18
Enrico Fermi Enrico Fermi Premio Nobel per la fisica 1938 Enrico Fermi (Roma, 29 settembre 1901 Chicago, 28 novembre 1954) è stato un fisico italiano naturalizzato statunitense [2] . È tra i più noti scienziati al mondo principalmente per gli studi teorici e sperimentali nell'ambito della meccanica quantistica, e in particolare della fisica nucleare. Tra i maggiori contributi si possono citare la teoria del decadimento β, la statistica quantistica di Fermi-Dirac e i risultati concernenti le interazioni nucleari. In suo onore venne dato il nome ad un elemento della tavola periodica, il fermio (simbolo Fm), ad un sotto- multiplo del metro comunemente usato in fisica atomica e nucleare, il fermi [3] , nonché a una delle due classi di particelle della statistica quantistica, i fermioni. Progettò e guidò la costruzione del primo reattore nuclea- re a fissione, che produsse la prima reazione nucleare a ca- tena controllata. Fu uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba ato- mica nei laboratori di Los Alamos. È stato inoltre tra i primi ad interessarsi alle potenzialità della simulazione numerica in ambito scientifico, nonché l'iniziatore di una seconda scuola di fisici sia in Italia, sia negli Stati Uniti d'America. Fermi è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Nel 1938 ricevette il Premio Nobel per la fisica, per "l'identificazione di nuo- vi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti". La firma dello scienziato 1 Biografia 1.1 Infanzia e adolescenza Nacque a Roma il 29 settembre 1901 da Alberto Fer- mi, piacentino [4] , ispettore capo presso il ministero del- le comunicazioni, e da Ida De Gattis, barese, insegnante di scuola elementare nella capitale. Era l'ultimo di tre fi- gli: la sorella primogenita Maria (nata il 12 aprile 1899 e morta il 26 giugno 1959 nel disastro aereo di Olgiate Olo- na) e il fratello Giulio, di un anno più grande. Mostrò fin da piccolissimo di possedere una memoria eccezionale e una grande intelligenza, che gli permisero di primeggiare negli studi. Fin dall'infanzia fu inseparabile dal fratello maggiore, che nel 1915 morì nel corso di un'operazione chirurgica per rimuovere un ascesso della gola. Enrico, per lenire il pro- fondo dolore, si gettò nello studio e completò il ginnasio con un anno di anticipo presso il Liceo Umberto Primo di Roma (oggi Liceo classico Pilo Albertelli). Una delle prime fonti per soddisfare la sua fame di cono- scenza fu un trattato del 1840 trovato al mercato romano di Campo de' Fiori, intitolato Elementorum physicae ma- thematicae, del padre gesuita Andrea Caraffa, professo- re del Collegio Romano. Le novecento pagine in latino, comprendenti argomenti di matematica, meccanica clas- sica, astronomia, ottica e acustica, furono studiate appro- fonditamente dal giovane Fermi, come dimostra il ritro- vamento di molti foglietti e annotazioni all'interno dei due tomi. Importante fu anche la conoscenza dell'amico del fratello Enrico Persico, di un anno più grande, insieme al qua- le sviluppò con continue discussioni e, dopo l'iscrizione all'università, con scambi epistolari, le sue conoscenze in 1

Enrico Fermi

Embed Size (px)

DESCRIPTION

vita di Enrico Fermi

Citation preview

Page 1: Enrico Fermi

Enrico Fermi

Enrico Fermi Premio Nobel per la fisica 1938

Enrico Fermi (Roma, 29 settembre 1901 – Chicago, 28novembre 1954) è stato un fisico italiano naturalizzatostatunitense[2].È tra i più noti scienziati al mondo principalmente per glistudi teorici e sperimentali nell'ambito della meccanicaquantistica, e in particolare della fisica nucleare. Trai maggiori contributi si possono citare la teoria deldecadimento β, la statistica quantistica di Fermi-Dirac ei risultati concernenti le interazioni nucleari.In suo onore venne dato il nome ad un elemento dellatavola periodica, il fermio (simbolo Fm), ad un sotto-multiplo del metro comunemente usato in fisica atomicae nucleare, il fermi[3], nonché a una delle due classi diparticelle della statistica quantistica, i fermioni.Progettò e guidò la costruzione del primo reattore nuclea-re a fissione, che produsse la prima reazione nucleare a ca-tena controllata. Fu uno dei direttori tecnici del ProgettoManhattan, che portò alla realizzazione della bomba ato-mica nei laboratori di Los Alamos. È stato inoltre tra iprimi ad interessarsi alle potenzialità della simulazionenumerica in ambito scientifico, nonché l'iniziatore di unaseconda scuola di fisici sia in Italia, sia negli Stati Unitid'America.Fermi è universalmente riconosciuto come uno dei più

grandi scienziati di tutti i tempi. Nel 1938 ricevette ilPremio Nobel per la fisica, per "l'identificazione di nuo-vi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioninucleari mediante neutroni lenti".

La firma dello scienziato

1 Biografia

1.1 Infanzia e adolescenza

Nacque a Roma il 29 settembre 1901 da Alberto Fer-mi, piacentino[4], ispettore capo presso il ministero del-le comunicazioni, e da Ida De Gattis, barese, insegnantedi scuola elementare nella capitale. Era l'ultimo di tre fi-gli: la sorella primogenita Maria (nata il 12 aprile 1899 emorta il 26 giugno 1959 nel disastro aereo di Olgiate Olo-na) e il fratello Giulio, di un anno più grande. Mostrò finda piccolissimo di possedere una memoria eccezionale euna grande intelligenza, che gli permisero di primeggiarenegli studi.Fin dall'infanzia fu inseparabile dal fratello maggiore, chenel 1915 morì nel corso di un'operazione chirurgica perrimuovere un ascesso della gola. Enrico, per lenire il pro-fondo dolore, si gettò nello studio e completò il ginnasiocon un anno di anticipo presso il Liceo Umberto Primodi Roma (oggi Liceo classico Pilo Albertelli).Una delle prime fonti per soddisfare la sua fame di cono-scenza fu un trattato del 1840 trovato al mercato romanodi Campo de' Fiori, intitolato Elementorum physicae ma-thematicae, del padre gesuita Andrea Caraffa, professo-re del Collegio Romano. Le novecento pagine in latino,comprendenti argomenti di matematica, meccanica clas-sica, astronomia, ottica e acustica, furono studiate appro-fonditamente dal giovane Fermi, come dimostra il ritro-vamento di molti foglietti e annotazioni all'interno dei duetomi.Importante fu anche la conoscenza dell'amico del fratelloEnrico Persico, di un anno più grande, insieme al qua-le sviluppò con continue discussioni e, dopo l'iscrizioneall'università, con scambi epistolari, le sue conoscenze in

1

Page 2: Enrico Fermi

2 1 BIOGRAFIA

fisica e matematica. I due amici vinsero nel 1926 le primedue cattedre di fisica teorica create in Italia.Durante gli anni del liceo conobbe inoltre un collega delpadre e amico di famiglia, l'ingegner Adolfo Amidei,che guidò la sua formazione in algebra, trigonometria,geometria analitica, analisi matematica e meccanica. Nel1918 Amidei gli suggerì di non frequentare l'Università diRoma, ma di iscriversi all'Università di Pisa e partecipa-re al concorso per entrare alla prestigiosa Scuola NormaleSuperiore della stessa città.

1.2 Scuola Normale Superiore di Pisa

Fermi negli anni universitari

Per accedere alla prestigiosa università Fermi dovette su-perare un concorso con il seguente tema: Caratteri di-stintivi dei suoni e loro cause. L'argomento fu svolto constraordinaria sicurezza e assoluto possesso dei mezzi ma-tematici. Basandosi su quanto appreso nel trattato di mec-canica di Poisson e utilizzando concetti come equazionidifferenziali e sviluppo in serie di Fourier, descrisse esau-stivamente il carattere del suono analizzando alcuni casispecifici. Il livello del suo svolgimento fu talmente ele-

Appunti di Enrico Fermi, Thesauros, misurazioni di attivazioneradioattiva dello Iodio

vato da riuscire sbalorditivo per la commissione esami-natrice. In seguito a un colloquio orale svolto dal prof.Giulio Pittarelli, venne confermata l'eccellenza della pre-parazione del diciassettenne Fermi, che ottenne il primoposto in graduatoria. Durante il colloquio il prof. Pittarel-li si espose, preannunciando al giovane studente romanoche sarebbe diventato un importante scienziato.Fra il 1919 ed il 1923 studiò la relatività generale, lameccanica quantistica e la fisica atomica. La sua prepara-zione in meccanica quantistica raggiunse livelli talmenteelevati che Luigi Puccianti, direttore dell'Istituto di Fisicapresso la Scuola Normale, gli chiese di organizzare alcu-ni seminari sul tema. Sempre in questo periodo appre-se il calcolo tensoriale, strumento matematico inventatoda Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita, indi-spensabile al fine di dimostrare i principi della relativitàgenerale.Nel 1921, terzo anno di Università, pubblicò i suoi primidue lavori sulla rivista scientifica Nuovo Cimento: Sulladinamica di un sistema rigido di cariche elettriche in mo-do transitorio e Sull'elettrostatica di un campo gravitazio-nale uniforme e sul peso delle masse elettromagnetiche. Ilprimo di questi lavori portò a una conclusione che po-neva in contraddizione il calcolo della massa effettuatonell'ambito della teoria di Lorentz con il principio di equi-valenza dell'energia di Einstein. Tale apparente contrad-dizione venne chiarita l'anno seguente dallo stesso Fer-mi nell'articolo Correzione di una grave discrepanza frala teoria elettrodinamica e quella della relativistica dellemasse elettromagnetiche. Inerzia e peso dell'elettricità, cheapparve prima sulla rivista I rendiconti e in seguito sullaprestigiosa rivista tedesca Physikalische Zeitschrift.Sempre nel 1922 pubblicò il suo primo importante lavo-ro sulla rivista Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, daltitolo Sopra i fenomeni che avvengono in vicinanza di unalinea oraria, dove introduceva per la prima volta quelleche verranno in seguito denominate le coordinate di Fer-mi, e dimostrava che in prossimità di una linea oraria, lospazio si comporta come se fosse euclideo.Nel 1922 comincia la sua tesi di laurea sperimentale sulle

