pianeta rende possibile la generazione diffusa
di energia elettrica (anche in posti fortemente decentralizzati), consentendo anche una
riduzione dei costi di trasporto dell’energia.
L’energia solare può essere utilizzata per la produzione di energia elettrica attraverso la
trasformazione diretta della radiazione solare in energia elettrica tramite l’effetto
fotovoltaico.
3.2. I MODULI DI SILICIO
L’effetto fotovoltaico si basa sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori
opportunamente trattati (tra i quali il Silicio) di generare direttamente energia elettrica
quando vengono colpiti dalla radiazione solare.
Il componente fondamentale dei sistemi fotovoltaici è la cella fotovoltaica. Questa è
sostanzialmente un diodo di grande superficie, che esposto alla radiazione solare si
comporta come un generatore di corrente. Il funzionamento di quest’ultimo dipende
fondamentalmente dall’intensità della radiazione solare, dalla temperatura e dalla
superficie e può essere descritto dalla caratteristica I-V riportata nella figura seguente.
Una cella fotovoltaica con superficie di 150x150 mm2 produce, in condizioni standard
(STC), una corrente di oltre 7 A con una tensione di 0.5 V, quindi una potenza di 3.5 Wp.
Più celle, connesse in serie/parallelo e incapsulate tra un foglio di plastica e una lastra di
vetro, formano il modulo fotovoltaico. Un modulo formato da 60 celle da 150x150 mm2 ha
una superficie di 1,6 m2 ed eroga, in condizioni standard (STC), circa 220 Wp. Esistono in
commercio anche moduli da 300 Wp.
5
Un insieme di moduli, connessi elettricamente tra loro, costituisce il campo fotovoltaico
che, insieme ad altri componenti strutturali, elettrici ed elettronici, consente di realizzare il
generatore fotovoltaico.
Si descrivono di seguito i componenti sopra elencati:
3.2.1 LE CELLE
Fino ad alcuni anni fa le celle avevano forma circolare, tipicamente del diametro di circa 8
cm, in conseguenza della forma cilindrica del lingotto. Attualmente, per ottenere un miglior
sfruttamento dell’area attiva, una volta assemblate nel modulo, le celle commerciali hanno
forma quadrata. Con lato di 8-10 cm se di silicio monocristallino o 12-15 cm se di silicio
policristallino.
La connessione elettrica delle celle è ottenuta per mezzo di due contatti metallici, uno sulla
faccia esposta e l’altro sulla opposta, normalmente ottenuti per evaporazione sottovuoto di
metalli a bassissima resistenza elettrica.
Il passo successivo della lavorazione della cella è costituito dalla deposizione di uno strato
antiriflettente di spessore non superiore a 1 micron, per il quale si usa di solito ossido di
titanio evaporato sottovuoto.
3.2.2 I MODULI
Celle solari di qualunque tipo, connesse in serie/parallelo e incapsulate tra un foglio di
plastica e una lastra di vetro temperato costituiscono la maggioranza dei moduli
commerciali. Si tratta di sandwich di materiali molto robusti di forma rettangolare, spessore
compreso tra 2 e 3 cm e peso variabile tra 6 e 21 Kg. I moduli possono essere lasciati
senza cornice (framless) o contornati da un profilo di alluminio allo scopo di facilitarne il
montaggio. Le polarità positiva e negativa vengono portate fuori dal sandwich per essere
accessibili al collegamento; in genere sono disponibili su una morsettiera contenute in una
cassettina di materiale plastico. Nei moduli commerciali le celle (normalmente 36, 64 o 72)
vengono collegate in serie. Come risultato, i moduli FV si configurano esternamente come
componenti a due terminali aventi una curva caratteristica di generazione I-V identica a
quello delle celle che lo compongono ma, ovviamente, con valori di tensione proporzionali
al numero di celle in serie.
3.3. I MODULI A FILM SOTTILE CdTe
I moduli a film sottile al telloruro di cadmio (CdTe), si distinguono dai tradizionali moduli
fotovoltaici, realizzati con il silicio cristallino, per la diversità dei materiali utilizzati e per le
6
peculiari caratteristiche elettrico/meccaniche. I moduli CdTe sono realizzati con una
pellicola di telloruro di cadmio racchiusa tra due lastre di vetro: l’associazione di questi
elementi permette di ottenere l’effetto fotovoltaico, con efficienze di conversione che oggi
raggiungono valori prossimi al 10%.
Risentono, inoltre, in quantità minore rispetto ai moduli cristallini della perdita di potenza
per aumento della temperatura di lavoro.
