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Saggi Storia, filosofia e scienze sociali {

De Martino - 1958 - Morte e Pianto Rituale Nel Mondo Antico, Del Lamen

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De Martino - 1958 - Morte e Pianto Ritual

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  • Saggi

    Storia, filosofia e scienze sociali

    {

  • Ernesto de Martino

    Morte e pianto ritualeDal lamento funebre antico al pianto di Maria

    Inmoduzione di Clara Gallini

    rLq4 It ?ft VLY76)

    Bollati Boringhieri

    vDgv%'b9o\

  • Prima edizione nella r958' col titolo'M;;;;;;);';;;,;;;i, ,,it *on anco: dt tamento pasdno at pianto di MariaEdizione nell' r975;; ."dtit.-.;-dei titolo per espresso desiderio dell'autoreNuova edizione nella collana > zooo

    RistamPa ottobre zooz

    @ ,915 r'1', Torino, corso Vittorio Emanuele II' 86I diritti i riproduzione e di adattmento totale oparzlale rofiim e le copie fotostatiche) sono riservatiStampat orsuN 88-339-r 258-z

    Indice

    Schema grafico della copertina di Pietro Palladino e Giulio Palmiei

    Stampato su carta Palatina delle Cattiere Miliani Fabriano

    VT Introduzi.one, di Clata Gallini

    Morte e pianto rituale

    )7

    r5

    Prefazione

    Inroduzione

    I Crisi della presenza e crisi del cordoglior, Il concetto di perdita della presenza, r5 z.La presenza malata, z5S.Lavitareligiosa come tecnica ptotettiva me'liattice di valori, 36 4'Larisi del cordoglio, 4z 5. Di atune teorie psicologiche del cordoglio, 48

    55 z. Il lamento funebre lucanor. Giustificazione metodologica della pfesente indagine etog?irica,- 55z. osservazioni sul metodo di raccolta, 68 3. stato attuale del lamento {une-

    e del Pianto, 78tetto mediatoree ritorno irrela-

    'jJ 2

    f,;rji i{?!'i i it!: f;Af\l"ft\JAL"l:i ! jiillr/:: {lii"llrrlil:- i rnv. tcrn

    L1lli1,i!liL /i )ttt{|\lY

  • -roo

    3. Il lamento funebre folklorico euromediterraneo rNDrcE

    r. Lapresenzaritualedelpianto, ro4 z. Ebetudinestupofosa, planctasiffe-lativo e ordine della lamntazione, ro8 3, La conquista del discorso pro-tetto: la periodi zzazione el planctas in ritornelli emotivi stereotipi, r 15 4. L^.orqrrir del discorso proterto: l'incidenza corale dei ritornelli emotivi, rzz5. L conquista del discrso proterto: i moduli letterari, mimici e melodici, rz5Z. Lu singolurjzzazione del olore, r3o 7. Una lamentazione aI Caito, t358. DeliriJdi negazione e lamento, r38 9, Ritualizzazlone dei conflitti susci-tati dall'evento luttuoso, r44

    r jo 4.I tneruli Lazzaro Boiar. Nota inffoduttiva, r5o z. Dal lamento delle donne alle fiabe dei fanciul-lt, ,54 3.Luu.giu otturna e i giuochi lascivi, 164 4' I1 trasporto dell'a-b"t iu

    -.t. alaline.tru e la ri;urrezione iLazzato, 166 5, Annotazioniconclusive, r75

    r78 5. Il lamento funebre anticot. Riwahzzaziofl* delpbnctus, discorso pfotetto e sngolaizzazone del dolore, r78z. Lamento, mito de morto e rituale funerario, r9z 3' Furote, lascivia, famee ituale {unerario, zoo 4, Una interpretazioe di K' Meuli, zo7 5' Loscudo di Achille, zo9

    in utto una vitalissima ripresa di studi che stanno concoffendoullu ri.omposizione storico-critica della complessa fpy*{i Ernestod. il;iti", di certo uno dei maggiori intellettuali del Novecentoitaliano. La presente Introduzine intende contribuire a questolavoro.

    Introduzionet'Clara Gallini

    2r4 6. La messe del dolorer, Morte, lavoro e crtltta, zt43. Osservazioni metodologiche, zzr5. Raccolto e passione ellino,2377. Analisi ierogenetica, 246

    zo 7. Grandezza e decadenza del Pianto Anticor. Il Pianto Divino come modello, z6o z. Lamento funebre e vita culturalein Grecia e aRoma, 275 3. Israele e la disi del pianto rituale antico, z8z4. La polemica istiana, 288 5. Il declino del pianto antico elaMatetDolo-rosa, 298

    r. [Jn uotto uestito di gri,gio

    Ernesto de Martino, professore, oltre idocente di storia delle religioni' Priv

    iustamente riconosciuto dai giu-dici del Viareggio che cominciano a are all'aldil'

    to il vincitote dellaiamo dalle cronacheana)>, con la tv e la

    orchesffa del maestro Martolini,con Fiorella Boni e i Rio Rita... Nell'atrio del Royal, belle donne;;;;;e sfoggiano smaglianti sorrisi, Leonida Repaci un cami-.i.i- i""co boiato al coio, stile etnico, un pb'

    * Ringtazio Vittotia de Palmadi accedere agli archivi de Martinotivamente laocumentazione dell'i;;;;;f*ito nel 1958 a Morte e pianto titalc nel rnottd'o ntico'

    z. Protoagricoltura e cerealicoltva, z164. Raccolto e passione dei ceteali, zz56. Raccolto e passione dellavite, z4z

    308

    32r

    Epilogo

    Aggiunter. I ritotnelli asseverativi nel Napoletano, 3zr z. Una vatiet dirintale, 3zz 3. Intorno alle del lamento, 324 4.sizioni del lamento funebre, 325 5. Un lamento Yamana, 1zB

    Atlnnte figurato del Pianto

    Bibliosrdfia

    planctusTraspo-

    33r

    377

  • IXINTRODUZIONECLARA GALLINI

    i" O" mugico, segnale di impegno.politico e di uasgressivit dicostumi con*astivi;ll";;i"-?.ff*r.t i in terital e gabatdi-ne>... Che la scena, lue:tt,:cen?'.sulla morte seppure altrut, dl qYeY

    doveva convergere a rappresentdanni della guerra e I'imminente e generalizzata felicit

    procurata

    i -ottdo ei nuovi consumi'

    osservto che il trasgressore sia

    go per comPerarsi un vestitoo--ou.nie. La cultura, dastretto, e magati rimediato>>afLattovita, inAldo S

    care, ed una Persino inquietacit'in cui sembrano far tutt'

    Appena evocat-o, lo spettro dello iettatore si ffasforma in presenza

    sciamanica: * un iiUi'o che davvero patla aivivi' e per i vivi)> con-cluder 1'articolista

    z. La Prim receuone

    citazione.In quegli anni,la vi

    delle cronache che nezio in inteti Paginonivarie tendenze Politiche - eschieramenti ideologici - conate di Morte e Piunto rituale, Prste all'autote, che nonbanalizz

    del premioDel libto si coglie f interrog

    posto dal brano eiFtmrnentittirio di Motte e Pia'nto rituale:La domanda fa a sfondo adil lettore attraverso tuttelica indirizz t^ a;qqvnto

  • XI

    sieme ad essi i vivi, costruendoli entrambi comg 9ss:ri distintiin modi Positivi' E una que-e come tale comincia ad essererestituir i modi con cui deter-ne

    - Procedono concretamenteminuziasi disPiega nella Prima1,

    o

    ziPaiono Purdi interio-

    rianto for iano domi-

    'olte perficati. Sul piano psicologico,

    -sembranotenza eUblitr incommensurabili rivissute in Pi moderni contesti' Srare come che rinvia a orizzontidi significatt simbolica del lamento funebre cbossentemente efosa dal cristianesimo, con la sua nuova concezlone

    illlu;Jitu ot... Ma non i cale' in ogni tempo emPromissori ne Pun-ebte messo laParola

    o era stato uno dei possibili titoliimo della marginalizzazione'

    L'autore sembrerebbe insomma sostenere I'immagine positiva

    di una modernit priva di ombre e fantasmi, nella sua ruggiunta;;p"*t di op.rar-t,rl ,ol.r, Le esorcismo contfo la morte, che,arebb. ruPP.t.ntuto dalla IEppure ProPrio I'interrogativobiamo fare dei morti? - resta,Iazione. E questo fu il Puntobro

    - Parve a tutti come crucAlf intertogativo si Pote

    persin oPPosto' Non Pochecettezze nelle sorti umane etiniano, ma semPlificate e Pers

    rNrRoDuzIoNE iustets wrcil ilanciatadal socio-varie testate, que-

    , in questo scor-boom industriale

    iale contro lamentimente titolare un articolo di Domenicocui si affermava che:

    Lepremesse,di*r:iff'm:*:*'liidl,li1'.::'.",1ij":'1;'?ti':tfi iH

    "

    J;: i' , -i ; i"r ziatii a e il I av o rosserivano altre Pos-i"modi di misurarlostesso evocati comeera loro consentito

    di occuPare' , i in ltalia>DoPo aver valorl artenzione

    il ricorso a Freud t lotto, sugli

    ,x'H11,l:'::i3 ;e>>, al termin-e della suarecensione, E-iliot'vadio suggerisce una compatazoe

    tra le

    tematiche .'nt""l ;'i;";i?i"'uti ti tot'tudini lucani e

  • XIII

    nell'opposto: ' '. un rifiuto di d.ealizzarLa., i superatla' di trascen-derla>. E cita,a questo proposlto, 1versl scritti da Dylan Thomasin occasione della morte del padre' r ,.^--

    on_r.rso della -;. Liquidazione del morto dentro di noi,.on rrt lavoro sbrigativo, ma dagli esiti fotse sempre segretamentep.r . iirt,rrUur,i.'Lu'r...ntine di Pietto Citati un testo dieccezionale prrgnun u,degno di ricon io per laf;;;;. iunuche iimo"stra nellegg Martinocome un precipitato di materiali tumult una per-;;; iluod.u di una crisi della cultura al cui interno sii;;;;;;h. rr.iq.rri"". sui significato dei riti della morte e sul;;;;"1;i, to dull'uppurente croo della loro centralt nella societborghese' 1:- ,^ . .--Gt

    ilrnondo magi.co _ scrive citati- ' E, quasMattino avrebbe esplorato di 1 a non

    luisce uentesimo secolo, che >' Ma questo - Pro-

    i entro cui si bilanciala ten-ino, comunque fedele alla sua

    fotmazione culturale ctociana e storicistica' Cos'territori della follia, del puro dolore'tti sempre presente' con I'altro occhio'qu l, \' i,iu'ionale diven ta tazionale'

    Citati ra i Pochissimi,sulla questione Per de Marlibro: la teoria del mito eln ptzltica concfeta e indde[ricerca teorica dematscientifica di quegli anni rrnr- gre.ve lacuna che d molto dariflettere.

    uanto a Citati - con una certa (seppur- paruiale) correttez-za _ lasua lettera e[a teoria demartinina del rito ne sottolineala centralit .f r"o.11 de[a ripetizione, , e ne segnala I'autonomta e

    entativo''oggi non sembra del tutto Pact-

    conde, alle volte'col dolore, gli fala suPerficie col- zonasempre

    E a differe nza de Martino' sembra gtatarc al rito come una

    sorta di bene Perduto:Ilritononpunasceredallacivilte||'understatenxentedeisentimenti.pro-curati ed ambigui, *^ 'i'*;i;;t 'i lt"*

    la disperazione' e Ia sl splnge'

    la si mima, fino aI Parosslsmo'

    CLARA GALLINIXII

  • xvXIV

    diazione simbolica. Che appunto qui ci fosse un nodo duro da risol-vere era uno dei compiti teorici che I'autore d Morte e pianto ritualeprima ancora di suggerire al lettore doveva anar ponendo a sestesso.

