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R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488 pag. 1 SCUOLA " JACOVITTI" _ PRIMARIA c.da Nuova Cliternia - 86042 Campomarino (CB) 0875 -539404 - 0875-539404 Internet: http://www.comprensivocampomarino.it/ DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Artt. 17 e 28, D.Lgs 9 aprile 2008 n. 81) DATA: 28/12/2012 REVISIONE: 04 DESCRIZIONE: IL DATORE DI LAVORO _____________________________________ (MUSACCHIO TEODORO) IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE _____________________________________ (Giovanna Narciso) IL MEDICO COMPETENTE _____________________________________ (Dott. Marcello Catena) .

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI€¦ · DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Artt. 17 e 28, D.Lgs 9 aprile 2008 n. 81)

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R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488

pag. 1

SCUOLA " JACOVITTI" _ PRIMARIA c.da Nuova Cliternia - 86042 Campomarino (CB) 0875 -539404 - 0875-539404 Internet: http://www.comprensivocampomarino.it/

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

(Artt. 17 e 28, D.Lgs 9 aprile 2008 n. 81)

DATA: 28/12/2012

REVISIONE: 04

DESCRIZIONE:

IL DATORE DI LAVORO

_____________________________________ (MUSACCHIO TEODORO)

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

_____________________________________ (Giovanna Narciso)

IL MEDICO COMPETENTE

_____________________________________ (Dott. Marcello Catena)

.

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PREMESSA

Il presente documento è stato elaborato secondo quanto previsto dalla normativa nazionale: - D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, "Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della

salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro"; Nei capitoli successivi sono riportati gli esiti della valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività.

Modalità di elaborazione Le attività di valutazione del rischio e di elaborazione del presente documento sono state effettuate dal datore di lavoro in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, il medico competente e previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. La valutazione e il relativo documento saranno rielaborati, nel rispetto delle modalità previste dalla normativa, in occasione di modifiche del processo produttivo o dell'organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità.

Contenuti del documento Il documento contiene, ai sensi dell'art. 28, comma 2, del D.Lgs. 81/2008: - una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale

sono specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; - l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati,

a seguito della valutazione; - il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; - l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione

aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;

- l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;

- l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.

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DATI IDENTIFICATIVI AZIENDALI dati aziendali e nominativi di quanti hanno funzioni inerenti la sicurezza

(Art. 28, comma 2, lettera e), D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

Nel presente capitolo sono riportati i dati identificativi aziendali, ovvero la ragione sociale, le generalità del datore di lavoro, dei collaboratori e delle figure designate o nominate ai fini della sicurezza aziendale.

AZIENDA

Ragione sociale SCUOLA " JACOVITTI" _ PRIMARIA

Indirizzo c.da Nuova Cliternia

CAP 86042

Città Campomarino (CB)

Telefono 0875 -539404

FAX 0875-539404

Internet http://www.comprensivocampomarino.it/

Datore di Lavoro

Nominativo MUSACCHIO TEODORO

Qualifica DIRIGENTE

Indirizzo via V. Veneto 28

CAP 86045

Città PORTOCANNONE (CB)

ALTRE FIGURE AZIENDALI Di seguito sono indicati i nominativi delle figure di cui all'art. 28, comma 2, lettera e) del D.Lgs. 81/2008, ovvero i nominativi "del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio". Medico Competente:

Nome e Cognome: Marcello Catena

Qualifica: Medico

Posizione Esterno

Data nomina: 11/03/2009

Sede Campomarino

Indirizzo: Via Molise

Città: Campomarino (CB)

CAP: 86042

Telefono / Fax: 0875 538243

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione [RSPP]:

Nome e Cognome: Giovanna Narciso

Qualifica: Consulente

Posizione Esterno

Data nomina: 14/01/2009

Sede Studio professionale

Indirizzo: Via Volta ,24

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Città: Campomarino

CAP: 86042

Telefono / Fax: 0875 590488

E-mail: [email protected]

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza [RLS]:

Nome e Cognome: Settimio Di Giammartino

Qualifica: Personale ATA

Proprietario immobile:

Nome e Cognome: Comune di Campomarino

Qualifica: Propietario dell'immobile

Posizione Esterno

Sede via G. d. Chiesa 2

ADDETTI ai SERVIZI Di seguito sono indicati i nominativi delle figure di cui all'art. 18, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 81/2008, ovvero i nominativi de "i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza". Addetti al Servizio di ANTINCENDIO:

Nome e Cognome: Francesca Salerno

Qualifica: collaboratore scolastico

Sede scuola nuova cliternia Addetti al Servizio di EVACUAZIONE:

Nome e Cognome: Francesca Salerno

Qualifica: collaboratore scolastico

Sede scuola nuova cliternia Addetti al Servizio di PRIMO SOCCORSO:

Nome e Cognome: Lucia Palmieri

Qualifica: insegnante

Sede scuola nuova cliternia Nome e Cognome: Iolanda Di Meo

Qualifica: insegnante

Sede scuola nuova cliternia

Elenco MANSIONI Le attività lavorative sono svolte dai lavoratori aventi le seguenti mansioni. 1) Corpo docente; 2) Addetto alla attività di "Preparazione saggio fine anno";

Gli addetti al saggio di fine anno sono: Il personale ata con l'aiuto degli insegnanti per il montaggio delle scenografie.

3) Addetto alla attività di "Recupero e sostegno"; Sono insegnanti con apposita preparazione

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4) Addetto all'attività di "Vigilanza , piccola manutenzione e pulizie": Sono individuati nel personale “ collaboratori scolastici” e son informaoti e formati ogni anno scolastico; 6) Addetto all'attività di "Preparazione gruppi sportivi";

Fanno parte del corpo docente e sono individuati negli insegnanti di educazione fisica ed operano prevalentemente nel locale palestra della sede di via Cuoco

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DESCRIZIONE dei LUOGHI di LAVORO individuazione e descrizione dettagliata dei luoghi di lavoro

Presupposto necessario e fondamentale per la valutazione e la conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi è la rappresentazione dettagliata dei luoghi di lavoro, così come definiti dall'art. 62 del D.Lgs. 81/2008. Di seguito, pertanto, sono descritti tutti i luoghi di lavoro destinati ad ospitare posti di lavoro, ubicati all'interno dell'azienda in oggetto, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda accessibile al lavoratore nell'ambito del proprio lavoro. Ogni luogo di lavoro è individuato con i dati anagrafici, con una breve descrizione delle caratteristiche generali e strutturali e, supportato da tavole grafiche, con un dettaglio dei vari ambienti, siano essi "locali chiusi", destinati ad ospitare posti di lavoro o servizi e accessori, "zone interne" (cioè suddivisioni) dei locali chiusi, destinate ad attività lavorative di maggiore interesse o approfondimento, o "zone esterne" accessibili al lavoratore per esigenze di lavorazione. Tali luoghi di lavoro (locali chiusi, zone interne o zone esterne) sono dettagliatamente ed esaurientemente descritti con tutti gli elementi necessari per una corretta valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino L’edificio scolastico sarà diviso, per facilità di organizzazione della sicurezza, in tre “sottosistemi”

secondo una metodologia funzionale:

01) ESTERNO

02) AULE , CORRIDOI E SERVIZI IGIENICI UFFICI

03) CENTRALE TERMICA

- 01 - SOTTOSISTEMA ESTERNO

La sede dell’edificio scolastico è ubicata nel centro urbano di Nuova Cliternia.

L’edificio è composto da un piano terra e un primo piano ed è circondato da un marciapiede di 2 mt. di

larghezza, pavimentato con mattonelle di cemento. Sul retro della costruzione è presente un ampio spazio,

parte dedicato a giardino parte dedicato a cortile. L’intero edificio è stato recintato secondo le norme.

Nel cortile presente sul retro c’è un corpo scala composto da due rampe, ciascuna delle quali è composta

da nove gradini in marmo provvisti di bande antiscivolo. Dal corpo scala si può accedere ad un balcone

che circonda il retro del primo piano.

L’edificio scolastico presenta due ingressi principali: uno è riservato agli utenti del piano terra,

l’altro,sulla sinistra dell’edificio, è composto da un atrio su cui insistono due ingressi. Di quest’ultimi uno

è ubicato al piano terra e funge da uscita di sicurezza del piano terra, l’atro è situato al piano primo ed è

l’ingresso principale della Scuola . A quest’ultimo si accede con una scala composta da due rampe.

Per il diminuito numero di alunni attualmente sono in uso solo le aule al primo piano, mentre quelle al

piano terra sono in gestione al comune.

Le porte di accesso sono in alluminio e vetro e sono provviste di maniglione antipanico.

Un bocchettone d’emergenza per l’idrante dei VV.FF. è ubicato esternamente sulla parete dell’atrio.

L’edificio è in muratura con una zoccolatura di circa mt. 1 in pietra. Presenta finestra con infissi in

alluminio, tapparelle in materiale plastico e stipiti in marmo.

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I radiatori sono in ghisa l’illuminazione artificiale è consentita mediante lampade al neon fissate al

soffitto e provviste di bande antiriflesso.

- 02 - SOTTOSISTEMA AULE, UFFICI, CORRIDOI, SERVIZI IGIENICI

Piano primo

L’ingresso alla Scuola è consentito tramite un portico al quale si accede salendo numero tre gradini in

marmo sprovvisti di bande antiscivolo e passando attraverso una porta in alluminio e vetro a due ante,

fornita di maniglione antipanico. Questo ingresso è provvisto, come già detto, di rampa per consentire

l’accesso ai disabili.

Oltrepassata la porta d’ingresso, si perviene ad un atrio che, a sinistra, immette nel corridoio a “L” e

quindi all’area riservata al comune e chiusa alla scuola , di fronte, ad un corpo scala di numero tre rampe,

costituita ciascuna da dieci gradini in marmo sprovvisti di bande antiscivolo. Le stesse sono provviste di

due ringhiere in alluminio.

Il muro esterno del corpo scala è costituito in vetrocemento.

Salendo le rampe si arriva ad un disimpegno nel quale sono presenti due porte tagliafuoco munite di

maniglione antipanico. Una di queste immette all’area dell’edificio riservata alla Scuola Elementare e

l’altra all’area dell’edificio riservata alla Scuola Media, oggi non più utilizzata.

Nell’area riservata alla Scuola Elementare sono presenti tre aule, due servizi igienici, distinti per sesso, e

un servizio igienico riservato ai disabili. Di fronte sono presenti altre due aule ricavate da un’aula per le

attività audiovisive e attualmente divisa con un muro di cartongesso. E’ presente, dopo le due aule,

anche un locale provvisto di aerazione naturale, consentita da finestra, nel quale è posta la fotocopiatrice.

Nell’area riservata alla Scuola Media, ora non più utilizzata, alla quale si accede tramite un ampio atrio,

sono presenti numero quattro aule, di cui una, di dimensioni minori, riservata al recupero e la sala

professori, il cui accesso è consentito da porta munita di maniglione antipanico. Infatti, la stessa funge da

uscita di emergenza in quanto dalla sala professori si può accedere al balcone esterno, già descritto,

tramite una porta fornita anch’essa da maniglione antipanico.

Sono presenti inoltre due servizi igienici, distinti per sesso, riservati agli alunni, nonché un locale

sprovvisto di aerazione naturale il quale era destinato a servizio igienico del personale, ma che

attualmente è adibito a ripostiglio. Nell’atrio si nota il quadro elettrico, in materiale plastico, per la linea

della Scuola Media composta da due interruttori differenziali puri e sette interruttori magnetotermici.

-03 - SOTTOSISTEMA CENTRALE TERMICA

Nel giardino, sul retro dell’edificio, è presente il locale adibito a centrale termica: vi si può accedere salendo

numero tre di gradini in marmo ed entrando tramite una porta in ferro , nonché sprovvista di segnaletica

conforme.

Il locale “centrale termica” presenta macchie di umidità dovute ad infiltrazioni di acqua piovana proveniente dal

soffitto.

La caldaia ha una potenza di 162,5 Kcal/h ed alimenta i radiatori di tutto lo stabile. L’ambiente è illuminato da

una lampada fissata al soffitto.

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Sicurezza antincendio

La sicurezza antincendio è stata definita attraverso diverse norme, emanate anche in attuazione del

D.Lgs.626. Tra queste riveste particolare rilevanza il D.M. 10/3/98 “ Criteri generali di sicurezza

antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”, attuativo dell’articolo 13 del

D.Lgs.626/94.

Quest’ultimo D.M. prevede una serie di azioni da mettere in campo per migliorare la sicurezza in caso

d’incendio. Tra queste si rende obbligatorio, per ogni sede scolastica, un piano d’emergenza, delle figure

addette alla sicurezza e, , per le scuole con più di 100 e meno di 150, come nel caso della scuola

Elementare statale di Nuova Cliternia classificate “gruppo A”, il personale addetto alla prevenzione

incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze deve frequentare un corso di formazione di almeno

4 ore.

Le norme antincendio, compreso l’ultimo decreto il DPR del 1 agosto 2011 n. 151, prescrivono

, inoltre, che per ogni edificio scolastico con più di 100 persone presenti, deve essere fatta richiesta ai

VVFF del rilascio del CPI (certificato prevenzione incendi) ossia il certificato che attesta la conformità

dell’edificio alle norme antincendio. In attesa del rilascio del CPI, stabilito entro il 31/12/2004, ci si deve

fornire del NOP (Nulla Osta Provvisorio) dei VVFF che ha la stessa validità fino al rilascio definitivo del

CPI.

Considerando che l’edificio contiene meno di 100 lavoratori ( compresi gli alunni), il CPI , in questo caso

non è obbligatorio, ma è auspicabile vista la possibilità di un aumento di unità lavorative per gli anni

successivi.

Al contrario dell’edificio e’ necessario il CPI per il locale caldaia.

Dall’esame dei documenti esaminati risulta che per l’istituto in oggetto non è stato ad oggi rilasciato

nessun NOP né CPI.

Indirizzo: C.da Nuova Cliternia

Città: Campomarino (CB)

CAP: 86042

Telefono / Fax: 0875 539453

Internet: http://www.comprensivocampomarino.it/

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(Foto 1 di 1)

ELENCO DELLE TAVOLE GRAFICHE: 1) primo piano; 2) emergenza;

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primo piano

La presente tavola grafica risulta così definita: - 14 locali chiusi destinati ad ospitare posti di lavoro per una superficie complessiva di 553.30 m2. - 6 locali chiusi destinati ad ospitare servizi ed accessori per una superficie complessiva di 68.75 m2.

AULA 2

m² 45.26AULA 3m² 44.95

AULA 1m² 44.64

AULA 4

m² 21.27 AULA 5m² 26.13

LOC. Fotoc.m² 11.31

AULA 6

m² 44.64

AULA 7

m² 46.50

AULA 8m² 22.93

AULA 9

m² 47.58

SALA PROF.m² 30.44

RIP.m² 8.99

BAGNIm² 14.16

BAGNIm² 10.81

BAGNIm² 17.72

BAGNIm² 13.83

WC Hm² 3.24

locale caldaiam² 8.10

corridoiom² 86.38

corridoio

m² 73.17

2.00

2.10

1.80

1.40

1.80

1.40

1.10

1.40

1.4

5

1.4

0

1.4

5

1.4

0

1.45

1.40

1.40

2.10

1.40

2.10

1.40

2.10 2.90

1.40

2.90

1.40

2.90

1.40

2.90

1.40

1.40

1.40

3.00

1.40

3.40

1.40

1.10

1.406.15

1.40

6.20

1.40

3.00

1.40

3.00

1.40

1.77

1.40

1.90

2.10

1.8

0

1.4

0

1.80

1.40

1.95

2.10

1.80

1.40

1.80

1.40

1.40

2.10

2.70

1.40

1.40

2.10

1.40

2.10

0.80

2.10

0.80

2.10

3.00

1.40

1.40

1.40

0.80

2.10

1.54

1.40

0.84

1.40

1.60

2.10

1.60

2.10

1.80

1.40

1.40

2.10

0.80

2.100.80

2.10

1.00

1.40

0.80

2.10

0.80

2.10

3.95

1.40

1.00

1.40

3.00

1.40

3.12

1.40

1.40

2.10

0.90

2.10

0.90

2.10

GIARDINO

ELENCO DEI LOCALI CHIUSI:

1) AULA 2 (45.26 m2); 2) AULA 3 (44.95 m2); 3) AULA 1 (44.64 m2); 4) AULA 4 (21.27 m2); 5) AULA 5 (26.13 m2); 6) LOC. Fotoc. (11.31 m2); 7) AULA 6 (44.64 m2); 8) AULA 7 (46.50 m2); 9) AULA 8 (22.93 m2); 10) AULA 9 (47.58 m2);

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11) SALA PROF. (30.44 m2); 12) RIP. (8.99 m2) [Servizi e/o accessori]; 13) BAGNI (14.16 m2) [Servizi e/o accessori]; 14) BAGNI (10.81 m2) [Servizi e/o accessori]; 15) BAGNI (17.72 m2) [Servizi e/o accessori]; 16) BAGNI (13.83 m2) [Servizi e/o accessori]; 17) WC H (3.24 m2) [Servizi e/o accessori]; 18) locale caldaia (8.10 m2); 19) corridoio (86.38 m2); 20) corridoio (73.17 m2).

Per ognuno dei luoghi individuati si è proceduto ad una descrizione esauriente e dettagliata a complemento di ciò che è già riportato nella relativa tavola grafica. AULA 2 (45.26 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 45.26 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 135.78 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 200 cm X 210 cm. Nessun vano confinante. 2) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio".

Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 . 2) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 .

AULA 3 (44.95 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 44.95 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 134.85 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 195 cm X 210 cm. Nessun vano confinante. 2) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio".

Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 . 2) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 .

AULA 1 (44.64 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 44.64 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 133.92 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 190 cm X 210 cm. Nessun vano confinante. 2) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio".

Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 . 2) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 .

AULA 4 (21.27 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 21.27 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 63.81 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 300 cm X 140 cm. Superficie lorda: 42000 cm2 . 2) Dimensioni: 312 cm X 140 cm. Superficie lorda: 43680 cm2 .

AULA 5 (26.13 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 26.13 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 78.39 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio".

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Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 300 cm X 140 cm. Superficie lorda: 42000 cm2 . 2) Dimensioni: 300 cm X 140 cm. Superficie lorda: 42000 cm2 .

LOC. Fotoc. (11.31 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 11.31 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 33.93 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 180 cm X 140 cm. Superficie lorda: 25200 cm2 . AULA 6 (44.64 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 44.64 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 133.92 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 290 cm X 140 cm. Superficie lorda: 40600 cm2 . 2) Dimensioni: 290 cm X 140 cm. Superficie lorda: 40600 cm2 . 3) Dimensioni: 110 cm X 140 cm. Superficie lorda: 15400 cm2 .

AULA 7 (46.50 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 46.50 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 139.50 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 290 cm X 140 cm. Superficie lorda: 40600 cm2 . 2) Dimensioni: 290 cm X 140 cm. Superficie lorda: 40600 cm2 .

AULA 8 (22.93 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 22.93 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 68.79 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 340 cm X 140 cm. Superficie lorda: 47600 cm2 . AULA 9 (47.58 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 47.58 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 142.74 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 90 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 145 cm X 140 cm. Superficie lorda: 20300 cm2 . 2) Dimensioni: 140 cm X 140 cm. Superficie lorda: 19600 cm2 . 3) Dimensioni: 300 cm X 140 cm. Superficie lorda: 42000 cm2 .

SALA PROF. (30.44 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 30.44 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 91.32 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 90 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 300 cm X 140 cm. Superficie lorda: 42000 cm2 .

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2) Dimensioni: 140 cm X 140 cm. Superficie lorda: 19600 cm2 . 3) Dimensioni: 145 cm X 140 cm. Superficie lorda: 20300 cm2 . 4) Dimensioni: 145 cm X 140 cm. Superficie lorda: 20300 cm2 .

RIP. (8.99 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 8.99 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 26.97 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". BAGNI (14.16 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 14.16 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 42.48 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 154 cm X 140 cm. Superficie lorda: 21560 cm2 . BAGNI (10.81 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 10.81 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 32.43 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 84 cm X 140 cm. Superficie lorda: 11760 cm2 . 2) Dimensioni: 110 cm X 140 cm. Superficie lorda: 15400 cm2 .

BAGNI (17.72 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 17.72 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 53.16 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 395 cm X 140 cm. Superficie lorda: 55300 cm2 . 2) Dimensioni: 177 cm X 140 cm. Superficie lorda: 24780 cm2 .

BAGNI (13.83 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 13.83 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 41.49 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 100 cm X 140 cm. Superficie lorda: 14000 cm2 . 2) Dimensioni: 100 cm X 140 cm. Superficie lorda: 14000 cm2 .

WC H (3.24 m2) [Servizi e/o accessori]

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 3.24 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 9.72 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". Sono presenti i seguenti infissi:

1) Dimensioni: 270 cm X 140 cm. Superficie lorda: 37800 cm2 . locale caldaia (8.10 m2)

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Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 8.10 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 24.30 m3. corridoio (86.38 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 86.38 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 259.14 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "WC H". 2) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "BAGNI". 3) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 1". 4) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 2". 5) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 3". 6) Dimensioni: 160 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". 7) Dimensioni: 160 cm X 210 cm. Nessun vano confinante. 8) Dimensioni: 160 cm X 210 cm. Nessun vano confinante. 9) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "LOC. Fotoc.". 10) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 5". 11) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 4". 12) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "BAGNI".

Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 620 cm X 140 cm. Superficie lorda: 86800 cm2 .

corridoio (73.17 m2)

Il presente vano ha una superficie lorda (ovvero senza la deduzione dei mobili, macchine e impianti fissi) di 73.17 m2, un'altezza media netta di 3.00 m, per una cubatura di 219.51 m3. Sono presenti le seguenti porte:

1) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 6". 2) Dimensioni: 160 cm X 210 cm. Confina con il vano "corridoio". 3) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "RIP.". 4) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "BAGNI". 5) Dimensioni: 80 cm X 210 cm. Confina con il vano "BAGNI". 6) Dimensioni: 90 cm X 210 cm. Confina con il vano "SALA PROF.". 7) Dimensioni: 90 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 9". 8) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 8". 9) Dimensioni: 140 cm X 210 cm. Confina con il vano "AULA 7".

Sono presenti i seguenti infissi: 1) Dimensioni: 615 cm X 140 cm. Superficie lorda: 86100 cm2 .

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emergenza

AULA 2m² 45.26 AULA 3

m² 44.95

AULA 1m² 44.64

AULA 4m² 21.27 AULA 5

m² 26.13

LOC. Fotoc.m² 11.31

AULA 6m² 44.64

AULA 7m² 46.50

AULA 8m² 22.93

AULA 9m² 47.58

SALA PROF.m² 30.44

RIP.m² 8.99

BAGNIm² 14.16

BAGNIm² 10.81

BAGNIm² 17.72

BAGNIm² 13.83

WC Hm² 3.24

locale caldaiam² 8.10

2.00

2.10

1.80

1.40

1.80

1.40

1.10

1.40

1.4

5

1.4

0

1.4

5

1.4

0

1.45

1.40

1.40

2.10

1.40

2.10

1.40

2.10 2.90

1.40

2.90

1.40

2.90

1.40

2.90

1.40

1.40

1.40

3.00

1.40

3.40

1.40

1.10

1.406.15

1.40

6.20

1.40

3.00

1.40

3.00

1.40

1.77

1.40

1.90

2.10

1.8

0

1.4

0

1.80

1.40

1.95

2.10

1.80

1.40

1.80

1.40

1.40

2.10

2.70

1.40

1.40

2.10

1.40

2.10

0.80

2.10

0.80

2.10

3.00

1.40

1.40

1.40

0.80

2.10

1.54

1.40

0.84

1.40

1.60

2.10

1.60

2.10

1.80

1.40

1.40

2.10

0.80

2.100.80

2.10

1.00

1.40

0.80

2.10

0.80

2.10

3.95

1.40

1.00

1.40

3.00

1.40

3.12

1.40

1.40

2.10

0.90

2.10

0.90

2.10

GIARDINO

Schiuma

Schiuma

ELENCO DEI LOCALI CHIUSI:

1) AULA 2 (45.26 m2); 2) AULA 3 (44.95 m2); 3) AULA 1 (44.64 m2); 4) AULA 4 (21.27 m2); 5) AULA 5 (26.13 m2); 6) LOC. Fotoc. (11.31 m2); 7) AULA 6 (44.64 m2); 8) AULA 7 (46.50 m2); 9) AULA 8 (22.93 m2); 10) AULA 9 (47.58 m2); 11) SALA PROF. (30.44 m2); 12) RIP. (8.99 m2); 13) BAGNI (14.16 m2); 14) BAGNI (10.81 m2);

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15) BAGNI (17.72 m2); 16) BAGNI (13.83 m2); 17) WC H (3.24 m2); 18) locale caldaia (8.10 m2).

