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DALLA VALUTAZIONE DI EFFICACIA
AL PROGETTO PERSONALIZZATO DI INTERVENTO
LM Verona 2016-‐17 1
Elisabetta Neve
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Ø TITOLO III … RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DELLA PERSONA… (1° arBcolo):
“L’AS deve impegnare la pro-‐ pria competenza professio-‐ nale … in un costante pro-‐ cesso di valutazione.”
Ø RiferimenB in molB arBcoli del Codice
MOTIVAZIONI ETICHE E DEONTOLOGICHE
LA V È RESPONSABILITÀ DELL’AS VERSO
La persona • RISPETTARE:
• ACCETTARE:
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– GaranBre esi+ di maggior benessere possibile – GaranBre le migliori scelte di intervento possibili – RispeDare la sua dignità valutando anche capacità e risorse
– Coinvolgerla nella V è già promuovere autonomia e responsabilità
– Valutare non è giudicare, ma soppesare realis+ca-‐mente situazione, bisogni ,capacità
• TUTELARE INTEGRITÀ E GLOBALITÀ:
• UGUAGLIANZA E EQUITÀ:
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– Per problemi complessi saper fare V interprofes-‐sionali e inter-‐organizza+ve
– Saper valutare la peculiarità di ogni situazione consente il rispeDo delle differenze e quindi la promozione dell’uguaglianza
– Poiché la V è trasparenza, garanBsce visibilità ed equità di opportunità per tuc
• PERSONALIZZAZIONE: la V è PERSONALIZZATA se
" Considera anche la parBcolarità dei bisogni e delle risorse-‐capacità di ciascuno " Tiene conto dell’intenzionalità della persona " Considera l’utente non un consumatore né un semplice desBnatario…
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V = soddisfazione V = ha ricevuto
la prestazione
Può essere UNO degli indicatori di qualità
della struDura del processo dell’esito perché?
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NO
La V della soddisfazione (Customer SaFsfacFon) è V di esito?
perché? • La c.s. è legata a molB faDori non controllabili (es. soddisfazione per una relazione empaFca, cortese, vicina… ma con intervento inefficace)
• L’utente può non essere soddisfaDo nell’im-‐mediato (resistenze, ambivalenze…) ma l’in-‐tervento può essere alla lunga efficace
• Influenza di aspeDaBve culturali basate su stereoBpi (e + distorsione se livello culturale basso v. BerFn, 1996)
• Influenza dei mass media
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LA RESPONSABILITÀ DELLA V VERSO
Ø L’ISTITUZIONE: efficienza (buon uso delle risorse, buon funzionamento procedure) efficacia (maggior benessere per gli utenB) economicità (uso economico delle risorse) qualità (nell’uso di risorse, nel percorso metodologico, nei risultaB, negli esiB)
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Ø LA SOCIETÀ: -‐ rendere visibile l’utilità dei servizi - promuovere co-responsabilizzazione - garantire equità nell’accesso in base alla valutazione del bisogno (v. Dpcm 14 feb. 2001) Ø LA PROFESSIONE: -‐ contribuire alla costruzione di evi- denze empiriche - contribuire al consolidamento teorico - rendere visibile l’utilità del S.S. Ø ALTRI PROFESSIONISTI: collaborare in modo paritetico (v. Carta EFca delle professioni, 2004)
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L’ETICA E DEONTOLOGIA richiedono al professionista
di considerare l’aiuto professionale
UN PROCESSO DI PRESA IN CARICO
e non semplicemente una DISTRIBUZIONE DI PRESTAZIONI
(Es. SAD, contribuF economici, assegno accompagnamento)
perché …
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INTERVENTO PER SOLE PRESTAZIONI
La logica è: a domanda rispondo (supermercato)
La prestazione è l’obieGvo, ignorando che l’aspeDo più grave dello stato di bisogno è la perdita o diminuzione di potere sociale (dipendenza)
PRESA IN CARICO PERSONALIZZATA
L’aiuto è un cammino, un percorso da fare assieme
La prestazione è un mezzo: la finalità dell’aiuto è far uscire da staB di dipendenza (aiutare ad aiutarsi da sè)
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INTERVENTO PER SOLE PRESTAZIONI
SoDende l’idea di bisogno come un semplice vuoto da riempire
Considera solo l’aspeDo “patologico” ( la persona È il suo problema)
PRESA IN CARICO PERSONALIZZATA
Considera il bisogno come una
globale condizione di una PERSONA, con un contesto, una storia, un futuro…
Dà più rilievo alle RISORSE
della persona, che sono il più importante mezzo per fronteggiare il problema
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INTERVENTO PER SOLE PRESTAZIONI
Inevitabilmente tende a prevalere una logica amministra+vo–buro-‐cra+ca, che richiede adaDamento della per-‐sona alle esigenze del servizio
PRESA IN CARICO PERSONALIZZATA
È un percorso partecipato con la persona e consente di lavorare perchè siano le risorse dell’ambiente ad adaDarsi alla persona
DEGENERATIVITÀ VS GENERATIVITÀ
Se l’aiuto professionale
non è semplicemente dare risposta ad una domanda né solo stare al fianco della persona, dal p. di v. TECNICO l’aiuto va tradotto in un
PROGETTO =
FARE UN PERCORSO RAGIONATO, PERCORRENDO DETERMINATE FASI
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Com’è la situaz. di partenza?
