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Depliant città del liri

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Brochure illustrativa dei siti di archeologia industriale della città di Isola del Liri. Realizzata dal Comune di Isola del Liri con il Liceo Scientifico "Leonardo Da Vinci" di Sora

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Città del Liri - 1

Comune di

Isola del Liri

Il Comune di Isola del Liri insieme con il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” di Sora presenta il progetto “Le città del Liri” che ha realizzato, oltre all’opuscolo, il sito www.cittadelliri.it dove poter trovare, le notizie della città, la storia, i lavori svolti ed i programmi ancora da svolgere.

Isola del Liri è un paese ricco di storia e di cultura, con una struttura naturale che ne fanno un caso caratteristico ed unico nel suo genere. Il progetto che è stato sviluppato riflette l’esigenza di approfondire e trasmettere la conoscenza del territorio con le sue peculiarità, le sue bellezze naturali.

Il lavoro svolto è frutto di una sinergia tra la realtà della scuola ed il mondo del lavoro negli Enti Locali.

Un programma concordato tra il Comune di Isola del Liri (FR) ed il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” di Sora (FR) che ha avuto il contributo della Regione Lazio che, nell’ambito dell’avviso pubblico del novembre 2013, lo ha ritenuto valido e, quindi ne ha approvato il finanziamento grazie al quale il progetto ha preso vita grazie alla professionalità di docenti del Liceo ed esperti del settore che hanno profuso la loro conoscenza, accompagnando i giovani in questa esperienza che ha prodotto un importante lavoro.

Il Commissario Straordinario delComune di Isola del LiriDott. Stefania Galella

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Città del Liri - 1

Comune di

Isola del Liri

Il Comune di Isola del Liri insieme con il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” di Sora presenta il progetto “Le città del Liri” che ha realizzato, oltre all’opuscolo, il sito www.cittadelliri.it dove poter trovare, le notizie della città, la storia, i lavori svolti ed i programmi ancora da svolgere.

Isola del Liri è un paese ricco di storia e di cultura, con una struttura naturale che ne fanno un caso caratteristico ed unico nel suo genere. Il progetto che è stato sviluppato riflette l’esigenza di approfondire e trasmettere la conoscenza del territorio con le sue peculiarità, le sue bellezze naturali.

Il lavoro svolto è frutto di una sinergia tra la realtà della scuola ed il mondo del lavoro negli Enti Locali.

Un programma concordato tra il Comune di Isola del Liri (FR) ed il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” di Sora (FR) che ha avuto il contributo della Regione Lazio che, nell’ambito dell’avviso pubblico del novembre 2013, lo ha ritenuto valido e, quindi ne ha approvato il finanziamento grazie al quale il progetto ha preso vita grazie alla professionalità di docenti del Liceo ed esperti del settore che hanno profuso la loro conoscenza, accompagnando i giovani in questa esperienza che ha prodotto un importante lavoro.

Il Commissario Straordinario delComune di Isola del LiriDott. Stefania Galella

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Città del Liri - 32 - Città del Liri

Il Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Sora, nell’ambito della più

generale progettualità e dopo una prima esperienza molto positiva di

stage estivo che ha visto alcuni alunni effettuare una attività di

alternanza scuola lavoro, nei mesi di giugno e luglio del 2012 e 2013,

presso gli Uffici Tecnici del Comune di Isola del Liri, ha accolto con

grande entusiasmo la proposta della Dott.ssa Campagiorni.

Grazie alla disponibilità e alla professionalità dei suoi docenti e alla

volontà di conoscere, approfondire e indagare che anima i suoi alunni, il

Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” ha potuto e saputo fornire un

contributo di qualità al progetto “Città del Liri”.

La sinergia tra scuola, Comune di Isola del Liri e professionalità della

società civile, ha permesso di realizzare un progetto che, oltre a

rispondere pienamente agli obiettivi didattici e culturali comuni, ha

saputo stimolare nelle ragazze e nei ragazzi il senso del rispetto e della

salvaguardia di un territorio ricco di storia, di natura e di arte.

Il Dirigente ScolasticoProf.ssa Orietta Palombo

Salone dei balli Castello Boncompagni Particolari degli affreschi delle pareti e soffitto

Indice

Introduzione Comune Isola del Liri pag. 1Introduzione Liceo Scienti�co Sora pag. 2Le origini pag. 4 - Isola del liri le origini del nome pag. 5 - Inizia l’era della industrializzazione del territorio pag. 8Giustiniano Nicolucci pag. 12

Città del Liri I siti di Archeologia Industriale pag. 13 - Cartina di Isola del Liri pag. 14 - La Cartiera Boimond pag. 16 - La Cartiera Meridionali pag. 18 - La Cartiera Lefebvre pag. 20Il territorio e l’ambiente pag. 23 - Il territorio della Ciociaria pag. 24

Il Progetto Città del Liri pag. 26Bibliogra�a e Credits pag. 27

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Città del Liri - 32 - Città del Liri

Il Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Sora, nell’ambito della più

generale progettualità e dopo una prima esperienza molto positiva di

stage estivo che ha visto alcuni alunni effettuare una attività di

alternanza scuola lavoro, nei mesi di giugno e luglio del 2012 e 2013,

presso gli Uffici Tecnici del Comune di Isola del Liri, ha accolto con

grande entusiasmo la proposta della Dott.ssa Campagiorni.

Grazie alla disponibilità e alla professionalità dei suoi docenti e alla

volontà di conoscere, approfondire e indagare che anima i suoi alunni, il

Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” ha potuto e saputo fornire un

contributo di qualità al progetto “Città del Liri”.

La sinergia tra scuola, Comune di Isola del Liri e professionalità della

società civile, ha permesso di realizzare un progetto che, oltre a

rispondere pienamente agli obiettivi didattici e culturali comuni, ha

saputo stimolare nelle ragazze e nei ragazzi il senso del rispetto e della

salvaguardia di un territorio ricco di storia, di natura e di arte.

Il Dirigente ScolasticoProf.ssa Orietta Palombo

Salone dei balli Castello Boncompagni Particolari degli affreschi delle pareti e soffitto

Indice

Introduzione Comune Isola del Liri pag. 1Introduzione Liceo Scienti�co Sora pag. 2Le origini pag. 4 - Isola del liri le origini del nome pag. 5 - Inizia l’era della industrializzazione del territorio pag. 8Giustiniano Nicolucci pag. 12

Città del Liri I siti di Archeologia Industriale pag. 13 - Cartina di Isola del Liri pag. 14 - La Cartiera Boimond pag. 16 - La Cartiera Meridionali pag. 18 - La Cartiera Lefebvre pag. 20Il territorio e l’ambiente pag. 23 - Il territorio della Ciociaria pag. 24

Il Progetto Città del Liri pag. 26Bibliogra�a e Credits pag. 27

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Città del Liri - 54 - Città del Liri

L’origine della città di Isola del Liri è stretta-mente legata al fiume Liri. In ogni caso non si conoscono dettagli certi risalenti all’epoca che va dai primi segni di civiltà su queste terre a qualche millennio prima di Cristo. Nei tempi che precedettero la formazione di Roma, l’Isola divenne sede dei Volsci. Isola, nonostante la scarsità di ritrovamenti archeologici, doveva essere un centro abitato di notevole importanza a giudicare dalla necropoli volsca, scoperta nella località "Nazareth" nel 1886, durante gli scavi per la ferrovia. Nella necropoli furono ritrovati una cinquantina di sepolcri consistenti in fosse rettangolari e vasi di terracotta, armi, bronzi e crani umani, che l’antropologo Giustiniano Nicolucci, isolano, studiò e classificò.

Villaggi più antichi erano situati sul colle San Sebastiano, in località Fòrli (Forulum) e su Monte Montano a controllo dei percorsi lungo il fiume Liri. In epoca romana questa zona divenne un importante punto di passaggio, di sosta e di mercato, sia per la strada che conduceva per Fregellae, sia per la strada che da Sora si dirigeva verso Cereate e Veroli. Testimoniano la presenza di questi centri i materiali arche-ologici ritrovati, nella zona di Fòrli, databili in genere al I sec. a.C. (iscrizioni funerarie, un cippo "a pigna", tombe alla cappuccina, ecc.). L’Isola volsca, appartenente allora all’agro romano, dovette subire le stesse vicende della vicina Arpinum, che sul finire del IV sec. a.C., troviamo insieme a Sora, alleata dei Sanniti contro i Romani. Le due cittadine, in seguito, furono conquistate e sottomesse definitivamen-te, nel 305 a.C., al dominio di Roma. Sicuramente il sistema viario locale rimase agibile almeno fino al IV secolo d.C., poiché si conserva nell’abbazia di San Domenico un cippo miliare, risalente a Massenzio, del 306-312 d.C.. Da questo momento su questa zona non si hanno più notizie.

Dalla storia medievale si hanno, di nuovo, docu-mentazioni, che attestano le origini del nucleo abitativo del centro storico di Isola. Intorno all’anno 1010, il gestaldo di Sora ed Arpino, Pietro I° Rachis, dette la giurisdizione di questo territorio ai suoi figli; da essi ne derivò, probabil-mente, la già citata denominazione di "Insula Filiorum Petri" che Isola conservò fino all’Evo Moderno. Fu questa l’epoca in cui Isola si stacca completamente da Arpino e comincia ad avere una sua vita civica.

