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Emissione: 02/2013 revisione n°: 01 Pag. SINTESI – SPM – ARCHÈ – CSA TEAM – IAL CISL NAZIONALE – IAL ROMA E LAZIO 1/175 CON0006_UP1_P1 MIUR - CONSERVATORIO DI MUSICA NICCOLO’ PAGANINI DI GENOVA Via Albaro, 38 -16147 GENOVA (GE) DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 17 e 28 D.Lgs 81/08 e s.m.i.

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CON0006_UP1_P1  

MIUR - CONSERVATORIO DI MUSICA

NICCOLO’ PAGANINI DI GENOVA

Via Albaro, 38 -16147 GENOVA (GE)

     

 

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

Art. 17 e 28 D.Lgs 81/08 e s.m.i.

 

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Il presente documento di valutazione dei rischi, redatto ai sensi degli artt. 17 e 28 del D.Lgs. 81/2008 viene

sottoscritto da

firma data

Datore di Lavoro

Avv. Giuseppe Pericu

RSPP

Arch. Erika Lisa 06/07/2015

Medico Competente

Dott. Pietro Blandini

RLS

Ivana Maggio

Emissione Luglio 2015

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IINNDDIICCEE

11..  SSTTRRUUTTTTUURRAA DDEELL DDOOCCUUMMEENNTTOO 55 

1.1  PRESENTAZIONE 5 

1.2  FINALITÀ E SCOPO DEL DOCUMENTO 8 

1.3  DEFINIZIONI 8 

1.4  STRUTTURA DEL DOCUMENTO 10 

1.5  CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE 11 

1.6  GLI ALLEGATI 16 

1.7  INTEGRAZIONI E AGGIORNAMENTI DI VALUTAZIONI DEL RISCHIO PARTICOLARI 17 

1.8  GESTIONE DEL DOCUMENTO 18 

1.9  NORMATIVA DI RIFERIMENTO 19 

22..  DDAATTII IIDDEENNTTIIFFIICCAATTIIVVII 2233 

2.1  DATI AZIENDA 23 

2.1.1  Dati identificativi dell’azienda 23 

2.1.2  Generalità 24 

2.2  DATI UNITA’ PRODUTTIVA 25 

2.2.1  Dati identificativi dell’unità produttiva/sede di lavoro 25 

2.2.2  Ruoli e responsabilità per la sicurezza dell’unità produttiva/sede di lavoro 26 

2.2.3  Personale in forza presso l’unità produttiva/sede di lavoro 27 

2.2.4  Caratterizzazione dei luoghi di lavoro dell’unità produttiva/sede di lavoro 27 

33.. IINNDDIIVVIIDDUUAAZZIIOONNEE EE VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE DDEEII RRIISSCCHHII 2299

3.1  VALUTAZIONE DEI RISCHI 29 

3.1.1  Individuazione delle aree omogenee di rischio 29 

3.1.3  Classificazione dei rischi 32 

3.1.4  Matrice riepilogativa per l’individuazione dei rischi di esposizione, dell’indice di rischio e delle aree omogenee di lavoratori esposti 33 

3.1.5  Valutazione dei rischi 35 

3.1.6  Tabella tipo di valutazione del rischio 36 

3.1.7  Valutazione dei fattori di rischio 38 

3.2  VALUTAZIONI PARTICOLARI DEL RISCHIO 75 

3.2.1  Valutazione rischio incendio 76 

3.2.2  Valutazione rischio chimico 90 

3.2.3  Valutazione rischio gestanti 110 

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3.2.4  Valutazione rischio da movimentazione manuale dei carichi 111 

3.2.5  Valutazione rischio ATEX 124 

3.2.6  Valutazione rischio vibrazioni 125 

3.2.7  Valutazione rischio rumore 126 

3.2.8  Valutazione rischio biologico 127 

3.2.9  Valutazione rischio cancerogeno 129 

3.2.10  Valutazione rischio da campi elettromagnetici 129 

3.2.11  Valutazione del rischio da stress lavoro-correlato 129 

44  AALLLLEEGGAATTII 113311 

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1. STRUTTURA DEL DOCUMENTO

1.1 Presentazione

I provvedimenti normativi, derivanti dal recepimento delle direttive comunitarie in materia di

miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, hanno introdotto nelle

attività lavorative metodi di gestione aziendale della prevenzione, maggiormente imperniate

sull'adozione di misure che, in primo luogo, prevedono la valutazione del rischio.

La valutazione dei rischi è l'insieme di tutte le operazioni che si devono attuare per stimare i livelli

di rischio associati ad esposizioni a fattori di pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori, al

fine di una efficace prevenzione e controllo degli stessi.

Tutte le considerazioni attinenti e conseguenti la valutazione dei rischi confluiscono in un

documento dinamico che è, pertanto, rappresentativo delle politiche prevenzionistiche dell'azienda

cui si riferisce: il Documento di Valutazione del Rischio.

Il Documento di Valutazione del Rischio rappresenta la più rilevante innovazione normativa in tema

di tutela e salute dei lavoratori; esso, infatti, costituisce il perno intorno al quale deve ruotare

l'organizzazione aziendale della prevenzione, poiché è uno strumento organizzativo che consente

di comprendere, pianificare e razionalizzare i vari aspetti che concorrono alla sostanziale riduzione

e/o al controllo dei fattori di rischio presenti nello svolgimento delle attività lavorative, nel rispetto

della legislazione nazionale e delle norme di buona tecnica emanate da organismi accreditati.

Il rispetto delle norme cogenti applicabili, nella redazione del Documento di Valutazione del

Rischio, nelle organizzazioni aziendali che abbiano intrapreso percorsi tesi al miglioramento

continuo nell’ambito dello sviluppo di un Sistema di gestione, si integra con l’aderenza alle

politiche, ai requisiti ed alle procedure del Sistema di gestione, senza per questo venir meno in

alcun modo ai requisiti dettati dalla normativa stessa.

Con la pubblicazione del D.Lgs. n. 81/08 e con le successive modifiche ed integrazioni, pur

rimanendo sostanzialmente inalterata l’impostazione di base del Documento di valutazione dei

Rischi, così come era prevista dal D.Lgs. n. 626/94, sono stati introdotti ulteriori obblighi circa i

contenuti essenziali del documento stesso che vanno, evidentemente, a sommarsi a quelli già

prescritti dalla legislazione precedente.

In particolare viene stabilito che il Documento di valutazione dei Rischi:

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1 deve avere data certa (certificata da un ufficio pubblico o da un notaio) ovvero deve

avere data attestata dalla sottoscrizione del Datore di lavoro nonché, ai soli fini della

prova della data, dalla sottoscrizione del responsabile del servizio di prevenzione e

protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o del rappresentante dei

lavoratori per la sicurezza territoriale e del medico competente, ove nominato

2 non è più sufficiente riportare nel documento l’individuazione delle misure di

prevenzione e di protezione necessarie, ma si devono indicare le misure attuate e i

dispositivi di protezione individuale adottati

3 devono essere individuate le procedure per l’attuazione delle misure da realizzare

unitamente ai ruoli dell’organizzazione aziendale che dovrà provvedere ed i soggetti a

ciò destinati che devono essere in possesso delle competenze e dei poteri necessari

4 è necessario determinare le mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi

specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza,

adeguata formazione e addestramento

Tutto ciò comporta una precisa definizione delle valutazioni dei rischi di esposizione, che devono

ricomprendere le misure di prevenzione e protezione già in atto ed i DPI già adottati, nonché

l’indicazione delle procedure per la realizzazione degli interventi migliorativi, unitamente

all’individuazione dei soggetti aziendali incaricati della loro attuazione.

Ove necessario, sulla base degli esiti delle valutazioni, dovranno essere esplicitati i requisiti di

capacità professionale, esperienza, formazione ed addestramento richiesti per i lavoratori addetti

alla mansione.

La corretta attuazione dei nuovi precetti normativi comporta quindi un attento esame della struttura

organizzativa dell’azienda onde rilevare i soggetti (più frequentemente, dirigenti e preposti) cui

devono essere assegnati i compiti relativi all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione

connesse con le diverse tipologie di rischio individuate.

Al riguardo occorre tener presente che nella previgente legislazione l’istituto della delega di

funzioni era soltanto accennato (ed in via meramente incidentale), lasciando all’elaborazione

giurisprudenziale l’incombenza di definirne requisiti, limiti e ambito di applicazione con il risultato

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che, pur essendo pervenuti all’enunciazione di alcuni univoci principi generali, sussistevano al

riguardo non pochi dubbi e difficoltà interpretative.

Il nuovo Decreto legislativo ha posto rimedio a tale situazione stabilendo definitivamente, all’art.

16, i limiti e le condizioni per l’attribuzione e l’esercizio della delega di funzioni.

Nell’ambito della redazione del Documento di valutazione dei rischi risulta quindi irrinunciabile

un’analisi particolareggiata dell’organigramma aziendale e degli eventuali atti formali con cui il

Datore di lavoro ha attribuito le deleghe ai propri collaboratori, onde verificarne la rispondenza ai

requisiti, sia formali che sostanziali, richiesti dalla nuova normativa che elenca specificatamente

(art. 18) gli obblighi che possono essere oggetto di delega da parte del Datore di lavoro. I Dirigenti

così delegati per specifiche funzioni devono frequentare appositi corsi di formazione.

Anche per quanto concerne l’individuazione e le funzioni dei preposti la legislazione precedente

lasciava adito a diversi dubbi interpretativi, risolti dalla Corte di cassazione con l’enunciazione del

principio che la funzione di preposto fosse conseguente all’esercizio, anche soltanto di fatto, di un

potere di sovraintendere e di controllare l’attività di altri lavoratori a lui sottoposti. Le nuove norme

stabiliscono ora (art 19) quali sono gli obblighi cui sono soggetti i preposti stabilendo altresì che

essi devono frequentare appositi corsi di formazione.

Al riguardo è il caso di sottolineare come l’intero provvedimento preveda, a tutti i livelli, una

riconferma della centralità della formazione introducendo, in determinati casi, anche il nuovo

obbligo dell’addestramento inteso come il: ”complesso delle attività dirette a fare apprendere ai

lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di

protezione individuale, e le procedure di lavoro”.

Al fine di dare conto esplicitamente di tutti i soggetti aziendali cui sono conferiti poteri e

responsabilità nella materia, il Documento di valutazione dei rischi dovrà in ogni caso riportare

l’organigramma aziendale relativamente a tutte le figure comunque coinvolte nelle problematiche

attinenti la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.

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1.2 Finalità e scopo del documento

Il presente documento, costituisce il Documento di Valutazione dei rischi ai sensi dell'art. 28 del

D.Lgs 81/08 e s.m.i.

L'obiettivo della Valutazione dei Rischi (secondo gli "Orientamenti CEE riguardo alla valutazione

dei rischi da lavoro") è quella di consentire al Datore di Lavoro di predisporre i provvedimenti

effettivamente necessari per la salvaguardia della sicurezza e salute dei lavoratori.

Tali provvedimenti comprendono misure di tutela generali e particolari, misure di emergenza, ed

ogni altra attività finalizzata alla pianificazione, programmazione ed attuazione di programmi di

miglioramento.

1.3 Definizioni

prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del

lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della

salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno;

salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di

malattia o d’infermità;

sistema di promozione della salute e sicurezza: complesso dei soggetti istituzionali che

concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento

finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;

valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza

dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività,

finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il

programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;

pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare

danni;

rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di

esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; secondo le linee

guida ISPESL sono raggruppabili in:

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rischi trasversali - organizzativi: sono i rischi che derivano da fattori organizzativi;

rischi infortunistici: sono rischi che determinano pericoli per la sicurezza del lavoratori

(rischio di incendio, rischi meccanici, esplosione ecc.);

rischi igienico - ambientali: sono rischi che determinano pericoli per la salute e che derivano

dall'esposizione ad agenti di rischio chimico, fisico o biologico;

infortunio: evento dannoso, con conseguenze temporanee o permanenti, che si manifesta

immediatamente a seguito dell’esposizione al rischio;

malattia professionale: evento dannoso, con conseguenze temporanee o permanenti, che insorge

a seguito del perdurare nel tempo dell’esposizione al rischio;

norma tecnica: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da

un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia

obbligatoria;

buone prassi: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le

norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza

sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro,

elaborate e raccolte dalle regioni, dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro

(ISPESL), dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli

organismi paritetici di cui all’articolo 51, validate dalla Commissione consultiva permanente di cui

all’articolo 6, previa istruttoria tecnica dell’ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia

diffusione;

linee guida: atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute

e sicurezza predisposti dai ministeri, dalle regioni, dall’ISPESL e dall’INAIL e approvati in sede di

Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di

Bolzano;

modello di organizzazione e di gestione: modello organizzativo e gestionale per la definizione e

l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo 6, comma 1,

lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli

589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle norme

antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro. I modelli di organizzazione e gestione definiti

in conformità ai requisiti delle linee guida UNI – INAIL per un sistema di gestione della sicurezza e

salute (SGSL) o al British Standard OHSAS 18001:2007 sono indicati conformi ai requisiti

necessari per una efficacia esimente, ai sensi dell’art. 30 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

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sistemi di gestione aziendale: con tale termine si intendono tutti i sistemi di gestione organizzativi

implementati nelle organizzazioni (es. società, aziende) nei diversi settori in cui operano in

riferimento ai requisiti espressi da una serie di norme internazionali

sistema di gestione della sicurezza e salute: per sistema di gestione della sicurezza e salute

(SGSL) s'intende un sistema organizzativo aziendale volontario e non obbligato dalle disposizioni

cogenti, finalizzato a garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza cercando,

attraverso la strutturazione e la gestione, di massimizzare i benefici minimizzando al contempo i

costi.

1.4 Struttura del Documento

Sulla base di quanto stabilito dalle norme, il presente documento si compone di:

una parte introduttiva che presenta i contenuti del Documento, i criteri di valutazione dei rischi,

la gestione del Documento e la normativa di riferimento;

una parte descrittiva dell'azienda, comprendente i dati identificativi dell’azienda (anagrafica,

struttura organizzativa, unità operative, caratteristiche dei luoghi di lavoro, descrizione del ciclo

lavorativo, ruoli e funzioni per la sicurezza, personale presente);

una parte valutativa che identifica, ove presenti, le aree omogenee di rischio ed i fattori di

rischio ad esse correlati, che vengono trattati nel dettaglio all’interno delle schede di rischio,

nelle quali come richiesto dal D.Lgs. 81/08, art. 28, comma 2 si riportano le misure di

prevenzione e protezione attuate, la stima del rischio ed il programma delle misure di

miglioramento, con le relative procedure di attuazione; tale parte si completa con le valutazioni

del rischio particolari così come richiesto dal D.Lgs 81/08, art. 28, comma 3.

Una parte dedicata agli allegati che, come indicato nei paragrafi successivi, fanno riferimento

alla documentazione da considerarsi parte integrante del documento stesso e possono

comprendere eventuali integrazioni delle valutazioni dei rischi specifici.

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1.5 Criteri adottati per la valutazione

Tutte le attività finalizzate alla valutazione dei rischi ed alla redazione del presente Documento di

Valutazione sono state svolte secondo criteri predefiniti derivati dalle "LINEE GUIDA per la

valutazione ed il controllo dei rischi, pubblicate dall'ISPESL e definite ed approvate nel 1996 dalle

Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e dagli Istituti centrali".

Nella logica della dinamicità del Documento, e nell’ottica dell’adeguamento ai disposti normativi, ed

alle linee guida / buone prassi emanate dagli Organi competenti, i criteri potranno subire evoluzioni

temporali, ma saranno comunque stabiliti con la finalità di rendere il Documento strumento

operativo di pianificazione della prevenzione in azienda.

Riassumendo i momenti fondamentali del processo valutativo, si riporta di seguito una descrizione

delle fasi operative che ne hanno consentito l'attuazione.

Fase preliminare : al fine di procedere all'identificazione delle sorgenti di pericolo, la fase ha

previsto la verifica di tutti gli ambienti di lavoro, l'analisi dei processi lavorativi ed organizzativi e la

verifica di tutta la documentazione e delle informazioni disponibili a ciò utili.

Si è provveduto, quindi, ad un'attenta ricognizione di tutte le attività lavorative svolte, con

particolare riguardo alle sostanze ed alle attrezzature utilizzate; nella ricognizione sono pure state

incluse le attività di servizio (pulizie, manutenzione, controlli ecc.), le cui prestazioni vengono

erogate dai lavoratori esterni.

Indispensabile è stata anche l'acquisizione e la lettura delle informazioni utili a connotare i diversi

fattori di rischio, quali i dati desunti dal registro infortuni o dalle denunce di malattie professionali o

le segnalazioni di quasi incidente / mancato incidente, laddove pervenute.

L'identificazione delle fonti di rischio è stata guidata dalle conoscenze disponibili su norme di legge

e standard tecnici, dai dati desunti dalle esperienze ed il contributo dato dai soggetti che a vario

titolo hanno partecipato alla valutazione stessa (lavoratori, SPP, medico competente, RLS, ecc.). A

completamento di tale fase, propedeutica alla redazione del documento valutazione dei rischi,

sono state prodotte relazioni tecniche, con l'indicazione degli eventuali scostamenti rispetto agli

standard normativi.

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Fase di valutazione: la valutazione ha riguardato tutti i rischi cui potenzialmente sono esposti i

lavoratori. Si è provveduto alla quantificazione del rischio in termini analitici attraverso una stima

dell'entità delle esposizioni.

La stima del rischio è stata effettuata valutando due parametri fondamentali:

gravità del danno che potrebbe derivare a una o più persone;

probabilità che il danno si manifesti.

La probabilità, quando possibile, è stata valutata tenendo conto di tre fattori tutti direttamente legati

ad aspetti che contribuiscono a causare una situazione potenzialmente pericolosa:

probabilità che si manifesti l’evento pericoloso;

probabilità che vi siano persone esposte all’evento pericoloso;

probabilità che le persone esposte riescano a sfuggire i potenziali danni derivanti

dall’evento pericoloso.

Nelle successive tabelle 1 e 2 sono descritte le scale della Probabilità P e del Danno D ed i criteri

per l'attribuzione dei valori.

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Tabella 1 - Scala delle Probabilità " P

Valore Livello Definizioni/criteri

4 Altamente

probabile

� Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il

verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori.

� Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevati nella stessa Azienda o in Aziende simili o situazioni operative simili (consultare le fonti di danno, infortuni e malattie professionali, dell'azienda, all'USSL, dell'ISPESL, etc.).

� Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non

susciterebbe alcuno stupore in azienda.

3 Probabile

� La mancanza rilevata può provocare un danno ,anche se non in

modo automatico o diretto.

� E' noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il

danno.

� Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe una moderata

sorpresa in azienda.

2 Poco probabile

� La mancanza rilevata può provocare un danno solo su

concatenazioni sfortunate di eventi.

� Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi.

� Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa.

1 Improbabile

� La mancanza rilevata può provocare un danno per concomitanza di

più eventi poco probabili indipendenti.

� Non sono noti episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno

susciterebbe incredulità.

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Tabella 2 - Scala dell'entità del Danno "D" Valore Livello Definizioni/criteri

4 Gravissimo

� Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale.

� Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti.

3 Grave

� Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale.

� Esposizione cronica con effetti irreversibili parzialmente invalidanti.

2 Medio � Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile.

� Esposizione con effetti reversibili.

1 Lieve

� Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile.

� Esposizione con effetti rapidamente reversibili.

Definiti il danno e la probabilità, viene automaticamente graduato l’indice di rischio mediante la

formula IR = P x D ed è raffigurabile in un'opportuna rappresentazione grafica del tipo indicato in

Figura 1, avente in ascisse la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo

verificarsi.

Figura 1 - Esempio di Matrice di Valutazione del Rischio: R =P x D

Pro

bab

ilità

4 8 12 16

3 6 9 12

2 4 6 8

1 2 3 4

Danno

I rischi maggiori occupano in tale matrice le caselle in alto a destra (danno letale, probabilità

elevata), quelli minori le posizioni più vicine all'origine degli assi (danno lieve, probabilità

trascurabile), con tutta la serie di posizioni intermedie facilmente individuabili.

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La valutazione numerica e cromatica indica l’indice di rischio "IR" definibile per la fonte di rischio

individuata

IR > 8 Il rischio è alto e richiede un monitoraggio continuo ed un elevato livello di attenzione

4 IR 8 Il rischio è medio / alto, controllato, ma richiede attenzione costante per contenerne e/o ridurne l’entità

2 IR 3 Il rischio è medio / basso, controllato, ma richiede comunque un monitoraggio finalizzato al mantenimento della condizione

IR = 1 Il rischio è insignificante ora e non è ragionevolmente prevedibile che aumenti in futuro

Valutazioni strumentali: risultanti in specifici documenti, possono essere condotte nei casi di

esposizione ad agenti di rischio chimici, fisici e biologici, laddove espressamente previsto da

norme specifiche o ritenuto necessario ai fini di una corretta valutazione del rischio e/o di una

verifica delle misure di contenimento degli inquinanti.

Valutazioni del rischio particolari: i fattori di rischio oggetto delle valutazioni specifiche (incendio,

agenti chimici, lavoratrici gestanti, movimentazione manuale dei carichi, atmosfere esplosive,

rumore, vibrazioni, agenti biologici, ….) sono quelli per i quali la normativa prevede decreti, linee

guida, criteri e metodi specifici.

Nuove valutazioni: anche corredate da misurazioni, vengono comunque eseguite dall'Azienda in

seguito ad espressa segnalazione dei Responsabili delle attività e/o dal Medico Competente, ogni

qualvolta vengano modificate sostanzialmente e significativamente le condizioni di lavoro quindi i

termini di esposizione dei lavoratori ai diversi fattori di rischio.

Fase di programmazione e di controllo: successivamente all'espletamento della fase preliminare

ed alla fase valutativa, quindi, in seguito all'individuazione delle misure di prevenzione e

protezione, viene predisposto il programma delle misure di miglioramento ed adeguamento.

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1.6 Gli allegati

Allegati documentali:

A conclusione del DVR sono presenti le indicazioni ed i riferimenti relativi a tutta la

documentazione che consente di raggiungere la completezza di informazioni sull’azienda,

relativamente agli argomenti attinenti al presente documento.

Gli allegati documentali sono stati raggruppati come segue (la documentazione riportata in calce

all’identificazione di ciascun gruppo rappresenta un elenco esemplificativo e non esaustivo):

1. Nomine e Verbali di designazione: nomina del RSPP e del Medico competente,

designazione della squadra antincendio, gestione emergenze, pronto soccorso, nomina di

dirigenti e preposti

2. Documentazione relativa alla sede ed agli impianti: per la sede regolarità costruttiva,

barriere architettoniche, collaudi statici. Per gli impianti: documentazione relativa alla

conformità degli impianti (elettrici, messa a terra, protezione contro le scariche

atmosferiche), comprensiva di allegati tecnici (relazione tipologica sui materiali, progetto o

schema unifilare dell’impianto, abilitazione della ditta installatrice)

3. Documentazioni relative alle attrezzature: libretti di uso e manutenzione

4. Mansionario: rappresenta una formale dichiarazione da parte del datore di lavoro

dell’esposizione dei lavoratori a fattori di rischio, relativamente alle mansioni svolte

5. Elenco dei dispositivi di protezione individuale: sono i dispositivi forniti ai lavoratori a

protezione dai fattori di rischio che non è possibile eliminare con l’applicazione delle

specifiche misure di tutela (caschi, guanti, scarpe, occhiali, ecc.); l’elenco riporterà

opportunamente i riferimenti delle norme tecniche.

6. Documentazione relativa alla fornitura ed alla consegna dei dispositivi di protezione

individuale: è la raccolta delle lettere di consegna dei DPI ai lavoratori, controfirmate per

ricevuta.

7. Procedure operative di sicurezza: sono le procedure che riportano i comportamenti da

tenere ai fini della sicurezza in relazione alle mansioni svolte; devono essere distribuite ai

lavoratori con attestazione di ricevuta

8. Procedura di coordinamento art.26 D.Lgs. 81/08: è il documento da elaborare in

presenza di imprese appaltatrici che operano all’interno della sede; riporta le misure

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necessarie per eliminare o ridurre i rischi da interferenze tra lavoratori del committente, che

del coordinamento si fa promotore, e dell’impresa appaltatrice.

9. Protocollo formativo: è il documento che riepiloga i fabbisogni informativi, formativi e di

addestramento per i lavoratori dell’azienda; riguarda datore di lavoro, dirigenti, preposti,

RLS e lavoratori.

10. Documentazione relativa alla informazione, formazione ed addestramento dei

lavoratori: è costituita dai registri e dagli attestati di frequenza dei corsi.

11. Protocollo sanitario: è il documento, elaborato dal medico competente, che riepiloga per

ciascuna mansione esposta a rischio specifico la tipologia di accertamenti da effettuare.

12. Documentazione relativa alle attività di sorveglianza sanitaria: questo allegato contiene

i documenti rilasciati dal Medico competente relativamente alle visite ed agli accertamenti

effettuati in sede di sorveglianza sanitaria, con particolare riferimento alle cartelle sanitarie

ed ai certificati di idoneità lavorativa.

13. Procedure di emergenza: costituiscono il piano di emergenza ai sensi del DM 10 marzo

1998

14. Planimetrie in scala: gli elaborati planimetrici consentono di avere la visione generale

della distribuzione dei locali di lavoro e di servizio all’interno della sede.

15. Indagini ambientali: è l’allegato che contiene le indagini strumentali che possono essere

condotte ad integrazione della valutazione dei rischi, per approfondire determinate

problematiche legate, ad esempio, alle condizioni microclimatiche, alle emissioni sonore,

alle condizioni di illuminamento dei locali di lavoro.

16. Aggiornamenti ed integrazioni.

1.7 Integrazioni e aggiornamenti di valutazioni del rischio particolari

I fattori di rischio oggetto delle valutazioni particolari (incendio, agenti chimici, lavoratrici gestanti,

movimentazione manuale dei carichi, atmosfere esplosive, rumore, vibrazioni, agenti biologici, ecc.

