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PICCOLI MANAGER CRESCONO PICCOLI MANAGER CRESCONO PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI SOCIETÀ LA GERONTOCRAZIA AFFOSSA L’ITALIA FUTURO ARRIVA LA NUOVA LEADERSHIP ARTIFICIALE N. 9 SETTEMBRE 2014 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50) LA RIVISTA DI MANAGERITALIA PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI

DIRIGENTE - Settembre 2014

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La rivista di Manageritalia

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PICCOLI MANAGERCRESCONO

PICCOLI MANAGERCRESCONO

PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI

SOCIETÀLA GERONTOCRAZIA AFFOSSA L’ITALIA

FUTUROARRIVA LA NUOVALEADERSHIP ARTIFICIALE

N. 9 SETTEMBRE 2014

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI

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Editoriale4 Cambiamo

insieme il Paese

Copertina6 Vivi da manager

Società14 La gerontocrazia

affossa l’Italia

Interviste20 Emanuele Soldini

Al centro del design

27 Diego GilWorld business forum al via

Futuro32 Arriva

la leadership artificiale

Eventi38 Mba, investimento sicuro

Travel management40 Nell’epoca

della spending review

Business44 Dare “senso” al lavoro

Lavoro al femminile48 Italia, parità sulla carta

Iniziative Manageritalia52 Tennis&Relax in Sardegna

RUBRICHE

12 Mondo del lavoro

24 Non solo consumi

30 Osservatorio legislativo

54 Di buon grado

55 Arte

56 Lettere

SETTEMBRE 2014 3

Sommario

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

R

Fondo di previdenza Mario Negri

Associazione Antonio Pastore

CFMTCentro di formazionemanagement del terziario

Fondo assistenza sanitaria dirigentiaziende commerciali

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

PICCOLI MANAGERCRESCONO

PICCOLI MANAGERCRESCONO

PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI

SOCIETÀLA GERONTOCRAZIA AFFOSSA L’ITALIA

FUTUROARRIVA LA NUOVALEADERSHIP ARTIFICIALE

N. 9 SETTEMBRE 2014

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPoste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n.46) art.1, comma 1 - DCB/MI - € 2,20 (abbonamento annuo € 16,50)

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

PROGETTI MANAGERITALIA PER I GIOVANI

InfoMANAGER

Cfmt69 eLearning

72 I corsi in programma

Associazione Antonio Pastore

70 La tutela legale: cosa cambia

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Un bel film collettivo presentato da Gabriele Salvato-res all’ultima Mostra del cinema di Venezia, Italy in

a day, racconta in 24 ore una giornata italiana attraverso627 video amatoriali. Come molti osservatori hanno nota-to, sebbene ci si sarebbe potuti aspettare un Paese cupo erabbioso, dal film viene fuori un’Italia dignitosa. Le per-sone, anche quando soffrono, non si piangono addosso enon hanno perso il senso della comunità. L’ottimismo al-la fine prevale: la “gente comune” vive il presente e pen-sa al futuro, con serenità. Ed è proprio al futuro che guarda la nostra Federazione,preparandosi ad affrontarlo. Al Manageritalia Camp inprogramma dal 21 al 23 settembre i vertici federali fa-ranno il punto sulle implicazioni e gli impatti che i trendidentificati da alcuni scenaristi potranno avere su di noi.Dalle riflessioni, dagli spunti e dalle idee condivise nel-l’occasione emergeranno utili elementi di indirizzo perdefinire le politiche associative in vista degli appunta-menti dei prossimi mesi. Anche il governo Renzi dice di guardare al futuro: dopotanti annunci, finora inconcludenti, e vista l’impasse sutanti fronti, si propone adesso l’Agenda dei mille. Un pas-so avanti o solo uno strumento di marketing?Si vuole far passare l’immagine di un Paese rinnovatonella politica ma immobile e conservatore nelle sue va-rie classi dirigenti. Nulla di più falso! Le classi dirigen-ti, di certo nella loro componente meno salottiera e piùsana, vogliono e chiedono il cambiamento, come peral-tro tanti italiani. Lo chiedono da tempo e si sforzano perattuarlo, scontrandosi con l’inerzia di un sistema politi-co davvero autoreferenziale. L’eliminazione delle province è rimasta bloccata dallamancanza di concretezza e di decreti attuativi; la spen-

Editorialea cura del presidente Manageritalia

CAMBIAMO INSIEME IL PAESE

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5SETTEMBRE 2014

ding review resta un’araba fenice, così come lo snelli-mento delle troppe aziende pubbliche locali. La speran-za di girare davvero pagina, che molti italiani hanno col-tivato negli ultimi mesi, rischia di sciogliersi come un ge-lato al sole. Abbiamo bisogno di meno chiacchiere e più fatti, di ungoverno e di una politica che facciano poche cose, mabuone. Soprattutto, occorre creare le condizioni per favo-rire, anziché “cercare solo” di non contrastare, la cresci-ta. L’Italia è capace di prevalere non solo con il made inItaly ma anche con la ricerca scientifica e con l’innovazio-ne. Per esempio quella farmaceutica, come dimostra ilvaccino per l’Ebola sviluppato e prodotto da un’aziendaitaliana, acquistata poi da una multinazionale. Su questo,come su tanti altri settori ad alto valore aggiunto, dob-biamo puntare per ripartire.Il governo ha il dovere e l’obbligo di garantire gli obiet-tivi di bilancio dello Stato a breve, ma è altrettanto ne-cessaria l’esigenza di avere una visione con obiettivi dimedio-lungo termine (cosa vogliamo essere tra 10 anni)per la ripresa e la crescita del Paese. Gli italiani devonoconoscere e condividere le scelte da compiere nell’eco-nomia, nel sociale, nel lavoro, nel welfare e su quali as-si strategici di sistema lavorare per indirizzare risorse,competenze e scelte politiche. Siamo consapevoli che oc-corrono riforme rivoluzionarie, drastiche e coraggioseda compiere tutti insieme per rendere i sacrifici equi eaccettabili. Sacrifici che guardino al futuro e al migliora-mento delle condizioni di benessere delle prossime ge-nerazioni.Al contrario, continuiamo ad affermare che in uno scena-rio deflattivo, in mancanza di segnali di crescita, sonoinaccettabili politiche e interventi demagogici di redistri-

buzione verso il basso, quando a pagare sono i soliti: ipensionati, quelli dalle retribuzioni medio-alte, il pubbli-co impiego.Le riforme sbandierate e mai fatte o mal fatte sono dav-vero troppe. Alcune sono state annunciate ma mai di-scusse e condivise: è il caso di quella dell’istruzione, sul-la quale avremmo volentieri avuto modo di collaborare. Il premier sembra un uomo troppo solo al comando, la suasquadra è ristrettissima. Mancano alcune competenze chia-ve e il dialogo con componenti importanti della società è li-mitato. L’esigenza di fare le cose in fretta non può prevale-re su quella di fare le cose per bene. La critica, quando è co-struttiva – come riteniamo sia la nostra – non è opposizio-ne al cambiamento. Se Renzi vuole davvero un cambiamen-to, chieda l’appoggio degli italiani e lo avrà, come hanno di-mostrato in modo chiaro i risultati delle elezioni europee.L’importante è lavorare bene, con metodo e competenze, co-me noi manager siamo abituati a fare.Durante la pausa estiva abbiamo subìto l’ennesimo attac-co alle pensioni. Anche questa volta i pensionati, che han-no rendite medio-alte, non sono potuti stare tranquilli vi-sta la minaccia di rimettere le mani sulle rendite di colo-ro che – come ben sappiamo – non hanno pensioni d’oroma pretendono di ricevere un trattamento equo e propor-zionato agli ingenti contributi versati.Siamo sicuri (!) che il governo Renzi non vuole nuova-mente reiterare i furti già avvenuti con i blocchi della pe-requazione e i contributi di solidarietà. A tutela del Pae-se, e dei nostri associati, continueremo a impegnarci af-finché, finalmente, si cambi la rotta e si guardi al futuro.

Guido Carella([email protected])

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Copertina

SETTEMBRE 20146

VIVI DA MANAGER

Le iniziative delle Associazioniterritoriali che offrono esperienze sul campo a studenti e laureatiper vivere in primapersona l’attivitàmanageriale

Eliana Sambrotta

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SETTEMBRE 2014 7

Uno dei ricordi più fervidi impressi nella memoria di ognu-

no di noi è certamente il primo giorno di scuola... grem-

biulini, un po’ di paura, molta emozione, il sentirsi final-

mente grandi, l’idea che è finito il tempo di giocare. A par-

te i grembiulini, nella maggior parte dei casi le altre sen-

sazioni sono simili a quelle del primo giorno di lavoro, so-

lo che, chissà perché, spesso non gli si preserva lo stesso luogo privilegiato

nella memoria e il tutto tende un po’ a offuscarsi col passare degli anni.

Ma pensateci bene… ricordate le fasi della selezione, i colloqui, l’attesa tre-

pidante di quella risposta positiva che poi finalmente è arrivata. E poi, il pri-

mo giorno, i colleghi, la vostra postazione, chi vi ha accolto, chi vi ha istrui-

to e seguito, quanto vi sentivate preparati e adeguati a ciò che vi veniva ri-

chiesto: ecco, proprio questo è il punto. Riuscite a ricordare a distanza di an-

ni se la realtà ha corrisposto le vostre aspettative, nozioni, teorie? O forse gli

insegnamenti vi avevano proiettato in un mondo molto diverso? O ancora,

nessun insegnamento era effettivamente sceso così nella pratica?

«Sono rimasta colpita da come un manager debba mettere in campo nel suo

lavoro qualità in più, poiché non tratta merce ma persone: il trovare compro-

messi col personale avente obiettivi umanitari è una questione molto delica-

ta. Questa opportunità in una casa di cura ha reso concreto il mio studio del-

la laurea magistrale, rafforzando la mia convinzione di voler un giorno diven-

tare un manager, ancor più conscia della complessità di tale ruolo». Federica

Curti è una studentessa all’ultimo anno della laurea magistrale in Economia

e management dell’Università politecnica delle Marche che ha partecipato a

“Vivi 5 giorni da manager”, un’iniziativa di Manageritalia Ancona che offre

ai giovani laureandi esperienze in azienda di alcuni giorni a strettissimo con-

tatto con dei manager mentor selezionati.

In seguito al successo della prima di queste iniziative, “Vivi 3 giorni da ma-

nager” ideata e sviluppata nel 2011 nella sede associativa di Verona, pro-

getti simili sono stati attivati anche a Roma, Genova, Bari, oltre alla già ci-

tata Ancona e alla diffusione in tutto il Veneto. L’obiettivo comune è of-

frire l’opportunità a futuri talenti di aprire una finestra sulle realtà mana-

geriali del proprio territorio in diverse funzioni e contesti professionali, per-

ché solo investendo su valide risorse oggi, le aziende possono sperare di

avere un vantaggio competitivo domani.

Per questo e per incrementare le opportunità di ottenere un lavoro stabi-

le, qualificato e con prospettive di crescita, Manageritalia ha inserito tra le

sue priorità, attraverso il Gruppo di lavoro Talenti manageriali (vedi box),

la promozione della cultura manageriale presso i giovani e il trasferimen-

to del know-how che si apprende solo sul campo. Vediamo nel dettaglio

le interessanti iniziative fin qui attuate.

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Copertina

LE ESPERIENZE...

...del VenetoÈ il 2011 quando Manageritalia Verona (ora conflui-ta in Manageritalia Veneto) mette a punto, insiemeall’Assessorato alle politiche giovanili del Comune econ la collaborazione dell’ateneo cittadino, il proget-to Vivi 3 giorni da manager. Obiettivo: offrire a studen-ti alla fine del percorso di laurea magistrale o neolau-reati l’opportunità stimolante e innovativa di affian-care per tre giorni un manager per acquisire compe-tenze non tanto tecniche (che già hanno grazie aglistudi e per le quali pochi giorni sono insufficienti),bensì relazionali e manageriali. Il successo ha portato alla realizzazione della secon-da edizione nel 2013 e all’estensione dell’iniziativaad altre città del Veneto e ad altre Associazioni terri-toriali. Proprio in questi mesi il progetto si sta svol-gendo per la prima volta a Venezia, Padova e Vicen-za, in collaborazione con le Università Ca’ Foscari,degli studi di Padova e con la Fondazione studi uni-versitari di Vicenza e i corsi di laurea in Ingegneriagestionale dell’Università di Padova e in Economiadell’Università di Verona che si svolgono a Vicenza. Ogni edizione coinvolge circa una dozzina di giova-ni e altrettanti manager nostri associati e le relativeaziende. L’iniziativa viene diffusa dalle università, igiovani candidati vengono selezionati in seguito acolloqui motivazionali, curriculum vitae e caratteri-stiche identificate dalle aziende. Segue un momento

Il Gruppo di lavoro Talenti manageriali fa parte dei 14progetti del Piano operativo 2012-2016 di Manage-ritalia. È inserito nella macro-area “Sostenibilità e cre-scita” e il suo project leader nazionale è Dario Balle-rini di Manageritalia Genova. Gli obiettivi sono: offri-re ai giovani una serie di incontri con diverse realtàaziendali attraverso le esperienze dei manager che ledirigono; promuovere la cultura manageriale pressoi giovani e il trasferimento del know-how che i ma-nager apprendono sul campo; facilitare il passaggiodei giovani dall’università al mondo del lavoro; sti-molare le scelte che dovranno affrontare dopo gli stu-di; coinvolgere gli associati e le loro aziende.Diverse e interessanti le iniziative promosse in tutto ilterritorio nazionale. Accanto ai progetti illustrati nel-l’articolo, che prevedono esperienze di alcuni giorni inazienda, sono in corso a Milano una serie di appunta-menti informali dal titolo #chivuoidiventare, duran-te i quali manager in carriera incontrano studenti e uni-versitari. Manageritalia Firenze collabora alla terza edi-zione del Progetto Giotto - GIOvani Talenti TOsca-ni che seleziona laureati e laureandi da inserire nelmondo del lavoro, insieme all’Università di Firenze e diPisa, a Federmanager Toscana e Prospera. Giunto allaterza edizione anche il corso di Orienteering e for-mazione organizzato da Manageritalia Torino e dedi-cato a figli, nipoti e affini degli associati che si svolgein tre incontri presso la sede associativa e una giorna-ta alla facoltà di Economia di Torino. Molto attivo il Ve-neto con altre tre iniziative: il concorso Manager an-

TALENTI MANAG

Venezia, Università Ca’ Foscari, aula Baratto

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SETTEMBRE 2014 9

di formazione, utile a prepararli all’esperienza illu-strandogli le competenze manageriali indispensabi-li a gestire un’azienda, a creare il gruppo, a verifica-re le loro aspettative e discutere del mercato del la-voro dei laureati. I manager e gli studenti concorda-no liberamente i giorni di affiancamento, anche nonconsecutivi, ma scegliendo piuttosto in base al-l’agenda del manager, nei momenti più utili a farcomprendere la tipologia del lavoro. Infine, il percor-so si conclude con un incontro di feedback tra tutti isuoi protagonisti.

...di RomaSi è appena conclusa la seconda edizione di Vivi 3

giorni da manager, promossa in collaborazione conFedermanager Roma. Il percorso è iniziato a maggiocon una giornata preparatoria di formazione pressol’Università Luiss o Porta Futuro; si è concretizzatoin giugno, quando i giovani hanno trascorso tre gior-ni a fianco di un manager mentore e si è finalizzatacon una sessione di feedback in luglio per i ragazzie in settembre per i manager. Hanno aderito 43 lau-reandi e studenti iscritti all’ultimo anno di un corsodi laurea magistrale in Economia, Ingegneria eScienze della comunicazione delle Università Luiss,

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ch’io premia tre idee-progetto sui temi della gestioneaziendale, presentate da studenti iscritti alle lauree ma-gistrali nelle università della regione; le Borse di stu-dio a Bruxelles per i figli laureati degli associati e ilProgetto Plinio, nato da un’idea del Gruppo volon-tariato professionale Manageritalia Veneto e dell’Isti-tuto di Istruzione superiore Leonardo Da Vinci di Pa-dova, il cui obiettivo è costituire entro il 2014 una startup di diplomati che possano inserirsi nel mondo del la-voro con una loro impresa di servizi rivolti ad anzianieconomicamente autosufficienti, che desiderano vive-re al meglio la loro vita personale, culturale, ricreativa.Infine, dedicata a tutti i vincitori delle borse di studioFondo Mario Negri, è Imagine, la community di Face-book che promuove iniziative formative, professiona-li e culturali utili ai giovani. All’Assemblea nazionale dello scorso giugno, giuntiesattamente a metà del percorso del Piano operativoe quindi anche del progetto Talenti manageriali, il team ha tirato le somme e si è impegnato per i pros-simi due anni a replicare i progetti già avviati imple-mentandoli; a stimolare e ampliare il coinvolgimentodei membri delle istituzioni, del mondo accademico eaziendale; a ottenere il riconoscimento di crediti for-mativi; individuare gli istituti di scuola superiore chepartecipano alle attività di orientamento universitario;partecipare alle giornate di orientamento degli atenei;inserirsi all’interno delle consulte dei corsi di laurea.Per approfondire i singoli progetti: www.mana-geritalia.it >> Associazioni territoriali

AGERIALI

Il lavoro più importante del manager è la gestionedelle persone, ponendosi all’interno del suo grup-po come un anello di un’unica catena.

Alessandra Consiglio Economia e direzione delle imprese – Luiss, Roma

Alcuni di noi sono stati invitati ad affiancare l’azien-da a una fiera di settore a Milano: poter parteciparea un evento del genere dal punto di vista dell’espo-sitore è stata una bella esperienza formativa.

Ilaria Rebecchi Ingegneria della sicurezza: trasporti e sistemi

territoriali – Università degli studi di Genova

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Copertina

Torvergata, Roma Tre e La Sapienza; una trentina diaziende con 45 manager mentori disponibili, di cui15 associati Manageritalia. Attualmente si sta lavo-rando a un’evoluzione del progetto per il 2015.

...di AnconaIn collaborazione con Federmanager, l’Universitàpolitecnica delle Marche e Istao (Istituto di studi su-periori Adriano Olivetti), l’associazione marchigianaha avviato quest’anno per la prima volta Vivi 5 giorni

da manager. L’iniziativa si è rivolta agli studenti piùmeritevoli, iscritti ai corsi di laurea magistrale dellefacoltà di Economia e Ingegneria. 19 quelli seleziona-ti che hanno avuto la possibilità di affiancare uno de-gli altrettanti manager operativi nelle 14 aziende ade-renti all’iniziativa in una settimana concordata libe-ramente tra i due da maggio a settembre. Prima di intraprendere l’affiancamento, i giovanihanno partecipato a una giornata di formazionepresso l’Istao a tema “L’impresa e la sua organizza-zione”. È stata creata anche una pagina Facebookdedicata all’iniziativa dove gli studenti raccontano,socializzano e condividono la loro esperienza inazienda e a fine settembre si svolgerà un eventopubblico per diffondere il lavoro dei protagonisti,manager e ragazzi.

Per cinque giorni ho potuto vivere in prima personal’agenda tipo di un manager: riunioni, dibattiti, in-contri con l’amministratore delegato, azioni da in-termediario, da organizzatore e da paciere, lunghetelefonate in inglese, ritmi frenetici. (…) Ho potutoavvicinare gli impianti con un tour guidato in tuta ecasco da petroliere: fantastico per un ingegnere co-me me! Soprattutto poter ammirare da vicino ungassificatore da 700 milioni di euro!

Manuel CafarelliIngegneria termomeccanica –

Università politecnica delle Marche

...di GenovaSi chiama Voglio fare il manager il progetto avviato que-st’anno per la prima volta nella città della Lanterna incollaborazione con l’Università degli studi di Genovaper offrire ai giovani laureandi l’opportunità di entra-re in contatto con diverse realtà aziendali della Ligu-ria attraverso l’esperienza dei manager che le dirigo-no. Anche in questo caso, è stato previsto un incontrodi formazione sulle competenze manageriali a cura diManageritalia e dell’Università di Genova per poter af-frontare al meglio l’esperienza. 12 le aziende disponi-bili a collaborare e 13 i giovani iscritti alle facoltà di Eco-nomia, Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze della for-mazione e Scienze politiche selezionati dall’universitàche dal mese di marzo sono stati protagonisti dellegiornate di affiancamento. Grazie alla disponibilità deimanager coinvolti, ogni giovane ha potuto trascorrereun minimo di tre giornate in almeno due aziende di-verse per un numero di 8/10 giornate totali di affian-camento a testa. A conclusione delle esperienze, inmaggio si è svolto presso l’Università degli studi unevento pubblico con testimonianze dei partecipanti eun tavolo di confronto per la collaborazione tra i sog-getti coinvolti per individuare gli strumenti migliorida mettere in campo per favorire l’ingresso dei giova-

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Sul canale Youtube di Manageritalia i video dedicati a:Vivi 3 giorni da manager (Manageritalia Roma)

#chivuoidiventare? (Manageritalia Milano)Manager anch’io (Manageritalia Veneto)

ni nel mondo del lavoro. L’obiettivo per il prossimo an-no è quello di collaborare con Federmanager per au-mentare il numero di aziende partecipanti.

...e di BariLeggermente diverso il progetto promosso nel 2012 e2013 dall’associazione del Sud che, collaborando conl’Università degli studi di Bari e direttamente conPwC, multinazionale leader nei servizi professionaliper le imprese tra cui la revisione contabile, ha orga-nizzato Un giorno in PwC. Obiettivo: far vivere a ungruppo di studenti e laureati un’esperienza diretta inazienda, in particolare nell’ambito della revisione eorganizzazione contabile, dei servizi di consulenza didirezione e di supporto alle operazioni di finanzastraordinaria e della consulenza fiscale e legale. 20 igiovani che hanno partecipato a ogni edizione, sud-divisi in due gruppi di dieci dedicati all’approfondi-mento delle tematiche delle professioni di revisorecontabile e di consulente fiscale. Ognuno dei duegruppi ha trascorso un giorno seguito dal personalequalificato di PwC che ha illustrato le caratteristicheprincipali delle due professioni, simulando casi pra-tici in cui i partecipanti hanno potuto così collabora-re con professionisti esperti ed entrare in diretto con-tatto con il mondo del lavoro. Al termine del proget-to, PwC ha offerto ad almeno due partecipanti che sisono distinti nelle giornate di attività la possibilità di

essere inseriti per sei mesi nella sede di Bari nell’am-bito della revisione contabile e in quella di Napoli nel-l’ambito della consulenza fiscale. L’edizione 2014 di“Un giorno in PwC” si svolgerà in ottobre in collabo-razione con l’Università degli Studi di Foggia. �

SETTEMBRE 2014 11

Una straordinaria occasione per apprendere comeuna spugna!