Isola del Liri: le origini del nome

Il nome di Isola del Liri deriva dal sito in cui si è sviluppato il centro abitato: un'isola formata dal fiume Liri. Il primo nome registrato della città fu Insula Filiorum Petri, cioè Isola dei figli di Pietro, gastaldo (amministratore territoriale) di Sora. In realtà già in un documento del 1004 si registra una località nel contado sorano denominata Colle dell'Isola. Nell'uso comune e nella cartogra-fia fu sempre Isola, talvolta con la specificazione di Sora, perché strettamente legata alla città vicina, di cui seguì le sorti fino all'età napoleonica. A seguito dell'unificazione nazio-nale, nel 1863 Isola divenne Isola presso Sora per poi ottenere nel 1869 il nome attuale.

1862 Antica veduta di Isola del Liri

Le origini Isola del Liri - Ernest Fries (1801-1833) Neue Pinakothek di Monaco

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Città del Liri - 54 - Città del Liri

L’origine della città di Isola del Liri è stretta-mente legata al fiume Liri. In ogni caso non si conoscono dettagli certi risalenti all’epoca che va dai primi segni di civiltà su queste terre a qualche millennio prima di Cristo. Nei tempi che precedettero la formazione di Roma, l’Isola divenne sede dei Volsci. Isola, nonostante la scarsità di ritrovamenti archeologici, doveva essere un centro abitato di notevole importanza a giudicare dalla necropoli volsca, scoperta nella località "Nazareth" nel 1886, durante gli scavi per la ferrovia. Nella necropoli furono ritrovati una cinquantina di sepolcri consistenti in fosse rettangolari e vasi di terracotta, armi, bronzi e crani umani, che l’antropologo Giustiniano Nicolucci, isolano, studiò e classificò.

Villaggi più antichi erano situati sul colle San Sebastiano, in località Fòrli (Forulum) e su Monte Montano a controllo dei percorsi lungo il fiume Liri. In epoca romana questa zona divenne un importante punto di passaggio, di sosta e di mercato, sia per la strada che conduceva per Fregellae, sia per la strada che da Sora si dirigeva verso Cereate e Veroli. Testimoniano la presenza di questi centri i materiali arche-ologici ritrovati, nella zona di Fòrli, databili in genere al I sec. a.C. (iscrizioni funerarie, un cippo "a pigna", tombe alla cappuccina, ecc.). L’Isola volsca, appartenente allora all’agro romano, dovette subire le stesse vicende della vicina Arpinum, che sul finire del IV sec. a.C., troviamo insieme a Sora, alleata dei Sanniti contro i Romani. Le due cittadine, in seguito, furono conquistate e sottomesse definitivamen-te, nel 305 a.C., al dominio di Roma. Sicuramente il sistema viario locale rimase agibile almeno fino al IV secolo d.C., poiché si conserva nell’abbazia di San Domenico un cippo miliare, risalente a Massenzio, del 306-312 d.C.. Da questo momento su questa zona non si hanno più notizie.

Dalla storia medievale si hanno, di nuovo, docu-mentazioni, che attestano le origini del nucleo abitativo del centro storico di Isola. Intorno all’anno 1010, il gestaldo di Sora ed Arpino, Pietro I° Rachis, dette la giurisdizione di questo territorio ai suoi figli; da essi ne derivò, probabil-mente, la già citata denominazione di "Insula Filiorum Petri" che Isola conservò fino all’Evo Moderno. Fu questa l’epoca in cui Isola si stacca completamente da Arpino e comincia ad avere una sua vita civica.

Isola del Liri: le origini del nome

Il nome di Isola del Liri deriva dal sito in cui si è sviluppato il centro abitato: un'isola formata dal fiume Liri. Il primo nome registrato della città fu Insula Filiorum Petri, cioè Isola dei figli di Pietro, gastaldo (amministratore territoriale) di Sora. In realtà già in un documento del 1004 si registra una località nel contado sorano denominata Colle dell'Isola. Nell'uso comune e nella cartogra-fia fu sempre Isola, talvolta con la specificazione di Sora, perché strettamente legata alla città vicina, di cui seguì le sorti fino all'età napoleonica. A seguito dell'unificazione nazio-nale, nel 1863 Isola divenne Isola presso Sora per poi ottenere nel 1869 il nome attuale.

1862 Antica veduta di Isola del Liri

Le origini Isola del Liri - Ernest Fries (1801-1833) Neue Pinakothek di Monaco

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Città del Liri - 76 - Città del Liri

La prima volta che un documento parla del Castello di Isola del Liri (Castellum Insulae), si ha con la "bolla pontificia" di papa Pasquale II, diretta al vescovo di Sora, Goffrido, nel 1100. In questo documento in pergamena, il papa elenca tutti i castelli e le chiese appartenenti alla Diocesi di Sora; fra questi figura anche il Castello di Isola, che a quel tempo si chiamava Isola di Sora. Nel Catalogo dei Baroni del Regno Napoletano, probabilment data al 1187, risulta che Roffredo di Isola e suo nipote possedevano Isola di Sora e Castelliri. All’epoca dei Normanni risalgono diversi documenti nei quali troviamo esplicita-mente nominata Isola e le Signorie vicine, per le quali combatterono Signorotti e Papato contendendosi queste terre per anni ed alternandosi nel loro dominio. Nel frattempo, Isola subiva danni dovuti a così frequenti cambi di potere, come nella contesa tra il papa Innocenzo III e l’imperatore suo figlioccio Federico II: la Contea di Sora, cui Isola apparteneva, perché si opponeva all’imperatore, pagò la sua resistenza con distruzioni a ferro e fuoco.

La storia di Isola e Castelliri, sempre coniu-gata con quella della vicina Sora, è destina-ta a rimanere ancora vittima delle lotte tra Aragonesi ed Angioini che portò, nel 1475, il ducato di Sora a Leonardo della Rovere e a Giovanni d’Aragona della Rovere. Altri documenti, principalmente di carattere religioso, contenenti notizie inerenti Isola e le Signorie vicine sono databili in epoca Normanna in cui Papato e Signorotti si contendevano il dominio del suddetto territorio; di conseguenza Isola ne risentì dal punto di vista economico e i danni legati ai continui cambi di potere furono

tutt’altro che lievi, come nella contesa tra il papa Innocenzo III e l’imperatore, suo figlioccio, Federico II, in cui la Contrada di Sora data la sua opposizione all’ Imperato-re, pagò la sua resistenza con distruzioni a ferro e fuoco. La storia di Isola, sempre congiunta con quella di Sora, è destinata a restare oggetto di contese territoriali fino all’anno 1580 in cui Giacomo Boncompa-gni, marchese di Vignola, figlio del papa Gregorio XIII, acquistò il ducato di Sora per 100.000 scudi d’oro.

Jacquotet Villain, litografia (1818)

Da questo momento in poi si registrerà un periodo di grande benessere, pace e progresso; lo stesso Castello di Isola, grazie alla sua posizione naturale, fu scelto, già dal primo duca, come residenza abituale della corte e della famiglia. I Boncompagni impiantarono, inoltre, una rameria e una fabbrica di panni di lana nella contrada che prese il nome di Gualcatoio ( oggi Valcato-io); nella località Carnello sorse una cartie-ra, azionata dalle acque del Fibreno. Ai Boncompagni si deve anche la costru-zione de numerosi impianti a carattere religioso quali: il Convento dei Francescani ( trasformato, agli inizi del secolo XIX, nella Cartiera del Fibreno), la cappella di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa di S. Lorenzo. I Boncompagni domineranno Isola fino al 1796, anno in cui passò al Regio Demanio di Napoli e il Castello si chiamò Regio Palazzo, questo evento segnò l’inizio di un periodo di intenso terrore e violenze.

Anche negli ultimi anni del Settecento la situazione non migliorò; come nel resto d’Europa, si pagarono le conseguenze della rivoluzione francese e dei successivi tristi effetti del brigantaggio. Il più famoso tra i briganti attivi sul nostro territorio fu “Mammone” protagonista di uno dei più violenti episodi di insurrezione di questo periodo che si concluse con la repressione da parte delle truppe francesi verso gli insorti. Era il 12 maggio 1799 quando nella Chiesa di S. Lorenzo vennero trucidate 350 persone che avevano cercato rifugio verso la violenza francese, ma il bilancio fu ben più drastico, si parlò di una carneficina di addirittura 600 persone. I sopravvissuti alla strage tornarono a Isola soltanto nel giugno 1799 quando fu restaurato il governo borbonico. Già nel 1806 il fratello dell’Imperatore Napoleone giunse a Napoli e nel settembre del mede-simo anno gli successe Gioacchino Murat,

Scipione Pulzone: Ritratto di Giacomo Boncompagni(Wikipedia)

Particolare campanile chiesa San Lorenzo (L.Pantano)

Torre del Castello Boncompagni (L.Pantano)

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Città del Liri - 76 - Città del Liri

La prima volta che un documento parla del Castello di Isola del Liri (Castellum Insulae), si ha con la "bolla pontificia" di papa Pasquale II, diretta al vescovo di Sora, Goffrido, nel 1100. In questo documento in pergamena, il papa elenca tutti i castelli e le chiese appartenenti alla Diocesi di Sora; fra questi figura anche il Castello di Isola, che a quel tempo si chiamava Isola di Sora. Nel Catalogo dei Baroni del Regno Napoletano, probabilment data al 1187, risulta che Roffredo di Isola e suo nipote possedevano Isola di Sora e Castelliri. All’epoca dei Normanni risalgono diversi documenti nei quali troviamo esplicita-mente nominata Isola e le Signorie vicine, per le quali combatterono Signorotti e Papato contendendosi queste terre per anni ed alternandosi nel loro dominio. Nel frattempo, Isola subiva danni dovuti a così frequenti cambi di potere, come nella contesa tra il papa Innocenzo III e l’imperatore suo figlioccio Federico II: la Contea di Sora, cui Isola apparteneva, perché si opponeva all’imperatore, pagò la sua resistenza con distruzioni a ferro e fuoco.