Page 3: Enrico Fermi

1.4 Ritorno da Gottinga e periodo a Leida 3

Sede della Scuola Normale Superiore di Pisa

immagini di diffrazione dei raggi X prodotte da cristallicurvi. È da notare che i tubi per i raggi X furono fabbri-cati da Fermi insieme ad altri due studenti: Nello Carrarae Franco Rasetti, nell'ambito dei loro esperimenti «libe-ri» all'interno del laboratorio di fisica presso l'Istituto difisica della Normale. I tre ragazzi avevano libero acces-so al laboratorio e alla biblioteca su permesso del capodell'istituto stesso. Secondo Franco Rasetti, Fermi, di-mostrò di essere un fisico completo svolgendo una tesisperimentale pur essendo già noto come fisico teorico.Ad ogni modo, sembra che Fermi preferisse gli aspet-ti teorici rispetto a quelli sperimentali. In una letteraall'amico Persico, datata marzo 1922, Fermi fa capire chenon vedeva l'ora di terminare la tesi per potersi dedicarealla meccanica quantistica.Il 4 luglio dello stesso anno Fermi si laureò all'Università eil successivo 7 luglio si diplomò alla Normale; in entrambii casi ottenne la magna cum laude.Nel 1923, in seguito alla scrittura dell'appendice del li-bro Fondamenti della relatività einsteiniana di AugustKopff, Enrico Fermi, specializzatosi ulteriormente nel-lo studio della relatività generale grazie a Giuseppe Ar-mellini e Tullio Levi-Civita, pone per la prima vol-ta l'accento sull'enorme quantità di energia insita nel-la famosa equazione (E=mc²). Asserzione che può esse-re vista come il primo vero passo nella direzione dellagenerazione di energia atomica.Nel 1924 fu iniziato in Massoneria nella Loggia “AdrianoLemmi” del Grande Oriente d'Italia a Roma[5].

1.3 Periodo a Gottinga

Subito dopo la laurea si presentò a Orso Mario Corbino,professore di Fisica sperimentale, e nel 1923, grazie aduna borsa di studio, si recò per sei mesi a Gottinga pressola scuola di Max Born. Il periodo a Gottinga non si rivelòmolto fruttuoso e le ragioni sembrano essere di vario ti-po: c'è chi sostiene che non si trovò a suo agio con lo stileeccessivamente teorico e formale della principale scuo-

la di fisica quantistica dell'epoca, chi, come Emilio Se-grè, sostiene che Fermi era da un lato timido e da un latotroppo orgoglioso, e chi, anche, che i suoi colleghi (Born,Heisenberg, Pauli e Jordan) erano forse troppo impegnaticon le loro ricerche.Durante questi sei mesi, piuttosto che occuparsi di risol-vere le contraddizioni della cosiddetta old quantum phy-sics, introdotta da Bohr e Sommerfeld, e su cui si stava-no cimentando i suoi colleghi a Gottinga, preferì studiarei limiti di applicazione ai sistemi atomici del cosiddet-to principio delle adiabatiche, enunciato da Paul Ehren-fest, che formulava una delle idee guida per ricavare lecondizioni di quantizzazione della old quantum physics.Nonostante il non perfetto ambientamento, la produzionescientifica di Fermi a Gottinga fu intensa. Dopo un mesedall'arrivo pubblicò un articolo dal titolo Il principio delleadiabatiche ed i sistemi che non ammettono coordinate an-golari, articolo in cui si proponeva di determinare i limitidi validità del principio di Ehrenfest, mostrando che perparticolari trasformazioni adiabatiche veniva a perdere lasua base.Due mesi dopo pubblicò un secondo articolo sulla rivistaPhysikalische Zeitschrift, dal titolo Dimostrazione che ingenerale un sistema meccanico normale è quasi ergodico,articolo che attrasse l'attenzione di Ehrenfest.In questo articolo, dal titolo Alcuni teoremi di meccanicaanalitica importanti per la teoria dei quanti, Enrico Fermidimostra la validità del principio di Ehrenfest per deter-minare le orbite quantiche di un sistema atomico a trecorpi. Dimostrando inoltre che in sistemi con più di unacostante di moto il principio di Ehrenfest non è valido.

1.4 Ritorno da Gottinga e periodo a Leida

Tornato da Gottinga, scrisse il suo primo importante con-tributo alla meccanica quantistica intitolato Sulla proba-bilità degli stati quantici, lavoro presentato da Corbinoall'Accademia dei Lincei il 16 dicembre 1923. In questolavoro mostra il paradosso della statistica classica in rela-zione al calcolo della probabilità dei diversi stati quanticidi un gas di atomi a temperatura elevata. Secondo la stati-stica classica i diversi stati quantici di un atomo hanno lamedesima probabilità, ipotesi che porta paradossalmentela somma delle probabilità di tutti i possibili stati quanticiad infinito, quando la probabilità massima di qualunquesistema è per definizione uguale a 1. La soluzione for-male a questa contraddizione era quella di un'ipotesi adhoc al fine di definire come non possibili tutte le orbite distati quantici per cui il raggio dell'atomo è maggiore delladistanza media tra atomo ed atomo. Fermi risolse elegan-temente tale paradosso calcolando mediante la termodi-namica una legge contenente un fattore che rende trascu-rabili i contributi della serie con numeri quantici elevati.Tale approccio è noto in letteratura come Fermi-Urey.Nel gennaio del 1924, Fermi pubblica un lavoro dal tito-

Page 4: Enrico Fermi

4 1 BIOGRAFIA

Il gruppo di studiosi di Leida. Ehrenfest è in centro, con gliocchiali, Fermi è il primo a destra.

lo Sopra la riflessione e la diffusione della risonanza, incui sviluppa la teoria del fenomeno della risonanza otti-ca. Nello stesso mese scrisse anche Considerazioni sullaquantizzazione di sistemi che contengono elementi identici,che rappresenta il primo vero passo verso quella che sa-rà una delle sue principali scoperte da qui a due anni: lanuova statistica quantistica che porta il nome di statisticadi Fermi-Dirac.Grazie all'interessamento del famoso matematico VitoVolterra, Fermi vinse una borsa di studio della fondazioneRockefeller per un periodo di studio nell'autunno del1924 a Leida presso l'istituto diretto da Paul Ehrenfest.Tale scelta deriva in parte dalla scarsa presenza all'epocain Italia di personalità impegnate nelle ricerche sullameccanica quantistica.Nell'estate del 1924, pubblicò un articolo dal titolo Sullateoria dell'urto fra atomi e corpuscoli elettrici, pubblica-to prima in italiano sul Nuovo Cimento ed in seguito intedesco su Zeitschrift für Physik. Tale studio rappresen-ta il primo importante contributo di Fermi alla cosiddet-ta old quantum physics. Nell'articolo menzionato, Fermielaborò un metodo, conosciuto in seguito come metododei quanti virtuali o metodo dei fotoni equivalenti, basatosulla analogia fra la ionizzazione di un atomo prodotta dauna luce ad una opportuna frequenza e quella prodotta daelettroni con sufficiente velocità. Con le sue stesse parole:Il lavoro, benché fosse stato sperimentalmente provato,trovò forti critiche da parte di Bohr. Fermi fu negativa-mente colpito da questo episodio, e secondo Emilio Segrèquesto potrebbe essere il motivo per cui Enrico Fermi hamostrato successivamente un atteggiamento negativo ver-so le teorie elaborate dai fisici di Gottinga e Copenaghen.Lo stesso Emilio Segrè fa notare che una volta stabili-te in maniera precisa le leggi della meccanica quantisti-ca, il lavoro sopra citato trovò piena giustificazione me-diante la teoria delle perturbazioni dipendenti del temposviluppata da Dirac.A Leida, oltre ad approfittare della guida scientifica di

Ehrenfest, Fermi ebbe anche modo di conoscere autoritàmondiali della fisica come Einstein e Lorentz, e strinseamicizia con Samuel Goudsmit e Niko Tinberg.Le prime impressioni del periodo a Leiden sono riportatein una lettera del 23 ottobre del 1924 al suo amico EnricoPersico:Il periodo a Leida fu particolarmente fruttuoso. Nellacorrispondenza fra Fermi e Persico si parla delle nu-merose scoperte fatte da Fermi a Leida. Una su tuttefu descritta in un lavoro pubblicato con il titolo Sopral'intensità delle righe multiple, dove Fermi ricava le espres-sioni dell'intensità delle varie componenti delle righemul-tiple degli spettri atomici di diversi elementi. L'accordotrovato con i dati sperimentali fu migliore di quello diHeisenberg e Sommerfeld nella trattazione teorica delproblema.

1.5 Ritorno da Leida ed inizio della carrie-ra universitaria

Fra il 1924 e 1925 Fermi fu chiamato, su invitodel podestà di Firenze e direttore dell'istituto di fisicaAntonio Garbasso, ad occupare la cattedra di fisica mate-matica presso l'università della città. Durante questo pe-riodo iniziò alcune ricerche di fisica atomica con il ritro-vato amico Franco Rasetti. I due amici portarono avantiimportanti ricerche sperimentali sugli spettri atomici permezzo di campi a radiofrequenza, e con le stesse paroledi Rasetti:

La vecchia sede dell'Università fiorentina

Le ricerche furono anche in qualche modo avventurose,sempre con le parole di Rasetti:Fra il 1924 e 1925 Fermi cerca di fare carriera univer-sitaria, ben conscio delle sue capacità. Prima partecipaad un concorso a Firenze a cattedra senza aver successo.In seguito, insieme a Volterra, Civita e Corbino, cerca diistituire la prima cattedra di fisica teorica in Italia a Ro-ma.Ma dovrà aspettare un altro anno emezzo per riuscirein questa impresa.

