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Documento di Valutazione dei Rischi Istituto Comprensivo “Tommaso Silvestri” DVR – Istituto Comprensivo “Tommaso Silvestri” Pagina 1 ISTITUTO COMPRENSIVO “TOMMASO SILVESTRI” SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Sede Centrale Piazza Vittorio Emanuele III, snc Trevignano Romano (RM) PLESSO SCUOLA PRIMARIA Via Delle Scalette, 5 Trevignano Romano (RM) PLESSO SCUOLA PRIMARIA E DELL’INFANZIA Via dei Lecci Bracciano (RM) PLESSO SCUOLA PRIMARIA EDIFICIO PREFABBRICATO (SENZA N. CIVICO) Via dei Lecci Bracciano (RM) PLESSO SCUOLA DELL’INFANZIA Via Carlo Alberto Dalla Chiesa Trevignano Romano (RM) PLESSO SCUOLA DELL’INFANZIA Via di Pisciarelli Bracciano (RM) DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DI CUI ALL’ART.17 COMMA 1 LETT. A) DEL D.LGS 81/08 E RESO AI SENSI DELL’ART.28 DELLO STESSO DECRETO (COME MODIFICATO ED INTEGRATO DAL D.LGS 106/09) Datore di lavoro/ dirigente scolastico RAMELLA ANNA Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione GIORGIO SCARCHILLI Il Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza ROSSANA PIROLI __________________

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ISTITUTOCOMPRENSIVO“TOMMASOSILVESTRI”

SCUOLASECONDARIADIPRIMOGRADOSedeCentrale

PiazzaVittorioEmanueleIII,sncTrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIA ViaDelleScalette,5TrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIAEDELL’INFANZIA ViadeiLecciBracciano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIAEDIFICIOPREFABBRICATO(SENZAN.CIVICO)

ViadeiLecciBracciano(RM)

PLESSOSCUOLADELL’INFANZIA ViaCarloAlbertoDallaChiesaTrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLADELL’INFANZIA ViadiPisciarelliBracciano(RM)

DOCUMENTODIVALUTAZIONEDEIRISCHIDICUIALL’ART.17COMMA1LETT.A)DELD.LGS81/08ERESOAISENSIDELL’ART.28DELLO

STESSODECRETO

(COMEMODIFICATOEDINTEGRATODALD.LGS106/09)

Datoredilavoro/dirigentescolastico

RAMELLAANNA

IlResponsabiledelServiziodiPrevenzioneeProtezione

GIORGIOSCARCHILLI

IlRappresentantedeilavoratoriperlaSicurezza

ROSSANAPIROLI

__________________

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INDICEGENERALE

1PREMESSA

1. SCHEDAINFORMATIVAISTITUTOCOMPRENSIVO“Tommasosilvestri”2. ORGANIZZAZIONEAZIENDALE

2.1 ORGANIGRAMMADELLASICUREZZA:GLISTRUMENTIOPERATIVIEGESTIONALI2.2 CLASSIFICAZIONEDEILAVORATORI2.3 IDONEITA’DELSERVIZIODIPREVENZIONEEPROTEZIONEAZIENDALE2.4 DESCRIZIONEDELSITO-ScuolaSecondariadiPrimoGrado-sedecentrale–Trevignano-PlessoScuolaPrimaria-Trevignano-PlessoScuolaPrimariaedell’Infanzia-Bracciano-PlessoScuolaPrimariaedificioprefabbricato(senzan.civico)–Bracciano-Plessoscuoladell’Infanzia–Trevignano-PlessoScuoladell’Infanzia-Bracciano2.5 DESCRIZIONEDELLEATTIVITA’EDELCICLOPRODUTTIVO2.6 IMPIANTI,MACCHINEEATTREZZATUREUTILIZATE2.7 CENSIMENTODELLESOSTANZEUTILIZZATE2.7.1Classificazioneedetichettaturadegliagentichimicipericolosi2.8 ANALISIDEGLIINFORTUNI

3. METODIDIACQUISIZIONEDATIPERLAVALUTAZIONEDELRISCHIO4. METODOLOGIAUTILIZZATAPERLAVALUTAZIONEDEIRISCHIESISTENTI

4.1 PREMESSA4.2 TERMINOLOGIA4.3 FASIOPERATIVEDIVALUTAZIONEDELRISCHIO

4.3.1. Auditdiconformità4.3.2 IdentificazionedelleSorgentidiRischio4.3.3 IndividuazionedelleSorgentidiRischio4.3.4 StimadeiRischidiEsposizione

4.4 DEFINIZIONEDELCAMPODIAPPLICAZIONEDELLEPROCEDUREDIVALUTAZIONE4.5 METODOLOGIAOPERATIVAdirilevamentoevalutazionideirischi

4.5.1 Premessa4.6 STIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLEPRIORITA’DIADEGUAMENTO4.7 METODOQUANTITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLE

PRIORITA’DIADEGUAMENTO4.8 METODOQUALITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLE

PRIORITA’DIADEGUAMENTO4.9 METODOQUALITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLE

PRIORITA’DIADEGUAMENTO4.10 APPROCCIOMETODOLOGICOPERLAVALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIO4.11 LAVALUTAZIONEDEIRISCHICONREGOLAMENTAZIONESPECIFICA

4.11.1 Attrezzaturedilavoro

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4.11.2 Impiantiedapparecchiatureelettriche4.11.3 Movimentazionemanualedeicarichi4.11.4 Attrezzaturemunitedivideoterminali4.11.5 Agentifisici4.11.6 Sostanzepericolose4.11.7 Agentibiologici4.11.8 Protezionedaatmosfereesplosive

4.12 LAVALUTAZIONEGENERALEDEIRISCHI5. ESITIDELLAVALUTAZIONEDEIRISCHI6. LAVALUTAZIONEDEIRISCHIPERLASICUREZZA-DESCRIZIONEANALITICADEGLIINTERVENTI

PROSPETTATI6.1 ESITIDELLAVALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIO6.2 LEMACCHINEELEATTREZZATUREDALAVORO6.3 ILLUMINAMENTOCOMEFATTOREDISICUREZZA6.4 ATMOSFEREESPLOSIVE6.5 LAVALUTAZIONEDEIRISCHIDINATURAELETTRICA6.6 LAVALUTAZIONEDEIRISCHIINLUOGHISOSPETTIDIINQUINAMENTOOAMBIENTICONFINATI

7. LAVALUTAZIONEDEIRISCHIPERLASALUTE7.1 LAMOVIMENTAZIONEMANUALEDEICARICHI7.2 USODIATTREZZATUREMUNITEDIVIDEOTERMINALI7.3 LAVALUTAZIONEDELRISCHIODIESPOSIZIONEADAGENTIFISICI7.3.1Rumore7.3.2Vibrazionimeccaniche7.3.4ilrischiodiesposizioneaicampielettromagnetici7.3.5ilrischiodiesposizionearadiazioniotticheartificiali7.4VALUTAZIONEDELRISCHIODIESPOSIZIONEASOSTANZEPERICOLOSE7.4.1gliagentichimici7.4.2gliagenticancerogeniemutageni7.4.3protezionedairischiconnessiall’esposizioneadamianto7.4.4irischidafumopassivo7.4.5gliagentibiologici7.5LAVALUTAZIONEDELCOMFORTDEGLIAMBIENTIDILAVORO7.5.1comfortmicroclimatico7.5.2L’illuminamentocomefattorediigiene7.6.LAVALUTAZIONEDEIRISCHIDINATURAPSICOSOCIALE7.7LAVALUTAZIONEDEIRISCHIPERLELAVORATRICIGESTANTIMADRI7.7.1Identificazionedegliagentidirischionelciclolavorativo7.7.2Valutazionedeirischiemisurediprevenzioneeprotezioneadottate7.8PROFILIDIRISCHIOOCCUPAZIONALEPERGRUPPIOMOGENEIDILAVORATORI

8. PROGRAMMAPERGLIADEGUAMENTIDITIPOORGANIZZATIVOPROCEDURALE(PROCEDURE,ORDINIDISERVIZIO,DIVIETI,ECC.)8.1 MISUREDICARATTEREORGANIZZATIVO–PROCEDURALE

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8.1.1Lavoratoristranieri8.1.2Modellidiorganizzazioneedigestionedellasicurezzaelaresponsabilitàamministrativadellepersonegiuridiche8.1.3Misureprocedurali8.2 ISTRUZIONIOPERATIVEDISICUREZZA

9. PIANODIGESTIONEDELLEEMERGENZE9.1 PIANIDIEMERGENZA9.2 ORGANIZZAZIONEDELPRIMOSOCCORSO9.3 PIANODIUTILIZZODEIDISPOSITIVIDIPROTEZIONEINDIVIDUALI

10. PIANODIFORMAZIONE11. GESTIONEDEIFORNITORIEDEGLIAPPALTI

11.1 PREVENZIONEDEIRISCHITRASVERSALI11.2 GESTIONEDEIFORNITORI

12. PIANODISORVEGLIANZASANITARIA

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1PREMESSA

Il presente elaborato rappresenta il risultato del lavoro di analisi delle attività svolte all’istitutoComprensivo“TommasoSilvestri”nellesedidiTrevignanoeBracciano,comesopraindividuate,aifini della valutazione dei rischi esistenti per i lavoratori (art.17 comma 1 lett. a) e dellaprogrammazione di tutte le necessarie azioni di prevenzione e protezione da attuare ai sensidell’art.28dellostessodecreto,secondoquantomodificatoedintegratodalD.lgs.106/09.Questodocumento è conseguente ad un’attività di valutazione eseguita ai sensi delle disposizioni delD.Lgs.del09/04/2008n.81“attuazionedellaleggedelegan.123/07inmateriadituteladellasaluteedellasicurezzadellelavoratriciedeilavoratorineiluoghidilavoro”diseguitodenominatoTestoUnico.Taleattivitàhacomportatounriesamedituttelemisureditutela,prevenzioneeprotezionegiàelaborateinattuazionedellanormativavigente,elalorointegrazioneedaggiornamentoconlenuove disposizioni. L’attività di valutazione è stata dunque eseguita con lo scopo di esaminare irischi cui sono esposti i lavoratori nell’ambito delle proprie attività operative nell’organizzazioneaziendale, indipendentementedalla tipologia contrattuale. L’obiettivo programmatico è quello diidentificareglistrumentioperatividicontrolloegestionedelrischio,pergiungereall’adozionedelmodelloorganizzativoegestionaleperladefinizioneel’attuazionediunapoliticaaziendaleperlasalute e sicurezza, ai sensi dell’art.6, comma1, lettera a), del decreto legislativo 8Giugno 2001,n.231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, comma 3, del codice penale,commessi conviolazionedellenormeantinfortunistichee sulla tuteladella salutesul lavoro; talemodello dovrà essere prodotto conformemente a quanto disposto dall’art.30 D.Lgs 81/08 (lineeguida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, SGSL, del 28Settembre2001oBritishStandardOHSAS18001/2007).Ildocumentosiarticolaintreparticosìorganizzate:-ParteI:informazionigeneraliedorganizzazioneAziendale;-ParteII:Metodologiaecriteriadottatiperlavalutazionedeirischi;-ParteIII:Lavalutazionedituttiirischiedilpianodiprevenzioneeprotezione.InappendicealdocumentosonoriportatiIseguentielaborati:ALLEGATO A: Organigramma Aziendale della Sicurezza – strumenti operativi e gestionali;(documentogeneraleperl’interoistituto);ALLEGATO B1 – Piano di gestione delle emergenze - Sede Piazza Vittorio Emanuele III, sncTrevignanoALLEGATOB2–Pianodigestionedelleemergenze-SedeViaDelleScalette,5-TrevignanoALLEGATOB3–Pianodigestionedelleemergenze-SedeScuolaPrimariaedell’infanzia–ViadeiLecci-BraccianoALLEGATOB4–Pianodigestionedelleemergenze-SedeScuolaPrimaria_EdificioprefabbricatoViaDeiLecci–BraccianoALLEGATO B5 – Piano di gestione delle emergenze - Sede Via Carlo Alberto Dalla Chiesa -TrevignanoALLEGATOB6–Pianodigestionedelleemergenze-SedeViaDiPisciarelli-Bracciano

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ALLEGATOC(eventuale) -ValutazionedeirischiStressLavoroCorrelati (documentogeneraleperl’interoistituto)Per l’elaborazione di questo documento, si è fatto riferimento alle norme ed alle indicazioni delDecretoLegislativon.81/08.Comespecificatoall’art.28comma1deltestoUnico,nellavalutazionedel rischio si è tenuto conto anche di quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischiparticolari, tra cui anchequelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondoquantoprevistodaldecretolegislativo26Marzo2001,n.151,nonchéquelliconnessialledifferenzedigenere,all’età,allaprovenienzadaaltripaesi.Inmancanzadidisposizionispecifichesièfattoinoltreriferimentoallelineeguidapubblichedaglialtri Paesi della Comunità Europea, alle norme tecniche attinenti UNI, CEN, ISO, alle norme dibuona prassi, le norme di buona tecnica, le pubblicazioni dell’ACGHIH (American Conference ofGovernamental Industrial Hygenist), dell’OMS (OrganizzazioneMondiale per la Sanità), dell’INSAI(IstitutoNazionaleSvizzeroAssicurazionieInfortuni)edialtreorganizzazionisimilari.Nelcorsodeisopralluoghisièpresentataattenzioneparticolarealleosservazionieaiquesitipostidailavoratoririguardo lo svolgimento delle loro mansioni. Il documento, secondo quanto previsto dall’art.29,comma3delD.Lgs.81/08, sarà sottopostoanuove revisionie riedizioni in relazioneaiprogressicompiuti, al grado di evoluzione della tecnica ed alle variazioni apportate ai cicli di lavoro e/oall’organizzazione dell’Istituto Comprensivo “Tommaso Silvestri”. Ogni variazione verrà sempreportata a conoscenzadel Serviziodi PrevenzioneeProtezione, cheproporràeventualimodifichedelpresentedocumento.Aisensidell’Art.29,comma2delD.Lgs81/08, laValutazionedeiRischioggettodel presentedocumentoè stataeffettuataprevia consultazionedelRappresentantedeiLavoratori per la Sicurezza (RLS), che verrà costantemente informato in merito ad ogni attivitàinerentelagestionedelrischio.

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PARTEIINFORMAZIONIGENERALIEDORGANIZZAZIONEAZIENDALE

1. SCHEDAINFORMATIVAISTITUTOCOMPRENSIVO“TOMMASOSILVESTRI”PiazzavittorioEmanueleIII,snc–TrevignanoRomano(RM)PartitaIVA/CodiceFiscale97200410583Datoredilavoro(DirigenteScolastico):RamellaAnna

SCUOLASECONDARIADIPRIMOGRADOSedeCentrale

PiazzaVittorioEmanueleIII,sncTrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIA ViaDelleScalette,5TrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIAEDELL’INFANZIA ViadeiLecciBracciano(RM)

PLESSOSCUOLAPRIMARIAEDIFICIOPREFABBRICATO(SENZAN.CIVICO)

ViadeiLecciBracciano(RM)

PLESSOSCUOLADELL’INFANZIA ViaCarloAlbertoDallaChiesaTrevignanoRomano(RM)

PLESSOSCUOLADELL’INFANZIA ViadiPisciarelliBracciano(RM)

CCNLApplicatoinazienda ScuoleMacrosettorediRischioATECO2007 P85CodiceFiscale 97200410583DirigenteScolastico RamellaAnnaResponsabiledelserviziodiPrevenzioneeProtezione GiorgioScarchilliRappresentantideilavoratoriperlaSicurezza RossanaPiroliPerlaspecificaattribuzionedicompitiefunzionidellefigurecoinvoltenellagestionedellasicurezzasi rimanda all’appendice A: organigramma Aziendale della sicurezza: strumenti operativi egestionalieagliallegatirelativiallesingolesedicomesopraidentificati.

2. ORGANIZZAZIONEAZIENDALE

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2.1. ORGANIGRAMMADELLASICUREZZA:GLISTRUMENTIOPERATIVIEGESTIONALI

Unprimoapproccioper l’adozionedelmodelloorganizzativoegestionaletesoalladefinizioneedall’attuazionedi unapolitica aziendaleper la salute e la sicurezza – ai sensi dell’art.6, comma1,letteraa),deldecreto legislativo8giugno2001,n.231,e secondo i criteri stabilitidall’art.30delD.Lgs. 81/08 (cfr. premessa) è costituito dalla definizione dell’organigramma della sicurezzaaziendale e dalla raccolta degli standard e degli strumenti utilizzati per gestire il rischio e gliadempimentiprevistiinmateriadiigieneesicurezzaneiluoghidilavoro.

L’APPENDICEA–OrganigrammaAziendaledellasicurezza: strumentioperativiegestionali- checostituisce parte integrante del presente documento, rappresenta quindi il Sistema di gestionedella Sicurezza sul lavoro (SGSL) attualmente adottato dall’Istituto Comprensivo “TommasoSilvestri”.Inessovengonoriportati:

• L’organigramma della sicurezza aziendale e le mansioni del Servizio di Prevenzione eProtezione.

• Imodelliadottatiperlecomunicazioni,iverbalielenorme.• Glistrumentiperlagestionedellefornituredibeni,opereeservizi.

Nella parte III del presente elaborato le modalità di gestione di tali temi vengono trattate neldettaglioinappositiparagrafi,neiqualisifaspecificoriferimentoallacitataappendiceA.

Questostrumentoassumeunruoloancorapiùimportanteinrelazionealcomma3dell’art.16delD.Lgs. 81/08, in quanto fino all’emanazione del D.Lgs. 106/09, anche in presenza di delega difunzioni,nonvenivaadecaderel’obbligodivigilanzaincapoaldatoredilavoroinordinealcorrettoespletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite. L’obbligo di cui al primo periodoinvece, si intendeoraassolto in casodiadozioneedefficaceattuazionedelmodellodi verificaecontrollodicuiall’art.39,comma4.

2.2CLASSIFICAZIONEDEILAVORATORI

Il personale dell’Istituto Comprensivo “Tommaso Silvestri”, operante presso le sedi, è distribuitonelle differenti mansioni di seguito specificate. Il personale viene suddiviso con lo scopo diindividuazionedeigruppiomogeneidilavoratori,sullabasedellemansionisvolteallalucedelloroinquadramentoaziendale,periqualièragionevolesupporrelostessogeneredirischioccupazionali(incidentie/omalattieprofessionali).

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GRUPPIOMOGENEIAFFERENTIALLESEDISCOLASTICHE

IMPIEGATIAMMINISTRATIVIASSISTENTITECNICI

AUSILIARIDOCENTI

Tragli impiegatiamministrativiegli assistenti tecnici,perquantoconcerne i rischioccupazionali,non sono stati evidenziati i videoterminalisti, definiti all’art. 173 come “lavoratori che utilizzanoun’attrezzaturamunitadivideoterminaliinmodosistematicooabituale,perventioresettimanali,dedotteleinterruzionidicuiall’art.175”,perdistinguerlidaglialtrichenonsonosoggettiaifattoridirischiospecificidell’attivitàdelvideoterminale.

Icontenutidelpresentedocumento,eleconseguentimisurediprevenzioneeprotezione,sonodaestendere anche al personale operante in qualità di prestatore dell’opera, secondo le modalitàindicate dall’art. 3 del D.Lgs. 81/08, che stende il campo di applicazione anche al lavorotemporaneoonondipendente.

2.3IDONEITA’DELSERVIZIODIPREVENZIONEEPROTEZIONEAZIENDALE

IlD.Lgs.81/08haassorbitoquantoprevistodalD.Lgs.195del23Giugno2003,“DecretoRSPP”chehafornitoindicazioniutiliaiDatoridiLavoroinmeritoaiparametriacuifarriferimentonellasceltadegli addetti e del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione. Il D.Lgs. 81/08 stabilisceall’art. 32 che per poter espletare i compiti previsti all’art. 33, i Responsabili del SPP devonopossedere un diploma di istruzione secondaria superiore e “capacità e requisiti professionali”adeguati ai rischi specifici presenti sul luogo di lavoro. Tali capacità e requisiti devono essereprovatidaattestatidifrequenzaaicorsidiformazione,organizzatidaentiedorganismipubblici,oda altri soggetti ritenuti idonei dalle regioni. Il medesimo provvedimento ha previsto altresìl’obbligo di frequentare corsi di aggiornamento periodici, finalizzati a garantire il possesso deirequisiti professionali di cui all’art. 32 del D.lgs. 81 del 2008. La costituzione del Servizio diPrevenzioneeProtezioneèstatadefinitasecondoicriteriprevistidall’art.30delD.lgs.81del2008.

Inparticolaresonostatiindividuati:

INDIVIDUAZIONEDEISOGGETTICHESVOLGONOLEFUNZIONIPRESSOISTITUTOCOMPRENSIVO“TOMMASOSILVESTRI”

FUNZIONI SOGGETTIDatoredilavoro RAMELLAANNAResponsabileSPP GIORGIOSCARCHILLIRappresentantedeiLavoratoriperlaSicurezza ROSSANAPIROLISquadrediemergenza Sirimandaalpianodigestionedelleemergenze

2.4DESCRIZIONEDELSITO

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- ScuolaSecondariadiprimoGrado - SedeCentrale:PiazzaVittorioEmanuele III, snc –TrevignanoRomano(RM)

L’edificiosisviluppasupiùlivelli,costituitodaununicocorpodifabbrica.Oltrealleauledidattiche,dislocateai varipianidell’edificio, sonopresentiufficiamministrativi, laboratorimultimedialie lapalestraubicataalpianoterra.Perquantoconcerneicollegamentiverticali, l’edificioèservitodadue corpi scala interni, il primo collocato in posizione baricentrica ed il secondo collocatolateralmente.IllocalecaldaiaèaccessibileesclusivamenteallaDittaincaricatadellamanutenzioneperiodica.

Il fabbricato presenta situazioni che possono determinare problematiche dal punto di vistastrutturale ed impiantistico. Sono evidenti in particolare nel locale palestra e nei locali servizi,infiltrazioniperimetrali,muffeedumidità.Iservizieglispogliatoidedicatiallastrutturapresentanoproblemidimanutenzionedidiversaentità.Dalpuntodivistaimpiantisticol’impiantoelettricononrisulta conforme alle normative in vigore per l’assenza dimisure di salvaguardia e di protezionedeglielementidicollegamentoedeiquadrielettrici.

Dal punto di vista della funzionalità delle vie di esodo in alcuni tratti si evidenzia un evidentemalfunzionamento del sistema di evacuazione dovuto principalmente all’impossibilità di utilizzodelleuscitedisicurezza.Iproblemiriscontratisonodidiversanatura.Inprimoluogolapresenzadiuscitedi sicurezzaconporte rotteomaniglienon funzionanti. Inoltresonopresenti collegamentiverticaliedorizzontalichefungonodaviediesodochenonconsentonol’uscitaversoluogosicuro.In particolare sono presenti degli elementi in ferro di chiusura di ambienti e aree di lavoro cheimpedisconolacorrettaevacuazionedalfabbricato.Dalpuntodivistadellarispostaall’emergenzaantincendioilfabbricatopresentacarenzesianellestrutture,estintoriediidranticheneisistemidirilevazione fumiediallarme. I locali tecnicinonsono insicurezza. Il fabbricatononrispondeallenormativevigenti interminidievacuazionesicuraedabbattimentodellebarrierearchitettoniche.Perquantoconcerneleareeesternedelfabbricatoleproblematichesonodinaturadifferente.Leareediaccessoalfabbricatorisultanoprivedeglispazinecessariallaraccoltainluogosicuro.

Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Auledidattiche,UfficiAmministrativi,Palestra,Servizi

PIANOPRIMO Auledidattiche,Servizi

PIANOSECONDO Auledidattiche,Laboratori,Servizi

-PlessoScuolaPrimaria:viaDelleScalette,5–TrevignanoRomano(RM)

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L’edificio si sviluppa su due livelli, costituito da un corpo di fabbrica articolato e volumi acompletamento. Oltre alle aule didattiche, dislocate ai piani dell’edificio, sono presenti ufficiamministrativi, mensa e palestra ubicata al piano terra. Per quanto concerne i collegamentiverticali, l’edificioèservitodauncorposcalainterno,edunascalaesternadiemergenza.Il localecaldaiaèaccessibileesclusivamenteallaDittaincaricatadellamanutenzioneperiodica.Ilfabbricatopresenta situazioni che possono determinare problematiche dal punto di vista strutturale edimpiantistico. Sono presenti puntuali fessure e infiltrazioni. Dal punto di vista impiantisticol’impianto elettrico non risulta conforme alle normative in vigore per l’assenza di misure disalvaguardiaediprotezionedeglielementidicollegamentoedeiquadrielettrici.Dalpuntodivistadellafunzionalitàdelleviediesodoinalcunitrattisievidenziaunevidentemalfunzionamentodelsistemadievacuazionedovutoallapresenzadiuscitedisicurezzaconporterotteomaniglienonfunzionanti.Inoltresonopresenticollegamentiverticaliedorizzontalichefungonodaviediesodoche non consentono l’uscita verso luogo sicuro. Dal punto di vista della risposta all’emergenzaantincendioilfabbricatopresentacarenzesianellestrutture,estintoriediidranticheneisistemidirilevazione fumiediallarme. I locali tecnicinonsono insicurezza. Il fabbricatononrispondeallenormativevigenti interminidievacuazionesicuraedabbattimentodellebarrierearchitettoniche.Per quanto concerne le aree esterne del fabbricato caratterizzate da tratti di pavimentazionedisconnessaedattrezzaturecherendonoglispazinecessariallaraccoltaluoghinonsicuri.

Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Auledidattiche,UfficiAmministrativi,Palestra,Mensa,Servizi

PIANOPRIMO Auledidattiche,Servizi

-PlessoScuoladell’infanzia:viaCarloAlbertoDallaChiesa–TrevignanoRomano(RM)

L’edificio si sviluppa suununico livello, conareepertinenziali esterne.Oltre alle auledidattiche,sono presenti uffici amministrativi, mensa e spazi multiuso. Il locale caldaia è accessibileesclusivamenteallaDittaincaricatadellamanutenzioneperiodica.Ilfabbricatopresentasituazionichepossonodeterminareproblematichedalpuntodivistastrutturaleed impiantistico.Dalpuntodivistaimpiantisticol’impiantoelettricononrisultaconformeallenormativeinvigoreperl’assenzadimisuredisalvaguardiaediprotezionedeglielementidicollegamentoedeiquadrielettrici.Dalpunto di vista della funzionalità delle vie di esodo in alcuni tratti si evidenzia un evidentemalfunzionamentodelsistemadievacuazionedovutoall’impossibilitàdicorrettoutilizzodiuscitedi sicurezza con porte rotte o maniglie non funzionanti, oltre alla non corretta evacuazione indirezione di spazi attualmente in fase di trasformazione. Dal punto di vista della rispostaall’emergenza antincendio il fabbricato presenta carenze sia nelle strutture, estintori e di idranticheneisistemidi rilevazione fumiediallarme. I locali tecnicinonsono insicurezza. Il fabbricatononrispondeallenormativevigentiinterminidievacuazionesicuraedabbattimentodellebarrierearchitettoniche,conpresenzadiscaliniesaltidiquotaprividiscivolodiraccordotraspazi interni

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ed esterni. Per quanto concerne le aree esterne del fabbricato, le aree pavimentate e le aree averde/giardininecessitanodiesseremesseinsicurezza.

Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Aule didattiche, Uffici Amministrativi, Spazi Ricreativi multiuso,Servizi

-PlessoScuolaPrimariaedell’infanzia:viaDeiLecci–Bracciano(RM)

L’edificio si sviluppa su un unico livello, costituito da un corpo di fabbrica articolato e volumi acompletamento. Oltre alle aule didattiche, sono presenti uffici amministrativi e mensa. Il localecaldaiaèaccessibileesclusivamenteallaDittaincaricatadellamanutenzioneperiodica.Ilfabbricatopresenta situazioni che possono determinare problematiche dal punto di vista strutturale edimpiantistico. Sono presenti puntuali fessure e infiltrazioni. Dal punto di vista impiantisticol’impianto elettrico non risulta conforme alle normative in vigore per l’assenza di misure disalvaguardiaediprotezionedeglielementidicollegamentoedeiquadrielettrici.Dalpuntodivistadellafunzionalitàdelleviediesodoinalcunitrattisievidenziaunevidentemalfunzionamentodelsistemadievacuazionedovutoallapresenzadiuscitedisicurezzaconporterotteomaniglienonfunzionanti. Dal punto di vista della risposta all’emergenza antincendio il fabbricato presentacarenze sia nelle strutture, estintori e di idranti che nei sistemi di allarme. Il fabbricato nonrisponde alle normative vigenti in termini di evacuazione sicura ed abbattimento delle barrierearchitettoniche.Perquantoconcerneleareeesternedelfabbricatosonocaratterizzatedatrattidipavimentazionedisconnessaedattrezzaturecherendonoglispazinecessariallaraccoltaluoghinonsicuri.

Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Auledidattiche,UfficiAmministrativi,Mensa,Servizi

- Plesso Scuola Primaria – Edificio prefabbricato (senza n.ro civico): via Dei Lecci –Bracciano(RM)

L’edificiosisviluppasuununicolivello,costituitodauncorpodifabbricaregolare.Oltrealleauledidattiche, sono presenti spazi amministrativi. L’edificio realizzato recentemente, presenta unastruttura prefabbricata. Dal punto di vista della risposta all’emergenza antincendio il fabbricatopresenta caratteristiche sia nelle strutture che nei sistemi di allarme coerenti rispetto allanormativavigente.Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Auledidattiche,SpaziAmministrativi,Servizi

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-PlessoScuoladell’infanzia:viaDiPisciarelli–Bracciano(RM)

L’edificiosisviluppasuununicolivello,costituitodauncorpodifabbricaregolare.Oltrealleauledidattiche,sonopresentispaziamministrativieservizi.Ilfabbricatopresentasituazionipuntualichepossono determinare problematiche dal punto di vista strutturale ed impiantistico. Dal punto divistaimpiantisticol’impiantoelettricononrisultaconformeallenormativeinvigoreperl’assenzadimisure di salvaguardia e di protezione degli elementi di collegamento e dei quadri elettrici. Dalpunto di vista della funzionalità delle vie di esodo in alcuni tratti si evidenzia un evidentemalfunzionamento del sistema di evacuazione. Dal punto di vista della risposta all’emergenzaantincendioilfabbricatopresentacarenzesianellestrutturecheneisistemidiallarme.Ilfabbricatononrispondeallenormativevigentiinterminidievacuazionesicuraedabbattimentodellebarrierearchitettoniche.Perquantoconcerneleareeesternedelfabbricato,lecondizionipresentirendonoglispazinecessariallaraccoltaluoghinonsicuri.

Leattivitàsonocosìdistribuire:

PIANOTERRA Auledidattiche,UfficiAmministrativi,Servizi

2.5DESCRIZIONEDELLEATTIVITA’EDELCICLOPRODUTTIVO

Nelle sedi si svolgono attività didattiche, sia nelle aule e nei laboratori, che nelle palestre e neicampisportivi,conformiaquantoprevistodalMinisterodell’Istruzione.Pertuttoilpersonalesonoprevistiadeguatiperiodidiriposoeinognicasononèprevistoilsuperamentodell’orariomassimosettimanale,cosìcomeprevistodalD.Lgs.81/08,art.14,comma1.

2.6.IMPIANTI,MACCCHINEATTREZZATUREUTILIZZATE

Leattività svoltenell’Istituto,presso le sedi comesopra individuate,possonoessere raggruppatenelleseguenticlassidiattivitàomogenee:

• Attivitàdiufficio• Attivitàdidattica• Attivitàdilaboratorio• Attivitàdiimmagazzinamento• Attivitàdipuliziadeiluoghidilavoro

Per quanto riguarda le attività di ufficio, le attività didattiche e le attività di laboratorio, si puòragionevolmente ritenere che le attrezzature e le macchine specifiche, costituiscono, nel loroinsieme,unfattoredirischioalqualesonosoggetti,inmodoproporzionaleall’utilizzochenefanno,gli impiegati amministrativi, gli assistenti tecnici ed i docenti. A seguito di tali considerazioni, leapparecchiature utilizzate dagli impiegati amministrativi, dagli assistenti tecnici e dai docenti,possonoessereraggruppatenelleseguenticlassi:

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• videoterminali(edelementiconnessiconilloroutilizzo);• stampanti;• fotocopiatrici;• lampadelocalizzate;• Serverdireteinformatica;• attrezzatureperl’attivitàfisica;• attrezzatureperleattivitàspeciali(apparecchiaudiovisiviecomputerdidattico).

Perquantoriguardaleattivitàdipuliziaediimmagazzinaggio,sipuòragionevolmenteritenerecheleattrezzatureelemacchinespecifiche,costituiscononelloroinsiemeunfattoredirischioalqualesono soggetti gli ausiliari. A seguito di tali considerazioni, le apparecchiature utilizzate dagliimpiegatiamministrativi,dagliassistenti tecniciedaidocenti,possonoquindiessere raggruppatenelleseguenticlassi:

• attrezzaturaperlepuliziediusocomune

Nelle sessioni di formazione ed informazione, il personale verrà sensibilizzato in merito alleprocedureperlaverificapuntualeditaliattrezzature.

2.7.CENSIMENTODELLESOSTANZEUTILIZZATE

Lagestionedelrischiochimicoèunodegliaspettidimaggiorerilevanzaallemisuredaadottareperla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Per tale motivo prima di passare ad unavalutazionedettagliatadelrischiosecondolemodalitàprevistedalTitoloIXCapiI, II, IIIdelD.Lgs.81/08, si riporta il censimentodelle sostanzeutilizzatedai lavoratorinello svolgimentodelle loromansioni; nel paragrafo successivo è riportata la classificazione delle sostanze e dei preparatipericolosioperatadallanormativavigente.Neldocumentovieneriportatalavalutazionedelrischiochimico effettuata secondo quanto previsto dall’art. 223 del D.lgs. 81/08, quantomodificato edintegratodalD.Lgs.106/09.

2.7.1Classificazioneedetichettaturadegliagentichimicipericolosi

Aisensidell’art.222,comma1,lett.b)delD.Lgs.81/08,sonodefinitiagentichimicipericolosi:

1) Agenti chimici classificati comesostanzepericoloseai sensideldecreto legislativo3Febbraio1997, n. 52, e successive modifiche, nonché gli agenti che corrispondono ai criteri diclassificazione come sostanze pericolose di cui al predetto decreto, con esclusione dellesostanzepericolosesoloperl’ambiente;

2) Agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14Marzo2003,n.65esuccessivemodifiche,nonchégliagenticherispondonoaicriteridiclassificazionecomepreparatipericolosidicuialpredettodecreto,conesclusionedellesostanzepericolosesoloperl’ambiente;

3) Agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai punti 1) e 2),possonocomportareunrischioperlasicurezzalasalutedeilavoratoriacausadiloroproprietàchimico-fisiche,chimicheotossicologicheedelmodoincuisonoutilizzatiopresentisulluogo

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di lavoro (condizioni di esercizio), compresi gli agenti chimici cui è stato assegnatoun valorelimitediesposizioneprofessionale.

I decreti sopra citati suddividono e classificano le sostanze nelle seguenti classi o categorie dirischio (vengono omesse le sostanze pericolose per l’ambiente in quanto esplicitamente esclusedalladefinizionediagentichimicipericolosiaisensidelD.Lgs.81/08):

a) Sostanze esplosive: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anchel’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapidaformazionedigaseche,indeterminatecondizionidiprova,detonano,deflagranorapidamenteoesplodonoinseguitoariscaldamentoincondizionidiparzialecontenimento.

b) Sostanzecomburenti:lesostanzeedipreparaticheacontattoconaltresostanze,soprattuttoseinfiammabili,provocanounafortereazioneesotermica.

c) Sostanze estremamente infiammabili: le sostanze ed i preparati liquidi con un punto diinfiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed ipreparatigassosicheatemperaturaepressioneambientesiinfiammanoacontattoconl’aria.

d) Sostanzefacilmenteinfiammabili:1) Le sostanze ed i preparati che, a contatto con l’aria, a temperatura ambiente e senzaapportodienergia,possonosubireinnalzamentitermiciedaultimoinfiammarsi;2) Le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un brevecontatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anchedopoildistaccodellasorgenteaccensione;3) Lesostanzeedipreparatiliquidiilcuipuntodiinfiammabilitàèmoltobasso;4) Le sostanze ed i preparati che, a contatto con l’acqua o l’aria umida, sprigionano gasestremamenteinfiammabiliinquantitàpericolose.

e) Sostanzeinfiammabili:Lesostanzeedipreparatiliquidiconunbassopuntodiinfiammabilità.f) Sostanze tossiche: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o

assorbimentocutaneo,inpiccolissimequantità,possonoessereletalioppureprovocarelesioniacuteocroniche.

g) Sostanze tossiche: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione oassorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioniacutecroniche.

h) Sostanze nocive: Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione oassorbimentocutaneo,possonoessereletalioppureprovocarelesioniacuteocorniche.

i) Sostanze corrosive: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possonoesercitaresudiesseun’azionedistruttiva.

j) Sostanzeirritanti:lesostanzeedipreparatinoncorrosivi,ilcuicontattodiretto,prolungatooripetutoconlapelleolemucosepuòprovocareunareazioneinfiammatoria.

k) Sensibilizzanti:lesostanzeedipreparatiche,perinalazioneoassorbimentocutaneo,possonodar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione allasostanzaoalpreparatoproducereazioniavversecaratteristiche.

l) Sostanzecancerogene:lesostanzeoipreparatiche,perinalazione,ingestioneoassorbimentocutaneo,possonoprovocareilcancrooaumentarelafrequenza.

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m) Sostanzemutagene: le sostanzeo i preparati che, per inalazione, ingestioneo assorbimentocutaneo,possonoprodurredifettiereditarioaumentarelafrequenza.

n) Sostanze tossiche per il ciclo riproduttivo: Le sostanze ed i preparati che, per inalazione,ingestioneoassorbimentocutaneo,possonoprovocareorenderepiùfrequentieffetti.

Ciascunaclasseècontraddistintadaunaletteraedaunsimbolointernazionale,chedevonoessereriportati sulle etichette delle confezioni commerciali e su cartelli esposti nei luoghi di lavoro.L’etichettaturadelleconfezionidisostanzee/opreparatirappresentaunaspettodifondamentaleimportanza, interminidiprevenzione,neiconfrontideirischiconnessiconla loromanipolazione,ciòaragionedelcrescentenumerodisostanzechesirivelanodannoseperlasalute.Ataleriguardola CEE ha predisposto una serie di direttive che contemplano un comunemodo di identificare iprodottichimicineipaesimembri.Nel1967fuemessaladirettivabase(DirettivaCEEn.67/548del27/06/1967), che l’Italia ha recepito con la legge .256 del 28/05/1974. L’ultimamodifica è stataapportata dal D.M. 28/06/2006 “Recepimento della direttiva 2004/73/CE recante XXIXadeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE in materia di classificazione,imballaggioedetichettaturadisostanzepericolose”.

1. Identificazionedellasostanza/preparatoedellasocietàoditta2. Composizione/Informazionedeicomponenti3. Identificazionedeipericoli4. Primisoccorsi5. Misuredilottacontrogliincendi6. Misuredaprendereincasodiversamentoaccidentale7. Manipolazioneestoccaggio8. Controllidiesposizione/protezionepersonale9. Proprietàfisicheechimiche10. Stabilitàereattività11. Informazionetossicologica12. InformazioneEcologica13. Considerazionisullosmaltimento14. Informazionerelativaaltrasporto15. Informazioneregolamentare16. Altreinformazioni

2.7.2Censimentodellesostanzeutilizzate

Nellesedidell’IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”vengonoutilizzatiprodottidetergenti,prodottiperlepulizieditipocommerciale,tonerperfotocopiatriciestampantieprodottichimiciadusodidatticoperleattivitàdi laboratoriochimicoe fisico.Vengonoutilizzatiprodotti atossicidi tipocommerciale,di cui sièpotutovalutareilrischiosenzafarericorsoalprotocollodiindaginee/osoftwarespecifici.

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2.8.ANALISIDEGLIINFORTUNI

L’analisidegli infortunihaloscopodifornireelementiutiliperlprogrammazionedelleeventualiazionidiprevenzioneeprotezionedainterpretare,perlimitarealminimotaliepisodi.Unosvolgimentocorrettoditaleanalisiprevedechevenganopresi inconsiderazioneglieventi infortunisticirelativialmenoagliultimitreannidi attivitàpoiché leproceduredi lavoro, così come imacchinariutilizzati, vengono rinnovatineltempo. L’Istituto “T. Silvestri” è in possesso di un registro infortuni, utilizzato per il personale e per glialunni.

3METODIDIACQUISIZIONEDATIPERLAVALUTAZIONEDELRISCHIO

L’acquisizioneditutteleinformazioniperlavalutazionedellecaratteristichestrutturalidelluogodilavoro,delle lavorazioni svolte, delle macchine, delle attrezzature utilizzate, delle sostanze impiegate e degliaddettiallelavorazioni,dellerelativemansioniedattività,sonostateeffettuateperconsentiredivalutareifattoridirischioesistentiinrelazioneaitematismielencatidiseguito(quandoapplicabili):

• Agentichimici;• Apparecchiapressione;• Areeditransitoeviedifuga;• Centralitermiche;• Climaemicroclima;• Depositidicontenitoridimaterialeinfiammabile;• Depositifissi;• DPI;• Gestionerifiutierischiperl’ambiente;• Illuminazione;• Immagazzinaggiodeglioggetti;• Impiantoelettrico;• Impiantitecnicietecnologici;• Luoghidilavoro;• Macchine;• Movimentazionemanualedioggettiecarichi;• Mezziditrasporto;• PostazionidotatediVDT;• Protezioniantincendio;• RequisitiminimidiSicurezzaCaldaieagasdipotenzialitàinferiorealle30.000Kcal/h,installate

all’internodiedificiusatipersvolgereattivitàlavorativaoresidenziale;• Retiedapparecchididistribuzionedelgas;• Rischidiincendioedesplosione;• Rumore;• Scale;• Servizioigienico–assistenziali;

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• Sostanzepericolose;• Vibrazioni.

Le metodologie utilizzate per la valutazione del rischio, sono quelle riportate nella parte II di questoelaborato.

PARTEII–METODOLOGIAEVALUTAZIONEDEIRISCHI

4METODOLOGIAUTILIZZATAPERLAVALUTAZIONEDEIRISCHIESISTENTI

4.1PREMESSA

Aseguitodell’entratainvigoredelD.Lgs.106/09,chehamodificatoedintegratoilD.Lgs.09Aprile2008n.81, in conformità a quanto previsto dall’art. 17, comma 1 lettera a), è stato elaborato il presentedocumentocontenentelarelazionesullavalutazionedeirischiperlasicurezzaelasaluteduranteillavoro.Taledocumentoèredattoinformamodulareedintegrabile.E’prevista,inoltre,lasuaperiodicarevisioneeriedizione in relazione ai progressi compiuti attraverso l’opera di approfondimento delle conoscenzerelative i rischi professionali e lamessa a punto dellemigliori tecnologie di prevenzione e protezione inrelazione ai rischi individuati, secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 29 del D.Lgs. 81/08 emodificatodalD.Lgs106/09.Lavalutazione,secondoquantoprevistodall’art.28,comma1delTestoUnico,anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonchénellasistemazionediluoghidilavoro,hariguardatotuttiirischiperlasicurezzaelasalutedeilavoratori,ivicompresi quelli riguardanti gruppi di lavoro esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allostresslavoro-correlato,secondoicontenutidell’accordoeuropeodell’8ottobre2004,equelliriguardantilelavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26marzo 2001, n. 51,nonchéquelliconnessialledifferenzedigenere,all’etàallaprovenienzadaaltripaesi.Irischicorrentisonostatiindividuatievalutati,nellemoredelladefinizionedapartedellaCommissioneconsultivapermanenteper la salute e sicurezza sul lavoro di cui all’art. 6 del D.Lgs. 81/08, delle procedure standardizzate dieffettuazione della valutazione dei rischi, utilizzando i riferimenti stabiliti da linee guida, normative estandarddibuonatecnica.Irischispecifici(agentichimici,fisici,ecc.)sonostati,invece,analizzatievalutatisecondo i criteri indicati nelle relative sezioni, Capi, titoli ed allegati del D.Lgs. 81/08, secondo quantoprevistodalcomma3dell’art.29delD.Lgs.81/08emodificatodalD.Lgs.106/09.

4.2TERMINOLOGIA

Pericolo:proprietàoqualitàintrinsecadiundeterminatofattoreaventeilpotenzialedicausaredanni.

Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o diesposizioneadundeterminatofattoreoagenteoppureallalorocombinazione.Ilrischio(R)èfunzionedellamagnitudo(M)deldannoprovocatoedellaprobabilità(P)ofrequenzadelverificarsideldanno.Valutazionedeirischi:valutazioneglobaleedocumentatadituttiirischiperlasaluteesicurezzadeilavoratoripresenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le

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adeguatemisurediprevenzioneediprotezioneeadelaborare ilprogrammadellemisureatteagarantire ilmiglioramentoneltempodeilivellidisaluteesicurezza.Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativanell’ambitodell‘organizzazionediundatoredi lavoropubblicooprivato, conosenza retribuzione,anchealsolo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici efamiliari. Al lavoratore, così definito, è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anchedifatto,chepresta lasuaattivitàpercontodellesocietàedell’entestesso; l’associato inpartecipazionedicuiall’articolo 2549e seguenti del codice civile; il soggettobeneficiariodelle iniziativedi tirocini formativi e diorientamentodicuiall’articolo18dellalegge24giugno1997,n.196,edicuiaspecifichedisposizionidelleleggiregionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelteprofessionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione eduniversitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori,attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite divideoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ailaboratori inquestione; il volontario, comedefinitodalla legge1°agosto1991,n. 266; i volontari delCorponazionaledeivigilidelfuocoedellaprotezionecivile;ilvolontariocheeffettuailserviziocivile;illavoratoredicuialdecretolegislativo1°dicembre1997,n.468,esuccessivemodificazioni.Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha laresponsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e dispesa.Nellepubblicheamministrazionidicuiall’articolo1,comma2,deldecretolegislativo30marzo2001,n.165,perdatoredilavorosiintendeildirigentealqualespettanoipoteridigestione,ovveroilfunzionariononavente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomiagestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione edell’ambitofunzionaledegliufficineiqualivienesvoltal’attività,edotatodiautonomipoteridecisionaliedispesa.Incasodiomessaindividuazione,odiindividuazionenonconformeaicriterisopraindicati,ildatoredilavorocoincideconl’organodiverticemedesimo.Azienda:ilcomplessodellastrutturaorganizzatadaldatoredilavoropubblicooprivato.Unitàproduttiva:stabilimentoostrutturafinalizzatiallaproduzionedibenioall’erogazionediservizi,dotatidiautonomiafinanziariaetecnicofunzionale.Dirigente:personache,inragionedellecompetenzeprofessionaliedipoterigerarchiciefunzionaliadeguatiallanaturadell’incaricoconferitogli,attualedirettivedeldatoredilavoroorganizzandol’attivitàlavorativaevigilandosudiessa.Preposto:personache, inragionedellecompetenzeprofessionalienei limitidipoterigerarchiciefunzionaliadeguatiallanaturadell’incaricoconferitogli,sovrintendeallaattivitàlavorativaegarantiscel’attuazionedelledirettivericevute,controllandonelacorrettaesecuzionedapartedeilavoratoriedesercitandounfunzionalepoterediiniziativa.Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisitiprofessionali di cui all’articolo 32 del D.Lgs. 81/08 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, percoordinareilserviziodiprevenzioneeprotezionedairischi.

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Servizio di prevenzione e protezione dei rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interniall’aziendafinalizzatiall’attivitàdiprevenzioneeprotezionedairischiprofessionaliperilavoratori.

Addetto al servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisitiprofessionalidicuiall’articolo32delD.Lgs.81/08,facentepartedelserviziodiprevenzioneeprotezionedeirischi.

Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cuiall’articolo 38 del D.Lgs. 81/08, che collabora, secondo quanto previstoall’articolo29, comma1, dello stessoD.Lgs., con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi, nominato dallo stesso per effettuare lasorveglianzasanitariaepertuttiglialtricompitidicuialdecreto.

Salute:statodicompletobenesserefisico,mentaleesociale,nonconsistentesoloinun’assenzadimalattiaod’infermità.

Sistemadipromozionedellasaluteesicurezza:complessodeisoggettiistituzionalicheconcorrono,conlapartecipazionedelle parti sociali, alla realizzazionedei programmi di intervento finalizzati amigliorare lecondizionidisaluteesicurezzadeilavoratori.

Prevenzione: il complesso delle disposizioni omisure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro,l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali, nel rispetto della salute dellapopolazioneedell’integritàdell’ambienteesterno.

Agente: l’agente chimico, fisico o biologico, presente durante il lavoro e potenzialmente dannoso per lasalute.Norma tecnica: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da unorganismoeuropeoodaunorganismonazionaledinormalizzazione,lacuiosservanzanonsiaobbligatoria.

Buone prassi: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme dibuona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi dilavoroattraversolariduzionedeirischieilmiglioramentodellecondizionidilavoro,elaborateeraccoltedalle regioni, dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro(ISPESL), dall’Istitutonazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro(INAIL) e dagli organismi paritetici di cuiall’articolo51delD.Lgs.81/08,validatedallaCommissioneconsultivapermanentedicuiall’articolo6delD.Lgs.81/08,previaistruttoriatecnicadell’ISPESL,cheprovvedeadassicurarnelapiùampiadiffusione.

Linee Guida: atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute esicurezzapredispostidaiministeri,dalleregioni,dall’ISPESLedall’INAILeapprovati insedediConferenzapermanenteperirapportitraloStato,leregionieleprovinceautonomediTrentoediBolzano.

Formazione:processoeducativoattraversoilqualetrasferireailavoratoriedaglialtrisoggettidelsistemadiprevenzioneeprotezioneaziendaleconoscenzeeprocedureutiliallaacquisizionedicompetenzeperlosvolgimentoinsicurezzadeirispettivicompitiinaziendaeallaidentificazione,allariduzioneeallagestionedeirischi.

Informazione:complessodelleattivitàdiretteafornireconoscenzeutiliallaidentificazione,allariduzioneeallagestionedeirischiinambientedilavoro.

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Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto diattrezzature,macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anchedi protezione individuale, e le proceduredilavoro.

Modello di organizzazione e di gestione: modello organizzativo e gestionale per la definizione el’attuazionediunapoliticaaziendaleperlasaluteesicurezza,aisensidell’articolo6,comma1,letteraa),deldecretolegislativo8giugno2001,n.231,idoneoaprevenireireatidicuiagliarticoli589e590,comma3,del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sullavoro.

Organismiparitetici:organismicostituitiadiniziativadiunaopiùassociazionideidatoriedeiprestatoridilavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per laprogrammazionediattivitàformativeel’elaborazioneelaraccoltadibuoneprassiafiniprevenzionistici;lo sviluppo di azioni inerenti la salute e sicurezza sul lavoro; l’assistenza alle imprese finalizzataall’attuazionedegliadempimenti inmateria;ognialtraattivitàofunzioneassegnatalorodalla leggeodaicontratticollettividiriferimento.

Responsabilità sociale delle Imprese: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologichedelleaziendeeorganizzazioninelleloroattivitàcommercialieneilororapporticonlepartiinteressate.

Libretto formativo del cittadino: libretto personale del lavoratore definito, ai sensi dell'accordo Stato-regionidel18febbraio2000,diconcertotrailMinisterodellavoroedellepolitichesocialiedilMinisterodell'istruzione, dell'università e della ricerca, previa intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni esentite le parti sociali, in cui vengono registrate le competenze acquisite durante la formazione inapprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazionecontinua svolta durante l'arco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni,nonché le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi della Unioneeuropeainmateriadiapprendimentopermanente,purchériconosciuteecertificate.