Ilaria Salzarulo Economia e direzione delle imprese – Luiss, Roma

Il sales manager ha insistito per offrirci un caffè. So-lo dopo abbiamo capito il motivo della sua insisten-za: ci ha infatti posto alcune domande sul tipo di ser-vizio che avevamo ricevuto, l’accoglienza, il modo diservire il caffè, i gesti che ha compiuto il barista. Vo-leva valutare il nostro livello di attenzione, farci ca-pire che la cura del dettaglio e ogni piccolo gesto in-fluenzano la scelta del cliente.

Jessica SpezzaferroManagement – Università degli studi di Genova

Al termine di una riunione il mentore ha voluto an-che il mio parere!

Andrea Iannello Ingegneria edile – La Sapienza, Roma

Sul canale Youtube di Manageritalia i video dedicati a:Vivi 3 giorni da manager (Manageritalia Roma)

#chivuoidiventare? (Manageritalia Milano)Manager anch’io (Manageritalia Veneto)

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SETTEMBRE 201412

Come cambia la governance delleaziende dallemultinazionali alle pmi e, di conseguenza,il ruolo del manager

Anna Zanardi Cappon

MANAGER&GOVERNANCE

Parlare di “corporate gover-nance”, o più semplicemen-te di “governo d’impresa”,

apre spesso discussioni profonde.Entrano in gioco, infatti, le convin-zioni che ognuno ha a proposito dicosa sia un’impresa e di cosa signi-fichi esprimere attraverso di essauna responsabilità sociale. Se l’im-presa è una multinazionale, si pen-sa sia sufficiente regolare gli orga-ni formali di governance per potergarantire un equo e sostenibile svi-

luppo della stessa. Consigli di am-ministrazione, management e or-gani di controllo si armano di poli-cy atte a comunicare in manieratrasparente e competente nei con-tenuti a shareholder (soci) e stake-holder (ambiente esterno e sogget-ti interessati all’azienda) gli eventi ei numeri ritenuti rilevanti nello svol-gimento della vita aziendale.Quando si va su dimensioni più pic-cole, per esempio imprese familiaridi piccola o media dimensione, al-lora il governo d’impresa inizia adessere condizionato anche da colo-rite dinamiche relazionali che diffi-cilmente si regolano grazie a unasemplice policy.Ma cosa si nasconde dietro allacrescente tematica della gover-nance, che sempre più riempie i ta-voli dei convegni e gli studi dei pro-fessionisti? Cosa è cambiato negliultimi anni?Per quello che riguarda la mia espe-rienza, principalmente nell’ambitodella facilitazione di consigli di am-ministrazione (sia di multinazionali,sia di imprese familiari di media opiccola dimensione), si fa semprepiù prepotente la necessità di co-struire un senso attraverso la pro-pria azione aziendale, un significa-to collettivo che vada oltre la preoc-cupazione economica e che coin-volga la consapevolezza crescenteche un’azienda rappresenta ancheuna responsabilità sociale.C’è dunque una ricerca di profes-sionisti e manager che possano ap-portare valori di effettiva prosperitàe trasparenza all’interno dell’azien-da, aumentando l’efficienza del si-

Mondo del lavoro

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stema e correggendo, se non elimi-nando, sacche di spreco e inutilità.Questo processo si avvia però dopodecenni di immobilismo, in cui siatop manager che imprenditori disuccesso hanno pensato di poter vi-vere di rendita rispetto agli anni delboom economico e non hanno sa-puto inserire una vera marcia in piùdi cambiamento dentro alle como-de riserve di molte imprese sul ter-ritorio italiano. A questo si aggiunga un contestosocio-economico in forte discesadal 2007, anno dell’inizio della crisiancora attuale, e un apparato isti-tuzionale inefficiente e resistentead ogni tentativo di modificazioneesterna. Oggi si ravvisa l’urgenza di un’azio-ne anche dura e impattante sulcambiamento di rotta. Ne sonoconsapevoli le grandi aziende, chestanno implementando negli ultimianni, soprattutto all’estero, i cosid-detti global advisory commitee.

Nuovi paradigmi per un nuovo mondoLa crisi che stiamo attraversando haun carattere strutturale. Stannocambiando il sistema economico eil modo di produrre. Il tempo e lospazio – in virtù delle nuove tecno-logie – si vanno ridefinendo, la ve-locità e l’incertezza costituisconoun tratto fondamentale della vitadelle imprese e delle persone. L’in-terdipendenza dei fattori (econo-mici, sociali, ambientali, …) e lacomplessità dei fenomeni in giocorendono tutto più difficilmente di-stinguibile e prevedibile.

Rispetto anche a soli pochi decennifa, tutto ciò rende molto difficile perchi si trova in posizione di decidere,come il manager, tenere sotto con-trollo tutte le dimensioni utili a pre-vedere correttamente gli esiti delleproprie scelte nello scenario futuro.Per affrontare adeguatamente lesfide della nuova competitività, delcapitalismo globale, del rischio, c’èbisogno quindi di una molteplicitàdi conoscenze e di risorse che soloun team integrato di professionistidi elevata qualità può garantire. Inquesto senso, la ricerca di una go-vernance efficace aiuta oggi lo svi-luppo di nuove forme di controlloe decisione strategica e operativa.La multidimensionalità, l’interdi-pendenza e la contaminazione del-le conoscenze sono infatti stru-menti necessari per affermare unaposizione di leadership in un con-testo di riferimento in continua erapida evoluzione.

Come funziona il Global advisory committeeIl Global advisory committee, com-posto da professionisti altamentequalificati, ha come obiettivo prin-cipale proprio quello di sostenereceo, dirigenti, azionisti, consigli diamministrazione nell’affrontare inmaniera innovativa, veloce e coe-rente le imprevedibili sfide quoti-diane. Utilizzando diverse prospet-tive analitiche (di human resource,economiche e sociali, psicologi-che, relazionali, politico-istituzio-nali, finanziarie, legali, comunica-tive, di marketing) si è in grado difornire agli interlocutori un sup-

porto unico in termini di diversità,complementarietà e qualità dellecompetenze offerte.Il Gac coniuga lo sviluppo di una vi-sione strategica sistemica, lo svi-luppo individuale e di team nellacomplessità decisionale, l’acquisi-zione di abilità atte a capitalizzarel’intelligenza collettiva dell’orga-nizzazione, la riorganizzazione delsapere specialistico. Tutto ciò con-sente di (ri)scoprire le competenzee le abilità necessarie a generareinnovazione.Il manager diventa dunque un atto-re di nuove forme di apprendimen-to dentro all’organizzazione, deveaprirsi a ciò che non conosce e, piùche cercare di riaffermare e aggior-nare le proprie competenze, è chia-mato a muoversi su quelle che nonha, a entrare in uno spazio di “igno-ranza costruttiva”. Aperto con cu-riosità, e non con timore, al nuovo,evitando di riciclare esperienze pas-sate, ma innalzando a un livello su-periore le proprie esperienze pre-senti. Ciò che porta l’esterno ac-compagna una ricostruzione atten-ta al proprio interno, con un conti-nuo scambio fra ciò che è aziendae ciò che non lo è.Si dirà che tutto questo è comples-so e poco abbordabile dalle pmi.Ma in un mondo complesso e acce-lerato come il nostro, l’unica via disopravvivenza è proprio quella diaumentare la propria complessitàdecisionale per poter governarequella che ci circonda, la complessi-tà dell’impresa nella quale viviamoquotidianamente. E qui il ruolo delmanager è inequivocabile.

04MONDO DEL LAVORO 10 09 2014 12:18 Pagina 13

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Società

LE 400 PERSONE CHE OCCUPANO il vertice del potereeconomico italiano sono lì da molti anni. Quando cam-biano, come nel caso delle grandi aziende pubbliche,la loro nomina dipende da scelte relazionali più chedal merito dimostrato. Sono una vera e propria comu-nità: metà di loro sono infatti nati prima del 1940 e fre-

Da tempo i posti del potere nel nostroPaese sono occupati in prevalenza da uomini intorno ai settant’anni. Senza uno svecchiamento della classe dirigentebasato sul meritoè impossibile rincorrere il futuro

Sandro Catani Villani

quentano gli stessi luoghi, come l’assemblea della Confindustria, la rela-zione annuale del Governatore di Banca d’Italia o l’evento Ambrosetti aCernobbio, mentre i più “raffinati” si incontrano a Davos. Naturalmente si trovano anche ai matrimoni dei figli dei poten-ti e nelle feste mondane della Scala di Milano o al Festivaldel cinema di Venezia. In sostanza, la business com-munity italiana è bloccata da tempo da un sistema dipoche persone che occupano le poltrone e non hannoalcuna intenzione di abbandonarle. Occorre ricordare che la gerontocrazia non si riscontrasolo da noi. Anche all’estero ci sono state e ci sono tutt’orasocietà dove le élite sono comunità che tendono ad autoper-petuarsi e a sorreggersi. Quello che distingue la nostra clas-se dirigente da quella presente nella maggior parte delle al-tre nazioni occidentali è tuttavia la sua caratteristica di es-sersi occupata prevalentemente della conservazione edell’estrazione di rendite personali anziché dell’innova-zione e del bene collettivo. A noi manca, ormai da moltianni, ciò che il grande sociologo Vilfredo Pareto chiama-va l’istinto delle combinazioni, cioè l’inclinazione a inno-vare, a produrre fatti nuovi, contrapposto alla persisten-

za degli aggregati, volta al mantenimento della stabilità.

LAGERONTOCRAZIA

AFFOSSAL’ITALIA

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SETTEMBRE 2014 15

La torta da spartire si restringeL’Italia ha permesso il consolida-mento di un sistema che domina ilpaese più o meno da quando era-vamo ancora in crescita e bene-stanti e che di fatto si sta sparten-do da anni una torta sempre piùpiccola, senza saper fare nulla perallargarla. La spending reviewnello stato e nelle imprese èdiventata un’ossessione.Non abbiamo mai visto

un’impresa o una famiglia fare for-tuna continuando solo a tagliarequello che viene chiamato costo.Infatti, i recenti dati della Confin-dustria digitale ci dicono che l’Ita-

lia è il fanalinodi coda

degli investimenti in Ict tra i paesiOcse: spendiamo la metà dell’In-ghilterra, che è in testa. D’altra parte, se vendiamo leaziende migliori comprandonemeno in giro per il mondo, il ri-sultato conseguente è che le atti-vità professionali ad alto valoreaggiunto, così come il manage-ment, hanno meno mercato.

Quanto è colpa di questo si-stema bloccato se l’Ita-lia non cresce da 30 o

40 anni? Il declino èuna responsabilitàcondivisa dalla clas-se dirigente: politi-

ca, amministrativa edeconomica.

Abbiamo scoperto di essere alla ri-fondazione anche nel calcio! Doveoversettantenni per anni al verti-ce della Figc, Federazione gioco

calcio, sono i candidati favoritiper il futuro. La comunità de-

gli affari ha da sempre dislo-cato le colpe sulla classeeconomica e alla burocra-zia pubblica. Un gioco fa-

cile. Adesso la politicasembra essersi rimessa

Non abbiamo mai vistoun’impresa o una famiglia

fare fortuna continuandosolo a tagliare quello

che viene chiamato costo

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SETTEMBRE 201416

Società

in moto e i politici sono quaranten-ni come Matteo Renzi o Matteo Sal-vini. Continueranno a fare conve-gni e manifesti?

E i manager?Di questo sistema fanno parte an-che dei manager, anche se è oppor-tuno precisare che molti di questicon i manager veri c’entrano pocoo nulla e sono tali per conoscenzee non per competenze. Alcuni di quelli che vengono no-minati a capo delle imprese sono“manager dilettanti”: professoriuniversitari, avvocati, ex politicio commis dello stato. Sono nomi-nati sulla base di una cooptazio-ne, cioè relazioni.Questo accade nelle aziende mu-nicipalizzate, nei grandi entieconomici controllati dallo statoma anche nelle aziende private enelle quotate. Siamo fatti così. In un’intervista con il Financial Ti-

mes, un grande banchiere, Gio-vanni Bazoli, ha difeso con orgo-glio il nostro capitalismo relazio-nale. È evidente che sia un para-dosso, incomprensibile a Londra,ma anche in Italia. Adam Smith,il padre del capitalismo, ha scrit-to una frase famosa: «Non è dallabenevolenza del macellaio, delbirraio o del fornaio che dipendela nostra cena…».Quando parliamo di manager ènecessario chiarire un equivocosul fronte della retribuzione: sichiacchiera molto su questo te-ma, ma a dire il vero le retribu-

zioni totali dei nostri dirigenti so-no più basse di quelle inglesi,francesi, americane. Il compensodei vertici aziendali è materiacomplicata. Non esiste il cedolino dei comu-ni mortali per cui si può produr-re facilmente un dato preciso. Lacomponente variabile è ormaitalmente importante che il calco-lo va fatto anni dopo, quando ilmanager lascia la società e pren-de una buonuscita e incassa, omeno, le sue stock option. Per mestiere faccio l’advisor deicda sull’executive compensatione la sfida mi è sempre apparsaduplice: in primo luogo occorrespostare l’enfasi dal fisso al va-riabile, secondariamente occorrefavorire la trasparenza sui com-pensi a favore degli azionisti edegli altri stakeholder. Un datopratico per tutti: in Italia la mag-gior parte degli amministratoridelegati ha il duplice contratto diamministratore con un emolu-mento e di dirigente con uno sti-pendio. Basta passare la frontie-ra a Mentone e questo strano si-stema garantista non è rintraccia-bile. Peggio, i dirigenti “norma-li”, in particolare nelle piccole emedie imprese, non hanno un ve-ro sistema di mbo (managementby objective). Una conferma chenon paghiamo il merito.

Un cambiamento culturale Forse ci meriteremmo che anche danoi contasse di più il merito e quin-

Le retribuzioni totali dei nostri dirigenti sono più basse di quelle inglesi,francesi, americane

Il libro

Sandro Catani (consulente e saggista) compie un viag-gio nel sistema immobile italiano, governato da unaclasse di persone che occupano tutte le posizioni checontano. Se nella politica si sta assistendo a un lento magraduale rinnovamento, in altri ambiti, a cominciare daquello economico, si fa ancora fatica a rinunciare ai pri-vilegi acquisiti. Senza il timore di fare nomi e cognomi,il saggio è un invito a smantellare la casta che impedi-sce al nostro Paese di decollare dopo gli anni più bui del-la crisi finanziaria, con alcune proposte per privilegiareil merito e lasciare spazio ai più giovani.

Gerontocrazia, Garzanti, pagg. 180, € 14,90.

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SETTEMBRE 2014 17

di ci fosse più spazio per quelle di-versità – genere, anagrafe ecc. – chenoi non sfruttiamo. Le nostreaziende si dividono in due grandiaree: quelle che lavorano sui mer-cati internazionali e quelle che ope-rano sul mercato domestico. Le pri-me, che stanno reggendo alla crisi,hanno modelli di gestione capacidi reggere alla competizione: inve-stimenti in ricerca, obiettivi sfidan-ti e merito, attrazione di talenti e,appunto, politiche di diversità. A questo proposito, la nostra sen-sibilità in generale al tema dellediversità è ancora modesta. C’èvoluta una legge sulle quota rosaper aprire forzosamente i consiglidi amministrazione alla presenzafemminile. Ma il problema non si risolve così: la business community dovrebbe impegnarsi in un mo-vimento culturale come accadein Inghilterra per la crescita equa delle persone all’internodelle imprese. Se non si farannocrescere le donne nelle posizioni

di management, neiconsigli di am-

ministrazione saranno paracadu-tate donne, sia pure eccellenti, inbase alle relazioni.

Leader e aziende eccellentiI nostri leader sono dell’opinioneche come loro non c’è nessuno.Inoltre, non vogliono uscire dal-la luce dei riflettori. Il compito diun leader dovrebbe essere anche

quello di garan-tirsi una

continuità, o almeno, questo è ciòche è scritto sul manuale del buonmanager. Ma il problema non è so-lo culturale e psicologico. Il basso sviluppo taglia le oppor-tunità di mobilità. Per cui i colla-boratori bravi sono dei pericolo-si concorrenti e vengono nascostio “mangiati”. Chi si ricorda lamitologia greca ha presente la fi-gura di Cronos che mangiava i fi-

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Quello che è un sentirecomune è stato più volteesplicitato in varie occasioni da Diego Della Valle,presidente di Tod’s, che ha detto che ci sono “arzillivecchietti ancora padroni dei salotti buoni”.

C’è voluta una legge sullequota rosa per aprire

forzosamente i consigli diamministrazione allapresenza femminile

PARTECIPATE ALLA DISCUSSIONE SUL BLOG

con Sandro Catani parleremo di gerontocrazia, di merito e delle sfide che il nostro Paese

deve fronteggiare per voltare pagina nel segno della crescita.

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Società

Olivetti, Enrico Mattei o GiuseppeLuraghi. Di quelle figure del pas-sato era anche tipica la responsa-bilità sociale dell’impresa: accantoal profitto esisteva enfasi sul ri-spetto per il territorio, per i dipen-denti, per l’estetica. In realtà, in Italia abbiamo avutosin dal Settecento questa tradi-zione con i grandi economisti co-me Antonio Genovesi. Oggi cheMichael Porter parla di shared va-

lue, una nuova concezione oltre ilprofitto, i dirigenti hanno questaopportunità. I “nuovi”, le donnee i giovani sono ovviamente av-vantaggiati perché non devonodisimparare.

Dobbiamo rottamare tutto?C’è speranza che questo sistemacambi? Ma soprattutto, per cam-biare dobbiamo rottamarlo o pos-

siamo pensare che esso stesso pos-sa essere utile per gestire un pas-saggio di consegne? Personalmente mi considero un ot-timista, come tutte le persone chelavorano nell’impresa o per l’im-presa, e preferisco il cambiamentoprogressivo, riformista. Quindi so-no per un ricambio generazionaleguidato. Tuttavia, se non ci sarà uncambio del nostro gioco saranno glialtri che ci cambieranno! La condi-zione è che gli attuali attori escanodi scena. L’età non è tutto ma certoè una componente. Il Paese dovrebbe costruire unostraordinario succession plan. Al-trimenti costruiremo alibi comeaccade oggi con la nuova leggesulla burocrazia pubblica ai ver-tici dei magistrati: dichiarano dinon poter uscire a 70 anni perchénon hanno sostituti. �

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gli, tranne Zeus che si nascose…e si salvò! Comunque, il casopeggiore si trova nelle aziendedove numeri due modesti, e ma-gari giovani, vengono nominatiper nepotismo. Per nostra fortuna, il Paese contasu aziende eccellenti che conti-nuano ad apparire e a crescere.Pensiamo alla Ferrero, un’aziendadove come consulente ho impara-to molto o alle cantine Ferrari, aMoncler, a Impregilo… Ma la listaè lunga. Accanto al loro esempiopossiamo guardare al futuro sullespalle di grandi figure di impren-ditori e manager come Adriano

SETTEMBRE 2014

Possiamo guardare alfuturo sulle spalle di grandifigure di imprenditori emanager come AdrianoOlivetti, Enrico Mattei oGiuseppe Luraghi

C’è speranza che questosistema cambi? Masoprattutto, per cambiaredobbiamo rottamarlo o possiamo pensare chepossa essere utile per gestire un passaggio di consegne?

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SETTEMBRE 201420

Intervista

Presente e futuro in un settore chiave del madein Italy. Ne parliamo con Emanuele Soldini, di-rettore dell’Istituto Europeo di Design di Milanodal 2012 e industrial designer di formazione.

Design, creatività e formazione:

quali sono gli obiettivi e i punti di

forza dello Ied?

«L’Istituto europeo di design na-sce nel 1966 con un modello deltutto nuovo rispetto alla forma-zione accademica. L’intuizionedel nostro fondatore e presidenteFrancesco Morelli è stata quelladi aprire una scuola che potessepreparare al lavoro e alle profes-sioni della creatività, in stretta si-nergia con le imprese che di lì apoco avrebbero avuto bisogno diprofessionisti del progetto. Figu-re nuove per l’Italia di quegli an-ni, non artisti, non disegnatoritecnici o ingegneri, ma designer.Un modello che coniugava la tra-dizione di una certa scuola pro-fessionale d’avanguardia con lametodologia del progetto e lacreatività per l’innovazione. Sia-mo rimasti fedeli alla nostra mis-sione e dopo quasi cinquant’anni

continuiamo a formare i progetti-sti per domani, insieme alle im-prese che collaborano con noi. Og-gi Ied è un gruppo italiano com-pletamente privato che si occupadi formazione dei progettisti intutti i settori delle discipline crea-tive ed è presente in Italia, Spagnae Brasile. Collabora con aziende ditutti i settori. Una grande storia disuccesso italiana che testimonia lacapacità imprenditoriale e la cul-tura del nostro Paese».

Il design è nel dna dell’Italia e,

nelle sue diverse forme e mo-

menti storici, è parte integrante

della quotidianità di chi ci vive. Lo

stiamo valorizzando e sfruttando

bene?

«Forse è più nel dna degli italia-ni che dell’Italia. Non vedo ungrande trasporto né una grandecapacità di valorizzare questopresidio come sistema Paese. Un

Enrico Pedretti

EMAN

UELE

SOL

DINI

AL CENTRODEL DESIGN

Dal 2002 è direttore della sede Ied Milano, do-

ve inizia a collaborare fin dal 1992. Ha svolto at-

tività di consulenza per diversi studi di progetta-

zione. Socio fondatore insieme a Fabrice Do-

mercq, Mauro Martinuz e Jean Michel Istre del-

lo studio Tuttiquanti associati, all’interno del qua-

le sviluppa progetti per diverse aziende tra cui

Lotto France, Omron Corp, Japan e Cappellini. È

associato Manageritalia Milano.

