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Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

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Catalogo del Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi, progetto della comunicazione Carla Palladino + FF3300

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Bonus Track è la XIII edizione del Festival Castel dei Mondi.

Un appuntamento di fine estate ormai consolidato per la

città di Andria e per i molti spettatori che vi partecipano.

Un appuntamento sempre nuovo che anche quest’anno apre le

piazze e il centro storico della città a compagnie nazionali

e internazionali, a artisti già riconosciuti e emergenti, e

quest’anno per la prima volta porta una nuova scommessa:

la vetrina integrale del progetto regionale Teatri Abitati

con tutte le produzioni di teatro per adulti e per ragazzi

realizzate in questo felice esperimento.

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“…il pubblico non è stupido e soprattutto

non ha tempo da perdere…”

Vaclav Havel

La tredicesima edizione

dal 27 agosto al 6 settembre 2009

esplorazioni #13

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Per un pubblico resistente

L’edizione 2009 del Festival Castel dei Mondi rinnova l’appuntamento di fine estate con il teatro ad Andria. Il titolo della rassegna “Bonus track, per un pubblico resistente” testimonia ancora una volta la ricchezza degli eventi. Dal 27 agosto gli spettacoli saranno trentanove, con sette prime nazionali, otto compagnie straniere e una sezione esclusiva dedicata a Teatri Abitati. La kermesse di quest’anno sarà una nuova occasione per vivere il teatro riscoprendo le piazze, il centro storico, gli scorci della nostra città, dal Palazzo Ducale a Castel del Monte, dal seminario vescovile, al chiostro San Francesco.Anche per l’edizione 2009, il festival vuole essere un momento unico di cultura e di valorizzazione della produzione teatrale locale, di riscoperta della nostra città confermando la sua crescita costante degli ultimi anni, moltiplicando l’offerta e differenziando ulteriormente il prodotto per raggiungere e confermare, anche in questa edizione e nelle prossime, lo straordinario “tutto esaurito” degli spettacoli, segno inequivocabile della forte domanda di teatro di qualità nel nostro territorio.

Vincenzo Zaccaro Sindaco di Andria

Un Festival di Teatro unico nel Mezzogiorno, che arriva alla sua tredicesima edizione e sfida le crisi epocali dei Mondi a cui si richiama, rappresenta per noi tutti una ragione di orgoglio profondo e una domanda di ancora più intenso impegno culturale, sociale e politico.Guardare oltre, spostare gli orizzonti delle discipline artistiche, usare le materialità del teatro, dei luoghi, dei corpi per fabbricare nuovi universi simbolici: queste sono le sigle interpretative del Festival, che anima mille mondi - possibili e impossibili - nelle storiche cornici dei Palazzi di Andria e sullo sfondo mitico del grande Castello di Federico.Non si tratta solo di suggestioni elitarie: la carnalità dell’azione scenica e la rottura delle tradizioni teatrali più ripetitive e inaridite ci consente qui di chiamare alla fruizione e alla partecipazione emotiva e intellettuale fasce di pubblico di tipo nuovo, proiettando il Festival nell’agone internazionale del rinnovamento culturale e avanzando alle generazioni più giovani inedite e coinvolgenti proposte.Il teatro è vita e visione di futuro: nelle nostre terre non più marginali e subalterne, tra i nostri organizzatori di cultura non più residuali e vassalli, il Festival Castel dei Mondi diviene testimonianza di un cambiamento possibile, voluto e condiviso dalle Amministrazioni pubbliche che lo sostengono e lo realizzano, cimento di artisti e di pubblico che alimentano nuove visioni e palpabile progresso culturale e civile.

Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia

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Rafforzare il futuro

La buona notizia è che i Festival continuano a vivere, nonostante gli ultimi periodi contrassegnati da profonde e veloci trasformazioni.Il Festival è giunto alla XIII edizione. Riuscire a trovare un Ente territoriale che investe risorse in un Festival come il CdM, è cosa rara di questi tempi.L’aver abbandonato una programmazione rassicurante, in cambio della curiosità e della contemporaneità anche scomoda, ha dato i suoi frutti. In pochi anni siamo passati da poche migliaia di presenze, a oltre 12.000 del 2008, con tutti gli spazi urbani sold out, ponendo un problema anche di incremento dell’offerta per soddisfare le attese. La maggiore attenzione dei media nazionali e regionali alle attività del Festival, non fa che consolidare questo sentire.Il tratto principale del Festival e, lasciatemelo dire, il suo successo, è rappresentato ormai dalla felice connessione tra istituzioni, artisti, scena, territorio. Il Festival vuole essere punto d’incontro della nuova creatività europea, dove la prosa, la danza, il mimo, la musica, il teatro di figura, il circo, il teatro di strada, le nuove tecnologie, dialogano tra loro.Altro tassello fondamentale del Festival è rappresentato dal sostegno alla creatività emergente, al lavoro dei giovani artisti, alla sperimentazione del lavoro interdisciplinare e alla cooperazione tra artisti di diversa formazione.Quest’anno il Festival si prepara a nuove esplorazioni, per un teatro colto e popolare. E si prepara a farlo con più calore che mai, mettendo al centro delle attività lo spettatore, mettendo in scena la città, con tanto spazio e sorprese in più. L’edizione Bonus Track è un sostanzioso regalo, un omaggio affettuoso a quel pubblico resistente, protagonista delle notti insonni del Festival, che in questi anni lo ha fatto crescere con tutto il suo entusiasmo e la sua curiosità.

L’edizione 2009 in cifre:39 spettacoli, 7 prime nazionali, 55 repliche complessive

Riccardo Carbutti Direttore artistico

Annoverare il Festival Castel dei Mondi di Andria tra le eccellenze della Puglia e delle attività del Teatro Pubblico Pugliese è un dato importante che alimenta la nostra struttura, così come le espressioni culturali della nostra terra. Un appuntamento annuale che conferma e perfeziona il nostro concetto di fare teatro, lontano dalle mere logiche di evento che si esauriscono in brevi spazi temporali, così aderente al modo condiviso di formare il nuovo pubblico: la fidelizzazione, l’essere dentro un processo che nutre la crescita culturale, crea sviluppo, affezione, interessamento, indagine, sperimentazione, curiosità, ricerca. Compito delle Istituzioni è essere in prima linea nella osservazione del pubblico, nella formazione dello stesso, nella ricerca di nuovo pubblico extraregionale, extranazionale. Favorire ricerche intorno agli eventi di spettacolo, seguire il pubblico, i pubblici, comprendere le esigenze, le modalità di fruizione. Anche grazie a questo Festival la realtà del Teatro Pubblico Pugliese è in grado di fare sistema tra istituzioni e luoghi, di essere raccordo e catalizzatore di interessi e progetti che attraversano tutto il territorio regionale, ne valicano i confini, e cercano di fronteggiare e sfruttare le opportunità di una globalizzazione che è sempre più forte, nel campo culturale come in quello economico. E in questa vetrina, nella terra di Federico, abbiamo cercato di interpretare al meglio il ruolo naturale affidato alla nostra regione, quello di cerniera fra le culture del Sud Europa, i Balcani, il Mediterraneo. Sostenendo una filosofia culturale precisa, espressa da un progetto artistico indubbiamente di grande respiro e lungimiranza.

Carmelo Grassi Presidente Teatro Pubblico Pugliese www.teatropubblicopugliese.it

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FESTil festival nazionale e internazionale/ospiti e produzioni

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GIRODIBANDAThis dramatized concert is a result of strenous research fo-cused on band music, which turns out to be a tool for gath-ering people and a medium to diffuse cultured music. Band music has shown to allow for direct and lively participation since the times when no tel-evison or radio brought music into people’s houses. The crew is directed by Ce-sare Dell’Anna and comprises a band from Puglia and the group OPA CUPA, which has worked for ten years at mix-ing together the traditions of popular bands from Puglia and the fanfare rhythms from the Balkans.

Roberto Corradino / Reggi-mento CarriLE MUSE ORFANEThree sisters and their brother. An absent mother. It’s the night before Easter and she is not at home. The only people there are the four siblings, Catherine, Martine, Isabelle and Luc, who are waiting for her to come back. While waiting they will tear each other into pieces.Theatre is emotional. I’m going to deal with three sisters and a brother who are waiting for their mother on the night be-fore Easter. Catherine, Martine, Isabelle and Luc will tear each other apart while waiting for their mother. She will eventual-ly show herself back, as evoked during a session, in a way her children would never expect her. It is the Resurrection day and their mum is back.As la mamma è sempre la mamma.Roberto Corradino, author, actor and director, lead out working with Mimmo Cutic-chio, Maria Maglietta, Pippo Delbono, Federico Tiezzi, Tea-tro KismetO.pe.rA. In 2000 he established the group Reg-gimento Carri; his last inter-preted and directed works are Piaccainocchio, finalist in 2003 at Premio Scenario, Perché ora affondo nel mio petto in 2004, La commedia al sangue in 2005 in co-production with the Festival Castel dei Mondi from Andria, and the recent Conferenza/Nudo e in semplice anarchia in 2007/08 inspired by Shakespeare’s Richard II, in co-production with Festival Es. Terni 2008.

GirodiBandaideazione e progettazione Marinella Mazzotta e Cesare Dell’Annadirezione artistica M° Cesare Dell’Anna

arrangiamenti M° Cesare Dell’Anna, M° Luca Mannoarrangiamento testi Emanuele Licci trascrizioni per banda M° Cesare Dell’Anna, M° Luca Manno, M° Enrico Zullino

www.myspace.com/girodibanda

Il concerto-spettacolo è il risultato di un lun-go lavoro di ricerca intorno alla musica da banda, mezzo di aggregazione e diffusione della musica “colta”, occasione di partecipa-zione diretta e vivace sin da quando ancora nelle case non esistevano radio o televisio-ni. GirodiBanda riprende questa tradizione passando dalla musica bandistica alla musi-ca tradizionale salentina, fino ad arrivare a quella folk popolare e a quella balkan. L’orga-nico diretto dal maestro Cesare Dell’Anna, è composto da una banda pugliese e dal grup-po OPA CUPA, che da oltre dieci anni lavora sulla commistione tra la tradizione musicale delle bande da giro pugliesi e le ritmiche del-le fanfare dei Balcani. L’ensemble accompagna le voci della tradizio-ne salentina: Enza Pagliara, Emanuele Licci e Claudio “Cavallo” Giagnotti. In repertorio le marce sinfoniche classiche, i brani più belli della tradizione popolare salentina, fino alla più famosa tradizione balkanjazz.

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Roberto Corradino/Reggimento Carri: Le muse orfane di MiCheL MaRC BouChaRd

traduzione di Francesca Maccagatta/Ubulibriun progetto di Roberto Corradino/Reggimento Carricon Alice Bachi, Roberto Corradino, Tatiana Lepore, Simona Senzacqua

light design Gianni Staropolisound design Davide Tidoni costumi Vivian Lorca/MercanZiaorganizzazione Antonella Dipierro

produzione Reggimento Carricoproduzione Festival Castel dei Mondi e OFFicINa - Triangolo Scaleno Teatrocol sostegno di Santi Teatri Primitivi/Come se fosse teatro,Spazio Off/Fabbrica Famae

www.reggimentocarri.org

“Emozionale. Il teatro è emozionale. Ho tre sorelle e un fratello per le mani. E una Madre che non c’è. È la notte del Saba-to Santo, e ci sono loro, che l’aspettano: Ca-therine, Martine, Isabelle e Luc. E nell’attesa si fanno a pezzi. E quando avranno finito la Mamma arriverà, come evocata da una sedu-ta spiritica, resusciterà e si mostrerà ai loro occhi come non avrebbero mai immaginato potesse essere. È la Pasqua di Resurrezione e la Mamma torna. Perché la Mamma è sempre la Mamma.”

Queste le prime note di regia di Roberto Cor-radino, autore, attore e regista che, formatosi in teatro con Mimmo Cuticchio, Maria Ma-glietta, Pippo Delbono, Federico Tiezzi, Tea-tro Kismet O.per.A, si confronta oggi con lo straordinario testo di Michel Marc Bouchard.

27 agosto giovedì 27 agostoe venerdì 28 agosto

prima nazionale

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RotozazaETIQUETTEEtiquette is a half-hour experi-ence for two people in a public space. There is no-one watch-ing - other people in the cafe or bar are not aware of it. You wear headphones which tell you what to say to each other, or to use one of the objects po-sitioned to the side. There is a kind of magic involved - for it to work you just need to listen and respond accordingly. Some say it’s good to do this with someone you know, someone to share this with. Others say it works well with a stranger.Etiquette exposes human com-munication at both its rawest and most delicate and explores the difficulty of turning our thoughts into words we can trust. A young girl and an old man lead the participants into several micro-situations, often borrowed from film or theatre, wherein the private worlds shared between two people split and reform incessantly. We’d recommend anyone think-ing of experiencing it to watch this great 10 minute excerpt from Godard’s VIVRE SA VIE, though it’s not essential.Alongside their innovative stage works (Doublethink, Five in the Morning) involving in-structions to unrehearsed per-formers, Rotozaza here invite the audience to try it them-selves. Etiquette offers the fan-tasy of speaking with someone without having to plan what you say, and the resulting thrill of disowning responsibility in a performance situation. Con-versation is shown to be a kind of theatre whereby ‘audience’ and ‘actor’ roles are impercep-tibly assumed and exchanged.