Page 5: Enrico Fermi

1.6 La scoperta della statistica delle particelle 5

Nel frattempo tenta di vincere il concorso a Cagliari per lafisica matematica, ma gli viene preferito Giovanni Giorgi,un fisico matematico di vecchia guardia, noto soprattut-to per aver proposto il sistema internazionale di unità dimisura. Fra i commissari vi erano Volterra e Levi-Civitache votarono per Fermi. La rabbia per la mancata nomi-na non durò a lungo. Nell'autunno del 1926 Fermi vinseil concorso per occupare il posto della prima cattedra difisica teorica in Italia, su nomina di Corbino e Garbasso.Nel giudizio finale della commissione giudicante si legge:

1.6 La scoperta della statistica delle parti-celle

Nel periodo precedente ed antecedente a questa nomina,Fermi continuò ad interessarsi alla meccanica quantistica,ma come riporta lui stesso in una lettera all'amico Persicodel 1925, non era convinto della nuova meccanica quan-tistica o cosiddetta meccanica delle matrici, sviluppata daBohr, Heisenberg e Jordan.Fermi piuttosto, come riporta Emilio Segrè, si lasciò col-pire dal lavoro di Schrödinger sulla meccanica ondulato-ria. In questo periodo partendo da un lavoro di Born, incui il formalismo di Schrödinger veniva usato per com-prendere urti e diffusione fra le particelle insieme aduna prima interpretazione probabilistica della funzioned'onda, Fermi pubblicò un lavoro dal titolo Sulla mecca-nica ondulatoria dei processi d'urto. Finalmente nel di-cembre 1925, Fermi scrisse il suo celebre lavoro Sullaquantizzazione del gas perfetto monoatomico, che vennepresentato da Corbino alla Accademia dei Lincei e pub-blicato in versione ampliata e completa su Zeitschrift fürPhysik.In questo lavoro Fermi formula per la prima volta la suacelebre equazione della statistica di Fermi-Dirac a cui ob-bediscono le particelle elementari a spin semintero (chia-mate in suo onore fermioni), che è oggi nota come stati-stica antisimmetrica Fermi-Dirac, dal nome dello scien-ziato inglese Paul Dirac, che seppur in ritardo di circa seimesi rispetto a Fermi, giunse alle stesse conclusioni. Inuna lettera inviata da Fermi a Dirac, si legge:

1.6.1 Genesi della statistica delle particelle

Fermi cominciò ad occuparsi per la prima volta nel 1923a Leida quando affrontò la determinazione della costanteassoluta dell'entropia per un gas perfetto monoatomico.Tale problema aveva già visto coinvolto prima Otto Sac-kun e H. Tetrode, ed in seguito Otto Stern. Fermi pubbli-cò nel 1923 su Rendiconti dell'Accademia dei Lincei unarticolo dal titolo Sopra la teoria di Stern della costanteassoluta dell'entropia rifiutando la struttura di base dellasua teoria, e con le sue parole:L'anno successivo pubblicò su Nuovo Cimento l'articolodal titolo Considerazione sulla quantizzazione dei sistemi

che contengono elementi identici. In questo articolo Fer-mi mostra come le regole di quantizzazione di Sommer-feld predicono sì perfettamente le frequenze dello spettrodell'atomo di idrogeno, ma non danno sicurezza alcunaper gli spettri di atomi più complessi. Egli afferma:Fermi concluse che le regole di quantizzazione di Som-merfeld non bastassero più per ricavare la formulaSackur-Tetrode per l'entropia:Nel 1925 Wolfgang Pauli enunciò quello che va sotto ilnome di Principio di esclusione di Pauli. Fermi comericorda RasettiL'obiettivo di Fermi era chiaro: egli volevaAl fine di poter applicare il principio di esclusione di Pau-li per gli elettroni orbitali dell'atomo alle molecole di ungas perfetto, Fermi dovette affrontare il problema dellaquantizzazione del loro moto. A questo proposito Fermiimpose che le molecole del gas fossero soggette a un cam-po di forze elastiche attrattive tridimensionali sul modellodell'oscillatore armonico. Ricorda RasettiCome conseguenza dell'uso del potenziale armonico, Fer-mi, sfruttando il principio delle adiabatiche di Ehrenfest,riuscì a stabilire che esiste una temperatura critica al disotto della quale la statistica di un gas di particelle deviafortemente dalla statistica classica di Boltzmann. In se-guito ottenne le espressioni per un gas fortemente dege-nere (al di sotto della temperatura critica) della pressionee dell'energia di punto zero, ed una formula per il calorespecifico a volume costante che tende a zero linearmentecon la temperatura. Riottenne anche l'equazione classicadi un gas perfetto ed un valore dell'entropia coincidentecon quello di Sackur-Tetrode.La statistica scoperta da Fermi è del tutto generale, nelsenso che vale per un gran numero di particelle. Leparticelle scoperte finora possono essere raggruppate indue gruppi: neutrone, protone ed elettrone) o mesoneµ (oggi denominate fermioni) che obbediscono alla sta-tistica Fermi-Dirac. Fotone o mesone π (bosone) cheobbediscono alla statistica di Bose-Einstein.La differenza fra bosoni/fermioni si ricollega al valore delcorrispondente spin. Tale spin assume un numero semi in-tero per i fermioni e uno intero per i bosoni e determinauna funzione d'onda totalmente asimmetrica per i fermio-ni ed una totalmente simmetrica per i bosoni. Le relazionifra le due statistiche quantistiche sono state messe in luceda Dirac. A Fermi invece bisogna dare atto di aver resoil principio di Pauli un principio di fisica generale.

1.6.2 Applicazione della statistica e riconoscimentodella sua importanza

Nel dicembre del 1926 il fisico britannico Ralph HowardFowler applicò la statistica di Fermi-Dirac per un pro-blema di astrofisica riguardante le cosiddette nane bian-che. Lo stesso Pauli applicò la statistica per uno studioriguardante sostanze paramagnetiche. Nel 1927, in oc-

Page 6: Enrico Fermi

6 1 BIOGRAFIA

casione del centenario della morte di Alessandro Volta,fu organizzato a Como un importante congresso inter-nazionale a cui presero parte tutti i principali scienziatidel mondo. Durante tale congresso, Sommerfeld mostròcome una serie di fenomeni termici ed elettrici non in-terpretabili con le teorie classiche, trovassero immediataspiegazione grazie alla nuova statistica di Fermi-Dirac.Rasetti ricorda:Nel 1927 lo stesso Fermi applicò la sua stessa statistica alcosiddetto modello atomico Thomas-Fermi. In tale mo-dello gli elettroni sono ipotizzati essere come un gas de-genere di Fermi, mantenuti intorno al nucleo dalla forzacoulombiana. Fermi ed i suoi allievi usarono tale modelloper studiare le proprietà degli atomi che variano regolar-mente al variare del numero atomico. A proposito di que-sto periodo ed in generale sul metodo di lavoro di Fermisono interessanti le parole di Amaldi:

1.7 L'Istituto di Via Panisperna e la fisicanucleare italiana

I ragazzi di via Panisperna. Da sinistra: Oscar D'Agostino, EmilioSegrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico Fermi

Non appena Enrico Fermi occupò la cattedra di fisica teo-rica a Roma, cercò, congiuntamente con Corbino, di tra-sformare l'Istituto di via Panisperna in un centro di avan-guardia a livello mondiale. In questo contesto Fermi ne-

Fermi in toga accademica (al centro) con Franco Rasetti (asinistra) ed Emilio Segrè.

cessitava di collaboratori adatti, al fine di formare il grup-po che più tardi divenne famoso come "I ragazzi di viaPanisperna", dal nome della via nella quale erano ubicatii laboratori (ora parte del complesso del Viminale e delMinistero dell'Interno della Repubblica Italiana).Il primo ad essere assunto fu Franco Rasetti, al quale fuassegnato il compito di portare avanti le ricerche nel cam-po della fisica atomica. In seguito lo stesso Corbino, du-rante una lezione presso la facoltà di Ingegneria, annun-ciò che presso il suo istituto vi era posto per chi avesseinteresse nella fisica pura. Così fra il 1927-1928 EmilioSegrè, Edoardo Amaldi ed Ettore Majorana completaro-no il gruppo. Fermi aveva così, grazie anche al forte in-teressamento di Corbino, la sua scuola formata da allievigiovanissimi, dove, attraverso seminari informali e spes-so improvvisati, insegnava i segreti della fisica. Il gruppodei ragazzi di via Panisperna, all'apice del suo splendore,fu costituito da Amaldi, Bruno Pontecorvo, Rasetti, Se-grè, Majorana e dal chimico Oscar D'Agostino. Il gruppoproseguì coi suoi famosi esperimenti fino al 1933, quan-do Rasetti lasciò l'Italia per il Canada e poi per gli StatiUniti, Pontecorvo andò in Francia e Segrè preferì andaread insegnare a Palermo.Segrè ricorda così la maniera di fare lezione al gruppo daparte di Fermi:L'attività di ricerca del gruppo durante questo periodo èricordata da Rasetti con le sue stesse parole:Le ricerche di quel periodo si concentrarono sull'effettoRaman in molecole e cristalli, sugli spettri di assorbimen-to dei metalli alcalini e sulle strutture iperfini righe spet-trali. Nel 1929 Fermi e Rasetti compresero che la ricercasulla spettroscopia e la fisica atomica stava per volgere al-la fine, dato che la meccanica quantistica aveva risolto lamaggior parte delle questioni aperte.Il nuovo corso del gruppo fu di investigare il nucleodell'atomo. Corbino, in un celebre discorso intitolato Inuovi compiti della fisica sperimentale, si fece carico da-vanti alla Società Italiana per il Progresso delle Scien-ze del progetto di modernizzare la ricerca scientifica inItalia.

Page 7: Enrico Fermi

1.8 Teoria del decadimento β 7

Rasetti, Fermi e Corbino si fecero pertanto promotoridella nuova politica scientifica che doveva basarsi sullafondazione di laboratori di ricerca ben attrezzati, sullaformazione di ricercatori sia teorici che sperimentali, esoprattutto sulla concentrazione di finanziamenti, risorsemateriali ed umane, nei settori più promettenti.Il nuovo corso veniva così delineato da Corbino:Il 29 marzo 1929 Fermi è nominato da Mussolini mem-bro della Reale Accademia di Italia e si iscrive al partitofascista [6].Fermi, in seguito, cercò di ottenere ulteriori finanziamentiper il suo istituto, finanziamenti che arrivarono tramitefondi del CNR e che ammontavano a circa dieci volte ilvalore medio dei finanziamenti degli altri istituti.Insieme ad Antonio Garbasso evitò che i finanziamentifossero mal distribuiti e li concentrò sulla fisica nuclearee sulla fisica dei raggi cosmici. Quando Fermi focalizzòle sue ricerche sul nucleo, si era già a conoscenza che lamaggior parte dei nuclei esistenti era di natura stabile,e che altri sono radioattivi. In caso di decadimento ra-dioattivo se ne conoscevano di tre tipi: tramite emissionedi una particella α o tramite l'emissione di una particellaβ , e in genere accompagnati dall'emissione di un fotoneγ . Compito della fisica nucleare era quello di studiare leforze che tengono insieme il nucleo. Infatti, attraverso lameccanica quantistica, si era in grado di spiegare solo, edapprossimativamente, l'emissione di particelle α . Al fi-ne di comprendere meglio il problema, Fermi organizzòfra l'11 e il 17 ottobre 1931 un congresso internaziona-le di fisica nucleare, insieme all'Accademia d'Italia e alCNR, di cui Fermi era segretario del comitato di fisica[7].Il congresso fu finanziato con duecentomila lire, una cifraenorme per l'epoca, e aperto con un intervento dello stes-so Mussolini. L'organizzazione scientifica del congressofu affidata a Fermi che personalmente invitò i più grandiscienziati mondiali, definendo direttamente il taglio degliinterventi, e chiedendo espressamente di esporre non soloi problemi già risolti, ma soprattutto quelli non risolti.Il congresso ebbe un'importanza scientifica enorme e vi-de la partecipazione di Marie Curie, Niels Bohr, PatrickBlochett, RobertMillikan, Arthur Compton,Werner Hei-senberg e Wolfgang Pauli. Il congresso fu un catalizzato-re di idee e soprattutto mise a fuoco le questioni centra-li, teoriche e sperimentali, ancora aperte. Wolfgang Pau-li, per esempio, avanzò per la prima volta l'esistenza diuna nuova particella, il neutrino, per spiegare gli spet-tri continui degli atomi radioattivi durante il processodi decadimento β . Ipotesi contrastata da Bohr, secondocui in questo modo si violava la legge di conservazionedell'energia. Al contrario Fermi vedeva l'ipotesi favore-volmente. Il congresso si concluse con le seguenti paroledi Corbino:Tale profezia si rivelò corretta. Nel febbraio del 1932James Chadwick scoprì al Cavendish Laboratory diCambridge il neutrone. Nel settembre del 1932 KarlAnderson al CalTech scoprì il positrone, risultato che

