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CULTURA EBRAICA SHEMA' ISRAEL "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte." (Dt 6,4-9) DIASPORA : Diaspora è un termine di origine greca (διασπορά) che descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi in diverse parti del mondo. ESODO : (dal greco ξοδος, éksodos, composto di éksó "fuori" e hodós "strada") è la partenza volontaria di una comunità o di un gran numero di persone dal proprio paese, per motivi di lavoro, religiosi, politici, etici. L' HALAKHAH è il complesso di leggi che ha regolato la vita ebraica fino dai tempi postbiblici. Riguarda gli obblighi religiosi tanto nelle relazioni interpersonali quanto nelle pratiche di osservanza rituale, e abbraccia praticamente tutti gli aspetti del comportamento umano-- nascita e matrimonio, gioia e dolore, agricoltura e commercio, etica e teologia.

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CULTURA EBRAICA

SHEMA' ISRAEL "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il

Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con

tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel

cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per

via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli

stipiti della tua casa e sulle tue porte." (Dt 6,4-9)

DIASPORA:

Diaspora è un termine di origine greca (διασπορά) che descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra

natale per disperdersi in diverse parti del mondo.

ESODO:

(dal greco ξοδος, éksodos, composto di éksó "fuori" e hodós "strada") è laἔ partenza volontaria di una comunità o di un gran numero di persone dal

proprio paese, per motivi di lavoro, religiosi, politici, etici.

L' HALAKHAH

è il complesso di leggi che ha regolato la vita ebraica fino dai tempi postbiblici. Riguarda gli obblighi religiosi tanto nelle relazioni

interpersonali quanto nelle pratiche di osservanza rituale, e abbraccia praticamente tutti gli aspetti del comportamento umano--

nascita e matrimonio, gioia e dolore, agricoltura e commercio, etica e teologia.

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MITZVAHè un termine usato nella religione ebraica, che significa "comandamento".

Mitzvah può riferirsi a:- le 613 mitzvòt

(precetti) dettate e discusse nella Torah la legge ebraica in generale.

-Bar mitzvah ,(figlio del comandamento ,בר מצווה)

Bat mitzvah per le ragazze, ,(figlia del comandamento ,בת מצווה)

è un termine per indicare il momento in cui un bambino ebreo raggiunge l'età della maturità (12 anni e un giorno per le femmine, 13 anni e un giorno per i maschi) e diventa responsabile per se stesso nei confronti della Halakhah, la legge ebraica, questo anche in considerazione della

coscienza nel distinguere il bene ed il male.

TORAH

significa insegnamento (tradotta come "legge"). Con questo termine si indicano

i primi 5 libri del Tanakh, la Bibbia ebraica

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dalle iniziali delle raccolte di libri: Torah, Nevi'im, Ketuvim , cioè תורה Torah, נביאים Profeti, כתובים Scritti che corrispondono alle tre parti in cui si divide l'opera. Conosciuti anche col nome greco di Pentateuco (dal greco

pente significa cinque, teuchos significa teca cioè il contenitore che contiene i rotoli ). La Torah venne rivelata a Mosè e donata al popolo

d'Israele sul monte Sinai, nell'anno 2448 del calendario ebraico dalla Creazione.

MONTE SINAI

Conosciuto anche come Monte Horeb, Monte Oreb, Monte Musa, Gebel Musa o Jabal Musa (letteralmente Montagna di Mosè), è una montagna dell'Egitto che si trova nella parte meridionale della Penisola del Sinai.

Con i suoi 2.285 metri di altezza è la seconda montagna più alta dell'Egitto dopo il Monte Caterina (2.637 m.).

Ai piedi del Monte Sinai sorge il monastero di Santa Caterina, fatto erigere dall'imperatore Giustiniano nel 527, nel luogo in cui secondo la tradizione Dio si sarebbe manifestato a Mosè entro un roveto "ardente"

che bruciava senza consumarsi e che la tradizione identifica in un rigoglioso rovo (Rubus spp) qui ancora coltivato.

Sulla cima del monte si trova una cappella greco-ortodossa, costruita nel 1934 sulle rovine di una chiesa del XVI secolo, non aperta al pubblico. Secondo la tradizione la cappella racchiude la roccia da cui Dio fece le

Tavole della Legge. Nei pressi si trova anche la Grotta di Mosè, dove si suppone che Mosè avesse aspettato di ricevere le tavole dei Dieci

Comandamenti.

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TALMUD:

Il Talmud (ebraico תלמוד, che significa insegnamento, studio, discussione dalla radice ebraica ל-מ-ד, LMD) è uno dei testi sacri dell'Ebraismo: testo della Torah orale, il Talmud è riconosciuto solo dall'Ebraismo che, assieme ai Midrashim e ad altri testi Rabbinici o mistici noti del Canone ebraico, lo considera come trasmissione e discussione orale della Torah; anche la

Torah orale fu rivelata sul monte Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu

fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme, gli ebrei temettero che le basi religiose

di Israele potessero sparire.Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti

(Chakhamim) e i maestri (rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta, e si articola in due livelli:

la Mishnah (o Mishna, ripetizione) raccoglie le discussioni dei maestri più antichi (giungendo fino al II secolo);

la Ghemara (o Ghemarà), stilata tra il II e il V secolo, fornisce un commento analitico della Mishnah.

PROFETI:

pensatori religiosi dotati del dono divino della rivelazione predicarono nel periodo della monarchia fino ad un secolo dopo la distruzione di

Gerusalemme (586 a.C.). In qualità sia di consiglieri dei re in materie relative alla religione, alla morale e alla politica, sia di loro critici, sotto la supremazia della relazione fra il popolo e Dio, i profeti erano guidati dalla

ferma convinzione della necessità di giustizia e scrissero energici commentari sulla moralità della vita nazionale ebraica.

Le loro esperienze rivelatrici furono registrate in libri di prosa e poesia di

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alta ispirazione, molti dei quali furono inclusi nella Bibbia.Il richiamo universale e duraturo dei profeti deriva dal loro appello a una

considerazione fondamentale dei valori umani. Parole come quelle di Isaia, "Impara a fare il bene, dedicati alla giustizia, aiuta chi ha subito un

torto, sostieni i diritti degli orfani, difendi la causa della vedova" (Isaia 1:17) continuano a ispirare la ricerca della giustizia sociale da parte

dell'umanità.

SINEDRIO:

Il Sinedrio di Gerusalemme era l'organo (formato tradizionalmente da 71 membri) preposto all'emanazione delle leggi ed alla gestione della

giustizia. Le opinioni venivano discusse prima delle votazioni ma le opinioni in minoranza non venivano scartate e non erano proibite:

semplicemente l'opinione di maggioranza diventava vincolante.Il Sinedrio è stato fondato da Mosè.

Nell'età dei re non esisteva un Sinedrio vero e proprio ma c'erano dei tribunali che si tenevano alle porte di città o villaggi.

Non c'erano solo dei sacerdoti e degli anziani ma anche dei magistrati civili. Il Sinedrio era presente anche in età ellenistica e fu fondamentale

per lo sviluppo della storia ebraica di questo periodo.Anche i Vangeli parlano del Sinedrio perché lì fu condannato Gesù dai

sacerdoti che lo vedevano come un semplice malfattore. Il Sinedrio scomparirà definitivamente con la diaspora del 70 d.C.

Il Sinedrio infatti governava solamente il Tempio e Gerusalemme stessa. Per le altre cittadelle vi erano dei consigli di 7 anziani (presbyteri).

Questi anziani non erano sacerdoti ricchi e quindi vivevano di elemosina o esercitando un mestiere.

Compiti del Sinedrio erano quelli di far rispettare la Legge della Torah in ogni suo atto. In epoca romana il Sinedrio poteva giudicare qualunque

sentenza ad eccezione della pena capitale. Il Sinedrio non formulava leggi ma le faceva rispettare solamente.

I magistrati ebrei dovevano essere ricchi: questa necessità permetteva anche di evitare di cedere alla possibilità di essere corrotti.

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Anche la regolazione del calendario era affidata al Sinedrio che impostava la suddivisione dei mesi nel nuovo anno in maniera empirica, in base all'osservazione delle fasi lunari ed all'alternanza delle stagioni.

Dallo scioglimento del Sinedrio, in epoca bizantina (circa il IV secolo d.C.), per la discussione della Legge e la soluzione delle diverse questioni

quotidiane ci si rivolgeva al Rabbino o ai rabbini della città, nominati dai Rabbini precedenti in tutte le epoche

e in tutti i luoghi.

Rabbino

è uno studioso che ha ricevuto l'ordinazione (semikhah) ed è autorizzato, secondo la tradizione ebraica, a decidere su necessità comunitarie ed

Halakhiche, particolari come quelle legate alle regole alimentari o rituali e generali come nel confronto religioso, interreligioso, etico e morale.

I rabbini sono noti anche, appunto, come maestri (rabbanim) o come saggi (khakhamim).

I Rabbini, costantemente in contatto tra loro, discutevano sulle domande che venivano poste loro e tenevano traccia di tutte le risposte: questa

pratica ha dato vita ad un nutritissimo archivio di Sheeloth uTshuvoth (lett. Domande e risposte).

