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 QUEI SETTE FANTASTICI MISTER.....AL COSPETTO DELLA DEA (cronache semiserie da Zingonia) a cura di Alessandro Crisafulli BERGAMO, 26 marzo 2012 “Sono fuori dal tunnel-l-l, del divertimentoooo...” cantava qualcuno, poco tempo fa. Uno strampalato tormentone. Noi, invece, lunedì 26 marzo in quel tunnel ci siamo infilati dritti dritti. Sbucando, ancora una volta, in quel di Zingonia, casa della Dea Atalanta. Qui abbiamo appreso – appunto - l'arte del tunnel. E tanto altro. Tornando più ricchi (calcisticamente  parlando...), più allegri (rosso e bianco a volontà, a tavola...) e un po' più coscienti dei nostri limiti (visto che il buon Stefano Bonaccorso ci ha bonariamente insultato...siete dei cioccolatai...siete degli animatori, altro che allenatori...e gentilezze del genere, tutte, ovviamente, meritate). Soprattutto, siamo tornati con una certezza, matematica, scolpita nella roccia: nell'accesa diatriba innescata all'improvviso da “Manfre” contro Mino Favini, celebre guru quasi 80enne dei Settori giovanili italiani, scopritore dei più grandi talenti calcistici, venerato da tutti i tecnici apprendisti e già esperti...AVEVA RAGIONE IL NOSTRO EROE :-) Cioè, sul momento...quando lui ha fatto irruzione tra le parole di Favini come un fulmine a ciel sereno...noi ci siamo girati tutti dall'altra parte...abbiamo iniziato a fischiettare...abbiamo nascosto il simbolo bluarancio sulle tute...siamo sbiancati...abbiamo pensato “qui non ci mettiamo più piede...”, ma a ripensarci, a mente, fredda...E' ST A TO UN GRANDE, IL MANFRE. Ma andiamo con ordine... Prima tappa, centro sportivo di Verdellino. Dove il club neroblù tiene i suoi corsi d'aggiornamento. Ci arriviamo tutti, in due gruppi. Chi prima, chi dopo. Mister Nino Potè monta a bordo dell'auto che trasporta i tre esponenti della Scuola calcio (il sottoscritto, Scabrini e Incorvaia). E non su quella con i quattro altri “commissari tecnici” della gloriosa Aurora Desio 1922 (Manfredini, Camnasio, Cimnaghi e Donato): ma questa è una storia nella storia, per certi versi drammatica...che è meglio non raccontare (eh eh eh...si scherza, dai). Ai campi ci sono già alcuni altri gruppi, provenienti da varie Regioni. Gli accenti si sprecano, con quello veneto che sembra prevalere. C'è un gruppo da 19, diciannove!, mister: “Ma in quella città non

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Cronaca semiseria della spedizione dell'Aurora Desio 1922 a Zingonia :-)

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QUEI SETTE FANTASTICI MISTER.....AL COSPETTO DELLA DEA

(cronache semiserie da Zingonia)

a cura di Alessandro Crisafulli

BERGAMO, 26 marzo 2012

“Sono fuori dal tunnel-l-l, del divertimentoooo...” cantava qualcuno, poco tempo fa. Uno strampalato

tormentone. Noi, invece, lunedì 26 marzo in quel tunnel ci siamo infilati dritti dritti. Sbucando, ancora

una volta, in quel di Zingonia, casa della Dea Atalanta.

Qui abbiamo appreso – appunto - l'arte del tunnel. E tanto altro. Tornando più ricchi (calcisticamente

 parlando...), più allegri (rosso e bianco a volontà, a tavola...) e un po' più coscienti dei nostri limiti

(visto che il buon Stefano Bonaccorso ci ha bonariamente insultato...siete dei cioccolatai...siete degli

animatori, altro che allenatori...e gentilezze del genere, tutte, ovviamente, meritate).

Soprattutto, siamo tornati con una certezza, matematica, scolpita nella roccia: nell'accesa diatriba

innescata all'improvviso da “Manfre” contro Mino Favini, celebre guru quasi 80enne dei Settori

giovanili italiani, scopritore dei più grandi talenti calcistici, venerato da tutti i tecnici apprendisti e già

esperti...AVEVA RAGIONE IL NOSTRO EROE :-)

Cioè, sul momento...quando lui ha fatto irruzione tra le parole di Favini come un fulmine a ciel

sereno...noi ci siamo girati tutti dall'altra parte...abbiamo iniziato a fischiettare...abbiamo nascosto ilsimbolo bluarancio sulle tute...siamo sbiancati...abbiamo pensato “qui non ci mettiamo più piede...”,

ma a ripensarci, a mente, fredda...E' STATO UN GRANDE, IL MANFRE.