La storia di Isola e Castelliri, sempre coniu-gata con quella della vicina Sora, è destina-ta a rimanere ancora vittima delle lotte tra Aragonesi ed Angioini che portò, nel 1475, il ducato di Sora a Leonardo della Rovere e a Giovanni d’Aragona della Rovere. Altri documenti, principalmente di carattere religioso, contenenti notizie inerenti Isola e le Signorie vicine sono databili in epoca Normanna in cui Papato e Signorotti si contendevano il dominio del suddetto territorio; di conseguenza Isola ne risentì dal punto di vista economico e i danni legati ai continui cambi di potere furono

tutt’altro che lievi, come nella contesa tra il papa Innocenzo III e l’imperatore, suo figlioccio, Federico II, in cui la Contrada di Sora data la sua opposizione all’ Imperato-re, pagò la sua resistenza con distruzioni a ferro e fuoco. La storia di Isola, sempre congiunta con quella di Sora, è destinata a restare oggetto di contese territoriali fino all’anno 1580 in cui Giacomo Boncompa-gni, marchese di Vignola, figlio del papa Gregorio XIII, acquistò il ducato di Sora per 100.000 scudi d’oro.

Jacquotet Villain, litografia (1818)

Da questo momento in poi si registrerà un periodo di grande benessere, pace e progresso; lo stesso Castello di Isola, grazie alla sua posizione naturale, fu scelto, già dal primo duca, come residenza abituale della corte e della famiglia. I Boncompagni impiantarono, inoltre, una rameria e una fabbrica di panni di lana nella contrada che prese il nome di Gualcatoio ( oggi Valcato-io); nella località Carnello sorse una cartie-ra, azionata dalle acque del Fibreno. Ai Boncompagni si deve anche la costru-zione de numerosi impianti a carattere religioso quali: il Convento dei Francescani ( trasformato, agli inizi del secolo XIX, nella Cartiera del Fibreno), la cappella di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa di S. Lorenzo. I Boncompagni domineranno Isola fino al 1796, anno in cui passò al Regio Demanio di Napoli e il Castello si chiamò Regio Palazzo, questo evento segnò l’inizio di un periodo di intenso terrore e violenze.

Anche negli ultimi anni del Settecento la situazione non migliorò; come nel resto d’Europa, si pagarono le conseguenze della rivoluzione francese e dei successivi tristi effetti del brigantaggio. Il più famoso tra i briganti attivi sul nostro territorio fu “Mammone” protagonista di uno dei più violenti episodi di insurrezione di questo periodo che si concluse con la repressione da parte delle truppe francesi verso gli insorti. Era il 12 maggio 1799 quando nella Chiesa di S. Lorenzo vennero trucidate 350 persone che avevano cercato rifugio verso la violenza francese, ma il bilancio fu ben più drastico, si parlò di una carneficina di addirittura 600 persone. I sopravvissuti alla strage tornarono a Isola soltanto nel giugno 1799 quando fu restaurato il governo borbonico. Già nel 1806 il fratello dell’Imperatore Napoleone giunse a Napoli e nel settembre del mede-simo anno gli successe Gioacchino Murat,

Scipione Pulzone: Ritratto di Giacomo Boncompagni(Wikipedia)

Particolare campanile chiesa San Lorenzo (L.Pantano)

Torre del Castello Boncompagni (L.Pantano)

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Città del Liri - 98 - Città del Liri

sotto il dominio del quale furono varate una serie di leggi, tra cui quella che elevava il dazio sull’importazione della carta e sull’esportazione degli stracci, in quel tempo unica materia prima nella produzione cartacea. Grazie alle acque della Valle del Liri, che potevano produrre forza motrice per le macchine, la cittadina ebbe una notevole importanza sotto il dominio francese, infatti questi ultimi ne colsero una terra dalle immense potenzialità, mai pienamente sfruttate.

Nel 1806 i francesi tornano nel Sud d’Italia e vi resteranno fino al 1815. Carlo Lambert nel 1809 impianta una filatura e tessitura di panni-lana nel castello Boncompagni.La prima cartiera che nel Regno di Napoli adotterà i metodi più progrediti, sarà proprio ad Isola Liri, quella allestita, nel 1812, da Antonio Beranger, nell’ex Convento di S. Maria delle Forme. Al Beranger succederà Carlo Lefebvre che porterà la macchina "senza fine", prima in Italia, ed acquistò per merito il titolo di Conte di Balsorano. Nello spazio di poco più di un ventennio, si venne così a costitu-ire, nella Valle del Liri, il più grosso centro cartario del Regno. Quando Ferdinando IV diviene Ferdinando I re delle due Sicilie segue il modello austriaco di restaurazio-ne, sostanziale immobilismo sul fronte delle riforme economiche, per cui l’assetto di Isola non risente affatto. Altri nomi

francesi si aggiunsero ai nomi di imprendi-tori di Isola: da Rossinger a Boimond, da Courrier ad Emery, solo per nominare i più conosciuti. Una società distinta e brillante animò la vita della cittadina, con feste da ballo ed iniziative culturali, che si svolge-vano nelle ville padronali, costruite nei pressi delle fabbriche, per lo più nella parte alta della città, che si lusingava di chiamarsi "piccola Parigi". Verso la fine dell’800, le fabbriche di Isola del Liri viveva-no una vita faticosa, resa difficile dalle condizioni sfavorevoli, quali il mancato ammodernamento dei macchinari, la mancanza di spediti mezzi di comunicazio-

Gioacchino Murat Re di Napoli (calabriaonweb)

Cartiere Meridionali lavorazione stracci (iconauta)

Inizia l’era dellaindustrializzazionedel territorio

ne e di trasporto e le continue proroghe all’apertura del tronco Arce-Sora, della linea ferroviaria Rocca-secca-Avezzano. Il lavoro mancava e avvenne che la Cartiera del Fibreno ,nel 1888, chiuse i battenti, in seguito, nel 1907, fu acquistata dalla Socie-tà delle Cartiere Meridionali. I Francesi avevano oramai abbandonato Isola. Dal secolo XIX e per quasi tutto il XX secolo, Isola del Liri è stata un importante polo dell’industria cartaria essendo presenti sul suo territorio anche feltrifici, lanifici, fonde-rie ed industrie cartotecniche. Persino lo scoppio della prima guerra mondiale e il terremoto del 13 gennaio 1915 non arrestarono lo sviluppo industriale del paese.

Durante gli anni della dittatura fascista l'assetto urbanistico mutò notevolmente con la costruzione di nuovi edifici pubblici, soprattutto scuole e asili. Negli anni trenta venne dato notevole impulso all'istruzione secondaria con l'istituzione della Scuola di

Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica Industriale. L'attività industriale del paese non si arrestò con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Le prime bombe caddero su Isola del Liri il 23 ottobre del 1943.

Le industrie si fermarono e i cittadini cominciarono a sfollare nelle campagne limitrofe. A queste devastazioni si aggiun-sero le azioni di rappresaglia dei militari tedeschi che saccheggiano, devastano e rapiscono civili. I bombardamenti conti-nuarono fino al termine della Battaglia di Montecassino del 15 Febbraio, al termine della quale numerosi profughi si rifugiaro-no nel paese. Il 18 Maggio le truppe polacche si impa-droniscono del distrutto monastero di Montecassino e gli alleati marciano verso Roma. Diverse fabbriche andarono distrut-te e i macchinari trafugati. Iniziò un perio-do durissimo.

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Città del Liri - 98 - Città del Liri

sotto il dominio del quale furono varate una serie di leggi, tra cui quella che elevava il dazio sull’importazione della carta e sull’esportazione degli stracci, in quel tempo unica materia prima nella produzione cartacea. Grazie alle acque della Valle del Liri, che potevano produrre forza motrice per le macchine, la cittadina ebbe una notevole importanza sotto il dominio francese, infatti questi ultimi ne colsero una terra dalle immense potenzialità, mai pienamente sfruttate.