Presentano un coefficiente relativo alla potenza nominale dell’0,25%, rispetto ad un valore
comune di 0,5% nei moduli in silicio. Valori che si traducono nella capacità di produrre più
energia a parità di kwp installati per l’intero periodo d’esercizio dell’impianto. La possibilità
di effetti tossici legati alla presenza del cadmio è radicalmente nulla: il metallo si trova
confinato e sotto forma di composto stabile (telloruro). Inoltre, a garanzia del rispetto per
l’ambiente, ogni modulo assolve la direttiva Weee (Waste electrical and electronic
equipement) che regola lo smaltimento e il riciclo. I moduli al CdTe venduti in Italia sono
quelli della serie FS, certificati secondo IEC 61646 (come richiesto dal Conto Energia), con
potenze fino ai 75 Wp, particolarmente indicati sia per l’installazione negli impianti
d’elevata capacità (centinaia di KWp ed oltre), che per tutte le applicazioni in cui è prevista
l’integrazione architettonica. La superficie vetrata e lo spessore di soli 6,8 mm, infatti, li
rendono ideali anche nelle soluzioni estetiche più esasperate. Le previsioni relative
all’utilizzo di queste tecnologie nel mercato fotovoltaico sono più che rosee, soprattutto per
effetto di un rapporto €/Wp vantaggioso rispetto ai moduli cristallini: un vantaggio dovuto,
tra l’altro, ai tempi di produzione notevolmente inferiori rispetto a quelli necessari per
realizzare un modulo tradizionale. Il prezzo più competitivo rispetto a quello al silicio non
incide, inoltre, sulla qualità del prodotto: i moduli della serie FS godono di garanzia
quinquennale sui difetti di fabbricazione, e fino ai 25 anni sulle prestazioni, per l’80% della
potenza nominale. L’uso dei moduli a film sottile è necessariamente vincolato alla
superficie utile per l’installazione, poiché, data la minore efficienza, l’impiego di tali pannelli
necessità del 35/40% di spazio in più rispetto ai moduli cristallini.
3.4. IL CAMPO FV
I moduli fotovoltaici possono essere utilizzati sia singolarmente (un modulo da 36 celle può
caricare una batteria da 12 volt) che collegati tra loro in serie e parallelo cosi da formare
stringhe e campi fotovoltaici.
Nella pratica impiantistica più moduli vengono collegati a formare una serie chiamata
stringa, al fine di raggiungere la tensione nominale; più stringhe vengono poi collegate in
parallelo fino a raggiungere la potenza che si desidera installare (campo FV).
7
Vi sono casi in cui un singolo impianto può utilizzare più campi FV, i quali, per questo
motivo, vengono detti sottocampi.
Può infatti nascere l’esigenza di separare tra loro le sezioni in corrente continua di
differenti caratteristiche elettriche tra loro incompatibili; ogni sottocampo viene allora
collegato ad un proprio dispositivo di condizionamento della potenza (inverter o regolatore
di tensione).
I motivi per cui può essere conveniente ricorrere a più sottocampi, anziché far uso di un
singolo campo di potenza maggiore possono essere:
□ Le stringhe di moduli sono tra loro distanti
□ La potenza complessiva del generatore FV è maggiore di quella consentita per un
singolo inverter (o altro dispositivo di condizionamento della potenza); è necessario
il frazionamento per raggiungere la potenza richiesta.
□ I moduli FV non possono essere tutti orientati allo stesso modo; è necessario quindi
evitare sbilanciamenti di potenza che si traducono in perdite di efficienza.
□ È necessario utilizzare moduli di marca e/o modelli differenti:i vari sottocampi
conterranno gruppi omogenei di moduli.
ALTRI COMPONENTI
Oltre ai moduli FV, i componenti fondamentali che costituiscono l’impianto sono:
□ Inverter: dispositivi la cui funzione è trasformare l’energia elettrica continua prodotta
in alternata.
□ I cavi elettrici di collegamento tra i vari componenti l’impianto di varia natura e
caratteristiche: dai cavi di collegamento dei moduli sino ai cavidotti di collegamento
dei sottocampi all’inverter.
□ I contatori per la misura dell’energia prodotta e dell’energia immessa in rete
(posizionati all’interno della cabina elettrica)
□ Un trasformatore da Bassa a Media tensione
□ La cabina di allaccio alla rete di media tensione
3.5. DIMENSIONI DEL PROGETTO
Il progetto allegato alla presente relazione è un campo fotovoltaico della potenza di 5,4
MWp formato da N° 1200 strutture metalliche a sostegno ciascuna di 6 stringhe da 10
moduli per un totale di 72000 moduli.
