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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987 fotografia © 2006 - Enzo Bassotto ENZO BASSOTTO & RAFFAELLO BASSOTTO PHOTOBOOKS u 2000/2011 Enbass Photobooks

Enzo bassotto photobooks 2000 2011 (1)

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Libri fotografici pubblicati da Enzo e Raffaello Bassotto dal 2000 al 2011

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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987fotografia © 2006 - Enzo Bassotto

ENZO BASSOTTO&

RAFFAELLO BASSOTTO

PHOTOBOOKS u 2000/2011

Enbass Photobooks

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ENZO BASSOTTO&

RAFFAELLO BASSOTTO

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Per molto tempo, a partire dai lontani anni Settanta, ho operato in coppia con mio fratello Raffaello, una proficua e felice stagione che ha fruttato una quarantina di libri

fotografici e svariate esposizioni personali e collettive.Sin dagli inizi, i libri hanno costituito il nostro maggior impegno, questi volumi, per la quasi totalità, sono nati come supporto di mostre personali in Italia e all’estero e, pur trattandosi spesso di cataloghi, non abbiamo mai trascurato la grafica, i materiali e la stampa tipografica, che abbiamo sempre preteso essere di qualità, insomma da noi “l’oggetto libro” è sempre stato considerato la nostra vera “opera”. Da un po’ di tempo le cose sono cambiate − le cose cambiano.Ora, fortunatamente, esistono molti modi di far conoscere il proprio lavoro ad un grande numero di cultori della fotografia; internet è sicuramente la più importante di queste opportunità, ed io ho scelto di percorrere questa strada. Oggi si possono costruire storie, creare immagini o documentare situazioni, impaginare, aggiungere testi e didascalie, scegliere i caratteri tipografici più rispondenti al contenuto, comporre frontespizi e copertine realizzando così, a tutti gli effetti, dei libri fotografici. Questi sono libri virtuali e reali nello stesso tempo e se non finiranno, spesso per motivi economici, su di un supporto cartaceo, potranno essere pubblicati in rete e messi a disposizione di tutti, gratuitamente, non escludendo in seguito la possibilità di trasformarli in edizioni tipografiche tradizionali.

Enzo Bassotto

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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987fotografia © 2006 - Enzo Bassotto

LIBRI FOTOGRAFICI

E CATALOGHI DI MOSTRE PERSONALI

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6 … Di fronte ad una condizione come questa, il lago devastato da immagini usurate, da obiettivi automa-tici, da sentimenti induriti dall’eccesso di immagini televisive e da fotografie ad usum turistico-estivo, che cosa può fare un fotografo sensibile che voglia reagire a questa melma, a questo blob infinito che è diventato il mondo dell’immagine, nel momento in cui si pone di fronte ad un paesaggio come quello del lago di Garda? Anzitutto rifiuterà di riprendere i soliti iconemi, magari cercherà di frangerli, cercando col bianco e nero di suggerire (attraverso una sorta di ritorno al passato) l’anima segreta dei luoghi, il Genius del lago.L’impressione è che questa sia la filosofia di Enzo e Raffaello Bassotto, i quali non indulgono mai sull’immagine risaputa, turistica, vista e rivista, l’iconema usurato, svuotato di senso e disarcionato dal suo ruolo di immagine primaria del lago. Nelle loro fotografie c’è un’antiretorica così netta e calcata da diventare persino, qualche volta, retorica. …

Eugenio Turri

… L’apparecchio fotografico da solo non serve a niente. Anzi, il più delle volte è solo un mezzo di inquinamento.Enzo e Raffaello Bassotto appartengono al numero dei fotografi che danno presenza alle cose. Lo abbiamo visto in diversi loro libri. E particolar-mente lo vediamo in queste fotografie del Garda – luogo a molti caro a partire da un verso di Dante che sembra quasi voler raccogliere tutte le acque dolci italiane: Suso in Italia bella giace un laco.In esse il Garda trova il suo più intimo respiro: quel silenzio in cui si raccolgono le sue più tranquille e dolci atmosfere; in cui oggetti, architetture e persone trovano un punto di unione. Vediamo una luce bellissima – ad ogni ora del giorno. Un rigore formale che si nutre di ombre.Quel vento detto Ora che accarezza le acque del lago sembra venire fuori dalle fotografie e soffiare sopra le carte del mio tavolo.

Diego Mormorio

BENACUS

ArteGrafica Editore - VeronaTesti di Eugenio Turri e Diego Mormorio30 x 24,5 cm, 160 pagine,116 fotografie b/n e 11 a colori

2000

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Lago di Garda, Nei pressi di Navenefotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Bagnanti nei pressi di Sirmionefotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Campione, Barca in seccafotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Gardone Riviera, Porticato del portofotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Lido tra Torbole e Rivafotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Nei pressi di Madesimofotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Assenza, Terrazzo di un barfotografia © 1999 - Enzo Bassotto

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14 … Non so quaanto conoscevo il paesaggio indu-striale di Verona. Non vi è dubbio, lo vedevo: in quanti lo vediamo? Ma ora con il “diario” fotografi-co di Enzo e Raffaello Bassotto ne ho “preso visione”. Passando in qualche strada, tra i bidoni di petrolio e qualche volta tra le pozzanghere, tra un’industria memorizzata nel subconscio del post-moderno ed una colonnina di nafta funzionante a pieno ritmo; transitando da quelle parti, dicevo, vedo (rivedo?) quella sospensione grigia, quasi “soffiata” sulla lastra che i due fotografi hanno visto avvolgere il panora-ma e di cui in molti sviluppi ci raccontano.Altre volte ci narrani di un filo che taglia l’orizzonte, di una ringhiera sfatta dal tempo, di un frontale bal-danzoso e riverniciato. In altre parole loro ci narra-no una serie di “visioni”; e così facendo “fondano” un mondo, una maniera di guardarlo e quindi di conoscerlo. In sintesi ci esprimono l’itinerario e la prassi della loro conoscenza. E ciò dimostra, se ancora ce n’era bisogno, un profondo amore per il linguaggio. …

Giorgio Cortenova

MAGAZZINI GENERALI

Cierre Edizioni - VeronaCatalogo della mostra agli Ex Magazzini Generali di Verona nell’ambito della Festa Nazionale Tematica de L’Unità, Verona 2000Testi di Giorgio Cortenova, Nadia Olivieri e Luciano Cenna27 x 21 cm, 48 pagine, 38 fotografie b/n