4.3FASIOPERATIVEDIVALUTAZIONEDELRISCHIOAllo scopo di approfondire le diverse tematiche di interesse, si è proceduto ad una serie di sopralluoghiduranteiqualisonostateeffettuatelediverseverifiche.L’interventooperativofinalizzatoallavalutazionedelrischiovieneeffettuatoinquattrofasisuccessivecheportanoadunaverificadellaconformitànormativa,allaidentificazionedelle sorgentidi rischio, alla individuazionedei rischidi esposizione, ed infine, alla stimadeirischidiesposizione individuati. Lequattro fasiprendono inconsiderazione i rischiper lasicurezza (rischidinatura infortunistica) per ciò che attiene luoghi di lavoro, strutture, macchine, attrezzature, sostanzepericolose, elettricità ed incendio, ed i rischi per la salute (rischi igienistico-occupazionali), e per ciò cheattieneagliagentichimici,agliagentifisicieagliagentibiologici.4.3.1AuditdiconformitàIn ogni luogo di lavoro, compresi i luoghi all’aperto, viene eseguito un “Audit” o “verifica” di conformitànormativa.L’”Audit”prevedeanzituttolaverificadellaconformitàamministrativamedianteunaanalisidella

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documentazionecartacea. Successivamentesièprocedutoadun’analisidella“conformità”o“rispondenza”di tutti gli aspetti della realtà produttiva alle leggi e alle normative vigenti per ciò che riguarda i campi diapplicazione di seguito specificati. La verifica riguarda una analisi della effettiva e reale corrispondenza diquantodescrittonella documentazione conquanto riscontrabile nel luogodi lavoro inbase aduna verificaispettiva, durante la quale si raccolgono “evidenze”di conformità o di non conformità. Evidentemente taleprocedurasibasasullo“statodi fatto”osservatoedè,dunque,applicataancheaitemichenonsievinconodirettamentedalladocumentazionecartacea/amministrativa,alloscopodiriscontrareeventuali“omissioni”,totali o parziali, nella gestione di temi per i quali esiste una specifica normativa applicabile. Il campo diapplicazione dell’”Audit” è quello della sicurezza, dell’igiene e della medicina del lavoro. In particolare siesaminalaconformitàrelativaatutteleleggi“applicabili”.4.3.2IdentificazionedellesorgentidiRischioTale fase è eseguita attraverso un’accurata analisi del ciclo lavorativo che viene adattato nell’ambiente dilavoropresoinesame.Asupportoditaleanalisisonostateesaminate:

• la finalità della lavorazione o dell’operazione, con la descrizione del processo o dell’attività svolta,dellemacchine,impiantiedapparecchiatureutilizzate,dellesostanzeimpiegate;

• ladestinazioned’usodell’ambientedilavoro;• le caratteristiche strutturalidell’ambientedi lavoro (superficie, volume,porte, finestre, rapporto tra

superficie,pavimentoesuperficiefinestreecc.)• ilnumerodeglioperatoriaddettiallelavorazionie/ooperazionisvolteinquell’ambientedilavoroele

caratteristichedellerelativemansionieattività.4.3.3.IndividuazionedeiRischidiEsposizioneL’individuazione dei Rischi di Esposizione costituisce un’operazione che porta a definire se la presenzanell’attività in esame di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase procedurale, possacomportarenellosvolgimentodellaspecificaoccupazioneunrealerischiodiesposizioneperquantoattienelasicurezzaelasalutedelpersonaleaddetto.Alriguardosisonoesaminate:

• le modalità operative seguite per la costruzione della lavorazione (es. manuale, automatica,strumentale)ovverodell’operazione(aciclochiuso,inmodosegregatoocomunqueprotetto,ecc.);

• l’entitàdellelavorazioniinfunzionedeitempiimpiegatiedellequantitàdimaterialiutilizzatinell’arcodellagiornatalavorativaodelpericoloritenutosignificativo;

• l’organizzazionedell’attività:tempidipermanenzanell’ambientedi lavoro,contemporaneapresenzadialtrelavorazioni,ecc.;

• lapresenzadimisuredisicurezzae/odisistemidiprevenzioneeprotezione.Si sottolinea che si individuano i rischi chederivanonon tantodalle intrinsechepotenzialitàdi rischiodellesorgenti (macchine, impianti, sostanzechimiche,ecc.),quantodallemodalitàoperative,dallecaratteristichedell’esposizione, dalle protezioni e dalle misure di sicurezza già esistenti (schermatura, segregazione,protezioni intrinseche, cappe di aspirazione, ventilazione, isolamento, segnaletica di pericolo, ecc.) nonché

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dagliulterioriinterventidiprotezione,qualil’usodimezzidiprotezioneindividuale.Inconclusionesièverificatoedindividuatoognirischiodi“Esposizione”perilqualelemodalitàoperativenonneconsentanounagestione“controllata”.4.3.4STIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONELa “Stima” del rischio di esposizione ai fattori di rischio riscontrati nell’ambiente di lavoro, in conseguenzadellosvolgimentodispecificheattivitàlavorative,sièeseguita,ancheinbasealleconsiderazionisvoltenellafaseprecedente,attraverso:

• unaverificaqualitativadell’esistenzadisituazioniespositivea“rischiresidui”derivantidaspecificitàeparticolaritàdellelavorazioni,echepermangonononostantelaconformitànormativa;

• unaverificadell’accettabilitàdellecondizionidilavoro,inrelazioneadunesameoggettivodell’entitàedelladuratadelle lavorazioni,dellemodalitàoperativesvolteedi tutti i fattori che influenzano lemodalitàel’entitàdell’esposizione,nonchéinanalogiaconidatidicondizionidiesposizionesimilaririscontratinellostessosettoreoperativo;

• unaveraepropria“misura”deiparametrichepossonocaratterizzareifattoridirischioecheportiadunaloroquantificazioneoggettivaedallaconseguentevalutazioneattraversoilconfrontoconindicidiriferimento. Talemisuraè indispensabilenei casiprevisti dalle specifichenormativeper le sostanzecancerogene e quando, ad esempio, con considerazioni tecniche specifiche, si ritiene esista lapossibilitàcheilrischioraggiungaun“livellod’azione”cosìcomedefinitooragionevolmentedefinibilenellediversedisciplineemetodologietecnicheinteressate.

4.4DEFINIZIONEDELCAMPODIAPPLICAZIONEDELLEPROCEDUREDIVALUTAZIONENel presente paragrafo si indicano gli argomenti che si sono presi in considerazione per l’effettuazione dellavorodianalisievalutazionedeirischiprofessionali.Pertalelavorodiindaginesonostatepresecomepuntodi riferimento e di partenza, alcune situazioni del documento CEE. I temi specificatamente individuati neldocumentocomunitarioevalutatinelcorsodeisopralluoghisonoriportatidiseguito:

Ø LUOGHI, METODI DI LAVORO E DISPOSIZIONE DEGLI IMPIANTI – TITOLO II D.lgs. 81/08 (coneventualimodificheedintegrazioniintrodottedalD.Lgs.106/09)

• superficipericolose(bordiacuminati,spigoli,punte,superficiabrasive,partiprotundenti);• attivitàinaltezza;• compitichecomportanomovimenti/posizioniinnaturali;• spazilimitati(necessitàdilavoraretrapartifisse);• inciampareescivolare(superficibagnate,scivolose,ecc);• stabilitàdelpostodilavoro;• conseguenze derivanti dalla necessità di indossare dispositivi di protezione individuali non adeguati

aglialtriaspettidell’attivitàlavorativa;• tecnicheemetodidilavoro;

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• ingressoelavoroinspaziconfinanti.

Ø USODELLEATTREZZATUREDILAVORO–TITOLO IIICAPO IALL.VDELD.LGS81/08 (coneventualimodificheedintegrazioniintrodottedald.lgs106/09)

• elementi in movimento rotatorio o traslatorio non sufficientemente protetti, che possono causare

schiacciamenti,tagli,perforazioni,urti,agganciamentiotrazioni;• elementi o materiali in movimento libero (caduta, rotolamento, scivolamento, ribaltamento,

dispersionenell’aria,oscillazione,crolli)cuipossonoconseguiredanniperlepersone;• movimentidimacchinariveloci;• pericolodiincendioodiesplosione(perattrito;serbatoiinpressione);• intrappolamento.

Ø IMPIEGODELL’ELETTRICITA’–TITOLO III –CAPO IIIDELD.LGS81/08 ( coneventualimodificheed

integrazioniintrodottedald.lgs106/09)La particolare pericolosità intrinseca dell’elettricità impone di adottare le misure necessarie affinché imateriali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori siano progettati,costruiti, installati, utilizzati e manutenuti in modo da salvaguardare i lavoratori da tutti i rischi di naturaelettricaedinparticolarequelliderivantida:

a) Contattielettricidiretti;b) Contattielettriciindiretti;c) Innescoesplosioni;d) Fulminazionedirettaedindiretta;e) Sovratensioni;f) Altrecondizionidiguastoragionevolmenteprevedibili.

Inparticolarelavalutazionehariguardato:

• pannellidicomandoelettrici;• impiantielettrici(retiprincipalidialimentazione,circuitidiilluminazione);• attrezzature,sistemidicontrolloediisolamentoacomandoelettrico;• impiegodiattrezziportatili;• incendioesplosionicausatidall’energiaelettrica,• cavielettricisospesi;

Ø ESPOSIZIONEADAGENTIFISICI–TITOLOVIIIERELATIVIALLEGATIDELD.LGS81/08(coneventuali

modificheedintegrazioniintrodottedalD.Lgs.106/09)

• presenzadiagentiinquinanti.

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Ø INTERAZIONEDELPOSTODILAVOROEDATIFATTORIUMANI

• dipendenzadeisistemidisicurezzadallanecessitàdiricevereedielaborareconcuraleinformazioni;• dipendenzadalleconoscenzeedallecapacitàdelpersonale;• dipendenzadallenormedicomportamento;• dipendenzadaunasoddisfacentecomunicazioneedaistruzionicorretteperfarfronteacondizioni

mutevoli;• conseguenze di deviazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro in condizioni di

sicurezza;• adeguatezzadeidispositividiprotezioneindividuale;• scarsamotivazioneallasicurezza;• fattoriergonomici,qualilaprogettazionedelpostodilavoroperrenderloconformealleesigenzedel

dipendente.

Ø ORGANIZZAZIONEDELLAVORO

• fattoricondizionatidaiprocessidilavoro(lavoroincontinuo,sistemiditurni,lavoronotturno);• sistemiefficacidigestioneperl’organizzazione,lapianificazione,ilmonitoraggioedilcontrollodegli

aspettiattinentiallasicurezzaedallasalute;• manutenzionedegliimpianti,compreseleattrezzaturedisicurezza;• accordiadeguatiperfarfronteagliinfortuniedasituazionidiemergenza.

Ø IRISCHIPSICOLOGICIEFATTORIVARI

• Rischidastresslavorocorrelato(accordodell’8ottobre2004)• Mobbing,Stress,burnout(icosiddettinuovirischi);• pericolicausatidaterzi,peresempiopersonaledisorveglianza,pulizia,attivitàmanutentive;• lavoroinatmosfereepressionesuperiorioinferiorialnormale;• condizioniclimatichedifficili;• integritàdeisoftware;• lavoroinprossimitàdispecchid’acqua;• postidilavorovariabili.

Sullabasedegliargomentisuesposti,ifattoririschiodispecificointeresseperleattivitàpreseinesamesonostatiindividuatidopounlavoroeffettuatoconicriterieimetodisopradescritti.4.5METODOLOGIAOPERATIVADIRILEVAMENTOEVALUTAZIONEDEIRISCHI4.5.1PremessaIl D.lgs. 81/08 non definisce linee guida ufficiali per la valutazione dei rischi; la valutazione dei rischi vienearticolatacomedescrittoprecedentemente,insintesimediante:

a) individuazionedellefontipotenzialidipericolopresentiintuttelefasilavorative(negliimpianti,nelle

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attrezzature,nelcomportamentodellepersoneenell’organizzazionedellavoro);b) individuazionedeisoggettiesposti,direttamenteoindirettamente,ancheapericoliparticolari;c) valutazione dei rischi, considerando adeguatezza ed affidabilità delle misure di tutela e

conseguentemente:-eliminazionedeirischi;-riduzionedeirischi,privilegiandogliinterventiallafonte;-programmazionedelleazionidiprevenzione(misureattearidurrelaprobabilitàP,delverificarsidiundeterminatodanno)ediprotezione(misureatteadiminuirel’entità/gravitàGdeldanno),tenendoinconsiderazioneleprioritàderivantida:

• gravitàdeldanno(G);• probabilitàdiaccadimento(P);• numerodilavoratoriesposti;• complessitàdellemisurediprotezioneeprevenzionedaadottare.

Aquestefasidevonoseguirequelledi:

• attuazionedelprogrammadefinitivo;• controllo periodico del programma, valutandone l’efficacia al fine di aggiornamento,

soprattuttoincasodimodifichedell’attivitàsvolta.Si sottolineachevengono individuati i rischichederivanonontantodalle intrinsechepotenzialitàdirischiodelle sorgenti (macchine, impianti, attrezzature,ecc.),quantodallemodalitàoperative,dallecaratteristiche dell’esposizione, dalle protezioni e misure di sicurezza già esistenti (schermatura,segregazione, cappe di aspirazione, ventilazione, segnaletica di sicurezza, ecc) e dalla verificaqualitativadell’esistenzadisituazioniesplosivearischiresidui,derivantidaspecialitàe/oparticolaritàdellelavorazioniechepermangonononostantelaconformitànormativa.Lametodologiaoperativadiindagineutilizzataper lavalutazionedei rischi sibasa suunaprima fasedi classificazionedei rischi,che consente, dopo aver identificato le anomalie presenti nell’attività analizzata (alle quali sonoconnessi rischi di lesioni ai lavoratori e/o danni alle cose) di riportare i fattori di rischio reali e/opotenziali su apposite schededi indagine. La stimadi ciascuna situazionea rischio, che consentedipervenire al giudizio di gravità del rischio individuato ed alla priorità dellemisure di prevenzione eprotezionenecessariearendereaccettabileilrischiostesso,èbasatasustrumentioperatividivoltainvolta messi a punto per ogni specifica finalità. Si sono infatti utilizzate si verifiche e sopralluoghiispettivi, che indagini strumentali e studi analitico-progettuali. In molte occasioni si è fatto ricorsoancheadunmetodooperativosviluppatoconlistedicontrollo(Checklist).Nellerighecheprecedono,invecediadottare il termine“pericolo”,cheassumenormalmenteunsignificatoconnessoal rischioinfortunistico,èstatoutilizzatoiltermine“fattoredirischio”perindicarel’esistenzadiunpericolo,dacui derivare un rischio per i lavoratori. Successivamente, tenendo conto che un rischio può esseredefinitoconlareazionetralagravitàdelleconseguenzediuneventoindesideratoelaprobabilitàchetaleeventosirealizzi,siprocedeallamisurazionedel livellodirischioconunmodellorealisticochevaluta il livello di criticità di una situazione pericolosa, definendo contemporaneamente le prioritàdegliinterventicorrettivichedovrannoessereadottati.Inviapreliminareallaletturadellevalutazionidi seguito effettuate si consideri che il calcolo dei livelli di rischio viene effettuato attraverso la

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formulaR=PXGDoveGlagravitàdelleconseguenzediuneventoindesideratoPlaprobabilitàcheessoaccadainuncertotempo.

Il livello di rischio sarà valutato, come vedremo nel seguito, attraverso unamatrice che rappresenta sia illivellodiprobabilitàcheillivellodigravitàipotizzabile.4.6STIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLEPRIORITA’DIADEGUAMENTOLastimadelrischiodiesposizioneaifattoridipericoloriscontratièeseguita,ancheinbasealleconsiderazionisvoltenellafaseprecedente,attraverso:

a) una verifica qualitativa dell’esistenza di situazioni in cui permane un’esposizione significativa (rischiresidui)derivantidaspecificitàeparticolaritàdellelavorazioni,nonostantelaconformitànormativa;

b) unaverificadell’accettabilitàdellecondizionidilavoro,inrelazioneadunesameoggettivodellaentità

edelladuratadelle lavorazioni,dellemodalitàoperativesvolteedi tutti i fattori che influenzano lemodalitàel’entitàdell’esposizione,nonchéinanalogiaconidatidicondizionidiesposizionesimilaririscontratinellostessosettoreoperativo;

c) lamisuradirettadeiparametrichepossonocaratterizzare i fattoridi rischioecheportiaduna loroquantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione, attraverso il confronto con indici diriferimento(adesempio indicidiriferimento igienistico-ambientali).Talemisuraè indispensabileneicasi specifici (ad esempio per rumore, vibrazioni, agenti chimici pericolosi, oppure per le radiazioniionizzanti, le sostanze cancerogene, ecc.) e quando, ad esempio, con considerazioni tecnichespecifiche,siritieneesistalapossibilitàcheilrischioraggiungaun“livellod’azione”,cosìcomedefinitonellediversedisciplineemetodologietecnicheinteressate;

d) un’analisi approfondita dei dati sugli infortuni dell’ultimo triennio, che può fare delle stime sullafrequenzadiaccanimentoesullagravitàdegliinfortuniricorrentiedellemalattieprofessionali.Imetodiattraversoiqualivienecondottal’analisidivalutazionedelrischiocuièespostounlavoratoresono molteplici e specifici in funzione del fattore di rischio analizzato. In questo lavoro si è fattoricorsoatremetodi:unoquantitativo,unosemiquantitativoedinfineunoqualitativo.Diseguitosidescrivonogliaspettifondamentalideimetodiquicitati.

4.7.METODOQUANTITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEELAVALUTAZIONEDELLEPRIORITA’DIADEGUAMENTOIlmetodoquantitativosibasasull’applicazionedelladefinizionediRischio,cosìcomesitrovanellaletteraturascientificaeche,siriportaquidiseguito.

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SidefinisceilRischioRdiattivitàolavorazionecomeprodottodiduegrandezze:Glagravitàdelleconseguenzediuneventoindesiderato;Plaprobabilitàcheessoaccadainuncertotempo.Ladefinizionedataèriassuntanell’equazione:R=PxGLa stimadei valoridi PeGdeve tener contodella realeesposizionedei lavoratori epuòessere taloranonimmediata.Puòessereeffettuataricorrendocasopercasoaivalorireperibili inbanchedatio in letteratura,ovvero da una attenta analisi degli infortuni. Può essere eseguita in maniera diretta con campagne diosservazioneemisura.Valutare il rischio con questo metodo significa quindi calcolare l’equazione suddetta. Il valore assoluto Rdipendedalle definizioni che vengono adottate per P e perG; cioè R è definito amenodi una costante diproporzionalitàchedipendedalleunitàdimisurautilizzate.Ilconfrontodiquestovaloreconparametriassunticome riferimento permette di riclassificare i rischi in base ad una scala discreta di più immediata ecomprensibile lettura. Questa riclassificazione è poi funzionale ad una valutazione delle priorità degliinterventidibonifica.Questapropostaèunascalaarticolata inquattro livellidi rischio chepossonoesserecontemporaneamenteriguardatianchecomeLivellidiprioritàdi interventoper lemisurecorrettive.Quidiseguitosiriportaatitoloesemplificativoloschemacuiabbiamofattoriferimento:METODOQUALITATIVO

Classidirischio Livellidirischio Stato PrioritàdiinterventoR<101 1 sorveglianza Lungotermine

101<R<101 2 guardia Mediotermine102<R<103 3 allerta Urgente(brevetermine)

R>103 4 allarme immediatoL’analisiconilmetodoquantitativonellaformaappenadescrittaèparticolarmenteadattaallavalutazionedelrischio per la sicurezza. E’ invece possibile in modo più diretto ed efficace effettuare una valutazione delrischio igienisticoattraversoqueimetodiequelle strategieper laquantificazionedel rischio che si fondanosullemisure dirette o indirette dei parametri igienistico occupazionali. In sostanza si tratta di individuare emisurareperogniagentedirischioquellaoquellegrandezzecaratteristichechepermettonodidescrivereinmaniera rappresentativa il grado di esposizione del lavoratore. I metodi utilizzati fanno riferimento alleindicazioni normative specifiche ove esistenti (è il caso di agenti fisici come rumore, agenti chimici come ilpiombo, ecc.), alle norme tecniche o a protocolli di indagine proposti da accreditati Enti nazionali edinternazionali. Lamisura dei parametri in questione premette di stimare l’indice di rischio IR attraverso ilconfrontoconilimitidiriferimentochedivoltainvoltasonodettatidanormativespecificheoindicazionidiaccreditatiEntiNazionaliedinternazionali.Ancheinquestocasoèutileesprimereilrisultatodellavalutazione

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in termini omogenei a quelli delle valutazioni realizzate con gli altrimetodi qui descritti. Per quanti si può,analogamenteaquantoproposto inprecedenza, classificare i risultatiottenutinellequattroclassidi rischiochevengonopropostenelseguito,echepossonoancoraessereriguardatecomelivellidiprioritàdiinterventoediadeguamento.Loschemaquipropostoprendeariferimentoiseguentilimiti:

• illivellodisoglia(indicatoconSTD)cheèillimitediriferimentonormativoperivaloridelparametroinquestione;

• illivellod’azione(indicatocomeLA),comedefinitoneiparagrafiprecedenti;• il livello medio di settore (LMS) del parametro relativo all’agente in questione per il processo

produttivoelamansioneinesame.

Ilprimolivello(sorveglianza)èquellopercuiilvaloredelparametrosicollocaaldisottodellamediadisettore,el’indicedirischioèdunqueIR<IRLMS,masuperioreal“livellodisoglia”,cosìcomedefinitonellapropostadirettivadelconsiglioCE93/C/02.

Ilsecondolivello(guardia)èquellopercuiilvaloredelparametrosicollocainvecetraillivellodiazioneLAedillivellomediodelsettoreLMS,percuil’indicedirischiosicollocatraIRLMS<IR<0,5.

Ilterzolivello(allerta)èquellopercuiilvaloredelparametroinquestionesicollocatralasogliamassimaSTDedillivellodiazioneLA,percuil’indicedirischiosicollocatra0,5<IR<1.

Infine,l’ultimolivelloinordinedigravità(allarme),saràquelloperilqualeilvaloredelparametrostimatosuperaillimitediriferimentonormativoSTD,percuisiavràIR<1,puòessereassimilatoal“livellomassimo”cosìcomedefinitonellacitatapropostadidirettiva.

E’utileriassumerequestoschemadiriferimentonellatabellaquidiseguito:

METODOQUALITATIVOSTIMADELRISCHIOIGIENISTICOOCCUPAZIONALE

CLASSIDIRISCHIO LIVELLODIRISCHIO STATO PRIORITA’DIINTERVENTOIR<IRLMS 1 Sorveglianza Lungotermine

IRLMS<IR<0,5 2 guardia Mediotermine0,5<IR<2 3 allerta Urgente(brevetermine)

IR>1 4 allarme immediato4.8METODOSEMIQUANTITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLEPRIORITA’DIADEGUAMENTOOve una stima quantitativa non sia possibile, per difficoltà tecniche ovvero per motivi di fattibilità, onecessaria,permotividiopportunità,sipuòutilizzareunmetododistimasemiquantitativocheappareessereun buon compromesso tra le esigenze di rigore scientifico e quelle di fattibilità operativa. Il metodosemiquantitativoricalca,inbuonasostanza,quelloquantitativoadeccezionedelmodoconcuisiprocedeallastimadellaprobabilitàdiaccadimentoPedellagravitàG.Inognicasosiriferisceaquestegrandezzenonpiù

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comeagrandezzecontinueecalcolabiliinbaseadunametodologiarigorosadalpuntodivistanumerico,macomegrandezzediscretecheassumonodeivaloristabilitiinbaseadeicriteriappunto“semiquantitativi”.Nelseguitoverrannoillustratiidettaglidellametodologiadivalutazioneutilizzatainquestolavoro.-DefinizionedellevariabilidelmetodoLa sostanziale differenza di indicazioni normative che esiste nelle diverse situazioni di rischio ci impone diinserirel’elementodiconformitànormativacomeelementoorganicodivalutazione.Nelseguitoindicheremoquesta variabile con la letteraN. Attraverso questa variabile si vuole inserire nella valutazione dei rischil’informazionerelativaall’esistenzadeirequisitiminimidisicurezzaindicatiinmodospecificodellanormativa,lacuieventualeomissionepuòesseresanzionatapenalmente.Lealtrevariabiliutilizzateinquestaanalisidelrischiosonofondamentalmentequelledell’analisiquantitativadelrischiorichiamatanelcapitoloprecedentedelrischiorichiamatanelcapitoloprecedente.BisogneràcioèvalutaresialagravitàGdell’eventoindesideratoche la sua probabilità di accadimento. Per quanto riguarda la valutazione di quest’ultima, si ritieneindispensabiledistingueretra:

1- L’analisie lastimadellaprobabilitàdell’esistenzadiunasituazionepericolosa(adesempiocheinundatocontenitoresiverifichinocondizionidisovrapressionepericoloseocheinunambientesisviluppiun’atmosferaesplosivaotossica)

2- L’analisi e la stima della probabilità che la situazione di pericolo di cui sopra possa effettivamentecausare un danno (continuando gli esempi dei punti 1,che le valvole di sicurezza non funzioninocorrettamenteoppurecheinpresenzadiatmosferaesplosivaesistaunacausadiinnesco,oinfineinun’atmosferatossicaunlavoratorechepossatrovarsisprovvistodiidoneeprotezioni)Conservare distinti questi due livelli di analisi in questo approccio semplificato (semiquantitativo)significa:1- Conservare comunque elementi di analisi delle catene incidentali (sia pure nello schema più

semplice,cioèaduestadi)2- Mantenereunmaggioredettagliodei contenutidell’analisi, soprattuttoai finidiunapiù idonea

individuazionedellemisuredibonifica. Laprobabilitàdi cui alpunto1è infatti in relazionealleeventuali misure preventive, mentre l’altra è in relazione a quelle protettive. Questo è unoschema seguito anche dal legislatore in quei casi normativi in maniera specifica: si pensi adesempioallanormarelativaairequisitidell’impiantoelettricoinunambienteamaggiorrischiodiincendio(valutazionedellaprobabilitàditipo1),doveèrichiestounabbattimentodellecausediinnescoconl’indicazionedell’assenzadell’impiantoelettricocomemisuraprincipale(valutazioneeabbattimentodellaprobabilitàdeltipo2).