Sandro LombardiIL RIFORMATORE DEL MONDOThe show has been produced by demand of the National Mu-seum of the Bargello, alongside the exhibition I Marmi vivi. Bernini e la nascita del ritratto barocco held in Florence from April 3rd to July 12th 2009. Bernhard’s play, picked up by Sandro Lombardi, dates back to 1979. Among the several char-acters in Bernhard’s drama, old, lonely, desperate, sarcastic, evil, nagging, needful figures, tormentors and victims at the same time, the Riformatore is

Fondatore nell’ottobre 2000 del gruppo Reggi-mento Carri, Corradino ha interpretato e di-retto negli ultimi anni “Piaccainocchio” (2003 finalista Premio Scenario), “Perché ora af-fondo nel mio petto” (2004) “La commedia al sangue” (2005) coproduzione Festival Castel dei Mondi di Andria, e il più recente “Confe-renza/Nudo e in semplice anarchia” (2007/08) dal Riccardo II di Shakespeare, coproduzione Festival Es. Terni 2008.

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Rotozaza: eTiQueTTedi Anthony Hampton, Silvia Mercurialitraduzione Marina Mercurialivoce femminile Silvia Mercurialivoce maschile Anthony Hamptonversione originale realizzata con il supporto di Paul Bennun/Somethin’Else, sostenuto da Arts Council England

produzione Rotozaza (UK)in collaborazione con ArtsAgenda e Festival EsTerni

www.rotozaza.co.uk

Etiquette è un’esperienza di mezz’ora per due persone in un luogo pubblico. Non ci sono spettatori e le persone intorno a loro non sono al corrente di che cosa stia succe-dendo. I partecipanti indossano delle cuffie, attraverso le quali viene suggerito loro cosa dire e come utilizzare gli oggetti di scena. Per dar vita allo spettacolo basta semplicemente ascoltare con attenzione e seguire precisa-mente le istruzioni che vengono impartite.

Etiquette mette in scena la comunicazio-ne umana nei suoi elementi più semplici e allo stesso tempo più delicati. Una donna e un filosofo conducono la conversazione e accompagnano i partecipanti in un percorso attraverso diverse situazioni, a volte prese in prestito dal cinema e dal teatro, dove la sfera di intimità tra due persone si forma e trasfor-ma continuamente. Attraverso una strategia che chiamano TO-CAR (Teatro dei Comandi e delle Risposte) essi impartiscono istruzioni agli attori “ospi-ti”, che si presentano sulla scena senza sa-pere ciò che dovranno fare. Così facendo lo spettatore viene invitato a considerare gli attori non come personaggi fittizi, ma come

persone reali, per ciò che hanno di speciale.

Gli “ospiti” spesso descrivono la strana emo-zione che deriva dall’affidarsi, abbandonando ogni responsabilità e dando vita a un nuovo tipo di performance. Con Etiquette, Rotoza-za invita il pubblico a provare l’esperienza di essere al contempo attori e spettatori, utiliz-zando la dinamica della conversazione e con l’implicito accordo di scambiarsi continua-mente i ruoli.Due tracce audio sincronizzate, trasmesse attraverso due set di cuffie, permettono agli spettatori di provare due esperienze molto differenti, trovandosi a volte nello stesso luo-go e a volte in mondi completamente sepa-rati.Tutto questo con la consueta economia di mezzi praticata dalla compagnia: due cuffie stereo e pochi oggetti.

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Sandro Lombardi: il Riformatore del Mondo di ThoMaS BeRnhaRd

con Sandro Lombardi, Marion D’Amburgoregia di Giovanni Scandella allestimento scenico Fabrizia Scassellaticostumi Marion D’Amburgoluci Gianni Pollinisuono Antonio Lovato

su commissione del Museo Nazionale del BargelloSoprintendenza Speciale P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Firenzecon la collaborazione di ETI Teatro della Pergola, Associazione Amici del Bargello, Firenze Musei, Festival Castel dei Mondi

www.lombarditiezzi.it

Lo spettacolo nasce su commissione del Mu-seo Nazionale del Bargello, per accompagna-re la mostra “I Marmi vivi. Bernini e la nascita del ritratto barocco”.

da giovedì 27 agostoa domenica 6 settembre

da venerdì 28 agostoa sabato 29 agosto

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the one that brushes more to the limit of folly.While the protagonist is writ-ing a treatise on the possibil-ity of recreating the world, he spends his life torn between the sadistic behaviour towards his wife, who shares his lone-liness, the bitter memories of unknown humilations suffered and the vanity with the hon-oris causa degree he is going to get. Depicting this extraordi-nary character, Bernhard gives us once more a terrifying mir-ror of the torments and depths of pain of the contemporary man. Sandro Lombardi reverts to an author which in the past has given him the opportunity for one of his best performances in L’apparenza inganna.

Fibre Parallele2. (DUE)Selected at the EXTRA contest, promoted by the GAI (Giovani Artisti Italiani) association, this show is a noir monologue held in aseptic, white surround-ings, which together with the voice of the protagonist sug-gest a dimension of folly. The monologue tells the end of a loving relationship, an ordinary but extreme experi-ence. Fibre Parallele chooses to dramatize the stereotype, violently aggravating the emo-tional content. The company Fibre Parallele Teatro was established in No-vember 2005. Licia Lanera and Riccardo Spagnulo went up their artistical path together in 2003 with the CUT in Bari. The first seminars attended with Enzo Moscato, Marco Sgrosso, Massimo Verdastro, Francesca Della Monica, Luca Scarlini, Living Theatre, Odin Theatret, were followed by more sig-nificant experiences with the director Carlo Formigoni and with the Ricci/Forte duo. Their play “Mangiami l’anima e poi sputala” reached the semifinal of Premio Scenario in 2007.

Gaetano VentrigliaOTELLO, ALZATI E CAMMINA!“My theatre is not an intellec-tual game. I merely try to turn true characters into life. There is not any emptying of mean-ing, as it is in fashion to say. There is already enough emp-tying in the world: what have I

bianco, che assieme alla voce dissociata della protagonista catapulta lo spettatore in una dimensione di follia.Si narra della fine di un amore: una storia estrema quindi, ma terribilmente quotidia-na. Ben lungi dal voler cavalcare lo stereo-tipo, Fibre Parallele sceglie di affrontarlo at-traverso un’estremizzazione quasi astratta delle immagini, e un’esasperazione violenta della temperatura emotiva.

La compagnia Fibre Parallele Teatro nasce nel novembre 2005. Licia Lanera e Riccardo Spagnulo iniziano insieme il loro percorso artistico nel 2003 presso il CUT di Bari. Alle prime esperienze formative (seminari con Enzo Moscato, Marco Sgrosso, Massimo Ver-dastro, Francesca Della Monica, Luca Scarlini, Living Theatre, Odin Teatret), si aggiungono significative esperienze con il regista Carlo Formigoni e con il duo Ricci/Forte. Con “Man-giami l’anima e poi sputala”, la compagnia è semifinalista al Premio Scenario 2007.

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Gaetano Ventriglia/Malasemenza: otello alzati e camminadi e con Gaetano Ventriglia

luci Thomas Romeomaschera Isabella Stainoproduzione Malasemenza, Armunia, Rialto Santambrogioorganizzazione Sandra Messina

www.myspace.com/gaetanoventriglia

“Quando un ideale vacilla, è già crollato.A me interessa la tragicomica di Otello. Iago non è interessante, lui fa il lavoro che fa il mondo. Il tema dello spettacolo è cosa fare della nostra vita. Se avessimo un ideale, un senso, non ci sperderemmo. La bellezza è lì, ma il mondo fa schifo, e non vediamo niente. C’è chi ha fiducia e poi ma-gari crolla perché il mondo fa schifo. Otello è così, il problema non è Iago: Iago è il mondo - l’occasione, che come si sa, fa dell’uomo la merda che è.

Bernini fa subito pensare a immagini di fasto, ricchezza espressiva e vitalità. Tra gli intenti della mostra, non ultimo è quello di indagare il lato oscuro di questa luccicanza: la solitu-dine e il senso di morte in cui si trova di colpo piombata l’umanità che, dopo le scoperte di Galileo, deve accettare l’idea di non essere al centro del mondo e, forse, di non avere nean-che il riparo di un Dio. Invece di riferirsi in modo tutto sommato esteriore a un testo barocco, si è preferito ri-flettere sull’analogia tra il Novecento e que-sto secolo nero, proprio perché rischiarato dalle scoperte scientifiche, che tuttavia spin-gono un’umanità fino allora centralizzata a sentirsi smarrita e a trovare scampo solo nel fasto delle forme al vuoto e al senso di mor-te che la attanaglia. La scelta è così caduta su Bernhard. Risalente al 1979, Il riformatore del mondo offre il ritratto di un vecchio sul punto di rottura della nevrosi autodistrutti-va, espressione superbamente ossessiva di una coscienza della degradazione del pianeta e nuovo ordinatore del caos. Tra la numerosa famiglia di vecchi bernhardiani, soli, dispe-rati, sarcastici, crudeli, bisbetici, bisognosi di aiuto, carnefici e vittime allo stesso tempo, il Riformatore è quello che forse maggiormente sfiora il limite della follia. Autore di un trat-tato volto a dimostrare la possibilità di “ricre-are” il mondo, l’uomo passa le sue giornate dividendosi tra i sadici tormenti che infligge alla donna che condivide la sua solitudine, le amare memorie di non meglio specificate umiliazioni subìte, la vanità per la laurea ho-noris causa che sta per ricevere. Nel delineare questa superba figura, Ber-nhard ci offre ancora una volta uno specchio agghiacciante nel quale riconoscere gli abissi di sofferenza e i tormenti dell’uomo contem-poraneo.

Per Sandro Lombardi è l’occasione di tornare ad un autore che già in passato, con L’appa-renza inganna, gli ha offerto l’opportunità per una delle sue interpretazioni più felici.

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Fibre Parallele: 2. (due)con Licia Laneraregia di Riccardo Spagnulo

www.myspace.com/fibreparalleleteatro

Già selezionato al concorso EXTRA, pro-mosso dall’associazione GAI (Giovani Artisti Italiani), lo spettacolo è un monologo noir giocato all’interno di un ambiente asettico,

venerdì 28 agosto sabato 29 agosto

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got to do with this? No: herein, under these lights, we are not in the emptyness of what is around us. I’m not interested in describing nothingness, talk-ing about nothing; the beauty is there and it is not possible to pretend otherwise.”Gaetano Ventriglia is an author and actor who won several awards and critical acknowl-edgements. His distinctive fea-ture is a detailed and dreamlike theatre. He started his work in 1988 with the one-act-play Schifo, followed, among others, by Discarica, Detriti and Ser-rature.In 1998, together with Ascanio Celestini, he produced Cicoria – in fondo al mondo, that rep-resents a foundation text for narrative theatre, a very popu-lar genre nowadays.In 2003, together with the au-thor and actress Silvia Garbug-gino, he started a group called Malasemenza with whom he carried out an ambitious tril-ogy on Dostoevskij’s work, tracing L’idiota, I fratelli Kara-mazov and Memorie dal sotto-suolo (2007).In April 2005 he produced kitè mmùrt (Hamlet act V scene II), which is a reading of Shake-speare’s tragedy suspended between the surreal and the grotesque.

Cantieri Teatrali KorejaPALADINI DI FRANCIA“I feel like I am in the puppet theatre where Pasolini made Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio tell the sad story of Otel-lo, Iago and Desdemona.With those same puppets, I would like to tell of Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante, Fiordiligi, Orlando and finally the Roncisvalle massacre which was an absurd bloody ground where all those men died and their corpses were abandoned, with their eyes upwards to the sky wondering about what the clouds are.”(Francesco Niccolini)Inspired by the Puppet Theatre magnified by memories, the show is a touching tribute to Pasolini’s movie Che cosa sono le nuvole? The show is tailored to young boys and girls aged 10 to 15. It turns out to be an overall cultured experience , meta-teathrical and packed full of quotations.

Cantieri Teatrali Koreja: Paladini di Francia SPada aVeTe Voi, SPada aVeTe io!

di Francesco Niccoliniregia Enzo Tomacon Silvia Ricciardelli, Antonella Iallorenzi, Carlo Durante, Fabio Tinella

assistente alla regia Valentina Impigliaideazione scene Iole Cilentorealizzazione scene Porziana Catalano

Premio della Critica 2009dell’associazione nazionale Critici Teatrali italianiPremio eolo awards (Segnali 2009) per il miglior spettacolo di Teatro Ragazzi

www.teatrokoreja.it

“Le armature e le spade cozzano così come fanno le marionette siciliane in scena, i mo-vimenti ritmati, leggeri, quasi ci fossero dav-vero dei fili che guidano i passi, i combatti-menti. Ma si coglie insieme il piacere di evocare il gioco dei bambini, il gusto di sperimentare la guerra per finzione, con elmi e corazze rea-lizzate con elementi di recupero, oggetti da cucina, posate e colapasta, mentre appaio-no anche profili di cavallo con cui galoppare in forma ludica: tutto possiede una speciale eleganza...”(ANCTI, Premio della Critica 2009)

“Mi pare di essere nel teatrino delle mario-nette dove Pasolini fa raccontare a Totò, Ni-netto Davoli, Franco e Ciccio, la triste storia di Otello, Iago e Desdemona. Con quelle stes-se marionette vorrei raccontare di Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante, Fiordiligi, Or-lando e, da ultimo, il massacro di Roncisvalle, quella discarica assurda e insanguinata dove tutti quei corpi morirono e furono abbando-

Sono in scena, quasi non mi muovo, sono da-vanti a voi, e che succede? O l’anima viaggia, la mia e la vostra, e le domande sono chia-re, altrimenti non succede niente, perché io quasi non mi muovo. Ma vale la pena tenta-re. Tentare almeno l’onestà. Il mio teatro non è un gioco intellettuale, provo a dar vita a personaggi veri, e basta. Non c’è uno svuota-mento di senso, come va di moda fare e dire. C’è già bastante svuotamento nel mondo: io che c’entro? No: qui dentro, sotto queste luci, non siamo nel vuoto che ci circonda, a me non interessa descrivere il nulla, parlare del nulla; la bellezza è lì, non si può far finta di (del) nulla”.