2000

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Verona, Ex Magazzini Generali, Stazione Frigorifera Specializzatafotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, particolare del piazzalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, padiglione in demolizionefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, veduta della Rotonda dal porticatofotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, particolare di un padiglione in demolizionefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, Fabbrica Ghiaccio Rapidofotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, graffito all’ingresso di un’officinafotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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22 In altri tempi culturali avrei fatto riferimento all’école du regard, ma forse avrei finito con il ren-dere più angusto lo spazio lirico di queste immagini di Enzo e Raffaello Bassotto. Invece al di fuori delle formule non sempre magiche delle poetiche, l’im-maginario del loro obbiettivo ci permette di gustare con maggiore espansione l’allusività degli scatti fotografici. Ad esempio ti accorgi che i nostri due fotografi non sono entrati nei palazzi e negli absidi veronesi per ritrarne le bellezze recuperate o invece quelle che ancora rischiano la polverizzazione del tempo: in altre parole non hanno compiuto un lavo-ro di “glorificazione” della bellezza, né hanno inteso registrarne “scientificamente” lo spessore storico ed estetico. Si sono infatti spinti molto più in làed hanno osato spiarne la vita: nascosto dietro la forcella del loro obbiettivo, l’occhio dei due fotografi ha zoomato la pulsione vitale degli affreschi, il sorti-legio di storie auliche e quotidiane, la rivoltosascorribanda di Eros tra sete fruscianti ed incarnati carichi di desiderio e di imbarazzi, corrazze o seni offerti all’ardire dell’amore, spalle e guance irrorate dal tramonto tra colonne d’alabastro; ed infine,nella magnificenza della vita che pulsa e continua a scorrere segretamente nella prigionia della superfi-

cie, di quella vita stessa il sacrificio estremo e il suo eterno risorgere. Perciò la visione diventa narrazio-ne e quest’ultima si raggela nel tramonto e nell’alba delle civiltà culturali, rabbrividisce allo scricchiolare dei passi indiscreti che frantumano il silenzio e alloscatto della fotocamera che interrompe il sussurare delle voci. La grande metafora dell’arte si incrocia con la straordinaria avventura delle forme e insieme svelano le comuni radici della vita.L’arte si ribella alla mummificazione della storia, la vita rifiuta la statica definizione delle forme, la verticalizzazione del tempo sconvolge l’orizzontalità delle superfici. Forse è vero che qui, nello spazio e nel tempo dei nostri giorni, nulla può accadere che già non sia avvenuto, con sorprendente dinamismo psicologico, negli affollati affreschi e negli allusivi “teleri” dell’arte.

Giorgio Cortenova

MUSEUM

Edizioni Dell’Aurora - VeronaTesti di Giorgio Cortenova e Luisella D’Alessandro29 x 24 cm, 104 pagine,55 fotografie a colori

2000

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Verona, Museo di Castelvecchio, particolare alle sale superiorifotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzi Scaligeri, in ristrutturazionefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Casa di Giulietta, particolare del soffittofotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Museo di Castelvecchio, sala delle sculture, particolarefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Chiesa di San Francesco al Corso, ora museofotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Verità Montanari, aula dell’Accademia d’Arte Cignarolifotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Museo degli Affreschi G. B. Cavalcasellefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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30 … “L’arte e la scienza si strinsero la mano come sorelle”, così concludeva Pier Paolo Martinati il suo rapporto intorno alle fotografie del Signor Maurizio Lotze, commentando il saggio del naturalista Abra-mo Massalongo su “alcuni animali e piante fossili dell’agro veronese”, pionieristicamente illustrato con sessantaquattro fotografie dall’allora emergente Moritz Lotze, che, da pochi anni, aveva aperto un suo atelier a Verona, giungendovi da Monaco, dove era noto anche come pittore. …… I fratelli Enzo e Raffaello Bassotto, con l’adesione entusiasta della Direzione, hanno ripercorso qua-si centocinquantanni dopo il Lotze un itinerario egualmente silenzioso, oggi assai più complesso e articolato, tra i reperti naturalistici, ancestrali e recenti, conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Verona; è un viaggio, tra scale e corridoi e stanze, punteggiato dalla presenza di rari animali, che improvvisamente appaiono e che in fotografia sembrano tuttora vivi e pronti a fuggire, nonostante ne sia stata progettata la teatrale scenografia. La vita di questi esseri, salvati alla scienza in tombe di cri-stallo, è stata qui prolungata per il lettore da Enzo e Raffaello Bassotto, che hanno cercato soprattutto di cogliere un respiro e comunque di definire l’atmo-

sfera di quell’aldilà. …… E silenziosamente percorribili sono le delicate ma intense fotografie di Enzo e Raffaello Bassotto, che da decenni ormai sono alla ricerca di itinerari, spesso sconosciuti, soprattutto nella loro città o nei dintorni, tra cui le sponde del lago di Garda. …… “Ognuno sa con quale e quanta diligenza siano condotte le fotografie del Signor Lotze”, scriveva ancora il Martinati “il quale non vagheggia in esse il guadagno ma la perfezione, la cerca con tutto il suo ingegno, pauroso di profanar l’arte sua, se dallo studio si lasciasse uscire un’immagine che ottima non gli paresse”; non credo di eccedere adattando questa frase ai fotografi Enzo e Raffaello Bassotto, a loro volta tesi da sempre alla “perfezione”, con un culto per la fotografia che li avvicina a pionieri come il Lotze, e non a caso a Verona, dove la stampa edito-riale è tuttora un emblema di qualità internazionale.… L’insieme di queste fotografie mi sembra oltre-tutto una inaspettata proposta museologica, un’ipo-tesi di “esposizione” dei reperti; un progetto, che ancora una volta la fotografia sa dimostrare, oltre che illustrare.

