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esempio verifica idoneità statica

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esempio di verifica di idoneità statica di un edificio strategico sito in un Comune della Provincia di Verona

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Comune di XXXXXXXXX

Verifica sismica di edifici comunali – Seconda fase

22 – XXXXXXXXX

Dott. Ing. Cristian Udali 10/01/2013 12.03 esempio verifica.doc

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Comune di XXXXXXXXX

Verifica sismica di edifici comunali – Seconda fase

22 – XXXXXXXXX

Sommario

1. Riferimenti normativi ...............................................................................................................3 2. Dati di riferimento....................................................................................................................4 3. Identificazione e dati sommari relativi all’edificio oggetto di analisi........................................4 4. Quadro normativo di riferimento - sismica..............................................................................7

4.1. Parametri sismici.....................................................................................................7 4.1.1. Classificazione dell’edificio .....................................................................7 4.1.2. Zona di riferimento ..................................................................................7 4.1.3. PGA (Peak Ground Acceleration) – Picco di accelerazione su

suolo rigido ..........................................................................................................9 5. Valutazione tecnica di massima della vulnerabilità sismica dell’edificio ................................13

5.1. Considerazioni generali sul metodo di analisi adottato ..........................................13 5.2. Metodo di analisi .....................................................................................................13 5.3. Carichi e sovraccarichi............................................................................................13 5.4. Condizioni di carico.................................................................................................13 5.5. Modellazione della struttura....................................................................................14 5.6. Proprietà dei componenti strutturali ........................................................................15 5.7. Valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio ................................................16

5.7.1. Giudizio di regolarità strutturale dell’edificio ...........................................16 5.7.2. Indicatore del rischio di collasso dell’edificio ..........................................16 5.7.3. Determinazione PGADS...........................................................................16 5.7.4. Calcolo dell’indicatore del rischio di collasso dell’edificio .......................18

6. Interventi di riduzione della vulnerabilità sismica ...................................................................19 6.1. Considerazioni generali sul metodo di analisi adottato ..........................................19 6.2. Descrizione delle ipotesi di intervento ....................................................................19 6.3. Modellazione della struttura....................................................................................20 6.4. Valori ottenuti dall’analisi ........................................................................................21

7. Conclusioni e stima di massima dei costi ...............................................................................23 7.1. Conclusioni .............................................................................................................23 7.2. Stima di massima dei costi .....................................................................................23

Dott. Ing. Cristian Udali 10/01/2013 12.03 esempio verifica.doc

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1. Riferimenti normativi La definizione delle caratteristiche resistenti delle sezioni, nonchè i procedimenti di calcolo

(progettazione e verifica) fanno riferimento alle prescrizioni regolamentari contenute nelle seguenti normative.

• Legge 5 Novembre 1971, n. 1086 - Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica.

• Legge 2 Febbraio 1974, n. 64 – Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche.

• D.M. 9 Gennaio 1996, n. 19 - Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il calcolo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche.

• Circolare Ministero dei Lavori Pubblici 15-10-1996, n. 252 – istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche” di cui al D.M. 9-1-1996.

• D.M. 14 Febbraio 1992, n. 55 - Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in c.a. normale, precompresso e per le strutture metalliche.

• Circolare 24 Giugno 1993, n. 37406/STC, Legge 5 Novembre 1971, n. 1086 - Istruzioni relative alle norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche, di cui al Decreto Ministeriale 14 Febbraio 1992.

• D.M. LL.PP. 16 Gennaio 1996 - Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi.

• Circolare 4 Luglio 1996, n. 156AA.GG./STC. - Istruzioni per l'applicazione delle “Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi” di cui al Decreto Ministeriale 16 Gennaio 1996.

• D.M. LL.PP. 16 Gennaio 1996 - Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. • Circolare Ministero dei Lavori Pubblici 10 Aprile 1997, n. 65/AA.GG – Istruzioni per

l’applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” di cui al D.M. 16-1-1996.