Di seguito la probabilità di tipo 1 verrà indicata con P mentre quella di tipo 2 verrà indicata con C.Riassumendoquindil’analisiconsistenell’attribuzionediunopportunovaloreallevariabili:N=CONFORMITA’NORMATIVAProbabilità del verificarsi di una situazione di pericolo in grado di causare un danno in determinate

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circostanze.C=PROBABILITA’SECONDARIAProbabilità che si verifichino le circostanze che permettono al pericolo di trasformarsi in una danno per epersone/olecosee/ol’ambiente.G=GRAVITA’OMAGNITUDOLagravitàpresuntadeldanno.Orasonostatedefinitelevariabilichedevonoentrarenelrischio,vediamoqualesiailmetodoperassegnarglideivalori.Ciascunadellevariabilipresentatesidovràvalutareinbaseallarispondenzadeigiudiziriportatinelletabelleseguenti:

Classificazionedeilivellidi“nonconformitànormativa”N

Definizioni/Criteri LIVELLO VALOREPienaconformitànormativa

SI 0

EsistenzadielementispecificicheviolanolaNormativavigente,cioèperiqualièevidentelainesistenzadeirequisitiminimidisicurezzastabilitidallenormecogenti.

NO 1

ClassificazionedeilivellidiprobabilitàdiaccadimentoP

Definizioni/Criteri Livello Valore

PotrebbeNONaccadere(Improbabile).Nonsononoticasianaloghi;l’eventoècorrelabilesoloallaconcomitanzadipiùeventiindipendentieimprobabili;ilfattononècredibile.

mai

0

Potrebbeaccadere(pocoprobabile).Icasinotisonorari;l’eventodipendedaunasolacausaodaeventidipendentitraloroodapiùeventiindipendentimaprobabili(unacatenaincidentaleconpiùelementichedevonoaccaderesimultaneamente,“TIPOAND”

Possibile

1

Potrebbeaccaderequalchevolta(Probabile).Sononoticasianaloghi;l’eventodipendedaunacausaprobabile

probabile

2

Potrebbeaccaderefacilmentemoltevolte(Altamenteprobabile)Casianaloghisononotiesisonogiàverificati;l’eventoècertamenteprevedibile;puòdipenderedapiùeventiindipendenticheproduconolostessoeffetto;anchesepocoprobabili(piùcateneincidentaliindipendenti,TIPOOR)

Sempre

3

ComeP,anche il fattoredi contattoC (cheèancoraunaprobabilità stavoltadi contatto)puòesprimersisecondounascalaanalogaaquellaindividuataperP,coniseguenticriteri:

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ClassificazionedeilivellidiprobabilitàdiaccadimentoCDefinizioni/Criteri Livello Valore

Potrebbeaccadereraramente(Improbabile)Nonsononoticasianaloghi.E’esclusaocomunquealtamenteimprobabilelapresenzadicausescatenanti.L’elementovalutatoconPèaltamenteimprobabilechepossacausareildannoperchédipendentedapiùcauseindipendentiepocoprobabili;Conglistessicriterisipuòescluderelapresenzadipersoneocosechepossanoesseredanneggiate.Iltempodiesposizioneadagentinocivièconsideratairrilevante.

mai

0

Potrebbeaccadere(pocoprobabile)Icasinotisonorari.Nonsipuòescluderelapresenzadicausescatenanti.L’elementovalutoconPèpossibilechepossacausareundannopoichédipendentedaunacausapocoprobabileodapiùelementiindipendentiperòprobabili;Conglistessicriterinonsipuòescludereocomunqueèpossibilelapresenzadipersoneocosechepossanoesseredanneggiate.Iltempodiesposizioneadagentinocivisipuòconsiderareequivalenteaquellasaltuariaseitempidirecuperofisiologicosonocompletamenterispettati.

possibile

1

Potrebbeaccaderefacilmentequalchevolta(probabile)Sononoticasianaloghi.Lapresenzadicausescatenantièprobabile.L’elementovalutatoconPèprobabilechepossacausareildanno;essodipendedaunacausaprobabile.Conglistessicriterièprobabilelapresenzadipersoneocosechepossanoesseredanneggiate.Iltempodiesposizioneadagentinocivisipuòconsiderarefrequente,poichépossonoesisteresituazioniincuinonsonoprevistitempiadeguatidiriposo.

probabile

2

Potrebbeaccaderefacilmentemoltevolte(AltamenteProbabile)Sononoticasianaloghiesisonogiàverificatifattianaloghi;l’elementovalutatoconPècertamenteprevedibile;puòdipenderedaeventiindipendenticheproduconolostessoeffetto,anchesepocoprobabili(piùcateneincidentaliindipendenti)Conglistessicriterisipuòstabilirechesiacertalapresenzadipersoneocosechepossanoesseredanneggiate.

Sempre

3

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Iltempodiesposizioneadagentinocivisipuòconsiderarecostante.

E’importantequiribadireesottolinearechelaprobabilitàprimaria(osecondaria)relativaadunadeterminatasituazionepuòessereclassificataconunlivelloMai,valore0,quandoesistonoalmeno2misuredisicurezzache impedisconoall’agentedi rischiodiesprimere lasuapotenzialepericolosità (odivenire incontattoconesso)elemisuresonoindipendenti,cioèlaeventualedisattivazionediunadiquestenonmettefuoricasalealtre,contemporaneamente.LatabelladiriferimentoperGèquellaaquattrolivelliquidiseguitoriportata,nellaqualesièvolutodesignareicasidiinfortunioedimalattiaprofessionale.

Classificazionedeilivellidigravità(entitàdeldanno)G

Definizioni/Criteri Livello ValoreSICUREZZADELLAVORO IGIENEDELLAVORO

Infortuniooepisodiodiesposizionetemporanea,rapidamentereversibile;Medicazionee/oinfortunioinfranchigia(3gg)

Esposizionecronicaconeffettirapidamentereversibili

lieve

1

Infortuniooepisodiodiesposizioneacutaconinvaliditàparziale;Infortuniononinfranchigia(>3gg).

Esposizionecronicaconeffettireversibili

serio

2

Infortuniooepisodiodiesposizioneconeffettidiinabilitàpermanente.

Esposizionecronicaconeffettiirreversibilie/oparzialmenteinvalidanti;

grave

3

Infortuniooepisodiodiesposizioneacutaconeffettiletaliodiinabilitàtotale.

Esposizionecronicaconeffettiletalie/ototalmenteinvalidanti

Rilevante

4

Perquantoriguardalagravitàdeldannooccorreprecisarealcuniaspetti.Anzitutto, poiché in questa analisi la valutazione della gravità è presuntiva, in ogni situazione bisogneràvalutarelagravitàpiùprobabile,cioèildannocheinnumerosesituazionianalogheèmaggiormentefrequenteepiùplausibilechesiverifichi.Questaprecisazionenonèinutilesesipensacheinlineadiprincipiolamaggiorpartedelle situazionidipericolopossonoavere conseguenze fatali, anche sequestaeventualità sipresentacon straordinaria rarità in taluni casi, e con frequenza in altri. Il valutatore dovrà tenere presente questoaspettoinmodochel’analisinonproducarisultatiparadossalicomepotrebbeesserel’equiparazioneinfattodi rischio delle normali attività di ufficio a quelle in un pericoloso stabilimento industriale. La secondaprecisazioneriguardaicasiincuileconseguenzescientifiche,statistiche,tossicologiche,epidemiologicheecc.nonpremettonodipresumereunaqualunquelivellodigravità.Inquestocasoalloradovràprevalerel’aspettocautelativo,eillivellodigravitàdovràessereparialdannomaggiore.Questoèadesempioilcasodiprodottideiqualinonsiconoscanoglieffettitossicologiciocancerogeni,odeicasi incuinonsiapossibilericostruiredegliscenaricredibili.IllivellodellavariabileGpotràesseresuccessivamentemodificatononappenailquadrodescrittivodell’eventoabbiapersoiconnotatidiincertezzaoincompletezzatestéindicati.

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-LaValutazionedelrischioLa valutazione delle quattro variabili di riferimento fin qui individuate permette di stimare il rischio nelleaccezionispecifiche.Cosìcomeperlealtrevariabili,peruniformitàsidefinisceilrischioRcomevariabilecheassume valori discreti in corrispondenza delle quali si può classificare la priorità di intervento dall’altra. Loschemadiriferimentoèriportatoquidiseguito.

ClassidiRISCHIO LivellodiRISCHIO

Prioritàdiintervento

R=0 0 trascurabile -1<R>2 1 basso Lungotermine2<R<3 2 Mediobasso Mediotermine3<R<4 3 Medioalto Urgente(brevetermine)R=4 4 Nonconformitànormativae/o

allarmeimmediato

Illivello1èrelativoallesituazioniincuiilrischioèlieveeleazionidibonificanonsonoprioritarie(interventialungotemine).Illivello2èrelativoallesituazionidirischio“medio”.Conillivello3siclassificanolesituazioniincuiilrischioègraveel’interventoèurgente.Infineconillivello4vengonoclassificatelesituazioniincui:

1) Ilrischioèrilevanteeleazionidainterpretaredevonoaverelamassimapriorità;2) L’elementovalutato(attrezzatura,modalitàoperativa,luogodilavoro,impianti,ecc.)nonèconforme

allenorme.

PerassegnareadRdeivaloriinfunzionedeivaloricheassumonolevariabiliN,P,CeGsipuòutilizzareunaforma grafica (la classica griglia di corrispondenza che dovrebbe però essere in questo casoquadridimensionale,conlecomplicazionidelcaso),oppurericorrereadelletabelle.L’articolazionedei livelliprevistiperòètaledarenderepocopraticaunatabellacheclassifichilepossibilicombinazionideivaloridiN,P,CeG.E’perquestomotivochesièsceltaunarappresentazioneanaliticadelrischio.Questaprecisazioneèimplicitaetuttavianonsuperflua,poichéderivadallaconstatazionedellaconvenzionalitàdeivalorinumericiche sono stati attribuiti a ciascuna delle variabili proposte in questo schema. Anzitutto si vuole che incorrispondenza di una non conformità normativa il valore R nella sua accezione di priorità di interventoforniscaunindicemassimo(chenelloschemapropostoèdi4).Viceversa,inpresenzadiunapienaconformitànormativa o inmancanza di una norma o della sua univocità, si dovrà stimare il rischio residuo che qui diseguitoverràindicatoconRR.Lafunzionechedefinisceilrischiodovràaverelaforma(1-N)R=3N+RRIncasodinonconformitànormativainfattiN=1,cosìl’esponentediRRèparia0equindiilsecondoaddettosarà pari a 1 indipendentemente dal valore di RR e quindi dal valore di P, C e G da cui questo dipende; ilsecondoaddendo,sommatoalprimoassegnainquestocasoaRilvalore1,comerichiesto.Quandoinvecesihapienarispondenzadellasituazionealleindicazioninormative,alloraN=0equindilaformulaprecedentesiriduceallaseguente:R=RR

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Cioè il rischio è uguale al rischio residuo. Resta dunque da definire RR. Per questo si può procedere comesegue.Anzituttolaprobabilitàdiaccadimentodell’eventoindesiderato,quellochepuòcausareundanno,saràdatadallaprobabilità combinata cheesistauna situazionedi pericolo contemporaneamenteall’esistenzadicontattoconlacausascatenanteodicopresenzadellapersonaodellacosachepuòsubireildanno.Difattoconcettualmentelaprobabilitàcheaccadal’eventoindesideratocorrispondealprodottodelledueprobabilitàmenzionate.CosìcilasciamoguidaredaquesteconsiderazioniericlassifichiamoilprodottoPXCseguendoloschemaseguente.ValoridiC3210

valoridiPL’area1èrelativaaglieventiimpossibili,cioèperiqualiènullalaprobabilitàprimariaPe/olaprobabilitàsecondariaC;glieventidiquestaclassenonhannopossibilitàdiaccadere.Questacertezzaèchiaramentelegata alle definizioni del livellomai che sono statedatenel paragrafoprecedente.Nella seconda classesonoraggruppatiqueglieventiincuiilfenomeno(oilcontatto)èremotooalpiùfrequenteseilcontatto(oil fenomeno) è remotoo al più frequente; gli eventi di questa classe sarannoquindi al più remoti (pocoprobabili). La classe 4 raggruppa gli eventi in cui sia la probabilità primaria che quella secondaria sianoentrambeprobabiliocerte:glieventicosìclassificatisonoquindialmenoprobabili.Laclasse5raggruppaglieventi avvengono sempre, cioè per i quali sia l probabilità primaria che quella secondaria hanno valoremassimo. La classe 3 raggruppa le restanti situazioni intermedie. Queste considerazioni possono essereriassunteconilseguenteschema:

Classe PxC 1 0 Eventoaltamenteimprobabile2 1,2 Eventoalmassimopossibile3 3,4,5 Eventotrapossibileeprobabile4 6,7,8 Eventoalmenoprobabile5 9 Eventocerto

Incorrispondenzadiciascunadelleclassidicuisoprasarannoora individuabili i livellidirischio inbaseaicriteri qui di seguito riportati .Il criterio ispiratore fondamentale è che i livelli di rischio devono essereindividuati prioritariamente in funzione dei livelli della gravità che sono stati individuati poiché si tieneconto della sostanziale differenza tra un incidentemortale ed un infortunio con prognosi inferiore a tregiorni. Anzitutto in caso di evento per il quale si può ipotizzare un dannomortale ( G = 4), il rischio (laprioritàdiintervento)deveesseremassimogiàincorrispondenzadiunaprobabilitàremota(PXC=classe2).Pereventichecomportinoeffettipermanenti(G=1)possonoessereclassificaticonlivelliproporzionaliallafrequenzachenonraggiungonomaiillivellomassimoamenochelaprobabilitàdell’eventononabbiala caratteristicadi certezza (il pericoloè SEMPREpresente così come il contatto, cioèquandoPXC=9,

0 3 6 9 Area50 2 4 6 Area40 1 2 3 Area30 0 0 0 Area20 1 2 3 Area1

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classe5).InbaseaquesticriterivienequipropostalaseguentedefinizionediRischioresiduoRRinfunzionedellevariabiliP,C,G

RR=int[G*(P*C)1/G+0,5]

Doveint[…]èlafunzioneparteintera(3)eP,CeGassumonoivaloriinteridefinitinelletabelleprecedenti.Nelgraficosuccessivosiriportal’andamentodiRinfunzionediPXCperognivalorediG.

Indefinitivadunquelaformuladelrischioèdatada

Questaformula,oltreafornireunsemplicestrumentoperilcalcoloautomaticodeilivellidirischio,vienepropostapercompletare ilquadrodelmetodosemiquantitativoedasottolinearechequestodeveaverenecessariamente degli strumenti propri che superino schemi facilmentema spesso incautamentemutatidalmetodoquantitativo,chehanella formulaR=P*Cunagiustificazionequantitativanonriscontrabilenel significato non compiutamente numerico delle variabili definite nel metodo semiquantitativo quiproposto. Il metodo fin qui descritto è utile per classificare in maniera omogenea i rischi igienisticooccupazionali in maniera alternativa a quella proposta nel paragrafo sul metodo quantitativo per lavalutazionedelrischio.Difattopuòesserepresocomeriferimentoperstabilireinmanieraomogenealivellidiprioritàdi interventoanchequandosianocomplete le informazioniquantitativerelativeall’esposizionedeilavoratoriairischiigienistici.

4.9METODOQUALITATIVOPERLASTIMADEIRISCHIDIESPOSIZIONEEVALUTAZIONEDELLEPRIORITA’DIADEGUAMENTO

Esistono delle situazioni per le quali sia la stima quantitativa che quella semiquantitativa non sonorealizzabiliperdifficoltà tecnicheovveropermotividiopportunitào fattibilità.Esistonopoideicasiper iqualièpiùopportunoutilizzaredirettamenteunmetododistimaqualitativo.Losvantaggioedillimitediquestometodoèsicuramenteilconsiderevolemarginediarbitrarietàdellavalutazione.Questolimiteinsitonelmetodostessopuòesseresuperatosesonodefinitigliambitipropridiapplicazioneeperciascunodi

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questisesonochiariicriteridivalutazionespecifici,gliobiettivielefinalitàdelpercorsodivalutazione.Inquestiterminianchelesituazioniparticolaripossonoesserevalutateconcorrettezzaeconcriterievidenti.Siprendaadesempio ilcasodelle“nonconformitànormative”.Questeverrannovalutateconil livelloL4perché,quand’anchenonesponganoilavoratoriaunrischiograve,devonoessererimosseconlamassimapriorità perché il rispetto del dettato legislativo sia effettuato e tempestivo. E’ utile riproporre che: unaclassificazione delle situazioni di pericolo viene fatta non tanto per attribuire un punteggio di carattereformalea tali situazioni,macon loscopoprincipaledideterminare leprioritàconcui leazionicorrettivedevono essere messe in atto. L’individuazione dei livelli di rischio pertanto in questo caso si basafortemente su considerazioni tecnico-prevenzionali, oltre che sull’esperienza e sulla professionalità dicoloro che svolgono la valutazione. Nella classificazione a quattro livelli cui ci si riferisce in questoparagrafo, il significatodi “livello di priorità per lemisuredi adeguamentoprevalepertanto suquellodi“livellodirischio”.Ciòinfineèinlineaconilsignificatocheillegislatorehavolutodareallavalutazionedelrischio,cheèfunzionaleallaprogrammazionedellenecessariemisurecorrettive.L’individuazionedeilivellidi rischio va dunque in questo senso interpretata come una individuazione dei livelli di priorità per gliinterventidiprevenzioneeprotezione.Finquisisonodatiunmetodoedeicriteripervalutareilrischioeperstimareillivellodiprioritàdegliinterventi.Perconcluderesiindica,sempreconscopididescrizionedilivellometodologico,iltipodiproceduradiinterventoperlemisurecorrettivechesiadottainfunzionedelrisultatodellavalutazionedelrischio.Loschemapropostoèilseguente:

LivellodiRischio/stato Procedurediintervento4 Allarme Programmazionedegliinterventidiadeguamentourgenti

eprioritari3 Allerta Inadeguatezzadeirequisitidisicurezza

Programmazionedegliinterventisulbrevetermine2 guardia Attuazionedelcontrollopersonaleeprogrammazionesul

medioterminedegliinterventiperlariduzionedelrischio1 sorveglianza Mantenimentoemiglioramentodelcontrollodellivellodi

rischioeprogrammazionedellemisurediadeguamentoemiglioramentosullungotermine

Aconclusionediquestabreveesinteticadisaminadellemetodologieapplicabiliallastimadeirischiperlasicurezzaelasalute,vaspecificatochenelcorsodelpresentestudiosonostateutilizzate,divoltainvolta,tutte le metodologie descritte. E’ stata evidentemente data preferenza e priorità alle metodologie piùprecise e più rigorose, in ordine “quantitativa” e “semiquantitativa” e ove ciò non è stato possibile permancanzadidatiodialtrielementitecnici,sièsviluppatounapproccio“qualitativo”aiproblemiesaminati.Il criterio utilizzato è stato dunque quello di svolgere una valutazione che avesse il miglior livello diprecisionetecnicamentepraticabilenelcasoinesame.Vainfinericordatoefattorilevarecheloscopodellavalutazionedeirischinonèintrinseconellaquantificazionenumericadeirischiesaminatima,comeèstatodetto, èquellodi individuare le situazionidi rischioe classificarle inbaseadei criteridefiniti daiquali èpossibilevalutareidiversilivellidiprioritàperlemisurecorrettiveeperlenecessarieazionidiprevenzionee protezione. L’individuazione e la valutazione dei rischi va dunque interpretata soprattutto come un

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procedimentofinalizzatoalladefinizionedeirischieallaprogrammazionedegliinterventidiprevenzioneediprotezionedellasicurezzaedellasalutedeilavoratori.

4.10APPROCCIOMETODOLOGICOPERLAVALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIO

Unodegli obblighi del datoredi lavoro secondoquantoprevistodall’art. 18, comma1, lett. t) delD.Lgs.81/08consistenell’adottare le“Misurenecessarieai finidellaprevenzione incendiedell’evacuazionedeilavoratori,nonchéperilcasodipericolograveedimmediato…”.

Ledisposizionigenerali inmateriadigestionedelleemergenzevengonopoiapprofonditenelleSezioniVIdelTitoloIdellostessodecreto,“GestionedelleEmergenze”.Inattesadell’emanazionedinuovenormeilTestounicorimandaalledisposizionidiprevenzioneincendiedallemetodologiedivalutazioneegestionedi tale rischio al D.M. 10 marzo 1998. Il datore di lavoro viene investito dell’obbligo di preoccuparsidell’adozione delle misure necessarie per la prevenzione e la gestione delle emergenze, così come ilResponsabiledelServiziodiPrevenzioneeProtezioneedilRappresentantedeiLavoratorisonochiamatiacollaborare con il Datore di lavoro nell’espletamento di tale obbligo. I lavoratori stessi sono chiamati inprima persona alla partecipazione nel sistema gestionale ed attuativo delle emergenze. Gli strumenti inpossessodeldatoredi lavoroedelServiziodiprevenzioneeprotezionesonoquelligiàprevistidalD.Lgs.81/08relativamenteagliaspettitrattati,valeadire:

• valutazionedelrischio;• individuazionedellemisurediprevenzioneeprotezione;• programmadiattuazione;• procedureaziendalidisicurezza;• registrodeicontrolliperiodici.

Quest’ultimovieneresoobbligatoriodalDecretoerappresentaunvalidostrumentoper lagestionedelleverifiche periodiche degli impianti e dei dispositivi si salvaguardi antincendio. Tutto ciò resterebbe peròpura teoria se non venisse supportato da una approfondita e capillare formazione ed informazione deilavoratorisuirischipresentinei luoghidi lavoroesoprattuttosulleprocedureindividuateedamettereinatto in caso di emergenza. Non sono in questo ambito da sottovalutare le esercitazioni periodiche deilavoratorimirate amettere a punto le procedure di evacuazione ed intervento in caso di emergenza. Il“pianodi gestionedelleemergenze”elaboratoai sensidell’art.46 comma4delD.Lgs. 81/08per il sito inesame è fondamentale strumento che è parte integrante del presente documento nella gestione delrischio. Infine è opportuno sottolineare che per la gestione e la prevenzione corretta dell’emergenza sidovràfarriferimentoancheaquantocontenutoneiprogrammidimanutenzione,diaddestramento,enelleistruzioni operative di sicurezza già definite. Il Decreto Ministeriale 16 febbraio 1982 individuava in undettagliato elenco i locali, le attività, i depositi, gli impianti e le industrie pericolose i cui progetti sonosoggetti all’esame e parere preventivo dei comandi provinciali dei VV. F. ed il cui esercizio è soggetto avisita e controllo al fine del rilascio del “Certificato di prevenzione incendi”. Il Citato Decreto è statoabrogatoesostituitodalD.P.R.151/11chehamodificatoleprocedurediprevenzioneincendiedintrodottonuovicriteriperl’individuazionedeisitisoggettialcontrollodeiVV.F.(CertificatidiprevenzioneIncendie/oSCIA Antincendio). A partire da tale decreto viene analizzato ogni sito al fine di individuare i luoghi amaggiorrischiodiincendioequindisoggettiallevisiteedaicontrollidellaprevenzioneincendi.Siprocede

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quindiadindividuareglialtriluoghiche,purnonessendocontemplatitraquelliamaggiorrischiodiincendi,possono essere considerati di interesse per la tipologia del materiale, i quantitativi e le procedure distoccaggio.IlD.M.del10Marzo1998introducedeicriteripereseguirelavalutazionedelrischioincendio.Tale valutazione deve consentire al Datore di lavoro di prevedere i provvedimenti necessari persalvaguardarelasicurezzadeilavoratoriedellealtrepersonepresentisulluogodilavoro.Nell’allegato1delcitatodecretovengonofornitelelineeguidapereffettuarelavalutazioneedicriteriperdefinirelemisuredaattuareperridurreillivellodirischioincendiodell’interosito,operisolareiluoghiinternialsitoarischiodiincendiomaggioridaglialtri.

La scelta delle misure più idonee per conseguire gli obiettivi primari della prevenzione incendi passanecessariamenteattraversoun’analisideicarichidiincendiopresentineivarisitiinquestione.

Inparticolare

-caratteristicheequalitàdellesostanze

*sostanzeematerialiutilizzati

*caricod’incendiopresentenellevarieareedelsito.

-numerodipersonepresenti

-Layout.

Gli esiti della valutazione eseguita, limitatamente ai locali occupati dall’Unità Produttiva in esame e lemotivazioniasupportoditalirisultativengonoriportatenellaparteIIIdelpresenteelaborato.

4.11LAVALUTAZIONEDEIRISCHICONREGOLAMENTAZIONESPECIFICA

Lemetodologiedivalutazionedei rischi finqui illustratesonodinaturauniversale inquantoapplicabiliaqualsiasitipologiadirischio.TaleprocessoèinfattitesoallavalutazionedituttiirischicomesancitodallaCortediGiustiziaEuropeanel2001eriportatoall’art.28,comma3delD.Lgs.81/08.Perquantoriguardalavalutazionedeirischiconregolamentazionespecifica,nell’elaborazionedelpresentedocumentosonostateseguitelemetodologieelelineeguidaevidenziatenelD.Lgs.81/08,edinparticolarenegliallegatitecnici,secondoquantospecificatamenteprevistoall’art.28,comma3delD.Lgs.81/08.

4.11.1Attrezzaturedilavoro

Leattrezzaturedilavorocostruiteinassenzadidiposizionilegislativeeregolamentarispecifichesonostatevalutateinconformitàairequisitigeneralidisicurezzadicuiall’allegatoVdelD.Lgs.81/08,secondoquantomodificato ed integrato dal D.Lgs 106/09. Inoltre, al fine di ridurre alminimo i rischi connessi all’uso diattrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni esecondo condizioni per le quali non sono adatte, la valutazione del rischio viene eseguita osservando lemisuretecnicheedorganizzativeinessereperadeguarleaquelleriportatenell’allegatoVIdelD.Lgs.81/08.

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4.11.2Impiantiedapparecchiatureelettriche

Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie diprodotto, nella valutazione dei macchinari, delle apparecchiature, delle installazioni e degli impianti, siprendonoinconsiderazionelenormedibuonatecnicacontenutenell’allegatoIXdelD.Lgs.81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09.

Leprocedurediusoemanutenzionedevonoesserepredispostetenendocontodelledisposizionilegislativevigenti,delleindicazionicontenuteneimanualid’usoemanutenzionedelleapparecchiaturericadentinelledirettivespecifichediprodottoediquelleindicatenellenormedibuonatecnicacontenutenell’allegatoIXdelD.Lgs.81/08.