06.INTERVISTA_SOLDINI 11 09 2014 12:26 Pagina 20

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presidio che è ancora forte per lacapacità di una generazione diimprenditori e di designer di co-struire un vero posizionamentodel prodotto nell’immaginariodelle persone. All’estero l’Italia, eMilano innanzitutto, è conside-rata “patria” del design, dellamoda o addirittura del lusso, manello stesso tempo, proprio nelnostro Paese, non vedo traccia diuna politica di sostegno a favoredei giovani creativi che devonoiniziare una vita professionale. Ildesign produce valore, benesse-re, ricchezza, ma non semprequesto concetto viene compreso».

Cos’è oggi il design?

«Prima di tutto design significa“progetto” e progettare è innanzi-tutto un’attività di pensiero. Il ter-mine deriva dal latino ed evocaimmediatamente l’immagine del“gettare avanti”, immaginare,pensare al nuovo, innovare. Mol-ti pensano che il design sia legatosoltanto all’idea di disegno indu-striale e di arredo ma in realtà perdesign si intende piuttosto un ap-proccio progettuale, un percorsoche comprende le attività necessa-rie alla concezione, costruzione esuccessivamente alla realizzazio-ne di prodotti, sia di tipo materia-le che di tipo immateriale o allarealizzazione di servizi. È un pro-cesso la cui prima fase consistenella definizione degli aspetticoncettuali e termina con la deter-minazione finale di un prodot-

to/servizio che abbia caratteristi-che innovative e, oggi più chemai, sostenibili. Il design è tra-sversale ai settori merceologici enon è confinato al prodotto: si puòparlare di design della comunica-zione, dei servizi, del sociale, del-la rete, dell’interazione, della mo-da e via dicendo, per tutti gli am-biti nei quali la creatività può de-terminare innovazione».

E a livello economico com’è e co-

s’è oggi il design?

«È un valore propulsivo per lanostra economia e poiché l’ap-proccio progettuale proprio deldesign investe praticamente tuttii settori della contemporaneità,quello che posso sicuramente di-re è che i prodotti e i servizi pro-gettati hanno una marcia in più,sono più efficaci e sviluppano ri-

SETTEMBRE 2014 2121

06.INTERVISTA_SOLDINI 10 09 2014 12:22 Pagina 21

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SETTEMBRE 201422

sorse economiche maggiori cre-ando valore. Chi copia è per lomeno secondo».

Il design ha bisogno di organizza-

zione e managerialità per passa-

re dall’idea alla praticità. Cosa oc-

corre per essere divulgato, anche

ma non solo commercialmente, a

più persone, se non a tutte?

«Il design non è l’attività solita-ria di un artista che crea l’operaunica. È piuttosto un processo

che può coinvolgere un grandenumero di professionisti checontribuiscono, grazie alle com-petenze specifiche, allo sviluppodi idee e prodotti che conquista-no il mercato per innovazione,qualità, bellezza. Si tratta di unsistema nel quale anche gli as-petti logistico-organizzativi pos-sono avere un ruolo fondamen-tale, basti pensare alla moda:nell’arco di pochi mesi vengonomesse sul mercato collezioni di

centinaia di pezzi, di qualità ele-vatissima, sviluppati grazie allavoro sinergico di creativi, arti-giani, tecnici e imprenditori mol-to spesso sconosciuti al pubblicoma non per questo meno impor-tanti. Un conto è la firma, un al-tro il progetto. Il progettista è ilregista di un processo che nonpuò realizzarsi senza ricerca, or-ganizzazione, visione, manage-rialità e collaborazione con tecni-ci specializzati».

L’Istituto europeo di design agevola l’incontro tra studenti

e imprese, italiane ed estere, innanzitutto attraverso i do-

centi, tutti professionisti del settore di appartenenza. Il suo

compito primario è sviluppare competenze e capacità d’im-

maginare il futuro negli studenti. Al termine degli studi un

career service molto efficace aiuta i ragazzi a vivere una pri-

ma esperienza di stage e spesso un vero e proprio impiego

in una realtà aziendale o in uno studio professionale.

Parallelamente, vengono promosse iniziative di divulga-

zione culturale: mostre, conferenze, dibattiti.

Nell’ultima settimana di settembre si terrà Ied Square, un

ciclo di conferenze, eventi, performance, reading e incon-

tri che coinvolgerà gli studenti del terzo anno dei corsi Ied

Milano, e in alcuni momenti sarà aperta alla città e a gio-

vani provenienti da altre realtà. L’iniziativa fornisce ai par-

tecipanti un punto di vista privilegiato e stimoli di riflessio-

ne sulla contemporaneità, sugli orizzonti e sulle tendenze

più attuali attraverso l’esperienza e il racconto di profes-

sionisti e figure di spicco di settori disciplinari diversi e tan-

genti rispetto alle aree didattiche Ied.

Una grande e concreta opportunità di produzione e con-

divisione di sapere, di pensiero, di analisi e di progettua-

lità lungo gli orizzonti del presente e del futuro e delle

sfide che li caratterizzano, con uno sguardo privilegiato

ai temi dell’Expo 2015 e all’universo giovanile.

Intervista

LO IED E I GIOVANI

06.INTERVISTA_SOLDINI 10 09 2014 12:22 Pagina 22

Page 23: DIRIGENTE - Settembre 2014

Potremmo dire che, come suc-

cesse con il movimento Arts &

Crafts, designer e manager/im-

prenditori devono sempre più

dialogare per dare alla creatività

la capacità di creare ricchezza

anche economica?

«La storia del design italiano, ose preferisce del made in Italy,potrebbe essere raccontata comela storia d’amore tra creatività eindustria, tra chi sogna e chi ha ilcoraggio di credere in quel so-

gno, tra chi immagina e chi fa,non solo artigianato di qualitàper un piccolo numero di consu-matori, ma prodotti ad alto con-tenuto creativo, pensati e indu-strializzati per un grande merca-to. I designer italiani e gli stra-nieri che in Italia sono cresciutiprofessionalmente hanno avutola possibilità di creare prodottidi successo proprio grazie allecapacità e alla visione di impren-ditori italiani un passo avanti

Nel mese di ottobre, invece, in collaborazione con The Italian

Project, società inglese di diplomazia culturale, Ied presenta

Postcards – sponsorizzato da Banca Svizzera italiana e Snam

con il patrocinio di Manageritalia e Assolombarda – una mostra

d’arte le cui opere, realizzate su formato cartolina da grandi ar-

tisti e creativi emergenti, verranno messe in vendita in manie-

ra anonima, alla cifra simbolica di 50 euro.

Oltre a offrire un palcoscenico privilegiato ai giovani talenti, il

progetto vuole dare un supporto concreto alle nuove generazio-

ni che desiderano intraprendere un percorso professionale nella

creatività: il ricavato della vendita delle opere andrà infatti a co-

stituire un fondo dedicato alle borse di studio Ied.

www.ied.it

SETTEMBRE 2014 23

agli altri. Basti pensare ai grandimarchi italiani del mobile, dellamoda, degli accessori, dei tra-sporti, dell’illuminazione e ditutti i settori dove il nostro Pae-se ha dimostrato d’essere eccel-lente. Per questo diventa fonda-mentale per l’Italia far crescere,accanto a una generazione digiovani progettisti, una di giova-ni manager e imprenditori. Delresto si sa che per svilupparegrandi idee due teste sono me-glio di una, soprattutto quandosono diverse tra loro».

Valorizzazione dei manager, dei

punti di forza del made in Italy e

dei giovani sono alcune delle li-

nee guida di Manageritalia. È per

questo dunque che ci avete scel-

to come partner?

«Fin dalla sua fondazione, Ied hamesso al centro del proprio pro-getto di formazione la collabora-zione con le imprese, ci è sembra-to quindi naturale costruire unpercorso di collaborazione conManageritalia». �

06.INTERVISTA_SOLDINI 10 09 2014 12:22 Pagina 23

Page 24: DIRIGENTE - Settembre 2014

cons

umi

SETTEMBRE 201424

CCome altri istituti di ricerca, AstraRicer-

che svolge molte indagini e analisi sulla

comunicazione commerciale delle azien-

de in Italia. Da molti anni, oltre a studia-

re campagne pubblicitarie trasmesse in

tv, in radio, pubblicate sulla carta stam-

pata o realizzate come pubblicità ester-

na, studiamo anche gli eventi e le attivi-

tà di comunicazione online. Negli ultimi

anni abbiamo assistito a un fenomeno (i

cui segnali erano già evidenti più di die-

ci anni fa) di riduzione dell’efficacia de-

gli spot televisivi. Vediamo in sintesi i

principali indicatori e i motivi.

È in calo il ricordo della visione degli

spot: da una parte c’è una grande di-

spersione dell’audience (accelerata dal

proliferare di canali grazie al digitale ter-

restre e alla programmazione via satel-

lite), dall’altra una minore attenzione

agli spot da parte dell’audience stessa.

Questo ultimo aspetto è confermato

dalle ricerche – anche di altri istituti –

che mostrano come la pausa pubblici-

taria sia sempre più utilizzata per svol-

gere altre attività, in questa fase storica

in primis quelle legate ai dispositivi mo-

bili (smartphone, tablet), tanto che si

parla di un effetto second screen (e, in-

fatti, alcuni operatori del settore della

comunicazione commerciale stanno

tentando di rendere questo rischio una

opportunità, aumentando il legame tra

la fruizione di uno spot televisivo e l’uti-

lizzo di un device portatile).

Ma anche quando lo spot è ricordato,

spesso l’obiettivo non è raggiunto: le

nostre ultime indagini mostrano come

spesso l’associazione dello spot a una

marca sia molto debole (percentuali net-

tamente inferiori al 50%, a volte sotto il

30%). Per rilevarlo si può mostrare il mi-

ni-filmato “blindizzato” (senza elemen-

ti visuali o di audio relativi al nome del

brand) a un ampio gruppo di intervista-

ti e chiedere – a quelli che affermano di

aver già visto lo spot – se sono in grado

di indicare il brand che lo utilizza per

promuoversi. Il tutto è aggravato dal fat-

to che non solo il ricordo esatto è scar-

so, ma che spesso non sono irrilevanti le

percentuali di associazioni a marche

competitor. Pensiamo a cosa questo si-

gnifica: se un qualche tipo di concetto,

di idea positiva, è davvero comunicata

dallo spot, il suo contributo è a vantag-

gio di un avversario nella competizione

di mercato (un vero paradosso: investi-

re e avvantaggiare altri, che magari non

stanno investendo in adv). Come può

capitare quanto stiamo segnalando?

Molte pubblicità sono ideate e realizza-

te come ottimi filmati (davvero merite-

voli di premi cinematografici) ma senza

tenere nella giusta considerazione la ne-

cessità del link spot-brand (a volte pare

che ci si vergogni di associare un nome

commerciale a uno spot con una forte,

convincente, creatività, come se la visi-

bilità chiara e prolungata del nome del-

la marca lo “sporcasse”).

E il messaggio?Da molti anni si dice che uno spot tele-

visivo è in grado di far passare concetti

semplici e sicuramente in numero limi-

tato (più che di messaggi dovremmo

parlare di messaggio, visto che ci si de-

ve limitare a una sola idea con l’auspi-

cio che almeno questa si colleghi forte-

mente al prodotto oggetto di pubblici-

tà). Ma queste idee, questi concetti po-

sitivi, questi plus arrivano davvero al

pubblico e restano impressi? In parte sì,

ma in molti casi i risultati (misurabili con

ricerche qualitative e quantitative, pri-

ma e dopo il lancio degli spot) sono dav-

vero scadenti: vediamo, per esempio,

che il profilo di immagine di una marca

non evolve – confrontando il periodo

precedente alla programmazione e

quello successivo – proprio per quegli

NON SOLO CONSUMI

Quale comunicazione commerciale

FUNZIONA?

AstraRicerche è stata fondata nel 1983 dal profes-sor Enrico Finzi. Si occupa di ricerche di marketinge sociali per clienti appartenenti a molti settori mer-ceologici, utilizzando molteplici metodologie d’in-dagine. Si caratterizza per una struttura snella eflessibile, improntata alla qualità e all’innovazione,e affianca al servizio di ricerca la consulenza di mar-keting e di comunicazione a clienti – imprese na-zionali e multinazionali – di tutte le dimensioni. Col-labora con Manageritalia con indagini e analisi didati che spesso mirano a sintetizzare fenomenicomplessi o a far emergere informazioni latenti.

Cosimo Finzi

**07NONSOLOCONSUMI 10-09-2014 12:23 Pagina 24

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SETTEMBRE 2014 25

items, quelle caratteristiche che sono al

centro della comunicazione che analiz-

ziamo. Come a dire che stiamo solo di-

cendo “ehi, esisto anch’io” senza van-

tare davvero le nostre peculiarità, i no-

stri plus, gli aspetti in cui siamo innova-

tivi o comunque differenti.

Insomma, troppe pubblicità che piac-

ciono ma che – diciamolo chiaramente

– non servono, o servono a poco.

Eventi b2c: limiti e vantaggi Possono essere gli eventi b2c (che coin-

volgono i cittadini, i consumatori) una

delle soluzioni? Cercherò di spiegare

perché per molte aziende – non certo

per tutte e non per tutti i prodotti o sta-

di di vita dei prodotti – la risposta sia af-

fermativa.

Iniziamo dai limiti degli eventi: il più evi-

dente è la dimensione dell’audience.

Una pianificazione televisiva efficace

colpisce milioni di soggetti, un evento

ha tipicamente un target di centinaia o

migliaia di soggetti. È sempre così? No:

esistono eventi che ottengono la parte-

cipazione di decine di migliaia di perso-

ne o anche di centinaia di migliaia. In

questi anni ho avuto il piacere di studia-

re l’audience (tramite vari mezzi: tv, ra-

dio, carta stampata, web e di persona)

del Giro d’Italia, potendo così capire al-

cune dinamiche del più grande evento

itinerante del nostro Paese.

Continuiamo con i limiti degli eventi. Ti-

picamente un evento non è ripetibile, al-

meno non con quei partecipanti; la con-

seguenza è semplice ma rilevantissima:

non ci si può permettere di sbagliare, non

ci sono “rework” istantanei possibili.

Ma vediamo quello che più ci interessa:

gli eventi possono essere usati come

mezzo di comunicazione rilevante per i

brand? Non stiamo qui parlando di un

utilizzo marginale, con budget residua-

li rispetto agli altri mezzi. Parliamo, in-

vece, di un utilizzo strategico, program-

mato, integrato con il resto della comu-

nicazione, e convinto. Se di questo par-

liamo la risposta secondo le nostre ricer-

che è senza dubbio sì.

Ciò che vivi è più forte di ciò che vediUn evento è un momento di contatto ca-

ratterizzato da un aspetto relazionale

(non è il consueto “tu sei il pubblico pas-

sivo, io ti parlo” bensì è un momento di

incontro, in cui il brand è più “alla pari”

del solito rispetto al consumatore) ed

emozionale (a volte in modo debole, a

volte particolarmente intenso). Questa

caratterizzazione porta con sé dei risulta-

ti davvero rilevanti: il ricordo è forte, di-

stinto e – aspetto troppo spesso dimen-

ticato dai decisori aziendali – duraturo. Se

partecipo a un evento di lancio di un nuo-

vo prodotto mi ricorderò dell’evento, del

brand, sicuramente di una parte delle ca-

ratteristiche distintive del prodotto (an-

che se sono stato presente per poche de-

cine di secondi, ancor di più se il contat-

to è prolungato: semplicemente il livello

di attenzione e di memorizzazione di ciò

che viviamo è molte volte superiore ri-

spetto a ciò che vediamo passivamente).

Due esempiQueste non sono impressioni generi-

che: ad esempio, abbiamo studiato co-

me cambia il profilo di immagine delle

aziende (e dei loro prodotti) presenti ne-

gli sponsor village del Giro d’Italia, ov-

vero nelle aree alla partenza e all’arrivo

delle tappe in cui il pubblico può inte-

ragire con i brand ottenendo informa-

zioni, intrattenimento, assaggi di pro-

dotto ecc. Mi concentro su un caso-sim-

bolo: un’azienda di prodotti alimentari

ha ideato e realizzato uno stand e noi

abbiamo rilevato l’immagine della mar-

ca presso i visitatori di tale spazio, met-

tendola a confronto con quella rilevata

presso i non visitatori. Ebbene, migliora

la conoscenza della varietà dei prodot-

ti ma soprattutto migliora il profilo del-

la marca in modo consistente: crescono

la percezione di marca industriale con

un positivo spirito artigianale (+27%),

la simpatia (+19%), la percezione di

successo dell’azienda (+16%), l’asso-

ciazione a prodotti di qualità (+9%). E

cresce, pur in un contesto in cui non

c’era vendita di prodotti né esplicitazio-

ne dei prezzi di vendita, l’affermazione

del buon rapporto qualità/prezzo dei

prodotti (+41%: più che raddoppiata).

Un secondo esempio: abbiamo studia-

to un prodotto per il quale ben il 55%

indica di non sapere se lo acquisterà o

no in futuro; la presenza al Giro d’Italia

ha fatto crollare il “non so” al 10%, fa-

cendo raddoppiare coloro che dichiara-

no di voler certamente acquistare il pro-

dotto in futuro, e anche coloro che lo

pensano con minor grado di certezza

(interessante notare come aumentino

anche coloro che si convincono a non

comprare in futuro: l’evento ha davve-

ro fatto chiarezza, complessivamente

con un netto vantaggio per il brand).

ConclusioniChi si occupa di comunicazione sa che

risultati di questo genere difficilmente si

ottengono con una tradizionale pianifi-

cazione di uno spot televisivo.

Abbiamo trovato la soluzione ai “mali”

della comunicazione commerciale? non

proprio, ma se ragioniamo sugli eventi

con un approccio strategico e integrato

possiamo ottenere un “di più” rispetto a

quanto altri mezzi possono dare. Quan-

te aziende, quanti brand non hanno bi-

sogno di tenere alta la propria conoscen-

za (l’awareness) ma dovrebbero invece

puntare sulla percezione di differenzia-

zione, di plus da parte del consumatore?

**07NONSOLOCONSUMI 10-09-2014 12:23 Pagina 25

Page 26: DIRIGENTE - Settembre 2014

08.INTERVISTA_GIL 10 09 2014 12:25 Pagina 26

Page 27: DIRIGENTE - Settembre 2014

SETTEMBRE 2014 27

Intervista

L’evento internazionale di riferimento per la bu-siness community si terrà a Milano il 28 e il 29ottobre. Scopriamo i temi e le novità dell’undice-sima edizione con Diego Gil, managing directorEurope di Wobi.

Perché World Business Forum è

uno dei principali appuntamenti

mondiali per management sin

dal 2004?

«Il World Business Forum è uncongresso di due giornate cheriunisce i maggiori pensatori dibusiness, esperti di manage-ment, leggendari ceo, innovatorie personaggi illustri che hannofatto cose straordinarie e posso-no ispirare e arricchire la platea.Il pubblico è costituito da circa2.000 manager in cerca di idee,visioni, spunti per migliorare o

ripensare il proprio business: ra-ramente capita di incontrare eascoltare dal vivo i personaggisui cui libri si è studiato o che so-no universalmente riconosciutiper capacità e risultati raggiuntinel proprio ambito».

Come è cambiato nel tempo l’e-

vento per sedi e filo conduttore?

«Come ogni realizzazione uma-na, anche il nostro evento è lospecchio dei tempi e dieci anni diquesti tempi non sono pochi. In-nanzitutto tengo a precisare che,

Roberta Roncelli

DIEG

O GI

L

WORLD BUSINESSFORUMAL VIA

Èmanaging director Europe di Wobi, azienda di

executive education che ha ideato il World Busi-

ness Forum, uno dei più importanti eventi di ma-

nagement a livello mondiale. Entrato nel 2005

come head of finance, Gil è diventato poi chief

operating officer e successivamente direttore ge-

nerale della sede italiana.

08.INTERVISTA_GIL 10 09 2014 12:25 Pagina 27

Page 28: DIRIGENTE - Settembre 2014

Intervista

contrariamente a quanto verreb-be da pensare, il World BusinessForum non è nato negli Stati Uni-ti ma in America Latina (la no-stra casa madre è in Argentina),per poi diffondersi in Usa e Eu-ropa. Quest’anno l’evento è sta-to organizzato per la prima vol-ta a Sydney e nel 2015 sbarcheràa Hong Kong».

È un evento itinerante?

«No, non è itinerante, nel senso cheogni paese ha la propria program-mazione, tenendo conto ovviamen-te delle specifiche necessità delmercato di riferimento. Certamen-te ogni anno si individua un filoconduttore della “campagna”, unmessaggio che trova la propria de-clinazione nei contenuti di quel-

l’edizione. Nel corso del tempo ilmessaggio è andato da “Learningfrom the leaders” a “Parliamo dibusiness, parliamo di ispirazione”,da “Nuovo mondo, nuovo mana-gement” a “Leadership in action”».

Con quali contenuti?

«A livello di contenuti, la “ricetta”ha sempre previsto un po’ di econo-

SETTEMBRE 201428

CHI SONOI PROVOCATORI?Jacques Attali; Felix Baumgartner; Marcus Buckingham; Sandy Carter; Oscar di Montigny; Oscar Farinetti; Chris Gardner; Eusebio Gualino; Steven B. Johnson; Mohanbir Sawhney; Simon Sinek; Oliver Stone; Jesús Vega; Steve Wozniak.

Grazie alla partnership con Manageritalia, gli associati potranno partecipare all’eventocon un’offerta riservata particolarmente vantaggiosa con prezzo bloccato

fino al 17 ottobre 2014: 1.590 € + iva per un partecipante* (anziché 1.990 € + iva).