….), per i quali la normativa prevede decreti, linee guida, criteri e metodi specifici, possono subire,

nel corso del tempo, integrazioni o aggiornamenti in relazione all’evoluzione della normativa. Tali

valutazioni, come approfondimenti trattati in un capitolo a sé stante, fanno parte integrante del

Documento, mentre le eventuali successive integrazioni saranno riportate in allegato.

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1.8 Gestione del documento

Il Documento di Valutazione viene custodito presso la sede operativa o unità produttiva alla quale

si riferisce la valutazione dei rischi e tenuto a disposizione per la consultazione anche da parte

degli organi di vigilanza.

Viene reso disponibile alle figure interne aventi ruoli di influenza sulla corretta attuazione del

sistema di prevenzione aziendale, e comunque secondo quanto stabilito dal datore di lavoro.

Viene, inoltre, reso disponibile ai RLS su richiesta di questi e per lo svolgimento delle proprie

funzioni.

Parti del Documento di Valutazione possono essere rese disponibili alla consultazione ai fini del

coordinamento ex art. 26 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Periodicamente, in seguito alle integrazioni apportate al Documento per effetto dell'introduzione di

nuove modalità lavorative, lo stesso viene sottoposto a revisione ed approvazione nel corso delle

riunioni periodiche di prevenzione e protezione previste ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs. 81/08 e

s.m.i.

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1.9 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Legge 1 marzo 1968, n. 186 - “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,

macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”

D.M. 14 giugno 1989, n. 236 - “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche”

D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475 – “Attuazione della direttiva 89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale”

D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758 - “Modificazioni alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro”

D.Lgs. 17 marzo 1995, n. 230 – “Attuazione delle direttive EURATOM 80/836, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti”

D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503 - "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici"

Decreto Legislativo 25 novembre 1996, n. 645 – “Attuazione della direttiva 92/85/CEE relativa alla tutela della salute delle lavoratrici madri”

D.Lgs. 2 gennaio 1997, n. 10 - “Attuazione delle direttive 93/68/CEE, 93/95/CEE e 96/58/CE relative ai dispositivi di protezione individuale”

D.Lgs. 24 febbraio 1997, n. 42 – “Attuazione della direttiva 93/68/CEE, che modifica la direttiva 87/404/CEE in materia di recipienti semplici a pressione”

D.Lgs. 3 febbraio 1997, n.52 – “Attuazione della direttiva 92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose”

D.M. 10 marzo 1998 – “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”

D.P.R. 30 aprile 1999, n. 162 – “Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 95/16/CE sugli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, nonché della relativa licenza di esercizio”

D.Lgs. 26 novembre 1999, n. 532 – “Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell'articolo 17, comma 2, della legge 5 febbraio 1999, n.25”

LEGGE 22 febbraio 2001, n.36 – “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”

D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151 - "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternita' e della paternita', a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53"

D.P.R. 22 ottobre 2001, n. 462 – “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”

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D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 – “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”

D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 – “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”

D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66 - "Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro"

Raccomandazione 8550/99: definizione dei limiti di esposizione della popolazione al campo elettromagnetico (0 Hz - 300 Ghz), al fine di evitare danni alla salute.

D.M. 23 marzo 2000 – “Riconoscimento di conformità alle vigenti norme di mezzi e sistemi di sicurezza relativi alla costruzione ed all'impiego di scale portatili.

Decreto Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 2 maggio 2001 – “Criteri per l'individuazione e l'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)”

Legge 22 febbraio 2001, n. 36 – “Legge quadro sulla protezione dalle esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”

D.P.R. 22 ottobre 2001 n. 462 – “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”

D.P.R. 7 maggio 2002, n.129 – “Regolamento recante ulteriore modifica al D.P.R. 30 aprile 1999, na162, in materia di collaudo degli ascensori”

D.P.R. 15 luglio 2003, n. 388 – “Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale, in attuazione dell'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni”

D.M. 3 novembre 2004 – “Disposizioni relative all'installazione e manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso di incendio”

D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152: "Norme in materia ambientale"

D.M. 22 febbraio 2006: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici.

D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 – “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”

Legge 3 agosto 2007, n. 123

D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 194 - "Attuazione della direttiva 2004/108/CE concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilita' elettromagnetica e che abroga la direttiva 89/336/CEE"

22 gennaio 2008, n. 37: Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11- quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli impianti all'interno degli edifici.

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D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Legge agosto 2010 – “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al governo in materia di normativa antimafia (all'art. 5: modifiche al tesserino di riconoscimento nei lavori in appalto)”

Decreto Interministeriale 11 aprile 2011 (Min. Lavoro e Politiche Sociali) – “Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo”

D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122

Linee guida dello standard internazionale ISO 2631 "Evaluation of human exposure to Whole-body vibration"

Disposizioni relative alle modalita’ di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell’articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151

Accordo tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sui corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi ai sensi dell’art. 34, commi 2 e 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81

Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione, in attuazione dell’articolo 73, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni

Adeguamento e linee applicative degli accordi ex articolo 34, comma 2, e 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n° 81, e successive modificazioni e integrazioni

Disposizioni relative alle modalita' di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151

Norme CEI - UNI.

Norma CEI EN 62305/1-4

Norme UNI EN ISO serie 9000

BS OHSAS18001:2007

Linee guida UNI – INAIL SGSL

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Regolamento CE n. 1907/2006 :Registration,evaluation,Authorisation Restriction of chemicals –REACH

Regolamento CE n. 1272/2008 (classification Labelling Packaging –CLP)

Regolamento UE n. 453/2010 (modifiche all’allegato II del Regolamento CE 1907/2006 e concernente le disposizioni sulle schede dati di sicurezza)

Disposizioni relative alle modalita' di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151

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2. DATI IDENTIFICATIVI

2.1 DATI AZIENDA

2.1.1 Dati identificativi dell’azienda

DDAATTII IIDDEENNTTIIFFIICCAATTIIVVII

EENNTTEE PPUUBBBBLLIICCOO MIUR - CONSERVATORIO DI MUSICA NICCOLO’ PAGANINI DI GENOVA

IInnddiirriizzzzoo IINNDDIIRRIIZZZZOO CCIITTTTÀÀ PPRROOVVIINNCCIIAA

VIA ALBARO 38 16145 - GENOVA GE

TTeelleeffoonnoo RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO TTEELLEEFFOONNIICCOO FFAAXX

010 - 318683 010 - 3620819

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2.1.2 Generalità

La storia dell'Istituto musicale "Niccolò Paganini", oggi Conservatorio Statale di

Musica/Istituto di Alta Formazione Musicale, inizia più di 160 anni fa, con l'annuncio sulla

"Gazzetta di Genova" del 12 dicembre 1829

Dal 1904 l'Istituto era stato dedicato al nome di Niccolò Paganini. Quando il concordato Stato -

Chiesa impose la restituzione dei beni ecclesiastici agli ordini religiosi si dovette lasciare la sede di

via Lomellini; la nuova fu trovata in Albaro, nella villa Raggio, dove passarono anche gli anni tristi

della guerra e dell'occupazione. Nel dopoguerra, sopportando, come del resto tutta la città, i danni

subiti dai bombardamenti e la faticosa ricostruzione, l'Istituto fu trasferito provvisoriamente nel

Palazzo della Meridiana, in attesa che si allestisse la sua sede definitiva, o, almeno, attuale, nella

Villa Bombrini.

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2.2 DATI UNITA’ PRODUTTIVA

2.2.1 Dati identificativi dell’unità produttiva/sede di lavoro

DDAATTII IIDDEENNTTIIFFIICCAATTIIVVII

EENNTTEE PPUUBBBBLLIICCOO MIUR - CONSERVATORIO DI MUSICA NICCOLO’ PAGANINI DI GENOVA

IInnddiirriizzzzoo IINNDDIIRRIIZZZZOO CCIITTTTÀÀ PPRROOVVIINNCCIIAA

VIA ALBARO 38 16145 - GENOVA GE

TTeelleeffoonnoo RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO TTEELLEEFFOONNIICCOO FFAAXX

010 - 318683 010 - 3620819

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2.2.2 Ruoli e responsabilità per la sicurezza dell’unità produttiva/sede di lavoro

La struttura organizzativa della sicurezza dell'unità produttiva in oggetto, che, a vari livelli, è

chiamata alla realizzazione della politica di prevenzione, nel rispetto delle norme vigenti, è la

seguente:

SSTTRRUUTTTTUURRAA OORRGGAANNIIZZZZAATTIIVVAA DDEELLLLAA SSIICCUURREEZZZZAA

Datore di Lavoro Avv. Giuseppe Pericu

Preposti individuati ---

Responsabile Servizio PP

Arch. Erika Lisa

Medico Competente Dott. Pietro Blandini

RLS Ivana Maggio

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2.2.3 Personale in forza presso l’unità produttiva/sede di lavoro

Nell’allegato 5 è presente il riferimento all'elenco nominativo del personale (cosiddetto

mansionario) nel quale sono anche specificate le informazioni utili alla valutazione delle

esposizioni personali di ogni lavoratore, relativamente ai rischi specifici della mansione svolta

2.2.4 Caratterizzazione dei luoghi di lavoro dell’unità produttiva/sede di lavoro

CCAARRAATTTTEERRIIZZZZAAZZIIOONNEE SSCCHHEEMMAATTIICCAA –– CCOONNSSEERRVVAATTOORRIIOO PPAAGGAANNIINNII -- GGEENNOOVVAA

Palazzina Principale

Piano Destinazione d’uso

Copertura Aule didattiche, Terrazzo

Piano secondo

Aule didattiche, uffici, servizi igienici

Piano ammezzato

Aule didattiche, uffici

Piano Primo Auditorium, aule didattiche, uffici

Piano terra Biblioteca, Aule didattiche, Ingresso, servizi igienici

Interrato Archivio, locali di sgombero

Palazzina Bassa Piano terra Aule didattiche, servizi igienici

Piano Primo Aule didattiche

Superficie Mq 2300 Palazzina principale Mq 100 Palazzina Bassa

Piani FUORI TERRA INTERRATI SEMINTERRATI

n° 4 n° 1 n° 0

Collegamenti verticali

ASCENSORI MONTACARICHI SCALE INTERNE SCALE ESTERNE

n° 1 - n° 2 -

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Aree a rischio specifico di

incendio

Attività 74 – in locale esterno (Centrale termica a Metano) - Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore

a 116 kW

La struttura scolastica nel complesso non si configura come attività soggetta ai controlli VVF in quanto il numero delle persone contemporaneamente presenti risulta

inferiore a 100 (presso i locali dell’amministrazione è conservata una autocertificazione del titolare dell’attività)

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33.. IINNDDIIVVIIDDUUAAZZIIOONNEE EE VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE DDEEII RRIISSCCHHII 3.1 VALUTAZIONE DEI RISCHI

3.1.1 Individuazione delle aree omogenee di rischio

L’area omogenea di rischio, riferita a gruppi di lavoratori, è costituita dall’insieme di attività

lavorative associate per affinità di situazioni che in queste è sempre possibile riscontrare

(competenze, strumenti operativi, caratteristiche ambientali) e per le quali le esposizioni dei

lavoratori a rischi per la sicurezza e salute sono riconducibili ad analoghi fattori.

Sulla base della precedente definizione, si individuano, pertanto, ove necessario e/o consigliabile,

ai fini di una corretta organizzazione e lettura del Documento di valutazione del rischio, dei gruppi

di attività lavorative, che possono ricomprendere più mansioni specifiche al proprio interno, per

ciascuna delle quali le tipologie lavorative ed ambientali riscontrabili sono riconducibili in un’unica

categoria identificativa.

Analoghe considerazioni e valutazioni possono condurre ad individuare differenti aree omogenee

di rischio nell’ambito della stessa mansione svolta.

Ai fini della individuazione e successiva valutazione dei rischi, anche particolari, cui sono esposti

gruppi di lavoratori, coerentemente con quanto previsto dall'art. 28 comma 1) D.Lgs 81/08, tutta la

popolazione lavorativa viene, quindi, suddivisa nelle aree omogenee di rischio riportate nella

tabella seguente.

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Tabella descrittiva delle aree omogenee di rischio

Sigla Area omogenea di rischio Descrizione

IA Impiegato Amministrativo Impiegato amministrativo, assistenti alla didattica

DLM Docente laboratorio musicale Docente che svolge attività didattica e di laboratorio

con l’ausilio di strumenti musicali

D Docente Docente che svolge attività didattica e di laboratorio

senza l’ausilio di strumenti musicali

B Bibliotecario Attività da Bibliotecario con gestione e riordino libri,

riviste e pubblicazioni

C Coadiutori

Addetti ai servizi scolastici, pulizia e riordino aule, pulizia servizi, vigilanza, collaborazione nella

sistemazione del materiale cartaceo degli archivi, gestione biblioteca

L'appartenenza dei singoli lavoratori all'area omogenea prescinde dalla qualifica funzionale, ma è,

invece, strettamente correlata alle attività lavorative da questi svolte

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3.1.2 Individuazione e caratterizzazione dei rischi

Definizione dei criteri specifici utilizzati

Pur considerando che i pericoli (sorgenti di rischio) si possono manifestare in modalità differenti, in

dipendenza di fattori che possono influenzare le modalità di esposizione, occorre osservare che

possono essere altresì presenti rischi che si correlano con le medesime caratterizzazioni ai diversi

gruppi omogenei individuati.

Da tale assunto deriva che la trattazione dei rischi, in termini di valutazione, può essere fatta per i

seguenti macrogruppi:

Rischi generali Tali sono i rischi che derivano da condizioni generali esistenti nella sede o

riscontrabili diffusamente in tutte le attività lavorative e che possono,

quindi, riguardare tutti i soggetti a vario titolo presenti, a prescindere dalle

specifiche circostanze lavorative in cui essi sono coinvolti; tale categoria

descrive quindi i rischi cui è esposta la collettività.

I rischi generali sono individuati in tabella riassuntiva come rischi riferibili a

tutte le aree omogenee

Rischi dell'area

omogenea

Tali sono i rischi cui sono tipicamente esposti, oltre ai rischi generali, i

lavoratori appartenenti alla categoria definita dal gruppo omogeneo: si

tratta di tutti i rischi che, in forza di conoscenze consolidate, si ritengono

tipici della macroarea perché riferiti agli "strumenti" lavorativi caratteristici

(attrezzature, sostanze, agenti..).

Per i rischi comuni a più aree omogenee nella tabella riassuntiva delle

fonti di rischio vengono specificate tutte le aree omogenee cui sono riferiti.

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3.1.3 Classificazione dei rischi

Allo scopo di procedere ad un’opportuna ed approfondita trattazione, i rischi, riferiti alle classi

individuate (Generali e specifici dell’area omogenea) sono anche identificati in relazione agli

effetti che questi possono determinare (rischi per la sicurezza o infortunistici, rischi per la salute o

igienico ambientali, rischi per la sicurezza e salute o organizzativi).

In ordine a ciò, in accordo con i criteri generali di valutazione del rischio, nell’ambito della

procedura di valutazione dei rischi individuati, viene riferita anche la classificazione degli stessi,

impiegano le seguenti diciture:

Rischi Infortunistici: sono rischi che determinano pericoli per la sicurezza del

lavoratori classificati come:

rischi strutturali

rischi elettrici

rischi meccanici

rischi di incendio

rischi chimici

Rischi Igienico Ambientali: sono rischi che determinano pericoli per la salute e che

derivano dall’esposizione a:

rischi fisici

rischi chimici

rischi biologici

Rischi Trasversali Organizzativi: sono i rischi che derivano da fattori organizzativi

organizzazione del lavoro

fattori psicologici

fattori ergonomici

condizioni di lavoro difficili

La correlazione tra le fonti di rischio per le quali viene effettuata una specifica trattazione ed i

gruppi omogenei di rischio individuati viene riportata nella tabella seguente.

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3.1.4 Matrice riepilogativa per l’individuazione dei rischi di esposizione, dell’indice di rischio e delle aree omogenee di lavoratori esposti

n.b.: le specifiche delle sigle dei gruppi omogenei di rischio sono reperibili al punto 3.1.1 del presente documento

Sigla aree omogenee di rischio IA DLM D B C

Fattori di rischio individuati e valutati

Indice di rischio PxD = IR (per area omogenea di rischio)

Organizzazione delle attività 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Lavori in appalto 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 Ergonomia delle postazioni di lavoro ed organizzazione degli spazi lavorativi

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 2x2=4

Illuminazione dei locali di lavoro 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Emergenze in genere riferibili all’attività lavorativa

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Emergenze sanitarie 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 Uso di attrezzature munite di videoterminale

2x2=4 n.a. n.a. 2x2=4 n.a.

Attività svolta in periodo di gravidanza

1x2=2 1x2=2 1x2=2 2x2=4 2x2=4

Movimentazione manuale dei carichi 1x2=2 n.a. n.a. 2x2=4 2x2=4

Individuazione e gestione dei locali a rischio specifico

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche strutturali dei luoghi di lavoro

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche di uscite e porte 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche della pavimentazione 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche delle scale fisse 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche delle finestre 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche delle superfici vetrate 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Caratteristiche dei solai 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Magazzino / Archivio 1x2=2 n.a. n.a. 2x2=4 2x2=4

Caratteristiche dei servizi igienici 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Impianto elettrico / impianto di messa a terra

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Uso di attrezzature ad alimentazione elettrica

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

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Sigla aree omogenee di rischio IA DLM D B C

Fattori di rischio individuati e valutati

Indice di rischio PxD = IR (per area omogenea di rischio)

Scariche atmosferiche 1x3=3 1x3=3 1x3=3 1x3=3 1x3=3

Manipolazione di oggetti e presidi taglienti / pungenti

1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Modalità di accatastamento e stoccaggio materiali

1x2=2 1x2=2 1x2=2 2x2=4 1x2=2

Utilizzo di scale portatili 1x2=2 n.a. n.a. 2x2=4 2x2=4

Utilizzo di attrezzature meccaniche 1x2=2 n.a. n.a. 1x2=2 2x2=4

Uso di attrezzi manuali 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Incendio: esodo locali 2x2=4 2x2=4 2x2=4 2x2=4 2x2=4

Archivio Cartaceo ( <50 q ) 1x2=2 1x2=2 1x2=2 2x2=4 1x2=2

Condizioni microclimatiche 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Polverosità ambientale 1x2=2 n.a. n.a. 2x2=4 2x2=4

Esposizione campi elettromagnetici 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2 1x2=2

Agenti chimici 1x2=2 n.a. n.a. 1x2=2 1x2=2

Rumore n.a. 2x2=4 n.a. n.a. n.a.

Utilizzo di agenti chimici n.a. n.a. n.a. n.a. 2x2=4

Movimenti ripetuti degli arti superiori n.a. 2x2=4 n.a. n.a. n.a.

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3.1.5 Valutazione dei rischi

La valutazione dei rischi è stata condotta secondo le disposizioni dell’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 e

s.m.i. In particolare, per ciascun fattore di rischio individuato, sono state predisposte schede di

valutazione articolate secondo la seguente descrizione.

Dalla lettura della tabella si evince che:

La prima parte della scheda è utilizzata per la classificazione e correlazione del pericolo ai

gruppi omogenei e per l’individuazione del rischio prevedibile per la sicurezza o la salute

dei lavoratori

La seconda parte è utilizzata per la descrizione delle misure si prevenzione e protezione

ritenute necessarie ed attuate dal Datore di lavoro ai fini del controllo del fattore di rischio

Nella terza parte viene calcolato l’indice di rischio specifico in relazione alle modalità di

controllo del rischio residuo (misure di prevenzione e protezione) e vengono indicati gli

allegati di riferimento ritenuti utili al procedimento di valutazione del rischio

Nella quarta parte vengono descritte le misure di miglioramento e di attuazione ritenute

necessarie ed opportune con l’individuazione:

o delle misure specifiche

o delle procedure per la realizzazione

o dei ruoli che vi debbono provvedere

o dei tempi o delle periodicità di realizzazione

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3.1.6 Tabella tipo di valutazione del rischio

Area omogenea di rischio Fonte di rischio Categoria di rischio Rischio prevedibile

Misure di prevenzione e protezione attuate

Allegati di riferimento

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

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Al fine di esplicitare ed evidenziare il percorso delle considerazioni e specifiche valutazioni che

hanno condotto alla redazione di ciascuna scheda di rischio, si riporta di seguito una scheda

esemplificativa in cui si evidenziano i diversi aspetti di cui il valutatore ha tenuto conto

nell’elaborazione del Documento di valutazione del rischio.

Area omogenea di rischio Quali sono i lavoratori interessati dal pericolo considerato? Fonte di rischio Descrizione del pericolo individuato in accordo con le linee guida di valutazione seguite Categoria di rischio Individuazione della categoria in accordo con le linee guida di valutazione seguite Rischio prevedibile Quali potrebbero essere le conseguenze del mancato controllo del pericolo?

Misure di prevenzione e protezione attuate Al fine del controllo del fattore di rischio quali attività / misure sono necessari?

Quali sono le misure generali e specifiche di prevenzione e protezione per la fonte di rischio, considerando le disposizioni cogenti? (ad esempio: requisiti di strutture, requisiti di impianti, requisiti di macchine, caratteristiche dell’operatività, necessita di dispositivi di protezione collettiva, ecc.)

Quali misure tecniche sono necessarie e possibili per il controllo del pericolo? Quali misure organizzative sono necessarie e possibili per il controllo del pericolo? Le differenze di genere dei lavoratori comportano una diversa entità o caratteristica del pericolo? Le differenze di età dei lavoratori comportano una diversa entità o caratteristica del pericolo? Per i lavoratori stranieri è possibile che si manifesti una diversa entità o caratteristica del pericolo? Il pericolo in oggetto può essere causa potenziale anche di stress lavoro-correlato? Sono necessari specifici controlli e manutenzioni per il controllo del rischio? Sono individuabili verifiche periodiche previste da disposizioni tecniche e normative? Sono necessari DPI per il controllo del pericolo? Con quali caratteristiche tecniche? E’ necessario segnaletica specifica (sicurezza, pericolo, informazione, salvataggio) ? Sono necessarie azioni di informazione e formazione dei lavoratori per il controllo del pericolo? Sono necessarie attività di addestramento dei lavoratori per il controllo del pericolo? E’ necessaria la Sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti? Sono necessarie procedure operative di sicurezza e regolamenti da emanare per i lavoratori esposti? Sono necessarie procedure di emergenza specifiche (quali per rischio chimico o biologico)?

Allegati di riferimento In quali documenti è possibile reperire informazioni sull’attuazione delle misure di prevenzione e protezione indicate?

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Quale misura è utile o necessaria per un ottimale controllo del pericolo?

In quale modo l’azienda intende agire per l’attuazione della misura?

Chi è o chi sono le funzioni specificamente individuate dal datore di lavoro per l’attuazione?

Entro quanto tempo / con quale periodicità si darà attuazione alla misura prevista dal programma?

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3.1.7 Valutazione dei fattori di rischio Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Organizzazione delle attività Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Disagio psico-fisico / stress lavoro-correlato

Misure di prevenzione e protezione attuate

Come da valutazione particolare del rischio, nel rispetto delle disposizioni del D. Lgs. 81/2008, tenendo conto di: Organizzazione dei compiti lavorativi relativamente a:

Orari Flessibilità Turnazioni Pause Capacità decisionali nell’ambito delle competenze previste dalle mansioni tale da prevenire eventuali

situazioni di disagio per i lavoratori. Cura degli aspetti sociali del lavoro alla luce di:

Organizzazione di gruppi di lavoro Responsabilità su altri lavoratori Acquisizione di nuove competenze Periodicità di formazione, informazione, addestramento, stages

Organizzazione della struttura aziendale in modo tale che: Il flusso di informazioni interne consenta al personale di conoscere l’organizzazione della struttura, i

referenti cui rivolgere suggerimenti o chiedere supporti, le procedure operative aziendali Siano predisposti sistemi di feed-back tramite i quali i lavoratori possano venire a conoscenza del

giudizio dell’azienda circa la qualità del loro lavoro Valutazione dei rischi lavorativi per le mansioni in modo da fornire ai lavoratori la percezione della tutela della

salute e della sicurezza

Monitoraggio periodico, tramite le figure interne competenti, delle informazioni relative a turn-over dei lavoratori, malattie professionali ed infortuni con relativa gravità, numero di non idonei come da risultanze della sorveglianza sanitaria.

Allegati di riferimento Valutazione specifica del rischio stress lavoro-correlato

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Revisione e monitoraggio periodico dell’organizzazione delle attività

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Gestione personale

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Lavori in appalto Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Eventi di natura infortunistica derivanti da interferenze

Misure di prevenzione e protezione attuate

Verifica dell'idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici e/o dei lavoratori autonomi incaricati di eseguire lavori in appalto o secondo contratto d’opera o di somministrazione, attraverso l’acquisizione delle documentazioni ritenute necessarie allo scopo

Fornitura di specifica informativa agli appaltatori/prestatori d’opera circa rischi specifici esistenti negli ambienti in cui devono operare e sulle misure di prevenzione, protezione e di emergenza adottate in relazione ai rischi presenti

Fornitura di specifica informativa agli appaltatori/prestatori d’opera in merito alle norme di comportamento ed ai regolamenti di prevenzione dell’azienda

Richiesta alle imprese appaltatrici e/o ai lavoratori autonomi di informazioni preventive sui rischi da questi introdotti nell’azienda

Coordinamento e cooperazione tra committente ed appaltatore per la predisposizione delle misure di prevenzione e protezione necessarie ad eliminare/limitare i rischi di interferenza

Redazione del DUVRI (documento unico di valutazione dei rischi di interferenza), da allegare al contratto di appalto/opera unitamente a tutte le documentazioni correlate, in cui siano riportate le misure necessarie ad eliminare/ridurre i rischi dovuti alle interferenze

Allegati di riferimento Procedura di gestione degli appalti DUVRI relativi agli appalti in essere

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Revisione periodica della procedura gestionale

Procedura gestione appalti

Datore di lavoro Gestione acquisti / ufficio

tecnico Servizio di prevenzione e

protezione

Controllo periodico sulla corretta applicazione della procedura gestionale

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Gestione acquisti / ufficio

tecnico Servizio di prevenzione e

protezione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Ergonomia delle postazioni di lavoro ed organizzazione degli spazi lavorativi Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Disturbi o disagi dovuti a posture incongrue, movimenti non corretti, difficoltà di

movimento

Misure di prevenzione e protezione attuate

Rispetto dei principi di ergonomia nell’allestimento delle postazioni di lavoro, affinchè le stesse rispondano ai necessari requisiti di comfort

Collocazione degli arredi in modo tale da non determinare intralcio e garantire condizioni di corretta fruibilità dei passaggi interni ai locali di lavoro

Fornitura di arredi ed attrezzature con caratteristiche di compatibilità alle attività lavorative e nel rispetto delle norme tecniche specifiche, ove esistenti.