Gaetano Ventriglia, autore e attore che ha al suo attivo svariati premi e riconoscimenti critici, si distingue per il suo teatro minuzio-so e onirico. Inizia la sua attività nel 1988 con l’atto unico Schifo: seguono – tra gli altri – Di-scarica, mmocca, Detriti e Serrature. Nel 1998, con Ascanio Celestini, porta in sce-na Cicoria - in fondo al mondo, vero testo di fondazione per quanto riguarda quel genere, oggi di grande successo, che è il “teatro di narrazione”. Nel 2003 con l’autrice ed attrice Silvia Garbuggino fonda il gruppo Malase-menza con cui realizza un’ambiziosa trilo-gia sull’opera di Dostoevskij, ripercorrendo L’idiota, I fratelli Karamazov e Memorie dal sot-tosuolo (2007). Nell’aprile 2005, realizza kitèm-mùrt (Amleto atto V scena II), una lettura della tragedia shakespeariana tra il surreale ed il grottesco.

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domenica 30 agosto

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La Luna nel LettoI MAMMASANTISSIMA IN AMMERIKAOn the stage there is a concert which turns into a show. It be-comes the mirror of the reality of southern Italy which still finds it hard to change. It re-sembles the different southern lands of the world, having old roots and old vices, old flaws and old values.Baffled with doubts, six young musicians from a fictitious vil-lage in Puglia called Cefalic-chio dream about following in the footsteps of the great 50’s italian jazz masters, playing and covering famous pieces by Buscaglione and Carosone. But their real dream is to break America.The theatrical search by Michelangelo Campanale and the acting company La Luna nel Letto has for a long time been committed to experiment new types of dramatic lan-guages which can speak to a general audience, as was the case in the past with popu-lar performances. Since their former production Pinocchio a Sud, they have attempted to restore the ritual function of theatre, which they believe to be a medium for passing on values in society.

Ricci/ForteMACADAMIA NUT BRITTLEThe recurrent theme is the nightime waiting of four in-dividuals fond of Haagen Dasz Macadamia Nut Brittle ice cream. First in a hospital, then on a plane, then in a play-house in a tree. The waiting is embodied in a dream-like tamagotchi which detaches from reality.Life offers a snuff movie in which everyone is protagonist, both victims and executioners. Everybody seek-ing love in a difficult world is the main character and agrees that Nature, as themselves, is always an unfaithful bitch. After Troia’s Discount, Meta-morphotel, Wunderkammer, 100%furioso, the Ricci/Forte duo is back at Castel dei Mondi, with an intense and disturbing work inspired by Dennis Coop-er’s lysergic universe.This work has been presented to the homosexual theatre fes-tival Garofano Verde.

dare un calcio a una vita di giornate sempre uguali, da trascorrere nell’ozio e nella noia, come lucertole sulla propria pietra.

La ricerca teatrale di Michelangelo Campana-le e della Compagnia La Luna nel Letto lavora da tempo alla sperimentazione di nuovi lin-guaggi che possano però rivolgersi a un gran-de pubblico, come in passato avveniva per le forme spettacolari di carattere più popolare. Il tentativo, già iniziato con la precedente produzione “Pinocchio a Sud”, è quello di re-stituire al teatro la sua funzione rituale e di mediazione di valori per un’intera comunità.

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Ricci/Forte: Macadamia nut Brittle oMaGGio a denniS CooPeR

con Anna Gualdo, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori, Mario Toccafondiregia di Stefano Ricci

movimenti scenici Marco Angelilliassistente alla regia Fausto Cabradiario di bordo Francesco Paolo Del Re

www.myspace.com/ricciforte

“Le mutilazioni, le punizioni corporali, il ses-so reiterato fino all’estinzione nascondono una pericolosa in quanto ‘pura’ tendenza al gioco: un gioco infantile, uno svago che abbiamo dimenticato uscendo dalle mura domestiche. Il tempo che passa, il richiamo forzato ad una maturità catalogante lasciano intravedere la sagoma sfocata di un bambi-no che chiede aiuto. Ed è quello che abbiamo fatto. Siamo scattati alla richiesta di soccorso get-tando un salvagente in un oceano: putrido come un reality show, duro e ghiaccio come i giorni da ex illusi cresciuti.L’attesa notturna di quattro divoratori di ge-lato Haagen Dasz (il Macadamia Nut Brittle del titolo), in un reparto ospedaliero, su un aereo o in una casa dei giochi sull’albero, si materializza in un tamagotchi onirico, in cui si fanno i conti con un processo identitario che, se da una parte lascia liberi, dall’altra sviluppa un senso di estraniamento da un pianeta che ci scivola via sotto i piedi. Nella fluttuazione emotiva, privi di cintura di sicurezza, scendiamo in picchiata verso un

nati, occhi al cielo, a domandarsi che cosa sono le nuvole.”(Francesco Niccolini)

Ispirato a un’Opera dei Pupi amplificata dal ricordo, è anche un commovente omaggio a “Che cosa sono le nuvole?” di Pier Paolo Pa-solini. Uno spettacolo colto e coinvolgente, metateatrale e ricco di citazioni.

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La Luna nel Letto: i Mammasan-tissima in ammerikacon Tommaso Scarimbolo, Salvatore Marci, Damiano Nirchio, Lorenzo Zitoli, Angelo Manicone, Francesco De Feliceregia di Michelangelo Campanale

coproduzione Festival Castel dei Mondi con il sostegno della Compagnia Teatrale Grammelot

Teatro Comunale di Ruvo di Puglia(ex Salone Polivalente)

www.teatriabitati.itwww.lunanelletto.it

In scena un concerto che si fa spettacolo e diventa specchio di una realtà, il meridio-ne d’Italia, che ancor oggi stenta a cambiare - non diversamente dai tanti Sud del mondo, che hanno radici antiche e vizi antichi, difetti antichi e pregi antichi.Tra mille difficoltà, dubbi e perplessità, sei giovani musicisti di Cefalicchio, un immagi-nario paesino pugliese, sognano di ripercor-rere le orme dei grandi maestri del jazz ita-liano degli anni ‘50, risuonando e rinnovando brani famosi di Buscaglione e Carosone. Ma il vero sogno della band non è il solito concerto per i quattro gatti dell’unico “circolo cultura-le” del paese, bensì un vero concerto, capa-ce di approdare ai palcoscenici americani. E l’occasione di andare in America arriva dav-vero, portando con sé la reale possibilità di

domenica 30 agosto lunedì 31 agosto

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Teatro MinimoSEQUESTRO ALL’ITALIANA“We are dramatizing a kidnap-ping which is carried out the Italian way. The couple of guys in this plot decide to be the pro-tagonists of this remarkable news story: they hold hostage a class of school children in their classroom.The problem is that this is a farce. There appears to be some feature determined by their DNA which makes Ital-ian people unable to take se-riously even the tragedies. If this is either a wrong way to die without consciousness or a right way for an easy survival it is a judgment we will leave to the spectator.After the work carried out on Murgia (cartolina di un paes-aggio lungo un quarto), Teatro Minimo goes back to the at-tempt of depicting their own native ground.

La Santa RodillaMANOLOGIASWith bare hands, puppeteers bring to life appealing char-acters from their own bodies and souls. They tell us stories inspired by their personal life, dreams and frustrations, while staying attached to the body that animates them. Since 2004 the group La Santa Rodilla, established by Hugo Suarez, Renato Curci, Roberto White and Ana Santacruz, has been passionately devoted to creating short stories by means of a new poetic and comic lan-guage made by gestures rather than words. This language is a fusion of mime, figurative theatre and vocal sounds.

The Forman Brothers’ Theatre: OBLUDARIUM LA CASA DEI MOSTRISome people are blessed with beauty, charm and radiance that life, fate or perhaps God bestowed upon them. So equipped, these people often influence and control our taste.Those with less gracious fate, on the other hand, have become the freaks of nature that must struggle to earn our respect. Some die in their sadness or take their life away. Others, however, decide to challenge their fate and they succeed in gaining respect and admira-tion. They are ugly and some-

È una farsa. E forse è questo il problema. Ci sono tratti determinati da quel dna, che non fanno prendere sul serio nemmeno le trage-die. Che questa sia una maniera sbagliata di morire senza coscienza, o giusta di sopravvi-vere leggermente, è una considerazione che lasciamo allo spettatore”.

Dopo il lavoro fatto su Murgia (cartolina di un paesaggio lungo un quarto), Teatro Minimo ritorna sul tentativo di fotografare il proprio territorio di appartenenza.

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La Santa Rodilla: ManoLoGiaSLa Santa Rodilla (Perù)con Hugo Suarez, Renato Curci, Diego Stirman e Ana Santacruz

www.lasantarodilla.com

Utlizzando semplicemente le mani, i burat-tinai creano simpatici personaggi facendoli nascere direttamente dal proprio corpo, dal proprio spirito. E ci raccontano storie provo-cate dai loro propri drammi, dai loro sogni e dalle loro frustrazioni, senza che i personaggi si stacchino mai dal corpo che li anima, e a cui naturalmente appartengono. Con l’aiuto di pochi oggetti, come per esem-pio palline da ping pong, palloncini, fiori o piccoli pezzetti di stoffa, i burattinai ci mo-strano tutto il tesoro espressivo che può na-scondersi nelle nude mani.

Il gruppo La Santa Rodilla, fondato da Hugo Suarez, Renato Curci, Roberto White e Ana Santacruz, dal 2004 si dedica appassionata-mente alla creazione di storie brevi attraver-so l’utilizzo di un nuovo linguaggio comico e poetico, senza parole, che utilizza le possibi-lità espressive del corpo. Il linguaggio nasce da una fusione fra il mimo, il teatro di figura e l’uso della voce non verbale, cioè non legata all’utilizzo di una lingua specifica.

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libertinaggio imprevedibile che possa riap-propriarci di un gusto, di un peso. La rumba degli strappi è iniziata; le lacerazio-ni segnano le figure trasformando in un in-cubo ad occhi aperti il sogno romantico della famiglia felice da Mulino Bianco. Vittime, car-nefici, protagonisti di questo snuff movie che la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca di amore in un mondo impossibile: perché alla fine anche la Natura, come gli uomini, è troia e infedele. Sempre”.

Dopo Troia’s Discount, Metamorphotel, Wun-derkammer, 100% furioso, torna al Castel dei Mondi anche quest’anno il duo Ricci/Forte, con un lavoro appassionato e inquietante ispirato all’universo lisergico di Dennis Coo-per. Presentato alla rassegna di teatro omo-sessuale Garofano Verde.

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Teatro Minimo: Sequestro all’italianadi Michele Santeramoregia Michele Sinisicon Vittorio Continelli e Michele Sinisi

produzione Teatro Minimo, coproduzione Comune di Andria con la collaborazione di Festival Castel dei Mondi

testo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009

Teatro Traetta BitontoSala Piccolo Garzia Terlizzi

www.teatriabitati.itwww.teatrominimo.eu

“La nostra è la messa in scena di un seque-stro. All’italiana però. La coppia di maschi di questa storia ha deci-so ed è stata indotta ad essere protagonista di un fatto di cronaca significativo: tengono in ostaggio una classe in un aula di una scuola.

da martedì 1 settembrea sabato 5 settembre

martedì 1 settembree mercoledì 2 settembre

prima nazionale

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time even monstrous. Children are afraid of them and adults avoid them. It is easy to recog-nize their weak points because they can’t be hidden and they must carry them forever. They irritate us with their monstros-ity and difference. We don’t want to see them and yet, when face to face with them, we can’t take our eyes away from them. They provoke our senses; they take away our calm and illu-sion that the world is beautiful because they remind us that despair and weakness exist in it too. We are afraid of them, which is perhaps why we also hurt them, although we enjoy being moved by their fate.This evening is dedicated to them.Theatre is based on a loose string of different acts, graphi-cally and theatrically im-pressive moments and short stories united by a common theme, cabaret atmosphere and unconventional space. The performance is composed of various parts and we are attracted by the freedom to oscillate between a shallow genre and what is often times seriously and nobly called the theatre art. TheFreakShow epitomizes our desire to draw inspiration for our stage performances from anything that can challenge today´s commerciality, namely, from FUN. While the fun can be of the crudest form, it must be based on unconcealed emo-tions and respect for simple, human and worldly things, as well as on our awe with those phenomena and events that escape our understanding and excite our mind by their mys-tery.In order to at least partially present the image of the world that people are usually afraid to enter, we find our heroes in cabarets, nightclubs, circuses, among wandering comedians, puppeteers, bardancers, cheeky fair criers, in silent film gro-tesques, old comedies but also among people stigmatized by various abnormalities and de-formations. In a nutshell, in the souls of all those whose strange world, at least for a short while, satisfied their hidden desire to achieve suc-cess, respect or just a sense of meaning fulness. We are fas-cinated by the often sad and moving fates of these people

baret, nei circhi come nelle fiere: sono attori ambulanti, marionettisti e indovini, ma an-che persone segnate da anomalie o da mal-formazioni, vittime della natura che, per de-stino, sono obbligate a lottare per ottenere i favori del mondo. Obludarium è dedicato a loro e alla loro grazia.