4.11.3MovimentazioneManualedeicarichi

Lavalutazionedelrischioderivantedallamovimentazionemanualedeicarichièstataeffettuatasecondolemetodiche di riferimento ritenute maggiormente aderenti alla realtà indagata. Tali norme tecnichecostituiscono criteri di riferimento per le finalità della valutazione e delle conseguenti misure per lamitigazionedelrischio.Essesonorichiamateall’allegatoXXXIIIdelD.Lgs.81/08.

4.11.4Attrezzaturemunitedivideoterminali

IltitoloVIIIdelD.Lgs.81/08,secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs106/09,individuagliagentifisici pericolosi per la salute che sono soggetti a regolamentazione specifica. In particolare essi sono ilrumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioniottichediorigineartificiale,ilmicroclimaeleatmosfereiperbarichechepossonocomportarerischiperlasalute e la sicurezza dei lavoratori. Nella tabella che segue si riportano in estrema sintesi, i riferimentiindicatidalD.Lgs.81/08perlavalutazionedelrischiodiesposizioneadagentifisici,distintipertipologia.Siribadisce che la specificametodologiavieneomessa inquesta sedeepotràessere riportata inmodulidiapprofondimento.

VALUTAZIONEDELRISCHIODIESPOSIZIONEADAGENTIFISICI

VALUTAZIONEDELRISCHIO RIFERIMENTONORMATIVO NORMATECNICADIRIFERIMENTO

ESPOSIZIONEARISCHIMICROCLIMATICI

TitoloVIII–D.Lgs.81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09

Ambientiseverifreddi:UNIENV–ISO11079:2001–Ambientisevericaldi:UNIEN27243:1996

ESPOSIZIONEALRUMORE TitoloVIII–CapoII–D.Lgs81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs106/09

NormainternazionaleISO1999:1990

ESPOSIZIONEAVIBRAZIONIMECCANICHE

TitoloVIII–CapoIIIII–D.Lgs81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs106/09

ALLEGATOXXXVD.lgs81/08–partea(sistemamanobraccionormaUNIENISO5349-1;2004;ISO5349-22;2001)-parteb(corpointero–normaISO2631–1,1997

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ESPOSIZIONEACAMPIELETTROMAGNETICI

TitoloVIII–CapoIV–D.Lgs81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs106/09

ALLEGATOXXXVI–D.Lgs81/08

ESPOSIZIONEARADIAZIONIOTTICHEARTIFICIALI

TitoloVIII–CapoV–D.Lgs81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs106/09

ALLEGATOXXXVIID.Lgs.81/08–parteI(radiazioniincoerenti)eparteII(radiazionilaser)

4.11.6Sostanzepericolose

Il Titolo IX del D.Lgs 81/08, secondo quanto modificato ed integrato dal D.Lgs 106/09, è dedicato allesostanzepericoloseedindicalemetodologiedivalutazionedelrischiodiesposizioneeperlasicurezzadeilavoratori,e lerelativemisurediprevenzioneeprotezionedaadottare.OgniCapoafferenteataleTitolodel decreto evidenzia l’iter metodologico specifico da seguire, ovvero rimanda ai relativi allegati. Nellatabellacheseguesiriportano,inestremasintesi,iriferimentiindicatidalD.Lgs.81/08perlavalutazionedelrischioconnessoconl’utilizzodisostanzepericolose.Siribadiscechelaspecificametodologiavieneomessainquestasedeepotràessereriportatainmodulidiapprofondimento.

VALUTAZIONEDELRISCHIODIESPOSIZIONEASOSTANZEPERICOLOSE

VALUTAZIONEDELRISCHIO RIFERIMENTONORMATIVO NORMATECNICADIRIFERIMENTO

AGENTICHIMICI TitoloIXCAPOI–Art.223D.Lgs.81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09

D.Lgs.3-02-97n.52–D.Lgs14-03-2005n.65sd.m.i.–AllegatiXXXVIIIeXXXIX(Valorilimitediesposizione)–AllegatoXL(divieti)AllegatoXLI(normeUNI–campionamento)

PROTEZIONEDAAGENTICANCEROGENIEMUTAGENI

TitoloIXCAPOII–ART:236D.Lgs81/08

ALLEGATIXLII,XLII–D.Lgs.81/08

ESPOSIZIONEADAMIANTO TitoloIXCAPOIII–Art.249D.Lgs.81/08secondoquantomodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09

Legge27Marzo1992,n.257–Organizzazionemondialedellasanità(OMS)nel1997(campionamento)–art.254(valorelimitediesposizione)

ATTIVITA’LAVORATIVEINAMBIENTISOSPETTIDIINQUINAMENTOOCONFINATI

Art.66e121D.Lgs.81/08eD.P.R.14/09/2011n-177

ALLEGATOIV–punto3,deldecretolegislativon.81del2008

4.11.7AgentiBiologici

Il titolo X del D.Lgs. 81/08, secondo quanto modificato ed integrato dal D.Lgs. 106/09, è dedicato allavalutazionedelrischiodiesposizioneadagentibiologici.Intalevalutazione(art.271)sidevetenercontoditutteleinformazionidisponibilirelativeallecaratteristichedell’agentebiologicoedellemodalitàlavorative,edinparticolare:

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a) dellaclassificazionedegliagentibiologicichepresentanoopossonopresentareunpericoloper lasalute umanaquale risultante XLVI o, in assenza, di quella effettuata dal datore di lavoro stessosullabasedelleconoscenzedisponibili;

b) dell’informazionesullemalattiechepossonoesserecontratte;c) deipotenzialieffettiallergicietossici;d) dellaconoscenzadiunapatologiadellaqualeèaffettounlavoratore,cheèdaporreincorrelazione

direttaall’attivitàsvolta;e) delleeventualiulteriorisituazioniresenotedall’autoritàsanitariacompetentechepossonoinfluire

sulrischio;f) delsinergismodeidiversigruppidiagentibiologiciutilizzati.

NegliallegatiXLVI,XLVIIEXLVIIdelD.Lgs.81/08sonoriportate lemisurediprevenzioneeprotezionedaadottare in particolari ambiti produttivi. La specifica metodologia adottata nella valutazione del rischiovieneomessainquestasedeepotràessereriportatainmodulidiapprofondimento.

4.11.8Protezionedaatmosfereesplosive

Il Titolo XI del D.Lgs, 81/08, secondo quantomodificato ed integrato dal D.Lgs. 106/09, è dedicato alleatmosfereesplosive.IlrecepimentoinItaliadelladirettivaATEX2014/34inmeritoallatuteladellasaluteedellasicurezzadeilavoratoriespostialrischiodiatmosfereesplosive,èstatoassorbitodalD.Lgs.81/08cheha introdotto al Titolo XI “Protezione da Atmosfere Esplosive” la valutazione dei rischi di atmosfereesplosive. I luoghi di lavorodevono, sedel caso, essere classificati secondoquantoprevistodalla normaCEI-EN 50281-3 (CEI 31 -52 e relativa guida CEI 31-56) per quanto riguarda la presenza di PolveriCombustibili,edallanormaCEI31-30erelativaguidaCEI31-35,perquantoriguardalapresenzadigas.

4.12LAVALUTAZIONEGENERALEDEIRISCHI

Gliesitidellavalutazionedeirischi,realizzataconlemetodologiedescritte,sonoriportatinellaParteIII.Siè ritenuto infatti opportuno, riferire i risultati di tale attività di valutazione dei rischi contestualmenteall’indicazione delle misure dei adeguamento ritenute necessarie, o talvolta consigliabili, per migliorarel’efficaciadelleazionidiprevenzioneeprotezione.Taliesitisonosintetizzatisecondoleseguentimodalità:

- nel cap.7 viene riportata la valutazionedei rischidi natura infortunisticae lemisuredi adeguamentogeneraleindividuate(rischiperlasicurezza);

-nelcap.8vieneriportatalavalutazionedeirischiperlasalute.

5.ESITIDELLAVALUTAZIONEDEIRISCHI

La valutazione consiste nell’attribuzione di un punteggio (così come è stato ampiamente descritto perciascunoelementospecificorelativoagliagentidirischioindividuatiinciascunaareaomogenea).IrisultatidieventualianalisididettagliovengonoelaboratiedinseritineirapportidelleanalisidiapprofondimentosvoltedalServiziodiPrevenzioneeProtezioneancheaseguitodispecificisopralluoghineiluoghidilavoro.Neiparagrafi successivivengonoriportatideigiudizi sintetici relativiagliaspetti riguardanti lasicurezzae

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l’igienedel lavoroedalcuniaspettisoggettiaregolamentazionespecifica,ovverotrattatineldettagliodaiTitolispecificidelD.Lgs.81/08edairelativiallegati.

6.LAVALUTAZIONEDEIRISCHIPERLASICUREZZA

Ilproblemadeirischiinfortunisticièstatoanalizzatosottopiùpuntidivista:

• rischi strutturali, l’insiemedei rischi legati alla struttura civile,dall’idoneitàdella strutturaedelladestinazioned’usoallarispondenzadeirequisitiantinfortunistici,

• rischilegatiagliimpiantiedalleapparecchiature,qualipossonoesseregliimpiantitecnici,termici,disollevamento,ecc.

• irischilegatiallemacchineedalleattrezzature.

L’analisi riguarda tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, che vanno dalla conformità dei requisiti tecnici,all’uso corretto, alla formazione, alla valutazione della necessità ed idoneità dei DPI, all’organizzazionecomplessivadellavoro,finoallaverificadelrispettodeglistandardergonomici.

Perlasedidell’IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”sonostateprevisteeprogrammateleseguentimisure di adeguamento finalizzate all’eliminazione o comunque alla minimizzazione del rischio per lasicurezza:

1) Dall’analisi dei rischi è emerso che l’edificio ha carenze che comportano rischi di consistenzarilevantechevannosanatenelbrevetermine.Indubbiamenterisultadifondamentaleimportanzalaprogrammazioneabreveterminedelleoperedimanutenzionestraordinariadegliinfissi,interneed esterni, delle porte (comprese quelle di emergenza), delle superfici vetrate, e delle strutturemurarie. La ristrutturazione di alcune parti dell’istituto è da programmare nel breve termine.Diversielementicostituisconounpericoloper l’incolumitàdeglialunniedelpersonalepresente(elementi sporgenti lungo leviedi fugaoa rischiocadutadall’alto). Inogni casoazionidi verificadovrannoessereattuateinmodopressochécontinuativo.

2) Perquantoattieneagliaspetti impiantistici, leconclusioniciportanoadindividuarecomeaspettoprioritario, il controllocostantedegli impiantiedelleapparecchiature.Tuttavianon tutte lepartidell’impiantoelettricogarantisconoirequisitiminimidisicurezzaequindirichiedonointerventinelmediotermine.E’emersoinoltreunaspettodi interesseriguardanteladistribuzionedelleutenzeelettriche; queste infatti non sempre sono sufficienti e quindi richiedono da parte degli utentil’utilizzo di doppie prese. Le misure in atto non compensano pienamente i rischi. Le misure diprogramma prevedono una risistemazione delle utenze sulla base delle reali necessità deglioccupanti.Sidovràattivareunprogrammadisensibilizzazioneattoadevitarel’usodiutenzanonanormaeprivedeirequisitidellasicurezzaelettrica.

3) Si dovrà porre attenzione particolare per le attrezzature necessarie per l’immagazzinamento delmaterialecartaceoediarchivio.

4) Per quanto riguarda il sistema di difesa antincendio e delle vie di fuga si ritiene necessarioprogrammarenelbrevetermineinterventifinalizzatiallamanutenzionedeglielementidanneggiatiedall’integrazionediquellicarenti.Inoltreperquantoriguardalafunzionalitàdelsistemadiviedi

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fuga,risultadifondamentaleimportanzalacostanteattenzionedaporrenellagestionedelleuscitediemergenza,chedebbononecessariamenterimanereaperteeliberamentefruibili.

5) Per quanto attiene alle aree esterne, sono necessari interventi di manutenzione finalizzati allarimozionedellavegetazioneinfestanteedalripristinodellebuonecondizionidellepavimentazioni.

6) Risulterà necessario integrare la documentazione inerente gli aspetti della sicurezza ( comeagibilità,ecc.).

DESCRIZIONEANALITICADEGLIINTERVENTIPROSPETTATIPEROGNISEDE

Sede-PiazzaVittorioEmanueleIII,sncTrevignanoRomano(RM)

1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Le scale di emergenza risultano essere a rischio per le componenti strutturali

Verificare l’agibilità delle scale Scale emergenza

1.3 L’edificio presenta puntuali fessurazioni su componenti strutturali quali muri di contenimento.

Effettuare indagini sulla staticità del fabbricato e delle sue componenti

Edificio, Strutture

1.4 Alcune vie d’esodo, e uscite di emergenza risultano inutilizzabili

Ripristinare le corrette vie d’Esodo ed

Uscite di Emergenza

Vie d’Esodo

1.5 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della sicurezza aree esterne

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.1 Le maniglie delle porte sono non funzionanti o mancanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie Edificio

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.3 Le porte a vetri non sono in materiale di sicurezza

Dotare le porte di vetri di sicurezza Edificio

2.4 Parte delle uscite di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico a spinta.

Curare la manutenzione delle essenze arboree eliminando pigne e ramaglie cadenti

Edificio

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2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

2.6 Le vie d’esodo sono ostruite da inferriate ed elementi di chiusura

Eliminare elementi di ostruzione delle vie d’esodo

Edificio

3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il rischio scivolamento

Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi distributivi ed aree esterne

4 AMBIENTI DI LAVORO: Particolarità costruttive interne ai locali di lavoro

4.1 Sono presenti infiltrazioni d'acqua in alcuni ambienti

Eliminare le infiltrazioni d'acqua, risanare dall'umidità

Edificio

4.2 L'intonaco/rivestimento delle pareti presenta buchi, fessure o è distaccato o cadente

Risanare le pareti bucate o fessurate o le parti d'intonaco distaccato o cadente

Edificio alcuni locali

5 AMBIENTI DI LAVORO: Finestre e lucernari

5.1 Le finestre non sono dotate di vetri di sicurezza

Sostituire i vetri delle finestre con vetri in materiale di sicurezza

Edificio

5.2 Le maniglie delle finestre sono mancanti o non funzionanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie rotte o mancanti

Edificio alcune finestre

6 AMBIENTI DI LAVORO: Amianto

6.1 Non sono stati forniti i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Fornire i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Edificio

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7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Edificio

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i

Edificio

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gas lavori per l' adeguamento alla normativa

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del livello di radon

Effettuare le misurazioni del livello del radon e fornire i relativi risultati.

Edificio

11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

Sede-ViaDelleScalette,5TrevignanoRomano(RM)

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1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Non è presente agli atti il certificato di agibilità e aggiornamento

Fornire la certificazione di agibilità o dichiarazione sostitutiva o effettuare i lavori per l'adeguamento alla normativa

Edificio

1.3 Non è presente agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi e aggiornamento

Fornire o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

1.4 Le scale di emergenza risultano essere a rischio per le componenti strutturali

Verificare l’agibilità delle scale Scale emergenza

1.5 L’edificio presenta, fessurazioni interne ed esterne e cedimenti di componenti strutturali quali muri di contenimento.

Effettuare indagini sulla staticità del fabbricato e delle sue componenti

Edificio, Strutture

1.6 Alcune vie d’esodo, e uscite di emergenza risultano inutilizzabili

Ripristinare le corrette vie d’Esodo ed

Uscite di Emergenza

Vie d’Esodo

1.7 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali disconnessione della pavimentazione, mancata manutenzione del verde e aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della pavimentazione danneggiata e di bonifica delle aree verdi

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.1 Le maniglie delle porte sono non funzionanti o mancanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie Edificio

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.3 Le porte a vetri non sono in materiale di sicurezza

Dotare le porte di vetri di sicurezza Edificio

2.4 Parte delle uscite di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico a spinta.

Curare la manutenzione delle essenze arboree eliminando pigne e ramaglie cadenti

Edificio

2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

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3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il rischio scivolamento

Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi distributivi ed aree esterne

4 AMBIENTI DI LAVORO: Particolarità costruttive interne ai locali di lavoro

4.1 Sono presenti infiltrazioni d'acqua in alcuni ambienti

Eliminare le infiltrazioni d'acqua, risanare dall'umidità

Edificio

4.2 L'intonaco/rivestimento delle pareti presenta buchi, fessure o è distaccato o cadente

Risanare le pareti bucate o fessurate o le parti d'intonaco distaccato o cadente

Edificio alcuni locali

5 AMBIENTI DI LAVORO: Finestre e lucernari

5.1 Le finestre non sono dotate di vetri di sicurezza

Sostituire i vetri delle finestre con vetri in materiale di sicurezza

Edificio

5.2 Le maniglie delle finestre sono mancanti o non funzionanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie rotte o mancanti

Edificio alcune finestre

6 AMBIENTI DI LAVORO: Amianto

6.1 Non sono stati forniti i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Fornire i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Edificio

7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

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DocumentodiValutazionedeiRischi

IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina50

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Edificio

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del Effettuare le misurazioni del livello del radon Edificio

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina51

livello di radon e fornire i relativi risultati.

11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

Sede-ViadeiLecci-Bracciano(RM)

1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina52

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Non è presente agli atti il certificato di agibilità e aggiornamento

Fornire la certificazione di agibilità o dichiarazione sostitutiva o effettuare i lavori per l'adeguamento alla normativa

Edificio

1.3 Non è presente agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi e aggiornamento

Fornire o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

1.5 L’edificio presenta, fessurazioni interne ed esterne e cedimenti di componenti strutturali quali muri di contenimento.

Effettuare indagini sulla staticità del fabbricato e delle sue componenti

Edificio, Strutture

1.6 Alcune vie d’esodo, e uscite di emergenza risultano inutilizzabili

Ripristinare le corrette vie d’Esodo ed

Uscite di Emergenza

Vie d’Esodo

1.7 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali disconnessione della pavimentazione, mancata manutenzione del verde e aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della pavimentazione danneggiata e di bonifica delle aree verdi

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.1 Le maniglie delle porte sono non funzionanti o mancanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie Edificio

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.3 Le porte a vetri non sono in materiale di sicurezza

Dotare le porte di vetri di sicurezza Edificio

2.4 Parte delle uscite di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico a spinta.

Curare la manutenzione delle essenze arboree eliminando pigne e ramaglie cadenti

Edificio

2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi

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DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina53

rischio scivolamento distributivi ed aree esterne

4 AMBIENTI DI LAVORO: Particolarità costruttive interne ai locali di lavoro

4.1 Sono presenti infiltrazioni d'acqua in alcuni ambienti

Eliminare le infiltrazioni d'acqua, risanare dall'umidità

Edificio

4.2 L'intonaco/rivestimento delle pareti presenta buchi, fessure o è distaccato o cadente

Risanare le pareti bucate o fessurate o le parti d'intonaco distaccato o cadente

Edificio alcuni locali

5 AMBIENTI DI LAVORO: Finestre e lucernari

5.1 Le finestre non sono dotate di vetri di sicurezza

Sostituire i vetri delle finestre con vetri in materiale di sicurezza

Edificio

5.2 Le maniglie delle finestre sono mancanti o non funzionanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie rotte o mancanti

Edificio alcune finestre

6 AMBIENTI DI LAVORO: Amianto

6.1 Non sono stati forniti i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Fornire i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Edificio

7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Edificio

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina54

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del livello di radon

Effettuare le misurazioni del livello del radon e fornire i relativi risultati.

Edificio

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina55

11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

Sede-ViadeiLecci-Bracciano(RM)-EdificioPrefabbricato

1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina56

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Non è presente agli atti il certificato di agibilità e aggiornamento

Fornire la certificazione di agibilità o dichiarazione sostitutiva o effettuare i lavori per l'adeguamento alla normativa

Edificio

1.3 Non è presente agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi e aggiornamento

Fornire o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

1.4 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali disconnessione della pavimentazione, mancata manutenzione del verde e aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della pavimentazione danneggiata e di bonifica delle aree verdi

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il rischio scivolamento

Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi distributivi ed aree esterne

7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

Page 57: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI - … GENERALE... · Documento di Valutazione dei Rischi ... 11.1 PREVENZIONE DEI RISCHI TRASVERSALI 11.2 GESTIONE DEI FORNITORI 12. PIANO DI SORVEGLIANZA

DocumentodiValutazionedeiRischi

IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina57

7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Edificio

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del livello di radon

Effettuare le misurazioni del livello del radon e fornire i relativi risultati.

Edificio

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DocumentodiValutazionedeiRischi

IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina58

11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

Sede-ViaCarloAlbertoDallaChiesa-TrevignanoRomano(RM)

1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

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DocumentodiValutazionedeiRischi

IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina59

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Non è presente agli atti il certificato di agibilità e aggiornamento

Fornire la certificazione di agibilità o dichiarazione sostitutiva o effettuare i lavori per l'adeguamento alla normativa

Edificio

1.3 Non è presente agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi e aggiornamento

Fornire o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

1.4 L’edificio presenta, fessurazioni interne ed esterne e cedimenti di componenti strutturali quali muri di contenimento.

Effettuare indagini sulla staticità del fabbricato e delle sue componenti

Edificio, Strutture

1.5 Alcune vie d’esodo, e uscite di emergenza risultano inutilizzabili

Ripristinare le corrette vie d’Esodo ed

Uscite di Emergenza

Vie d’Esodo

1.6 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali disconnessione della pavimentazione, mancata manutenzione del verde e aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della pavimentazione danneggiata e di bonifica delle aree verdi

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.1 Le maniglie delle porte sono non funzionanti o mancanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie Edificio

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.3 Le porte a vetri non sono in materiale di sicurezza

Dotare le porte di vetri di sicurezza Edificio

2.4 Parte delle uscite di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico a spinta.

Curare la manutenzione delle essenze arboree eliminando pigne e ramaglie cadenti

Edificio

2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

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DocumentodiValutazionedeiRischi

IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina60

3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il rischio scivolamento

Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi distributivi ed aree esterne

4 AMBIENTI DI LAVORO: Particolarità costruttive interne ai locali di lavoro

4.1 Sono presenti infiltrazioni d'acqua in alcuni ambienti

Eliminare le infiltrazioni d'acqua, risanare dall'umidità

Edificio

4.2 L'intonaco/rivestimento delle pareti presenta buchi, fessure o è distaccato o cadente

Risanare le pareti bucate o fessurate o le parti d'intonaco distaccato o cadente

Edificio alcuni locali

5 AMBIENTI DI LAVORO: Finestre e lucernari

5.1 Le finestre non sono dotate di vetri di sicurezza

Sostituire i vetri delle finestre con vetri in materiale di sicurezza

Edificio

5.2 Le maniglie delle finestre sono mancanti o non funzionanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie rotte o mancanti

Edificio alcune finestre

6 AMBIENTI DI LAVORO: Amianto

6.1 Non sono stati forniti i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Fornire i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Edificio

7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a

Edificio

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina61

messa a terra terra

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del livello di radon

Effettuare le misurazioni del livello del radon e fornire i relativi risultati.

Edificio

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IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri”

DVR–IstitutoComprensivo“TommasoSilvestri” Pagina62

11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

SedeViadiPisciarelli-Bracciano(RM)

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1 AMBIENTI DI LAVORO: Edificio e pertinenze esterne

1.1 L'edificio non è corredato delle planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Fornire le planimetrie con destinazione d'uso dei locali e la loro massima capienza

Edificio

1.2 Non è presente agli atti il certificato di agibilità e aggiornamento

Fornire la certificazione di agibilità o dichiarazione sostitutiva o effettuare i lavori per l'adeguamento alla normativa

Edificio

1.3 Non è presente agli atti il Certificato di Prevenzione Incendi e aggiornamento

Fornire o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

1.5 L’edificio presenta, fessurazioni interne ed esterne e cedimenti di componenti strutturali quali muri di contenimento.

Effettuare indagini sulla staticità del fabbricato e delle sue componenti

Edificio, Strutture

1.6 Alcune vie d’esodo, e uscite di emergenza risultano inutilizzabili

Ripristinare le corrette vie d’Esodo ed

Uscite di Emergenza

Vie d’Esodo

1.7 Le aree pertinenziali esterne presentano elementi di degrado quali disconnessione della pavimentazione, mancata manutenzione del verde e aree di raccolta non sicure

Effettuare inteventi di ripristino della pavimentazione danneggiata e di bonifica delle aree verdi

Aree pertinenziali

2 AMBIENTI DI LAVORO: Porte e portoni

2.1 Le maniglie delle porte sono non funzionanti o mancanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie Edificio

2.2 Le porte delle aule in tutti lungo le vie d’esodo in apertura possono colpire le persone all' esterno

Imbussolare le porte che in apertura possono colpire le persone all' esterno

Edificio

2.3 Le porte a vetri non sono in materiale di sicurezza

Dotare le porte di vetri di sicurezza Edificio

2.4 Parte delle uscite di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico a spinta.

Curare la manutenzione delle essenze arboree eliminando pigne e ramaglie cadenti

Edificio

2.5 Le uscite di emergenza hanno dislivelli esterni a ridosso della porta a spinta, manca il pianerottolo di stazionamento.

Fornire la certificazione di conformità CE o la scheda tecnica.

Edificio

3 AMBIENTI DI LAVORO: Pavimenti

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3.1 Il pavimento non antisdrucciolo, vi è il rischio scivolamento

Rendere il pavimento antiscivolo Edificio Spazi distributivi ed aree esterne

4 AMBIENTI DI LAVORO: Particolarità costruttive interne ai locali di lavoro

4.1 Sono presenti infiltrazioni d'acqua in alcuni ambienti

Eliminare le infiltrazioni d'acqua, risanare dall'umidità

Edificio

4.2 L'intonaco/rivestimento delle pareti presenta buchi, fessure o è distaccato o cadente

Risanare le pareti bucate o fessurate o le parti d'intonaco distaccato o cadente

Edificio alcuni locali

5 AMBIENTI DI LAVORO: Finestre e lucernari

5.1 Le finestre non sono dotate di vetri di sicurezza

Sostituire i vetri delle finestre con vetri in materiale di sicurezza

Edificio

5.2 Le maniglie delle finestre sono mancanti o non funzionanti

Ripristinare la funzionalità delle maniglie rotte o mancanti

Edificio alcune finestre

6 AMBIENTI DI LAVORO: Amianto

6.1 Non sono stati forniti i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Fornire i risultati del censimento dei materiali contenenti amianto

Edificio

7 IMPIANTI: Impianto elettrico, messa a terra, protezione scariche atmosferiche

7.1 Non è presente agli atti la certificazione di conformità dell' impianto elettrico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto elettrico o effettuare i relativi interventi di messa a norma.