Strutturazione dei luoghi di lavoro tale da consentire la permanenza e la movimentazione delle persone portatrici di handicap

Allegati di riferimento Documentazioni relativa alla conformità delle strutture

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da condurre secondo necessità emerse da controllo periodico

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Gestione acquisti / ufficio

tecnico Servizio di prevenzione e

protezione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Illuminazione dei locali di lavoro Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Affaticamento visivo; infortuni causati da difficoltà nella visione

Misure di prevenzione e protezione attuate

Luoghi di lavoro progettati e realizzati in conformità alle vigenti disposizioni tecniche e normative Presenza di finestre in numero e dimensioni tali da consentire una sufficiente illuminazione naturale degli ambienti

Presenza di sistemi per l’illuminazione artificiale tali da garantire un livello di illuminamento degli ambienti e delle postazioni di lavoro adeguato alla tipologia di attività svolta, conforme alle vigenti disposizioni tecniche

Disposizione delle postazioni di lavoro tale da evitare fenomeni di abbagliamento Protezione delle sorgenti di luce naturale mediante dispositivi regolabili

Periodici interventi di manutenzione igienica per corpi illuminanti e relativi annessi, finalizzati al mantenimento dei livelli di illuminamento previsti

Allegati di riferimento Documentazione relativa a: Conformità della struttura e degli impianti

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Gestione acquisti /

ufficio tecnico

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Emergenze in genere riferibili all’attività lavorativa Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Difficoltà di intervento o interventi errati in caso di emergenza

Misure di prevenzione e protezione attuate

Designazione dei lavoratori addetti alla squadra gestione emergenze e lotta antincendio ed organizzazione della specifica formazione / addestramento sulla base della classe di rischio identificata (Basso / Medio / Elevato).

Redazione del piano di emergenza, in relazione alle proprie attività, e codificazione dei comportamenti da adottare nei casi delle diverse emergenze

Coordinamento per la gestione emergenze generali con le attività diverse eventualmente presenti nella sede. Coordinamento con i lavoratori esterni per la divulgazione delle procedure per i casi di emergenza.

Predisposizione di adeguati sistemi di prevenzione e sicurezza (individuazione delle vie di uscita in emergenza, illuminazione di sicurezza delle stesse, sistema di allarme adeguato alle caratteristiche dei luoghi, sistemi di protezione adeguati alla classe di rischio dell’attività)

Manutenzione e controllo dei sistemi di prevenzione e sicurezza previsti per l’attività Segnaletica di sicurezza per l’identificazione dei percorsi e delle uscite, conforme alle disposizioni vigenti Informazione e formazione dei lavoratori sui rischi generali dell’attività e sulla gestione delle emergenze

Allegati di riferimento Documentazione relativa a: Piano di emergenza Designazione e formazione dei lavoratori addetti alle emergenze

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Integrazioni della composizione della squadra addetta alla lotta antincendio e gestione emergenze

Controllo semestrale / annuale della composizione e dotazione della squadra

Datore di lavoro Funzione personale /

funzione formazione

Attività di formazione integrativa della squadra addetta alla lotta antincendio e gestione emergenze

Formazione da ripetersi con cadenza annuale / triennale

Datore di lavoro Funzione personale /

funzione formazione Servizio PP

Esecuzione delle simulazioni periodiche di emergenza e prove di esodo

Procedura come da piano di emergenza

Datore di lavoro Dirigente incaricato Servizio PP Squadra gestione

emergenze

Attività di sorveglianza, controllo e manutenzione dei sistemi e dispositivi di prevenzione e protezione

Procedura come da piano di emergenza

Datore di lavoro Dirigente incaricato Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Emergenze sanitarie Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Difficoltà di intervento o interventi errati in caso di emergenza sanitaria

Misure di prevenzione e protezione attuate

Presenza di presìdi sanitari adeguati alla classificazione dell’attività sulla base del tipo di lavoro svolto: cassetta di pronto soccorso

Conservazione dei presidi di medicazione in luogo idoneo e noto al personale addetto e segnalazione degli stessi a mezzo di cartello conforme

Verifica periodica del materiale sanitario affidata a persone specificamente incaricate, al fine di garantire la sostituzione e l’integrazione dei presidi scaduti o esauriti

Presenza di idonei mezzi di comunicazione per l’attivazione delle strutture di soccorso pubblico Presenza di attrezzature e dispositivi di protezione adeguati alle caratteristiche ed alla classe di rischio dell’attività

Costituzione della squadra per la gestione delle emergenze, mediante designazione di un adeguato numero di soggetti e formazione delle persone designate adeguata alla classe di rischio dell’attività

Addestramento periodico dei componenti della squadra gestione emergenze, secondo le disposizioni vigenti

Predisposizione dei mezzi e delle procedure (piano di emergenza interno) per il contenimento delle situazioni di emergenza e degli eventi sinistrorsi prevedibili

Adeguata informativa ai lavoratori in merito alle procedure di gestione delle emergenze sanitarie

Allegati di riferimento Piano di emergenza Documentazione relativa alla designazione e formazione dei lavoratori addetti

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Integrazioni della composizione della squadra addetta alla gestione emergenze

Controllo semestrale / annuale della composizione e dotazione della squadra

Datore di lavoro Funzione personale /

funzione formazione Servizio PP

Attività di formazione integrativa della squadra addetta gestione emergenze

Formazione da ripetersi con cadenza triennale

Datore di lavoro Funzione personale /

funzione formazione Servizio PP

Attività di sorveglianza e controllo dei presidi di medicazione

Procedura come da piano di emergenza

Datore di lavoro Dirigente incaricato Servizio PP

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Area omogenea di rischio IA; B Fonte di rischio Uso di attrezzature munite di videoterminale Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Disturbi da affaticamento visivo e postura non corretta

Misure di prevenzione e protezione attuate

Postazioni di lavoro ergonomiche, realizzate utilizzando attrezzature ed arredi conformi alle disposizioni tecniche vigenti (Allegato XXXIV D:Lgs.81/2008)

Ambienti di lavoro strutturati in modo tale da: garantire spazi di lavoro sufficienti a compiere i movimenti operativi evitare condizioni di rumorosità fastidiosa dovuta alle attrezzature in uso limitare l’emissione di radiazioni a livelli trascurabili consentire l’illuminazione della postazione di lavoro in modo tale da evitare fenomeni di abbagliamento e

riflesso

Assegnazione dei compiti ai lavoratori secondo una distribuzione del lavoro che consenta di evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni

Manutenzioni e controlli relativi all’ambiente di lavoro, agli arredi ed alle attrezzature in uso Informazione e formazione dei lavoratori sul corretto uso delle attrezzature munite di videoterminale Adeguato addestramento dei lavoratori all’utilizzo dei software necessari allo svolgimento delle attività Sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio, specificamente individuati nel mansionario aziendale

Interruzione temporanea dell’interazione con il videoterminale nel rispetto dei tempi e con le modalità previsti dalla vigente normativa

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a: Materiale informativo fornito ai lavoratori (allegato 10) Formazione dei lavoratori (allegato 10) Sorveglianza sanitaria (allegati 11 e 12)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Intervento Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Mantenimento della conformità delle postazioni e dell’ambiente di lavoro

Incarico alla funzione preposta per il controllo periodico

Datore di lavoro Dirigente incaricato Ufficio tecnico / sistemi

informativi

Monitoraggio sulle attività di sorveglianza sanitaria

Aggiornamento e verifica del mansionario aziendale in tutti i casi di nuove assunzioni e cambiamenti di mansioni

Datore di lavoro Dirigente incaricato Funzione personale

Attività di formazione periodica sui rischi da uso di attrezzature munite di videoterminale

Programmi di formazione Segnalazione da parte degli utenti al diretto superiore / preposto

Datore di lavoro Dirigente incaricato Funzione personale /

funzione formazione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Attività svolta in periodo di gravidanza Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Conseguenze sulla salute causate dalla mancata individuazione dei pericoli per la

gestazione

Misure di prevenzione e protezione attuate

Analisi dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto, che hanno informato il datore di lavoro del proprio stato, conformemente alle disposizioni vigenti

Individuazione, in particolare, dei rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, dei processi o delle condizioni di lavoro in ottemperanza alle normative specifiche vigenti

Individuazione delle misure di protezione e di prevenzione da adottare affinché l’esposizione a rischio sia evitata, modificando temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro

Informazione alle lavoratrici ed ai loro Rappresentanti per la Sicurezza sui risultati della valutazione effettuata e sulle conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate

Coinvolgimento del medico competente nella valutazione del rischio

Allegati di riferimento Valutazione particolare rischio gestanti

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Valutazione periodica della procedura di gestione del rischio per le lavoratrici in gravidanza

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Dirigente incaricato Funzione personale

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Area omogenea di rischio IA; B; C Fonte di rischio Movimentazione manuale dei carichi Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Infortuni o disturbi derivanti da non corretta esecuzione delle operazioni di lavoro

Misure di prevenzione e protezione attuate

Attuazione di corretti criteri tecnico-organizzativi per la movimentazione dei carichi, sulla base dell’indice di rischio calcolato per le diverse operazioni di lavoro svolte. Eliminare, ove possibile, o limitare le condizioni che possono comportare rischi da sovraccarico biomeccanico causati da: caratteristiche del carico carichi eccessivi o movimentabili solo con movimenti non corretti caratteristiche dell’ambiente di lavoro: spazi insufficienti, collocazione spaziale dei carichi, pavimenti irregolari,

condizioni microclimatiche sfavorevoli tempi e metodi di lavoro non correttamente definiti

Disposizioni operative affinché carichi eccessivi o difficilmente maneggiabili vengano movimentati con l’ausilio di attrezzature di sollevamento e di trasporto semoventi

Disposizioni organizzative ed operative affinché nell’attribuzione dei compiti ai lavoratori si tenga conto delle differenze di genere e di età: per la movimentazione effettuata da personale di sesso femminile e dal personale di età inferiore ai 18 anni:

valutazione del rischio mmc secondo i limiti di peso stabiliti dalle norme tecniche di riferimento per la movimentazione effettuata da personale in età adulta: valutazione del rischio mmc secondo le norme

tecniche di riferimento, ponendo limiti massimi individuali secondo le disposizioni del medico competente per le lavoratrici in gravidanza: eliminazione dei compiti lavorativi che prevedano movimentazione manuale dei

carichi

Controllo periodico e manutenzione ordinaria e straordinaria delle pavimentazioni e dell’ambiente di lavoro in generale, al fine di evitare difficoltà nell’esecuzione delle attività di movimentazione dei carichi

Informazione e formazione: corrette modalità di movimentazione manuale dei carichi corretto uso dei dispositivi di protezione individuale corretto uso delle attrezzature di lavoro

Sorveglianza sanitaria per i lavoratori specificamente individuati nel mansionario aziendale Procedure operative di sicurezza per la corretta esecuzione delle attività di movimentazione

Valutazione del rischio eseguita nel rispetto di: Linee guida del coordinamento tecnico delle Regioni e Province autonome – MMC Metodo NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) 1993 Norma ISO 11228 (parti 1-2-3)

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a: Valutazione particolare Movimentazione manuale dei carichi Informazione e formazione dei lavoratori (allegati 9 e 10) Sorveglianza sanitaria (allegati 11 e 12) Procedure di sicurezza (allegato 7)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Richiami formativi periodici per la corretta esecuzione delle operazioni di lavoro

Corsi di formazione su: movimentazione manuale dei

carichi

Funzione formazione Funzione personale Servizio PP

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uso dei dispositivi di protezione individuale

uso delle attrezzature di lavoro

Controllo periodico sul rispetto delle procedure operative di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Funzione personale Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee Fonte di rischio Individuazione e gestione dei locali a rischio specifico Categoria di rischio Trasversale / organizzativo Rischio prevedibile Rischi derivanti da mancata informazione dei lavoratori e degli esterni

Misure di prevenzione e protezione attuate

Apposizione di specifica segnaletica conforme atta ad individuare: la tipologia e la destinazione d’uso dei locali (locali tecnici) il rispetto di specifiche prescrizioni la presenza di pericoli specifici i divieti derivanti dalle caratteristiche dei locali

Informazione ai lavoratori in merito alla segnaletica di sicurezza

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla informazione dei lavoratori (allegato 10)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico dell’adeguatezza delle segnalazioni

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Ufficio tecnico

Controllo periodico sul mantenimento della segnaletica

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Funzione personale Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche strutturali dei luoghi di lavoro Categoria di rischio Infortunistico / strutturale Rischio prevedibile Infortuni o disagi dovuti alle condizioni ambientali

Misure di prevenzione e protezione attuate

Utilizzo di luoghi di lavoro progettati, costruiti e mantenuti secondo le regole di buona tecnica. Struttura stabile e solida, corrispondente al tipo di impiego. Locali di lavoro e di servizio tali da consentire l’accesso e lo stazionamento delle persone disabili Locali di lavoro idonei per altezza, superficie e cubatura al tipo di lavoro svolto ed al numero di lavoratori presenti. Spazi a disposizione dei lavoratori tali da consentire movimenti operativi corretti ed agevoli Passaggi interni ai locali di lavoro mantenuti liberi da ingombri ed intralci al transito regolare delle persone

Utilizzo di locali conformi alle disposizioni vigenti, in quanto: adeguatamente protetti contro gli agenti atmosferici dotati di sufficiente isolamento termico ed acustico

Luoghi di lavoro sottoposti ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al mantenimento di standard strutturali adeguati

Luoghi di lavoro sottoposti a regolari ed adeguati interventi di manutenzione igienica e pulizia

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza ed igiene

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

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Area omogenea di rischio IA; B; C Fonte di rischio Magazzino / Archivio Categoria di rischio Infortunistico/Strutturale Rischio prevedibile Infortuni: urti, ferimenti; difficoltà di esodo, posture incongrue

Misure di prevenzione e protezione attuate

Divieto di deposito di materiale di vario genere in prossimità o vicino a impianti tecnici o tecnologici che necessitino di verifiche periodiche e manutenzioni ordinarie e straordinarie.

Vie ed uscite di emergenza tenute sgombre, in modo da consentire il raggiungimento rapido di un luogo sicuro. Vie ed uscite di emergenza libere da attrezzature che possano costituire pericolo di incendio. Vie ed uscite di emergenza segnalate da cartelli conformi, opportunamente disposti Presenza di sistemi di illuminazione di sicurezza delle vie di uscita in ambiente esterno. Presenza di un sistema di allarme elettrico automatico collegato al sistema di rivelazione incendi Informazione ai lavoratori in merito ai pericoli di incendio ed alle procedure di gestione delle emergenze.

Formazione dei lavoratori addetti alla gestione emergenze in rispondenza ai requisiti dell’allegato IX del DM 10/03/1998

Estintori portatili di tipo approvato, adeguati per numero, capacità estinguente e caratteristiche del materiale estinguente alla superficie dei locali ed alla classe di rischio dell’attività, secondo le disposizioni del DM 10/03/1998

Segnaletica di sicurezza, opportunamente disposta, per l’individuazione di: mezzi di estinzione

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Servizio PP

Manutenzione ordinaria programmata secondo indicazioni tecniche di riferimento

Incarico alla funzione preposta Datore di lavoro

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche dei servizi igienici Categoria di rischio Infortunistico / strutturale Rischio prevedibile Disagi dovuti alle condizioni ambientali

Misure di prevenzione e protezione attuate

Presenza di servizi igienici in numero adeguato, distinti per personale maschile e femminile, identificati mediante cartelli segnalatori

Dotazione di adeguati presidi per l’igiene personale: acqua corrente distributori di sapone asciugamani monouso contenitori per rifiuti dotati di coperchio azionabile a pedale

Interventi di manutenzione igienica tali da garantire condizioni di scrupolosa pulizia

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura e degli impianti

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza ed igiene

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche delle scale fisse Categoria di rischio Infortunistico / strutturale Rischio prevedibile Infortuni: cadute, scivolamenti

Misure di prevenzione e protezione attuate

Scale fisse caratterizzate da alzata e pedata dei gradini corrette17/30 cm Pedata dotata di superficie antisdrucciolevole Larghezza del vano scala e dei pianerottoli adeguata all’affollamento dei locali Resistenza strutturale tale da sopportare i carichi massimi prevedibili Protezione verso il vuoto mediante parapetti normali di adeguata resistenza Presenza di almeno un corrimano per le rampe delimitate da due pareti Regolare pulitura delle scale, onde assicurare condizioni igieniche adeguate.

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura (allegato 2)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza ed igiene

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche della pavimentazione Categoria di rischio Infortunistico/strutturale Rischio prevedibile Infortuni: cadute, scivolamenti

Misure di prevenzione e protezione attuate

Pavimentazione adeguata alle caratteristiche del luogo di lavoro Fissa e stabile Caratterizzata da superfici antisdrucciolevoli Priva di buche e sporgenze pericolose Pavimentazione libera da ostacoli alla normale circolazione. Corrette procedure di manutenzione strutturale e igienica della pavimentazione.

Pavimentazione unita, impermeabile e dotata di pendenza sufficiente, nel caso vengano versati liquidi sul pavimento

Pavimentazione di locali destinati alla lavorazione, manipolazione, utilizzazione e conservazione di materie infiammabili, esplodenti o corrosive atta a consentire una facile e completa asportazione delle materie pericolose e corrosive

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura (allegato 2)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza ed igiene

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche di uscite e porte Categoria di rischio Infortunistico/strutturale Rischio prevedibile Infortuni: urti, ferimenti; difficoltà di esodo

Misure di prevenzione e protezione attuate

Uscite e porte adeguate per numero, dimensioni (con le tolleranze ammesse) e posizione al numero di persone presenti ed alla tipologia di attività svolta

Porte apribili dall’interno e tali da consentire un’uscita agevole e sicura Locali con presenza massima di 25 persone dotati di almeno una porta di larghezza minima di 0,80 m.

Locali con presenza di persone tra 26 e 50 unità provvisti almeno di 1 porta di larghezza minima di 1.20 m apribile nel verso dell’esodo

Porte trasparenti dotate di apposito segno distintivo all’altezza degli occhi Porte completamente vetrate costituite da materiali di sicurezza Porte apribili nei due versi dotate di oblò trasparente

Porte ad azionamento meccanico apribili anche manualmente e dotate di dispositivi di arresto di emergenza facilmente accessibili

Manutenzione ordinaria e straordinaria condotta da personale qualificato Informazione ai lavoratori in merito alla segnaletica di sicurezza

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura (allegato 2) Documentazione relativa alla informazione dei lavoratori (allegato 10)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche delle finestre Categoria di rischio Infortunistico/strutturale Rischio prevedibile Infortuni: ferimenti, cadute

Misure di prevenzione e protezione attuate

Finestre in numero e dimensioni adeguate in relazione alle caratteristiche del locale Caratteristiche del sistemi di apertura, regolazione e fissaggio, tali da garantire la sicurezza degli utilizzatori Presenza di parapetto di altezza non inferiore a 90 cm, conforme alle disposizioni tecniche vigenti, in tutti i locali

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche delle superfici vetrate Categoria di rischio Infortunistico/strutturale Rischio prevedibile Infortuni: urti, ferimenti

Misure di prevenzione e protezione attuate

Pareti vetrate tali da evitare la dispersione di frammenti in caso di rottura Manutenzione ordinaria e straordinaria condotta da personale qualificato Bollino segnaletico in corrispondenza delle superfici trasparenti

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Caratteristiche dei solai Categoria di rischio Infortunistico/strutturale Rischio prevedibile Infortuni: cedimenti strutturali

Misure di prevenzione e protezione attuate

Struttura stabile e solida, corrispondente al tipo di impiego Utilizzo dei solai nel rispetto dei limiti di portata degli stessi Equa distribuzione dei carichi (mobilio, scaffali, archivi) Adeguata segnalazione del carico massimo ammissibile per unità di superficie Manutenzione ordinaria e straordinaria condotta da personale qualificato

Allegati di riferimento Documentazione relativa alla conformità della struttura (allegato 2) Norme e regolamenti interni (allegato 7)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Impianto elettrico / impianto di messa a terra Categoria di rischio Infortunistico/elettrico Rischio prevedibile Elettrocuzione / folgorazione / innesco di incendio

Misure di prevenzione e protezione attuate

Realizzazione ed integrazioni degli impianti secondo le norme di buona tecnica, affidate a ditta qualificata, che provvede al rilascio della dichiarazione di conformità con gli allegati obbligatori

Utilizzo di componentistica conforme alle norme di sicurezza vigenti (quadri elettrici, interruttori, conduttori, prese, corpi illuminanti, relative protezioni)

Grado di protezione dell’impianto adeguato alla destinazione d’uso dei locali, alle lavorazioni svolte, alle sostanze presenti

Segregazione delle parti in tensione delle apparecchiature elettriche

Presenza di impianto di terra adeguatamente dimensionato, con resistenza conforme ai limiti normativi, regolarmente denunciato e verificato secondo la normativa

Adeguato collegamento di terra per l’impianto elettrico e le eventuali masse metalliche

Informazione ai lavoratori in merito al rischio elettrico: divieto di modifica e di intervento su componenti dell’impianto per il personale non addetto corretto collegamento degli apparecchi utilizzatori all’impianto elettrico utilizzo conforme delle prese multiple e delle prolunghe elettriche

Formazione dei lavoratori in merito ai rischi generali dell’attività

Predisposizione di segnaletica particolare per i quadri elettrici: pericolo elettrico divieto di accesso alle persone non autorizzate divieto di utilizzo di acqua per l’estinzione degli incendi

Attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto affidata a personale qualificato Esecuzione delle verifiche periodiche in rispondenza alle disposizioni tecniche e normative vigenti

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a Dichiarazione di conformità alla regola d’arte ed allegati obbligatori (allegato 2) Registrazione delle attività di formazione (allegati 9 e 10) Registrazioni degli interventi di manutenzione (allegato 2) Registrazione delle verifiche periodiche (allegato 2) Relazione di monitoraggio sugli impianti della struttura

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

Manutenzione ordinaria programmata secondo indicazioni tecniche di riferimento

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Ufficio tecnico

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Uso di attrezzature ad alimentazione elettrica Categoria di rischio Infortunistico/elettrico Rischio prevedibile Elettrocuzione / folgorazione / innesco di incendio

Misure di prevenzione e protezione attuate

Utilizzo di attrezzature elettriche munite di idonee protezioni contro contatti diretti e indiretti e conformi alle disposizioni di sicurezza elettrica

Sistemi di alimentazione adeguati alla potenza degli utilizzatori Utilizzo delle apparecchiature conforme alle istruzioni del costruttore

Collegamento degli apparecchi utilizzatori alla rete elettrica tenendo conto della loro potenza e delle caratteristiche. In particolare, collegamento delle apparecchiature superiori a 1000 W a prese dotate a monte di interruttore onnipolare.

Utilizzo conforme delle prese multiple e delle prolunghe elettriche Divieto di modifica/intervento sulle apparecchiature per tutto il personale non autorizzato

Affidamento degli interventi tecnici di qualsiasi tipo sulle apparecchiature esclusivamente a personale tecnico qualificato

Informazione ai lavoratori in merito al rischio elettrico: divieto di modifica e di intervento su componenti dell’impianto per il personale non addetto corretto collegamento degli apparecchi utilizzatori all’impianto elettrico utilizzo conforme delle prese multiple e delle prolunghe elettriche

Formazione dei lavoratori in merito ai rischi generali dell’attività Attività di manutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzature affidata a personale qualificato

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a Dichiarazione di conformità alla regola d’arte ed allegati obbligatori (allegato 2) Registrazione delle attività di formazione (allegato 9 e 10) Registrazioni degli interventi di manutenzione (allegato 2) Registrazione delle verifiche periodiche (allegato 2)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Scariche atmosferiche Categoria di rischio Infortunistico / elettrico / incendio Rischio prevedibile Incendio

Misure di prevenzione e protezione attuate

Realizzazione ed integrazioni dell’impianto secondo le norme di buona tecnica, affidate a ditta qualificata, che provvede al rilascio della dichiarazione di conformità con gli allegati obbligatori

Attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto affidata a personale qualificato Esecuzione delle verifiche periodiche in rispondenza alle disposizioni tecniche e normative vigenti

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a Dichiarazione di conformità alla regola d’arte ed allegati obbligatori (allegato 2) Registrazioni degli interventi di manutenzione (allegato 2) Registrazione delle verifiche periodiche (allegato 2)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

Manutenzione ordinaria programmata secondo indicazioni tecniche di riferimento

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Ufficio tecnico

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Manipolazione di oggetti e presìdi taglienti / pungenti Categoria di rischio Infortunistico / meccanico Rischio prevedibile Ferite da taglio, abrasioni, punture

Misure di prevenzione e protezione attuate

Utilizzo di attrezzature di lavoro marchiate CE

Utilizzo di attrezzature di lavoro integre e funzionali, tali da non presentare rotture, fenditure o malfunzionamenti, in particolare nelle zone in vicinanza di lame, punte, raccordi, bloccaggi e tacche d'arresto e parti mobili.

