Geografia Economico - Politica

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  • SPAZIO Spazio come dimensione teorica della conoscenza.

    LO SPAZIO UN CONCETTO ASTRATTO RIFERITO AI PROCESSI DI ACQUISIZIONE DELLA CONOSCENZA. Lo spazio un concetto astratto riferito a processi di acquisizione della conoscenza. appunto una dimensione teorica della conoscenza,uno strumento x conoscere, x costruire un discorso intorno ad una realt che vogliamo osservare. Es di spazio come dimensione teorica della conoscenza lo spazio cartesiano: modello formalizzato e semplificato che rappresenta lo spazio secondo 2 coordinate, rappresentate da due assi Es di spazio cartesiano la curva dei costi di trasporto, in cui il costo del trasporto aumenta con l'aumentare della distanza. Questa rappresentazione grafica di un modello, in questo caso descrive quest'aumento del costo del tempo, in questo caso pi che del tempo si parla di distanza e quindi dello spazio. In geografia ci muoviamo utilizzando 2 vettori della conoscenza: lo spazio e il tempo. Questi determinano il modo di costruire conoscenza e il discorso geografico sulla realt che noi andiamo ad osservare. Principalmente cmq lo spazio 1 vettore,1 strumento che mi serve per fare un discorso intorno ad una certa realt. Dallo spazio cartesiano si passa allo spazio tridimensionale fino allo spazio quadri dimensionale quello che appunto inserisce un quarto vettore, il vettore tempo. La definizione di spazio potrebbe anche essere di: dimensione essenziale e ineliminabile dellesistenza di un soggetto e della conoscenza soggettiva perch localizzata. cio un qualcosa che fortemente e fisicamente legato all'esistenza dell'uomo. Poniamo al centro dell'attenzione sempre un soggetto. Quindi fondamentalmente studiamo l'uomo e le sue rappresentazioni geografiche sulla superficie terrestre, cio nello spazio, perch lo spazio la dimensione teorica della conoscenza, che non necessariamente coincide con la superficie terrestre, ma pu coincidere anche con la superficie extra terrestre.(es geopolitica o geoeconomia dello spazio o la realt virtuale in cui l'uomo si muove.) Conoscenza soggettiva relativa agli oggetti e alla loro posizione origine, perch cmq fa sempre riferimento al soggetto, anche nel momento in cui si cerca di oggettivarla. Soggettiva perch fa riferimento al soggetto e perch il soggetto che conosce e che si vuole porre in relazione a qualche cosa,1 realt esterna che vuole studiare, cmq lui localizzato. In questo caso significa anche posizionato. Localizzata nello spazio, sul territorio Qualsiasi conoscenza oggettiva carica di relativit nel contesto geografico, in quanto noi siamo posizionati. Posizione: rende noi relativi nella conoscenza degli oggetti. significa che io individuo, studio una realt esterna presente (esil sistema di imprese), ma sono posizionato, nel senso che sono inserito in un preciso e specifico contesto socio culturale economico, in un dato tempo della storia. Ci significa che porto con me tutta una serie di conoscenze che influiscono su ci che io andr a tradurre, come conoscenza, e quindi come discorso. Di conseguenza, non esiste una sola realt, ma + realt, perch + sono i soggetti che analizzano una determinata realt, e perch ognuno relativo rispetto agli altri e rispetto alle singole realt. Lo spazio essendo uno strumento concettuale si evoluto e quindi siamo passati dall'idea di uno spazio assoluto, ossia un contenitore dove ogni corpo ha una posizione assoluta ed unica, (all'interno di uno spazio era possibile individuare un oggetto unico ed indipendente dagli altri oggetti, ed era possibile farlo grazie all'uso di coordinate che permettevano di individuare quel e quel solo oggetto in quel determinato spazio) ad una di Spazio relativo: Cosa significa spazio relativo? significa che abbiamo uno spazio, all'interno degli elementi, dei fenomeni e cominciamo a guardare a questi e a selezionarli. Quindi facciamo una scelta x analizzare una certa realt, consideriamo le propriet di ciascun fenomeno o oggetto e poi la loro posizione, la posizione di quell'oggetto in relazione a tutti quegli altri oggetti, in relazione al sistema nel suo insieme. Spazio relativo che quindi si focalizza sui fenomeni di uno spazio, delle sue propriet e sulla loro posizione.