• Ordinanza del PDCM 3274-2003 - Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica

• Ordinanza del PDCM n. 3316 del 2 Ottobre 2003 recante "Modifiche ed integrazioni all'Ordinanza del PCDM n. 3274 del 20 Marzo 2003"

• D.M. 14 Gennaio 2008 – Nuove norme tecniche per le costruzioni. • Circolare Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 2 Febbraio 2009, n. 617 – Istruzione per

l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008.

• Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri 21 Ottobre 2003 N. 3865 – Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274, recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica"

• Deliberazione Giunta Regione Veneto 28 Novembre 2003 N. 3645 - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 art. 94, legge 2 febbraio 1974, n. 64 e ordinanza presidente consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274. Edilizia in zona sismica: Edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali

• Deliberazione Consiglio Regione Veneto 3 Dicembre 2003 N. 67 - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 art. 94, legge 2 febbraio 1974, n. 64 e ordinanza presidente consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 come modificata dall'ordinanza del presidente del consiglio dei ministri 2 ottobre 2003, n. 3316. Nuova classificazione sismica del territorio regionale: direttive

• Ordinanza del PDCM n. 3431 del 3 Maggio 2005 recante “Modifiche ed integrazioni all'Ordinanza del PCDM n. 3274 del 20 Marzo 2003".

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2. Dati di riferimento Le considerazioni sul comportamento strutturale del fabbricato sono state condotte secondo le

informazioni appurate durante i sopralluoghi e attraverso la documentazione fornita dal committente. Si è fatto inoltre riferimento ai seguenti elaborati:

• 1633/035 – “Riepilogo schede edifici censiti mediante software Regione Veneto” • 1633/041 – “Integrazione schede: documentazione ed analisi necessarie” • 1662/002A – “Indicazioni per offerta rilievi strutturali ed indagini conoscitive” • 1662/006 – “Risultati saggi ed indagini svolte”.

Le indagini, accompagnate da documentazione fotografica, sono state realizzate nelle parti

dell’edificio con un ridotto livello di conoscenza, nonché nelle parti della struttura che possono contribuire efficacemente ad un’adeguata risposta complessiva del fabbricato durante un evento sismico.

3. Identificazione e dati sommari relativi all’edificio oggetto di analisi

Edificio n° 22 Tipo di edificio XXXXXXXXX Frazione/Località - Via Custoza Comune XXXXXXXXX di Verona Coordinate geografiche Lat. 45° 21' 03'' – Long. 10° 51' 06'' Provincia Verona Età costruzione1 2003 N° piani compreso interrato 2

N° piani sopra piano terra 1 Interrato - Superficie coperta ~ 390 m2

Volumetria ~ 3000 m3 Materiale strutturale principale C.A. - C.A.P.

Persone mediamente presenti 5 Dati geomorfologici Pianura

Categoria edificio2 B3 Nelle immagini successive si evidenziano le piante e le sezioni dell’edificio in esame.

1 Vedere elab. 1633/035 2 Classificazione dell’edificio ai sensi dell’elenco tipologico definito dalla “Deliberazione Giunta Regione

Veneto 28 Novembre 2003 N. 3645 - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 art. 94, legge 2 febbraio 1974, n. 64 e ordinanza presidente consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274. Edilizia in zona sismica: Edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali“

3 Categoria A: Edifici di interesse strategico di rilievo fondamentale per la protezione civile; Categoria B: Edifici che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso

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PIANTA PILASTRI

PIANTA PIANO INTERMEDIO

PIANTA COPERTURA

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SEZIONE A-A

SEZIONE B-B

SEZIONE C-C

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4. Quadro normativo di riferimento - sismica All’epoca della costruzione dell’edificio oggetto di verifica, in quanto a rischio sismico, il comune

di XXXXXXXXX era individuato come “non classificato”. L’edificio oggetto di verifica è stato pertanto progettato e costruito senza particolari riferimenti nei confronti della normativa sismica.