    Come si vede, di mateta messa al fuoco ce ne fu molta. E I'am-pia e non banale risoanza mediatica di cui Morte e pianto ritualegodette in quei giorni aveva innescato un dibattito, o comunquel'inizio di una riflessione, che avrebbe potuto incidere anche sulpiano della ricerca antropologica. Effimera, quella suggerita dalViareggio del r958 fu per un'occasonemacatai non si tealizz,di fatto, un reale confronto di metodo, capace di innescare ana-lisi, approfondite e pertinenti, sulla narua e le forme delle pratiche simboliche che si attivano nei confronti della morte di un essereumano, n una societ data.

    Ne testimoniano le ulteriori recension pubblicate su rivistescientifiche, o dvaa cultura, a ridosso dell'uscita del libro. Duepregevoli critiche filosofiche (Carlo Azzimontie Carlo Tullio Altan)-

    circospettala pm4 estremamente puntuale la seconda - ana-hzzano il concetto demartiniano di >, che, comevedremo, si approfondisce e riformula in Morte e pianto ritaale.Si aggiungono le precise note di un antichista (Vittorio Citt) equelle, pi arruffate, di un noto sociologo cattolico (Francesco Cre-spi), che dopo aver elogiato I'analisi del compianto di Maria con-clude rivalutando il senso cristiano della morte e avanzando appellialla Fede alla Vetit e allaVita. E questo tutto, o quasi. Con lesole eccezoni di Tullio Tentori e di Vttorio Lanternari (in interven-ti peralto assai rapidi) tacciono ptoprio i rappresentanti dei campipi caratterizzantla cerca di Morte e pianto ri.tuale: gli studiosidi etnologia, di storia delle religioni e delle tradzionpopolari. Ilche non pu non lasciare

    - come eufemisticamente si direbbe

    -

    perlomeno perplessi circa certi abiti accademici... d'alti tempi.

    3. Qaestioni di linguaggio

    Morte e pia.nto rituale un libro indubbiamente ponderoso, bendiverso dalle altre due monognie (Sad e ruagia, La Tena del Ri-morso) che, in breve successione temporale, atriveranno a compor-

    INTRODUZIONE

    re la cosidd etta tae

  • xvIIXVI

    schieramenti ideologici, peraltro cos rigidi e definitori in tempid guerra fredda. Provenienti da personaggi diversissimi quali CarloBo, Enrico Falqui, Leone Piccioni, Giancarlo Vigorelli, da un lato,Gian Carlo Femett, Carlo Salinari (uno dei pi duri), dall'altro,queste posizioni critiche ci appaiono oggi forse anche segnali dellapercezione di nuovi fermenti e non pacificate contraddizioni. Daun lato,l'erosione del campo letteraro dapate delle nuove formedi romanzo-inchiesta cos caratteristiche di molte scritture > e at-teggiarsitispetto al proprio e all'.altrui. ac-.iio com. uno dei temi dominanti nel di so-fico e storico di buona parte della cultura europea - soprattuttodi matrice ftancese - degli anni settanta'

    appunto in sintomatica conressi per queste tematiche che une pianto ritule comincia a esserennt. al suo oggetto. La Precediiliii.-po.upor'"bb..oessere:^:f;";:;;:',u;i"l;;Il;:t,

    che ra egemonia e subalternit cultust'ultima, di certo consona all'ottica dea focahzzarcl'oggetto sottoposto al suo

    CLARA GALLINI

  • xIx

    delle ragioni per cui in tutti queste stratificato come Morte e Piantodi striscio nell'nteresse di una critdimensioni del testo, che oggi ci sembrano pi considerevoli.

    la prima analisi dell'espressione codificata delle emozioni e delle credenzesui'defunti ... molto prima che, sotto l'influenza delle ricerche francesi, gliriorici ituliuni reinteg'rassero n.i loto campo di ricerca la-questione delle rela-zionitra i vivi e i morti - che diversa da quella delle rappresentazionidella vita e della morte.

    mente (tq8) e daMaa Serena Mirto (tggo) rispettivamente per

    o collettivo, un cordoglio che sempre socialmente e culturalmentecondizionato e che dunque non pu mai manifestarsi nelle forme

    INTRODUZIONE

    di quella nuda e cruda, di cui de Martino riterrebbe di ffo-uur 1. testimonian ze etnograiiche e stotiche' Su questo nodo cen-

    itul. ,ur"bbe impossibil. on convenire, se decidessimo. oggi dicondurre una ricirca sulle pratiche simboliche che si attivano in,i*"ri""i di lutto . i."i ii lamento funebte una delle possibiliespressioni.-"i;;;;;;;

    afia dellutto, che di recente si esercitara su diverseur.. .rrlt,ra[, si sviluppa di fatto secondo metodi visibilmentei]1-u;ii; .m di d Martino. Osserveremo anche che questericerche non concernono soltanto telreni extfaeufopei o dell'Eu-rooa rutale: ossono farci accost arc a pratiche simboliche presentii;'.;;;;iJbni d.[,n,rropa o degli Stati uniti, quasi a.indicarcii;"ri*nr" di risposte forti e contrstive fispetto a quell'occulta--.;;; .il a figtta del morto, che da piparti . stato Teorizzato;;;.g". i.Tlu rrorr.a modernit 'La-rcaftrisulta dunque moltoiJ..-pt.ssa e sfaccettat'', se dal livello delastrazione si passa q".i" .U'osservazione diretta dei comportamentiiuma', i.q-:;st quanto I'etnogtafia ci insegna e che pertiene anche agll mtentldella ricerc a dematiniana'---

    Lo stato attuale elle ricerche per molto rivelatore delladistanzatemporale che ci sepafa E appuntollif.rim"nt ul t.mpo mi smbr i approcciolim .f etodo di qualsiasi stu che il testo;;;rir"no vada ebitament e storicizzato, assumendo nei suoi."i"ri quella presa di distanzaprospettica, che mi sembra 1'at-;;g;i"-." pi adeguaro per instaurare un reale confronto *anoi

    - col nostro ,up"i. attiale - e coloro che ci hanno,preceduti

    ;4.* ,up"t. hunno n vatia misura conffibuito a formate''Morte

    e pianto rituale va dunque risituato nel tempo e nello spa-zio culturaje e restituito' per questa srada, a quegli ambiti di per-tineinza che l'autore tit.nn.'carattetizzanti el suo progetto di;i.*;;. Concordo c etnogtafia.

    "i" tr"io del rit i Portanti

    di questo progetto, i quell'ori-grlirrli. ,lo ,n" tanza srorica ci consente di comin-ciate a recuperare'

    CLARA GLLINIXVIII

  • CLARA GALLINI NTRODUZIONE xxrxx

    5. L' intenogzione antroPologica

    Corrisponde al vero I'osservazione atlibuita a de Martino davari cronisti del Viareggio che in Morte e pianto rituale siano con-tenuti i risultati di diecianni di ricerca: sono i dieci anni che sepa-

    > (tispettivamente neivolumi eI ryy-54 e del 1957) , ologia religiosa e storici-smo assoluto e'Snricismo e inazio ella storia delle religi.oni,

  • xxII

    storico-geografici dei paesi del Mediterraneo. Non senza ragionequesto capitolo sembrato il pi fragile sotto il profilo storico-documentario. Ma anche quello a pi alto tenore filosofico' Invitiamo il lettore a ripercorrerne il pur breve esordio, con la sua pre-gnante riflessione sui rapporti tta natuta e cultura e con la dram-maticavisione di un essere umano che

  • CLARA GALLINIxxv

    INTRODUZIONE

    mente valoriale'

    xxlv

    rale. D'ora in poi, de Martino avrebbe tenuto fermo il pregiudizioinzaleche verebbe nel lamento funebre non l'espressione di senti-menti socialmente costruit, malamantf.estazione di angosce pi pro-

    sembrano contrastare con quanto I'orecchio ha appena captato:

    Il senso della morte, I'opposizione tra orizzonti religios e oriz-zontilaici, i nessi pcontinua intenogazsolo in virt di una

    rire nuovi sensi al morire degli uomini.Considerazioni sto-

    ste tematiche, pas-Il pianto di France-

    sca Amtento per concludere con il parugrafo Il rnouimento operaioe il costume laico daunti alla morte: attfavelso gli esempi delle let-tere dei condannati a mofte della resiste nza e di Gramsci alla madre,vi si esprimono fiduciosi appelli alla costntzione di uncostume popolare laico, sorpreso per cosl dire nel suo effettivofunzionamento iitituzionale: di un costume collettivo maturato perentro unben definito movimento unitario, prodotto della civilt moderna, il movi-mento operaio.

    Ma ben presto accantonataogni ottimistica fiducia nelle magni-fiche sotti e progressive di un socialismo realizzato, quest'ultimo

    7. La

  • ferano i lamenti funebri, in quanto documenti vivi, alla cui esecu-

    Rileggerle ci aiuter a comprendere la genesi di una problema-tica strettamente connessa all'interpretazione della naiura di unrito, per quanto esso ha di convenzionale. E contribuisce a risi-tuare teoricamente l pangrafo del secondo capitolo di Morte epianto rituale intitolato Osseruazioni sal nzetodo di raccolta, in cuisi riflette sulle condizioni di esercizio di un'etnoglr.ia dellamentofunebre, pratca riproducibile proprio in virtdella sua nat:ura rituale.,

    xxvl CLARA GALLINI

    t Da qui alla fine del paragrafo riprendo testualmente dalla mia Inroduzione a de Mar-tino r995a, pp. 6z-64.

    INTRODUZIONE XXVII

    8. L scelta (Lucania r9r)

    cui si chiede un'immediata efficacia operatva - e s'impone pefuna sua catica espressiva, dtammatica e diretta, |a cui interroga-zione semb'jatociarcle radici stesse dell'umano. Isolarlo per com-prendeflo significa forse poter raggiungere quel mome.nto elemen-'tur",

    u,r.orJ., itt cui si g"n.ta la costruzione simbolica"'Il ryy I'anno cruciale che, proptio attorno a questa nuova

  • XXVff CLARA GALLINIxxlx

    INTRODUZIONE

    scelta prospettica, vedr consolidars i alleanze, consumarsi distac-chi. Ma varr anche la pena di ricordarel'eficacia di momentidi comunicazione intensa tra gli studiosi pi prossimi a de Mar-tino e che gravitano in.questi anni attorno al Centro etnologicoitaliano da lui diretto. E questa la temperie che sollecit a un alftoricercatore, Franco Cagnetta, a patite per un'altra zoa ,Orgosolo, nel cuore della Sardegna. Pubblicato nel r9j4 su , Orgosolo antica presenta al suo interno anche un pic-colo corpus di lamenti funebri, accompagnat da un testo di deMartino, a guisa di commentario storco sul personaggio della atttad.ora e sull'istituto della vendetta.

    In anni poveri, i costi di un soggiorno sul campo ne condizio-nano forme e d:urata.I viaggi nel Sud di de Martino furono sem-pre brevi, talora autofinanziati, taloru sulla sca delle esigenze dialtre stituzioni che ne fornivan o i mezzi, consentendogli di rita-gliarsi propri spazi all'interno di progetti di diverso genere. Con-dizionamenti, dunque, che lascerebbero qualsiasi ricerca in baladella pi rischiosa precariet, se non fosse arginata da due sup-porti fondamentali. Da un lato, una conoscenza pregressa, fattadi frequent azioi e amicizie. Dall'altra, una ferrea pianificazionedel lavoro da eseguire

    - cio degli ambiti da esplorarc

    - in ca-

    scuna delle occasioni. Queste sono appunto Ie caratteristiche diuna ricerca che poremmo rassomigliarc a una patita di scacchi-

    il gioco mentale preferito da de Martino -

    di cui uno solo deidue partner abbia nelle mani la statega completa.

    Gli anni della ricerca possono dirs ormai conchiusi.Ogni dialogicit si gioca sotto I'egemonia di una forte tenuta meto-dologica da parte del ricercatore. Ma nuovi piani si articolano, pursenza problematizzasi fino in fondo. Quello del lamento funebre un mondo in prevalenza femminile, da avvcinare con estremadiscrezione e grazie alla mediazione di una donna. Il lavoro diricerca lo far afiorarc, anche per rivalutarne la generulizzata fun-zione sociale. Ma se I'intero percorso lascer diero di s vuoti einterrogativi

    - oggi ne siamo pi avvertiti di ieri

    - anche per

    I'offuscamento della specificit di genere che caratterizzal'intenprocedura del teatro rituale del pianto.