Gli scienziati riuniti alla 7ª Conferenza Solvay. Fermi è il quintoda sinistra della prima fila in piedi

venne poco dopo confermato da Patrick Blackett eGiuseppe Occhialini a Cambridge, dove crearono coppieelettrone/positrone confermando così la teoria di Dirac.Lo stesso anno Urey, Brickwedde e Murphy scoprironoil deuterio. Nel luglio 1932 una relazione congressualeaccennò per la prima volta al neutrino di Pauli.In seguito alle pubblicazioni di Chadwick sull'esistenzadel neutrone, un allievo di Fermi, Ettore Majorana, pro-pose un modello di atomo dove il nucleo era compostodai soli protoni e neutroni, elaborandone una teoria del-le forze nucleari che li tengono insieme. Tali forze sononote oggi come forze di Majorana.Nell'ottobre del 1933, durante il settimo congresso Sol-vay, Pauli si convinse finalmente a pubblicare le sue teoriesul neutrino.

1.8 Teoria del decadimento β

Due mesi dopo il convegno Solvay, Fermi pubblicò il suocelebre lavoro sulla teoria del decadimento beta dal titolo:Tentativo di una teoria dei raggi β . Rasetti ne ricostruiscecosì la genesi:Nella teoria di Fermi, egli riprendeva l'ipotesi di Paulidel neutrino, ed assunse che neutrone e protone fosse-ro due stati differenti dello stesso oggetto, aggiungendoanche l'ipotesi che assumeva che l'elettrone espulso du-rante il procedimento di decadimento β non preesistevanel nucleo prima di essere espulso, ma che veniva creato,insieme al neutrino nel processo di decadimento conte-stualmente alla trasformazione di un neutrone in un pro-tone, analogamente a quello che avviene nella formazio-ne di un quanto di luce che accompagna un salto quan-tico di un atomo. Per costruire la teoria del processo didecadimento beta, processo in cui il numero di particel-le leggere non si conserva, Fermi ricorse al formalismoelaborato da Dirac all'interno della sua teoria quantisticadella radiazione relativa all'interazione dell'elettrone conil corpo elettromagnetico. All'interno della sua teoria, Di-rac descrive gli operatori di costruzione e distruzione chedefiniscono il processo di annichilimento o creazione di

Page 8: Enrico Fermi

8 1 BIOGRAFIA

Il badge di Fermi a Los Alamos

una particella una volta che abbia interagito con il campoelettromagnetico.Fermi dimostrò che così come l'interazione elettroma-gnetica produce la conversione di un fotone in una coppiaelettrone-positrone, così l'interazione di Fermi, oggi chia-mata interazione debole, produce la trasformazione di unneutrone in un protone (o viceversa), accompagnato dallacreazione di un elettrone e di un neutrino.Al fine di calcolare la probabilità con cui il proces-so avviene, Fermi costruì la funzione hamiltoniana piùsemplice e compatibile con le leggi di conservazionee di simmetria. La costante di grandezza che comparenell'hamiltoniana fu determinata da un confronto con da-ti sperimentali. Tale costante per l'interazione debole haun significato analogo a quella della gravitazione. Nel suolavoro, rifiutato da Nature, ed accettato in seguito primasu Nuovo Cimento, e poi su Zeitschrifft für Physik, Fermicalcolò la vita media del decadimento β , l'energia spet-trale dell'elettrone emesso e le cosiddette regole di sele-zione del processo. A proposito di questo lavoro, Segrèricorda:La teoria di Fermi aprì un nuovo campo della fisica delleparticelle elementari: la fisica delle interazioni deboli.

1.9 La scoperta dei neutroni lenti e dellafissione nucleare

Il gruppo di Fermi cominciò a lavorare sulla radioattivitàartificiale in seguito alla scoperta della stessa da parte diIrene Curie e suo marito Frederic Joliot nel gennaio del1934.Nell'autunno del 1934 Fermi e Rasetti cominciarono conla costruzione degli strumenti necessari al fine di studiarela radioattività basata sull'esperienza fatta qualche meseprima da Rasetti al Kaiser Wilhelm Institut für Chemie aBerlino. Insieme costruirono una grande camera a nebbiaed uno spettrometro a cristalli per raggi γ e vari contatoriGeiger-Müller.Al contrario di quanto fatto da Curie e Joliot, Fermi de-cise di bombardare i nuclei bersagli con neutroni (cari-che neutre) anziché con particelle α (cariche positive).Utilizzando come sorgenti di neutroni radon e berillio,Fermi cominciò a bombardare gli elementi del sistemaperiodico in maniera sistematica, ma solo quando arrivòal fluoro ed all'alluminio, il suo contatore Geiger-Müllersegnò finalmente i primi conteggi.I primi risultati positivi vennero inviati alla rivista scien-tifica del CNR Ricerca Scientifica il 25 marzo del 1934,spiegati da Fermi come un nucleo che una volta soggettoa bersaglio assorbe un neutrone ed emette una particel-la α , dando luogo a un nuovo elemento radioattivo connumero atomico minore di 2 unità rispetto a quello dipartenza. Fermi scrisse dieci articoli su questo tema, tutticon il titolo Radioattività provocata da bombardamentodi neutroni N, con N da 1 a 10.Il gruppo di Fermi lavorò intensamente sulle nuove ri-cerche, e data la necessità di profonde conoscenze inchimica, decise di assumere Oscar D'Agostino, un chi-mico che si trovava a Parigi per approfondire le tecnichedi radio chimica.Il lavoro procedeva speditamente e i risultati venivano,come detto, pubblicati immediatamente su Ricerca Scien-tifica. In poco tempo vennero irradiati con neutroni cir-ca 60 elementi ed almeno in 40 vennero identificati nuo-vi elementi radioattivi. Durante la fase di classificazionedelle reazioni, il gruppo si accorse che i neutroni davanoluogo alla formazione di nuovi nuclei radioattivi pratica-mente in tutti gli elementi irradiati, indipendentementedal numero atomico. Scoprirono inoltre che nel caso diatomi leggeri, i radionuclidi prodotti avevano un nume-ro atomico inferiore di una o due unità rispetto al nucleoiniziale mentre nel caso di elementi più pesanti i nuovielementi erano isotopi del nucleo bombardato.I risultati vennero interpretati in termini di reazioni nu-cleari (n, p) o (n, α ), ovvero in termini di altezza delpotenziale elettrostatico che le particelle cariche (protonio particelle α ) emesse dai nuclei bersaglio devono at-traversare, essendo il potenziale elettrostatico minore peratomi leggeri rispetto agli atomi pesanti.

Page 9: Enrico Fermi

1.9 La scoperta dei neutroni lenti e della fissione nucleare 9

I risultati del gruppo di Fermi fecero presto il giro delmondo, e il loro successo può essere riassunto per esem-pio con le parole di Lord Ernest Rutherford, eminenzadell'epoca nel campo della fisica nucleare:

Il FERMIAC inventato da Fermi

Fermi e il suo gruppo proseguirono nella loro attivi-tà di bombardamento di tutti gli elementi della tavolaperiodica. Arrivati al numero 90 (torio) e al nume-ro 92 (uranio), osservarono numerosi radionuclidi cheerroneamente interpretarono come nuovi elementi.

La loro scoperta venne confermata dai maggiori fisi-ci dell'epoca. I due nuovi elementi vennero denominatiesperio e ausonio in onore di due antiche civiltà italiche.La scoperta, che nei piani di Fermi doveva rimanere se-greta, venne invece subito resa pubblica da Corbino du-rante un discorso, dal titolo “Risultati e prospettive dellafisica moderna, tenuto di fronte all'Accademia dei Linceialla presenza del re Vittorio Emanuele III. Fermi era con-trario a dichiarazioni sensazionalistiche ed era convintoche le spiegazioni da loro date fossero errate. Infatti ciòche il gruppo aveva scoperto non erano due nuovi ele-menti, ma si trattava della fissione dell'uranio, come fusuggerito dalla chimica tedesca Ida Noddack. Nella se-conda metà del 1934, il gruppo decise di passare da unostudio qualitativo delle attività radioattive dei materialiad uno quantitativo. Lo studio fu assegnato da Fermi adAmaldi e a Bruno Pontecorvo che si era da poco unito algruppo.Il primo obiettivo era quello di ottenere risultati ben ri-producibili, ma i due si imbatterono in difficoltà enor-mi, dato che le proprietà dei vari metalli sembravano di-pendere fortemente dai materiali su cui la sorgente dineutroni ed il campione irradiato venivano disposti.Per la mattina del 20 ottobre 1934 tutto era pronto perun esperimento sistematico per capire l'origine di questistrani fenomeni. Amaldi costruì il castelletto con paretidi piombo e ripeté le misure, collocando la sorgente e ilcampione d'argento da irradiare secondo varie disposizio-ni geometriche. L'esperimento consisteva nel bombarda-re con neutroni un bersaglio costituito da un campione diargento inserendo tra la fonte ed il bersaglio un cuneo dipiombo allo scopo di distinguere i neutroni “assorbiti” daquelli “diffusi”.In fisica, non sono rari i casi in cui scoperte e invenzio-ni sono il frutto del “caso fortuito”, sotto il quale si celal'intuizione, la creatività e l'ispirazione dell'autore.Tra i tanti episodi di cui è costellata la storia della scien-za uno dei meno noti, ma anche dei più eclatanti, avven-ne proprio quella mattina del 20 ottobre 1934 e coinvolseEnrico Fermi durante le sue ricerche sulla radioattivitàartificiale indotta da neutroni. Fermi si trovava da solonel laboratorio mentre i suoi collaboratori ed allievi era-no impegnati in lezioni e sessioni d'esame. Impaziente edirrequieto com'era, decise di avviare subito le procedurepreviste ma un istante prima di iniziare ebbe un'intuizionee sostituì il cuneo di piombo con un pezzo di paraffina.I risultati, e cioè l'induzione di radioattività artificiale, fu-rono straordinari, ben oltre ogni più rosea previsione, deltutto inaspettati e, al momento, incomprensibili. Fu chia-ro in seguito che il successo dell'esperimento si dovevaproprio alla paraffina, sostanza ricca di idrogeno, cioè diprotoni, che “rallentavano” i neutroni incidenti amplifi-cando la loro efficacia nel determinare la radioattività ar-tificiale. L'esperimento fu ripetuto, per conferma, sosti-tuendo la paraffina con acqua, anch'essa ricca di protoni,ottenendo gli stessi risultati clamorosi.