Ma andiamo con ordine...

Prima tappa, centro sportivo di Verdellino. Dove il club neroblù tiene i suoi corsi d'aggiornamento. Ci

arriviamo tutti, in due gruppi. Chi prima, chi dopo. Mister Nino Potè monta a bordo dell'auto che

trasporta i tre esponenti della Scuola calcio (il sottoscritto, Scabrini e Incorvaia). E non su quella con i

quattro altri “commissari tecnici” della gloriosa Aurora Desio 1922 (Manfredini, Camnasio, Cimnaghi

e Donato): ma questa è una storia nella storia, per certi versi drammatica...che è meglio non

raccontare (eh eh eh...si scherza, dai).

Ai campi ci sono già alcuni altri gruppi, provenienti da varie Regioni. Gli accenti si sprecano, con

quello veneto che sembra prevalere. C'è un gruppo da 19, diciannove!, mister: “Ma in quella città non

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lavora nessuno!?!”, si domanda uno dei nostri. Anche noi comunque ci difendiamo bene. Tre la scorsa

volta, otto questa: ci moltiplichiamo. Certo, gli altri sono tutti figurini con tute stirate e tirate a

lucido...noi diciamo che siamo un po' più variopinti, più estrosi...(Potè Potè, la tuta dov'è? Cantano gli

ultras dalla curva....).

Con un po' di ritardo, dovuto forse ai pluricitati amici del Martellago....si inizia, sul campetto in

sintetico. Fa un caldo bestia. Siamo in 70 e si prende la scena Bonaccorso, da 22 anni all'Atalanta,

responsabile dell'Attività di base, uno dei numeri uno in assoluto nel suo mestiere. Prima, ci insegnala filosofia del cerchio: si sta tutti in un cerchio perfetto, geometrico, “così ci si guarda tutti in faccia,

ci si sente tutti coinvolti, si ascolta meglio, non ci sono seconde linee...e poi avere uomini alle spalle è

sempre pericoloso...”, dice, sorridendo, e come non dargli torto...

Passati quei 13-14 minuti utili per realizzare un cerchio decente... ci spiega perchè siamo stati invitati

lì e ci racconta il programma della giornata. Oggi si parla di..

“il tunnel...la massima espressione del dribbling...perchè penetri l'avversario, senza fargli male

fisicamente ma facendogli molto male psicologicamente...”.

“Vedete dei tunnel nelle partite dei ragazzi? - chiede Bonaccorso – Magari uno al mese... E invece il

tunnel va tentato, è un colpo spettacolare che può essere anche molto efficace, quindi va insegnato”.

Inizia la sessione di allenamento specifica. Obiettivo: produrre baby emuli di Omar Sivori. C'è il

solito momento della raccolta dei volontari. “Chi viene? Me ne servono otto?”.

Impasse, come a scuola. Potè fa vedere che non ha la tuta... Scabrini si accomoda per terra...

Cimnaghi armeggia coi suoi ferri del mestiere manco fosse Mou (lavagnetta, calamitine colorate,

taccuino ecc...)...gli altri si grattano dietro la testa...finchè Incorvaia prende il coraggio a quattro mani

e si fa avanti... ebbene sì, la prima cavia è dell'Aurora Desio! (clap! Clap!). A ruota, si uniscono gli

altri volontari, di altri colori meno nobili...

Il buon Domenico mette subito le cose in chiaro: “Ok, la panza è quella che è, ma in quanto a tecnica

 pura non temo confronti...”, pensa, mentre accarezza dolcemente la pelota.

TOGLIETEMI TUTTO MA NON LA MIA PANZA!

Si comincia con il riscaldamento, “che deve scaldare sia muscoli che mente - specifica subito il

maestro Bonaccorso – quindi basta con la solita corsa attorno al campo, vale la pena usare già la

 palla”. Fedele al metodo induttivo, che prevede l'allievo parte attiva e pensante, chiede ai “ragazzi” (si

fa per dire) di proporre esercizi per rompere il ghiaccio...(altro, invece, lo rompono i bimbi della

scuola dietro, che urlano come dei matti).