Interessa un’area di 130000 mq, ubicata in comune di Villacidro, nell’ambito del Consorzio
8
per la zona di sviluppo industriale in località Su Tasuru.
L’intero impianto sarà diviso elettricamente in 5 campi della potenza singola di 1080 KW.
Ciascun campo è diviso in 4 sottocampi di cui 2 della potenza di 288 KW e altri 2 della
potenza di 252 KW.
I moduli di ciascuno dei sottocampi alimenteranno due convertitori statici dell’energia
continua in alternata (inverter). Gli inverter di ciascun sottocampo saranno collegati ad un
trasformatore che eleverà la tensione di bassa in tensione di media a 15 KV da immettere
nelle rete nazionale.
Le strutture porta moduli saranno disposte per file parallele a distanza di m 4.00 calcolata
per non avere ombreggiamenti e distanti dai confini almeno 5 m per permettere la
circolazione di mezzi di servizio e per problemi di sicurezza antincendio.
Le strutture di supporto hanno la funzione di tenere i moduli fotovoltaici orientati ed
inclinati. L’inclinazione e l’orientamento dei moduli sono stati scelti per ottimizzare la
radiazione solare incidente. I moduli verranno orientati a Sud con un’inclinazione di 25°, in
modo da consentire la massima accolta di energia nell’arco dell’anno unitamente ad una
ridotta superficie di esposizione al vento.
E’ stata ipotizzata una inclinazione ottimale minima dei raggi solari (shading) di 21°.
Strutturalmente ciascuna struttura sarà composta da montanti, infissi nel terreno, a
ciascuno dei quali è vincolata una trave inclinata di 25°, sorretta da un opportuno puntone,
sette arcarecci posti al di sopra delle tre travi per il sostegno e fissaggio dei moduli disposti
in senso orizzontale.
Nella figura seguente è indicato in sezione l’elemento strutturale di sostegno e la posizione
di pannelli.
9
L’impianto sarà dotato di cinque cabine prefabbricate con due inverter da 500 KW
ciascuna, 5 cabine doppio corpo per altrettanti trasformatori da 1250 KW ed una cabina di
consegna a bordo lotto per i collegamenti con l’Enel.
Si riportano le piante delle due tipologie di cabine con l’indicazione delle destinazioni d’uso
dei vari locali.
11
Il lotto sarà interamente recintato con rete metallica plastificata ed avrà accesso, con
idoneo cancello, dalla strada vicinale denominata Merdevullo che attraversa a raso prima
un ramo della rete ferroviaria consortile, non più in esercizio, e successivamente la strada
pubblica che corre parallelamente alla rete ferroviaria.
La strada Merdevullo attualmente entra nel lotto destinato all’impianto industriale e, dopo
un percorso di circa 280 m, fuoriesce con direzione nord.
Detta strada non verrà interrotta perché i due bracci verranno collegati con un nuovo tratto
di strada della lunghezza di circa 260 m che correrà all’esterno del lotto, lungo la
recinzione, in area del Consorzio Industriale.
Verrà così garantita la continuità viaria della rete delle strade vicinali locali.
Per una più facile lettura si rimanda alla Tav. 2 del progetto allegato.
E’ in corso di approvazione da parte del Comune la sdemanializzazione delle strade
vicinali non più utilizzate e di quelle che verranno sostituite con altre che seguiranno
percorsi diversi.
3.6. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Il sito destinato alla realizzazione dell’impianto è localizzato all’interno del perimetro
dell’area del Consorzio Industriale di Villacidro.
L’area industriale gestita dal Consorzio, ubicata totalmente nel comune di Villacidro, si
12
estende su una superficie di 581 ettari, per buona parte lottizzata.
Si allega la lettera del Consorzio in data 30/08/2007 prot. 6246.
L’area destinata all’impianto fotovoltaico non è lottizzata e sarà dotata esclusivamente di
viabilità interna di servizio, piazzali antistanti le cabine elettriche, recinzione perimetrale,
cancello d’ingresso, impianto d’illuminazione e di allarme lungo tutto il perimetro.
L’impianto interessa un’area di circa 13 ettari.
Attualmente sono in esercizio nell’ambito del Consorzio Industriale 5 impianti fotovoltaici a
terra per una potenza complessiva di circa 5 MWp su una superficie complessiva di circa
10 ettari, dei quali 4 della Soc. Soluxia e 6 della Soc. Fotosolare S.r.l.
Con il nuovo impianto la superficie totale impegnata per impianti fotovoltaici a terra risulta
pari a 10 + 13 = 23 ettari, pari al 4% dell’intera superficie dell’agglomerato industriale.