Nel 1806 i francesi tornano nel Sud d’Italia e vi resteranno fino al 1815. Carlo Lambert nel 1809 impianta una filatura e tessitura di panni-lana nel castello Boncompagni.La prima cartiera che nel Regno di Napoli adotterà i metodi più progrediti, sarà proprio ad Isola Liri, quella allestita, nel 1812, da Antonio Beranger, nell’ex Convento di S. Maria delle Forme. Al Beranger succederà Carlo Lefebvre che porterà la macchina "senza fine", prima in Italia, ed acquistò per merito il titolo di Conte di Balsorano. Nello spazio di poco più di un ventennio, si venne così a costitu-ire, nella Valle del Liri, il più grosso centro cartario del Regno. Quando Ferdinando IV diviene Ferdinando I re delle due Sicilie segue il modello austriaco di restaurazio-ne, sostanziale immobilismo sul fronte delle riforme economiche, per cui l’assetto di Isola non risente affatto. Altri nomi

francesi si aggiunsero ai nomi di imprendi-tori di Isola: da Rossinger a Boimond, da Courrier ad Emery, solo per nominare i più conosciuti. Una società distinta e brillante animò la vita della cittadina, con feste da ballo ed iniziative culturali, che si svolge-vano nelle ville padronali, costruite nei pressi delle fabbriche, per lo più nella parte alta della città, che si lusingava di chiamarsi "piccola Parigi". Verso la fine dell’800, le fabbriche di Isola del Liri viveva-no una vita faticosa, resa difficile dalle condizioni sfavorevoli, quali il mancato ammodernamento dei macchinari, la mancanza di spediti mezzi di comunicazio-

Gioacchino Murat Re di Napoli (calabriaonweb)

Cartiere Meridionali lavorazione stracci (iconauta)

Inizia l’era dellaindustrializzazionedel territorio

ne e di trasporto e le continue proroghe all’apertura del tronco Arce-Sora, della linea ferroviaria Rocca-secca-Avezzano. Il lavoro mancava e avvenne che la Cartiera del Fibreno ,nel 1888, chiuse i battenti, in seguito, nel 1907, fu acquistata dalla Socie-tà delle Cartiere Meridionali. I Francesi avevano oramai abbandonato Isola. Dal secolo XIX e per quasi tutto il XX secolo, Isola del Liri è stata un importante polo dell’industria cartaria essendo presenti sul suo territorio anche feltrifici, lanifici, fonde-rie ed industrie cartotecniche. Persino lo scoppio della prima guerra mondiale e il terremoto del 13 gennaio 1915 non arrestarono lo sviluppo industriale del paese.

Durante gli anni della dittatura fascista l'assetto urbanistico mutò notevolmente con la costruzione di nuovi edifici pubblici, soprattutto scuole e asili. Negli anni trenta venne dato notevole impulso all'istruzione secondaria con l'istituzione della Scuola di

Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica Industriale. L'attività industriale del paese non si arrestò con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Le prime bombe caddero su Isola del Liri il 23 ottobre del 1943.

Le industrie si fermarono e i cittadini cominciarono a sfollare nelle campagne limitrofe. A queste devastazioni si aggiun-sero le azioni di rappresaglia dei militari tedeschi che saccheggiano, devastano e rapiscono civili. I bombardamenti conti-nuarono fino al termine della Battaglia di Montecassino del 15 Febbraio, al termine della quale numerosi profughi si rifugiaro-no nel paese. Il 18 Maggio le truppe polacche si impa-droniscono del distrutto monastero di Montecassino e gli alleati marciano verso Roma. Diverse fabbriche andarono distrut-te e i macchinari trafugati. Iniziò un perio-do durissimo.

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Città del Liri - 1110 - Città del Liri

1927- Cartiere Meridionali sx centrale idroelettrica - dx selezione carta (iconauta) 1927- Cartiere Meridionali panorama stabilimento (iconauta)

1927- Cartiere Meridionali macchina continua carta sigarette (iconauta)

1927- Ingresso Cartiere Meridionali (Chiara Canori)

1927- Cartiere Meridionali sx Lavatoio - dx sfibratori del legno (iconauta)

L'economia del paese riprese lentamente nel dopoguerra grazie anche al commercio illegale di sigarette, prodotte artigianal-mente con le scorte di carta superstiti. Il commercio illegale è soppresso dalla guardia di Finanza.

Le Cartiere Meridionali, le uniche a non subire danni rilevanti in questi anni di guerra, riprendono la loro attività già dal 1944, mentre le altre industrie si avviano a

riassorbire lentamente la mano d’opera precedentemente impiegata nella industrie prima della guerra. Negli anni sessanta la rinata industria locale si avviò verso un lento declino. Negli anni ‘70 in poi, una mancata moder-nizzazione degli impianti ed un generale declino dell’industria cartaria in Italia, hanno determinato la chiusura di buona parte delle industrie. Oggi la città è impe-gnata in un’operazione di recupero del suo passato.

Di recente è stata portata alla luce e si sta restaurando, l’antica Cartiera Fibreno-Lefebvre. Nell’area dell’ex Cartiera Boimond si sta realizzando un Acquario di acqua dolce. Sono in corso le ristrutturazio-ni delle ex Cartiere Meridionali e dell’ex Lanificio San Francesco (oggi Auditorium New Orleans) da destinare ad attività economiche, culturali e sociali.

Page 13: Depliant città del liri

Città del Liri - 1110 - Città del Liri

1927- Cartiere Meridionali sx centrale idroelettrica - dx selezione carta (iconauta) 1927- Cartiere Meridionali panorama stabilimento (iconauta)

1927- Cartiere Meridionali macchina continua carta sigarette (iconauta)

1927- Ingresso Cartiere Meridionali (Chiara Canori)

1927- Cartiere Meridionali sx Lavatoio - dx sfibratori del legno (iconauta)

L'economia del paese riprese lentamente nel dopoguerra grazie anche al commercio illegale di sigarette, prodotte artigianal-mente con le scorte di carta superstiti. Il commercio illegale è soppresso dalla guardia di Finanza.

Le Cartiere Meridionali, le uniche a non subire danni rilevanti in questi anni di guerra, riprendono la loro attività già dal 1944, mentre le altre industrie si avviano a

riassorbire lentamente la mano d’opera precedentemente impiegata nella industrie prima della guerra. Negli anni sessanta la rinata industria locale si avviò verso un lento declino. Negli anni ‘70 in poi, una mancata moder-nizzazione degli impianti ed un generale declino dell’industria cartaria in Italia, hanno determinato la chiusura di buona parte delle industrie. Oggi la città è impe-gnata in un’operazione di recupero del suo passato.

Di recente è stata portata alla luce e si sta restaurando, l’antica Cartiera Fibreno-Lefebvre. Nell’area dell’ex Cartiera Boimond si sta realizzando un Acquario di acqua dolce. Sono in corso le ristrutturazio-ni delle ex Cartiere Meridionali e dell’ex Lanificio San Francesco (oggi Auditorium New Orleans) da destinare ad attività economiche, culturali e sociali.

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12 - Città del Liri

Nato da famiglia benestante, Giustiniano Nicolucci studiò al Collegio Tulliano di Arpino e poi si trasferì a Napoli. Nel primo ateneo partenopeo si laureò in medicina nel 1845. Accantonato l'interesse per la fisiologia, campo nel quale inizialmente impartì lezioni private, decise di tornare nella cittadina natale per esercitare la professione di medico.Anche ad Isola del Liri continuò a studiare e a compiere ricerche, spostando tuttavia, con decisione, il suo interesse verso l'antropologia. Così, dopo un viaggio in Europa (1852), attraverso il quale poté attivare con i principali studiosi dell'epoca, fra i quali l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann, scopritore di Troia, uno scambio di informa-zioni, di conoscenze e di materiali, iniziò una sua collezione craniologica. Ed è proprio in questa direzione che esordì, nel 1857, pubblicando il saggio etnologico dal titolo Delle Razze Umane. Qui, infatti, assorbita l'influenza evoluzionistica professata da Lamarck e la necessità di una metodologia multidisciplinare, che unisse la fisiologia all'anatomia, l'etnologia alla filologia, «propose una classificazione del genere umano basata su criteri craniologici e linguistici». Antonio Garbiglietti, che aveva in corso analoghe ricerche, dopo aver recensito favorevolmente il trattato di Nicolucci, si mosse nella stessa direzione, fondando nel 1861 il Museo di Craniologia di Torino.Con l'Unità Nicolucci si candidò e venne eletto deputato del Regno d'Italia, sedendo sui banchi di Montecitorio sino al 1865, quando perse l'elezione nel collegio di Pontecorvo. Nel

frattempo, però, aveva spostato le sue ricerche anche verso l'archeologia, pubblicando saggi su alcuni ritrovamenti litici nell'Italia meridionale. Del resto, le testimonianze archeologi-che erano indispensabili per sostenere i suoi esami sui crani e, di conseguenza, l'interpretazione alla base della cataloga-zione degli esseri umani. In tal senso, tra il 1867 e il 1873, Nicolucci pubblicò tre importanti studi relativi, rispettiva-mente, all'antropologia della Grecia, dell'Etruria e del Lazio, che riscossero ampi consensi, senza contare il risalto che ebbe l'aver studiato il cranio di Dante, attraverso il quale l'antropologo isolano ricondusse i caratteri somatici del sommo poeta al tipus toscano, confutando l'asserzione di chi lo voleva romano. Nonostante la notorietà e gli studi condot-ti, che peraltro gli permisero di tenere il discorso inaugurale (in lingua francese) al primo congresso di Archeologia e Antropologia preistorica svoltosi nel 1870 a Bologna, nel 1869 gli fu preferito Paolo Mantegazza per la prima cattedra di antropologia istituita in Italia, a Firenze. Nicolucci dovette attendere fino al 1880 prima di ottenere l'insegnanento della disciplina, nella pari cattedra istituita presso la Facoltà di medicina e chirurgia di Napoli. Negli anni seguenti, con la fondazione del Gabinetto di antropologia (1881), la cattedra venne trasferita alla Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e matematiche, dove lo studioso di Isola del Liri sarebbe rimasto. Nella nuova sede, Nicolucci tributò autorevoli ricerche ad esponenti del panorama scientifico italiano che vi avevano in precedenza insegnato, fra i quali Giuseppe Saverio Poli e Stefano Delle Chiaie. Nel 1894 fondò a Napoli, annesso all'Istituto di antropologia, il Museo di

Etno-Antropologia, che curò fino alla morte (1904) e a cui donò una parte della propria collezione, sulla quale più volte scrissero, tra gli altri, Mantegazza e Luigi Pigorini.Nicolucci fu socio dell'Acca-demia dei Quaranta, così come dell'Associazione italiana di Antropologia ed Etnologia, nonché socio onorario del Royal Anthropo-logical Institute of Great Britain and Ireland.