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DESCRIZIONE dei PROCESSI PRODUTTIVI individuazione e descrizione dei processi produttivi e delle attività aziendali

Al fine di una corretta rappresentazione delle reali condizioni di lavoro, la valutazione dei rischi è stata preceduta da un'attenta ricognizione circa le caratteristiche dei singoli processi produttivi con il dettaglio delle attività lavorative connesse, non trascurando l'esistenza di attività di servizio alla produzione (pulizia e manutenzione di ambienti o attrezzature,) od occasionali (guasti, riattivazione di impianti,). Ogni processo produttivo è individuato con una breve descrizione e con un diagramma di flusso delle attività lavorative correlate. Le singole attività lavorative sono dettagliatamente descritte, nelle rispettive parti fondamentali, con un'analisi attenta delle specifiche mansioni affidate ai lavoratori impiegati e con l'indicazione delle eventuali attrezzature di lavoro (macchine, impianti, attrezzature, utensili e apparecchiature) e delle sostanze o preparati chimici utilizzati. Per ogni attività, inoltre, è indicato il luogo di svolgimento, con il riferimento della relativa tavola grafica.

Attività didattiche L'attività principale dell'istituto scolastico è sicuramente l'attività didattica teorica svolta nelle aule. Inoltre, sono analizzate nel dettaglio le ulteriori attività di ausilio o di completamento dell'insegnamento svolte in locali specifici (laboratori, palestre, ecc.).

Didattica teorica/ grafico-artistica

Preparazione saggio fine anno

Attiv ità fisica all'aperto

Recupero e sostegno

ELENCO DELLE ATTIVITA': 1) Didattica teorica; 2) Preparazione saggio fine anno; 3) Preparazione gruppi sportivi; 4) Lavoratrici in stato di gravidanza; 5) Recupero e sostegno.

Didattica teorica

La figura professionale addetta a svolgere tale mansione è il docente. La sua attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni in materie specifiche, avvalendosi di strumenti cartacei, tra cui testi, fotocopie e dispense e, talvolta, di

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strumenti informatici o di attrezzature quali, ad esempio, la lavagna luminosa. Egli ha inoltre la responsabilità degli alunni durante lo svolgimento della propria attività.

MANSIONI: 1) Corpo docente. PER ESIGENZE DI ATTIVITA' SONO UTILIZZATI: Attrezzature, utensili e apparecchi: 1) Colla La colla utilizzata è di tipo vinilico e UTH 2) Computer 3) Forbici Le forbici sono acquistate solo se hanno le punte arrotondate 4) Lavagna (in ardesia, plastificata, ecc.) 5) Lavagna interattiva le lavagne interattive sono certificate CE 6) Matite, colori, pennarelli Il materiale didattico viene acquistato solo se atossico

Preparazione saggio fine anno

Nella scuola è previsto un saggio di fine anno sotto forma di rappresentazione teatrale e/o saggio di danza e/o saggio ginnico. Tutte queste attività presentano di per se rischi molto bassi. Il rischio è dovuto piuttosto alla presenza di palco e attrezzature varie all'esterno dell'edificio scolastico oppure tali attività vengono svolte nell'auditorium della sede di via cuoco. I rischi legati all’auditorium sono analizzati nel DVR della scuola di via Cuoco. La valutazione dei rischi, di seguito riportata per tale mansione, si deve ritenere aggiuntiva rispetto quanto già analizzato per la mansione " didattica teorica" MANSIONI: 1) Addetto alla attività di "Preparazione saggio fine anno".

Preparazione gruppi sportivi

Questa attività si svolge per lo più nella palestra della scuola in via cuoco dove gli alunni sono accompagnati con apposito pulmino messo a disposizione dal comune. La valutazione dei rischi, di seguito riportata per tale mansione, si deve ritenere aggiuntiva rispetto quanto già analizzato per la mansione " didattica teorica"

MANSIONI: 1) Addetto all'attività di "Preparazione gruppi sportivi". PER ESIGENZE DI ATTIVITA' SONO UTILIZZATI: Attrezzature, utensili e apparecchi: 1) Palloni 2) Spalliere, cavalletti, pedane, funi

Lavoratrici in stato di gravidanza

Il corpo docente è costituito per la maggior parte da elementi femminili pertanto verranno successivamente valutati i rischi che sussistono nell'ambiente lavorativo, oggetto del presente documento, nel caso di lavoratrici in stato di gravidanza. Il criterio è quello descritto nel paragrafo del presente documento sui "criteri per le lavoratrici madri".

Recupero e sostegno

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In presenza di alunni portatori di handicap o con problemi specifici di apprendimento viene affiancato ai docenti un insegnante di “sostegno” che segue in maniera specifica questi ragazzi. La sua attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni in materie specifiche, avvalendosi di strumenti cartacei, tra cui testi, fotocopie e dispense e, talvolta, di strumenti informatici o di attrezzature quali, ad esempio, la lavagna luminosa. La valutazione dei rischi, di seguito riportata per tale mansione, si deve ritenere aggiuntiva rispetto quanto già analizzato per la mansione " didattica teorica"

MANSIONI: 1) Addetto alla attività di "Recupero e sostegno". PER ESIGENZE DI ATTIVITA' SONO UTILIZZATI: Attrezzature, utensili e apparecchi: 1) Computer 2) Lavagna (in ardesia, plastificata, ecc.) 3) Lavagna luminosa

Attività extradidattiche Le attività extradidattiche sono quelle di complemento alla normale attività scolastica è sono quelle di direzione e amministrazione e governo dell'istituto scolastico (direzione, amministrazione, vigilanza, piccole manutenzioni). Nella sede presa ad oggetto del presente documento sono presenti solo le attività di piccola manutenzione poiché le attività di direzione e amministrazione sono presso la sede di via Favorita.

ELENCO DELLE ATTIVITA': 1) Vigilanza e piccola manutenzione.

Vigilanza e piccola manutenzione

Il collaboratore scolastico (già bidello) si occupa dei servizi generali della scuola ed in particolare ha compiti di accoglienza e sorveglianza nei confronti degli alunni e del pubblico. Inoltre, svolge piccoli lavori di manutenzione. MANSIONI: 1) Addetto all'attività di "Vigilanza , piccola manutenzione e pulizie". SEGNALETICA DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: 1) pavimento bagnato, attenzione La sede scolastica è stata dotata di tali cartelli da utilizzare durante le pulizie della stessa PER ESIGENZE DI ATTIVITA' SONO UTILIZZATI: Attrezzature, utensili e apparecchi: 1) Scale portatili Scale a libro. 2) Utensili elettrici (piccoli) trapano 3) Utensili manuali Martello, pinza, forbici

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CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI criteri adottati per la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute

(Art. 28, comma 2, lettera a), D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

La valutazione dei rischi è stata effettuata in funzione del duplice obiettivo di mantenere il livello di sicurezza raggiunto e di individuare le azioni migliorative tese ad innalzare tale livello. Per la stesura del presente documento sono stati adottati i criteri -di seguito descritti- previsti dalle "Disposizioni normative nazionali", dalle "Norme tecniche" approvate e pubblicate da organismi internazionali o europei o nazionali di normalizzazione, dalle "Buone prassi" e "Linee guida" elaborate e raccolte dalle Regioni, dall'ISPESL, dall'INAIL o da organismi paritetici.

Criterio GENERALE

La valutazione del rischio [R], necessaria per definire le priorità degli interventi di miglioramento della sicurezza aziendale, è stata effettuata tenendo conto dell'entità del danno [E] (funzione del numero di persone coinvolte e delle conseguenze sulle persone in base ad eventuali conoscenze statistiche o in base al registro degli infortuni o a previsioni ipotizzabili) e della probabilità di accadimento dello stesso [P] (funzione di valutazioni di carattere tecnico e organizzativo, quali le misure di prevenzione e protezione adottate -collettive e individuali-, e funzione dell'esperienza lavorativa degli addetti e del grado di formazione, informazione e addestramento ricevuto). L'Entità del danno [E] è la quantificazione (stima) del potenziale danno derivante da un fattore di rischio dato. Essa può assumere un valore sintetico tra 1 e 4, secondo la seguente gamma di soglie di danno: [E4] = 4 Entità del danno: gravissimo [E3] = 3 Entità del danno: grave [E2] = 2 Entità del danno: serio [E1] = 1 Entità del danno: lieve Per la stima di E occorre valutare le caratteristiche di gravità del danno sulla persona, pertanto si seguono i seguenti criteri.

M Livello Descrizione

1 lieve Nessuna ferita o traumi di lieve entità (esemplificare cosa si intende con questo aggettivo, ad esempio “graffi”, piccoli tagli che non richiedono intervento medico-infermieristico, malessere di breve durata, ecc.)

2 serio Ferite o patologie anche consistenti (esemplificare, come sopra, cosa si intende con questo aggettivo, ma senza danni permanenti o invalidanti

3 grave Danni permanenti o invalidanti

4 gravissimo Esito mortale

La Probabilità di accadimento [P] è la quantificazione (stima) della probabilità che il danno, derivante da un fattore di rischio dato, effettivamente si verifichi. Essa può assumere un valore sintetico tra 1 e 4, secondo la seguente gamma di soglie di probabilità di accadimento: [P4] = 4 Probabilità di accadimento: alta [P3] = 3 Probabilità di accadimento: media [P2] = 2 Probabilità di accadimento: bassa [P1] = 1 Probabilità di accadimento: bassissima La stima della probabilità di accadimento richiede la disponibilità di sufficienti dati statistici; laddove la scarsità e la

disomogeneità di dati statistici aziendali o di comparto non consentisse una stima attendibile, può essere preferibile valutare gli elementi che possono influenzare la frequenza e/o la magnitudo di un evento potenzialmente dannoso, attraverso una stima indiretta

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P Livello Descrizione

1 bassissima La sorgente del rischio risulta adeguatamente controllata e non si evidenziano particolari rischi residui. Non risulta che si siano verificati incidenti rispetto al fattore di rischio considerato.

2 bassa La sorgente del rischio risulta adeguatamente controllata, e i rischi residui sono molto limitati. Si sono manifestati incidenti solo rarissimi rispetto al fattore di rischio considerato.

3 media La sorgente del rischio è normata, ma permangono rischi residui di media entità. Si sono manifestati alcuni incidenti rispetto al fattore di rischio considerato.

4 alta La sorgente del rischio è normata, ma permangono rischi residui rilevanti. Il fattore di rischio è associato ad un elevato numero di incidenti.

Individuato uno specifico pericolo o fattore di rischio, il valore numerico del rischio [R] è stimato procedendo al prodotto dell'Entità del danno [E] per la Probabilità di accadimento [P] dello stesso.

[R] = [P] x [E] Il Rischio [R], quindi, è la quantificazione (stima) del rischio. Esso può assumere un valore sintetico compreso tra 1 e 16, come si può evincere dalla matrice del rischio di seguito riportata.

Rischio

[R]

Probabilità bassissima

[P1]

Probabilità bassa

[P2]

Probabilità media

[P3]

Probabilità alta

[P4]

Danno lieve

[E1]

Rischio basso

[P1] x [E1] = 1

Rischio basso

[P2] x [E1] =2

Rischio moderato

[P3] x [E1] = 3

Rischio moderato

[P4] x [E1] = 4

Danno serio

[E2]

Rischio basso

[P1] x [E2] = 2

Rischio moderato

[P2] x [E2] = 4

Rischio medio

[P3] x [E2] = 6

Rischio rilevante

[P4] x [E2] = 8

Danno grave

[E3]

Rischio moderato

[P1] x [E3] = 3

Rischio medio

[P2] x [E3] = 6

Rischio rilevante

[P3] x [E3] = 9

Rischio alto

[P4] x [E3] = 12

Danno gravissimo

[E4]

Rischio moderato

[P1] x [E4] = 4

Rischio rilevante

[P2] x [E4] = 8

Rischio alto

[P3] x [E4] = 12

Rischio alto

[P4] x [E4] = 16

I valori sintetici (numerici) del rischio [R], che vanno appunto da 1 a 16, sono ricompresi negli intervalli riportati nella seguente gamma di soglie del rischio da valutare: 11 ≤ [R] ≤ 16 Rischio: alto 8 ≤ [R] ≤ 10 Rischio: rilevante 5 ≤ [R] ≤ 7 Rischio: medio 3 ≤ [R] ≤ 4 Rischio: moderato 1 ≤ [R] ≤ 2 Rischio: basso Dalla valutazione del rischio ne consegue la priorità degli interventi da attuare:

R Valutazione del rischio e priorità dell’intervento

basso Rischio basso, in cui i pericoli potenziali sono sotto controllo. Non sono richieste azioni correttive e le eventuali azioni migliorative programmate non rivestono carattere di urgenza.

moderato Rischio moderato. Devono essere definite azioni correttive e migliorative da attuare nel medio periodo

medio Rischio medio. Devono essere definite azioni correttive e migliorative da attuare nel breve- periodo.

rilevante Rischio rilevante. È necessario programmare azioni correttive da attuare con tempestività.

alto Rischio alto. Vanno programmate azioni correttive da attuare con la massima urgenza.

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La terminologia utilizzata nel paragrafo è quella definita all'art. 2, comma 1, lettere q), r) e s) del D.Lgs. 81/2008, e in particolare: - Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori

presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;

- Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; - Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione

ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.

Rischi connessi agli Ambienti di lavoro L'analisi e la valutazione dei luoghi di lavoro, sono state effettuate verificandone il rispetto dei requisiti di salute e sicurezza, in ottemperanza alle disposizioni di cui al titolo II, capo I, del D.Lgs. 81/2008 e di cui all'Allegato IV del citato decreto. La conformità dei luoghi di lavoro ai requisiti di cui all'allegato IV è stata valutata raffrontando i luoghi stessi con una LISTA DI CONTROLLO (Check-list) avente ad oggetto, appunto, le verifiche previste dall’allegato IV, con i relativi riferimenti normativi. Dette verifiche sono state riportate senza annotazione alcuna ove il luogo di lavoro risulti conforme, mentre in caso di difformità le verifiche sono riportate ed accompagnate da una “nota di difformità” e dalla valutazione del Rischio [R] secondo il criterio di valutazione stabilito nel capitolo "CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI GENERALE".

Esposizione al RUMORE

Il criterio adottato per la valutazione del fattore di rischio specifico connesso all'esposizione al rumore durante il lavoro è quello definito nell'ambito del titolo VIII, capo II, del D.Lgs. 81/2008. La valutazione è stata effettuata prendendo in considerazione in particolare: - il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo; - i valori limite di esposizione ed i valori di azione di cui all'art. 189 del D.Lgs. 81/2008 e di seguito riportati; - tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare

riferimento alle donne in gravidanza e ai minori; - per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni

fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l’attività svolta e fra rumore e vibrazioni; - tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di

avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni; - le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti

disposizioni in materia; - l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l’emissione di rumore; - il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l’orario di lavoro normale, in locali di cui è

responsabile il datore di lavoro; - le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella

letteratura scientifica; - la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione. I Valori limite di esposizione e di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono i seguenti:

Valori limite di esposizione LEX = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 mPa)

Valori superiori di azione LEX = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 mPa)

Valori inferiori di azione LEX = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 mPa)

La terminologia utilizzata nel paragrafo è quella definita all'art. 188 del D.Lgs. 81/2008, e in particolare: - Pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza «C»; - Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di

esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla normativa internazionale ISO 1999:1990.

Il risultato della valutazione viene espresso con un indice di rischio R così definito:

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R = BASSO Si può fondatamente ritenere che i valori inferiori di azione non vengano superati. Il livello di rischio è Basso o praticamente assente. Non sono richieste misure di prevenzione e protezione diverse da quelle in essere. R = MODERATO I valori inferiori di azione vengono superati, ma si rimane al di sotto dei valori superiori di azione. Il livello di rischio è moderato. Se possibile, devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e devono essere messi a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale dell’udito. R = MEDIO I valori superiori di azione vengono superati, ma si rimane al di sotto dei valori limite di esposizione. Il livello di rischio è medio. Devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e si deve controllare che i lavoratori indossino i dispositivi di protezione individuale dell’udito. R = RILEVANTE Si rilevano esposizioni superiori ai valori limite di esposizione. Il livello di rischio è rilevante e devono essere adottate misure da attuare con tempestività per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite. R = ALTO Si rilevano esposizioni superiori ai valori limite di esposizione. Il livello di rischio è alto e devono essere adottate misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite.

Esposizione a VIBRAZIONI

Il criterio adottato per la valutazione del fattore di rischio specifico connesso all'esposizione a vibrazioni è quello definito nell'ambito del titolo VIII, capo III, del D.Lgs. 81/2008. La valutazione e, quando necessario, la misura dei livelli di vibrazione è stata effettuata in base alle disposizioni di cui all'allegato XXXV, parte A, del D.Lgs. 81/2008, per vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (HAV), e in base alle disposizioni di cui all'allegato XXXV, parte B, del D.Lgs. 81/2008, per le vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV). La valutazione è stata effettuata prendendo in considerazione in particolare: - il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a vibrazioni intermittenti o a urti ripetuti; - i valori limite di esposizione e i valori d’azione; - gli eventuali effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio con particolare

riferimento alle donne in gravidanza e ai minori; - gli eventuali effetti indiretti sulla sicurezza e salute dei lavoratori risultanti da interazioni tra le vibrazioni

meccaniche, il rumore e l’ambiente di lavoro o altre attrezzature; - le informazioni fornite dal costruttore dell'attrezzatura di lavoro; - l’esistenza di attrezzature alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione alle vibrazioni meccaniche; - il prolungamento del periodo di esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero al di là delle ore lavorative in

locali di cui è responsabile il datore di lavoro; - le condizioni di lavoro particolari, come le basse temperature, il bagnato, l’elevata umidità o il sovraccarico

biomeccanico degli arti superiori e del rachide; - le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella

letteratura scientifica. I Valori limite di esposizione e i Valori di azione sono differenziati in funzione della tipologia di esposizione. Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (HAV)

Valore limite di esposizione giornaliero A(8) = 5,00 m/s2 (su periodi brevi è pari a 20 m/s2)

Valore d'azione giornaliero A(8) = 2,50 m/s2

Nota: Il Valore limite e quello d'azione giornaliero sono normalizzati a un periodo di riferimento di 8 ore. Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV)

Valore limite di esposizione giornaliero A(8) = 1,00 m/s2 (su periodi brevi è pari a 1,50 m/s2)

Valore d'azione giornaliero A(8) = 0,50 m/s2

Nota: Il Valore limite e quello d'azione giornaliero sono normalizzati a un periodo di riferimento di 8 ore. La terminologia utilizzata nel paragrafo è quella definita all'art. 200 del D.Lgs. 81/2008, e in particolare: - vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio

nell'uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari;

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- vibrazioni trasmesse al corpo intero: le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide;

- esposizione giornaliera a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio A(8): [m/s2]: valore mediato nel tempo, ponderato in frequenza, delle accelerazioni misurate per una giornata lavorativa nominale di otto ore;

- esposizione giornaliera a vibrazioni trasmesse al corpo intero A(8): [m/s2]: valore mediato nel tempo, ponderato, delle accelerazioni misurate per una giornata lavorativa nominale di otto ore.

Il risultato della valutazione viene espresso con un indice di rischio R così definito: R = BASSO Si può fondatamente ritenere che i valori inferiore di azione non vengano superati. Il livello di rischio è Basso o praticamente assente. Non sono richieste misure di prevenzione e protezione diverse da quelle in essere. R = MODERATO

valori di azione vengono superati, ma si rimane al di sotto dei valori limite di esposizione Il livello di rischio è moderato. Se possibile, devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e devono essere messi a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale. R = MEDIO I valori superiori di azione vengono superati, ma si rimane al di sotto dei valori limite di esposizione. Il livello di rischio è medio. Devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e si deve controllare che i lavoratori indossino i dispositivi di protezione individuale. R = RILEVANTE Si rilevano esposizioni superiori ai valori limite. Il livello di rischio è rilevante e devono essere adottate misure da attuare con tempestività per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite. R = ALTO Si rilevano esposizioni superiori ai valori limite. Il livello di rischio è alto e devono essere adottate misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite.

Esposizione a campi elettromagnetici La valutazione dei rischi da esposizione a campi elettromagnetici è fatta tenendo conto dei limiti di azione e di esposizione stabiliti:

1. I valori limite di esposizione sono riportati nel d. lgs. 81/ 2008 ALLEGATO XXXVI, lettera A, tabella 1. 2. I valori di azione sono riportati nel d. lgs. 81/ 2008 ALLEGATO XXXVI, lettera B, tabella 2.

Il risultato della valutazione viene espresso con un indice di rischio R così definito: R = Basso Si può fondatamente ritenere che i valori inferiori di azione non vengano superati. Il livello di rischio è basso. Non sono richieste misure di prevenzione e protezione diverse da quelle in essere. R = Moderato, medio I valori di azione vengono superati, ma si rimane al di sotto dei valori limite di esposizione. Il livello di rischio è medio o moderato. Se possibile, devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e devono essere messi a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale. R = Rilevante e alto Si rilevano esposizioni superiori ai valori limite.

Il livello di rischio è rilevante o alto e devono essere adottate misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite. Fanno parte dell’esposizione a campi elettromagnetici le radiazioni non ionizzanti e le radiazioni ionizzanti.

RADIAZIONI NON IONIZZANTI La valutazione dei rischi da esposizione alle radiazioni non ionizzanti prende in considerazioni le seguenti:

1. infrarosse: impianti di riscaldamento, corpi incandescenti, tecniche termo terapeutiche 2. ultraviolette: saldatura, arco elettrico, trattamenti ad alta temperatura, fusione metalli, elio-fototerapia,

sterilizzazione

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3. laser: microchirurgia (oculistica, neurochirurgia), ricerca biomedica, elettronica (stampati laser), sintesi chimiche, industria metallurgica, edilizia (allineamento strutture), mineraria, comunicazione su fibre ottiche, produzione di energia

4. radiofrequenze e microonde (a seconda di potenza e frequenze) - riscaldamento induttivo ad alte frequenze per trattamenti termici, fusione dei metalli, saldature al plasma - incollaggio rapido legno, plastica - essiccazione carta, tessuti, legno, paste alimentari, cereali - sterilizzazioni cibi confezionati, scongelamento rapido dei surgelati - forni a microonde (anche domestici) - applicazioni in medicina (marconiterapia e radarterapia) - impianti radar e telecomunicazioni (inquinamento nelle aree urbane) -

RADIAZIONI IONIZZANTI

Si fa riferimento al Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241 "Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti"

Movimentazione manuale dei carichi Il criterio adottato per la valutazione del fattore di rischio specifico connesso alla movimentazione manuale dei carichi è quello definito nell'ambito del titolo VI, capo I, del D.Lgs. 81/2008. Per la valutazione si è tenuto conto dell'allegato XXXIII del D.Lgs. 81/2008 e delle norme tecniche della serie ISO 11228: ISO 11228-1:2003: "Ergonomics - Manual handling - Lifting and carryng"; ISO 11228-2:2007: "Ergonomics - Manual Handling - Pushing and pulling"; ISO 11228-3:2007: "Ergonomics - Manual Handling - Handling of low loads at high frequency". La valutazione, in particolare, è stata effettuata prendendo in considerazione in modo integrato: - le caratteristiche del carico; - lo sforzo fisico richiesto; - le caratteristiche dell'ambiente di lavoro; - le esigenze connesse all'attività; - i fattori individuali di rischio dei lavoratori.

