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Dal Web al al Virtual Learning Environment al Personal Knowledge Environment Maria Chiara Pettenati Facoltà di Ingegneria Università di Firenze

Dal Web al VLE al PLE

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Lecture given to the post-graduate master course in e-learning techniques and methods. Spring 2011Module 4: online teaching and learning environments

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Dal Web al al Virtual Learning Environment

al Personal Knowledge Environment

Maria Chiara Pettenati

Facoltà di IngegneriaUniversità di Firenze

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Firenze, 17 Aprile 20102

Web

Web 1.0

Web 2.0

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Firenze, 17 Aprile 20104

Information overloadoppure

Filtering failure?

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Firenze, 17 Aprile 20105 Knowledge

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Firenze, 17 Aprile 20106

WebWeb 1.0

Web 2.0

Web 3.0

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Learning

to

Learn

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Dal Web al al Virtual Learning Environment

al Personal Knowledge Environment

Maria Chiara Pettenati

Facoltà di IngegneriaUniversità di Firenze

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Firenze, 17 Aprile 20109

Virtual Learning Environment

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http://www.frepa.org/wp/index.php/archives/311

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VLE da distance education a blended learning

I VLE pensati in origine per il supportoall’educazione a distanza, sono adessoprincipalmente utilizzati per integrare la didatticatradizionale Blended learning

Firenze, 17 Aprile 201012

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Firenze, 17 Aprile 201013

Peña-López, I. (2010) “Centralization vs. decentralitacion in Government and Education” In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy. http://ictlogy.net/review/?p=3321

VLE custom VLE general

Gestione in casa

Gestione in rete

PLE

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Firenze, 17 Aprile 201014

Peña-López, I. (2010) “Funneling concepts in Education 2.0: PLE, e-Portfolio, Open Social Learning” In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy. http://ictlogy.net/review/?p=3323

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Firenze, 17 Aprile 201015

Su cosa ci concentriamo

Ambienti tecnologici per l’apprendimento e per la gestione della conoscenza in rete

Quali skills sono necessarie? Quali strumenti e ambienti

possono essere utili? Che risultati si possono ottenere?

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Risorse: trailer di presentazione del video http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-vle-is-dead/

The movie http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-vle-is-dead-the-movie/

ALT (UK) - Settembre 2009

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Chi ascoltiamo

Graham Attwell is Director of the Wales based research organisation, Pontydysgu http://www.pontydysgu.org/blogs/waleswideweb

James Clay ILT & Learning Resources Manager at Gloucestershire College since November 2006. http://elearningstuff.wordpress.com/about-2/

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Risorse: trailer di presentazione del video http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-vle-is-dead/

The movie http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-vle-is-dead-the-movie/

ALT (UK) - Settembre 2009

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Graham Attwell

È lo stesso sistema educativo, istituito sul modello dellefabbriche che è oggi disfunzionale e non risponde ai bisogni.

Le tecnologie come i VLE sono modellate su tale paradigmaormai sorpassato

Il VLE si riferisce al contesto “gestionale” della fine degli anni90 ed faceva dell’efficienza la questione fondamentale

Perchè dovremmo dire agli studenti di andare in un VLE per trovare materiale di apprendimento, quando non è in un VLE che andremmo noi stessi se volessimo imparare qualcosa?

Oggi abbiamo il social software e le persone sono capaci di personalizzarselo.

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James Clay

Abbiamo passato gli ultimo 10 anni dicendo che ilVLE è morto

Probabilmente seppelliremo il VLE uno di questigiorni, ma non oggi.

Perchè dovremmo dire agli studenti di andare allelezioni in presenza quando non è lì che andremmonoi stessi se volessimo imparare qualcosa?

Oggi abbiamo abbandonato già l’idea della Google generation/digital natives

Gli studenti hanno bisogno di guida; nè loro nè gliaccademici hanno la padronanza di fare un buon usodel social sofware, ed è proprio lì che entra in gioco ilVLE.

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Cosa conta nel VLE

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Altre Risorse relative a VLE

What is a VLE (basic, circa 4 minuti) http://www.youtube.com/watch?v=QdP4_7xXXVw

VLE is dead? Risorse: trailer di presentazione del video http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-

vle-is-dead/

The movie (70 min ca.) http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-

vle-is-dead-the-movie/

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Il concetto di Personal Web

Come dire: Personal Learning Environment?