Esecuzione delle attività e delle manovre che richiedono manipolazione di oggetti taglienti / pungenti nel rispetto delle regole di buona pratica professionale

Informazione e formazione dei lavoratori sul corretto uso delle attrezzature di lavoro

Allegati di riferimento Documentazione relativa a: informazione, formazione del personale (allegati 9 e 10)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Modalità di accatastamento e stoccaggio materiali / scaffalature Categoria di rischio Infortunistico/Meccanico Rischio prevedibile Infortuni: caduta di materiali, investimento, cedimento strutturale

Misure di prevenzione e protezione attuate

Locale archivio in possesso dei requisiti generali di sicurezza dei luoghi di lavoro Locale archivio caratterizzato da pavimenti antisdrucciolevoli e privi di avvallamenti e sporgenze pericolose Locale archivio caratterizzato da solai e pareti adeguati a sopportare i carichi in uso Deposito e stoccaggio dei materiali realizzato in aree appositamente destinate Disposizione dei materiali tale da non creare intralcio dei passaggi e difficoltà nei movimenti operativi degli addetti Utilizzo dei depositi nei limiti della portata massima dei solai

Utilizzo di scaffalature adeguate ai carichi da depositare, sufficientemente stabili: dotate di ancoraggio a pavimento, e/o a parete, e/o alla fiancata

Utilizzo delle scaffalature in altezza entro limiti di sicurezza: non creare interferenza della lavorazione con le distribuzioni presenti a soffitto (sistemi di illuminazione, distribuzioni

di impianti) Utilizzo delle scaffalature nei limiti della portata massima Esposizione della targa indicante la portata massima della scaffalatura Equa distribuzione dei carichi su ciascun ripiano, secondo forma, dimensione e genere

Informazione e formazione dei lavoratori su: modalità di stoccaggio uso dei dispositivi di protezione individuale

Scaffalature mantenute integre e conformi per il complesso degli elementi costitutivi, attraverso costante controllo e manutenzione

Procedure di sicurezza e norme di comportamento per l’esecuzione delle attività

Allegati di riferimento

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Utilizzo di scale portatili Categoria di rischio Infortunistico / Meccanico Rischio prevedibile Infortunio: caduta

Misure di prevenzione e protezione attuate

Utilizzo di scale portatili conformi alla norma tecnica UNI EN 131 parte Ia e parte 2a accompagnate da certificazione di conformità ed istruzioni d’uso

Utilizzo di scale semplici scorrevoli ad aggancio dotate di aggancio sicuro

Utilizzo di scale doppie dotate di dispositivi antisdrucciolo ai piedi e sistema di trattenuta per la massima apertura, non più alte di 2m

Utilizzo delle scale conforme alle specifiche disposizioni emanate

Informazione e formazione dei lavoratori su: uso delle scale portatili uso dei dispositivi di protezione individuale

Attrezzature mantenute integre e conformi per il complesso degli elementi costitutivi, attraverso costante controllo e manutenzione

Procedure di sicurezza e norme di comportamento per l’utilizzo delle attrezzature

Allegati di riferimento

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

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Area omogenea di rischio IA; B; C Fonte di rischio Utilizzo di attrezzature meccaniche Categoria di rischio Infortunistico / Meccanico Rischio prevedibile Infortuni causati da non conformità o non corretto utilizzo delle attrezzature

Misure di prevenzione e protezione attuate

Macchine rispondenti ai requisiti del DPR 459/96: livelli di sicurezza come da specifica documentazione marcatura CE disponibilità del libretto di uso e manutenzione

Disposizione delle attrezzature in maniera tale da garantire: sufficiente stabilità delle stesse adeguata illuminazione della postazione e delle aree di lavoro

Macchine munite di protezioni fisse, amovibili e mobili atte ad evitare contatti accidentali con organi pericolosi in movimento

Macchine dotate di opportune protezioni contro la proiezione di schegge o materiali Adeguata segregazione e protezione delle parti elettriche Organi di comando ubicati in area sicura, chiaramente visibili ed individuabili Presenza di pulsante di arresto di emergenza

Presenza di sistemi che: Impediscano l’avviamento automatico dopo un’interruzione dell’alimentazione Impediscano la modifica automatica delle condizioni di funzionamento

Parti a temperature estreme dotate di protezioni atte ad impedire il contatto.

Interventi periodici di manutenzione ordinaria e straordinaria delle attrezzature e delle macchine condotta attraverso personale qualificato nel rispetto delle istruzioni del fabbricante.

Verifiche periodiche delle attrezzature e delle macchine in base a quanto stabilito dall’allegato VII del D.Lgs 81/2008

Informazione, formazione e addestramento idonei dei lavoratori riguardanti le attrezzature, le macchine e i dispositivi di protezione individuale e collettivi.

Allegati di riferimento Documentazione relativa a: conformità dell’attrezzatura (allegato 3) informazione del personale (allegato 10)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

Manutenzione programmata secondo periodicità consigliata dal costruttore

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Ufficio tecnico

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Uso di attrezzi manuali (forbici, cutter, pinzatrici) Categoria di rischio Infortunistico / meccanico Rischio prevedibile Infortuni: tagli, abrasioni

Misure di prevenzione e protezione attuate

Utilizzo di utensili appropriati alle lavorazioni da svolgere, in buono stato di pulizia, conservazione ed efficienza

Informazione e formazione dei lavoratori su: uso delle attrezzature da lavoro uso dei dispositivi di protezione individuale

Allegati di riferimento Documentazione relativa a: informazione e formazione del personale

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Incendio/esodo locali Categoria di rischio Infortunistico/incendio Rischio prevedibile Difficoltà di esodo

Misure di prevenzione e protezione attuate

Numero e distribuzione delle vie di uscita e delle uscite di emergenza adeguati alle dimensioni ed alle attività svolte nonché al numero massimo di persone presenti.

Porte presenti sui percorsi di uscita facilmente ed immediatamente apribili nella direzione dell’esodo

Conformazione e lunghezza dei percorsi per il raggiungimento delle uscite di piano conformi alle disposizioni tecniche di riferimento

Presenza di uscite di piano in numero adeguato, sulla base delle disposizioni tecniche di riferimento

Vie di uscita in emergenza di larghezza sufficiente, in relazione al numero degli occupanti, conformi alle disposizioni tecniche di riferimento

Vie ed uscite di emergenza tenute sgombre, in modo da consentire il raggiungimento rapido di un luogo sicuro. Vie ed uscite di emergenza libere da attrezzature che possano costituire pericolo di incendio. Vie ed uscite di emergenza segnalate da cartelli conformi, opportunamente disposti

Scale presenti in numero e dimensioni sufficienti a consentire il deflusso in sicurezza in condizioni di emergenza, sulla base delle disposizioni tecniche di riferimento

Larghezza della singola scala non inferiore a quella delle uscite di piano Lunghezza del percorso fino a luogo sicuro conforme alle disposizioni tecniche di riferimento Presenza di sistemi di illuminazione di sicurezza per tutte le vie di uscita Presenza di sistemi di illuminazione di sicurezza delle vie di uscita in ambiente esterno. Presenza di un sistema di allarme elettrico automatico collegato al sistema di rivelazione incendi

Segnaletica di sicurezza opportunamente disposta, per: individuazione delle vie di uscita individuazione delle uscite individuazione dei pulsanti di allarme

Interventi di sorveglianza periodica delle vie di uscita per assicurare che siano libere da ostruzioni e da pericoli.

Sorveglianza, controllo almeno semestrale e manutenzione di tutte le porte resistenti al fuoco, per assicurarne la corretta funzionalità, l’integrità e la regolare chiusura.

Sorveglianza della segnaletica direzionale e delle uscite per assicurarne la visibilità. Designazione di un numero adeguato di lavoratori incaricati alla gestione emergenze Informazione ai lavoratori in merito ai pericoli di incendio ed alle procedure di gestione delle emergenze.

Formazione dei lavoratori addetti alla gestione emergenze in rispondenza ai requisiti dell’allegato IX del DM 10/03/1998

Presenza di un piano di emergenza adeguato alla tipologia di attività Esecuzione di simulazioni di emergenza e prove di esodo con cadenza almeno annuale

Allegati di riferimento

Documentazione relativa a Piano di emergenza (allegato 13) Attività di informazione e formazione gestione emergenze (allegati 1, 10 e 11) Registrazione delle prove di esodo (allegato 13) Registro dei controlli (allegato 13)

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Archivio Cartaceo Categoria di rischio Infortunistico/ Incendio Rischio prevedibile Incendio

Misure di prevenzione e protezione attuate

Strutture di separazione aventi adeguata resistenza al fuoco Superficie di aerazione naturale non inferiore a 1/40 della superficie in pianta. Porta con chiusura automatica a tenuta di fumo, di adeguata resistenza al fuoco Impianto automatico di rivelazione incendi ed allarme Impianto idrico di spegnimento corredato da idrante posto in prossimità dell’ingresso Estintori portatili adeguati per numero, caratteristiche, tipologia di sostanza estinguente ed ubicazione

Vie ed uscite di sicurezza correttamente conformate e dimensionate in relazione all’affollamento ed alla lunghezza del percorso

Sorveglianza mensile, controllo tecnico semestrale e manutenzione delle attrezzature e degli impianti di protezione antincendi

Segnaletica: divieto di fumare e utilizzare fiamme libere mezzi di estinzione vie ed uscite di sicurezza impianto idrico

Informazioni e norme di comportamento per le azioni essenziali da attuare in caso di allarme e di incendio

Allegati di riferimento Documentazione relativa a Valutazione particolare del rischio incendio Informazione ai lavoratori (allegato 10)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro Ufficio tecnico Affari generali Servizio PP

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Area omogenea di rischio Tutte le aree omogenee di rischio Fonte di rischio Condizioni microclimatiche Categoria di rischio Igienico ambientale / agenti fisici Rischio prevedibile Disturbi o disagi dovuti condizioni non corrette

Misure di prevenzione e protezione attuate

Condizioni microclimatiche mantenute nei limiti previsti dalle norme tecniche di riferimento, tenendo conto della tipologia di attività svolta

Presenza di finestre atte a fornire un sufficiente apporto di aria rispetto al numero di persone presenti

Presenza di impianto di aerazione, mantenuto costantemente funzionante durante l’orario di lavoro, tale da evitare esposizione dei lavoratori a correnti d’aria fastidiose e fornire aria salubre in quantità adeguata

Mantenimento della temperatura degli ambienti di lavoro entro i limiti previsti in relazione alla tipologia di lavoro svolto: metodi di lavoro applicati, sforzo fisico richiesto ai lavoratori

Mantenimento di temperature adeguate anche in rapporto al soleggiamento diretto degli ambienti ed al livello di umidità ambientale

Allegati di riferimento

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da condurre secondo necessità emerse da controllo periodico

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Gestione acquisti / ufficio

tecnico

Verifica strumentale degli standard di conforto microclimatico

Indagini ambientali Datore di lavoro Servizio PP

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Area omogenea di rischio IA; B; C Fonte di rischio Polverosità ambientale Categoria di rischio Igienico ambientale /Fisico Rischio prevedibile Polverosità ambientale

Misure di prevenzione e protezione attuate

Organizzazione del lavoro tale da evitare esposizione a concentrazione di polveri pari o superiori ai limiti previsti dalla vigente normativa.

Fornitura di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI). Norme comportamentali di sicurezza. Interventi tecnici tali da abbattere il più possibile i livelli di polverosità ambientale.

Allegati di riferimento Valutazione particolare del rischio Documentazione relativa a: Elenco dei dispositivi di protezione individuale per mansione (allegato 5) Ricevuta di consegna dei dispositivi di protezione individuale (allegato 6)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento delle condizioni di prevenzione

Incarico alla funzione preposta Datore di lavoro

Periodico richiamo al rispetto delle norme comportamentali di sicurezza e sul corretto uso dei DPI.

Incarico alla funzione preposta Datore di lavoro

Formazione e informazione sul corretto uso dei DPI.

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Servizio di PP

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Area omogenea di rischio Tutti i gruppi omogenei Fonte di rischio Campi Elettromagnetici Categoria di rischio Igienico ambientale / agenti fisici Rischio prevedibile Esposizione eccessiva

Misure di prevenzione e protezione attuate

Mantenimento dell’organizzazione del lavoro al fine di garantire assenza di esposizione al rischio da campi elettromagnetici

Allegati di riferimento Documentazione relativa a Conformità della attrezzature in uso (allegato 3)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento delle condizioni di prevenzione

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Servizio PP

Nota: non si rileva la presenza di apparecchiature e dispositivi che, secondo la Linea Guida

ISPESL “Prime indicazioni applicative relative alla valutazione dell’esposizione dei lavoratori agli

agenti fisici”, potrebbero generare livelli di campo elettrico e campo magnetico significativi ai fini

della esposizione dei lavoratori. Pertanto, a seguito di detta valutazione preliminare, il rischio può

essere considerato trascurabile.

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Area omogenea di rischio IA; B; C Fonte di rischio Agenti chimici Categoria di rischio Igienico ambientale / agenti fisici Rischio prevedibile Esposizione eccessiva

Misure di prevenzione e protezione attuate

Dotazione di guanti in lattice o nitrile monouso per le operazioni di sostituzione del toner di stampanti e fotocopiatrici

Formazione dei lavoratori alla corretta manipolazione di cartucce e toner durante la loro sostituzione

Allegati di riferimento Documentazione relativa a Conformità della attrezzature in uso (allegato 3)

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Mettere a disposizione dei lavoratori idonei DPI per la manipolazione di cartucce e toner per gli inchiostri

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Ufficio acquisti

Formare i lavoratori alla corretta manipolazione delle sostanze chimiche

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Servizio PP

Controllo periodico sul mantenimento delle condizioni di prevenzione

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro Servizio PP

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Area omogenea di rischio DLM Fonte di rischio Rumore Categoria di rischio Igienico ambientale / agenti fisici Rischio prevedibile Disturbi o disagi dovuti a condizioni non corrette.

Disturbi dell’udito. Ipoacusie

Misure di prevenzione e protezione attuate

Valutazione delle condizioni di rumorosità ambientale in conformità alle disposizioni dell’art. 181 del D.Lgs. 81/2008

Fornire istruzioni e formazione sugli effetti dannosi del rumore e sul corretto uso di dispositivi di protezione dell’udito e di altre forme di dispositivi di protezione individuali (DPI), documentandone i tempi, i contenuti ed i partecipanti in sede di presentazione delle istruzioni.

Qualora non sia possibile ridurre in modo sufficiente l’esposizione sonora adottando le misure organizzative e tecniche praticabili, mettere a disposizione dei propri dipendenti adeguati dispositivi di protezione dell’udito. Esistono dispositivi di protezione dell’udito più adatti ai musicisti con una risposta sufficientemente piatta in frequenza. È consigliabile utilizzare dispositivi di protezione dell’udito personalizzati.

Sale prove per i musicisti di dimensioni adeguate e avere caratteristiche acustiche adatte, in particolare relativamente al riverbero. Nei locali chiusi, aumentare la fonoassorbenza delle sale mediante soffitti, pareti e rivestimenti fonoassorbenti.

Allegati di riferimento Documentazione relativa a Conformità della struttura e degli impianti (allegato 2) Fornitura dei DPI

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione Funzione preposta

Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento delle condizioni di rumorosità ambientale

Incarico alla funzione preposta

Datore di lavoro

Settore tecnico e sicurezza ambienti di lavoro

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Area omogenea di rischio C Fonte di rischio Utilizzo di agenti chimici Categoria di rischio Igienico ambientale / agenti chimici Rischio prevedibile Disturbi o disagi dovuti condizioni non corrette

Misure di prevenzione e protezione attuate

Valutazione della presenza di agenti chimici e preparati pericolosi nei luoghi di lavoro, ai sensi della vigente normativa

Esame delle informazioni di base necessarie, sul luogo di lavoro, per l’identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi connessi con le diverse attività lavorative

Valutazione del livello, del tipo e della durata di esposizione agli agenti chimici pericolosi

Analisi del ciclo lavorativo, allo scopo di valutare le modalità di svolgimento del lavoro in presenza di agenti e preparati chimici pericolosi

Valutazione delle misure di prevenzione e protezione esistenti e comunque necessarie: progettazione e realizzazione dei luoghi di lavoro organizzazione del lavoro caratteristiche delle attrezzature utilizzate procedure di manutenzione metodi di lavoro

Allegati di riferimento Valutazione particolare del rischio da agenti chimici

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sul mantenimento di standard adeguati di sicurezza

Procedura di audit della prevenzione

Datore di lavoro

Settore tecnico e sicurezza ambienti di lavoro

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Area omogenea di rischio DLM Fonte di rischio Movimenti ripetuti degli arti superiori Categoria di rischio Infortunistico Rischio prevedibile Patologie e disturbi dell’apparato muscolo scheletrico

Sindromi da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori

Misure di prevenzione e protezione attuate

Tempi di recupero commisurati all’attività svolta

Formazione ed informazione sul rischio al personale esposto sui rischi e sulle misure attuabili per evitare disturbi professionali

Esempi di esercizi di stretching prima e dopo le esecuzioni

Sorveglianza sanitaria per il monitoraggio e la prevenzione nell’insorgenza di patologie derivanti da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori

Allegati di riferimento Documentazione relativa a Informazione e formazione

Programma delle misure di miglioramento ed adeguamento

Misura Procedure per la realizzazione

Funzione preposta Tempi di attuazione / periodicità

Controllo periodico sull’insorgenza di patologie

Sorveglianza sanitaria periodica

MC DdL

Annuale o con periodismo differente stabilito dal MC

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3.2 VALUTAZIONI PARTICOLARI DEL RISCHIO

Ove specificamente previsto dalle disposizioni normative, o ritenuto necessario dal Servizio di

prevenzione e protezione, sono state predisposte le seguenti valutazioni particolari del rischio:

VALUTAZIONI PARTICOLARI

1. Valutazione rischio incendio

2. Valutazione rischio chimico

3. Valutazione rischio gestanti

4. Valutazione rischio da movimentazione manuale dei carichi

5. Valutazione rischio ATEX

6. Valutazione rischio vibrazioni

7. Valutazione rischio rumore

8. Valutazione rischio biologico

9. Valutazione rischio cancerogeno

10. Valutazione rischio da campi elettromagnetici

11. Valutazione del rischio da stress lavoro-correlato

Ciascuna valutazione particolare è specifica e rende manifesti i procedimenti speciali di

valutazione che hanno condotto alla stima dei rischi di esposizione riportati nelle schede di

riferimento.

Le stesse sono riportate al presente documento nello specifico capitolo, denominate secondo

quanto sopra esposto.

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3.2.1 Valutazione rischio incendio

PARTE GENERALE

Introduzione

Il presente documento viene redatto ai sensi dell’Art. 2 del Decreto del Ministero dell’Interno del 10

marzo 1998, in attuazione a quanto disposto all’Art. 13 del D.Lgs 626 del 19 settembre 1994 ora

Art.46 del D.Lgs 81/2008, nonché seguendo le linee guida emanate con la Circolare del 1° marzo

2002 del Ministero dell’Interno.

Il documento scaturisce dall’analisi e dalle valutazioni effettuate sulle attività che si svolgono nei

luoghi di lavoro (ai sensi dell’Art. 62, comma 1, lettera a del D.Lgs 81/2008 e successive

modifiche), secondo i dati e le informazioni ottenute direttamente dal Datore di lavoro, o suo

delegato, durante l’esecuzione di sopralluoghi ed incontri specifici

Criteri adottati per la valutazione del rischio incendio

Gli adempimenti inerenti la sicurezza antincendio e la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

sono effettuati in accordo a quanto previsto dal D.M. 10/03/98. Vengono di seguito riportati i criteri

utilizzati per soddisfare i requisiti contenuti nel suddetto Decreto, ed in particolare quanto indicato

negli artt. 2, 3, 4, 5, 6 e 7.

L’articolazione operativa ha previsto uno sviluppo logico su tre livelli di intervento:

1) acquisizione dei dati sui luoghi di lavoro;

2) valutazione dei rischi;

3) definizione delle misure preventive, protettive e precauzionali di esercizio.

In particolare, nell’ambito del terzo livello di sviluppo, vengono affrontate le tematiche relative al

controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio, alla gestione

dell’emergenza in caso di incendio, alla stesura del P.E. inclusa la designazione, formazione e

addestramento degli addetti alla prevenzione incendi.

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ANALISI DEL RISCHIO

Metodologia

La valutazione del rischio incendio è effettuata in accordo a quanto definito nell’allegato I al D.M.

10/03/98. In particolare, la procedura di valutazione del rischio incendio è anche orientata a

definire la classificazione del livello di rischio incendio, riferibile all’intero immobile e a parti di esso.

Il rischio incendio è definito come “la probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di

accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenze dell’incendio sulle persone presenti”.

La classi di rischio di incendio individuate dal Decreto sono:

luoghi di lavoro a rischio di incendio basso: “luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti

sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse

possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di incendio, la probabilità di

propagazione dello stesso è da ritenersi limitata”.

luoghi di lavoro a rischio di incendio medio: “luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti

sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di

incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da

ritenersi limitata”.

luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato: “luoghi di lavoro o parte di essi in cui per presenza

di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/odi esercizio sussistono

notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di

propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di

incendio basso o medio”.

Inoltre, così come previsto nell’allegato n° IX al D.M. 10.03.98, comunque sono da considerare:

luoghi e/o attività a rischio BASSO

Rientrano in tale categoria di attività quelle non classificabili a medio ed elevato rischio e dove, in

generale, sono presenti sostanze scarsamente infiammabili, dove le condizioni di esercizio offrono

scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non sussistono probabilità di propagazione delle

fiamme:

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luoghi e/o attività a rischio MEDIO:

i luoghi di lavoro relativi alle attività comprese nel D.M 16.02.1982 e nelle tabelle A e B annesse al DPR

659/59 con esclusione delle attività considerate a rischio elevato.

I cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme

libere, esclusi quelli interamente all’aperto.

luoghi e/o attività a rischio ELEVATO:

Industrie e depositi di cui agli art. 4 e 6 del DPR 175/88

Fabbriche e depositi di esplosivi

Centrali termoelettriche

Impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili

Impianti e laboratori nucleari

Depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 mq.

Attività espositive e commerciali con superficie aperta al pubblico superiore a 10.000 mq.

Scali aeroportuali, infrastrutture ferroviarie e metropolitane

Alberghi con oltre 200 posti letto

Ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani

Scuole di ogni ordine e grado con oltre 100 persone presenti

Uffici con oltre 1.000 dipendenti

Cantieri temporanei o mobili in galleria di lunghezza superiore a 50 metri

Cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi

Il criterio operativo definito ed applicato si basa sui dati acquisiti durante i sopralluoghi, e

riportati nel paragrafo descrittivo delle “caratteristiche degli ambienti di lavoro”, per ciascun

immobile, parte di esso o per zone di lavoro omogenee. La descrizione delle caratteristiche degli

ambienti di lavoro analizza i seguenti fattori:

caratteristiche costruttive, dimensioni e articolazione dei luogo di lavoro;

tipo di attività;

materiali immagazzinati e manipolati (combustibili infiammabili);

presenza di potenziali sorgenti di innesco come: attrezzature, arredi, ecc.

numero di persone presenti, siano esse lavoratori dipendenti che altre persone;

presenza di personale disabile;

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percorsi di esodo;

presidi antincendio;

organizzazione della sicurezza antincendio.

La caratterizzazione degli ambienti di lavoro permette di identificare eventuali situazioni di

potenziale pericolo di incendio necessari per la valutazione del rischio.

I pericoli di incendio vengono pertanto individuati, in ogni area di rischio identificata, in

relazione alla coesistenza, continuativa od occasionale, di materiali combustibili e/o infiammabili

immagazzinati o manipolati, e potenziali fonti di innesco e alla presenza di situazioni che possono

determinare la facile propagazione dell’incendio.

I dati acquisiti sono stati successivamente sintetizzati nei cinque parametri fondamentali che

concorrono a determinare la probabilità di accadimento. A ciascuno di tali parametri viene attribuita

un valore binario (si/no), dalla cui elaborazione, deriva una valutazione complessiva del livello di

rischio d’incendio. Per la valutazione dei primi tre parametri (I,II e III), si tiene conto che la

presenza di una soltanto delle condizioni indicate stabilisce l’incidenza stessa del parametro sulla

valutazione complessiva; per i restanti 2 parametri (IV e V), utili a valutare le misure di protezione e

le difficoltà presenti in caso di evacuazione, la prevalenza di un tipo di risposta determina il

risultato del parametro stesso.

Il metodo sopra descritto oltre a rispondere in maniera esaustiva ai requisiti richiesti dalla legge, è

basato su un criterio operativo sistematico (raccolta dati) ed analitico (procedura di valutazione),

ha la possibilità di poter essere documentato fornendo pertanto un riscontro oggettivo delle attività

svolte ed ha la caratteristica di agevolare la successiva fase di definizione delle misure in quanto le

valutazioni attribuite ai parametri che costituiscono la classificazione del livello già evidenziano i

settori e le aree su cui intervenire al fine di ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi e

declassificare conseguentemente il livello di rischio.

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Caratterizzazione degli ambienti di lavoro

Distribuzione delle attività nel sito

Vengono di seguito riportate le informazioni acquisite utili per la determinazione dei parametri di

valutazione.