Italo Zannier

NEL GIARDINO DI DARWIN

Electa Edizioni - MilanoCatalogo della mostra personale presso il Museo di Storia Naturale di Verona, Verona 1987Testi di Italo Zannier, Alessandra Aspes, Vittorino Andreoli e Sandro Ruffo24 x 22 cm, 112 pagine,10 fotografie b/n e 73 a colori

2000

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Pompei, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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40 … L’attività artistica di Enzo e Raffaello Bassotto, fotografi, ha più di un tratto in comune con quella dello storico impegnato a far emergere la problema-ticità sottesa alla piana superficie dei fatti. Come lo storico essi mirano alla conoscenza della realtà pri-vilegiando non l’avvenimento in sé ma le relazioni tra ambienti, uomini, situazioni. Soltanto che i due artisti veronesi esprimono le loro “conquiste” non con le parole ma attraverso la fotografia, considerata non tanto, o non solo, come documento ma, soprat-tutto, quale distillato di umori, saperi e sapori del mondo che essa stessa ritrae. …… Già in fase progettuale i fratelli Bassotto decido-no l’impostazione del soggetto, definiscono altresì la luce, quasi esclusivamente naturale, le ore della giornata, anche le stagioni, in cui scattare le imma-gini. Si tratta di uno schema di lavoro condiviso da entrambi, intimamente, perché l’esigenza di ciascu-no è quella di avere un rapporto di empatia con il soggetto da riprendere. “Procediamo nello stesso modo in cui si costruisce un film” dicono, parlando del loro modo di operare, “fotografiamo solo quello che conosciamo bene, che abbiamo a lungo studia-to, di cui cogliamo l’intima essenza. … Comunque è fondamentale che ciò che fotografiamo non sia

esclusivo di una determinata realtà, rappresentativo solo di quella realtà. Esso deve assumere un carattere universale”. …… Committenti di loro stessi, è vanto di Enzo e Raffaello Bassotto l’aver sempre scelto i soggetti delle loro opere, di non aver mai registrato indiffe-rentemente ciò che veniva loro richiesto, né ciò che poteva essere gradito figurativamente. …… di Verona, i due autori recuperano la segreta umanità, per sottrarla alla cronaca e affidarla alla storia. Storia di mille e una città racchiuse nell’im-percettibile, ma irresistibile, trascorrere del tempo.Eppure, a ciascuno di noi, tutto sembra senza fine.

Daniela Zumiani

ENZO E RAFFAELLO BASSOTTO1980 / 2000 - Vent’anni di Fotografia

Leonardo Arte Edizioni - MilanoCatalogo della mostra personale antologica, in occasione del ventennale di attività, presso il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Verona 2001Testi di Giorgio Cortenova e Daniela Zumiani24 x 22 cm, 208 pagine,73 fotografie b/n e 101 a colori

2001

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Verona, Piazza Bra, Palazzo Barbieri, Sala degli Arazzifotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Peschiera, Pescatore che getta le reti al tramontofotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Lazise sul Garda, Lazise, Cigni sul lungolagofotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Verona, Museo di Castelvecchio, particolarefotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Lazise, Resti di un vecchio pontilefotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza delle Erbe, Fontana di Madonna Veronafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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48 … Le cave di pietra appartengono per certi aspetti alla categoria delle opere architettoniche in quanto presuppongono una disciplina progettuale e sono “costruite” sottraendo alla terra parte della sua cro-sta fino ad ottenere una cavità dalla quale si possa estrarre del materiale da costruzione.Ma alla loro natura architettonica si oppone il fatto che la finalità che ne ha guidato la formazione non è, come nella architettura vera e propria, quella di configurare uno spazio ricavandolo dalla costruzio-ne di un volume, ma tout court quello di procurarsi del materiale indipendentemente dalle qualità dello spazio ricavato attraverso la sottrazione di materia.Ai margini della ricerca estetica, le cave esercitano però,fin dall’antichità, un particolare fascino perché in qualche modo partecipano sia della naturalità che della artificialità e spesso in esse, malgrado le inten-zioni puramente pratiche e di rapina, si manifesta una armonia di masse e cavità che ha fornito prezio-si suggerimenti a chi poi doveva utilizzare la materia ricavata per costruire edifici.Nel caso delle cave di Prun la impressionante qualità“architettonica” deriva dal fatto che la struttura a strati sovrapposti ben marcati della roccia aggredita dai cavatori ha condizionato, come una vera e pro-

pria tecnica costruttiva prefissata, il lavoro di scavo, determinando un insieme di regole che danno al risultato spaziale degli scavi una mirabile coerenza morfologica.L’equazione utile = bello, che tanta parte ha avuto nella mitologia del moderno, si ripropone qui non come qualcosa di automatico e inconsapevole ma come raggiungimento di una qualità prodotta dalla concordia e dalla continuità nel tempo di un sapere tradizionale che ha le sue origini nelle miniere neo-litiche di selce ed esprime un rapporto “poetico” con la terra fatto di studio, di comprensione delle sue leggi, di ricerca attraverso l’ordine e la disciplinadi una sofferta alleanza.

Paolo Portoghesi

ARCHITETTURA SCAVATA

Cierre Edizioni - VeronaCatalogo della mostra personale alla Sala Mostre dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Negrar, Verona 2002Testi di Vincenzo Pavan, Paolo Portoghesi e Doina Uricariu30 x 24 cm, 96 pagine, 45 fotografie b/n

2002

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Lessinia occidentale, Negrar, Cave di Prun, particolarefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Lessinia occidentale, Negrar, Cave di Prun, particolarefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Lessinia occidentale, Negrar, Cave di Prun, particolarefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Lessinia occidentale, Negrar, Cave di Prun, particolarefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Lessinia occidentale, Negrar, Cave di Prun, particolarefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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54 … Si possono fare delle splendide fotografie dell’or-rore. E così si mescolano due termini che all’ap-parenza sembrano antitetici: bello e orrido. Un insieme che richiama alle chimere e ai mostri. Le immagini fotografiche dei fratelli Bassotto sono un documento straordinario e come sempre in questi casi si fa fatica a dare ordine alle impressioni ea trasferirle in idee che si devono poi stendere rispettando grammatica e sintassi. Impressioni con-traddittorie poiché subito si mescola l’uomo almostruoso e si scopre che il mostro è semplicemente un uomo. Si pensa alla scienza, si salgono le scale dell’antico palazzo Giuliari sede del Museodi Storia Naturale di Verona, dove questi reperti, feti anomali, erano dapprima esposti, ora dimenticati in un deposito. Cambiano le sensibilità e anche i paradigmi di lettura, per cui una cosa può diventare e suggerire qualsiasi considerazione fino a doman-darsi se sia opportuno mostrarla e mostrarla sub spoecie aestetica. … La categoria della mostruosità è pericolosa poiché la si può riempire di tutto, persino della saggezza e della onestà e si possono mandare al rogo coloro che hanno il difetto di non condividere la mostruosità dei regimi e del potere. Se proprio la si vuol tenere attiva, bisogna allora ricordare

che ci sono dei mostri visibili, del corpo, e quelli che non si vedono poiché sono mostri nelle idee e negli affetti. Mi piacerebbe che i Bassotto fotografassero la mostruosità dalle belle maniere, quella che sembra persino perbenismo e eleganza.Anche se dovessero perdere una dimensione storica e queste immagini si facessero parte di un esclusiva scenografia estetica, avrebbero un senso. Sarebbe-ro giustificate se aprissero un dibattito pubblico, o dentro ciascuno di noi, sui paradigmi del “bello” del momento storico che stiamo vivendo, se servissero a domandarci se la violenza cosi spettacolarizzatanon sia un segno preoccupante certo del cambia-mento del gusto e della voglia di ammazzare per fare opera d’arte. Come riprodurre Bacon sui corpi vivi e dunque deformarli ammazzandoli. Una sorta di manipolazione del cadavere invece che un lavoro faticoso su una pietra che si fa scultura.Queste immagini non scandalizzano, fanno pensare.