In tutte le comunità ebraiche del mondo è tutt'oggi presente un ufficio rabbinico che si occupa della gestione dei problemi quotidiani mentre parte dei compiti svolti da Sinedrio sono ora stati presi in carico dal

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rabbinato centrale di Gerusalemme sebbene durante la storia varie entità si siano fatte carico di queste incombenze.

Oggi sono dei funzionari stipendiati dalla sinagoga, con ampi doveri pastorali e di predicazione.

SINAGOGA

casa del libro, casa di riunione, dal greco συναγωγή, assemblea è il termine che definisce il luogo di culto della religione ebraica. Si ritiene che la sinagoga abbia avuto inizio come istituzione durante l'esilio babilonese (597 a.C. e 537 a.C.), dopo la distruzione del primo Tempio, e portata in

Israele dagli ebrei tornati dall'esilio.

La comparsa delle sinagoghe segna una profonda ristrutturazione interna della religione ebraica, non più incentrata sul culto sacrificale ma sullo studio, l'insegnamento e la meditazione della Legge. Era proibito agli

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ebrei vivere in una città dove non c'erano sinagoghe. Esse inoltre venivano usate dai viaggiatori come alberghi dove si poteva trovare sempre un posto per dormire su una panca o in un angolo; in effetti si svolgono

attività sia laiche sia religiose nella sinagoga, perciò sta sempre al centro di tutte le comunità ebraiche ed è spesso

un punto di orgoglio per le comunità.

IL TEMPIO DI GERUSALEMME:

TEMPIO di SALOMONE-PRIMO TEMPIO

« La Mia Casa sarà una Casa di preghiera per tutte le Nazioni » (Isaia 56.7)

Come Residenza nel Mondo Inferiore della Presenza divina (SHEKHINAH) il Tempio di Gerusalemme fu, secondo la Torah,

realizzato per ospitare l'Arca dell'Alleanza ed era considerato dalla religione ebraica l'edificio sacro più importante.

La parola ebraica per indicare questa costruzione è Beit HaMikdash ovvero la Casa della Santificazione, tuttavia essa è indicata nella Bibbia ebraica anche con altri nomi quali Beit A-donai, ovvero Casa di Dio o

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semplicemente Beiti ovvero la Mia casa (di Dio).

Il primo Tempio di Gerusalemme, secondo la Bibbia, venne edificato da Re Salomone secondo il volere di Re David, il quale ne aveva avuto

indicazione da Dio stesso. Nonostante il desiderio del sovrano di vedere la fine della sua costruzione, fu appunto suo figlio e suo successore al trono

del Regno d'Israele a vederlo ultimato.

è stato costruito nel X secolo a.C. nell'833 a.C., finito nell'826 a.C. Fu completamente distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C.

Il Secondo Tempio

fu costruito al ritorno dall'esilio babilonese a partire dal 536 a.C. Fu terminato il 12 marzo del 515 a.C.

Venne restaurato il 21 novembre del 164 a.C. da Giuda Maccabeo.

Il Tempio di Erode fu un ampliamento importante del Secondo Tempio,

ivi compreso una risistemazione del Monte del Tempio. Fu iniziato da Erode il Grande verso il 19 a.C. e terminato in tutte le sue parti solo nel 64 d.C. Come raccontato dal Talmud nel trattato di Ghittin,

il Secondo Tempio fu distrutto dall'imperatore Tito nel 70 d.C. (Talmud: distrutto nel 70 d.C. e costruito 420 anni prima)

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Oggi ne resta solamente il muro occidentale di contenimento, detto comunemente Muro del Pianto (KOTEL)

Parti del Tempio:

1- Il Debir: l'oracolo o il Sancta Sanctorum-Santo dei Santi, l'area più sacra del tabernacolo prima e del Tempio di JHWH dopo, nei quali era

custodita l'arca dell'alleanza. E' una zona sopraelevata cassonato in legno di cedro (Re I 6:16), i muri ed il pavimento rivestiti d' oro (6:20, 21, 30). Conteneva due cherubini in legno d'olivo, ciascuno alto 10 cubiti (Re I 6:16, 20, 21, 23-28) e ognuno con ali aperte larghe 10 cubiti; dato che erano affiancati, ciascuno toccava una parete e le ali si incontravano al

centro. Una porta a due battenti lo divideva dal Luogo Santo (Cronache II 4:22); e così un velario di lino blu, porpora e scarlatto (Cronache II 3:14;

Vedi anche Esodo 26:33). Non aveva finestre (Re I 8:12). Era considerato la residenza di Dio.

Coperto da un telo color rosso/viola, in essa poteva entrare solo il Sommo Sacerdote, una volta l'anno, durante la ricorrenza dello Yom kippur per

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offrire l'incenso nel rituale d'espiazione e pronunciare il Tetragramma sacro, le cui vocali, interpolate tra le quattro consonanti, erano conosciute

solo dal Sommo Sacerdote: la reale vocalizzazione era da questi tramandata solo al suo successore.

I piedi del Sommo Sacerdote venivano legati a una corda nel caso svenisse o venisse colto da un malore per l'emozione nel pronunciare il

Tetragramma.

Gli operai che si occupavano delle riparazioni dovevano essere calati dentro il Santo dei Santi dall'alto, in quanto non era permesso loro né

entrarvi né sostare sulla superficie sacra. Il Santo dei Santi era separato per mezzo di tende dal resto del santuario e al suo interno si trovava la presunta pietra di fondazione del mondo, ossia la even shetiyyah.

Secondo la tradizione questa roccia si trova proprio nel centro del mondo e fu la base sulla quale il mondo venne creato.

Fino alla fine del periodo del primo Tempio si conservavano nel Santo dei Santi l'Arca dell'Alleanza, l’altare dei profumi, la tavola dei pani e

il candelabro a sette bracci, una fiasca di manna e il bastone di Aronne.

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2- L'Echal: il Luogo Sacro, Re I 8:8-10, chiamato anche la "casa maggiore" (Cronache II 3:5) e il "Tempio" (Re I 6:17); il nome significa

anche Palazzo. Aveva larghezza e altezza uguali al Sancta Sanctorum, ma lunghezza 40 cubiti. I muri erano rivestiti di legno di cedro, con intarsi di

cherubini, palme e fiori, rivestiti d'oro. Catene d'oro marcavano la separazione dal Sancta Sanctorum. Il pavimento era in legno di abete rivestito anche questo d'oro. Stipiti in legno d'olivo reggevano porte a

battenti di abete. Le porte del Sancta Sanctorum erano di legno di olivo. Su ambedue le porte erano intarsiati cherubini, palme e fiori, rivestiti d'oro

(Re I 6:15 segg.) 3 - L'Ulam: il portico est di ingresso al Tempio (Re I 6:3; Cronache II 3:4; 9:7). Lungo 20 cubiti (come la larghezza del Tempio) e profondo 10 cubiti (Re I 6:3). Cronache II 3:4 aggiunge la sorprendente notizia che il portico era alto 120 cubiti, cosa che lo renderebbe una torre a tutti gli effetti. Non si sa se un muro lo separasse dalla camera successiva. Nel portico vi erano

due colonne, dette Jachin e Boaz (1 Re 7:21; Re II 11:14; 23:3), alte 18 cubiti e sormontate da capitelli con gigli, alti 5 cubiti.

4 - Le camere, costruite attorno al tempio sui lati meridionale, occidentale e settentrionale (Re I 6:5-10). Formavano parte della costruzione ed erano usate come magazzini. Erano presumibilmente alte un piano; due ulteriori

livelli sono stati aggiunti, forse, più tardi.

attorno al Tempio vi erano:

Il cortile dei sacerdoti (Cronache II 4:9), detto corte interna (Re I 6:36), separata dallo spazio prospiciente da un muro di pietra, su cui poggiavano

travi di cedro (Re I 6:36). La grande corte, che circondava tutto il Tempio (Cronache II 4:9).

Qui si riuniva il popolo per la preghiera (Geremia 19:14; 26:2).

Arredamenti e tesori

Il cortile dei sacerdoti conteneva l'altare dei sacrifici (Cronache II 15:8), Il lavacro bronzeo (4:2-5, 10), e dieci lavatoi (Re I 7:38, 39).

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Da Re II 16:14 si evince che vi era un altare di bronzo di fronte al Tempio; Cronache II 4:1 lo descrive come in parallelepipedo a base quadrata larga

20 cubiti e alto 10.

Il lavacro bronzeo, largo 10 cubiti (1 cubito = 45 cm) e profondo 5, era supportato da dodici buoi di bronzo (Re I 7:23-26). Il Libro dei Re lo

definisce come avente capacità di duemila bat (1 bat = 45 litri); le Cronache portano la capacità a tremila (Cronache II 4:5-6) e ne descrive la

funzione: consentire le abluzioni ai sacerdoti.

I lavatoi, ognuno dei quali conteneva quaranta bagni (Re I 7:38), appoggiava su stanghe di sollevamento di bronzo, con ruote, e decorate

con figure di leoni, cherubini e palme Questi recipienti suscitavano l'ammirazione degli Ebrei. Il redattore del Libro dei Re descrive con

entusiasmo i più minuti dettagli. (Re I 7:27-37).