L’area oggetto dell’intervento è posta a nord dell’agglomerato industriale in prossimità
(verso est) della discarica dei rifiuti urbani e dell’impianto di depurazione.
Si riporta una vista satellitare con la posizione del nuovo impianto e di quella degli impianti
già realizzati.
13
3.7. UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI
L’unica risorsa che sarà utilizzata sarà quella del sole, sfruttando infatti le proprietà dei
materiali semiconduttori l’energia solare viene trasformata in energia elettrica.
3.7.1 Geologia e geomorfologia
Dal punto di vista geomorfologico, l’area non presenta caratteristiche peculiari di
particolare rilievo; si trova in una zona abbastanza pianeggiante, distante circa 4/5 Km
verso Sud-Ovest, dall’ area di raccordo morfologico fra i sedimenti alluvionali caratteristici
della pianura della “Fossa Campidanese” ed i rilievi prima a carattere collinare, poi
montuoso, rappresentati dalle litologie granitiche erciniche e dalle formazioni ascrivibili al
basamento metamorfico paleozoico.
Litologicamente, si rilevano in affioramento i sedimenti alluvionali di copertura costituiti da
depositi sabbiosi fini misti ad argille sabbiose e con ciottolame di vario diametro, ascrivibili
al Tirreniano, poggianti sulla successione pur sempre alluvionale e palustre più antica
(Plio-Pleistocenica).
La morfologia del terreno non verrà modificata perché idonea all’infissione delle strutture di
supporto dei moduli fotovoltaici.
3.7.2 Uso del suolo
La superficie totale occupata dai moduli fotovoltaici e dalle cabine sarà di circa 53550 mq
rispetto alla superficie totale del lotto di circa 130000 mq. La destinazione urbanistica del
terreno è ovviamente industriale essendo il lotto all’interno del consorzio industriale di
Villacidro. Non sarà pertanto necessaria alcuna variante alla destinazione urbanistica
dell’area.
3.7.3 Ambiente idrico
Gli utilizzi idrici per il funzionamento e l’esercizio della centrale fotovoltaica saranno
minimi, potrebbe essere infatti necessario provvedere alla pulizia dei pannelli una/due
volte anno.
Durante la fase di costruzione potrebbe essere richiesto un piccolo quantitativo di acqua
per le attività di costruzione delle cabine. L’acqua sarà approvvigionata con idonei mezzi
dalla rete consortile esistente.
3.7.4 Ambito socio-economico
Non si prevede alcuna incidenza sostanziale sull'impiego, sul terziario e sul traffico
14
veicolare.
3.8. PRODUZIONE DI RIFIUTI
Il ciclo dei rifiuti generati dal cantiere edile e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico
seguirà il seguente trattamento come previsto dal Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
- Norme in materia ambientale.
3.8.1 Rifiuti di cantiere
In fase di cantiere i rifiuti che si generano sono essenzialmente quelli provenienti dai
materiali di imballaggio dei materiali da costruzione, delle apparecchiature e materiale di
risulta proveniente da movimenti terra per piccoli splateamenti e scavi a sezione obbligata
per l’alloggio dei cavidotti e delle fondazioni dei muri.
3.8.2 Terreno di splateamento e scavo
Come previsto dalla classificazione del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 all’art.
186 le terre e le rocce provenienti dalle attività di scavo a sezione obbligata per la
realizzazione delle fondazioni delle cabine, dei cordoli delle recinzioni e dei cavidotti
possono e saranno destinate all'effettivo utilizzo per reinterri, riempimenti all’interno
dell’area di cantiere. Le eccedenze, se necessario, verranno destinate a cava di deposito
e prestito o inviati a discarica.
3.8.3 Imballaggi
Legno
Tutti i pallets e i supporti di arrotolamento delle bobine di cavi elettrici saranno cedute alle
ditte fornitrici e quelle che si dovessero danneggiare e restassero in cantiere saranno
collocate in appositi contenitori movimentabili su camion e smaltiti in discarica come
materiale che non può essere ulteriormente lavorato.
Cartoneria e carta
La cartoneria degli imballaggi e derivante da materiali sciolti in sacchi saranno raccolti e
destinati alla raccolta differenziata
Plastica
I materiali plastici tipo cellofan, reggette in plastica e sacchi anche questi avranno
all’interno dell’area di cantiere un raccoglitore differenziato e inviati al riciclo.
15
3.9. INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI
Atmosfera Non vi è alcun impatto in fase di esercizio mentre in fase di cantiere si stima una probabile
produzione di polvere e di rumore, conseguente ai mezzi d’opera e di trasporto utilizzati
per la sola fase di costruzione. Tali minimi impatti in fase di cantiere e quindi limitati anche
nel tempo vengono ampiamente compensati dalle emissioni evitate nel corso della vita
utile dell’impianto.
