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- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - - INDICE - A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved (1914). Il suo romanzo più conosciuto è stato «I seminatori», del 1913, ispirato a ideali di tipo nazionalista. Morì in guerra sul Carso. Fu decora- to di medaglia d’oro al valor militare. BEDESCHI GIULIO (Arzignano [VI] 1915-Verona 1990) - Laurea- tosi in medicina nel 1939, combatté prima sul fronte albanese, poi in Russia. Da tale esperienza trasse materia per «Centomila gavette di ghiac- cio» (1963), uno dei «best-sellers» italiani sulla seconda guerra mondia- le, «Il peso dello zaino» (1966), «La rivolta di Abele» (1972) e «Nikolaëvka: c’ero anch’io» (1972), antologia di testimonianze dei re- duci dalla Russia. Nello stesso filone si collocano anche i successivi «Fronte greco-albanese: c’ero anch’io» (1977) e «Fronte d’Africa: c’ero anch’io» (1979). Proseguendo la ricostruzione della tragica esperienza dei nostri soldati in Russia durante la seconda guerra mondiale, ha pub- blicato fra l’altro «Fronte russo: c’ero anch’io» (1983), «La mia erba è sul Don» (1984), «Fronte italiano: c’ero anch’io» (1° vol. 1988). BELCARI FEO (Firenze, 1410-1484) - Filomedico, volgarizzò dal Traversari «Il Prato spirituale di Santi Padri» e da Riccardo da San Vittore «Il Trattato dei quattro gradi della Carità». Autore della «Vita del beato Giovanni Colombini da Siena», di numerose laude e di alcune sacre rappresentazioni, tra le quali la più nota è questa di «Abram e Isaac», rappresentata per la prima volta nella chiesa di Santa Maria Maddalena in Cestelli nel 1449. Ebbe numerose cariche pubbliche: fu gonfaloniere della compagnia del Popolo e intimo di casa Medici. BELLEZZA DARIO (Roma, 1944-1996) - Esordiente come poeta sulla rivista «Nuovi Argomenti», ha poi pubblicato il suo primo romanzo, «L’innocenza» (1970, con prefazione di A. Moravia), storia di un’adolescenza dolorosa e ferita, indul- gendo ancor più apertamente a un autobiografismo imperniato sul deside- rio di mettere a nudo il proprio io nei versi di «Invettive e licenze» (1971). Definiti- vamente fissati sulla rielaborazione trau- matica delle proprie esperienze persona- li, i successivi romanzi «Lettere da Sodoma» (1972) e «Il carnefice» (1973), mentre le liriche di «Morte segreta» (1976), tra retorica, profezia e confessione, hanno confer- mato il vigore autentico della sua vena, diluita, al contra- rio, nel romanzo «Angelo» (1979), nuova testimonianza di una vocazione alla letteratura come vita che pare diret- tamente ripresa dai poeti «maledetti» dell’Ottocento. In questa linea ha proposto temi autobiogra- fici sia nei versi di «Libro d’amore» (1982), «Io» (1984), «Serpenta» (1987), «Libro di poesia» (1990), sia nei romanzi «Turba- mento» (1984), «L’amore felice» (1986), «Testamento di sangue» (1992), dove, con un linguaggio crudo e a volte barocco, ha cercato di scoprire la sublimità dei senti- menti al di là del quotidiano. Bellezza è autore fra l’altro di un volume dedicato alla «Morte di Pasolini» (1981); nel 1994 ha pubblicato ancora «L’anniversario». Al momento della morte stava completando il libro «Il mio Aids», sulla malattia che lo aveva colpito; poche settima- ne prima aveva inoltre accettato la candidatura per le liste dei Verdi, con l’intento di farsi sostenitore della libertà terapeutica e dell’utilizzo della medicina alternativa. Ne- gli ultimi anni era stata fatta richiesta di applicare per lui la legge Bacchelli, ma senza risultato. BELLINI LORENZO (Firenze, 1643-1704) - Filosofo e medico. In- segnò presso lo Studio di Pisa. Il granduca Cosimo III de’ Medici lo scelse come suo medico personale. Divenne anche consulente archia- tra di papa Clemente XI. Nel cam- po delle lettere è noto soprattutto per il poemetto incompiuto «La Bucchereide», nel quale celebra le terre dei «buccheri». I suoi lavori sono stati raggruppati e pubblicati a Venezia nel 1708. Fu anche membro dell’Accademia dell’Arca- dia, con lo pseudonimo di Ofelte Nedeo e dell’Accade- mia della Crusca. Alcune sue composizioni poetiche sono contenute nella raccolta «Rime degli Arcadi». BELLONCI MARIA (Roma, 1902- 1986) - Il suo esordio come scrittrice fu nel 1939 con la biografia «Lucrezia Borgia, la sua vita e i suoi tempi», che le valse il premio Viareggio, rivelò quelle capacità di fondere analisi sto- rica e introspezione psicologica che le consentirono di ricostruire con effica- cia personalità e atmosfere del passa- to. Del 1947 sono «I segreti dei Gonzaga» e del 1956 «Mi- lano viscontea». Seguirono «Pubblici segreti» (1965), «Tu, vipera gentile» (1972) e «Rinascimento privato» (1985), pubblicato un anno prima della morte. Influente anima- trice culturale, a lei si deve la fondazione del «Premio Letterario Strega». BELLINCIONI BERNARDO (Firenze 1452-Milano 1492) - Frequen- tò la corte di Lorenzo il Magnifico. Successivamente si trasferì a Mantova alla corte dei Gonzaga e poi a Milano a quella di Ludovico il Moro. I suoi versi sono di stile burchiellesco. BELLINI BERNARDO (Griante [CO] 1792-Torino 1876) - Tradut- tore dal greco e autore di mediocri poemi storici e didascalici, ha legato il suo nome al «Dizionario della lingua italiana» (1858-1879) compilato in collaborazione con Niccolò Tommaseo. BELLINTANI UMBERTO (San Benedetto Po 1914-Mantova 2000) - Nel 1937 si diploma in scultura. Richiamato alle armi nel 1940, venne fatto prigioniero in Germania dal ’43 al ’45. Al suo ritorno abbandonò la scultura, lavorando come segretario in una scuola. Affermatosi negli anni Cinquanta e Sessanta come una delle voci più libere e potenti della nuo- va poesia d’allora, dopo «E tu che m’ascolti» (1963) decise di uscire dalla scena, di non pubblicare più. Per trentacinque anni è stato irremo- vibile di fronte alle richieste dei molti estimatori che non avevano mai smesso di leggerlo; poi, fortunatamente ha ceduto, consegnandoci una raccolta che ci ha consentito di seguire la sua poesia di oltre mezzo secolo. BELLOTTI FELICE (Milano, 1786-1858) - Amico di V. Monti (che si servì dei suoi consigli per la versione dell’«Iliade»), studioso del Parini, tradusse con decorosa eloquenza e rare infedeltà l’«Odissea», le tragedie di Eschilo, di Sofocle, non poche di Euripide. In versi sciolti tradusse nel

- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli ... · to. Del 1947 sono «I segreti dei Gonzaga» e del 1956 «Mi-lano viscontea». Seguirono «Pubblici segreti» (1965),

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- INDICE -A.L.I. Penna d’Autore © All rights reserved

(1914). Il suo romanzo più conosciuto è stato «I seminatori», del 1913,ispirato a ideali di tipo nazionalista. Morì in guerra sul Carso. Fu decora-to di medaglia d’oro al valor militare.

BEDESCHI GIULIO (Arzignano [VI] 1915-Verona 1990) - Laurea-tosi in medicina nel 1939, combatté prima sul fronte albanese, poi inRussia. Da tale esperienza trasse materia per «Centomila gavette di ghiac-cio» (1963), uno dei «best-sellers» italiani sulla seconda guerra mondia-le, «Il peso dello zaino» (1966), «La rivolta di Abele» (1972) e«Nikolaëvka: c’ero anch’io» (1972), antologia di testimonianze dei re-duci dalla Russia. Nello stesso filone si collocano anche i successivi«Fronte greco-albanese: c’ero anch’io» (1977) e «Fronte d’Africa: c’eroanch’io» (1979). Proseguendo la ricostruzione della tragica esperienzadei nostri soldati in Russia durante la seconda guerra mondiale, ha pub-blicato fra l’altro «Fronte russo: c’ero anch’io» (1983), «La mia erba èsul Don» (1984), «Fronte italiano: c’ero anch’io» (1° vol. 1988).

BELCARI FEO (Firenze, 1410-1484) - Filomedico, volgarizzò dalTraversari «Il Prato spirituale di Santi Padri» e da Riccardo da San Vittore«Il Trattato dei quattro gradi della Carità». Autore della «Vita del beatoGiovanni Colombini da Siena», di numerose laude e di alcune sacrerappresentazioni, tra le quali la più nota è questa di «Abram e Isaac»,rappresentata per la prima volta nella chiesa di Santa Maria Maddalenain Cestelli nel 1449. Ebbe numerose cariche pubbliche: fu gonfalonieredella compagnia del Popolo e intimo di casa Medici.