    Vista retrospettivamente, comunque, tutta la rcerca si caratte-rizzaper una impressionante gradualit delle sue procedure. S inizia

    9. Tre breui teneni (Lucania 1954)

    De tre brevi rerreni del ry54,i1 primo G5-23 aprile) nelle colo-ni. ulburr.ri della Calabria iUu-nurilicata anche quello chedeve maggiolmente rispondere agli interessi di una committenza'Ni;;;iit;flndu iiercnzacontenutistica dei taccuini redtti;;i.;;;"'da de palma e de Martino, risulta evidente lo spazio.h. lo siudioso cerc di tagliatsi aifini della sua pi per_sonale,i..*, r.r.rionando esclusivamente nformazioni attinenti alle pra-tiche e alle ideologie funerarie'

    Il tereno successivo (8-r4 agosto) diverso, decisament-e pi> in tutto il suo impianto' Luca-;;;iltio. P.r buona parte gi toc e del-i;*t".. t j5t, lr localit pt.t..ltt - iano)'Vftit"i, Rondella, Colobrato, Senise, Roccanova, Sant'Arcan-g.i

    - ,"o anche quelle che erano apparse le_pi conservatrici.

    Lii..t.u si fa pi sistematica e pi sensibile alle connessioni tra e .-

    D.l lamento funebre tutta I'esecuzione a arcioggetto di un'at-tenzione mfuataa ricostruire le sequenze entfo cui si scandisconoi;:;;i;];;;.le, i canti' Emergon i primi segnali di uno sguardo

  • xxxlxxx CLARA GALLINI INTRODUZlONE

    rivolto a scrutare entro le dimensioni psicologiche delle manife-staziondel cordoglio. A loro volta, le pratiche del lutto, nella lorocomplessa scansione temporale, interessano come segni di un con-testo al cui interno lalamentazione s colloca in tutta la sua auto-nomia formale. Sul versante , si indaga sulle immaginidell'aldil e si raccolgono le prime nanazioni di incontr inquie-tanti coi defunti.

    I gorni della festa dei morti (3o ottobte - z novembre) risulte-ranno i pi approptiati per tornare in Lucania (Calvera, Sense,Roccanova, Valsinni) e continuare la raccolta di questo genere dinanazioni. Ma il cimitero di Roccanova anche I'osservatorio privilegato dove assistere all'esecuzione di un compianto, assiemeindividuale e collettivo, che si rappresenta come il rinnovarsi dimemorie sopite nel corso di ttn'anata.

    Un ciclo pu dirsi chiuso. Considerazioni storiche sul lnntento fune-bre lacano, pubblicato su agli inizi del ry55,ne presenter i risultati, assieme alle prime ipotesi relative ai nessitra crisi del cordoglio, ritorno irrelato del morto e lamentazioneintesa come

  • XXXIIIXXXIT CLARA GALLINI INTRODUZIONE

    Questa forte dmensione visuale impronter, pi tardi, la stessacostruzione delT'Atlante figurato del pianto accluso a Morte e piantorituale. Anche di questo si ffatta nel libro I uiaggi. nel Sud di Erne-sto de Martino, in cui si discut e, al'aIfto, delle eventuali influenzewarburghane su una ricerca mrata, nella sua parte storico-icono-grafica, alla rcstituzione di quella rcalt rituale

    - fatta di gesti e

    di posture -

    che insisterebbe dentro (e dietro) la stessa immaginefigurata. La dimensione visuale si aggiunge dunque al percorsodemartinano in una misura non secondaria al suo modo di guar-darc al rito come pratica espressiva e comunicante atffaverso ilcorpo dei suoi attori.

    Vediamo ora piuttosto contenuti e direzoni della ricerca sulcampo. La f.ormulazione di un

    - che piuttosto

    una traccia di argomenti da approfondre -

    incanala verso obiet-tivi predeterminati e ristretti. Estrapolato da ogn altro possibiledato contestuale, il lamento funebre viene isolato nella sua speci-ficit e sottoposto all'osservazione delle sue componenti formali.Si punta dunque sul piangere in quanto (ma si cercanoanche tracce di un che risulter molto meno evi-dente di quanto non fosse in Romania). Questo sapere va situatorispetto a un duplice versante. Da un lato,Ia codificazione sociale:ed ecco le domande sulla terminologia (trauaglio, trauaglione ecc.)specifica di questa e non di altre modalit del piangere, sul suoapprendimento, sui ruoli sessuali degli esecutori. Dall'altro, si insistemolto sugli aspetti dinamici di un'espressione codificata del cor-doglio, leggibile a livello del corpo attraverso le varie posture egestualit attivate nel corso del rito, e a livello della psiche delleattrici, nel vario oscillare tra depressione (attassarnento) e violenza,fino al raggiungimento di un particolare stato psichico, contestoassieme di astrazione e di prese di realt.

    La ricerca sul campo non avrebbe disatteso nessuna delle dueprospettive . Ma Morte e pianto rituale privileger decisamente laseconda, rispondendo a:una scelta interpretativa di cui oggi pos-siamo mettere in discussione tutti i limiti, ma che stata comun-que capace di restituirci puntualmente

    - vsibili e udibili in cia-

    scuno dei suo dettagli -

    le modalit costrurtive del

  • Y-xxxlv CLARA GALLINI INfRODUZIONE

    proponeva di studiare >.u

    Di recente, in L mia alleanza con Emesto de Martino (tggl),Vittorio Lanternari ha ffatteggato una attenta ricosruzione delbiennio 1953-54, da cui emerge il convergere di obiettivi accomu-nanti, anche sotto il profilo della passione civile. Ma gli stessi esotdidell'etnolog ia lanternatiana sono impensabili senza il duplice rif e-rimento aPettazzoni e a de Martino: le sue prime ricerche di etno-logia compatata

    - a pafre almeno da Orgia sessuale e riti di recu-

    pero nel culto dei morti pubblicato in < Studi e Materiali di Storiadelle Religioni> (r953- 54), fino alla Grande festa, del r959, testointrodotto datna Presentazione di de Martino - svolgono tutteil tema delle celebrazioni dei defunti, per interpretarle in chiavedi crisi e di rscatto culturale.

    Quanto al progetto demartiniano di cui dicevamo, si tratta diuna pagina dattiloscritta, contenente un testo privo di titolo, mariferentesi a un'ipotesi di ricerca sulla nelle cul-ture primitive, specie australiane, con ,nota poi omessa in Morte e pianto ituale,

  • CLARA GALLINI

    sivo per questa prima vfuataprogetto etnologico, pur con-no.

    Ma, a questo punto, finiscono le tracce di un qualsiasi possibileprogetto etnologico. Il confronto col terreno, come realtioncretada prendere in carico, pone di fronte a .ona alternativa radicale:o una ricerca > condotta su materiali raccolti da altri

    oltr rnati,fino un,e-etta, ricer_

    smo cogli anni la pro_Ptia o doveinterrogarese st tracce di una sto_ria comune.

    Dentro questo progetto si situa, a sua volta, la necessit di unatt^ delegabile. Nelzio te ind'agine etno-al lucano in Morte

    ineludbile per procurars

  • xxxvlII CLARA GALLINI

    I'evidenza della mera convenzionalit dell'espressione codificatadei sentimenti: questi mateali sono acclusi al dossier in cui si rac-coglie Ia documentazione del folklore europeo rclativa alla . Se di convenzione si tratta, non vannoaff.atto da s n le forme della sua manifestazione n i modi dellasua gestione. questo il primo indizio su cui si sarebbe esercitataI'etnografia ltcana nel suo complesso, cos attentamente indkiz-zata all'analisi delle condizon al cui interno si rende possblel'esercizio del .

    Alf incirca le stesse testimonianze etnografiche considente dade Martino in termini di > avevano per gi avutoaltre interprctazioni.I riferimenti sono noti ed evidenti per il let-tore di oggi: e rinviano a quelle interrogazioni sui rapporti tra emo-zione indivduale e codice sociale che da tempo si erano svilup-pate n seno alla cosiddetta Scuola sociologica francese.

    Nel quinto capitolo del terzo libro delle Forrnes lmentaires dela uie religieuse, che svolge il tema dei rti piaculari, Emile Durk-heim tratta ampiamente dei riti funebri, specie australian, per tro-vatvi, come elemento costante,

  • rXL CLARA GALLINIXLI

    Per de Martino, se mai esiste un rapporto tra emozioni e codice,questo rapporto va visto in termini dinamici, nel senso che il codicesimbolico che si mette in campo nel corso della azione rituale non un dato, maunprodotto.La sua ricerca non tende dif.atto a indi-viduare l'esistenza di un diretto e immediato condizionamentosociale dell'espressione delle emozioni.

    -orru piuttosto dall'in-tento di poter rivelare quelle dinamiche costitutive del codice stesso,che si celerebbero dietro e denro la sua espressione. Soprattutto,in gioco non sono n emozioni n codici, ma >: cio sog-getti che lapratca simbolica cosrusce assieme come esseri indi-viduati e comunicanti. Questa l'individuazione del senso e dellaforrna di un rito.

    14. Il lnuoro del luttoNel primo capitolo di Morte e pianto rituale, ffova spazo la rilet-

    tura critica di alcuni testi fondamentali sulla psicologia e psicopa-tologia del lutto, a pattire dalla vecchia (e amatissima da de Mar-tino) casistica di Piene Janet e dal testo fondamentale d SigmundFreud, Trauer und Melancholie (r9r5). Pensate quasi come un gan-glio tra riflessione teorica ed empiria dell'etnografia lucana, sonopagine di straordinaainezza, che mettono il lettore a confrontocon dimensioni a suo tempo assai poco frequentate, specie dallanostra cultura antropologica, ma che anche a una rilettuta attualerisultano efficaci. Lo stretto rapporto di interlocuzione con la psico-analisi e la psichiatria che carattetizza (in modi non ancora ntera-mente studiati) la ricerca teorica di de Martino, si esplicher nel-I'intero cotso dell'analisi del lamento funebre lucano, in misuredecisive. Senza questa prospettiva, la stessa caratteristica di ritualitdel compianto rimarrebbe inesplicat^.ro

    La dimensione psicodinamica inroduce un approccio inedito

    di Le Pech et l'expiation dns les socits primitioes osserva che questo studio rimase scono-sci:alo aPettazzoni, che non ne fa cenno nella sua pur imponente bbliografia di L confessionedei peccati, Bologna t926. Herlz non utilzzato neppure da Lanternari, nei suoi vari scrittidi cui al patagrafo r z della presente Introduzione. Le uniche letture critiche di Hettz che sinorarisultino dall'Archivio de Martino sono quelle ptesumibilmente postetiori alla ricerca sul lamentofunebre e pubblicate in L ffue del mondo,br. 324, concernenti il saggio sulla preminenza dellamano destra (con citazioni dall'edizione del r9z8).

    r0 L'intetesse di de Martino per l'opera diJanet assai ben aahzzato in Batbeta r99o

  • -l-XLII CLARA GALLINI INTRODUZIONE

    XLIII

    acia.11

    casistica d pazienti occidentali -

    si piega dunque per de Martinoal7avaetdelle condizioni culturali del proprio esercizio. Per que-sto la sua conoscenza, per quanto si diparta dalle premesse postedalle varie discipline della psiche, richiede il passaggio attraversoun'alfta ptocedura, che quella ella

    Gli aspetti formali della lamentazion resto,dei vari riti del cordoglio di cui essa pa comeil risultato di questo . Pertanto, la specificit di questo, coi relativi esiti, non consiste nell'eventuale adattamen-to a vna qualche - in un certo senso, gidata

    - quanto piuttosto nella dinamica cosffuzione di una > che vede ingaggiati assieme f individuo e il gruppo'E neppure consiste in un semplice modellamento o rimodellamentodi emozioni: in gioco qualcosa di pi complesso, che investe I'in-tera persona nel suo costruirsi come soggetto e nel suo rapportarsial mondo e.