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musicaRTea-tro: CaligariCineConCeRTo

ideato e diretto da Paolo Cipriano e Valentina Mitola proiezione del film Il gabinetto del Dott.Caligari di Robert Wiene (1919), versione con colori virati, restaurata in collaborazione con il Goethe Institut

musiche scritte ed interpretate dal vivo dal gruppo musicale Supershock: Paolo Cipriano (voce, chitarra, flauto, percussioni), Valentina Mitola (basso, synth, voce)

in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema di Torino e Goethe Institut; con il patrocinio e il sostegno di Regione Piemonte e Intesa Sanpaolo; con il patrocinio di Provincia di Torino e Città di Torino; con la collaborazione di Dams Torino e FNAC

www.myspace.com/supershockx

Durante la proiezione del film Il gabinetto del Dott. Caligari di Robert Wiene, i Super-shock eseguono dal vivo musiche apposita-mente scritte per interagire con le immagini. Il pubblico viene riportato nell’atmosfera del cinema muto, quando le proiezioni dei film erano accompagnate da un’orchestra pre-sente in sala. Ma qui l’orchestra si trasforma in un gruppo musicale che commenta cre-ativamente le immagini, sottolineandone la cifra perturbante e incrementandone la va-lenza metaforica. La musica non si limita ad accompagnare o a sottolineare, bensì con-nette, dialettizza, opera collegamenti in pro-fondità. I Supershock colgono la nervatura problematica che sottende Caligari giocando

The Forman Brothers’ Theatre: oBLudaRiuM La CaSa dei MoSTRi

di Matej Forman, Petr Forman, regia Petr Forman con Petr Forman, Matêj Forman, Veronika Švábová, Petr Píša, Vladimír Javorský, Milan Forman, Kristýna Boková, Jitka Štecová, Petra Brabcová, Marta Trpišovská, Miroslav Kochánek, Michael Vodenka, Zdenêk Borüvka, Igor Schmidt, Fernando Heranz Sollis, Josef Sodomia la piccola orchestra Jakub Schmid, Jan Cížek, Robert Škarda, Martin Zavod’an, Jan Andr, Daniel Wunsch, Stanislav Macha progettazione del circo Matêj Forman, Napo (HMMH “Les Cavales”), Antonin Malon

produzione The Forman Brothers’ Theatre, Città di Praga, Ministero Ceco della Cultura coproduzione Teatro Nazionale di Bretagna, Rennes et Zomer van Antwerper (Belgio)

www.formanstheatre.cz

Un teatro-chapiteau appositamente monta-to in piazza ospita l’antica arte della mario-netta cecoslovacca, che si rinnova grazie alla maestria dei fratelli Forman, figli del cineasta Milos Forman. Lo spettatore è immerso, fin dai primi momenti, in un mondo immagini-fico e variopinto.

L’arte dei Forman si nutre di una poesia che trae ispirazione dall’infanzia, si rifà ai per-sonaggi delle marionette, trova il suo ritmo nelle musiche tzigane.Obludarium è strutturato in un insieme di numeri, momenti e storie uniti da un’atmo-sfera leggera e divertente: un mondo com-pletamente al di fuori della normalità, dove i sentimenti, il rispetto verso l’umanità e la meraviglia nei confronti dei fenomeni e degli avvenimenti che oltrepassano la nostra ca-pacità di comprensione eccitano e amlpifica-no il senso del mistero. Gli eroi dei fratelli Forman si trovano nei ca-

da mercoledì 2 settembrea domenica 6 settembre

mercoledì 2 settembre

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and on the basis of these we try to assemble, with concern and passion, a mosaic of our own performance.The evening culminates by the spectacularly majestic ar-rival and opening of the bar. The staff at the bar consists of the theatre director, actors and dancers. There is beer, wine, mustached women, mineral water, singing and lemonade on the menu… The evening goes on… It’s open till the de-parture of the last theater goer.

MusicArteatroCALIGARI - CINECONCERTODuring the movie Il gabinetto del Dott. Caligari by Robert Wiene, the group Supershock plays live music especially composed to interact with the images. The audience is car-ried away in the atmosphere of silent movies, when a screen-ing was accompanied by an orchestra playing live music. Here, the orchestra is replaced by a band which highlights the images with suggestive music. The main character in this noir visual novel is Dr. Caligaris, a traveling entertainer who takes his show from town to town. The Supershock, Paolo Cipri-ano and Valentina Mitola, are a rock band, established in Turin in 2002. They have vari-egated artistical experience: they compose and play music, collaborate in directing the-atrical works, lead a cultural society which deals with the contemporary link between im-age and sound. They have an intense concert schedule and participate in several national and international festivals.

Gianfranco BerardiLAND LOVER (viaggio per amore)The concept for this show was born from our desire to com-pare different thoughts and feelings about the theme of traveling. Following the route, traced by Briganti (May 2003), which saw the last stage in Popeye s.r.l. (June 2007), we are still working with this same subject, taking into ac-count perspectives which have not been seen yet. Land Lover is a journey, it is a physical displacement towards a destination and at the same

Gianfranco Berardi: Land LoVeR(ViaGGio PeR aMoRe)

di Gianfranco Berardi

produzione Teatro Stabile di Calabria, Associazione Corte dei Miracolicon il sostegno di ETI - Nuove Creatività, Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari

www.myspace.com/gianfrancoberardi

“L’idea nasce dal desiderio di mettere a con-fronto più teste, più cuori intorno al tema del viaggiare.Proseguendo il percorso cominciato con Briganti (maggio 2003) e che in Popeye s.r.l. (giugno 2007) ha visto l’ultima tappa, conti-nuiamo a lavorare intorno a questo concetto analizzando prospettive ancora inesplorate.Land Lover è un viaggio, uno spostamento fisico per raggiungere una meta, e al tempo stesso la metafora di una costante e inarre-stabile evoluzione di coscienza. È lanciarsi all’avventura, correndo il rischio di perdersi in esperienze che altrimenti non si farebbero mai, spinti da uno stimolo pro-fondo e irrinunciabile: amarsi... Ma nella fret-ta di mettersi in relazione con l’altro, nella fretta di spostarsi da sé, ogni moto d’animo perde di spessore, i grandi archetipi tragici diventano comici espedienti da telenovela, i sentimenti fondanti della vita si sprecano nel consumo delle emozioni: la ricerca dell’amo-re diventa l’acquisto di un biglietto aereo per una meta lontana dove vivere un’avventura estiva, la ricerca di salvezza diventa un con-sulto ben pagato per ogni tipo di magia, i le-gami umani, sordidi intrecci”.

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su più registri, con una musica che sa farsi struggente, intensa, delicata, forte, estatica, inquietante.

CALIGARI / Il filmDas Cabinet des Dr. Caligari, il film che nel 1920 inaugura la breve ma intensa stagione del cinema tedesco riconducibile all’orizzon-te artistico dell’espressionismo, visualizza uno spazio fantasmatico in cui la verità as-sume maschere illusorie, molteplici e con-traddittorie. Questo film è un meraviglioso esempio di contaminazione artistica: attinge dal teatro le scenografie e la recitazione attoriale. In questo modo le “nuove” suggestioni del ci-nema si rifanno apertamente alla “vecchia” scuola teatrale per creare un prodotto artisti-co d’avanguardia.La vicenda, che ha il ritmo avvincente di una detective-story, è dominata dalla presenza del dottor Caligari, un imbonitore di fiera che si sposta di città in città esibendo il suo spet-tacolo di attrazione.

I Supershock, Paolo Cipriano e Valentina Mi-tola, sono una rock band che nasce a Torino nel 2002. Questi due giovani musicisti hanno una formazione artistica variegata: compon-gono e suonano musica, curano la regia di spettacoli di contaminazione artistica in te-atro, dirigono un’associazione culturale che si occupa del rapporto fra musica e immagini nella società contemporanea. Oltre all’inten-sa attività concertistica, partecipano a nume-rosi festival nazionali e internazionali, tra cui Festival d’Avignon (Francia), Teatro a Corte presso la Reggia di Venaria (TO), Cinque Terre Festival di La Spezia.

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giovedì 3 settembre

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time it is a metaphore for a steady and unstoppable devel-opment of consciousness.In the rush for building rela-tionships, in the rush of run-ning away from themselves, each soul’s motion is debased, the great archetypes from trag-edy become comical expedients as used in soap operas. The feelings at the foundations of life are impoverished by the consumption of emotions: the search for love turns into buy-ing a ticket to fly further away to live a summer affair; the search for salvation turns into a well-paid consultation for any kind of spell; human relation-ships turn into sordid plots.”

Manifattura ScalzaGIANNAGianna performs solo. It is a glimpse into the daily life of a person who lives engulfed in a self-tailored reality, unique and absolute. She detaches herself from the outside world. She is afraid of rejection.This play depicts Gianna’s last day of voluntary captivity.The borders of her prison are represented by a shut door, be-yond which there is the truth of others. The truths that she would not like to hear, but that exert some fascination.Gianna knows her state is temporary and she will escape one day.. That day is today.In January 2006 Paola Fresa, Luca Marengo, Ivano Pantaleo and Alice Leonardi established Manifattura Scalza. The truth we bring onto the stage is na-ked like bare feet. We interpret only some of the infinite epi-sodes of human history, those we will choose to tell.

Filippo Timi / Santo Rocco e GarrinchaIL POPOLO NON HA IL PANE? DIAMOGLI LE BRIOCHEHere it is one night, a furious image directed straight at my heart. If I were aware of the world... If I had the neat per-ception that what happens is a continuous rerun... I would laugh, I would love with the same shallowness of he who tramples on a flower... I would kill with the same frivolity... I would rape with indiffer-ence... but... the consequences of my actions bounce back to my heart and to my flesh and

Filippo Timi/Stefania de Santis: il popolo non ha il pane? diamogli le briochedi Filippo Timi regia di Filippo Timi e Stefania De Santiscon Filippo Timi, Paola Fresa, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Lucia Mascino

luci suoni e scenotecnica Luca De Marinisfalegname Ezio Grazioliorganizzazione Luca Marengofoto Chico De Luigi

produzione Santo Rocco e Garrincha coproduzione Nuovo Teatro Nuovo, ArtedanzaE20, Teatro Stabile dell’Umbria

www.filippotimi.comwww.santoroccoegarrincha.org

“Ed ecco che una notte un’immagine m’arri-va furente al cuore.Se io avessi coscienza del mondo… la net-ta percezione che tutto quello che accade è solo un’eterna ripetizione… mi verrebbe da ridere, amare con la stessa leggerezza di chi calpesta un fiore… uccidere con la stes-sa frivolezza… violentare con la medesima noncuranza… ma… gli effetti delle azioni si imprimono nella memoria del cuore e nella carne dell’anima… ed ecco che l’abisso arriva alla gola.”Di fronte alla realtà, di fronte a certi irrime-diabili eventi, la morte, la perdita di un amo-re… il cuore e il cervello impazziscono, han-no bisogno di trovare fughe e nuove logiche per non soffrire così tanto.Ridere, è la risposta della coscienza alla tragedia?Ridere il pianto.

Manifattura Scalza: Giannamessinscena Lino Musellascrittura scenica Paola Fresaelementi di scena Giorgio Reginamusiche Fonomeccanica

organizzazione Luca Marengo produzione Manifattura Scalzain collaborazione con Controscena

www.manifatturascalza.org

Quello di Gianna è un assolo, uno spaccato nel quotidiano di chi ha preferito farsi da parte e ritagliarsi una verità propria, uni-ca e assoluta sottraendosi al confronto con l’esterno per paura del rifiuto. In una realtà deformata dall’isolamento si muove come un animale in gabbia Gianna, fotografata nel suo ultimo giorno di volonta-ria prigionia. Al di là del confine, rappresentato da una porta chiusa, c’è la verità degli altri, quella che non si vuole ascoltare, quella da cui biso-gna proteggersi e verso cui, malgrado tutto, si tende. Ma Gianna sa che il suo è uno stato momentaneo, sa che verrà il giorno in cui da quella porta uscirà, e quel giorno non è lon-tano, quel giorno è oggi.

Nel gennaio del 2006 Paola Fresa, Luca Maren-go Ivano Pantaleo e Alice Leonardi fondano Manifattura Scalza. “La verità nuda come dei piedi scalzi così come ci appare da mettere in scena, noi che siamo interpreti solo di alcuni degli infiniti episodi della storia dell’uomo, quelli che sceglieremo di raccontare”.

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giovedì 3 settembre venerdì 4 settembre

Page 20: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

to my soul... and here it is the abyss coming to my throat. Filippo Timi brings on the stage a surrealistic Hamlet. He feels tired of the same old perform-ances, fed up with acting the same old drama every night... For once he would like to make people laugh, to act differently, to stay with his girls...

