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Nostradamus: la datazione celata. Una possibile soluzione? Nel momento in cui scrivo, sistematizzando e rivalutando una serie di appun- ti realizzati principalmente intorno al 2004-2005, una notizia improvvisa e per certi versi clamorosa ha scosso il mondo: il pontefice Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha annunciato le sue dimissioni il giorno lunedì 11 febbraio 2013 nel corso di un Concistoro dedicato ad altri scopi. Queste di- missioni, divenute effettive il 28 febbraio scorso, sono un unicum nella storia recente della Chiesa (l'ultimo caso fu il “gran rifiuto” di Celestino V, più di 600 anni fa, che per tale scelta viene condannato da Dante) e aprono, vecchio Papa in vita, la necessità di un Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice. Ma oltre che per il modo in cui è avvenuta, la fine di questo pontificato ripor- ta alla mente gli inquietanti scenari che emergono, ad esempio, da una antica e discussa profezia: quella attribuita a San Malachia, che riporta un elenco di 112 papi, identificati mediante un breve motto latino, a partire da Celestino II (1143-1144) e fino al “De gloria olivae” che dovrebbe corrispondere al papa uscente Benedetto XVI. Non interessa qui dilungarci sull'interpretazione dei vari motti né sulle ipotesi relative alla profezia, alla sua attendibilità e al suo autore 1 , ma solo accennare alla sua parte conclusiva. Come noto, infatti, il 113° Papa, chiamato “Petrus romanus”, non è identificato da alcun motto ma a lui è dedicata la seguente descrizione in latino: “In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pasces oves in multis tribolationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum.” 2 In altri termini, il prossimo Papa sarebbe l'ultimo, per la profezia di Mala- chia, e dopo di lui addirittura sarebbe distrutta la città di Roma e ci sarebbe il giudizio universale. 1 Secondo l'interprete Natale Lanza, Malachia (per vari motivi) non sarebbe altri che No- stradamus. 2 Durante l'estrema persecuzione della santa romana chiesa, siederà [sul seggio] “Petrus romanus”, che pascerà le sue pecore durante molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta, e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo. Va considerato che l'identificazione dei Papi collegati ai motti non è sempre certa, e talvolta compaiono pure gli antipapi dei periodi scismatici; tuttavia, ad avvalorare l'ipotesi che il papa chiamato “Petrus romanus” sia quello che deve venire, va osservato che tutti i motti del periodo recente, quello post- bellico, presentano una sufficiente aderenza con i Papi che hanno incarnato il motto stesso: dal “Pastor angelicus” del mite Angelo Pacelli, Pio XII, al “Pastor et nauta” di papa Roncalli, Giovanni XXIII, che fu patriarca di Ve- nezia, fino a “De medietate lunae” di Albino Luciani che fu un papa di tran- sito, perché durò poco più di un ciclo lunare (appena 33 giorni) a causa della sua morte prematura e mai chiarita, o ancora “De labore solis” attribuito a Giovanni Paolo II, papa Wojtyla, spiegabile sia con la sua provenienza da un paese dell'Est, sia con la sua attitudine ai viaggi intorno al globo. Sebbene qualche dubbio rimanga proprio per Benedetto XVI, se si dà credito alla pro- fezia bisogna ammettere che è molto difficile pensare di non essere giunti al momento dell'ultimo Papa. Dopo questa introduzione ci allontaniamo dalla profezia di Malachia ed esa- miniamo quelle del famoso veggente Nostradamus. Delle sue opere prenderemo in esame solo le Centurie, la lettera a Enrico II re di Francia e le Sestine (vedi breve Appendice). Il lavoro deve un certo credito all'opera di Luciano Sampietro 3 , che coglie l'importanza di individuare una datazione dell'opera di Nostradamus median- te le indicazioni lasciate nella lettera al figlio Cesare, in quella a Enrico e in alcune quartine. Il ragionamento che svolge per individuare la data di parten- za degli otto millenni di cui parla N. (affermando di trovarsi nel settimo al momento della scrittura della lettera, nel 1555) è in buona misura condivisi- bile, finché l'interprete non si spinge a cercare di decifrare le sequenze di av- venimenti biblici che gli consentirebbero l'esatta determinazione dell'anno di partenza degli otto millenni. Tuttavia, sembra in generale valida (senza voler 3 Nostradamus settimo millennio”, Luciano Sampietro, 2001, edizioni PIEMME 1/17

Datazione Nostradamus 1.3

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Nostradamus

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Nostradamus: la datazione celata. Una possibile soluzione?

Nel momento in cui scrivo, sistematizzando e rivalutando una serie di appun­ti realizzati principalmente intorno al 2004­2005, una notizia improvvisa e per certi versi clamorosa ha scosso il mondo: il pontefice Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha annunciato le sue dimissioni il giorno lunedì 11 febbraio 2013 nel corso di un Concistoro dedicato ad altri scopi. Queste di­missioni, divenute effettive il 28 febbraio scorso, sono un unicum nella storia recente della Chiesa (l'ultimo caso fu il “gran rifiuto” di Celestino V, più di 600 anni fa, che per tale scelta viene condannato da Dante) e aprono, vecchio Papa in vita, la necessità di un Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.

Ma oltre che per il modo in cui è avvenuta, la fine di questo pontificato ripor­ta alla mente gli inquietanti scenari che emergono, ad esempio, da una antica e discussa profezia: quella attribuita a San Malachia, che riporta un elenco di 112 papi, identificati mediante un breve motto latino, a partire da Celestino II (1143­1144) e fino al “De gloria olivae” che dovrebbe corrispondere al papa uscente Benedetto XVI. Non interessa qui dilungarci sull'interpretazione dei vari motti né sulle ipotesi relative alla profezia, alla sua attendibilità e al suo autore1, ma solo accennare alla sua parte conclusiva. Come noto, infatti, il 113° Papa, chiamato “Petrus romanus”, non è identificato da alcun motto ma a lui è dedicata la seguente descrizione in latino:

“In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pasces oves in multis tribolationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum.”2

In altri termini, il prossimo Papa sarebbe l'ultimo, per la profezia di Mala­chia, e dopo di lui addirittura sarebbe distrutta la città di Roma e ci sarebbe il giudizio universale.

1 Secondo l'interprete Natale Lanza, Malachia (per vari motivi) non sarebbe altri che No­stradamus.

2 Durante l'estrema persecuzione della santa romana chiesa, siederà [sul seggio] “Petrus romanus”, che pascerà le sue pecore durante molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta, e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo.

Va considerato che l'identificazione dei Papi collegati ai motti non è sempre certa, e talvolta compaiono pure gli antipapi dei periodi scismatici; tuttavia, ad avvalorare l'ipotesi che il papa chiamato “Petrus romanus” sia quello che deve venire, va osservato che tutti i motti del periodo recente, quello post­bellico, presentano una sufficiente aderenza con i Papi che hanno incarnato il motto stesso: dal “Pastor angelicus” del mite Angelo Pacelli, Pio XII, al “Pastor et nauta” di papa Roncalli, Giovanni XXIII, che fu patriarca di Ve­nezia, fino a “De medietate lunae” di Albino Luciani che fu un papa di tran­sito, perché durò poco più di un ciclo lunare (appena 33 giorni) a causa della sua morte prematura e mai chiarita, o ancora “De labore solis” attribuito a Giovanni Paolo II, papa Wojtyla, spiegabile sia con la sua provenienza da un paese dell'Est, sia con la sua attitudine ai viaggi intorno al globo. Sebbene qualche dubbio rimanga proprio per Benedetto XVI, se si dà credito alla pro­fezia bisogna ammettere che è molto difficile pensare di non essere giunti al momento dell'ultimo Papa.