Ai fini di una più precisa individuazione dei pericoli di incendio, e in ottemperanza a quanto previsto

dall’art. 2 comma 4 del D.M. 10 marzo 1998, si suddivide l’edificio nelle seguenti parti

caratterizzate da rischi di incendio omogenei e di seguito indicate come “aree di rischio

omogenee”:

PIANO DESTINAZIONE D’USO – PALAZZINA PRINCIPALE, VIA ALBARO 38

Copertura Aule didattiche, Terrazzo

Piano secondo Aule didattiche, uffici, servizi igienici

Piano ammezzato Aule didattiche, uffici

Piano Primo Auditorium, aule didattiche, uffici

Piano Terra Biblioteca, Aule didattiche, Ingresso, servizi igienici

Interrato Archivio, locali di sgombero

PIANO DESTINAZIONE D’USO – PALAZZINA BASSA, VIA ALBARO 36

Piano Terra Aule didattiche, servizi igienici

Piano Primo Aule didattiche

Si identificano le seguenti aree omogenee di rischio:

area Palazzina Bassa: Aule didattiche

area Palazzina Principale: Biblioteca, Aule didattiche, Auditorium, Uffici

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PARAMETRO I :Materiali combustibili e/o infiammabili Palazzina Principale – VIA ALBARO 38

PIANO LOCALE MATERIALE

QUANTITÀ/

CARICO

INCENDIO(1)

R = P X D

Copertura Aule didattiche, Terrazzo

- Basso in termini di carico di incendio

1 x 1 = 1

Piano secondo

Aule didattiche, uffici, servizi igienici

MATERIALE

CARTACEO(CARTA,CAR

TONCINO,SCATOLE E

SCATOLONI DI

CARTONE)

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

2 x 2 = 4

Piano ammezzato Aule didattiche, uffici

MATERIALE

CARTACEO(CARTA,CAR

TONCINO,SCATOLE E

SCATOLONI DI

CARTONE)

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

1 x 2 = 2

Piano Primo Auditorium, aule didattiche, uffici

MATERIALE

CARTACEO(CARTA,CAR

TONCINO,SCATOLE E

SCATOLONI DI

CARTONE)

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

2 x 2 = 4

Piano Terra Biblioteca, Aule

didattiche, Ingresso, servizi igienici

MATERIALE

CARTACEO(CARTA,CAR

TONCINO,SCATOLE E

SCATOLONI DI

CARTONE)

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

2 x 2 = 4

Interrato Archivio, locali di sgombero

MATERIALE

CARTACEO(CARTA,CAR

TONCINO,SCATOLE E

SCATOLONI DI

CARTONE)

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

2 x 2 = 4

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Palazzina Bassa – VIA ALBARO 36

PIANO LOCALE MATERIALE

QUANTITÀ/

CARICO

INCENDIO(1)

R = P X D

Piano Terra Aule didattiche, servizi igienici

MATERIALE CARTACEO

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

1 x 2 = 2

Piano Primo Aule didattiche

MATERIALE CARTACEO

ARREDI

MATERIALE ELETTRICO

Basso in termini di carico di incendio

1 x 2 = 2

(1)* Tipo materiale Potere calor. Quantità (litri/kg) Superf. locale (m2)

Carta 4047 kg m2 Legno ordinario 4047 Trucioli di legno 4047

* * Da: “Antincendio” giugno 2005: regola pratica per il calcolo del quantitativo di carta: peso di una scaffalatura o armadio, pieno di documenti, di dimensioni standard LxhXp 100x200x40 cm, è di c.a 200 kg (circa 35/40 Kg a ripiano)

* considerando la relazione: Q= giHi/4400xA dove:

Q = carico d’incendio specifico in kg legna/ m2 gi = peso del generico combustibile tra gli enne possibili che si prevedono presenti nel locale o quello deducibile dalle ipotesi più gravose di carico d’incendio Hi = potere calorifico superiore (in kcal/kg) del combustibile generico di peso gi fra gli enne possibili A = superficie orizzontale (m2) del locale o del piano del fabbricato considerato 4.400 = potere calorifico del legno (in kcal/kg).

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PARAMETRO II: Individuazione di sorgenti d’innesco I possibili inneschi o meglio le possibili cause di incendio possono essere di tre tipi come

sintetizzato nella tabella che segue:

Sorgenti Fattori potenzialmente

determinanti

Stato R = P X D

Cattivo funzionamento di attrezzature o impianti

- Impianto elettrico

Tutti gli impianti sono corredati di idonea certificazione di conformità

2 X 1 = 2 - Presenza di

apparecchiature elettriche

Cause naturali - Fulmini

Scarsamente probabile in relazione alla collocazione geografica e d urbana.

( Presente relazione di autoprotezione dei fulmini )

1 X 1 = 1

Cattivo comportamento dell’uomo

- Uso di fiamme libere

- Sigarette

- Errori operativi

- Doloso

Presente il divieto di fumo in tutti gli ambienti

Il personale è informato sulle procedure di sicurezza

Il personale svolge compiti di sorveglianza all’interno della struttura

2 X 2 =4

L’impiantistica, per sua stessa natura, rappresenta un fattore determinante per potenziali

cause di incendio, anche per la presenza di prese multiple mobili, che potrebbero venire

sovraccaricate.

All’interno dell’edificio in oggetto, sono stati rilevati i seguenti fattori determinanti.

PIANO LOCALE FATTORI DETERMINANTI

INTERA SEDE CORRIDOI QUADRI ELETTRICI

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PARAMETRO III: Esposizione delle persone Palazzina Principale – VIA ALBARO 38

PIANO PERSONALE DIPENDENTE

PUBBLICO

PERSONALE DITTE TERZE

DISABILIAFFOLLAMENTO

MASSIMO R = P X D

Copertura 10 31 - - 10 1 X 2 = 2

Piano secondo 34 150 - - 30 3 X 2 = 6

Piano ammezzato 6 30 - - 10 1 X 2 =2

Piano Primo 20 150 - - 22 2 X 2 = 4

Piano Terra 20 100 1 - 20 2 X 2 = 4

Interrato - - - - -

TOTALE 90 461 1 0 92

Palazzina Bassa – VIA ALBARO 36

PIANO PERSONALE DIPENDENTE

PUBBLICO

PERSONALE DITTE TERZE

DISABILIAFFOLLAMENTO

MASSIMO R = P X D

Piano Terra 4 50 - - 10 1 X 2 = 2

Piano Primo 4 50 - - 15 1 X 2 = 2

TOTALE 8 100 - - 25

All’interno della palazzina l’affollamento massimo è limitato alla presenza contemporanea

di 99 persone.

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PARAMETRO IV: Possibilità di propagazione

TIPOLOGIA STATO

Vani ascensore e montacarichi non protetti PRESENTI

Vani di ascensori e montacarichi con vano corsa di altezza superiore a 20 m non protetti all’interno di edifici di altezza superiore a 24 mt.

ASSENTI

Vani scala non protetti PRESENTI

Locali a rischio specifico d’incendio non adeguatamente compartimentati

ASSENTI

Impianti di rilevazione automatica di incendi PRESENTI

Mezzi di estinzione fissi e mobili PRESENTI

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PARAMETRO V: Possibilità di danno immediato o difficoltà di evacuazione

Percorsi d’esodo Le vie di uscita conducono sempre ad un luogo sicuro e i percorsi di uscita in un'unica direzione

sono sempre evitati per quanto possibile. Qualora non possano essere evitati, la distanza da

percorrere fino ad una uscita di piano o fino al punto dove inizia la disponibilità di due o più vie di

uscita non eccede eccedere in generale i valori riportati dalle specifiche norme tecniche di

prevenzione incendi.

Le vie di uscita sono di larghezza sufficiente (misurata nel punto più stretto del percorso) in

relazione al numero degli occupanti.

Tutte le vie di uscita e le uscite di piano sono sempre disponibili per l'uso e tenute libere da

ostruzioni in ogni momento;

Ogni porta sul percorso di uscita risulta facilmente ed immediatamente apribile dalle persone in

esodo.

Palazzina Principale

PIANO LUNGHEZZA MAX DEI PERCORSI IN METRI * SITUAZIONE IDONEA

Copertura 45 MT (fino a uscita su cortile)

SI

Piano secondo 40 MT (fino a uscita su cortile)

SI

Piano ammezzato 35 MT (fino a uscita su cortile)

SI

Piano Primo 30 MT (fino a uscita su cortile) SI

Piano Terra 20 MT (fino a uscita su cortile)

SI

Interrato 30 MT (fino a uscita su cortile)

SI

Palazzina Bassa

PIANO LUNGHEZZA MAX DEI PERCORSI IN METRI * SITUAZIONE IDONEA

Piano Primo 10 MT (fino a uscita su esterno)

SI

Piano Terra 5 MT (fino a uscita su esterno)

SI

Legenda da 15 a 30 metri per aree a rischio d’incendio elevato

da 30 a 45 metri per aree a rischio d’incendio medio

da 45 a 60 metri per aree a rischio d’incendio basso

Qualora le scale non fossero protette (Allegato III del D. M. 10/3/98 al punto 3.3/i), per luoghi di lavoro a rischio basso/medio, la

distanza max per giungere in luogo sicuro deve essere inferiore a 45 – 60 metri (30 – 45 metri in caso di uscita unica)

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Uscite di sicurezza

Le uscite di emergenza sono chiaramente identificate e adeguatamente segnalate.

Sistemi di allarme

Nella sede il sistema di allarme è collegato alla centralina di allarme e rivelazione fumi

Attrezzature e presidi antincendio

ESTINTORITIPOLOGIA UBICAZIONE STATO

Polvere 6 Kg 34 A233 BC e 5kg CO2

INTERA SEDE CORRIDOI idoneo non idoneo

NASPITIPOLOGIA UBICAZIONE STATO

NASPI UNI 25 INTERA SEDE CORRIDOI idoneo non idoneo

Illuminazione di emergenza

PIANO/AMBIENTE Tipologia STATO

Intera sede lampade emergenza sui percorsi di esodo idoneo

non idoneo

Cartellonistica di emergenza

PIANO Tipologia STATO

Intera sede Cartelli sui percorsi di esodo idoneo

non idoneo

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Individuazione delle Attività soggette all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi

Nella tabella che segue si riporta l’elenco delle aree o attività presenti che potrebbero essere

soggette all’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi da parte del Comando Provinciale

dei Vigili del Fuoco.

D.P.R. 151/2011 AREA DI LAVORO / ATTIVITÀ N. ATTIVITÀ ATTIVITÀ SOGGETTA

74 (Centrale termica a Metano) - Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità

superiore a 116 kW Intera sede

LLaa ssttrruuttttuurraa ssccoollaassttiiccaa nneell ccoommpplleessssoo nnoonn ssii ccoonnffiigguurraa iinnvveeccee ccoommee aattttiivviittàà ssooggggeettttaa aaii ccoonnttrroollllii VVVVFF

iinn qquuaannttoo iill nnuummeerroo ddeellllee ppeerrssoonnee ccoonntteemmppoorraanneeaammeennttee pprreesseennttii rriissuullttaa iinnffeerriioorree aa 110000 ((pprreessssoo ii

llooccaallii ddeellll’’aammmmiinniissttrraazziioonnee èè ccoonnsseerrvvaattaa uunnaa aauuttoocceerrttiiffiiccaazziioonnee ddeell ttiittoollaarree ddeellll’’aattttiivviittàà))

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VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE FFIINNAALLEE

Valutazione complessiva

A tale valutazione complessiva si giunge considerando tre aspetti fondamentali:

1) il primo aspetto è relativo alla tipologia di attività

2) il secondo aspetto è relativo alla presenza di locali/attività classificate a rischio specifico.

3) il terzo aspetto valuta la situazione oggettiva riscontrata al momento del sopralluogo così

come è stata esaminata e analizzata, puntualmente nelle sezioni precedenti.

Da questa valutazione è emerso che:

FATTORE VALUTAZIONE

Attività soggette a controllo dei VV.F.

Centrale Termica a metano

Uscite di emergenza di piano

Le Uscite di emergenza di piano hanno dimensionamento idoneo all’affollamento massimo previsto

Percorsi di esodo I percorsi di esodo sono idonei

Cartellonistica di emergenza

La cartellonistica di emergenza è idonea

Presidi antincendio: estintori

I presidi antincendio presenti al momento sono adeguati alla tipologia di attività: - estintori e naspi in numero e tipologia idoneo allo sviluppo in pianta dell’edificio

e alla tipologia delle attività Elementi di propagazione incendi

La struttura è dotata di scale non compartimentate ma idonee

Illuminazione di emergenza

L’illuminazione di emergenza è idonea

In conclusione, in accordo con quanto previsto dall’Allegato I all’art. 4 del D.M. 10.03.1998, si

ritiene appropriato valutare:

Intero complesso edilizio

AREA OMOGENEA INDICE DI RISCHIO

P X D LIVELLO DI RISCHIO

Palazzina Bassa 2x2=4 BASSO

Palazzina Principale 3x2=6 MEDIO

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3.2.2 Valutazione rischio chimico

Il Capo I del Titolo IX del Decreto Legislativo 81/2008, “determina i requisiti minimi per la

protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono

derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività

lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici”.

“I requisiti individuati ….. si applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi che sono presenti sul luogo

di lavoro” (art. 221 co.2).

Il D.Lgs. 81/2008, ribadisce, pertanto, l’obbligo per il Datore di lavoro di procedere ad

un’appropriata valutazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro e stabilisce, nel contempo, la

necessità di procedere, nella valutazione dei rischi dovuti alla presenza di agenti chimici pericolosi,

secondo modalità oggettive di valutazione che consentano di individuare il livello di rischio di

esposizione.

In merito al livello di rischio di esposizione, le citate disposizioni (art.224, co.2) specificano che

qualora “in relazione al tipo e alle quantità di un agente chimico pericoloso e alle modalità e

frequenza di esposizione a tale agente presente sul luogo di lavoro, vi e’ solo un rischio basso per

la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori e che le misure di cui al comma 1 sono

sufficienti a ridurre il rischio, non si applicano le disposizioni degli articoli 225, 226, 229, 230”.

Risultano, pertanto, definite due macroscopiche aree di esposizione, per le quali sono precisate le

misure minime di prevenzione e protezione da applicarsi per la tutela dei lavoratori.

Rischio di esposizione

Riferimento normativo Obblighi

Irrilevante per la salute e basso per la sicurezza

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 artt. 223, 224

Valutazione dei rischi

Informazione e formazione

NON irrilevante per la salute e non basso per la sicurezza

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 artt. 223, 224, 225, 226,227, 228, 229,230

Valutazione dei rischi

Informazione e formazione

Misure specifiche di protezione e prevenzione

Disposizioni in caso di incidenti o di emergenze

Sorveglianza sanitaria

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Il Capo I del Titolo IX del Decreto Legislativo 81/2008 riguarda:

tutti gli agenti chimici presenti in azienda: nel ciclo produttivo, intenzionali e non, nello

stoccaggio, come rifiuti, come emissioni da lavorazioni, come sottoprodotti, da miscelazioni,

ecc. ;

tutti gli agenti chimici pericolosi, classificati secondo le normative, o non classificati ma che

comunque rispondono ai criteri di pericolosità;

tutte le attività lavorative.

Nella valutazione dei rischi prevista dall’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 occorre, quindi, prendere in

considerazione la presenza sul luogo di lavoro di agenti chimici in generale e di agenti chimici

pericolosi per la sicurezza e la salute dei lavoratori in particolare.

Si precisa che le presenti indicazioni non si applicano ai rischi derivanti dall’esposizione a sostanze

cancerogene e mutagene, la presente valutazione tiene conto delle caratteristiche chimiche di

pericolosità delle sostanze rimandando alla trattazione specifica per le caratteristiche cancerogene

e mutagene delle sostanze o preparati, D.Lgs 81/08 Titolo IX capo II Protezione da agenti

cancerogeni e mutageni.

Termini e definizioni

agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato

naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi

attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato

agenti chimici pericolosi:

1. agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3

febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni, nonché’ gli agenti che corrispondono ai

criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui al predetto decreto. Sono escluse

le sostanze pericolose solo per l’ambiente;

2. agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo

2003, n. 65, e successive modificazioni, nonché’ gli agenti che rispondono ai criteri di

classificazione come preparati pericolosi di cui al predetto decreto. Sono esclusi i preparati

pericolosi solo per l’ambiente;

3. agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai numeri 1) e 2),

possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro

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proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o

presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore

limite di esposizione professionale

attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati

agenti chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la

manipolazione, l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che

risultino da tale attività lavorativa.

Rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute: soglia al di sotto del quale si consente la

salvaguardia dell’integrità fisica del lavoratore da effetti acuti ed immediati, quali un infortunio o le

conseguenze di una esposizione, breve o lunga, in condizioni di lavoro nella quali l’esposizione

agli agenti chimici pericolosi non è ampiamente al di sotto dei valori limite di esposizione individuati

dalla normativa.

Valutazione del rischio: procedimento di valutazione della possibile entità del danno quale

conseguenza del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori nell’espletamento delle loro

mansioni, derivanti dal verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro.

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Criteri adottati e Metodologia applicata per la valutazione del rischio chimico

Ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. il percorso di valutazione dei rischi da agenti chimici

pericolosi deve, primariamente, essere in grado di identificare e classificare gli agenti chimici che

possono costituire fattori di rischio per i lavoratori tenendo conto delle proprietà intrinseche delle

sostanze e delle miscele che possono rappresentare un pericolo all’atto della normale

manipolazione o utilizzazione

La valutazione deve tenere conto sia dell’aspetto di salute che di sicurezza. Parallelamente si

analizza il rischio per la salute del lavoratore mediante il Modello applicativo proposto dalla

Regione Piemonte, ed il rischio per la sicurezza mediante un’analisi delle frasi di rischio.

In estrema sintesi si può affermare che, ai sensi della vigente normativa in materia di tutela della

salute e della sicurezza dei lavoratori, il rischio chimico per la salute è collegato a tutte le proprietà

tossicologiche degli agenti chimici, mentre quello per la sicurezza si collega principalmente alle

proprietà chimico-fisiche oltre che alla proprietà tossicologica acuta e alle proprietà chimiche in

generale. In altre parole rischio chimico per la salute è riferito alla probabilità che possa insorgere

una malattia professionale mentre rischio chimico per la sicurezza è riferito alla probabilità che

possa verificarsi un infortunio.

Gli agenti chimici che abbiano esclusivamente proprietà eco-tossicologiche (pericolose soltanto

per l’ambiente) non sono da considerare ricompresi nel campo di applicazione del Titolo IX, Capo I

del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.

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Non applicabilità art. 224 comma 2

• Dati biostatistici consolidati relativi a: • presenza di patologie professionali • superamento dei valori BEI • precedenti indagini ambientali con riscontro di valori superiori al 50% dei

TLV

Non applicabilità art. 223 comma 5 art. 224 comma 2 VALUTAZIONE DETTAGLIATA DEL RISCHIO Attuazione delle misure specifiche di protezione e di prevenzione

VERIFICHE PERIODICHE

NON IRRILEVANTE per la salute

NON IRRILEVANTE per

la salute

ALGORITMO esposizione misurata

IRRILEVANTE per la salute

Applicazione ALGORITMO di stima del rischio

CUT OFF

Classe di rischio?

Misure ambientali e/o biologiche

fattibili?

Classe di rischio?

IRRILEVANTE per la salute

NON IRRILEVANTE per la salute

Valutazione sulla NON applicabilità delle misure specifiche di prevenzione e protezione artt: 225,

226, 229, 230

SI

SI

NON applicabile

NO o mancanti o nn applicabile (es. latenza)

Applicabile

L’attività esclude la presenza di: Concentrazioni pericolose

di sostanze infiammabili, facilmente infiammabili, materiali combustibili o

comburenti, di fiamme libere o fonti di accensione ed il luogo

di lavoro è classificato a rischio incendio Basso.

RISCHIO BASSO PER LA SICUREZZA

Approfondire la valutazione integrandola con quella dovuta al formarsi di atmosfere esplosive e

con la valutazione del rischio incendio e aggiornare il piano di

emergenza

RISCHIO NON BASSO PER LA SICUREZZA RISCHIO BASSO PER

LA SICUREZZA e IRRILEVANTE PER LA

SALUTE

VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA SICUREZZA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PER LA SALUTE

Art.223 • Proprietà pericolose • Dati della scheda di sicurezza • Limiti di esposizione • Quantità presenti

NO

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VALUTAZIONE PRELIMINARE E DETTAGLIATA DEL RISCHIO PER LA SALUTE E LA

SICUREZZA

A. VALUTAZIONE RISCHIO PER LA SALUTE

Per la valutazione dei rischi per la salute viene applicato l’ “Inforisk- Modello applicativo proposto

dalla Regione Piemonte per la valutazione del rischio chimico- Ottobre 2013”, che prevede una

valutazione sia per il rischio inalatorio che per quello cutaneo.

Il diagramma di flusso proposto dalla Regione Piemonte, prevede la possibilità di:

• applicare un “CUT OFF” metodologia semplificata,

• effettuare una valutazione del “rischio stimato”,

• effettuare una valutazione del rischio inalatorio mediante misure ambientali e/o

biologiche se fattibili.

Il percorso di valutazione utilizzato è rappresentabile attraverso tre momenti operativi:

fase di censimento di tutti gli agenti e preparati pericolosi presenti e/o impiegati,

(propedeutica al processo valutativo vero e proprio)

fase di valutazione preliminare, volta a discriminare gli agenti e i processi che

necessitano di valutazione dettagliata da quelli per i quali considerazioni immediate

permettono di definire il rischio ad essi associati.

fase di valutazione dettagliata, mirata a valutare tutte le variabili dei processi secondo

criteri definiti, di volta in volta, per i singoli casi, che consentono di definire, in maniera

accurata, l’appartenenza di ogni agente e processo lavorativo, ad una specifica classe

di rischio (irrilevante per la salute, non irrilevante per la salute).

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Metodologia semplificata (CUT OFF)

Per poter applicare il CUT OFF occorre siano soddisfatti i requisiti previsti al punto A1 + C + D

oppure A2 + B + C + D.

A) Presenza nel ciclo lavorativo solo di:

1. sostanze non classificate come pericolose o miscele non classificate come

pericolose (e che non contengono sostanze classificate pericolose);

oppure

2. sostanze classificate e miscele classificate con H302, H319, H315, EUH 066 o con

R22, R36, R38, R66, o classificati pericolosi per l’ambiente.

B) Sostanze o miscele caratterizzate da BASSA disponibilità, ovvero:

1. solidi – sostanze sotto forma di granulato (pellet) che non hanno tendenza a

rompersi;

2. liquidi – con temperatura di ebollizione maggiore di 150°C.

C)Assenza di elementi che favoriscano la dispersione o la generazione di intermedi di processo

pericolosi:

1. senza apporto di energia meccanica;

2. senza apporto di pressione;

3. senza apporto o sviluppo di energia termica.

D) Quantitativi utilizzati per sostanza o miscela inferiori a 100 grammi al giorno per addetto.

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Metodologia complessa (Valutazione del rischio)

La metodologia comprende una valutazione sia per il rischio inalatorio che per quello cutaneo.

Rischio inalatorio (IRi)

Ai fini del processo di valutazione del rischio inalatorio, l’esistenza di un “rischio” può essere

associato ai seguenti TRE FATTORI:

- la GRAVITÀ (o QUALITÀ negativa) intrinseca potenziale dell’agente chimico (M);

- la DURATA dell’effettiva esposizione all’agente chimico (D);

- il LIVELLO DI ESPOSIZIONE (qualitativa e quantitativa) (E);

(i due ultimi fattori concorrendo a definire l’ENTITÀ di esposizione effettiva del lavoratore all’agente

chimico).

Il processo di valutazione del RISCHIO deriva dal procedimento moltiplicativo fra i tre fattori sopra

definiti:

- i fattori durata e esposizione sono combinati attraverso l’uso di una matrice restituendo

l’entità di esposizione effettiva del lavoratore all’agente chimico (P);

- il punteggio ottenuto viene moltiplicato per il fattore di gravità individuando l’indice di rischio

(IRi).

IRi = Pi x M

Pi =f(D,E)

Sulla base di considerazioni teoriche e applicative, si è ritenuto opportuno PONDERARE i tre

fattori secondo le scale che si riportano di seguito.

FATTORE GRAVITA’

Valore Attribuito Gravità Effetti

1 LIEVE Effetti reversibili

2 MODESTA Effetti potenzialmente irreversibili

3 MEDIA Effetti sicuramente irreversibili

4 ALTA Effetti irreversibili gravi

5 MOLTO ALTA Effetti possibilmente letali

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FATTORE DURATA

Valore attribuito Durata Percentuale orario di lavoro

1 OCCASIONALMENTE < 10 % orario di lavoro

2 FREQUENTEMENTE 10 – 15 % orario di lavoro

3 ABITUALMENTE 26 – 50 % orario di lavoro

4 SEMPRE 51 – 100 % orario di lavoro

FATTORE ESPOSIZIONE

EVENTO ESPOSIZIONE/CONDIZIONI OPERATIVE

0 TRASCURABILE Altamente protettiva

1 LIEVE Altamente protettiva

2 MODESTA Protettiva

3 MEDIA Poco Protettiva

4 ALTA Assai Poco Protettiva

5 MOLTO ALTA Non Protettiva

La combinazione dei tre “contatori” derivanti dalla valutazione dei rispettivi fattori di rischio porta ad

un sintetico indicatore di rischio, espresso in scala numerica variabile da 0 a 100, che viene

empiricamente segmentata in classi di rischio.

CLASSE DI RISCHIO MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

1-10 BASSO/TRASCURABILE Non necessarie*

11-25 MODESTO Necessarie a medio termine

26-50 MEDIO Necessarie a breve/medio termine

51-75 ALTO Necessarie a breve termine

76-100 MOLTO ALTO Urgenti

L’esistenza di un rischio inalatorio irrilevante per la salute ci sarà quando l’indicatore di rischio si

collocherà nella prima classe con valore compreso tra 1 e 10.

Per quanto riguarda le impurità, i prodotti intermedi, finali, di reazione e secondari, questi sono

valutati esattamente come se fossero materie prime utilizzando, ove possibile, il metodo del rischio

misurato.

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FATTORE DI GRAVITÀ’ (M)

E’ stato utilizzato per la valutazione del fattore gravità, un approccio semplice e di immediata

applicazione, basato sui criteri della Classificazione EU delle Sostanze e delle Miscele Pericolose

(CLP e DPP). Si è associato alla classificazione di pericolosità un fattore di gravità; sono state

previste due tabelle l’una inserisce in 5 diverse fasce di gravità le indicazioni H previste dalla

classificazione CLP in vigore per le sostanze, l’altra suddivide nelle stesse fasce di gravità le frasi

R previste dalla DPP in vigore ancora per la classificazione delle miscele.

Score INDICAZIONI DI PERICOLO

Reg. (CE) n. 1272/2008 e s.m.i. Limite di

esposizione

1

H302 Tossicità acuta (per via orale), cat. 4 – Nocivo se ingerito H319 Gravi lesioni oculari/irritazione oculare, cat. 2 – Provoca grave irritazione oculare H315 Corrosione/irritazione cutanea, cat. 2 – Provoca irritazione cutanea EUH066 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelle.