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Vari modi di intendere e gestire la complessità -I

“The amount of content available on the web is staggering. Sifting through the sheer volume of material — good or bad, useful or otherwise — is a daunting task. It is even difficult to keep track of the media posted by a single person, or by oneself. On the other hand, adding to the mix is easier than ever before, thanks to easy-to-use publishing tools for every type and size of media.”

• (Horizon Report, 2009)

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Vari modi di intendere e gestire la complessità -II

To cope with the problem, computer users are assembling collections of tools, widgets, and services that make it easy to develop and organize dynamic online content.

Armed with tools for tagging, aggregating, updating, and keeping track of content, today’s learners create and navigate a web that is increasingly tailored to their own needs and interests: this is the personal web.”

• (Horizon Report, 2009)

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..e quindi…

it is easy to create customized, personal web-based environments— a personal web — that explicitly supports one’s social, professional, learning and other activities via highly personalized windows to the networked world. (Horizon Report, 2009)

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…. Personal Web non basta a fare PLE

1) perchè non è affatto “easy”, neanche su un piano puramente tecnico, ma se anche lo fosse non sarebbe comunque sufficiente per il PKM un Personal Web consente al più un Personal

Information Management; perchè questo si traduca in un Personal Knowledge Magement efficace sono necessarie ben altre cose….

2) perché per realizzare un Personal Web efficace bisogna possedere delle abilità che vanno aldilà di abilità tecnologiche e affondano le radici nella disciplina del Knowledge Management

e per affrontare 1) bisogna affrontare prima 2)

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Horizon Report 2011

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http://wp.nmc.org/horizon2011/

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Horizon Report 2011 – Key Trends

1. The abundance of resources and relationships made easily accessible via the Internet is increasingly challenging us to revisit our roles as educators in sense-making, coaching, and credentialing.

2. People expect to be able to work, learn, and study whenever and wherever they want.

3. The world of work is increasingly collaborative, giving rise to reflection about the way student projects are structured.

4. The technologies we use are increasingly cloud-based, and our notions of IT support are decentralized.

Firenze, 17 Aprile 201030

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Horizon Report 2011 – Critical Challenges

Digital media literacy continues its rise in importance as a key skill in every discipline and profession

Appropriate metrics of evaluation lag behind the emergence of new scholarly forms of authoring, publishing, and researching.

Economic pressures and new models of education are presenting unprecedented competition to traditional models of the university.

Keeping pace with the rapid proliferation of information, and devices is challenging for students and teachers alike.

Firenze, 17 Aprile 201031

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Competenze del lifelong learner 2.0

Digital Literacy Information Literacy Media Literacy Digital Competences …

Introduzione al tema in (M. E. Cigognini PKM –Personal Knowledge Management: cosa vuol dire essere una persona istruita nel XXI secolo? Form@re, n. 66 gennaio/febbraio 2010)

È il set di conoscenze, competenze e abilità complesseche sostiene il singolonel suo processo di formazione continua

Nasce in accademia: UCLA, Los Angeles,

(2000) + MillikinUniversity (2003).

Ora anche d’interesseaziendale

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Firenze, 17 Aprile 201033

The Digital Generation GapApril 4th, 2010

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Edge, Question of the year, 2010 http://www.edge.org/q2010/q10_2.html#rheingold

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Edge, Question of the year, 2010 http://www.edge.org/q2010/q10_2.html#rheingold

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Dal Personal Web al PKE

Un multi-tool Environment per la gestione della conoscenza personale – ovvero un Personal Knowledge Environment

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PLE – stato dell’arte

PLE (Personal Learning Environment) o e-portfolio Dal teacher allo student o community-oriented spesso ancorato al formale, seppur con aperture

http://edtechpost.wikispaces.com/PLE+Diagrams

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Più in generale: Personal Learning Environment (PLE)

il dispiegamento di un (COME) Personal Web (DOVE) in un tempo dedicato al learning(QUANDO), centrato sul learner in relazione ad altri soggetti (CHI). Il PLE consente al learner di catturare una propria vista del flusso informativo del mondo della rete (COSA) e – applicando sforzo e metodo (COME) – utilizzarlo per accrescere la propria conoscenza (COSA) in relazione a degli obiettivi che si pone (PERCHE’).

