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Gamer presentazione

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Nel 2034, grazie allo sviluppo di tecnologie per il con-trollo remoto della mente, il miliardario Ken Castle (M. C. Hall) lancia sul mercato un particolare video-gioco sparatutto, Slayers, che permette ai giocatori di controllare le azioni di alcuni detenuti condannati a morte che si sfidano l’un l’altro in combattimenti all’ultimo sangue, nella speranza di raggiungere la quota di 30 vittorie consecutive che significherà per loro la libertà. Il protagonista è John Tillman/Kable (G. Butler), l’attuale campione sopravvissuto a 27 incon-tri grazie a Simon (L. Lerman), il ragazzo che manovra le sue azioni. Simon gestisce il suo personaggio come in un qualunque videogame, decide dove e quando farlo muovere, scarica gli aggiornamenti e gli procura l’armamentario ma quando Humanz, una cellula sov-versiva che vuole annientare l’impero di Castle per il bene dell’umanità si mette in contatto con Simon, quest’ultimo ha la possibilità di andare oltre alle ca-pacità che un VG ha da offrire e cioè comunicare col suo characters. Così facendo Kable convince Simon a sconnettersi e lasciargli piena autonomia di modo che possa sfuggire al piano di Castle, ovvero quello di eliminare Kable stesso e raggiungere la moglie, anch’essa intrappolata in un altro tipo di videogame/social network: Societies, in cui ogni controllore può dare libero sfogo alle proprie perversioni manovrando un avatar in carne e ossa...

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Solo il titolo (GAMER) ci proeitta nell’universo dei VG. Il film si rifà soprattutto ai videogiochi sparatutto dove il solo scopo è sopravvivere. I personaggi corrono per strade distrutte e rottami di auto, schivando proiettili provenienti da ogni parte. Durante le missioni possiamo apprezzare la grafica tipica da VG dove vengono segna-lati i metri mancanti al Save Point, i punti acquisiti per ogni avversario ucciso e gli obiettivi da raggiungere.

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Durante le scene di guerra, la telecamera si muove in maniera confusionaria come se fosse la vista del gio-catore, talvolta si perde il senso dell’orientamento. Spesso la visuale è in modalità FSP (First Shooting Person) tipica del VG di guerra. I detenuti che non sono manovrati da nessuno si comprtano apatica-mente, fanno da contorno, sbattono contro le pareti, mentre alcuni concorrenti giocano con i cadaveri (in una scena due detenuti sparano ad un cadavere bru-ciato che giace a terra).

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Society è un videogioco/social network creato anch’esso da Castle. I giocatori non muovono avatar virtuali ma persone in carne e ossa sulle quali decidono cosa fargli dire, fargli fare, come farli vestire e interagire cono al-tri personaggi. La grafica riporta i nomi dei characters all’interno dello spazio reale. Tra le tante innovazioni, in Society c’è la possibilità di controllare o essere con-trollati, essere ciò che non sono, rifugiarsi dai proble-mi fungendo da avatar o da marionettista. I desideri proibiti e più nascosti delle persone si concretizzano all’interno di Society.

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La vita delle persone è vista senza valore, è tutto un gioco. Durante Slayers I personaggi sono dei duri sen-za paura mentre imbracciano un fucile, quando sono fuori dal gioco impazziscono, si struggono e piangono come esseri umani.

Simon, il manovratore di Kable, guarda con distacco e indifferenza i detenuti, per lui sono semplici pedine di un VG:“sono psicopatici nel braccio della morte, devono cre-pare tutti”;“è soltanto un gioco per me, mi diverto”.

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Gamer ovvero giocatore è il nome del film ma i giocatori fanno le veci di un dio per i loro avatar o i loro charac-ters. La vita è un gioco ma se perdi muori. La volontà delle persone manovrate viene ridicolizzata e calpesta-ta dalle intenzioni dei player che ha come unico obiet-tivo il divertimento.

Slayers richiama i tipici VG di guerra, il cui obiettivo è sopravvivere e raggiungere il Save Point per superare la missione.

Society è molto più simile a Second Life o The Sims, dove viene creato un prorpio avatar da manovrare a pia-cimento.

Mentre nella realtà siamo noi ad essere i player e a de-cidere cosa è bene e cosa è male, a tifare per noi stessi, nel film tifiamo per i personaggi del gioco e guardiamo con astio chi li manovra, guardiamo con astio noi stessi. Siamo noi ad essere i cattivi, noi stessi siamo il male e per redimerci abbiamo bisogno dei nostri characters.

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Credits

Titolo originale Gamer

Paese Stati Uniti d’America

Anno 2009

Durata 95 min

Colore colore

Audio sonoro

Genere azione, fantascienza, thriller

Regia Mark Neveldine, Brian Taylor

Soggetto Mark Neveldine, Brian Taylor

Sceneggiatura Mark Neveldine, Brian Taylor

Distribuzione (Italia) Moviemax

Fotografia Ekkehart Pollack

Montaggio Fernando Villena

Effetti speciali Tinsley Transfers, Inc.

Musiche Robb Williamson, Geoff Zanelli

Scenografia Jerry Fleming

Costumi Alix Friedberg