ISCRIZIONI ENTRO IL 17 OTTOBRE 2014.* per partecipazioni superiori a una le quote sono indicate nel modulo di adesione disponibile su

www.manageritalia.it nell’area riservata My Manageritalia >> servizi professionali

Felix Baumgartner Marcus Buckingham

08.INTERVISTA_GIL 10 09 2014 12:59 Pagina 28

Page 29: DIRIGENTE - Settembre 2014

mia, un pizzico di management, diinnovazione, di leadership, di crea-tività, di marketing… Quest’anno èun turning point perché la campa-gna è incentrata sui “provocatori” equesto rovescia anche i nostri sche-mi. Gli speaker 2014 sono persona-lità e personaggi che hanno spezza-to i paradigmi e scritto le proprie re-gole. Più che mai abbiamo ringio-vanito l’immagine e le voci di que-sto evento, e ciò ha permesso di at-trarre un pubblico nuovo, certa-mente più giovane anche sotto ilprofilo anagrafico».

Qual è oggi il suo obiettivo in un

mondo fatto di cambiamenti sem-

pre più rapidi e discontinui, tanto

più nel business?

«Il World Business Forum ha trai suoi principali obiettivi quellodi stimolare le persone, in parti-colare quelle che guidano azien-de o gruppi di lavoro, a interro-

garsi continuamente su quelloche fanno e sul modo in cui lofanno. Proprio perché la nostra èun’epoca di cambiamenti veloci eglobali il nostro evento è una spe-cie di bussola per orientarsi e ca-pire come cambiano le tendenzee gli scenari in cui ci troviamo aoperare e poter fare delle scelte diconseguenza».

L’appuntamento italiano del 28 e

29 ottobre ha come tema “Apri la

tua mente e pensa in modo diffe-

rente. Impara dai provocatori”.

Perché?

«Veniamo da anni molto difficili,in cui ciascuno ha cercato di re-stare a galla come ha potuto enon farsi spazzare via dalla crisiglobale. Il messaggio che voglia-mo dare è che il cambiamento vacavalcato, che non bisogna averpaura di reinventarsi e di cercarenuove strade».

SETTEMBRE 2014 29

Chi sono questi provocatori e

perché li considerate tali?

«In realtà i nostri provocatori sonopersone ordinarie che hanno fattocose straordinarie, grazie alla loropassione e ai loro ideali. Hannocostantemente cercato di miglio-rarsi e inseguito i propri sogni e in-tuizioni con tenacia e dedizione, liconsideriamo “provocatori” per-ché agli occhi di molti sarannosembrati dei matti o, per dirla be-ne, dei visionari».

Quindi oggi Wobi cos’è?

«Wobi è un insieme di knowhow,consulenza e networking natodalla ventennale esperienza diHsm, l’azienda multimediale diexecutive education. Wobi è iltrait d’union tra i maggiori esper-ti di business e gli executive ditutto il mondo alla ricerca di ideesemplici e potenti, ispirazione enuove visioni del futuro». �

Sandy Carter Oliver Stone Steve Wozniak

08.INTERVISTA_GIL 10 09 2014 12:25 Pagina 29

Page 30: DIRIGENTE - Settembre 2014

SETTEMBRE 201430

osse

rvat

orio

a cura di Manageritalia

Al via il 1° settembre nella Regione Lazio la

staffetta generazionale grazie a un finan-

ziamento di 3 milioni di euro e la pubblicazio-

ne del bando per le imprese che hanno una se-

de nella regione. Un’iniziativa sperimentale im-

portante che permetterà di creare nuove pos-

sibilità di accesso al mondo del lavoro per i gio-

vani, in un’ottica di solidarietà generazionale.

Mira a favorire l’ingresso di lavoratori fino a 29

anni che l’azienda si impegna ad assumere con

contratto di apprendistato o a tempo indeter-

minato, trasformando contestualmente, su ba-

se volontaria, in part-time il rapporto di lavoro

del personale cui manchino fino a 3 anni al pen-

sionamento con la riduzione dell’orario di lavo-

ro non oltre il 50%. Grazie al finanziamento

messo a disposizione dalla Regione Lazio, al la-

voratore che accetti la trasformazione del rap-

porto in part-time viene garantito il versamen-

to contributivo integrale. La staffetta genera-

zionale è finanziata con risorse assegnate alle

regioni nell’ambito del Progetto di Italia Lavo-

ro “Azione di sistema Welfare to work per le

politiche di re-impiego 2012-2014”. L’iniziati-

va, già presente in Lombardia e in Emilia Roma-

gna, prevede soglie di salvaguardia per l’occu-

pazione femminile e un equo accesso da parte

delle diverse realtà territoriali.

OSSERVATORIO LEGISLATIVO

Nel Lazio parte la staffetta generazionale

È stata approvata in prima lettura alla Camera, e adesso è

all’esame del Senato, una proposta di legge sul mutuo

vitalizio ipotecario presentata da Marco Causi (Pd).

È noto che in Italia si è registrato un marcato rallentamento del

credito alle famiglie e al settore immobiliare, da attribuire a più

fattori. I dati della Banca d’Italia denotano la difficoltà di acces-

so all’acquisto immobiliare in Italia in assenza di fondi a garan-

zia del prestito. La proposta di legge, in accordo con le richie-

ste delle associazioni maggiormente rappresentative dei consu-

matori e del settore bancario, è volta a sviluppare il cosiddetto

prestito ipotecario vitalizio, ovvero una forma di finanziamento

garantito da una proprietà immobiliare residenziale, che con-

sente al proprietario, di età superiore a 60 anni, di convertire

parte del valore dell’immobile in contanti al fine di soddisfare

esigenze di liquidità, senza che lo stesso sia tenuto a lasciare

l’abitazione, ovvero a ripagare il capitale e gli interessi sul pre-

stito fino alla scadenza del contratto. Gli interessi e le spese re-

lative sono infatti capitalizzati periodicamente sul finanziamen-

to originario e rimborsati alla data di decesso del mutuatario.

Inoltre, tale tipologia di finanziamento può essere estinta in via

anticipata e in qualunque momento su base volontaria.

Allo scadere del debito, gli eredi (nel caso il proprietario non

decida di rimborsare anticipatamente il finanziamento), pos-

sono estinguere il debito nei confronti della banca e liberare

l’immobile dall’ipoteca, vendere l’immobile ipotecato oppu-

re, in ultima ipotesi, lasciare che la banca mutuataria venda

l’immobile per rimborsare il proprio credito. Secondo le sti-

me effettuate, la norma potrebbe interessare una platea di

circa 200mila cittadini, calcolando anche solo gli over 65.

Rispetto ai contratti di vendita di nuda proprietà (ogni anno

in Italia se ne stipulano 20mila), il prestito ipotecario vitalizio

offrirebbe al mutuatario il vantaggio di non perdere la pro-

prietà dell’immobile e, pertanto, di non precludere la possi-

bilità per gli eredi di recuperare l’immobile dato in garanzia,

lasciando a questi ultimi la scelta di rimborsare il credito del-

la banca ed estinguere la relativa ipoteca.

Il decreto legge 203/2005 (convertito dalla legge 248/2005)

ha introdotto nell’ordinamento italiano la formula del prestito

ipotecario vitalizio, tuttavia un concreto sviluppo di questa for-

ma tecnica risulta fortemente ostacolato dalla mancanza di una

normativa che regolamenti in modo esaustivo la materia.

La proposta di legge, ormai a metà del suo percorso legisla-

tivo, ha l’obiettivo di integrare l’originaria formulazione del

prestito ipotecario vitalizio al fine di colmare le lacune giuri-

diche che non hanno consentito negli anni la piena attuazio-

ne della normativa.

Testo: http://bit.ly/1lBn99X

Mutuo vitalizio ipotecario per gli over 60

08.OSSERVATORIO 10 09 2014 12:26 Pagina 30

Page 31: DIRIGENTE - Settembre 2014

SETTEMBRE 2014 31

C’è un tema condiviso da diversi gruppi parla-

mentari, che la Commissione lavoro della Ca-

mera ha preso in esame. È quello della revisione del-

la disciplina normativa sulla pensione di reversibili-

tà, poiché l’attuale sistema comporta molti disagi

economici ai beneficiari. La legge 335/1995 ha in-

trodotto, per motivi di risparmio, la valutazione del

reddito del beneficiario di una pensione di reversibi-

lità. Se il destinatario non ha redditi, o li ha in misu-

ra inferiore a tre volte il minimo Inps, ha diritto a per-

cepire il 60% di quanto spettava o sarebbe spetta-

to al coniuge deceduto. Se si supera quel limite di

reddito si opera una riduzione del 25% fino a 4 vol-

te il trattamento minimo, del 40% tra 4 e 5 volte e

del 50% se il reddito del titolare della pensione su-

pera 5 volte il trattamento minimo Inps.

I beneficiari ricevono quindi trattamenti di importo

bassissimo, pur avendo versato il dante causa al-

l’Inps, durante la vita lavorativa, una cospicua con-

tribuzione.

Per far fronte a queste forme di difficoltà economi-

ca sono intervenuti diversi gruppi parlamentari che

hanno presentato in Commissione lavoro alcune

proposte di legge dirette a introdurre misure a so-

stegno del reddito del coniuge superstite. In tutte le

proposte di legge si fa presente come a carico di

quest’ultimo rimangano molte spese fisse, che sono

slegate dai consumi.

Con il venir meno del reddito del coniuge si deve far

fronte non solo a tali spese fisse ma anche a nuove

spese impreviste. L’impostazione varia da proposta

a proposta.

Si va da ipotesi più percorribili come quelle di Scel-

ta Civica (Tinagli), Lega Nord (Fedriga) e Movimen-

to 5 Stelle (Rostellato) – che prevedono la corre-

sponsione del 100% del trattamento nel caso in

cui il reddito sia inferiore rispettivamente a 4, 5 o

6 volte il trattamento minimo Inps – a ipotesi più

radicali come quella del Pd (Bobba) che introduce

la piena cumulabilità dei redditi del beneficiario

con quello del defunto.

Le prime tre proposte prevedono una rimodulazio-

ne delle percentuali di cumulo più favorevoli per il

beneficiario. La Commissione lavoro ha chiesto al

governo di esprimere un parere sul tema della rever-

sibilità. Se non arriverà una proposta del governo in

tempi ragionevoli la Commissione lavoro intende

continuare il suo iter.

Manageritalia segue con attenzione la questione

perché nella scorsa legislatura fece presentare una

proposta di legge dall’Udc (Poli) per ovviare alle pe-

nalizzazioni subite dai coniugi possessori di redditi

propri, che presentano le dichiarazioni sui cespiti in

maniera trasparente.

Va detto tuttavia che le proposte non hanno un’ade-

guata copertura finanziaria e quindi non è chiaro do-

ve si intendono reperire le risorse finanziarie per una

complessa operazione.

Le proposte di legge citate:

Irene Tinagli http://bit.ly/WenvHr Massimiliano Fedriga http://bit.ly/1nxLo4oGessica Rostellato http://bit.ly/Z7VCTrLuigi Bobba http://bit.ly/Z7Vtzj

Pensioni di reversibilità: si cambia?

08.OSSERVATORIO 10 09 2014 12:26 Pagina 31

Page 32: DIRIGENTE - Settembre 2014

ARRIVA LALEADERSHIPARTIFICIALE

Futuro

SETTEMBRE 201432

ARRIVA LALEADERSHIPARTIFICIALE

«Apri la saracinesca esterna, Hal». «Mi dispiace David, purtroppo non posso farlo». «Qual è il motivo?».«Credo che tu lo sappia altrettanto bene quanto me».«Ma di che diavolo parli?».«Questa missione è troppo importante per me per lasciare che tu la comprometta».

Nell’era di computercognitivi e sempre piùsmart, che tipo dileadership ci attende,che attori prevede e cherischi e opportunità?

Thomas Bialas

QUESTO BATTIBECCO fra Hal 9000 (il computer in-telligente) e Dave (l’astronauta impaziente) che Ku-brick mette in scena nelle battute finali del film2001, Odissea nello spazio (e parliamo del lontano1968) ci pone di fronte al dilemma cruciale del 21°secolo ben sintetizzato da Marc Andreessen,

coinventore del primo browser Netscape: «In futuro ci saranno duecategorie di collaboratori in azienda: quelli che danno ordini al com-puter e quelli che li prendono». A questo punto potremmo esibire ve-rosimili scenari “antropocalittici” (antropologicamente apocalittici)sul nostro destino post-umano.Ma siccome questa è una rivista di management pare più coerente con-centrarsi sulla gestione del “computo ergo sum” incombente, fatto dicomputer minacciosamente cognitivi e robot terribilmente abili (smart).

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SETTEMBRE 2014 33

Ovvero: quali sono gli attori ingioco, quali i possibili rischi e op-portunità e quale la nuova leader-ship (artificiale) che ci attende?

AttoriElementare Watson: è il computercognitivo dell’Ibm e si chiamaproprio Watson. Ma non fa coseelementari, ci fanno sapere.L’obiettivo dell’ambizioso pro-getto di cognitive computing di“Big Blue” è di creare un’intelli-genza artificiale capace di gestire

enormi quantità di dati non strut-turati per ottenere informazionistrutturate prima e decisioni pon-derate poi. Sono molte le grandiaziende a scommettere sull’eradelle macchine intelligenti. Ama-zon e Google sono solo la puntadell’iceberg mediatico (quandomai si parla di leader di automa-zione pneumatica ed elettronicacome Festo?), ma è giusto parlar-ne anche per gli investimenti checi sono dietro. Il primo, dopo averacquisito per 775 milioni di dolla-

ri la Kiva System (specializzata inrobotica), ha fatto parlare di séper via di quei diecimila robotmagazzinieri “assunti in regolasenza contratti e senza sindacati”per smistare le merci nei suoi im-mensi centri logistici. Il secondo(che oltre ai Google glass speri-menta anche Android wear) fa-cendo incetta di aziende (una de-cina a oggi) specializzate in robo-tica e intelligenza artificiale, fracui un vero e proprio colosso co-me Boston Dynamics, meglio no-to per essere il fornitore ufficialedi cyborg militari per il Pentago-

no, e la promettente società londi-nese Deep Mind fondata da De-mis Hassabis (ex bambino prodi-gio e attuale neuro scienziato). Insomma, un palcoscenico affolla-to da migliaia di comparse, domi-nato da alcuni protagonisti moltoacclamati e ispirato come al solitoa registi e/o sceneggiatori osanna-ti come il Mit o il Fraunhofer.

RischiTralasciando cupi presagi allaBlade runner o moniti morali stile

Da un lato abbiamo i dipendenti che prendono

ordini da macchine e dall’altro i manager che

devono impararea darne ai robot

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to può essere craccato, piratato emanipolato, compresi automobi-li e magari aspirapolveri. Blocca-re i freni, manipolare il contachi-lometri, far partire la musica ol’airbag, controllare la centralinadell’auto tramite connessioneBluetooth o accedere a dispositi-vi come smartphone o tablet al-l’interno della vettura fanno par-te del rischio futuro. Terzo: il rischio lavorativo. Da “spa-ce invaders” a “job invaders”.Tecnologia e computerizzazionehanno già da tempo sostituito gliesseri umani in moltissimi posti dilavoro. Tuttavia, la nuova ondatadi sviluppo tecnologico è poten-zialmente in grado di aggredireposizioni e professioni ritenute al

sicuro da informatizzazione e di-gitalizzazione. Per Benedikt Freye Michael Osborne, dell’Universi-tà di Oxford, che hanno svoltoun’ampia ricerca sui cosiddettiwhite collar robots, i lavori ad al-to tasso di rischio automatizzazio-ne nei prossimi due decenni rap-presentano il 47% delle categorieprofessionali in cui il lavoro è abi-tualmente prevedibile e ordinato.Per esempio contabilità, moltepratiche legali, redazione di testitecnici e un sacco di altre occupa-zioni dei cosiddetti colletti bianchie impiegati di concetto.

OpportunitàCome dicono Erik Brynjolfsson eAndrew McAfee, i due ricercato-

Futuro

SETTEMBRE 201434

Il pianeta proibito, focalizziamocisui rischi più evidenti. Primo: gli uomini pagano un prezzo

“antropologico”. Non ci sono pastigratuiti: un vantaggio di solitocomporta un inconveniente. Amaggior ragione quando trattia-mo di tecnologia che, per sua na-tura (o vocazione), sottrae compe-tenze umane quando le sostituisce(banalmente il navigatore sottraeil senso dell’orientamento). Secondo: le macchine impazziscono

e danno i numeri. In primis la mac-china per antonomasia: la nostraautomobile. Attenzione cloud alvolante. Sì perché il tema non ètanto la centralina intelligente chefa cose stupide (e s’impianta), mal’auto cognitiva che pensa e agiscemagari supportata da internet. È ilcaso estremo dell’auto senza con-ducente di Google (che nel vec-chio mondo offline, quando saltala connessione, smette di funzio-nare), ma anche delle auto di seriesempre più sofisticate.Audi ha appena presentato il suonavigatore con funzioni preditti-ve sul futuro traffico di un percor-so. Ma se in futuro saranno i ro-bot a guidare, chi risponderà le-galmente ed eticamente in caso diincidenti e soprattutto in caso didecisioni da prendere in situazio-ni di estremo pericolo (mi schian-to contro l’albero, evito il bambi-no piombato in strada e ferisco ilconducente o viceversa)? Intui-zione automatizzata? Ma può esi-stere? E poi: se tutto è internet tut-

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SETTEMBRE 2014 35

ri del Mit e autori dei libri Race

Against the machine e Second Ma-

chine age, il tema non è allenarsiper una gara contro le macchinema con le macchine per compete-re meglio. Ma andiamo con ordi-ne. Quali sono i vantaggi prospet-tati? Maggiore produttività e mi-nori costi? Maggiore affidabilità eminore conflittualità? Nel caso diBaxter, nuovo androide sviluppa-to da Rethink Robots, parrebbe disì. La società di Boston lo defini-sce il più affidabile degli impiega-ti, capace di lavorare fianco afianco con gli umani, ma soprat-tutto di adattarsi all’ambiente e diapprendere nuovi compiti in me-no di trenta minuti. Questo ciporta al vasto tema futuro della

cosiddetta “Industry 4.0” dove lemacchine comprendono l’am-biente circostante e comunicanotra loro tramite un protocollo In-ternet. Fabbriche dominate da ro-bot e smart machine dunque, co-me la citatissima Foxconn prontaad assoldare oltre un milione dimacchinari robotic entro il 2015, ilche farebbe raddoppiare la demo-grafia robotica mondiale, ma nonsolo. I software e i tanto citati al-goritmi (per esempio in grado diprevedere eventi, anche in campofinanziario, utilizzando i big datadel motore) fanno e faranno il re-sto. Bancari in carne e ossa saran-no in futuro appannaggio solodel segmento premium. Per il re-sto sistemi computerizzati in gra-

35

La dodicesima giornata del ciclo fmt.dayè dedicata all’intelligenza artificiale chesta per invadere il mondo aziendale. Dal-la gestione delle risorse umane alla gestio-ne delle risorse artificiali. Sembra un mo-nito uscito dalla pagine di Io, Robot diAsimov o dalle sequenze di 2001: Odis-sea nello spazio di Kubrick. Fantascienza,insomma. Invece è una nuova realtà concui il manager deve e dovrà fare i conti.Algoritmi sofisticati e intelligenza artifi-ciale. La tecnologia è pronta per l’ultimodefinitivo salto evolutivo: pensare e agi-re, apprendere e decidere, analizzare eprevedere. Un viaggio in un futuro sor-prendente. Cosa significa dare o prende-re ordini dalle macchine? Quanto può es-sere cognitivo un computer o un robot?Cosa cambia in azienda nell’era dell’au-tomazione dei lavori complessi e di con-cetto? Quali i rischi e quali le opportuni-tà? Non si tratta di ragionare in terminidi “manager postumano” ma di esserepronti per la sfida del secolo: sei un veroleader artificiale?Parteciperà alla giornata un parterre dimanager, giornalisti e testimonianzed’impresa. L’evento riservato ai dirigen-ti associati è il dodicesimo fmt.day, nuo-vo format evento del Future Manage-ment Tools – piattaforma promossa daCfmt per distillare e anticipare il futuroche ci attende – che esplora tematiche difrontiera in un contesto informale e col-laborativo.

Per informazioni: www.cfmt.it Anna Scirea ([email protected]) 02 5406311

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Futuro

do di comprendere e risponderealle domande del cliente (previ-sto da Citybank). Questo discor-so vale per infiniti settori e pro-fessioni, in particolare per il cu-stomer service o per la selezionedel personale. Amazon, per esem-pio, ha sperimentato con program-

mi evoluti l’elaborazione automa-tica e “adattiva” dei prezzi; Xeroxha automatizzato il recruiting per ipropri call center. Ma il vero van-taggio è un altro: liberare risorseumane per quello che conta sul se-rio: contenuti, strategie, idee e in-novazioni.

LeadershipDa un lato abbiamo i dipendentiche prendono ordini da macchine(human automation), pratica abi-tuale nei centri di logistica e con ri-svolti antropologici curiosi (dipen-denti Amazon trattati “come ro-bot” denuncia una recente inchie-sta della Bbc) e dall’altro i managerche devono imparare a dare ordiniai robot. Dirigere a ritmo di algo-ritmo un’orchestra composta darobot umanizzati e umani robotiz-zati. Suona strano, ma significa so-lo entrare in un’ottica di gestione(e direzione) delle risorse artificia-li, in prospettiva intelligente e ingrado di mettere in discussionedecisioni (come in un classico filmdi fantascienza). Non solo: il lavo-ro, anche cognitivo, non facilmen-te automatizzabile, verrà trasfor-mato in unità e compiti più picco-li (fordismo digitale). Le tecnolo-gie interattive e l’enorme mole deidati richiederanno una nuova lea-dership basata anche sul pensierocomputazionale. Ma attenzione:non chiamate intelligenze artificia-li solo quelle che la pensano comevoi. Come per i collaboratori uma-ni, anche per quelli tecnologici cir-condarsi di sole lusinghe e “yesman” è pericoloso per l’innovazio-ne del business. Poi resta il dubbio dell’uomo stes-so, capace di costruire macchinetanto complesse e nel contempoforse incapace di controllarle e go-vernarle, e del futuro “Roboboss”: imiei robot mi seguono ancora? �

SETTEMBRE 201436

Macchine (quasi) furbe all’operaDa Brigo, il coffeeShop robotizzato che sostituisce il barista nelle sue mansioni princi-pali, a Doublerobotics che propone un videoavatar comandato a distanza per riunioniin ubiquità; da Viasto che propone colloqui di assunzione quasi automatizzati, a Ente-lo che offre servizi recruiting di “spionaggio predittivo” (quando una persona targetha interesse a cambiare); da Hointer, il negozio ricco di diavolerie robotiche di NadiaShouraboura, l’ex technology vicepresident di Amazon, fino ai droni tuttofare (peresempio Trimble UX5) utilizzati in agricoltura (Yamaha) o nelle ricerche esplorative (Co-nocoPhillips), gli esempi sono tantissimi e talvolta anche buffi, ma quello che impres-siona di più (almeno chi come me scrive) perché va a intaccare una professione intel-lettuale, è il cosiddetto giornalismo artificiale o storytelling automatizzato. È il caso di automatedinsights.com e narrativescience.com: sofisticati motori di intelli-genza artificiale che interpretano e trasformano dati e numeri complessi in una noti-zia o in un articolo divulgativo. Certo nessun robot, per ora, ha ancora vinto un Pulit-zer ma intanto s’iniziano a sostituire giornalisti di fascia bassa. La profezia? Nel 2030il 90% dell’informazione generalista disponibile su web sarà gestita da software e sen-za che un dito sfiori una tastiera.