Pettenati, M.C. (2010) Roadmap to PLE - A Research Route to Empower the Use of Personal Learning Environments (PLEs).Interaction Design & Architecture Journal - Special Issue (ISSN 1826-9745) Special

Issue Theme: "Design Centered and Personalized Learning in Liquid and Ubiquitous Learning Places (DULP): Future Visions and Practical Implementations".

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Il PLE - (Personal Learning Environment) è una finestra evolutiva e scalabile, potenziata dalla tecnologia che parte dalla formazione superiore

per estendersi verso Work-based Lifelong Learning

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Insegnanti e PLE

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Le motivazioni del PLE -I

Perché è uno spazio virtuale altamente flessibile ed a basso costo che consente: Di ospitare un repository di collegamenti e produzione personale

relativa ad attività passate, presenti e in progress Di raccogliere ed aggregare risorse digitali, news, informazioni e

materiali che saranno accessibili dovunque e da qualsiasi computer

Di self-archiving e self-pulishing ogni attività o idea in corso, evitando ritardi di ogni natural, aumentando la propria visibilità e contemporaneamente alimentando il networking e la condivisione di conoscenza

In sintesi il PLE permette di tracciare il percorso lettura-prensiero-scrittura e tradurlo in attività concreta di costruzione di conoscenza condivis(a/ibile).

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Le motivazioni del PLE - II

La più grande differenza rispetto alla pubblicazione tradizionale di contenuti su Web è che il PLE consente non solo di tenere traccia della conoscenza consolidata, ma anche del flusso di conoscenza e conoscenza non strutturata intesa a promuovere la costruzione (anche collaborativa) di nuova conoscenza

Di affermare una presenza ed una personalità digitale (digital identity) nei confronti di una generazione di studenti “nativi digitali” (born digital) che non sanno come “vivere digitale” (live digital).

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PLE –come farlo

Strumenti e

possibilità

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PKE - Ricetta base

un blog per tenere traccia di news, riflessioni e del flusso di conoscenza che nasce da letture, ricerche, interazioni

un blogroll per fornire a tutti i lettori una lista di raccomandazioni ad altri blog

un wiki per archiviare la conoscenza collaborativa che evolve nel tempo

un manager di risorse con accesso online ai record

un repository personale per il self-archiving della documentazione prodotta

un sistema di social bookmarking ed archiviazione per immagini, audio, video

Un uggregatore di RSS feeds per tutti i contenuti dinamici di interesse

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PLE – top 100 tools 2010

http://www.slideshare.net/janehart/top100-tools-for-learning-2010?from=ss_embed

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Jane Hart The State of Learning in the Workplace Today, http://www.slideshare.net/janehart/the-state-of-learning-in-the-workplace-today

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http://c4lpt.co.uk/Directory/Tools/instructional.html

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Firenze, 17 Aprile 201060

Non dimentichiamo l’ultima onda….

http://www.youtube.com/watch#!v=rDu2A3WzQpo&feature=related

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Firenze, 17 Aprile 201061

Non dimentichiamo l’ultima onda….

http://www.youtube.com/watch#!v=rDu2A3WzQpo&feature=related

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VLE – PLE cosa si può arrivare a fare?

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PLE – che risultati si possono ottenere

Ambito “education”

Dr. Michael Wesch, Assistant Professor of Cultural Anthropology and Digital Ethnography, Kansas State University

U.S. Professor of the Year 2008 Award for Outstanding Doctoral ResearchUniversitiesMichael Wesch is a cultural anthropologist exploring the impact of new media on society and culture.