“Bisogna fin da subito coinvolgere, responsabilizzare, rendere autonomi gli allievi – spiega il

mister – non impartire loro ordini da eseguire e stop. Gli si pone un problema, un obiettivo e

loro devono capire come risolverlo, come raggiungerlo”.

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Si passa al gioco del “mago e delle statue di sale”. Dentro uno spazio delimitato, i maghi vanno a

caccia delle prede, finchè toccandole le trasformano in statue, che devono stare ferme. Un classico,

con mille varianti (con o senza palla, spazio più ampio o stretto, variazione numero maghi e prede,

 possibilità di liberare le prede passando sotto le gambe ecc...). “Con questo gioco non dividi lavoro

fisico, tecnico e tattico – evidenzia Bonaccorso – ma sviluppi tutto insieme, addestrando la

conduzione della palla, i cambi di direzione, i cambi di velocità, la ricerca degli spazi, la lettura

dell'azione, l'osservazione dell'avversario: c'è dentro davvero l'intero calcio”.

“Noi allenatori dobbiamo sempre metterci in discussione – sottolinea – e lavorare per

migliorare. Il mister peggiore è quello che si lamenta della squadra che ha ereditato, dicendo

che è scarsa. Inizi lui a valutare se stesso: spesso se un bambino non riesce a fare qualcosa, è

colpa nostra, allora dobbiamo fare un passo indietro e capire se abbiamo intrapreso la strada

 

giusta, adeguata all'età e alle capacità, oppure occorre correggerla”.

Il gruppo è attentissimo alle preziose e sagge indicazioni di Bonaccorso, mentre Domenico prende

fiato...

DAVIDE SORRIDE, “NOI A SCUOLA CALCIO FACCIAMO PROPRIO COSI'....”

Si ricomincia con le esercitazioni specifiche, con i controlli di palla, singoli o di coppia. Il mister 

utilizza vari stimoli per dettare il ritmo: batte le mani, fa un cenno con la mano ecc.. “Per cercare un

tunnel – spiega – occorre condurre la palla con l'esterno collo ed è con la stessa parte che conviene

cercare il colpo”. E via con altri esercizi (uno salta divaricando e chiudendo le gambe a tempo e l'altro

conduce facendogli poi passare la palla sotto quando le gambe sono aperte... uno conduce a zig zag e

l'altro l'accompagna scivolando con i piedi in posizione da difensore...ecc...), sempre con la stessa

finalità. La conclusione ideale dell'unità didattica – una partitella ad esempio con l'obbligo di segnare

dopo un tunnel, o con il tunnel che vale tot punti ecc.. - viene saltata per motivi di tempo.

E Domenico, ansimante, ringrazia.

Mentre dal ristorante del centro iniziano a sollevarsi profumi vari, Bonaccorso passa la palla – 

ovviamente dopo un meraviglioso, metaforico, tunnel... - a Lorenzo Magri, giovane ma

 preparatissimo...preparatore del vivaio atalantino specializzato nella coordinazione. Non ha voglia di

tenere lezioni cattedratiche e quindi...ci interroga: domande?

Si comincia, parlando di stretching. E le certezze dei più, vengono subito sgretolate. “Mai stretching

da fermo – è il consiglio dell'esperto – molto meglio dinamico. Deve essere un momento piacevole, di

rilassamento, non bisogna tirarsi i muscoli fino a farsi male”. Cimnaghi borbotta, “azz, abbiamo

sempre sbagliato tutto...”, e meno male che non prende le calamitine rosse e azzurre per disegnare

sulla lavagna pure una seduta di stretching....

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“CIMNA” DELIRA CON LE CALAMITINE...E “CAMNA” LO GUARDA PERPLESSO....

Poi si prosegue con indicazioni utili sull'importanza di esercitare la coordinazione dai Primi calci ai

Giovanissimi; sull'importanza dell'aspetto cognitivo della velocità e via dicendo.

“Quello che Pierino non impara da piccolo – filosofeggia simpaticamente Magri, citando un suo

ex docente – Piero non impara da grande”.

Fuor di metafora, è meglio insegnare certe cose fin da bambino, per poterle apprendere e ricordare nel

miglior modo possibile, altrimenti poi potrebbe essere troppo tardi.

Scatta l'ora di mettere le gambe sotto il tavolo. Prendiamo posto, ma manca Potè. Dov'è mister Potè?