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MBA, INVESTIMENSICURO

SETTEMBRE 201438

Eventi

Il prestigioso Access Mba tour

farà tappa a Roma l’8 ottobreprossimo. Si tratta di unevento su scala mondiale dal

Avete mai pensatoall’alta specializzazionein Business administration? I vantaggi in carrieranon si faranno attendere.Per saperne di piùarriva a Roma l’evento mondiale Access Mba tour,in partnership con Manageritalia

Eliana Sambrotta

concept one-to-one che offre aimanager la possibilità di bussarealle porte del grande mondo del-la leadership internazionale in-contrando le migliori businessschool. L’Access Mba tour, infat-ti, ne comprende più di 125 e fatappa in oltre 65 città del mondo

all’anno. Il tour dà ai partecipan-ti l’opportunità unica di incontra-re i responsabili dell’ammissionedi alcune delle migliori businessschool del mondo attraverso col-loqui individuali. Un’occasioneche Manageritalia non potevamancare di supportare in qualitàdi partner proprio per offrire aisuoi manager un accesso direttoal mondo dell’alta specializzazio-ne in management.

09.EVENTI 10 09 2014 12:28 Pagina 38

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SETTEMBRE 2014 39

ENTO

Un salto di carrieraLa stragrande maggioranza (93%)degli studenti che ha frequentatoun Mba nel 2012 dichiara che illavoro che ha trovato dopo il ter-mine del master era esattamentequello che stava cercando, con-fermando ciò che il Gmac - Gra-duate management admissioncouncil ha denominato un roi (re-turn on investment) “stellare”,dal momento che i frequentanti

hanno recuperato un terzo del lo-ro investimento economico pergli studi entro il primo anno daltermine di questi e il 100% entroquattro anni. A 10 anni dal master, gli “ex alun-ni” dichiarano di avere quasiraddoppiato il loro roi.Una ricerca del Gmac effettuata asettembre 2013, a cui hanno rispo-sto 4.135 frequentanti di Mba, hamesso in evidenza come 3 su 4 tragli iscritti 2012 hanno trovato unlavoro che non avrebbero mai ot-tenuto senza questa loro ulteriorespecializzazione in management.Lo studio mostra anche che l’an-nata 2013 ha ottenuto un sostan-ziale aumento retributivo dopoaver frequentato il master, per icorsi full time di due anni pari al79% e per quelli full time di unanno pari al 70%. Il salario medio riportato su sca-la globale è di 128.569 dollari e isettori che vanno per la maggioresono la consulenza, la tecnologiae i prodotti e servizi. Inoltre, enon sorprende, le business scho-ol sono il miglior luogo in cui po-sare le fondamenta per i propribusiness futuri. Un altro dato in-fatti indica che il 5% dei frequen-tanti diventa imprenditore o la-voratore autonomo.

Professionisti camaleonti I risultati della ricerca mostranoanche che l’annata scorsa è stata unsuccesso nel cercare opportunità dilavoro in settori trasversali. Oltre a

Per partecipare alla tappa di Roma dell’8ottobre e per avere una valutazione deltuo profilo e un orientamento utile percolloqui individuali registrati all’indirizzowww.accessmba.com/rome/index.html

un valore aggiunto in termini dicompetenze professionali e una re-te utile di contatti, un Mba infattidà anche molta flessibilità di car-riera. Inoltre, sempre in base alla ri-cerca Gmac, i frequentanti semprepiù spesso riportano innanzituttoil ritorno professionale e personaleottenuto grazie al corso e solo se-condariamente quello economico.

Come scegliereScegliere un Mba è un processo in-fluenzato da ampie considerazio-ni: bisogna valutare l’impatto cheil corso avrà sulla vita privata eprofessionale mentre lo si fre-quenta ma, ancora più importan-te, l’impatto che avrà quando lo siavrà concluso. Elementi fondamentali sono la bu-siness school, il format del corso eil programma, in modo da poter ri-cavare il meglio dal proprio Mba. E soprattutto occorre essere og-gettivi e saggi nel valutare il pro-prio profilo e le proprie aspettativeal riguardo. �

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NELL’EPOCA DELLSPENDING REVIEW

SETTEMBRE 201440

Travel management

C’ERANO UNA VOLTA i voli in classe business,i soggiorni negli hotel di lusso, le prenotazio-ni all’ultimo minuto. C’erano una volta, manon ci sono più, o quasi. Negli ultimi anni le aziende italiane, impegnatea ridurre i costi generati dalle attività “non co-

Il ruolo del travelmanager ha dovutoampliare mansioni e competenze.E sembra destinato a evolversi, in futuro,nell’ancora piùstrategica figura del mobility manager,responsabile di tutta la mobilità aziendale

Arianna De NittisVillani

re” per far fronte alla crisi economica, hanno mutato anche il modo diviaggiare per lavoro, introducendo nelle travel policy regole sempre piùrigide e orientate al saving. Il risultato? Ce lo illustra l’ultima edizionedella Business travel survey di Uvet American Express, secondo la qua-le nel 2013 le aziende, alla ricerca di nuovi mercati in cui espandere ilproprio business, hanno viaggiato di più(il numero delle trasferte è aumentato del5,6%), ma spendendo meno: il costo medioper trasferta è infatti diminuito di ben 6 pun-ti percentuali (in media 16 euro). Questo calo è riconducibile a nume-rosi fattori: da un lato, in-fatti, i travel managerpuntano ancor piùche in passato sul-la negoziazionecon i fornitori per“strappare” tariffevantaggiose. Dall’al-tro, le travel policy cercano di incenti-vare nei business traveller l’adozione dicomportamenti “virtuosi” (primo fra tut-ti l’advance booking, ovvero la pre-notazione anticipata per usufruiredi tariffe aeree scontate). Infine, si predili-ge la prenotazione di servizi che impattano meno

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SETTEMBRE 2014 41

LLAEW

sui costi di viaggio: gli ultimi datidiffusi dalla società di carte di cre-dito AirPlus International relativialle transazioni effettuate dallesue aziende clienti evidenziano,ad esempio, come ormai i viaggia-tori d’affari italiani volino quasiesclusivamente in classe economy(94,1%, contro il 5,6% della classebusiness e lo 0,3% della first

class). Inoltre, da quando è stataintrodotta anche nel nostro Paesel’alta velocità ferroviaria, è in de-ciso aumento l’utilizzo del treno, adiscapito dell’aereo: il numero deivoli acquistati lo scorso anno è sce-so di ben il 5,4%, mentre quello deiticket ferroviari ha segnato un in-cremento del 4,6%. E non è tutto:si registra un crescente successodei voli low cost, che pur essendoancora utilizzati dalle aziende inquantità minore rispetto a quellidi linea, nel 2013 hanno rappre-sentato circa il 18% sul totale delvolato, un dato in crescita rispettoal 16% dell’anno precedente e al14% del 2011. Questa tendenza al

risparmio riguarda anche i sog-giorni alberghieri: leaziende hanno messo in

atto già da alcuni anniun “downgra-

ding” nellas c e l t a

degli hotel, grazie alla discreta of-ferta qualitativa che oggi moltestrutture a 3 stelle propongono,sul mercato nazionale e all’estero.

Incontri virtualiL’esigenza di ridurre i costi diviaggio ha causato, negli ultimianni, anche un maggiore ricorsoalla tecnologia da parte delleaziende: si sono diffusi, ad esem-pio, i sistemi di tele e videoconfe-

renza, adottati,più che per so-

stituire gli incontricon la clientela, per ta-

gliare le spese generate dameeting interni e spostamenti

tra le diverse sedi aziendali. È cresciuto, inoltre, l’uso di tool cheautomatizzano tutte le fasi di pro-cesso della trasferta, dall’approva-zione del viaggio alla prenotazione,fino alla compilazione delle notespese e all’analisi dei dati di spesa. Una tendenza, questa, che ha unadiffusione globale: un’indagine

L’esigenza di ridurre i costidi viaggio ha causato, negli

ultimi anni, anche unmaggiore ricorso alla

tecnologia da parte delleaziende: si sono diffusi,

ad esempio, i sistemi di tele e videoconferenza

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SETTEMBRE 201442

Travel management

za le soluzioni “end to end”, cheautomatizzano l’intero processorelativo alle trasferte (segnalatidal 65% del campione), i tool di re-portistica (60%) e i dispositivi mo-bili (60%).

Un ruolo sempre più strategicoQuesto focus sul risparmio nonpoteva non avere un impatto rile-vante sull’attività dei travel ma-nager, che oggi sono chiamati aestendere il governo dei viaggid’affari non più solo a voli e al-berghi, ma alla totalità delle vociche concorrono a generare unatrasferta (taxi, ristoranti, Telepassecc.): voci di spesa fino ad ogginon adeguatamente presidiate,ma che secondo una rilevazionedella travel management compa-ny Bcd Travel arrivano a pesaresui costi di viaggio fino al 35%.Questa tendenza comporta per itravel manager la necessità di mi-gliorare costantemente la propriaconoscenza del mercato, in mododa cogliere in maniera tempesti-va tutte le possibili opportunitàdi saving, ma anche di disporre didati completi e attendibili per po-ter condurre un’analisi approfon-dita di costi e processi. Inoltre, iresponsabili viaggi devono ormaiessere dotati di competenze tec-nologiche, indispensabili per su-pervisionare i sistemi di gestionedelle trasferte introdotti in azien-da (inclusi i dispositivi mobili, or-mai abitualmente utilizzati dalpersonale viaggiante). Infine, di-viene importante (e talvolta ar-duo) il compito di conciliare lasoddisfazione del cliente interno(il viaggiatore) con le esigenze dirisparmio imposte dall’azienda.E in futuro? Il ruolo del travel ma-nager potrebbe evolversi in quel-

del network internazionale diagenzie di viaggio Radius, realiz-zata interpellando 287 responsa-bili viaggi in 33 paesi del mondo,ha rilevato infatti che entro il 2017acquisiranno crescente importan-

Arianna de Nittis è direttore re-

sponsabile di Mission, la rivista dei

viaggi d’affari della casa editrice

Newsteca.

Oltre a Mission, Newsteca cura anche il bimestrale MissionFleet, la rivista

dell’auto aziendale dedicata alle tematiche legate alla gestione dei parchi

auto. A integrazione dell’attività editoriale più tradizionale, la società è at-

tiva con una divisione new media, impegnata nella comunicazione online

sul sito Missionline.it e nella realizzazione di newsletter elettroniche. Da di-

versi anni, inoltre, Newsteca organizza workshop, dibattiti e tavole rotonde

con il contributo dei più autorevoli operatori.

Tra le manifestazioni di punta spiccano i convegni nazionali MissionForum,

dedicato ai nuovi trend nel settore del business travel, GreenFleet, sulle flot-

te auto eco-compatibili, e Ima (Italian mission awards), il primo premio ita-

liano nel settore dei viaggi d’affari.

Dal 2003, infine, Newsteca propone due percorsi formativi, la Business tra-

vel school e la Fleet management school. I corsi forniscono a travel mana-

ger e fleet manager gli strumenti chiave per un’ottimale gestione delle tra-

sferte e dei parchi auto.

N e w s t e c a

265

260

255

250

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2351° semestre

20112° semestre

20111° semestre

20122° semestre

20121° semestre

20132° semestre

2013

256257

260 261

247245

COSTO MEDIO PER TRASFERTA NELLE AZIENDE ITALIANE (€ )

Fonte: Uvert American Express 2014

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lo, ancora più strategico, del mo-bility manager, una figura intro-dotta in Italia dal decreto ministe-riale Ronchi del 27 marzo 1998 eincaricata della gestione di tuttigli ambiti connessi alla mobilitàaziendale: i viaggi di lavoro, maanche il parco auto e gli sposta-menti casa-lavoro del personale,in un’ottica non solo di ottimizza-zione dei costi, ma anche di ridu-zione dell’impatto ambientale.Nel 2013, il Barometro dei veicoliaziendali realizzato dalla societàArval segnalava che questa figu-ra è ormai già presente nel 65%delle imprese con oltre 100 dipen-

denti e nel 75% di quelle con piùdi mille dipendenti. La ragione diquesto trend è facilmente intuibi-le: dalla gestione unica, infatti,può scaturire un miglior governodei processi interni, con conse-guente risparmio dei costi. Per i responsabili viaggi, questa

evoluzione comporterà una nuo-va sfida: imparare ad adottare unapproccio “olistico”, basato cioèsulla gestione interdisciplinare eglobale dei differenti ambiti e sul-l’identificazione delle relazionidelle possibili economie (di scala,di efficienza ecc.). �

VOLI AEREI: PRENOTAZIONE DELLE CLASSI DI SERVIZIO (%)

Classe 2010 2011 2012 2013

First 1 1 1 0,3

Business 6 5 5 5,6

Economy 93 94 94 94,1

Fonte: AirPlus International

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DARE “SENSO”AL LAVORO

SETTEMBRE 201444

Business

NEI MERCATI ATTUALI, caratterizzati da elevatacomplessità, la capacità di competere con successonon dipende solo dall’applicazione di modelli e pro-cessi guidati dalla razionalità economica ma anchedalla capacità di attivazione di logiche legate al sen-se-making.

I significati che sicostruiscono e sicondividono attraverso il sense-making.Il T-Lab di Cfmt individua cinque realtà esemplari

a cura del T-Lab

Il sense-making è un processo soggettivo che porta alla costruzionedi identità e all’attribuzione di significati in riferimento alle esperien-ze vissute. È il senso che gli individui danno a ciò che vivono e al con-testo che li circonda. Tale processo, introducendo gli altri al propriomodo di vedere e di vivere, rende possibile condividere significati,propagare emozioni e creare sinergie. È la premessa dell’uso creativo della libertà, che si traduce in una for-ma di world-making, ossia di “creazione di mondi” (simbolici, maanche materiali) in cui si può e si vuole abitare. E a cui si dà valore. Sense-making e world-making sono sempre piùalla base dello sviluppo dei processi innovativi capaci di creare signi-ficati e mondi nuovi, sperimentali, che consentono alle imprese di tro-vare una via di uscita dalla crisi.

Nuove direzioni per innovareNell’innovare le aziende intraprendono nuove direzioni ricercando si-gnificati che portano a risultati di business: l’innovazione si dimostraessere sempre più vincente se genera valore attraverso la creazione disenso per i diversi attori che ne sono coinvolti. Nello sviluppo di un per-corso innovativo il significato di ciò che si è intrapreso dipende dai le-gami emotivi, dalla sensazione di possedere uno scopo condiviso, dal-la capacità di utilizzare le proprie abilità per mettersi al servizio dei bi-sogni degli altri, più che da ciò che si possiede. Il senso individuale diventa quindi collettivo attraverso il coinvol-gimento attivo di tutti gli attori chiave che si muovono attorno al-

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l’azienda. Un’idea motrice inno-vativa, che genera senso, è infat-ti portata avanti da un insieme diattori che si conoscono e ricono-scono reciprocamente, popolan-do – trasversalmente – il mondodei consumatori, dei fornitori,dei distributori, dei consulenti,dei ricercatori. Questi, nel loro insieme, lavora-no per uno scopo comune, o perlo meno convergente. Uno scopoche conserva il suo valore/sensoanche quando le cose economi-camente vanno meno bene diquanto ci si aspettasse. Dalle ricerche che da più di otto

anni stiamo conducendo nel-l’ambito del T-Lab – Laboratoriodel terziario che innova – di Cfmtemergono dei segnali incorag-gianti. Diverse sono le realtà chestanno già beneficiando di ap-procci orientati al sense-makinge del “valore” generato dallacreazione di “senso”. Un valoremeno facilmente imitabile e piùsostenibile nel lungo periodo. Molti sono i mondi che nasconoattraverso questo processo e mol-ti i sensi e i significati, che così sivengono a costruire e a condivide-re. Noi ne abbiamo individuaticinque, che rappresentano percor-

si già in parte intrapresi e allo stes-so tempo forieri di ulteriori nuoveopportunità. Percorsi dove i sen-tieri possono essere eterogenei,dove gli spazi di esplorazione so-no ancora numerosi.

Il senso individuale diventa collettivo attraverso

il coinvolgimento attivo di tutti gli attori chiave

che si muovono attornoall’azienda

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Il senso dell’esperienza condivisa: Gambero Rosso

Condividere un’esperienza costituisce un se-condo driver assai efficace nel processo di crea-zione di senso.

Gambero Rosso ha un modello di business moltoflessibile attraverso cui costruisce percorsi di inno-vazione continua. L’insieme delle iniziative svilup-pate può essere riassunto dalla mission: “racconta-re il cibo e il vino partendo dalle persone”. L’impre-sa sviluppa relazioni, attività e iniziative con diver-

se community formate da tutti coloro che sono coin-volti nella produzione, nella trasformazione e nelconsumo di cibo e vino. Promuove anche attivitàeducativa sulla cultura alimentare.Il network dei media della società si è arricchito anchedell’iniziativa “Città del gusto”, un luogo dove la cu-cina è la grande protagonista: una fonte di idee, ten-denze e nuovi talenti del mondo del cibo e del vino,un luogo di incontro per gli appassionati e gli esperti.Un contesto per la condivisione di esperienze sia di ti-po emotivo-cognitivo che socio-relazionali.

SETTEMBRE 201446

Business

Il senso dell’appartenenza a una rete: Diet to Go

Il senso dell’appartenenza a una rete rileva lanecessità di investire sulle modalità con cui gliattori di mercato si connettono tra di loro e svi-luppano legami.

Diet to Go, azienda specializzata nella consegna adomicilio di pasti dietetici, ha sviluppato un nuo-vo significato associato al concetto di dieta, vistacome un’esperienza piacevole. Uno dei fattori chiave di successo dell’azienda èstato il fatto di promuovere la condivisione di unsenso collettivo e trasversale all’interno della rete.La prima relazione che è stata attivata è quella coni dottori nutrizionisti. Altre tipologie di attori coin-volti nel progetto sono stati gli chef, le cucine ester-

ne, l’azienda di servizi che consegna le borse Dietto Go e la rete in franchising. Una peculiarità diDiet to Go è quella di non fornire semplicementedel cibo con l’obiettivo di dimagrire ma, soprattut-to, di dialogare con i consumatori in modo che glistessi apprendano cosa voglia dire mangiare benee in maniera sana, e possano continuare anche dasoli nel loro percorso.

Il senso della creatività e del design:Crea International

Progettare senso e valore poggia anche sulle di-mensioni della creatività e del design, potentigeneratori di senso.

Crea International è un esempio di azienda che, par-tendo dal design, ne ha interpretato le molteplici de-clinazioni per realizzare progetti di spazi architettoni-ci spesso riferiti a punti vendita in grado di contribui-re alla generazione e al trasferimento del senso, sia sul

piano visivo che stilistico, legato ai brand di cui talispazi sono espressione. Da una logica tipica dei progetti di architettura ointerior design, si passa a un vero e proprio model-lo originale, definito Physical Brand Design, il cuiobiettivo è il superamento della frattura tra strate-gia, design e comunicazione di impresa, assicuran-do coerenza ed efficacia al posizionamento delbrand attraverso la progettazione dei touch pointcon il cliente.

Appartenenza a una rete

Lavoro

Esperienza condivisa

Creatività e design

Consumo responsabile

LE AREE DEL SENSE-MAKING

SENSE-MAKING

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Il senso del consumo responsabile:Grom

Il fronte del consumo offre moltissimi spunti per lagenerazione di senso, anzi gli stessi consumatori so-no degli eccellenti world-maker.

La chiave del successo di Grom risiede nel profondoconvincimento dei fondatori che a monte del cibo ri-siede sempre un processo agricolo e che quindi, perpoter proporre un prodotto di altissima qualità nel-l’ambito del settore alimentare, occorre partire daun’attenta selezione delle materie prime e dall’accu-rata definizione dei processi necessari per trasformar-le. I due fondatori, che amano definirsi “contadini ge-latai”, hanno avuto una missione molto chiara e am-biziosa fin dall’inizio, recuperare il gusto del gelatofatto “come una volta”. A questo si è affiancata una se-lezione accurata delle materie prime, molte delle qua-li tutelate da presidi Slow Food, e la creazione del-l’azienda agricola Mura Mura ha consentito di inte-grare parte della filiera a monte.

Il senso del lavoro: Ad Artem

Il senso è anche legato a quello che si fa, al ruo-lo che ogni individuo vuole e può rappresentarenel suo contesto di lavoro, per valorizzare la plu-ralità di intelligenze e di idee presenti nelle orga-nizzazioni.

Ad Artem è una realtà che opera nel comparto dei be-ni culturali ed è attivamente impegnata nella valoriz-zazione e nella divulgazione del patrimonio artistico,soprattutto italiano, mediante la promozione e l’orga-nizzazione di mostre, convegni, interventi di restau-ro e pubblicazioni. La struttura dell’azienda è estre-mamente flessibile: Ad Artem punta su un networkdi collaboratori di volta in volta coinvolti nelle diffe-renti iniziative. La valorizzazione delle competenzeindividuali e la condivisione delle risorse di cono-scenza per sviluppare un’offerta di qualità costituiscela piattaforma di senso per i suoi collaboratori.