Vittorino Andreoli

NATURE MORTE

Edizioni Francesco Girondini Arte Contemporanea, Verona Catalogo della mostra personale alla Galleria Francesco Girondini Arte Contemporanea, Verona 2002Testi di Vittorino Andreoli e Giancarlo Alciati30 x 30 cm, 48 pagine, 26 fotografie a colori

2002

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo Gobbetti, Museo Civico di Storia Naturalefotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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60 … Le loro fotografie prescindono totalmente da gerarchie di valore iconografico, spostano lo sguar-do lentamente in modo circolare. Forniscono molte informazioni, disposte su un lungo piano orizzon-tale, l’una accanto all’altra: l’Arena conta al pari, e forse meno, dell’angolo di una casa. Inquadrano allo stesso livello compositivo la bicicletta e l’automo-bile, il passante e la colonna, il vicolo e la fuga del palazzo antico, in ciò favoriti anche dalla scelta di utilizzare la macchina panoramica, che ha permesso ai fotografi veronesi una maggiore libertà di campo, senza costringerli a tagli discriminatori, a selezioni descrittive e finalizzate.Sono immagini ariose, ampie e nello stesso tempo tendenzialmente oggettive, mai neutrali, che regi-strano altezze e larghezze, componendo una sorta di grande rilievo visivo. Una topografia, appunto, della città.Il punto di ripresa diventa il cardine fondamentaleper sottolineare la distanza tra sé e l’oggetto foto-grafato, per guardare in maniera diversa a luoghi conosciuti e familiari, che l’abitudine quotidiana ha reso non più “visibili”.Verona diventa una città fatta di vie larghissime,di spazi immensi, di slarghi sconosciuti.

L’effetto di straniamento è così forte che inalcuni casi sembra di vedere luoghi noti per laprima volta. Attraverso l’obiettivo fotografico diEnzo e Raffaello Bassotto, attraverso il lorosguardo appassionato e distaccato si svela lapercezione di una città viva e reale e nello stessotempo fantastica e sconosciuta. …

Marco Girardi

TOPOGRAFIE VERONA

Cierre Edizioni - VeronaTesti di Marco Girardi e Eugenio Turri16,5 x 24 cm, 128 pagine,102 fotografie b/n

2002

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1 - Piazza delle Erbe, Veduta in direzione di Palazzo Maffei2 - Cortile del Tribunale, Il colonnato e la Porta dei Bombardieri

fotografie © 2002 - Enzo Bassotto

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1 - Corso Porta Nuova, I giardini di Pradaval verso via Valverde2 - Ponte delle Navi, In direzione della chiesa di San Fermo Maggiore

fotografie © 2002 - Enzo Bassotto

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1 - Piazza Bra, L’Arena e Palazzo Barbieri dal Liston2 - Lungadige Porta Vittoria, A destra Adige l’ex Macello Comunale restaurato

fotografie © 2002 - Enzo Bassotto

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1 - Regaste Redentore, Ruderi nella parte bassa del Teatro Romano2 - Porto San Pancrazio, Ruderi del Lazzaretto e il tempietto

fotografie © 2002 - Enzo Bassotto

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1 - Circonvallazione Maroncelli, Il monumento ai Caduti2 - San Michele Extra, Villa Buri dal giardino confinante col Bosco Buri

fotografie © 2002 - Enzo Bassotto

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66 … La serie En Pleine Air non ha altra scelta che quella di corrispondere al manifesto espresso nell’autoritratto dei fratelli Bassotto, essi infatti non possono esimersi dal bisogno di un controllo asso-luto dei dettagli spinti al limite massimo dellanitidezza. Le fotografie devono essere necessaria-mente in bianco e nero, per non distrarre dal vero contenuto dell’immagine, il cui locus è l’astrazione; esse non descrivono lo spazio rappresentato ma ciò che vi è dietro e tutto intorno. È questo un atto diliberazione dal luogo comune dell’arte, spesso in-terpretato come qualcosa da guardare, piuttosto che un’opportunità per osservare. Il realismo estremo dei Bassotto non è una semplice scelta stilistica. L’intenzione è quella di perfezionare la nozione di fotografia, intesa come specchio della realtà, così da permettere di abitare il mondo en plein air. … … Queste immagini diventano memorabili grazie ai vari segni “tatuati” sulla superfice della fotografia e attraverso l’attento bilanciamento dei loro signifi-cati non dichiarati. Alcuni degli elementi di questa écriture formano la firma degli autori, come ad esempio la pennellata dell’albero caduto sullo spec-chio d’acqua, oppure i pochi tronchi verticali che segmentano finestre di luce. A volte la pennellata è

molto libera come nel gruppo di rami che si pro-tendono dallo specchio liquido del fiume, oppure il primo piano di foglie che galleggiano nell’oscurità di un sottobosco. …

… Il mistero che vive in questi paesaggi affascinanti risiede non nel poema in sè stesso ma nella condi-zione dinamica di un sogno ad occhi aperti come in tutti gli haikus di valore. Il vero enigma, ma anche la risposta che si nasconde dietro al rompicapo di queste fotografie, risiede nella condizione dell’osser-vatore che viene benevolmente forzato a ricercare laverità in ogni dettaglio, in ogni frammento che ci circonda ogni giorno en plein air.Enzo e Raffaello Bassotto dividono con noi, come dice Doina Uricariu, il significato di abitare una lente, di abitare il mondo.