(Wikipedia)

Isola del Liri 12 marzo 1819 - 15 giugno 1904medico chirurgo - antropologo

Giustiniano Nicolucci

Page 15: Depliant città del liri

Città del Liri - 13

I siti di Archeologia Industriale:Cartiera Boimond

Cartiera MeridionaliCartiera Lefebvre

Page 16: Depliant città del liri

14 - Città del Liri

Comune di

Isola del Liri

Torre Marica

Cascata Valcatoio

Castello Boncompagni

Comune di Isola del LiriVia San Giuseppe 103036 Isola del Liri FR

Informazioni generaliProvincia Frosinone (FR) Regione LazioPopolazione 11.923 abitanti (01/01/2013)

Superficie 16,01 km²Densità 744,52 ab./km²Codice Istat 060043Prefisso 0776CAP 03036

Numeri utili Centralino 0776 80081Fax 0776 8008336Urp 0776 8008352Polizia Municipale 0776 808048Sito istituzionalewww.comune.isoladelliri.fr.it

Altre informazioniNome abitanti isolaniSanto Patrono Madonna di Loreto 10 dicembreFrazioni, Località e Nuclei abitatiLago di Tremoletto, Magnene, Minghitto, Pagliarola, Ponte Marmone, Quaglieri, Staccone, Valledonna

Altitudine 217 m s.l.m. (min 206 - max 650)

Misura espressa in metri sopra il livello del mare del punto in cui è situata la Casa Comunale, con l'indicazione della quota minima e massima sul territorio comunale.Coordinate Geografiche (sistema sessagesimale)

41° 41' 13,92'' N13° 34' 59,52'' ELe coordinate geografiche sono espresse in latitudine Nord (distanza angolare dall'equatore verso Nord) e longitudine Est (distanza angolare dal meridiano di Greenwich verso Est).

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Città del Liri - 15

Cartiera Boimond

Cartiere Meridionali

Cartiere Lefebvre Villa Lefebvre

Torre Fullonica

sink-hole Tremoletto

Page 18: Depliant città del liri

Città del Liri - 1716 - Città del Liri

La cartiera Emilio BoimondFin dal 1500 la città di Isola del Liri fu carat-terizzata dalla presenza di numerose botteghe di cartai, la cui eredità fu raccolta e sviluppata da alcuni imprenditori d’oltralpe che giunsero a Isola del Liri, quali Lambert, Beranger, Lefebvre e Boimond, che tennero conto delle risorse idriche del territorio.Nel 1827, in località Valdurso, a Isola del Liri, alcuni terreni sulla riva destra del fiume furono rilevati da Francesco Roessinger, il quale, intorno al 1855, acquistò anche un mulino sulla riva sinistra del fiume per trasformarlo in lanificio e successivamente, nel 1868, fece lo stesso con un altro mulino, sito sulla riva destra, impiantandovi una cartiera dotata di un motore idraulico con una forza motrice di 54 cavalli. Contempo-raneamente, però, la cartiera Roessinger risentiva della crisi post-unitaria che aveva investito le industrie meridionali a causa

del protezionismo che il governo aveva accordato alle imprese del nord Italia. La cartiera trascinò la propria difficile esisten-za fino agl’inizi del XX secolo finché, il 29 Agosto 1922, Emilio Boimond rilevò l’intero patrimonio dei Roessinger e poi, tra il 1924 e il 1925, l’edificio sulla riva destra fu trasformato in centrale idroelettrica, con un progetto dell’ing. Vittorio Reibaudi, in modo che la Boimond fosse la prima cartiera ad averne una; furono, inoltre, impiantate ben due macchine continue, nonché un sistema di dighe con sifoni.Gli anni successivi furono di grande svilup-po, fino alla guerra, prima della quale la cartiera si fornì di macchinari all’avanguardia che la resero seconda solo alla C.R.D.M. (Cartiere Riunite Donizelli e Meridionali). L’esigenza di alloggiare i nuovi macchinari, causò l’ampliamento degli edifici cui vennero anche addossati dei capannoni che trasformarono l’atmosfera della cartiera Boimond. Dopo la guerra la conta dei danni fu ingente, seguì, tuttavia, un’ottima ripresa nel 1958.Intanto gravi lutti colpirono i proprietari: i figli di Emilio Boimond, Mario ed Enrico, che erano subentrati al padre nella direzio-ne della cartiera, vennero a mancare, cedendo il proprio posto a degli estranei.

In seguito a una serie di scelte produttive errate, tra cui l’acquisto di nuovi macchina-ri produttivi poco adatti all’esigenze dell’impresa in quel momento, e a una grave crisi, che aveva investito l’intero settore della produzione della carta, nel 1977, la Boimond fallì, diventando proprie-tà del Demanio dello Stato. Dal 1977 le strutture architettoniche e i macchinari sono rimasti in stato di quasi totale abban-dono, grazie allo stanziamento di fondi per l’intera area Boimond è stato possibile una parziale ristrutturazione e riconversione del sito.

Alcune immagini della macchina continua presente nel sito della Boimond

La Cartiera Boimond

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Città del Liri - 1716 - Città del Liri

La cartiera Emilio BoimondFin dal 1500 la città di Isola del Liri fu carat-terizzata dalla presenza di numerose botteghe di cartai, la cui eredità fu raccolta e sviluppata da alcuni imprenditori d’oltralpe che giunsero a Isola del Liri, quali Lambert, Beranger, Lefebvre e Boimond, che tennero conto delle risorse idriche del territorio.Nel 1827, in località Valdurso, a Isola del Liri, alcuni terreni sulla riva destra del fiume furono rilevati da Francesco Roessinger, il quale, intorno al 1855, acquistò anche un mulino sulla riva sinistra del fiume per trasformarlo in lanificio e successivamente, nel 1868, fece lo stesso con un altro mulino, sito sulla riva destra, impiantandovi una cartiera dotata di un motore idraulico con una forza motrice di 54 cavalli. Contempo-raneamente, però, la cartiera Roessinger risentiva della crisi post-unitaria che aveva investito le industrie meridionali a causa

del protezionismo che il governo aveva accordato alle imprese del nord Italia. La cartiera trascinò la propria difficile esisten-za fino agl’inizi del XX secolo finché, il 29 Agosto 1922, Emilio Boimond rilevò l’intero patrimonio dei Roessinger e poi, tra il 1924 e il 1925, l’edificio sulla riva destra fu trasformato in centrale idroelettrica, con un progetto dell’ing. Vittorio Reibaudi, in modo che la Boimond fosse la prima cartiera ad averne una; furono, inoltre, impiantate ben due macchine continue, nonché un sistema di dighe con sifoni.Gli anni successivi furono di grande svilup-po, fino alla guerra, prima della quale la cartiera si fornì di macchinari all’avanguardia che la resero seconda solo alla C.R.D.M. (Cartiere Riunite Donizelli e Meridionali). L’esigenza di alloggiare i nuovi macchinari, causò l’ampliamento degli edifici cui vennero anche addossati dei capannoni che trasformarono l’atmosfera della cartiera Boimond. Dopo la guerra la conta dei danni fu ingente, seguì, tuttavia, un’ottima ripresa nel 1958.Intanto gravi lutti colpirono i proprietari: i figli di Emilio Boimond, Mario ed Enrico, che erano subentrati al padre nella direzio-ne della cartiera, vennero a mancare, cedendo il proprio posto a degli estranei.

In seguito a una serie di scelte produttive errate, tra cui l’acquisto di nuovi macchina-ri produttivi poco adatti all’esigenze dell’impresa in quel momento, e a una grave crisi, che aveva investito l’intero settore della produzione della carta, nel 1977, la Boimond fallì, diventando proprie-tà del Demanio dello Stato. Dal 1977 le strutture architettoniche e i macchinari sono rimasti in stato di quasi totale abban-dono, grazie allo stanziamento di fondi per l’intera area Boimond è stato possibile una parziale ristrutturazione e riconversione del sito.