Page 10: Enrico Fermi

10 1 BIOGRAFIA

Emilio Segrè ricordaFermi giustificò immediatamente il tutto nel seguentemodo: alla base di tutto stava la definizione di neutronilenti. Infatti i neutroni venivano rallentati in una serie diurti elastici con i protoni della paraffina aumentando cosìla loro efficacia nel provocare la radioattività artificiale.Fermi dimostrò come la probabilità di cattura dei neu-troni e di produzione delle reazioni nucleari aumentas-se con la diminuzione della velocità dei neutroni, cosainaspettata per l'epoca, visto che si credeva il contrario.Enrico Fermi vinse in seguito a questa scoperta il PremioNobel per la fisica nel 1938. Ma perché allora utilizzòproprio paraffina e perché ebbe questa intuizione appa-rentemente bizzarra, non è ancora oggi chiaro. Neppure ilgrande scienziato seppe trovare una risposta e certamentela persona più sorpresa di quella modifica fu proprio lui.Così Subrahmanyan Chandrasekhar, il famoso fisico teo-rico di origine indiana, ricorda la conversazione che ebbecon Fermi a questo proposito:La sera stessa Fermi ed i suoi colleghi scrissero un brevearticolo circa la scoperta per la rivista Ricerca Scientifica.L'articolo venne intitolato Azione di sostanze idrogenatesulla radioattività provocata da neutroni I, in cui gli autoriavanzarono come possibile spiegazione:In seguito a tale scoperta, il gruppo riorganizzò le sue at-tività di ricerca decidendo di concentrarsi maggiormentesull'effetto dei neutroni lenti piuttosto che sullo studio deiradionuclidi prodotti. La prima ricerca fu di determina-re quantitativamente il cosiddetto coefficiente di acqua-cità che determina di quanto, l'immersione in acqua diuna sorgente e dei campioni sotto esame, aumentasse laradioattività artificiale.Gli esperimenti mostrarono che alcuni elementi avevanouna cattura neutronicamaggiore di un ordine di grandezzafra 3 e 4 volte maggiore della cosiddetta sezione d'urtogeometrica dei nuclei irradiati.Utilizzando la meccanica quantistica, Fermi riuscì a spie-gare questo fenomeno, trovando una spiegazione per que-ste sezioni d'urto anomale e ricavando la legge generaledella dipendenza dalla sezione d'urto di cattura dalla velo-cità dei neutroni incidenti, scoprendo così che, per velo-cità molto basse, la probabilità di cattura è inversamenteproporzionale alla velocità.Corbino convinse Fermi e i suoi ragazzi a brevettareil processo di produzione di sostanze radioattive artifi-ciali mediante bombardamento di neutroni e l'aumentodell'efficienza del processo stesso dovuto all'uso dei neu-troni lenti. Tale brevetto porta la data del 26.10.1935 e fudeterminante per il successivo sviluppo dell'energia ato-mica. L'attività del gruppo proseguì con la ricerca dellacomprensione del gran numero di attività indotte nel torioe nell'uranio.L'ipotesi su cui si basava la ricerca era che oltre al deca-dimento β ci fosse un secondo decadimento denominatoα , con un'emissione di nuclei di elio. Amaldi venne in-

caricato da Fermi di procedere con gli esperimenti allaricerca degli emettitori α , ricerca che fallì, a parte per ilcaso dell'uranio.Nell'estate del 1935, il gruppo cominciò a disperder-si. Rasetti si recò alla Columbia University. Segrè fuanch'esso negli USA e, quando tornò in Italia, vinse lacattedra di fisica sperimentale a Palermo. D'Agostino la-sciò il gruppo per andare al neo-costituito Istituto di Chi-mica del CNR. Pontecorvo partì per Parigi per lavorarecon i Joliot-Curie. Majorana infine sparì. Con le paroledi AmaldiCome reazione al pesante clima politico, i ritmi di lavorodivennero forsennati. Amaldi ricorda:Verso la fine del 1936 la situazione politica in Italia de-teriorò ulteriormente in seguito all'Asse Roma-Berlinofra l'Italia fascista di Mussolini e la Germania nazistadi Hitler. Il colpo del KO al gruppo arrivò il 23 genna-io del 1937, quando Corbino morì improvvisamente dipolmonite. Fermi ne era il naturale successore alla guidadell'istituto di via Panisperna ma, attraverso manovre po-litiche, il professor Antonino Lo Surdo riuscì a prendereil posto del defunto Corbino.Il blocco di paraffina utilizzato da Fermi per il suo espe-rimento del 20 ottobre 1934, recante la sigla “Regio Isti-tuto di Fisica” (RIF), è ancora oggi conservato nel museodel Dipartimento di Fisica dell'Università La Sapienza diRoma.

1.10 La fine del gruppo e la fuga verso gliStati Uniti

La scoperta dei neutroni lenti consolidò definitivamentela fama del gruppo di Fermi a livello mondiale.

Un ciclotrone di fine anni trenta. Il fascio azzurro è costituito daaria ionizzata da particelle accelerate

Già nel 1935, il gruppo si era reso conto che le sor-genti al radon-berillio erano molto deboli e che solo unacceleratore di particelle le avrebbe rese più intense. Fer-mi, intuendone l'importanza, voleva dotare il gruppo diuna macchina di questo tipo. Nell'estate del 1935, Raset-ti fu inviato a visitare il laboratorio di Robert Millikan

Page 11: Enrico Fermi

1.10 La fine del gruppo e la fuga verso gli Stati Uniti 11

a Pasadena e il Radiation Laboratory a Berkeley al finedi studiare le prestazioni degli impianti realizzati pressoquei laboratori nel caso si fosse deciso di costruirne unoin Italia. A Pasadena, Rasetti studiò un acceleratore adalto voltaggio messo a punto da uno studente di Millikan,mentre a Berkeley studiò il ciclotrone inventato da ErnestLawrence.La produzione di neutroni del ciclotrone era dell'ordinedi 1010 neutroni al secondo, equivalente ai neutroni ot-tenibili con un chilogrammo di radon mescolato al be-rillio. Dopo un anno dalla visita di Rasetti, anche Segrèsi recò a Berkeley e notò che il ciclotrone era stato nelfrattempo enormemente migliorato. Tornato in Italia, ab-bandonò insieme a Fermi l'idea di costruire un ciclotronein Italia a causa del costo elevato. Nel novembre 1936,Fermi e Domenico Marotta, direttore dell'Istituto di Sa-nità pubblica, presentarono la proposta per realizzare unacceleratore di tipo Cockcraft-Walton da 1MeV, che sa-rebbe stato realizzato, presso l'Istituto di Sanità pubblica,solo alcuni mesi dopo la fuga di Fermi dall'Italia fasci-sta. Al fine di mantenere la posizione internazionale rag-giunta, Fermi presentò il 29 gennaio 1937 una dettagliataproposta per la costituzione di un Istituto di radioattivitànazionale:e continuava sottolineando cheFermi non si limitava a sottolineare l'importanza della ri-cerca di base, ma evidenziava anche le possibili ricadutepratiche:La richiesta finale da parte di Fermi era di 300.000 lirepiù 230.000 per le spese di personale e gestione. Nel 1937lo stesso Fermi si recò a Berkeley per studiare il mododi costruire un ciclotrone economico, ma questa piani-ficazione non portò a nulla per il crescente isolamentopolitico e scientifico che Fermi cominciò a subire dopola morte di Corbino e che si accentuò ulteriormente conl'improvvisa morte di Guglielmo Marconi, che in quan-to presidente del CNR e dell'Accademia d'Italia, era uninfluente e ascoltato protettore del gruppo. Nel maggio1938, la proposta di Fermi venne definitivamente affossa-ta con la giustificazione che non vi erano soldi a sufficien-za. Venne solo concesso un contributo di 150.000 lire perl'anno 1938-1939. Questa decisione segnò la fine del so-gno di un ciclotrone italiano e la morte della fisica nuclea-re italiana, proprio alcuni mesi prima dell'assegnazionedel premio Nobel per la fisica.In questo periodo maturò la decisione (anche in segui-to ai continui viaggi effettuati verso gli USA) di lasciarel'Italia per volare oltre oceano, dato che negli USA vi era-no finanziamenti adeguati per la ricerca. Come ricordaSegrè:Ad ogni modo la situazione europea, con l'annessionedell'Austria da parte della Germania nazista, comincia-va a degenerare rapidamente. Nel luglio 1938 cominciòanche la campagna antisemita in Italia con la pubblica-zione del manifesto della razza e le successive leggi raz-ziali, per cui Fermi dovette rinunciare alla collaborazione