New York, Agosto 2003

Livio Dimitriu

EN PLEIN AIR

Edizioni Francesco Girondini Arte Contemporanea,Verona Catalogo della mostra personale alla Galleria Francesco Girondini Arte Contemporanea, Verona 2003Testi di Livio Dimitriu e Doina Uricariu30 x 30 cm, 72 pagine, 34 fotografie b/n

2003

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Verona, Parco dell’Adige, il Boschettofotografia © 2003 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Pai di sopra, Fitta vegetazione di un boschettofotografia © 2003 - Enzo Bassotto

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Verona, Parco dell’Adige, il Boschettofotografia © 2003 - Enzo Bassotto

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Verona, Parco dell’Adige, il Boschettofotografia © 2003 - Enzo Bassotto

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Verona, Parco dell’Adige, il Boschettofotografia © 2003 - Enzo Bassotto

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Cerro Veronese, Prato al limitare di un bosco nelle vicinanze di un centro sportivofotografia © 1994 - Enzo Bassotto

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Cerro Veronese, Fitta vegetazione a delimitazione di una vallettafotografia © 1994 - Enzo Bassotto

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74 … Un individualità negata da questo singolare lavoro in coppia. Dietro il mirino della macchina fotografica quattro occhi si fondono in un unico sguardo indagatore. Uno sguardo appassionato e divertito che all’occorrenza sa farsi ironico. Lo mo-stra bene il loro ritratto, una citazione di reperto-rio: l’autoritratto allo specchio. Il punto di ripresa è leggermente arretrato per fare ricorso all’auto-scatto. In primo piano due nuche sfocate incorni-ciano i volti dei nostri fotografi. Una contraddizio-ne irrisolvibile stringe realtà e finzione. Più volte lo specchio torna in queste fotografie. Richiama i miti di origine, il ritratto come l’immagine riflessa di sé. E si potrebbe ampliare il ragionamento sull’utilizzo della fotografia nella fotografia e sulle autocita-zioni (avendo sullo sfondo, non per caso, sempre presente l’opera di Borges). Ma sono cose note, dette e ridette. Nonostante siano stati eseguiti nell’arco di venti-cinque anni questi ritratti sono paradossalmente l’espressione di una dimensione temporale unica, di un tempo fuori dal tempo: un lungo, innaturale, eterno presente. La rinuncia consapevole all’istan-tanea, alla chimera delle illusioni fotogiornalistiche e dello scatto continuo e casuale, ha condotto

Enzo e Raffaello Bassotto a privilegiare un hinc et nunc assoluti. Sulla gelatina non si è fissato un ritratto, si è congelato il ritratto. Al punto che nell’immaginario visivo di molti la fisionomia di Nino Cenni, quella di Bruno De Cesco o quella di Alessandro Mozzambani, per fare degli esempi, coincidono con quelle raffigurate in queste foto-grafie. Certo ogni ritratto cela una storia diversa, nasconde un aneddoto, racchiude un vissuto di cui la fotografia non è che provvisorio epifenomeno. Il frammento di un attimo. Ma la forza delle immagini dei Bassotto sta pro-prio nella sorprendente capacità di cogliere l’atti-mo e di fissare i tratti salienti della fisionomia e del carattere. Una sintesi visiva di grande efficacia, che dà forma ai nostri ricordi visivi, che fa lievita-re dagli strati profondi della nostra memoria i lineamenti di un volto, la sfrontatezza di uno sguardo, l’intimo ritmo di un gesto appena accen-nato. L’emozione di sottrarre all’oblio un momen-to dell’esistenza. Di riconoscere, con nostalgia, una visione proveniente dal passato.

Marco Girardi

2004

ARTE E PERSONE, Vent’anni di ritratti

Aurora Edizioni - VeronaCatalogo della mostra personale presso lo spazio espositivo delle Grafiche Aurora, Verona 2004Testo di Marco Girardi28 x 22 cm, 256 pagine,213 fotografie b/n e 62 a colori

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Alessandro Zanella, “Ampersand”, stampatore al torchio di libri d’artefotografia © 2001 - Enzo Bassotto

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Eros Bonamini, artistafotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Guido Ceronetti, scrittore e poetafotografia © 2000 - Enzo Bassotto

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Sandro Chia, pittorefotografia © 1998 - Enzo Bassotto

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Eugenio Degani, artistafotografia © 1990 - Enzo e Raffaello Bassotto

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80 … Le casette del Villaggio stanno insomma diven-tando un reperto del passato, un’altra delle cose da archiviare e conservare che la nostra cultura ha l’ossessione di tramandare al futuro. Qualche famiglia residua resiste incredibilmente alla progres-siva operazione di muratura che si sta mangiando le “case minime” o “di passaggio”. Man mano che si svuotano, vengono chiuse porte e finestre, circonda-te da reti, in attesa di un altro destino, la demolizio-ne, la ristrutturazione, la ricostruzione. Ma intanto la tenerezza di un lenzuolo lavato e steso in mezzo a tanta desolazione e solitudine, sembra il baluardo di una voglia di vita e di normalità che resiste, contro tutto. Tornare dopo venticinque anni significa allora co-gliere questa profonda trasformazione.Tornare dopo venticinque anni ha mutato il senso della prima ricognizione. La prima volta parlavano le facce, l’obiettivo si allargava a grand’angolo per poter inserire tutti i membri di nuclei famigliari numerosi e stipati dentro stanzette in cui non c’è lo spazio per far indietreggiare il punto di vista. La prima volta lo sguardo degli autori era sul sociale, sulla vita che batteva in quel contesto ambientale nelle forme di bambini, ragazzi, mamme rimaste

sole, vecchi, invalidi. La seconda volta è come se quel sociale non si riuscisse a trovare più, e allora lo sguardo si è fermato sul contesto, facendosi più formale, meno denso, più pacato, quasi più triste nonostante i miglioramenti che la vita nel Borgo sembra aver visto. … … Quello di allora era un tempo che generava im-magini come frutto di un connubio tra l’immedia-tezza dello sguardo sul reale e una ricerca formale, che oggi invece sembra prevalere nella ricorrente aspettativa di trovare una qualità estetica nelle cose. Oggi forse sappiamo di più dove l’evoluzione ci sta portando, di sicuro tocchiamo quotidianamente con mano quanto la modernità, con la sua pretesa di comunicare in tempo reale con tutto il mondo contemporanemente, si porti dietro solitudine e incomunicabilità come non mai. Tra altri vent’anni ne riparleremo con più lucidità.