Dopo questa introduzione ci allontaniamo dalla profezia di Malachia ed esa­miniamo quelle del famoso veggente Nostradamus. Delle sue opere prenderemo in esame solo le Centurie, la lettera a Enrico II re di Francia e le Sestine (vedi breve Appendice).

Il lavoro deve un certo credito all'opera di Luciano Sampietro3, che coglie l'importanza di individuare una datazione dell'opera di Nostradamus median­te le indicazioni lasciate nella lettera al figlio Cesare, in quella a Enrico e in alcune quartine. Il ragionamento che svolge per individuare la data di parten­za degli otto millenni di cui parla N. (affermando di trovarsi nel settimo al momento della scrittura della lettera, nel 1555) è in buona misura condivisi­bile, finché l'interprete non si spinge a cercare di decifrare le sequenze di av­venimenti biblici che gli consentirebbero l'esatta determinazione dell'anno di partenza degli otto millenni. Tuttavia, sembra in generale valida (senza voler

3 “Nostradamus settimo millennio”, Luciano Sampietro, 2001, edizioni PIEMME

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qui entrare in dettagli) la considerazione secondo la quale, a noi che scrivia­mo, tocca vivere nell'ultima parte delle profezie in quanto il settimo millen­nio si compie in anni vicini al 2000 d.C. Sampietro esamina anche le pochissime quartine nelle quali Nostradamus fa riferimento ad anni precisi del calendario. In alcuni di questi casi, attribuendo a tali date un valore letterale, non si giunge a nulla in quanto in quegli anni storici (di poco successivi alla vita di N.) non accade niente che possa atta­gliarsi al passo citato.Vi è poi un passo della lettera a Enrico dove sono menzionati, quali anni di rilievo, il 1585 e il 1606, pur senza indicare quali eventi avrebbero avuto luo­go.

Al proposito, anche l'interpretazione della lettera a Enrico data da Sampietro, frutto di un'idea notevole, appare complessivamente ben argomentata e rico­struita. In sostanza, la tesi dell'interprete è che la lettera, che è suddivisa in passi preceduti da un numero romano progressivo, debba, da un certo punto in poi, essere assemblata ricomponendo i passi in un ordine diverso per co­glierne il significato; tale tesi è giustificata dalla struttura incoerente di que­sta parte della lettera, che collide in modo evidente con la linearità della parte precedente. In pratica, fino al paragrafo XXXVI, il testo può essere letto nel­l'ordine, mentre dopo occorrerebbe riassemblare i vari passi. Con questo pro­cedimento l'interprete mette in fila importanti eventi storici del passato; i pas­si rimanenti individuerebbero eventi collocati nel futuro, che prefigurano ri­levanti sconvolgimenti del mondo attuale. Tuttavia, anche questa – è bene ri­cordarlo – rimane un'interpretazione, anche in virtù del fatto che il “riassem­blaggio” dei passi è fatto senza alcuna “chiave”.

La lettera contiene inoltre, come accennato, due sequenze di passi nei quali vengono enumerati fatti biblici, messi in fila, con l'indicazione degli anni tra­scorsi tra un fatto e l'altro: in entrambi i casi i calcoli non coincidono fra loro né con quanto si legge nella Bibbia. Sembra probabile, per come N. li presen­ta, che in questi passi siano contenute informazioni per individuare la data­zione complessiva delle opere profetiche.Sampietro prova a venire a capo di questo rebus, commettendo però in que­sto caso varie forzature e, in definitiva, restando nel campo dell'aleatorio.Convinti del fatto che esistano varie strade possibili per riuscire a datare al­meno alcune delle profezie, noi trascureremo la datazione derivante dalla

corretta interpretazione degli accadimenti biblici, per cercare invece di capi­re, con un metodo prevalentemente induttivo, quali date reali siano celate da­gli anni citati sopra.

Cominciamo indicando i passi dove compaiono gli anni in questione.

È chiaro che identificare alcune date, introdotte nelle quartine o nei passi del­la lettera, costituirebbe una preziosa indicazione perché farebbe uscire gli eventi profetizzati dall'aleatorietà delle interpretazioni generiche, permetten­do di concentrarsi solo su quanto è avvenuto (o avverrà) nell'anno citato. Per questo motivo, possiamo ritenere, N. fa un uso ridottissimo delle datazioni e per questo diventano passi­chiave quelli in cui ne fa uso.È importante quindi in questa sede verificare ed esaminare le Quartine, i pas­si della lettera a Enrico, e infine anche le Sestine, che contengano riferimenti a date. Preferiamo escludere i molti riferimenti astrologici, che di solito sono di difficile interpretazione e richiedono un efficace uso delle effemeridi.

Uno dei riferimenti è nella Quartina VI, 54 (la cui importanza è colta anche da Sampietro):

Au point du jour au second chant du coq,Ceulx de Tunes, de Fez, et de Bugie:Par les Arabes captif le Roy Maroq,L'an mil six cens et sept de Liturgie.4

In questa quartina è citato l'anno 1607 con il misterioso attributo “de Litur­gie”.Anche tenuto conto che in tale anno storico non è avvenuto nulla che possa assomigliare ai fatti descritti, sembra plausibile che il riferimento “de Litur­gie”, per quanto oscuro, avverta il lettore che tale datazione non è in chiaro, ma celata, e quindi riferita a un anno reale ben diverso.

Un'altra quartina che presenta un chiaro riferimento a una data è la Quartina X, 91:

4 Allo spuntar del giorno, al secondo canto del gallo, / Quelli di Tunisi, Fez, e Bougie: / dagli Arabi catturato il “Re Marocco”, / l'anno mille sei cento e sette “de Liturgie”

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Clergé Romain l'an mil six cens & neufAu chef de l'an fera election:

D'un gris & noir dela Compagnie yssu,Qui onc ne fut si maling.5

In questa quartina è citato l'anno 1609, senza l'attributo “de Liturgie”.Nel 1609, è il caso di dirlo, non avvenne nessuna elezione papale ma “regna­va” tranquillamente Paolo V.

Vediamo ora in quali altre quartine vi sono delle date.

I, 49:

Beaucoup avant telle menees,Ceux d'Orient par la vertu lunaire:

L'an mil sept cens feront grand emmenees,Subiuguant presque le coing Aquilonaire.6

Qui è citato l'anno 1700. Non è peraltro escluso che possa indicarsi invece l'anno 1000 o l'anno 1007, se 700 oppure 100 fosse il numero di coloro che “faranno grandi spostamenti”. Questa seconda ipotesi appare comunque più improbabile. Non è chiaro se la quartina possa riferirsi a eventi del passato. Vi è tuttavia un evento del 1700 storico che potrebbe essere profetizzato dalla quartina: vi fu la grande guerra del Nord in cui Russia, Polonia, Danimarca e Sassonia combatterono contro la Svezia per l'egemonia sul Baltico. Il re Carlo XII di Svezia, prima ridusse la Danimarca all'impossibilità di nuocere a nord di Co­penaghen, poi batté a Narva (città dell'Estonia, all'epoca possedimento svede­se) la Russia di Pietro il Grande (novembre 1700). La guerra proseguì in va­rie parti d'Europa negli anni seguenti con una serie di vittorie di Carlo, infine sconfitto a Pltava nel 1709. Egli si rifugiò in Turchia, venne fatto prigioniero (1713), fuggì a cavallo per tutta Europa fino a Stralsunda sul Baltico, infine fu ucciso in Norvegia nel 1718. Alcuni trattati con Hannover, Prussia e Rus­

5 Il Clero Romano, l'anno mille sei cento e nove / Al capo dell'anno farà elezione: / D'un grigio e nero della Compagnia uscito, / Che non ce ne fu così maligno.