ConclusioniI processi di sense-making consen-tono la realizzazione del world-making, in cui la condivisione deisignificati tra gli attori – siano essinella veste di clienti o fornitori – at-tiva un processo di scambio di co-noscenze, linguaggi, significati. Isoggetti si riposizionano nelle retidi fornitura per favorire un world-making collettivo, dove il singoloopera per se stesso e per gli altrisulla base di un senso comune delfare innovazione. La combinazio-ne di pluralismo (attori, sensi, va-lori) e la complessità (tecnologica,consumo, offerta) consente il pro-pagarsi di molteplici possibilità diinnovare. L’attenzione si sposta co-sì dal nuovo artefatto all’innovare,inteso quale pratica di mercato perla creazione di valore. �

SENSE-MAKINGLa nuova economia del valorePer fare il futuro bisogna essere capacidi immaginarlo, progettarlo, raccontarloe dotarlo di significati abbastanza coin-volgenti da convincere altri a seguire lostesso cammino. È la tesi proposta nel-l’ultimo volume del T-Lab – Laboratorio del terziario che innova –di Cfmt, Sense-making. La nuova economia del valore (Franco An-geli, pagg. 112, € 15) dell’economista Enzo Rullani e delle tre ri-cercatrici Roberta Sebastiani, Daniela Corsaro e Cristina Mele chehanno anche curato questo articolo. Come dimostrano le espe-rienze delle imprese raccontate nel libro, cambiamento tecnolo-gico e generazione di senso si sostengono a vicenda nella crea-zione di mondi nuovi e diversificati. Il futuro diventa possibile.Nell’incontro Alla ricerca del senso perduto. Come le impre-se generano nuovo valore gli studiosi del T-Lab presenterannol’indagine internazionale New service development e il paradig-ma del sense-making, sostenuto da casi concreti di aziende chegià hanno intrapreso questa strada. Seguirà un dibattito con i pro-tagonisti dell’innovazione nelle imprese italiane.

MILANO - 14 OTTOBRE ROMA - 11 DICEMBRE Per saperne di più: www.cfmt.it

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ITALIA, PARITÀ SULLA CARTA

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Lavoro al femminile

NEL CORSO DELLA CONFERENZA CEC (Confédé-ration européenne des cadres) intitolata “Promotingwomen’s leadership”, tenutasi a Cannes dal 25 al 27giugno, Cida - Manager e alte professionalità perl’Italia ha presentato i dati relativi alla presenza del-le donne nei ruoli apicali. La portavoce della delega-

Alla conferenza europea dei manager il nostro Paese esce beneper quanto riguarda le leggi e le best practiceper favorire il lavorofemminile. Ma è unsuccesso parziale: lacultura in azienda haancora troppi stereotipi

Teresa Lavanga Villani

zione confederale Marisa Montegiove ha stupito la platea quando hadichiarato che in Italia – per i manager – il pay gap è quasi del tuttoassente. La portavoce della delegazione svedese, di contro, ha ripor-tato dati secondo cui, nel suo paese, le donne dirigenti hanno uno sti-pendio ancora nettamente inferiore a quello degli uomini. Inoltre,mentre Cida ha dichiarato che, grazie all’introduzione delle quote ro-sa, la presenza femminile nei consigli di amministrazione è aumenta-ta di quasi nove punti percentuali dal 2010 al 2013, la confederazione

12.CONFERENZA.LAVANGA 10 09 2014 12:31 Pagina 48

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SETTEMBRE 2014 49

svedese ha affermato che il 94,4%delle posizioni di ceo delle com-pagnie svedesi quotate in borsasono occupate da maschi.Ancora una volta l’Italia dimostradi essere il paese delle grandi con-traddizioni. L’intervento di Mon-tegiove “Italia: tanti stereotipi dasfatare” ha messo in rilievo comeda un lato viviamo in una nazioneancora piena di preconcetti legatial genere e dall’altro abbiamo anostra disposizione una delle legi-slazioni più all’avanguardia in te-ma di maternità.La relazione di Cida – che tra l’al-tro era presente per la prima voltaa una conferenza Cec in cui si af-frontavano temi “di genere” – hasorpreso i delegati provenienti daquasi tutti gli stati dell’Ue per altridue motivi: il taglio dato all’inter-vento e le best practice presentate.

Il merito non ha sessoMontegiove ha dichiarato che perCida le uniche discriminanti in am-bito lavorativo devono essere meri-to, formazione, conoscenza e com-petenza. Questi devono divenirefattori premianti per tutti i lavora-tori, senza distinzione di età, sesso,razza o altro. Ha inoltre sottolinea-to come in Italia il valore delle don-ne, ormai visibile, vada solo posi-zionato meglio. Bisogna dare perassodato che le italiane hanno fattomolti passi avanti, rispetto alle loromadri e alle loro nonne. Oggi non ha più senso portareavanti battaglie “di genere”, ma oc-corre trovare negli uomini degli al-leati. Questo punto di vista portanecessariamente a un nuovo mododi intendere l’azienda, pubblica oprivata che sia. Un luogo dove con-vergono interessi diversi ma dei

quali – tutti – bisogna tener conto.Insomma, per Cida occorre creareuna società e un mondo del lavorocapaci di aiutare la crescita e lo svi-luppo economico e sociale. Unosviluppo sostenibile e inclusivo nelquale il lavoro, che è fonte non so-lo di sostentamento, ma di realiz-zazione e partecipazione per tutti,possa evolvere al meglio per il be-nessere delle persone, delle azien-de e della società.

Flessibilità per essere più produttiviSi è quindi focalizzata l’attenzio-ne sulla flessibilità che, nella so-cietà dell’informazione e della co-municazione, non è più solo unvincolo o un’opportunità, ma di-venta una necessità: le aziendepiù flessibili sono quelle che, ope-rando per obiettivi, riescono amassimizzare la produttività e ilbenessere. La conciliazione di-venta quindi uno strumento utilenon solo per valorizzare al me-

Viviamo in una nazioneancora piena di preconcettilegati al genere e dall’altro

abbiamo a nostradisposizione una

delle legislazioni piùall’avanguardia

in tema di maternità

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SETTEMBRE 201450

Lavoro al femminile

part-time, ma comprende anchestrumenti quali il telelavoro, labanca delle ore, la banca del tem-po, la pianificazione dei meeting,la modulazione dell’orario di la-voro, in modo da concentrare l’at-tività su alcuni giorni o periodi. Tale prospettiva – assolutamentesimile a quella di paesi più al-l’avanguardia sulle politiche di ge-nere – è stata considerata da tutti ipartecipanti nuova e assolutamen-te lontana dagli stereotipi con iquali l’Italia viene spesso dipinta.

Progetti virtuosi Nel corso della conferenza, allaquale ha partecipato anche l’orga-nizzazione che promuove lo svi-luppo delle imprese europee Busi-nesseurope, la delegazione Cida haappreso con estremo piacere che al-cune delle best practice presentate– elaborate dalle Federazioni ade-renti – sono confluite nel databasedi Employers resource center, un

servizio creato per rispondere alleesigenze e alle richieste dei datori dilavoro nei 28 stati membri dell’Ue(vai sul sito http://bit.ly/1sWGGns:alla voce country inserisci “Italy”). In particolare, il database riporta ilprogetto “Produttività & Benesse-re” (sviluppato da Manageritalia,vedi box). Un progetto che, attra-verso informazione, cultura eazioni concrete, vuole migliorareil mondo del lavoro. Uno deglistrumenti per passare all’azione èSmart welfare con il quale si vuo-le promuovere l’introduzione dipratiche di welfare aziendale al fi-ne di garantire un elevato livellodi benessere fisico, psicologico esociale. Il welfare aziendale delprogetto include anche un miglio-ramento della conciliazione tra vi-ta privata e professionale. Tuttoquesto per giungere a risultaticoncreti capaci di ridurre l’assen-teismo e migliorare lo spirito in-terno delle varie aziende. Fra gli altri strumenti utilizzati atal fine la conferenza ha mostra-to grande interesse nei confrontidi “Un fiocco in azienda” e “Inte-rageing: un patto tra generazioniin azienda” facenti sempre partedel progetto “Produttività e Be-nessere”.“Un fiocco in azienda” – che pre-vede un comportamento correttodell’azienda in presenza della ma-ternità delle proprie collaboratrici– è stato al centro di discussioniche si sono svolte anche a lateredella conferenza stessa: molte de-

glio la quota femminile e le risor-se esistenti ma anche per miglio-rare la qualità della vita di tutti. Infatti, come dimostrano alcuneindagini in proposito, la domandadi flessibilità è neutrale dal puntodi vista del genere, cioè uguale siaper gli uomini che per le donne, esoprattutto non è legata alla pre-senza di figli. La domanda di fles-sibilità non si esaurisce inoltre nel

La domanda di flessibilitànon si esaurisce nel part-time, ma comprendeanche strumenti quali iltelelavoro, la banca delleore, la banca del tempo, lapianificazione dei meeting,la modulazione dell’orariodi lavoro

Da sinistra sedute: Grazia Fassorra, Marisa Montegiove, Teresa Lavanga (delegazione Cida), FrancescaVisibelli Breuil (delegazione francese Cfe-Cgc), Sonja Smuc (delegazione slovena Mas). Da sinistra in pie-di: Itala Corti (delegazione Cida), Natalija Postruznik (delegazione slovena Mas), Emanuela Nuccetelli,Virginia d’Ambrosio, Georgette Ould (struttura Cec).

12.CONFERENZA.LAVANGA 10 09 2014 12:32 Pagina 50

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legate di altri paesi erano infattiinteressate a capire il funziona-mento dei servizi che vengonoerogati e il cambio di atteggiamen-to da parte delle aziende.L’attenzione nei confronti di “Inte-rageing: un patto tra generazioni inazienda”, invece, è stata data dalfatto che nel 2012 la Cec aveva svol-to, sempre per la Commissione eu-ropea, un progetto sull’impatto cheil cambiamento demografico avràsulla disponibilità di futuri mana-ger. Uno dei principali risultati ditale ricerca aveva indicato che lacrescente richiesta di manager nonpotrà essere soddisfatta se il nume-ro delle donne, in queste posizioni,non aumenterà nel corso del pros-simo decennio. Attualmente, nel-l’Europa a 28, solo il 30% dei mana-ger è donna. Se questo tasso noncambia in maniera significativa,l’impatto negativo del cambiamen-to demografico si farà sentire in tut-ti i settori industriali, arrivando aperdere più del 50% dei managernei prossimi 25-30 anni. �

Attualmente, nell’Europa a28, solo il 30% dei manager

è donna. Se questo tassonon cambia in maniera

significativa, l’impattonegativo del cambiamentodemografico si farà sentire

in tutti i settori industriali

SETTEMBRE 2014 51

Sono confluite nel database di Employers resource center – unservizio creato per rispondere alle esigenze e alle richieste deidatori di lavoro nei 28 paesi dell’Ue – Smart Welfare, Inter-ageing e Un Fiocco in Azienda, le tre iniziative appartenential progetto Produttività & Benessere voluto e creato da Manageritalia per migliorare il lavoro e il mondo del lavoro.

L’allungamento dell’età lavo-rativa per i senior e il ritarda-to accesso all’occupazione dei giovani sono fattori che richiedono alle aziende di

esplorare pratiche innovative di gestione. In questo contesto siinserisce Interageing, che ha l’obiettivo di accompagnare ogniazienda nell’analisi dei bisogni e della situazione attuale e in-dividuare, insieme alla direzione risorse umane, le possibili areedi intervento valorizzando istituti contrattuali esistenti o pro-muovendo buone prassi organizzative.

Un Fiocco in Azienda è un programma per aiu-tare genitori e aziende ad affrontare serena-mente la maternità e facilitare il rientro inazienda delle mamme. Un Fiocco in Aziendanasce: per le aziende affinché possano viverecon maggiore beneficio e armonia la maternità delle proprie di-pendenti; per le neo-mamme dipendenti, per dare loro sostegno per la salute e facilitare il rientro al lavoro; per i neo-papà al fine di accompagnarli verso il nuovo ruolo di padre e lanuova relazione di coppia.

Smart Welfare è un progettofocalizzato sul benessere a-ziendale e ha l’obiettivo di uti-lizzare al meglio politiche,

strumenti e azioni che migliorino l’organizzazione aziendale,la flessibilità organizzativa e lavorativa, la collaborazione fratutti i suoi componenti, la produttività e il benessere in azien-da. Punti cardine di un cambiamento che si sta affacciando nel-la vita lavorativa delle aziende, degli individui e nella società.

Per saperne di più: www.manageritalia.it >> eventi e inizia-tive >> Produttività&Benessere

PRODUTTIVITÀ&BENESSERE UN FIORE ALL’OCCHIELLO

12.CONFERENZA.LAVANGA 10 09 2014 12:32 Pagina 51

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LLa XXVII edizione del torneo di ten-nis Manageritalia quest’anno ci haportati nell’incantevole Sardegna.Nel villaggio iGV Club Santa Giusta,situato nell’angolo paradisiaco dellaCosta Rei, sono scesi in campo i no-stri tennisti. I giorni sono trascorsi pia-cevoli e il meteo è stato molto più ge-neroso con noi che nel resto d’Italiaper tutta l’estate! Molto apprezzatala cena organizzata all’agriturismo IsBisus a pochi chilometri da Castiadas,dove abbiamo goduto di una vistamozzafiato dell’intero golfo di CostaRei e di gustosi piatti tipici sardi. Ma parliamo dei veri protagonistidella settimana, i nostri tennisti. Le

sorprese non sono mancate nem-meno sui campi, dove l’inaspetta-to Paolo Barani, new entry, conmoto perpetuo ha imposto il suogioco su tutti. Persino il campionein carica da due anni, Irnerio delTreppo, si è dovuto arrendere in fi-nale (nella foto sopra un momen-to del match che si è chiuso con unpunteggio di 6-4/6-3). Andiamo con ordine e partiamodalle certezze: l’unico nome chenon tradisce le aspettative è Gabrie-le Baso! Il campione in carica delsingolare maschile senior ha sbara-gliato tutti, battendo in finale Enri-co Caglioni che ha resistito giocan-

do di cuore e… di braccio, finché lesue ginocchia non lo hanno abban-donato definitivamente (6-1/6-2)!Nel singolare maschile under, il giàcitato Barani ha sconfitto Del Trep-po, una finale su cui si potrebbescrivere un libro! Giocata da en-trambi ai massimi delle loro poten-zialità, la fisicità di Paolo ha avuto lameglio sull’ottima tecnica di Irnerio.Al termine di questa partita per laprima volta dall’inizio del torneo ilbravo Paolo ci ha confidato di esse-re “un pochino stanco”… abbiamoun nuovo Iron man nel nostro tor-neo? La sfida è aperta! La finale del doppio maschile è sta-

XXVII TORNEO DI TENNIS MANAGERITALIA

TENNIS&RELAXIN SARDEGNA

SETTEMBRE 201452

INIZIATIVE MANAGERITALIA

13.TENNIS_CRONACA 10 09 2014 12:33 Pagina 52

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TROFEO MANAGERITALIA SINGOLARE MASCHILE SENIOR

ta un match equilibrato dove la so-lida coppia formata da GabrieleBaso e dall’ottima new entry An-drea Rustioni ha avuto la meglio suquella avversaria, anch’essa benassortita, composta da GabrieleLamanuzzi e Vessillo Valentinis, im-ponendosi con un 6-3/6-3.

L’incontro più combattuto dell’in-tera settimana è stata la finale deldoppio misto: la coppia AlessiaScalmato e Gianfranco Randazzosi è imposta su Claudia Balestra ePaolo Barani con il risultato 3-6/6-4/6-4. Un incontro giocato congrande intensità da tutti, ma

SETTEMBRE 2014 53

... e grazie a

quando “Princess” si alza, bisognasolo inchinarsi: Alessia nel secon-do set ha smesso di giocare e, as-sistita dal suo compagno, ha ini-ziato a vincere.Nessuna sorpresa nel singolarefemminile dove troviamo ancora la“Princess” Alessia Scalmato chebissa la vittoria del 2013 battendoin finale la sorprendente RaffaellaTotonelli, cresciuta tanto in questianni, ma non ancora abbastanzaper conquistarsi il gradino più altodel podio (6-2/6-2). L’anno prossi-mo sarà la volta buona? Nel singolare ragazzi Niccolò Ma-nenti, dopo aver solo accarezzatola gioia della vittoria l’anno scor-so, quest’anno è riuscito nel suointento. Bravi anche gli altri ragaz-zi che con orgoglio, entusiasmo evoglia di giocare si sono battuti neltorneo.Arrivederci al prossimo anno, sem-pre più numerosi! �

COPPA MANAGERITALIA SERVIZI SINGOLARE FEMMINILE

TROFEO UBI ASSICURAZIONI DOPPIO MASCHILE

TROFEO RICOH DOPPIO MISTO

SINGOLARE RAGAZZI GIRONE ALL’ITALIANA

13.TENNIS_CRONACA 10 09 2014 12:52 Pagina 53

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SETTEMBRE 201454

DI BUON GRADO

Piero Valdiserra

NNel Medioevo, fiorentini e senesi riva-

leggiavano in tutto: bellezza, ricchezza,

cultura, influenza politica e potenza mi-

litare. E molte furono le battaglie tra lo-

ro per dirimere con la forza le contro-

versie sulle preziosissime terre dell’at-

tuale Chianti Classico.

La tradizione vuole che i due conten-

denti, per porre fine alle infinite diatri-

be, decisero di affidarsi alla sorte: il limi-

te degli stati sarebbe stato fissato là do-

ve due cavalieri delle opposte municipa-

lità, partiti di prima mattina al canto del

gallo, si fossero incontrati. Il più veloce

avrebbe guadagnato più terra.

I senesi scelsero per la bisogna un bel

gallo bianco: in attesa del giorno della

disputa lo trattarono con ogni riguardo,

dandogli cibo in quantità.

I fiorentini invece puntarono su un gal-

letto nero e lo tennero a digiuno. Il gior-

no fissato per la cavalcata il gallo nero,

per la gran fame, si destò e cominciò a

cantare ancor prima dell’alba, al contra-

rio del gallo senese che, ben pasciuto,

lanciò il suo canto al solito orario.

Il cavaliere fiorentino riuscì così a parti-

re prima e a guadagnare terreno, incon-

trando quello senese a pochi chilometri

dalla città del Palio. Fu così che passò a

Firenze gran parte di quel che sarebbe

poi diventato il territorio del Chianti

Classico. Ed è questa la ragione per cui

il gallo nero su fondo oro è ora divenu-

to il marchio del Chianti Classico e del

suo Consorzio.

Cose d’altri tempi, si dirà, ma che ben

esemplificano l’acre campanilismo di

cui questo vino è da sempre fatto og-

getto. Oggi il Chianti Classico viene pro-

dotto nella zona storica, che si estende

per oltre 70mila ettari a cavallo delle

province di Firenze e Siena. Attualmen-

te è un vino con un corpo e una longe-

vità che lo avvicinano più ai muscolari

Supertuscan che a quel “vinello da trat-

toria” che era una volta, semplice com-

pagno di finocchiona, ribollita e fagioli

all’uccelletto.

La sua base ampelografica è costituita

da Sangiovese per un minimo dell’80%

e altri vitigni a bacca rossa, idonei alla

coltivazione in Toscana, per un massi-

mo del 20%. Fra questi ultimi figurano

i cosiddetti autoctoni, come il Canaiolo

e il Colorino, e gli internazionali, come

il Cabernet Sauvignon e il Merlot. È sta-

to invece definitivamente proibito l’uti-

lizzo di uve bianche.

Il Chianti Classico è Doc dal 1967 e

Docg dal 1984; il suo disciplinare ha co-

nosciuto negli anni continui adegua-

menti. Le caratteristiche attualmente

prescritte al vino sono un colore rosso

rubino vivace, tendente al granato con

il passare del tempo; al naso è grade-

volmente vinoso, con profumo di mam-

mola e con un pronunciato carattere di

finezza nella fase di invecchiamento.

Un gusto armonico, asciutto, sapido,

leggermente tannico, che si affina col

tempo al morbido vellutato.

Servito a 18 gradi, il Chianti Classico è

eccellente in accompagnamento ai sa-

lumi e ai crostini alla toscana, con primi

piatti importanti, arrosti di carne rossa,

cacciagione, selvaggina, costate alla

griglia, lepre alla cacciatora, porchetta

allo spiedo, trippa. È inoltre un ottimo

abbinamento per i formaggi, più o me-

no stagionati.

La sua immissione al consumo è con-

sentita soltanto in bottiglie di tipo bor-

dolese e (con la sola esclusione della ti-

pologia “Riserva”) nei fiaschi tradizio-

nali all’uso toscano, che tanta impor-

tanza ebbero in passato per l’afferma-

zione internazionale di questo vino. grad

o IL CHIANTICLASSICO

21.RUBRICHE 10 09 2014 12:34 Pagina 54

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SETTEMBRE 2014 55

Claudia Corti

CURIOSITÀ

Le testimonianze narrano che poco prima di esalare l’ultimo respiro Seganti-ni abbia chiesto di essere portato davanti alla finestra gridando «voglio le miemontagne!», a ribadire quanto per lui fossero un rifugio sicuro.

ÈÈ il 1886 quando il noto mercante d’ar-

te Vittore Grubicy chiede al suo artista

di punta di rielaborare in chiave divisio-

nista la tecnica più “alla moda” del

momento, un’opera realizzata sei an-

ni prima.

Prende vita in tal modo uno specchio

d’acqua tranquillo, quasi certamente il

lago di Pusiano in Brianza, appena in-

crespato da leggerissime onde create

da una barca in movimento, da una

sponda all’altra, su cui si trovano il pa-

store che rema, la moglie che tiene in

braccio il figlioletto, il gregge. Non sap-

piamo quale sia la stagione meteoro-

logica, né quali pensieri agitino la men-

te della famiglia raffigurata, ma cono-

sciamo l’ora: sono le diciotto, l’ora in

cui il campanile batte l’Ave Maria(1886, olio su tela, cm 120 x 93. San

Gallo, Fondazione Otto Fischbacker,

foto a lato) che dà il titolo all’opera,

l’ora in cui si fa rientro a casa, secon-

do un ritmo e una scansione del tem-

po ormai dimenticati.