    Vera e o del Pianto si attiva dunquesecondo u un codice sffatificato, che con-cerne nello stesso tempo il piano della psiche e quello del corpo,dell'individuale e del sociale, del codificato e dell'istintuale' Rei-terata e varabile, in tutte le sue diverse scansioni formali e tem-porali, lalamentazione si attiva grazie alla sinergia del gesto, dellaarcla, del canto, che rendono esprimibile I'ineffabile della con-izion. di >. Singolare tecnica di induzionee mantenimento di un particolare stato psichico della sua attrice,a sua volta I'esercizio del lamento funebre si tende possibile invirt dell'ingressodi sogno e di rapprporalit esemplati.del lutto.

    d.rttq,r. sul piano sognante di questa destorificazione ritualeche si ridiscutono tutti quei confini tra soma e psiche, tra gestoeparola, stato di sogno e stato di veglia, i cui tracciati al conrariopossono appare meno labili agli occhi di una concezione stretta-mente nzionaltstica delTa comunicazione sociale. Segnale assieme diattrazionee repulsione, questa sensibilit rispetto agli stati di ffanceaveva gi trovato in varie tematiche del Mondo rnagico - sciama-nesimo, medianit ecc.

    - un consistente terreno di analisi. Ma il

    15. Verso un'etnografia euroqea

    stro ricercatore su binari eccen-r due ragioni'tudio di-un a Pralt\c^ simbolica'

    vicinata.la seconda ragione' SaPPiamo

    a discussione il camPo di un'et-

    i,J:'::i?l#:il"*ettuale

    - 1o studio delle reti di

    pratiche e in atto:d1 s-oiq:Tlt^:i'-Tt 1 ""iin quanto interagiamo neglt spazt dl untradizione ata forlemtnte (ma non esclusi-vamente) modellata dal PredomiQuesta osservazione ravvicinata,ldrn u dell'enorme divario esiquali > o

  • XLIV CLARA GALLINIxLv

    INTRODUZIONE

    e n^agiL. c. c.

    tutta I'interpretazione dell'etnograialucana di Morte e pianto ri-taale

    - sottolineata in modo molto esplicito in alcune note di

    ticerca, a margine di una lettura del Manuel de folklore franaisdi van Gennep:Giustamente il van Gennep nega che occorre vedere nel lamento funebrefrancese una soprawivenza dei riti funerari gallo-romani (cos come il lamentofunebre lucano non una soprawivenza del lamento funebre greco

    ^ttra-verso la mediazione delle colonie della Magna Grecia, o di quello romanoattraverso 7a tomanizzazione della Lucania ecc.).

    Per quanto indicato come >. t.rttu una attenzione per il modellar"si di una precisa pratica sim-

    12 La scelta di un in parallelo all'Pubblicato nel volume di Storia delleLa itaalia d.el lamento tegrazioe, testi

    del saggio incentrata sullaabile) vaglio delf interpreta-i della dinamica storica degliterranea. Ancora nel volume

    xxvr di viene pubblicata la recensione alla cospicua documentazione storica e folklorica raccolta da Kurt Ranke sul periodo di lutto ritulepresso i popoli cosiddetti

  • Y- XLVIIRiferimenti bibliografici

    ico) sui diversi approcci filosofico, storico-di de Martino si rinvia ai saggi di vari autorieuropea, a cura di Clara Gallini e Marcello

    Massenzio, Liguori, Napol r997.

    OPERE DI ERNESTO DE MARTINO CITATE NEL TESTO

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    958a

    'o, xxvrr, r, pp. 9r-ro7.La tnesse del dolore, ) xxvrr, 2,pp. f-53.Mito e ito, , xxvrr, 2,p. r4r_43.Dffisione di tn mod'ulo di lanentazione rituare, , xxvrr, z, pp, r4-5o.

    SS r-

    a. Cronaca del premio Viareggio (1958)

    ro settembre.MondniaecultutaalpremioViareggio,'30agosto(SandroRicci)'-n*^il

    i, Urrtno indato a comf,rarsi un uestito da ceriruonia, < Giornale del Mattino >,3r agosto (Alfonso Gatto).

    n*ri " Maino ind.icato cone il pi degno del ' >'?o asosto (Giovanni Grazzini).

    fri.""1-"cri, e tuuo da ridere fia i cinque lib premiati a Viareggio, < La Nazione lta-

    ter Mauro).lJn libro sulia morte ha uinto il prenio Viareggio,

  • rXLIXXLVIII RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    Facciamo un bilancio del premio viareggio, < Popolo Nuovo >>, 3 r agosto (Leone piccioni,stesso articolo del precedente).

    Dottrina e fantasia al xxtx premio Viaregglo, >, z setembre (con foto).Riti del d'olore in Lacania,

  • f. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

    S ro

    liana, s.d. (ma 196o),dal 1948 al t96o.a dell'Associazione per

    - r9i8, premessa a Costantin Briloiu, Folklote musicale, vol. r, Bulzoni, Roma.

    con introduzione di Adriano Prosperi, Einaudi, Torino r994'Mauss, Marcel, r9zr, L'Expression obligatoire des sentiments (rinrch otaux funraites austra--'

    teni), , r8 (rist. in M. Mauss, Guures, Editions de Minuit,Paris, vol. 3, i969, P. 269-79),

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICILI

    SS 6-7

    Gallini, Clara, ry95, introduzione e cura di E, de Martino, Note d.i canpo. Sped.iziotein Lucania, jo sett. - 3r ott. 1952, Argo, Lecce.-

    1996, cua di E. de Martino, L'opera a cui lauoro. Apparato itico e d.ocamentario aga'Spedizione etnologica' in Lucania, Argo, Lecce.

    S8

    C r 954, Inchiesta su Orgosolo, , ro, pp. r_267 (rist.osolo, Guaraldi, Firenze ry73, dacui ciro; alle pp. ,o4_-i, larclazione

  • Prc.azione

    o di questa stessa concezlone' caratteristico di ogil storlo-

    avver-nfluen-oderno

    morte, una scelta che in un certoo attuale comportamento dinanzi

    all'evento luttuoso'Una ricerca concePita in una

    essere condotta a termine senzrali e di Persone, soprattuttomatetial folklorco' Siamo in

  • Y-4 PREFAZIONE PREFAZIONE

    lllezzogiotno.

    Roma, 3o settembre r957

    nale per gli Studi di Musica Popolare presso l'Accademia di SantaCecilia e al suo drettore Giorgo Natalettipiere dal ry5o al 1956 una serie di esploralamento funebre lucano, awalendoci dell'attRAI-Tv e della guida di uno studioso del folklore musicale comeDiego Carpitella. Se si tiene conro del fatto che le idee interpreta-tive fondamentali sul carattere e sulla funzione del pianto ntico

    I'Istituto di Folklore di Bucartunit di studiare il coposol'Istituto stesso, e di consultaconservate nel suo archivio: un intero capitolo del presente volume-

    funerali del pastore Lazzaro Boia di Cerscior nell'Hunedoara(Transilvania) -

    da considerarsi il frutto della cortesia con laquale il direttore dell'Istituto, Mihai Pop, volle mettere a nostadisposizione le schede relative, ancora inedite. Qualche cosa dipi di un ringraziamento dobbiamo alla signora Vittoria de palmache nel corso delle nostre esplorazioni lucane condivise con noi

    nasse sui propri lutti, e insorgesse di nuovo il lamento con tuttele vibrazioni drammatiche e le particolarit concrete della realesituazione luttuosa e della effettiva esecuzione rituale. per la sceltae per l'ordinamento del materiale illusuativo raccolto nell'AtlanteFigurato del Pianto ci siamo awalsi in parte di alcuni collabora-tori e collaboratrici, a cui va la nosra gratitudine .lJn fingrazia-mento particolare dobbiamo al prof. Mller del Seminario slavodell'Universit di Kiel, al prof. Milovanalla dott. Tecla Dobrovits di Budapesr pepubblicazioni e monografie inmovabili ne

    Ci sa infine consenriro di ingraziare qui pubblicamenre -

    enon importa se questo ngraziamento non raggiunger coloro acui destinato

    - tutte le contadine lucane chi buon grado ci

    fornirono le inf.ormazioni richieste, piegandosi alla ingrata,f atca

    iinnouure davanti a. at, nella forma del rito, il cordoglio per

    ii"r" -""i: strumenti, esse, di una scienzache non intendevano,i'rii -0" a1e ttavia p^gavano senza saperlo un.umile.fibutot"ifi.l er queste pou.t. donne che vivono negli squallidi vil-;:;iir;..initi fraii Brdano e il Sinni, non sapremmo disgiun-'!, itnostro ringraziamento dal caloroso augurio che, se non esse,'^i-r;.le loro {[[. o le loro nipoti perdano il nefasto privileg-ioj;;;;r;

    "..oru i qualche.oru n dcumento per_ gli storici della

    iir.rigi"ta del mondo antico, e si elevino a quel]a pi alta disci"iir".ipianto che

    forma parte non del tutto irrilevante dellaLiu"ripurione economica, sociale, politica e culturale del nostro

    E.d.M

  • Y-Introduzione

    In Naturalisruo e stoticismo nell'etnologiat f'a a pafte mia, nonsenza qualche tratto di giovanile baldanzae di scolastica ingenuit,it-,rluto il programm di

  • 8 9INTRODUZIONE INTRODUZIONE

    In effetti questo passo del croce racchiude una esattissima e uma-nissima-verit: per grande che possa essere il dolore di una per-dita, sbito si impone a noi, nla piena stessa del dolore e con

    vita, sia facendo nostra e continuando e accrescendo neil'operanostra la tradizione di valori che l'estinto rappresenta. Indipen-

    dentemente alla situazione luttuos come tale' apPyntg questa

    i;;;;i;1^,i,achecispertat""S:; j.:::.fftTliil:na morte, e al temPo stesso una

    dobbiamo far Passare nel valorearsi della eterna orza ge-far Passare>> la Persona cara

    i" d;l,'l':?r :*, ii-doglio o di lutto: ed la del lavoro produttivo e"differenziato a ffamutare lo-ri."ri""

    - p.r ..ri trrrii gti uomini rischiano di piangere -

    in quel s aP e r Piangerriawana. A questo Punto comiblema storico-religioso della nostruenti. di etica il Croce fa esPlicilirirVtJn. . i culto dei morti>> attraverso le quali

  • IO

    svolse questo pensiero, per filiazione diretta e secondo itinerariculturali dimo strabli, D' altr a p arte I' inter pr etazone del C roce nonvale soltanto per la civilt cristiana, e per il cristiano culto dei morti,ma pu essere estesa atvtte le possibili civilt religose. AnziIapi sicura conferma della sostanzialeverit della formulazione delCroce sembra provenite addirittura dalle cosiddette civilt primi-tive, dove i rituali funerari mostrano nel modo pi crudo e direttoil momento dell'oblio dell'evento luttuoso, o I'espressione simbo-lica

    - nel rito come nel mito

    - della separazione del morto dai

    viventi e della difesa dei viventi dalle funeste insidie del morto.Presso i Fuegini per esempio il tema dell'oblio trova espressonein numerosi tratti del rituale funerario. , dicono gli indigen:a e in conformit a que-sto proposito immobilizzano l cadavere affinch non torni comespettro a tormentare i viventi, cercando in vario modo di dissi-mulare e di rendere rriconoscibile il luogo della inumazione, siinibiscono di pronunziarc l nome del defunto, bruciano la suacapanna e gli oggetti che gli appartennero in vita, e cos via.5 Frai riti funerari dei gruppi Aranda osservati da Strehlow ve n' unoparticolarmente istruttivo a questo proposito: viene tessuto un cor-done con i capelli del morto, e il fratello minore nel corso del ritualefunerario pone uno dei capi di questo cordone in bocca ad un uomo,premendo I'altro capo sul proprio addome, dove cio awerte I'an-goscia. Quindi l'uomo morde il cordone, a signifcare la cessazionedell'angoscia: la stessa procedura successivamente ripetuta pertutti i membri della comunit in lutto, prima con gli uomini, poicon la vedova e infine con Ie altre donne.u Nelle lamentazionirituali eseguite dai Paiute si rirovano espressioni di questo tipo: In particolare in un rito d liquidazione delperiodo di lutto viene versata dell'acqua sul capo di colui che

    a M. Gusinde, Die Feaerld Indner, r Die Selk'nan (Mdling bei \)fien r93r) pp. 55o sg.5 lbid.., pp. 1,47 sgg.(legamento del cadavere), 55o (dissimulazione del tumulo), 566 (tabudel nome), 552 sg. (bruciamento delle appartenenze).6 C. Strehlow, Die Arard u*d Loritja Stdmme in Zetrul-Arctraliez (Veroffentlichungenaus dem stadtlichen Museum, Frankfurt a. M.) vol. 4, 2, p. 15 sgg.