    SPAZIO RELAZIONALE

    dal precedente, perch pone l'attenzione sulle relazioni che vi sono nello spazio tra i diversi fenomeni che noi vogliamo osservare. Quello precedente guardava ai vari fenomeni, alle caratteristiche e alla posizione che questi avevano nello spazio, ed era per questo relativo. Quello relazionale fa riferimento alle relazioni che nello spazio si collocano e si strutturano. Si collocano significa che hanno una loro precisa posizione che individuabile. Assumere la dimensione spazio temporale implica come conseguenza immediata e necessaria lassunzione delle relazioni che nello spazio si collocano e strutturano. (Esempio: citt con le loro funzioni e dintorni) Il fatto che si strutturino fa riferimento a un particolare pensiero, cio allo strutturalismo. L'idea che cmq la realt osservabile pu essere intesa come una struttura cio come un insieme di elementi in relazione fra di loro che si evolvono nel tempo.

  • Dunque analizziamo lo spazio come relazionale cio le relazioni fra elementi, le relazioni fra imprese in un territorio xes. Oppure le loro funzioni (politica economica) rispetto allintorno (Interland). Guardare alle relazioni fra i diversi fenomeni e non alle singole funzioni, implica cercare di partire da una realt semplificata, perch si cerca di semplificarla perch cmq si ha l'obiettivo di individuare le generalit utili ai fini di descrivere quella particolare realt. Il fine ultimo dello strutturalismo quello di individuare dei principi generali che regolano la realt. Ci possono essere pi realt , ma in realt tutte fanno riferimento a principi comuni. Infatti si parlato di modernizzazione, si incomincia a introdurre l'idea che la realt possa essere descritta studiata attraverso modelli che ci permettono di leggere in maniera molto pi semplice la complessit che noi abbiamo di fronte. E questo perch, perch cmq cpartiamo dal presupposto che esistano dei principi generali validi xtutte le realt che osserviamo. Quindi sistemi di imprese, parti del mondo dovrebbero secondo questa concezione rispondere a regole generali. Il fatto che le imprese si collochino sul territorio in determinate posizioni rispetto ad altre fa s che possiamo indicare o cercare di indicare e di individuare dei principi generali. Perch introduciamo la dimensione spaziale? Per individuare generalit utili ai fini dellanalisi dellorganizzazione territoriale. Lindividuazione delle generalit avviene attraverso luso di modelli. Lo spazio non geograficamente/storicamente predefinito: pu essere definito diversamente nel corso delle indagini geografiche: Caratteristiche dello spazio relazionale a) spazio oggettivo/soggettivo: essendo la conoscenza relativa origine/posizione, lo spazio oggettivo

    conosciuto in modo soggettivo e relativo; soggettivo: perch la conoscenza relativa, fa riferimento al singolo individuo che si appresta a conoscere una determinata realt. Quindi soggettivo perch fa riferimento al soggetto che conosce. cmq oggettivo perch facciamo riferimento a dei modelli che ci aiutino ad individuare dei principi generali alla base di tutte le logiche territoriali, e le logiche poste alla base delle diverse manifestazioni geografiche. Oggettivo perch cmq pur non esistendo uno spazio di per s assoluto esistono cmq dei principi generali a cui fare riferimento.

    b) spazio della produzione: simultaneamente possono esistere tipi di spazio, gli uni dagli altri sia oggettivamente sia soggettivamente, che possono entrare in conflitto tra loro; Un'altra definizione di spazio pu essere lo spazio della produzione, in questo caso si fa riferimento alla produzione industriale e a seconda dei tipi di produzione che noi vogliamo analizzare avremo spazi della produzione. Anche questi sono sia soggettivamente ed oggettivamente individuabili.

    c) spazio delle trasformazioni tecnologiche: si guarda allo sviluppo della tecnologia, come si diffonde nello spazio sul territorio quali sono le differenze ma spt quali sono i principi che regolano le manifestazioni geografiche dello sviluppo tecnologico.

    d) spazio come potere/vincolo. facciamo riferimento allo spazio politico, come potere, o anche come vincolo (come impedimenti allo sviluppo di una certa attivit) ma pu essere inteso anche come opportunit. un insieme di vincoli d'opportunit, e a seconda delle capacit tecnologiche della cultura disposizione pu essere dominato oppure viceversa.