Alcune immagini della macchina continua presente nel sito della Boimond

La Cartiera Boimond

Page 20: Depliant città del liri

Città del Liri - 1918 - Città del Liri

Sotto il regno di Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, il napoletano Natale Sorvillo impiantò nel 1836 nella Valle del Liri, tra il Borgo Le Forme e San Domenico (odierno Borgo-nuovo), un’industria manifatturiera di carta e cartone, diretta dall’imprenditore France-sco Roessinger. Il 12 giugno 1844 si costituì la Società “Fabrica di carta del Liri”, acqui-stata in seguito dalla Società delle Cartiere Meridionali, formatasi nel 1873 e con sede legale a Napoli avente un capitale di partenza di 2.500.000 lire. Il nucleo industriale inizialmente ospitava quattro macchine continue impiantate per la prima volta nel territorio della Valle del Liri nel 1833 e alimentate esclusivamente da

forza idraulica proveniente da impianti idroelettrici sul Liri e sul Fibreno; l’energia in eccesso veniva impiegata per la produ-zione di vapore nelle caldaie elettriche. La materia prima per la produzione di carta era la pasta di legno ricavata dal pioppo e dall’abete, rispettivamente provenienti dalle vaste piantagioni curate sul territorio e da quelle di Russia e Finlandia. Parallela-mente alla lavorazione lignea vi era quella degli stracci i quali giungevano in balle per essere successivamente aperti, spolverati, tagliati, scelti in base alla qualità e sterilizzati; a queste procedu-re seguivano la lisciatura nei bollitori sferici e cilindrici e la sfilacciatura nelle vasche olandesi. Successivamente venivano aggiunti colla, caolino e colori, ingredienti determi-nanti per le caratteristiche di ogni carta; una volta pronta, la pasta veniva immessa nelle macchine continue sulle quali la miscela si espandeva fino a staccarsi in un velo che passava su un feltro di lana, attorno a cilindri ripieni di vapore i quali l’asciugavano prima di lasciarla avvolgere come prodotto finito. La produzione delle Cartiere Meridionali aveva il vanto di soddisfare, oltre ai bisogni italiani, in parte, anche quelli di altri paesi quali Egitto, Turchia, Romania, Siria e Stati Uniti. Carat-teristica della fabbrica era la lavorazione della carta sigaretta e della carta Bibbia ovvero quella carta leggerissima ed opaca che permetteva di stampare con nitidezza sulle due facciate e raccogliere in volumi di spessore minimo grandi opere. Il comples-so industriale ospitava un’officina mecca-nica proporzionata ai lavori di modifiche e manutenzioni immediate, asilo per bambi-ni figli di operaie, gli spacci alimentari e l’assistenza medica. Inoltre, all’interno della

struttura, erano presenti la residenza del proprietario e la Chiesa. Tra il 1928 e 1930, periodo in cui lavoravano in fabbrica 1100 operai, venne impiantata da tecnici tedeschi la “continua ottava” la quale nell’autunno del ’43, durante l’occupazione nazista, venne smontata per essere trasferita in Germania; a Tivoli essa precipitò in un burrone a causa di un mitragliamento al treno e fu recuperata e riportata ad Isola solo nel 1949.

Uscita operai ingresso principale Cartiera Meridionale (iconauta)

Foto in basso: Palazzina Uffici (L.Pantano)

Il parco interno con la chiesa (L.Pantano)

Un raro filmato del ciclo di produzione della cartiera del

1910 conservato pesso la cineteca di Bologna

La Cartiera Meridionali

Nel dopoguerra, l’opificio, uno dei più grandi d’Italia, venne denominato “Cartie-re Riunite Donzelli e Meridionali (C.R.D.M.)”. Nel 1928 esso cessò temporaneamente l’attività che fu ripresa con la gestione della N.C.M (Nuove Cartiere Meridionali) che più tardi chiuse i battenti definitiva-mente, licenziando o mandando in mobili-tà gli operai.

Page 21: Depliant città del liri

Città del Liri - 1918 - Città del Liri

Sotto il regno di Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie, il napoletano Natale Sorvillo impiantò nel 1836 nella Valle del Liri, tra il Borgo Le Forme e San Domenico (odierno Borgo-nuovo), un’industria manifatturiera di carta e cartone, diretta dall’imprenditore France-sco Roessinger. Il 12 giugno 1844 si costituì la Società “Fabrica di carta del Liri”, acqui-stata in seguito dalla Società delle Cartiere Meridionali, formatasi nel 1873 e con sede legale a Napoli avente un capitale di partenza di 2.500.000 lire. Il nucleo industriale inizialmente ospitava quattro macchine continue impiantate per la prima volta nel territorio della Valle del Liri nel 1833 e alimentate esclusivamente da

forza idraulica proveniente da impianti idroelettrici sul Liri e sul Fibreno; l’energia in eccesso veniva impiegata per la produ-zione di vapore nelle caldaie elettriche. La materia prima per la produzione di carta era la pasta di legno ricavata dal pioppo e dall’abete, rispettivamente provenienti dalle vaste piantagioni curate sul territorio e da quelle di Russia e Finlandia. Parallela-mente alla lavorazione lignea vi era quella degli stracci i quali giungevano in balle per essere successivamente aperti, spolverati, tagliati, scelti in base alla qualità e sterilizzati; a queste procedu-re seguivano la lisciatura nei bollitori sferici e cilindrici e la sfilacciatura nelle vasche olandesi. Successivamente venivano aggiunti colla, caolino e colori, ingredienti determi-nanti per le caratteristiche di ogni carta; una volta pronta, la pasta veniva immessa nelle macchine continue sulle quali la miscela si espandeva fino a staccarsi in un velo che passava su un feltro di lana, attorno a cilindri ripieni di vapore i quali l’asciugavano prima di lasciarla avvolgere come prodotto finito. La produzione delle Cartiere Meridionali aveva il vanto di soddisfare, oltre ai bisogni italiani, in parte, anche quelli di altri paesi quali Egitto, Turchia, Romania, Siria e Stati Uniti. Carat-teristica della fabbrica era la lavorazione della carta sigaretta e della carta Bibbia ovvero quella carta leggerissima ed opaca che permetteva di stampare con nitidezza sulle due facciate e raccogliere in volumi di spessore minimo grandi opere. Il comples-so industriale ospitava un’officina mecca-nica proporzionata ai lavori di modifiche e manutenzioni immediate, asilo per bambi-ni figli di operaie, gli spacci alimentari e l’assistenza medica. Inoltre, all’interno della

struttura, erano presenti la residenza del proprietario e la Chiesa. Tra il 1928 e 1930, periodo in cui lavoravano in fabbrica 1100 operai, venne impiantata da tecnici tedeschi la “continua ottava” la quale nell’autunno del ’43, durante l’occupazione nazista, venne smontata per essere trasferita in Germania; a Tivoli essa precipitò in un burrone a causa di un mitragliamento al treno e fu recuperata e riportata ad Isola solo nel 1949.

Uscita operai ingresso principale Cartiera Meridionale (iconauta)

Foto in basso: Palazzina Uffici (L.Pantano)

Il parco interno con la chiesa (L.Pantano)

Un raro filmato del ciclo di produzione della cartiera del

1910 conservato pesso la cineteca di Bologna

La Cartiera Meridionali

Nel dopoguerra, l’opificio, uno dei più grandi d’Italia, venne denominato “Cartie-re Riunite Donzelli e Meridionali (C.R.D.M.)”. Nel 1928 esso cessò temporaneamente l’attività che fu ripresa con la gestione della N.C.M (Nuove Cartiere Meridionali) che più tardi chiuse i battenti definitiva-mente, licenziando o mandando in mobili-tà gli operai.

Page 22: Depliant città del liri

Città del Liri - 2120 - Città del Liri

Considerata la più grande cartiera del Regno di Napoli, l’ex cartiera del Fibreno, fondata nel 1812 da Carlo Antonio Beran-ger, utilizzò i locali del convento dei Carmelitani nei pressi di Tavernanova e un’annessa chiesa sconsacrata titolata a Santa Maria delle Forme. Beranger trasfor-mò la struttura in uno stabilimento per la produzione della carta. Lo stabilimento già nel 1813 era di notevoli dimensioni e disponeva di macchinari moderni, produ-ceva carta velina e carta da disegno di ottima qualità; la cartiera era alimentata dall’acqua proveniente dal fiume Fibreno. Assunse un ruolo fondamentale nel quadro economico proto industriale meridionale.

A seguito della morte di Beranger, i soci probabilmente non dotati delle medesime capacità imprenditoriali, cedettero nel 1822 le loro azioni a Carlo Lefebvre che, succeduto nel 1858 dal figlio Ernesto e poi nel 1888 dal nipote Francesco, acquistò macchinari innovativi e produsse carta di ottima qualità, rendendo la cartiera del Fibreno la più importante d’Italia. France-sco Lefebvre nel 1892 cedette in affitto la cartiera del Fibreno , che ormai si estende-va su un’area di 23000 mq, dapprima a Gabriele De Caira, e quindi, alla società delle cartiere Meridionali, che poi l’acquistò nel 1907. Agli inizi del ventesimo secolo, a causa delle difficoltà dei collegamenti per il

La “terza cascata” di Isola che in realtà è formata dal Fibreno (un affluente del Liri) che riforniva

la cartiera Lefebvre (foto M. Schirinzi)

La Cartiera Lefebvre

Diverse immagini del corpo principale della struttura (L.Pantano)

In basso parte del parco con in fondo la chiesa

Page 23: Depliant città del liri

Città del Liri - 2120 - Città del Liri

Considerata la più grande cartiera del Regno di Napoli, l’ex cartiera del Fibreno, fondata nel 1812 da Carlo Antonio Beran-ger, utilizzò i locali del convento dei Carmelitani nei pressi di Tavernanova e un’annessa chiesa sconsacrata titolata a Santa Maria delle Forme. Beranger trasfor-mò la struttura in uno stabilimento per la produzione della carta. Lo stabilimento già nel 1813 era di notevoli dimensioni e disponeva di macchinari moderni, produ-ceva carta velina e carta da disegno di ottima qualità; la cartiera era alimentata dall’acqua proveniente dal fiume Fibreno. Assunse un ruolo fondamentale nel quadro economico proto industriale meridionale.