Babilonia TeatriPOP STARPop star is an entanglement to untangle. It is the idea of a common and unstoppable fate. It is a labirynth with no ways out. It is the modern Titanic on its way to the iceberg. It is waiting for the Prince Charm-ing who will never arrive.It is like a man who keeps run-ning as he doesn’t want to know what he left behind.He doesn’t want to know what there is around.A run to success.The dream of the arrival.It is blood, sweat and dust which slips on the road.The screams, the laughs, the tears of he who has nothing to lose.Who has nothing to fear and wants to run the risk.Who makes the most of every-thing, regardless.

For the first time we started from a play, a story. We started with the will to make it our way. Pop star is a deliberatley easy-going show, which has been decided not to be dramat-ic to narrate a deeply dramatic truth. It is based onto a both consistent and delirious play which conjugates formal rig-ours and narrative folly.

Da una storia. Con la volontà di farlo a modo nostro.

Pop star è uno spettacolo volutamente scan-zonato, che sceglie di non essere drammatico per raccontare una realtà che lo è in modo profondo. Un lavoro allo stesso tempo line-are e delirante. Che coniuga rigore formale e follia narrativa. Senza costruire uno spetta-colo attento esclusivamente all’estetica, ma dove la fissità degli attori sul palco diventa la forza della messa in scena. L’unico modo che permette alla storia di vivere senza bi-sogno di interpretarla. La via che consente di introdurre degli inserti esplosivi grazie ai quali restituire la forza, la violenza, l’ironia della messa in scena.

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Cerchio di gesso: un amore dell’altro mondo La TRaCCia FanTaSMa di KuRT CoBain e di un’inTeRa GeneRazione

liberamente ispirato al romanzo Un amore dell’altro mondo di Tommaso Pincio (Einaudi 2002)

con Carlo Loiudice, Ruggiero Valentini, Vito De Girolamoregia Simona Gonella

scene Ruggiero Valentinidisegno luci Michelangelo Campanaleluci Antonio Leporeediting audio-video Emanuele Menga

www.teatriabitati.itwww.cerchiodigesso.it

Homer Boda Alienson è un bambino cresciu-to senza amore che si costruisce il paradosso di una vita senza sonno, circondato da gio-cattoli spaziali e vecchi film di fantascien-za. In una notte di veglia incontra Kurt e un

Ridere la morte.Ridere l’abbandono.Ridere il tradimento.Ridere la follia.Ogni sentimento ha una bocca, e io voglio far ridere la bocca dei sentimenti!Ogni vita è lo specchio della vita.Guardati, disse un giorno Amleto ad Ofelia, guardati in me… come fai a non ridere di te?Insomma. Una commedia. Tra potere, oblio, frivolezze e pazzia.

Filippo Timi mette in scena un Amleto sur-reale: stanco dei soliti cliché, stufo di andare in teatro ogni sera a rappresentare il solito dramma, per una volta vorrebbe ridere, fare altro, restare con le sue donne...

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Babilonia Teatri: Pop starrealizzazione di Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi, Vincenzo Todescocon Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi, Simone Brussa

scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoliluci e audio Babilonia Teatri/Luca Scottoncoproduzione Babilonia Teatri, Festival Castel dei Mondi, Operaestate Festival Veneto

www.babiloniateatri.it

Pop star è un intreccio da districare. È l’idea di un destino comune e inarrestabile. Un labirinto senza via d’uscita. È il viaggio di un odierno titanic alla ricerca del suo iceberg. L’attesa di un principe azzurro che non arri-verà mai. è la corsa di chi non si ferma. Per non sapere cosa è rimasto alle spalle. Per non vedere ciò che ci circonda.Una corsa verso il successo. Il sogno di un arrivo. Una fine. Un traguardo. È il sangue, il sudore, la polvere che lasciamo per strada. Le grida, le risa, il pianto di chi non ha nulla da perdere. Che tutto rischia. Che niente teme. Che malgrado tutto gode.Per la prima volta siamo partiti da un testo.

sabato 5 settembreda venerdì 4 settembrea sabato 5 settembre

Page 21: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

Cerchio di GessoUN AMORE DELL’ALTRO MONDOHomer Boda Alienson is a child that has grown up without love, who builds up a para-doxical life without sleep, sur-rounded by spaceships and old sci-fi movies.He meets Kurt during a sleep-less night and adopts a remedy against insomnia which may lead to the love he longs for. Who is this child? What has he got to do with the 90s rock idol Kurt Cobain? Where will that white powder he calls a rem-edy lead him?The novel which inspired this show has been written by Pincio in 2002 and describes a cross section of the 90s through the point of view of Boda, Kurt Cobain’s imaginary friend, as named in his diaries and biographies. The show is hard and strong, played in the shadow of Nirvana music and of their leader’s fragile life. It offers a view of the 90s close to that of the twenty-year-old youth.

Mario PerrottaIL MISANTROPOThe show Misantropo is the first of a trilogy of plays dealing with the social attitudes of in-dividuals. It comprises of stud-ies on Moliére, Aristofane and Flaubert characters. In Mis-antropo, Perrotta approaches the theme of social power, ana-lyzing the most anti-social of attitudes that is misanthropy, which rejects any form of so-ciality. It also rejects loving relationships that embody an uneven distribution of power. Eventually, the Misantropo be-comes a modern Don Quixote, unable to settle down with the system as he struggles against unbeatable enemies. To some extent, this is a story about the modern man.

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Mario Perrotta: il Misantropo di MoLièRe

di e con Mario Perrotta

produzione Teatro dell’Argine, Festival Castel dei Mondicon il sostegno di Armunia Festival

Premio hystrio 2009

www.marioperrotta.com

“Già, il potere. La cosa che più mi affascina nel testo molieriano è proprio l’esercizio di-storto del potere e i rapporti d’interesse che oggi tanto ci affliggono. è nello scontro tra Alceste (il misantropo) e Oronte (l’uomo di potere) che ravviso una possibile chiave di lettura del testo. È lì che esplode il massimo abuso, dando segno di una società talmente malata di potere e di rapporti di interesse, da giustificare, al limi-te, la misantropia del protagonista, liberan-dolo dall’etichetta classica di caso clinico. Ma non solo Alceste e Oronte: tutti i rapporti tra i personaggi di questa farsa tragica sono schiacciati verso il basso dagli obblighi socia-li e da un aleggiante timore della ritorsione (la denuncia, il processo, l’esclusione dalla corte), salvo poi, deflagrare violentemente nel finale”.

Con questo Misantropo, primo spettacolo di una trilogia che avrà per oggetto l’indivi-duo sociale (e che dopo Molière affronterà Aristofane e Flaubert), Perrotta si avvicina al tema del potere partendo dall’individuo anti-sociale per eccellenza, l’oppositore assoluto e senza speranza che si scaglia contro ogni forma di società, compresi i legami d’amore che pure configurano relazioni di potere. “Alla fine, il Misantropo che non riesce ad adattarsi al sistema, diventa una sorta di Don Chisciot-te che cerca di opporsi all’imbattibile. In un certo senso, è un po’ la storia dell’uomo di oggi”.

“sistema” inossidabile per poter finalmente dormire e -chissà- trovare anche quell’amore tanto desiderato. Ma chi è questo bambino? Cosa ha a che fare con l’idolo rock degli anni novanta Kurt Co-bain? Dove lo porta la dipendenza da quella polvere bianca che lui chiama sistema?

Scritto nel 2002 il romanzo di Pincio affronta uno spaccato degli anni novanta attraverso un originalissimo punto di vista: la narra-zione della vita di Boda, realmente esistito come “amico immaginario” di Kurt Cobain e di cui vi è traccia nelle biografie e nei diari di Cobain stesso. Nel romanzo Pincio crea una sovrapposizione tra Boda e Kurt e riesce ad indagare alcuni punti fondamentali di una generazione, di cui il musicista è icona e sim-bolo. Punto focale il rapporto fra Boda e il “si-stema”, laddove per sistema si intende l’uso dell’eroina.Il punto di vista dichiaramene surreale che Pincio utilizza nel libro, con la costruzione di un personaggio protagonista che fa na-scere la sua dipendenza dall’eroina da una mancanza di sonno (che è chiara metafo-ra di un disagio più grande ma che proprio perché è metafora salva il romanzo dall’es-sere l’ennesimo spaccato sul problema delle tossicodipendenze) ha spinto la ricerca sulla messinscena verso la creazione di uno spa-zio volutamente astratto nel quale troneggia una scatola che è prigione mentale e fisica dentro la quale Homer vive i diversi stadi della sua dipendenza e fuori della quale due personaggi a metà fra aguzzini, narratori e personaggi del suo passato costruiscono per lui la ragnatela di passaggi che lo condurran-no all’inevitabile finale.Uno spettacolo duro e forte, giocato all’ombra della musica dei Nirvana e della vita fragile e sensibile del loro leader - e uno spaccato de-gli anni novanta, così vicino alle inquietudini dei ventenni di ogni generazione

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domenica 6 settembre

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Voci nascoste: il barone ramp(ic)anteun progetto dell'associazione Voci Nascoste, coordinatrice: Rosanna Materadirettore stage: Riccardo CannoneCome avvicinare gli adole-scenti a un teatro che non sia esclusivamente di svago? Come avvicinarli alle nuove forme di narrazione per la scena?Stage di lettura teatrale per ragazzi dai 12 ai 17 anni.

Compagnia aleph: Pietreideazione e coreografie di Paola Scoppettuolo

Ispirati dall’omonima poesia di Sylvia Plath, cinque versa-tili danzatori lavorano sulla “pietrificazione” intesa come stato di natura e condizione dello spirito, alternando mo-menti di danza ad attimi di teatralitá profonda.

ConcerTheater: abissi e vette, Simone Weiltesto di M.R.Maghenzani,musiche di G.M. Danese

Concerto in forma di teatro che ripercorre l’itinerario in-tellettuale, umano e spiritua-le di Simone Weil: le scelte di campo, l’appassionata ricerca della verità, le esperienze più profonde dell’anima.

LABil festival apre alle giovani compagnie

i’m Teatro indipendente-mente: Wad4 - Waiting for a dinnerdi e con Anna Di Pinto e Maria Filograsso

Afrodite oggi si interroga sulla sostanza della propria avve-nenza. È sdoppiata nei 2 per-sonaggi di Amaturia e Acida-lia, rispettivamente isteria e bulimia. Aspettano un uomo per cena.

Teatro di Puck: nauseae - La verità vi prego su Medeadi Francesco Di Niccolocon Marianna Porro, Luana Erminio, Anna Catapanoregia Antonio Memeo

Medea appartiene al mito, a quel mito che tende a met-tere ai margini le tragedie femminili. Medea é una prin-cipessa, una maga. Medea è una donna.

Voci NascosteIL BARONE RAMP(IC)ANTEStage of theatre reading and playing for teenagers (12 to 17).

Marluna TeatroEFFE.LUNA / FRAMMENTI DI FRIDAFrida Kahlo clings on to her communist beliefs and the eternal beauty of her home-land, while her fragile flesh is falling to pieces. This is a jour-ney through the most intimate memories of the mexican art-ist.

Compagnia AlephPIETREInspired from the omonym verses by Sylvia Plath, five skill-ful dancers act on the theme of “numbness” as a natural and spiritual state, alternating dance and soulful drama.

ConcerTheaterABISSI E VETTE, SIMONE WEILThis is a dramatized concert that traces back to the intel-lectual, human and spiritual itinerary of Simone Weil: her choices, the passionate search for truth, the deepest experi-ences of her inner soul.

I’m Teatro Indipendente-menteW4AD - WAITING FOR A DINNERAfrodite nowadays wonders about the meaning of her own beauty. She is split into the two characters of Amaturia and Acidalia, which represent re-spectively hysteria and bulim-ia. They are having a man vis-iting for dinner.

Teatro di PuckNAUSEAE - LA VERITÀ VI PREGO SU MEDEAMedea belongs to myth: the myth that tends to marginal-ize female tragedies. Medea is a princess and a sorceress. Me-dea is a woman.

giovedì3 settembre

domenica6 settembre

dal 29 giugno al 14 luglio

lunedì31 agosto

martedì1 settembre

sabato29 agosto

Marluna Teatro: effe.Luna/Frammenti di Fridadi e con Maria Elena GerminarioFrida Kahlo si aggrappa alla bellezza della sua terra e ai valori del comunismo, men-tre il suo corpo fragile va a pezzi. Un viaggio fra i ricordi più intimi della pittrice mes-sicana.

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TALKil dibattito è in corso

Lo strano caso di Federico ii di SveviaTavola rotonda con Marco Brando, Raffaele Licinio, Michele Palumbo

Il giornalista Marco Brando, tra storia medievale e storia di oggi, pone al centro del-la sua “inchiesta” il fascino inesauribile di Federico II, cercando di indagarne le ra-gioni: un’operazione di stu-dio moderna, scrupolosa, che appassiona pagina dopo pagina.

L’arte dello spettatore iL PuBBLiCo deLLa CuLTuRa TRa BiSoGni, ConSuMi e Tendenze

Tavola rotondamodera: Lea Mattarella (La Stampa)

Ciascuno dei relatori pro-porrà la propria visione dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno coinvolto il pub-blico della cultura, indagan-do anche le possibili strade percorse e da percorrere per ridurre gli ostacoli verso una più ampia e migliore parteci-pazione.

il centro del discorsoCinQue LeTTuRe SCeniChe

introduce: Nicola Viesti, critico teatrale (Corriere del Mezzogiorno, Hystrio)

Progetto-premio di dramma-turgia contemporanea. L'uto-pia che ci guida è restituire al teatro un ruolo sociale, di farlo sentire come necessa-rio non solo per gli artisti ma per la comunità in cui esso agisce, Workshop con la par-tecipazione degli autori dei 5 testi vincitori del premio.