La doppia arcata sulla barca crea una

sorta di obiettivo fotografico attraver-

so il quale si scorge il sole al tramonto

e il borgo su cui svetta il campanile che

si riflette nell’acqua, quasi a unire la di-

mensione terrena a quella spirituale.

È così che Giovanni Segantini crea un

autentico capolavoro in cui riesce a

riassumere mirabilmente tutta l’essen-

za della sua poetica.

Originario di Arco di Trento si trasferi-

sce a Milano a sette anni alla morte

della madre: un’infanzia e un’adole-

scenza turbolente, scandite da fre-

quenti permanenze in riformatorio

con l’accusa di vagabondaggio.

Ed è proprio a Milano che inizia la sua

avventura artistica con i corsi di pittu-

ra all’Accademia di Brera e poi con

l’amicizia con Grubicy che in breve

tempo lo renderà artista famoso e mol-

to quotato.

Anticonformista di natura, Segantini

se ne andrà definitivamente dal capo-

luogo lombardo nel 1881, in totale di-

saccordo con il profondo mutamento

di una città al centro di un grande svi-

luppo urbanistico che prevede anche

l’interramento dei Navigli.

Trasferitosi in Brianza e poco dopo de-

finitivamente in Svizzera, prima nei

Grigioni e poi a Maloja, dà vita a una

poetica originalissima: mentre gli arti-

sti suoi contemporanei celebrano lo

stile di vita metropolitano, o i disagi

delle classi sociali meno abbienti, Se-

gantini si concentra esclusivamente

sulla natura e sul paesaggio in cui l’uo-

mo altro non è se non un elemento in-

cidentale. Lavora en plein air (letteral-

mente all’aria aperta, ndr) a ritmi for-

sennati con il preciso obiettivo di im-

padronirsi della vera essenza della na-

tura, delle sfumature dei cieli, delle mil-

le tonalità del verde dei pascoli alpini.

E sarà proprio sulle sue montagne che

morirà per un attacco di peritonite a

soli 41 anni, finalmente ricongiunto al-

l’anima della natura.

DA NON PERDERESegantini. Il ritorno a MilanoMilano Palazzo Reale,

18 settembre-18 gennaio

arte

ARTE

Giovanni SegantiniIl cantore della natura

21.RUBRICHE 10 09 2014 12:34 Pagina 55

Page 56: DIRIGENTE - Settembre 2014

Daniela Fiorino ([email protected])

SETTEMBRE 201456

lette

reVorrei verificare la correttezzadella pensione liquidatamidall’Inps. A chi mi posso rivol-gere? E, nel caso ci fosse un er-rore, entro quando devo av-viare un’azione legale per il re-cupero del dovuto?

M.N. - Savona

Per la verifica della pensione può rivolger-

si alla sua Associazione territoriale e fis-

sare un appuntamento con il Patronato.

Attualmente la decadenza per le azio-

ni nei confronti dell’Inps per chiedere

la verifica e l’eventuale correzione del-

l’importo della pensione liquidata è

triennale (rif. art. 38, comma 4, del de-

creto legge 6 luglio 2011, n. 98, con-

vertito con modificazioni dall’art. 1,

comma 1, della legge 15 luglio 2011,

n. 111). Mentre a favore dell’Istituto è

stato mantenuto il più ampio termine

di dieci anni per richiedere la restitu-

zione delle somme riconosciute e non

dovute al pensionato.

Sulla norma che ha introdotto la deca-

denza triennale è intervenuta la Corte

costituzionale che, con sentenza del 2

aprile 2014 n. 69, ha dichiarato l’illegit-

timità costituzionale della stessa nella

parte in cui prevede che le nuove dispo-

sizioni si applicano anche ai giudizi pen-

denti in primo grado alla data della sua

entrata in vigore (6 luglio 2011). Lo

chiarisce l’Inps nel messaggio n. 4774

del 19 maggio 2014.

Per effetto di tale declaratoria di inco-

stituzionalità del sopra citato art. 38, le

nuove disposizioni in materia di deca-

denza trovano applicazione esclusiva-

mente per le prestazioni pensionistiche

riconosciute dal 6 luglio 2011 in avan-

ti, mentre per quelle liquidate prece-

dentemente a tale data continua ad ap-

plicarsi il termine di dieci anni.

Infine, l’Inps precisa che la decorrenza

del termine di decadenza triennale del-

la domanda giudiziale volta ad ottene-

re l’adeguamento della rendita già rico-

nosciuta in un importo inferiore a quel-

lo spettante, si determina dalla data

della ricezione, da parte dell’interessa-

to, del provvedimento di liquidazione

del trattamento pensionistico o, nel ca-

so in cui questo non sia disponibile, in

quella di riscossione del primo rateo di

pensione.

Il termine per intentare causa all’Inps

LETTERE

L’ufficio sindacale di Manageritalia è di supporto alle Associazioni territoria-

li sui quesiti relativi al contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti e

i quadri associati e per chiarimenti di natura fiscale e previdenziale in rela-

zione al rapporto di lavoro dipendente. Per gli associati professional è previ-

sto un servizio di consulenza di carattere informativo e orientativo per aspet-

ti legati al contratto di lavoro libero-professionale.

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Dirigente mensile di informazionee cultura manageriale editore Manageritalia Servizi

design: CoMoDo

FUTURE MARKETMedicocrazia dei tempi moderni

FUTURE CONSULTINGNASCE L’OUTLET DELLA CONSULENZA

FUTURE INNOVATIONPIÙ FATTURATO CON LE IDEE DELLA RETE

INFOGRAFICA DEL MESECAPITALISMO AL CAPOLINEA. SI CAMBIA?

FUTURETECH INVENZIONI & INNOVAZIONI

FUTURE DELUXEIl lusso come status experience

inserto mensile diDirigente n. 9 / 2014

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #07

DIRIGIBILE

FUTURE RETAILSenza online niente offline e viceversa

p. 4/5p. 2 p. 2

La stupidità è stupida. La semplicità è semplice. La prima non serve, la seconda serve servizi spesso utili. A prima vista Yo è veramente stupida o meglio insensata. Stiamo parlando di un’app disponibile per iOS e Android che permette solamente di inviare un semplice segnale di richiamo o di apprezzamento agli utenti. Uno Yo, che è un modo tutto americano per dire “grande” oppure “ehi”. Un’applicazione schiocca (brillantemente

I SAY YOIl confine fra stupidità e semplicità

più sintetica di Twitter?) ma comunque capace di intercettare da un fondo Usa un bel milioncino di dollari. Tutti stupidi coloro che finanziano e azzardano? Difficile dirlo. Fatto sta che a uno sguardo più profondo la stupidità (e/o inutilità) sembra trasformarsi in un’applicazione che semplifica alcune cose e che rende in prospettiva possibile servizi molto veloci e “easy”. Ad esempio, se l’utente aggiunge l’account “campionato” gli arriva uno Yo ogni volta che viene segnato un gol. Addirittura in Israele Yo è stato utilizzato per allertare la popolazione, Yo uguale a: attenzione missili sopra le vostre teste. Più in generale a breve l’applicazione consentirà di allegare alla parola Yo (l’unica consentita) dei link, il formato RSS Feed (con future funzioni push), avvisi per promozioni aziendali e tanto altro ancora. Non mi stupirei se in futuro a fianco dei bottoni Twitter e Facebook apparisse anche il nuovo minimal social Yo.

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2 / 3

Ne abbiamo parlato ampiamente nell’ultimo numero: il lusso è cambiato. Da status symbol a status experience. Il possesso esclusivo si tramuta in esperienza esclusiva. Non farsi notare per quello che si ha ma notare cose che vale la pena di essere viste (e vissute). Qualche esempio. Diventare invisibili (privacy) come nuovo lusso. È quello che promette Blackphone, lo smartphone a prova (dicono) di hacker e servizi segreti invadenti. Albergo 5 stelle? Meglio 100 stelle vere da ammirare. L’hotel cileno Elqui Domos non offre confortevoli camere suite ma cupole con enormi vetrate per ammirare il suggestivo cielo stellato. Il vuoto

silenzioso come antidoto alla chiassosa vita di città. A Londra il retailer Selfridges ha allestito per i clienti la “silence room” dove rigenerarsi. All you can read service sul tuo device. Accesso completo a 2.500 quotidiani globali e riviste provenienti da 100 paesi in 60 lingue diverse è quello che offre ai clienti la catena Traders Hotels. Sempre tecnologico anche il servizio del Hyatt Regency Tsim Sha Tsui di Hong Kong che fa trovare nelle camere non fiori ma uno smartphone con app turistica per la città. La sfida per il futuro? Ragionare in termini di sofisticati servizi ed esperienze ricercate.

https://www.blackphone.chhttp://www.elquidomos.clhttp://style.selfridges.com/whats-on/take-moment-silence-room/http://www.shangri-la.com/traders/

IL LUSSO COME STATUS EXPERIENCE

FUTURE DELUXE

FUTURE MARKETING

A giudicare dal successo di Made.com che sta rivoluzionando il settore dell’arredo con mobili di design a prezzi dimezzati – di fatto taglia fuori dal processo distributori, agenti e venditori – sembra che siamo di nuovo di fronte al classico online versus offline. Il dibattito invece è stupido e inconcludente e alcune case history possono sviare il (vero) discorso futuro. Nessuna guerra ha senso fra e-commerce e commerce. In futuro entrambi sopravvivono solo alleandosi. Secondo una proiezione di Forrester e Businessinsider nel 2017 il fatturato del retail (in miliardi di dollari) sarà così ripartito: 317 solo online,

1.437 solo offline, 1.437 (quindi curioso pareggio) offline con influenza e alleanza del web in ottica di cross canalità. Non solo. Secondo un pronostico di Fast Future l’e-commerce duro e puro tenderà nei prossimi anni ad avere una curva decrescente. Tornando a Made.com. Cosa ci insegna invece veramente. D’accordo: un business model innovativo e prodotti eccellenti a prezzi di quasi discount, ma non solo. Come dice testualmente Ning Li, ceo di Made.com: «Ogni retail va concepito simultaneamente online e offline. Il retail fisico di successo utilizza il web per interagire (socializzare) con le persone, quello digitale di successo utilizza il luogo fisico per rassicurare e far provare. In Inghilterra abbiamo due showroom dove i clienti possono provare ma non comprare i prodotti. Funziona benissimo».

http://www.made.com

SENZA ONLINE NIENTE OFFLINE E VICEVERSA

FUTURE RETAIL

Dice il retail di fama: mi sento nobile ma poco mobile. Vero. L’e-tailing e il veloce mobile marketing dei colossi online talvolta spiazza il commercio fisico e stazionario. Ma ora una delle “diavolerie” della digitalizzazione, il location based marketing, può diventare, paradossalmente, l’ancora di salvataggio del vecchio e “decrepito” mondo offline, in primis il retail. Il cliente geo-referenziato, localizzato in tempo reale in un preciso momento e luogo sta diventando il nuovo target della comunicazione. Non vogliamo tanto

parlare di Foursquare o Shopkick ma della disponibilità (ora) dell’utente ad accettare sul proprio device messaggi (sconti, coupon e dritte nelle vicinanze). I dati della Location based marketing association parlano chiaro: ottimo feedback per hotel (96%), ristorazione (con punte dell’80% per formule fast) e retail (63%). Soprattutto quando la vicinanza è “vicina” (entro i 3 km). Altro dato: secondo Pew Research il 74% degli americani utilizza lo smartphone per avere informazioni geo-localizzate. Stesso dato (quasi) per gli utenti tedeschi (70%). Insomma, “ogni business è locale e ogni contenuto è un contesto locale”. E più i servizi sono utili, maggiori sono le probabilità del successo. In pratica: local based, content marketing.

http://www.shopkick.com

IL CLIENTE È QUI E ORA. LOCALIZZATELO

SO WHAT?Da navigatore satellitare a navigatore com-merciale. Nei prossimi anni le aziende accorte svilupperanno molti servizi per creare una vera sinergia fra smartphone e point of sale. Questo non vale solo per retailer ma per tutte le attività. Per esempio, la mia compagnia aerea mi avvisa in tempo reale di un probabile ritardo e mi indica alternative e/o soluzioni.

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DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

La vecchia politica dei prezzi va fatta a pezzi. Soprattutto quando si vuole giocare in un campionato molto competitivo solo di sponda passando la palla allo sconto, che talvolta come giocatore è tonto e fa sempre le stesse cose: sottocosto ad ogni costo e banalissimi saldi di fine stagione. Ci vuole un tocco più ispirato. O detto diversamente: il prezzo (come il sesso) famolo strano. Acrobatico, flessibile, sorprendente e innovativo. Piccola carrellata. In Australia il Noosa International Resort applica sconti sulla stanza in caso di pioggia mentre a Melbourne The Wolf & I offre un drink a coloro che hanno preso una

multa per parcheggio locale. In Argentina BGH ha stupito tutti con la campagna “Più calda la casa maggiore lo sconto sul condizionatore” (con tracking online) mentre in Giappone il Pub Otasuke concede sconti a consumatori calvi con il motto “hard-working fathers losing their hair”. In Gran Bretagna il supermercato Community Shop vende prodotti di marca scontati per famiglie in difficoltà mentre in Canada Lowe’s ha regalato, in risposta alla tempesta invernale, 1.000 alberi alla città di Toronto. Per chiudere un esempio di “attivismo scontato”. La compagnia aerea danese Corendon durante le Olimpiadi a Sochi, ha offerto forti sconti ad attivisti gay in viaggio verso la Russia. In breve: umanizzare in modo simpatico i prezzi uscendo dal noioso rigore “economico-meccanicistico”.

IL PREZZO FAMOLO STRANO

FUTURE PRICING

Open innovation in salsa crowd. Niente di nuovo ma a volte paga. È il caso di Victorinox, impresa famosa in tutto il mondo per il suo coltellino svizzero multifunzionale. Per dare un taglio alle vecchie idee generate internamente l’azienda del cantone di Svitto ha reclutato con la pratica del crowdsourcing amatori e clienti entusiasti che si sono prodigati a disegnare inedite linee di prodotto. Risultato? La nuova serie di coltelli, fra cui una curiosa versione in sneaker style, ha generato un incremento

del fatturato del 20% rispetto alle precedenti serie pensate in azienda. Certo non sempre questo giochino riesce bene e a volte si raccolgono dalla folla “amatoriale” idee imbarazzanti o peggio demenziali. Ne sanno qualcosa anche alcune aziende italiane, che prese dall’entusiasmo (anche dei bassi costi) hanno fatto disegnare improbabili loghi dai “crowd esperti”. Ma un tentativo si può fare. Per esempio postando un briefing su piattaforme creative come Jovoto. Quali sono i vantaggi? Meno provincialismo con raccolta spunti da creativi da tutto il mondo. Più idee, inteso come quantità raccolta e notevole risparmio di tempo. Dove funziona meglio? Nel design.

http://www.jovoto.com

Discountizzazione dell’esistenza professionale. La consulenza in formato Lidl con tariffe in saldo non è proprio una notizia confortante per la vecchia guardia di Accenture, McKinsey e Capgemini, ma può essere invece molto confortante (come business idea) per i manager a spasso. Ma procediamo con ordine. Non tutte le aziende si possono permettere costose e abbondanti portate di “pregiata” consulenza condite con migliaia di slide in power point. Consigli, strategie e analisi senza fronzoli e orpelli è il motto degli operatori come Skillbridge, una piattaforma

online con migliaia di freelance a catalogo, che promette servizi veloci e di qualità a prezzi super scontati. Per esempio, una dettagliata strategia e politica dei prezzi a 1.500 dollari. McKinsey potrebbe chiedere anche cinque volte tanto. E a proposito di McKinsey sta per nascere McKinseymoms, che come suggerisce il nome utilizza ex dipendenti e consulenti ora mamme che vogliono continuare a “consigliare” ma a ritmi meno sostenuti e più flessibili. Un mercato in fermento dove le formule sono le più svariate. Si va dalle piattaforme come Hourlynerd, che utilizza laureandi e laureati delle grandi business school (per esempio Harvard) alla “do-it-yourself ”, consulenza di Vistage che propone ampi programmi anche di coaching per facilitare lo scambio (e l’aiuto reciproco) fra imprenditori o ceo. Interessante notare che un consulente

freelance guadagna su alcune di queste piattaforme mediamente 5.000 dollari al mese. Un’idea business che varrebbe la pena di replicare anche da noi con nuove formule.

http://skillbridge.comhttp://hourlynerd.comhttp://www.vistage.comhttp://www.mckinseymoms.comhttp://www.mbaco.com

FUTURE INNOVATION

SO WHAT?Il modello di consulenza non è nuovissimo. Basti pensare all’interim management. Ma la modalità di erogazione e fruizione è nuova. Tutto avviene online in un’ottica di risorse on demand da sca-ricare velocemente. La consulenza in versione “iTunes” o streaming. Un altro “agguato” al mondo offline. Da tenere d’occhio.

PIÙ FATTURATO CON LE IDEE DELLA RETE

NASCE L’OUTLET DELLA CONSULENZA

FUTURECONSULTING

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MEDICOCRAZIA DEI TEMPI MODERNI

TREND IN PILLOLE 1

Diceva il filosofo Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”. Complimenti al cuoco. In meno di mezzo secolo siamo riusciti a devastare il corpo. Al grande boom economico (accumulare denaro) ha corrisposto fatalmente l’altrettanto grande boom fisico (accumulare peso). Non scoppiamo più di salute. Scoppiamo e basta. Le grandi conquiste della medicina che hanno (pare) debellato molte malattie del passato sono controbilanciate dalle nuove malattie della “civilizzazione”: poco movimento, molto avvelenamento, dovuto a inquinamento subito ma anche ricercato (doping farmaceutico) il tutto condito da cibi scadenti. Vivremo più a lungo? Mah. Scienziati faciloni, futurologi eccitati e transumanisti esaltati predicano la quasi immortalità. Non subito, naturalmente. Basta attendere con pazienza che si avverino le sparate mediatiche. Viene in mente uno scenario dei primi anni ‘70 dell’allora più accreditato istituto di futurologia del mondo, il New Yorker Hudson Institute, diretto da Herman Kahn, che affermava che nel 2000 l’età media si sarebbe assestata sui 100 anni, tra l’altro con la forma fisica di un trentenne. Voi ve ne siete accorti? La verità è un’altra: forse non verremo decimati da tumori&co e forse vivremo più a lungo: ma da malati e passando un terzo dell’esistenza in uno stato penoso. Cosa che rende cinicamente felici i regnanti di “Farmalandia”.

LA RESA DEI CONTI

TREND IN PILLOLE 2

Stiamo passando dalla capitalistica meritocrazia (presunta) alla tecnoeuforica medicocrazia (assunta). Siamo o non siamo una società di impasticcati? Tutti in estasi per le pillole miracolose. E non solo in discoteca. Crisi o non crisi il settore farmaceutico fattura cifre da capogiro e stordisce la massa adorante con la metamorfosi da medicinale in prodotto eccitante: il lifestyle tab. Farmaci non per guarire ma per alterare prestazioni. Il classico Viagra non come terapia ma come potenziamento. Rabbia, inquietudine, sorpresa, serenità, appagamento, memoria, socializzazione. In futuro ci sarà una pillola per ogni stato emotivo, anche per trasformare gli scansafatiche in stakanovisti e per indurre le mamme a provare amore materno. Innamorati a comando grazie a una pillola? Già allo studio degli alchimisti della biochimica. Non ci sono più limiti. Basti pensare al Provigil, la pillola contro il sonno, perché se metà delle persone non riesce a dormire l’altra non vuole dormire per essere always open proprio come i negozi aperti 24 ore su 24. Ma non si vive (e si guadagna) di sole pillole. Salute discount o salute premium. Ecco un primo tema. L’alta gamma privilegia la creatività e trasforma ospedali e farmacie in beauty farm, health provider, longevity shop e stazioni di riparazione per modellare organi e corpo in una logica di body design (anche bionico) compreso il restyling della vagina. Ma anche il nice price o “discountherapy” dà soddisfazioni soprattutto nei supermercati con corner di servizi sanitari e piccoli interventi low cost (Usa). E poi: da parmacotto a farmacotto. Da consumatore di cibo a paziente di cibo. Pharma più food uguale a Phood. Serve altro?

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DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

Lasciando perdere il robot infermiera, concentriamoci su alcune startup che fondono l’innovazione tecnologica con quella medica anche in termini di servizio. In pillole (e poche righe) sette esempi provenienti dagli Stati Uniti. Prevedere il rischio d’infarto 72 ore prima. È quello che promette CardioDx, società californiana di Palo Alto specializzata in terapie del sistema cardiovascolare. Con il motto “better health for less money” Rx Saving Solutions offre tramite app e piattaforma servizi per risparmiare soldi per l’acquisto di farmaci.Da smartphone a smartoptic. Premiata con un milione di dollari dal contest di Verizon, smart vision lab intende rivoluzionare l’esame della vista con questo micro “device” economico e facile da usare. Gamification per la formazione sanitaria. Con Qstream l’aggiornamento professionale diventa un “gioco” divertente e leggero come un quiz. La febbre si misura con l’iPhone. Il termometro digitale di Kinsa Health promette funzioni aggiuntive grazie al collegamento tramite l’ingresso auricolare con lo smartphone. Come pulirsi i denti quando manca acqua, spazzolino e dentifricio? La risposta si chiama Clean Bite, una curiosa “impronta dentale” masticabile e commestibile. Gli anziani di sovente perdono l’equilibrio e si accasciano a terra. La scarpa B-Shoe garantisce una camminata stabile grazie a un sistema di bilanciamento biomeccanico.