    INTRODUZIONE II

    in cordoglio, accompagnando I'atto con le seguenti parole:.

  • Y7)

    t2 INTRODUZIONE

    antiche civilt che si afacciarono al Mediterraneo, o che comun-que gravitarono verso questo piccolo mare cos importante per lastoria dell'uomo. La civilt cristiana si attacca immediatamentea queste civilt, ed anzi sorta come loro vibrante negazione pole-mica: in tale polemica noi siamo acora in un certo senso impe-gnat, e ne portiamo il documento interno nelle nostre persuasionie nei nosffi compotamenti, nelle nostre avvetsioni e nelle nostrepreferenze. Si tratta di un passaggio avvenuto una sola volta nellaitoria, e che vive nella nostra coscienza culturale come conflittofra Cristianesimo e paganesimo, e in particolare - per I'argomen-to che qui ci interessa

    - come urto fta ideologa cristiana e ideo-

    loga pagana della morte. Per questa polemica creatrice e per questopassaggio avvenuto una sola volta nella storia, le civilt del mondoantico

    - per varie che siano

    - possono essere considerate come

    un'unit storografica vivente, come l'altro da noi da cui noi siamonati. Nel quadro di queste considerazioni si spiega perch la nostrascelta caduta sui rituali funebri del mondo antico, e sulle fguta-zioni mtiche che vi si ricollegano. Ttttavia al fine di na mag-giore individuazione storiografica ci sembrata necessaria una ulte-rore delimitazonedell'argomento. Fra i vari momenti degli antichirituali funebri spicca come loro nota costante il lamento funebre:dall'Egtto alla Mesopotamia, da Israele ad Atene e a Roma illamento riveste una importanza ctsltutale di primo pano. In cia-scuna di queste civilt esso fu sottoposto ad elabonzioni diverse,sollevandosi in Egitto al lamento di Iside e Nephthys per Osiride,in Israele alle lamentazoni di Geremia, alimentando in Gtecia lariplasmazione dell'qpos, del commo magico e della lirica della morte,e da per tutto collegandosi con determinat valori politici e sociali(lamentazioni collettive per il re o per il signore o per l'eroe). Mac' di pi: il lamento funebre rituale si collega saldamente, nelmondo antico, al mito del nume che muore e che risorge, cio auno dei temi pi importanti delle antiche civilt religiose del Mediterraneo: questo rapporto cos organico da impedire di conside-rare l'antico lamento per i morti al di fuori del grandioso orizzontemitico del nume morto e risotto, sia esso Osiride oTamLz oBaalo Adone o Dioniso o Kore, e quindi al di fuori del pianto ritualee del giubilo che nel to attualizzavao la vicenda mitica di que-sti numi. Nel che troviamo una conferma che l pianto rituale rap-

    INTRODUZIONE

    suoi eccessi Parossistici o Petavvenuto nel mondo antico -'

    ivilt cristiana, di fparteotga-

    ritrova continua eco nella nostra

    dere il modo col quale, in un a

    di unI'esoerienza cristiana Per elum.nto funebre antico sii;;.t .r.grri,tde proposito e per rendere umanisticmente

  • IA, INTRODUZIONE

    pi pregnanteIorizzonte di consapevolezza culturale che in quelpensiero racchiuso.Per aware a soluzione il problema storico-religioso del lamento

    antico, il primo compito della ricerca di analiizare il coioghocome crisi, cio come rischio d , rinun-ziando a quella .1 Pur con

    1 Croce, Filosofia e storiografia (t947) p. zoz.

  • 16 cApIToLo pRIMo

    diverso accento ed in una diversa prospettiva anche il paci ripe-teva lo stesso avvertimento quando metteva in rilievo che .,Effettivamente una critica del genere , nella sostanza, ineccepi-bile. Il croce aveva ragione: il davvero impossibile nelsenso che si possa immaginare un'unit che non sia in ato di distin-guersi secondo determinate potenze cultural del fare, e che nonsia

    - in quanto unit di una presenza sana

    - questa stessa ener-

    gia di oggettivazione formale fondatrice di civilt e di storia. Ancorqreno

    - per conseguenza

    - lecito immaginare una asffatta unit

    della persona che formi problema storico a s: non si comprendeinfatti di che e come sarebbe diventataunit, placandosi nl risrrl-tato di una reale risoluzione culturale. Acutamnte il croce ponevain evidenza che il >, nel modo in cui veniva prospettatonel Mondo magico, finiva col ruscire inisolvente e fittizio, e chei protagonisti del supposto dramma

    - cio gli operatori magici e

    i loro clienti -

    si dibattevano

  • 18 cApIToLo pRrMo

    e storicamente modificabile, di produzione di beni secondo regoledell'agire, la vitalit si risolve nell'economia, eIa civirt umafia

    CRISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 19

    La confusione fra vitale ed economico (o tecnico-economico) palese per esempio nelseguente passo dell'Antoni: < Esercitando la sua intelligenza e Ia sua diligenza n.l p..f.onur.gli strumenti della sua recnica, l'uomo si solleva dalla pssivit e dall'ineizia J.lu,'* .rrr.rrrunaturale. Sul piano srrettamenre economico, per effeito del semplice bi."g;;;;;-i.,"""onon awerrebbe, ch anche la pigrizia vitalii ed economia, .l ut.hj,uituine el,oss.-quio alla tradizione> (Antoni, Commento a Croce, p. r93): dove, p..un uoro,-iniru*r.d.il distacco dalla vitalit chel'ethos rearizza mediatilu6.r.n"ui".ni.o-."o.oica, e per unalto verso si confonde vitale ed economico, atttibuendo a quest,ultimo rnu i.r.iriu *itorul.che propria della vitalit animale e non della coerenz cultuale

    ""o"orni..itt"ri-stic inceftezza del croce e dei suoi discepoli a proposiro del vitale si veda i. r."n.lrini, qp"-riTza delb s.tilisyo

    .G9y) pp. t3o .gg., inceiteiza e contrddittori.t "rr"

    rt^ i" r""iei"r.ne.[a mancata distinzione tra vitale ed economico.

    chi pretendesse di chiudersi nel possesso dell'economico e di restrin-gere l^ vita culturale a questo semplice cominciamento o condi-zione inaugurale del viver civile, non riuscirebbe in realt a man-tenersi neppure nel suo regno, che ha valore autonomo solo perentro un movimento che sospinge a valicarne i confini. L'etbos ellapresenza siinnalza cos dall'economico alla poesia e alla scienzae allavita morale dispiegata e consapevole di s: salvo poi a tor-nare all'economico, che non cessa mai di riproporsi, poich maiil distacco dal vitale pu essere definitivo. Etuttaviav torna connuove fotze, accumulate nel vario operare e pronto quindi ad unpi vigoroso sforzo di economica coetenza, capace di realizzarccon maggiore efficacia il padroneggiamento della vitalit naturalenella sua mmediatezza. Questo il circolo, o meglio la spirale,della vita culturale, che ha il suo cenro nella presenza come potenzadi oggettivazione formale e di liberazione dalla >: circolo o spirale che progresso, perch incrementodell'ethos nel suo civile realizzarc. Senza questo etltos delJ.a pre-senza non vi cultura: e non soltanto diventano inconcepibiJi poesiae scienza, ma anche 10 stesso distacco dal vitale inaugurato dall'e-conomico. Senza questo ethosla pi elementare invenzione tec-nica dell'uomo, per esempio la f.abbcazione di un'amigdale nelpaleolitico o I'agticoltura primitiva alla zapp^ nel neoltico, nonvrebbero mai pltuto vedere il loro giorno ela storia umana. inf.attiquesto ethos che ci sospinge a.arci coraggosamente procu-tatori di morte nel seno stesso del biologico morire, e che in ciche passa senza valote

    - cio senza il nostro concorso e conffo il

    nostro sforzo -

    accende quell'energia di rascendimento formalecol venir meno della quale I'umano operare resterebbe senza vocee sefiza gesto, panlizzato dall'angoscia.

    E tuttavia proprio questo ethos che attlaversa il mondo degliuomini generando lavaetdelle civilt e degli istituti, degli ingegnie dei geni, e sollevando ben in alto l'umano sull'immediatamentevitale

    - proprio questo ethos pu esser raggiunto dalla catasrofe

    e patire un morire incommensutabilmente pi grave di quel morirenaturale che condividiamo con gli animali e con le piante: qui siconfigura un'insidia radicale, che solo l'uomo minaccia e che solol'uomo sa misurare. Non si ftatta di quel negativo relativo e diquel relativo vuoto che nascono quando chi mpegnato nell'eset-

    I

  • cizio di una forma
  • 22CAPITOLO PRIMO

    8 P. Janet, L'automatisne psychologiqe (rgg9) p. 47g,

    CRISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIo 23

    ncetto della presen za fisiologicagamente il concetto d comPleso

    nel quale laPresenza rimastaizione esistenziale con se stessa;ennano alla tiPresa e alla risolu-ato valore culturale; e cos via'

    Ma il ptecedente Pi Pertinesenz norr si riffova nella moderche su questo Punto ha in Parteziale. A' ci che noi chiamiamonello Hegel il

  • 24

    Ovviamente i limiti dell'hegeliano sentimento di s sono i limitie le deficienze della stessa dialettica hegeliana: la totalt del sog-getto non qui la distinzione delle forme culturali, ma ancoralacoscienza intellettiva, intesa come semplice giudizio di s e comeriferimento a s dei suoi sentimenti: laddove la presenza intesada noi come potenza sintetica secondo categorie del fare. Tutta-via, a pafte questo limite, lo Hegel intende con straordinaa act-tezza il catattere di ci che abbiamo chiamato la crisi della pre-senza. Quando Hegel aferma che lo spirito libero e non quindisuscettibile di malattia, mentre il sentimento di s pu cadere nellacontradizione della sua soggettivt per s libera e di una sua par-ticolarit,

  • Yz6 CRISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 27CAPITOLO PRIMO

    senza nella scafica meramente meccanica di energia psichica: mavi tutta una gamma di inautenticit esisten ziali in cui si manife-sta la crisi patita e non risolt a. Dalla esperienza critica non decisa7a ptesenza pu riemergere vulnerata. L'ombtadel passato che non stato fatto passare si distende sul progresso del fare, spia l,occa-sione per riproporsi: ma a cagione dell'nte*uzione che vulnerala dwata della presenza non torna nella dinamica tnitaa dellamemoria attiva e risolvente, sl bene nella esffaneit imelativa delsintomo morboso. La ptesenza malata si manifesta allora come pre-senza apparente, che sta nel presentevi patisce il ritorno mascherato e irricsato in cui rimasta impigliata. Perdialettica del tempo il maggior numero di comportamenti morbosidella presenza in crisi non appare per l'osservatore sano in rap-porto diretto con momenti oggettivamente critci, ma con situ-

    minabile. Se la malattia della presenza pu prendere corpo in occa-sioni che sembrerebbero banali, ci dipende dal fatto che quelleoccasioni insorgono nel malato come iterazione senza soluzionedi un momento critico nel quale la ptesenza, una volta, si smar-rita. In altri termini la presenza che, in qualche dove della sua bio-

    sua storia quando doueaa farlo, staora destorificata, cio fuori delrapporto reale con la stora concreta del mondo culturale in cui inserta e in cui chiamata continuamente ad esserci.