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The Machine is Us/ing Us

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Prof. Michael Wesch – la frontiera tra il PKE e la Social Classroom Blog Un punto di presenza http://mediatedcultures.net/ksudigg/

Mediated Cultures: Digital Ethnography atKansas State University

Un punto di aggregazionehttp://www.netvibes.com/wesch#Digital_Ethnography

Un punto di lavoro http://worldsim.wetpaint.com/

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http://www.youtube.com/watch?v=SXnWmu6xdpc&feature=player_embedded

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Firenze, 17 Aprile 201070

Dal Personal Web al Personal Learning Environment

Il Web attuale fornisce strumenti molto potenti di supporto al costruzione di conoscenza (Knowledge Building, KB)

Nel sottolineare il passaggio dal Personal Web al PLE si pone l’accento sulle tecnologie e sui suoi usi orientati al KB oltreché agli approcci “tradizionali” di gestione della conoscenza

In questa ottica ha senso parlare di PLE che diventa PKE – Personal Knowledge Environment

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Sfida di questo tempo: Fare in modo che gli studenti diventino capaci di partecipare

alla creazione di conoscenza come parte normale della loro vita, attraverso il loro PLE

Fatto: non ci sono metodi consolidati per educare le persone a diventare produttori di conoscenza Dobbiamo/possiamo pensare a una traiettoria di sviluppo che

conduca dalla naturale voglia di scoprire del bambini fino alla creatività disciplinata di un maturo creatore di conoscenza

Come condurre gli studenti su questa traiettoria? È una risposta che dobbiamo costruire insieme

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Conclusione – nei principi, I

Tutti hanno un PLE, bene o male Nella peggiore delle ipotesi è un set di arnesi che genera

confusione e produce disagio Nella migliore delle ipotesi è un potentissimo strumento di

costruzione di conoscenza e di valorizzazione individuale Tanto vale pensarci un po’ su È particolarmente importante per chi opera nel

mondo dell’educazione e per chi ha a che fare con giovani Nessun nativo digitale è saggio nell’uso della rete (digital

wisdom), alcuni sono immersi nelle tecnologie digitali senzasaper valutare la profondità della loro comprensione della tecnologia (Palfrey & Gasser 2008)

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I docenti restano le guide: se non tengono il ritmo del tecnologismo, poco importa: restano depositari di accortezze d’uso e approcciconsapevoli agli usi evoluti della rete

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Conclusione – nei principi, II

Essere docente (ma anche genitore!) al tempo della terza decade del Web significapadroneggiare i principi del Personal Learning/Knowledge Management in modo da fare prevalere sempre un approccio dinamicoal Learning to learn

Non vergognarsi di: Dare giudizi e cambiare idea su

strumenti/metodi/tecnologie/approcci La flessibilità e l’adattabilità sono caratteristiche

chiave per chi vuole stare in corsa col tempo

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È necessaria una prospettiva di lungo periodo…

Life Long Learning

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Firenze, 17 Aprile 201076

Conclusione – in pratica Fare ordine (prima mentale e poi strumentale) nel

proprio PLE (quello attuale) Fare auto-valutazione del proprio livello di digital

skills Colmare le eventuali lacune con interventi di auto-

formazione Valutare in secondo tempo se è possibile/utile

impadronirsi di altri strumenti per potenziare le funzionalità e l’impatto del PLE

Se ci si ferma al mondo PLE scegliere strumenti e dispositivi con criteri semplici come: Facilità e flessibilità di uso, adattabilità al contenuto,

visibilità e mobilità Se il vostro mondo PLE deve aprirsi alla social

classroom: è utile capire portata e valutare ambienti specifici e

tecnologie specifiche per il mondo “educational”: ne esistono molti e possono aiutare a fare grandi cose

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WebWeb 1.0

Web 2.0

Web 3.0

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Web 2.0

Read/Write, two-way, anyone can be a publisher Social Web The term “Web 2.0” defines an era; like “Dot Com” Search (Google, Alternative Search Engines) Social Networks (MySpace, Facebook, OpenSocial) Online Media (YouTube, Hulu, Last.fm) Content Aggregation / Syndication (Bloglines, Google Reader,

Techmeme, Topix) Mashups (Google Maps, Flickr, Amazon)

Image credit: catspyjamasnz

Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009

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Web 3.0?