La definizione che meglio si adatta al termine di energia pulita è lo sfruttamento
dell'energia solare, attraverso la sua trasformazione statica, senza cioè componenti in
movimento, in energia elettrica, trasformazione del tutto priva di emissioni dannose per
l'atmosfera. A scala globale la costruzione dell’opera evita l’emissione in atmosfera delle
sostanze inquinanti e dei gas serra che scaricherebbero, a parità di energia elettrica
prodotta, le centrali convenzionali.
Dalla relazione tecnica risulta una produzione media annua di energia elettrica pari a circa
6.471.000 KWh; la tabella seguente mostra le emissione evitate per un anno e per un arco
di vita utile di 25 anni:
Polveri (Kg)
So2 (Kg)
NO2 (Kg)
CO2 (tonn)
Anno 165 5285 3296 3972 Vita utile 4125 132125 82400 99300
Tra queste sostanze inquinanti la più rilevante è l’anidride carbonica, il cui progressivo
incremento, com’è noto, contribuisce all’effetto serra e quindi a causare drammatici
cambiamenti climatici.
Emissioni elettromagnetiche L’impianto è diviso in tre sezioni:
o parte di generazione realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in corrente
continua in alta tensione tramite conduttori ad alto isolamento;
o parte di trasformazione per passaggio da corrente continua a corrente alternata
trifase in bassa tensione, 50Hz (tramite inverter);
o parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione 15
KV, 50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore bt/MT) e
distribuzione con conduttori isolati.
16
Per quanto sopra detto l’impianto funziona a frequenza industriale 50 Hz con tensioni
limitate ad impianti di I categoria, con l’eccezione del solo stadio finale di elevazione alla
Media Tensione richiesta per l’immissione in rete e dei locali standard richiesti per
l’allaccio dall’Ente Distributore. La parte di impianto funzionante in Media Tensione è
realizzato esclusivamente in locali chiusi e conformi alla normativa applicabile (norme CEI
e richieste DK dell’Ente Distributore) e quindi si configura come una ordinaria cella di
trasformazione BT/MT senza introdurre alcuna problematica ulteriore di emissione di onde
elettromagnetiche.
Si tenga conto che trattasi comunque di locali non presidiati con presenza umana limitata
ai brevi tempi di controllo.
Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla normativa in vigore, es. in
termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti, sovratensioni e disturbi
elettromagnetici.
Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 100 A.
Per i cavi del collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente
di 500 A.
Nei due casi i cavi sono posati nel suolo ad una profondità (1,00/1,20 m) tale da garantire
una intensità dei campi magnetici inferiore a 3 µT in asse con i conduttori.
3.10. IMPATTO SUL PATRIMONIO NATURALE E STORICO
Il Piano Paesaggistico Regionale P.P.R.
Con la delibera n. 22/3 del 24 maggio 2006 la regione Sardegna adotta il Piano
Paesaggistico Regionale (P.P.R.) I° Ambito Omogeneo – Area Costiera, approvato dalla
Giunta regionale con delibera n. 59/36 del 13 dicembre 2005.
Il P.P.R. è rivolto a tutti i soggetti che operano nella pianificazione del territorio sardo, in
particolare alla Regione, ai Comuni, agli enti pubblici, ai privati e persegue le seguenti
finalità:
o Preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità
ambientale.
o Proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità.
o Assicurare la salvaguardia del territorio e promuovere forme di sviluppo sostenibili
al fine di conservare e migliorarne le qualità.
A tal fine, il P.P.R., ripartisce il territorio in ambiti di paesaggio dove, per ambito, si
intendono le aree definite in relazione alla tipologia, rilevanza ed integrità dei valori
paesaggistici, in particolare individua 27 ambiti di paesaggio costiero. Il P.P.R. detta
17
indirizzi e prescrizioni per la conservazione e il mantenimento degli aspetti significativi del
paesaggio. Determina il quadro delle azioni strategiche da attuare e dei relativi strumenti
da utilizzare, ai fini degli obbiettivi di qualità paesaggistica previsti.
Le prescrizioni del P.P.R. sono prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente
contenute negli strumenti urbanistici, i quali dovranno uniformarsi, mentre le previsioni si
attuano attraverso:
o I piani degli enti gestori delle aree protette
o La pianificazione provinciale e comunale
o I piani di azione paesaggistica, relativi ai territori di uno o più comuni.