Camilla Bertoni

BORGO NUOVO - 1980 / 2005

Cierre Edizioni - VeronaCatalogo della mostra personale alla Sala Civica Angelo Dall’Oca Bianca, Verona 2005Testi di Edoardo Sanguineti, Camilla Bertoni, Giorgio Bragaja e Marta Bassotto24,5 x 28 cm, 224 pagine, 196 fotografie b/n

2005

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Verona, Borgo Nuovo, Fotografia inedita, non pubblicata nel libro del 1980fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Fotografia inedita, non pubblicata nel libro del 1980fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Fotografia inedita, non pubblicata nel libro del 1980fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Il nuovo quartiere, particolarefotografia © 2005 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Il nuovo quartiere, particolarefotografia © 2005 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Il nuovo quartiere, particolarefotografia © 2005 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Nuovo, Il nuovo quartiere, particolarefotografia © 2005 - Enzo Bassotto

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88 … Quindi le fotografie dei fratelli Bassotto che qui ci riportano i mulini macinapigmenti, i barattoli ruggini colmi di terre da calcinare, non hanno nulla di pittoresco, nessuna intenzione pedagogica, non sono nemmeno da considerare come una ulterio-re testimonianza di Archeologia industriale. Sono, piuttosto, delle vere fotografie, di veri fotografi i quali sottopongono alla nostra visione degli oggetti, delle cose: ce ne mostrano l’esistenza. Dall’indistinto al distinto. Dall’incessante affastellarsi di forme ed immagini del quotidiano, dal chiasso effimero dei riflettori, degli effetti speciali, degli spot, dei mass/me-dia, ad un oggetto vero e proprio, senza “trucco” che in precedenza era stato visto distrattamente, come una curiosità o una misteriosa anticaglia.Albert Renger-Patzsch (1897–1966), è considerato fotografo per eccellenza della Neue Sachlinchkeit (Nuova Oggettività), non solo per le sue straordina-rie fotografie di architetture industriali, ma anche per i suoi acuti ed anticipatori scritti teorici.“In fotografia si dovrebbe partire dall’essenza dell’og-getto, e cercare con mezzi squisitamente fotografici, di riprodurlo esattamente come si fa con un uomo, un paesaggio, una architettura, o quant’altro, mentre oggi, di frequente, si usa fare violenza all’oggetto con giochetti

formalistici”. L’autore del noto brano ora citato ci dice che, un’utile base di partenza per una fotografia riuscita è l’oggetto, la cosa (anche un paesaggio, un uomo, un animale sono oggetti): la fotografia è pri-gioniera dell’oggetto, non ha senso senza di esso, le altre arti al contrario, lo dominano e possono farne anche a meno. Una buona fotografia deve ignorare i mezzi pittorici, e sfruttare invece le possibilità tecni-che dello strumento del medium fotografico (inqua-dratura, esposizione, stasi o movimento della macchi-na, tipo di scatto e così via. Tutto il lavoro di Enzo e Raffaello Bassotto è sempre stato condotto su questa linea purista: fotografare ciò che esiste, non aggiunge-re o togliere nulla, intervenire esclusivamente – ed il meno possibile – sul mezzo, cioè la macchina. Solo in questo modo è possibile che un oggetto qualsiasi (una cosa) diventi “visione” e non apparenza fugace. …

Davide Antolini

LA FABBRICA DEL COLORE

Edizioni Dolci & Tipografia Aurora - VeronaArte Fiera, Verona 2006Testi di Davide Antolini e Federico Bellomi30 x 24 cm, 72 pagine,4 fotografie b/n e 57 a colori

2006

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Verona, Azienda produttrice di terre colorate e colori, particolare internofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Azienda produttrice di terre colorate e colori, particolare internofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Azienda produttrice di terre colorate e colori, particolare internofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Azienda produttrice di terre colorate e colori, particolare internofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Azienda produttrice di terre colorate e colori, particolare internofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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94 … I Fratelli Enzo e Raffaello Bassotto lavorano da più di trent’anni sulla cultura e sulle immagini di Verona, con l’occhio attento del professionista/artista sempre teso a cogliere, magari anche in un piccolo particolare, quest’evoluzione. In questo libro troverete circa un centinaio di fotografie che trac-ciano un percorso tra passato e presente, e appunto quel filo, in molti casi ancora visibile, altrove più nascosto, che unisce senza soluzione di continuità la Verona di ieri e quella di oggi. A volte è l’oggetto primo su cui insiste l’obiettivo, l’edificio o il monu-mento, ad essere stato distrutto, dislocato o sosti-tuito. Altre volte il monumento, a distanza di anni, appare sostanzialmente identico, ma a cambiare è lo sfondo circostante, perché le persone vestono in maniera diversa, o perché anziché passeggiare tran-sitano più anonimamente, in apparenza, protette all’interno di un’automobile. Altre volte ancora è un intero quartiere a levare in alto le proprie case, ove prima c’era soltanto campagna. Questo volume è un piacere per l’occhio ma anche un libro di storia. …La testimonianza che nessun presente ha un futuro se dimentica il passato.

Giuseppe Riccardo Ceni

VERONA - Il Futuro della Memoria

Edizione Veronesi nel Mondo - VeronaVolume pubblicato in occasione della giornata dedicata ai Veronesi nel Mondo, Verona 2006Testo di Giuseppe Riccardo Ceni28 x 24,5 cm, 112 pagine,70 fotografie b/n e 40 a colori

2006

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Verona, Piazza Nogara, Particolari della facciata del Banco Popolare realizzata da Carlo Scarpafotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Ponte della Pietra con gabbiani visto da Lungadige San Giorgiofotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza delle Erbe, vista da corso Santa Anastasiafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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98 … Le fotografie dei Bassotto richiedono una let-tura attenta, che permetta di seguire lo sviluppo del viaggio percorso dai due fotografi attraverso lo stato dei luoghi del passato industriale. Come degli esploratori di resti cittadini e industriali, gli autori sembrano spinti non solo dal desiderio di descrivere il paesaggio e le sue trasformazioni, ma anche dalla determinazione di immortalare dei luoghi che forse scompariranno. Attraverso le fotografie cercano di catturare l’anima di quei luoghi per preservarne una memoria storica. …

… Il linguaggio espressivo utilizzato è oggettivo. Si potrebbe obiettare che chi è parte integrante di un territorio, di un mondo, con difficoltà riuscirebbe ad estraniarsene per descriverlo con metodo oggettivo. I fratelli Bassotto invece ritengono necessario essere parte di quel territorio per riuscire ad analizzarlo compiutamente, per poter comunicare con il mede-simo canale espressivo dello spazio rappresentato.