Esposizione ad AGENTI CHIMICI

Il criterio adottato per la valutazione del fattore di rischio specifico connesso all'esposizione a sostanze chimiche pericolose è quello definito nell'ambito del titolo IX, capo I, del D.Lgs. 81/2008. In particolare si è determinata, preliminarmente, l’eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro e si sono valutati anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dalla presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in particolare: - le loro proprietà pericolose; - le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal responsabile dell'immissione sul mercato tramite la relativa

scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo 2003, n. 65; - il livello, il tipo e la durata dell'esposizione; - le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli stessi; - i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici (Allegati XXXVIII e XXXIX del D.Lgs.

81/2008); - gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare; - se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese. Il Rischio (Rchim) per le valutazioni del Fattore di rischio derivante dall'esposizione ad agenti chimici pericolosi è determinato dal prodotto del Pericolo (Pchim) e l'Esposizione (E), come si evince dalla seguente formula:

EPR chimchim ⋅= (1)

Il valore dell'indice di Pericolosità (Pchim) è determinato principalmente dall'analisi delle informazioni sulla salute e sicurezza fornite dal produttore della sostanza o preparato chimico, e nello specifico dall'analisi delle Frasi R in esse contenute.

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L'esposizione (E) che rappresenta il livello di esposizione dei soggetti nella specifica attività lavorativa è calcolato separatamente per Esposizioni inalatoria (Ein) o per via cutanea (Ecu) e dipende principalmente dalla quantità in uso e dagli effetti delle misure di prevenzione e protezione già adottate. Inoltre, il modello di valutazione proposto si specializza in funzione della sorgente del rischio di esposizione ad agenti chimici pericolosi, ovvero a seconda se l'esposizione è dovuta dalla lavorazione o presenza di sostanze o preparati pericolosi, ovvero, dall'esposizione ad agenti chimici che si sviluppano da un'attività lavorativa (ad esempio: saldatura, stampaggio di materiali plastici, ecc.). Nel modello il Rischio (Rchim) è calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per esposizioni cutanee:

inchiminchim, EPR ⋅= (1a)

cuchimcuchim, EPR ⋅= (1b)

E nel caso di presenza contemporanea, il Rischio (Rchim) è determinato mediante la seguente formula:

( ) ( )[ ] 2/12cuchim,

2inchim,chim RRR +=

(2)

Gli intervalli di variazione di Rchim per esposizioni inalatorie e cutanee sono i seguenti:

100R1,0 inchim, ≤≤ (3)

100R1,0 cuchim, ≤≤ (4)

Ne consegue che il valore di rischio chimico Rchim può essere il seguente:

42,141R10,0 chim << (5)

Ne consegue la seguente gamma di esposizioni: R = BASSO Rchim < 0,1 Si può fondatamente ritenere che il Rischio è inesistente per la salute. Il livello di rischio è Basso o praticamente assente. Non sono richieste misure di prevenzione e protezione diverse da quelle in essere.

R = MODERATO 0,1 ≤ Rchim < 21 Rischio inferiore alla soglia di: "Irrilevante per la salute" Il livello di rischio è moderato. Se possibile, devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e devono essere messi a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale.

R = MEDIO 21 ≤ Rchim < 40

Rischio superiore alla soglia di: "Irrilevante per la salute" Il livello di rischio è medio. Devono essere adottate misure per la riduzione del rischio e si deve controllare che i lavoratori indossino i dispositivi di protezione individuale.

R = RILEVANTE 40 ≤ Rchim < 80 Rischio rilevante per la salute Il livello di rischio è rilevante e devono essere adottate misure da attuare con tempestività per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite.

R = ALTO Rchim > 80 Rischio alto per la salute Il livello di rischio è alto e devono essere adottate misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite. Si precisa, che i modelli di valutazione semplificata, come l'algoritmo di seguito proposto, sono da considerarsi strumenti di particolare utilità nella valutazione del rischio -in quanto rende affrontabile il percorso di valutazione ai Datori di Lavoro- per la classificazione delle proprie aziende al di sopra o al di sotto della soglia di: "Rischio irrilevante

per la salute". Se, però, a seguito della valutazione è superata la soglia predetta si rende necessaria l'adozione delle misure degli artt. 225, 226, 229 e 230 del D.Lgs. 81/2008 tra cui la misurazione degli agenti chimici.

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Videoterminali Per la valutazione del rischio da uso di attrezzature munite di videoterminale (VDT) è stata applicata la seguente metodologia: E’ stata verificata la conformità delle “postazioni ai videoterminali” ai requisiti di cui all'allegato XXXIV del D.Lgs.81/2008. Questa è stata valutata raffrontando i luoghi stessi con una LISTA DI CONTROLLO (Check-list) avente ad oggetto, appunto, le verifiche previste dall’allegato XXXIV del D.Lgs.81/2008, con i relativi riferimenti normativi, che ha permesso di valutare aspetti quali: rischi per la vista e gli occhi, posture ed affaticamento fisico e mentale, condizioni ergonomiche e igiene ambientale, ergonomia del software Dette verifiche sono state riportate senza annotazione alcuna ove il luogo di lavoro risulti conforme, mentre in caso di difformità le verifiche sono riportate ed accompagnate da una “nota di difformità” e dalla valutazione del Rischio [R] secondo il criterio di valutazione stabilito nel capitolo "CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI GENERALE.

Esposizione a rischio impianti e apparecchiature elettriche

Per tutti i luoghi di lavoro è stata effettuata innanzitutto la seguente classificazione per “ aree omogenee di rischio elettrico prendendo spunto dai campi di applicazione delle diverse norme CEI per la progettazione, l’istallazione e la manutenzione degli impianti. E’ necessario sottolineare che le aree omogenee di rischio elettrico così classificate sono caratterizzate non solo dalle proprie caratteristiche costruttive e architettoniche , ma anche dalle attività lavorative svolte o che verranno svolte a loro interno. Una volta classificati per aree omogenee ad ognuna di queste verrà controllata con una check-list la conformità degli stessi impianti alle norme. Ad ogni punto della lista verrà data una valutazione “si “o “no” e considerata l’importanza di ogni punto il “no” anche solo un “no” rappresenterà una non conformità da attuare perché cogente per normativa. Terminata la valutazione precedente, se positiva si continuerà a valutare l’interazione tra i lavoratori e gli impianti stessi, ossia una valutazione del rischio residuo, facendo una distinzione tra gli utenti “utilizzatori” e gli utenti “ addetti ai lavori elettrici”. Gli indicatori di cui si terrà conto per gli utenti “utilizzatori” sono:

• stato di manutenzione dei sistemi di protezione dai contatti diretti e indiretti (protezione mediante isolamento delle parti attive, protezione mediante involucri o barriere, protezione addizionale mediante interruttori differenziali)

• utilizzo di sistemi elettrici a bassissima tensione

• formazione, addestramento, consapevolezza del personale relativamente al rischio elettrico generico, e sul corretto utilizzo degli apparecchi elettrici , conformemente alle indicazioni del costruttore

• divieto di manomissione dell’impianto o degli apparecchi • verifica di integrità dell’isolamento dei cavi di alimentazione degli apparecchi elettrici

• manutenzione degli impianti con particolare riferimento alla guida CEI 0-10 Gli indicatori di cui si terrà conto per gli utenti “addetti ai lavori elettrici” sono:

o individuazione del responsabile dell’impianto e del preposto ai lavori, con riferimento alla norma CEI 11-27;

o esecuzione dei lavori effettuata da lavoratori formati e qualificati ai sensi della norma CEI 11-27

o formazione in materia di primo soccorso degli addetti ai lavori elettrici o individuazione dei punti di sezionamento, di tutte le possibili sorgenti di

alimentazione, della presenza nelle vicinanze del luogo di lavoro di lavoro di altri impianti in tensione o meno

o sezionamento completo della parte di impianto interessata dal lavoro e predisposizione di tutti gli accorgimenti tecnico- organizzativi necessari a evitare una richiusura dei circuiti, in conformità a quanto previsto dalla norma CEI 11-27

o verifica dell’assenza di tensione nell’impianto oggetto dell’intervento o istallazione , quando richiesto sulla parte di impianto sezionato, in prossimità del

luogo di lavoro o comunque visibile chiaramente dallo stesso, di dispositivi idonei a conseguire la messa a terra e il cortocircuito di tutte le fasi e dell’eventuale neutro, se è una parte attiva

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o realizzazione , se necessario, di misure di protezione delle parti attive adiacenti, come previsto per i lavori elettrici in prossimità

o al termine dei lavori, rimessa in tensione dell’impianto rispettando le indicazioni presenti al punto 11.6, norma CEI 11-27

Ciascun indicatore è stato riportato senza annotazione alcuna ove l'indicatore risulti conforme per il nucleo di valutazione, mentre in caso di difformità le verifiche dell'indicatore sono riportate ed accompagnate da una “nota di difformità” e dalla valutazione del Rischio [R] secondo il criterio di valutazione stabilito nel capitolo "CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI GENERALE. In particolare, per quanto riguarda l’idoneità del personale destinato a operare su impianti elettrici in tensione, si ricordano le norme CEI e in particolare norme CEI 11-27, CEI EN 50110-1 e CEI EN 50110-2 (CEI 11-48 e CEI 11-49).

Esposizione a rischio incendio La valutazione del rischio incendio è stata effettuata con riferimento d. lgs. 81/2008, art. 46, in conformità al disposto dell’art. 2 DM 10 marzo 1998 e ai criteri dell’Allegato I del medesimo decreto. La presente valutazione dei rischi è stata condotta sulla base del dettato di cui al D.M. 10/03/1998 Classificazione dell’attività ai fini del Certificato di Prevenzione Incendi: E’ indicato se l’attività rientra fra quelle elencate nel DM 1 agosto 2011 n. 151 ed è pertanto soggetta al controllo del Comando provinciale dei vigili del fuoco ed a Certificato di prevenzione incendi Caratterizzazione anagrafica Per quanto riguarda la descrizione generale dell’organizzazione, si rinvia ai paragrafi “ descrizione del luogo di lavoro” e “Descrizioni delle mansioni” del presente documento. Criteri seguiti per la valutazione dei rischi di incendio La valutazione dei rischi di incendio si è articolata nelle seguenti fasi:

• individuazione di ogni pericolo di incendio (p.e. sostanze facilmente combustibili e infiammabili, sorgenti di innesco, situazioni che possono determinare la facile propagazione dell’incendio);

• individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischi di incendio; • eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio; • valutazione del rischio residuo di incendio; • verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di eventuali ulteriori

provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui di incendio.

Classificazione del livello di rischio di incendio Dai dati sopra esposti deriva che il livello di rischio di incendio è classificato: BASSO / MEDIO / ELEVATO,

rispettivamente, gruppo A , gruppo B, gruppo C. Nelle attività soggette al controllo obbligatorio da parte dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco, che hanno attuato le misure previste dalla vigente normativa, in particolare per quanto attiene il comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali, compartimentazioni, vie di esodo, mezzi di spegnimento, sistemi di rivelazione ed allarme, impianti tecnologici, è da ritenere che le misure attuate in conformità alle vigenti disposizioni siano adeguate. Per le restanti attività, fermo restando l’obbligo di osservare le normative vigenti ad esse applicabili, ciò potrà invece essere stabilito seguendo i criteri relativi alle misure di prevenzione e protezione riportati nell’Allegato I del DM 10.03.98. Per ogni criterio si procederà all'analisi della sua conformità che sarà riportato senza annotazione alcuna ove il criterio risulti conforme per il nucleo di valutazione, mentre in caso di difformità le verifiche del criterio saranno riportate ed accompagnate da una “nota di difformità” e dalla valutazione del Rischio [R] secondo il criterio di valutazione stabilito nel capitolo "CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI GENERALE. La stessa procedura sarà seguita nelle attività soggette al controllo obbligatorio da parte dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco, che non hanno ancora attuato le misure previste dalla vigente normativa, con il datore di lavoro si concorderà i tempi e le modalità per la messa a norma della struttura e nel contempo l’attuazione delle misure che si possono attuare immediatamente e preventive ( tipo manutenzione di estintori esistenti ecc..) e di diminuzione del rischio( pulizia e ordine , soprattutto di materiali infiammabili)

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Esposizione a atmosfere esplosive

L'analisi del rischio dovuto a esposizione ad atmosfere esplosive ( redatto in allegato al presnte documento e facente parte integrante) costituisce il Documento di Protezione contro le Esplosioni e sintetizza il complesso delle operazioni svolte per la valutazione dei rischi di esplosione, che sono stati individuati e valutati nell’ambito del più ampio processo di valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori. Il documento quindi è stato elaborato con riferimento:

• al d. lgs. 233/2003 (direttiva UE 99/92/CE); • al d. lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s. m. i., Titolo XI – Protezione da atmosfere esplosive; • al d. lgs 81 del 9 aprile 2008 e s. m. i., Articoli 17 comma 1 lettera a), 18, 26, 28 e 29.

Il presente Documento di Protezione contro le Esplosioni si applica agli ambienti individuati come esplosivi, in caso di assenza di apparecchiature o ambienti di rischio esplosione la valutazione del rischio non verrà ulteriormente approfondita. Se vi è presenza di atmosfere esplosive si procederà stilando un documento allegato secondo il seguente criterio. 1. Caratterizzazione dello stato attuale

• Caratteristiche architettoniche degli ambienti; • Impianti, apparecchi, sistemi di protezione e componenti e loro interazione con le sostanze trattate – processo

industriale specifico; • Interazioni fra impianti, sistemi, processi; • Ambiente circostante e possibili interazioni con questo.

Individuazione delle attività nelle quali i lavoratori sono esposti ad atmosfere esplosive

Attività Sostanze pericolose Luogo di utilizzo

2. Caratteristiche chimico fisiche e rischi intrinseci delle sostanze pericolose Sostanze che sono all’origine di atmosfere esplosive e condizioni tecniche nelle quali esse si formano

Tipo di sostanza o

preparato chimico Stato fisico Esplosivo Infiammabile

Incompatibilità con

altre sostanze

Sostanze liberate in

caso di incidente (incendio,

sversamento, ecc.)

3. Quantità e probabilità di formazione di un’atmosfera esplosiva La quantità e la probabilità di formazione di una atmosfera esplosiva è determinata tramite il processo di classificazione delle zone pericolose e quindi si identifica con questo.

Ambiente Localizzazione ed estensione zone Classificazione*

0, 1, 2

La RELAZIONE TECNICA relativa alla CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI con rischio di esplosione sarà riportata in ALLEGATO. La PLANIMETRIA con l’individuazione delle zone classificate sarà riportata in ALLEGATO. 4. Presenza e probabilità di formazione di sorgenti di accensione efficaci Le fonti di ignizione, da prevenire con misure tecniche e organizzative, possono essere costituite da:

• impianti elettrici; • indumenti carichi di elettricità statica; • apparecchi radiomobili; • utensili;

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• … 5. Possibili effetti di una esplosione Gli effetti di una esplosione si considerano sempre di magnitudo massima per quanto riguarda le persone potenzialmente investite come pure per il patrimonio. Gli effetti potenziali dell’esplosione saranno considerati ai fini della pianificazione e della risposta alle emergenze. 6. Classificazione del rischio L’entità del rischio è ora stimata in funzione sia della classificazione in zone, sia della presenza di personale e delle misure di prevenzione e protezione adottate nelle zone classificate.

Zona 2 Indice BASSO Zona 1 Indice MEDIO Zona 0 Indice ALTO

La corrispondenza di cui sopra è valida purché le misure di prevenzione e protezione siano mantenute costantemente efficaci. Gli indici di rischio così determinati consegue un indicatore di priorità valido al contempo per:

• stabilire il grado di controllo necessario per le misure di prevenzione e protezione; • programmare gli interventi di miglioramento da attuare nel tempo:

7. Misure di prevenzione e protezione dalle esplosioni Le misure di prevenzione e protezione dalle esplosioni si distinguono in:

• Misure tecniche di prevenzione • Misure tecniche di protezione • Misure organizzative • Misure di coordinamento fra più imprese esterne

In relazione alla classificazione in zone e alla conseguente stima dell’indice di rischio, occorrerà poi indirizzare l’organizzazione del lavoro e il tipo di apparecchiature / costruzioni che possono essere realizzate o utilizzate nelle zone stesse. Le misure di prevenzione seguono il principio di evitare “sorgenti di accensione efficaci”, quindi hanno lo scopo di eliminare soprattutto le condizioni che permettono la formazione di una miscela esplosiva e tutte le possibili cause di innesco, motivo per cui si suddividono in:

• misure per evitare la formazione di atmosfere esplosive; • misure per evitare sorgenti di accensione efficaci, quali l’uso di apparecchi conformi alla direttiva 94/9/CE.

Le misure tecniche di protezione dalle esplosioni si applicano in genere agli apparecchi che contengono atmosfere esplosive; quindi, in caso di esplosione all’interno dell’apparecchio, il sistema di protezione limita i danni nella zona circostante Le misure organizzative comprendono:

• le istruzioni operative per il dato posto o attività, • le misure intese a garantire una adeguata qualificazione degli addetti, • il contenuto e la frequenza della formazione, • le regole per il corretto utilizzo di attrezzature di lavoro mobili in zone potenzialmente esplosive, • le disposizioni circa l’utilizzo di indumenti da lavoro antistatici, • l’esistenza o meno di un sistema di autorizzazione dei lavori e sua eventuale impostazione, • l’organizzazione del servizio di manutenzione, ispezione e controllo, • il tipo di segnalazione dlele zone potenzialmente esplosive.

Le misure di coordinamento con ditte esterne riguardano:

• Lavori eseguiti nel sito da ditte esterne • Possibili interferenze • Informazioni da fornire alle ditte esterne

Esposizione a rischi biologici

Classificazione degli agenti biologici

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Secondo quanto riportato al titolo X del D.Lsg. 81/2008, gli agenti biologici sono ripartiti in quattro gruppi, a seconda del rischio di infezione su lavoratori sani:

a) gruppo 1: «un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani»; sono costituiti, per esempio, dalla normale flora batterica;

b) gruppo 2: «un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche»; sono costituiti, per esempio, dalla salmonella e dall'epatite A;

c) gruppo 3: «un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità , ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche»; sono costituiti, per esempio, dall'epatite B e dall'AIDS;

d) gruppo 4: «un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità ; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche»; sono costituiti, per esempio, dal virus ebola e dal virus di marburg.

È opportuno tenere presente che se all'agente non può essere attribuita, in modo inequivocabile, l'appartenenza a un gruppo, deve essere classificato nel gruppo di rischio più elevato tra le due. Inoltre vi è: Obbligo di comunicazione dell'utilizzo di agenti biologici dei gruppi 2 o 3 da parte del datore di lavoro, all'organo di vigilanza territorialmente competente, almeno 30 giorni prima dell'inizio dei lavori, il nome e l'indirizzo dell'azienda e del suo titolare e il documento di valutazione dei rischi. Il datore di lavoro deve effettuare questa comunicazione anche se è stato autorizzato all'esercizio di attività che comporta l'utilizzazione di un agente biologico del gruppo 4. Necessità di specifica autorizzazione per l'utilizzo di agenti biologici del gruppo 4 Ha stabilito che il datore di lavoro che intende utilizzare questi agenti biologici deve munirsi di specifica autorizzazione del Ministero della Sanità, il quale la rilascia sentito il parere dell'Istituto superiore di sanità.; l'autorizzazione ha una durata di 5 anni ed è rinnovabile.

Valutazione del rischio biologico In caso di presenza ai gruppi 2, 3 e 4 si procederà ad una analisi dei rischi approfonditi e concordati caso per caso con il datore di lavoro. Per altri possibili rischi da rischio Biologico e in considerazione delle incerte conoscenze che riguardano il livello di pericolosità e di trasmissibilità di numerosi agenti biologici,si procederà alla valutazione del rischio in modo puntuale, instaurando un sistema di sorveglianza e di controllo che permetta di valutare a posteriori, cioè sulla scorta di sistematiche rilevazioni, l'effettiva frequenza con cui si verifica una contaminazione ambientale in un determinato punto del sistema produttivo. Questo metodo permette di intervenire, con la necessaria tempestività, per prevenire nuovi eventi di contaminazione e, in secondo luogo, consente di verificare quanto le misure cautelative adottate siano realmente efficaci. A tale proposito verrà inserita una procedura operativa per la rivelazione di questo rischio. In caso di rischio biologico il datore di lavoro deve effettuare una nuova valutazione del rischio in occasione di modifiche significative dell'attività lavorativa e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima valutazione effettuata. Il rappresentante per la sicurezza deve essere consultato prima dell'effettuazione della valutazione dei rischi e ha accesso al relativo documento.

Esposizione a agenti cancerogeni e mutageni Il presente Documento di Protezione contro agenti cancerogeni e mutageni si applica a tutti gli ambienti ove siano presenti sostanze che siano classificate tali, in caso di assenza il rischio non verrà ulteriormente valutato. Per rilevare l’assenza di sostante contenenti agenti cancerogeni e mutageni si è provveduto:

• ad un sopralluogo visivo dell’ambiente • a eventuali documentazioni a disposizione dei materiali utilizzati all’interno dell’ambiente • a conoscenze del personale presente

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Qualora fosse riscontrata la presenza in ambiente di lavoro di prodotti cancerogeni sarà data una stima dei rischi sulla base delle seguenti considerazioni: Rischio basso o trascurabile

- Utilizzo di prodotto in ciclo chiuso senza possibilità di contatto con i lavoratori; - Quantitativo di prodotto utilizzato limitato; - Corrette metodologie di utilizzo e manipolazione; - Formazione ed informazione dei lavoratori sui rischi specifici; - Utilizzo di Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC) appropriati e correttamente mantenuti; - Utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale adeguati; - Esito di eventuali campionamenti ambientali (con esposizioni verificate di almeno 1/10 inferiori

rispetto al TLV-TWA)

Rischio medio:

- Quantitativo non limitato di prodotto utilizzato; - Metodologie di utilizzo critiche o non corrette; - Carenza nella formazione ed informazione del personale; - Carenze nei DPC; - Carenze nei DPI; - esito di eventuali campionamenti ambientali (con esposizioni verificate di almeno 5/10 inferiori

rispetto al TLV-TWA) Rischio elevato:

- Quantitativo rilevante di prodotto utilizzato e/o prodotto con particolari caratteristiche di pericolosità; - Metodologie di utilizzo particolarmente critiche o non corrette; - Carenza nella formazione ed informazione del personale; - Carenze nei DPC; - Carenze nei DPI;

- esito di eventuali campionamenti ambientali (con esposizioni verificate > 5/10 e <10/10

rispetto al TLV-TWA).>

Esposizione all’amianto Il presente Documento di Protezione contro il rischio di sostanze contenenti amianto si applica a tutti gli ambienti ove siano presenti sostanze contenenti tale prodotto, in caso di assenza il rischio non verrà ulteriormente valutato. Per rilevare l’assenza di sostante contenenti amianto si è provveduto:

• ad un sopralluogo visivo dell’ambiente • a eventuali documentazioni a disposizione dei materiali utilizzati per la costruzione dei luoghi di lavoro

• a conoscenze del storiche del proprietario dell’immobile

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CRITERIO per lo STRESS LAVORO-CORRELATO criterio adottato per la valutazione dei rischi particolari collegati allo stress

lavoro-correlato (Art. 28, comma 1, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e accordo europeo dell'8 ottobre 2004)

Il criterio adottato per la valutazione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato dei “gruppi di lavoratori” è conforme a quanto previsto dall’art. 28, comma 1, del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e ai contenuti dell’accordo europeo dell’ 8 ottobre 2004 nonchè alle indicazioni date dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la

sicurezza sul lavoro, di cui all’art.6 del D.lgs 9 aprile 2008 n. 81, come modificato dal D.Lgs n. 106/2009, nella riunione del 17 novembre 2010 e alla metodologia proposta dall’ISPEL, marzo 2010.