    L'analisi della perdita della presenza attraverso le manifesta-zioni morbose della vita psichica pu essere condota da diversipunti di vista: il nostro non sar ovviamente quello della classifi-cazione dei vari quadri nosologici e neppure quello della determi-nazione della dinamica individuale della malattia, cio dei momenti

    critici nizialie reali che non futono oltrepassati e di quelli simbo-lici e secondari n cui la malatta attualmente si manifesta' Giovainvece ai nostri fini I'analisi fenomenologica di alcuni carutteri-stici sintomi della perdita della presenza, prescindendo da ogni con-sderazione dinamica individuale e da ogni riferimento al cant-tere reale o simbolico dei momenti critici in cui ha luogo I'insor-genzamorbosa. Particolarmente istruttive sono, a questo riguardo,le esperienze di un s spersonalizzato, sognante, vuoto, a:utoma-tizzato,inattuale e simili. UnamalatadiJanet diceva: .1a A queste esperienze della perdita della presen-zafanno risconto quella della perdita del mondo, che avvertitocome strano, ittelativo, indifferente, meccanico , aticiale, teaffale,simulato, sognante, senza rilievo, inconsistente, e simili. Dicevaun malato di P. Janet:

  • 28

    perdita del mondo:Per me lafollia era come un paese opposto allarcalt, un paese nel qualeregava una luce implacabile, che non lasciavaposto per l'ombra, e che acce-cava. Era una immensit sen piatta, piatt^,

    - un paese

    minerale, lunare, freddo... In io era immutabile, immo-bile, fisso, cristallizzato. GIi igure di uno scenario. Le

    In tali esperienze ci che viene regsttato senza soluzione ilvuoto dei valori, I'impotenza del trascendmento e della oggetti-v azione, la inattualit dell' e s s erc : in que s t a inattualt aor a l' in-solubile problema dell'astrattapossibilit di s e del mondo, al diqua della scelta concteta che fonda e autentica il s e il mondo.Pur nella variet delle loro espressioni questi malati esprimono lo

    poterrza oggettivanteione. D'altra parte gliolre n modo irrela-

    tivo, riflettono e denunziano il perdersi della presenza che nonriesce ad andar oltre le situazioni, e a gettarle davanti a s, perentro un determinato valore operativo. Col venir meno della stessafunzione oggettivante gli oggetti entrano in un rischioso travagliodi limiti, per cui appaono accennare ad un oltre inautentico, vuoto,

    zione di significati e nella prospetiva di una possibile operazioneformale della presenza. Il mondo diventa irrelativo, senza eco dimemorie e di affetti, simile a uno scenario. Gli oggetti perdonorilievo e consistenza (laluce accecante e la mancanza di ombra),si pongono fuori della realt storica (il paese lunare, minerale, immo-bile). Tale esffaniazione e desrorificazione del mondo si riflette

    18 A, Sechehaye, loumal d'une schizophne (Parigi r95o) pp, zo sg

    CRTSI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 29

    ell'esperie nza i che chiede perentofi-rnente fapporto s lfte trovarlo: una estra-''"itaiu;;riungib e astali, separata da un

    cola occasione pef frantumare le barriere che li trattengono, e pefiondersi e coniondersi in caotiche coinonie. Gli oggetti che

  • 3o

    Il rischio dell'alienarsi della potenzaoggettivante della presenzapu essere avvertito o nel dominio del divenre oggettivo, o persingoli pensieri e aff.etti, owero in rapporto alla presenza in quantotale. Il rischio di alrcnazione del dominio oggetrivo comporta I'espe-tienza di una disposizione maligna delle cose e degli eventi, di un

  • CRISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL cORDoGLIo 33

    oresenza che costituisce il rschio della malattia, ela clamorosaLontraddizione del

  • 34CAPITOLO PRIMO

    e fafio su un piano metastoriquanto dovrebbero proteggemondo a s, non u,rln.rt-otano, alpari del ritualismo dell,ria senza starci>>, e un disperato tentativo di dischudersi

    - attra-verso questa miserabile frode

    Arieti quando usciva di casa erqualsiasi c-osa scorgesse per via,curanti sulla non rischiosit deuna luce rossa alf incrocio sad

    e pi olte nella direzione corri_sotto gli occhi una qualsiasi frec_

    rffiT::"lHn?Lngiovam gli riusciva tuttavia di nessunrifugiotrico il

    spettiva culturale, e perci sterilisl muovono.

    re compiti formali. Cos il >, che compotta :una apptopriazione interore e'unfur morire ideale, cede il luogo, in questa forma della crisi, alla*ppropazione materiale di oggetti privi di significato atttsale, allamania del raccogliere e del conservare, alla incorporazione nellecavit natwali del corpo, alTa f.ame insaziabile di cibo e alla inge-sdone di oggetti anche non commestibili, allo sfrenato erotismo,al f:rorc distruttivo e omicida. I momenti dell'innalzamento allafotma, cio l'appropazione,la conservazione ed il superamentof.ormali, sono qui conftaff.atti sull'improprio piano materiale dellavitalitin atto, chiusa in se stessa e adialettica rispetto al destinoormale dell'uomo: diabolus sirui.a Dei. L'egemonia del vitale chepretende di surrogare la risoluzione forpi netto nella cosiddetta eccitazionein crisi si limita a prestare all'acceleranuto di rappresentazont e di sentimenti che simulano, manon sono,valori reali. Lo psichiata George Dumas riferisce d un tal Victor,capitano dell'esercito francese e appartenente a una .amigliatradi-zionalmentelegata al culto de17a gloire e della patrie, il quale neisuoi eccessi maniaci si abbatteva al suolo, ventre atera, gridando:, alzandosi poi lentamente e guardando intornoa s con aa d sfida. Interrogato successivamente dal Dumas du-rante un periodo di remissione, gli rese questa spiegazione: .Un'altravoltal capitano Victor accolse lDumas ruggendo come un leone e roteando furiosamente gli occhi.Ecco la sua spiegazione successiva:

  • 7)6

    3. La uita religios come tecnica protettiua mediatrice di uarori

    CpJSI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO )7

    uasioni nzionalche ne abbiamoParati a superare i momenti cri-dubbio il rischio di non esserciche nelle civilt Primitive e nel

    tinuo la vita dei singoli e quellat primitive e nel mondo antico

    il rischio della presenza assume una unaiffusione tali a obbligare la civilt vatese stessa. Nelle civilt primitive e nel con-,id"t.uot. della coere fiza tec Idominio tecnico della naturacazioni ancora limitate), ma nell-ulr,

    uprorrggere la presenza dal rischio di non esserci nel mondo'O.ul,Zrig"u di questa protezione tecnica costtuisce I'o r i g i n eella vt re[gosa come ordine mitico-rituale'

    Gi ved.mmo come il rischio della presenza sia essenzialmentecostituito da una destorificazione irrelativa che si manifesta in vatimodi di inautenticit esistenziale. Il carattere fondamentale dellatecnica religiosa sta nel contfappofre a questa destorificazione irre-lativ a wadestorificazione istituzionale del divenire, cio una desto-iifiruzion fermata in un ordine metastorico (mito) col quale sienffa in fappofto mediante un ordine metastofico di comporta-menti (ritoj. Con ci offerto tn orizzonte per enlo il quale si

    alienazioni individuali e la loroi.Il caruttere dialettico del nessoella presenza eIa sfeta del sacrozadatn'oPera che ha avuto una

    norevole effcaca nel dominio della filosofia e della storia dellereligioni: tL Sgo di Rudolf Otto''i Si tratta, com' noto, di un'o-per religiosamente impegnata, e t'tlavia proprio per questo capacedi forniri indicazioni pt.rior. sul nesso in questione. Naturalmentead un patto: che la problematica cominci per no-i n-roplio l.doveRudof Otto ritiene di aver raggiunto l'ultima Thule, cio l'espe-tienza viva del nume che presente. La connotazione cafattefi-stica, profondamente inazionale, di questa presenza del nume

    2r R. Otto, Ds Heitige. ber das Inationale in der Idee des Gttlicben und sein Verbltnisszum Rtiorlen (r" ed. r9r7; r8" ed. r9z9).

    CAPITOLO PRI\4q

  • 38 CAPITOLO PRIMO

    mente alro>> e quindi il btind.ein cospetto del nume si impa_ola. Ora questo

  • 4O CAPITOLO PRIMOtecnico cmagica; asiaot imai nel u

    ^rdTe dischiude un determi_nato otizzonte umanistico, pi o meno angusto. In talguisa l,op_portunit di considerat. .om. magic.a o .J-. r.rigiosa;i putti-

    colare forma storica del sacro dipede r"r;";;; ;i gr"dJ r.r"ri""qr svluppo e o di medjazione dei valoriche_ in_quella revale il momento tecnicodella destorif ,orizzonteumanistico

    cheusto (ma non mai inesistente!) ilappropriato, quando invece rito

    #;1ft;i."1','ffi:ii;poremica currurare, arorch,1 ;:i:i: :#Seiilff:i1tfgione enuclei valori, e se ne a-vrerte ,ortuto il oil;'L.ru_mente tecnico: nel discorsostoriografico la quarificu di rugiu riti.n.un significato leqittimo solo in ,I.rrro .o.p arativo, cio per indi_care una forma di vita rerigiosa in cui Io iuiruppo .1-rd"il.nr"tecnico relativamente esteso e l'ozzonte umanistico dischiuso

    resto ampiamente confermatogrado gli elementi di confusionesi teozzamenti della scienza e

    o da mertere in guardia glia vari rivelri di coscienza e di coerenzlt:::t::l'."*hp,;t,'"t:i;vita r

    'uso di .rt.nd.r. ii;;;ji;.ii.n.(o dianche 1t1-lTptqno etico fortemente senttoemondanoperricordu,.r,ffi il;ii,i3iii:al capitolo che apre l.a Stoa d.,n'u-o d.i ;;:;, ;iri i'liroru

    a Libert>, dove si oi,r_a dell'impiego della ;;;liberale consustanz dia_lettico e storico:

  • 42 CAPITOLO PRIMOtive o estetiche della vita religiosasacro una hrazionalit destinatfico come tale. Il sacro, in quantche il pensiero storiografico puprio nessun residuo all'immedia

    renza diversa da quella dispiegata e consape-sia immanente nessuna

    uda un nucleo irri_storco alfa co ntr addttoa f . attc atia umana.ta

    CRISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 41

    e) la crisi del cordoglio assumeiduo che nella collettvt, modi

    nostra civilt solo in casi indivi-

    morte d Patroclo si manifestanon saremmo disPosti a conce-e possiamo al Pi tolletare conontadine dell'Italia meridionale

    o della penisola balcanica. Tuttavia noi qui dobbiamo analizzarcp.l"'t modi della crisi del cordoglio, cio il tischioche essa comporta quando tocca per cos dire il fondo'---

    euando Ia-cadatdefla potenza ol*epassante consuma sino inforo il suo rischio, la contiaddizione esistenziale in cui la presen-za si irretisce assume il modo esffemo dell'assenz a totale eilil; i; graazone dell' etbos della prese nza nellascarica meramente meccanica di enelgia psichica'in g."o. Ia sittazione luttuosa tale solo nell'atto o nel tenta-iir a *ascendimento formale, e d'altra pafte 1a presenza siJiriu..u da questa situazione, e si costituisce come presenza, nellamisura in cui va disPiegando 1o sfica che nel crollo comPleto delzione luttuosa si rescinde e scodilegua nel contenuto critico che nors come qualificato e 1o stesso ethos elffascendimento,i uu unrri.rindo n i meccanismo convulsivo. Di tale assenza totalein cospetto dell'evento luttuosin via di esempio, le Chansonsma talora lo stesso re Carlo, seo per notizia di motte, cio

  • 44 CAPTTOLO PRrMo

    la gisent li cbealier pasnzQ, centomila franch alla morte di Rolando(cent ruilie Franc s'en pasrnent contle tere).2iL'assenza totale rappresenta il limite estremo della crisi del cor-

    doglio: ma al di qua d tale limite stanno trttaviadeterminate inau-tenticit esistenziali della presen za, caratterizzate dahecedere verso

    nuto>, ovvero di u te quella pre-senza che sarebbe formalmentela situazione. In p todistruttivosi accompagna al sentimento patologico di una miseria o anche diuna colpa smisurata che pu ricevere nella coscie nza vae moti-

    25 cfr. o. zimmermann, Die Totenklge in den altfranzsischex chansons de geste (Berhnor899) pp. 9 sgg.