Senza corpo VoCi daLLa nuoVa SCenaiTaLiana

introduce: Nicola Viesti, critico teatrale (Corriere del Mezzogiorno, Hystrio)intervengono: Debora Pietrobono, Franco D'Ippolito, Michele Santeramo

Un’antologia di ricerca delle nuove scritture che attraver-sano l’Italia. Il bacino di nuovi talenti è quello degli scrittori per il teatro. Perché dietro i recenti successi di autori come Marco Paolini, Ascanio Celestini o Emma Dante, esi-ste una scena ricchissima di giovani drammaturghi capaci di creare un canone alterna-tivo nella letteratura italiana contemporanea.

LO STRANO CASO DI FED-ERICO II DI SVEVIAA round tableA report by Marco Brando on the inexhaustible fascination with Federico II. Between me-dieval and contemporary his-tory, he reviews the reasons for the myth in a modern, detailed and exciting work.

L’ARTE DELLO SPETTATOREA round table on Knowledge and society: needs, uses and trendsThe speakers will present their views on the shifting of atten-tion towards culture fruition of cultured or well-informed, at-tentive people. They will try to evaluate the flaws and point out the solutions to broaden participation of individuals in the process of knowledge build-ing and cultural mind-shaping.

IL CENTRO DEL DISCORSOFive readings for the stageProject and award for contem-porary playwriting. The aim is to give back the social role to theatre, meant as a necessity for individuals. This is a work-shop run by the five artists who won the prize.

SENZA CORPOVoices from the new Italian scene A research review dealing with new ideas by contemporary Italian writers. An alterna-tive canon in Italian literature is built by young playwriters who contribute to the success of authors like Marco Paolini, Ascanio Celestini and Emma Dante.

venerdì 3 aprile e sabato 4 aprile

sabato 29 agosto lunedì 31 agosto mercoledì 2 settembre

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TEATRI ABITATIgli spettacoli delle residenze teatrali di Puglia

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armamaxa Teatro: 1981 aLL’inizio deLL’eRa deL GodiMenTo

di e con Ewnrico Messina pianoforte live Fabrizio “Siro” Sirotti disegno luci Francesco Collinellicollaborazione alla messa in scena Micaela Sapienzaregia di Enrico Messina

Teatro Comunale Ceglie MessapicaTeatro Roma Ostuni

www.teatriabitati.itwww.armamaxa.it

Quando eravamo bambini le giornate erano più lunghe, come se durassero di più. Ma tutte, proprio tutte finivano allo stesso modo; e alla stessa ora. La tele-visione, si accendeva lenta; a valvole. E da lontano arrivava quella musica… Carosello… Ma nel 1981 Carosello era già finito, non c’era più. A pensarci adesso, noi siamo diventati grandi quando è finito Caro-sello ed è arrivata la pubblicità, quella vera, fatta con gli spot. L’uomo in am-mollo. Siamo diventati grandi a dodici anni per colpa dell’uomo in ammollo. Una volta, però, in quel 1981, dentro alla mia televisione c’era un sacco di gente, troppa. Si agitavano, intorno a un buco per terra; un pozzo. Ci era caduto dentro un bambino, Alfredino. Era Vermicino. Forse siamo diventati grandi a dodici anni quando Alfredino smise di respira-re laggiù in fondo a un pozzo, davanti a tutti, a Vermicino.La televisione non si spense mai e avevi la sensazione che tutte le televisioni del mondo fossero accese insieme alla tua e che tutti in tutto il mondo stessero lì a guardarla. Inchiodati.

Fu il primo, terrificante, reality show, e con quel bambino precipitarono in un pozzo 30 milioni di spettatori italiani. La Televisione scopriva in quei giorni il proprio enorme potere: poteva trasfor-mare la realtà in spettacolo. E il popo-lo si trasformava in pubblico: era l’ini-zio dei “favolosi anni ottanta”, l’inizio dell’era del godimento.

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Teatro dell’est: Le mani sopra le cittàun progetto di Nicola Zucchi e Domenica Ligoriodi e con Nicola Zucchi

Teatro Comunale Ceglie MessapicaTeatro Roma Ostuni

www.teatriabitati.it/compagnia_teatro-dellest_18.html

“Vivevo in un palazzo di Milano. Salvo bombardamenti, terremoti, catastrofi o affari veramente convenienti rimarrà ad occupare la superficie che occupa per un tempo indefinito nei secoli. Il ter-reno su cui è costruito non tornerà più come prima che l’uomo lo modificasse. Questo non è necessariamente un male; però suggerisce il senso profondo che presiede l’atto di prendere un terreno e costruirci sopra.Le mani sopra le città è un titolo dupli-ce. È certo un omaggio a un tipo di ci-nema che purtroppo appartiene al pas-sato. Le mani che si impadroniscono di una città, le stesse mani che ascendono, impunite, celebrate, al Paradiso degli il-lustri patrioti. Mentre sono responsabili di traumi inauditi e definitivi: il terreno viene eroso e i vantaggi procurati non superano quasi mai gli svantaggi. Il vantaggio non è per pochi: si calcola che l’edilizia sia un quarto del PIL italiano. Ma pochi sono quelli che comandano. Mi è parso che fosse allora importante provare a guardare da vicino uno di quei potenti, per comprenderne le ragioni, i moti interiori, il suo modo di essere umano”.

Questo lavoro di denuncia (ispirato al celebre film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”) non è basato soltanto sui principi, ma sui sensi e sugli affetti, cioè su quelle facoltà che per prime si ribellano contro chi pensa che il mondo sia una preda da brutalizzare, ma che spesso rappresentano gli stessi alibi in nome dei quali quelle violenze vengono perpetrate. La forma prescelta è quella dell’encomio funebre, che mette in co-

municazione diretta due generazioni: quella dei predatori, che ha voluto tutto per sé, e quella dei loro figli, i depredati.

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Centro diaghilev: CaPaToSTadi Beppe Lopezdiretto e interpretato da Paolo Panaroluci e assistenza tecnica Annalisa Pellegrini

Teatro Van Westerhout di Mola di Bari

www.teatriabitati.itwww.myspace.com/paolopanaro

La vita di Iangiusand’ è fin dall’ini-zio sotto una cattiva stella. Frutto dell’ultima notte d’amore vissuta dai genitori, la bambina nasce assolu-tamente non voluta, in un quartiere popolare di Bari negli anni Trenta, in una famiglia con tante bocche da sfa-mare e troppo pochi soldi. Sua madre la considera solo una disgraziata e, in qualche modo, responsabile della morte del marito.Per reazione Iangiusand’ sviluppa il ca-rattere che le fa meritare il soprannome di ‘Capatosta’ e le permette di soprav-vivere. Diciottenne, Capatosta viene corteggiata da Cilluzz’, il figlio del pe-scivendolo. Per non darla vinta alla ma-dre che non approva, fugge con Cilluzz’, che pure non ama, compromettendosi irreparabilmente. Il danno è fatto. Ca-patosta viene ripudiata dalla famiglia e si trasferisce in casa del pescivendolo, dove la attende una vita infame, in un ambiente miserabile, con un fidanzato senza carattere che la picchia continua-mente nell’inutile tentativo di sotto-metterla. Un microcosmo disgraziato e feroce dominato dal patriarca Martamè Cioladoro, padre di Cilluzz’, da sua ma-dre, la buona e devota Tarattè, e dal si-lenzioso onnipresente aiutante della pescheria Uelin’ il Provolone.Raccontata con una lingua di prorom-pente vigore, intarsiata con delicatezza da un dialetto espressivo e scontroso, Capatosta si distingue per la sua at-

domenica 30 agosto

prima nazionale

lunedì 31 agosto

lunedì 31 agosto

Page 27: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

tenzione a un contesto sociale italiano raramente rappresentato e pressoché sconosciuto, quello nel quale non esi-stono nè i valori del mondo rurale e men che meno quelli cittadini, un mon-do dove non ci sono più i contadini e non ci sono ancora gli operai, non c’è più il Sud magico ma nemmeno quello moderno.

Beppe Lopez è nato a Bari nel 1947. Giornalista fin da giovanissimo, ha col-laborato a diverse testate italiane. Ha partecipato, come cronista politico, alla fondazione del quotidano “La Repubbli-ca”. Capatosta è il suo primo romanzo.

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TeaTRo dei BoRGia/Compagnia delle Formi-che: Cercando Miss Minadi e con Claudia Lerro, Elena Cotugno, Carmen Centronevideo maker Beatrice Mazzonemusiche di Antonio Tuzzaregia di Gianpiero Borgia

spettacolo semifinalista al Premio Scenario

Teatro Curci / Castello Svevo di Barletta

www.teatriabitati.itwww.faitana.it

Nel 2007 in Angola, si è svolto per la pri-ma volta Miss Landmine, un concorso di bellezza che premia con una protesi ragazze mutilate da mine anti-uomo.“Cercando Miss Mina” racconta la storia di Augusta Aurica, vincitrice del concor-so, narrando al contempo il percorso di “nascita e morte” di una mina farfalla dalla sua ideazione alla sua esplosione.Tra i diversi tipi di mine esistenti, in-fatti, ne esiste una che porta il nome

di “mina giocattolo” o “mina farfalla” o “pappagallo verde” (in termini militari la PFM1). Una mina pensata apposita-mente per i bambini. Perché? Per tanti motivi, soprattutto per quattro semplici ragioni: si elimina un futuro elemen-to produttivo della società e un futuro combattente, si obbliga il paese a prov-vedere al sostegno sanitario ed econo-mico di un esercito di handicappati, si colpisce il morale dell’avversario.Lo spettacolo utilizza un linguaggio multimediale e si avvale di un video cartoon che svolge funzioni sia narrati-ve che scenografiche.

A me non importa che questo concorso sia giusto oppure no. A me interessa soltanto che dopo 25 anni che cammino sospesa nel vuoto io possa ritornare con i piedi per terra.

Miss Landmine

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Bottega degli apocrifi: ConTRoRa un CaFFè ai MoRTi

di Stefania Marrone e Cosimo Severo drammaturgia Stefania Marroneregia Cosimo Severo con Nunzia Zoccano, Livia Gionfrida, Franck Ashraf Nassirou, e i cinque rifugiati politici Hicham Hamiti, Mahmod Ali Awat, Seriba Bagayoko, Innocent Omeke e Arif Faiathmusiche Fabio Trimignomusicisti in scena: Fabio Trimigno, Luca Lalla, Vincenzo Raddato

costumi Anna Severospazio luci Giuseppe De Luca fonico Danilo Mottola organizzazione/promozione Raffaella Ciuffreda, Annapia Ciuffreda

Teatro Comunale di Manfredonia

www.teatriabitati.itwww.bottegadegliapocrifi.it

Una donna, una ragazza, un albero. Quel che resta del Sud. Una favola racconta di una città del Sud dove in un giorno

di sole tutti gli uomini sono scomparsi. qualcuno dice che sono stati rapiti da-gli Svizzeri, dai Tedeschi... qualcun altro dice che sono volati via, così.Di fatto dopo un po’ tutte le donne li hanno seguiti, tutte tranne una che in-vece ha piantato un grande albero e si è messa ad aspettare il ritorno di suo marito.Accanto a lei è rimasta una ragaz-za che era lì lì per partire con le altre, ma poi…poi? da quel giorno è sempre lì lì per partire, proiettata in un doma-ni che si rimanda all’infinito. Dietro di loro, intorno a un tavolo, c’è un cenaco-lo di ragazzi visibilmente stranieri, che scrutano, aspettano, pazientano, fino a non poterne più (loro, quadro immobile) della situazione di stallo che vedono lì di sotto (qualcuno la chiama questione meridionale). È a quel punto che decido-no d’intervenire, provocando l’inevitabi-le scossa nell’equilibrio costituito e mi-nacciando un concreto cambiamento.

Il Sud di questo spettacolo non è solo il Sud Italia, e non è solo il Sud del mon-do; il Sud è una condizione dell’anima, che ti scalda il cuore con l’aria di casa e al tempo stesso ti congela le azioni; è un’impossibilità che non ha fonda-mento razionale ma ha radici forti e ben piantate come quelle di un albero secolare.