L’attuale quadro normativo in materia sismica è regolamentato dal D.M. 14/01/2008 (e rispettiva circolare esplicativa C.M. 02/02/2009) che propone una nuova zonizzazione sismica che include il comune di XXXXXXXXX in zona sismica (ex zona 3 riferita alla classificazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3274 del 2003). Nella zona in esame si prevede una probabilità (di superamento PVR) del 10% allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV) che si verifichi un evento sismico caratterizzato da un valore di accelerazione orizzontale che è funzione della classe d’uso e della Vita Nominale (VN) dell’opera.

La normativa in oggetto, che recepisce i principi dell’Eurocodice 8, individua uno spettro elastico dal quale ricavare le azioni orizzontali di progetto. Il valore di tali azioni è espresso come una percentuale della massa dell’edificio e deriva dalle masse di piano accelerate con la massima accelerazione di cui al punto precedente modificata con coefficienti correttivi che dipendono dalla capacità dell’edificio di dissipare energia sismica. Tali parametri sono principalmente il periodo proprio della struttura ed il fattore di struttura q.

Si può dedurre il comportamento sismico del fabbricato in base a quanto emerge dagli atti disponibili.

4.1. Parametri sismici I parametri sismici sono indicatori quantitativi di progetto della pericolosità sismica, la quale, è lo

strumento di previsione delle azioni sismiche attese in un certo sito su base probabilistica.

4.1.1. CLASSIFICAZIONE DELL’EDIFICIO Secondo la delibera della Giunta Regione Veneto 28 Novembre 2003 N. 3645, l’edificio oggetto

di analisi è classificato tra gli edifici che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

A tal riguardo il D.M. 14/01/2008 classifica l’edificio in esame secondo una Classe d’Uso=IV. Poiché si tratta di un’opera ordinaria, la Vita Nominale assunta è pari a VN≥50 anni.

Dalla classe d’uso e dalla vita nominale, per l’edificio in esame si ricava un Coefficiente d’Uso CU=2,0 da cui un periodo di riferimento VR=100 anni.

4.1.2. ZONA DI RIFERIMENTO I parametri sismici si riferiscono alle azioni attese con una probabilità di superamento PVR non

superiore al 10% in 50 anni, valore standard assunto dalla normativa italiana e da molte normative internazionali per definire il livello di scuotimento da utilizzare ai fini della progettazione dei fabbricati civili.

Come punto di riferimento si può utilizzare la classificazione sismica riportata nella delibera del Consiglio Regione Veneto 3 Dicembre 2003 N. 67, la quale prevede che il Comune di XXXXXXXXX sia considerato in Zona 3 => ag = 0,15g.

L’edificio oggetto di analisi, secondo la mappa di pericolosità sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è collocato in una fascia compresa tra 0,125g – 0,150g.

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La nuova normativa (D.M. 14/01/2008) classifica i territori in funzione delle coordinate geografiche del sito. I valori di accelerazione per il caso in esame sono esplicitati nel paragrafo seguente.

4.1.3. PGA (PEAK GROUND ACCELERATION) – PICCO DI ACCELERAZIONE SU SUOLO RIGIDO I valori dei PGA (Peak Ground Acceleration) – Picco di accelerazione su suolo rigido – sono

ricavati dai tabulati forniti dall’ INGV – CNT4-5 (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Centro Nazionale Terremoti). Tali valori, forniti in una griglia di calcolo con spaziatura di 5 km, vengono assegnati a diversi periodi di ritorno calcolati per l’intero territorio nazionale. Di seguito vengono riportati, in funzione delle coordinate geografiche, i valori dei vari parametri.