6 Molto prima di tali intrighi, / Quelli d'Oriente per la virtù lunare: / l'anno mille sette cen­to faranno grandi spostamenti, / Soggiogando quasi la cotogna d'Aquilone.

sia concludono la guerra nel 1721.Tuttavia il linguaggio criptico (d'Orient, lunaire, Aquilonaire) non permette una convincente attribuzione dell'evento citato alla quartina.

Nella III, 77 vi è poi un altro chiaro riferimento:

Le tiers climat sous Aries comprins,L'an mil sept cens vingt & sept en OctobreLe Roy de Perse par ceux d'Egypte prins:

Conflit, mort perte: à la croix grand opprobe.7

Nel 1726 il condottiero persiano Ashraf guidò vittoriosamente la rivolta del­la tribù afghana Hotaki contro l'impero Ottomano, sconfiggendo il più nume­roso esercito avversario durante la battaglia di Khoramabad. In seguito, nel­l'ottobre del 1727, stipulò un trattato di pace con i Turchi, col quale si assicu­rò il titolo di Shah (Re) di Persia, rinunciando in buona parte alle pretese ter­ritoriali. Ashraf sarà in seguito ricordato come “Napoleone di Persia”, per le sue campagne contro l'Impero Ottomano e in India e, in quanto promotore di una particolare corrente religiosa di matrice Sciita, si può ritenere che per N. la sua affermazione rappresenti un oltraggio alla religione cristiana.In questo caso, quindi, la data indicata sembra essere “in chiaro”, pur rima­nendo oscuro il riferimento alle genti d'Egitto.

La Quartina VI, 2 rimane molto misteriosa e presenta due date (il 580, con il particolare del “più e meno” in aggiunta e il 700, o 703):

En l'an cinq cens octante plus & moins,On attendra le siecle bien estrange:

En l'an sept cens, & trois cieux en tesmoings,Que plusieurs regnes un à cinq feront change.8

Osserverei soltanto che se ci si riferisce a una datazione “in chiaro”, gli anni

7 Il clima terzo compreso in Ariete, / L'anno mille sette cento venti e sette nel mese di otto­bre / Il re di Persia da quelli d'Egitto preso: / Conflitto, morte perdita: alla croce grande obbrobrio.

8 Nell'anno cinque cento ottanta più e meno, / Si attenderà il secolo ben strano: / Nell'anno sette cento, e tre cieli lo testimoniano, / Che molti regni uno a cinque cambieranno.

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indicati devono essere intesi con l'aggiunta del mille davanti, come facciamo noi abitualmente per i secoli successivi all'anno mille. Tuttavia l'assenza del “mil” (unica quartina dove accade, mentre diventa frequente nelle Sestine) potrebbe non essere priva di significato, anche alla luce della singolare locu­zione “plus & moins” che conclude il primo verso. Si può inoltre affermare che se la prima data indicata è “in chiaro”, appare singolare che N. definisca strano il secolo che segue il 1580, cioè il Seicento, rispetto a quelli successivi su cui profetizza; è in ogni caso bizzarro che si possa riferire proprio a un anno 580 l'attesa del secolo successivo.Ne possiamo trarre una linea di approfondimento: la data indicata nel primo verso (ottenuta forse mediante il corretto uso del “più e meno”) potrebbe rife­rirsi all'anno '99 di un certo secolo, secondo la datazione in chiaro o una cela­ta.

Vi è ancora la VIII, 71:

Croistra le nombre si grande des astronomes,Chassez, bannis & livres censurez,

L'an mil six cens & sept par sacre glomesQue nul aux sacres ne seront asseurez.9

Il contenuto, in particolare dei primi due versi, è calzante per la prima metà del Seicento, quando, con il crescere delle osservazioni astronomiche di Ke­plero, Copernico, Galileo ed altri, vengono formulate nuove spiegazioni per il funzionamento di quello che oggi chiamiamo “sistema solare”, mettendo in dubbio prima e superando poi il dogma tolemaico–aristotelico che aveva do­minato, intrecciandosi con la Sacra Scrittura, nella concezione precedente. In seguito a ciò, la Chiesa reagì cercando di preservare il vecchio ordine e di soffocare le nuove scoperte scientifiche: i libri di Copernico furono messi al­l'indice (1616), Galileo fu costretto ad abiurare (1633) e così via. L'ultimo verso potrebbe tradursi in due modi: il primo “non saranno ammessi alle cose sacre, ai Sacramenti”, il secondo “nessuno di loro (doppia negazione) sfuggi­rà alla persecuzione degli Ecclesiastici”. Glomes, “gomitolo”, è stato tradotto da alcuni interpreti con “assemblea”.

9 Crescerà il numero così grande degli astronomi, / Cacciati, banditi e i libri censurati, / L'anno mille sei cento e sette per sacro [gomitolo?] / Che nessuno alle cose sacre non sa­ranno assicurati.

Tuttavia, nel 1607 non abbiamo trovato un fatto rilevante che giustifichi la scelta di quell'anno (salvo le osservazioni del XXV passaggio della Cometa di Halley, fatte da molti astronomi, tra cui Keplero). Complessivamente, comunque, propendiamo per ritenere la data indicata come “in chiaro”.

Infine si registra la famosa quartina X, 72:

L'an mil neuf cens nonante neuf sept mois,Du ciel viendra un grand Roy d'effrayeur:

Resusciter le grand Roy d'Angolmois,Avant apres Mars regner par bon heur.10

Non ci addentriamo nelle ipotesi formulate per individuare in qualcuno il gran Re del terrore che sarebbe venuto nel luglio­agosto del 1999. La data in­dicata non ha, al momento, una spiegazione semplice.

Vi sono poi le date indicate nella lettera a Enrico.Nella prima parte della lettera Nostradamus sembra voler indicare, misterio­samente, una chiave interpretativa degli eventi profetici narrati mentre al pas­so X e XI afferma:

“[...]Toutefois esperant de laisser par écrit les ans, villes, citez, regions, ou' la pluspart adviendra, meme de l'année 1585, et de l'année 1606, accom­mencant depuis le temps present, qui est le 14 de Mars 1557, et passant outre bien loing iusques à l'advenement, qui sera apres au commencement du 7 millenaire profondement supputé[...]”11

A parte il fatto che la lettera è datata 27 giugno 1558 (e non 14 marzo 1557), si deve rilevare che indicare gli anni 1585 e 1606 come anni rilevanti, tali da doverli sottolineare in questo passo apparentemente generico, sembra privo

10 Nell'anno mille nove cento novanta nove sette mesi, / Dal cielo verrà un gran Re del ter ­rore: / Resusciterà il gran Re d'Angolmois, / Prima dopo Marte regnerà per sorte.

11 [...]Tuttavia, sperando di lasciare per iscritto gli anni, paesi, città, regioni, in cui la mag­gior parte avverrà, anche dell'anno 1585, e dell'anno 1606, cominciando dopo il tempo presente, che è il 14 marzo 1557, e passando oltre ben a lungo fino all'avvenimento, che sarà dopo l'inizio del millennio 7 profondamente valutato[...]