    Potere = oggi lo spazio della produzione sempre pi velocizzato/telematizzato/dematerializzato ma sempre pi potere che vincolo (es. produzione software). Vincolo = es il confronto tra capitale (mobile)/lavoro (territorializzato). Il differenziale di mobilit spaziale a danno del lavoro, qui inteso come vincolo localizzato costo sul territorio.

    Nel caso del lavoro lo spazio un vincolo o un'opportunit dipende dalle imprese. Ci sono imprese che rimanendo sul territorio possono avere un vincolo ad es fiscale, con costi tali x cui lasciare la propria impresa localizzata in quella regione pu essere un costo eccessivo. Oggi le imprese cercano spazi nei quali questi vincoli siano opportunit spt dal punto di vista fiscale. Ed ecco che delocalizzano la propria produzione e vanno in paesi che da questo punto di vista portano vantaggi.

    SCALA La scala serve per individuare: la precisa posizione di un oggetto; la giusta dimensione di uno spazio. es di scala la mappa stradale Si distinguono due tipi scale: - la scala cartografica: riferita alla sola dimensione del piano, apparente semplicit; - la scala geografica: cio la dimensione spazio temporale e altri valori che fanno riferimento al reale.

    necessario aver chiaro i vari rapporti di scala, perch a seconda della scala da cui osserviamo una data realt, cambieranno tutta una serie di variabili, e cos anche i risultati dellanalisi.

  • Nota: la rappresentazione cartografica riproduce solo una parte degli oggetti esistenti in natura; la riproduzione della realt proporzionata al crescere del denominatore della scala: differenti scale differenti

    caratteristiche; la scelta dipende dai fini perseguiti. Ha due significati: a) quantit additiva :scala come massa (es. economie di scala: efficienza che deriva dal produrre grandi quantit di

    beni in certi luoghi e in certi modelli): b) quantit frazionaria come rapporto (es. cartografia).: a seconda del denominatore cambier la scala e dunque la

    rappresentazione della realt.

    TERRITORIO

    1 significato: elemento costituente lo Stato sovrano, insieme alla popolazione e alla sovranit. (nella costituzione).il territorio riconosciuto a livello politico istituzionale come un elemento determinante l'azione collettiva dell'uomo che si stabilisce su un determinato territorio.

    Una definizione pi specifica dal punto di vista geografico : 1 definizione: uno spazio specifico organizzato da una societ nel corso della storia e trasformato per effetto della tecnologia, delleconomia, della politica. Quindi: uno spazio specifico: cioi abbiamo spazi ma decidiamo di guardare ad uno spazio, di dargli un contorno e di vedere come questo organizzato dall'uomo, uomo inteso come collettivit o societ. Quindi si riconosce che il territorio uno spazio specifico, organizzato, quindi ha una sua struttura particolare, organizzato dall'uomo che quindi lo determina in un certo modo nel corso della storia, cio nel tempo. Quindi come questa struttura di questo spazio muta nel tempo. E muta principalmente x effetto della cultura di quella collettivit, quindi della tecnologia che la collettivit pu applicare in quel determinato momento, in quel determinato spazio. Dell'economia quindi dello sviluppo economico della collettivit, della politica, della religione. La geografia dunque guarda allo spazio come spazio specifico e organizzato e alla sua evoluzione temporale.

    Spazio e Tempo sono due categorie concettuali per la conoscenza.

    2 definizione: uno spazio trasformato sostanziato da elaborazioni di vario tipo

    storicizzate; economiche; tecnologiche; politiche;

    queste elaborazioni sovrimposte ai caratteri fisici dello spazio, e filtrate dalle culture individuali e sociali che hanno come effetto di creare nuove discontinuit. L'ambiente fisico esiste, la geografia umana pur ponendo l'uomo al centro della sua analisi riconosce l'esistenza dell'ambiente fisico perch studia le manifestazioni geografiche sul territorio. E li riconosce come vincolo o come opportunit per l'azione umana, che si caratterizza per una serie di elaborazioni che incidono sullo spazio specifico e anche sull'ambiente fisico e creano delle nuove organizzazioni. () pensiamo ad uno spazio originario con condizioni originari proprie. Per stratificazioni successive, che la storia deposita e concretizza, si accumulano trasformazioni () discontinuit, relazioni e organizzazioni.