Secondo Re I 7:48 in fronte al Sancta Sanctorum vi era un altare per l'incenso e una tavola per il pane. La tavola era d'oro, come i cinque

candelabri su ciascuno dei suoi lati.

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Gli accessori dei candelabri - smoccolatoio e bracieri - erano d'oro, come le cerniere delle porte.

Il Secondo Tempio non poteva avere la sontuosità del primo, il Tempio di Salomone.

Inoltre, alcuni elementi erano andati persi o distrutti e non poterono essere rimpiazzati: l'Arca dell'Alleanza, gli Urim e Tummim, l'olio santo, il fuoco sacro, le tavole dei dieci comandamenti, la manna ed il bastone di Aronne.A differenza del Primo Tempio, il Secondo Tempio possedeva una parte di cortile esterno nel quale potevano pregare i proseliti, i quali adoravano Dio

ma non erano sottomessi alle leggi del Giudaismo.

ARCA DELL'ALLEANZA

era una cassa di legno di acacia rivestita d'oro e riccamente decorata, la cui costruzione fu ordinata da Dio a Mosé, e che costituiva il segno visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo (SHEKINAH).

L'Arca è descritta dettagliatamente nel libro dell'Esodo (25, 10-21; 37, 1-9)

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Di forma parallelepipeda, con un coperchio (propiziatorio) d'oro puro sul quale erano collocate due statue di cherubini anch'esse d'oro, con le ali

spiegate; ai lati erano fissate con quattro anelli d'oro due stanghe di legno dorato, per le quali l'arca veniva sollevata quando la si trasportava.All'interno della cassa erano conservati un vaso d'oro contenente la

manna, la verga di Aronne che era fiorita e le Tavole della Legge. (Ebrei 9:4;). Tuttavia, al momento dell'inaugurazione del Tempio di Salomone

non conteneva altro che le Tavole della Legge (Deuteronomio 10, 1-5; 1 Re 8, 9; 2 Cronache 5, 2-10).

Il compito di trasportare l'arca era riservato ai leviti: a chiunque altro era vietato toccarla. Quando Davide fece trasportare l'arca a Gerusalemme,

durante il viaggio un uomo di nome Uzzà vi si appoggiò per sostenerla, ma cadde morto sul posto (2 Samuele 6, 1-8).

Secondo la tradizione l'arca veniva trasportata coperta da un telo di pelle di tasso coperto da un ulteriore telo di stoffa turchino (Num. 4:6) e,

quando il popolo ebraico si fermava, veniva posta in una tenda specifica, definita "Tenda del Signore" o "Tenda del convegno" senza che venisse mai

esposta al pubblico, se non in casi eccezionali.Durante la peregrinazione degli Israeliti nel deserto, l'arca rimase sempre

nel loro accampamento, spostandosi insieme a loro. Dopo l'entrata del popolo ebraico nel paese d'Israele, la Tenda del convegno fu eretta a Silo

(Giosuè 18, 1) e vi rimase fino al tempo di Samuele. A quel tempo gli Israeliti decisero di portare l'arca in battaglia contro i Filistei perché

assicurasse loro la vittoria, ma vennero sconfitti e l'arca fu catturata dal nemico (1 Samuele 4, 1-11). Scoppiò però una grave pestilenza tra i

Filistei a causa della presenza dell'arca tra loro, per cui dopo sette mesi decisero di restituirla agli ebrei (1 Samuele 5-6). L'arca fu quindi posta

nella città di Kiriat-Iearim (1 Samuele 7, 1) e vi rimase finché il re Davide la fece trasferire nella città di Davide, ossia la rocca di Gerusalemme (2 Samuele 6). Infine trovò la sua collocazione definitiva quando Salomone,

figlio e successore di Davide, la fece collocare nel Debir (il Sancta Sanctorum) del Tempio di Gerusalemme da lui fatto costruire (seconda

metà del X sec. a.C., 1 Re 8, 1-9).

Da quel momento l'Arca sembra essere custodita nel Tempio di Salomone; ma essendo riposta nel Sancta Sanctorum, inaccessibile ai fedeli e alla

maggioranza dei sacerdoti (soltanto un gruppo di Leviti selezionato poteva accedere alla sala dov'era conservata), non ci sono testimonianze oculari. L'unica citazione della sua presenza (o di una sua copia) ci viene da Re

Giosia (datata 621 a.C.) che invita i Leviti a ricollocare l'Arca nel Tempio (da dove non è chiaro).

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Successivamente, con l'arrivo dei Babilonesi e la conquista di Gerusalemme (inizi del VI sec. a.C.), dell'Arca già non vi è più traccia.

Nel passo che parla del saccheggio degli arredi sacri del Tempio (2 Re 25, 8-17), vengono elencati in modo minuzioso tutti gli oggetti che furono

portati a Babilonia, ma non si fa menzione alcuna dell'Arca dell'Alleanza. Secondo il libro di Esdra, Ciro, re dei Persiani, restituì gli arredi sacri

(538 a.C.), che evidentemente erano stati custoditi a Babilonia durante l'esilio, ma ancora una volta non viene nominata l'Arca (1, 7-11).

Urim e Thummim

luci e perfezioni o rivelazione e verità designavano uno strumento o una tecnica divinatoria usata dagli antichi Ebrei per interpretare il volere di

Dio. La natura esatta di Urim e Thummim non è nota. Secondo la Bibbia, il pettorale dell'efod (un abito del sommo sacerdote) indossato da Aronne,

fratello di Mosè, era decorato con due pietre che (in una possibile traduzione) "servivano per" Urim e Thummim.

le lettere iniziali delle parole Urim e Tummim sono l'alef e la tav: prima ed ultima lettera dell'alfabeto ebraico, vogliono indicare come tutto sia

compreso nel servizio divino del Sommo Sacerdote all'interno del Tempio di Gerusalemme.

Vestendo la corazza sacra che conteneva le dodici pietre corrispondenti alle dodici tribù del popolo d'Israele, il Kohen Gadol simboleggia il

compimento della Volontà Misericordiosa di Dio, anche nel legame divino con il mondo.

Nel secondo Tempio di Gerusalemme non si poté compiere la funzione degli Urim e Tummim (Talmud, Yoma 21b') poiché, prima della

distruzione del Tempio di Salomone, in previsione di attacco nemico, furono nascosti da re Giosia assieme all'Arca dell'alleanza, alle tavole dei

dieci comandamenti ed all'olio dell'unzione.

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LE TAVOLE DELLA LEGGE

Secondo l'Antico Testamento i dieci comandamenti, detti anche Decalogo, sono i comandamenti scritti sulle tavole della legge date da Dio a Mosè sul monte Sinai. Sono i Settanta che riportano l'espressione dèka lògous (dieci

parole), da cui deriva il termine Decalogo o Dieci Parole. In realtà le ingiunzioni sono più di dieci e il testo è presente in due versioni leggermente diverse in due diversi libri della Bibbia (Esodo e

Deuteronomio) e ciò ha portato ad una certa varietà nelle loro suddivisioni.I comandamenti si iscrivono nella teologia dell'alleanza che Dio fa con il popolo d'Israele secondo la quale nelle due Tavole della legge scritte da

Dio e presentate a Mosè essi sono scritti cinque in una, quella che concerne il rapporto che l'Ebreo ha con Dio, e cinque nella seconda, dove sono iscritti quelli riguardanti il rapporto tra l'uomo ed il suo prossimo.I Dieci Comandamenti sono la sintesi e l'essenza di tutti i 613 (mitzvòt)

precetti: il numero delle lettere ebraiche dei Dieci Comandamenti è infatti 620, numero che include i 613 precetti della Torah ed i Sette precetti Noachici. Sia le seconde tavole che le prime, rotte da Mosè contro il

vitello d'oro, sono contenute nell'Arca dell'alleanza.La suddivisione dei Dieci Comandamenti nelle Due Tavole è dovuta alla

simbologia corrispondente del Cielo e della Terra, dello sposo e della sposa e della Torah scritta rispetto alla Torah Orale.

I Dieci Comandamenti erano incisi sulle Tavole da una parte all'altra cosicché si potessero leggere sia davanti sia sul retro: miracolosamente si

leggevano allo stesso modo su entrambi i lati. A proposito di ciò si manifestò un altro miracolo: alcune lettere dell'alfabeto ebraico presentano un vuoto al loro interno ma la pietra all'interno delimitata dall'incisione in

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tutto il proprio perimetro restava sospesa miracolosamente. Le tavole vennero incise dalla luminescenza della parola divina.

La pietra delle Tavole della Legge era così preziosa che se Mosè l'avesse utilizzata per denaro sarebbe divenuto l'uomo più ricco: ma è preferibile fare qualcosa in nome del Cielo con un fine religioso anziché usufruire

della stessa cosa, destinata ad avere un uso ed un significato sacri, per un uso profano o materiale;

secondo alcuni commentatori la pietra era infatti di zaffiro. Le prime tavole vennero forgiate da Dio mentre Mosè intagliò le seconde.