> 100 mg/m3

2

H301 Tossicità acuta (per via orale), cat. 3 – Tossico se ingerito H312 Tossicità acuta (per via cutanea), cat. 4 – Nocivo per contatto con la pelle H317 Sensibilizzazione della pelle, cat. 1 ** - Può provocare una reazione allergica cutanea H318 Gravi lesioni oculari/irritazione oculare, cat. 1 – Provoca gravi lesioni oculari H332 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 4 – Nocivo per inalazione H335 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 3 – Può irritare le vie respiratorie H336 Tossicità specifica per organi bersaglio SE cat. 3 Narcosi – Può provocare sonnolenza o vertigini

>10 <=100 mg/m3

3

H300 Tossicità acuta (per via orale), cat. 1 e 2 – Letale se ingerito H304 Pericolo in caso di aspirazione, cat. 1 – Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie H311 Tossicità acuta (per via cutanea), cat. 3 – Tossico per contatto con la pelle H314 Corrosione/irritazione cutanea, cat. 1°, 1B e 1C – Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H331 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 3 – Tossico se inalato H334 Sensibilizzazione delle vie respiratorie, cat. 1 ** - Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficolta respiratorie se inalato EUH070 Tossico per contatto oculare EUH071 Corrosivo per le vie respiratorie

>1 <=10 mg/m3

4

H310 Tossicità acuta (per via cutanea), cat. 1 e 2 – Letale per contatto con la pelle. H330 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 1 e 2 – Letale se inalato H361 Tossicità per la riproduzione, cat. 2 – Sospettato di nuocere alla fertilità o al feto H362 Tossicità per la riproduzione, cat. Supplementare — Effetti sull’allattamento o attraverso l’allattamento H371 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 2 – Può provocare danni agli organi H373 Tossicità specifica per organi bersaglio RE, cat. 2 – Può provocare danni agli organi

>0,1<=1 mg/m3

5

H341 Mutagenicità sulle cellule germinali, cat. 2 – Sospettato di provocare alterazioni genetiche H351 Cancerogenicità, cat. 2 – Sospettato di provocare il cancro H360 Tossicità per la riproduzione, cat. 1° e 1B – Può nuocere alla fertilità o al feto H370 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 1 – Provoca danni agli organi H372 Tossicità specifica per organi bersaglio RE cat. 1 – Provoca danni agli organi

< 0,1 mg/m3

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Score FRASI DI RISCHIO DPP Limite di esposizione

1

R22 Nocivo per ingestione R36 Irritante per gli occhi R38 Irritante per la pelle R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolatura della pelle

> 100 mg/m3

2

R37 Irritante per le vie respiratorie R20 Nocivo per inalazione R21 Nocivo a contatto con la pelle R25 Tossico per ingestione R34 Provoca ustioni R41 Rischio di gravi lesioni oculari R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle R65 Nocivo: può causare danni polmonari in caso di ingestione R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini

>10 <=100 mg/m3

3

R35 Provoca gravi ustioni R23 Tossico per inalazione R23 Tossico per inalazione R24 Tossico a contatto con la pelle R70 Tossico per contatto oculare R71 Corrosivo per le vie respiratorie R28 Molto tossico per ingestione R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione

>1 <=10 mg/m3

4

R26 Molto tossico per inalazione R27 Molto tossico a contatto con la pelle R62 Possibile rischio di ridotta fertilità R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno R68 Possibilità di effetti irreversibili

>0,1<=1 mg/m3

5

R33 Pericolo di effetti cumulativi R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi R40 Possibilità di effetti cancerogeni – Prove insufficienti R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata R60 Può ridurre la fertilità R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati

< 0,1 mg/m3

Dall’analisi delle tabelle sopra riportate, si evince che il parametro determinante per la scala di

gravità è indicativo del danno che consegue all’esposizione all’agente, desumibile dalla frase di

rischio riportata in etichetta o sulla scheda di sicurezza.

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FATTORE DI DURATA (D)

Il valore da attribuire a questo fattore è tra quelli riportati nella tabella seguente in caso di effettiva

misura del tempo o stima dello stesso. Qualora il caso in esame non sia riconducibile ad una

durata fra quelle riportate in tabella si potrà rapportarsi alla percentuale del tempo dedicato.

UTILIZZO OCCASIONALE FREQUENTE ABITUALE CONTINUOGIORNO < 30 minuti 30 minuti-2 ore 2-4 ore > 4 ore

SETTIMANA < 4 ore 4-10 ore 1-3 giorni > 3 giorni

MESE < 2 giorni 2-6 giorni 6-15 giorni > 15 giorni

ANNO < 20 giorni 20 giorni – 2 mesi 2-5 mesi > 5 mesi PERCENTUALE <10% 11-25% 26-50% >50%

SCORE 1 2 3 4

FATTORE DI ESPOSIZIONE INALATORIA(E)

Il fattore valutativo correlato al livello di esposizione dell’agente chimico, in genere è quello che

comporta un’analisi più articolata, poiché dovrà prendere in considerazione quantità di

utilizzo/esposizione, fattori ambientali (anche in relazione agli eventuali livelli accettabili per la

specifica fonte di pericolo), di protezione tecnica, ecc.

Il livello di esposizione stimata (Es), viene costruito, quindi, partendo da una scala empirica

graduata 1 a 5, attraverso i quantitativi (Q) di sostanza/miscela utilizzati per giornata lavorativa per

addetto, secondo lo schema contenuto nella tabella seguente:

FATTORE DI QUANTITÀ (Q)

Q KG O LITRI USATI PER GIORNO PER ADDETTO ESPOSTO 1 ≤0,1

2 >0,1 ≤ 1

3 >1 ≤ 10

4 >10 ≤ 100 5 > 100

Il fattore quantità viene poi corretto in funzione dei seguenti parametri:

STATO FISICO DELLA SOSTANZA (SF)

STATO FISICO SCORE GAS +1

LIQUIDO – VOLATILITÀ BASSA 0 LIQUIDO – VOLATILITÀ MEDIA +0,5 LIQUIDO – VOLATILITÀ ALTA +1

SOLIDO – NO POLVERI 0 SOLIDO- GRANULARE O CRISTALLINO POLVERI FINI +0,5

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STATO FISICO SCORE POLVERI FINI A BASSA DENSITÀ +1

TIPOLOGIA DI IMPIANTO (TI)

TIPOLOGIA DI IMPIANTO SCORE A CICLO CHIUSO CONFINATO - 3

A CICLO CONFINATO OVVERO SEGREGATO E IN DEPRESSIONE RISPETTO ALL’ESTERNO

- 2

A CICLO CONFINATO OVVERO SEGREGATO E IN DEPRESSIONE RISPETTO ALL’ESTERNO

-1

A CICLO CONFINATO MA NON IN DEPRESSIONE RISPETTO ALL’ESTERNO

- 0,5

A CICLO APERTO O NON CONFINATO SENZA INTERVENTI MANUALI DEGLI OPERATORI

0

A CICLO APERTO O NON CONFINATO E CON INTERVENTI MANUALI DEGLI OPERATORI

+1

TIPO DI PROCESSO (TP)

TIPO DI PROCESSO SCORE IN PRESSIONE +0,5

CON APPORTO DI ENERGIA TERMICA NEL PROCESSO

+0,5

CON APPORTO DI ENERGIA MECCANICA NEL PROCESSO, AGITAZIONE MECCANICA,

INSUFFLAZIONE DI GAS, USO DI MOLE, O APPORTO DI ENERGIA ELETTRICA (GALVANICA)

+0,5

In caso di compresenza di più di una delle condizioni sopra descritte i coefficienti dovranno essere

sommati.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE TECNICA ADOTTATI (DPT)

DPT SCORE VENTILAZIONE GENERALE FORZATA (IMPIANTO DI

ESTRAZIONE DELL’ARIA CON FLUSSO TALE DA GARANTIRE LA DILUIZIONE DEGLI INQUINANTI E

ALMENO 5 RICAMBI/ORA)

- 0,5

SOLO PER LE ATTIVITÀ CHE SI SVOLGONO IN CICLO APERTO O NON CONFINATO E/O CON INTERVENTI

MANUALI- ASPIRAZIONI LOCALIZZATE - 1

A scopo prudenziale è previsto che il valore di ponderazione relativo al livello di esposizione non

sia mai considerato inferiore a 0,5.

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Il fattore esposizione stimata (Es) sarà quindi uguale a :

ES= Q + SF +TI +TP+DPT

L’entità di esposizione effettiva del lavoratore (Pi) si ottiene attraverso la matrice seguente:

Pi = f (E, D)

Pi FATTORE DURATA (D)

1 2 3 4

Indice di esposizione inalatoria (E)

0,5 1 2 2 2 1 2 3 3 4

1,5 3 5 5 6 2 4 6 7 8

2,5 6 8 9 10 3 7 9 10 12

3,5 8 11 12 14 4 9 12 14 16

4,5 10 14 15 18 5 11 15 17 20

Rischio cutaneo (Irc)

Il rischio chimico per contatto e/o assorbimento cutaneo viene attivato e stimato nel caso siano

presenti uno o più di queste circostanze espositive:

1. agenti chimici che possono presentare pericoli specifici sulla pelle – indicazioni di pericolo H312,

H311, H310, H314, H315, H317, EUH 066 o frasi di rischio R21, R24, R27, R34, R35, R38, R43,

R66 o loro combinazione;

2. agenti chimici per i quali è conosciuta o segnalata un’azione cutanea o una possibilità di

assorbimento cutaneo significativo: ad esempio sostanze con “Skin notation” da parte dell’ACGIH o

“pelle” nelle indicazioni europee e/o nazionali.

Il rischio cutaneo viene valutato attraverso la combinazione dei tre fattori GRAVITÀ (M), DURATA

(D),ESPOSIZIONE CUTANEA (Ec) in analogia con quanto previsto per il metodo di valutazione del

rischio inalatorio.

I tre indici sono così definiti:

indice di GRAVITÀ (analogo all’indice di gravità definito per il rischio inalatorio);

indice di ESPOSIZIONE CUTANEA come combinazione di diversi coefficienti in

grado di valutare le modalità di contatto/assorbimento cutaneo, la quantità di

agente chimico presente e la superficie esposta;

indice di DURATA (analogo all’indice di durata definito per il rischio inalatorio).

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La combinazione dei 3 indici porta alla valutazione del rischio di esposizione cutanea che viene

stratificato, in analogia al rischio di esposizione inalatoria, con la seguente scala.

CLASSE DI RISCHIO MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

1-10 BASSO/TRASCURABILE Non necessarie2

11-25 MODESTO Necessarie a medio termine

26-50 MEDIO Necessarie a breve/medio termine

51-75 ALTO Necessarie a breve termine

76-100 MOLTO ALTO Urgenti

Gli indici di GRAVITA’ e di DURATA vengono definiti con la stessa procedura del rischio inalatorio,

di conseguenza non vengono in questa istanza ritrattate.

Si pone, invece, l’attenzione sull’INDICE di ESPOSIZIONE CUTANEA.

INDICE DI ESPOSIZIONE CUTANEA (EC)

Il livello di esposizione cutanea è la combinazione dei coefficienti seguenti:

FATTORE QUANTITÀ (Q)

Q KG O LITRI USATI PER GIORNO PER ADDETTO ESPOSTO 1 ≤0,1

2 >0,1 ≤ 1

3 >1 ≤ 10

4 >10 ≤ 100 5 > 100

MODALITÀ DI CONTATTO CUTANEO È indice che pondera il livello di dispersione

dell’inquinante e le circostante in cui avviene l’esposizione

C MODALITA’ DI CONTATTO CUTANEO 1 Possibile contatto involontario

2 Manipolazione di oggetti contaminati

3 Dispersione manuale

4 Dispersione meccanica o spray 5 Immersione

2 Risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi (art.224)

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SUPERFICIE ESPOSTA (S) valuta la parte potenzialmente interessata dall’esposizione

cutanea e non coperta. Si considera un operatore non dotato di DPI.

S SUPERFICIE ESPOSTA1 Piccola superficie esposta

2 Mano

3 Mano e avambraccio o due mani

4 Superficie esposta maggiore di mano e avambraccio

In caso di “dispersione” nella modalità di contatto cutaneo (indici 3 e 4), la superficie esposta e fissa

a 4. Nel caso si sia in presenza di una modalità di contatto cutaneo che preveda la dispersione

manuale, meccanica o spray (indici 3 e 4) la superficie esposta verrà considerata come massima e

quindi pari a 4.

L’indice di esposizione cutanea (Ec) sarà quindi uguale a :

Ec= f (Ic, S)

dove Ic è l’indice di dose cutanea ed è calcolato con la matrice seguente:

Ic= f(Q,C)

Indice di dose cutanea (Ic)

MODALITA’ DI CONTATTO CUTANEO È 1 2 3 4 5

Quantità (Q)

1 1 1 2 3 4 2 1 2 3 4 5 3 2 2 3 5 5 4 3 3 4 5 5 5 4 4 5 5 5

Indice esposizione cutanea (Ec)

SUPERFICIE DI ESPOSIZIONE (S) 1 2 3 4

Indice di dose

cutanea (Ic)

1 1 2 3 4 2 2 3 4 4 3 3 4 4 5 4 3 4 5 5 5 4 5 5 5

L’entità di esposizione CUTANEA effettiva del lavoratore (Pc) si ottiene attraverso la matrice

seguente:

Pc= f (D, Ec)

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Pc DURATA (D)

1 2 3 4

Ec

1 2 3 3 4 2 4 6 7 8 3 7 9 10 12 4 9 12 14 16 5 11 15 17 20

Rischio cumulativo Nel caso siano contemporaneamente presenti per la stessa mansione un rischio cutaneo e uno

inalatorio i due indici di rischio sono combinati per individuare un rischio cumulativo utilizzando lo

schema seguente:

IRcum =√ (IRi

2 + IRc

2)

1≤IRcum≤141

CLASSE DI RISCHIO MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

1-10 BASSO/IRRILEVANTE Non necessarie3

11-25 MODESTO Necessarie a medio termine

26-50 MEDIO Necessarie a breve/medio termine

51-75 ALTO Necessarie a breve termine

76-100 MOLTO ALTO Urgenti

3 Risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi (art.224)

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B. VALUTAZIONE RISCHIO PER LA SICUREZZA

Per la valutazione del rischio sicurezza dovuto all’utilizzo di agenti chimici pericolosi si propone

una valutazione di tipo qualitativo. Infatti è possibile trovarsi nelle seguenti condizioni:

1) Rischio basso per la sicurezza

Requisiti da soddisfare affinché il livello di rischio per la sicurezza sia automaticamente moderato:

1. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze

infiammabili

2. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di sostanze chimicamente instabili

3. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di fiamme libere fonti di accensione o simili

4. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di altri materiali combustibili, comburenti o simili

5. nel luogo di lavoro è esclusa la presenza di sostanze facilmente volatili (temperatura di

ebollizione inferiore a 65°C) ed infiammabili

6. il luogo di lavoro è classificato a rischio incendio basso secondo il DM 10/03/98

2) Rischio non basso per la sicurezza

Frase di rischio Descrizione Azione

R01 Esplosivo allo stato secco. Sostituire il prodotto R02 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione. Sostituire il prodotto

R03 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione. Sostituire il prodotto

R04 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. Sostituire il prodotto R05 Pericolo di esplosione per riscaldamento. Sostituire il prodotto R06 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria. Sostituire il prodotto R09 Esplosivo in miscela con materie combustibili. Sostituire il prodotto R12 Altamente infiammabile. Sostituire il prodotto R13 Gas liquefatto altamente infiammabile. Sostituire il prodotto R14 Reagisce violentemente con l’acqua. Sostituire il prodotto R14/15 Reagisce violentemente con l’acqua liberando gas facilmente infiammabili. Sostituire il prodotto R15/29 A contatto con l’acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili. Sostituire il prodotto R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti. Sostituire il prodotto R18 Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili. Sostituire il prodotto R19 Può formare perossidi esplosivi. Sostituire il prodotto R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato sostituire il prodotto

3) Livello di rischio per la sicurezza da definire attraverso ulteriori approfondimenti integrando

la valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi titolo IX, con il titolo XI del D.Lgs. 81/08

(rischio da atmosfere esplosive) e il DM 10/03/98

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Frase di rischio

Descrizione Azione

R07 Può provocare un incendio. Valutare il rischio per la sicurezza

R08 Può provocare l’accensione di materie combustibili. Valutare il rischio per la sicurezza

R10 Infiammabile. Valutare il rischio per la sicurezza R11 Facilmente infiammabile. Valutare il rischio per la sicurezza

R15 A contatto con l’acqua libera gas facilmente infiammabile. Valutare il rischio per la sicurezza

R17 Spontaneamente infiammabile all’aria. Valutare il rischio per la sicurezza

DESCRIZIONE GENERALE DELLE ATTIVITÀ E DEGLI AGENTI CHIMICI UTILIZZATI

Nelle successive schede vengono identificate tutte le sostanze utilizzate per macroarea, con le

relative caratteristiche di pericolosità.

AMBIENTI AREE OMOGENEE DI RISCHIO

AGENTE CHIMICO CARATTERISTICHE

DI PERICOLO

TUTTI GLI AMBIENTI

IMPIEGATO AMMINISTRATIVO

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE

DOCENTE

BIBLIOTECARIO

TONER – INCHIOSTRI PER

STAMPANTI PERICOLOSO NON PERICOLOSO

COLLE VINILICHE PERICOLOSO NON PERICOLOSO

CORRETTORE LIQUIDO CORRETTORE ROLLER

PERICOLOSO NON PERICOLOSO

Si può ragionevolmente ritenere che i lavoratori che effettuano la sostituzione delle cartucce di

colore non siano esposti alla polvere di toner in quanto la cartuccia è completamente chiusa, ed i

connettori di immissione del toner nella stampante sono tali che se anche sfiorati con la mano non

emettono toner, a meno di rotture della cartuccia stessa.

Le schede di sicurezza dei toner, attualmente presenti sul mercato per la tipologia di stampanti

d’ufficio, classificano il toner come prodotto non pericoloso. La colla vinilica presente nei piccoli

contenitori per l’ufficio e il correttore sono identificati come prodotti non pericolosi.

Tali prodotti non hanno indicazioni specifiche in merito al rischio sicurezza ed i quantitativi presenti

all’interno degli ambienti di lavoro sono quelli minimi raccomandabili per l’uso giornaliero.

All’interno del ciclo lavorativo si evidenzia l’utilizzo di sole sostanze classificate come non

pericolose per la salute e sicurezza dei lavoratori e per l’ambiente pertanto è possibile applicare la

metodologia semplificata “CUT OFF” definita dal modello applicativo della Regione Piemonte.

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Per l’area omogenea di rischio COADIUTORE si è provveduto alla valutazione analitica del rischio

in quanto le schede di sicurezza dei prodotti principalmente impiegati nelle lavorazioni non

rientravano tra quelle classificate come non pericolose e pertanto non è stato possibile applicare la

metodologia semplificata del “CUT OFF” definita dal modello applicativo della Regione Piemonte.

SOSTANZA/ PREPARATI PERICOLOSI

FRASI - R -

SOGGETTI ESPOSTI

GRAVITÀ DURATA QUANTITÀINDICE DI

EXPO CUTANEA

IRi IRC IRcumINDICE DI RISCHIO

AMMONIACA R34 COADIUTORE /ADDETTO

PULIZIE 2

1 ( inferiore 4 ore minuti al

giorno)

2 4 4 8 9 BASSO / IRRILEVANTE

CANDEGGINA R36-38 COADIUTORE /ADDETTO

PULIZIE 2

1 ( 20 minuti al

giorno)

2 (3,50 Kg alla settimana)

4 2 4 6 BASSO / IRRILEVANTE

ESITO DELLA VALUTAZIONE

Il percorso seguito per l’identificazione e la definizione del rischio da esposizione da agenti chimici

(così come previsto dall’art. 223 del D.Lgs. 81/08), con l’applicazione della metodologia “CUT

OFF”, porta a concludere che per IMPIEGATO AMMINISTRATIVO, BIBLIOTECARIO, DOCENTE

E DOCENTE LABORATORIO MUSICALE:

in relazione alle caratteristiche intrinseche degli agenti chimici impiegati nell’attività

lavorativa, alle modalità operative descritte, alla frequenza di esposizione ed alla

presenza di dispositivi di protezione collettiva e individuale presenti, si definisce il

rischio da agenti chimici come irrilevante per la salute, e basso per la sicurezza

per cui si applicano le misure generali di sicurezza secondo quanto indicato nell’art.

224.

Il percorso seguito l’analisi analitica del rischio derivante da inalazione e il rischio derivante

da contatto cutaneo porta a concludere che:

in relazione alle caratteristiche intrinseche degli agenti chimici impiegati nell’attività

lavorativa, alle modalità operative descritte, alla frequenza di esposizione ed alla

presenza di dispositivi di protezione collettiva e individuale presenti, si definisce il

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rischio da agenti chimici per la mansione di COADIUTORE come irrilevante per la

salute, e basso per la sicurezza.

AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Ad ogni mutamento del processo produttivo significativo ai fini della sicurezza e della salute sul

lavoro è necessario aggiornate la valutazione dei rischi. Secondo quanto previsto dal Titolo IX,

Capo I, art. 223 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro provvede alle misure di agenti chimici

ogniqualvolta debba verificare l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione adottate e per

individuare precocemente le esposizioni anomale causate da un evento non prevedibile o da

incidente, con metodi di campionatura e di misurazioni conformi alle indicazioni del D.Lgs 81/08

(art. 225) “…il datore di lavoro periodicamente ed ogni qualvolta sono modificate le condizioni che

possono influire sull’esposizione, provvede ad effettuare le misurazioni degli agenti che possono

presentare un rischio per la salute, con metodiche standardizzate di cui è riportato un elenco non

esaustivo nell’allegato XLI e, in loro assenza, con metodiche appropriate e con particolare

riferimento ai valori limite di esposizione professionale e per periodi rappresentativi

dell’esposizione in termini spazio-temporali”.

3.2.3 Valutazione rischio gestanti

La valutazione del rischio gestanti è stata effettuata su documento separato come allegato al

presente documento, la stessa è stata effettuata in conformità al D.Lgs 81/2008 e ha come finalità

la tutela dei lavoratori in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro garantendo l’uniformità

della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli

essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.

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3.2.4 Valutazione rischio da movimentazione manuale dei carichi

IINNTTRROODDUUZZIIOONNEE Per movimentazione manuale dei carichi si intendono “le operazioni di trasporto o di sostegno di

un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,

tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle

condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l'altro “rischi di patologie da sovraccarico

biomeccanico, in particolare dorso-lombari “ (art 167 del Titolo VI del D.Lgs 81/2008).

La presente valutazione segue quanto prescritto nell’art. 168 del D.Lgs 81/2008 ossia

l’individuazione di tutte le attività che comportano la potenziale esposizione alla movimentazione

manuale dei carichi e le condizioni di sicurezza e di salute connesse all’attività oggetto di

valutazione.

Inoltre vengono individuate tutte le misure organizzative necessarie, i mezzi appropriati o

l’organizzazione dei posti di lavoro allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione

manuale di detti carichi o in modo che detta movimentazione sia quanto più possibile sicura e

sana.

CCAAMMPPOO DDII AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE

La presente valutazione si applica a tutte le attività che comportano (art. 168 del D.Lgs 81/2008) :

a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad

opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o

spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche

sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-

lombari;

b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari,

muscolotendinee e nervovascolari.

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AANNAALLIISSII DDEELL RRIISSCCHHIIOO PPrroocceedduurree,, mmooddeellllii ee ccrriitteerrii ddii vvaalluuttaazziioonnee ddeell rriisscchhiioo ccoonnnneessssoo aallllaa mmoovviimmeennttaazziioonnee mmaann..

La valutazione del rischio connesso all’attività di movimentazione manuale di carichi è stata

preceduta da una analisi del lavoro (operata nel contesto della più generale valutazione dei rischi

di cui all’art. 17 del D.Lgs 81/2008) con cui in particolare si sono evidenziati se, tra i compiti

lavorativi previsti per uno o più lavoratori sono compresi quelli di movimentazione manuale di

carichi nonché, nel caso, le caratteristiche tipologiche, di durata e di frequenza degli stessi come

da allegato XXXIII del D.Lgs 81/2008:

- caratteristiche del carico

- sforzo fisico richiesto

- caratteristiche dell’ambiente di lavoro

- esigenze connesse all’attività

Individuati tali compiti, per quanto attiene più specificamente la tecnica di valutazione, è stata

utilizzata una metodologia derivata dalla letteratura e da linee guida internazionali che tengono

conto dei riferimenti fin qui forniti a lettura ed interpretazione del testo

Si tratta di tre percorsi diversi a seconda che si tratti di valutare:

1) azioni di sollevamento (o abbassamento) di carichi

2) azioni di trasporto con cammino o di tirare o di spingere.

3) attività ripetitiva degli arti superiori

1) Metodologia di valutazione di azioni di sollevamento

Per tale genere di azioni è utile ricorrere al modello proposto dal NIOSH (1993) che è in grado di

determinare, per ogni azione di sollevamento, il cosiddetto “limite di peso raccomandato”

attraverso un’equazione che, a partire da un massimo peso ideale sollevabile in condizioni ideali

(vedi tabella 3), considera l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli e tratta questi ultimi con

appositi fattori di demoltiplicazione. I fattori di calcolo del modello generale dell’equazione del

NIOSH sono riportati in tabella 1.

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Tabella 1 Fattori per il calcolo del limite di peso raccomandato

KG

X

peso massimo raccomandato in condizioni ottimali di sollevamento

FATTORE ALTEZZA

X

altezza da terra delle mani all’inizio del sollevamento

FATTORE DISLOCAZIONE

X

distanza verticale del peso tra inizio e fine del sollevamento

FATTORE ORIZZONTALE X

distanza massima del peso dal corpo durante il sollevamento

FATTORE FREQUENZA X

frequenza del sollevamento in atti al minuto (=0 se > 15 volte/min.)