4 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Centro Nazionale Terremoti - http://www.ingv.it/it/

5 “Convenzione-quadro tra il Dipartimento della Protezione Civile e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per l’attività di sorveglianza sismica e vulcanica sul territorio nazionale, di consulenza tecnico-scientifica e di studi sui rischi sismico e vulcanico anche con riferimento a zone di particolare interesse (01/01/2004 – 31/12/2006)” del 15/04/04.

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Considerando una categoria del sottosuolo C (vedere elab. 1662/006) ed un fattore di struttura

q=1,5 si ottengono i valori seguenti.

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Per l’edificio oggetto di analisi (in funzione delle coordinate geografiche) si ricavano i seguenti

valori: • PGA5% 100 ANNI = 0,242 (probabilità di eccedenza del 5% in 100 anni (TR ~1950 anni)) • PGA10% 100 ANNI = 0,185 (probabilità di eccedenza del 10% in 100 anni (TR ~949 anni)) • PGA63% 100 ANNI = 0,072 (probabilità di eccedenza del 63% in 100 anni (TR ~101 anni)) • PGA81% 100 ANNI = 0,056 (probabilità di eccedenza del 81% in 100 anni (TR ~60 anni))

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5. Valutazione tecnica di massima della vulnerabilità sismica dell’edificio

5.1. Considerazioni generali sul metodo di analisi adottato Le considerazioni di carattere generale, nonché le indicazioni relative all’azione del sisma sono

state formulate secondo quanto esposto nel D.M. 14/01/2008 e successiva circolare esplicativa C.M. 02/02/2009.

Le indagini conoscitive sulla struttura, come esposto negli elaborati menzionati al §2, hanno evidenziato un fabbricato la cui capacità portante è attribuita a pilastri, travi e tegoli in cemento armato (in opera o precompresso).

In riferimento al sommario livello di conoscenza del fabbricato, si definiscono i valori dei parametri meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto esposto nei seguenti paragrafi.

5.2. Metodo di analisi L’analisi della struttura è stata effettuata utilizzando il software di calcolo “PRO_SAP - 2S.I.

SOFTWARE”6, software che utilizza il metodo degli elementi finiti (E.F.). La struttura è stata modellata per rappresentare con sufficiente affidabilità il comportamento del

fabbricato in caso di evento sismico. I dati dei parametri sismici sono stati determinati in riferimento al D.M. 14/01/2008:

• categoria del suolo C • fattore di struttura q=1,5 (§ C8.7.2 C.M. 02/02/2009)

In relazione agli obiettivi concordati con la committenza, la risposta sismica globale dell’edificio è stata valutata con il metodo dell’analisi dinamica lineare.

5.3. Carichi e sovraccarichi I sovraccarichi agenti sulla struttura sono stati valutati secondo le informazioni contenute negli

elaborati menzionati al §2 e secondo le normative di riferimento riportate al §1. In particolare, i carichi assunti sono i seguenti:

Qsolaio-acc = 400 daN/m2 Qneve = 130 daN/m2

5.4. Condizioni di carico I diversi tipi di casi di carico (CDC) sono stati combinati secondo le regole previste dal D.M.

14/01/2008. Le combinazioni previste sono destinate al controllo di sicurezza della struttura ed alla verifica degli spostamenti e delle sollecitazioni.

6 2S.I. Software e servizi per l’Ingegneria s.rl., P.tta Schiatti 8/b, 44100 Ferrara (Italy)

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5.5. Modellazione della struttura La struttura è stata analizzata attraverso un modello che rappresenta la distribuzione delle

masse e delle rigidezze effettive del fabbricato. Nel modello è stata trascurata la presenza del vano scale poiché non presente per tutta l’altezza del fabbricato e poiché non è ben chiaro il vincolamento dello stesso al fabbricato. Una riproduzione del modello utilizzato per l’analisi dinamica lineare è riportata nella seguente figura:

Modello struttura

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Rappresentazione modello struttura

L’analisi della struttura sottoposta ad azione sismica ha evidenziato una azione di progetto

Sd(T), secondo il punto 3.2.3.5. del D.M. 14/01/2008, che si trova nel tratto del grafico compreso tra TB e TC come evidenziato nella seguente figura:

Il periodo complessivo della struttura stimato è infatti compreso tra un valore di TB=0,149sec e

TC=0,447sec.