ANALISI DOM., RACC. DATI, BISOGNI E RISORSE
Che gravità, che peso, che prognosi…?
I° VALUTA-‐ZIONE (T0)
Dove arrivare? Che fare, come, quando con che
mezzi…?
ATTUAZIONE DEL PIANO
Cosa ho oXenuto?
VALUTAZIONE FINALE (Tf)
OBIETTIVI e PIANO
azioni
CONTRATTO
LE FASI DEL PROCESSO PERSONALIZZATO DI AIUTO
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RICHIEDE Ø Capacità diagnostica Ø Capacità previsiva Ø Coerenza e non sovrapposizione delle diverse fasi Ø Definizione di tempi Ø Appropriatezza di modalità e strumenti di intervento
LA PROGETTAZIONE
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Tenendo sempre conto che LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA È
Situazione al T0
Situazione al Tn
CONFRONTO
quindi non posso valutare gli esiF se prima non ho
VALUTATO LA SITUAZIONE DI PARTENZA
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PROGETTARE SIGNIFICA ANCHE CHIUDERE IL CASO!
Ev. si riapre
PERCHÉ?
Per non creare dipendenza e cronicità (assistenzialismo) Per dare un segnale all’utente di emancipazione, di stimolo ad «aiutarsi da sé» Per evitare un «fare» continui interventi senza prospettive di soluzione Perché è educativo passare il messaggio che le risorse non sono infinite (né quelle dell’istituzione né quelle del professionista) Se il progetto non ha una conclusione non è un progetto ma una sorta di affiliazione che cronicizza il bisogno di aiuto
PROMOZIO
NE DI AU
TONOMIA
RESPONSABILIZZAZIO
NE
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N.B. LA CHIUSURA DEL CASO VA PREPARATA Se tutto il percorso è condiviso «assieme» all’utente, diventa più naturale il suo coinvolgimento anche nel con-cludere il progetto
Va esplicitato fin dall’inizio della presa in carico che oc-corre stabilire dei tempi per raggiungere certi risultati
La verifica delle azioni fatte e dei cambiamenti ottenuti è una responsabilità etica che si traduce in una valutazione di efficacia, necessaria per:
v Aumentare la consapevolezza e l’emancipazione dell’utente v Come apprendimento per l’AS di eventuali errori, ostacoli, e
superamento di sensi di fallimento v Perché l’esperienza offra davvero elementi di verifica,
sviluppo, arricchimento anche teorico della professione
Di solito alle isBtuzioni interessa di più l’EFFICIENZA
= daB quanBtaBvi su ciò che si fa (colloqui, utenB, tempi, prestazioni…)
Per la preoccupazione di spendere il meno possibile Per non rischiare di contravvenire alle regole formali Per oXenere immediato consenso poliFco (noi “facciamo”…)
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Ricadute sulle persone… “dis-educate”
☺ Percezione che i servizi devono solo “dare”, che tutela dei diric significa solo ricevere pre-‐stazioni (anche in assenza di bisogni) ☺ Sfiducia nei servizi perché comunque le pre-‐stazioni non bastano mai, si resta assisBB a vita, spesso ci si sente mal-‐traDaB ☺ Più i servizi enfaBzzano l’efficienza neutraliz-‐zando la relazione con l’utente, più tendono a indurre domanda
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AS Pressione isBtuzione
Pressione dei ciDadini
GaranBre efficacia in termini di + be-‐nessere delle per-‐sone
Ocmizzare le risorse garantendo economicità ed efficienza
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RiferimenB bibliografici • Campanini A., La valutazione nel servizio sociale, Carocci,
Roma, 2006 • Campanini A. (direDo da) (2013), Nuovo dizionario di servizio
sociale, Carocci, Roma (v. voci relaBve alla valutazione) • Canali C. (2015), La valutazione di esito in PersonaLab, in
“Studi Zancan”, n. 6 • CNOAS (2009), Codice deontologico dell’assistente sociale • Fargion S. (2013), Il metodo del servizio sociale. Riflessioni,
studi, ricerche, Carocci, Roma • Fondazione E. Zancan (2004), Carta eFca delle professioni che
operano a servizio delle persone, Padova • Neve E. (2008), Il servizio sociale. FondamenF e cultura di una
professione – Nuova edizione, Carocci, Roma