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di senso: non sono certo anni nei quali siano accaduti fatti di particolare im­portanza storica. Diversa conclusione potrebbe forse trarsi se si pensasse che tali anni appartengano alla cronologia celata, secondo lo stesso schema pre­sente anche nelle Quartine.

Da queste note sono emerse quindi le date 1585 e 1606 (Lettera a Enrico), 1607 (Quartina VI, 54) e 1609 (Quartina X, 91), oltre a qualcun altra dubbia, da poter considerare come appartenenti a una datazione celata.

Sampietro ha fatto determinati calcoli per individuare le date reali, soprattut­to a partire dalla complessa cronologia biblica riportata nella lettera a Enrico, ma non sono privi di forzature e arbitrarietà e conducono, comunque, a risul­tati numerici già smentiti dalla storia.

Già nel 2005 avevamo fatto un'ipotesi diversa. La esporremo per sommi capi, indicando poi quali eventi confortano e rafforzano tale conclusione. Conclu­sione che lascia aperti, è bene dirlo in anticipo, innumerevoli sviluppi delle profezie e non pretende di portare nessuna “vera” traduzione del codice o so­luzione definitiva, come hanno fatto molti interpreti un po' presuntuosi che si autonominano esperti di Nostradamus. Cercheremo solo di aggiungere un tassello ai molti studi già condotti e di stimolare ulteriori progressi nella comprensione delle opere del veggente.

Per procedere, occorre fare riferimento anche alle Sestine, che tuttavia, come già precisato, danno degli indizi importanti ma non risultano determinanti per l'individuazione della corrispondenza tra la datazione celata e quella reale. Le Sestine sono 58 e in molte di esse vi sono riferimenti ad anni che iniziano con il “six cens” (particolare che permette di ipotizzare un diverso autore, che forse si collegava alle profezie di Nostradamus avendone compreso la chiave).

Vi sono tre Sestine che riportano un particolare parallelismo.Nella Sestina 13, i primi due versi recitano:

L'auanturier six cens & six ou neuf,

Sera surpris par fiel mis dans un oeuf[...]12

Nella Sestina 28, sempre i primi due versi:

L'an mil six cens & neuf ou quatorziesme,Le vieux Charon fera Pasques en Caresme[...]13

Nella Sestina 38, gli ultimi tre versi:

Six cens & quinze, ou le dixneufiesme,On gravera d'un grand prince cinquiesmeL'immortel nom, sur le pied de la Croix.14

Tutte e tre sembrano suggerire un parallelismo tra una data e un numero ordi­nale, mediante la congiunzione “o”. Solo una delle Sestine, la 28, fornisce però una datazione che inizia con “mil”: al proposito, si può osservare che questa notazione è unica nell'intero panorama delle Sestine. All'epoca avevamo formulato l'ipotesi che la data corrispondesse alla data­zione celata, e il numero ordinale all'anno del secolo che stiamo vivendo. Vi sono infatti vari altri elementi, comprese profezie di altri veggenti, che collo­cano in questo secolo molti fatti che sconvolgeranno la vita del mondo attua­le.

In base a quest'ipotesi, la Sestina 28 fornirebbe il parallelismo tra il 1609 del­la datazione celata e il “quattordicesimo” anno di questo secolo, cioè il 2013.La Sestina 38, nella stessa ipotesi, accosterebbe il 1615 della datazione celata al “diciannovesimo” anno di questo secolo, cioè il 2018.La Sestina 13, infine, accosterebbe il 1606 della datazione celata all'anno “nove” di questo secolo, cioè il 2009.

Il primo passo fu quello di verificare che questi accostamenti, nonostante l'apparenza, fossero compatibili tra loro. Infatti, non deve necessariamente ri­

12 L'avventuriero seicento e sei o nove, / Sarà sorpreso dal fiele messo dentro un uovo[...]

13 L'anno mille sei cento e nove o quattordicesimo, / Il vecchio Caronte farà Pasqua in Qua­resima[...]

14 Sei cento e quindici, o il diciannovesimo, / s'imprimerà d'un gran principe quinto / Il nome immortale, ai piedi della Croce.

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tenersi che l'anno della datazione celata cominci nello stesso giorno di quello della datazione reale, ma essi possono ben cominciare in giorni diversi. Si verifica facilmente che in quest'ipotesi le datazioni sono compatibili.

Questa era solo un'ipotesi, che doveva trovare riscontro nelle opere certe at­tribuite a Nostradamus.

A febbraio 2012 siamo tornati sui lavori fatti, a seguito di un sogno nel quale (cosa del tutto singolare e non sollecitata da studi di quel periodo) era com­parso il verso di una quartina, “en Rome serà le coq” che si rivelò poi non esistente. Cercandola ci imbattemmo di nuovo nella VI, 54, quella da cui sia­mo partiti:

Au point du jour au second chant du coq,Ceulx de Tunes, de Fez, et de Bugie:Par les Arabes captif le Roy Maroq,L'an mil six cens et sept de Liturgie.15

Questa quartina assunse un nuovo significato alla luce delle cosiddette “pri­mavere arabe” del 2010. Anche se il Marocco in sé non è stato toccato dalle insurrezioni, i regimi dittatoriali di Tunisia, Egitto e Libia sono stati rove­sciati da rivoluzioni popolari e i dittatori dei primi due stati sono fuggiti. Nel caso libico, alla rivoluzione iniziata nel 2010 a ruota di quelle tunisina ed egiziana, è seguita una guerra civile con l'intervento aereo delle potenze della NATO, e tutti ricordiamo le atroci immagini di Gheddafi, il rais, appena giu­stiziato dai “ribelli” che lo avevano catturato. Questo avvenne a Sirte dopo le 8:30 (ora locale) del 21 ottobre 2011. Non potrebbe dunque l'immagine tradi­zionale del “Roy du Maroq”, inteso in senso lato, riferirsi al rais Gheddafi, catturato dagli “arabi”? In questo caso avremmo una corrispondenza tra il 1607 “de Liturgie” e il 2011 reale, compatibile con quelle trovate nelle Sesti­ne. A questo punto la nostra analisi torna a focalizzarsi sull'elezione papale.Vi sono nelle centurie molte quartine collegate alla Chiesa e al Papato, ma solo alcune di esse riportano riferimenti precisi.

15 vedi nota n.4

Molte potrebbero narrare eventi futuri, ma a noi interessano in particolare quelle con riferimenti temporali. È quindi immediato tornare alla X, 91:

Clergé Romain l'an mil six cens & neufAu chef de l'an fera election:

D'un gris & noir dela Compagnie yssu,Qui onc ne fut si maling.16

Dunque, nel 1609 della datazione celata, “al capo dell'anno”, avverrà o è av­venuta l'elezione di un nuovo papa, le cui caratteristiche sono poi tratteggiate negli ultimi due versi. Essi impietosamente lo descrivono come il papa più maligno di tutti, grigio e nero, uscito dalla Compagnia. Si possono fare molte ipotesi (plausibile quella di un papa gesuita) ma l'ultimo verso non lascia adi­to a interpretazioni rispetto al giudizio morale dato su questo Papa.Nel passato, come già detto, non sono mai avvenute elezioni a capodanno. Ne avvenne una nel Natale 1559 (Pio IV), una il 7 gennaio 1566 (Pio V) e un'altra il 30 gennaio 1592 (Clemente VIII, il cui conclave iniziò poco dopo capodanno). Ma non, comunque, nel 1609.Pertanto sembra certo che la data si riferisca al futuro. Forse imminente.