Criterio di valutazione Facendo riferimento alla proposta metodologica per la valutazione dello stress lavoro-correlato dell'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro ) del 2010 , e alle indicazioni date dalla Commissione

Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro si effettua un'indagine differenziata a seconda che le imprese occupino fino a dieci dipendenti, il cui datore di lavoro ha la facoltà di procedere all'autocertificazione ( D.Lgs 81/2008 - art. 29 , comma 5 ) , da quelle con un maggior numero di dipendenti. IMPRESE FINO A 10 DIPENDENTI Per evitare un'azione autoreferenziale del datore di lavoro si coinvolgerà direttamente i dipendenti in quella che può diventare anche un'occasione d'incontro e di confronto sui temi della quotidianità lavorativa, ma in grado di produrre un valore aggiuntivo al lavoro stesso. Per facilitare la valutazione dello stress si userà una check list orientativa che contiene dieci domande su misure obiettive, che rappresentano i requisiti necessari per una corretta valutazione delle condizioni organizzative dell'azienda. Se si ottiene un punteggio superiore al valore di 20, significa che sono presenti elementi di rischio stress lavoro-correlato pertanto si procederà al passo successivo. Si approfondirà la valutazione attraverso una check list di indicatori verificabili al fine di individuare i principali aspetti del contenuto e del contesto lavorativi la cui modificazione porterà miglioramenti del clima organizzativo. L'obbligo di tale verifica ha frequenza biennale, in assenza di cambiamenti organizzativi e/o gestionali evidenti ( art. 29 D.Lgs 81/08 e s.m.i. ) . si precisa che tale metodologia non è sufficiente nel caso di istanze giudiziarie per molestie morali e/o sessuali e in caso di segnalazioni al medico competente da parte dei centri clinici specializzati. IMPRESE CON OLTRE 10 DIPENDENTI In questo caso con il datore di lavoro collaborerà oltre al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ( RSPP ) e al Medico Competente , anche il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione ( ASPP ) e altre figure significative per l'impresa oltre ad eventuali consulenti esterni. Preliminarmente si verifica, nel contesto aziendale, la presenza di “gruppi di lavoratori” omogenei, per le mansioni o per i compiti assegnati, potenzialmente esposti a rischi da stress lavoro-correlato. In seguito la valutazione si compone di due livelli d'intervento. PRIMO LIVELLO: VALUTAZIONE CON APPROCCIO VARIFICABILE

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In questa fase vengono valutate le informazioni acquisite dal Servizio di Prevenzione e Protezione ( SPP ), dalla parte generale del documento di valutazione dei rischi, dal servizio del personale, dal medico competente, dal RLS, ecc.. Le informazioni vengono raccolte tramite check list che prendono in considerazione i seguenti ambiti: I -Eventi sentinella, quali: indici infortunistici; assenze per malattia; turnover; procedimenti e sanzioni;

segnalazioni del medico competente; specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori. I predetti eventi sono da valutarsi in conformità a parametri omogenei individuati internamente all’azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici rilevati in azienda).

II -Fattori di contenuto del lavoro, quali: ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di

lavoro a turni; corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti. III -Fattori di contesto del lavoro, quali: ruolo nell’ambito dell’organizzazione; autonomia decisionale e controllo;

conflitti interpersonali al lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste).

Ove dalla valutazione preliminare non emergano elementi di rischio da stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive, il datore di lavoro è tenuto a darne conto nel Documento di Valutazione del Rischio (DVR) e a prevedere un piano di monitoraggio e il rischio rientra in una valutazione di rischio Basso.

Nel caso in cui si rilevino elementi di rischio da stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive, si procede alla pianificazione ed all’adozione degli opportuni interventi correttivi (ad es. interventi organizzativi, tecnici, procedurali, comunicativi, formativi, etc.). Qualora gli interventi correttivi risultino inefficaci, si procede, nei tempi che la stessa impresa definisce nella pianificazione degli interventi, alla fase di valutazione successiva (c. d. valutazione approfondita). Il livello di rischio verrà definito, basso medio o alto secondo il punteggio emerso dall'analisi delle cek list secondo i seguenti parametri:

DA A LIVELLO DI

RISCHIO

NOTE

0

17

RISCHIO BASSO

25%

L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress

correlato al lavoro.

18

34

RISCHIO MEDIO

50%

L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al

lavoro. Per ogni condizione di rischio identificata si devono adottare le azioni di miglioramento mirate. Se queste non

determinano un miglioramento entro un anno, sarà necessaria la somministrazione di questionari soggettivi.

35

67

RISCHIO ALTO

+ di 50%

L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di stress correlato al lavoro. Si deve

effettuare una valutazione della percezione dello stress dei lavoratori. E’ necessario oltre al monitoraggio delle condizioni di stress la verifica di efficacia delle azioni di miglioramento.

SECONDO LIVELLO: VALUTAZIONE CON COINVOLGIMENTO DIRETTO DEI LAVORATORI La valutazione con coinvolgimento diretto dei lavoratori avviene nei seguenti casi: - presenza di potenziali fattori di stress noti in letteratura ( lavoro a contatto con il pubblico, lavoro a contatto con la sofferenza, lavoro a turni, ecc.. ) , come riportato nel Documento di Consenso sullo stress commissionato dalla società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale ( SIMLII ); - punteggio finale alla check list degli indicatori verificabili alto;

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- presenza di una o più istanze giudiziarie per molestie morali e/o sessuali; - presenza di casi di disagio lavorativo accertati clinicamente dai centri clinici pubblici di riferimento con nesso causale probabile con condizioni lavorative stressogene ( vele anche per le imprese fino a dieci dipendenti ); - presenza di condizioni di stress segnalate dal medico competente; - il punteggio della check list si colloca ancora, a distanza di un anno, nel quadrante rischio medio nonostante le azioni di miglioramento adottate. Per la rilevazione della percezione di stress il questionario può essere sostituito o accompagnato da altri strumenti soggettivi come il focus group o l'intervista semi-strutturata la cui utilizzazione richiede sempre personale specializzato al quale si rimanderà anche l'eventuale descrizione dei criteri che si adotteranno.

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CRITERIO per le LAVORATRICI MADRI criterio adottato per la valutazione dei rischi particolari riguardanti le lavoratrici durante la gravidanza e fino a sette mesi d'età del figlio

(Art. 28, comma 1, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151)

Il criterio adottato per la valutazione dei rischi per la salute e sicurezza delle lavoratrici durante il periodo della gravidanza e fino a sette mesi d'età del figlio è conforme a quanto previsto dal capo II del D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151. Nell'elaborazione di tale criterio, si è tenuto conto anche della Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee del 5/10/2000: “La gravidanza non è una malattia ma un aspetto della vita quotidiana”, tuttavia “condizioni

suscettibili di essere considerate accettabili in situazioni normali possono non esserlo più durante la gravidanza”, lo stesso dicasi per il periodo dell'allattamento che la normativa italiana tutela fino al VII mese dopo il parto.

Criterio di valutazione L'approccio adottato per la valutazione dei rischi per le lavoratrici madri è quello definito dagli artt. 7 e 11 del sopra citato decreto. Nel flow-chart di seguito riportato si è sintetizzato il percorso seguito per la valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza delle lavoratrici madri e per l'adozione delle relative misure di prevenzione e protezione da parte dell'azienda.

In una prima fase, si sono identificati i rischi presenti nei luoghi di lavoro (agenti fisici, chimici e biologici; processi industriali; movimenti e posture; fatica psicofisica) nel rispetto delle linee direttrici elaborate dalla Commissione delle Comunità Europee sopra citate. In una seconda fase, si è stabilito se i rischi identificati rientrassero tra quelli che la normativa italiana considera come pregiudizievoli per la salute della donna e del bambino, si è stabilito cioè se tali rischi fossero compresi nell'allegato A e B del D.Lgs. 151/2001, e quindi vietati, o se fossero compresi nell'allegato C del succitato decreto, e quindi soggetti ad adeguate misure preventive e protettive. Le eventuali attività che possono esporre le lavoratrici madri a lavori vietati di cui all'allegato A e B del D.Lgs. 151/2001 sono state individuate contestualmente alla verifica dei processi produttivi, ossia nel capitolo specifico

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"VERIFICA dei PROCESSI PRODUTTIVI". Nello stesso capitolo sono state individuate le misure preventive e protettive resesi necessarie per i lavori di cui all'allegato C del decreto legislativo innanzi citato.

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ANALISI e VALUTAZIONE dei RISCHI analisi e valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori

(Artt. 17, comma 1, lettera a) e 28, comma 1, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

Nel predisporre il presente documento si è proceduto ad un'accurata analisi e ad un'attenta valutazione dei principali elementi di cui si compone l'azienda: i luoghi di lavoro, le macchine e attrezzature e l'organizzazione aziendale dei processi produttivi e delle attività lavorative.

Luoghi di lavoro L'analisi e la valutazione dei luoghi di lavoro, riportate nel successivo capitolo "VERIFICA dei LUOGHI DI LAVORO", sono state effettuate verificandone il rispetto dei requisiti di salute e sicurezza, in ottemperanza alle disposizioni di cui al titolo II, capo I, del D.Lgs. 81/2008 e di cui all'Allegato IV del citato decreto.

Attrezzature da lavoro

Per quanto riguarda le attrezzature da lavoro, se presenti, si è predisposta una scheda di valutazione con la descrizione della macchina, le caratteristiche tecniche con particolare riferimento alle prescrizioni d’uso, installazione, manutenzione, indicare i manuali tecnici ed operativi di riferimento, le dichiarazioni di conformità, l’adeguatezza all’ambiente di utilizzo, il piano di manutenzione, la necessità di specifici DPI. l'analisi e la valutazione delle attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori, siano esse macchine, impianti, attrezzature, utensili o apparecchiature, sono state effettuate in ottemperanza alle disposizioni di cui al titolo III, capo I, del D.Lgs. 81/2008. Tutte le macchine, gli impianti e le strutture rispondenti alle leggi attualmente in vigore, correttamente utilizzate, correttamente installate e correttamente manutenute possono essere tendenzialmente considerate a rischio basso o assente. Tutte le macchine o impianti rispondenti alle leggi in vigore che non siano correttamente manutenute, non utilizzate secondo i criteri stabiliti da costruttore o non siano utilizzate da personale adeguatamente formato ed informato saranno considerate a rischio medio o elevato (in funzione della gravità delle mancanze riscontrate).

Processi produttivi e attività I processi produttivi, con le relative attività lavorative, sono stati oggetto di valutazione dei rischi ai sensi degli artt. 17, comma 1, e 28, comma 1, del D.Lgs. 81/2008. La verifica dei requisiti di salute e sicurezza, riportata nel capitolo "VERIFICA dei PROCESSI PRODUTTIVI", è stata effettuata nel rispetto delle disposizioni normative nazionali e in conformità alle indicazioni approvate e pubblicate da organismi internazionali, europei o nazionali di normalizzazione, dalle Regioni, dall'ISPESL, dall'INAIL o da organismi territoriali paritetici.

Misure attuate e programmate A seguito dell'analisi e valutazione, si è proceduto a indicare le misure di prevenzione e protezione attuate e i dispositivi di protezione individuale adottati, riportandoli nel capitolo "VERIFICA dei PROCESSI PRODUTTIVI". Su tutti i rischi connessi all'attività dell'impresa in generale si sono individuati inoltre, nel rispetto delle disposizioni di legge, i necessari programmi di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori e le procedure di sorveglianza sanitaria, riportandoli, rispettivamente, nei capitoli "FORMAZIONE e INFORMAZIONE" e "SORVEGLIANZA SANITARIA". Per la valutazione complessiva del rischio si sono individuate le misure in fase di attuazione, che saranno adottate successivamente alla data del presente documento, con il fine del miglioramento continuo della salute e della sicurezza aziendale, riportandole nel capitolo "PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO".

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VERIFICA dei LUOGHI DI LAVORO verifica dei requisiti di salute e di sicurezza dei luoghi di lavoro

(Titolo II, capo I, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

La verifica dei luoghi di lavoro è stata effettuata verificandone la conformità ai requisiti di salute e sicurezza di cui al titolo II, capo I, del D.Lgs. 81/2008 e di cui all'Allegato IV del citato decreto.

Criteri adottati per la verifica La conformità dei luoghi di lavoro ai requisiti di cui all'allegato IV è stata valutata raffrontando i luoghi stessi con una LISTA DI CONTROLLO (Check-list) -riportata di seguito- avente ad oggetto, appunto, le verifiche previste dall’allegato IV, con i relativi riferimenti normativi. Dette verifiche -cui sono stati sottoposti i luoghi di lavoro- sono riportate senza annotazione alcuna ove il luogo di lavoro risulti conforme, mentre in caso di difformità le verifiche sono riportate ed accompagnate da una “nota di difformità” e dalla valutazione del Rischio [R] secondo il criterio di valutazione stabilito nel capitolo "CRITERI di VALUTAZIONE dei RISCHI". Per eliminare le eventuali difformità riscontrate, nel capitolo "PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO" è stata effettuata la successiva analisi delle misure in fase di attuazione, che saranno adottate successivamente alla data del presente documento.

Elenco delle categorie di verifica L'analisi e la valutazione dei luoghi di lavoro sono state effettuate per le seguenti categorie di verifiche: 1) Ambienti di lavoro; 2) Prevenzione incendi; 3) Primo soccorso; 4) Disabili; 5) Rischio elettrico conformità normativa; 6) Amianto.

Ambienti di lavoro Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza. Tipologia di verifica: Stabilità e solidità - Requisiti 1) Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro o qualunque altra opera e struttura presente nel luogo di lavoro

possiedono una adeguata solidità che corrisponde al loro tipo di impiego ed alle caratteristiche ambientali (Allegato IV, punto 1.1.1., D.Lgs. 81/2008).

2) Le parti metalliche degli edifici e delle opere provvisionali, i recipienti e gli apparecchi metallici, di notevoli

dimensioni, situati all'aperto, sono, per se stessi o mediante condutture e spandenti appositi, collegati elettricamente a terra al fine di garantire la dispersione delle scariche atmosferiche (Allegato IV, punto 1.1.8., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Stabilità e solidità - Manutenzione e riparazione 1) L'accesso per i normali lavori di manutenzione e riparazione ai posti elevati di edifici, parti di impianti,

apparecchi, macchine, pali e simili è sicuro, agevole e avviene mediante l'utilizzo di attrezzature appropriate, quali andatoie, passerelle, scale, staffe o ramponi, montapali o simili (Allegato IV, punto 1.1.5., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Stabilità e solidità - Pulizie e depositi immondizie 1) Le pulizie dei locali sono effettuate al di fuori dell'orario di lavoro e in modo da ridurre il sollevamento di polvere

(Allegato IV, punto 1.1.6., D.Lgs. 81/2008).

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2) Le aule , ogni fine anno scolastico, devono essere igienizzate con una opportuna imbiancata per evitare accumulo

di polveri sulle pareti e di conseguenza aggravamento di eventuali allergie.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) A fine anno scolastico, le pareti non sono sempre imbiancate, ma solo lavate dal personale interno. [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Tipologia di verifica: Altezza, cubatura e superficie - Scuole 1) Gli spazi per l'unità pedagogica (classe) sono di altezza netta, misurata dal pavimento all'altezza media della

copertura dei soffitti o delle volte, superiore o uguale a m. 3 (Tab.4 norme di riferimento altezze interne, D.M. 18 dicembre 1975).Gli spazi per Parti per il lavoro di gruppo sono di altezza netta, misurata dal pavimento all'altezza media della copertura dei soffitti o delle volte, superiore o uguale a m. 2.4 (Tab.4 norme di riferimento altezze interne, D.M. 18 dicembre 1975)

2) locali di lavoro chiusi sono dimensionati in modo tale da disporre per ogni alunno e insegnante una superficie di

almeno 1,8 mq . Tipologia di verifica: Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale e marciapiedi mobili, banchine e

rampe di carico - Requisiti dei locali chiusi 1) I locali di lavoro chiusi, in cui si svolgono attività a carattere continuativo, sono ben difesi dagli agenti atmosferici

e provvisti di isolamento termico e acustico adeguato al tipo di impresa e all'attività dei lavoratori (Allegato IV, punto 1.3.1.1., D.Lgs 81/2008).

2) I locali di lavoro chiusi, in cui si svolgono attività a carattere continuativo, sono ben asciutti e ben difesi contro

l'umidità (Allegato IV, punto 1.3.1.3., D.Lgs. 81/2008). 3) Le pareti dei locali di lavoro sono di tinta chiara (Allegato IV, punto 1.3.5., D.Lgs. 81/2008) Tipologia di verifica: Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale e marciapiedi mobili, banchine e

rampe di carico - Pavimentazioni 1) La pavimentazione dei locali di lavoro è priva di protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi (Allegato IV,

punto 1.3.2., D.Lgs. 81/2008). 2) Le superfici dei locali di lavoro chiusi, pavimentazioni, pareti e soffitti, in cui si svolgono attività a carattere

continuativo, sono tali da poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni di igiene ottimali (Allegato IV, punto 1.3.1.4., D.Lgs. 81/2008).

3) La pavimentazione dei locali di lavoro è fissa, stabile e antisdrucciolevole (Allegato IV, punto 1.3.2., D.Lgs.

81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'edificio non ha una pavimentazione antisdrucciolevole . [P2] x [E2] = 4

(Moderato)

4) I pavimenti ed i passaggi sono liberi da materiali ingombranti che ostacolano la normale circolazione (Allegato

IV, punto 1.4.10., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale e marciapiedi mobili, banchine e

rampe di carico - Pareti trasparenti o traslucide (pareti vetrate) 1) Le pareti trasparenti o traslucide, in particolare le pareti completamente vetrate, che si trovano nei locali di lavoro,

nelle vicinanze dei posti di lavoro, nelle vicinanze delle vie di circolazione, sono chiaramente segnalate (Allegato IV, punto 1.3.6., D.Lgs. 81/2008).

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2) Le pareti trasparenti o traslucide, in particolare le pareti completamente vetrate, che si trovano nei locali di lavoro, nelle vicinanze dei posti di lavoro, nelle vicinanze delle vie di circolazione, sono costituite completamente da materiali di sicurezza per prevenire infortuni in caso di rottura (Allegato IV, punto 1.3.6., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale e marciapiedi mobili, banchine e

rampe di carico - Finestre, lucernari e dispositivi di ventilazione - Finestre e lucernari 1) Le finestre e i lucernari sono tali da poter essere aperti, chiusi, regolati e fissati dai lavoratori in tutta sicurezza

(Allegato IV, punto 1.3.7., D.Lgs. 81/2008). 2) Le finestre e i lucernari, quando sono aperti, sono posizionati in modo tale da non costituire pericolo per i

lavoratori (Allegato IV, punto 1.3.7., D.Lgs. 81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le finestre quando si aprono sono all'interno e pertanto è pericoloso che gli alunni ci sbattino contro

Luogo di lavoro: AULA 4 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 5 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 6 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 7 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 9 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano];

[P1] x [E1] = 1

(Basso)

3) Le finestre e i lucernari sono stati concepiti e sono dotati delle attrezzature necessarie per la loro pulizia nel

rispetto della sicurezza sia dei lavoratori impiegati che di quelli presenti nell'edificio ed intorno ad esso (Allegato IV, punto 1.3.8., D.Lgs. 81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Vi è una parte di finestratura fissa nel corridoio ed in alcune aule che non è di facile accesso per la pulizia.

Luogo di lavoro: AULA 4 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 5 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; corridoio [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano];

[P2] x [E4] = 8

(Rilevante)

4) Le finestre hanno un parapetto di almeno cm 790, perchè non sono presenti condizioni di pericolo in relazione al

tipo di lavorazione eseguita nel locale (Allegato IV, punto 1.5.14.3., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi - Vie di circolazione per veicoli 1) Le vie di circolazione utilizzate da mezzi di trasporto passano ad una sufficiente distanza di sicurezza dai pedoni

(Allegato IV, punto 1.4.3., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Scale e parapetto "normale" - Scale fisse a gradini 1) Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, sono costruite e mantenute in modo

da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per situazioni di emergenza (Allegato IV, punto 1.7.1.1., D.Lgs. 81/2008).

2) Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, hanno pedate ed alzate dimensionate

a regola d'arte (Allegato IV, punto 1.7.1.1., D.Lgs. 81/2008). 3) Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, hanno larghezza adeguata alle

esigenze di transito (Allegato IV, punto 1.7.1.1., D.Lgs. 81/2008).

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Tipologia di verifica: Scale e parapetto "normale" - Parapetto "normale" 1) I muri, le balaustre, le ringhiere e simili sono considerati equivalenti al parapetto "normale" perchè offrono la

stessa sicurezza contro la caduta verso i lati aperti, non inferiore a quella presentata dai parapetti stessi (Allegato IV, punto 1.7.2.3., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni - Luoghi di lavoro esterni 1) I posti di lavoro, le vie di circolazione e altri luoghi o impianti all'aperto utilizzati od occupati dai lavoratori

durante le loro attività sono concepiti in modo tale che la circolazione dei pedoni e dei veicoli avvenga in modo sicuro (Allegato IV, punto 1.8.3., D.Lgs. 81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) La parte di giardino, pavimentata e non, antistante la facciata d'ingresso della scuola presenta un pavimento disconnesso a causa di radici di alberi tagliati nel corso degli anni.

[P1] x [E4] = 4

(Moderato)

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2) I terreni scoperti costituenti una dipendenza dei locali di lavoro sono sistemati in modo da ottenere lo scolo delle acque di pioggia e di quelle di altra provenienza (Allegato IV, punto 1.8.8., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni - Requisiti dei posti di lavoro all'aperto 1) I posti di lavoro all'aperto, per quanto tecnicamente possibile, sono tali da scongiurare rischi di cadute o

scivolamenti (Allegato IV, punto 1.8.7.3., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Microclima - Aerazione naturale 1) I luoghi di lavoro chiusi dispongono di aria salubre in quantità sufficiente, tenendo conto dei metodi di lavoro e

degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori stessi, ottenuta mediante aperture naturali (Allegato IV, punto 1.9.1.1., D.Lgs. 81/2008).

2) I locali di lavoro chiusi, in cui si svolgono attività a carattere continuativo, hanno aperture sufficienti a garantire

un rapido ricambio d'aria (Allegato IV, punto 1.3.1.2., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Temperatura dei locali 1) I luoghi di lavoro chiusi sono ad una temperatura adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro,

tenendo conto dei metodi di lavoro, degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori stessi e della

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concomitanza dell'influenza del grado di umidità e del movimento d'aria (Allegato IV, punto 1.9.2.1., D.Lgs. 81/2008).

2) I locali di riposo, i locali per il personale di sorveglianza, i locali igienici, le mense e i locali di pronto soccorso

sono ad una temperatura conforme alla destinazione specifica degli stessi (Allegato IV, punto 1.9.2.1., D.Lgs. 81/2008).

3) Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate sono tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro,

tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro (Allegato IV, punto 1.9.2.4., D.Lgs. 81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le aule non sono dotate di tende per ripararsi dall'eccessivo soleggiamento [P4] x [E1] = 4

(Moderato)

Tipologia di verifica: Umidità 1) Nei locali chiusi di aziende industriali nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro

sono presenti accorgimenti tali da evitare la formazioni di nebbie, mantenendo l'umidità e la temperatura nei limiti compatibili con le esigenze tecniche (Allegato IV, punto 1.9.3.1., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Illuminazione naturale ed artificiale - Requisiti generali 1) I luoghi di lavoro dispongono di sufficiente luce naturale (Allegato IV, punto 1.10.1., D.Lgs. 81/2008). 2) I locali di lavoro, anche se illuminati con luce naturale, sono dotati di di dispositivi che consentono

un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori (Allegato IV, punto 1.10.1., D.Lgs. 81/2008).

3) Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale sono tenuti costantemente in buone

condizioni di pulizia e di efficienza (Allegato IV, punto 1.10.4., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Illuminazione naturale ed artificiale - Impianti di illuminazione 1) Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione sono installati in modo che il tipo di

illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori (Allegato IV, punto 1.10.2., D.Lgs. 81/2008).

Tipologia di verifica: Locali di riposo e refezione - Servizi igienico assistenziali - Acqua 1) Nei luoghi di lavoro o nelle immediate vicinanze è disponibile, per i lavoratori, acqua in quantità sufficiente, tanto

per uso potabile quanto per lavarsi (Allegato IV, punto 1.13.1.1., D.Lgs. 81/2008).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) In mancanza di acqua dalla rete acquedottistica del paese, non vi sono serbatoi, autoclavi che assicurino il necessario afflusso di acqua. In tali casi il Dirigente scolastico, per assicurare la salubrità dei bagni è costretto a sopsendere le attività didattiche.