L’opera nel contesto del P.P.R
Il sito di destinazione dell’impianto non è all’interno di nessun Ambito.
3.11. IL PIANO DI DISMISSIONE
Per detto impianto è previsto un piano di dismissione che riguarda in modo particolare i
moduli fotovoltaici.
Si precisa che alcune delle opere di progetto non saranno dismesse perché funzionali col
futuro utilizzo dell’intera area.
Si tratta in particolare delle recinzioni, dei cancelli.
Tutte le altre parti dell’impianto possono essere rimosse senza lasciare sul posto parti che
ne impediscano l’utilizzazione per usi agricoli o industriali.
Le cabine elettriche sono previste di tipo interamente prefabbricato senza basamento di
fondazione ma con vasca prefabbricata per la distribuzione dei cavi in ingresso ed in
uscita. Possono essere rimosse ed eventualmente utilizzate in altro sito.
È previsto infatti che vengano armate in stabilimento e posate all’interno di uno scavo
profondo circa 50 cm, su letto di sabbia.
Le strutture porta moduli possono essere rimosse ed eventualmente riutilizzate o portate
in fonderia per recuperare tutto l’acciaio.
Tutti i cavi elettrici possono essere sfilati dai diversi cavidotti e portati a discarica di
riutilizzo del rame.
Si precisa che la parte più delicata per lo smaltimento dopo la dismissione è formata dai
moduli fotovoltaici.
Nel caso in esame questo problema viene risolto al momento della fornitura in quanto
viene stipulato un particolare contratto con la Soc. First Solar che s’impegnerà a ritirare i
moduli dai quali recupererà sia il vetro che il Telloruro di Cadmio.
Si allega copia degli allegati al contratto del contratto tra la Soc. EDF, a cui fa capo la Soc.
18
Fotosolare Terza S.r.l., e la Soc. First Solar nella versione originale e nella versione
tradotta in lingua italiana.
Questo tipo di rapporto commerciale è una delle caratteristiche dei moduli First Solar, al
momento i più richiesti sul mercato del film sottile.
Si riportano copia dell’etichetta incollata nella parte posteriore di ciascun modulo e copia
dello stampato che sarà compilato obbligatoriamente dopo il montaggio di tutti i moduli.
4. ALBERI PRESENTI NEL LOTTO Nel lotto interessato dall’impianto fotovoltaico sono presenti numerose piante (querce da
sughero).
Il Consorzio Industriale si è reso disponibile a prendere gli opportuni accordi col Corpo
Forestale e procedere all’espianto e messa a dimora in altro sito delle piante che meritano
di essere salvate.
5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
E’ stata predisposta una documentazione fotografica con lo stato attuale dei luoghi e con
la simulazione dello stato finale dopo la realizzazione dell’intervento.
Si rimanda alla Tav. 7.
6. CONCLUSIONI
Dal presente studio sugli effetti ambientali (Screening) emerge che la localizzazione
dell’iniziativa (lotto di terreno ricadente nel Comparto ST dell’Area di Sviluppo Industriale di
Villacidro ampiamente interessata da insediamenti industriali) esclude la maggior parte dei
possibili impatti ambientali.
E’ un impianto compatibile con la pianificazione energetica regionale e con il P.P.R.
Il lotto è posizionato all’estremità Nord-Est dell’ Area Industriale, non è visibile da chi
percorre le ordinarie strade del Consorzio ed è poco appetibile per altro tipo di
insediamento industriale sia perché sono disponibili siti più idonei e sia per la vicinanza
della discarica e del depuratore consortile.
In conclusione:
19
- il nuovo impianto industriale che si prevede di realizzare nel lotto ricadente sul Comparto
ST dell’Area di Sviluppo Industriale gode della caratteristica di produrre energia elettrica
in forma diretta dalla radiazione solare, senza parti in movimento, senza emissioni di
qualsiasi tipo dannose per l’uomo e per l’ambiente, col vantaggio di ridurre, in
proporzione all’energia elettrica prodotta, le emissioni inquinanti, con particolare
riferimento ai gas con effetto serra, emesse dagli impianti termoelettrici che utilizzano
combustibili fossili in genere;
- il progetto non comporta sterri o sbancamenti significativi perché praticamente
pianeggiante;
- il progetto comporta l’impiego della manodopera locale non specializzata necessaria alla
manutenzione relativa allo sfalcio dell’erba e pulizia saltuaria dei moduli e manodopera
locale specializzata per la gestione della parte elettrica e controllo giornaliero del buon
funzionamento delle apparecchiature di cabina;
- il progetto genererà un afflusso significativo di reddito sull’economia locale in modo
particolare nella fase di realizzazione delle strutture metalliche e loro posa in opera,
nonché movimenti di terra, recinzioni, ecc.