5.6. Proprietà dei componenti strutturali Le proprietà dei materiali sono state valutate in base alle indagini conoscitive realizzate (vedere

elaborato 1662/006) ed in conformità con i valori riportati nel D.M. 14/01/2008.

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5.7. Valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio In riferimento agli obiettivi concordati con la committenza e in base al livello di conoscenza

raggiunto in funzione dei dati raccolti, nel presente paragrafo si riportano le verifiche effettuate sui pilastri in cemento armato secondo quanto esposto nel D.M. 14/01/2008.

In relazione al livello di conoscenza limitato acquisito, è stato assunto un valore del fattore di confidenza per l’edificio in cemento armato pari a FC = 1,20 (Tabella C8A.1.2 C.M. 02/02/2009).

5.7.1. GIUDIZIO DI REGOLARITÀ STRUTTURALE DELL’EDIFICIO Le informazioni raccolte (vedere § 2) permettono di formulare il seguente giudizio sulla

regolarità complessiva della struttura: • la configurazione in pianta è compatta e approssimativamente simmetrica, in relazione

alla distribuzione di masse e rigidezze (trascurando il vano scala) • il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui l'edificio risulta inscritto è minore di 4 • nessuna dimensione di rientri o sporgenze supera il 25% della dimensione totale della

costruzione nella corrispondente direzione • il solaio intermedio può essere considerato con buona approssimazione infinitamente

rigido nel loro piano rispetto agli elementi verticali • l’estensione verticale di un elemento resistente dell'edificio (quali telai e pareti) si

estende per tutta l'altezza dell'edificio • le variazioni da un piano all'altro di massa e rigidezza espresse in percentuale della

massa e della rigidezza del piano contiguo sono inferiori al 20% • i massimi restringimenti della sezione dell'edificio, in relazione alla dimensione

corrispondente al primo piano e a quella corrispondente al piano immediatamente sottostante, sono inferiori rispettivamente del 30% e del 10%

5.7.2. INDICATORE DEL RISCHIO DI COLLASSO DELL’EDIFICIO Si definisce αu come l’indicatore del rischio di collasso della struttura7: valori prossimi o

superiori all’unità caratterizzano casi in cui il livello di rischio è prossimo a quello richiesto dalle norme; valori bassi, prossimi a zero, caratterizzano casi ad elevato rischio.

Per la struttura in esame tale valore si identifica nel seguente rapporto:

ANNI

DSu PGA

PGA

100%10

dove: PGADS è l’accelerazione stimata di danno severo8 (SLU) per l’edificio in esame PGA10% 100ANNI è l’accelerazione al suolo attesa con probabilità 10% in 100 anni (vedere

§4.1.3.)

5.7.3. DETERMINAZIONE PGADS

Per determinare il PGADS è stata analizzata la struttura per valori di accelerazione applicata al suolo pari a quella prevista per una costruzione nuova dello stesso tipo (0,185g) e poi pari a 0,06g (accelerazione corrispondente al moltiplicatore di collasso ottenuto per l’edificio in oggetto, vedere §5.7.4. della presente relazione). Si riportano di seguito i valori più rappresentativi ottenuti sugli elementi strutturali per le accelerazioni appena descritte.

Analisi elementi in c.a. Le mappe di colore forniscono un indice dello stato dell’elemento strutturale sottoposto alle

verifiche sismiche condotte secondo il D.M. 14/01/2008. I diagrammi, riportati nelle seguenti immagini, permettono la visualizzazione delle aree di armatura longitudinale necessarie affinché la resistenza offerta dalla sezione considerata sia superiore alle sollecitazioni generate dal sisma.