Fermi riceve il Nobel (Karl Sandels)

di alcuni suoi assistenti. La stessa moglie di Fermi, LauraCapon (figlia dell'ammiraglio Augusto Capon), essendoebrea, era soggetta alle persecuzioni razziali imposte dalregime, insieme ai loro figli. La moglie di Fermi ricordanel libroAtomi in famiglia, che la coppia decise di lasciarel'Italia in seguito all'attuazione di codesta legge. Lo stessoFermi era soggetto a controlli di ogni tipo.Il 10 novembre del 1938, il prof. Enrico Fermi ricevette,all'età di soli trentasette anni, l'annuncio ufficiale del con-ferimento del premio Nobel. L'illustre scienziato italia-no decise che, dopo la consegna del premio a Stoccolma,avrebbe fatto rotta con la famiglia verso gli Stati Uniti,dove la Columbia University di New York lo aveva invi-tato per una serie di lezioni. Edoardo Amaldi ricostruiscecosì l'atmosfera che precedette la proclamazione ufficialedell'assegnazione a Fermi del Nobel:Un interessante racconto circa il clima intorno alla figu-ra del famoso fisico romano ci viene da un controllo diroutine fatto da un informatore del ministro dell'Interno.In seguito alla cerimonia che la Magneti Marelli, socie-tà di cui Fermi era consulente scientifico, organizzò perfesteggiare il neo premio Nobel, vennero invitate tuttele maggiori autorità cittadine della regione. Dal raccontodell'informatore:Il 6 dicembre 1938 Fermi partì con il treno per Stoccol-ma. Alla stazione Termini, la famiglia Fermi fu accompa-gnata da Rasetti e Amaldi, che riporta gli ultimi momenti

Page 12: Enrico Fermi

12 1 BIOGRAFIA

con il maestro:Il 10 dicembre 1938 l'Accademia delle scienze diStoccolma conferisce il premio Nobel a Enrico FermiIl comportamento di Enrico Fermi durante la consegnadel premio fece scalpore all'interno dell'informazione delregime fascista[8]. Come ricorda Amaldi:Nei giorni successivi Otto Hahn e Fritz Strassmann rile-varono, in seguito al bombardamento dell'uranio con neu-troni, la presenza di bario radioattivo, cioè di un elementocon numero atomico intermedio (simile alla scoperta delgruppo di Fermi degli elementi con numero atomico su-periore denominati esperio e ausonio). I due scienziati te-deschi ipotizzarono per la prima volta la possibile fissionedell'uranio.Dopo aver ricevuto il premio Nobel, Fermi andò aCopenaghen da Bohr, per imbarcarsi il 24 dicembre 1938sul transatlantico Franconia diretto a New York.

1.11 Inizio delle ricerche statunitensi

Come detto in precedenza, Fermi rimase in un primomomento presso la Columbia University. Qui verificò gliesperimenti iniziali di Hahn e Strassmann sulla fissionenucleare, con l'aiuto di Dunning e Booth e cominciò lacostruzione della prima pila nucleare Chicago Pile-1 (cheraggiungerà la prima criticità il 2 dicembre 1942).In un discorso tenuto nel 1954, quando si pensionòda Presidente della Società Americana di Fisica, Fermiricordò l'inizio del progetto:

Il team dell’Università di Chicago

Dopo la famosa lettera di Albert Einstein del 1939 (re-datta da Leo Szilard) al Presidente Roosevelt nella quale,di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista,veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bombaatomica, la Marina stabilì un fondo di 6.000 dollari perla Columbia University, fondo che fu incrementato per ilProgetto Manhattan e per il lavoro di Fermi.Dopo la resa della Germania, i dubbi degli scienziati im-pegnati nel Progetto Manhattan crebbero di intensità. A

Oppenheimer, Fermi e Lawrence

Chicago, nei giorni immediatamente successivi alla finedella guerra in Europa, Arthur Compton nominò un co-mitato per affrontare la questione dell'uso della bomba,formato da vari scienziati del Metallurgical Laboratory,fra i quali lo stesso Szilard, e presieduto da James Franck,un fisico tedesco di grande valore, immigrato negli StatiUniti per sfuggire alle persecuzioni antisemite dei nazi-sti. All'inizio di giugno del 1945 il rapporto finale, notocome Rapporto Franck anche se stilato in massima par-te da Szilard, fu recapitato urgentemente al ministro del-la guerra Henry L. Stimson perché lo inoltrasse al pre-sidente Truman. Nel rapporto si sconsigliava l'uso dellebombe atomiche contro il Giappone e si suggeriva unadimostrazione incruenta della nuova arma.Non essendo giunto alcun riscontro al Rapporto Franck,Szilard decise di scrivere una petizione al presidente Tru-man, e la fece circolare fra gli scienziati del Metallur-gical Laboratory, raccogliendo 53 firme. Ne inviò poialcune copie ai laboratori di Oak Ridge e di Los Ala-mos, con una lettera di accompagnamento in cui scrive-va: «Per quanto limitata sia la possibilità che la nostrapetizione possa influire sul corso degli eventi, io perso-nalmente sento che sarebbe importante se un vasto nu-mero di scienziati che hanno lavorato in questo camposi esprimesse pubblicamente con chiarezza e sicurezzasull'opposizione per motivi morali all'uso di queste bom-be nell'attuale fase della guerra», ma a Los Alamos lapetizione di Szilard non venne fatta circolare. Inviata daSzilard attraverso i canali istituzionali, la petizione nonraggiunse mai Truman perché «la questione dell'uso dellabomba era stata già pienamente affrontata e risolta dalleautorità competenti».La decisione fu presa al massimo livello politico, maFermi e gli altri leader scientifici del Progetto Manhat-tan svolsero comunque un ruolo importante nel processodecisionale: due mesi prima, nel maggio del 1945, Tru-man aveva infatti creato un'apposita commissione, no-ta come Interim Committee per affrontare la questione

Page 13: Enrico Fermi

13

dell'eventuale uso della bomba atomica. L'Interim Com-mittee fu affiancato da una commissione scientifica com-posta da quattro scienziati di primo piano del ProgettoManhattan: Oppenheimer, Fermi, Lawrence e Compton,che avevano la responsabilità delicatissima di dare con-sigli tecnici sull'uso dell'arma nucleare contro il Giappo-ne. I quattro scienziati ricevettero da Stimson il RapportoFranck ma non lo trovarono convincente.

Hiroshima dopo il bombardamento nucleare

La raccomandazione di Fermi e degli altri leader delprogetto convinse i membri dell'Interim Committee cheapprovarono all'unanimità i seguenti provvedimenti:1) la bomba dovrà essere usata contro il Giappone alpiù presto; 2) dovrà essere usata su un doppio bersaglio,cioè su installazioni militari o impianti bellici circonda-ti o adiacenti ad abitazioni; 3) dovrà essere usata senzapreavviso sulla natura dell'arma.Nel suo saluto all'APS, Fermi disse anche:

1.12 Ritorno in Italia

Nell'estate del 1949, Fermi tornò brevemente in Italia perpartecipare ad una conferenza sui raggi cosmici che sitenne a Como ove ebbe modo di rivedere alcuni colleghitra i quali Amaldi, Bernardini, Pontecorvo, Segrè. Do-po la conferenza, organizzate dall'Accademia dei Lincei,Fermi tenne anche alcune lezioni a Roma e Milano[9].Le lezioni, raccolte dagli assistenti delle due università,furono pubblicate nel 1950[10].Fermi tornò nuovamente in Italia, per l'ultima volta, giàgravemente malato, pochi mesi prima di morire, nel 1954per tenere una lezione sui mesoni[11] a Varenna pressoVilla Monastero, sul lago di Como. La stessa Villa è orasede della Scuola internazionale di fisica, intitolata alloscienziato italiano.

1.13 Fermi anticipatore dei suoi tempi

Fermi fu un uomo estremamente brillante, dalla inusualeelasticità mentale e senso comune. Fu un teorico vera-mente dotato di talento, come dimostra la sua teoria sul

La targa della via di Roma intitolata allo scienziato

decadimento beta. Ebbe lo stesso talento anche sul lavoroin laboratorio, procedendo velocemente e con un gran-de intuito. Sostenne che la sua velocità in laboratorio loaveva portato al Nobel, dicendo che le stesse scoperte acui lui era arrivato presto sarebbero state fatte da qualcunaltro, e che lui ci era semplicemente arrivato prima.Nel 1933 propose il suo famoso studio sul decadimentobeta alla prestigiosa rivista Nature, ma l'editore della ri-vista lo respinse perché “conteneva speculazioni che eranotroppo distanti dalla realtà". Per questo, Fermi pubblicòla sua teoria in italiano e in tedesco.[12]

Comprese immediatamente l'importanza dei calcolatorielettronici.[8] Non dimenticò mai di essere un precursoredei suoi tempi, ed era solito dire ai suoi allievi preferiti:“Non siate mai i primi, cercate di essere secondi”.Il 29 novembre 1954 Fermi morì di tumore dello stoma-co a Chicago e venne sepolto nel locale Oak Woods Ce-metery. Aveva cinquantatré anni. Di lui Eugene Wignerscrisse: “Dieci giorni prima che Fermi morisse mi disse:Spero che non duri molto. Si è riconciliato perfettamentecol suo destino”.Il prof. Edoardo Amaldi ebbe a dire durante la com-memorazione tenuta a classi riunite il 12 marzo 1955dall'Accademia dei Lincei:Una lapide commemorativa lo ricorda nella Basilica diSanta Croce a Firenze, nota anche come il tempio dell'italeglorie per le numerose sepolture di artisti, scienziati epersonaggi importanti della storia italiana.

2 Opere• Introduzione alla fisica atomica, Bologna, Zanichel-li, 1928.

• Fisica. Ad uso dei licei, 2 volumi, Bologna,Zanichelli, 1929; 1937.

• Sui momenti magnetici dei nuclei atomici, Roma, Tip.Del Senato, G. Bardi, 1930.

Page 14: Enrico Fermi

14 4 INTITOLAZIONI

• Sul calcolo degli spettri degli ioni, Roma, Tip. DelSenato, G. Bardi, 1930.

• L'effetto Raman nelle molecole e nei cristalli, Roma,Reale Accademia D'Italia, 1932.

• Sulla Teoria delle strutture iperfini, con Emilio Segrè,Roma, Reale Accademia D'Italia, 1933.

• Molecole e cristalli, Bologna, Zanichelli, 1934.

• Conferenze di fisica atomica. Raccolte da professo-ri ed assistenti di fisica delle università di Roma eMilano, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei,1950.

• Particelle elementari, Torino, Einaudi, 1952; Borin-ghieri, 1963.

• Termodinamica, Torino, Boringhieri, 1958.