… Nel 1974, George Perec scrive in Espèces d’espaces: “I miei spazi sono fragili: il tempo li con-sumerà, li distruggerà: niente somiglierà più a quel che era, i miei ricordi mi tradiranno, l’oblio

s’infiltrerà nella mia memoria [...]./ Scrivere: cercare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa: strappare qualche bricio-la precisa al vuoto che si scava, lasciare, da qualche parte, un solco, una traccia, un marchio o qualche segno”. Si cerca meticolosamente, di far sopravvivere qualcosa. Valeria Nicolis

LO STATO DEI LUOGHIPer un inventario fotografico del patrimonio industriale nel Veronese

Cierre Edizioni - VeronaCatalogo della mostra personale al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Verona 2008Testi di Nadia Olivieri e Valeria Nicolis22 x 24 cm, 528 pagine,16 fotografie b/n e 604 a colori

2008

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Verona, Via Daniele Manin, Garage Fiat Fagiuolifotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Legnago, Società Italiana per l’Industria degli Zuccherifotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Manifattura Tabacchifotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Magazzini Generalifotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Venezia, Officine Grafiche Mondadorifotografia © 2007 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Cantarane, Provianda di Santa Martafotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Peschiera, Forte austriaco adiacente all’Industria Bellica Marzanfotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Calcinaro, Salizzole, Tabacchificio Cristofolifotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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Isola della Scala, Mandello, Tenuta e tabacchificio Mandellofotografia © 2008 - Enzo Bassotto

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108 ma in fondo così concrete. Così che infine le loro New York sono due, parallele e complementari.

Camilla Bertoni

… Certo la velocità non doveva essere esasperata come oggi quando Enzo e Raffaello Bassotto e Ser-gio Piccoli hanno vissuto la loro prima volta a New York, negli anni ’70. Ma di sicuro anche allora la rapidità di mutamento era qualcosa che differenzia-va di molto la città da quelle della nostra tranquilla Europa. Pittore e fotografi non sono mai stati insieme a New York, ma hanno giocato qui a mettere accanto il loro sguardo. Ne sono nati una quantità di paral-lelismi, affiorano come per magia gli aspetti di New York che incantano l’occhio europeo, e ci si meravi-glia di incontrare spesso una così stretta comunanza che infine unisce i due sguardi nel leggere la città. Ma è altrettanto evidente però che i diversi tempera-menti hanno reagito in maniera opposta alla città e al suo ritmo incalzante: dove il pittore ha messo foga nel suo tracciare segni rapidi e senza ripensamento, i fotografi hanno cercato incessan-temente i segni di una tregua, li hanno cercati nella geometria piana, negli equilibri cromatici. Dove i fotografi cercano, ed ottengono, un ritmo scandito dalle linee rette che disegnano la città, il pittore ha colto piuttosto gli umori sotterranei, caricando di inquietudini le sue visioni, astratte sì,

NEW YORK - Diaries 1970 / 1990

Cierre Grafica Edizioni - Verona 2008Pubblicazione realizzata con il pittoreSergioi PiccoliTesto di Camilla Bertoni20,5 x 26 cm - pagine 10425 fotografie b/n 55 dipinti del pittore Sergio Piccoli

2008

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New York, Manhattan, Staten Island Ferryfotografia © 1970/1990 - Raffaello Bassotto

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New York, Dipinto di Sergio Piccolidipinto © 2008 - Sergio Piccoli

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New York, Park Avenue, Pan American Buildingfotografia © 1970/1990 - Raffaello Bassotto

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112 … Fermare il mondo. Quanti ci hanno provato! Fer-mare il mondo per cosa, poi? E fermarlo in bianco e nero. Era nata in bianco e nero, la fotografia, ma le città erano nate a colori, come i campi, come i monti, come il viso delle persone. Fermare il mon-do in bianco e nero, per scelta e non per bisogno è come voler richiamare l’attenzione, come voler dire: pensa, cerca uno specchio e trovati senza colore. I fratelli Enzo e Raffaello Bassotto, di professione fotografi, professionisti, veri, non da compleanni e gite, hanno provato, più di trent’anni fa, a fermare Verona nelle loro fotografie in bianco e nero. Guar-dandole ho provato a pensare a come sarebbero state in giallo e blu. …

… Ma le fotografie non sono nebbia né rumore, esplodono nella loro voglia di dire l’attualità del loro essere moderna memoria. Come i replicanti di “Bla-de Runner” ne abbiamo bisogno per sentire dentro di avere delle radici, di essere vivi. Non sono ombre le fotografie, ombre sono coloro che le abitano. Il Professor Hrayr Terzian (1925-1988) è forse la pre-senza più inquietante, lui, che studiava quel disturbo della mente denominato “agnosia visiva”, malattia che ti scopre con in mano una forchetta mentre in

mano hai un cucchiaio e sei convinto di avere invece una forchetta, ti costringe a pensare se davvero era-vamo quello che le foto raccontano eravamo. …

… Ecco che anche qui, in queste fotografie, in bianco e nero, il lettore ritroverà un’idea di Verona capace di sorprenderlo, capace di farlo ripensare a una città che non può rinunciare alla civiltà, al pen-siero, ai sogni, che popolano insieme alla sua storia, i suoi vicoli, le sue piazze, i suoi palazzi, le sue chiese, i suoi abitanti. Erano gli anni ’70, di giugno l’Adige correva, pieno, e sulle rive si spandeva il profumo dei tigli, come adesso.

Ugo Brusaporco

REWIND - Racconti Veronesi

Edizioni dell’Aurora - Verona Catalogo della mostra personale tenutasi presso la FNAC di Verona, Verona 2009Testo di Ugo Brusaporco22 x 24 cm, 128 pagine,126 fotografie b/n

2009

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Verona, San Bernardino, Case popolarifotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza delle Erbe, Caffè Filippinifotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Indipendenza, Festa dell’Unitàfotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, Vicolo Samaritana, Galleria Studio La Città, Enrico Castellani, Hélène De Franchis, Giorgio Olivieri e Arrigo Rudi

fotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Carlo Cattaneo, Enzo Ferrari nella sua galleriafotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, San Bernardino, Case popolarifotografia © 1977 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Mazzini, Il fotografo Danilo Oppifotografie © 1984 - Enzo Bassotto

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STORIA DI VERONA PER IMMAGINIDue secoli di cambiamenti - L’Adige

Società Editrice Athesis - VeronaNove volumi realizzati per essere distribuiti come allegati al quotidiano l’Arena, Verona 2009Testo di Luigi Righetti

Volume primo, 22 x 24 cm, 60 pagine,30 fotografie b/n e 20 a colori

Volume secondo, 22 x 24 cm, 60 pagine,28 fotografie b/n e 28 a colori

2009

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Verona, Ponte Garibaldi, 1935, denominato ponte “dei Strachi” per le sculture di Roberto Banterle,situate su quattro piedestalli del ponte (La Famiglia, il Condottiero, L’Agricoltura, Il Lavoratore)

fotografia Studio Bertucci, 1938 - archivio Biblioteca Civica

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Verona, Ponte Scaligero, 1356, veduta dalle regaste di San Zenofotografia fine Ottocento, James Anderson - archivio Biblioteca Civica