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QuaLiBò: (duePeRdue) PeR dueaTTo PuBBLiCo di PaRTiTuRa PRiVaTa

di e con Francesca Giglio e Maristella Tanziprogetto sonoro Adolfo La Volpeluci e allestimento Carlo Quartararo

Teatro Comunale di Ruvo di Puglia(ex Salone Polivalente)

www.teatriabitati.itwww.qualibo.it

Uno spazio ristretto.Qualcosa da portare in una mano. Un gioco/oggetto meccanico e costruito

mercoledì 2 settembre

prima nazionale

mercoledì 2 settembre

venerdì 4 settembre

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Teatro Comunale di Torre Santa SusannaTaTà Taranto Auditorium Tamburi

www.teatriabitati.itwww.teatrocrest.it

“Vico Ospizio è dove sono nato. È il vi-colo incastonato nel dedalo di viuzze della Città vecchia, la parte più antica di Taranto. L’Isola. Circondata dal mare e assediata dall’Ilva, il più grande sta-bilimento siderurgico d’Europa. Sono stato bambino in quei vicoli e ho avuto i suoni della città nelle orecchie, delle barche che rientravano all’alba dalla pesca, delle voci che riempivano i vico-li di richiami, dei “cunti” che la nostra mamamma, zia Luisa, ci raccontava ogni sera nel vicolo. Mentre io crescevo, però, la città lentamente moriva. Scelte scellerate hanno ridotto, nel corso degli anni, la città di Taranto, l’antica capitale della Magna Grecia, in un coacervo di tensioni, rabbia e povertà. L’industria ha aggredito il territorio producendo fumi, veleni, disoccupazione e tensione sociale. Ma soprattutto miseria. Nul-la di quello che le era stato promesso prevedeva un conto così salato. Vico Ospizio e tutta la Città vecchia sono ri-masti oggi il simbolo, l’emblema di quei cambiamenti verso il peggio che l’uomo è stato in grado di produrre in soli cin-quanta anni. Il simbolo di una città che ha smarrito la sua identità nella ricerca continua di una definizione. Oggi, vi-vendo ancora in quella parte di città, mi accorgo di come non è potuta diventare. Di quanto sia stata rapida e irrimedia-bile la rimozione di ciò che si era. E di come delle voci che riempivano i vico-li di richiami non ne è rimasto niente. Forse solo l’eco nella mia testa”.

Il sicuro Arsenale militare, la crisi dei Cantieri navali, il miracolo Italsider, lo stravolgimento ambientale ed urbani-stico, le lotte operaie, la crisi: attraverso il ritmo incalzante della narrazione di Giovanni Guarino e il blues di Pino Ma-galdi e Angelo Losasso, ripercorriamo trent’anni di storia della città di Taran-to, in un racconto vorticoso fra il diver-tente e il drammatico.

per funzionare. 2 soggetti-oggetto si esibiscono. Un ring, una vetrina, un podio, un cubo ad evidenziare questa dimensione.Due bamboline moderne. Bamboline da bancarella, femminilità di plastica, sensualità grottesca. Una base tecno da giocattolino cine-se che sembra sul punto di evolvere e sorprendere ma che rimane monotona, banale. Luci da serata danzante, da oratorio parrocchiale. Il gesto è fine a se stesso. Meccanico per abitudine d’esecuzione. Superficiale nell’espressività. L’attenzione è tutta rivolta all’esterno.

“Io sono la nuvola. Io sono il fulmine. Io sono l’arcobaleno. Io sono una bambina deliziosa.” (Dino Buzzati, “Un amore”)

Questo nuovo studio è un proseguimen-to ideale nella ricerca intrapresa con “Partitura privata”, lavoro breve realiz-zato nel 2008. L’idea è nata da un’occa-sione: il riadattamento di un frame dello spettacolo su un tavolo da lavoro delle Manifatture Knos (Lecce). Se in “Partitu-ra privata” le due figure femminili che abitano la scena sono fortemente con-centrate sul proprio mondo interiore, tese a coinvolgere in maniera indiretta ma accecante il pubblico in una dimen-sione di profonda intimità, in “(dueper-due) perdue” sono due involucri vuoti. Pura apparenza, giochi di sguardi di due quasi-automi, belli e felici per conven-zione, in uno spazio ristretto dove tro-neggia l’esibizione.

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C.R.e.S.T.: Vico ospizioSToRie di ViTa e di FaBBRiCa

testo regia e interpretazione Giovanni Guarinomusiche in scena Pino Magaldi (chitarra) e Angelo Losasso (percussioni)collaborazione all’allestimento Gaetano Colella

in collaborazione con Istituto Ernesto De Martino

domenica 6 settembre

Armamaxa Teatro1981all’inizio dell’era del godimentoThe end of Carosello and the beginning of the commercials era, the aching tragedy of Vermicino, regarded as the first terrifying reality show of our time, are events that pointed out the mighty power of televi-sion. Reality can be turned into a show, people into spectators. It starts an era of passive enjoyment.

Teatro dell’EstLE MANI SOPRA LE CITTÀThe show is named after the famous mov-ie by Francesco Rosi. The hands that take possession of a town are the same hands of corrupted people that despite corruption are regarded with impunity in the rose of the illustrious patriots.

Paolo Panaro - Centro DiaghilevCAPATOSTAIangiusand’, named Capatosta, is an un-wanted child living in a suburb of Bari. Her family has lots of hungry mouths and not enough money to feed them.

Teatro dei Borgia / La compagnia delle formicheCERCANDO MISS MINAAngola, 2007: Augusta Aurica is the first winner of the ‘Miss Landmine’ contest which awards a prosthetic leg to the girls injured by landmines. The play drama-tizes the story of Augusta following the building process of the butterfly mine, also know as children’s mine, from its concep-tion to its explosion.

Bottega degli ApocrifiCONTRORA - UN CAFFÈ AI MORTIA woman, a girl, a tree. Southern lands are a state of consciousness that warms the heart with cosyness and home feel-ings. At the same time, its grip freezes one in a numbness which has strong tree-like roots but no rational base.

QuaLiBò(DUEPERDUE) PER DUEatto pubblico di partitura privataThe two female characters on the scene are two empty cases. They resemble two robot-like young and pretty ladies, behav-ing as if they were happy. They look like two modern dolls with mechanical ges-tures. They show themselves off in a nar-row stage.

C.R.E.S.T.VICO OSPIZIOstorie di vita e di fabbricaVico Ospizio is an alley in Taranto’s old town centre, which is seen as an island, surrounded by the sea and threatened by Ilva, the biggest european iron and steel industrial plant. Through telling the life of a family living in the alley, the play traces back to the last 50 years of history which led to the actual degradation of the town.

Page 29: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

soluzioni, ma riflettendo su educazione e diseducazione, norma comportamen-tale e sviluppo emotivo.La scommessa per TerramMare è dop-pia, perché la compagnia è di giovani attori alla loro prima esperienza profes-sionale.L’allestimento è stato preceduto da se-minari formativi (Claudia Casolaro per la danza, Antonella Talamonti per la voce, Donati e Olesen per il teatro co-mico), e da momenti di osservazione di-retta nelle scuole (Istituto Comprensivo Presicce, Scuole Primarie di Nardò), con raccolta di dati e incontri con le mae-stre che hanno fornito informazioni sul mondo dell’infanzia.

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Thalassia/Maccabè Teatro: PandiSTeLLedrammaturgia Francesco Niccolini con la collaborazione di Luigi D’Eliacon Salvatore Marci, Sara Bevilacqua,Giovanni De Monte, Francesca Montanaro regia Enzo Toma

scene Iole Cilento, Porziana Catalanomusiche Paolo Danieledisegno luci Carlo Quartararoorganizzazione Giovanna Debiase

Teatro Comunale di MesagneLa Casa del Mare di Torre Guaceto

www.teatriabitati.it/compagnia_maccabeteatro_24.html

1643. Parigi. Luigi XIII, re di Francia, muore. Sul trono sale il figlio: ha soli cinque anni e la cor-te si prepara alla grande festa di investi-tura del re bambino Luigi XIV.Alla grande festa è invitata a partecipa-re anche una compagnia di comici ita-liani che, per l’occasione, presenteran-no un nuovo spettacolo dedicato (per l’appunto) al Re. Sono attor comici, del-la migliore (o della peggiore, si tratta di punti di vista) tradizione italiana: servi,

TerramMare Teatro: CenToliberamente tratto da “Il bambino sottovuoto” di Christiane Nöstlingercon Maria Rosaria De Benedittis, Angelica Costantini,Laura Giannoccaro, Emanuele De Matteisregia Silvia Civilla

luci Marco Olianiscenografia Gabriele Perrinocostumi Anna Fedele

Teatro Comunale di NardòTeatro Don Tonino Bello di Presicce

www.teatriabitati.itwww.terrammareteatro.com

Marius è un bambino perfetto costruito da una fabbrica sperimentale e conse-gnato in un barattolo alla Signora Barto-lotti, donna disordinata e bizzarra.È il figlio che tutti i genitori vorrebbero avere, l’alunno che ogni insegnante so-gna; ma riuscirà Marius ad inserirsi nel-la scuola, a farsi accettare dai compagni e a diventare come gli altri?Un bel giorno la fabbrica si accorge di aver inviato il pacco al destinatario sba-gliato, e i suoi proprietari sono disposti a tutto pur di avere indietro il prezioso prodotto .L’unica soluzione per Marius sarà quel-la di rendersi irriconoscibile: con l’aiuto dei suoi compagni imparerà ad essere un bambino dispettoso e maleducato, e a vivere così una vita non perfetta, ma sicuramente più vera di quella proget-tata per lui.Un invito alla continua ricerca della pro-pria identità, uno stimolo a confrontarsi con i modelli proposti, un’esortazione ad accogliere anche la via delle emozio-ni come strumento di conoscenza.

Il testo del Il bambino sottovuoto dal quale lo spettacolo ha tratto feconda ispirazione, ha valso all’autrice Christi-ne Nöstilnger il Premio Internazionale Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia.

“Cento” è un gioco teatrale che fa sca-turire dall’interazione tra attori e burat-tini uno stimolante susseguirsi di do-mande senza mai accomodarsi in facili

martedì 1 settembre

prima nazionale

sabato 29 agosto

TA RAGAZZIresidenze teatrali di Puglia / per il pubblico di domani

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La luna del pozzo: eRoi in FuMocon Annalisa Legato, Mirco Trevisanregia Robert McNeer

luci e fotografie Tea Primiterratesti Annalisa Legatoscenografia Robert Mc Neercostumi Mirco Trevisan

Teatro Comunale Ceglie MessapicaTeatro Roma Ostuni

www.teatriabitati.itwww.la-luna-nel-pozzo.com

Tutti vorremmo essere importanti, ap-prezzati, amati. Tutti vorremmo essere visti come eroi, insomma. Ma che cos’è un eroe?

In questo spettacolo, incontriamo due eroi defunti, due figure strane, che si ri-trovano a convivere nella stessa tomba, a vivere e rivivere un’ eterna commedia di malinconici malintesi e entusiasmi incompresi: due clown che con la loro vulnerabilità ci presentano la loro sto-ria, un po’ confusa e molto comica loro malgrado. Lui fa il cavaliere errante... più errante che cavaliere. Lei è disposta a recitare la principessa, il bardo, la si-rena... qualunque ruolo pur di ottenere l’amore di un vero eroe.Entrambi sono pronti ad imitare tutte le figure archetipiche della letteratura epi-ca e cavalleresca perché questa è la ri-cetta per la felicità, così come nell’ado-lescenza siamo alla ricerca disperata di modelli da imitare. Ma a un certo punto, notano che la ricetta non funziona: tan-to fumo ma niente arrosto.A quel punto, non trovano altri model-li. A quel punto, con tanto timore, non resta loro che svelare l’ultimo mistero: se stessi.

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acrobati, vecchi, capitani, innamorati, dottori, con il loro repertorio di parti e scenari. Vecchie maschere e costumi di-sfatti dalle repliche e dalle tournée.Il nuovo spettacolo (almeno nelle inten-zioni della sgangherata compagnia) è destinato a sorprendere l’intera corte e i prestigiosi ospiti: incentrata sulle cro-nache del tempo e sulle nuove scoperte, la loro messa in scena è un comico, grot-tesco, incosciente augurio che il piccolo Luigi XIV abbia un destino luminoso. Luminoso come quello di un... Sole. Sì, perché da pochi anni – e con immenso scombuglio del pianeta intero – è dive-nuto il Sole il nuovo centro dell’univer-so, e questo grazie alle intuizioni di un canonico polacco, un astronomo tede-sco e un matematico pisano, Copernico, Keplero e Galileo, le cui gesta verranno cantate dai comici a corte, con una tra-gicomica storia delle stelle, e di come la Terra ha perso il suo posto al centro dell’Universo, mentre il Sole assurgeva a centro del Tutto cosmico. E dunque quale migliore augurio si può fare a un giovane re, se non quello di diventare un re Sole?Tutto questo fino a quando non arriva a corte la notizia imprevista: il Papa sarà ospite d’onore per la festa di inco-ronazione del bambino. E ora? Com’è possibile portare in scena uno spetta-colo dove il Papa fa la figura del babbeo? Com’è possibile cantare di fronte alla massima carica ecclesiastica le gesta di Galileo appena condannato all’abiura? Com’è possibile, ora, raccontare che la Terra non è più Centro di tutto ma un piccolo granello perso nello spazio im-provvisamente infinito?Il disastro è servito. Si va in scena.

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sabato 5 settembre

TerramMare TeatroCENTOMarius is the ideal child, built by a spin-off factory and delivered in a jar to Mrs Bartolotti, a weird and messy woman. He is the child whom every parent and teach-er dreams of. Will Marius be welcomed by his schoolmates?

Thalassia / Maccabè TeatroPANDISTELLEPadova. In 1609, for the first time, Galileo Galilei is aiming his telescope to the sky. “The misadventures of four unfortunate comedians who end up destroying 2000 years of astronomy while trying to save their lives and bringing home the bacon.

La Luna nel PozzoEROI IN FUMOEverybody would like to be loved, feel im-portant, be an hero. What the hell a hero? Two passed heroes, a wandering knight and a princess, then bard or mermaid, have to share the same grave, among sad misunderstandings and misunderstood enthusiasms.