    26 Eur., AIc,, vv. 86r-864.

    CilSI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 45

    Del pari nelle Troiane Ecttba che gace a terra annientata' prima"[;;;^;e*^re la lamentazionepro''nzia analoghe pafgl: di smar-i;.;fr. .o tacere? lChe cosa non tacere? I Su che la-

    di > alle rappresentazionrelative a questo suo conte-

    21 Eu-., Ttoiane, vv. rro sg, Nmomento di smarrimento diventatodico, che spero?) nel lamento funebrdel lamento funebte lucano.

    4

    I

  • 46 cAPIToLo PRIMonuto, oggettivandole nel valore, comincia essa stessa a diventareil vuoto olre, e quindi la *isi, dell'oggetto. possibil. J.drr..,assumendo questo criterio ermeneutic, le vari esperienze mor-bose che nascono dal rapporto non autentico col cadvere in quan-to centro emozionale della situazione luttuosa. Il cadavere appareuna : infatti esso tende a sottrarsi alrapitenzaformale, e il suo

    - che solo per entro il rapporto iormul.

    si determina -

    sta diventando .,urrto,r. Il cadavre uppur. ,r.u: innatti, per mancan za di determinazione, i suo limiti sonoentrati in travaglio, e vanno .otzando il rapporto senza trovarlo.Il cadavere una forza : infattiesso, come oggetto in crisi,rispecchia I'alienarsi della stessa energia oggettivant.,ch. I'ostileed il funesto per eccellenza. Il cadver!-: infatti, nelsuo andar olffe irrelativo e senza soluzione, ao-.mi.u caotcamente

    ambiti del reale, e al tempo stesso i picon progressione minacciosa, spiano l,oc_er farsi simbolici rispetto aI cdaverc, emultipla senza fine. I1 cadavere : infatti esso sta nella crisi dei sopravvissuti comecontenuto in cui la presenza rimasta impigrntae prigioniera, ondetorna a,riproporsi n modo inautentico nill'estranit e nella indo_minabilit della rappresentazione ossessiva o dell'allucinazione. Ilcadavere , si dbatte per i sopravvissuti nella infe-conda polarit di repulsione e attraiione: infatti il suo ,.urrdulorespinge i e di dispersione, ma al tempostesso co il rapporto, in una vicenda irii_solvente. ,r., nflu ,rrn ud.llu d..irio.r.formale, finisce col convertirsi nell'espe rienzad.l .adau.r. .r'-i-

    tti il cadavere, come oggetto ine distanze rispetto agli alti og_distanza rispetto alla ptesenza,

    . e trascinandola va con s, comeGlauca morta il padre cleonte, allorch esso volre sollevarsi ailacara spoglia:..' Quando ebbe finito di piangere e di singhiozzare, volle risollevare il suovecchio capo. Ma come lder ai rz,mi d,iloro, ..to p..ro.r.i p;pl; hg_gero: cefcava di rimettersi in piedi, ed essa, in senso inrierso, 10 tr'uti.r.rru.Tirava con violenza? Le sue vecchie carni i strappavano u1. orru. rrrrirr.

    CISI DELLA PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLIO 47

    .,i rinunci e rese I'anima, impotente ad avet ragione della sciagura. Giac-

    '"ilrrl; fth ; f ;c.hio pud.e, lato a lat - catastrofe atta per ali'tetare II Planto'-"

    28 F;ut., Medca, vv. r2o5'2o.

  • Y-48 CAPITOLO PRIMO

    5. Di alcane teorie psicologiche del cordoglio

    2e La descrizione del caso si trova in p. Janet, L,tat mental des hystriques (3^ ed. ryzj)pp. 55 sg.'0 P. Janet, De I'agoisse I'extase, vol. z, pp. 1.5o, 367; cfr. p. zgr.

    CRTSI DELLA PRESENZA E CRISr DEL CORDOGLIO 49

    le non costituisce in s malattia se attaverso di essosi facilita il compito di >. D'altrapre sa Patologcaperch che si compe attraversoil cordoglio come lavoro: e qualsiasi ritardo non sar ma ecces-sivo n qualsiasi anticipo prematuro (cio non si tratter n dirftardo n di anticipo, ma semplicemente del tempo giusto) se I'unoo I'altro ridischiuderanno gradualmente il vario operre culturalecompromesso dalla crisi. D'altta parte proptio il Janet, a propo-sito della malata gi precedentemente ricorata, e nel tentativodi spiegarne il comportamento patologico che abbiamo sommaria-mente descritto, mette in rilievo come il tratto morboso pi salientefosse l'arresto della personalit alla sittazione luttuosa, e la suc-cessiva incapacit di :i1 il che significa che la ctisi del cotdoglio tale nella misura in cui spezzala della vita spirituale, asser-vendola alla tirannia di uno stato psichico isolato che sta senzafluidit e che fonte di inautenticit esistenziale. Relativamentepi impegnata e complessa di quella del Janet la teoria psico-analiticadel cordoglio, che fu inaugurata dal Freud nel suo scrittoLutto e melanconia (tgrl). Il Freud volle scorgere una differenzafra il cordoglio e la melancolia per il fatto che

  • 51

    CAPITOLO PRI\4o CISI DELL PRESENZA E CRISI DEL CORDOGLI

    ,7 S. Freud, no' -c:,:'^:Abraham' Inttoiektion

    in dennormaten :':i:::,:tr:' :r::i:::::eescbichte det Lib

    r8 Abtaham

    5o

    il cordoglio si riferisce la m.lan"colia in rapporto con una pefdita

  • 52 CAPITOLO PRIMO

    nei parricidi: , dando luogoa un conflitto endopsichico fra > e , e quindia una fase di depressione melancolica, con relative autoaccuse eartoflagelTazioni. Il conflitto fu sciolto merc la sua proezione all'e-sterno, cio dando sfogo alle tendenze parricide che continuavanoad operare, ma volgendole a un oggetto sumogato, co al nemico,che era mangiato e divorato in una spedizione guerresca. La fasemaniacale chiudeva cos la fase melancolica, proprio come nellapsicosi maniaco-depressiva: e i rtuali funerari primitivi sembra-vano ad ogni morte ripetere questa vicenda, sia pure in forma abbre-viata, poich il periodo di lutto si chiudeva in essi molto spessocon una spedizione di >, o con un'orgia sessuale o ali-mentare. Allo stesso modo la zoofobia e il totemismo sarebberostati un alffo modo di proiettare all'esterno, in questo caso sull'a-nimale, il conflitto interno.ie

    Pi recentemente Melanie Klein ha ripreso il problema del cor-doglio al di fuori delle istanze prevalentemente etnologiche cheavevano indotto il Rheim a formulare la sua interpretazione. Perla Klein ogn lutto rinnova in generale il bisogno di resraurare den-tro di s la persona amata e perduta, cos come avevano gi dettoil Freud e I'Abraham: ma al tempo stesso ogni lutto mette in peri-colo gli oggetti amati per primi

    - in ultima analisi i > -

    e pertanto obbliga a restaurare in s anche il mondo in-terno, che sta perdendo il suo equilibrio e sta andando in rovina.Il cordoglio un lavoro che provvede a questa duplice restaura-zione: ma vi provvede riattivando e ripetendo

    - sebbene in di-

    vetse circostanze e con dverse manif.estazioni -

    gli stessi processimanaco-depressivi che sono propri dell'epoca infantile. Il lavorodel cordoglio non riesce quando la persona non ha potuto stabilirenella sua inanziai suoi interni >, e affronta perciI'evento luttuoso gi in condizioni di insicurezza e di squilibrio.ao

    Le teorie psicoanalitiche del cordoglio hanno in comune il limitefondamentale di restare essenzialmente al di fuori della grande tra-dizione culturale che riconduce il lavoro del cordoglio al

  • 54 CAPITOLO PRIMO

    Cristianesimo inaugurasse l suo nuovo ethos dellavita e della morte,una delle pi importantiome culturali per combatere la crisi deicordoglio fu I'istituto del lamento funebre rituale: noi dobbiamoota analizzare come su questo punto si determinasse nel mondoantco l'innalzatsidella cultura sull'eterna insidia della natura resacieca del suo lume umano.

    a

    Il lamento funebre lucano

    t . G iustificazione me to d'o lo gi'ca d'e lla pres ente i'ndagine etno grafica

    erca storico-teligiosa sull'an-to"

    ""u sezione folklorica di

    tico. SemPre iantico concorfeminati risultatimitico-rituali delzonti formali come degli affetti,Ia

  • 57i6 cprTol-o sEcoNDo

    Ora le istanze documentarie di cui pu giovarsi 1o srorico dellamento antico per ricostruire questa vicenda diliberuzione sonosenza dubbio molteplici. Innanzi tutto sta la documentazioneantica, e cio il copioso materiale offerto dalle letterature religiosedell'Oriente vicino, le elaborazioni poetiche che in Grecia ilIamento ricevette nell'Eos, nella tragedia e nella lirica della morte,i rifetimenti di scrittori, eruditi e letterati greci e romani, gli accenniindiretti della legislazione funer atia in Israele, in Grecia e a Roma,e infine I'arte funeraria cos ricca, soprattutto in Egitto e in Gre-cia, di scene di lamentazione. Tuttavia ai ini della ricosruzionedel lamento come tecnica la documentazione antica presenta deilimiti definiti, che \e ntegrazioni comparative non possono supe-rale senzalasciare troppo margine all'immaginazione. Cos i lamentiche ci ha conservato l'epos o la tragedi a o lalirica della morte sonog ormai letteratura e poesia, non rito in azione, e non agevoleraggiungere il lamento come rito partendo dalla sua elabonzioneletterua e poetica. Sommari sono i riferimenti di scrittori che occa-sionalmente , e da varipunti di vista, ci hanno lasciato qualche noti-zia sull'argomento, e ancor pi sommari i dati della legislazionereligiosa e civile, che ovviamente non si propone di descrivere lalamentazione, ma soltanto di regolarne e limitarne gli eccessi. L'attefigurativa rispecchia senza dubbo il rito in azione, ma fissata nelsuo momento mimico, e anche qui secondo le ragioni dell'arte enon dell'etnografia.

    Al contrario i relitti folklorici del lamento antico ci permettonoancor oggi di sorprendere I'istituto nel suo reale funzionamentoculturale: e ci che la documentazone anticaci lascia soltanto inta-vedere o immaginare, cio il lamento come rito in azione,la docu-mentazione folklorica ce 1o pone sotto gli occh in tuttala sua evi-denza drammatica, offrendoci in tal modo non sostituibili oppor-tunit di analisi. Ttttavial'irnportanza euristica del materiale folk-lorico ai fini della ricosmuzione del lamento funebre antico daammettere soltanto entro limiti determinati, oltre i qual la docu-mentazione antica torna ad assumere tutto il suo valore decisivo.

    duto Potrebbe infatti conside-mt dtt'mtnto diretto dell'an-a annior sono' o le cortisPon-

    nella misura in cui si accomPa-t to'u di quel mondo sarebbe

  • 5q

    CAPITOLO SECONDO LAMENTO FUNEBRE LUCANO

    insufficienza ditisoluzione che

    della crsi del cor-zone del rnomento

    tiva' S consideri Perce, che una ceftaLoPardi - vuolecasione di morte:

    I' ti:i"""'qu o none? -;tu ' )ne'i'ter e,Or sache siVien< are'ca la

    Dal punto di vista del ricercatore di p

    di Amatrice un til Manzoni e il Cronel mondo nticoIizzabilePetch tacnel rito, e cos conon si tratti di unche evento di moril difetto di ques

    1 Croce, Conuetsztoni titiche' setie z' pp' 246 sg'

    58

    modeste il processo di circolazione continu anche dopo I'avventoel Cristianesimo (e dell'Islamismo), come mos*ano per esempoi lamenti antico-prov enzali e quelli della Chansons de geste e ln;;;;r; i va plictus meievalidi origine letteraria composti perf,.rrotuggi importanti e destinati ad essere pubblicamente eseguitiir, ,nrniit azionicollettive di cordoglio: n infine vanno dimen-,i.u,.