Le Tavole della Legge su cui vennero scritti i Dieci Comandamenti e la stessa scrittura sono alcune delle cose create da Dio al crepuscolo prima

dello Shabbat dei primi giorni della Creazione. I Dieci Comandamenti corrispondono alle Dieci Espressioni con cui venne

fatta la Creazione, sia luce..., ci sia un firmamento..., ecc. I maestri insegnano infatti che anche la Creazione sorse

all'esistenza tramite la Parola di Dio. Importante l'affermazione rabbinica secondo la quale tutti gli Ebrei

assistettero all'evento terribile del monte Sinai, anche le anime degli Ebrei che dovevano ancora nascere.

Alla proclamazione di ogni comandamento l'anima degli Ebrei viventi presenti ai piedi del monte Sinai li abbandonava per la grandezza della

rivelazione di Dio e della Torah, in seguito essa tornava rianimandoli: ciò successe appunto per ogni Comandamento.

Nel Talmud si pone la domanda di come sia possibile che Dio abbia potuto incidere la scrittura sulla Tavole della Legge e si risponde con un racconto

che afferma come Rabbi Akiva, all'inizio del suo avvicinamento alla

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Sapienza della Torah avvenuto all'età di quarant'anni, si disse che se l'acqua, se versata poco a poco, può sciogliere la pietra e formarvi una cavità, così lo studio della Torah avrebbe potuto ritemprare e cambiare

completamente nel bene e nella santità il suo cuore fatto di carne e sangue.

L'ebraismo ricorda e festeggia l'evento in cui gli sono state consegnate le tavole con i 10 comandamenti in occasione della festa di Shavuot, per noi la Pentecoste.

Suddivisione secondo le tradizioni ebraica(seguendo il testo dell'Esodo)

1. (2)<< Io sono il Signore Iddio tuo che ti feci uscire dalla terra d'Egitto,dalla casa degli schiavi(5).

2. (3)Non avrai altri dèi al mio cospetto; (4)non ti farai alcuna scultura (6) nè immagine qualsiasi di tutto quanto esiste in cielo al di sopra o in terra al di sotto o nelle acque al di sotto della terra. (5)Non ti prostare loro e non adorarli poichè Io,il Signore tuo Dio,sono un Dio geloso(7) che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione(8) per coloro che Mi odiano. (6)E che uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano e che osservano i Miei precetti.

3. (7)Non pronunziare il nome del Signore Dio tuo invano(9). Poichè il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il Suo nome invano.

4. (8)Ricordati del giorno di Sabbato(1) per santificarlo. (9)Durante sei giorni lavorerai e farai ogni tua opera. (10)Ma il settimo giorno sarà giornata di cessazione del lavoro deticata al Signore tuo Dio; non farai alcun lavoro nè tu nè tuo figlio nè tua figlia nè il tuo schiavo nè la tua schiava nè il tuo bestiame nè il forestiero che si trova nelle tue città. (11)Poichè in sei giorni il Signore creò il cielo e la terra,il mare e tutto quanto essi contengono,riposò nel giorno settimo; per questo il Signore ha benedetto il giorno del Sabato e lo ha santificato.

5. (12)Onora tuo padre e tua madre,affinchè si prolunghino i tuoi giorni sulla terra che il Signore Dio tuo ti dà(2).

6. (13)Non uccidere.

7. (14)Non commettere adulterio.

8. (15)Non rubare.

9. (16)Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

10. (17)Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie di lui,né il suo schiavo e la sua schiava,né il suo bue né il suo asino né alcuna cosa che appartega al tuo prossimo(3)>>.

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Suddivisione secondo la tradizione cattolica(seguendo il testo del Deuteronomio)

1. Io sono il Signore, tuo Dio... Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine... Non ti prostrerai davanti a quelle cose...

2. Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio...

3. Osserva il giorno di sabato per santificarlo...

4. Onora tuo padre e tua madre...

5. Non uccidere.

6. Non commettere adulterio (poi trasformato in "non commettere atti impuri").

7. Non rubare.

8. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

9. Non desiderare la moglie del tuo prossimo.

10. Non desiderare la casa del tuo prossimo...né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

secondo la dottrina cattolica, i dieci comandamenti sono vincolanti semper et pro semper, sempre e in ogni occasione.

Pertanto la persona che con piena avvertenza e deliberato consenso violi uno di questi comandamenti, commette peccato mortale e perde la grazia di Dio.

Sette precetti Noachici

Stipulata da Dio con Noè un'alleanza cosmica, in ebraico B'rith 'Olam (ברית עולם), l'"alleanza noachica" si compone

dei 7 precetti così enunciati (Talmud, Sanhedrin 56b):

1 non abbandonare la fede in Dio e quindi non commettere idolatria; 2 non uccidere né suicidarsi: "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il

suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" (Gen 9,6: fondamento della "legge del taglione", nell'esegesi

ebraica con ciò intendendo il risarcimento pecuniario); 3 non rubare o rapire;

4 non compiere le relazioni sessuali illecite non ammesse dalla Torah; 5 non bestemmiare;

6 divieto di mangiare parti del corpo di animali ancora vivi; 7 istituire tribunali giusti.

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MANNA

La manna (ebr. מן)(Che cos'è?) viene citata nella Torah con riferimento al cibo di cui si nutrì il popolo d'Israele durante il cammino dei 40 anni nel deserto dopo l'uscita e la liberazione dalla schiavitù in Egitto; la manna

iniziò a scendere dal cielo quando il popolo d'Israele stava avvicinandosi al Monte Sinai per ricevere la Torah.

La tradizione afferma che questo pane degli angeli derivasse direttamente dal Regno celeste e spirituale e fosse prodotto dagli angeli attraverso delle

macine celesti.

Secondo la tradizione fu per merito di Mosè che la manna scese dal Cielo per il popolo d'Israele.

Nella Torah è paragonata ad una pietra di cristallo, al coriandolo bianco e ad una frittella cotta nel miele; si racconta che il miele è 1/60 della manna, e per miele si può intendere anche il dattero o la sostanza più dolce che ad esempio si forma nei fichi. La manna compariva come un granello dopo

che lo strato di rugiada si scioglieva: si doveva raccoglierla immediatamente per evitare che anch'essa si sciogliesse.

Per un miracolo chi ne raccolse di più non ne ebbe più di un omer e lo stesso avvenne per chi ne raccolse meno.

Come unico sostentamento alimentare, la manna veniva lavorata in molti modi: con essa venivano fatte anche delle focacce o torte.

Quando Dio si apprestava a far scendere la manna dal cielo essa illuminava l'atmosfera spirituale delle tappe affrontate dal popolo d'Israele nel deserto: l'origine celeste della manna favoriva questa manifestazione.

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Non potendo raccoglierla durante il Sabato (giorno che secondo la tradizione ebraica è destinato al riposo), Dio donava una doppia razione di manna ogni Venerdì affinché bastasse anche per il Sabato; in ricordo di ciò gli appartenenti alla religione ebraica devono preparare i pasti del Sabato

con almeno due pagnotte chiamate Challot: esse vengono custodite all'interno di due panni di stoffa, uno al di sopra ed uno sotto, per ricordare anche lo strato di rugiada che ricopriva sotto e sopra questo cibo celeste.

Una porzione di manna venne inserita nell'Arca dell'alleanza da Aronne su ordine di Mosè.

La tradizione vuole che la manna torni con l'era messianica.OLIO SANTO

L'olio nel popolo ebraico: le testimonianze nella BibbiaSalmo 104, 13-15 : "Dall'alta tua sede fai piovere sui monti, sazi la terra

col frutto delle tue opere: fai crescere l'erba per il bestiame e le piante per l'uso dell'uomo, affinché tragga dalla terra il suo pane e il vino che allieta il cuore dell'uomo; affinché con l'olio allieti il suo volto e col cibo rinfranchi

il suo cuore."È da sottolineare il fatto che l'olio viene citato unitamente al pane e al

vino, prodotti essenziali per la vita.II° Libro di Samuele, XII, 20: " Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse, si cambiò le vesti, poi entrò nella casa del Signore e si prostrò in

adorazione. Rientrato in casa chiese che gli si portasse da mangiare e prese cibo."

L'episodio si riferisce alle azioni compiute da Davide dopo la punizione inflittagli da Dio in quanto reo di adulterio. Il Signore, infatti causò la

morte del figlio di Davide e della moglie di Uria: in questo caso, la pena di morte inflitta agli adulteri è trasferita nel figlio nato da tale atto

peccaminoso. Oltre all'uso cosmetico, si può vedere nel lavarsi e nell'ungersi anche un rito purificatorio prima di prostrarsi in adorazione.

Ezechiele, XVI, 9: "Ti lavai con acqua, ti purificai dal tuo sangue e ti unsi con olio.".

È Dio che parla, rivolgendosi al profeta, incaricato di rendere manifesta a Gerusalemme la Sua volontà. Nell'allegoria, dunque, la città viene vista

come una donna, purificata da Dio e unta con olio. Anche qui è evidente la duplice valenza, sacra e profana dell'unzione, testimonianza di come

un'usanza quotidiana abbia acquisito valore simbolico.