FATTORE ASIMMETRIA X

dislocazione angolare del peso rispetto al piano sagittale del soggetto

FATTORE PRESA

X

giudizio sulla presa del carico

= PESO RACCOMANDATO

Sulla scorta del risultato ottenuto (valore dell’indicatore) è possibile delineare le misure di

prevenzione e protezione da adottare (vedi tabella 2)

tabella 2: valori limite di esposizione per azioni di sollevamento

P. VALORE SITUAZIONE PROVVEDIMENTI

A ≤ 0.85 Trascurabile Nessuno

B 0.86 ≤ X < 1 Non trascurabileFormazione e informazione del

personale

C ≥ 1.00 Interventi immediati

Interventi di prevenzione Attivazione della sorveglianza sanitaria

Formazione e informazione del personale

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tabella 2b: massimo peso ideale sollevabile in condizioni ideali

POPOLAZIONE LAVORATIVA MASSA DI RIFERIMENTO (KG)*

Maschi (18 – 45 anni) Femmine (18 – 45 anni)

25

20

Maschi giovani (fino a 18 anni) ed anziani (oltre 45 anni) 20

Femmine giovani(fino a 18 anni) ed anziane (oltre 45 anni)

15

(*) si ritiene di proporre che la massa di riferimento o costante di peso per i lavoratori e le lavoratrici di età superiore ai 50 anni sia di 15 Kg (Regione Veneto - ULSS17, Aprile 2009)

2) Metodologia di valutazione di azioni di trasporto in piano di carichi e di tirare e/o spingere.

Non esiste per tali generi di azioni un modello valutativo collaudato e scaturito dall’apprezzamento

integrato di molteplici approcci, come è quello del NIOSH per azioni di sollevamento.

Allo scopo pertanto possono risultare comunque utili i valori limite di riferimento del peso (azioni di

trasporto) o della forza esercitata (in azioni di tirare o spingere, svolte con l’intero corpo) nella fase

iniziale e di mantenimento dell’azione. Con essi si forniscono per ciascun tipo di azione, per sesso

per diversi percentili di “protezione” della popolazione sana, nonché per varianti interne al tipo di

azione (frequenza, altezza da terra, metri di trasporto, ecc.)

I valori limite sono riportati nelle Tabelle 3, 4 e 5 delle “Linee guida alla valutazione della

movimentazione manuale dei carichi” dell’ISPESL.

L’uso dei dati riportati nelle figure a fini di valutazione è estremamente semplice: si tratta di

individuare la situazione che meglio rispecchia il reale scenario lavorativo esaminato, decidere se

si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche femminile, estrapolare il valore

raccomandato (di peso o di forza) e confrontarlo con il peso o la forza effettivamente azionati

ponendo quest’ultima al numeratore e il valore raccomandato al denominatore.

Si ottiene così un indicatore di rischio del tutto analogo a quello ricavato con la procedura di analisi

di azioni di sollevamento. La quantificazione delle forze effettivamente applicate richiede il ricorso

ad appositi dinamometri da applicare alle reali condizioni operative sul punto di azionamento dei

carrelli manuali.

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Tabella 3 - Azioni di spinta: massime forze (iniziali e di mantenimento in kg) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra

FI = forza iniziale - FM = forza di mantenimento Tabella 3: maschi, distanza 2 - 7,5 - 15 metri Distanza 2 metri

7,5 metri 15 metri

Azione ogni 6s 12s 1m 2m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 2m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra

145 cm FI 20 22 25 25 26 26 31 14 16 21 21 22 22 26 16 18 19 19 20 21 25 FM 10 13 15 16 18 18 22 8 9 13 13 15 16 18 8 9 11 12 13 14 16 95 cm FI 21 24 26 26 28 28 34 16 18 23 23 25 25 30 18 21 22 22 23 24 28 FM 10 13 16 17 19 19 23 8 10 13 13 15 15 18 8 10 11 12 13 13 16 65 cm FI 19 22 24 24 25 26 31 13 14 20 20 21 21 26 15 17 19 19 20 20 24 FM 10 13 16 16 18 19 23 8 10 12 13 14 15 18 8 10 11 11 12 13 15

Tabella 3: maschi, distanza 30 - 45 - 60 metri

Distanza 30 metri

45 metri 60 metri

Azione ogni 1m 2m 5m 30m 8h 1m 2m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra

145 cm FI 15 16 19 19 24 13 14 16 16 20 12 14 14 18 FM 8 10 12 13 16 7 8 10 11 13 95 cm FI 17 19 22 22 27 14 16 19 19 23 14 16 16 20 FM 8 10 12 13 16 7 8 9 11 13 65 cm FI 14 16 19 19 23 12 14 16 16 20 12 14 14 17 FM 8 9 11 13 15 7 8 9 11 13

Tabella 3: femmine, distanza 2 - 7,5 - 15 metri

Distanza 2 metri

7,5 metri 15 metri

Azione ogni 6s 12s 1m 2m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 2m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 2m 5m 30m 8h Altezza mani da

terra 135 cm FI 14 15 17 18 20 21 22 15 16 16 16 18 19 20 12 14 14 14 15 16 17 FM 6 8 10 10 11 12 14 6 7 7 7 8 9 11 5 6 6 6 7 7 9 90 cm FI 14 15 17 18 20 21 22 14 15 16 17 19 19 21 11 13 14 14 16 16 17 FM 6 7 9 9 10 11 13 6 7 8 8 9 9 11 5 6 6 7 7 8 10 60 cm FI 11 12 14 14 16 17 18 11 12 14 14 16 16 17 9 11 12 12 13 14 15 FM 5 6 8 8 9 9 12 6 7 7 7 8 9 11 5 6 6 6 7 7 9

Tabella 3: femmine, distanza 30 - 45 - 60 metri

Distanza 30 metri

45 metri 60 metri

Azione ogni 1m 2m 5m 30m 8h 1m 2m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra

135 cm FI 12 13 14 15 17 12 13 14 15 17 12 13 14 15 FM 5 6 6 6 8 5 5 5 6 8 4 4 4 6 90 cm FI 12 14 15 16 18 12 14 15 16 18 12 13 14 16 FM 5 6 6 7 9 5 6 6 6 8 4 4 5 6 60 cm FI 11 12 12 13 15 11 12 12 13 15 10 11 12 13 FM 5 6 6 6 8 5 5 5 6 7 4 4 4 6

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Tabella 4 - Azioni di tiro: massime forze (iniziali e di mantenimento in kg) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra

FI = forza iniziale - FM = forza di mantenimento Tabella 4: maschi, distanza 2 - 7,5 - 15 metri

Distanza 2 metri

7,5 metri 15 metri

Azione ogni 6s 12s 1m 2m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 2m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra 145 cm FI 14 16 18 18 19 19 23 11 13 16 16 17 18 21 13 15 15 15 16 17 20 FM 8 10 12 13 15 15 18 6 8 10 11 12 12 15 7 8 9 9 10 11 13 95 cm FI 19 22 25 25 27 27 32 15 18 23 23 24 24 29 18 20 21 21 23 23 28 FM 10 13 16 17 19 20 24 8 10 13 14 16 16 19 9 10 12 12 14 14 17 65 cm FI 22 25 28 28 30 30 36 18 20 26 26 27 28 33 20 23 24 24 26 26 11 FM 11 14 17 18 20 21 25 9 11 14 15 17 17 20 9 11 12 13 15 15 18 Tabella 4: maschi, distanza 30 - 45 - 60 metri

Distanza 30 metri

45 metri 60 metri

Azione ogni 1m 2m 5m 30m 8h 1m 2m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra 145 cm FI 12 13 15 15 19 10 11 13 13 16 10 11 11 14 FM 7 8 9 11 13 6 7 8 9 10 6 6 7 9 95 cm FI 16 18 21 21 26 14 16 18 18 23 13 16 16 19 FM 9 10 12 14 17 7 9 10 12 14 7 9 10 12 65 cm FI 18 21 24 24 30 16 18 21 21 26 15 18 18 22 FM 9 11 13 15 18 8 9 11 12 15 8 9 10 12 Tabella 4: femmine, distanza 2 - 7,5 - 15 metri

Distanza 2 metri

7,5 metri 15 metri

Azione ogni 6s 12s 1m 2m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 2m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra 135 cm FI 13 16 17 18 20 21 22 13 14 16 16 18 19 20 10 12 13 14 15 16 17 FM 6 9 10 10 11 12 15 7 8 9 9 10 11 13 6 7 7 8 8 9 11 90 cm FI 14 16 18 19 21 22 23 14 15 16 17 19 20 21 10 12 14 14 16 17 18 FM 6 9 10 10 11 12 14 7 8 9 9 10 10 13 5 6 7 7 8 9 11 60 cm FI 15 17 19 20 22 23 24 15 16 17 18 20 21 22 11 13 15 15 17 18 19 FM 5 8 9 9 10 11 13 6 7 8 8 9 10 12 5 6 7 7 7 8 10 Tabella 4: femmine, distanza 30 - 45 - 60 metri

Distanza 30 metri

45 metri 60 metri

Azione ogni 1m 2m 5m 30m 8h 1m 2m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza

mani da terra 135 cm FI 12 13 14 15 17 12 13 14 15 17 12 13 14 15 FM 6 7 7 8 10 6 6 7 7 9 5 5 5 7 90 cm FI 13 14 15 16 18 13 14 15 16 18 12 13 14 16 FM 6 7 7 7 10 5 6 6 7 9 5 5 5 7 60 cm FI 13 14 15 17 19 13 14 15 17 19 13 14 15 17 FM 6 6 6 7 9 5 6 6 6 8 4 5 5 6

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Tabella 5 - Azioni di trasporto in piano: massimo peso raccomandato (in kg) per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso, distanza di percorso, frequenza di trasporto, altezza delle mani da terra

Distanza 2 metri

4 metri 8 metri

Azione ogni 6s 12s 1m 2m 5m 30m 8h 10s 15 1m 2m 5m 30m 8h 18s 24s 1m 2m 5m 30m 8h Maschi Altezza mani da

terra 110 cm FI 10 14 17 17 19 21 25 9 11 15 15 17 19 22 10 11 13 13 15 17 20 80 cm FI 13 17 21 21 23 26 31 11 14 18 19 21 23 27 13 15 17 18 20 22 26

Femmine Altezza mani da

terra 100 cm FI 11 12 13 13 13 13 18 9 10 13 13 13 13 18 10 11 12 12 12 12 16 70 cm FI 13 14 16 16 16 16 22 10 11 14 14 14 14 20 12 12 14 14 14 14 19 \

3) Metodologia di valutazione di azioni ripetitive e posture incongrue Per tale genere di azioni è utile ricorrere al modello proposto dall’OCRA (Occupational Ripetitive

Actions); esso è stato sviluppato per analizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di lavoratori

addetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio (ripetitività, forza, posture/movimenti

incongrui, assenza di periodi di recupero, … ).

Da un punto di vista biomeccanico, il modello di analisi del rischio pone l'attenzione sui seguenti

elementi, quali principali fattori determinanti l'insorgere del rischio:

- ripetitività delle azioni;

- forza;

- postura incongrua (sollecitazioni estreme agli angoli delle articolazioni);

- periodi di recupero;

Oltre alle categorie sopra elencate viene analizzata una serie di fattori complementari variabili, in

quanto specifici del tipo di compito lavorativo svolto, che determinano per il lavoratore un

incremento delle condizioni di disagio (discomfort) complessivo; per citare alcuni esempi si pensi

all'uso di strumenti vibranti, a possibili condizioni microclimatiche sfavorevoli presenti nell'ambiente

di lavoro o alla necessità di indossare guanti protettivi per svolgere la propria mansione.

La durata di esposizione nel turno lavorativo, infine, rappresenta un altro parametro basilare nella

quantificazione dell'impegno del lavoratore. E' quindi molto importante effettuare un'analisi

dettagliata del lavoro con movimenti ripetitivi.

L’indice di rischio è diviso in fasce (verde, gialla, rossa - vedi tabella 6) corrispondente

rispettivamente ad un rischio assente, lieve e presente. A differenza di altri metodi, il metodo

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OCRA consente di valutare un indice complessivo nel caso di più compiti svolti durante il turno di

lavoro

tabella 6: valori limite di esposizione per azioni ripetitive

OCRA FASCIA RISCHIO

FINO A 7,5 FASCIA VERDE ACCETTABILE

7,6 - 11,0 GIALLA BORDERLINE O MOLTO LIEVE

11,1 - 14,0 14,1 - 22,5

ROSSO LEGGERO

ROSSO MEDIO LIEVE - MEDIO

>= 22,6 VIOLA (rosso

intenso) ELEVATO

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Schema generale di flusso nella valutazione del rischio connesso a movimentazione manuale di carichi

Si

IL LAVORO COMPORTA ATTIVITÀ DI MOVIMENTAZIONE MANUALE O AZIONI RIPETITIVE?

No

Si

VI E’ UN RISCHIO DI SOVRACCARICO

BIOMECCANICO E/O DI LESIONI DORSO

LOMBARI? No

Si

E’ POSSIBILE AUTOMATIZZARE, MECCANIZZARE O AUSILIARE LE/LA

OPERAZIONI?

No

Si

IL RISCHIO E’ INSIGNIFICANTE?

Si

RISCHIORESIDUO

DETERMINAZIONEDELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

No

Si

IL RISCHIO E’ CONTENUTO?

No FINE VALUTAZIONE E CONTROLLO PERIODICO

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DDEESSCCRRIIZZIIOONNEE DDEELLLL’’AATTTTIIVVIITTÀÀ CCHHEE CCOOMMPPOORRTTAA LLAA MMMMCC BIBLIOTECARIO I lavoratori che ricoprono questa mansione eseguono compiti di varia natura, in particolare tra i compiti che determinano MMC si individuano le attività di trasporto e gestione della Biblioteca Durante le attività tipo l’addetto movimenta con frequenza varia: • Libri e carta con peso variabile (ad esempio – 3/8/10 kg) Valutazione di azioni di sollevamento Vista la variabilità dei compiti si è proceduto al calcolo relativo alle azioni di sollevamento più comuni nello svolgimento dell’ attività e quindi ad un indice composito di sollevamento che sia indicativo per la valutazione dell’esposizione al rischio della mansione. Tabella riassuntiva indici di sollevamento calcolati con metodo NIOSH.

Maschi tra i 18 e

45 anni

Maschi meno di 18 o più di 45 anni

Donne tra i 18 e 45 anni

Donne meno di 18 o più di 45

anni

Libri 8 kg 0,55 0,68 0,91

Libri 10 kg 0,68 0,86 1,14

Libri 3 kg Non rilevante Non rilevante Non rilevante

Indice composito 0,68 0,86 1,14 Valutazione di azioni di trasporto Gli addetti possono compiere azioni di trasporto di materiali connessi alle sopra descritte azioni in particolare nella dislocazione a mano dei faldoni. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni di trasporto sia presente con indice medio. Valutazione di azioni di spinta Gli addetti possono compiere azioni di spinta di materiali connessi all’uso dei carrelli a mano. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni di spinta sia presente con indice medio.

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Valutazione di azioni ripetitive Gli addetti svolgono il compito con azioni relativamente ripetitive nel corso dell’intera giornata. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni ripetute sia presente con indice medio. COADIUTORE I lavoratori che ricoprono questa mansione eseguono compiti di varia natura, in particolare tra i compiti che determinano MMC si individuano le attività di trasporto e gestione dell’archivi e delle biblioteca. Gli addetti sono inoltre incaricati delle operazioni di pulizia all’interno della sede Durante le attività tipo l’addetto movimenta con frequenza varia: • Libri e carta con peso variabile (ad esempio – 3/8/10 kg) • Secchi e carrelli (ad esempio – 10 kg) Valutazione di azioni di sollevamento Vista la variabilità dei compiti si è proceduto al calcolo relativo alle azioni di sollevamento più comuni nello svolgimento dell’ attività e quindi ad un indice composito di sollevamento che sia indicativo per la valutazione dell’esposizione al rischio della mansione. Tabella riassuntiva indici di sollevamento calcolati con metodo NIOSH.

Maschi tra i 18 e

45 anni

Maschi meno di 18 o più di 45 anni

Donne tra i 18 e 45 anni

Donne meno di 18 o più di 45

anni

Secchi e carrelli 10 kg 0,68 0,86 1,14

Libri 8 kg 0,55 0,68 0,91

Libri 10 kg 0,68 0,86 1,14

Libri 3 kg Non rilevante Non rilevante Non rilevante

Indice composito 0,68 0,86 1,14 Valutazione di azioni di trasporto Gli addetti possono compiere azioni di trasporto di materiali connessi alle sopra descritte azioni in particolare nella dislocazione a mano dei faldoni.

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Inoltre alle azioni di trasporto possono essere effettuate per l’occasionale spostamento di materiali da trasferire tra i differenti livelli della struttura Inoltre gli addetti effettuano operazioni di spinta e traino dei carrelli per le attività di pulizia dei locali della sede. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni di trasporto sia presente con indice medio. Valutazione di azioni di spinta Gli addetti possono compiere azioni di spinta di materiali connessi all’uso dei carrelli a mano. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni di spinta sia presente con indice medio.

Valutazione di azioni ripetitive Gli addetti svolgono il compito con azioni relativamente ripetitive nel corso dell’intera giornata. Pertanto si considera che il rischio derivante dalle azioni ripetute sia presente con indice medio. IMPIEGATO AMMINISTRATIVO

L’addetto svolge solo attività di ufficio.

In particolare non vengono effettuate attività comportanti movimenti di sollevamento e nessuna

attività comportante movimenti di spinta o traino. Il saltuario sollevamento e trasporto di faldoni

contenenti pratiche amministrativa del peso di circa 3 kg sono da considerarsi, per pesi e

frequenze, non rilevanti per l’insorgere di un rischio legato alla MMC.

DOCENTE E DOCENTE LABORATORIO MUSICALE

L’addetto svolge attività di insegnamento

In particolare non vengono effettuate attività comportanti movimenti di sollevamento e nessuna

attività comportante movimenti di spinta o traino.

Per i Docenti che si occupano dell’insegnamento con l’ausilio di strumenti musicali è

rilevante il rischio di patologie derivanti dal Sovraccarico Biomeccanico degli arti superiori

derivante dai movimenti ripetuti nell’uso degli strumenti musicali

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VVAALLUUTTAAZZIIOONNEE FFIINNAALLEE Il personale individuato nell’area di rischio da mansione: BIBLIOTECARIO e COADIUTORE è esposto al rischio derivante dalla movimentazione manuale

dei carichi per la componente dovuta alle azioni di sollevamento.

La valutazione condotta tramite metodologia NIOSH ha portato ad individuare per le suddette

mansioni un rischio non trascurabile con Indice compositi di sollevamento prossimi all’ 1 per

lavoratori con età superiore ai 45 anni e per le lavoratrici donne. Come precedentemente esposto i

valori sono stati calcolati adottando valori cautelativi e tutte le mansioni presentano per una

significativa percentuale dell’orario lavorativo mansioni che non comportano movimentazione

manuale dei carichi e che pertanto permettono un relativo riposo biomeccanico dei lavoratori.

MMIISSUURREE DDII PPRREEVVEENNZZIIOONNEE EE PPRROOTTEEZZIIOONNEE

Formazione del personale esposto al rischio

- Il personale viene informato e formato sulle modalità e procedure di sicurezza relative alla

movimentazione manuale dei carichi.

- I lavoratori soggetti a limitazioni dovute all’ età o a parziali inidoneità sono informati e formati

sulle supplementari misure di sicurezza in loro tutela

Sorveglianza sanitaria

Il personale è soggetto alla sorveglianza sanitaria come da PSS redatto del Medico Competente.

Tabella riassuntiva.

MANSIONE SORVEGLIANZA

SANITARIA

NOTE

uomini donne BIBLIOTECARIO SI SI COADIUTORE SI SI IMPIEGATO AMMINISTRATIVO NO NO a discrezione del MC DOCENTE NO NO a discrezione del MC DOCENTE LABORATORIO MUSICALE

SI SI

Improntata sul controllo di

patologie derivanti dal

Sovraccarico biomeccanico degli

arti superiori

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3.2.5 Valutazione rischio ATEX

Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. nel TITOLO XI artt. 287-297 e allegato XLIX, stabilisce le prescrizioni

minime per la sicurezza e la salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di

atmosfere esplosive.

Esso prevede che il Datore di lavoro debba identificare il pericolo connesso alla capacità delle

sostanze presenti di formare, con l’aria, miscele che possano essere potenzialmente esplosive; a

tale scopo, ai fini della valutazione dei rischi di esplosione vengono presi in considerazione i

seguenti parametri:

probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;

probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e

divengano attive ed efficaci;

caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;

entità degli effetti prevedibili;

sistemi di contenimento.

Altresì la valutazione tiene in conto i luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite

aperture, con quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive.

Il Datore di lavoro deve, inoltre, precisare:

- i rischi di esplosione dove sono stati individuati e valutati

- quali sono i luoghi che sono stati classificati nelle zone di cui all’allegato XLIX

- le misure di prevenzione e protezione adeguate adottate per raggiungere gli obiettivi previsti

dalla Direttiva

Ai fini della “identificazione delle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive” (art. 293-

del D.Lgs 81/2008 e s.m.i.) così come previsto dalla Norma CEI 31-30 e guida CEI 31-35 per la

classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di gas, vapori e nebbie, e norma CEI 31-52 per

la classificazione dei luoghi pericolosi per presenza di polvere combustibile, si procede alla

individuazione di tutti quei fattori che concorrono alla determinazione della classificazione dei

luoghi con pericolo di esplosione (zone).

Le Fasi valutative si dividono in:

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A. Analisi del contesto operativo (condizioni dei locali, modalità operative, modalità di

stoccaggio e di utilizzo della sostanza ecc..) e che può prevedere la presenza di atmosfere

esplosive o che può generare sorgenti di emissione di atmosfere esplosive.

B. Analisi delle caratteristiche chimico fisiche delle sostanze presenti e/o utilizzate negli

ambienti di lavoro

C. Valutazione del grado di ventilazione degli impianti utilizzati

Valutazione

Dall’analisi degli ambienti di lavoro, del processo e delle sostanze ed attrezzature impiegate, e a

seguito delle valutazioni su citate si può pertanto definire tale rischio assente o irrilevante.

3.2.6 Valutazione rischio vibrazioni

Scopo della Valutazione del Rischio all’esposizione alle vibrazioni è individuare le possibili sorgenti

di vibrazioni, intese come attrezzature e/o processi di lavorazione, e valutare la probabilità di

danno alle persone, come previsto dal Titolo VIII Capo III del D.Lgs 81/08.

Le attrezzature utilizzate dal personale operante nella sede, Impiegati amministrativi e Impiegati

tecnici, non generano vibrazioni mano-braccio.

Possibili situazioni di esposizione alle vibrazioni al corpo interno possono verificarsi in caso di

utilizzo della vettura aziendale e piccoli furgoni. L’utilizzo di tale vettura è sporadico e limitato nel

tempo di utilizzo.

Si può ragionevolmente supporre che il rischio vibrazioni meccaniche sia assente per tutte

le aree omogenee di rischio

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3.2.7 Valutazione rischio rumore

Scopo della Valutazione del Rischio all’esposizione al Rumore è individuare le possibili sorgenti di

rumore, conoscere il livello di rumorosità esistente in tutti gli ambienti di lavoro e identificare i

lavoratori con un livello di esposizione personale superiore al valore di soglia -80 dB(A), superiore

al valore superiore di azione -85 dB(A), o superiore al valore limite -87 dB(A), per l’attuazione delle

misure di prevenzione e di protezione previste dal Capo II, Titolo VIII del D.Lgs. 81/08.

In particolare viene valutata l’esposizione al rumore di specifiche attività produttive caratterizzate

per livelli di rumorosità a cui espongono, in modo più o meno continuativo a seconda delle

mansioni, gli addetti, indicando le misure tecniche, organizzative e procedurali concretamente

attuabili che il Datore di Lavoro ha messo in atto al fine della riduzione dell’esposizione.

Si può ragionevolmente supporre che il rischio rumore sia assente per le seguanti aree di

rischio : Impiegato amministrativo, Docente, Bibliotecario , Coadiutore

Non si può invece escludere il rischio per la mansione di Docente Laboratorio Musicale, per

il quale manca però una valutazione specifica di riferimento.

In riferimento alla “Linea guida per il settore della musica e delle attività ricreative, ai sensi

dell’articolo 198 del D.Lgs. 81/2008 s.m.i., approvata dalla Commissione consultiva

permanente per la sicurezza e la salute sul lavoro nella seduta del 7 marzo 2012” si riportano

qui sotto i livelli sonori di alcune attività legate alla musica:

Tabella 1-A. Livelli sonori di alcune attività legate alla musica

Tipologia di sorgente Livello di pressione sonora ponderata AEsercitazione normale al pianoforte a 1 m 60 ÷ 80 dB

Pianoforte fortissimo 92 ÷ 95 dB Cantante a distanza di 1 m 80 ÷ 100 dB

Musica da camera in una sala di piccole dimensioni 75 ÷ 85 dB Artista a centro palco concerto live 80 ÷ 100 dB

Batterista 90 ÷ 100 dB Chitarra elettrica (amplificatore sul palco) 95 ÷ 100 dB

DJ 95 ÷ 105 dB Personale di servizio sotto palco 100 ÷ 105 dB

Regia audio/video 80 ÷ 95 dB Cameraman e addetto alla movimentazione camera

ripresa 80 ÷ 95 dB

Mixer palco /sala 90 ÷ 100 dB Disco Bar 85 ÷ 95 dB

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Tabella 1-B. Livelli sonori specifici per i teatri lirici

Esercitazione individuale

Prove Concerti

Esposizione complessiva

Lezione di Musica (*)

STRUMENTO Leq dB(A) Leq dB(A) Leq dB(A) Leq dB(A) Violino 90 90 89 84 Viola 90 89 89 83

Violoncello 84 87 87 79 Contrabbasso 81 87 85 75

Arpa 87 91 89 81 Clarinetto 92 91 92 87

Oboe 85 88 86 83 Fagotto 87 90 89 83 Flauto 91 91 93 85 Corno 93 92 92 89

Tromba 93 92 94 91 Trombone 96 96 95 91

Tuba 93 91 92 90 Batteria 93 89 91 89

3.2.8 Valutazione rischio biologico

Scopo della valutazione del rischio biologico è individuare le possibili situazioni che possono

esporre il lavoratore al contatto con agenti biologici, individuare le caratteristiche di tali agenti

biologici e le conseguenti misure di prevenzione e protezione, come richiesto dal Titolo X del D.Lgs

81/08.