• Note e memorie

I, Italia 1921-1938, Roma-Chicago, Accade-mia Nazionale dei Lincei-The University ofChicago press, 1962.II, United States 1939-1954, Roma-Chicago,Accademia Nazionale dei Lincei-The Univer-sity of Chicago press, 1965.

• Atomi nuclei particelle. Scritti divulgativi ed espositivi,1923-1952, Torino, Bollati Boringhieri, 2009.

• Alcune teorie fisiche. Caorso - Roma, 1919, Piacen-za, Tipolito Farnese, 2011. [Contiene la riproduzio-ne del taccuino ms. conservato presso la Bibliotecadell'Università di Chicago]

3 Allievi famosi di Enrico Fermi

• James Rainwater NOBEL

• Emilio Segrè NOBEL

• Chen Ning Yang NOBEL

• Owen Chamberlain NOBEL

• Tsung-Dao Lee NOBEL

• Jack Steinberger NOBEL

• Jerome Isaac Friedman NOBEL

• Bruno Pontecorvo

• Mario Ageno

• Geoffrey Chew

• Arthur Rosenfeld

• Sam Treiman

• Ettore Majorana

• Gian Carlo Wick

• Edoardo Amaldi

4 Intitolazioni

La centrale nucleare di Trino Vercellese

• Ad Enrico Fermi è stata intitolata la terza centralenucleare italiana: l'impianto da 270 MW di Trino(VC), che dal 1964 al 1987 ha prodotto oltre 26milioni di MWh.

• Portano il nome di Fermi i fermioni (particelle conspin semi-intero).

• L'unità di misura del fermi (equivalente a 10−15

metri).

• Il laboratorio americano Fermilab.

• Il dipartimento di fisica della University of Chicagodove era solito lavorare è ora conosciuto come TheEnrico Fermi Institute.

• Il riconoscimento presidenziale statunitense EnricoFermi [13].

• In suo onore il satellite GLAST dedicato allo studiodei raggi gamma è stato chiamato Fermi Gamma-raySpace Telescope[14].

• Fermi è il nome di un cratere sulla Luna[15] di ben241 km di diametro e un asteroide l'8103 Fermi.

• Da Fermi prende nome il paradosso di Fermi, sullapossibilità dell'esistenza di civiltà aliene.

• Il Premio Enrico Fermi della Società italiana difisica.

Page 15: Enrico Fermi

15

• Il Premio Enrico Fermi del Dipartimentodell'Energia degli Stati Uniti d'America.

• Ad Enrico Fermi è stato intitolato il dipartimentodi fisica dell'Università di Pisa, presso il quale hastudiato.

• Ad Enrico Fermi è stato intitolato il dipartimento diIngegneria Nucleare del Politecnico di Milano, checontiene un reattore nucleare.

• Ad Enrico Fermi è intitolato uno dei due edifici deldipartimento di fisica della Sapienza - Università diRoma.

• A Fermi sono intitolate numerose scuole superiori,soprattutto licei scientifici e istituti tecnici, in variecittà d'Italia.

• A Fermi è stata intitolata una delle stazioni dellametropolitana di Roma (Linea B).

• A Fermi è stata intitolata una delle stazioni dellametropolitana di Torino.

• A Fermi è stato intitolato l'elemento nr.100 dellatavola degli elementi, ovvero il Fermio.

• A Fermi sono stati dedicati dalle Poste italiane duefrancobolli, il primo nel 1967 da 50 Lire ed ilsecondo nel 2001 da 800 lire.

• Fermi e' il nome dell'acceleratore di particelle linea-re (FEL) costruito presso il centro di ricerca ElettraSincrotrone situato in prossimità di Trieste[16].

• Fermi è il nome di un'architettura per GPU.

• Problema di Fermi.

• Gas di Fermi.

• Liquido di Fermi.

5 Riconoscimenti

• Nel 1926 gli fu assegnata la Medaglia Matteucci[17];

• Nel 1938 gli fu assegnato il Premio Nobel per lafisica;

• Nel 1947 gli su assegnata la Medaglia Franklin[18];

• Nel 1953 gli fu assegnato l'Henry Norris RussellLectureship;

• Nel 1954 gli fu assegnata la Medaglia Max Planck.

6 Note[1] Citato in Giulio Maltese, Enrico Fermi in America,

Zanichelli, 2003, p. 231.

[2] (EN) Emilio Segrè, Enrico Fermi, Physicist, Chica-go, University of Chicago Press, 1970, p. 104, ISBN0-226-74473-6.

[3] Il fermi è pari a un femtometro, cioè 10−15m, e ha lo stessosimbolo fm

[4] Alberto Fermi era nato per la precisione a Bettola (al tem-po Borgonure), un centro dell'Appennino piacentino; lasua famiglia era originaria, per parte paterna, della zona dipianura di Caorso, che dopo molti anni sarebbe diventatonota sede di uno pochi impianti nucleari italiani

[5] Enrico Fermi L’Uomo, lo Scienziato e il Massone. URLconsultato il 26/02/2015.

[6] Così Fermi scoprì la natura vessatoria del fascismo

[7] Accademia dei Lincei - Cronologia−1930 La Presidenzadi Guglielmo Marconi

[8] Piero Angela et al., L'incredibile storia di Enrico Fermi, inSpeciali di Superquark.

[9] Fonte: Fermi. I grandi della scienza, fascicolo de LeScienze, anno II, n. 8, p. 99.

[10] Enrico Fermi, Conferenze di fisica atomica: raccolte daprofessori ed assistenti di fisica delle università di Romae Milano, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1950.

[11] Fonte: voce “Enrico Fermi” in Dizionario Biografico degliItaliani, riferimenti in Collegamenti esterni.

[12] vedi https://www.worldcat.org/title/enrico-fermi-his-work-and-legacy/oclc/56686431,pag. 346

[13] (EN) The Enrico Fermi Award

[14] (EN) NASA Renames Observatory for Fermi, RevealsEntire Gamma-Ray Sky, 26 agosto 2008. URL consultatoil 28 agosto 2008.

[15] (EN) Fermi

[16] (EN) Free Electron Laser

[17] Medaglia Matteucci. URL consultato il 15 marzo 2011.

[18] (EN) Medaglia Franklin: Enrico Fermi

7 Bibliografia• Giuseppe Bruzzaniti, Enrico Fermi. Il genio obbe-diente, Torino, Einaudi, 2007. ISBN 978-88-06-16682-3.

• Francesco Cordella, Alberto De Gregorio, FabioSebastiani, Enrico Fermi. Gli anni italiani, Roma,Editori Riuniti, 2001. ISBN 88-359-5097-X.

Page 16: Enrico Fermi

16 10 COLLEGAMENTI ESTERNI

• Michelangelo De Maria, Fermi. Un fisico da viaPanisperna all'America, Milano, Le Scienze, 1999.[supplemento a “Le Scienze” n. 368, aprile 1999]ISBN 9 771126 545003

• Laura Fermi, Atomi in famiglia, Milano, Mondado-ri, 1954.

• Giulio Maltese, Enrico Fermi in America. Una bio-grafia scientifica: 1938-1954, Bologna, Zanichelli,2003. ISBN 88-08-07727-6.

• Giulio Maltese, Il papa e l'inquisitore. Enrico Fer-mi, Ettore Majorana, via Panisperna, Bologna,Zanichelli, 2010. ISBN 978-88-08-16814-6.

• Emilio Segrè, Enrico Fermi, fisico. Una biografiascientifica, Bologna, Zanichelli, 1971.

• Giorgio Colangelo, Massimo Temporelli, La bandadi via Panisperna. Fermi, Majorana e i fisici che han-no cambiato la storia. Milano, Hoepli, 2013, ISBN978-88-203-5945-4.

8 Voci correlate

• Ragazzi di via Panisperna

9 Altri progetti

• Wikiquote contiene citazioni di o su EnricoFermi

• Wikimedia Commons contiene immagini oaltri file su Enrico Fermi

10 Collegamenti esterni

• Emilio Segrè, Enrico Fermi in Dizionario biogra-fico degli italiani, Roma, Istituto dell'EnciclopediaItaliana.

• Conoscere Fermi nel centenario della nascita 29settembre 1901-2001 - Società Italiana di Fisica

• L'eredità di Fermi (in ScienzaPerTutti).

• (EN) Biografia di Enrico Fermi sul sito ufficiale delPremio Nobel

• (EN) John J. O'Connor e Edmund F. Roberts-on, Enrico Fermi in MacTutor, University of StAndrews, Scotland.

• (EN) Osti.gov pagina del sito del ministerodell'energia degli Stati Uniti

• (EN, IT) Enrico Fermi “Note e memorie”, vol. 1,1921-1938 (edizione 1962)

• Chicago, 2 dicembre 1942: ricordo di Enrico FermiDocumentario ENEA del 1962

• Un archivio fotografico di Fermi e dei “ragazzi di viaPanisperna”.

• Enrico Fermi in Tesauro del Nuovo soggettario,BNCF, marzo 2013.