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Beatrice antoliniwww.myspace.com/beatriceantolini

Beatrice Antolini è nata a Macerata e suona dall’età di tre anni. Ha iniziato con le tastiere, per poi andare a sperimenta-re con qualunque cosa possa emettere un suono. Si iscrive al Conservatorio, partecipa a concorsi internazionali di musica classica ma nel contempo non disdegna di suonare basso e batteria in gruppi locali dark e industrial. Dopo essersi diplomata nel 2002 come attri-ce nella scuola Teatro Colli di Bologna e aver scritto le musiche per lo spettaco-lo finale e altri spettacoli della compa-gnia, decide di registrare una manciata di canzoni che costituiranno la base di Big Saloon, album pubblicato nel 2006 dall’etichetta Madcap Collective con ot-timi risultati di critica e pubblico. Con Big Saloon ristampato e distribuito da Pippola/Audioglobe, Beatrice e la sua band si imbarcano in un lungo tour su e giù per la penisola che li afferma come una delle più eccitanti esperienze live italiane. Sempre nel 2006, Beatrice collabora con Marco Fasolo dei Jennifer Gentle (la prima band italiana a firma-re per Sub Pop, l’etichetta di Nirvana e Soundgarden) in un pezzo del loro nuo-vo album The Midnight Room. Nel 2007 Beatrice partecipa come ospite ai nuo-vi lavori di Baustelle (Warner Music) e Bugo (Universal) e compone le musiche per lo spettacolo Favolose Principes-se della scrittrice Silvia Roncaglia. Nel 2008 esce il suo secondo disco intitolato “A due”, pubblicato da Urtovox, nel qua-le ancora una volta Beatrice compone, canta e suona tutti gli strumenti, dimo-strando di essere uno dei più poliedrici e sorprendenti artisti in circolazione, in un ambito in bilico tra psichedelia, mo-venze proto-punk, canzone d’autore e sperimentazione.

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Jennifer Gentlewww.jennifergentle.comww.myspace.com/jennifergentle

Nonostante i pochi anni di militanza alle spalle, Jennifer Gentle è considerato il migliore e più conosciuto gruppo di rock psichedelico italiano, collezionando fans ed estimatori come Mark Arm (Mudho-ney), Graham Coxon (Blur), Jarvis Cocker, Mars Volta, Julian Cope e membri di Ar-chitecture In Helsinki e Dandy Warhols. La storia dei Jennifer Gentle ha inizio nel 1999 ad Abano Terme. Il loro primo album I am you are nel 2001 richiama fortemente le atmosfere acide della sce-na musicale inglese dei tardi anni ses-santa, Syd Barrett su tutti, e non a caso il gruppo prende il nome da una strega citata in un brano scritto proprio dal fondatore dei Pink Floyd, ovvero Lucifer Sam. Il secondo album, Funny creatures lane (2002) è considerato dai critici tra i migliori mai pubblicati in Italia. Sempre nello stesso anno viene stampato The wrong cage contenente tre brani regi-strati dal vivo e che vede la collaborazio-ne del chitarrista giapponese Kawabata Makoto dei Acid Mothers Temple. Dopo un breve tour negli Stati Uniti, i Jennifer Gentle diventano il primo gruppo italia-no ad essere messo sotto contratto dalla casa discografica americana SubPop, ce-lebre per aver lanciato i Nirvana. Il loro terzo album, Valende, uscito a gennaio 2005, è il primo disco italiano dall’eti-chetta di Seattle. A novembre 2006 esce per la nostrana ed attivissima etichetta indipendente A Silent Place, il disco A new astronomy, uno dei più sperimenta-li della band, uscito in precedenza solo in tiratura limitata a cento copie per la SubPop. Nel giugno 2007 esce The mid-night room, quarto album in studio dei Jennifer Gentle e secondo per la SubPop Records. Scritto, prodotto e suonato dal solo Marco Fasolo (ad eccezione della partecipazione di Beatrice Antolini al piano in “Electric Princess”), il disco sarà seguito da un lungo tour negli Stati Uni-ti, in Gran Bretagna e in Cina. Nel 2008 esce l’EP Evanescent Land, edito dall'eti-chetta inglese Heron Recordings. Seguirà un tour in Svizzera, Germania, Olanda e Belgio e la partecipazione all’Eurosonic Festival. Dopo qualche mese il duo si completa con Stephen Gilchrist, batteri-sta londinese già nel progetto solista di Graham Coxon dei Blur. In uscita il nuovo album ufficiale in studio intitolato ‘Con-centric’, pubblicato da A Silent Place.

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Giardini di Miròwww.giardinidimiro.comww.myspace.com/giardinidimiro

Il nucleo storico del gruppo di Cavriago è formato da Jukka Reverberi, Corrado Nuccini, Luca Di Mira e Mirko Ventu-relli. Da qualche anno è subentrato alla batteria Francesco Donadello, che ha sostituito Lorenzo Lanzi. Nel corso degli anni hanno collaborato al gruppo anche Emanuele Reverberi, Alessandro Raina, Giuseppe Camuncoli e molti altri. La storia ufficiale dei Giardini inizia nel 1998 con il primo Ep autoprodotto e le conseguenti esibizioni live, anche se in forma embrionale il progetto nasce nel 1995 da una collaborazione fra Corra-do Nuccini e Giuseppe Camuncoli (oggi noto fumettista). La discografia della band è pressochè sterminata, esisten-do a fianco dei tre album “ufficiali” Rise And fall of Academic Drifting, Punk... Not Diet! e il recente Dividing Opinions, una miriade di Ep, remix e raccolte di inediti, frutti questo dei contatti dei GdM con etichette indipendenti di tutto il mondo (2nd rec, Zum, Jonathon Whi-skey, Fictionfriction, Love Boat, Contact, Earsugar) e della passione della band per le collaborazioni, che ha portato ad accogliere ospiti come Hood, DNTL, Alias, Hermann & Kleine, Styrofoam, Apparat, Piano Magic, Cyne, Zucchini Drive, Opiate, Isan, Yuppie Flu, Julie’s Haircut, Paul Anderson, e molti altri. Il suono della band è in evoluzione. Agli esordi era maggiormente influenzato dalle sonorità “post rock” per evolversi verso un suono più intelligibile, ripren-dendo le strutture della forma canzone filtrata attraverso il “caleidoscopio psi-chedelico” del gruppo. “Dividing Opi-nions” è l’ultimo lavoro del quintetto emiliano.

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venerdì 28 agosto lunedì 31 agosto martedì 1 settembre

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Camille o’Sullivanwww.camilleosullivan.comww.myspace.com/camilleosullivan

Una bomba! Interpretando le canzoni di Tom Waits e jacques Brel ha incantato le platee di tutto il mondo. Ma non par-latele di burlesque.Labbra rosse, tacchi a spillo, calze a rete e voce graffiante: è un animale da palcoscenico. Figlia di un pilota di F1 ir-landese e di un’artista francese, è lei la bomba sexy che sta facendo impazzire Londra, Dublino, Sidney e New York.

“Sono laureata in architettura, ho lavo-rato come architetto per quattro anni, ma cantavo già per passione, sette anni fa. Un giorno sono arrivata a Londra, mi hanno invitato in tv e così.... ho ini-ziato a girare il mondo. Forse il fatto di curare il mio aspetto è un modo di col-tivare il mio essere architetto. Quando poso per un servizio fotografico curo in modo maniacale ogni particolare, quando invece faccio i miei show curo di più l’impatto emozionale e il modo in cui mi muovo e parlo diventano i più importanti. Certo gli abiti aiutano, mi piacciono le unghie laccate, il rossetto, gli abiti glamour… Arrivo con il velo e poi tolgo quasi tutto mentre canto, ma sempre in maniera molto teatrale, dark, drammatica ed enigmatica…”.

Le sue appasionate e drammatiche in-terpretazioni delle canzoni di Jacques Brel, Kurt Weill, Nick Cave, Hans Eisler, Bowie, Tom Waits hanno ri-scosso un enorme successo in tutto il mondo (Sydney Opera House, Melbou-rne International Festival, Edinburgh Fringe Festival, etc). Con “La Fille du Cir-que” ha vinto il Best Music 2005 e lo “Star of the Festival” 2006 al Brighton Festival, e il “Best Cabaret Artiste” al Green Room Theatre Awards Australia 2005.

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Julie’s haircutwww.julieshaircut.comwww.myspace.com/julieshaircut

In attività dal 1994, i Julie’s Haircut sono un collettivo di sei musicisti emiliani. Il loro album di debutto “Fever in the funk house” (Gammapop, 1999), uno strano mix di garage rock, psichedelia noise e melodie pop fu salutato dalla critica come uno dei migliori debutti indie-rock italiani. Il successivo “Stars never looked so bright” (Gammapop, 2001) mescolava questi elementi con un ap-proccio più soul, rispecchiando l’amore per la black music degli anni 60 matura-to in seno alla band. Nel 2003, dopo es-sere passati sotto l’egida della bologne-se Homesleep Records i Julie’s Haircut hanno pubblicato il loro terzo album “Adult situations”, il primo a godere di una distribuzione internazionale. Qui melodia e psichedelia si compenetra-no in maniera più personale. Dal 2005 la musica dei Julie’s Haircut si è mossa verso territori più sperimentali, concen-trandosi maggiormente sull’improvvi-sazione e la ricerca sonora, senza per-dere contatto con il groove e la melodia che hanno caratterizzato la loro musica fin dal primo giorno. Il frutto più imme-diato è “After dark, my sweet” (Home-sleep, 2006), il quarto fortunato album della band, che vede la partecipazione dell’ex Spacemen 3 Sonic Boom. Nel 2006 fungono anche da “sound carriers” per alcune performance dell’ex cantante dei Can Damo Suzuki, entrando così a far parte del Damo Suzuki Network e consolidando una solida relazione con l’artista nippo-tedesco. Nel 2009 esce il quinto (doppio) album “Our Secret Cere-mony” per l’etichetta di Andria A Silent Place. Il disco riceve eccellenti recensio-ni sulle più importanti testate giornali-stiche nazionali ed internazionali, ed è da alcuni definito come miglior album dell’anno.

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JENNIFER GENTLEPsychedelic rock group formed in Padova in 1999. They are the first italian group to sign with the famous SubPop re-cording company from Seattle which launched Nirvana.

JULIE’S HAIRCUTThe six musician band from Emilia-Romagna is one of the most appreciated indie-rock bands of the moment. They performed 300 concerts and participated in all the main festivals.

GIARDINI DI MIRÒEnwrapping arpeggios, Sonic Youth hints, psychedelic sug-gestions make a sound for-mula which is prone to further tweaks and deep alterations.

BEATRICE ANTOLINIChild piano prodigy, she plays as a velvet entertainer, intro-ducing balanced punk and rock suggestions.

CAMILLE O’SULLIVANStiletto heels, fishnet stock-ings, scratchy voice: with her performances of Tom Waits and Jacques Brel, she is turn-ing everybody on in London, Sidney and New York.

mercoledì 2 settembre venerdì 4 settembree domenica 6 settembre

www.casteldeimondioff.it

Page 34: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

questo festival è dedicato a Nico Garrone

Page 35: Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi 2009

Direzione artistica:

Riccardo Carbutti

Direzione di produzione:

Francesco Fisfola

Direzione amministrativa:

Vincenzo Cannone

Ufficio stampa:

Giuseppe Inchingolo (Artsmedia)Vincenzo Rutigliano (Comune di Andria)

Planning e coordinamento artistico:

Clarissa Veronico

Redazione:

Anna Maria PalladinoClarissa VeronicoNicola Quacquarelli

Traduzioni:

Francesca P. Quacquarelli

Progetto di comunicazione:

Carla Palladino & FF3300

Progetto OFF consulenza artistica:

Pierpaolo MarchioPasquale Lomolino(A Silent Place)

SPA area relax:

Giorgia Di StefanoAnna Maria LomolinoVito Ballarino

Accoglienza:

Domenico BucciLidia Bucci

Biglietteria e segreteria:

Debora CalabreseTiziana PiccoloClelia TesoroCinzia VurchioClaudia Ferrante

Direzione tecnica:

Fabio Ciaccia

Direzione logistica:

Giorgia Di Stefano

Servizi tecnici e logistici:

Roberto Di Barigadir.itAntonio RezzaFranco Surianotablinum

Assistenza Forman Theatre:

Jenny Di Maio

Responsabili di spazio:

Leo SantomauroPasquale PiccoloGigi BrandonisioBianca Peloso

Sondaggi e statistiche:

Giorgio NardielloArianna Tota

www.casteldeimondi.it [email protected]

Comune di AndriA piazza Umberto I, Chiostro San Francesco

Info e biglietteria: 0883 290 226 339 6015956Area comunicazione, Accrediti stampa: 0883 290 224Ufficio Cultura: 0883 290 292

ufficio CulturaDirigente: Raffaele RuggieroCapo servizio: Vito PatrunoTecnico servizio cultura: Maria Pagnotta

Si ringraziano inoltre: BAnCA FederiCiAnA, SidAm, miSter toto, CriStAl PAlACe Hotel, nymPHAeum

Servizi organizzativi:mAleArti associazione culturale 0883 592 225 [email protected]

Ufficio stampa:studio ArtSmediA 0883 954 272 [email protected]

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