Usi religiosi e sacraliL'unzione è un importante rito religioso. Nella Genesi, Giacobbe "levatosi

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la mattina di buon'ora, prese la pietra che gli era servita da capezzale e ne fece un cippo, poi vi versò sopra dell'olio; e a quel luogo pose il nome Bet-

El (=casa di Dio), mentre prima quella città si chiamava Luz." (Genesi, XXVIII, 18).

Nell'Esodo così Dio ordina a Mosé: "Prendi dei migliori aromi, e cioé: 500 sicli di mirra schietta, 250 sicli di canna aromatica; 500 sicli di cassia, in base al siclo del Santuario, e un

hin1 di olio d'oliva: con tutto questo preparerai il sacro crisma, un unguento composto con arte di profumiere; questo sarà il sacro crisma.

Ungi con esso la Tenda di convegno e l'Arca della Testimonianza; la mensa e tutti i suoi arredi; la conca e la sua base. Consacrerai queste cose e

diventeranno santissime: tutto ciò che le toccherà, diverrà sacro. Ungerai pure Aronne e i suoi figli e li consacrerai perché siano miei sacerdoti. E dirai ai figli di Israele: questo sarà l'Olio della sacra unzione per tutte le vostre future generazioni. Su carne d'uomo non se ne spanda, e non ne farete dell'uguale, nella sua composizione: esso è sacro e sacro sarà per voi. Chi ne comporrà dell'uguale, o chi ne metterà su persona estranea,

sarà reciso di mezzo al suo popolo." (Genesi, XXX, 22-33)Questa dunque la "ricetta" del sacro crisma.

E successivamente Dio ordinerà a Mosé:"Poi prenderai il crisma ed ungerai il Tabernacolo e tutto ciò che vi è dentro; lo consacrerai con tutti i suoi arredi e sarà santo. Ungerai pure

l'altare degli olocausti, con tutti i suoi strumenti, lo consacrerai e diventerà santissimo." (Genesi, XL, 9-10).

Nella Bibbia assistiamo anche all'uso dell'olio nell'unzione dei re, condizione essenziale della regalità, che rendeva il monarca sacro e

inviolabile e mostrava che il regno era d'istituzione divina e su di esso Dio conservava i suoi diritti.

I° Libro di Samuele, X, 1:"Allora Samuele prese un vasetto d'olio e lo versò sul capo di Saul, poi lo baciò e gli disse:"Ecco, il Signore ti ha unto e

consacrato capo d'Israele, suo popolo".".I° Libro di Samuele, XVI, 12-13;"Il Signore disse:"Orsù, ungilo

(=Davide), perché è lui!". Samuele prese dunque il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli.".

II° Libro di Samuele, II, 4:" Vennero poi gli uomini di Giuda, e là (=a Ebron) unsero Davide come re della casa di Giuda.".

II° Libro di Samuele, V, 3:" In seguito vennero gli anziani d'Israele dal re in Ebron: il re Davide in quella città fece un patto con loro davanti al

Signore, ed essi lo unsero re sopra Israele.".

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I° Libro dei Re, I, 34:" Là (alla fonte di Gihon, nei pressi di Gerusalemme) il sacerdote Sadoc e il profeta Natan lo (Salomone) ungano re sopra

Israele.". 1 Il siclo normale equivaleva a circa 11,424 grammi, quello "reale" a 14,20 o 16,27 grammi. Nel Santuario si conservavano i campioni dei pesi e delle misure che dovevano essere usate nella vita religiosa e civile. L'hin era la sesta parte dell'efa, il cui valore era di circa 36,5 litri; l'hin corrispondeva

perciò a poco più di 6 litriFUOCO SACRO

Nella religione ebraica il candelabro a sette braccia veniva acceso all'interno del Tempio di Gerusalemme attraverso combustione di olio consacrato. Nella festa della Hannukkah, accendendo una candela ogni

giorno si celebra la vittoria dei Maccabei contro Antioco IV dei Seleucidi e il recupero del tesoro del tempio e la restaurazione dei sacrifici nel Secondo Tempio di Gerusalemme. Comunque non si può scartare

un'influenza degli antichissimi e diffusi miti del fuoco sacro, che in questo caso corrisponderebbe al roveto ardente di Mosè.

LA MENORAH(ebraico: מנורה) è un candelabro a sette bracci che nell'antichità veniva

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acceso all'interno del Tempio di Gerusalemme attraverso combustione di olio consacrato.

Il progetto originale, la forma, le misure, i materiali e le altre specifiche tecniche si trovano per la prima volta nella Torah, nel libro dell'Esodo, in

corrispondenza delle regole inerenti al tabernacolo. Le stesse regole adottate poi per il Santuario di Gerusalemme.

La Menorah è uno dei simboli più antichi della religione ebraica. Secondo alcune tradizioni la Menorah simboleggia il rovo ardente in cui si manifestò a Mosè la voce di Dio sul monte Horeb, secondo altre rappresenta il sabato (al centro) e i sei giorni della creazione. Nel

tabernacolo d’Israele, il candelabro era d’oro e di disegno diverso da quello dei comuni candelabri d’uso domestico, era adorno di pomoli e fiori alternati e aveva un’asta centrale e tre bracci per parte, che sostenevano in tutto sette piccole lampade. Per queste lampade si usava solo olio puro di

olive schiacciate. Dio è la suprema Sorgente di luce e di guida. Dopo essere stato liberato dalle mani dei nemici e di Saul, Davide disse: “Tu sei la mia lampada, o Dio”. Nei Salmi troviamo un’espressione analoga: “Tu

stesso accenderai la mia lampada, o Dio”. Dato che “l’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Dio”, i

Suoi comandamenti sono come una lampada, che illumina la via dei servitori di Dio nelle tenebre di questo mondo. Il salmista dichiarò: “La tua

parola è una lampada al mio piede, e una luce al mio cammino”. Il re Salomone disse: “Il comandamento è una lampada, e una luce è la legge, e

le riprensioni della disciplina sono la via della vita”.Il destino della Menorah originale è tuttora oscuro: fatta interamente d'oro, d'un sol blocco, venne con molta probabilità portata a Roma quando Tito

conquistò la terra di Israele nel 70, come testimoniato da una raffigurazione sullo stesso Arco di Tito. Secondo alcune testimonianze non confermate, è rimasta a Roma fino al sacco di Roma del 455 finendo poi, dopo alterne vicissitudini, a Costantinopoli. Da qui in poi se ne perdono le tracce. La tradizione ebraica sostiene invece che la Menorah trafugata da Tito fosse una copia (come provato dalle incongruenze fra il bassorilievo raffigurato sull'arco di Tito e la forma conosciuta della Menorah biblica).

Quella vera sarebbe stata nascosta in previsione della distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme.

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Una menorah è rappresentata anche sullo stemma dell'esercito dello Stato di Israele, basato sulla rappresentazione della menorah sull'Arco di Tito.

BASTONE DI ARONNE

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Costituisce l'attestazione dell'autorità di Aronne: il Signore ordina a tutti i capi tribù di Israele di scrivere il proprio nome su bastoni differenti e di portarli alla tenda del convegno. Al mattino seguente dei dodici bastoni

solo quello di Aronne è fiorito indicando così che tutti e solo i Leviti hanno accesso al rango sacerdotale.

Fratello di Mosè e primo sommo sacerdote del popolo ebraico, secondo il racconto del Libro dell'Esodo, quando Mosè ricevette da Dio l'incarico di parlare al Faraone d'Egitto, egli rispose di non poterlo fare perché era

balbuziente. Dio allora gli ordinò di farsi accompagnare da Aronne, che avrebbe parlato per lui. Da allora Aronne fu sempre al fianco di Mosè, e in

seguito divenne il primo sommo sacerdote dell'ebraismo.Dopo l'uscita degli ebrei dall'Egitto, quando Mosè salì sul monte Sinai a

parlare con Dio e non ridiscese per molti giorni, gli israeliti, credendo che egli non ritornasse più, chiesero ad Aronne di fabbricare loro un dio che

essi potessero adorare. Aronne raccolse i loro gioielli d'oro, li fuse e fabbricò una statua raffigurante un vitello, ed essi la adorarono. Mosè

però ridiscese dal monte, distrusse il vitello d'oro e rimproverò aspramente Aronne e tutti gli israeliti.

Aronne morì verso il termine dei quarant'anni durante i quali gli ebrei vagarono nel deserto in attesa di entrare nella Terra promessa, e fu

sepolto nel deserto. Il figlio Eleazaro gli successe nella carica di sommo sacerdote.

Mezuzahpergamena affissa (dentro un piccolo contenitore) agli stipiti delle porte e

contenente due brani dello Shema (preghiera fondamentale dell'Ebraismo, da recitare ogni giorno al mattino e alla sera), dove viene affermata

l'unicità divina, l'obbligo di studiare ed insegnare la Torah ai propri figli e quindi l'obbligo di affiggere la Mezuzah. La pergamena viene poi

arrotolata ed inserita in un astuccio per essere affissa agli stipiti delle porte della casa. Essa va poi affissa alla destra di coloro che entrano e alla

sinistra di coloro che escono dalla porta.

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Tefillin

conosciuti come filattèri, sono scatole nere di cuoio indossate sul braccio e sulla fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse contengono le pergamene

con i quattro brani della torah che citano questo precetto.

Kippahil copricapo indossato dagli ebrei maschi.