- il progetto non modificherà in alcun modo le condizioni sanitarie;
- il progetto non genererà aumenti di traffico salvo quello indispensabile nella fase
realizzativa;
- il progetto verrà smantellato dopo un tempo valutato in 25 anni;
- il progetto non richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare
l’approvvigionamento di energia, combustibile ed acqua.
L’acqua per il lavaggio dei pannelli sarà prelevata dall’acquedotto del Consorzio e sarà
trasportata con autobotte;
- Il progetto non richiede la realizzazione di nuove strade consortili. E’ previsto lo
spostamento dall’interno all’esterno del lotto di un tratto di strada sterrata vicinale;
- Il progetto non può generare conflitti nell’uso delle risorse con altri progetti in esercizio in
quanto non necessita di alcuna risorsa oltre quella del sole;
- Non si hanno emissioni in atmosfera, scarichi idrici nel sottosuolo, per cui non si ha alcun
accumulo con le perturbazioni all’ambiente generate da altri progetti in esercizio o in
caso di realizzazione;
- Il progetto richiede modesti apporti idrici per le fasi di pulizia da svolgere alcune volte
all’anno;
- Il progetto non richiede l’utilizzo di risorse non rinnovabili;
- Il progetto non comporta in fase di esercizio l’eliminazione di rifiuti industriali o urbani;
20
- Il progetto non può provocare l’inquinamento del suolo e delle acque di falda;
- Il progetto non provocherà l’immissione nell’ambiente di luce, calore, odori;
- Il progetto provocherà l’immissione nell’ambiente di modesto rumore dovuto alle ventole
di raffreddamento degli inverter;
- Il progetto non può dar luogo ad elementi di perturbazione dei processi geologici o
geotecnici;
- Il progetto è ubicato in posizione decentrata rispetto all’area industriale per cui non altera
i dinamismi spontanei di caratterizzazione del paesaggio sia dal punto di vista visivo sia
con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali.
- Il progetto non darà luogo ad elementi di perturbazione delle condizioni idrografiche,
idrologiche e idrauliche,
- La realizzazione del progetto non comporta lo stoccaggio, la manipolazione o il trasporto
di sostanze pericolose.
- Il progetto, nella sua fase di funzionamento, non genera campi elettromagnetici di
intensità pericolosa per la salute delle persone addette al controllo e manutenzione;
- Il progetto, non comporta l’uso di pesticidi e diserbanti. L’erba sarà sfalciata con
regolarità;
- qualsiasi guasto operativo non avrà alcuna conseguenza nell’ambiente. Un eventuale
incendio dell’erba comporterà un aumento di temperatura dei moduli in grado di iniziare
un processo di fusione del vetro nella cui pasta rimarrà incapsulato il telloruro di cadmio
che non sarà perciò disperso nell’ambiente.
- E’ stato dimostrato che si può avere rilascio di tale composto solo per temperature molto
superiori a 1000°C, temperatura irraggiungibile in un eventuale incendio di stoppie;
- Il progetto non comporta, infine, alcuna modifica significativa dell’uso del territorio (che
dopo la dismissione ritornerà alla situazione originaria) in quanto il lotto interessato è
ubicato in un’area poco sensibile dal punto di vista ambientale.
7. ALLEGATI
Sono allegati alla presente relazione:
A- Documentazione fornita da First Solar
- Processo di riciclo moduli First Solar in inglese ed in italiano;
- Programma di raccolta e riciclo moduli;
- Etichetta incollata sul retro dei moduli;
21
- Modulo di registrazione dell’ubicazione dell’impianto;
B- Lettera del Consorzio con indicata la superficie complessiva dell’agglomerato
industriale (581 ha).
La superficie interessata da impianti fotovoltaici a terra sarà perciò:
Fotosolare 6 ha – 3 impianti da 1 MW già realizzati
Sorgenia 4 ha – 2 impianti da 1 MW già realizzati
Villacidro 2 13 ha – 1 impianto da 5,4 MW da realizzare
Tot. 23 ha
581x4%=23,24 ha
C- Lettera del Consorzio relativa alla assegnazione alla Soc. Fotosolare della
superficie di 13 ha per la realizzazione di un impianto fotovoltaico
First Solar Module Recycling Process
The aspiration system The aspiration system is used for dust control is used for dust control in all dry parts of the in all dry parts of the recycling system and is recycling system and is equipped with pre-equipped with pre-
fi lters and high effi ciency particulate air fi lters and high effi ciency particulate air fi lters (HEPA) which are 99.95% effi cient. fi lters (HEPA) which are 99.95% effi cient.