Il fatto che il 1609 corrisponda (con un'eventuale sfalsatura di giorni, setti­mane o mesi) al 2013 secondo la Sestina 28, si accorda con l'inizio del con­clave che dovrà eleggere il successore di Papa Benedetto XVI. Ma anche quest'elezione non si terrà a capodanno, se non in senso molto lato: avverrà nella prima parte dell'anno, ma probabilmente a marzo o al massimo aprile, sebbene nessuna norma ponga limiti alla data del Conclave.Tuttavia, anche per come è congegnata la quartina è anche possibile che “au chef de l'an” si riferisca non alla datazione in chiaro, ma a quella celata! In questo caso, il giorno dell'elezione del prossimo Papa sarebbe il giorno d'inizio dell'anno 1609 della datazione celata. Ciò permetterebbe la perfet­ta ricostruzione della cronologia celata, con eventuali sviluppi sia per le Quartine già citate (quelle di cui non è certo il riferimento a una data “in chiaro” del passato), sia per le Sestine, molte altre delle quali contengono il riferimento ad anni compatibili con la datazione celata.

16 vedi nota n.5

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Vi è un'altra quartina che, pur non contenendo date, si riferisce quasi certa­mente a un momento importante della vita della Chiesa. È la VIII, 93:

Sept mois sans plus obtiendra prelaturePar son decez grand scisme fera naistre:

Sept mois tiendra un autre la preture,Pres de Venise paix union renaistre.17

Sebbene la prelatura non sia necessariamente un riferimento al Papa, le con­seguenze della morte indicate nella quartina ­ un grande scisma ­ impongono che N. si riferisca a un personaggio di rilievo, almeno un cardinale.Nessun Papa, sinora, ha tenuto il Seggio per 7 mesi, neanche considerando un'approssimazione di giorni in più o in meno. Inoltre, dopo N. non si è veri­ficato alcuno scisma nella Chiesa. Si tratta quindi di un Papa futuro? Cioè il prossimo, se si accetta la profezia di Malachia...Da notare, comunque, che Prelato è genericamente il dignitario ecclesiastico, ovvero il preposto a un limitato territorio comprendente più parrocchie.La prelatura personale è invece un'istituzione recente retta da Statuto emana­to dalla Santa Sede e volta a specifiche missioni pastorali, formata da laici e religiosi. Fu creata in funzione dell'Opus Dei, unica prelatura attualmente esi­stente. L'Opus Dei o prelatura della Santa Croce fu fondato il 2 ottobre 1928 a Madrid da Escrivà de Baladier, infine eretta a prelatura personale da papa Woytila il 28 novembre 1982. Per molti versi18 si avvicina a una setta masso­nica, non segreta.

Rimane comunque probabile il riferimento al Pontificato. In questo caso si può fare un'altra osservazione: il primo e il terzo verso sono molto simili e differiscono infatti solo per le seguenti parole nell'ordine: “sans plus ob un autre”. “Sans plus un autre” significa “senza più un altro”: la locuzione cela­ta potrebbe quindi confermare che ci si riferisca a un Papa cui non ne segui­

17 Sette mesi senza più otterrà prelatura / Per il suo decesso grande scisma farà nascere; / Sette mesi terrà un altro la pretura / Vicino a Venezia, pace unione rinasceranno.

18 L'Opus Dei è aterritoriale e comprende tre livelli: quello dei Numerari, sacerdoti e laici a tempo pieno nell'Opera, che vivono in una grande famiglia e hanno l'obbligo di celibato, unici elettori; gli Aggregati, laici che vivono al di fuori dell'Opera, ma fanno i voti di po­vertà, castità e obbedienza; i Soprannumerari, persone comuni che partecipano quali vo­lontari. Tra il singolo e l'Opus vi è un vincolo contrattuale di incardinamento.

ranno altri. E “ob”? Non lo sappiamo. Un'ipotesi potrebbe essere che rappre­senti le iniziali dell'ultimo Papa. Almeno questo, lo scopriremo presto.

Un'ulteriore quartina, molto indagata, merita la nostra attenzione. Si tratta della V, 92:

Apres le siege tenu dix sept ans,cinq changeront en tel revolu terme:

Puis sera esleu de mesme temps,Qui des Romains ne sera trop conforme.19

Nell'ipotesi che il termine “siege” si riferisca anche qua al soglio pontificio, quanti papati sono durati 17 anni? Abbiamo solo (dopo Nostradamus, cioè a partire da Paolo IV) Benedetto XIV, che tenne il seggio dal 1740 al 1758 per un totale di 17 anni, 8 mesi e 18 giorni; dopo di lui Pio XI, che fu Papa dal 1922 al 1939 per un totale di 17 anni e... 4 giorni! Per di più, se si tiene conto che il 1924, il 1928, il 1932 e il 1936 sono stati anni bisestili, si potrebbero togliere quattro giorni al computo e raggiungere i 17 anni esatti (sebbene i bi­sestili esistessero già nel calendario giuliano in uso ai tempi di N. e quindi da lui conosciuti). Ma anche senza voler fare i perfezionisti, si può accettare come ipotesi più che ragionevole che il primo verso si riferisca a lui.

Ebbene, dopo di lui, se si contano cinque Papi che si alternano al governo della Chiesa,20 si succedono Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Poi è stato eletto... Benedetto XVI (non sappia­mo che significhi “de mesme temps”). Se l'ultimo verso si riferisce a lui, eb­bene proprio lui, che sembrava il papa più gradito alle alte sfere della Curia e più tradizionale e conservatore, ha compiuto un gesto che lo rende non con­forme a nessuno dei Papi precedenti dopo Nostradamus; inoltre, subito dopo le dimissioni ha preso le distanze dalla corruzione e dall'interesse personale, quali mali diffusi negli ambienti del potere vaticano. Due buoni motivi per

19 Dopo il seggio tenuto diciassette anni, / cinque cambieranno in tale termine compiuto: / Poi sarà eletto nei medesimi tempi, / Colui che ai Romani non sarà troppo conforme.

20 (la spiegazione di “en tel revolu terme”, suggerita da alcuni interpreti, potrebbe essere “facendo passare 39 anni a partire dal 1939”, anno in cui muore appunto Pio XI: in que­sto modo si compirebbe di nuovo il numero 39 già presente nell'anno 1939; infatti il quinto papa successivo è Wojtyla che sale al soglio nel 1978)

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considerare azzeccato il verso.