[P2] x [E1] = 2

(Basso)

2) Per la provvista, la conservazione e la distribuzione dell'acqua sono osservate le norme igieniche atte a evitare

l'inquinamento e a d impedire la diffusione di malattie (Allegato IV, punto 1.13.1.2., D.Lgs. 81/2008). Tipologia di verifica: Locali di riposo e refezione - Servizi igienico assistenziali - Gabinetti e lavabi 1) I locali con gabinetti e lavabi sono situati in prossimità dei posti di lavoro, dei locali di riposo, degli spogliatoi e

delle docce (Allegato IV, punto 1.13.3.1., D.Lgs. 81/2008). 2) I lavabi sono dotati di acqua corrente calda e fredda e di mezzi detergenti e per asciugarsi (Allegato IV, punto

1.13.3.1., D.Lgs. 81/2008). 3) I gabinetti devono essere di altezza accessibile agli utenti e di numero adeguato almeno un wc per aula Tipologia di verifica: Locali di riposo e refezione - Servizi igienico assistenziali - Pulizia delle installazioni igienico-

assistenziali

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1) Le installazioni e gli arredi destinati ai refettori, agli spogliatoi, ai bagni, alle latrine, ai dormitori ed in genere ai

servizi di igiene e di benessere per i lavoratori, sono mantenuti in stato di scrupolosa pulizia (Allegato IV, punto 1.13.4.1., D.Lgs. 81/2008).

Prevenzione incendi Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza. Tipologia di verifica: Attrezzature ed impianti (attività NON soggette a controllo VV.FF.) - Ubicazione delle

attrezzature di spegnimento 1) Gli estintori portatili sono ubicati preferibilmente lungo le vie di uscita, in prossimità delle uscite e fissati al muro

(Allegato V, punto 5.4., D.M. 10 marzo 1998). 2) Gli idranti ed i naspi antincendio sono ubicati in punti visibili ed accessibili lungo le vie di uscita, con esclusione

delle scale, ed in modo tale da raggiungere le superfici da proteggere almeno con il getto di una lancia (Allegato V, punto 5.4., D.M. 10 marzo 1998).

3) Gli impianti di spegnimento di tipo manuale sono evidenziati con apposita segnaletica (Allegato V, punto 5.4.,

D.M. 10 marzo 1998). Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Resistenza al fuoco delle strutture 1) Per il D.M. 26 agosto 1992 le strutture per gli edifici scolastici con un'altezza antincendio fino a 24 metri devono

essere realizzati in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti) e REI 60 (strutture separanti).

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Reazione al fuoco dei materiali 1) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere

è consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale. Per le restanti parti devono essere impiegati materiali di classe 0.

2) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli altri ambienti eccettuati i passaggi, è consentito che le pavimentazioni compresi i

relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1. 3) Per il D.M. 26 agosto 1992 i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce devono essere di classe

di reazione al fuoco non superiore a 1.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le sedie e i banchi non hanno certificati di classe di reazione al fuoco 1 [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - misure di evacuazione in caso di emergenza

- uscite 1) il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere inferiore a due e devono essere

sufficientemente contrapposte ( D.M. 26 agosto 1992 ) 2) le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 metri ed aprirsi nel verso dell'esodo quando il numero max di

persone presenti nell'aula sia superiore a 25 ( DM 26 agosto 1992) 3) Le aule didattiche devono essere servite almeno da una porta ( di 1,2 m ) ogni 50 persone 4) la larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il max affollamento ipotizzabile e la

capacità di deflusso. piano primo = tot. affollamento 100/60 = 1,6 metri 5) la lunghezza delle vie d'uscita deve essere non superiore a 60 metri dal luogo sicuro alla porta delle aule

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6) La larghezza delle vie d'uscita ( corridoi) deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (

m 1,20) Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - CPI 1) La scuola non supera le 100 persone presenti ma vi è la caldaia di potenza tale che deve essere rilasciato il

Certificato di Prevenzione Incendi

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) La caldaia non ha il certificato di prevenzione incendi [P4] x [E4] = 16

(Alto)

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Impianti elettrici 1) ogni scuola deve essere munita di interruttore generale , posto in posizione segnalata, che permetta di togliere

tensione all'impianto elettrico all'attività

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'interruttore di sgancio è posto al piano terra, in una zona non più accessibile alla scuola [P4] x [E4] = 16

(Alto)

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Impianto elettrico di sicurezza 1) Le scuole devono essere dotate di un impianto di illuminazione di sicurezza alimentato da apposita sorgente 2) Le scuole devono essere dotate di un impianto di diffusione sonora o allarme di sicurezza alimentato da apposita

sorgente

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'impianto sonoro autoalimentato della scuola esiste ma,spesso non è funzionante [P3] x [E4] = 12

(Alto)

3) le campane di allarme devono essere sottoposte a controlli semestrali da ditta specializzata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) le campane di allarme non sono controllate semestralmente [P3] x [E4] = 12

(Alto)

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - rete idranti 1) le scuole di tipo 1 2 3 4 e 5 devono essere dotate di una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata

preferibilmente ad anello ed almeno una colonna mantante in ciascun vano scla dell'edificio. 2) Ad ogni piano deve essere derivato dalla rete idranti un attacco UNi 45 3) gli impianti devono essere verificati periodicamente

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) l'impianto di idranti non viene controllato periodicamente [P1] x [E4] = 4

(Moderato)

Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - estintori 1) Devono essere istallati almeno un estintore ogni 200 m quadrati e almeno due per piano Tipologia di verifica: spazi per depositi

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1) l'accesso ai locali di deposito devono avvenire tramite porte almeno REI 60 e dotate di congegno di autochiusura. 2) Se i locali deposito hanno un carico di incendio superiore ai 30 kg/m quadrato allora devono essere dotati di

impianto di spegnimento a funzionamento automatico

Primo soccorso Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza. Tipologia di verifica: Azienda o unità produttiva di Gruppo B - Generale 1) In ogni luogo di lavoro è presente un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di

emergenza del Servizio Sanitario Nazionale (Art. 2, comma 1, lettera b), D.M. 15 luglio 2003, n. 388). Tipologia di verifica: Azienda o unità produttiva di Gruppo B - Cassetta di pronto soccorso 1) La cassetta di pronto soccorso, tenuta presso ogni luogo di lavoro, è custodita in un luogo facilmente accessibile

ed individuata con segnaletica appropriata (Art. 2, comma 1, lettera a), D.M. 15 luglio 2003, n. 388). 2) La cassetta di pronto soccorso contiene la dotazione minima indicata nell'allegato 1 del D.M. 25 luglio 2003, n.

388 e s.m.i. (Art. 2, comma 1, lettera a), D.M. 15 luglio 2003, n. 388). 3) Il contenuto della cassetta di pronto soccorso è integrato sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro su

indicazione del medico competente e del sistema di emergenza sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale (Art. 2, comma 1, lettera a), D.M. 15 luglio 2003, n. 388).

4) Il contenuto della cassetta di pronto soccorso è completo e i presidi contenuti sono in corretto stato d'uso (Art. 2,

comma 1, lettera a), D.M. 15 luglio 2003, n. 388).

Disabili Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza. Tipologia di verifica: Porte 1) Le porte di accesso di ogni edificio e di ogni unità immobiliare sono di larghezza almeno pari a 80 cm (Punto

4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 2) Le porte di accesso ai vani sono di larghezza almeno pari a 75 cm (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 3) Le singole ante delle porte non sono di larghezza superiore a 120 cm (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 4) La pressione necessaria per l'apertura di una porta non è mai superiore a 8 kg (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989,

n. 236). 5) Le maniglie delle porte sono posizionate ad un'altezza compresa tra 85 e 95 cm (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno

1989, n. 236). 6) Le porte con superfici vetrate hanno i singoli vetri collocati ad un'altezza di almeno 40 cm (Punto 4.1.1., D.M. 14

giugno 1989, n. 236). 7) Le porte vetrate sono facilmente individuate con opportuni segnali (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Le porte vetrate sono visibili perchè hanno le barre di protezione estrne. 8) Gli spazi antistanti e retrostanti le porte sono adeguatamente dimensionati in funzione delle manovre da effettuare

con la sedia a ruote e in rapporto al tipo di apertura (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 9) I dislivelli in corrispondenza dei vani di accesso sono contenuti e tali da non ostacolare il transito di una persona

su sedia a ruote (Punto 4.1.1., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). Tipologia di verifica: Pavimenti

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1) Le differenze di livello della pavimentazione sono contenute o sono superate tramite rampe con pendenza

adeguata in modo da non costituire ostacolo al transito di una persona su ruote (Punto 4.1.2., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'accesso al primo piano è impedito dalla mancanza di ascensori o montascale o servoscale [P1] x [E1] = 1

(Basso)

2) I percorsi idonei al transito di una persona su ruote negli spazi comuni degli edifici sono individuati mediante

un'adeguata differenziazione dei materiali e dei colori della pavimentazione (Punto 4.1.2., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non ci sono percorsi differenziati nella colorazione [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Tipologia di verifica: Infissi esterni 1) Le maniglie degli infissi esterni sono posizionate ad un'altezza compresa tra 100 e 130 cm (Punto 4.1.3., D.M. 14

giugno 1989, n. 236). 2) La pressione necessaria per l'apertura di un infisso esterno non è mai superiore a 8 kg (Punto 4.1.3., D.M. 14

giugno 1989, n. 236). Tipologia di verifica: Servizi igienici 1) Nei servizi igienici sono garantiti gli spazi per le manovre di una sedia a ruote necessarie per l'utilizzazione degli

apparecchi sanitari ed in particolare all'accostamento laterale alla tazza w.c., bidet, vasca, doccia, lavatrice e l'accostamento frontale al lavabo.(Punto 4.1.6., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

2) Lo spazio necessario per l'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo è almeno pari a 80 cm misurati dal

bordo anteriore del lavabo (Punto 4.1.6., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 3) I lavabi hanno superiore posto a 80 cm dal calpestio, sono senza colonna e con sifone accostato o incassato alla

parete (Punto 4.1.6., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 4) I w.c. e i bidet hanno asse posto ad una distanza massima di 40 cm dalla parete laterale o dal maniglione o

corrimano per consentire il trasferimento, hanno il bordo anteriore posto ad una distanza massima di 75-80 cm dalla parete posteriore e il piano superiore posto ad una distanza massima di 45-50 cm dal piano di calpestio (Punto 4.1.6., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Tipologia di verifica: Balconi e terrazze 1) I balconi e le terrazze hanno un parapetti di altezza minima di 100 cm e tali da non essere attraversati da una sfera

di 10 cm (Punto 4.1.8., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). Tipologia di verifica: Percorsi orizzontali 1) Corridoi e passaggi hanno un andamento quanto più possibile continuo, le variazioni di direzione sono ben

evidenziate e le variazioni di livello sono superate mediante rampe (Punto 4.1.9., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 2) I corridoi o i percorsi hanno larghezza minima almeno pari a 100 cm (Punto 4.1.9., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 3) I corridoi o i percorsi hanno allargamenti atti a consentire l'inversione di marcia da parte di persona su sedia a

ruote posti di preferenza nelle parti terminali dei corridoi e comunque previsti ogni 10 m di sviluppo lineare degli stessi (Punto 4.1.9., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

4) Le piattaforme di distribuzione dei percorsi verticali, quali scale, rampe, ascensori, servoscala, piattaforme

elevatrici prevedono vani di ingresso o piani di arrivo orizzontali (Punto 4.1.9., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

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5) Le parti di corridoio o disimpegni sulle quali si aprono porte e gli spazi antistanti e retrostanti le porte stesse sono adeguatamente dimensionati in funzione delle manovre da effettuare con la sedia a ruote e in rapporto al tipo di apertura (Punto 4.1.9., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Tipologia di verifica: Scale 1) Le porte con apertura verso la scala hanno uno spazio antistante di adeguata profondità (Punto 4.1.10., D.M. 14

giugno 1989, n. 236). 2) Le rampe di scale che costituiscono parte comune o siano di uso pubblico hanno una larghezza minima di 1,20 m

e una pendenza limitata e costante per l'intero sviluppo della scala; le altre scale (Punto 4.1.10., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

3) I gradini sono caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata. La pedata minima è di 30 cm e la somma

tra il doppio dell'alzata e la pedata è compresa tra 62 e 64 cm (Punto 4.1.10., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 4) I gradini delle scale hanno la pedata antisdrucciolevole, se di tipo continuo hanno spigoli arrotondati e sottogrado

inclinato, rispetto al grado, di un angolo di circa 75° / 80°, se di tipo discontinuo l'aggetto del grado, rispetto al sottogrado, è compreso fra un minimo di 2 cm e un massimo di 2,5 cm (Punto 4.1.10., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

5) Le rampe delle scale sono segnalate al pavimento mediante una fascia di materiale diverso o comunque

percepibile anche da parte dei non vedenti, situata almeno a 30 cm dal primo e dall'ultimo scalino ad indicare l'inizio e la fine della rampa (Punto 4.1.10., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non ci sono fasce di materiale diverso, percepibile per i non vedenti, ad indicare l'inizio di una scala [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Tipologia di verifica: Rampe 1) La pendenza delle rampe non è superiore all'8% (Punto 4.1.11., D.M. 14 giugno 1989, n. 236). 2) La larghezza minima di una rampa che consente il transito di una persona su sedia a ruote è di 0,90 m, la

larghezza minima è posta pari a 1,50 m quando consente l'incrocio di due persone (Punto 4.1.11., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

3) Al massimo per ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la rampe prevedono un

ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 × 1,50 m, ovvero, 1,40 × 1,70 m (1,40 m in senso trasversale x 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia) oltre l'ingombro di apertura di eventuali porte (Punto 4.1.11., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Tipologia di verifica: Pavimentazioni esterne 1) La pavimentazione utilizzata nei percorsi esterni è del tipo antisdrucciolevole, ovvero, realizzata con materiali il

cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della British Ceramic Research Association Ltd. (B.C.R.A.) Rep. CEC. 6/81, sia superiore a 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta o 0,40 per elemento scivolante gomma dura standard su pavimentazione bagnata; Le ipotesi di condizione della pavimentazione (asciutta o bagnata) sono state assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera (Punto 4.2.2., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

2) Gli strati di supporto della pavimentazione sono idonei a sopportare nel tempo la pavimentazione ed i

sovraccarichi previsti nonché ad assicurare il bloccaggio duraturo degli elementi costituenti la pavimentazione stessa (Punto 4.2.2., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

3) Gli elementi costituenti una pavimentazione presentano giunture inferiori a 5 mm, stilate con materiali durevoli e

sono piane con eventuali risalti di spessore non superiore a 2 mm (Punto 4.2.2., D.M. 14 giugno 1989, n. 236).

Rischio elettrico conformità normativa Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza.

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1) Presenza del progetto esecutivo redatto in schema a blocchi o unifilari degli impianti e dei quadri elettrici presso

l'ente proprietario dell'immobile

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) non è stato possibile reperire il progetto degli impianti elettrici dell'edificio [P4] x [E4] = 16

(Alto)

2) Esistenza della dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico presso l'ente proprietario dell'immobile

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non è presente il cerficato di conformità dell'impianto elettrico [P4] x [E4] = 16

(Alto)

3) Esistenza della dichiarazione di conformità dell'impianto di terra presso l'ente proprietario dell'immobile

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non è presente il certificato di conformità della messa a terra [P4] x [E4] = 16

(Alto)

4) Esistenza del registro delle verifiche periodiche dell'impianto di terra.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le verifiche periodiche dell'impianto di terra non sono effettuate [P1] x [E4] = 4

(Moderato)

Amianto Per tutti i luoghi di lavoro sono state effettuate, ove applicabili, le seguenti verifiche dei requisiti di salute e sicurezza. 1) Nel luogo di lavoro non è presente l'amianto nè vi sono attività che ne implicano l'impiego. Pertanto nessun

lavoratore è esposto a tale rischio

Esito dell'analisi e della valutazione

A conclusione della verifica effettuata sui “LUOGHI DI LAVORO” della rispondenza ai requisiti di salute e sicurezza, è risultato che tutti i requisiti di legge sono soddisfatti. Le difformità riportate nel presente capitolo, invece, sono oggetto di ulteriore analisi nel “PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO” dove sarà riportato il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, nonché i ruoli dell’organizzazione aziendale che dovranno provvedere alla loro attuazione.

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VERIFICA dei PROCESSI PRODUTTIVI verifica dei requisiti di salute e di sicurezza dei processi produttivi ed attività

lavorative con indicazione dei dispositivi di protezione individuale (Art. 28, comma 2, lettere a) e b), D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

I processi produttivi, con le relative attività lavorative, sono stati oggetto di valutazione dei rischi ai sensi degli artt. 17, comma 1) e 28, comma 1) del D.Lgs. 81/2008.

Individuazione dei fattori di rischio I fattori di rischio sono stati individuati seguendo le disposizioni normative nazionali, le indicazioni approvate e pubblicate da organismi internazionali, europei o nazionali di normalizzazione, dalle regioni, dall'ISPESL, dall'INAIL o da organismi territoriali paritetici, ovvero avvalendosi di studi, osservazioni, dati desunti dall'esperienza e dalle informazioni raccolte, ovvero di contributi apportati da quanti, a diverso titolo, concorrono all'effettuazione della valutazione stessa. Con questa metodologia è stato possibile avere la certezza di individuare in concreto tutti i fattori di rischio, non soltanto in base ai principi generalmente noti, ma anche in funzione delle peculiarità delle condizioni in cui ha luogo l’attività lavorativa.

Individuazione delle misure preventive e protettive Dopo aver individuato tutti i fattori di rischio, si è proceduto a conciliare le contrapposte esigenze attribuendo una priorità ottimale (nella valutazione e identificazione) dei principali problemi di prevenzione -peculiari della specifica attività produttiva-, su cui si è concentrata poi l’analisi e, di conseguenza, l'individuazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuale adottati, così come richiesto dall'art. 28, comma 2, lettera b) del D.Lgs. 81/2008. L'elenco delle misure preventive e protettive attuate, ed in seguito elencate, è suddiviso per attività lavorativa e per fattore di rischio, con annotazione a margine della pertinente ed eventuale disposizione normativa o di buona prassi. Alcune misure di prevenzione e protezione per esigenze di attività o per impossibilità tecnica, anche se non ancora attuate, sono in fase di adozione o in programma di attuazione, per cui si è inserita una nota descrittiva. Il dettaglio di tali misure e dei ruoli aziendali che vi debbono provvedere sono riportate nel capitolo "PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO".

Elenco dei fattori di rischio Tutti i fattori di rischio derivanti dall'attività lavorativa, che risultino ragionevolmente prevedibili, sono stati suddivisi in fattori di rischio per la salute, fattori di rischio per la sicurezza e fattori di rischio particolari.

Fattori di rischio per la SALUTE 1) Esposizione a rumore; 2) Esposizione a rumore (Lex) < 80 dB(A); 3) Esposizione ad agenti chimici; 4) Logoramento corde vocali; 5) stress lavoro correlato.

Fattori di rischio per la SICUREZZA 1) Elettrocuzione; 2) Elettrocuzione di utenti utilizzatori; 3) igiene e rischio biologico; 4) MMC elevata frequenza; 5) MMC spinta e traino; 6) Punture, tagli, abrasioni; 7) Scivolamenti, cadute a livello; 8) stress lavoro correlato; 9) Tagli, abrasioni e schiacciamenti;

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10) Urti, colpi, impatti, compressioni.

Fattori di rischio PARTICOLARI 1) arredi scolastici; 2) Lavoratrici in stato di gravidanza allegato A del D. lgs 151/2001; 3) Lavoratrici in stato di gravidanza allegato B del D. Lgs 151/2001; 4) Lavoratrici in stato di gravidanza allegato C del D. Lgs 151/2001; 5) Lavori vietati dal D. Lgs 151/2001; 6) Movimentazione manuale carichi (sollevamento e trasporto); 7) Movimentazione manuale dei carichi (sollevamento e trasporto); 8) Utilizzo improprio di arredi.

Elenco delle attività analizzate I processi produttivi con le relative attività lavorative, oggetto di valutazione dei rischi, sono di seguito elencati:

Attività didattiche 1) Didattica teorica; 2) Preparazione saggio fine anno; 3) Preparazione gruppi sportivi; 4) Lavoratrici in stato di gravidanza; 5) Recupero e sostegno.

Attività extradidattiche 1) Vigilanza e piccola manutenzione.

Didattica teorica L'analisi dell'attività lavorativa "Didattica teorica" del processo produttivo "Attività didattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Elettrocuzione di utenti utilizzatori Il rischio di elettrocuzione è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, piccoli stereo ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro o per sovraccarico delle prese. All'interno del l'ambiente di lavoro sono presenti solo utilizzatori dell'impanto eletrrico non vi sono "adetti ai lavori", infatti tale attività è demandata agli elettricisti comunali che si occupano della manutenzione dell'impianto. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Le prese sono in numero adeguato e sono dislocate nel luogo di lavoro in funzione delle apparecchiature elettriche

presenti, al fine di evitare la necessità di prese volanti e la possibilità di un sovraccarico delle stesse. 2) I cavi elettrici volanti sono controllati visivamente prima dell'uso e sono posizionati in maniera da evitare un loro

possibile tranciamento. Si limita l'utilizzo ove strettamente necessario. 3) Tutte le attrezzature di lavoro sono installate in modo da proteggere i lavoratori esposti contro i rischi di un

contatto diretto o indiretto con la corrente elettrica (Allegato VI, punto 6.1., D.Lgs. 81/2008).

4) COD. 2COD. 2COD. 2COD. 2----FFFF - PROCEDURE PER L'UTILIZZO DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE · Evitare il contatto delle attrezzature elettriche con acqua · Non accendere e manovrare attrezzature elettriche quando si hanno le mani bagnate · Togliere la tensione alle apparecchiature elettriche prima di ogni manutenzione · Un' apparecchiatura non deve essere messa in funzione in caso di caduta e danneggiamento visibile delle protezioni quando il cavo elettrico e la spina presentano danni evidenti · E' vietato fare manutenzioni agli impianti elettrici

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· E' vietato effettuare allacciamenti di fortuna · Non usare prolunghe che possono provocare intralcio al passaggio. · Leggere le istruzioni e le avvertenze di sicurezza riportate nei manuali a corredo delle apparecchiature elettriche. · Segnalare prontamente l' esistenza di guasti o danneggiamenti nell' impianto elettrico (ad esempio, prese a muro divelte o malferme, cavi elettrici scoperti, ecc..)

5) Si devono usare solo apparecchiature elettriche ed elettroniche a bassissima tensione 6) E' fatto divieto la manomissione dell'impianto elettrico da parte del personale non autorizzato 7) La manutenzione dell'impianto deve essere effettuata solo da personale competente.

Fattore di rischio: arredi scolastici I docenti e gli allievi possono assumere posture non ergonomiche durante lo svolgimento delle lezioni che possono portare a malattie a carico della colonna vertebrale. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione in fase di adozione: 1) I banchi sono di "taglia" adeguata all'età e all'altezza dello studente al fine di favorire il mantenimento della

schiena in posizione eretta, una corretta distribuzione del peso del corpo su entrambe le anche e il posizionamento corretto delle ginocchia che devono essere alla stessa altezza delle anche.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Alcuni banchi non sono a norma perchè presentano lacerazioni nel rivestimento. [P1] x [E1] = 1

(Basso)

2) Le sedie sono di "taglia" adeguata all'età e all'altezza dello studente al fine di favorire il mantenimento della schiena in posizione eretta, una corretta distribuzione del peso del corpo su entrambe le anche e il posizionamento corretto delle ginocchia che devono essere alla stessa altezza delle anche.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Le sedie sono spesso rovinate. [P1] x [E1] = 1

(Basso)

3) Devono essere in buono stato di conservazione e atti a sopportare il peso di quanto contenuto all'interno

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Vi sono armadi dissestati e logorati [P1] x [E3] = 3

(Moderato)

Fattore di rischio: Utilizzo improprio di arredi Lesioni traumatiche da urti e cadute per utilizzo improprio di arredi. Ad esempio per urti contro le ante degli armadi e i cassetti delle scrivanie, caduta di materiale disposto in modo disordinato e non razionale sui ripiani degli armadi o sulle mensole, caduta delle mensole per eccessivo carico, utilizzo improprio di sedie per accedere alle mensole più in alto. Esito della valutazione: Rischio Medio con probabilità Bassa ed entità del danno Grave. Misure di prevenzione e protezione attuate:

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1) La documentazione, il materiale cartaceo ed i raccoglitori sono riposti sui ripiani degli armadi e sulle scaffalature in modo ordinato e razionale, osservando una corretta distribuzione dei carichi.