GIOCARE LA CARTA DELLA MEDICINA TECNO COOL

TREND IN PILLOLE 3

http://www.cardiodx.comwww.rxsavingssolutions.comhttp://smartvisionlabs.comhttp://qstream.comhttp://www.epocrates.comhttps://www.kinsahealth.comhttp://cleanbitetm.comhttp://www.b-shoe.com

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Infografica del mese DA ZERO MARGIN A ZERO MATTER. PER RIFKIN IL CAPITALISMO MUOVE VERSO NUOVE DIREZIONI SIMBOLO DEL CAMBIAMENTO ANNUNCIATO? LA MOBILITÀ NELLA CITTÀ CHE VERRÀ

La futura mobilità urbana segna la fine del culto della proprietà del mezzo automobilistico

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Capitalismo al capolinea. Si va verso un’economia a zero margine. Jeremy Rifkin snocciola parecchi numeri per corroborare questa tesi esposta nel suo nuovo saggio fresco di stampa negli Usa. Ad esempio il settore energetico. 37 milioni di edifici negli Stati Uniti sono stati dotati di misuratori e sensori connessi all’Internet delle Cose, fornendo informazioni in tempo reale sull’utilizzo e sulla variazione dei prezzi dell’elettricità nella rete di distribuzione. In futuro questo permetterà agli edifici abitativi e lavorativi, che produrranno e immagazzineranno energia rinnovabile, di programmare software che li escluderanno dalla rete di distribuzione quando i prezziraggiungono i livelli massimi, in modo da alimentare i propri edifici con la propria energia verde e condividere i surplus con i vicini a costi marginali vicini allo zero. Al di là di numeri, dati e casi (tanti) resta però una domanda non certo marginale: come funziona un’economia dove si producono e distribuiscono beni e servizi a costo quasi nullo? La risposta per Rifkin sta nella società civile e della condivisione. Vedremo.

L’ECONOMISTACi sono scenari probabili e scenari desiderabili. Rifkin essendo uno scenarista attivista sceglie quasi sempre la seconda opzione. Il suo desiderio è smantellare il capitalismo della proprietà (zero materia). Digitalizzazione e smaterializzazione stanno trasformando il materialismo in un distaccato “maturalismo”? Vedremo. Intanto l’approccio collaborativo che si focalizza sull’accesso distribuito invece che sulla proprietà privata è ben evidente nella mobilità: 1 miliardo e 700 milioni di membri di servizi di car-sharing worldwide. Un recente sondaggio ha evidenziato come il numero di veicoli posseduti da individui partecipanti a servizi di car-sharing è diminuito del 50% dopo aver aderito al servizio. Milioni di persone usano network di ridistribuzione, servizi di noleggio e cooperative per condividere non solo automobili, ma anche case, vestiti, attrezzi, giocattoli e altri oggetti a costo marginale basso o quasi nullo. Per non parlare dell’istruzione digitale a costo quasi zero. Vedi Coursera leader del cosiddetto MOOCs: Massive open online courses a cui aderiscono prestigiose università di tutto il mondo.

L’ATTIVISTAStregone. Come nel caso del saggio L’era dell’accesso, Rifkin attende che gli sviluppi temporali confermino le sue profezie. Solo che questa volta la profezia appare meno convincente. Il nuovo saggio è stimolante ma rimastica scenari già da tempo in circolazione: dalla civiltà digitale all’internet delle cose, dalle economie collaborative alla sharing economy. Insomma, niente di nuovo. Ciononostante si attendono grandi sbalzi dall’economia dell’innovazione sociale e civica fra cui educazione, sanità, aiuto ai bisognosi, risanamento ambientale, servizi per i bambini e per gli anziani, promozione delle arti e delle attività ricreative. Negli Stati Uniti il numero di organizzazioni non profit è cresciuto di circa il 25% tra il 2001 e il 2011, da 1,3 a 1,6 milioni, un’enormità rispetto alle imprese a scopo di lucro, cresciute di un misero 0,5%. Negli USA, in Canada e nel Regno Unito l’impiego nel settore non profit supera ad oggi il 10% della forza lavoro totale. E attenzione, riguarda anche ambiti “business”. Nei servizi di bike sharing il 58% è presidiato da organizzazioni non profit, il 16% da enti pubblici e solo il 21% da imprese private. Un segnale.

L’ATTENDISTA

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DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

fonte: InnoZ - Innovation Center for Mobility and Social Change

La tesi di Rifkin ha un margine di reale diffusione assai ridotto. Lo studio vametabolizzato come campanello d’allarme: affinare i sensi all’ascolto dei processi di cambiamento. Di fatto il megatrend digitalizzazione (e accesso) ribalta molti mercati anche monopolistici, vedi energia fai da te: secondo le previsioni del noto think tank di Zurigo, Gottlieb Duttweiler Institut, nel 2020 ci saranno in Svizzera e Germania più produttori di energia che consumatori e soprattutto segna la fine dell’egemonia dei prodotti fisici. In futuro si ragiona in termini di servolution.

Adesso Ikea pedalaLa mobilità chiama, Ikea risponde. Il colosso svedese comincia a vendere la sua bicicletta elettrica. Si chiama Folkvänlig e per ora è solo disponibile in due store austriaci e svedesi, ma è facile immaginare come nel giro di poco tempo questa ebike arrivi ovunque. Il prezzo? Al solito molto aggressivo e depressivo, per i concorrenti (649 euro per i possessori di family card).

EXIT STRATEGY

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Auto

Mezzi pubblici

Biciclette

Pedoni

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HERITAGE.COM.AU Dopo la carta arriva il vestito di pagamento contactless. Basta avvicinare la manica dotata di Nfc chip al dispositivo per attivare la transazione. Si potrà portare in tintoria?

https://www.youtube.com/watch?v=JEuY-FHflZw

FRESH.AMAZON.COM Amazon presenta Dash, un piccolo dispositivo con wi-fi, microfono e scanner di codici a barre che pretende di rivoluzionare e semplificare la spesa alimentare online.

https://www.youtube.com/watch?v=aFYs9zqYpdM

PENSANYC.COML’innovazione continua a correre in bici. A New York lo studio Pensa ha sviluppato Merge. Un modello pensato per i pendolari di una grande metropoli.

http://vimeo.com/101456089

AFTERDARK.TATE.ORG.UKMa la notte sì. La Tate Britain gallery lancia After Dark. Grazie a un robot “girovago” chiunque può visitare e ammirare la collezione quando la galleria è ormai chiusa.

http://vimeo.com/103218175

SANWAKOUTSU.CO.JP Chi va piano va sano e lontano e si stressa di meno. Questo il motto del servizio giapponese Turtle Taxi. Su richiesta il tassì tartaruga si muove molto lentamente.

https://www.youtube.com/watch?v=7BnZhhDRs5Q

STEWARTGOLF.COM Fedele come un cagnolino. Questo carrello da golf “robotizzato” segue il giocatore in tutti i suoi spostamenti. Disponibile per circa 1.800 euro.

https://www.youtube.com/watch?v=HHivFGrtiuE

DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

FUTURETECHINVENZIONI & INNOVAZIONI

FLYING BUSINESSTUTTI PAZZI PER IL BUSINESS DEI DRONI? Pubblicità 2020. Da Trony sconti su tutti i droni. Droni che consegnano pizze, droni che consegnano libri, droni che innaffiano giardini, droni che spiano la vicina mentre prende il sole in topless. Sarà così? I media ci vanno a nozze ma non è il drone gadget la cosa più sensata. Alcuni esempi (più) sensati. Agricoltura: uno dei settori dove si prevede un grande sviluppo per esempio come lotta integrata biologica ai parassiti o come valutazione dello stato di salute di una coltivazione. In Giappone l’elicottero drone di Yamaha viene già largamente utilizzato

nell’agricoltura di precisione. Misurazione: per misurare un’area di 15 chilometri quadrati servono mediamente una dozzina di tecnici per diverse settimane. Una squadra di due uomini con un drone richiede solo tre o quattro giorni con una riduzione dei costi dell’80%. Ricerca: lo scorso autunno ConocoPhilips ha lanciato un drone per esplorare vaste aree dell’Artico. Possiamo prevedere per i prossimi anni un loro uso massiccio in molti altri settori visto il graduale abbattimento dei costi. Ottimo per la nicchia e il mercato emergente.

http://vimeo.com/75776326

http://www.dronezine.it

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Il Cfmt rinnova anche quest’anno la collaborazione con Speexx, offrendo ai

manager la possibilità di dedicarsi gratuitamente all’apprendimento di una o

più lingue straniere tra inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Da quest’anno il periodo di fruizione è stato esteso da 3 a 6 mesi.

Speexx è un innovativo full-service provider per la formazione linguistica azienda-

le. Grazie alla soluzione proposta, lo studente sarà al centro di un’esperienza di

reale immersione nella lingua richiesta. Verrà attivato il corso del livello di cono-

scenza della lingua in base ai risultati ottenuti svolgendo un test iniziale di valuta-

zione. Ciascun corso prevede oltre 30mila esercizi per circa 4mila ore di studio e

40 tipologie di attività efficaci e divertenti come esercizi di comprensione orale e

scritta, produzione orale e scritta e discourse management.L’ambiente linguistico multicanale integra l’apprendimento in autoformazione sul

corso multimediale a sessioni di conversione in aula virtuale: un vero e proprio stru-

mento di “cooperation learning”, che consente a gruppi di studenti situati in lo-

calità diverse di interagire, collaborare e imparare in tempo reale.

È a disposizione un numero illimitato di lezioni di gruppo in aula virtuale, con par-

tecipanti da tutto il mondo e docenti madrelingua certificati. Le lezioni sono dei

veri e propri forum comunicativi nei quali mettere in pratica le conoscenze acqui-

site nel software didattico.

L’interazione è a 360°: i partecipanti alla lezione comunicano attraverso chat, lava-

gna virtuale, microfono e webcam.

Attraverso il test conclusivo, infine, verranno verificate le competenze acquisite du-

rante tutto il percorso d’apprendimento consentendo l’acquisizione dell’attestato di

avvenuto superamento del livello Cefr (standard del Consiglio d’Europa, dal livello

A1 al C1) di partenza.

L’offerta è dedicata ai dirigenti iscritti a Manageritalia dipendenti diaziende associate a Confcommercio o alle altre Federazioni datoriali chehanno successivamente aderito alle attività di Cfmt e in regola con il ver-samento dei contributi.

www.cfmt.it/elearning/area/formazionelinguisticawww.speexx.com

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Le strade per risolvere una li-te sono sempre e solo due:amichevole o giudiziale.

La via amichevole può essere rag-giunta anche tramite enti di conci-liazione o di mediazione, mentre lacausa si rende purtroppo necessa-ria con il fallimento della prima esi è costretti a demandare all’auto-rità giudiziaria la definizione dellacontroversia.In ogni caso, per la miglior tuteladei propri interessi, è sempre me-glio affidarsi all’assistenza di un le-gale esperto della materia.È quindi utile potersi avvalere del-la copertura di tutela legale – giàattiva per tutti i dirigenti, prosecu-tori volontari della convenzioneAntonio Pastore, quadri e loro fa-miliari – che copre le spese legalisostenute nell’ambito della vita pri-vata messa a disposizione dall’As-sociazione Antonio Pastore, trami-te il consolidato partner Ubi Assicu-razioni e con l’intermediazione diAssidir.In estrema sintesi, la copertura con-sente di ridurre, o annullare, la pre-occupazione di mettere mano alportafoglio per far fronte agli oneriper l’assistenza giudiziale e stragiu-diziale, sia civile che – per alcunecasistiche – penale. È infatti una ga-

ranzia di rimborso delle spese soste-nute in caso di un contenzioso conterze persone, fisiche e giuridiche,operativa dal 2009, che è stata pe-riodicamente rivista per garantirecondizioni sempre migliori e chepresenta importanti novità a decor-rere dal primo luglio 2014.Prima di elencarle, però, è utile ri-cordare i principali aspetti dellapolizza.

I PRINCIPALI ASPETTI DELLA POLIZZASpese rimborsate – massimale generale € 15.000 per eventoLe spese rimborsate riguardanol’ambito sia stragiudiziale che giudi-ziale per: compensi degli avvocati(penale o civile); compensi di con-sulenti tecnici d’ufficio, consulentitecnici di parte e di periti in genere;spese liquidate giudizialmente a fa-vore di controparte, in caso di soc-combenza; spese relative a notifica-zione di atti e contributo unificato,se poste a carico dell’assicurato,ammissione al passivo fallimentare(massimo € 1.000) e mediazione ob-bligatoria (massimo € 2.000); spesedi giustizia e altre spese per proces-so penale (ma solo se l’imputazioneè di colpa e non di dolo).

Prestazioni garantite/casisticheammesse a indennizzoVita privata: riguarda fatti e/o even-ti della vita quotidiana extrapro-fessionale e opera per azione di ri-sarcimento danni; tutela legalecontrattuale; tutela legale lavorocon collaboratori domestici; tutelalegale per l’assicurazione socialeverso enti quali Inail e Inps; difesain sede penale, in caso di processopenale ma con imputazione esclu-siva di colpa e non di dolo.Immobili: assicura le persone nellaloro qualità di conduttore o proprie-tario di un immobile o di una suaparte, purché costituisca l’abitazio-ne in cui risulti anagraficamente re-sidente l’assicurato. Lavoro subordinato: assicura le per-sone nella veste di lavoratori dipen-denti, per vertenze col datore di la-voro nella sola fase giudiziaria.Circolazione stradale: tutela gli as-sicurati nella loro qualità di pedo-ni, conducenti di biciclette o comepasseggeri di qualsiasi veicolo amotore o natante, qualora siano ri-masti coinvolti in sinistri stradali, alfine di ottenere il risarcimento deidanni subiti.

Principali esclusioniControversie di valore inferiore a

LA TUTELA LEGALE:COSA CAMBIA

La polizza assicurativa dell’Associazione Antonio Pastore a favore di diri-genti, prosecutori volontari della convenzione Antonio Pastore, quadri e loro familiari per le spese legali sostenute nel privato.

a cura di Assidir

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€ 1.000; diritto di famiglia, succes-sioni e donazioni; vertenze di dirit-to pubblico, tributario e ammini-strativo (salvo enti pubblici di as-sicurazione sociale); preliminari divendita, contratti di compraven-dita, nuova costruzione o amplia-mento di beni immobili, trasfor-mazioni o ristrutturazioni nei casiin cui sia richiesta autorizzazioneamministrativa; fatti dolosi del-l’assicurato.

LE NOVITÀLe modifiche apportate rispondo-no anzitutto alla necessità di ade-guarsi all’evoluzione legislativadella reintroduzione del tariffarioforense, che determina i compen-si dovuti all’avvocato per le variecategorie di attività svolte. Mahanno soprattutto lo scopo di otti-mizzare le procedure operative esemplificare le incombenze degliassicurati, in particolare per lecontroversie in materia di lavorosubordinato. Queste, a causa della crisi econo-mica che ha colpito e tuttora col-pisce le imprese, hanno sin qui co-stituito la maggior parte delle con-troversie per le quali è stato richie-sto l’intervento della polizza, ren-

dendo di conseguenza necessariodefinire anche un sottolimite per irelativi rimborsi.� Il decreto ministeriale 55/2014ha reintrodotto, nel marzo di que-st’anno, il tarif fario forense, cheprevede i parametri di base per laliquidazione dei compensi degliavvocati. Quindi, per il calcolo de-gli importi da rimborsare relativiagli onorari dei legali, si farà rife-rimento ai valori medi del tariffa-rio nazionale forense in vigore.� Il riferimento al tariffario foren-se comporta un immediato van-taggio pratico per l’assicurato, chenon dovrà più presentare un pre-ventivo analitico di tutte le voci dispesa, con evidente guadagno ditempo e senza bisogno di alcunaapprovazione.� Viene ora data facoltà all’assi-curato di scegliere liberamente il

proprio difensore, senza limiti ter-ritoriali, a seconda delle proprieesigenze o preferenze: è stata infat-ti abolita la clausola di polizza se-condo cui avrebbe dovuto scegliereil legale obbligatoriamente iscrittoall’Albo presso la Corte d’appelloterritorialmente competente.� In caso di definizione transatti-va delle vertenze, soprattutto nellecause di lavoro dipendente, è sta-ta eliminata la necessità di richie-dere la preventiva autorizzazionedella compagnia di assicurazioni,cosa che poteva causare il rifiutodel rimborso delle spese legali.� È stato infine determinato unsottolimite di € 6.000 relativo soloal primo grado di giudizio, riferitoesclusivamente alle controversiedi lavoro e alle vertenze con istitu-ti o enti pubblici di assicurazioniprevidenziali o sociali.

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Per approfondire le caratteristiche della copertura offerta ele novità appena introdotte è possibile consultare il sitowww.assidir.it, nelle pagine dedicate alla Tutela lega-le delle sezioni dirigenti – quadri – familiari, dove si po-tranno leggere e scaricare le Condizioni di assicurazione euna scheda riepilogativa sintetica, nonché avere le istruzio-ni per denunciare un sinistro.

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MARKETING E ORGANIZZAZIONE FORZE DI VENDITA

Il controllo delle vendite (i kpi della vendita) Un sistema di monitoraggio dei risultati della propria or-ganizzazione commerciale che permette di avere una ra-pida visione dei risultati delle proprie attività di vendita.Milano, 25 settembre - Bologna, 20 novembre

Pricing e yield management Le componenti “tradizionali” del prezzo dei prodotti.Milano, 26 settembre - Roma, 9 ottobre

Web listening, digital reputation e social intelligenceL’ascolto delle conversazioni in rete come presuppostoper azioni di social media marketing.Roma, 5 novembre - Milano, 3 dicembre

STRATEGIE E ORGANIZZAZIONE

The why of workCome creare ambienti organizzativi ricchi di valore esignificato.Milano, 24 settembre - Roma, 29 ottobre

La valutazione economico-finanziaria del business planCome impostare un business plan e come valutarne laqualità economica.Roma, 30 settembre - Milano, 2 ottobre

Storytelling: il potere delle storie d’impresaCome trasmettere valori, condividere conoscenze, crea-re fiducia e motivare attraverso l’arte del raccontare.Torino, 22 ottobre - Milano, 20 novembre Roma, 10 dicembre

CONTROLLO DI GESTIONE E FINANZA

La lettura del bilancio per non addetti (1a parte)Come leggere e interpretare il bilancio d’esercizio inchiave manageriale.Milano, 29-30 settembre - Roma, 1-2 ottobre

La ristrutturazione del debito d’impresaLa nuova finanza e le agevolazioni fiscali.Milano, 1 ottobre - Udine, 17 dicembre

Introduzione alla gestione finanziariaCome familiarizzare con la visione finanziaria dellagestione d’impresa.Bologna, 28-29 ottobre - Milano, 2-3 dicembre

GESTIONE RISORSE UMANE

The elevator pitch120 secondi per presentare se stessi e la propria idea.Genova, 25 settembre - Milano, 17 ottobre Roma, 4 novembre

Yoga coaching: energia, recupero e rigenerazioneCome aumentare il proprio livello di energia.Milano, 25 settembre e 8 ottobre Padova, 6 e19 novembre

Playground - Basket execution teambuilding experienceReinterpretato in chiave manageriale, il basket è unastraordinaria palestra di team building.Milano, 30 ottobre - Torino, 18 novembre Roma, 21 novembre

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I CORSI IN PROGRAMMA

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Hanno collaborato a questo numero

Thomas Bialas, futurologo, è responsabile del proget-to Future Management Tools di Cfmt. (32 e 59)

Sandro Catani, cagliaritano, 67 anni, una moglie, unafiglia, tre nipotini, molti olivi. Ha guidato società di consu-lenza internazionali. Negli ultimi anni si è dedicato alla ma-teria dell’executive compensation. Ha un blog su Il fattoQuotidiano. (14)

Daniela Corsaro è ricercatore del T-Lab – Laboratoriodel terziario che innova – di Cfmt e di Economia e gestionedelle imprese presso l’Università Cattolica di Milano. (44)

Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo modernoartistico, ed è guida turistica per le province di Milano, Pa-via, Monza e Brianza. (55)

Arianna de Nittis è direttore responsabile della testataMission - la rivista dei viaggi d’affari,edizioni Newsteca. (40)

Cosimo Finzi è amministratore delegato di AstraRicer-che, società leader nelle indagini sociali e negli scenari dimercato. (24)

Teresa Lavanga è responsabile ufficio stampa di Ci-da - Manager e alte professionalità per l’Italia. (48)

Cristina Mele è ricercatore del T-Lab – Laboratorio delterziario che innova – di Cfmt e professore associato di Eco-nomia e gestione delle imprese presso l’Università degli Stu-di di Napoli “Federico II”. (44)

Roberta Sebastiani è ricercatore del T-Lab – Labora-torio del terziario che innova – di Cfmt e professore asso-ciato di Economia e gestione delle imprese presso l’Univer-sità Cattolica di Milano. (44)

Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioniesterne di uno dei maggiori gruppi italiani operanti nel be-verage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e pre-sidente del club enogastronomico bolognese Gaudio ([email protected]). (54)

Anna Zanardi Cappon è board advisor ed espertadi change management. Si occupa di facilitare processi diallineamento decisionale nei consigli di amministrazione enei comitati esecutivi. (12)

da Manageritalia

Daniela Fiorino, ufficio sindacale Federazione. (56)

I NOSTRIBLOG

DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL

crisiesviluppo.manageritalia.it

donne.manageritalia.it

pensioni.manageritalia.it

Oltre la crisi, per cogliereopportunità e sviluppo

Conversazioni tra uomini e donne

sulle pari opportunità

Per i pensionati di oggi e di domani

Editore: Manageritalia Servizi srl

Direttore responsabile: Guido Gay

Coordinamento: Roberta Roncelli

Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti,Eliana Sambrotta

Direzione, redazione, amministrazione:20129 Milano - via Antonio Stoppani 6tel. 0229516028 - fax [email protected]

Le opinioni espresse dagli autori impegna-no esclusivamente la loro responsabilità

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GGrraaffiiccaaTHE GRAPHIC FORGE snc20129 Milano - via Antonio Stoppani 4 tel. 0229404920 - www.graphicforge.it

SSttaammppaaROTOLITO LOMBARDA spaVia Sondrio, 3 - 20096 Pioltello (Milano)tel. 0292195.1 - www.rotolitolombarda.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 142, del 24 aprile 1974

Associato all’USPIUnione stampa periodica italiana

Accertamenti diffusione stampa

La diffusione di settembre è di 35.237 copie

DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL

FONDO DI PREVIDENZAMARIO NEGRI

ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENTDEL TERZIARIO

FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI

MENSILE DI INFORMAZIONE ECULTURA DI MANAGERITALIA

FEDERAZIONE NAZIONALEDEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO,

SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

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