Edificio

7.2 Non esiste agli atti la denuncia dell' impianto di messa a terra

Fornire la denuncia dell' impianto di messa a terra

Edificio

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7.3 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto di messa a terra

Edificio

7.4 Non esiste agli atti la denuncia dell'impianto contro le scariche atmosferiche, inoltre durante i lavori della scala è stato tagliato il cavo di terra delle scariche atmosferiche lungo la parete.

Fornire la denuncia dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche e ripristinare il cavo tranciato

Edificio

7.5 Non esiste agli atti la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Fornire la documentazione relativa alla verifica periodica dell'impianto contro le scariche atmosferiche

Edificio

8 IMPIANTI: Impianto Termico

8.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto termico

Fornire la relativa certificazione di conformità dell' impianto termico con relativi ed eventuali interventi di messa a norma.

Edificio

8.2 Non esiste agli atti il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Fornire il libretto di impianto della centrale termica (se > 100.000 Kcal)

Edificio

8.3 Non esiste agli atti la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Fornire la certificazione relativa all' analisi dei fumi della Centrale Termica

Edificio

8.4 L'impianto non viene regolarmente manutenuto da personale qualificato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Attivare un contratto per la manutenzione dell'impianto termico da parte di personale specializzato con il relativo rilascio delle apposite attestazioni delle verifiche

Edificio

9 IMPIANTI: Adduzione, utilizzazione e distribuzione gas

9.1 Non esiste agli atti la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas

Fornire la certificazione di conformità dell' impianto di distribuzione del gas o effettuare i lavori per l' adeguamento alla normativa

Edificio

10 RISCHI SPECIFICI: Radiazioni ionizzanti e non

10.1 Non sono state effettuate misurazione del livello di radon

Effettuare le misurazioni del livello del radon e fornire i relativi risultati.

Edificio

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11 EMERGENZE: Incendio ed esplosione

11.1 Se L'edificio ha un numero di presenze contemporanee superiore a 100 unità, non esiste agli atti il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco o SCIA

Fornire il Certificato di Prevenzione incendi o SCIA e/o adeguare l' edificio alla normativa di prevenzione incendi o effettuare i relativi interventi.

Edificio

11.2 Le manichette antincendio non sono collegate all'impianto idrico e/o l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti, non è funzionante.

Collegare le manichette antincendio ad adeguato impianto idrico e/o riparare l' autoclave dell' impianto di alimentazione degli idranti o collocare un numero adeguato di estintori carrellati.

Edificio

11.3 Gli estintori e gli altri mezzi di spegnimento non sono periodicamente manutenuti da personale qualificato

Attivare un contratto per la manutenzione periodica degli estintori e degli altri mezzi di spegnimento

Edificio (superati 6 mesi dall'ultima manutenzione)

11.4 L' edificio è dotato di impianto termico di potenza non nota o superiore a 100.000 Kcal e non risulta agli atti il relativo CPI o SCIA

Fornire il CPI dell' impianto termico se di potenza > 100.000 Kcal

Edificio

12 EMERGENZE: Evacuazione di emergenza

12.1 Le porte di emergenza non sono dotate di maniglioni antipanico

Dotare le porte di emergenza di maniglione antipanico

Atrio, Classi

6.1ESISTIDELLAVALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIO

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Seguendo l’approcciometodologico, si riportanogliesitidellavalutazionedel rischio incendioper le sedidell’IstitutoComprensivo“T.Silvestri”.Lavalutazionevieneespressa in funzionedelleattività svoltenelsito in base alle indicazioni fornite dal D.P.R. 151 del 2011, all’art. 46, comma 4 del D.Lgs. 81/08 èspecificatoche,finoall’emanazionedeidecretidicuialcomma3,continuanoadapplicarsiicriterigeneralidi sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto delMinisterodell’Interno10marzo1998.

ATTIVITA’ SOGGETTE ALLE PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI INDIVIDUATE AI SENSI DEL D.P.R.151/2011

ATTIVITA’ N° LimitidelD.P.R.151/2011

Superamentodeilimiti

NOTE

Scuolediogniordine,gradoetipo.

67 Finoa150personepresenti(alunni,insegnanti,ecc.)

SI Presenzacontemporaneadioltre350persone

Depositidicarta,cartonieassimilabiliemagazzini.

34 Caricodiincendio>59q.li.

SI Presenzadistoccaggialpianoseminterratoconcarichidiincendio

elevatiImpiantiperlaproduzionedi

calorealimentatiacombustibilesolido,liquido

egassoso

74 >116KM SI Potenzialitàtotale>116KW

Comeanticipato ilD.M.10Marzo1998definiscemetodiecriteripereffettuare lavalutazionedelrischioincendio. Alla luce delle analisi eseguite, viene riportato nella tabella che segue, il risultato dellavalutazione. Il livello di rischio assegnato al sito è fornito dalla risultante dei livelli di rischio dei singoliluoghioattivitàinternealsito.Ilivellidirischioassegnatiaisingoliluoghidelsitosidividonointreclassi:

B= Rischio basso: luoghi di lavoro o parte di essi in cui sono presenti sostanze emateriali scarsamenteinfiammabili, le lavorazioni svolte offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai, e la probabilità dipropagazionedellefiammeèlimitata.

M=Rischiomedio:luoghidilavoroopartediessiincuisonopresentisostanzeinfiammabilie/ocondizionilocalie/odieserciziochepossonofavorirelosviluppodiincendi,maneiqualilaprobabilitàdipropagazionedellefiammeèdaritenersilimitata.

E = Rischio elevato: luoghi di lavoro o parte di essi in cui, per la presenza di sostanze infiammabili e/ocondizionilocalie/odiesercizio,sussistononotevoliprobabilitàdisviluppoepropagazionedellefiamme.

ESITODELLAVALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIO

ATTIVITA’ B M E NOTEScuolediogniordine,gradoetipo.

x Vigilarecostantementesullemodalitàdigestionedelleuscitediemergenza.

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Depositidicarta,cartonieassimilabiliemagazzini

x Laqualitàdimaterialestoccatoimponel’adozionedimisurecompensativedelrischiodiincendio.E’necessarioprovvedereadunaverificadellafunzionalitàdell’eventualeimpiantodirilevazionedeifumi.

Impiantiperlaproduzionedicalorealimentatiacombustibilesolido,liquidoogassoso

x Lacentraletermicadaubicareinposizioneadeguata

Illivellodirischioglobaledelsitovieneassegnatoseguendoilprincipiosecondoilqualeun’areaarischiomaggiorepuòelevare,equindiportareallostessolivellodirischio,areearischiominore,senonvisonoidoneecompartimentazioniomisurecompensativeequivalenti.Perquantoevidenziatonellaprecedentetabellasipuòaffermarecheillivellodirischiodelsitoè:

VALUTAZIONEDELRISCHIOINCENDIONELLUOGODILAVORO

Aisensidell’art.46D.Lgs81/08edelD.M.10/03/98

RISCHIOINCENDIO

MEDIO:attivitàsoggettealcontrollodeiVV.F.

6.2LEMACCHINEELEATTREZZATUREDALAVORO

Leattrezzaturedilavoroinassenzadidisposizionilegislativeeregolamentarispecifichesonostatevalutatein conformità ai requisiti generali di sicurezza di cui all’allegato V del D.Lgs. 81/08 secondo quantomodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09.Inoltre,alfinediridurrealminimoirischiconnessiall’usodelleattrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni esecondo condizioni per le quali non sono adatte, sono state adottate adeguate misure tecniche edorganizzative, tra le quali quelle di cui all’Allegato VI del D.Lgs. 81/08, secondo quanto modificato edintegratodalD.Lgs106/09.

Perquantoriguarda l’utilizzodimacchine,utensiliedattrezzatureèstataeseguitaun’analisidei rischisuogni macchina o attrezzatura presente nei luoghi di lavoro o comunque utilizzata dai lavoratori nellosvolgimentodellepropriemansioni.Perquantoriguardal’utilizzodimacchine,utensiliedattrezzaturedalavoroil lorostatogeneraledimanutenzioneèconsideratobuono.Lemisureinattocompensanoirischi.Lemisureinprogrammaprevedonolamanutenzioneordinariae,sedelcaso,lasostituzionedeimacchinariedegliutensilisoggettiadusuraedeterioramento.

6.3ILLUMINAMENTOCOMEFATTOREDISICUREZZA

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Lavalutazionedellecondizionidiilluminamentoèstatacondottaalfinedidareunacaratterizzazionedellostato dei sistemi di illuminamento esistenti nelle sedi durante lo svolgimento dei lavori, per valutarnel’efficacia nel determinare condizioni operative tali da assicurare la sicurezza adeguata al lavoro svolto.Questo aspetto assume estrema rilevanza nel caso in cui le lavorazioni specifiche richiedano condizioniilluminotecniche particolari (condizione di lavoro al buio, o con luce rossa): in tal caso la problematicalegataallaminimizzazionedelrischiorichiedel’adozionedimisurediprevenzionespecifiche.Dall’analisideirischiperlesedisièrilevatochesonopresentipericolidientitàdegnadinotadovutiall’illuminamentoincondizioninormali.Lemisure inprogrammaprevedono lamanutenzioneordinariadell’impiantoe,sedelcaso, la sostituzione dei corpi illuminati che non assicurano un adeguato livello di illuminamento. Perquantoespostononsiritengononecessarievalutazionimaggiormentedettagliate.

6.4ATMOSFEREESPLOSIVE

IlD.Lgs.233/03,cheharecepitoinItalialadirettivaATEX2014/34inmeritoallatuteladellasaluteedellasicurezzadei lavoratoriespostial rischiodiatmosfereesplosive,èstatoassorbitodalD.lgs.81/08chehaintrodottoalTitoloXI“ProtezionedaAtmosfereEsplosive”lavalutazionedeirischielerelativemisureperla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfereesplosive. Per quanto concerne i luoghi di lavoro dell’Istituto Comprensivo “T. Silvestri”, non sono statiindividuati luoghi che rientrano nella classificazione di Polveri Combustibili, ed alla norma CEI 31-30 erelativaguidaCEI31-35,perquantoriguardalapresenzadigas.

EsitidellavalutazionedelRischioAtmosfereEsplosive

AisensidelTITOLOXICAPIart.290D.Lgs.81/08

ZONEDILAVORO ESITODELLAVALUTAZIONEtutte Nessunrischiodiformazionediatmosfereesplosive

Nonsiritengononecessariepertantovalutazioniulteriormentedettagliate.

6.5LAVALUTAZIONEDEIRISCHIDINATURAELETTRICA

Fermerestandoledisposizionilegislativeeregolamentaridirecepimentodelledirettivecomunitarie,perlavalutazione dei rischi derivanti dall’utilizzo di apparecchiature elettriche nelle sedi, sono state adottatetuttelemisurenecessarieaffinchéimateriali,leapparecchiatureegliimpiantielettricimessiadisposizionedei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e manutenuti in modo da salvaguardare ilavoratoridatuttiirischidinaturaelettricaedinparticolarequelliderivantida:

a) contattielettricidiretti;b) contattielettriciindiretti;c) innescoepropagazionediincendiediustionidovutiasovratemperaturepericolose,archielettrici

eradiazioni;d) innescodiesplosioni;e) fulminazionedirettaedindiretta;f) sovratensioni.

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Le procedure di uso e manutenzione delle apparecchiature elettriche prevedono il rispetto delledisposizioni legislative vigenti e, per gli utenti, delle indicazioni contenute nei manuali d’uso emanutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicatenelle normedi buona tecnica contenutenell’allegato IX delD.lgs. 81/08, secondoquantomodificatodalD.Lgs.106/09.

Lavalutazionedeirischihatenutoconto:

a) dellecondizionielecaratteristichespecifichedellavoro,ivicompreseeventualiinterferenze;b) deirischipresentinell’ambientedilavoro;c) dituttelecondizionidiesercizioprevedibili.

Per quanto esposto si può affermare che dovrà essere programmato un aggiornamento completo degliimpianti. Lemisurediprogramma,data lapericolosità intrinsecadella correnteelettrica,prevedonounapermanenteverificadiimpiantiedattrezzaturealfinediteneresottocontrollotalefattoredirischio.Ognianomalia verrà segnalata tempestivamente al servizio di prevenzione e protezione per individuaretempestivamentelemisuredaattuareperilcontenimentodelrischio.Nonsonostatiindividuatilavoratoriespostiarischioggettodellavalutazioneaisensidell’art.28,comma2,lett.(f.

EsitidellavalutazionedelRischioElettrico

AisensidelTITOLOIII,art.80delD.Lgs.81/08es.m.i.,pertuttelesedi

RISCHIO LIVELLODIRISCHIO Misurediprevenzioneeprotezione

Elettrocuzionepercontatto

diretto

BASSO Normecomportamentaliperilcorrettoutilizzodegliimpianti

elettriciElettrocuzionepercontatto

indiretto

BASSO

Innescoepropagazionediincendiediustionidovutea

sovratemperaturepericolose

BASSO

Sovratensioni

BASSO

6.6VALUTAZIONEDEIRISCHIINLUOGHISOSPETTIDIINQUINAMENTOOAMBIENTICONFINATI

Leattivitàdasvolgereall’internodiluoghisospettidiinquinamentooambienticonfinatisonostateoggettodi particolare attenzione da parte del legislatore, soprattutto a valle dei molteplici incidenti mortaliavvenutidirecente.Leattivitàovetalerischioèdavalutareinmodospecificosonoelencatenell’allegatoIV,punto3,delD.lgs.81/08,cuirimandanogliart.66e121deldecretocitato.Inparticolare,intaliattivitàtrovaapplicazioneildecretodelPresidentedellaRepubblicadel14settembre2011n.177:“Regolamentorecantenormeper laquantificazionedelle impresedei lavoratoriautonomioperanti inambiti sospettidi

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inquinamento o confinanti, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g) del decreto legislativo 9 Aprile2008, n. 81”. Per “ambiente confinato” si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitateaperturediaccessoedaunaventilazionenaturalesfavorevole,incuipuòverificarsiuneventoincidentaleimportante,chepuòportareaduninfortuniograveomortale,inpresenzadiagentichimicipericolosi(adesempiogas,vapori,polveri).Alcuniambienticonfinatisonofacilmenteidentificabilicometali,inquantolalimitazione legataalleaperturediaccessoeallaventilazionesonobenevidentie/o lapresenzadiagentichimicipericolosiènota.

Fraessisipossonocitare:

-serbatoidistoccaggio,

-silos,

-recipientidireazione,

-fogne,

-fossebiologiche.

Altri ambienti ad un primo esame superficiale potrebbero non apparire come confinati. In particolaricircostanze, legate alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa o ad influenze provenientidall’ambientecircostante,essipossonoinvececonfigurarsicometalierivelarsialtrettantoinsidiosi.

E’ilcasoadesempiodi:

-camereconaperturainalto,

-vasche,

-depuratori,

-cameredicombustionenellefornaciesimili,

-canalizzazionivarie,

-camerenonventilateoscarsamenteventilate.

Naturalmentegliesempicitatinonvoglionoessereesaustividegli infiniti casi chepossonoverificarsima,oltrea rappresentare la casisticapiù frequentediambiti in cuiavvengonogli eventi incidentali, voglionocostruire un invito alla riflessione e alla cautela ogni volta che si devono eseguire dei lavori in ambientisimili. Inquesti casi, infatti, lavalutazionedei rischideveconsiderareanche tutti ipericolie le situazioniche,inambientinonconfinati,nongenererebberorischisignificativi.

Iprincipalirischiassociatiallapresenzadiagentichimiciaerodispersipericolosi(ades.:gas,vapori,polveri)inambienticonfinatisonoessenzialmente:

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a) Rischio di asfissia (ovvero mancanza di ossigeno) a causa di permanenzaprolungata/sovraffollamentoconscarsoricambiodiaria;

b) Reazionechimichediossidoriduzionedisostanze(adesempiocombustioneconrilasciodianidridecarbonica,diammoniaca,diacidocianidrico,diacidosolfidrico);

c) Rischio di avvelenamento per inalazione o per contatto epidermico (ad esempio, residui inrecipienti di stoccaggio o trasporto di gas) o per sviluppo di sostanze (ad esempio, rilascio dimonossidodicarbonio).

Perquantoconcernegli ambientidell’IstitutoComprensivo“T. Silvestri”non sonostati individuati luoghisospettidiinquinamentooambienticonfinati.

EsitidellavalutazionedelRischioinluoghisospettidiinquinamentooambienticonfinati

AisensidelTITOLOII,art.66delD.Lgs.81/08es.m.i.pertuttelesedi

ZONEDILAVORO ESITODELLAVALUTAZIONEtutte Assentiluoghisospettidiinquinamentooambienticonfinati

7.LAVALUTAZIONEDEIRISCHIPERLASALUTE

Lavalutazionedei rischi igienisticièstataarticolatasu tutto lospettrodeipossibiliagentichimici, fisiciebiologici.

7.1LAMOVIMENTAZIONEMANUALEDEICARICHI

Per quanto riguarda lamovimentazionemanuale dei carichi, sono state effettuate apposite indagini pervalutare la presenza di situazioni nelle quali i pesi o le dimensioni dei carichi o le situazioni nelle qualiavviene la movimentazione siano da considerarsi “a rischio”, tenuto conto delle indicazioni di leggecontenutenelTitoloVIenell’allegatoXXXIIIdelD.Lgs.81/08.

Lavalutazionehadunquetenutocontodituttiglielementievidenziatinelcitatoallegatoedinparticolare:

-lecaratteristichedelcaricoinmovimento;

-losforzorichiesto;

-lecaratteristichedell’ambientedilavoro;

-particolariesigenzeconnesseconl’attività.

Sonostateovviamentepresiinconsiderazioneifattoridirischioquali:

-inidoneitàfisicaasvolgerelavoridifaticatenendocontodelledifferenzedigenereedietà;

-indumenti,calzatureeaspettispecificidegliindividui;

-livellodiformazioneedaddestramento.

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Dall’analisideifattorinonsievidenzianosituazionidiparticolarerilievonelleoperazionieseguiteall’internodei luoghidi lavoro.Lemisurediprevenzioneeprotezioneinattocompensanopienamenteirischi.NellemisurediprogrammaèprevistalaconsultazionedelRSPPinsenoadogninuovalavorazioneintrodottaead ogni variazione circa procedure, macchinari e materiali. E’ bene specificare che raramente i pesimovimentatisuperanoilpesodi5kgedancheintalcasolafrequenzaèbeninferiorea10attiognioraetanto meno si superano i 30 atti in una giornata lavorativa. Il calcolo derivante da questi dati, che sitralasciaperfacilitàdilettura,portaadunindicedirischioassolutamenteirrilevante.

7.2USODIATTREZZATUREMUNITEDIVIDEOTERMINALI

Ipostidilavoroconattrezzaturemunitedivideoterminalisonostatianalizzaticonparticolareriguardo:

-arischiperlavistaepergliocchi;

-aiproblemilegatiallaposturaedall’affaticamentofisicoementale;

-allecondizioniergonomicheediigieneambientale.

Alfinediverificarecheognipostazionepossiedairequisitiminimidicuiall’allegatoXXXIVdelD.Lgs.81/08ed adottaremisure appropriate atte ad ovviare ai problemi eventualmente riscontrati, alla verifica dellapostazione VDT seguirà l’azione di censimento delle persone addette all’attività propria divideoterminalista. Per la chiarezza e l’uniformità dell’analisi delle situazioni analizzate, i lavoratori chefannouso,nellaloroattività,didispositivimunitidivideoterminalesonostatipreventivamenteclassificatinelleseguenticategorie:

a) l’addetto usa l’attrezzatura munita di videoterminale saltuariamente, e comunque per tempisicuramenteinferioria20ore/settimana,dedottelepaureprevistedallanormativa;

b) l’addetto usa l’attrezzaturamunita di videoterminale inmodo sistematico o abituale, per tempisicuramente inferiori alle 20 ore/ settimana, dedotte le pause previste dalla normativa. Il limitetemporale delle 20 ore di lavoro consecutivo può occasionalmente essere superato per breviperiodo o comunque poco significativi se rapportati all’intera attività svolta (in questa classerientrano anche quegli addetti che operano al VDT anche per periodi superiori alle 4 h/g macomunqueinmodononcontinuativo);

c) l’addettousal’attrezzaturamunitadivideoterminaleinmodosistematicooabituale,pertempiinmediasuperioria20ore/settimanacontinuative,dedottelepauseprevistedall’art.175delD.Lgs.81/08definitedallacontrattazionecollettivae/oaziendale.I videoterminalisti propriamente detti, cioè individuati dalla normativa, sono quei lavoratori cherientrano nell’ultima categoria e che sono sottoposti alla formazione sui rischi specifici e allasorveglianzasanitaria.

Dall’analisieffettuatasulleattivitàdi lavoroalvideoterminaleedairischiedessaconnessinonemergonosituazioni di elevata gravità, in quanto pur se presenti sistemi informatici nella struttura, essi vengonoutilizzati in modo sistematico o abituale per meno di 20 ore/settimana. Si sottolinea come questa

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valutazione sarà oggetto di revisione, in caso dimodifica delle fasi di lavoro o di aumento del tempodiutilizzodelvideoterminale.

ValutazionedeiRischidaVideoterminale

AisensidelTITOLOVII,CAPII,art.,174D.Lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO LavoroalVideoterminale MisurediPrevenzioneeProtezionepreviste

tutti Nonespostiarischio

7.3LAVALUTAZIONEDELRISCHIDIESPOSIZINEADAGENTIFISICI

7.3.1RUMORE

Perquantoriguardataleproblematicanonsièritenutoopportunoeseguireapprofondimentistrumentale(indagini fonometristiche ai sensi del Titolo VIII, Capo II, del D.Lgs. 81/08. Dalla valutazione del rischioeseguita non emergono situazioni degne di approfondimento. E’ ragionevole concludere che il livello diesposizionedelpersonalenonraggiungeinnessuncasoilvaloreinferiorediazionedefinitodalTitoloVIIIdelD.Lgs81/08:

LEX,8h<80dB(A)

Lanaturael’entitàdeirischidiesposizionedeilavoratoridell’IstitutoTecnicoComprensivo“T.Silvestri”non rendono necessaria un’ulteriore valutazione maggiormente dettagliata in conformità a quantodispostodall’art.181,comma3delD.Lgs.81/08.

EsitidellaValutazionedelRischiodaesposizionealRumore

TitoloVIII,CAPII,art.190D.Lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO RUMOREEsposizione

gionaliera/settimanale

RUMOREPicco

Tutti NessunaesposizionesignificativaasorgentidirumorerilevantiValoridiriferimentonormativo Valore<80dB

Valore>85dBValorelimite87dB

Valore<135dBValore>137dB

Valorelimite140dB

7.3.2VIBRAZIONIMECCANICHE

Il Titolo VIII, Capo III del D.Lgs 81/08 che ha incorporato il D.Lgs. 187/05 (attuazione delle direttive2001/33/CEsulleprescrizioniminimedisicurezzaedisaluterelativeall’esposizionedeilavoratoriairischiderivantidavibrazionimeccaniche)impone,all’art.202,alDatorediLavorodieffettuarelavalutazionedel

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rischiodiesposizionedeilavoratoriallevibrazionimeccaniche.IlDecretohaintrodottoalcuniparametriespecificimetodidatenerindebitaconsiderazionequalorailciclodilavoroevidenzitalerischio.

Nell’ambitodell’attività in esame sono stateprese in considerazionequellemacchineed attrezzaturedalavorochepossonocomportareunrischiodavibrazionimeccanicheperglioperatori.

Valorilimitediesposizioneavalorid’azione

L’art.201delD.lgs.81/08definisce iseguentivaloridiesposizioneevaloridiazione. Inparticolareper levibrazionitrasmessealsistemamano-braccio:

a) ilvalorediesposizionegiornaliero,normalizzatoaunperiododiriferimentodi8ore,èfissatoa5m/s”;mentresuperiodibrevièparia20m/s”;

b) il valore d’azione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattarel’azione,èfissatoa2,5m/s’’

Mentreperlevibrazionitrasmessealcorpointero:

a) ilvalore limitediesposizionegiornaliero,normalizzatoaunperiododiriferimentodi8ore,èfissatoa1,0m/s”;mentresuperiodibrevièparia1,5m/s’’;

b) ilvalored’azionegiornaliero,normalizzatoaunperiododiriferimentodi8ore,èfissatoa0,5m/s”.

Esaminandoilciclodilavorosidesumecheivalorigiornaliericuisonoespostiilavoratoriperl’utilizzodelleattrezzature da lavoro, sono inferiori sia ai valori limite si esposizione che ai valori di azione giornalierasopra indicati. In particolare, nell’attività in esame non vengono utilizzate macchine ed attrezzature dalavoro che producono vibrazionimeccaniche al corpo intero o al sistemamano braccio. Si può pertantoconcludereche,pernessungruppoomogeneodilavoratorivisonodeirischidavibrazionimeccanichetalidafarprevedereunospecificoprotocollodisorveglianzasanitaria.

La natura e l’entità dei rischi di esposizione dei lavoratori dell’Istituto Comprensivo “T. Silvestri” nonrendono necessaria un’ulteriore valutazione maggiormente dettagliata in conformità a quanto dispostodall’art.181,comma3delD.Lgs.81/08.