All’interno della sede, oggetto della presente valutazione, non sono presenti agenti biologici

specifici collegabili alla specifica mansione/attività svolta, ma possono comunque essere

individuate delle situazioni in cui il lavoratore in modo non deliberato viene a trovarsi a contatto con

agenti biologici.

I possibili ambienti in cui possono annidarsi degli agenti biologici sono i servizi sanitari o

ambienti/attrezzature dove si possono verificare ristagni d’acqua, o degli ambienti caldi ed umidi, o

contatto con parti ferrose taglienti.

In caso di presenza di giardino/cortile il contatto con animali, potrebbe portare ad una trasmissione

di agenti biologici.

Le misure adottate per ovviare a possibili situazioni di contatto con tali agenti biologi sono:

pulizia giornaliera dei servizi igienici e di tutti gli ambienti di lavoro;

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pulizia annuale dei filtri dell’impianto di condizionamento;

disinfestazione periodica blatte, o altri animali eventualmente individuati all’interno del

cortile/piani interrati;

invio al macero del materiale ferroso rotto, ed accatastato in ambienti quali ad esempio

depositi, seminterrati etc.;

formazione sull’ordine e la pulizia degli ambienti di lavoro.

Per il personale riconducibile alla mansione di Coadiutore, sebbene non un faccia un uso

deliberato di agenti biologici, gli addetti possono essere accidentalmente esposti al rischio di

contrarre patologie infettive in seguito a contatto di ferite durante le operazioni di pulizia dei servizi

igienici e della sede. Viene pertanto prescritto l’uso di guanti durante tutte le suddette operazioni.

Inoltre, considerata la presenza del giardino, dell’atrio esterno e dei locali tecnici dove il personale

effettua operazioni di pulizia si prescrive l’obbligo della vaccinazione contro il tetano per tutto

il personale con mansione Coadiutore in quanto gli addetti possono essere accidentalmente

esposti al rischio di contrarre patologie infettive in seguito a contatto di ferite con elementi metallici

sporchi o con il terreno.

Tutto il personale è sottoposto a formazione riguardante l’etichettatura delle sostanze pericolose

( rischio chimico e biologico) in modo da essere in grado di riconoscere contenitori e recipienti

potenzialmente pericolo con i quali dovesse accidentalmente entrare in contatto.

Pur in considerazione di una probabilità moto bassa, si valuta , in considerazione della gravità

delle conseguenze, come rischio medio-basso quello riveniente dall’esposizione accidentale ad

agenti biologici.

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3.2.9 Valutazione rischio cancerogeno

Scopo della valutazione del rischio cancerogeno è individuare le possibili situazioni che possono

esporre il lavoratore al contatto con agenti classificati cancerogeni, individuare le caratteristiche di

tali agenti cancerogeni e le conseguenti misure di prevenzione e protezione, come richiesto dal

Titolo IX D.Lgs 81/08, capo II –Agenti cancerogeni e mutageni, capo III – Amianto.

All’interno della struttura, per quanto riguarda le mansioni valutate, ad oggi non sono utilizzate

sostanze chimiche classificate come cancerogene o lavorazioni/ambienti dove è possibile

individuare elementi classificati cancerogeni per l’essere umano

3.2.10 Valutazione rischio da campi elettromagnetici

Come richiesto dal D.Lgs 81/08- Titolo VIII capo IV, lo scopo della valutazione del rischio da

esposizione a campi elettromagnetici è di individuare le possibili situazioni che possono

comportare per il lavoratore effetti nocivi a breve termine derivanti dalla circolazione di correnti

indotte e dall’assorbimento di energia, e da correnti di contatto.

In base alla strumentazione impiegata ed alle attrezzature installate all’interno della sede si ritiene

ragionevole supporre che i valori di emissione risultino inferiori ai valori limiti fissati dalla normativa

e dalle principali norme tecniche di settore, pertanto si può considerare il rischio di esposizione dei

lavoratori ai campi elettromagnetici come non significativo.

3.2.11 Valutazione del rischio da stress lavoro-correlato

Scopo della valutazione del rischio da Stress Lavoro Correlato è di individuare quei segnali che

possono emergere da dati oggettivi, contesto del lavoro o contenuto del lavoro stesso, che

generano nei lavoratori disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologia o sociale come

conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o

alle aspettative riposte in loro.

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La valutazione del rischio da stress lavoro correlato viene effettuata su documento separato come

allegato al presente documento, la stessa ha utilizzato il modello proposto dalla metodologia

ISPELS–HSE (Health and Safety Executive) che in una prima fase, attraverso un’analisi degli

indicatori aziendali, permette di individuare i campanelli di allarme che possono generare situazioni

stressogene.

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4 ALLEGATI

Allegato 1 Nomine e verbali di designazione

Allegato 2 Documentazione relativa alla sede e impianti

Allegato 3 Documentazioni relative alle attrezzature

Allegato 4 Mansionario

Allegato 5 Elenco dei dispositivi di protezione individuale

Allegato 6 Documentazioni relative alla fornitura ed alla consegna dei dispositivi di protezione individuale

Allegato 7 Procedure di sicurezza Norme e regolamenti aziendali

Allegato 8 Procedure di coordinamento Art. 26 D.Lgs. 81/2008

Allegato 9 Protocollo formativo

Allegato 10 Documentazione relativa alla informazione, formazione e addestramento dei lavoratori

Allegato 11 Protocollo sanitario

Allegato 12 Documentazione relativa alle attività di sorveglianza sanitaria

Allegato 13 Procedure di emergenza

Allegato 14 Planimetrie

Allegato 15 Indagini ambientali

Allegato 16 Aggiornamenti e integrazioni

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Emissione: 02/2013 revisione n°: 01 Pag.

SINTESI – SPM – ARCHÈ – CSA TEAM – IAL CISL NAZIONALE – IAL ROMA E LAZIO 132/175

Allegato 1

Nomine e verbali di designazione

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Tipologia documento P A NN Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Atto di individuazione del Datore di Lavoro

In sede

Deleghe di funzioni In sede

Ordini di servizio relativi alla sicurezza

In sede

Attribuzioni e incarichi In sede

Nomina del RSPP firmata per accettazione

In sede

Nomina del Medico competente firmata per accettazione In sede

Comunicazione all’INAIL dei nominativi degli RLS In sede

Elezione del rappresentante dei lavoratori

In sede

Riunione periodica annuale In sede

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Allegato 2

Documentazione relativa alla sede e impianti

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Tipologia documento: Struttura P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Certificato di Agibilità

Adeguamento barriere architettoniche (DPR 503/96)

Certificato di Autorizzazione in Deroga (attività lavorativa in ambienti con altezza < di 3mt.)

Certificato di autorizzazione in deroga (attività lavorativa in ambienti sotterranei e/o semisotterranei)

Tipologia documento: Impianto elettrico P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Dichiarazione di Conformità (Legge 46/90 sostituita dal DM 37/2008)

Progetto dell'Impianto Elettrico (in caso rientrante art.6, comma 1 della Legge 46/90 sostituita dal DM 37/2008)

Modelli A "Denuncia di impianto di protezione contro le scariche atmosferiche" (Modello in uso fino al 22/01/02 ed ora abrogato).

Modelli B "Denuncia di impianto di messa a terra" (Modello in uso fino al 22/01/02 ed ora abrogato).

Verifica periodica Impianto di messa a Terra(quinquennale e/o biennale a seconda dell'entità del rischio incendio).

In sede

Denuncia impianti elettrici, di messa a terra e dei dispositivi di protezione dalle scariche atmosferiche in luoghi con pericolo di esplosione (DPR n.462 del 22/10/01)

Verbali di verifica (biennale) degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione (DPR n.462 del 22/10/01)

Tipologia documento: impianti riscaldamento/condizionamento

P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Impianti con potenza nominale < 35kW

Libretto di Impianto (DPR 412/93 e s.m.i.)

Impianti con potenza nominale > 35kW

Libretto di Centrale (DPR 412/93 e s.m.i.)

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Tipologia documento: Antincendio P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Registro (art.5, comma 2, DPR n.37 del 1998) contenete controlli, verifiche, interventi di manutenzione, informazione e formazione del personale.

Certificato di Prevenzione Incendi (CPI)

Tipologia documento: Impianti di sollevamento (ascensori, montacarichi)

P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Libretto dell'Impianto contenete le informazioni riguardanti l'impianto, le caratteristiche costruttive. le verifiche periodiche e/o straordinarie, gli interventi di manutenzione

Verifiche periodiche biennali (art. 13 del DPR 162/99)

Manutenzione ordinaria (ogni sei mesi per gli ascensori/una volta l'anno per montacarichi: art. 15 del DPR 162/99)

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Allegato 3

Documentazioni relative alle attrezzature

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Tipologia documento P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Dichiarazione di Conformità (CE)

Libretti di uso e manutenzione

Verifiche periodiche ISPESL

Registro dei controlli periodici

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Allegato 4

Mansionario

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MANSIONARIO SEDE RISCHI SPECIFICI DELLA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE ID AREA

OMOGENEA DI RISCHIO

AMBIENTI DI LAVORO attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISICI VIBR

Altro DPI

LEGENDA: ATTREZZATURE: uso di utensili e attrezzature specifiche SUFFICIENTE CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA: per i lavoratori stranieri MANSIONE EX ART.28 CO.2 LETT F): mansione che espone i lavoratori a rischi specifici che richiedono riconosciuta capacità professionale,specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento VDT: utilizzo del videoterminale >20 h/settimanali MMC: movimentazione manuale dei carichi AG CHIMICI: uso e manipolazione di agenti chimici AG. CANCEROGENI: uso e manipolazione di agenti cancerogeni e mutageni AG. BIOLOGICI: uso e manipolazione di agenti biologici AG. FISICI: esposizione a rumore, vibrazioni E.M., radiazioni ottiche, sorgenti radiogene, laser. ALTRO: attività particolari: lavoro notturno, conduzione di mezzi, lavoro in elevazione,ecc.

I campi “mansione” e il campo “ambienti di lavoro” sono gli elementi che identificano rispettivamente:: l’attività concretamente svolta dal lavoratore e lo specifico ambiente dove l’attività lavorativa viene svolta.

I campi “rischi specifici” sono gli elementi che identificano i rischi potenziali di esposizione. Nelle valutazioni Specifiche del DVR se ne evidenziano i livelli, le misure di prevenzione e protezione attuate e/o la necessità o meno della sorveglianza sanitaria

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Tabella descrittiva delle aree omogenee di rischio

Sigla Area omogenea di rischio Descrizione

IA Impiegato Amministrativo Impiegato amministrativo, assistenti alla didattica

DLM Docente laboratorio musicale Docente che svolge attività didattica e di laboratorio con l’ausilio di strumenti

musicali

D Docente Docente che svolge attività didattica e di laboratorio senza l’ausilio di strumenti

musicali

B Bibliotecario Attività da Bibliotecario con gestione e riordino libri, riviste e pubblicazioni

C Coadiutore Addetti ai servizi scolastici, pulizia e riordino aule, pulizia servizi, vigilanza,

collaborazione nella sistemazione del materiale cartaceo degli archivi, gestione biblioteca

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

GUIDO Raffaele Direttore Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC,

STAMPANTI

VERDE Stefania Direttore dell’Ufficio di

Ragioneria IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

BENEDETTI Manuela Assistente

Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

CARDULLO Giuseppe

Assistente Amministrativo IA IMPIEGATO

AMMNISTRATIVO UFFICIO PC,

STAMPANTI

DORIANI Cristina Assistente

Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

GONELLA Paolo Assistente

Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

MAGGIO Ivana Assistente

Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

LUSCI Alberto Assistente

Amministrativo IA IMPIEGATO AMMNISTRATIVO

UFFICIO PC, STAMPANTI

PECCATIELLO Roberta Emanuela

Assistente Amministrativo IA IMPIEGATO

AMMNISTRATIVO UFFICIO -

SUPPLENTE PC,

STAMPANTI PART TIME

28 ORE

BIGNARDI Graziella Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

DEPLANO Beatrice Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE DI MOLFETTA Maria Rosanna

Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

EFFORI Marina Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

GARGANO Rosalba Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE GARRAMONE Luciana

Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

LAROSA Marina Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

NELLI Rocco Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

ROMANO Monica Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

ROMEO Barbara Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

SZPOR Elzbieta Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

TRENTIN Ivan Coadiutore C COADIUTORE INTERNO/ESTERNOPRODOTTI

PULIZIE

ASSORGIA Mauro CODD/04 - Pedagogia musicale per Didattica

della Musica D DOCENTE INTERNO -

BARBORO Maurizio CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

BASEVI GAMBARANA Andrea

COTP/01 - Teoria dell’armonia e analisi

D DOCENTE INTERNO -

BENOMA Maurizio CODI/22 - Strumenti a

Percussione DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

BERTONE Bruno CODI/02 - Chitarra DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

BETTUZZI Marco COTP/03 - Pratica e

lettura pianistica DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

BIONDI Maria Paola COTP/03 - Pratica e

lettura pianistica DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

BONGIOVANNI Carmela

CODM/01 - Bibliografia e Biblioteconomia

musicale B BIBLIOTECARIO INTERNO -

BORDIN Anna Maria CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

BRIANZI Laura COTP/01 - Teoria

dell'armonia e analisi D DOCENTE INTERNO -

BRUNIALTI Debora COTP/03 - Pratica e

lettura pianistica DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

BURCHIETTI Filippo CODI/07 - Violoncello DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CANFORI Tiziana CODI/25 -

Accompagnamento pianistico

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CARLASCIO Gianfranco

CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CASTELLANO MauroCODI/25 -

Accompagnamento pianistico

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CAVALLI Luciano CODI/05 - Viola DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CECCONI Elena CODI/13 - Flauto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

COCO Massimo CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

CODIGNOLA Lorenza

CORS/01 - Teoria e tecnica

dell’interpretazione D DOCENTE INTERNO -

CONTE Massimo COMI/04 - Musica

d’insieme per strumenti a fiato

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

CONTI Patrizia CODD/06 - CODM/04 - Storia della Musica per Didattica della Musica

D DOCENTE INTERNO -

CORTESE Gian Enrico

CODI/14 - Oboe DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

COSENTINO Elena Manuela

CODI/01 - Arpa DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

COSTALBANO Carlo COMI/05 - Musica

d’insieme per strumenti ad arco

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

DAMERINI Massimiliano

COMI/03 - Musica da Camera

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

DAPUETO Gisella CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

DI CENSO Carla CODI/23 - Canto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

DI GIANDOMENICO Luciano

CODD/05 - Pratica della lettura vocale e

pianistica per Didattica della musica

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

DOATI ROSSI Romolo Roberto

COME/02 - Composizione musicale

elettroacustica DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

FALDI Cinzia CODM/07 - Poesia per musica e drammaturgia

musicale D DOCENTE INTERNO -

FANTINI Piero Paolo CODI/09 - Clarinetto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GALANTE Carlo CODC/01 -

Composizione D DOCENTE INTERNO -

GALLO Luigi CODI/15 - Saxofono DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GARETTI Elisabetta CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GIACHINO Luigi CODC/01 -

Composizione D DOCENTE INTERNO -

GIANANGELI Massimo

CODI/17 - Trombone DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GIANNINI Giovanni CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GIANNARELLI Valerio

CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

GINANNI Luisella COTP/06 - Teoria,

ritmica e percezione musicale

D DOCENTE INTERNO -

IOVINO Roberto CODM/04 - Storia della

Musica D DOCENTE INTERNO -

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

LARUCCIA Giuseppe CODI/09 - Clarinetto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

LAURICELLA Massimo

CODD/02 - Elementi di composizione per

Didattica della musica D DOCENTE INTERNO -

LAURO Raffaella COTP/03 - Pratica e

lettura pianistica DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

LEVERATTO Pietro CODC/04 - Jazz D DOCENTE INTERNO -

LIPPI Giovanni CODI/07 - Violoncello DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

LUZZATTO Mara CODI/13 - Flauto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

MACELLONI Fabio

CODD/01 - Direzione di coro e repertorio corale

per Didattica della musica

D DOCENTE INTERNO -

MANNORI Patrizia COTP/01 - Teoria

dell’armonia e analisi D DOCENTE INTERNO -

MARCHESE Vittorio CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

MARSANO Riccardo COTP/02 - Lettura della

Partitura D DOCENTE INTERNO -

MERANI Gloria CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

MESSORI Matteo CODI/19 - Organo DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

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SINTESI – SPM – ARCHÈ – CSA TEAM – IAL CISL NAZIONALE 148/175

CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

MONTAGNA Giorgio CODI/25 -

Accompagnamento pianistico

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

NAPOLI Daniela COTP/06 - Teoria,

ritmica e percezione musicale

D DOCENTE INTERNO -

OGNISSANTI Paolo CODI/07 - Violoncello DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

ORSINI Rita COMI/03 - Musica da

Camera DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

OTTINO Claudio CODI/23 - Canto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

PACE Enio CODI/10 - Corno DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

PADERNI Massimo CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

PARRINO Francesco CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

PETRUCCI Barbara COMA/15 -

Clavicembalo e tastiere storiche

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

PEYROT Cécile COTP/06 - Teoria,

ritmica e percezione musicale

D DOCENTE INTERNO -

PIANIGIANI Franco CODI/04 - Contrabbasso DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

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DVR DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

 

CON0006_UP1_P1 Art. 17 e 28 - D.Lgs 81/08 e s.m.i.

Ente/Amm.ne MIUR – CONSERVATORIO DI MUSICA NICCOLO’ PAGANINI DI GENOVA

Plesso Via Albaro 38 - Genova

emissione: 07/2015 revisione n°: 00 Pag.

SINTESI – SPM – ARCHÈ – CSA TEAM – IAL CISL NAZIONALE 149/175

CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

PISANI Alessio CODI/12 - Fagotto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

POLIDORI LUCIANI Ermindo

CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

POZZA Andrea COMJ/09 -

PIANOFORTE JAZZ DLM

DOCENTE LABORATORIO

MUSICALE INTERNO

STUMENTO MUSICALE

SALVI Maurizio Alberto

COMI/01 - Esercitazioni corali

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

SAVINO Elia CODI/16 - Tromba DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

SCALCHI Gloria CODI/23 - Canto DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

SCHICCHI Giuseppina

COTP/03 - Pratica e lettura pianistica

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

SPINIELLO Pasquale COTP/06 - Teoria,

ritmica e percezione musicale

D DOCENTE INTERNO -

STELLINI Enrico CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

TAGLIAMACCO Roberto

COTP/06 - Teoria, ritmica e percezione

musicale D DOCENTE INTERNO -

TAPPERO MERLO Antonio

COMI/02 - Esercitazioni orchestrali

DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

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DVR DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

 

CON0006_UP1_P1 Art. 17 e 28 - D.Lgs 81/08 e s.m.i.

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CONSERVATORIO PAGANINI - GENOVA

DATI MANSIONARIO RISCHI SPECIFICI DA MANSIONE

COGNOME NOME MANSIONE AREA OMOGENEA DI

RISCHIO AMBIENTI DI LAVORO

attrezz VDT MMC AG.

CHIM AG.

CANC AG. BIO

AG. FISICI RUM

AG. FISIC

I VIBR

Altro DPI ID

TARRINI Maurizio CODM/04 - Storia della

Musica D DOCENTE INTERNO -

TERENZIO Donella CODI/06 - Violino DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

VINCENZI Marco CODI/21 - Pianoforte DLM DOCENTE

LABORATORIO MUSICALE

INTERNO STUMENTO MUSICALE

LEGENDA: ATTREZZATURE: uso di utensili e attrezzature specifiche VDT: utilizzo del videoterminale >20 h/settimanali MMC: movimentazione manuale dei carichi AG CHIMICI: uso e manipolazione di agenti chimici AG. CANCEROGENI: uso e manipolazione di agenti cancerogeni e mutageni AG. BIOLOGICI: uso e manipolazione di agenti biologici AG. FISICI: esposizione a rumore, vibrazioni E.M., radiazioni ottiche, sorgenti radiogene, laser. ALTRO: attività particolari: lavoro notturno, conduzione di mezzi, lavoro in elevazione, ecc.

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DVR DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

 

CON0006_UP1_P1 Art. 17 e 28 - D.Lgs 81/08 e s.m.i.

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Allegato 5

Elenco dei dispositivi di protezione individuale

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CON0006_UP1_P1 Art. 17 e 28 - D.Lgs 81/08 e s.m.i.

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Elenco dei Dispositivi di protezione individuale adottati

NOTE

Guanti in vinile o nitrile Tutte le mansioniDurante la sostituzione di toner stampanti

Otoprotettori

DLMDurante le esercitazioni ed i laboratori. Gli ausili vengono messi a disposizione dal DdL senza imporre l’obbligo di utilizzo (per esposizioni > 80 dBa e < 85 dBa)

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Allegato 6

Documentazioni relative alla fornitura ed alla consegna dei

dispositivi di protezione individuale

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Lettere di consegna di Dispositivi di protezione individuale adottati

P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

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SCHEDA CONSEGNA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Data,_______________

Oggetto: Fornitura D.P.I.

Il sottoscritto , nella sua qualità di incaricato ( cognome e nome)

dal del settore_______________________________________ (datore di Lavoro) (specificare) DICHIARA di aver fornito al dipendente con la mansione di_________________ (cognome e nome) (specificare)

i sottoelencati D.P.I.:

D.P.I. TIPO E/O MARCA NUMERO E/O PAIA

Il lavoratore è stato altresì informato che è suo preciso dovere aver cura dei dispositivi di

protezione personali forniti, di non apportarvi modifiche, di utilizzarli nei modi e per le attività

illustrate con…......................................................................……………………………………………

( specificare le modalità delle informazioni)

e di segnalare con tempestività a ………………………………………………………………………….. (specificare il soggetto)

qualsiasi mancanza, difetto o inconveniente al riguardo.

FIRMA PER RICEVUTA E PRESA VISIONE

L’ INCARICATO _________________

IL DIPENDENTE _________________

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Allegato 7

Procedure di sicurezza Norme e regolamenti aziendali

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Tipologia di documento P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Piano di emergenza In sede

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Allegato 8

Procedure di coordinamento Art. 26 D.Lgs. 81/2008

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Tipologia documento P A N.N. Responsabile della

tenuta Luogo di archiviazione

Procedura di Coordinamento sicurezza lavoro in appalto (Art. 26 D.Lgs. 81/08)

In sede

Documento Unico di Valutazione dei da attività interferenti

In sede

Verbali di coordinamento e cooperazione In sede

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Allegato 9

Protocollo formativo

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Le attività di formazione ed informazione dei lavoratori sono effettuate secondo quanto previsto dal D. Lgs 81/2008 e succ. modifiche. La partecipazione ai corsi di formazione e informazione viene attestata da un verbale appositamente predisposto e firmato dai lavoratori interessati. I moduli formativi per le attività individuate sono:

Area omogenea di rischio

Moduli formativi

Coadiutore

Il D.Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione La sicurezza generale e la prevenzione nello svolgimento dell’attività

lavorativa: uso delle attrezzature di lavoro, rischio elettrico, rischio di incendio, ecc.

La movimentazione manuale dei carichi Il rischio chimico

Impiegato Amministrativo Bibliotecario

Il D.Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione La sicurezza generale e la prevenzione nello svolgimento dell’attività

lavorativa: uso delle attrezzature di lavoro, rischio elettrico, rischio di incendio, ecc.

La sicurezza e la prevenzione nell’uso dei videoterminali La movimentazione manuale dei carichi

Docente

Il D.Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione La sicurezza generale e la prevenzione nello svolgimento dell’attività

lavorativa: uso delle attrezzature di lavoro, rischio elettrico, rischio di incendio, ecc.

Docente laboratorio musicale

Il D.Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione La sicurezza generale e la prevenzione nello svolgimento dell’attività

lavorativa: uso delle attrezzature di lavoro, rischio elettrico, rischio di incendio, ecc.

Il Rumore Il rischio da movimenti ripetuti

I moduli formativi vengono applicati alle mansioni svolte dai lavoratori secondo le specifiche necessità, in accordo con l’individuazione delle attività svolte e delle attrezzature utilizzate previste dal mansionario aziendale. Ove necessario, le attività di formazione sono integrate con specifico addestramento. La partecipazione alle attività di addestramento viene attestata da un verbale appositamente predisposto e firmato dai lavoratori interessati.

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Allegato 10

Documentazione relativa alla informazione, formazione e

addestramento dei lavoratori

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Tipologia documento - verbali e attestati relativi a:

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Luogo di archiviazione

Corsi di formazione sui rischi delle mansioni (VDT,MMC,tecnico di laboratorio)

Corsi di formazione per addetti gestione emergenze ex DM 10 marzo 1998

Corsi di formazione per addetti primo soccorso ex DM 388/2003

Corsi di aggiornamento triennale per addetti primo soccorso ex DM 388/2003

Corso per Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (32 ore)

Corsi di aggiornamento annuale per Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Corsi di formazione per i preposti

Corsi di aggiornamento periodico per i preposti

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Allegato 11

Protocollo sanitario

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Tipologia documento P A N.N.Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Protocollo sanitario del medico competente In sede

Atti di indirizzo e coordinamento del medico coordinatore

In sede

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Allegato 12

Documentazione relativa alle attività di sorveglianza sanitaria

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Tipologia documento P A N.N. Responsabile della tenuta

Luogo di archiviazione

Cartelle sanitarie

Giudizi di idoneità

Relazione annuale del Medico Competente

Verbali di sopralluogo del Medico Competente

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Allegato 13

Procedure di emergenza

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Luogo di archiviazione

Piano di emergenza In sede

Verbale di designazione della squadra em/antincendio/ps In sede

Verbale di esercitazione antincendio annuale (DM 10/03/98) In sede

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Allegato 14

Planimetrie

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Planimetrie in scala In sede

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Allegato 15

Indagini ambientali

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Allegato 16

Aggiornamenti e integrazioni

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