    discontinuit;: significa che ci sono precedenti in una diversa cultura e non diverso periodo storico delle realt di

    territorio preponderanti che con lo sviluppo della tecnologia della cultura, quindi con il passare del tempo quelle aree dominanti sono diventate subordinate. Quindi si creano delle discontinuit nell'evoluzione di un territorio e di un sistema territoriale. ad esempio guardando ad un sistema territoriale di imprese nel tempo potremo vedere che differenti sistemi territoriali di imprese si saranno evoluti in maniera non univoca.

    organizzazioni; relazioni; che sostanziano il territorio Es. la regione come sistema territoriale.

  • Il territorio anche una Risorsa: risorsa come: - contesto: un territorio che non soggetto ad usura.

    possiamo utilizzare le risorse di quel territorio, ma se si rispettano i cosiddetti cicli di ritorno continuer ad esserci. Il territorio non consente lestrazione/consumo delle risorse intese come m.p. (produzione). Se la risorsa contesto viene usata e non restituita il territorio si deteriora e perde qualit di contesto;

    - giacimento: es le risorse minerarie possiamo continuare ad operare fin quando non ce ne sar pi, perch i cicli di ritorno sono talmente lunghi che impossibile che una risorsa ritorna livelli precedenti al nostro utilizzo consente il prelievo della risorsa senza restituzione.

    questo importante perch fa riferimento al concetto della rendita. La rendita un classico esempio

    Valore: Le risorse del territorio hanno un valore in termini di contesto. : spt nel suolo urbano fa riferimento alla rendita. Il processo di valutazione della risorsa imperfetto perch non tiene conto del prelievo di valore in termini di deterioramento. Rendita: il valore- contesto della terra, del territorio che si occupa, spt nel suolo urbano ma anche in quello agricolo. Quindi la rendita rappresenta il valore del territorio nello spazio urbano. un valore soggettivo che dipende dalla percezione che noi si d, e dal valore atteso che noi diamo ad un determinato bene, in questo caso il territorio.

    AMBIENTE

    Lambiente indica la porzione di spazio circostante con la quali gli esseri viventi interagiscono. Dunque un soggetto all'interno di uno spazio, l'ambiente quello spazio circostante, lo spazio pi prossimo al soggetto che immaginiamo posizionato e quindi con un proprio atteggiamento rispetto a quest'ambiente (lo spazio esterno). In modo pi specifico: lambiente, ci che circonda un soggetto, si colloca allinterno dello spazio con propri connotati territoriali. dunque, una possibile definizione generale : lo spazio delle relazioni per il vivente.

    REGIONE

    La geografia studia le discontinuit del territorio, dove le discontinuit possono essere considerate: - dato originario dello spazio fisico; - appartenenti al territorio ma diversi dallo spazio fisico; - non rilevanti nello spazio economico.

    - La geo studia lo spazio quindi anche quello trasformato quindi il territorio, quindi studia le discontinuit stesse che il territorio ha e che rappresentano l'evolversi dell'azione umana nel corso del tempo. Queste discontinuit possono essere considerate come un dato originario dello spazio fisico, qualcosa che esiste a prescindere dell'uomo, come appartenenti al territorio ma diversi dallo spazio fisico o come non rilevanti per lo spazio economico (cio non rilevanti ai fini della nostra analisi geo economica o anche economica).

    Lo spazio economico non ha la discontinuit e confini.: Per la teoria economica neoclassica dellequilibrio generale lo spazio : - Uguale a un punto; - uno spazio infinito; - irrilevante.

    es classico la rappresentazione del mercato: il mercato x la teoria economica il punto d'incontro fra la domanda e l'offerta.Ma il mercato pu essere anche definito come spazio infinito o irrilevante ai fini dell'analisi economica (in quel determinato momento dello spazio non abbiamo bisogno perch non c'interessa analizzare nell analisi o nell'offerta). Quindi fondamentale che x analizzare lattivit economica attraverso la teoria economica che questa non fa riferimento allo spazio o lo fa solo nel momento in cui guarda alla domanda e allofferta, nel punto in cui queste si incontrano. La geo economica invece guarda alla realt e guarda come lattivit economica umana si sostanzia sul territorio e come rispetto al territorio si organizza.