EsitidellavalutazionedelRischiodiesposizioneaVibrazioniMeccaniche

AisensidelTITOLOVIII,CAPIII,art.202D.Lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO VIBRAZIONIMano-braccio

VIBRAZIONICorpointero

Tutti Nessunaesposizionesignificativaasorgentidivibrazionerilevanti

Valoridiriferimentonormativo Valorediazionegiornaliero2,5m/s”Valorelimitediesposizionegiorn.5,9m/s”Limitesulbreveperiodo20,9m/s”

Valorediazionegiornaliero0,5m/s”Valorelimitediesposizionegior.1,0

m/s”Limitesulbreveperiodo1,5m/s”

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7.3.3.ILRISCHIODIESPOSIZIONEAICAMPIELETTROMAGNETICI

Il Titolo VIV del D.Lgs 81/08 ha incorporato la LeggeQuadro sulla protezione dalle esposizioni a campi,magneticiedelettromagnetici.Lalegge36del22/02/2001(edidueD.P.C.M.08/07/2000e29/08/2003daessa derivanti), definisce le misure da attuare per la protezione di tutta la popolazione dai rischi diesposizione a CEM. La direttiva 2004/40/CE focalizza l’attenzione sull’esposizione dei lavoratori ed inparticolare,individualeprescrizioniminimedisicurezzaedisaluterelativeall’esposizionedeilavoratoriairischiderivantidaicampielettromagneticiconfrequenzeda0Hza300GHzduranteil lavoro.Ladirettivanon riguarda effetti sulla salute derivanti da lunghi tempi di esposizione,ma solo ed esclusivamente glieffetti immediati derivanti dalla circolazione nel corpo umano di correnti indotte e dall’assorbimento dienergia, nonché da correnti di contatto. Nel processo di valutazione dei rischi, al fine di individuareeventuali misure di prevenzione e protezione da intraprendere, in termini di minimizzazionedell’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici, è stato attentamente analizzato l’ambito diapplicazionedefinitodalD.Lgs.81/08,secondoleseguentidefinizioni:

a) valori limite di esposizione: limiti all’esposizione a campi elettromagnetici che sono basatidirettamentesuglieffetti sulla saluteaccertatie suconsiderazionibiologiche. Il rispettodiquestilimiti garantisce che i lavoratori esposti ai campi elettromagnetici sono protetti contro tutti glieffetti nocivi a breve termine per la salute conosciuti. Per l’individuazione di tali valori si fariferimentoallatabella1,allegatoXXXVIlett.a)delD.Lgs.81/08;

b) valori di azione: l’entità dei parametri direttamentemisurabili, espressi in termini di intensità dicampoelettrico(E),intensitàdicampomagnetico(H),induzionemagnetica(B)edensitàdipotenza(S), che determina l’obbligo di adottare una o più delle misure specifiche nel presente capo. Ilrispetto di questi valori assicura il rispetto dei pertinenti valori limite di esposizione. Perl’individuazioneditalivalorisifariferimentoallatabella2,allegatoXXXVI,lett.b)delD.Lgs.81/08.Adifferenzadeglialtriagenti fisici,per iqualièpossibiledefinire livellidiazionievalori limitediesposizione in funzione di valori assoluti di grandezze fisiche, nel campo delle radiazionielettromagnetiche la natura, e quindi il limite di esposizione, varia in funzione della frequenzadell’ondaedeltipodiesposizione.Diconseguenza,lavalutazionedelrischiodeveprevedere,casoper caso, l’analisi di tutti i fattori che concorrono nell’esposizione del lavoratore. In ogni caso laminimizzazione dell’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dai campi elettromagnetici siconsegueattraverso:a) lariduzionedeirischiallafonte;b) lamanutenzioneprogrammatadegliapparaticheespongonoaradiazionielettromagnetiche;c) l’adozionedispecifichemisuretecnichediprevenzione(segnaletica,delimitazione,ecc).

Importantesottolinearecome laDirettiva2004/40/CE,adifferenzadelledirettiverecepite inrelazioneairischidiesposizionealrumoreedallevibrazionimeccaniche,incuilasorveglianzasanitariaèobbligatoriaalsuperamentodeivaloridiazione,nellaprevenzionedaesposizioneacampielettromagnetici,nonimpostala sorveglianza sanitaria come obbligatoria,ma tale azione può essere ritenuta consigliabile ai fini dellaprevenzione e diagnosi precoce di qualunque effetto per la salute imputabile all’esposizione a campi

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elettromagnetici.IlDatoredilavoroedilMedicoCompetentedovrannoadattarelemisurediprevenzioneperlariduzionedelrischio,conparticolareriguardoaparticolaricategorie,qualiiportatoridipace-makero di dispositivimedici impiantati. In ogni caso, per la valutazione di tale fattore di rischio è quantomaiindispensabile lacollaborazionetra ilResponsabiledelServiziodiProtezioneePrevenzioneedelMedicoCompetente.

Dall’analisi effettuata si evince che il personale è esposto a un livello di esposizione a campielettromagnetici (CEM) assimilabile al resto della popolazione. Esso infatti è essenzialmente correlatoall’usoditelefonicellulari.

EsitidellavalutazioneRischioEsposizioneaCampiElettromagnetici

AisensidelTITOLOVIII,CAPIV,art.209delD.Lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO ESITODELLAVALUTAZIONETutti Nessunaesposizionesignificativaacampi

elettromagnetici

La natura e l’entità dei rischi di esposizione dei lavoratori dell’Istituto Comprensivo “T. Silvestri” nonrendono necessaria un’ulteriore valutazione maggiormente dettagliata in conformità a quanto dispostodall’art.181,comma3delD.Lgs.81/08).

7.3.4ILRISCHIODIESPOSIZIONEARADIAZIONIOTTICHEARTIFICIALI

Leradiazioniottichepossonoessereprodottesiadafontinaturalicheartificiali.Lasorgentenaturalepereccellenza è il sole. Le sorgenti artificiali, invece, possono essere di diversi tipi, a seconda del principalespettrodiemissioneeasecondadeltipodifascioemesso(coerenteoincoerente).Perquantoriguardalospettrodiemissione,oltreall’ampiagammadi lampadeper l’illuminazionecheemettonoprincipalmentenelvisibile,esistonolampadeadUVCperlasterilizzazione,adUVB-UVAperl’abbronzaturaelafototerapia,adUVAper lapolimerizzazioneoadIRA_IRBper ilriscaldamento.Tutte leprecedenti lampadeemettonoluce di tipo incoerente,mentre nel caso di laser, si è in presenza di sorgentimonocromatiche (una solalunghezzad’onda),confasciodielevatadensitàdienergia,altamentedirezionalie,appunto,coerenti.Lapossibilità di focalizzare un fascio di questo tipo anche a grandi distanze impone una certa cautelanell’utilizzodeilasere,inmolticasi,l‘obbligodiadeguatemisurediprotezionepercolorochenepossonovenire a contatto. Da qui la necessità di suddividere i laser in 4 classi, che vanno dalla classe 2 in cui èpericolosa l’osservazione prolungata e diretta del fascio, alla classe 4, in cui è pericolosa anchel’osservazionedellalucediffusadaunoschermo.

I principali rischi per l’uomo derivanti da un’eccessiva esposizione a radiazioni ottiche riguardanoessenzialmente due organi bersaglio, l’occhio in tutte le sue parti (cornea, cristallino e retina) e la cute.Comeperleradiazioni ionizzanti, idanniprocuratiataliorganipossonoavereunbenprecisorapportodicausa-effetto,cioèèpossibilestimareunadosesogliaaffinchéildannosimanifesti(effettodeterministico),oppure può non esserci una correlazione tra causa ed effetto ed allora si parla di effetto scolastico.Secondo le indicazioni contenute nella “Non – Binding Guide to the Artificial Radiation Directive

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2006/25/EC”predispostadallaHealthProtectionAgency,lesorgentiROAdellatabellariportatadiseguitosonoclassificabilicomesorgenti“scure”,talicioèdagenerareunrischiodaesposizioneaROAirrilevanteper la salute e bassoper la sicurezza e pertanto esenti dalla necessità di una valutazionedel rischio piùdettagliata.

TipologiaROA Apparecchio/impianto rischio Provvedimentidaadottarepereliminare/ridurreilrischio

Necessitàdisorveglianzasanitaria

Laserclasse2 Fotocopiatrici,scanner Nonsignificativo

Apporreidoneacartellonisticadirischiovisibiledagliutilizzatori,

tenerechiusolsportellosuperioredurantelafasedi

scansione,idoneainformazionedegliaddetti

NO

Laserclasse2 Puntatorilaserutilizzatiperla

docenza

Nonsignificativo

Evitarediguardaredirettamenteilfasciodiluceedevitaredi

indirizzarloversogliocchidellepersone

No

Laserclasse1 LettorilaserCD/DVD Nonsignificativo

Evitaredirimuovereprotezioniintegrateneidispositivialcui

internosonoinseritelesorgentiinoggetto

NO

UV Corpiilluminantiperusoufficio,monitordeicomputerei

display,lelampadeeicartellidisegnalazione

luminosa

Nonsignificativo

Utilizzarelelampadefluorescentiasoffittocondiffusorieinmancanzadiquestiultimi

utilizzarelampadeconlivellidiilluminamentodilavoro660lux;

NO

UV Videoproiettori Nonsignificativo

Evitarediguardaredirettamenteilfasciodilucedeivideoproiettori

NO

L’art.216delD.Lgs.81/08prevedechenell’ambitodellavalutazionedeirischi ildatoredi lavorovalutaequando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti ilavoratori.Lemisurazionistrumentalirichiestesonogeneralmentemoltocostose,siainterminieconomiciche di tempo pertanto, come prima cosa, occorre verificare se ci siano i presupposti per eseguire unavalutazionesenzamisurazioni.Ilprimopassoconsistenell’analizzarelesorgentipresentinelluogodilavoropervalutarese rientranotra lesorgenti“giustificabili”o“nongiustificabili”.Sidefinisconogiustificabili leR.O.A.lacuiesposizionenonprovocarischiallasaluteoallasicurezza.

Perquestesorgentinonènecessarioprocedereadunavalutazioneapprofondita.

Inparticolaresonoconsideratesorgentigiustificabili:

-leapparecchiatureclassificatedicategoriaOsecondolostandardUNIEN12198:2009

-lelampadeoisistemidilampadeclassificatecomeesentisecondolanormaCEIEN62471:2009

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-lesorgentilaserclassificatediclasse1o2secondolostandardIEC60825-1

Siriporta,atitolodiesempio,unelencononesaustivodisorgentigiustificabili:

-Monitor

-Display

-Fotocopiatrici

-Lampadeperilluminazione

-Cartellidisegnalazione

Perquantoriguardataleproblematicanonsièritenutoopportunoeseguireapprofondimentistrumentali.Dallavalutazionedel rischioeseguitanonemergonosituazionidegnediapprofondimento.E’ ragionevoleconcludere che il livello di esposizione del personale non raggiunga in nessun caso il valore limite diesposizione previsto dal Titolo VIII del D.Lgs 81/08. Per quanto sopra, la natura e l’entità dei rischi diesposizionedei lavoratoridell’IstitutoComprensivo“T.Silvestri”nonevidenzialanecessitàdiun’ulteriorevalutazionemaggiormente dettagliata in conformità a quanto disposto dall’art. 181, comma 3 del D.Lgs81/08.

EsitidellaValutazioneRischioEsposizioneaRadiazioniotticheArtificiali

AisensidelTITOLOVII,CAPV,art.216D.Lgs.81/2008

Gruppoomogeneo Tipodisorgente Tipodiradiazione Tipoesposizione rischioImpiegati,

amministrativi,assistenti,tecnici,

docenti

Giustificabile(stampanti,monitor,

fotocopiatrici)

VIS quotidiana irrilevante

ausiliari Nessunaesposizione

7.4.1GLIAGENTICHIMICI

Dall’analisideirischisièrilevatochenonsonopresentipericolidientitàdegnadiapprofondimentidovutiall’utilizzodi sostanzechimicheper leattivitàsvolte.Ancheperquanto riguarda i rischi per la sicurezza,derivanti dalle modalità di immagazzinamento, manipolazione e trasporto di prodotti chimici, si puòaffermarechenonvisonopericoliperlasicurezzatalidafarprevederel’insorgenzadisituazionidirischioancheincasodiemergenza.Ciònonostante,aisensidell’art.224,comma2delD.Lgs81/08sipuòritenereche, per i gruppi omogenei di lavoratori individuati in azienda, il rischio chimico può classificarsi comeindiatonellatabelladiseguitoriportata:

EsitodellavalutazionedelRischioChimico

AisensidelTITOLOIX,CAPI,art.223delD.Lgs.81/2008

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GRUPPOOMOGENEO RISCHIOPERLASALUTE RISCHIOPERLASICUREZZATUTTI IRRILEVANTE BASSO

Data l’estremarilevanzadi taleproblematica,si imponeun’analisipermanentedellasituazionemirataadaccertareche,inognicaso,irischiderivantidaagentichimicipericolosisianoassentiocomunqueridottialminimo, mediante l’attuazione sistematica delle misure generali di prevenzione di cui all’art. 15 e 224,comma1delD.Lgs81/08.Perquantoesposto, si puòaffermare che lanaturadei rischi connessi congliagenti chimici pericolosi all’interno dell’istituto non rendono necessaria un’ulteriore valutazionemaggiormentedettagliata.

7.4.2GLIAGENTICANCEROGENIEMUTAGENI

Il Titolo IX,Capo II delD.Lgs81/08 regolamenta le attivitànellequali i lavoratori sonoopossonoessereesposti ad agenti cancerogeni. In particolare, nell’allegato XLII sono riportate le attività lavorative checomportanolapresenzadisostanzeopreparaticancerogeniomutageniodiprocessiindustriali.L’allegatoXLIIriportavavalorilimitediesposizioneprofessionaleadalcunesostanzecancerogene.Ildatoredilavorodeve innanzitutto effettuare la valutazione dell’esposizione dei lavoratori agli agenti cancerogeni emutagenidalmomentoche,pertaliagenti,esisteilfondatosospettochenonsiaidentificabileunasogliadiesposizione al di sotto della quale si possa ritenere ragionevolmente che il rischio sia statisticamenteaccettabile.

Lavalutazionedell’esposizionevieneeffettuatainmodospecificoneiseguenticasi:

a) leattivitàlavorativechecomportanolapresenzadisostanzeopreparaticancerogeniomutageniodi processi industriali di cui all’allegato XLII con indicazione deimotivi per i quali sono impiegatiagenticancerogeni;

b) iquantitatividisostanzeovveropreparaticancerogeniomutageniprodottiovveroutilizzati,ovveropresenticomeimpuritàosottoprodotti;

c) Ilnumerodilavoratoriespostiovveropotenzialmenteespostiadagenticancerogeniomutageni;d) l’esposizionedeisuddettilavoratoriovenotaeilgradodellastessa;e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale

utilizzati;f) leindaginisvolteperlapossibilesostituzionedegliagenticancerogenielesostanzeedipreparati

eventualmenteutilizzaticomesostituti.

Lavalutazioneprendeinconsiderazioneinoltre:

-caratteristiche,durataefrequenzadellelavorazioni;-quantitatividiagenticancerogeniomutageniprodottioutilizzati, loroconcentrazioniecapacitàdi penetrazione nell’organismo umano per le diverse vie di assorbimento ( anche in relazione allorostatodiaggregazionee,qualoraallostatosolido,seinmassacompattaoinscaglieoinformapolverulente e se o meno contenuti in una matrice solida che ne riduce o ne impedisce lafuoriuscita).

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Dall’analisi delle attività e delle sostanze impiegate dal personale dell’Istituto non si è attualmenteindividuatanessunasostanzacancerogenaomutagena,siacomesostanzedirettamentepresentiall’internodelciclodilavoro(materieprimeutilizzate),siacomesostanzechesiproduconoochesipossonoliberaredurantelelavorazioni.

EstidellaverificadelrischiodiesposizioneadagentiCancerogenieMutageni

AisensodelTITOLOIX,CAPII,art.236D.Lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO ESITODELLAVALUTAZIONETUTTI Nessunaesposizioneaagenticancerogenio

mutageni

7.4.3PROTEZIONEDAIRISCHICONNESSIALL’ESPOSIZIONEADAMIANTO

IlTitoloIX,CapoIIIdelD.Lgs81/08,fattesalvelespecifichedisposizionidicuiallaleggen.157/1992es.m.i,regolamenta le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti a Materiali Contenentiamianto (MCA). Le principali attività oggetto di valutazione sono quelle che prevedono manutenzione,rimozione, smaltimento e trattamenti dei rifiuti, bonifica delle aree interessate da MCA. Prima diintraprendere lavori di demolizione o di manutenzione, devono essere adottate, anche chiedendoinformazioniaiproprietarideilocali,tuttelemisurenecessarievolteadindividuarelapresenzadimaterialiapotenzialecontenutod’amianto.

EsitidellaValutazionedelRischiodiesposizioneadAmianto

AisensidelTITOLOIX,CAPIII,ART.248delD.lgs81/08

GRUPPOOMOGENEO ESITODELLAVALUTAZIONETUTTI Nessunaesposizioneaagenticancerogenio

mutageni

Intuttiqueicasiincuivièilminimodubbiodimanipolazionedimaterialicontenentiamianto(MCA)sidovràdarepienaattuazioneaquantodispostodaltitoloIX,CapoIIdelD.Lgs81/08.

7.4.4.IRISCHIDAFUMOPASSIVO

La circolareMinisteriale della Salute del 17/12/2004, recante indicazioni interpretative sull’art. 51 dellalegge 16/01/2003, sulla tutela della salute dei non fumatori, ha specificato che “per luoghi aperti alpubblicoedutenti sonoda intendereanche i luoghidi lavoroprivati”,dandocosìmassimaestensionealdivietodifumo.Peri luoghidilavoro,dunque,riconoscendocomerischioperlasaluteilfumopassivo,lacircolare riconduce l’obbligodiadeguamentoallepiùgeneralidisposizioni introdottedalD.Lgs.81/08.Leconsiderazioni che seguono scaturiscono dalla valutazione effettuata nei luoghi di lavoro all’interno deiqualiilDatoredilavorodovràpromuovereunaseriediazionialfinedigarantireinognimodoilrispettoelatuteladellasalute.

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Siprevedecheilocaliriservatiaifumatorineglieserciziapertialpubblicooprivati,ecomunqueiluoghidilavoroingenerale,dovrannoessereesplicitamentecontrassegnatidaidoneacartellonisticaeseparaticonparetifisichefissedaquelliincuinonèpossibilefumare;lecaratteristichetecnicheditalilocalidovrannorispondere a quanto disposto dal D.P.C.M. 27/12/03 e se ciò non è possibile, il divieto di fumo saràassoluto. All’interno dei luoghi di lavoro Istituto Comprensivo “T. Silvestri” non emergono situazioni dielevatagravità in relazioneai rischidescritti. Lemisurediprogrammaprevedono l’apposizionedi idoneacartellonisticae laprogrammazionediunasessioneformativaper ilpersonale,al finedisensibilizzarlo inmeritoataleproblematica.

7.4.5GLIAGENTIBIOLOGICI

I controllie la stesuradelleprocedureper il contenimentodel rischiobiologicosonostatieffettuati sullabasedi lineeguidaestandard internazionaliesecondoquantodispostodallavigentenormativa(TitoloX“Esposizione ad agenti biologici” del D.Lgs. 81/08), integrata con le disposizioni emanate dall’istitutoSuperiorediSanità(ISS)edalMinisterodellaSanità.IlD.Lgs.81/08(art.268)ripartiscegliagentibiologicineiseguentiquattrogruppiasecondadelrischiodiinterferenze:

a) Agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causaremalattie insoggettiumani;

b) Agentebiologicodelgruppo2:unagentechepuòcausaremalattieinsoggettiumaniesostituireunrischioperilavoratori;èpocoprobabilechesipropaghinellacomunità;sonodinormadisponibiliefficacimisureprofilatticheterapeutiche;

c) Agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani ecostituisceunseriorischioperilavoratori;l’agentebiologicopuòpropagarsinellacomunità,madinormasonodisponibiliefficacimisureprofilatticheterapeutiche;

d) Agentebiologicodeltipo4:unagentebiologicochepuòprovocaremalattiegraviinsoggettiumani,costituisceunseriorischioperilavoratoriepuòpresentareunelevatorischiodipropagazionenellacomunità;nonsonodisponibilidinorma,efficacimisureprofilatticheoterapeutiche.L’allegatoXLVIdelD.Lgs81/08riportal’elencodegliagentibiologiciclassificatineigruppi2,3e4.

Nell’elenco delle attività con rischio potenziale di esposizione non vengono incluse le attività tipo uffici,magazzini, ecc. , in quanto il possibile contagio dei lavoratori non costituisce rischio sistematico, ma èlegatoallaoccasionalepresenzanellacomunitàdisoggettiportatoridiagentipatogeni.L’attivitàinesamenonpermettediannoverarefraleattivitàsvoltealcunafasedilavoroassimilabileaquelleriportateatitoloesemplificativonell’allegatoXLIVdelD.Lgs81/08.Pertantoper i lavoratoridell’Istitutononviè rischiodiesposizioneadagentibiologici.Adognimodo,vista l’importanzadellaproblematica, si ritienenecessariaun’analisipermanentedellasituazione.

EsitidellaValutazionedelRischioBiologico

AisensidelTITOLOX,art.271D.lgs.81/08

GRUPPOOMOGENEO ESITODELLAVALUTAZIONETUTTI Nessunaesposizioneaagenticancerogenio

mutageni

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7.5LAVALUTAZIONEDELCOMFORTDEGLIAMBIENTIDILAVORO

7.5.1ILCOMFORTMICROCLIMATICO

Perleanalisidellesediinesameèemersoquantosegue.

Dall’analisi dei rischi si è rilevato che all’interno delle sedi, a parte alcuni casi puntuali, non vi sono ingenerale rischi apprezzabili. Lemisure in atto compensanopienamente i rischi. Lemisuredi programmaprevedono lamanutenzioneordinariadegli impiantidi riscaldamentodegliambienti.Adognibuoncontonelle sedi non sono state effettuate specifiche indagini per la misura del comfort microclimatico deilavoratori.Qualoravifosseroevidenzeparticolarisegnalatedailavoratori,siprocederàadeseguireindaginimirate.

7.5.2.L’ILLUMINAMENTOCOMEFATTOREDIIGIENE

Nei luoghi di lavoro è stata effettuata la verifica dei sistemi di illuminamento presenti durante losvolgimento dell’attività per valutarne l’efficacia nel determinare condizioni operative tali da assicurare,oltreallasicurezza,ancheuncomfortadeguatoallavorosvolto.Dall’analisideirischisièrilevatochenonsonopresentipericolidientitàdegnadinotadovutiall’illuminamentoincondizioninormali.

7.6LAVALUTAZIONEDEIRISCHIDINATURAPSICOSOCIALE

A seguito della sentenza del 15/11/01 della Corte di Giustizia della comunità europea, che ha sancito ilprincipiosecondoilqualelavalutazionedeirischièonnicomprensiva,ilDatoredilavoroètenutoavalutare“TUTTI” i rischi derivanti dall’attività lavorativa. L’art. 28, comma 1 del D.Lgs. 81/08 specifica che nellavalutazione dei rischi devono essere valutati i rischi di natura psicosociale e quelli derivanti dallo stresslavoro-correlato di cui all’accordo europeodell’8 ottobre 2004. L’accordo, recependo le indicazioni dellediverse istituzioni, ha sancito che lo stress da lavoro è considerato, a livello internazionale, europeo enazionale, un problema sia dei datori di lavoro che dei lavoratori. Avendo individuato l’esigenza diun’azionecomunespecificainrelazioneaquestoproblemaeanticipandounaconsultazionesullostressdapartedellaCommissione,lepartisocialieuropeehannoinseritoquestotemanelprogrammadilavorodeldialogo sociale a partitedal 2003. Lo stress, potenzialmente, può colpire in qualunque luogodi lavoroequalunque lavoratore, a prescindere dalla dimensione dell’azienda, dal campo di attività e dal tipo dicontrattoorapportodilavoro.Considerareilproblemadellostresssullavoropuòvolerdireunamaggioreefficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, con conseguentibeneficieconomiciesocialiperleaziende,ilavoratorielasocietànelsuoinsieme.Nelconsiderarelostressdalavoroèessenzialetenercontodellediversitàchecaratterizzanoilavoratori.Essenzialmentel’Accordoha fornito ledefinizionied iprincipiessenzialiperprocedereallavalutazione,aiquali gli StatidellaCE sidevonoattenereperrispondereataleesigenza,edinparticolare:

• lo scopo dell’accordo èmigliorare la consapevolezza e la comprensione dello stress da lavoro dapartedeidatoridilavoro,deilavoratoriedeilororappresentanti;

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• lo stress da lavoro è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psichiche osociali,echeconseguedalfattochelepersonenonsisentonoingradodisuperareigaprispettoallerichiesteoalleatteseneiloroconfronti;

• principaliindicatoridellostressdalavoro;• obbligo di individuare i fattori di rischio legati allo stress da lavoro e di attuare le misure di

prevenzioneeprotezionedelcaso(prevenire,eliminare,ridurre).

Questemisurepotrannocomprendere:

• misuredigestioneedicomunicazioneingradodichiariregliobiettiviaziendaleeilruolodiciascunlavoratore,diassicurareunsostegnoadeguatodapartedelladirezioneaisingoliindividuieaiteamdilavoro,diportareresponsabilitàecontrollosullavoro,dimigliorarel’organizzazione,iprocessi,lecondizioniel’ambientedilavoro.

• la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro consapevolezza e la lorocomprensioneneiconfrontidellostress,dellesuepossibilicauseedelmodo incuiaffrontarlo,e/operadattarsialcambiamento;

• l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità allalegislazioneeuropeaenazionale,aicontratticollettiviealleprassi.

Nell’IstitutoComprensivo“T.Silvestri”èstatapreliminarmentevalutatalapresenzadirischiodaStressdaLavoroCorrelatoconimetodidescrittineiparagrafiprecedentieprendendoinconsiderazioneleseguentiareediindicatorioggettivi:

• AREAINICATORIAZIENDALI• AREACONTESTODELLAVORO• AREACONTENUTODELLAVORO

EsitidellaValutazionedelRischiostresscorrelato

RISCHIOBASSOL’analisidegliindicatorinonevidenziaparticolaricondizioniorganizzativechepossonodeterminarelapresenzadistresscorrelatoallavoro.Ripeterelavalutazioneincasodicambiamentiorganizzativiocomunqueogni2anni.

L’Istituto non ha evidenziato elementi di rischio, nelle 3 aree di indicatori adottati che raggiungono unlivello di azione tale da imporre azioni correttive nelmedio termine. A parte l’analisi dei dati oggettivi,appare opportuno specificare che, come nella maggior parte degli istituti scolastici, una particolareattenzionedovràcomunqueessereprestataelavalutazioneeffettuatadovràessereconfermata.