The liquids containing metal compounds are pumped to the precipitation unit. The metal compounds are precipitated in three stages at increasing pH using sodium hydroxide for pH. The precipitated materials are concentrated in a thickening tank. The resulting metals rich fi lter cake is packaged for processing by a third party to create semiconductor material for use in new modules.
First Solar has developed and implemented a solar module recycling process that produces clean glass for use in new glass products and a metals rich fi lter cake that will be further processed to create semiconductor materails for use in new solar modules.
The modules are collected in hoppers and loaded by forklift into a shredder.
Collection
The modules are reduced in size in a two step process. Step one utilizes a shredder to break the modules into large pieces.
Shredder
The hammermill then crushes the glass further into approximately 4-5 mm pieces, small enough to ensure the lamination bond is broken.
Hammermill
The semiconductor fi lms are physically removed in a slowly rotating, stainless steel leach drum. Sulfuric acid is added at the beginning of the leach cycle and hydrogen peroxide is added throughout the leach cycle.
Film Removal
The drum is slowly emptied into a classifi er where glass is separated from the liquids. A rotating screw conveys the glass up an incline, leaving the liquids behind.
Solid-Liquid Separation
A vibrating screen separates the glass from the larger pieces of EVA (which formerly sealed the two pieces of glass together).
Glass-EVA Separation
The glass is rinsed to remove any residual semiconductor fi lms that physically remain on the glass. The cleaned glass is packaged for recycling.
Glass Rinsing
Aspiration System
Precipitation Dewatering
Clean Glass Metals Rich Filter Cake
R e s u l t s
MD-5-501- February 2008
~90% recycled by mass~95% recovery of semiconductor materials
www.fi rstsolar.com
Processo di riciclo moduli First Solar First Solar ha sviluppato e implementato un processo di riciclo di moduli solari, che consente di ottenere vetro pulito, utilizzabile in nuovi prodotti in vetro, e “filter cake”, un residuo solido ricco di metalli, da lavorare ulteriormente per creare materiali semiconduttori utilizzabili in nuovi moduli solari. Raccolta I moduli vengono raccolti in tramogge e caricati tramite carrello elevatore in un trituratore.
Trituratore I moduli vengono ridotti di dimensioni in un processo a due fasi. Nella fase uno si utilizza un trituratore per scomporre i moduli in pezzi grandi.
Granulatore a martelli Il granulatore a martelli frantuma poi ulteriormente il vetro ottenendo pezzi di circa 4-5 mm, sufficientemente piccoli da garantire la rottura del legame di laminazione.
Rimozione dei film I film semiconduttori vengono fisicamente rimossi all’interno di un tamburo di dissoluzione in acciaio inossidabile a bassa velocità di rotazione. All’inizio del ciclo di dissoluzione viene aggiunto acido solforico. Per tutto il ciclo di dissoluzione viene invece aggiunto perossido di idrogeno.
Separazione solidi-liquidi Il tamburo viene lentamente svuotato in un classificatore, in cui avviene la separazione tra vetro e liquidi. Una coclea rotante trasferisce il vetro sopra una rampa, di modo che i liquidi vengano lasciati indietro.
Separazione vetro-EVA Un vibrovaglio separa il vetro dai pezzi più grandi di EVA (che in precedenza sigillavano insieme i due pezzi di vetro).
Risciacquo del vetro Il vetro viene sciacquato per rimuovere eventuali film semiconduttori residui, che potrebbero rimanere fisicamente sul vetro. Il vetro pulito viene confezionato per il riciclo.
Sistema di aspirazione Il sistema di aspirazione viene utilizzato per eliminare la polvere in tutte le parti secche del sistema di riciclo ed è munito di pre-filtri e di filtri HEPA ad alta efficienza per il particolato, efficienti al 99,95%.
Sedimentazione Drenaggio I liquidi contenenti composti metallici vengono pompati nel sistema di sedimentazione. I composti metallici vengono fatti sedimentare in tre fasi nelle quali viene progressivamente aumentato il pH. Per il pH viene utilizzato idrossido di sodio. I materiali sedimentati si concentrano in un serbatoio di addensamento. Il residuo solido (“filter cake”) ricco di metalli così ottenuto viene confezionato per l’ulteriore lavorazione da parte di terzi, per creare materiale semiconduttore utilizzabile in nuovi moduli.
Vetro pulito Residuo solido (“filter cake”) ricco di metalli
Risultati ~90% di riciclo per massa ~95% di recupero dei materiali semiconduttori