Non possiamo, infine, non citare un'altra quartina riferita alla Chiesa, la VI, 26:

Quatre ans le siege quelque peu bien tiendra,Un surviendra libidineux de vie,

Ravenne & Pyse, Veronne soustiendront,Pour eslever la croix de Pape envie.21

Vi è chi riteneva che tale quartina potesse riferirsi a Benedetto XVI, prima che l'ipotesi venisse smentita dalla maggior durata del suo pontificato.Gli unici papi del passato che si avvicinano al requisito di aver governato 4 anni sono stati Paolo IV, dal 1555 al 1559, per un totale di 4 anni, 2 mesi e 26 giorni e il moderno Giovanni XXIII, dal 1958 al 1963, esattamente 4 anni, 7 mesi e 7 giorni. Il sostegno di Ravenna, Pisa e Verona all'elezione ha un sa­pore non certo moderno, tuttavia cardinali provenienti da quelle città possono esservi anche ai giorni nostri tra gli Elettori che partecipano al Conclave; re­sta il fatto che la segretezza delle operazioni non permette di sapere da chi ar­rivi il sostegno ai vari candidati che si profilano durante il Conclave. Il se­condo verso attribuisce, al successore del papa che tiene il seggio quattro anni, le caratteristiche di “vita libidinosa”.A Giovanni XXIII successe Giovan Battista Montini col nome di Paolo VI.Nel 1976 Montini fu accusato di avere avuto una relazione con l'attore Paolo Carlini, risalente ai tempi dell'episcopato ambrosiano e proseguita anche in seguito all'elezione al soglio di Pietro, relazione che sarebbe stata al centro di un presunto ricatto ai danni del pontefice. Esternò l'insinuazione Roger Pey­refitte, in risposta a una condanna dell'omosessualità da parte del papa. Bia­gio Arixi, amico di Carlini, ne parlò nel suo libro “Peccati scarlatti”. Durante la Quaresima dello stesso anno, Paolo VI vi fece così riferimento: «Noi sap­piamo che il nostro Cardinale Vicario e poi la Conferenza Episcopale Italiana vi hanno invitati a pregare per la nostra umile persona, fatta oggetto di scher­no e di orribili e calunniose insinuazioni di certa stampa, irriguardosa dell’o­nestà e della verità.».Riteniamo quindi che il primo verso della Quartina concerna Giovanni XXIII

21 Quattro anni il seggio alquanto bene terrà, / Gli succederà uno libidinoso di vita, / Raven­na e Pisa, Verona lo sosterranno, / Per innalzar la croce del Papa invidiato.

e i successivi si riferiscano a Paolo VI.

Molte altre quartine, prive però di datazione o di riferimenti di durata, si rife­riscono alla vita della Chiesa (molto importante nella concezione cattolico­centrica di Nostradamus).Alcune di esse individuano in modo calzante papi del passato.Accenniamo qui che vi è un certo numero di quartine22 accomunate dall'indi­care una grave crisi della Chiesa, caratterizzata da un Papa inetto e malvagio, dal disamore dei fedeli, dalla scomparsa degli ecclesiastici, dalla abolizione o sostituzione delle norme religiose, dalla profanazione delle chiese da parte degli infedeli, dalla diminuzione delle preghiere, da persecuzioni, dalla crisi del culto dei santi, dal ritorno del paganesimo. Per quanto alcune di queste possano anche riferirsi a quanto avvenuto negli ex­regimi comunisti, ritenia­mo probabile che la maggior parte di queste sia collocata nel futuro.Altre quartine citano il trasferimento del luogo della Santa Sede e la cattura del Papa (II, 41; II, 93; V, 15; V, 25;VIII, 99; IX, 99; X, 58) . Anche in que­sto caso, i probabili riferimenti al futuro vanno “depurati” dalle azioni di Na­poleone contro il Papa dell'epoca.La VI, 22 e la V, 46 contengono poi il riferimento a uno scisma, e la V, 72 quello a un “editto voluttuoso” che “mescolerà il veleno e la fede”.Infine vi sono alcune quartine mistico­escatologiche che siamo portati a col­locare in un lontano futuro (II, 13; III, 2).Questi spunti meriterebbero adeguati approfondimenti. Il presente lavoro, fo­calizzato sulla datazione celata, si limita a farne cenno.

Converrà adesso ritornare proprio alle date “celate” (e forse chiarificate) per esaminare le altre due, citate nella lettera a Enrico. Il 1585 e il 1606 sono da N. indicati quali anni significativi da citare in quanto forieri degli avveni­menti che poi seguiranno.

Se l'attribuzione di tali anni al calendario “in chiaro” non poteva confortare l'interpretazione, ben diverso è quanto si può osservare attribuendo tali date al calendario celato, quello “de Liturgie”.

Infatti, se il 1609 corrisponde al 2013 (con una sfalsatura non ancora nota,

22 I, 4; I, 15; I, 44; I, 53; II, 8; IV, 24; IV, 25; V, 73; VI, 9; VIII, 62; VIII, 98

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ma che dovrebbe essere di pochi mesi), il 1585 deve corrispondere al...1989. Nel 1989 avviene un evento di portata storica enorme, perché cade il muro di Berlino e con esso comincia il dissolvimento dei regimi del blocco sovietico. Crollerà rapidamente un mondo che si era contrapposto al capitalismo delle potenze occidentali, un mondo che proponeva una visione ideologica e un modo di vivere completamente diversi da quelli “occidentali”. Si riunifiche­ranno le due Germanie, separate appunto dal muro più famoso della Storia. Insomma, è senza dubbio un anno in cui accadono eventi di portata storica.

Il 1606 deve invece corrispondere al 2010. Si tratta di una data così ravvici­nata all'oggi che non siamo in grado di attribuire una portata di grande valore storico a uno o più eventi ivi accaduti. Un'ipotesi potrebbe condurre alle cita­te “primavere arabe”. Ma è presto per dirlo.

Riepilogando, siamo giunti a considerare probabili i seguenti elementi conte­nuti nelle Quartine e nella Lettera a Enrico:– il 1° gennaio 1609 “de Liturgie” corrisponderà al giorno della fumata

bianca del prossimo Conclave, nell'anno 2013;– nel 1607 “de Liturgie” è avvenuta la cattura (e assassinio) del raìs libico

Gheddafi, che incarna “le Roy Maroq”, fatto accaduto il giorno 21 otto­bre 2011;

– nel 1585 “de Liturgie” cadde il muro di Berlino (9 novembre1989).La cronologia così ricostruita risulta intrinsecamente coerente.

Ora possiamo provare a unire i dati provenienti dalle Sestine.L'unica Sestina che riporti una data dello stesso tipo è la Sestina 28. Questa introduce il parallelismo tra il 1609 “de Liturgie” e il “quattordicesimo” anno del nuovo millennio, cioè il 2013.Ebbene, anche questo parallelismo conferma in pieno la datazione preceden­te.

Abbiamo invece qualche problema per le due Sestine che riportano gli altri due parallelismi, ma che contengono date che non iniziano con il “mil”. Seb­bene di poco, in questo caso il parallelismo non è compatibile con il sistema finora delineato.

Consideriamo che tutte le Sestine, tranne la 28, riportano date collocate nel­

l'anno Seicento o Settecento, senza il mille davanti. Si tratta della stessa o di un'altra datazione?Se si ritiene, come io tendo a ritenere, che si tratti dello stesso sistema di da­tazione, si può provare a verificare un artificio che N. potrebbe avere usato.23

Consideriamo che ggiungere il “mil” davanti, operazione necessaria per ren­dere confrontabili i due sistemi di datazione, equivale ad aggiungere, in cifre, un numero 1 davanti (606 per indicare 1606); per bilanciare l'aggiunta del numero 1 a sinistra del numero si potrebbe sottrarre il numero 1 dalla cifra fi­nale della data. Nella Sestina 13, si otterrebbe la data 1606 – 1 = 1605, corri­spondente al 2009.Nella Sestina 38, si otterrebbe la data 1615 ­ 1 = 1614 corrispondente al “di­ciannovesimo” anno del nuovo millennio, cioè il 2018.Queste date risultano perfettamente conformi alla datazione individuata so­pra.Come giustificare l'uso di un tale artificio (del “linguaggio verde”, direbbe Sampietro)?Non è facile dare una risposta a quella che, per il momento, rimane un'intui­zione, sicuramente non priva di arbitrarietà. Un indizio potrebbe trovarsi nel­la già citata Quartina VI, 2, primo verso: nell'unica quartina in cui si trova una data senza il mille davanti, è indicata un'operazione da compiere: più e meno (plus & moins). Lo stessa operazione potrebbe valere anche per le mol­te sestine dove sono presenti date senza il mille davanti. Per essere certi di cosa aggiungere e togliere, tuttavia, mancano al momento alcuni elementi. Nella tabella che segue, raggruppiamo le varie Quartine, Sestine e passi della lettera a Enrico nei quali è presente una data del calendario: quando essa è probabilmente attribuibile alla datazione celata, indicando la corrispondente data “in chiaro”. Va ricordato che gli anni della datazione celata e di quella “in chiaro” sono sfalsati, probabilmente di alcuni mesi, in quanto il 1° genna­io 1609, nella nostra ricostruzione, sarà il giorno dell'elezione del Papa pros­simo venturo (anno 2013). La tabella è concepita allo scopo di aiutare i lettori a individuare eventi che possano adattarsi a quanto accaduto, o accadrà, nelle date citate.