    La geografia, spt quella economica, guarda quindi al territorio guarda alle sue discontinuit (prodotte dalla collettivit umana sullo spazio specifico trasformato nel tempo sul territorio), e vede che il territorio si organizza in regioni. Dunque, che cos la regione? un prodotto dellorganizzazione territoriale, politica ed economica. La prima definizione :

  • 1definizione: La Regione un tratto di territorio individuato in s e distinto dal territorio in base a certi caratteri discriminanti.

    Nota: individuato INDIVIDUAZIONE: di caratteri discriminanti, cio trasformazioni che nel tempo hanno distinto quel tratto particolare di territorio ( es i confini politici delle regioni italiane) - la societ si identifica con il territorio che diviene componente della societ; - la societ assume la dimensione spaziale attraverso il territorio; - la societ trasforma il territorio.

    distinto DISTINZIONE: es. confini politico amministrativi. caratteri discriminanti TRASFORMAZIONI:

    - il territorio soggetto trasformazioni fisiche/naturali (come suolo); - il territorio soggetto a trasformazioni politiche ed economiche (come territorio).

    Evoluzione del concetto di regione Il concetto di regione e i paradigmi tesi a individuarlo sono mutati nel tempo in corrispondenza allevoluzione del pensiero geografico e dellorganizzazione territoriale della societ:

    Regione Formale Funzionale Sistemica Soggetto di studio Paesaggio Funzioni Relazioni Elementi Componenti materiali (visibili) Componenti immateriali Componenti immateriali Ordine spaziale Statico Statico Dinamico Parole chiave Tradizionalit/omogeneit/chiusura Tradizionalit/omogeneit/chiusura Nodalit/apertura/gerarchia Societ Rurale Industriale Post industriale

    La regione formale: guarda alle omogeneit spaziali, non alle discontinuit (ricordiamo che la regione si caratterizza anche per queste discontinuit che l'azione umana produce sul territorio). agli inizi del 900 si guardava alle omogeneit spaziali, spt allo studio del paesaggio, quindi si guarda agli elementi dissimili che sono sul territorio (siamo agli inizi della geografia in cui si distingue tra geografia umana e fisica, anche se anche nella geografia umana l'ambiente ha la sua importanza). Si accentua la descrizione dei casi particolari spt fisici del territorio, di come questi siano vincolo od opportunit x l'azione umana sul territorio. pu essere classificata come elementare se si guarda ad un solo fenomeno, complessa ad un insieme di fenomeni, naturale se si guarda allinsieme complesso dei fenomeni. Importante ricordare che si guarda all'omogeneit spaziali degli elementi, a come queste omogeneit compaiono agli occhi dell'osservatore e dunque alla descrizione dei casi particolari.

    Regione funzionale: met del 900, inizia lo strutturalismo come pensiero che condiziona tutte le scienze sociali ed anche la geografia. Si guarda alla struttura sul territorio, si guarda dunque alle funzioni. La regione cambia la propria definizione perch cambia il modo di osservare il territorio da parte del soggetto investigatore. La regione f. un'aggregazione territoriale in cui i legami fra gli elementi costitutivi risultano + rilevanti, si guarda agli elementi costitutivi su un territorio e ai legami fra questi elementi che sono i pi rilevanti. E sono + rilevanti quelli interni rispetto a quelli con l'esterno. Non c' ancora l'idea che il sistema debba essere un sistema aperto che scambia informazioni. Si guarda alla regione come un sistema chiuso, analizzato nei singoli elementi, ma non nelle caratteristiche omogenee dei singoli elementi, ma nelle relazioni che vi sono tra i singoli elementi che vi sono nella regione. A prescindere dal ruolo di ciascun elemento nell'organizzazione di insieme. Quindi si guarda alle relazioni indipendentemente dal ruolo che quel singolo elemento possano poi avere all'interno della regione nel insieme (intese ad es come sistema di citt della regione). Si guarda alle relazioni tra le diverse citt. Parlando poi di citt vedremo come venivano visualizzate utilizzando le mappe x descrivere queste funzioni sul territorio. In particolare si fa riferimento a tutta una serie di concetti che prendono corpo: quello di organizzazione del sistema territoriale (di questi elementi come si relazionano), quello di complementarit fra gli elementi (sempre il rapporto relazionale) gerarchia e quindi regione polarizzata. Questo significa che all'interno della regione ci sono degli elementi posti in relazione tra di loro, queste relazioni sono complementari (nel senso ad es qualcuno specializzato nella funzione A,1 altro nella funzione B, e poi all'interno di una certa specializzazione ci saranno dei centri pi attivi e che quindi avranno un peso sulla regione, sul sistema superiore rispetto ad altri nodi, ad altri centri, tra cui la regione polarizzata cio una regione che si sviluppa intorno a un nodo o un polo o un insieme di poli pi centrali, e che dunque vi sono sacche di sviluppo superiore e sacche di sviluppo inferiore.