Misure di prevenzione e protezione in fase di adozione: 1) Le scaffalature sono di portata idonea ai carichi.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Sulle scaffalature non sono riportate le targhette di portata degli scaffali [P1] x [E3] = 3

(Moderato)

2) Le scaffalature sono stabilmente fissate al soffitto o alle pareti o comunque realizzate con una struttura tale che sia impossibile la caduta per ribaltamento.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Le scaffalature e gli armadietti non sono ancorati al muro quindi potrebbero ribaltarsi in caso di terremoto o situazioni accidentali.

[P1] x [E3] = 3

(Moderato)

3) Le scaffalature e gli armadietti sono soggetti a periodica verifica del buono stato.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Le scaffalature sono controllate solo dal personale che le usa e non c' è una verifica periodica stabilita. [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Fattore di rischio: Esposizione a rumore (Lex) < 80 dB(A) Attività con esposizione dei lavoratori a rumore durante il lavoro (Lex) inferiore a 80 dB(A). Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Sulla settimana di maggiore esposizione è "Inferiore a 80 dB(A)". Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. durante le attività scolastiche da narrativa del settore si può ritenere che non sia necessario valutare il rumore essendo dovuto al brusio provocato dagli alunni , quindi su "agenti" che sono controllati dagli stessi insegnanti, tenuti a far rispettare ordine e silenzio. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Per quanto possibile, si è provveduto ad eliminare i rischi alla fonte o a ridurli al minimo, in ogni caso, comunque,

i livelli di rumore non superano i valori limite (Art. 189, D.Lgs. 81/2008).

Fattore di rischio: Logoramento corde vocali

Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione in fase di adozione: 1) Sul logoramento delle corde vocali non si hanno studi di settore approfonditi ma è sempre più diffusa l'esigenza

da parte degli insegnati di fare una opportuna ginnastica logopedica specifica per il logoramento alle corde vocali.

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

Attività lavorativa: Didattica teorica

a) Alcune insegnanti lamentano un uso delle corde vocali eccessivo [P2] x [E2] = 4

(Moderato)

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Fattore di rischio: stress lavoro correlato

Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) L'analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza

di stress correlato al lavoro. Si rimanda all'llegato facente parte del presente documento "Valutazione stress lavoro correlato"

Preparazione saggio fine anno L'analisi dell'attività lavorativa "Preparazione saggio fine anno" del processo produttivo "Attività didattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Elettrocuzione Il rischio di elettrocuzione è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro o per sovraccarico delle prese. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Le prese sono in numero adeguato e sono dislocate nel luogo di lavoro in funzione delle apparecchiature elettriche

presenti, al fine di evitare la necessità di prese volanti e la possibilità di un sovraccarico delle stesse. 2) I cavi elettrici volanti sono controllati visivamente prima dell'uso e sono posizionati in maniera da evitare un loro

possibile tranciamento. 3) Tutte le attrezzature di lavoro sono installate in modo da proteggere i lavoratori esposti contro i rischi di un

contatto diretto o indiretto con la corrente elettrica (Allegato VI, punto 6.1., D.Lgs. 81/2008).

Fattore di rischio: Tagli, abrasioni e schiacciamenti In relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate nello svolgimento delle attività è possibile che gli studenti e i lavoratori possano subire piccoli tagli, abrasioni e schiacciamenti, ovviamente, l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Gli studenti sono adeguatamente informati sull'uso delle attrezzature di lavoro, e naturalmente sui rischi derivanti

nel caso di un uso improprio. 2) Le attività si svolgono con la presenza attenta e costante del docente che impedisce l'uso improprio degli

strumenti.

Fattore di rischio: Movimentazione manuale dei carichi (sollevamento e trasporto) Il rischio di movimentazione manuale dei carichi può essere legato all'esigenza di sollevare e spostare le attrezzature di scena utilizzate per le rappresentazioni o per i saggi. Disturbi muscolo - scheletrici. Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Le azioni di sollevamento e trasporto dei carichi sono accettabili. Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Ambiente di lavoro (temperatura, umidità e ventilazione) con condizioni microclimatiche adeguate (ISO 11228 -

1). 2) Gli spazi dedicati alla movimentazione sono sufficienti (ISO 11228 - 1). 3) Sollevamento dei carichi eseguito sempre con due mani e da una sola persona (ISO 11228 - 1).

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4) Carico da sollevare non estremamente freddo, caldo o contaminato (ISO 11228 - 1). 5) Altre attività di movimentazione manuale minimali (ISO 11228 - 1). 6) Adeguata frizione tra piedi e pavimento (ISO 11228 - 1). 7) Gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco (ISO 11228 - 1). 8) Carico movimentato inferiore a quello raccomandato per il gruppo di lavoratori considerato (ISO 11228-1).

9) Le condizioni di movimentazione del carico (frequenza, torsione del busto, altezza delle mani da terra, distanza del carico da corpo, spostamento verticale del carico) sono accettabili (ISO 11228-1).

Fattore di rischio: Esposizione a rumore Attività con esposizione dei lavoratori a rumore. Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Sulla settimana di maggiore esposizione è "Inferiore a 80 dB(A)". Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Per quanto possibile, si è provveduto ad eliminare i rischi alla fonte o a ridurli al minimo, in ogni caso, comunque,

i livelli di rumore non superano i valori limite (Art. 189, D.Lgs. 81/2008).

Preparazione gruppi sportivi L'analisi dell'attività lavorativa "Preparazione gruppi sportivi" del processo produttivo "Attività didattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Scivolamenti, cadute a livello In relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate nello svolgimento delle attività (quadro svedese, parallele, spalliere, ecc.) è possibile che gli studenti e i lavoratori possano essere soggetti a scivolamenti o cadute. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Le attrezzature di lavoro sono installate, disposte e usate in maniera tale da ridurre i rischi per i loro utilizzatori e

per le altre persone (Allegato VI, punto 1.1., D.Lgs. 81/2008). 2) Gli studenti sono adeguatamente informati sull'uso delle attrezzature, e naturalmente sui rischi derivanti nel caso

di un uso improprio. 3) Le attività si svolgono con la presenza attenta e costante del docente che impedisce l'uso improprio degli

strumenti.

Lavoratrici in stato di gravidanza L'analisi dell'attività lavorativa "Lavoratrici in stato di gravidanza" del processo produttivo "Attività didattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Lavoratrici in stato di gravidanza allegato A del D. lgs 151/2001 Sono stati esaminati le casistiche di lavori pregiudizievoli alla gravidanza elencati all'allegato A del D. Lgs 151/2001 e non si sono riscontrate attività rientranti in tale elenco. Pertanto la valutazione di questi rischi non comporta nessuna misura di prevenzione e protezione da attuare. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Il rischio non può sussistere

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Fattore di rischio: Lavoratrici in stato di gravidanza allegato B del D. Lgs 151/2001

Sono stati esaminati le casistiche di lavori pregiudizievoli alla gravidanza elencati all'allegato B del D. Lgs 151/2001 ed è emerso un caso in cui l' attività delle insegnanti può essere soggetta a tale rischio. Pertanto si è verificato che siano attuate le giuste misure di prevenzione Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Le lavoratrici, durante il periodo della gravidanza, sono allontanate da mansioni che espongono al virus della

rosolia, perchè non sussitono prove che la lavoratrice è sufficientemente protetta contro questo agente dal suo stato di immunizzazione (Allegato B, D.Lgs. 151/2001).

Se la lavoratrice certifica il suo stato di immunità rispetto il virus che può essere facilmente contagiato all'interno delle aule , allora la lavotratriche non deve essere sospesa anticipatamente a quanto prescritto per legge.

Fattore di rischio: Lavori vietati dal D. Lgs 151/2001 Sono stati esaminati le casistiche di lavori vietati durante la gravidanza elencati dal D. Lgs 151/2001 e non si sono riscontrate attività rientranti in tale elenco. Pertanto la valutazione di questi rischi non comporta nessuna misura di prevenzione e protezione da attuare. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve.

Fattore di rischio: Lavoratrici in stato di gravidanza allegato C del D. Lgs 151/2001

Sono stati esaminati le casistiche di lavori pregiudizievoli alla gravidanza elencati all'allegato C del D. Lgs 151/2001 e sono emersi casi in cui l' attività delle insegnanti può essere soggetta a tale rischio. Pertanto si è verificato che siano state attuate le giuste misure di prevenzione e in caso contrario sono state riportate nel programma di miglioramento. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate:

1) Gli effetti dell'esposizione a rumore elevato, maggiore di 80 dBA, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci.

La maggior parte delle indagini epidemiologiche mette in evidenza una riduzione di crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita, mentre più incerti sono i risultati di studi sull'aumento dell'abortività e sulla mortalità fetale nelle donne esposte a rumore elevato. Non sono ancora chiari i meccanismi d'azione del rumore sull'andamento della gravidanza e sul feto, si ipotizza una vasocostrizione articolare che potrebbe essere responsabile di una diminuzione del flusso placentare

In attesa di ulteriori conoscenze sull'argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dBA.

In ogni caso l'ambiente in questione il rumore, anche da letteratura, si ritiene non superare gli 80 dBA.

2) La fatica mentale e fisica negli ambienti di lavoro,può essere applicato ad una serie di condizioni ambientali obiettive e ad altre legate all'organizzazione del lavoro e alle relazioni umane, quindi più soggettive.

Dai dati finora disponibili, risulta che lo stress è una delle condizioni ambientali da prendere in considerazione nella valutazione del rischio lavorativo.

Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici.

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Per questa Verifica si rimanda all'analisi fatta sullo stress lavoro correlato

Recupero e sostegno L'analisi dell'attività lavorativa "Recupero e sostegno" del processo produttivo "Attività didattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Urti, colpi, impatti, compressioni Lesioni traumatiche da urti e cadute per utilizzo improprio di arredi. Ad esempio per urti contro le ante degli armadi e i cassetti delle scrivanie, caduta di materiale disposto in modo disordinato e non razionale sui ripiani degli armadi o sulle mensole, caduta delle mensole per eccessivo carico, utilizzo improprio di sedie per accedere alle mensole più in alto. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) vi sono casi di raggazzi disabili che possono avere atteggiamenti violenti verso l'insegnante di sostegno o verso

l'ambiente circistante. Per questa tipologia di casi si è predisposta un'alla con opportune protezioni sui muri e si tutte le superfici spigolose o

taglienti. Si sono eliminati quando più possibile ogni forma di arredo.

Fattore di rischio: Movimentazione manuale dei carichi (sollevamento e trasporto) Il rischio di movimentazione manuale dei carichi è rilevante soprattutto quando il docente si trova ad assistere o a dover sollevare i ragazzi portatori di handicap, per i quali l'assistenza deve essere continuativa. in ogni caso, i movimenti riguardanti gli insegnanti di sostegno sono solo per brevi sistemazioni, poichè i compiti di eventuali movimentazioni dei disabili o pulizie sono demandati a personale adetto esterno alla struttura scolastica. Invece lo spostamento in caso di emergenza è coadiuvato dall'addetto al servizio. Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Le azioni di sollevamento e trasporto dei carichi sono accettabili. Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Ambiente di lavoro (temperatura, umidità e ventilazione) con condizioni microclimatiche adeguate (ISO 11228 -

1). 2) Gli spazi dedicati alla movimentazione sono sufficienti (ISO 11228 - 1). 3) Sollevamento dei carichi eseguito sempre con due mani e da una sola persona (ISO 11228 - 1). 4) Carico da sollevare non estremamente freddo, caldo o contaminato (ISO 11228 - 1). 5) Altre attività di movimentazione manuale minimali (ISO 11228 - 1). 6) Adeguata frizione tra piedi e pavimento (ISO 11228 - 1). 7) Gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco (ISO 11228 - 1). 8) Carico movimentato inferiore a quello raccomandato per il gruppo di lavoratori considerato (ISO 11228-1).

9) Le condizioni di movimentazione del carico (frequenza, torsione del busto, altezza delle mani da terra, distanza del carico da corpo, spostamento verticale del carico) sono accettabili (ISO 11228-1).

Vigilanza e piccola manutenzione L'analisi dell'attività lavorativa "Vigilanza e piccola manutenzione" del processo produttivo "Attività extradidattiche" ha permesso di individuare i seguenti fattori di rischio, opportunamente valutati e convenientemente mitigati con l'attuazione delle relative misure di prevenzione e protezione e l'adozione dei dispositivi di protezione individuale.

Fattore di rischio: Punture, tagli, abrasioni In relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate è possibile che i lavoratori possano subire piccoli tagli, abrasioni e schiacciamenti, ovviamente, l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve. Esito della valutazione:

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Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Dispositivi di protezione individuale adottati: Scarpe con protezione supplementare della punta del piede; Guanti contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli, vibrazioni, ecc.);

Fattore di rischio: Scivolamenti, cadute a livello L'uso di scale portatili, possibile nei piccoli lavori di manutenzione, comporta il rischio di caduta dall'alto. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate:

COD. 2COD. 2COD. 2COD. 2----CCCC - PROCEDURE PER L' UTILIZZO DI SCALE PORTATILI Per normali interventi di pulizia o per sistemare materiale in alto può essere adoperata una scala pieghevole ( apertura a compasso) del tipo destinato ad usi domestici, seguendo la seguente procedura: 1. Assicurarsi, prima dell'uso che vi sia una catenella che collega le due parti della scala o un sistema di bloccaggio.Il personale autorizzato non dovrà superare il livello (gradino) di appoggio di 150 cm. 3. L'operatore sulla scala dovrà sempre essere assistito da una persona a terra. 4. L'operatore non dovrà lavorare in prossimità di finestre aperte, non dovrà sporgersi dalla scala.

COD. 2-E - PROCEDURE PER LA PULIZIA DEI LOCALI Quando si lava a terra:

· Operare sempre con scarpe dotate di suole di gomma

· E' vietato, finché la superficie non risulta asciutta, far passare chiunque, · E' obbligatorio mettere il cartello che segnala il pavimento bagnato. · Dopo aver lavato far aerare i locali per qualche minuto.

Quando si lavano i vetri:

• Se per essere raggiunti bisogna utilizzare scale, seguire le regole viste per l'utilizzo delle scale portatili. • Ove i vetri siano troppo alti e non raggiungibili con l'uso delle scale portatili, o l'operatore deve sporgersi da

aperture adiacenti in questo caso i vetri vanno lavati con aste lunghe senza che l'operatore si sporga su scale o da finestre.

• Ove la pulizia non può essere effettuata con i metodi su descritti, avvisare il dirigente scolastico. Eliminazione di rifiuti pericolosi

• La raccolta di sostanze deve essere attuata con l'uso di appositi guanti di gomma e strumenti idonei ad evitare ogni contatto.

• I materiali vanno conferiti agli opportuni contenitori, interni o esterni alla struttura.

Fattore di rischio: Esposizione ad agenti chimici Attività in cui sono impiegati agenti chimici, o se ne prevede l'utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l'immagazzinamento, il trasporto o l'eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino dall'attività lavorativa. Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Rischio inferiore alla soglia di: "Irrilevante per la salute". Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve.

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Misure di prevenzione e protezione attuate:

1) COD. 2COD. 2COD. 2COD. 2----DDDD - PROCEDURE PER L'UTILIZZO DI PRODOTTI PER LA PULIZIA Per normali interventi di pulizia è necessario utilizzare prodotti per la pulizia. Tali prodotti : · Devono essere conservati in armadietti chiusi a chiave e devono essere aperti solo per il tempo strettamente necessario dal personale autorizzato. Attenzione agli alunni che non devono avere accesso per nessun motiva tali locali. · Qualsiasi prodotto, per l'utilizzo, non deve essere mischiato ad altri e non deve essere travasato in confezioni anonime. · Il personale deve abitualmente usare i guanti di gomma(UNI EN 374), ed in caso di travaso di liquidi irritanti anche gli occhiali protettivi (UNI EN 166) e le mascherine. · Dopo l'uso tutto il materiale necessario per la pulizia deve essere accuratamente lavato e asciugato. · La candeggina deve essere chiusa in armadietto diverso dall'ammoniaca e l'alcol in un armadietto metallico. · Non esporre a fonti di calore e sole. Interventi di primo soccorsoInterventi di primo soccorsoInterventi di primo soccorsoInterventi di primo soccorso: In caso dubbio o quando i sintomi persistono, rivolgersi ad un medico; non somministrare alcun prodotto per bocca alle persone prive di sensi. Se il prodotto viene inalato:Se il prodotto viene inalato:Se il prodotto viene inalato:Se il prodotto viene inalato: Allontanare l'infortunato dalla zona inquinata e tenerlo in ambiente ventilato. Sottoporsi a cure mediche se si avvertono sintomi di malessereSe il prodotto viene a contatto con gli Se il prodotto viene a contatto con gli Se il prodotto viene a contatto con gli Se il prodotto viene a contatto con gli occhiocchiocchiocchi: Lavarsi immediatamente con acqua per almeno 15 minuti a palpebre aperte. Consultare un medico Se il prodotto viene a contatto con la pelle: Se il prodotto viene a contatto con la pelle: Se il prodotto viene a contatto con la pelle: Se il prodotto viene a contatto con la pelle: Togliere gli indumenti contaminati e lavarsi abbondantemente con acqua Se il prodotto viene ingerito: Se il prodotto viene ingerito: Se il prodotto viene ingerito: Se il prodotto viene ingerito: Trasportare la persona con urgenza presso il più vicino centro di assistenza medica e mostrare la scheda di sicurezza relativa al prodotto ingerito. Non provocare il vomito, lavare la bocca con abbondante acqua pulita. Per ogni prodotto utilizzato sono allegate al DVR di ogni sede e affissi ad ogni albo, le schede informative di schede informative di schede informative di schede informative di sicurezza del prodottosicurezza del prodottosicurezza del prodottosicurezza del prodotto. Nelle schede sono contenute le più generali norme di comportamento corretto per l'uso di ogni prodotto. 2) La progettazione e l'organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro è stata effettuata nel rispetto

delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

3) Le attrezzature di lavoro fornite sono idonee per l'attività specifica e sono mantenute adeguatamente nel rispetto delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

4) Il numero di lavoratori presenti durante l'attività specifica è quello minimo in funzione della necessità della lavorazione nel rispetto delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

5) La durata e l'intensità dell’esposizione ad agenti chimici pericolosi è ridotta al minimo, nel rispetto delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque a ridurre, i rischi derivanti (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

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6) Sono fornite indicazioni in merito alle misure igieniche da rispettare per il mantenimento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

7) Le quantità di agenti presenti sul posto di lavoro, sono ridotte al minimo, in funzione delle necessità di lavorazione, nel rispetto delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

8) Sono adottati metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza nella manipolazione, nell'immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi e dei rifiuti che contengono detti agenti, nel rispetto delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori al fine di eliminare o, comunque ridurre al minimo, i rischi derivanti (Art. 224, D.Lgs. 81/2008).

9) La sostanza è usata e conservata in reattori o contenitori a tenuta stagna e trasferita da un contenitore all'altro attraverso tubazioni stagne.

10) La lavoratrice è allontanata dalla mansione perchè si evidenzia un rischio per la salute che non si può prevenire mediante una combinazione di controlli tecnici unitamente a una buona pianificazione e gestione dell'attività e all'uso di dispositivi di protezione individuale (Linee direttrici elaborate dalla commissione europea).

Dispositivi di protezione individuale adottati: Per chi Usa detersivi ,individuati con rischio "irritante per la pelle" usa:

• guanti di gomma(UNI EN 374), • in caso di travaso di liquidi irritanti occhiali protettivi (UNI EN 166) • mascherine ( da usare anche quando si spolvera).

Fattore di rischio: MMC spinta e traino

Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) A seguito di valutazione dei rischi effettuata in conformità al D.Lgs. 81/2008, si ritiene che, in relazione alle

modalità e soprattutto alla frequenza di esposizione alla movimentazione di carichi per spinta e traino presente sul luogo di lavoro, vi è solo un rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori e chepertanto risulta inutile un indagine più approfondita

Fattore di rischio: MMC elevata frequenza

Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) In seguito alla valutazione dei rischi effettuata in conformità al D.Lgs. 81/2008, si ritiene che, risulta non esserci

un' esposizione alla movimentazione di carichi a frequenza elevata poichè non sono presenti attività che richiedono tale valutazione.

Fattore di rischio: Movimentazione manuale carichi (sollevamento e trasporto) Attività con operazioni di trasporto o sostegno di un carico, comprese le azioni di sollevare e deporre un carico. I collaboratori scolasti sono tra i vari compiti che svolgono, soprattutto a inizio anno scolastico, vengono adetti per brevissimi periodi allo spostamento di banchi e sedie , in modo da organizzare nuovamenti le aule scolastiche Esito della valutazione: Fascia di appartenenza. Le azioni di sollevamento e trasporto dei carichi sono accettabili. Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve.

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Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) Ambiente di lavoro (temperatura, umidità e ventilazione) con condizioni microclimatiche adeguate (ISO 11228 -

1). 2) Gli spazi dedicati alla movimentazione sono sufficienti (ISO 11228 - 1). 3) Sollevamento dei carichi eseguito sempre con due mani e da una sola persona (ISO 11228 - 1). 4) Carico da sollevare non estremamente freddo, caldo o contaminato (ISO 11228 - 1). 5) Altre attività di movimentazione manuale minimali (ISO 11228 - 1). 6) Adeguata frizione tra piedi e pavimento (ISO 11228 - 1). 7) Gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco (ISO 11228 - 1). 8) Carico movimentato inferiore a quello raccomandato per il gruppo di lavoratori considerato (ISO 11228-1).

9) Le condizioni di movimentazione del carico (frequenza, torsione del busto, altezza delle mani da terra, distanza del carico da corpo, spostamento verticale del carico) sono accettabili (ISO 11228-1).

Dispositivi di protezione individuale adottati: Scarpe con protezione supplementare della punta del piede;

Fattore di rischio: stress lavoro correlato

Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) L'analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza

di stress correlato al lavoro. Si rimanda all'llegato facente parte del presente documento "Valutazione stress lavoro correlato"

Fattore di rischio: igiene e rischio biologico Nelle attività connesse al collaboratore scolastico ve ne sono varie che implicano un rischio legato al rischio biologico, inteso come igiene dei luoghi di lavoro e non come utilizzo di agenti biologici come elencati al D. Lgs. 81/2008. Tale rischio è facilmente debellato con l'utilizzo dei DPI necessari. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) I dispositivi di protezione individuali sono custoditi in luoghi ben determinati e sono cambiati dopo ogni

utilizzazione Dispositivi di protezione individuale adottati: Mascherine usa e getta Guanti usa e getta

Fattore di rischio: Elettrocuzione di utenti utilizzatori Il rischio di elettrocuzione è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, piccoli stereo ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro o per sovraccarico delle prese. All'interno del l'ambiente di lavoro sono presenti solo utilizzatori dell'impanto eletrrico non vi sono "adetti ai lavori", infatti tale attività è demandata agli elettricisti comunali che si occupano della manutenzione dell'impianto. Esito della valutazione: Rischio Basso con probabilità Bassissima ed entità del danno Lieve. Misure di prevenzione e protezione attuate: 1) I cavi elettrici volanti sono controllati visivamente prima dell'uso e sono posizionati in maniera da evitare un loro

possibile tranciamento. Si limita l'utilizzo ove strettamente necessario.

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2) Tutte le attrezzature di lavoro sono installate in modo da proteggere i lavoratori esposti contro i rischi di un contatto diretto o indiretto con la corrente elettrica (Allegato VI, punto 6.1., D.Lgs. 81/2008).

3) COD. 2COD. 2COD. 2COD. 2----FFFF - PROCEDURE PER L'UTILIZZO DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE · Evitare il contatto delle attrezzature elettriche con acqua · Non accendere e manovrare attrezzature elettriche quando si hanno le mani bagnate · Togliere la tensione alle apparecchiature elettriche prima di ogni manutenzione · Un' apparecchiatura non deve essere messa in funzione in caso di caduta e danneggiamento visibile delle protezioni quando il cavo elettrico e la spina presentano danni evidenti · E' vietato fare manutenzioni agli impianti elettrici · E' vietato effettuare allacciamenti di fortuna · Non usare prolunghe che possono provocare intralcio al passaggio. · Leggere le istruzioni e le avvertenze di sicurezza riportate nei manuali a corredo delle apparecchiature elettriche. · Segnalare prontamente l' esistenza di guasti o danneggiamenti nell' impianto elettrico (ad esempio, prese a muro divelte o malferme, cavi elettrici scoperti, ecc..)