Talledscialle in tessuto bianco spesso con fasce, comunemente di colore scuro, caratterizzato da quattro lunghe sfrangiature di tessuto alle estremità, chiamate tzitzit. La versione grande (talit gadol) è portata durante la

preghiera del mattino e a Yom kippur per tutto il lungo ciclo di preghiere, quella piccola (talit katàn) è indossata quotidianamente.

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Hanukkiah

plurale hanukkioth, candelabro a 'nove braccia' utilizzato per accendere i lumi durante la celebrazione della festa di hanukkah (festa delle luci) in ricordo della riconsacrazione del Tempio dopo la guerra maccabaica il cui casus belli fu il sacrificio di un maiale nel tempio ad opera di un sacerdote

ellenizzante.

Maghen David (Scudo di Davide)

La stella di David o meglio lo scudo di David ( anche sigillo di Salomone ), è la stella a sei punte che, insieme alla Menorah, rappresenta la civiltà e

la religiosità ebraica.Diventata simbolo del sionismo fin dal primo congresso di Basilea (1898), è presente nella bandiera dello Stato di Israele (insieme alle fasce blu del

Talled) a partire dal 1948, quando la bandiera sionista diviene quella ufficiale dello Stato di Israele.

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BS"D

in ebraico בס"ד, è un tipico, tradizionale acronimo che si può facilmente trovare in molti documenti ebraici, come anche in molte delle moderne

pagine web che trattano di ebraismo. Tiene il posto della frase, scritta in lingua aramaica,

b'siyata de'shemaya, che significa letteralmente "con l'aiuto del cielo" e viene scritto nella parte alta dei documenti, per ricordare allo scrittore ed al lettore che, senza l'aiuto del Signore, è impossibile per l'uomo realizzare

qualcosa che intrinsecamente possegga i valori eterni che Lui ci ha rivelato.

La casherut

è una serie di regole alimentari prescritte dalla Torah. Esse costituiscono un corpo di normative molto complesse, che forma il fondamento

dell'alimentazione dell'ebreo, a casa come all'esterno.Il termine kasher significa "adatto" e riguarda la purità degli alimenti: la Torah, interpretata dal Talmud distingue infatti anche tra animali puri

ed animali impuri, quelli permessi e quelli proibiti. Indica quindi la idoneità dei cibi ad essere mangiati. Molti ebrei usano la parola taref per

indicare il contrario a quanto permesso nell'alimentazione kasher.Gli elenchi degli animali di cui è permesso cibarsi sono contenuti nella

Bibbia, capitolo 11 del Levitico, ed alcuni vengono ripetuti nel capitolo 14 del Deuteronomio.

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FESTIVITA'

Le feste ebraiche si svolgono al ritmo delle stagioni, specialmente in primavera e in autunno. Hanno, infatti, un valore storico,

agricolo e religioso. Iniziano la sera, al tramonto, perché nella Genesi, alla fine di ogni giorno della creazione, si legge: «E fu

sera e fu mattina», e la sera viene nominata prima della mattina. Grosso modo, si possono dividere in tre gruppi, i primi due di

origine biblica e il terzo di origine rabbinica. Il primo è il gruppo delle tre feste gioiose o di pellegrinaggio al

Tempio: Pasqua, Pentecoste e la Festa delle Capanne. Il secondo gruppo è quello delle feste austere o solenni:

Capodanno e il Giorno dell'Espiazione. Queste feste, in antichità, erano accompagnate da offerte al Tempio, offerte sacrificali di

animali e di prodotti della terra.Il terzo gruppo, di origine rabbinica, comprende Purim e

Chanukkab. Queste sono feste stabilite dai maestri, particolarmente gradite ai bambini e vissute allegramente dal

popolo. Tutte ispirate ai grandi eventi dell’antico testamento,

scandiscono la santificazione del tempo lungo l’intero corso dell’anno. Il corno di montone (shofar) è usato per annunciare le

festività

La festa del Capodanno: ROSH HASHANA Si celebra il 1° Tishri (settembre-ottobre). E l’anniversario della creazione

e inaugura il periodo in cui Dio giudica l’operato degli uomini nell’anno appena trascorso; tutti sono chiamati a rendere conto del creato affidato

alle loro cure. Gli ebrei si salutano reciprocamente: «Possa tu essere iscritto e segnato per un buon anno». La festa adombra anche il futuro

verso il quale si muove tutto il creato. Durante il culto solenne si suona lo shofar (corno d’ariete) il cui suono proclama l’inizio della redenzione

messianica di Israele e dell’umanità.

La festa dell’Espiazione: YOM KIPPUR Viene celebrata il 10 di Tishri ed è un giorno di pentimento, di espiazione e di riconciliazione per le impurità del popolo, della nazione e dei singoli fedeli. Il gran sacerdote, con un complesso rito espiatorio, offre sacrifici

per la purificazione sua e del popolo dalle impurità e dai peccati,

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pronuncia, l’unica volta nell’anno, il nome di Dio (Jhwh), ed entra, l’unica volta nell’anno, nel «Santo dei Santi» del tempio per offrire il sangue e

l’incenso. Si ritiene che a Kippur Dio decida i destini degli uomini secondo il loro pentimento. Eodo 30,10 – Levitico 23,27-31; 25,9 – Numeri 29,7-11

La festa delle Capanne o tende : SUKKOTH Si celebra alla fine della vendemmia per ringraziare Javè dei suoi doni

generosi. Inizia il quindici di Tishri (settembre-ottobre) e dura sette giorni. Vi è l’usanza di agitare verso i quattro punti cardinali il frutto del

cedro e i rami della palma, del salice e del mirto, e di recitare Salmi. I rami vengono portati poi in processione verso la sinagoga. Secondo la tradizione giudaica, rappresentano gli uomini di ogni razza uniti in

collaborazione. Le capanne dal tetto di rami o di paglia, nelle quali si consumano i pasti durante la festa, ricordano l’amore costante con il quale

Dio assistette gli Israeliti nel deserto durante il viaggio verso la terra promessa. La capanna della festa è stata sempre considerata un simbolo della capanna divina sotto il cui tetto saranno, un giorno, radunati tutti gli uomini. La nota gioiosa della festa è determinata dallo studio della

Torah. All’ottavo giorno termina, e ricomincia, la lettura annuale del Pentateuco.

E' anche detta festa dei Tabernacoli o del Raccolto.Esodo 23,16 – Deuteronomio 16,13-15

La festa della consacrazione o delle luci : HANUKKAHDi origine post-biblica, fu istituita per ricordare la vittoria degli ebrei contro i dominatori della Siria nel 165 a.C. , quando Giuda Maccabeo

liberò Gerusalemme da Antioco Epifane, ripulì il tempio da ogni contaminazione, riaccese il sacro candelabro e ristabilì il culto del vero

Dio. Si celebra, con l’accensione progressiva di otto luci, il 25 Kislev (dicembre).

La festa del PURIM (Le sorti)Ha i caratteri profani tipici del capodanno persiano (con feste di tipo carnevalesco, sospensione della vita normale, interruzione del potere

costituito, elezione del re Carnevale...), ma è anche la commemorazione della vittoria di Israele grazie alla donna-eroe Ester. La casa viene

illuminata in modo particolare. Si legge il libro di Ester e nelle famiglie è occasione di incontri, banchetti, mascherate. Viene celebrata nel periodo

di febbraio-marzo. I travestimenti alludono la mano di Dio che agisce travestita ad esempio da agente atmosferico (fulmine) o evento naturale

straordinario (roveto ardente).

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La festa degli Azzimi - Pasqua PESACHIn origine era un rito di primavera durante il quale si offrivano le primizie

dell’orzo ed i primogeniti dei greggi. Questa festa, che cade nel mese di Aviv, chiamato poi mese di Nisan (metà marzo-aprile), fu trasformata in

seguito nella commemorazione di un avvenimento fondamentale dell’ebraismo, la liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto. Infatti significa letteralmente passaggio (passaggio del mar Rosso cioè dalla

schiavitù alla libertà). Il pane azzimo è il pane senza lievito: il pane della fretta (nella fuga dall'Egitto) Nelle famiglie ebraiche è celebrata con

particolare solennità e con un pasto rituale e commemorativo, il seder. Numeri 28,16 – Esodo 12,17-20

La festa delle settimane o Pentecoste: SHAVUOTQuesta festa, che si celebra sette settimane dopo la Pasqua, aveva un carattere gioioso per la raccolta (anche detta festa della mietitura) del

grano, per cui si esprimeva il profondo ringraziamento a Dio. Si offrivano oltre alle primizie del grano, olocausti e sacrifici per i peccati. In seguito la festa assunse anche il significato di celebrazione del dono della Torah sul Sinai. Nel giudaismo, dal sedicesimo secolo in poi, è uso rimanere svegli e

trascorrere la notte nello studio della Torah. Si legge in particolare il rotolo di Ruth. Inoltre, nel moderno stato di Israele si portano offerte di

primizie a beneficio del Fondo Nazionale Ebraico.Deuteronomio 16, 10-10

Capodanno degli alberi: TU BI SHEVAT si celebra tra gennaio e febbraio e segna la fine dell'inverno e il risveglio della natura. La famiglia riunita celebra la festa con un pranzo a base di

frutti come il melograno, il dattero,il fico e l'uva.