7 Ordinanza del PDCM n. 3376 del 17 Settembre 2004.

8 SL di Danno Severo (DS): la struttura presenta danni importanti, con significative riduzioni di resistenza e rigidezza laterali. Gli elementi non strutturali sono danneggiati, ma senza espulsione di tramezzi e tamponature. Data la presenza di deformazioni residue la riparazione dell’edificio risulta in genere economicamente non conveniente.

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Visti i dati a disposizione, si è inserito nel modello il quantitativo di armatura presente all’interno degli elementi e lo si confronta con l’armatura necessaria di cui sopra. Infatti, secondo il §C8.7.2.4. della C.M. 02/02/2009, nel caso di analisi effettuate con il fattore di struttura, tutti gli elementi strutturali duttili (travi e pilastri) devono soddisfare la condizione che la sollecitazione indotta dall’azione sismica ridotta sia inferiore o uguale alla corrispondente resistenza.

Armatura pilastri per αu = 1

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Armatura pilastri per αu = 0,35

Conclusioni: PGADS Dall’analisi effettuata, la struttura presenta danni importanti per accelerazioni al suolo superiori

a 0,06g, in quanto, per i valori ottenuti con accelerazioni minori di questa, gli elementi strutturali soddisfano le verifiche imposte dal D.M. 14/01/2008.

5.7.4. CALCOLO DELL’INDICATORE DEL RISCHIO DI COLLASSO DELL’EDIFICIO Secondo quanto esposto al § 5.7.3., la struttura oggetto di analisi presenta un indice di rischio

di collasso αu = 0,3 ÷ 0,4.

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6. Interventi di riduzione della vulnerabilità sismica L’introduzione di elementi strutturali, la scelta del tipo, della tecnica e dell’entità dell’intervento

ipotizzato sull’edificio si basa sui risultati ottenuti nella precedente fase di valutazione. Si sottolinea comunque che con un livello di conoscenza dell’edificio più approfondito, è possibile intervenire anche sugli effetti locali che l’azione sismica determina sulla struttura (questi ultimi non sono stati valutati).

6.1. Considerazioni generali sul metodo di analisi adottato Il comportamento strutturale è stato valutato attraverso un’analisi di tipo dinamico lineare. I parametri utilizzati per la valutazione dello stato tensodeformativo indotto dal sisma sulla

struttura sono quelli esposti ai § 5 e § 8. Le considerazioni di carattere generale, nonché le indicazioni relative all’azione del sisma, sono

state formulate secondo quanto esposto nel D.M. 14/01/2008 e nella C.M. 02/02/2009. Infatti, come esposto al §8, le verifiche sono state eseguite considerando un’accelerazione al suolo corrispondente alla zona di ubicazione del fabbricato.

6.2. Descrizione delle ipotesi di intervento Gli interventi ipotizzati, evidenziati nella seguente immagine (nella quale non sono stati

volutamente visulaizzati i solai), consistono in un sistema di controventi metallici e di setti in cemento armato, di nuova realizzazione, il cui scopo è quello di ripartire con maggior efficacia gli sforzi generati dal sisma.

Controventi metallici

Setti in c.a.

Controventi metallici

Setti in c.a.

Inoltre sarà necessario intervenire anche in corrispondenza del pavimento per rinforzare la base

del pilastro ed il suo collegamento alla fondazione, ed in corrispondenza dei pilastri stessi per aumentare la loro resistenza.

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6.3. Modellazione della struttura La struttura è stata analizzata attraverso un modello che rappresenta la distribuzione delle

masse e delle rigidezze effettive del fabbricato. Una riproduzione del modello utilizzato per l’analisi statica lineare è riportata nella seguente figura:

Modello struttura

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Rappresentazione modello struttura

6.4. Valori ottenuti dall’analisi Come evidenziato nel §6.1., per determinare il comportamento del fabbricato sottoposto ad

azione sismica è stata analizzata la struttura per i valori di accelerazione al suolo previsti nel sito dove si trova la costruzione (0,185g). In particolare, si riportano di seguito i valori più significativi ottenuti dall’analisi attraverso mappe di colore che forniscono un indice dello stato degli elementi strutturali sottoposti alle verifiche sismiche condotte secondo il D.M. 14/01/2008.