“People keep asking what Web 3.0 is. I think maybe when you've got an overlay of scalable vector graphics […] on Web 2.0 and access to a semantic Web integrated across a huge space of data […]”Tim Berners-Lee, 2006

”The Web of Openness. A web that breaks the old siloes, links everyone everything everywhere, and makes the whole thing potentially smarter.” Greg Boutin, May 2009

“The Web 3.0 term misleads organizations by implying that a new version of the web is upon us.”Anthony Bradley, Gartner, April 2009

Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009

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Web 3.0 in a Nutshell

Cartoon by Geek and Poke

Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009

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Web 3.0 or No, We’re Seeing Something New

There is a difference in the products we're seeing in 2009 compared to the ones we saw at the height of 'Web 2.0' (2005-08). More products based on open, structured data e.g.

Wolfram Alpha More real-time e.g. Twitter, OneRiot Better filters e.g. FriendFeed (and Facebook, which

copies FF) Google evolves (Search Options and Rich Snippets,

Search Wiki, Google Squared) • real-time information, adding more meaning to the data

(aka Semantic Search), and filtering results. The new features show that Google is adapting to this environment.

Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009

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Firenze, 17 Aprile 201083

Linked Data (RDF, SPARQL)

Semantic Web (RDFS, owl)

Web 3.0

Web 2.0

Web 3.0 extends current Web applications using Semantic Web technologies and graph-based,

open data.

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IEEE Computer, Jan 2010; IEEE Computing Now, Feb 2010 (free)

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Ma il Cloud Computing ci riguarda?

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Firenze, 17 Aprile 201086

Peña-López, I. (2010) “Centralization vs. decentralitacion in Government and Education” In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy. http://ictlogy.net/review/?p=3321

VLE custom VLE general

Gestione in casa

Gestione in rete

PLE/PKE

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Horizon key trends – 2010 - 2011

• The abundance of resources and relationships made easily accessible via the Internet is increasingly challenging us to revisit our roles as educators in sense-making, coaching, and credentialing.

• People expect to be able to work, learn, and study whenever and wherever they want to.

• The technologies we use are increasingly cloud-based, and our notions of IT support are decentralized.

• The work of students is increasingly seen as collaborative by nature.

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http://www.commoncraft.com/cloud-computing-videohttp://www.youtube.com/watch?v=XdBd14rjcs0&feature=player_embedded#

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Firenze, 17 Aprile 201089

Cloud computing, in education, is able to be both good and bad. Why?http://www.dontwasteyourtime.co.uk/elearning/what-is-cloud-computing-and-what-can-it-do-for-education-2/#ixzz0kV8VIGBw

• The ‘good’; • It allows you to work from

multiple PCs (home, work, library, etc), find your files, and edit them through the cloud.

• It can be used to support teaching and learning experiences.

• Most software is free, available and ready-to-use.

• Students can have a richer and more diverse learning experience, even outside standard school hours.

• Schools and jurisdictions can minimize costs; e.g. outsource Institution email to Google or Microsoft.

• It allows users to create content through the browser, instead of only searching through the browser.

• The ‘bad’;• Not all applications run in the

public cloud.• Sensitive student data is no

longer completely controlled by the school or the teachers.

• Internal networks are still needed for disseminating policies, printing, grouping students, web filtering and local storage.

• Who owns the intellectual property rights over some things you posted on cloud services?

• A deleted account does not mean deleted content.

• Can you truly rely on the cloud to correctly and accurately filter (adult) content?

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Altri riferimenti su Cloud Computing

http://cloudworks.ac.uk/ http://blogs.educationau.edu.au/jmillea/2009/06

/23/heading-into-the-cloud-cloud-computing-and-education/

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L’ultimo pensiero di oggi…

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Sono a dieta di Internet, per capire il mondo un po’ meglioe fare una scommessa sugli orrendi errori che faranno i decirosi. Non mi privo completamente di Internet, è solo

una dieta stretta, con un razionamento rigoroso. É vero, le tecnologie sono la cosa migliore al mondo ma hanno anche

mostruosi effetti collaterali che si vedono solo in là ne tempo. Passare del tempo nel silezio del mio studio, con poco inquinamento informativo mi fa sentire in armonia

con i miei geni; sento che sto crescendo ancora.

NASSIM N. TALEBDistinguished Professor of Risk Engineering, NYU-Poly; Principal, Universa

Investments; Author, The Black SwanTHE DEGRADATION OF PREDICTABILITY — AND KNOWLEDGE

http://www.edge.org/q2010/q10_1.html

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… grazie per avere passato questo Sabato insieme!

[email protected]