  • Regione sistemica: Un insieme di elementi organizzati in una struttura neg entropica* [aperta], che trova fondamento nel proprio dinamismo della proprie regole interne*: *significa che se consideriamo un sistema, questo si sviluppa nel tempo se aperto, perch un sistema chiuso destinato alla morte. Ci significa che il sistema si evolve dinamico nel tempo se scambia informazioni con lesterno. perch quelle informazioni sono necessarie al proprio sviluppo, =il sistema produttivo vive e si evolve se scambia info con lesterno. *regole interne: - di trasmissione (interne): cio di come queste regole e queste relazioni sono organizzate al proprio interno,

    dunque del flusso informativo - di adattamento (esterne): come il sistema si adatta allesterno - di trasformazione (tempo).

    Qualit sistemiche dellanalisi regionale sono: Interazione tra gli elementi; Apertura del sistema verso lesterno. La lettura sistemica introduce il vettore tempo nellanalisi spaziale che diventa cos diacronica. Per noi, la regione un sistema complesso, aperto e dinamico, definibile come: uninsieme di elementi uniti da relazioni e caratterizzati da dinamiche Regione omogenea un insieme di elementi Regione funzionale uniti da relazioni Regione sistemica e caratterizzati da dinamiche insieme di elementi posti in relazione fra loro: cosa si guarda quando si parla di regione sistemica? Si guarda alle relazioni fra gli elementi che sono allinterno della regione. Nella regione sistemica gli elementi pi importanti sono s anche qui l'interazione fra gli elementi, ma non solo l'interazione fra gli elementi del sistema, ma anche con gli elementi esterni al sistema. L'importanza dunque all'apertura del sistema verso l'esterno, tanto pi se l'analisi non statica cio che fotografa un elemento in un determinato tempo, ma guarda a come quel sistema si evoluto. Cio l'importanza maggiore al vettore tempo e di come il sistema, o meglio gli elementi del sistema del corso del tempo si sono evoluti interagendo fra di essi e con l'esterno. Infatti la regione inizia ad essere definita come insieme di elementi uniti da relazioni, come era precedentemente la regione funzionale ma caratterizzati da dinamiche (il termine dinamica fa riferimento al vettore tempo). Quindi in tale definizione di fatto si racchiudono le definizioni precedenti, c' un'evoluzione del concetto di regione: da un insieme di elementi che fa riferimento alla regione omogenea, a un insieme di elementi uniti da relazioni (riferimento all'analisi funzionalista) fino all'analisi delle dinamiche, cio l'analisi sistemica.

    Definizione di SISTEMA

    Il Sistema un insieme di elementi (livello elementare) in relazione fra loro (livello relazionare) orientati ad un fine ovvero caratterizzati da dinamiche (livello sistemico/teleologico)

    In questo caso la definizione + generale di sistema dice che non solo il sistema caratterizzato da dinamiche ma che queste dinamiche sono rivolte ad un fine evolutivo nel corso del tempo. ( nel caso di un sistema produttivo quello di produrre di + della concorrenza, creare profitto ed essere in posizione cmq dominante nel mercato). Gli Elementi interni od esterni al sistema si riferiscono alle:

    le dinamiche e le relazioni possono essere interne al sistema (proprie) o esterne al sistema (sovra ordinate). Regole di funzionamento del sistema:

    il sistema, come tutti ogni struttura sul territorio funziona secondo certe regole. Le regole di funzionamento (relazioni, dinamiche) sono interne al sistema.che ovviamente essendo il sistema aperto, cambiano nel tempo al pari degli elementi e delle relazioni tra di essi. Sono poi in realt le regole l'aspetto pi importante da osservare, perch con le regole che noi capiamo quali sono le scelte che il sistema si dato per evolvere nel tempo.