23 È bene tener presente l'avvertenza che l'uso e la decifrazione degli artifici, molto usato dagli interpreti, si presta assai a forzature e letture atte a confermare ipotesi precostituite. Con questa premessa ben in mente, il lettore può procedere con la lettura, tenendosi pronto a dubitare delle eventuali forzature introdotte dall'interprete.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

Non indicata 1607 Quartina VIII, 71

Croistra le nombre si grande des astronomes,Chassez, bannis & livres censurez,L'an mil six cens & sept par sacre glomesQue nul aux sacres ne seront asseurez.

Quasi certo che non si rife­risca alla datazione celata, nonostante l'anno.

Non indicata 1700 Quartina I, 49

Beaucoup avant telle menees,Ceux d'Orient par la vertu lunaire:L'an mil sept cens feront grand emmenees,Subiuguant presque le coing Aquilonaire.

Secondo una delle due pos­sibili interpretazioni (1700 anno “in chiaro”).

Non indicata 1727 Quartina III, 77

Le tiers climat sous Aries comprins,L'an mil sept cens vingt & sept en OctobreLe Roy de Perse par ceux d'Egypte prins:Conflit, mort perte: à la croix grand opprobe.

Probabile, ma non certo, il riferimento al passato (da approfondire).

1580 (1579?) Quartina VI, 2

En l'an cinq cens octante plus & moins,On attendra le siecle bien estrange:En l'an sept cens, & trois cieux en tesmoings,Que plusieurs regnes un à cinq feront change.

Quartina di difficile inter­pretazione: il più e meno sembra suggerire un'opera­zione da fare.

1585 1989(9 novembre)

Lettera a Enrico (X)

Toutefois esperant de laisser par écrit les ans, villes, citez, regions, ou' la pluspart adviendra, meme de l'année 1585, et de l'année 1606, accommencant depuis le temps present, qui est le 14 de Mars 1557

Ritengo alluda alla caduta del muro di Berlino (9 no­vembre 1989) che ha cam­biato la storia del mondo.

Non indicata 1999 Quartina X, 72

L'an mil neuf cens nonante neuf sept mois,Du ciel viendra un grand Roy d'effrayeur:Resusciter le grand Roy d'Angolmois,Avant apres Mars regner par bon heur.

1605 (1604) Sestina 14

Au grand siege encor grand forfaits,Recommanced; ans plus que jamaisSix cens &cinq sur la verdure, La prise &reprise sera,Soldat en champs iusqu'en froidurePuis apres recommencera.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1605 (1604) Sestina 16En Octobre six cens &cinq,Pouruoyer du montre marin,Prendra du soverain le cresme,[..]

1605 (1604) Sestina 18

Considerant la triste PhilomelleQu'en pleurs & cris sa peine renouelle,Racoursissant par tel moyen ses jours,Six cens & cinq, elle en verra l'issue,De son tourment, ia la toille tissue,Par son moyen senestre avra secours.

1605 (1604) Sestina 19

Six cens & cinq, six cens &six & sept,Nous monstrera iusques à l'an dix sept,Du boutefeu l'ire, hayne & enuie,Soubz l'olivier d'assez long temps cachéLe Crocodril sur la terre acaché,Ce qui estoit mort, sera pour lors en vie.

1606 (1605) Lettera a Enrico (X)

Toutefois esperant de laisser par écrit les ans, villes, citez, regions, ou' la pluspart adviendra, meme de l'année 1585, et de l'année 1606, accommencant depuis le temps present, qui est le 14 de Mars 1557

1606 (1605) 2009 (?) Sestina 13

L'auanturier six cens & six ou neuf,Sera surpris par fiel mis dans un oeufEt peu apres sera hors de puissancePar le puissant Empereur generalQu'au monde n'est un pareil ny esgal,Dont un chascun luy rend obiessance.

1606 (1605) Sestina 16[...] ou en six cens & six, en Juin,Grand'joye aux grands & au commun,Grands faits apres ce grand baptesme.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1606 (1605) Sestina 25

Six cens & six, six cens & neuf,Un Chancelier gros comme un boeuf,Vieux comme le Phoenix du monde,En ce terroir plus ne luyra,De la nef d'oubly passera,Aux champs Elisiens faire ronde.

1606 (1605) Sestina 26

Deux freres sont de l'ordre Ecclesiastique,Dont l'un prendra pour la France la picque,Encor un coup si l'an six cens & sixN'est affligé d'une grande maladie,Les armes en main jusques six cens & dix,Gueres plus loing ne s'estendant sa vie.

1606 (1605) Sestina 28

[...]Six cens & six, par escript le mettraLe Medecin, de tout cecy s'estonne,A mesme temps assigné en personneMais pour certain l'un d'eux comparoistra.

1607 2011(21 ottobre)

Quartina VI, 54

Au point du jour au second chant du coq,Ceulx de Tunes, de Fez, et de Bugie:Par les Arabes captif le Roy Maroq,L'an mil six cens et sept de Liturgie.

Morte di Gheddafi, il rais libico, che viene catturato e poi giustiziato il 21 ottobre 2011.

1607 (1606) Sestina 21

L'autheur des maux commencera regnerEn l'an six cens & sept sans espargnerTous les subiets qui sont à la sangsue,Et puis apres s'en viendra peu à peu,Au franc pays r'allumer son feu,S'en retournant d'où elle est issue.

1607 (1606) Sestina 23

Quand la grand nef, la proue & govuernal,Du franc pays & son esprit vital,D'escueils & flots par la mer secouée,Six cens & sept, & dix coeur assiegéEt des reflus de son corps affligé,Sa vie estant sur ce mal renouée.

Una possibile interpretazio­ne: l'altra è che si riferisca al 1617.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1608 (1607) Sestina 24

Le Mercurial non de trop longue vie,Six cens & huict & vingt, grand maladie,Et encor pis danger de feu & d'eau,Son grand amy lors luy sera contraire,De tels hazards se pourroit bien distraire,Mais bref, le fer luy fera son tombeau.

1608 (1607) Sestina 29

Le Griffon se peut apresterPour à l'ennemy resister,Et renforcer bien son armée,Autrement l'Elephant viendraQui d'un abord le surprendra,Six cens & huict, mer enflammée.

1609 2013 Quartina X, 91

Clergé Romain l'an mil six cens & neufAu chef de l'an fera election:D'un gris & noir dela Compagnie yssu,Qui onc ne fut si maling.

Elezione del prossimo papa: il giorno dell'elezione do­vrebbe corrispondere al Ca­podanno del 1609 della da­tazione celata.