A seguito della morte di Beranger, i soci probabilmente non dotati delle medesime capacità imprenditoriali, cedettero nel 1822 le loro azioni a Carlo Lefebvre che, succeduto nel 1858 dal figlio Ernesto e poi nel 1888 dal nipote Francesco, acquistò macchinari innovativi e produsse carta di ottima qualità, rendendo la cartiera del Fibreno la più importante d’Italia. France-sco Lefebvre nel 1892 cedette in affitto la cartiera del Fibreno , che ormai si estende-va su un’area di 23000 mq, dapprima a Gabriele De Caira, e quindi, alla società delle cartiere Meridionali, che poi l’acquistò nel 1907. Agli inizi del ventesimo secolo, a causa delle difficoltà dei collegamenti per il

La “terza cascata” di Isola che in realtà è formata dal Fibreno (un affluente del Liri) che riforniva

la cartiera Lefebvre (foto M. Schirinzi)

La Cartiera Lefebvre

Diverse immagini del corpo principale della struttura (L.Pantano)

In basso parte del parco con in fondo la chiesa

Page 24: Depliant città del liri

22 - Città del Liri

il trasporto del materiale, per la cartiera del Fibreno iniziò la fase del declino e abbandono: col trascorrere degli anni, la vegetazione, la cui crescita fu favorita dalla presenza della vicina cascata, invase lo stabilimento provocando crolli e spoliazio-ni. A partire dagli anni Novanta è stata avviato un intervento di recupero, al fine di convertire l’ex fabbrica in Museo della Civiltà della carta e delle Telecomunicazio-ni. Il progetto, ha come finalità il recupero dei locali lasciando però traccia della loro storia. A tal fine e stata ideata una passerel-la pedonale che sovrasta il vecchio edificio passando vicino la cascata. Passeggiando quasi sospesi nel vuoto si giunge al museo, a cui si accede dall’alto; anche la visita delle sale, con i macchinari riemersi dalla vege-tazione, è possibile percorrendo passerelle di acciaio e legno. L’idea dei passaggi sospesi è stata adottata al fine di non alterare gli ambienti e la loro storia e tutto ciò rende la visita come se fosse una passeggiata nel tempo.

La villa dei Lefebvre immersa in un parco botanicopoco distante dal sito industriale

Ancora immagini del sito i localo con le vasche per lalavorazione della carta (L.Pantano)

Page 25: Depliant città del liri

Città del Liri - 23

Il territorio e l’ambiente

(Fot

o M

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cci)

Page 26: Depliant città del liri

Città del Liri - 2524 - Città del Liri

Il territoriodella Ciociaria.Ciociaria è il nome di alcuni territori del Lazio a sud di Roma i quali prendono questo nome dalle antiche calzature (ciocie) indossate dai popoli che la abitavano. Questo territorio è attraversato da un fiume il LIri, questo nome indica secondo alcune forme indoeuropee "solco" o "tratto", sgorga dai monti Simbruini alle pendici di Cappado-cia a 1108 metri d' altezza sul livello del mare. Attraversa l'Abruzzo, il Lazio e la Campania. Percorre i primi 120 km dalla sorgente con questo nome dopo i quali confulisce con il Gari e prende il nome di Garigliano sfociando dopo altri 58 km nel Tirreno. Oltre al Garigliano un altro affluente del Liri è il Fibreno fiume noto anche come "il fiume di Cicerone". Particolare è la sua conformazione: originariamente palude o lago fu prosciugato diventando opera idraulica con argini artificiali. Grazie alla durezza delle sue acque esso ha favorito l'insediamento di diverse specie di animali e piante.

Questo fiume sorge dalle acque cristalline dell’omonimo lago, nella Riserva naturale lago di Posta Fibreno. Poco prima di abbandonare il comune di Posta Fibreno, incontra presso la storica Villa Gallio il Rio Carpello, suo principale affluente per la

Basilica minore di San Domenico (tripadvisor.com)

Isola del Liri - Torre Marica (L.Pantano)

Carnello Torre fullonica "torre di Cicerone" (Pagnanelli Giulia)

Lungo Fibreno (L.Pantano)

Tremoletto (L.Pantano)

portata delle acque. Entra poi nel territorio comunale di Broccostella e, dopo aver ricevuto le acque del torrente Il Rio, che sorge sotto Fontechiari, raggiunge Carnel-lo (frazione di Sora, Isola del Liri e Arpino), dove un salto naturale è captato da una centrale e sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Dopo Carnello, esso segna il confine tra Sora e Isola Liri. Nel comune di Isola, alla sinistra orografica formava il Lago Tremoletto, oggi bonifica-to e trasformato in parco pubblico.

Confluisce nel Liri presso il Monastero di San Domenico di Sora dove forma una piccola isola. Il Tremoletto è un importante sito anche per la presenza del fenomeno chiamato sink-hole (grandi voragini che si aprono nel terreno) di cui la ciociaria è soggetta a forte rischio. Grande attenzione è posta alla salvaguardia del patrimonio naturale della Ciociaria: a tal fine sono state istituite Riserve Naturali e Parchi che accol-gono uccelli, animali e svariate specie di piante. Importanti e degni di nota sono la riserva naturale “lago di posta fibreno” ed il parco naturale regionale dell’Appennino “monti Simbruini” .

La riserva naturale “lago di posta fibreno”, fu dalla Regione Lazio nel 1983, ha una estensione di circa 400 ettari, ricoperta da una folta vegetazione rappresentata da querce, roveri, salici e pioppi e innumere-voli esemplari arborei oltre che da folti canneti nelle vicinanze della riva del

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Città del Liri - 2524 - Città del Liri

Il territoriodella Ciociaria.Ciociaria è il nome di alcuni territori del Lazio a sud di Roma i quali prendono questo nome dalle antiche calzature (ciocie) indossate dai popoli che la abitavano. Questo territorio è attraversato da un fiume il LIri, questo nome indica secondo alcune forme indoeuropee "solco" o "tratto", sgorga dai monti Simbruini alle pendici di Cappado-cia a 1108 metri d' altezza sul livello del mare. Attraversa l'Abruzzo, il Lazio e la Campania. Percorre i primi 120 km dalla sorgente con questo nome dopo i quali confulisce con il Gari e prende il nome di Garigliano sfociando dopo altri 58 km nel Tirreno. Oltre al Garigliano un altro affluente del Liri è il Fibreno fiume noto anche come "il fiume di Cicerone". Particolare è la sua conformazione: originariamente palude o lago fu prosciugato diventando opera idraulica con argini artificiali. Grazie alla durezza delle sue acque esso ha favorito l'insediamento di diverse specie di animali e piante.

Questo fiume sorge dalle acque cristalline dell’omonimo lago, nella Riserva naturale lago di Posta Fibreno. Poco prima di abbandonare il comune di Posta Fibreno, incontra presso la storica Villa Gallio il Rio Carpello, suo principale affluente per la

Basilica minore di San Domenico (tripadvisor.com)

Isola del Liri - Torre Marica (L.Pantano)

Carnello Torre fullonica "torre di Cicerone" (Pagnanelli Giulia)

Lungo Fibreno (L.Pantano)

Tremoletto (L.Pantano)

portata delle acque. Entra poi nel territorio comunale di Broccostella e, dopo aver ricevuto le acque del torrente Il Rio, che sorge sotto Fontechiari, raggiunge Carnel-lo (frazione di Sora, Isola del Liri e Arpino), dove un salto naturale è captato da una centrale e sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Dopo Carnello, esso segna il confine tra Sora e Isola Liri. Nel comune di Isola, alla sinistra orografica formava il Lago Tremoletto, oggi bonifica-to e trasformato in parco pubblico.

Confluisce nel Liri presso il Monastero di San Domenico di Sora dove forma una piccola isola. Il Tremoletto è un importante sito anche per la presenza del fenomeno chiamato sink-hole (grandi voragini che si aprono nel terreno) di cui la ciociaria è soggetta a forte rischio. Grande attenzione è posta alla salvaguardia del patrimonio naturale della Ciociaria: a tal fine sono state istituite Riserve Naturali e Parchi che accol-gono uccelli, animali e svariate specie di piante. Importanti e degni di nota sono la riserva naturale “lago di posta fibreno” ed il parco naturale regionale dell’Appennino “monti Simbruini” .