    - sempre in epoca cristiana - le trasposizioni religiose nel

    Planctus Maiiae e nelle passioni popolari'-

    itttaviaanche se il lamento fut.br. folklorico ha perso il nesso

    ".s;i;; ;;r, i grundi temi delle civilt religiose del mondo antico,

    n.h. s. i sui orizzonti mitici sono prtcolarmente angusti eframmentari, esso pu fornire acota, almeno nelle aree di migliore-.^fr;;;;;e,

    utiii indicazioni per ricos*uire la vicenda rituale.L., t.l .""d antico, strppava a[a crisi senza otizzonte e reinse-;i;;;;1 ;"ndo della ."lt"t' Se pertanto noi vogliamo intendeteptoprio questo

    -orn*ro tecnico del lamento come c o n t r o 1l o;i;"1 e d e 1 p a t i r e, dobbiamo rivolgerc ai atifolklorici attuahal fine di integiare su questo punlo la documentazione antica'--

    n.r, oru iugiustifiare mtodologicamente la necessit docu-mentaria della rlcerca etnografic a daoi personalmente condotta,;iil;;. funebre Lr.uno."Tule necessit stata imposta dalatto;h*;;;". rale,ladocumentazione folklorica esistente non stata;;;"1;"";;; tirpo"a.r. alle nostre domande. In particolare la mag-no, ouri. di essa orientta a considerare il lamento funebte non;;;;il;;. r i f" .fr. assolve una determinata funzione risolutticerisoetto ai rischi della crisi del cordoglio, quanto-piuttosto come.";;;" i f o.ria popolare. Ora da osservare chen.liur.o che il lu-'.nto f,rrt.b.. percorre dalla dispersione. dellacrisi alla reintegtazone culturale pu certamente accadere che sia."ggi""i" un oizzonte poetico: T1, il primo luogo, tale otizzonteprr"a'.rr.r. raggiunto al di fuori del rito in azione e indpendente-mente du.rrJl.om u..ud. per le lamentazionidi origine e di ela-bo.urion. letteraria),ed in scondo luogo l'orizzonte poetico non l'unico orizzontelormul. che il lamento pu raggiungere' poi-.lr.1*mpio la plasmazione-pu mantenersi nella sfera etica.i.'.-ori . d.gii afetti,o fr valere determinati interessi di;;;rgr; sociale, e".or via. La considerazione letteraria ed este-ii.u dt lamento funebre, per quanto legittima, presenta pertanto

  • FT6t

    6o CAPTTOLO SECONDo

    gli sta davanti un testo che individua liricamente I'eterno temai r.rnu realt che non pi, e che tuttavia si vorrebbe che fosse.L'ottava di Amattice c^nta infatti I'amore di una donna, di unagiovane popolana abr chequalche cosa di irrep sereanche non una morte Par-tenza, una lontananza, o semplicemente la scoperta tardiva di unamore che ormai I'altro non potr pi accoglere, onde il penti-mento e lo struggimento per aver perduto per sempre, allora, ilmomento unico, irrepetibile, della propria felicit di donna. Que-

    menti che possano aiutarlo a risolvete il suo proprio problema, che appunto il lamento come r i t o.'

    Il caso dell'ottava di Amatrice un caso limite di un certo otien-tamento dominante nella documentazione folklorica rclativa allamento: orientamento determinatosi per tagioni storiche alle quali opportuno accennare. Dopo la monografia del Baruffaldi e leannotaziont erudite del Murato ti, l' attenzione della moderna scien-za del folklore u attrattr- verso il lamento funebre nel peno del-I'interesse romantico per la poesia popolare, e pertanto serba letacce e anche i limiti degli idoleggiamenti e dei fanatismi che siaccompagnarono a questo momento della sensibilit romantica.

    2 Prendendo Ctoce, Con-oenazioni ctiche ere la Poesiareligiosa nel suo Peltanto ditenr conto delle labbra, e di

    bile' e al temPo stessaltezzePoetiche, ori

    rp.Mrime, colomba(r84o)spec' t.^nn'io,rt,ilrri,greci(yeneziar84r)vol. z,p.6za N. Tommaseo , Canti popokti toscani' cotst'

    t

    5 tbid.6 Ibid., p, 64

  • 763

    6z CAPITOLO SECONDQ

    gorovius, ricotdando le pi famose voceratrici crse, come MarioladellePiazzole e Clorinda Franceschi di Casinca, non esitavaapara-gonarle a veggent e a Vellede , e a portate molto in alto la poeti-cit delle loro lamentazioni: .' E pi oltre:

  • 65

    64 CAPITOLO SECONDO

    estranee al defunto ne tessono il panegirico.ls Ota da osservarsche cos estrema oscillazione del giudizio nasceva da un grovigliodi equivoci che non staremo qui a disticare, tenendoci paghi d1aver segnalato I'equivoco, a nostro avviso fondamentale, e ciola mancata distinzione tra il lamento come tecnica del piangereed il lamento come eventuale risoluzione lirica del patire.

    Non diversamente stanno le cose se ci volgiamo alla maggiorparte del matetiale documentario proveniente da alte aree folk-loriche europee. Cosl per esempio il Barsov nei suoi due volurnidi lamenti della Russia settentionale sfrutt in modo particolareil patrimonio letterario di una lamentatrice di Kasaranda (Olone),kina Fedosova, che fu sostanzialmente considerata come poetessapopolare di straordinario talento.16 Analogamente la raccolta deirupo).1 neogreci eseguita dal Passow consiste in un sempliceelenco di testi letterari di lamenti, senza alcun riferimento alla loroesecuzione nel rito.lt All'estremit occidentale del continenteeuropeo, nella pensola iberca, considerazioni dello stesso generevalgono per le endechas.tt

    La mancata dstinzione fra lamento come tecnica del piangeree lamento come tisoluzione lirica del patire ha promosso una docu-mentazione folklorica che, se pu essete sufficiente per il cultoredi poesia popolare e per 1o storico della letteratura, presenta limitimolto gravi per 1o storico del lamento funebre come rito. Appuntoperch in tale documentazione prevale l'intetesse letterario del rac-coglitore, si in generale proceduto alla raccolta di testi di lamen-tazione nei quali gl accidenti di esecuzone o sono stati delibera-tamente eliminati, o sono accennati come elementi secondari (pettacere della possibilit che il testo in questone sia soltanto unacomposizione letteraria, magatilavorata nello stile delle lamenta-zioni tuali, ma senza essere mai stata effettivamente impiegata

    15 S. Salomone-Marino, Le rcpiltatrici in Sicilia nell'et di mezzo e nodcma (Paletmo 1886)p. 8. Anche Giuseppe Ferraro.

    16 Sul Barsov e sulle altre raccolte di lamenti russi da vedere il lavoto complessivo diE. Mahler, Der russische Totenklage (Lipsa r935).

    17 A. Passow, Populaa Cartnina Grccie rccentioni (Lipsia r86o) pp. 257-88.18 Sul1a considerazione ptevalentemente letteratia delle endecbas si veda Carolia Michalis

    de Vasconcellos, Catcioniero da Aiud (Halle a. S. r9o4) vol. z, pp. 8s+-s8; I.Amador delos Rlos, Histoa ctica de la litertura espaola, vol. 4, pp. 425 sg.; R. Menndez Pidal, Sobreprimitiua lrica espola, Cultura Neolatina, vol. 3, zo7-t7 G943).

    . MENTO FUNEBRE LUCANOtLLu'-' re calato - o al-distinguono dalla

    te di lamenti fune-riferimento moltoto accomPagfiatoala,Ia documenta-

    'ecso su questo Punto;ha per caratterrstica dominante'il dram-

    rso dal pu'o"i'^o iniziale della crisi'che notizie su questa dinamica't'i'i ti tordgfo; mentre il," *oJi vtrbali traizionali'

    a renderci conto conoDorto fra elementiiott. . il significato

    di questo rapqor:o: mr contesto di titornel-

    li emotivr pe.odlcr, tu '::r^;:;l"i,r'lrl:ili;n"11. ttutttizionieffe ,t . rr^titisultano

    fLarit

    dici condotti ecc', mil che esPone ovvlnon si sa quanta parte sia stata omessa

    o rltoc

    meglio ,i dir.bbtfi;;'"hb" nzio.;ifolkloriche nate dal com-

    "t.tli" fra raccoglitori e informatori'

    S e I' o rient a_.ili.";bi;;; ef init o ro mantico limit ava I' uti

    rizzazione"i ,r"ri.ili"idi buona parte della documentazlone esl-

    ;;.*=;. ne rendev 'intetPretazronedel lamento 'o-' :::ilit1:i:ili

    inta del Positivismo'-folklore' Qui il lame

    possibile ,ti"ttg'uto n9l1a 11, ]i:::-d" tiesecuzione ,o'p''u in oiuo dall'etnografo'

  • 6766 cAprTol-o sECoNbO

    cui s canta un verso ele vaazioni relatve. Nella rascrizione dei

    Tuttavia anche un materiale documentario cosr coscienziosa-

    e dello stesso) pp. z8o sgg.a dell'Istituto

    funebre antico'

  • 69

    68 CAPITOLO sEcoNDo

    z. Osseruazioni sul metodo di rccolta

    Il lamento funebre lucano come relitto del lamento antico tut-tavia utilmente esplorabile ai nostri fini solo entro limiti ben defi-nit. per esempio inutile chiedere a questo documento di illumi-narci in qualche modo sui granditemi mitici, che, nel mondo antico,davano orizzonte alla lament azione rituale e la ricollegavano permille ffi al plesso della restante civilt religiosa. Senza dubbio ancheil lamento funebre lucano ha il suo proprio orizzonte mitico, rncos angusto e sconvolto dalla millenaria storia cristiana, che benpoco resta di uilizzabile per una comparazione feconda. Il titoappare invece molto pi conservatore, ed esplotabile quindi conmggior profitto, per quanto anche qui occorre procedere conestrema cattela. Vi per un rapporto particolare sul quale la docu-mentazione antica avara di dati e di infotmazioni, e che inveceil lamento funebre lucano (come del resto ogni lamento folkloricoutilmente osservabile) aitta a chiarre: stratta del rappotto fra pet-dita della presenza, cisi del cordoglio e r i t u alit della lamen-tazione funebre. I modi della crisi del cordoglio nel mondo conta-dino lucano, e soprattutto frale donne, si awicinano sensibilmenteai modi spettacolari della crisi del cordoglio nel mondo antico,quando la civilt ctistiana non aveva ancotainaugurato il suo nuovoordine nel dolote e nel pianto. La presente indagine si proponepertanto di esaminare, come in un mondo ancora osservabile, ilrito della Iamentazione si innesta nella ctisi, e come assolve ancotala sua funzione culturale riparatrice e reintegratrice; una indaginedunque che non fine a se stessa, ma che deve fornire almenoutili stimoli per ricostruire I'analogo rapporto nelle antiche civiltreligiose del Mediterraneo.

    Il cantterc fondamentale della domanda a cuila ricerca dovevarispondere, orient, com' naturale, il metodo di lavoro. Fu datoun posto pteminente all'osservazione diretta del lamento in azione,bandendo completamente ogni ricerca per procura, su questionarspediti e rempiti da informatori locali;'o le informazioni sul la-

    20 Con una sola eccezione per i comuni di Betnalda, Montalbano e Ctaco che furono visi-tati da una nostra allieva dell'Universit d Roma, la signorina Luciana Tedesco'

    LMENTOFUNEBRE LUCANO

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    Golfo diPolicastto

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    Matelonio

    Lucania

  • 77

    7o CAPITOLO SECONO

    mento furono direttamente ractutto le persone ancora impegntanto in casi eccezionali inforestranei al rito stesso. Le ossertipetuti e lunghi soggiorni nei vicamente copfe tutta la regione Ilaggi di Castelsaraceno, Clvera,sinni, Colobraro, MontalbanoBernalda, Femandina, Grottoletrapertosa, Avigliano, Ruoti e Scomune per comune, con tutti ile caratteristiche differ enziali era non necessaria in considerazione

    :",'.iii3::i.Tl'.11;ionalismo (Pistcci, Avigliano), o pg

    la loro aftetratezza e il loro isolamento (castelsarac.tr, sun catal-do), o per la loro disseminazione geografica. Nella raccolta del mate-riale si tenne sempre conto che il documento non era costituitodal testo zione ma dal lamento in azione,cio nel S e e melodico, sorpreso nella dina-mica del I decesso allaintsmazione, e nellaitenzione successiva in date canonic