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Verona, Ponte di Castelvecchio, veduta dalle regaste di San Zenofotografia © 2004 - Enzo Bassotto

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STORIA DI VERONA PER IMMAGINIDue secoli di cambiamenti - Le Piazze

Società Editrice Athesis - VeronaNove volumi realizzati per essere distribuiti come allegati al quotidiano l’Arena, Verona 2009Testo di Luigi Righetti

Volume terzo, 22 x 24 cm, 48 pagine26 fotografie b/n e 18 a colori

Volume quarto, 22 x 24 cm, 48 pagine27 fotografie b/n e 17 a colori

2009

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Verona, L’Arena vista attraverso le colonne del Palazzo Barbierifotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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Verona, Il Leone di San Marco e la Piazza delle Erbe visti dall’atrio di Palazzo MaffeiCalcografia Cavadini, anni Venti - archivio Bassotto

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Verona, Il Leone di San Marco, 1886 e l’edicola votiva visti da Corso Santa Anastasiafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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STORIA DI VERONA PER IMMAGINIDue secoli di cambiamenti - Museum

Società Editrice Athesis - VeronaNove volumi realizzati per essere distribuiti come allegati al quotidiano l’Arena, Verona 2009Testo di Luigi Righetti

Volume quinto, 22 x 24 cm - pagine 4819 fotografie b/n e 25 colore

Volume sesto, 22 x 24 cm - pagine 4811 fotografie b/n e 55 a colori

2009

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Verona, Conservatorio musicale Felice Evaristo dall’Abaco, il corridoio detto “manica lunga”fotografia © 2008 - Enzo Bassotto

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Verona, Porto San Pancrazio, Porticato del Lazzaretto, autore ignoto, anni Quaranta - archivio Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggio

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Verona, Porto San Pancrazio, Il tempietto del Lazzarettofotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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STORIA DI VERONA PER IMMAGINIDue secoli di cambiamenti - Le Chiese

Società Editrice Athesis - VeronaNove volumi realizzati per essere distribuiti come allegati al quotidiano l’Arena, Verona 2009Testo di Luigi Righetti

Volume settimo, 22 x 24 cm, 48 pagine16 fotografie b/n e 27 a colori

Volume ottavo, 22 x 24 cm, 48 pagine17 fotografie b/n e 27 a colori

2009

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Verona, Basilica di San Zeno, la statua del Santo in marmo policromofotografia © 1999 - Enzo Bassotto

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Verona, Chiesa di Santa Maria in Organo, 1481fotografia Studio Brogi, 1895 - archivio Biblioteca Civica

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Verona, Chiesa di Santa Maria in Organo, particolare del coro con le tarsie di fra’ Giovanni da Verona

fotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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STORIA DI VERONA PER IMMAGINIDue secoli di cambiamenti - La Fiera e la Zai

Società Editrice Athesis - VeronaNove volumi realizzati per essere distribuiti come allegati al quotidiano l’Arena, Verona 2009Testo di Luigi Righetti

Volume nono, 22 x 24 cm, 48 pagine,26 fotografie b/n e 21 a colori

2009

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Verona, Fiera dei cavalli, la fiera nell’area dell’antico convento delle Franceschine vista da via del Pontierefotografia Giuseppe Bertucci, 1897 - archivio Biblioteca Civica

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Verona, Veronafiere, uno dei padiglioni allestiti per il Vinitalyfotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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Verona, Veronafiere, visitatori durante una manifestazione fieristicafotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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Verona, Fiera di Verona, nel 1976 riprende la tradizione delle antiche fiere dei cavalli con la nuova denominazione “Fieracavalli”

fotografia Ennevi, 1976 - archivio Veronafiere

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Verona, La scultura di Nag Arnoldi, simbolo di Veronafiere, sul piazzale antistante il Centro Direzionale

fotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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142 … Il paesaggio indiano è fatto di individui, di gente, di folla, di occhi che ti guardano, di botteghe affollate, di un via vai, di un movimento continuo senza sosta, senza tregua, di un caos, di un univer-so senza regole, ma dove tutto va, tutto si espande, tutto si unisce e si incrocia. …

Giorgio Cardazzo

INDIAN SCRAPBOOK 1978 - 1984

Edizioni dell’Aurora - Verona 2010Pubblicazione realizzata con il pittoreDaniele NalinTesti di Giorgio Cardazzo20,5 x 26 cm - pagine 17685 fotografie b/n83 dipinti del pittore Daniele Nalin

2010

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India, Benares, Voi lascerete Benares, ma Benares non vi lascerà mai…fotografia © 1978 - Raffaello Bassotto

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Verona, Dipinto del pittore Daniele Nalindipinto © 2010 - Daniele Nalin

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India, Jaipur, Jaipur - Stazione Ferroviaria ore 15fotografia © 1978 - Raffaello Bassotto

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LANDSCAPES

Edizioni dell’Aurora - VeronaPubblicazione realizzata con il pittore Sergio Piccoli, Verona 201122 x 27,5 cm, 104 pagine,46 fotografie a colori e 47 dipinti

2011

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Lessinia, Bosco innevato nelle vicinanze di San Francescofotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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Lessinia, Contrada Tureri, panorama verso la Val d’Illasifotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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Lessinia, Abbondanti nevicate nei pressi di San Giorgiofotografia © 2010 - Enzo Bassotto

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Lessinia, Nei pressi di San Giorgio sulla strada per Boscochiesanuovafotografia © 2010 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Tramonto, nei pressi di Torri del Benacofotografia © 2009 - Enzo Bassotto

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2011

VERONA VINTAGEEdizioni “Deposito A” - VeronaVolume di archeologia industriale di Verona e provincia, Verona 201122 x 27,5 cm, 120 pagine,164 fotografie a colori

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Vallese di Oppeano, Ingresso e giardino di una villetta privatafotografia © 2008 - Enzo Bassotto

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Salizzole, Calcinaro, Tabacchificio Cristofalifotografia © 2007 - Enzo Bassotto

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Albaredo d’Adige, Ex tabacchificio Brenafotografia © 2006 - Enzo Bassotto

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San Bonifacio, Cinema Teatro Cristallofotografia © 2007 - Enzo Bassotto

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Verona, Ex Magazzini Generali, Scritta sulla facciata della fabbrica di ghiaccio rapido, (due di quattro immagini)

fotografia © 2002 - Enzo Bassotto

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Enzo e Raffaello Bassotto - autoritratto

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