La riserva naturale “lago di posta fibreno”, fu dalla Regione Lazio nel 1983, ha una estensione di circa 400 ettari, ricoperta da una folta vegetazione rappresentata da querce, roveri, salici e pioppi e innumere-voli esemplari arborei oltre che da folti canneti nelle vicinanze della riva del

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Città del Liri - 2726 - Città del Liri

bacino lacustre. Il lago di Posta Fibreno si origina alle falde della Marsica occidentale. E' situato a circa 290 metri sul livello del mare ed è inserito nel comprensorio della Riserva Naturale. Nel territorio è presente un vasto patrimonio faunistico, che vede la presenza di ricci, talpe, lepri, scoiattoli, volpi, faine, puzzole, daini, nutrie.. Le acque del lago sono ricche di rettili, anfibi e numerose specie ittiche tra cui il famoso Carpione del Fibreno, oltre alla trota sarda, lo spinarello, la carpa e la tinca. La pesca nelle acque del lago è riservata solo agli abitanti di Posta Fibreno. La superficie del lago è di circa 287 m. e raggiunge una profondità di 15 mt, con un fondo fangoso ricoperto di alghe. Le caratteristiche morfologiche del lago fanno si che la temperatura dell'acqua si mantenga costantemente su 10°C per tutto l'anno. Una peculiarità del lago di Posta Fibreno è rappresentata dall'isola galleggiante, una piattaforma di circa 30 metri, ricoperta di vegetazione, formatasi

dall'accumulo di torba, radici ed erbe palustri, che si sposta all'interno del bacino sospinta dalle correnti.Il Parco dei monti Simbruini ha una super-ficie di circa 30.000 ettari, nel punto di intersezione tra numerosi comuni tra Frosinone e Roma. Venne istituito nel 1983, e per la sua morfologia di natura carsica, custodisce numerose grotte di grande suggestione. Il monte più alto di questa catena, che si estende tra Lazio e Abruzzo, è rappresentato dal Monte Viglio, che raggiunge i 2.156 mt di altitudine. La vege-tazione, folta e lussureggiante, è caratteriz-zata da querceti e faggeti nella parte più bassa, mentre a quota più elevata la flora è tipica dell'alta montagna. Da non dimenti-care la singolare presenza nella zona di diverse rare specie di orchidee. Nelle zone meno accessibili del Parco, è stata segnala-

Riserva naturale lago Posta Fibreno (L.Pantano)

Isola galleggiante lago Posta Fibreno (L.Pantano)

Sottobosco (L.Pantano)ta la presenza di alcuni rari esemplari di lupo, oltre che dell' ormai quasi estinto orso marsicano. Il patrimonio faunistico è arricchito da molti altri mammiferi come il capriolo, la volpe, il gatto selvatico, il cinghiale, lo scoiattolo. L'ambiente foresta-le rappresenta un sicuro rifugio anche per numerosi volatili e rapaci come l'aquila reale ed il falco pellegrino. I corsi d'acqua principali, che attraversano il comprenso-rio del Parco Naturale, sono rappresentati dal fiume Aniene e dal Simbrivio, nelle cui acque sono presenti la trota fario, il barbo ed il sempre più raro gambero di fiume, oltre a numerosi rettili ed anfibi.

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bacino lacustre. Il lago di Posta Fibreno si origina alle falde della Marsica occidentale. E' situato a circa 290 metri sul livello del mare ed è inserito nel comprensorio della Riserva Naturale. Nel territorio è presente un vasto patrimonio faunistico, che vede la presenza di ricci, talpe, lepri, scoiattoli, volpi, faine, puzzole, daini, nutrie.. Le acque del lago sono ricche di rettili, anfibi e numerose specie ittiche tra cui il famoso Carpione del Fibreno, oltre alla trota sarda, lo spinarello, la carpa e la tinca. La pesca nelle acque del lago è riservata solo agli abitanti di Posta Fibreno. La superficie del lago è di circa 287 m. e raggiunge una profondità di 15 mt, con un fondo fangoso ricoperto di alghe. Le caratteristiche morfologiche del lago fanno si che la temperatura dell'acqua si mantenga costantemente su 10°C per tutto l'anno. Una peculiarità del lago di Posta Fibreno è rappresentata dall'isola galleggiante, una piattaforma di circa 30 metri, ricoperta di vegetazione, formatasi

dall'accumulo di torba, radici ed erbe palustri, che si sposta all'interno del bacino sospinta dalle correnti.Il Parco dei monti Simbruini ha una super-ficie di circa 30.000 ettari, nel punto di intersezione tra numerosi comuni tra Frosinone e Roma. Venne istituito nel 1983, e per la sua morfologia di natura carsica, custodisce numerose grotte di grande suggestione. Il monte più alto di questa catena, che si estende tra Lazio e Abruzzo, è rappresentato dal Monte Viglio, che raggiunge i 2.156 mt di altitudine. La vege-tazione, folta e lussureggiante, è caratteriz-zata da querceti e faggeti nella parte più bassa, mentre a quota più elevata la flora è tipica dell'alta montagna. Da non dimenti-care la singolare presenza nella zona di diverse rare specie di orchidee. Nelle zone meno accessibili del Parco, è stata segnala-

Riserva naturale lago Posta Fibreno (L.Pantano)

Isola galleggiante lago Posta Fibreno (L.Pantano)

Sottobosco (L.Pantano)ta la presenza di alcuni rari esemplari di lupo, oltre che dell' ormai quasi estinto orso marsicano. Il patrimonio faunistico è arricchito da molti altri mammiferi come il capriolo, la volpe, il gatto selvatico, il cinghiale, lo scoiattolo. L'ambiente foresta-le rappresenta un sicuro rifugio anche per numerosi volatili e rapaci come l'aquila reale ed il falco pellegrino. I corsi d'acqua principali, che attraversano il comprenso-rio del Parco Naturale, sono rappresentati dal fiume Aniene e dal Simbrivio, nelle cui acque sono presenti la trota fario, il barbo ed il sempre più raro gambero di fiume, oltre a numerosi rettili ed anfibi.

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28 - Città del Liri

Questa Brochure turistica “Città del Liri” è la sintesi del “PROGETTO DI

FORMAZIONE SCUOLA-ENTE PUBBLICO” ipotizzato da questo Ente in

funzione delle potenzialità che l’alternanza scuola-lavoro può offrire

al mondo della scuola in termini di opportunità ed all’Ente pubblico

in ordine alla realizzazione di programmi finalizzati alla conoscenza

approfondita di un territorio di grandi potenzialità.

Il presente progetto ha avuto come principale scopo realizzare una

collaborazione tra la scuola secondaria superiore e, nello specifico, il

Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Sora ed il Comune di Isola del

Liri finalizzata alla formazione diretta degli studenti su temi che

possano portare gli stessi ad avere strumenti professionali (know-

how, esperienza diretta, contatti sul territorio) per un risvolto occupa-

zionale in settore di forte potenzialità ma scarsamente sfruttato

come il turismo.

Nel caso specifico il progetto è stato focalizzato all’area che racchiu-

de i principali siti di Archeologia Industriale nel territorio di Isola del

Liri riguardanti le storiche Cartiere Boimond; Meridionali; Lefebvre.

Senza tralasciare il territorio circostante con i suoi aspetti morfologici

e paesaggistici che contribuiscono a rafforzare la forte vocazione

turistica dell’area.

Comune di

Isola del Liri

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Città del Liri - 29

Tutor: Carla Campagiorni Architetto - Coordinatrice Progetto e Responsabile del 4°

Servizio del Comune di Isola del Liri; Dott. Gianluca Cellupica Responsabile Ufficio

Cultura del Comune di Isola del Liri; Bruno Ceroli Esperto in materia di archeologia

industriale; Rita Zaccardelli Dott.ssa Storia Medievale; Manuela Cerqua Direttrice

Museo Archeologico; Paola D’Arpino Architetto- guida turistica; Loreto Pantano

Esperto comunicazione; Maria Teresa Recchia Insegnante Liceo; Mara Dell’Unto

Insegnante Liceo; Luigia Caterina Biganzoli Insegnante Liceo; Paolo Sangerma-

no Insegnante Liceo; Prof.ssa Maria Sperduti Referente del Progetto Continuità

Scuola-Lavoro.

Alunni: Alonzi Valeria; Bianchi Giovanni; Campagna Chiara; Canori

Chiara; Capuano Vittorio; Cocco Veronica; Conte Fabrizio; Di Sarra

Ludovica; Gabriele Claudia; Giona Martina; Iacobone Marco; Iafrate

Lucia; Iucci Sara; Leonetti Giada; Pagnanelli Giulia; Palleschi Eleonora;

Parente Alessia; Petricca Isabella; Polsinelli Francesca; Ricci Matteo;

Rubagotti Mattia; Sardellitti Silvia; Scarpetta Martina; Tatangelo Sandra;

Tedeschi Alice; Teodonio Sara; Trombetta Sara; Vano Lorenzo.

BibliografiaIsola del Liri di Bruno Vona; Rivista Italia Nostra “le foglie” Officina della Cultura; Quaderni Storici di Vincenza Pinelli; Opuscoli FAI Isola del Liri;Le montagne di Sora di Carlo Scappaticci; Stefano Ardito: A piedi nel

parco di Abruzzo; Sito Istituzionale di Isola del Liri; Wikipedia; ;

Foto e illustrazioniLucia Iafrate; Giuliana Cappello; Sara Trombetta; Chiara Canori

Matteo Ricci; Giulia Pagnanelli; Isabella PetriccaLoreto Pantano; Marco Schirinzi; Iconauta (Flickr); Wikipedia

Logo ideato da: Chiara Canori; Tedeschi Alice; Rubagotti MattiaCopertina ideata da: Isabella Petricca

Progetto grafico Aras - Stampa Polygraph - Web Antea

MainSponsor

Isola del Liri

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