Page 17: Enrico Fermi

17

11 Fonti per testo e immagini; autori; licenze

11.1 Testo• Enrico Fermi Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico%20Fermi?oldid=72071953 Contributori: Twice25, Snowdog, Sbisolo, Clasprea,Hashar, Suisui, Robbot, Xno, Ilya~itwiki, Davide, Blakwolf, Gianluigi, Gac, Leonard Vertighel, .mau., Alberto da Calvairate, Ary29, Hellis,Nihil, Madaki, Marcok, Trapanator, GinkyBiloba, Marius~itwiki, Bobrg~itwiki, Retaggio, Hill, Alfiobot, Gacbot, TierrayLibertad, Panair-jdde, Truman Burbank, Nicelotus~itwiki, MM, ZeroBot, SpiritoLibero, Resigua, Icaro, Wanblee, Luisa, Gionnico, Helios, Pissipo~itwiki,Luki-Bot, 5Y, Pil56, Moroboshi, YurikBot, Cloj, Kinsha, Filippof, Gvf, Huatulco, Zwobot, Riccardov, Marko86, Moongateclimber, Be-ta16, SunBot, PalicaBOT~itwiki, Nick~itwiki, CruccoBot, Rikimaru, Jalo, Homer, Ylebru, Eskimbot, Gpvosbot, SimoneMLK, Basilero,.snoopy., Antonio.napoli~itwiki, Elwood, Kiado, Chlewbot, Bronzino, Cog, Rojelio, Codas, Giancarlo Rossi, Eumolpo, Paolo1979, Num-ber 21, Gusme, Herik, SashatoBot, IlPisano, Gala.martin, GeneZ, Guarracino, Filnik, PersOnLine, Andrea Censi, Geremia, Assianir,Ginosal, Galaxia, Archeologo, Toobaz, Ignisdelavega, F.chiodo, Palazzi, Fafabifiofo, F. Cinquepalmi, Johnlong, Alessandro57, Neq00,Melchisedec, Thijs!bot, Osk, %Pier%, Escarbot, Outer root, Riccardobot, Mess, .anaconda, Mr buick, Gdavide, Smg, Nicoli, Brownout,Democrito, JAnDbot, Poweruser, Bramfab, Cisco79, 27182, Gaux, RomualdoGrillo, Rael, Gian-~itwiki, Peltio, Avemundi, Melancho-lieBot, Mizardellorsa, Giambrox, Maurice Carbonaro, Toobazbot, Eginardo, RolloBot, Castagna, Snow Blizzard, K.Weise, Bot-Schafter,DodekBot, Alkalin, Orric, TXiKiBoT, Biobot, VolkovBot, JackintheBot, LukeWiller, BetaBot, Abbot, Roh, Clematis, Idioma-bot, Synthe-bot, Goochelaar, Cesalpino, Digpietro, Megalexandros, VincyDW, Spinoziano, SieBot, Harlock81, FabioMatteo, Nick84, Filos96, Ing.dox,Phantomas, ArcheoBot, Pracchia-78, Dwalin, SuperBot, Darth Kule, Ticket OTRS 2011102410007641, Civa61, YaFKBOT, CristianCan-toro, Buggia, JoPapaya, AnjaManix, DragonBot, Dr Zimbu, Chrysochloa, Ripebot, StefanoRR, Gabriele85, Frantumastrada, No2, Alexbot,Marco Plassio, Ticket 2010081310004741, BOTarate, LucaStefano, Superzen, Freepenguin, Jacopo Werther, Eustace Bagge, Essepoint,Segnali dallo spazio, Remo Mori, Pizzaebirra2008, MoscaicoVitriol, Garofas, LaaknorBot, IMirko, X3r0, Guidomac, Luckas-bot, Nallim-bot, FrescoBot, LucaBiondi, MapiVanPelt, Fabrizioiaf, Jotterbot, Frassionsistematiche, Cesco77, Bruno0.5, Giuseppe luci, Daltanious, ErCicero, Grazianoleni, Dome, Arodichevski, AttoBot, Gianfranco.isgro, Codicorumus, Marcoesiste, LeoneMontagnini, FaleBot, Pra1998,Xqbot, AushulzBot, Euphydryas, Gemi94, Lineadombra, Culfild, RCantoroBot, Gabriele Boccaccini, Mediamenta, Andreagoo8, TobeBot,Klamm, Horcrux92, Altes2009, GrouchoBot, Tenebroso, EmausBot, Flavio Filoni, GianniG46, Taueres, Shivanarayana, Superninobot,ZimbuBot, Frank motori, Bradipo Lento, WikitanvirBot, Rudegio, Maredentro, Mark Hymann-Adler, MerlIwBot, Magicspiderdany, Rak-kaman, Juventinnnn, Notiziariomassonicoitaliano, Atarubot, Aplasia, Matte987, Fabyrav, Chingrid, DarafshBot, The Polish Bot, Pil56-bot, Botcrux, Sxt2012, Marcolombi, ValterVBot, Angelblack999, JarektBot, SamoaBot, ScottyNolan, Napy65, Snaporaxx, Emma Brida,Italo883, Euparkeria, Ghinozzi-nissim, MarsPF2, Gae 11204, 100omaro100 e Anonimo: 230

11.2 Immagini• File:CentraleNucleareEnricoFermi.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/02/CentraleNucleareEnricoFermi.jpg Licenza: CC BY-SA 3.0 Contributori: Opera propria Artista originale: Alessandro Vecchi

• File:ChicagoPileTeam.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/ChicagoPileTeam.png Licenza: Public domainContributori: ? Artista originale: ?

• File:Commons-logo.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Commons-logo.svg Licenza: Public domain Con-tributori: This version created by Pumbaa, using a proper partial circle and SVG geometry features. (Former versions used to be slightlywarped.) Artista originale: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created byReidab.

• File:Crystal_Clear_app_Login_Manager.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ca/Crystal_Clear_app_Login_Manager.png Licenza: LGPL Contributori: All Crystal icons were posted by the author as LGPL on kde-look Artista originale:Everaldo Coelho and YellowIcon

• File:Cyclotron_with_glowing_beam.jpgFonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/ba/Cyclotron_with_glowing_beam.jpg Licenza: Public domain Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Ehrenfeststudents.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/23/Ehrenfeststudents.jpg Licenza: Public do-main Contributori: http://www.lorentz.leidenuniv.nl/history/spin/goudsmit.html; Artista originale: Photo by Paul Ehrenfest’s (1880-1933)designee

• File:EnricoFermi_IodioIMG_3205.JPG Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9f/EnricoFermi_IodioIMG_3205.JPG Licenza: CC BY-SA 3.0 Contributori: Opera propria Artista originale: Assianir

• File:Enrico_Fermi_1943-49.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d4/Enrico_Fermi_1943-49.jpg Licenza: Pu-blic domain Contributori: Quest'opera multimediale è disponibile nel catalogo della National Archives and Records Administration concodice di identificazione ARC (National Archives Identifier) 558578. Artista originale: Department of Energy. Office of Public Affairs

• File:Enrico_Fermi_ID_badge.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9f/Enrico_Fermi_ID_badge.png Licenza:Public domain Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Enrico_Fermi_and_King_of_Sweden.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f2/Enrico_Fermi_and_King_of_Sweden.jpg Licenza: Public domain Contributori: http://photos.aip.org/veritySearch2.jsp?item_id=Fermi%20Enrico%20E4&fname=fermi_enrico_e4.jpg Artista originale: Karl Sandels

• File:Enrico_Fermi_giovane.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3c/Enrico_Fermi_giovane.jpg Licenza: Pu-blic domain Contributori: Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972. Artista originale: G. Cerri

• File:Enrico_fermi_sig.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cb/Enrico_fermi_sig.png Licenza: Public domainContributori: Trasferito da en.wikipedia su Commons. Artista originale: L'utente che ha caricato in origine il file è stato Utternutter diWikipedia in inglese

• File:FD_e_mu.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c9/FD_e_mu.svg Licenza: CC BY-SA 3.0 Contributori:Opera propria Artista originale: Krishnavedala

Page 18: Enrico Fermi

18 11 FONTI PER TESTO E IMMAGINI; AUTORI; LICENZE

• File:Fairytale_konqueror.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/68/Fairytale_konqueror.png Licenza: LGPLContributori: ? Artista originale: ?

• File:Fallout_shelter.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e6/Fallout_shelter.jpg Licenza: CC-BY-SA-3.0 Con-tributori: Trasferito da en.wikipedia su Commons. Artista originale: L'utente che ha caricato in origine il file è stato Ex1le di Wikipedia ininglese

• File:Fermiac.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f0/Fermiac.jpg Licenza: CC BY-SA 1.0 Contributori: Operapropria Artista originale:Mark Pellegrini

• File:Hiroshima_aftermath.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a0/Hiroshima_aftermath.jpg Licenza: Publicdomain Contributori:

• http://www.chinfo.navy.mil/navpalib/images/historical/hiroshima.jpg Artista originale: U.S. Navy Public Affairs Resources Website• File:Little_boy.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6a/Little_boy.jpg Licenza: Public domain Contributori:Copy from U.S. National Archives, RG 77-AEC. Chuck Hansen, The Swords of Armageddon: U.S. Nuclear Weapons Development Since1945 (Sunnyvale, CA: Chukelea Publications, 1995)[1] Artista originale: US government DOD and/or DOE photograph

• File:Minuteman-2_1.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/25/Minuteman-2_1.jpg Licenza: Public domainContributori: ? Artista originale: ?

• File:Nobel_prize_medal.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/32/Nobel_prize_medal.svg Licenza: CC-BY-SA-3.0 Contributori: Opera propria Artista originale: User:Gusme (it:Utente:Gusme)

• File:Nuvola_apps_katomic.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/73/Nuvola_apps_katomic.png Licenza:GFDL con disclaimer Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Operation_Castle_-_Romeo_001.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a7/Operation_Castle_-_Romeo_001.jpg Licenza: Public domain Contributori: This image is available from the National Nuclear Security Administration Nevada Site OfficePhoto Library under number XX-33. Artista originale: United States Department of Energy

• File:Oppenheimer_Fermi_Lawrence.jpeg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/de/Oppenheimer_Fermi_Lawrence.jpeg Licenza: Public domain Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Pisa_Palazzo_della_Carovana.JPG Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/59/Pisa_Palazzo_della_Carovana.JPG Licenza: CC-BY-SA-3.0 Contributori: Fotografia Artista originale: Paolo Fisicaro

• File:Question_book-3.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0b/Question_book-3.png Licenza: CC BY-SA 3.0Contributori: Opera propria Artista originale: JoeSmack, best reached at EN

• File:Ragazzi_di_via_Panisperna.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/c/c8/Ragazzi_di_via_Panisperna.jpg Licenza:Pubblico dominio Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Rasetti,_Fermi,_Segrè.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/36/Rasetti%2C_Fermi%2C_Segr%C3%A8.jpg Li-cenza: Pubblico dominio Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Reagan_and_Gorbachev_signing.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8d/Reagan_and_Gorbachev_signing.jpg Licenza: Public domain Contributori: National Archives and Records Administration ARC Identifier 198588, courtesy RonaldReagan Presidential Library: Artista originale:White House Photographic Office

• File:Solvay1933Large.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a9/Solvay1933Large.jpg Licenza: Public domainContributori: http://www.mbe.doe.gov/me70/manhattan/solvay1933.htm Artista originale: Benjamin Couprie

• File:Studio_fiorentino,_veduta.JPG Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cc/Studio_fiorentino%2C_veduta.JPGLicenza: CC BY 2.5 Contributori: Opera propria Artista originale: Sailko

• File:Stylised_Lithium_Atom.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/Stylised_Lithium_Atom.png Licenza:CC-BY-SA-3.0 Contributori: ? Artista originale: ?

• File:Viaenricofermi.jpg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ae/Viaenricofermi.jpg Licenza: Public domainContributori: Opera propria Artista originale: User:Dantadd

• File:Wikiquote-logo.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fa/Wikiquote-logo.svg Licenza: Public domainContributori: ? Artista originale: ?

11.3 Licenza dell'opera• Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0