Si è fermato con il giovane Magri. Una ventina di minuti, venticinque, mica tanto.... A un certo punto,

quando noi abbiamo già finito l'antipasto e Manfre è già al terzo bicchiere di bianco, arriva: “Lo porto

a Desio, lo porto a Desio”. C'è solo un piccolo problema, “bisogna pagarlo...”. Ok, meglio

concentrarsi su tagliatelle, spiedini, pollo e quant'altro. “Per me un pezzo di zola, grazie” chiedeManfre, sempre fuori dagli schemi, anche quelli del menù fisso. A tavola si disquisisce di calcio e

Aurora, a tutto tondo: “Occorrerebbe più lavoro per formare dirigenti e genitori”, uno dei cori che

emerge. Lo faremo, ne sono sicuro, ancora meglio.

 Non c' tempo per digerire, né per far scivolare via gli effetti del vino.

Si ricomincia...

Bonaccorso torna in pista e subito chiarisce...

“Ci sono gli animatori calcistici, che vengono al campo, pieni di gioia, per loro va bene tutto,

purchè si rida e ci si diverta. E poi ci sono gli allenatori, veri. Bisogna da subito chiarirsi cosa si

vuole fare. Tenendo presente che per diventare un allenatore occorrono almeno dieci anni di

studi, sui libri ma ancora di più sul campo, occorre sperimentare, sbagliare, confrontarsi,aggiornarsi. E non è detto che se sei stato un buon giocatore diventi in automatico un buon

allenatore. Servono competenze tecniche, socio-relazionali, metodologiche e organizzative”.

“Soprattutto – aggiunge – è fondamentale l'umiltà”.

Infilati nel nostro bagaglio tutti i consigli, ci trasferiamo a Zingonia, dove si stanno allenando

Primavera, Berretti, Allievi Nazionali. E dove si allena la prima squadra. Qui, c'è l'atteso incontro con

Favini, che come sempre cattura l'attenzione con la sua cortese, immensa, competenza ed esperienza.

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FAVINI IL PRIMO A SINISTRA

“Insistete sulla tecnica, perfezionatela sempre – è il suo monìto, un vero e proprio marchio di

fabbrica -. E' fondamentale. Anni fa, per farvi un esempio, le nostre squadre giovanili contro

quelle Svizzere vincevano sempre 5 o 6 a zero. Adesso è il contrario. Significa che abbiamo

sbagliato qualcosa, non abbiamo lavorato abbastanza sulla tecnica. Poi, da qualche anno, è

fondamentale il carattere. Oggi se uno ha due piedi deliziosi ma non ha carattere, non diventerà

un giocatore vero. Io ne ho un paio nei Giovanissimi che sono così, e so già che non diventeranno

giocatori....”

E' qui che un nuvolone si addensa all'improvviso su Zingonia, coprendo il sole....e irrompe

“Manfre”...”Scusa, ma se dici così, allora è una sconfitta per la società, come società sbagliate a dire

così...perchè non dovrebbero diventare giocatori?”.

Un brivido percorre diverse schiene, non solo bluarancio. “E' solo un modo per stimolarli, gli diciamo

così per incentivarli”, prova ad arrampicarsi sugli specchi Favini.....ma è chiaro che ha accusato il

colpo basso.... nel giro di pochi minuti si chiudono la querelle e l'intervento del Maestro (avrà perso lesue certezze decennali? Si sarà rimesso in discussione dopo il fendente del Manfre?)

Si va sui campi, per assistere agli allenamenti dei ragazzi neroblù. Poco dopo c'è anche la piacevole

sorpresa dell'incontro con Beppe Bergomi, che guida la Berretti. Poi, si infila la strada...anzi il

tunnel...verso la Brianza. E si torna a Desio. Più ricchi...più allegri... più coscienti di aver fatto un

“figurone”! :-)

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Notizia ANSIADELLE 9.07 Decisione choc del presidente Percassi in casa Atalanta: dopo 20

anni, esonerato all'improvviso Mino Favini, responsabile del Settore giovanile apprezzato intutto il mondo. Al suo posto dovrebbe subentrare un non meglio precisato “Manfre”, giovane

tecnico brianzolo. Bergamo incredula, assedio dei tifosi sotto la sede della società.

GRAZIE MILLE DI TUTTO ALLA.....

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PRENOTIAMO ANCHE PER LA PROSSIMA....