BELLEZZA DARIO (Roma, 1944-1996)- Esordiente come poeta sulla rivista«Nuovi Argomenti», ha poi pubblicato ilsuo primo romanzo, «L’innocenza» (1970,con prefazione di A. Moravia), storia diun’adolescenza dolorosa e ferita, indul-gendo ancor più apertamente a unautobiografismo imperniato sul deside-rio di mettere a nudo il proprio io nei versidi «Invettive e licenze» (1971). Definiti-vamente fissati sulla rielaborazione trau-matica delle proprie esperienze persona-li, i successivi romanzi «Lettere da Sodoma» (1972) e «Ilcarnefice» (1973), mentre le liriche di «Morte segreta»(1976), tra retorica, profezia e confessione, hanno confer-mato il vigore autentico della sua vena, diluita, al contra-rio, nel romanzo «Angelo» (1979), nuova testimonianzadi una vocazione alla letteratura come vita che pare diret-tamente ripresa dai poeti «maledetti» dell’Ottocento. In

questa linea ha proposto temi autobiogra-fici sia nei versi di «Libro d’amore» (1982),«Io» (1984), «Serpenta» (1987), «Libro dipoesia» (1990), sia nei romanzi «Turba-mento» (1984), «L’amore felice» (1986),«Testamento di sangue» (1992), dove, conun linguaggio crudo e a volte barocco, hacercato di scoprire la sublimità dei senti-menti al di là del quotidiano. Bellezza èautore fra l’altro di un volume dedicatoalla «Morte di Pasolini» (1981); nel 1994ha pubblicato ancora «L’anniversario». Al

momento della morte stava completando il libro «Il mioAids», sulla malattia che lo aveva colpito; poche settima-ne prima aveva inoltre accettato la candidatura per le listedei Verdi, con l’intento di farsi sostenitore della libertàterapeutica e dell’utilizzo della medicina alternativa. Ne-gli ultimi anni era stata fatta richiesta di applicare per luila legge Bacchelli, ma senza risultato.

BELLINI LORENZO (Firenze,1643-1704) - Filosofo e medico. In-segnò presso lo Studio di Pisa. Ilgranduca Cosimo III de’ Medici loscelse come suo medico personale.Divenne anche consulente archia-tra di papa Clemente XI. Nel cam-po delle lettere è noto soprattuttoper il poemetto incompiuto «La

Bucchereide», nel quale celebra le terre dei «buccheri». Isuoi lavori sono stati raggruppati e pubblicati a Venezianel 1708. Fu anche membro dell’Accademia dell’Arca-dia, con lo pseudonimo di Ofelte Nedeo e dell’Accade-mia della Crusca. Alcune sue composizioni poetiche sonocontenute nella raccolta «Rime degli Arcadi».

BELLONCI MARIA (Roma, 1902-1986) - Il suo esordio come scrittricefu nel 1939 con la biografia «LucreziaBorgia, la sua vita e i suoi tempi», chele valse il premio Viareggio, rivelòquelle capacità di fondere analisi sto-rica e introspezione psicologica che leconsentirono di ricostruire con effica-cia personalità e atmosfere del passa-to. Del 1947 sono «I segreti dei Gonzaga» e del 1956 «Mi-lano viscontea». Seguirono «Pubblici segreti» (1965), «Tu,vipera gentile» (1972) e «Rinascimento privato» (1985),pubblicato un anno prima della morte. Influente anima-trice culturale, a lei si deve la fondazione del «PremioLetterario Strega».

BELLINCIONI BERNARDO (Firenze 1452-Milano 1492) - Frequen-tò la corte di Lorenzo il Magnifico. Successivamente si trasferì a Mantovaalla corte dei Gonzaga e poi a Milano a quella di Ludovico il Moro. Isuoi versi sono di stile burchiellesco.

BELLINI BERNARDO (Griante [CO] 1792-Torino 1876) - Tradut-tore dal greco e autore di mediocri poemi storici e didascalici, ha legatoil suo nome al «Dizionario della lingua italiana» (1858-1879) compilatoin collaborazione con Niccolò Tommaseo.

BELLINTANI UMBERTO (San Benedetto Po 1914-Mantova 2000)- Nel 1937 si diploma in scultura. Richiamato alle armi nel 1940, vennefatto prigioniero in Germania dal ’43 al ’45. Al suo ritorno abbandonò lascultura, lavorando come segretario in una scuola. Affermatosi negli anniCinquanta e Sessanta come una delle voci più libere e potenti della nuo-va poesia d’allora, dopo «E tu che m’ascolti» (1963) decise di usciredalla scena, di non pubblicare più. Per trentacinque anni è stato irremo-vibile di fronte alle richieste dei molti estimatori che non avevano maismesso di leggerlo; poi, fortunatamente ha ceduto, consegnandoci unaraccolta che ci ha consentito di seguire la sua poesia di oltre mezzo secolo.

BELLOTTI FELICE (Milano, 1786-1858) - Amico di V. Monti (chesi servì dei suoi consigli per la versione dell’«Iliade»), studioso del Parini,tradusse con decorosa eloquenza e rare infedeltà l’«Odissea», le tragediedi Eschilo, di Sofocle, non poche di Euripide. In versi sciolti tradusse

nel