SHABBAT : IL SABATOGiorno consacrato al riposo, osservato durante il sabato dagli ebrei. Il

termine "shabbat", derivato dal verbo shavat, "riposare", "cessare", è di etimologia incerta. La Bibbia descrive lo shabbat come memoria del riposo

di Dio dopo la creazione (Esodo 20:11) e della liberazione dall'Egitto (Deuteronomio 5:15). La proibizione del lavoro (Deuteronomio 5:12-14) non è chiaramente indicata nella Bibbia; tra le attività proibite vi sono però l'accensione del fuoco (Esodo 35:3), arare e mietere (Esodo 34:21) e

cucinare (Esodo 16:23). Sono tutte azioni che interferiscono con l'armonia del creato e come tali devono essere evitate. Inoltre il sabato richiama alla

promessa finale, il riposo eterno nella vita di Dio Il tisha beav (il 9 del mese di av), che commemora il giorno in cui il primo

e il secondo tempio vennero distrutti: è la solennità più triste del calendario giudaico, giorno di dolore e di digiuno.

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Si potrebbe aggiungere anche una festa recente: il «giorno dell’indipendenza» (jom hahatsmauth),

che ricorda la nascita, nel maggio 1948, dello stato d’Israele. Si coglie, nella creazione di questa festa, il riflesso di una fede che lega ai

grandi interventi di Dio nella storia sacra l’avvenimento moderno più significativo per la comunità giudaica.

GRUPPI SOCIALI DELLA PALESTINA AL TEMPO DI GESU'

RE E FAMIGLIA REALE

FAMIGLIE PATRIZIE:

SOMMO SACERDOTE-SACERDOTI CAPIGRANDI LATIFONDISTI

GROSSISTI DI MERCIESATTORI DELLE TASSE-PUBBLICANI

CLASSE MEDIA:

PICCOLI COMMERCIANTIARTIGIANI

ALBERGATORISACERDOTI LEVITI

CLASSE MEDIOBASSA:

PESCATORIPICCOLI AGRICOLTORI

PICCOLI ESATTORI FISCALI – PUBBLICANI

ULTIMO GRADINO DELLA SCALA SOCIALE:I POVERI

LAVORATORI E BRACCIANTI A GIORNATASCRIBI

SCHIAVIMENDICANTI

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GRUPPI RELIGIOSI DELLA PALESTINA AL TEMPO DI GESU'

SOMMO SACERDOTE5 SACERDOTI CAPI

SACERDOTI SEMPLICI: 24 ORDINILEVITI

GRUPPO DEI PRESBYTEROI – GLI ANZIANISCRIBI

RABBINI

CORRENTI POLITICO/RELIGIOSE: I Sadducei e i Farisei costituivano la classe dirigente d’Israele. C’erano parecchie somiglianze tra i due gruppi ma anche importanti differenze.

FARISEI

La corrente dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso più significativo all'interno del giudaismo, nel periodo che va dalla fine del II

secolo a.C. all'anno 70 d.C. ed oltre.I Farisei costituivano, maggiormente, la classe media degli uomini d’affari

e perciò erano in contatto con l’uomo comune. I Farisei erano tenuti in grande stima dall’uomo comune, molto più di quanto lo fossero i Sadducei.

Sebbene fossero in minoranza nel Sinedrio e occupavano un numero inferiore di posizioni come sacerdoti, essi sembravano controllare la

decisione fatta dal Sinedrio, molto più di quanto fecero i Sadducei, proprio perché avevano il favore e l’appoggio del popolo.

Dal punto di vista religioso essi accettarono la Parola scritta come ispirata da Dio ED ERANO MOLTO RIGIDI NELL'OSSERVANZA DELLA

LEGGE. Diedero anche uguale autorità alla tradizione orale e cercarono di difendere questa posizione, sostenendo che risaliva a Mosè. Nel corso dei secoli queste tradizioni furono aggiunte alla Parola di Dio (sebbene

fosse stato proibito da Mosè stesso, Deuteronomio 4:2) e i Farisei cercarono di obbedire rigidamente a queste tradizioni, così come alla

Parola di Dio (Matteo 9:14; 15:1-9; 23:5; 23:16, 23, Marco 7:1-23; Luca 11:42).

In ogni caso essi rimasero fedeli alla Parola di Dio, in riferimento a certe altre importanti dottrine.

Anche se i Farisei erano i rivali dei Sadducei, furono uniti in un’occasione specifica – il processo di Cristo. Fu in tale circostanza che i Sadducei ed i

Farisei si unirono per far morire Gesù (Marco 14:53; 15:1; Giovanni 48:50). Diversamente dai Sadducei, essi credevano quanto segue:

1) Essi credevano che Dio era in controllo di tutte le cose, anche se, credevano pure, che le decisioni fatte dagli individui, contribuivano al

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corso della vita di una persona.2) Essi credevano nella resurrezione dei morti (Atti 23:6).

3) Essi credevano nella vita dopo la morte, con ricompensa e punizione appropriate per ciascun individuo.

4) Essi credevano nell’esistenza di angeli e demoni (Atti 23:8).Mentre i Sadducei cessarono di esistere dopo la distruzione di

Gerusalemme, i Farisei, che erano più preoccupati di questioni religiose che di politica, continuarono ad esistere. Infatti I Farisei furono contro la ribellione che portò alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e furono i primi a riappacificarsi con i Romani. I Farisei furono anche responsabili

della compilazione del Mishnah, un importante documento con riferimento al proseguimento del Giudaismo al di là della distruzione del

tempio.

SADDUCEI:

Durante l’epoca di Cristo e del Nuovo Testamento, i Sadducei erano aristocratici. Essi tendevano ad essere benestanti e ad occupare posti di

potere, incluso quello di capo dei sacerdoti e di Sommo sacerdote ed anche la maggior parte dei 70 posti del concilio regnante chiamato il Sinedrio. Essi lavorarono sodo per mantenere la pace, per restare d’accordo con le

decisioni di Roma (Israele in questo periodo era sotto il controllo romano), essi sembravano essere più occupati con la politica che con la religione.

Siccome erano nelle grazie di Roma ed erano la classe dirigente e benestante, non relazionavano bene con coloro che appartenevano al

partito dei Farisei. Sebbene i Sadducei tennero la maggior parte dei seggi nel Sinedrio, la storia indica che la maggior parte del tempo essi dovettero

accettare le idee della minoranza Farisaica, perché i Farisei erano piuttosto popolari tra le masse.

Dal punto di vista religioso, i Sadducei erano molto più conservatori in certi aspetti della dottrina. I Farisei davano la stessa autorità alla

tradizione che alla Parola scritta di Dio, mentre i Sadducei tenevano in considerazione soltanto quella Parola scritta che veniva da Dio. I

Sadducei preservarono l’autorità della Parola scritta di Dio, in particolare i libri di Mosè (da Genesi a Deuteronomio). Se furono piuttosto dediti a ciò, lo stesso non si può dire della loro linea dottrinale. Quanto segue è

una breve lista di credi che ritennero fermamente, ma che contraddicevano le Scritture:

1. Essi furono estremamente autosufficienti da negare il coinvolgimento di Dio nella vita di tutti i giorni.

2. Essi negarono qualsiasi resurrezione dei morti (Matteo 22:23; Marco

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12:18-27; Atti 23:8).3. Essi rinnegarono qualsiasi forma di esistenza dopo la morte, ritenendo che l’anima muore con la morte fisica, negando così qualsiasi punizione o

ricompensa dopo la vita terrena.4. Essi negarono l’esistenza di un mondo spirituale, ad es. angeli e demoni

(Atti 23:8).Poiché i Sadducei furono più preoccupati con la politica che con la religione, essi non diedero molta importanza a Gesù, finchè non

cominciarono a temere che Egli poteva portare ad un’attenzione dei Romani non voluta. Fu in questo momento che Sadducei e Farisei

cospirarono contro Gesù, per farlo morire (Giovanni 11:48-50; Marco 14:53, 15:1). Altre menzioni dei Sadducei si trovano in Atti 4:1 e 5:17 e

sono anche citati dallo storico Giuseppe, in quanto implicati nella morte di Giacomo (Atti 12:1-2).

I Sadducei cessarono di esistere nel 70 d.C. Siccome questo partito esisteva grazie ai loro legami politici e sacerdotali, quando Roma distrusse Gerusalemme ed il tempio nel 70 d.C., anche i Sadducei furono distrutti.

ZELOTI:

Gruppo politico-religioso giudaico apparso all'inizio del I secolo, gli zeloti erano partigiani accaniti dell'indipendenza politica del regno ebraico,

nonché difensori dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici. Considerati dai romani alla stregua di terroristi e criminali comuni, si ribellavano con le

armi alla presenza romana in Palestina.