Analisi elementi in c.a. I diagrammi, riportati nelle seguenti immagini, permettono la visualizzazione delle aree di

armatura longitudinale necessarie affinché la resistenza offerta dalla sezione considerata sia superiore alle sollecitazioni generate dal sisma.

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Armatura pilastri in c.a.

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7. Conclusioni e stima di massima dei costi

7.1. Conclusioni Lo scopo primario di un eventuale intervento sulla struttura oggetto di analisi è di portare

l’edificio da un indice di rischio di collasso αu = 0,3 ÷ 0,4 ad un indice maggiore dell’unità. L’intervento di riqualificazione strutturale proposto è una delle tante possibili soluzioni, ed è

stato previsto al solo scopo di ottenere una stima di massima del costo di attuazione. Per poter eseguire un progetto esecutivo, deve inoltre essere premesso il costo per le analisi conoscitive della struttura al fine di portare il livello di conoscenza dell’edificio da LC2 a LC3.

7.2. Stima di massima dei costi Si stimano i seguenti costi di massima:

A- Interventi di miglioramento/adeguamento sismico: la stima viene valutata sugli interventi proposti nei paragrafi precedenti (considerando questi come una soluzione possibile tra le tante attuabili) e su interventi di consolidamento puntuali necessari per evitare fenomeni di collasso locali

~ € XXXXXXX B- Somme a disposizione:

B.1. Rilievo completo9 del fabbricato: Analisi strutturali puntuali, informazioni sulla tipologia e sulle dimensioni geometriche degli elementi strutturali (in c.a. o muratura), dei quantitativi delle armature per gli elementi principali10, delle proprietà meccaniche dei materiali11, dei collegamenti (solaio-pareti, parete-parete, ecc.), informazioni su eventuali particolari costruttivi (eccentricità travi-pilastro, eccentricità pilastro-pilastro, tessiture solai, architravi, cordoli, etc.), esaustive prove in-situ12, identificazione delle strutture di fondazione

~ € XXXXXXX B.2. Ulteriori somme a disposizione:

Imprevisti, somme a disposizione dell’amministrazione (progettazione, direzione lavori, sicurezza, collaudo statico, collaudo amministrativo, spese varie, IVA etc.)

~ € XXXXXXX

----------------------------- Totale preventivo di massima ~ € XXXXXXX

9 Rilievo completo: serve a produrre disegni completi di carpenteria nel caso in cui quelli originali siano

mancanti o si sia riscontrata una non corrispondenza tra questi ultimi e l’effettiva geometria della struttura. I disegni prodotti dovranno descrivere la geometria della struttura, gli elementi strutturali e le loro dimensioni, e permettere di individuare l’organismo strutturale resistente alle azioni orizzontali e verticali con lo stesso grado di dettaglio proprio di disegni originali.

10 La quantità e disposizione dell’armatura deve essere verificata per almeno il 50% degli elementi; secondo § C8A.1.B della C.M. 02/02/2009 è consentito sostituire alcune prove distruttive, non più del 50%, con un più ampio numero, almeno il triplo, di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive.

11 Almeno 3 provini di calcestruzzo per 300 m2 di piano dell’edificio e 3 campioni di armatura per piano dell’edificio; prove conoscitive sulle murature (martinetti piatti, soniche, prove Windsor, etc.)

12 Le verifiche in-situ saranno effettuate su un’opportuna percentuale degli elementi strutturali primari per ciascun tipologia di elemento (travi, pilastri, pareti…), privilegiando comunque gli elementi che svolgono un ruolo più critico nella struttura.