1609 (1608) Sestina 25

Six cens & six, six cens & neuf,Un Chancelier gros comme un boeuf,Vieux comme le Phoenix du monde,En ce terroir plus ne luyra,De la nef d'oubly passera,Aux champs Elisiens faire ronde.

vedi anno 1606.

1609 2013 Sestina 28L'an mil six cens & neuf ou quatorziesme,Le vieux Charon fera Pasques en Caresme[...]

vedi anche anno 1606.

1610 (1609) Sestina 23

Quand la grand nef, la proue & govuernal,Du franc pays & son esprit vital,D'escueils & flots par la mer secouée,Six cens & sept, & dix coeur assiegéEt des reflus de son corps affligé,Sa vie estant sur ce mal renouée.

vedi anno 1607.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1610 (1609) Sestina 26

Deux freres sont de l'ordre Ecclesiastique,Dont l'un prendra pour la France la picque,Encor un coup si l'an six cens & sixN'est affligé d'une grande maladie,Les armes en main jusques six cens & dix,Gueres plus loing ne s'estendant sa vie.

vedi anno 1606.

1610 (1609) (e seguenti?) Sestina 42

La grand'Cité où est le premier homme,Bien amplement la ville ie vous nomme,Tout en alarme, & le soldat ès champsPar fer & eaue, grandement affligée,Et à la fin des Franc, ois soulagée,Mais ce sera dÈs six cens & dix ans.

1610 (1609) Sestina 44

La belle rose en la France admiree,D'un tres grand Prince à la fin desirée,Six cens & dix, lors naistront ses amoursCinq ans apres, sera d'un grand blessée,Du trait d'Amour, elle sera enlasée,Si a' quinze ans du Ciel rec, oit secours.

1613 (1612) (2017) Sestina 19

Six cens & cinq, six cens & six & sept,Nous monstrera iusques à l'an dix sept,Du boutefeu l'ire, hayne & enuie,Soubz l'olivier d'assez long temps caché

È probabile che l'anno “six cens & six & sept” sia il 1613, se l'ultima “et” equi­vale a un +.

1615 (1614) 2018 Sestina 38

Par eaue, & par fer, & par grande maladie,Le povuoyeur à l'hazer de sa vieSucced; avra combien vaut le quintal du bois,Six cens & quinze, ou le dixneufiesme,On gravera d'un grand prince cinquiesmeL'immortel nom, sur le pied de la Croix.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1615 (1614) Sestina 44

La belle rose en la France admiree,D'un tres grand Prince à la fin desirée,Six cens & dix, lors naistront ses amoursCinq ans apres, sera d'un grand blessée,Du trait d'Amour, elle sera enlasée,Si a' quinze ans du Ciel rec, oit secours.

La data deriva dal 1610 sommati cinque anni.

1615 (1614) Sestina 54

Six cens & quinze, vingt, grand Dame mourra,Et peu apres un fort long temps plouvra,Plusieurs pays, Flandres & l'Angleterre,Seront par feu & par fer affligez,De leurs voisins longuement assiegez,Contraints seront de leurs faire la guerre.

1617 (1616) Sestina 23

Quand la grand nef, la proue & govuernal,Du franc pays & son esprit vital,D'escueils & flots par la mer secouée,Six cens & sept, & dix coeur assiegéEt des reflus de son corps affligé,Sa vie estant sur ce mal renouée.

È un'altra possibile interpre­tazione, considerando l'an­no come il 1617.

1620 (1619) Sestina 24

Le Mercurial non de trop longue vie,Six cens & huict & vingt, grand maladie,Et encor pis danger de feu & d'eau,Son grand amy lors luy sera contraire,De tels hazards se pourroit bien distraire,Mais bref, le fer luy fera son tombeau.

1628 (1627) Sestina 24

Le Mercurial non de trop longue vie,Six cens & huict & vingt, grand maladie,Et encor pis danger de feu & d'eau,Son grand amy lors luy sera contraire,De tels hazards se pourroit bien distraire,Mais bref, le fer luy fera son tombeau.

Sommando “huict” e “vingt” si arriva al 1628 in­vece che alle due date 1608 e 1620.

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Data celata Data “in chiaro” Riferimento Profezia Note

1670 circa Sestina 53

Plusieurs mourront avant que Phoenix meure,Jusques six cens septante est sa demeure,Passé quinze ans, vingt & un trente neuf.Le premier est subiet à maladie,Et le second au fer, danger de vie,Au feu à l'eau, est subiect à trente­neuf.

1700 Quartina I, 49

Beaucoup avant telle menees,Ceux d'Orient par la vertu lunaire:L'an mil sept cens feront grand emmenees,Subiuguant presque le coing Aquilonaire.

Secondo l'altra possibile in­terpretazione: 1700 anno della datazione celata.

1700 (1699) Quartina VI, 2

En l'an cinq cens octante plus & moins,On attendra le siecle bien estrange:En l'an sept cens, & trois cieux en tesmoings,Que plusieurs regnes un à cinq feront change.

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Per concludere questo primo scritto, traggo in questo momento indicazioni di questo tipo.Se la datazione ipotizzata della Quartina X, 91 è corretta, siamo a poche set­timane dal 1° gennaio 1609 della datazione che Nostradamus chiama “de Li­turgie”, giorno che sarà quello della fumata bianca del prossimo conclave.Il prossimo Papa (l'ultimo secondo la profezia di Malachia), le cui caratteri­stiche principali sono tratteggiate nella medesima Quartina, potrebbe poi, se a lui è riferita la Quartina VIII, 93, tenere il Seggio per soli sette mesi, sosti­tuito poi, in condizioni di emergenza, da un altro (forse un reggente), poi la Chiesa si troverà in grandi difficoltà fino alla sua fine.

Si prefigurano poi avvenimenti gravi e di portata internazionale di grande ri­levanza. Purtroppo i vari scritti di Nostradamus, come anche altre profezie, sembrano concordi nel prevedere eventi bellici e sconvolgimenti mondiali di grande portata.Numerose Sestine e qualche quartina tra quelle datate (nonché una parte del­la lettera a Enrico) sono situate, nella nostra ricostruzione, sicuramente nel futuro (anni 1609­1628, 1670, 1700 della datazione celata).Sarà interessante, anche in scritti successivi, verificare le possibili interpreta­zioni, nei prossimi anni, dei passi situati in tali date.

terminato l'8 marzo 2013,

Francesco Nannetti

AppendiceTra le principali opere di Nostradamus a contenuto profetico, citiamo:la lettera dedicata al figlio Cesare (1 marzo 1555), che precede la prima edizione delle Centurie:le dieci Centurie, composte ciascuna da cento Quartine poetiche in versi, tradizionalmente numerate con un numero romano indicante la centuria seguito da un numero cardinale arabo indicante la quartina. La prima edizione, che comprende solo le prime tre e metà della quarta, esce il 3 maggio 1555, mentre l'opera si completa nel 1558la lettera dedicata a Enrico II re di Francia (27 giugno 1558): questa lettera è importante per i riferimenti al significato e al contesto in cui vanno lette le quar­tine delle Centurie, oltre a contenere essa stessa elementi profetici;le 58 Sestine, apparse solo nel 1605 in un'edizione delle Centurie e giudicate apocrife dai più.

Ringraziamenti

Per la paziente opera critica di revisione, messa in discussione, approfondimento, oltre che per l'aiuto tecnico, i miei ringraziamenti vanno a mio fratello Ga­briele.

Quest'opera è tutelata dalla licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Per leggere una copia di questa licenza, visita http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/.

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