Fondati da Giuda il Galileo sono considerati l'ala più estremista dei Farisei . Svolsero un ruolo importante nella grande rivolta del 66-70, la maggior parte di essi perì durante la presa di Gerusalemme da parte di

Tito Flavio Vespasiano.Nel I secolo lo zelotismo va impadronendosi gradualmente delle masse, urbane e ancor più di campagna, le porta al fanatismo e le conduce alla

violenza dei predoni e dei Sicari (da sica, pugnale nascosto sotto il mantello) , che porteranno alla catastrofe

finale della prima guerra giudaica.La caduta di Gerusalemme tuttavia non segnò la sconfitta dello zelotismo;

gli ultimi zeloti infatti, a capo dei quali c’era Eleazaro Ben Simone, si rifugiarono, in un estremo tentativo di resistenza, nella fortezza di

Masada, a sud del deserto di Giuda, vicino al Mar Morto. Quando si videro perduti, tutti i 960 zeloti si diedero la morte.

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ESSENI

Gli Esseni furono un gruppo ebraico di incerta origine, nato forse attorno alla metà del II secolo a.C. da un gruppo di sacerdoti Sadducei che con a capo il “Maestro di Giustizia” si ritirarono nel deserto dando origine alla setta. Organizzato in comunità isolate di tipo monastico e cenobitico il

gruppo è noto soprattutto a causa della scoperta, effettuata a Qumran nel 1947, dei manoscritti del Mar Morto.

Protetti da Erode il Grande, al tempo di Gesù erano oltre 4000 e vivevano dispersi in tutto il paese; circa 150 erano quelli residenti a Qumran.

Questo sito andò incontro ad una fine violenta nel 68 d.C. ad opera dei romani a causa del loro coinvolgimento nelle sommosse negli anni della

guerra che si concluse con il crollo di Gerusalemme. Prima della fine però riuscirono a nascondere la loro biblioteca nelle grotte circonvicine. Alcuni

scampati, sembra, si unirono agli zeloti di Masada e ne condivisero la sorte. Lo proverebbe il ritrovamento, durante gli scavi del 1963 a Masada, di un frammento di pergamena dei Canti della santificazione del sabato

noto dai ritrovamenti della grotta 4.Nel I secolo d.C. lo storico Giuseppe Flavio identificò gli esseni come una

delle maggiori quattro principali scuole ebraiche del periodo.Conducevano una vita strettamente celibe, ma comunitaria − spesso paragonata dagli studiosi alla vita monastica buddista e in seguito

cristiana. Avevano usanze e osservanze come la proprietà collettiva , eleggevano un capo che attendesse agli interessi di tutti e i cui ordini venivano obbediti , era loro vietato prestare giuramento e sacrificare animali , controllavano la loro collera e fungevano da canali di pace ,

portavano armi solo per protezione contro i rapinatori , e non avevano schiavi, ma si servivano a vicenda e, come conseguenza della proprietà comune, non erano dediti ai commerci . Sia Giuseppe che Filone hanno

lunghi resoconti dei loro incontri comunitari, pranzi e celebrazioni religiose. Da quanto si è dedotto, il cibo degli Esseni non poteva essere

alterato (con la cottura ad esempio); e potrebbero essere stati strettamente vegetariani, mangiando principalmente pane, radici

selvatiche e frutta. Dopo un totale di tre anni di prova , i membri appena unitisi prestavano un giuramento che comprendeva l'impegno a praticare la pietà verso la divinità e l'aderenza a principi morali verso l'umanità,

per mantenere uno stile di vita puro, di astenersi da attività criminose e immorali, di trasmettere intatte le loro leggi e di preservare il libro degli

Esseni e il nome degli Angeli . La loro teologia includeva il credo nell'immortalità dell'anima e il fatto che avrebbero ricevuto indietro le

loro anime dopo la morte . Le loro speranze messianiche erano riposte nel "Re dei Giudei" che li avrebbe liberati con le armi dal giogo pagano per

edificare il Regno terreno di Yahweh e nel sommo sacerdote,

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ossia nel messia, Aronne. Il loro rigorismo ascetico e culturale aveva motivazioni apocalittiche: dovevano prepararsi alla lotta finale contro i figli delle tenebre (loro si identificavano con i figli della luce appoggiati

dall'arcangelo Michele) e alla vittoria definitiva di Dio sulle potenze del male.

Nel 1947, in una zona desertica a 30 km da Gerusalemme, grazie ad una scoperta fortuita da parte di un pastorello di nome Mohammed Adh Dhib

vennero rinvenute delle giare contenenti dei rotoli di pelle avvolti in brandelli di tela. Il materiale in larga parte venne rivenduto a un trafficante di nome Kando che a sua volta lo rivendette al governo

israeliano. Negli anni seguenti sono stati rinvenuti, in undici grotte della zona, circa 900 rotoli, alcuni ridotti in frammenti altri in discreta

condizione di integrità. Ben 200 di essi riguardavano libri o parti di libri dell'antico Testamento. In particolare l'intero rotolo di Isaia, oggi

conservato nel Museo detto Scrigno del Libro a Gerusalemme. Vennero ritrovati anche i rotoli con le regole della comunità e tanti altri che

permisero di far luce sulla misteriosa comunità essena.

SCRIBI

Esperti di scrittura, tra i quali figuravano non pochi sacerdoti colti, gli scribi ebrei erano specializzati nella trascrizione dei testi sacri, sempre in

lingua ebraica, ed erano quindi dotti conoscitori di regole e dottrine culturali ed etiche.

Lo scriba era colui che, nei primi tempi della sua affermazione come soggetto culturale, aveva innanzitutto il compito di custodire la Legge di Dio racchiusa nelle Scritture e, a partire dall'esilio, ebbe anche l'incarico

di leggere, tradurre e interpretarla per il popolo, in quanto "uomo del libro".

La sua posizione si andò così consolidando, divenendo una professione ambita e stimata pur non essendo retribuita.

L'ascesa degli scribi nella società ebraica fu determinata per essere successivamente continuatori dei profeti, di cui si fecero ideali eredi.

Fu merito degli scribi aver fatto progredire la dottrina ebraica sulla vita futura, rivisitando il pensiero arcaico anche grazie al confronto con le

analoghe tematiche del contesto culturale ellenistico, di cui erano a conoscenza.

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SAMARITANI

i Samaritani sono i discendenti di quanti, fra le popolazioni ebraiche delle nove tribù del regno settentrionale di Israele, rimasero sul posto al momento della deportazione delle élite urbane esiliate dagli Assiri

(Sargon II si vanta in una sua iscrizione di avere deportato dalla regione in tutto 27.290 persone, quindi palesemente non l'intera popolazione).

Questa popolazione di "rimasti", si fuse nel corso dei secoli con una parte delle popolazioni pagane a loro volta deportate in Israele.

Secondo fonti ebraiche solo i discendenti delle tribù del Regno di Giuda (Giuda, Beniamino, Levi, Simeone) erano "veri" e "puri" ebrei dopo l'Esilio

babilonese, mentre i samaritani discendevano esclusivamente dagli stranieri pagani deportati in Israele nel 721 a.C. per sostituire le

popolazioni ebraiche totalmente deportate.Nella realtà storica gli ebrei di Samaria, lungi dal convertirsi al

paganesimo o abbandonarsi al sincretismo, secondo l'accusa rivolta loro da alcuni ebrei di Giuda, si preoccuparono di preservare il culto di Yahweh, fino ad arrivare a costruire (in una data non determinabile del IV secolo

a.C.) un loro tempio, separato da quello di Gerusalemme, sul monte Garizim, officiato da sacerdoti di retta discendenza aronnica.

Inoltre i samaritani hanno sempre osservato i precetti mosaici così come espressi nel Pentateuco, e si sono sempre considerati discendenti di Abramo e quindi eredi del suo berith («patto») con Yahweh. Di più:

secondo la versione samaritana della storia, sono stati semmai i Giudei a deviare dalla retta religione, aggiungendo innovazioni devianti alla

corretta fede mosaica, di cui i Samaritani si ritengono i soli ed ultimi depositari.

BATTISTI

Movimento popolare iniziato da Giovanni il Battista che annunciava la salvezza per tutti attraverso la conversione e il pentimento che si

esprimeva nel rito del battesimo con acqua. Spiritualmente più di tutti vicino a Gesù, il Battista è considerato il precursore (sinottici) o testimone

(Vangelo di Giovanni) di Gesù.

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LEVITI

Leviti erano i membri della tribù israelitica di Levi.

Ad essi era affidato il compito di sorvegliare il tabernacolo e il Tempio. La linea sacerdotale di Aronne si occupava concretamente dei sacrifici

rituali mentre gli altri Leviti avevano il compito di cantare, di suonare e di assistere. I Leviti sono descritti come eredi di Dio, loro "possesso"; la schiera dei Leviti trasportava scalzo l'arca dell'alleanza: non ottennero alcuna parte della terra d'Israele poiché servire Dio era la loro eredità. Vivevano nelle città levitiche, sparse per tutta Israele, e si sostenevano

con le decime. I Leviti erano stati scelti per questo speciale ruolo perché, mentre erano in Egitto e poi durante il peccato del vitello d'oro, avevano

mantenuto fede alla religione dei loro padri: non avevano adorato il vitello d'oro ed avevano appoggiato Mosè, membro della tribù di Levi.

Un Midrash racconta che durante l'esilio babilonese essi si rifiutarono di cantare per degli dei di Nabucodonosor.