I risultati degli studi effettuati a livello europeo in relazione allo stress indotto da fattori ambientali estrutturalinelle istituzioniscolastichehaevidenziatocheloSLCèunostacoloallarealizzazionedel lavorodeidocenti.Lostressdalavorocorrelatoneidocentihaunaricadutaimmediatasullasalutepersonale,masoprattutto sulla qualità dell’insegnamento. Le dimensioni e il sovraffollamento delle classi, l’aumento

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costante del carico di lavoro e delle aspettative, l’aggressività di studenti e famiglie, la mancanza dipartecipazionenelle scelteorganizzative, i continui cambiamenti che riguardano i variordinidi scuola, laprecarietà del lavoro impediscono agli insegnanti di dare il meglio di se. Nell’Istituto Comprensivo “T.Silvestri” le principali evidenze rispetto a quanto sopra esposto sono riferibili alla variazionedell’organigramma della Scuola. Per quanto sopra, il Datore di lavoro dovrà aver cura, all’atto delcompletamentodell’organicodiogni anno,di assicurareuna corretta comunicazionea tutto il personalerelativamenteaprocedure,iniziativeeaspettidellarealtàdell’Istituto,favorendocosìunrapidoprocessodiintegrazione del personale di nuovo inserimento e la relativa partecipazione alle attività della scuola. Inognicasodatalarilevanzadellaproblematicaanalizzatache,secondostudiaccreditatiporteràentroil2020afenomenidiassenteismoedimalesserenelleaziendeassairilevanti,lavalutazioneoggettivadovràessereripetutaconcadenzabiennale.

7.7LAVALUTAZIONEDELRISCHIOPERLELAVORATRICIGESTANTIMADRI

L’art.28,comma1delD.Lgs.81/08,neldettarelemodalitàconcuideveesseresvoltalavalutazionedicuiall’art.17,comma1, lett. (a,specificache lavalutazioneva integratasecondoquantodispostodalD.Lgs.151 del 26/03/2001, “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno dellamaternitàedellapaternità”.TaledecretoèstatointegratodalD.Lgs.n.5del5/02/2010cheharafforzatoilconcetto di pari opportunità per le lavoratrici in caso di gravidanza ed ha esteso i diritti dello stato inmaternitàepaternitàancheincasodiadozionee/oaffidamentodiminori.

L’art. 22 delD.Lgs 151 impone, infatti, la valutazione dell’esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici,nonché la valutazione dei processi lavorativi ritenuti pericolosi per le lavoratrici gestanti madri e per lasalutedelnasciturononchél’individuazionedellemisurediprevenzioneeprotezionedaadottareduranteilperiododigravidanzaefinoalsettimomesedietàdelfiglio.L’art.7delcitatodecretointroduceildivietodiadibirelelavoratricialtrasportoealsollevamentodipesi,nonchéailavoripericolosi,faticosiedinsalubri.

Il datoredi lavoro, una volta ricevutanotiziadello statodi gravidanzadella lavoratrice, provvede, sedelcaso, a modificare temporaneamente le condizioni e/o le mansioni da essa svolte, o ad adottareprovvedimenti specifici che possono condurre all’interdizione del lavoro per tutto il periodo dellagestazioneinfunzionedeirischipresenti.

7.8.1IDENTIFICAZIONEDEGLIAGENTIDIRISCHIONELCICLODILAVORO

I principali fattori di rischio per le Lavoratricimadri afferenti ai gruppi omogenei individuati nell’IstitutoComprensivo“T.Silvestri”possonoesserelegati:

• allosvolgimentodiattivitàamministrativechecomportanounaposturaassisafissa;• allosvolgimentodiattivitàchepossonodeterminarepotenzialisituazionidistress,dovuto

all’interazionecostanteconglialunninelleattivitàdidattichedisorveglianza;• all’utilizzodisostanzeepreparatichimici;• allosvolgimentodiattivitàdimovimentazionemanualedeicarichiche,anchesecircoscritteed

effettuatepertempiesigui,possonodeterminarerischiperlagestante-madre.

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7.8.2VALUTAZIONEDEIRISCHIEMISIREDIPREVENZIONEEPROTEZIONEADOTTATE

Dall’analisieffettuatasullabasedellemansionisvolterisultache:

1) le mansioni di impiego amministrativo e di docente sono compatibili con lo stato di lavoratricemadreinquantoleattivitàinoggettoconsentonodialternareperiodidiposturaerettaconposturaassisa;

2) lamansionediausiliario,invece,richiedeunarevisionetemporaneadellemodalitàdilavoro;3) le attività di detersione e di pulizia possono prevedere sia modeste attività di movimentazione

carichi,checontattoedinalazionedisostanzeepreparatichimici(detersivi,ecc);4) lemisure in atto comunque compensano i rischi in quanto le lavoratrici utilizzano per le attività

unitamenteprodottiditipocommercialesecondoproceduredefinitecherendonominimoilrischiodiesposizione/contattocutaneo;

5) inognicasolamanipolazionedisostanzeepreparatichimiciaventilecaratteristiche:-R40,R45,R46,R47,R48,R49,-R61,R63,R64deveessereproibitoper tutta la gravidanza e fino al settimomesedel figlio (ovveroper tutto ilperiodo dell’allattamento), come la manipolazione di sostanze e preparati chimici aventi lecaratteristiche:-R40,R45,R46,R47,R49,-R60,R61,R63,R64,R68

6) Infine per tutti i gruppi omogenei individuati l’attività di movimentazione manuale dei carichi,anche se saltuaria, non risulta essere compatibile con le condizioni stabilite dal D.lgs. 151/01.Pertanto in caso di gravidanza, e fino al settimo mese di età del figlio, si dovrà impedire allelavoratriciogniattivitàdisollevamentoemovimentazionepesi.

AlfinediconsentirealDatorediLavorodiottemperareallenormeinoggetto,lelavoratricihannol’obbligodi rendere noto per iscritto, attraverso idonea certificazionemedica, lo stato di gravidanza non appenaaccertato. IlDatoredi Lavoro,a seguitodi talecomunicazione,adotterà tutte lemisurediprevenzioneeprotezioneinrelazioneairischisopraevidenziatiperlamansione;qualoranonfossepossibileunamodificanellemodalità di lavoro ovvero un cambiomansione, allora sarà prevista la sospensione immediata dellavoroovverol’astensionedallavoro(art.12comma1,D.L.vo151/01)pertuttaladuratadellagravidanzaefinoal settimomesedi etàdel figlio.Per tali problematiche saràattivataunaproceduradi informazionedellelavoratricisecondoquantoprevistodallanormativavigente.

7.8PROFILIDIRISCHIOOCCUPAZIONALEPERGRUPPIOMOGENEIDILAVORATORI

I profili di rischio occupazionale sono stati dunque elaborati sulla base dell’analisi svolta nel presentedocumento.Perognigruppoomogeneodilavoratori,vengonoevidenziatiglielementiattiacaratterizzarele situazioni di rischio, allo scopo di focalizzare sulle risorse umane le azioni di gestione delle attività diprevenzioneeprotezione,attuateedaattuare,conilfineulterioredifacilitarelosviluppodelleattivitàdisorveglianzasanitaria,diformazioneedicontrollodellasalutedeilavoratori.

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8.PROGRAMMAPERGLIADEGUAMENTIDITIPOORGANIZZATIVOPROCEDURALE(PROCEDURE,ORDINIDISERVIZIO,DIVIETI,ECC.)

8.1MISUREDICARATTEREORGANIZZATIVO–PROCEDURALE

NellospiritodiquantoenunciatodalD.Lgs.81/08edinlineaconlepiùmodernetendenzeperunagestione“pro-attiva” dell’igiene e della sicurezza, si ritiene indispensabile dare ilmassimo impulso agli strumentigestionaliesfruttarelepossibilitàdimiglioramentochelarazionalizzazioneorganizzativapuòconsentire.

AllostatoattualeilS.P.P.staprovvedendoadimplementarealcunistrumentioperativifondamentaliperlagestione delle problematiche dell’igiene e della sicurezza del lavoro sul percorso del “miglioramentocontinuo”. L’obiettivo è quello di condurre l’Istituto a rendere operativo il sistema di gestione dellasicurezzadicuiall’art.30delD.Lgs81/08.

8.2.1LAVORATORISTRANIERI

Nelcasodiassunzionidilavoratorinonitaliani,èimportante:

1) valutare,almomentodell’assunzione,illivellodiconoscenzadellalinguaitaliana;2) prevedere percorsi di formazione ed addestramento in forma semplificata, con l’uso di

materialeditipograficoe,sepossibile,nellalinguamadredellavoratore;3) aderire alle iniziative tese a favorire l’integrazione linguistica dei lavoratori organizzate da

soggettipubbliciodalleassociazionidicategoria.

8.1.1MODELLIDIORGANIZZAZIONEEDIGESTIONEDELLASICUREZZAELLARESPONSABILITA’AMMINISTRATIVADLLEPERSONEGIURIDICHE

L’art.30delD.Lgs81/08“TestoUnicosullasaluteesicurezzasullavoro”haratificatol’obbligodiadottareun modello organizzativo, gestionale e di controllo di tutti i fattori rilevanti ai fini della sicurezza. Inparticolare ilTestoUnico, inapplicazionediquantodispostodalla Leggedelegan°123del3/07/2007,hasancito che i reati commessi in violazionedellenormevigenti inmateriadi igienee sicurezza sul lavoro,rientranonelladisciplinadellaresponsabilitàamministrativadellepersonegiuridiche,dellesocietàedelleassociazioniancheprivedipersonalitàgiuridicadicuialD.Lgs.8/06/2001n°231.Taledecretodisciplinalaresponsabilità degli Enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reati commessi dalle figure apicali(Datoredi lavoroedirigenti)nell’interessedellasocietà,salvoilcasoincuisiadimostrabilechetalifigureabbianoagitonell’interesseproprioodi terzi e specifica che “l’entenon rispondedell’illecito commessodalle figure apicali, e dunque non vengono applicate le relative sanzioni previste, se dimostra di averadottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e digestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi”. Un primo approccio al sistema digestione della sicurezza è rappresentato dall’appendice A, Organigramma Aziendale della Sicurezza –strumenti operativi e gestionali .Tale elaborato costituisce parte integrante del presente documento ecomprende:

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• glielementiprogrammaticiprevistidall’art.30delD.Lgs.81/08;• l’organizzazioneelefunzioniprevistedalSistemadiGestionedellaSicurezzaAziendale;• lemansionidelServiziodiPrevenzioneeProtezione;• glistrumentioperativiegestionaliadottatiinazienda.

9.1.2MISUREPROCEDURALI

Inoltresiprevedel’istituzionedelleseguentimisureprocedurali:

• redazione di REGISTRI MONOTEMATICI contenenti il censimento e gli scadenzari per tutti glielementicriticidelsistemadasottoporreacontrollooverificaperiodica(ades.impiantielettrici,caldaie,apparecchiapressione,ecc.);

• redazione del registro delle VERIFICHE PERIODICHE DEI SISTEMI ANTINCENDIO che, oltre adessereprevistodall’art.6delD.P.R.151/11,rappresentaunessenzialestrumentoperildatoredilavoropercontrollarelostatodimanutenzionedituttiisistemididifesaantincendiochepossonoessere soggetti adeterioramentoonecessitanodiunamanutenzione specificatamenteprevistadallanormativavigente(es.antincendio:estintori,manichette,rilevatoridifumo,controllodelleporteREI,controllovisivodeiquadrielettrici);

• attuazione di un programma di verifica e miglioramento della SEGNALETICA DI SICUREZZAconformementeaquantodispostodal titoloVdelD.Lgs81/08edegli allegati dalXXIVal XXXIIdellostessodecreto.Inassenzadidisposizionispecifiche,eventualisituazionidirischioverrannoadeguatamentesegnalate facendoricorsoasistemidi segnaletica indicatidallenormedibuonatecnicainfunzionedellaparticolaritàdellavoro,dell’esperienzaedellatecnica;

• messaapuntodi un sistemadi gestionedelle SCHEDETECNICHEDI SICUREZZAdellematerieedellesostanzeutilizzate.

9.2ISTRUZIONIOPERATIVEDISICUREZZA

Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda una delle attività prevenzionistiche di maggioreimportanzaprevistadall’applicazionedelle3disposizionidelD.Lgs.81/08cheriguarda:

• emissionediPROCEDUREper la regolamentazionedelleattivitàdiprevenzione(es.gestionedeiDPI)

• emissione di ISTRUZIONI DI LAVORO che regolamentino le attività degli addetti, individuandocomportamentivietati,sistemiobbligatori,misurediprevenzioneosistemipersvolgereillavoroinsicurezza.LeistruzionisonoraccoltenelcosiddettoMANUALEDISICUREZZA.

IlserviziodiPrevenzioneeProtezioneprovvedeallepredisposizionidiistruzionidilavorospecificheperlemansionisvoltechehannocomeobiettivoquellodiessereallostessotempoesaustiveecompletecircaleazionidaintraprendere,icontrollidaeffettuareedidispositividiprotezionedaadottarenellosvolgimentodelle singole attività, sia concise e schematiche, inmodo da consentire al lavoratore una loro sempliceconsultazione.

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10.PIANODIGESTIONEDELLEEMERGENZE

10.1PIANIDIEMERGENZA

L’art.43delD.Lgs.81/08dettaspecifichedisposizioniinmateriadigestionedelleemergenze,oggettodelpresenteparagrafo.Perquantoriguardalemodalitàdigestionedelleemergenzelegateall’insorgenzadiunincendio, l’art. 46, comma 3 fa specifico rimando a decreti interministeriali attuativi che definiranno, infunzionedeifattoridirischioindividuatiinognicompartoproduttivo,specifichedisposizioniinmateria. Ilpianodigestionedelleemergenzesiproponediottimizzare l’utilizzodelle risorseper la salvaguardiadelpersonale, il contenimento delle situazioni di pericolo, la minimizzazione dei danni alle attrezzature eall’ambienteesterno, il coordinamentodegli interventi interniedesterni (VV. F., ambulanza,WW.UU.).SecondoledisposizionidelD.M.del10/03/1998,edinparticolarenegliart.2,3,e5,ilDatorediLavoroètenutoavalutareinmodospecificoilrischioincendioearedigereilPianodiemergenzapertuttiisitichesonosoggettialcontrollodeiVigilidelFuocoepertuttiisiticonnumerodidipendentimaggioredi10;inognicaso,anchepertuttiglialtrisitidevonoessereistituitelenecessariemisureorganizzativeegestionalidaattuareincasodiincendio.Nell’elencoriportatodiseguitosidefinisconotuttelefigurechesonostatecontemplateperl’elaborazionedelcitatopiano.Ilnumerodipersonedacoinvolgerenelcasoinquestionee le figure scelte (non sono necessarie tutte le figure riportate di seguito) sono specificate nel piano diprevenzioneegestionedelleemergenzechecostituisceparteintegrantedelpresentedocumento.

• Responsabiledell’emergenza:unresponsabiledialtolivellonell’organizzazionedelsito.• Addetti allo spegnimento: nucleo di persone, adeguatamente quantificate da corsi di formazione e

addestratedaesercitazionipratiche,dotatodiattrezzatureemezzinecessariperaffrontareunprimointervento.

• Responsabiledipiano: coordinae facilitaoperazionidi sfollamentoedi raccoltadelpersonale inunluogo sicuro, preventivamente individuato (punto di raccolta), verificando la presenza all’esterno dituttoilpersonale(verificadellospecchionumerico).

• Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche: figura designata alla gestione della sicurezzadegliimpianti.

• Accompagnatore dei disabili: ad ogni figura che accompagna il disabile dovranno essere fornite, dapartedell’azienda,all’attodelsuoingressonell’edificio,lenormecomportamentalidaadottareincasodiemergenza.Requisitofondamentaleperricopriretalemansioneèl’idoneitàfisicadellavoratore.

• AddettoalPrimoSoccorso:figuradesignataadeffettuaregliinterventidiprimosoccorsoperquantodisuacompetenza.La figura individuatacometaledevecollaborareallapredisposizioneedattuazionedel piano di emergenza; curare la tenuta del materiale, delle attrezzature e dei presidi sanitari,controllandone la scadenza; tenereun registro di carico/scarico delmateriale sanitario; compilare ilregistroinfortuni.

10.2ORGANIZZAZIONEDELPRIMOSOCCORSO

L’art.45delD.Lgs.81/08dettaspecifichedisposizioniinmateriadigestionedelprimosoccorso.Tuttavia,ilcomma3faspecificorimandoadecretiinterministerialiattuativichedefiniranno,infunzionedeifattoridi

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rischio individuati, specifiche disposizioni in materia. In attesa di tali nuove disposizioni, il D.Lgs 81/08rimandaaquantodispostodalD.M.388/03.

Il servizio di Prevenzione e Protezione ha provveduto all’elaborazione di una procedura operativa per ilprimo soccorso e per la gestione dei prodotti di medicazione. L’Istituto Comprensivo “T. Silvestri” èsprovvistodiunpostodiprimosoccorso.Sonocomunqueprevistecassettediprontosoccorsoepacchettidimedicazioneportatili.

Il programmadi formazione per gli addetti individuati per la gestione del primo soccorso è conforme aquantodispostodalD.M.388/03.Icorsidiaddestramentoprevedono:

- n. 8 ore di teoria inerente le procedure di intervento sull’infortunio e per effettuare le chiamate diemergenzaalservizio118oalnumerounicodelleEmergenze112;

-n.4orediesercitazionipraticheperilsoccorsodellepersoneinfortunate.

10.3PIANODIUTILIZZODEIDISPOSITIVIDIPROTEZIONEINDIVIDUALI

Il Servizio di Prevenzione e Protezione provvederà a fornire un piano di gestione dei Dispositivi diProtezioneIndividualedamettereadisposizionedelpersonaleausiliario,addettoallepuliziedei locali. Intale azione si è assicurata una dotazione adeguata di tali dispositivi di protezione in funzione dellespecifiche attività svolte. Tuttavia, nella loro “gestione”, si dovrà contemplare anche la periodicità disostituzione e dovranno quindi essere messe a punto delle procedure per la consegna e l’eventualerestituzionedelmaterialemessoadisposizione.

11.PIANODIFORMAZIONE

L’Istituto Comprensivo “T. Silvestri” considera la formazione del personale come uno dei più rilevantistrumenti per abbattere il fenomeno infortunistico e per la riduzione dellemalattie professionali. Si staprovvedendoalladefinizionediunprogrammaformativospecificoperl’istituto,comprensivodiunapartedicompletamentodellaformazionespecificadifiguresensibiliinseriteall’internodeiruolidiemergenzaedunaformazionegeneralerelativamenteaprepostielavoratori.

Aseguitodell’emanazionedelD.Lgs.81/08,comemodificatoedintegratodalD.Lgs.106/09edinseguitoallerisultanzedellavorodirevisioneedaggiornamentodellavalutazionedeirischiediriorganizzazionedelsistemadigestionedellasicurezza,sièritenutoopportunodareavvioadunnuovoPianodiFormazione,InformazioneedAddestramento(P.F.I.A)suitemidell’igieneedellasicurezza.

Il26/01/2012èentratoinvigorel’Accordo21/12/2011trailMinisterodelLavoroedellepolitichesociali,Ministero della Salute, Le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano per la formazione deilavoratori, ai sensidell’art.37, comma2delD.Lgs.81/08. L’accordo suddivide leaziende in funzionedelsettorediappartenenzaATECO2002-2007,inn°3macro-categoriedirischio,cuicorrispondeunmonteorecomplessivodeicorsivariabile,distinguendotralaformazionegeneraleespecifica:

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TIPOLOGIAAZIENDA DURATACORSIRISCHIOBASSO n°8ore(dicuin.4generali+n.4specifiche)RISCHIOMEDIO n°12ore(n.4generali+n.8specifiche)RISCHIOALTO n°16ore(n.4generali+n.12specifiche)

Nell’Accordo è specificato il contenuto ed il programma dei corsi di formazione che, in funzione dellacategoria di rischio e degli esiti della valutazione dei rischi, dovrà essere opportunamentemodulato perquanto concerne la parte specifica, fermo restando ilmonteore stabilito. E’ stato anche specificato cheogni gruppo omogeneo di lavoratori dovrà frequentare, indipendentemente dal settore ATECO diriferimentodell’azienda,corsidiformazionearischiobasso,mediooalto,infunzionedellerisultanzedellavalutazionedeirischi;pertantodiseguitovengonoindividuatelecategoriedirischioperigruppiomogeneidilavoratoriindividuatipressol’IstitutoComprensivo“T.Silvestri”.

GRUPPOOMOGENEO CATEGORIADIRISCHIO-ACCORDO21/12/2011IMPIEGATIAMMINISTRATIVI MEDIO

ASSISTENTITECNICI MEDIOAUSILIARI MEDIODOCENTI MEDIO

Ilprogrammageneralediformazioneèbasatosuiseguentiprincipiecriterigenerali:

• permanenzadelsistemadiformazione;• sistematicitàdell’approccio;• chiarezza,voltapervolta,degliobiettivieducativiedellefinalitàdelcorso;• rispettodelleconoscenzelinguistichedellavoratore(art.37,comma1delD.Lgs.81/08,come

modificatoedintegratodalD.Lgs.106/09,cfr.par.9.2.1);• attenzioneagliaspettipraticidellaformazione,oltrecheaquelliteorici,erealizzazionediveree

proprie“sessionidiaddestramento”;• verificaevalutazionedeirisultatiottenutiedeventualecorrezionedellemetodologieimpiegate;• selezione,casopercaso,degli“strumentiformativi”piùadeguatiall’obiettivoeducativo;• utilizzoditecnicheinterattiveedicoinvolgimentodeidiscenti;• differenziazionedeicontenuti,delladurataedell’approfondimentodeicorsiinfunzionedelle

prioritàindividuate;• razionalizzazionedellerisorsedisponibiliperlosviluppodelprogramma.

Pergarantirel’interesseequindil’efficaciaformativa,vengonoselezionatigruppiomogeneidilavoratoricuisonosomministratispecificiprogrammidiformazioneedinformazione.Agliattisonoconservati:

• verbalidifrequenzaeattestatideicorsidiformazioneeffettuati;• ifoglidipartecipazione;• ladocumentazioneattestatel’idoneitàdelsoggettoformatoreedeidocentidelcorso;• itestdivalutazionefinaleattestantil’esitopositivodell’interventoformativo.

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FORMAZIONEPREVISTA2018/2019

• AggiornamentoeNuovaFormazionedeiLavoratori• AggiornamentoeNuovaFormazionePrimoSoccorso/Antincendioperlefigureoperative• FormazionePrepostiefigureOperativerelativeaiPianidiEvacuazione

12.GESTIONEDEIFORNITORIEDEGLIAPPALTI

12.1PREVENZIONEDEIRISCHITRASVERSALI

IlD.Lgs.81/08haassorbitoall’art.26,comma3leprincipalinovitàintrodottedallaL.n.123del03Agosto2007,dalpuntodivistadelledisposizioniinmateriadigestionedellasicurezzainoccasionedicontrattidiappaltood’opera.Pertantodivienefondamentale,alfinedipromuoverelacooperazioneecollaborazionetraidiversiDatoridiLavoro,l’elaborazionedelDocumentoUnicodiValutazionedeiRischidaInterferenze(denominatoD.U.V.R.I.),chedevesempreessereallegatoalcontrattodiappaltood’opera,finalizzatoallaminimizzazionedeirischidainterferenzadellelavorazioni.

Perpoterottemperareaquantodetto,l’istitutoComprensivo“T.Silvestri”(quandocommittentedeilavori)procede, anche attraverso il SPP, alla richiesta alle imprese esecutrici o ditte appaltatrici della seguentedocumentazione:

• copiadellaCameradiCommercioperlaverificadiidoneità;• autocertificazione ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 445/2000 attestante l’idoneità tecnico-

professionaledelleditteedeilavoratoriautonomi;• estrattodellavalutazionedeirischidicuiall’art.17,comma1eall’art.28delD.Lgs.81/08.

Taliprocedurenonsiapplicanonelcaso incui lanaturadell’operaappaltataricadanegliadempimentidicui al Titolo IV del D.Lgs. 81/08 (Cantieri temporanei e mobili). In questo caso l’Istituto, in qualità dicommittentedeilavori,provvederàneicasiprevistiagliadempimentidicuialTitoloIVdelD.Lgs81/08.

12.2GESTIONEDEIFORNITORI

Per ottemperare alle disposizioni di legge sopra citati e nell’ottica della “prevenzione globale” e del“miglioramento continuo”, appare indispensabile programmare l’attuazione di specifiche azioni eproceduredicontrolloegestionedeifornitoriaifinidigarantirelamiglioreigieneesicurezzadellavoro.IlD.Lgs. 81/08 specifica gli obblighi di sicurezza cui sono tenuti ad ottemperare progettisti, fabbricanti,fornitorie installatori (art.22,23e24).Ancheperquantoriguarda ilnoleggiodelleattrezzature, ilD.Lgs.81/08 dispone particolari procedure secondo le quali il noleggiatore si deve accertare dell’idoneitàprofessionaledell’utilizzatorefinaledell’attrezzaturaoggettodelcontratto(art.71).

PROGRAMMADIMESSAAPUNTODIUNSISTEMADIGESTIONEDEGLIACQUIRENTIEDEIFORNITORI

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• Selezioneedelencodeibenidiinteresseaifinidell’igieneedellasicurezzadellavoro.• Studiodiclausolecontrattualispecificheeloroinserimentonegliordinidiacquisto.• Emissionedispecificiquestionariinformativiperl’acquisizioneelaverificadeidatiperlasicurezza

relativiaibeniritenutiprioritariperunagestioneprevenzionistica.• Procedure di consultazione del responsabile del S.P.P. per un parere tecnico, eventualmente

vincolante,sull’acquistodeibeniselezionati.• Messaapuntodiproceduredicollaudodeibeniacquistati.

13.PIANODISORVEGLIANZASANITARIAInbaseairisultatievidenziatidall’indagineperlavalutazionedituttiirischi,ilDatorediLavoro,consultatoilSPPchesièbasatosull’analisidiattivitàassimilabiliaquellaoggettodistudio,haritenutononnecessarioprocedereallanominadelMedicoCompetente.Pertantononèstatodefinitounprotocollodisorveglianzasanitaria.DatorediLavoroANNARAMELLA

RSPPGIORGIOSCARCHILLI

RLSROSSANAPIROLI