4) Si devono usare solo apparecchiature elettriche ed elettroniche a bassissima tensione 5) E' fatto divieto la manomissione dell'impianto elettrico da parte del personale non autorizzato 6) La manutenzione dell'impianto deve essere effettuata solo da personale competente.

Esito dell'analisi e della valutazione A conclusione della verifica effettuata sui “PROCESSI PRODUTTIVI” della rispondenza ai requisiti di salute e sicurezza, risulta che tutti i requisiti di legge sono soddisfatti. Le difformità riportate nel presente capitolo, invece, sono oggetto di ulteriore analisi nel “PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO” dove sarà riportato il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, nonché i ruoli dell’organizzazione aziendale che dovranno provvedere alla loro attuazione.

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VERIFICA delle MACCHINE e ATTREZZATURE verifica dei requisiti di salute e di sicurezza di macchine, attrezzature ed

impianti non conformi alle direttive comunitarie di prodotto (Titolo III, capo I, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

La verifica delle attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori, siano esse macchine, impianti, attrezzature, utensili o apparecchiature, è stata effettuata accertandone la conformità ai requisiti di salute e sicurezza di cui al titolo III, capo I, del D.Lgs. 81/2008.

Criteri adottati per la verifica Le attrezzature di lavoro sono state verificate valutandone la conformità alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto.

Elenco delle attrezzature di lavoro verificate Si riportano di seguito (solo) le attrezzature di lavoro di cui si è verificata la conformità ai requisiti generali di sicurezza di cui all'allegato V. 1) Utensili manuali; 2) Utensili elettrici (piccoli); 3) Lavagna luminosa.

Esito dell'analisi e valutazione A conclusione della verifica effettuata sulle “MACCHINE ED ATTREZZATURE” della rispondenza ai requisiti di salute e sicurezza, è risultato che tutti i requisiti di legge sono soddisfatti. Le difformità riportate nel presente capitolo, invece, sono oggetto di ulteriore analisi nel “PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO” dove sarà riportato il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, nonché i ruoli dell’organizzazione aziendale che dovranno provvedere alla loro attuazione.

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SORVEGLIANZA SANITARIA sorveglianza sanitaria dei lavoratori

(Art. 41, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

La sorveglianza sanitaria adottata dall'azienda è effettuata conformemente alle disposizioni dell'art. 41 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, e comprende: - visita preventiva intesa a constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di

valutare la sua idoneità alla mansione specifica; - visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla

mansione specifica; - visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi

professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell'attività lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica;

- visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare l'idoneità alla mansione specifica; - visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente. Tali visite mediche comprendono gli esami clinici e biologici e le indagini diagnostiche mirati al rischio e ritenuti necessari dal medico competente. La periodicità delle visite mediche è stabilita in una volta all’anno per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed

esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica; Sono sottoposti a visita specifica : I collaboratori scolastici Dovuto alla movimentazione manuale dei carichi e al rischio chimico Il personale amministrativo Dovuto alla movimentazione manuale dei carichi e al rischio da videoterminali

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FORMAZIONE e INFORMAZIONE formazione, informazione e addestramento dei lavoratori

(Artt. 36 e 37, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

Il programma di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori adottato dall'azienda è svolto conformemente alle disposizioni dell'art. 36 e 37 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. Ciascun lavoratore è adeguatamente informato: - sui rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro connessi all'attività dell'impresa in generale; - sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei luoghi di lavoro; - sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di emergenza (primo soccorso e prevenzione

incendi); - sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del medico competente; Inoltre, ciascun lavoratore è adeguatamente informato: - sui rischi specifici cui è sottoposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni

aziendali in materia; - sui pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza

previsti dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica; - sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate; Ciascun lavoratore riceve una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, con particolare riferimento a: - concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei

vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; - rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione

caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda;

Ulteriori contenuti per formazione, informazione e addestramento Per le mansioni di seguito elencate sono riportati gli ulteriori contenuti concernenti la formazione, l'informazione e l'addestramento, derivanti dai rischi specifici dell'attività lavorativa. Corpo docente 1) Fattore di rischio "Elettrocuzione di utenti utilizzatori":

Per evitare il più possibile i rischio di elettrocuzione è stata studiata la procedura "Cod. 2-F" sottoposta a tutti i dipendenti.

2) Fattore di rischio "stress lavoro correlato":

Si ripete il monitoraggio ogni due anni, salvo cambiamenti organizzativi aziendali

Addetto all'attività di "Vigilanza , piccola manutenzione e pulizie" 1) Fattore di rischio "Elettrocuzione di utenti utilizzatori":

Per evitare il più possibile i rischio di elettrocuzione è stata studiata la procedura "Cod. 2-F" sottoposta a tutti i dipendenti.

2) Fattore di rischio "Movimentazione manuale carichi (sollevamento e trasporto)":

Ogni anno vengono fornite le modalità per la corretta movimentazione dei carichi.

3) Fattore di rischio "Punture, tagli, abrasioni":

i collaboratori , hanno ricevuto , oltre alla formazione delle procedure comportamentali per la corretta procedura per effettuare piccole manutenzioni.

4) Fattore di rischio "Scivolamenti, cadute a livello":

Per evitare il più possibile il rischio di caduta dall'alto è stata studiata la procedura COD. "-2C " Procedure per l'utilizzo di scale portatili sottoposta a tutti i dipendenti per la discussione e l'apprendimento. Il personale è adeguatamente formato ogni inizio anno.

Per evitare il più possibile il rischio di scivolamento, corretto smaltimento di rifiuti pericolosi, caduta dall'alto è stata studiata la procedura COD. "-2E " Procedure per lla pulizia dei locali sottoposta a tutti i dipendenti per la discussione e l'apprendimento. Il personale è adeguatamente formato ogni inizio anno.

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5) Fattore di rischio "stress lavoro correlato":

Si ripete il monitoraggio ogni due anni

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ELENCO MANSIONI per RISCHI SPECIFICI # 25&individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici

(Art. 28, comma 2, lettera f), D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

Elenco delle mansioni Di seguito è riportata l’individuazione delle mansioni che, eventualmente, espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, significativa esperienza, adeguata formazione e addestramento, così come previsto dall'art. 28, comma 2, lettera f), del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. Per ogni mansione, inoltre, sono riportati i relativi rischi specifici. Corpo docente 1) Fattore di rischio "Uso delle voce".

Addetto all'attività di "Vigilanza , piccola manutenzione e pulizie" 1) Fattore di rischio "Esposizione ad agenti chimici";

2) Fattore di rischio "Movimentazione manuale carichi (sollevamento e trasporto)".

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PROGRAMMA di MIGLIORAMENTO programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel

tempo dei livelli di sicurezza (Art. 28, comma 2, lettere c) e d), D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81)

Nel presente capitolo è riportato il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento, nel tempo, dei livelli di sicurezza; esso è stato definito -a conclusione del processo valutativo- in base alle criticità risultanti dalle verifiche dei requisiti di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, dei processi produttivi e delle attrezzature di lavoro. Di seguito sono elencate le misure ritenute opportune per garantirne il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza e le relative procedure di attuazione, con l'indicazione dei ruoli aziendali che vi debbono provvedere e delle priorità d'intervento.

Priorità di attuazione delle misure La gamma di priorità di attuazione delle misure, di seguito riportata, è graduata in funzione della soglia di rischio e della fattibilità temporale.

Priorità di attuazione delle misure Rischio Fattibilità temporale

Priorità immediata Rischio alto 1 mese

Priorità adottabile nel breve termine Rischio rilevante 1 anno

Priorità adottabile nel medio termine Rischio medio e moderato 2 anni

Priorità adottabile nel lungo termine Rischio basso 3 anni

Luoghi di lavoro Nel presente paragrafo, relativamente ai luoghi di lavoro, sono elencate le misure ritenute opportune per garantirne il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza e le relative procedure di attuazione, con l'indicazione dei ruoli aziendali che vi debbono provvedere e delle priorità d'intervento. Misura ritenuta opportuna e procedura di attuazione: 1) Bisogna sdradicae le radici degli alberi o almeno tagliare a livello e ripavimentare la parte antistante la scuola Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) La parte di giardino, pavimentata e non, antistante la facciata d'ingresso della scuola presenta un pavimento disconnesso a causa di radici di alberi tagliati nel corso degli anni.

[P1] x [E4] = 4

(Moderato)

2) dotare le aule di tende a veneziana in modo da poter gestire irraggiamento soprattutto nel periodo estivo Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO);Comune Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le aule non sono dotate di tende per ripararsi dall'eccessivo soleggiamento [P4] x [E1] = 4

(Moderato)

3) istallare un servoscala o mantascale per permettere ai disabii di accedere al primo piano Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'accesso al primo piano è impedito dalla mancanza di ascensori o montascale o servoscale [P1] x [E1] = 1

(Basso)

4) Richiedere ove possibile la certificazione di classe al fuoco delle sedie e banchi e quando vengono sostituite richiederne la relativa certificazione.

Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO); Comune

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Priorità: Immediata Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le sedie e i banchi non hanno certificati di classe di reazione al fuoco 1 [P1] x [E1] = 1

(Basso)

5) se presente rintracciare i progetti con cui sono stati effettuati i lavori di messa a norma dell'edificio e renderli disponibili per la scuola

Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) non è stato possibile reperire il progetto degli impianti elettrici dell'edificio [P4] x [E4] = 16

(Alto)

6) rendere disponobile la certificazione dell'impianto elettrico o se non presente assegnare il compito a un tecnico specializzato che collaudi l'impianto e rilasci la certificazione

Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non è presente il cerficato di conformità dell'impianto elettrico [P4] x [E4] = 16

(Alto)

7) Rendere disponobile la certificazione dell'impianto di messa a terra o se non presente assegnare il compito a un tecnico specializzato che collaudi l'impianto e rilasci la certificazione

Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non è presente il certificato di conformità della messa a terra [P4] x [E4] = 16

(Alto)

8) Effettuare le verifiche periodiche all'impianto di terra ed eventualmente all'impianto di protezione dalle scariche atmosferiche

Ruolo: Comune Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le verifiche periodiche dell'impianto di terra non sono effettuate [P1] x [E4] = 4

(Moderato)

9) Provvedere alla messa a norm dell'impianto e a tutta la pratica necessaria per il rilascio del certificato prevenzione incendi

Ruolo: Comune Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) La caldaia non ha il certificato di prevenzione incendi [P4] x [E4] = 16

(Alto)

10) Provvedere alla istallazione di un impianto di emergenza autonomono da quello a piano terra Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'interruttore di sgancio è posto al piano terra, in una zona non più accessibile alla scuola [P4] x [E4] = 16

(Alto)

11) L'impianto di idranti deve essere sottoposto a verifica semestrale e il raportino semestrale deve essere allegato al registro controlli disponibile presso l'ente comunale

Ruolo: Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) l'impianto di idranti non viene controllato periodicamente [P1] x [E4] = 4

(Moderato)

12) L'impianto di campane di allarme deve essere sottoposto a verifica semestrale e il raportino semestrale deve essere allegato al registro controlli disponibile presso l'ente comunale

Ruolo: Proprietario immobile

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Priorità: Immediata Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) le campane di allarme non sono controllate semestralmente [P3] x [E4] = 12

(Alto)

13) Limare gli spigoli vivi delle finestre e ove possibile mettere dei paraspigoli Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO); Proprietario immobile Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le finestre quando si aprono sono all'interno e pertanto è pericoloso che gli alunni ci sbattino contro

Luogo di lavoro: AULA 4 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 5 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 6 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 7 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 9 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano];

[P1] x [E1] = 1

(Basso)

14) Per i collaboratori scolastici sono obbligati a pulire solo le parti apribili delle pareti finestrate, mentre le parti fisse sarà. quando necessario, dato incarico a ditta specializzata

Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO) Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Vi è una parte di finestratura fissa nel corridoio ed in alcune aule che non è di facile accesso per la pulizia.

Luogo di lavoro: AULA 4 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; AULA 5 [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano]; corridoio [Luogo: Scuola "Jovine" dell'istituto comprensivo di Campomarino - Tavola: primo piano];

[P2] x [E4] = 8

(Rilevante)

15) Istallare un autoclave che permetta il flusso di acqua in mancanza della stessa dalla rete idrica comunale. Ruolo: Comune Priorità: Breve termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) In mancanza di acqua dalla rete acquedottistica del paese, non vi sono serbatoi, autoclavi che assicurino il necessario afflusso di acqua. In tali casi il Dirigente scolastico, per assicurare la salubrità dei bagni è costretto a sopsendere le attività didattiche.

[P2] x [E1] = 2

(Basso)

16) Nel dividere l'impianto di emergenza sonoro da quello del piano terra, si può risistemare l'impianto e renderlo funzionante

Ruolo: Comune Priorità: Breve termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'impianto sonoro autoalimentato della scuola esiste ma,spesso non è funzionante [P3] x [E4] = 12

(Alto)

17) Acquisto di adesivi per il pavimento per differenziare i percorsi di eventuali disabili Ruolo: Datore di Lavoro (Teodoro Musacchio) Priorità: Lungo termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non ci sono percorsi differenziati nella colorazione [P1] x [E1] = 1

(Basso)

18) Acquistare fasce di materiale antiscivolo per indicare l'inizio delle scale o comunque percepibile anche da parte dei non vedenti, situata almeno a 30 cm dal primo e dall'ultimo scalino ad indicare l'inizio e la fine della rampa

Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO) Priorità: Lungo termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Non ci sono fasce di materiale diverso, percepibile per i non vedenti, ad indicare l'inizio di una scala [P1] x [E1] = 1

(Basso)

19) La pavimentazione non è antisdrucciolevole ma in ottime condizioni e facile da pulire, pertanto si ritiene sufficente seguire le istruizioni per la pulizia date con la procedura cod. 2E .

Sui gradini delle scale sono presenti le bande antiscivolo e dovranno essere ripristinate tutte le vote che saranno usurate. Ruolo: Datore di Lavoro (TEODORO MUSACCHIO); Priorità: Lungo termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) L'edificio non ha una pavimentazione antisdrucciolevole . [P2] x [E2] = 4

(Moderato)

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20) Le pareti devono essere tinteggiate con pitture atossiche alla fine di ogni anno scolastico Ruolo: Comune Priorità: Data specifica 01/07/2011

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) A fine anno scolastico, le pareti non sono sempre imbiancate, ma solo lavate dal personale interno. [P1] x [E1] = 1

(Basso)

Processi produttivi Nel presente paragrafo, relativamente ai processi produttivi, sono elencate le misure ritenute opportune per garantirne il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza e le relative procedure di attuazione, con l'indicazione dei ruoli aziendali che vi debbono provvedere e delle priorità d'intervento. Misura ritenuta opportuna e procedura di attuazione: 1) Bloccare scaffali ed armadi con opportuni tasselli al muro. Ruolo: Comune Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le scaffalature e gli armadietti non sono ancorati al muro quindi potrebbero ribaltarsi in caso di terremoto o situazioni accidentali.

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E3] = 3

(Moderato)

2) A fine anno scolastico si provvederà a redigere un registro ove sarà annotato lo stato delle scaffalature e degli armadietti dedotto da un controllo visivo

Ruolo: Collaboratore scolastico della sede Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le scaffalature sono controllate solo dal personale che le usa e non c' è una verifica periodica stabilita.

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E1] = 1

(Basso)

3) Dismettere e se possibile sostituire gli armadi dissestati in base ai risultati del registro annuale. Ruolo: Comune Priorità: Immediata

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Vi sono armadi dissestati e logorati

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E3] = 3

(Moderato)

4) Sostituire le sedie che non sono a norma. Ruolo: Comune Priorità: Medio termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Le sedie sono spesso rovinate.

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E1] = 1

(Basso)

5) Sostituire i banchi che presentano lacerazioni. Ruolo: Comune Priorità: Medio termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Alcuni banchi non sono a norma perchè presentano lacerazioni nel rivestimento.

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E1] = 1

(Basso)

6) Ove possibile richiedere ai fornitori la portata di tali scaffalature. Ruolo: Comune Priorità: Lungo termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Sulle scaffalature non sono riportate le targhette di portata degli scaffali

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P1] x [E3] = 3

(Moderato)

7) Formazione su tale problematica con insegnamenti su esercizi di logopedia mirati a tale problematica Ruolo: Datore di Lavoro Priorità: Lungo termine

Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

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Difformità riscontrata in fase di sopralluogo Rischio derivante

a) Alcune insegnanti lamentano un uso delle corde vocali eccessivo

Attività lavorativa: Didattica teorica

[P2] x [E2] = 4

(Moderato)

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DOCUMENTAZIONE DISPONIBILE documentazione disponibile in azienda

Di seguito è riportato l'elenco della documentazione custodita presso l'azienda.

Documentazione disponibile in azienda: L'elenco riporta la documentazione disponibile in azienda; in alcuni casi il dettaglio dei documenti è stato riportato nelle note esplicative. Autorizzazioni edificio 1) Planimetria dei locali di lavoro; 2) Collaudo statico edificio ;

E' presente solo il collaudo tecnico amministrativo dei lavori di completamento L'originale è presso la sede comunale

3) Collaudo di vulnerabilità; L'originale è presso la sede comunale

Incarichi 1) Nomina R.S.P.P.; 2) Documentazione possesso requisiti R.S.P.P.; 3) Attestato partecipazione corso di formazione R.S.P.P.; 4) Verbale di elezione R.L.S.; 5) Attestato partecipazione corso di formazione R.L.S.; 6) Nomina addetti all' Emergenza, Evacuazione e Primo Soccorso; 7) Attestato formazione addetti all' Emergenza, Evacuazione e Primo Soccorso; 8) Verbali riunione periodica;

Verbali di riunione periodica art. 35 D.Lgs. 81/2008 (almeno una riunione l'anno nelle aziende con più di 15 addetti).

9) Verbali di avvenuta formazione informazione sui rischi relativi alla mansione svolta; Sorveglianza sanitaria 1) Nomina Medico competente; 2) Giudizi idoneità sanitaria dei lavoratori; 3) Cartelle sanitarie e di rischio del lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria; Attrezzature 1) Dichiarazioni di conformità CE delle macchine ed attrezzature; 2) Manuali di istruzione all'uso e manutenzione delle macchine e attrezzature; Impianti idrico sanitari e di riscaldamento 1) Denuncia all'ispel per impianti centrali termiche > 116 KW edificio;

Non è presente 2) Dichiarazione di conformità dell'impianto idrico sanitario ;

Non è presente 3) Dichiarazione di conformità dell'impianto termico ;

Non è presente 4) Copia del progetto dell'impianto di riscaldamento;

Non è presente 5) libretto della centrale termica;

L'originale è presso la sede comunale 6) Verbali di controllo delle centrali termiche;

Non si hanno copie, gli originali sono presso l'organo comunale Prevenzione incendi 1) Registro di verifica degli estintori;

E' tenuto presso l'ufficio comunale e non si ha copia

2) Piano Emergenza e Evacuazione;

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3) Certificato di prevenzione incendi; Non è presente Deve essere rilasciato per la caldaia

4) Progetto dell’impianto idrico antincendio; Non è presente anche che vi sono degli idranti

5) Dichiarazione di conformità dell’impianto idrico antincendio; Non è presente

6) Verifiche semestrali dell’impianto antincendio; Non è presente

Formazione informazione 1) Attestazione svolgimento corsi informativi dei lavoratori; 2) Attestazione svolgimento corsi formativi dei lavoratori; Altro 1) Registro infortuni; 2) Ricevute della consegna dei DPI; 3) Certificati conformità dei DPI;

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APPENDICE

In questa appendice sono riportati tutti quegli elementi ritenuti opportuni per una maggiore comprensione del piano.

Glossario La terminologia utilizzata nel presente documento è quella definita all'art. 2 del D.Lgs. 81/2008 - Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell'ambito

dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società , anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell'ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all'articolo 2549, e seguenti del codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all'articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; il volontario, come definito dalla legge 1. agosto 1991, n. 266; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il volontario che effettua il servizio civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1. dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni;

- Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto

dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività , ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall'organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività , e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo;

- Azienda: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato; - Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura

dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa;

- Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla

natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;

- Responsabile del servizio di prevenzione e protezione persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo 32, del D.Lgs. 81/2008 designata

dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi; - Addetto al servizio di prevenzione e protezione persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo 32, del D.Lgs. 81/2008 facente

parte del servizio di cui alla lettera l); - Medico competente medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all'articolo 38, che collabora,

secondo quanto previsto all'articolo 29, comma 1, D.Lgs. 81/2008 con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed e' nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto;

- Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della

sicurezza durante il lavoro; - Servizio di prevenzione e protezione dai rischi

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insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori;

- Sorveglianza sanitaria insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione

all'ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa; - Prevenzione il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la

tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno;

- Salute stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità; - Valutazione dei rischi valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito

dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività , finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;

- Pericolo proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; - Rischio probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un

determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; - Unità produttiva stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all'erogazione di servizi, dotati di autonomia

finanziaria e tecnico funzionale; - Norma tecnica specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un

organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria; - Buone prassi soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate

volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni, dall'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall'Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all'articolo 51, D.Lgs. 81/2008 validate dalla Commissione consultiva permanente di cui all'articolo 6, previa istruttoria tecnica dell'ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;

- Linee guida atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza predisposti dai

Ministeri, dalle regioni, dall'ISPESL e dall'INAIL e approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;

- Formazione processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e

protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;

- Informazione complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei

rischi in ambiente di lavoro; - Addestramento complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti,

sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro.

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PIANI DI MONITORAGGIO

Le misure di prevenzione e protezione sono la risultante di un programma complesso che viene coordinato e aggiornato oltre che con il programma di sorveglianza sanitaria e il programma di formazione e informazione anche con i documenti di seguito elencati: •••• Piano dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) •••• Procedure di aggiornamento della valutazione dei rischi e riunione periodica di prevenzione e protezione •••• Piano della valutazione dello stress lavoro correlato

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Piano dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)

Il processo di valutazione dei rischi ha evidenziato la necessità di utilizzare i DPI che sono riportati nella successiva tabella. In base all’art. 77 - Obblighi del datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI – per la definizione della tabella si è proceduto preliminarmente a:

1. individuare le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi valutati, tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI;

2. valutare, sulla base delle informazioni e delle norme d'uso fornite dal fabbricante a corredo dei DPI, le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e a raffrontarle con quelle individuate.

Luogo Mansione Processo

Rischi residui

Parte del corpo da proteggere

DPI adottati

Norme EN di riferimento e caratteristiche tecniche

rischio

chimico per

pulizie

occhi occhiali

protettivi

per la manipolazione di prodotti corrosivi

Uni EN 166 Ideali per protezione da gocce

e spruzzi

rischio

chimico per

pulizie

mani guanti in PVC In PVC e Neoprene,UNI EN 374, antiacido

rischio

chimico per

pulizie

bocca mascherina per vapori acidi

richio

punture tagli

abrasioni

mani guanti

impermeabili

resistenti al taglio

MMC mani Guanti

protezione

meccanica

rischio per la

MMC e per

punture tagli

abrasioni

piedi Scarpe

antiscivolo

con protezione sulla parte anteriore del

piede e con soletta antiperforazione,

ergonomica, antibatterica ed antistatica

rischio

biologico

(polvere)

bocca/naso mascherine

usa e getta

Adetto vigilanza

piccola

manutenzione

rischio

biologico

(polvere)

mani guanti usa e

getta

addetto laboratorio

grafico artistico

rischio

scottature,

tagli

mani guanti termici

e antitaglio

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rischio

scottature

occhi occhiali con

stanghette

rischio

incendio

testa casco norma EN 443 -colore rosso

rischio

incendio

busto giaccone da

intervento

norma EN469

rischio

incendio

mani guanti vigili

del fuoco

norma EN 659

rischio

incendio

piedi stivali per

vigili del

fuoco

norma EN 345 e EN 347

Squadra

antincendio

La valutazione sulle esigenze dei DPI è aggiornata ogni qualvolta intervenga una variazione significativa negli elementi di valutazione. I lavoratori e i loro rappresentanti sono consultati nella scelta dei DPI più idonei, informati e formati circa la necessità e il corretto uso degli stessi. Nella scelta dei DPI sono tenuti in considerazione i fattori ergonomici e, per quanto possibile, l’eventuale disagio manifestato dal lavoratore. La direzione richiede l’uso dei DPI ed è in atto un sistema di monitoraggio e vigilanza sul rispetto di queste norme interne e in generale delle istruzioni di sicurezza e salute.

Procedure di gestione per l'assegnazione e la manutenzione dei DPI.

Ogni inzio anno scolastico sarà richiesto lo stato di manutenzione dei DPI assegnati. Tale compito sarà affidato al dirigente amministrativo che effetuerà tal econtrollo con circolare interna. Ad ogni soggetto destinatorio di DPI sarà chiesto di compilare la seguente scheda:

DICHIARAZIONE DI RICEVUTA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (Art. 78, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i.)

Il sottoscritto Sig………………………………………………………………………………….. dipendente dell’Istituto Comprensivo di Campomarino con sede presso………………………… alla via ………………………………………………………………………………………

DICHIARA,

di aver ricevuto idonea informazione, formazione e addestramento all'uso corretto dei seguenti dispositivi, ricevuti in dotazione:

[ ] ATTREZZATURA ANTICADUTA [ ] CINTURA DI SICUREZZA [ ] IMBRACATURA DI SICUREZZA [ ] MASCHERA PER SALDATORE [ ] OCCHIALI DI SICUREZZA [ ] SCHERMO DI SICUREZZA [ ] CALZATURA DI SICUREZZA [ ] GINOCCHIERA [ ] STIVALE DI SICUREZZA [ ] CASCO CON CUFFIE [ ] CASCO CON VISIERA [ ] CASCO CON VISIERA E CUFFIE [ ] CASCO DI PROTEZIONE [ ] COPRICAPO [ ] ELMETTO DI PROTEZIONE [ ] GUANTI

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[ ] GUANTI A TELA RINFORZATA [ ] GUANTI ANTIVIBRAZIONI [ ] GUANTI DIELETTRICI [ ] GUANTI GOMMA [ ] GUANTI PLASTICA [ ] MASCHERA (per la protezione delle vie respiratorie) [ ] MASCHERA RESPIRATORIA (con filtro specifico) [ ] MASCHERINA ANTIPOLVERE [ ] RESPIRATORI O AUTORESPIRATORI [ ] CUFFIE [ ] INSERTI AURICOLARI [ ] OTOPROTETTORI [ ] GREMBIULE [ ] GREMBIULE DA SALDATORE [ ] INDUMENTI AD ALTA VISIBILITA' [ ] INDUMENTI IMPERMEABILI [ ] INDUMENTI PROTETTIVI [ ] ............................................................................................

Per l’anno scolastico…………. i seguenti D.P.I. consegnati risultano danneggiati o comunque da sostituire: ................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................

SI IMPEGNA A - utilizzare i D.P.I. messi a disposizione conformemente all'informazione e alla formazione

ricevute e all'addestramento eventuale organizzato ed espletato; - a non apporvi modifiche di propria iniziativa; - segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o

inconveniente rilevato. -

CAMPOMARINO, lì……………….

Il lavoratore

__________________________________ In caso di usura dei DPI durante l'anno, il personale che ha in cosegna i DPI dovrà fare richiesta di sostituzione con lettera scritta da inviare al dirigente di segreteria.

A inizio anno scolastico verrà indetta dal dirigente amministrativo, con l'RSSPP , una riunione per la formazione e informazione sui DPI da utilizzare.

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Procedure di aggiornamento della valutazione dei rischi e riunione periodica di prevenzione e protezione

La valutazione dei rischi verrà effettuata ogni volta che vi sia un cambiamento delle condizioni iniziali. In base al cambiamento verranno aggiornati i rischi connessi alla stesso. In ogni caso il documento verrà aggiornato ogni due anni. L'aggiornamento dovrà essere effettuato dal datore di lavoro che convocherà tramite il direttore del personale il seguente gruppo di lavoro: RSPP, RLS, Medico competente .

Piano della valutazione dello stress lavoro correlato

Il piano di monitoraggio è strettamente connesso all’esito delle indagini effettuate. Infatti il piano di monitoraggio verrà effettuato, dopo accordo del Datore di lavoro, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, medico competente, RLS , dopo la prima fase di analisi secondo i seguenti criteri.

DA A LIVELLO DI RISCHIO

NOTE

0

17

RISCHIO BASSO

25%

.Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque ogni 2 anni.

18

34

RISCHIO MEDIO

50%

Monitoraggio annuale degli indicatori per controllare, che entro un anno le azioni di miglioramento siano state correttamente attuate. Se queste non determinano un

miglioramento entro un anno, sarà necessaria la somministrazione di questionari soggettivi.

35

67

RISCHIO ALTO

+ di 50%

E’ necessario oltre al monitoraggio semestrale delle condizioni di stress la verifica di efficacia delle azioni di

miglioramento con cadenza semestrale. Dall’esito del presente studio si ha:

Mansione Punteggio Esito della valutazione

Corpo Docente 11 Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque ogni 2 anni

Addetto Collaboratore Scolastico 12 Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali o comunque ogni 2 anni

Il monitoraggio dovrà essere effettuato dal datore di lavoro che convocherà tramite il direttore del personale il seguente gruppo di lavoro: RSPP, RLS, Medico competente , Direttore del personale.

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ISTRUZIONI DI SICUREZZA E SALUTE

Le istruzioni di Siccurezza e Salute (ISS) sono emesse per i vari ambienti / processi / mansioni e che riepilogano le norme di comportamento da tenere, indicano i criteri operativi e le regole di sicurezza e salute per ogni attività per la quale sono riscontrati dei rischi residui, con particolare riferimento alle attrezzature e alle sostanze;

PROCEDURE DI EMERGENZA cod. 1 COD. 1-A- PROCEDURA DI ALLARME

COD. 1-B - PROCEDURA DI PRONTO SOCCORSO

COD. 1-C - PROCEDURA EMERGENZA INCENDIO

COD. 1-D - PROCEDURA EVACUAZIONE

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COD. 1-A- PROCEDURA DI ALLARME Chiunque individui un pericolo deve avvisare l’addetto all’Emergenza che deve:

• Suonare l’apposito campanello di allarme (pulsate rosso); • Nel caso il campanello di allarme non funzioni usare il suono prolungato della campanella di

inizio e fine lezione per almeno un minuto. La CHIAMATA DI SOCCORSO consiste in dire: “Qui è la scuola………………………….sita in via………………………………………………… sono ……………………………………..…………………………………………………………… vi prego di intervenire con urgenza perché…………………………………………………………..”

CHIAMATA DI SOCCORSO: Numeri telefonici utili

EVENTO CHI CHIAMARE NUMERI DI TELEFONO

Incendio, crollo, fuga gas Vigili del Fuoco 115 Ordine pubblico Polizia 113 Carabinieri 112 Infortunio Pronto Soccorso 118

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COD. 1-B - PROCEDURA DI PRONTO SOCCORSO Chiunque venga a conoscenza di qualsiasi malore di una persona qualsiasi presente nell’istituto deve:

• Convocare immediatamente sul luogo dell’infortunio l’addetto al pronto soccorso; • Astenersi da qualsiasi intervento sull’infortunato fino all’arrivo dell’incaricato; • Evitare affollamenti nei pressi dell’infortunato.

L’addetto al pronto soccorso deve : in caso di Bassa emergenza

• Soccorre l’infortunato come quanto appreso durante i corsi formativi utilizzando, se necessario, i farmaci di automedicazione presenti nella dotazione della cassetta di pronto soccorso allocata una per ogni piano delle diverse sedi scolastiche ( vicino i banchetti del personale ATA)

• chiamare il servizio ambulanza 118 • Assistere costantemente ed in maniera prioritaria i lavoratori fino alla completa definizione del caso. • Informare del caso, il dirigente scolastico, che informerà RSPP e RSL.

In caso di media e alta emergenza sanitaria: ( in mancanza dell’addetto chiunque , art. 593 C.P.)

EMERGENZA SANITARIA media:

è una situazione a rischio; l’intervento di pronto soccorso non è differibile (es. paziente con funzioni vitali, circolatorie, respiratorie, nervose, mantenute e per le quali non si può escludere la compromissione delle stesse; ovvero con danni funzionali potenzialmente rilevanti)

EMERGENZA Sanitaria massima:

è una situazione sanitaria in cui l’intervento di pronto soccorso è prioritario (es. paziente con funzioni vitali, circolatorie, respiratorie, nervose, compromesse o in imminente pericolo di vita)

1 Richiedere l’intervento dell’ambulanza selezionando il numero 118 da qualsiasi apparecchio telefonico interno 2 Indicare il luogo da cui si chiama, che cosa è successo e dove, fornire il proprio nominativo ed il recapito

telefonico 3 Rispondere alle domande dell’operatore descrivendo le condizioni del paziente (presenza di malore con

apparente perdita di coscienza, quindi caduta a terra, difficoltà respiratorie, dolore toracico intenso, ecc.) 4 Non riattaccare finché non sarà l’operatore a dirlo

I docenti incaricati di eseguire le procedure di pronto soccorso, in caso di evacuazione, accompagnano la classe in

luogo sicuro, dopodiché affidano la classe e il registro di classe al collega più prossimo alla sua classe che ha

raggiunto lo stesso luogo sicuro e esegue, immediatamente, la procedura di pronto soccorso. In caso non vi è necessità

di evacuare, durante la procedura di pronto soccorso fare assistere la propria classe dall’addetto alle classi.

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COD. 1-C - PROCEDURA EMERGENZA INCENDIO

L’ addetto al servizio deve:

1 Azionare la procedura di allarme 2 Telefonare ai VV.FF. n. tel. 115 specificando bene il tipo di emergenza che si sta sostenendo. 3 Solo in caso di incendio deve • interrompe flussi di liquidi e/o gas infiammabili o nocivi. • Toglie corrente (forza /luce) 4 Aprire i cancelli di ingresso carrabili o assicurarsi che siano sgombri da impedimenti per l’arrivo dei

soccorritori 5 Prendere la busta con le piante dell’edificio 6 Prendere le chiavi di eventuali porte o portoni chiusi. 7 Rimanere in attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco all’ingresso dello stabilimento per poterli prontamente

accompagnare sul luogo del sinistro. L’ Addetto all’antincendio deve al suono della sirena di allarme:

1 Indossare gli indumenti specifici di protezione. 2 Allestire ed impiegare i mezzi antincendio mobili 3 Allontanare eventuali persone presenti in luoghi pericolosi seguendo le istruzioni per l’evacuazione 4 Preparare i mezzi antincendio o di emergenza a disposizione. 5 Circoscrivere quanto possibile l’incendio allontanando il materiale infiammabile.

L’ addetto al pronto soccorso: Si rende disponibile per eventuali soccorsi da effettuare e chiama l’ autoambulanza n. tel. 118. Tutto il personale e gli alunni:

1 Attenersi alle indicazioni della procedura di evacuazione Se l’incendio rende impraticabili le vie d’uscita:

2 Rientrare in aula, chiudere bene la porta e sigillare le fessure con panni; 3 Aprire la finestra e chiedere soccorso; 4 Se il fumo non consente la respirazione, filtrare l’aria attraverso un fazzoletto, meglio se bagnato e sdraiarsi sul

pavimento (il fumo tende a salire verso l’alto).

I docenti incaricati di eseguire le procedure antincendio affidano le loro classi al personale ATA adetto alle classi

presente che farà evacuare le classi.

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COD. 1-D - PROCEDURA EVACUAZIONE

L’addetto al servizio:

Dopo aver terminato la procedura di allarme, segue le operazioni di evacuazione e aiuta i portatori di Handicap. L’addetto all’antincendio: Mette (se possibile) l’impianto in sicurezza, tranne in caso incendio in cui segue la procedura cod. 1-C-

• interrompe flussi di liquidi e/o gas infiammabili o nocivi. • Toglie corrente (forza /luce).

L’addetto al pronto soccorso Si rende disponibile per eventuali soccorsi da effettuare Tutti i lavoratori ( personale docente e non) e gli alunni devono:

1 Interrompere immediatamente ogni attività; 2 Tralasciare il recupero di oggetti personali; 3 Mettersi in fila evitando il vociare confuso, grida e richiami; 4 Seguire le vie di fuga indicate nel piano di evacuazione. 5 Raggiungere i punti di raccolta all’esterno; 6 L’insegnante è tenuto a fare l’appello finale per verificare che siano tutti usciti; 7 Nel caso sia rimasto qualcuno in aula avvertire immediatamente i soccorritori e compilare il modulo di

evacuazione da dare ai soccorritori. In caso di terremoto prima di applicare il punto 3 della procedura su descritta aspettare che termina la scossa di terremoto proteggendosi sotto i propri banchi. Per ogni classe ci sarà:

• 1 ragazzo apri-fila, con l’incarico di apertura delle porte e guida della classe al punto di raccolta; • 1 ragazzo serra-fila, con l’incarico di chiudere la porta dell’aula e del controllo che nessuno dei

compagni di classe rimanga indietro; • 1 ragazzo con l’incarico di aiutare eventuali disabili ad abbandonare l’aula e a raggiungere il punto

di raccolta.

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PROCEDURE COMPORTAMENTALI cod. 2

COD. 2-A- PROCEDURE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI COD. 2-B – PROCEDURE PER L’USO DI FOTOCOPIATRICI E FAX COD. 2-C – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI SCALE PORTATILI COD. 2-D – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI PRODOTTI PER LA PULIZIA COD. 2-E – PROCEDURE PER LA PULIZIA DEI LOCALI COD. 2-F – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE COD. 2-G – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI VIDEOTERMINALI COD. 2-H – PROCEDURE PER L’UTILIZZO MATERIALE DIDATTICO, COLORI, MATITE , EVIDENZIATORI, BIANCHETTI

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COD. 2-A- PROCEDURA PER LA MOVIMENTAZIONE DI CARICHI Chiunque debba movimentare carichi deve seguire le seguenti azioni:

1. Valutare, anche se con approssimazione, il peso del carico ( per le donne deve essere preferibilmente < di 20 Kg, per gli uomini <30 Kg) prima di procedere al suo sollevamento.

2. Prima di effettuare un sollevamento del carico ed il relativo trasporto, controllare che il pavimento del tratto da percorrere non sia scivoloso sdrucciolevole e sia libero da eventuali ostacoli

3. Afferrare il carico con le mani, mantenendo i piedi a una distanza pari a 20 - 30 cm , per assicurare l’equilibrio del corpo

4. Sollevare il carico, gradatamente, dal pavimento alle ginocchia, e da queste alla posizione di trasporto 5. Durante il sollevamento mantenere la schiena eretta e le braccia rigide in modo che lo sforzo sia

sopportato principalmente dai muscoli degli arti inferiori. Durante il trasporto a mano è opportuno mantenere il carico appoggiato al corpo, col peso ripartito sulle due braccia, evitando di dondolarsi

• Il materiale di rilevante lunghezza ( superiore a m.2 ) , se trasportato da una sola persona, deve avere le estremità segnalate e la parte anteriore va tenuta alta per evitare che possa ferire altre persone

• Se il carico supera i pesi consigliati è bene, ove possibile, dividerlo in più parti, altrimenti usare

apposite apparecchiature per il trasporto.

• I carrelli a mano, fatta eccezione per quelli provvisti di timone di traino, devono essere spinti, mai tirati.

Infine, ricordarsi di: Informare il datore di lavoro (con nota scritta) sull’esistenza di problemi fisici alla colonna vertebrale o di altre indisposizioni (ernie, ecc..) che rendano inidonei allo spostamento o al sostegno di carichi.

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COD. 2-B - PROCEDURA PER L’USO DI FOTOCOPIATRICI E FAX L’uso di fotocopiatrici e fax deve avvenire seguendo la seguente procedura:

• Il funzionamento deve avvenire mediante normale accensione attraverso un pulsante di avvio • Tenere abbassato il portellone della fotocopiatrice per proteggere gli occhi dalle radiazioni emesse durante il

lavoro di fotocopiatura.

• L’operazione di rimozione dell’eventuale inceppamento della carta, deve avvenire con apertura del portello ed automatico blocco di sicurezza del funzionamento della stessa, con conseguente stacco dell’alimentazione, se ciò non avviene staccare manualmente l’alimentazione .

• La sostituzione di toner per stampanti o fax deve avvenire attenendosi scrupolosamente alle indicazioni riportate dal fornitore sulla confezione e comunque dopo aver staccato l’alimentazione e con l’uso di guanti e mascherine usa e getta.

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COD. 2-C – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI SCALE PORTATILI

Per normali interventi di pulizia o per sistemare materiale in alto può essere adoperata una scala pieghevole ( apertura a compasso) del tipo destinato ad usi domestici, seguendo la seguente procedura: 1. Assicurarsi, prima dell’uso che vi sia una catenella che collega le due parti della scala o un sistema di

bloccaggio.Il personale autorizzato non dovrà superare il livello (gradino) di appoggio di 150 cm. 3. L’operatore sulla scala dovrà sempre essere assistito da una persona a terra.

4. L’operatore non dovrà lavorare in prossimità di finestre aperte, non dovrà sporgersi dalla scala.

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COD. 2-D – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI PRODOTTI PER LA PULIZIA Per normali interventi di pulizia è necessario utilizzare prodotti per la pulizia. Tali prodotti :

• Devono essere conservati in armadietti chiusi a chiave e devono essere aperti solo per il tempo strettamente necessario dal personale autorizzato. Attenzione agli alunni che non devono avere accesso per nessun motiva

tali locali.

• Qualsiasi prodotto, per l’utilizzo, non deve essere mischiato ad altri e non deve essere travasato in confezioni anonime.

• Il personale deve abitualmente usare i guanti di gomma(UNI EN 374), ed in caso di travaso di liquidi irritanti anche gli occhiali protettivi (UNI EN 166) e le mascherine.

• Dopo l’uso tutto il materiale necessario per la pulizia deve essere accuratamente lavato e asciugato. • La candeggina deve essere chiusa in armadietto diverso dall’ammoniaca e l’alcol in un armadietto metallico. • Non esporre a fonti di calore e sole.

Interventi di primo soccorso:

In caso dubbio o quando i sintomi persistono, rivolgersi ad un medico; non somministrare alcun prodotto per bocca alle persone prive di sensi. Se il prodotto viene inalato: Allontanare l’infortunato dalla zona inquinata e tenerlo in ambiente ventilato. Sottoporsi a cure mediche se si avvertono sintomi di malessere Se il prodotto viene a contatto con gli occhi: Lavarsi immediatamente con acqua per almeno 15 minuti a palpebre aperte. Consultare un medico Se il prodotto viene a contatto con la pelle: Togliere gli indumenti contaminati e lavarsi abbondantemente con acqua Se il prodotto viene ingerito: Trasportare la persona con urgenza presso il più vicino centro di assistenza medica e mostrare la scheda di sicurezza relativa al prodotto ingerito. Non provocare il vomito, lavare la bocca con abbondante acqua pulita. Per ogni prodotto utilizzato sono allegate al DVR di ogni sede e affissi ad ogni albo, le schede informative di sicurezza

del prodotto. Nelle schede sono contenute le più generali norme di comportamento corretto per l’uso di ogni prodotto.

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COD. 2-E – PROCEDURE PER LA PULIZIA DEI LOCALI Quando si lava a terra:

• Operare sempre con scarpe dotate di suole di gomma • E’ vietato, finché la superficie non risulta asciutta, far passare chiunque, • E’ obbligatorio mettere il cartello che segnala il pavimento bagnato. • Dopo aver lavato far aerare i locali per qualche minuto.

Quando si lavano i vetri:

• Se per essere raggiunti bisogna utilizzare scale, seguire le regole viste per l’utilizzo delle scale portatili. • Ove i vetri siano troppo alti e non raggiungibili con l’uso delle scale portatili, o l’operatore deve sporgersi da

aperture adiacenti in questo caso i vetri vanno lavati con aste lunghe senza che l’operatore si sporga su scale o da finestre.

• Ove la pulizia non può essere effettuata con i metodi su descritti, avvisare il dirigente scolastico. Eliminazione di rifiuti pericolosi

• La raccolta di sostanze deve essere attuata con l’uso di appositi guanti di gomma e strumenti idonei ad evitare ogni contatto.

• I materiali vanno conferiti agli opportuni contenitori, interni o esterni alla struttura.

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COD. 2-F – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE

• Evitare il contatto delle attrezzature elettriche con acqua

• Non accendere e manovrare attrezzature elettriche quando si hanno le mani bagnate

• Togliere la tensione alle apparecchiature elettriche prima di ogni manutenzione

• Un’apparecchiatura non deve essere messa in funzione in caso di caduta e danneggiamento visibile delle protezioni quando il cavo elettrico e la spina presentano danni evidenti

• E’ vietato fare manutenzioni agli impianti elettrici

• E’ vietato effettuare allacciamenti di fortuna

• Non usare prolunghe che possono provocare intralcio al passaggio.

• Leggere le istruzioni e le avvertenze di sicurezza riportate nei manuali a corredo delle apparecchiature

elettriche.

• Segnalare prontamente l’esistenza di guasti o danneggiamenti nell’impianto elettrico (ad esempio, prese a muro divelte o malferme, cavi elettrici scoperti, ecc..)

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COD. 2-G – PROCEDURE PER L’UTILIZZO DI VIDEOTERMINALI • Assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben appoggiati al pavimento e schiena poggiata allo

schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale

• Posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzonte che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50-70 cm

• Disporre la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria, e il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili

• Eseguire la digitazione e utilizzare il mouse evitando irrigidimenti delle dita e del polso, curando di tenere gli

avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalleEvitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile si raccomanda la pratica di frequenti esercizi di rilassamento (collo, schiena, arti superiori ed inferiori)

• Illuminare correttamente il posto di lavoro, possibilmente con luce naturale, mediante la regolazione di tende o veneziane, ovvero con illuminazione artificiale. Le condizioni di maggior comfort visivo sono raggiunte con illuminamenti non eccessivi e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo e che non si discostino, per intensità, in misura rilevante da quelle degli oggetti e superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti eccessivi.

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• Orientare ed inclinare lo schermo per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla sua superficie • Assumere la postura corretta di fronte al video in modo tale che la distanza occhi-schermo sia pari a circa 50-

70 cm • Disporre il porta documenti, se presente, alla stessa altezza e distanza dagli occhi, dello schermo, ricorrendo ai

meccanismi di regolazione • Distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani, al fine di ridurre l’affaticamento

visivo • Durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, è opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un

intenso impegno visivo, come ad esempio la correzione di un testo scritto • Cura la pulizia periodica di tastiera, mouse e schermo • Si raccomanda l’utilizzo di eventuali mezzi di correzione della vista se prescritti

IL lavoro al videoterminale è possibile riscontrare una certa difficoltà degli operatori a seguire adeguatamente il continuo aggiornamento dei software. L’attività al videoterminale richiede pertanto che sia preceduta da un adeguato periodo di formazione all’uso dei programmi e procedure informatiche

• Seguire le indicazioni e la formazione ricevuti per l’uso dei programmi e delle procedure informaticheDisporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilitàRispettare la corretta distribuzione delle pause.Utilizzare software per il quale si è avuta l’informazione necessaria, ovvero facile da usare.

• In caso di anomalie del software e delle attrezzature, è bene che l’operatore sappia di poter disporre di un referente per la soluzione del problema.

• La conoscenza del contesto in cui si colloca il risultato del lavoro al videoterminale, è un elemento utile per l’attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale.

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COD. 2-H – PROCEDURE PER L’UTILIZZO MATERIALE DIDATTICO, COLORI, MATITE , EVIDENZIATORI, BIANCHETTI

• Comprare e utilizzare solo prodotti a base acquosa o almeno a bassa emissione di odori e di composti organici volatili;

• Sostituire gli evidenziatori con le matite colorate, che non contengono solventi o altre sostanze tossiche; • Richiudere i colori con gli appositi cappucci quando non sono utilizzati; • Non utilizzare colori o evidenziatori che emanano gradevoli profumi alla frutta, in quanto presentano ulteriori

sostanze chimiche tossiche, che possono invogliare i bambini a fiutarli.