  • se il sistema una rete urbana, a seconda delle scelte politiche intraprese, si capiscono quali sono le aree che sono state privilegiate rispetto ad altre (ad esempio nel rivalutare quest'area stato costruito un polo universitario). Se per queste regole non cambiano a loro volta, xch sono loro che governano il sistema e quindi non accettano gli influssi esterni, gli stimoli, i vincoli che vengono dallesterno, e le stesse regole non cambiano, allora il sistema rischia.

    Le regole esterne rappresentano degli stimoli e delle informazioni per il sistema. Quindi necessario che gli elementi stessi interni del sistema vengano coinvolti e stimolati da questo flusso esterno. Star poi a quel sistema produttivo accettare i cambiamenti che vengono dallesterno, adattarli alle proprie esigenze, attraverso la propria cultura e modificare la struttura dellorganizzazione ai fini evolutivi. Altrimenti il sistema rischia di sottomettersi alla concorrenza esterna e rischia dis comparire. Quindi lo sviluppo del sistema garantito dalla cultura del sistema e dalla capacit del sistema di far propri gli input esterni e di adattarli alle proprie caratteristiche. Cio di gestire questi imput esterni e di governarli nel corso del tempo. Quindi caratteristiche fondamentali :

    interazione fra gli elementi: si pu parlare di sistema solo se c interazione x un fine apertura verso lesterno

    il fine dello sviluppo del sistema nel tempo: la finalit del sistema la sopravvivenza ogni sistema avr una propria finalit. Si individuata permette anche di capire le scelte politiche e strategiche che stanno alla base di certe manifestazioni ad esempio territoriali.

    Il sistema sociale: La definizione teorica e fa riferimento alla teoria generale del sistema sistema sociale un qualcosa che fa riferimento alla societ. Nel sistema sociale, la regione sistemica intesa come un tratto di territorio contraddistinto da certi elementi (suolo, popolazione, citt, mercati, industrie, reti di comunicazione, etc.) posti in relazione tra loro e organizzati al fine del miglior funzionamento del sistema.

    Secondo questa definizione sistema regionale deve essere necessariamente un sistema aperto.

    Ci sono anche sistemi sociali chiusi che riescono a sopravvivere perch hanno cmq un equilibrio stabile, per nel momento in cui il sistema in qualche modo entra in contatto con un sistema esterno, magari + ricco di informazioni, il fatto di essere stato un sistema chiuso ha fatto s che questo sistema non abbia avuto nel tempo la possibilit di sviluppare tutta una serie di strategie che permettessero rispetto agli input esterni di governarli e di adattarli al proprio sviluppo. Il sistema si trova cos sommerso da una quantit notevole di input che non riesce a gestire, perch nel corso della sua evoluzione non avuto il tempo di adattarsi. Questo concetto anche importante spt quando si parla di globalizzazione, come di un fenomeno che uniforma tutte le parti del mondo, ma non cos perch la globalizzazione pu essere vista come un insieme di informazioni che arrivano da un sistema globale e vanno sul locale (regioni stati territori). Ma le regioni saranno tanto pi forte rispetto a quest'input se tanto pi sapranno riadattarli alla propria realt locale.(pensiamo alla realt di molti prodotti visti come globali esempi McDonald il panino si riadatta, cio le realt locali da quell'idea riescono a creare nuove realt produttive per vendere un altro tipo di prodotto). Paradigma: panorama scientifico di riferimento in un dato momento e in un dato contesto

    Il concetto di paradigma stato introdotto da Kuhn (1962), insieme alla teoria generale del sistema, x spiegare i cambiamenti di indirizzo che intervengono nella ricerca scientifica. Il concetto di paradigma connesso allidea di Rivoluzione Scientifica = il mutamento degli obbiettivi e delle metodologie che intervengono nella storia della scienza. In un dato momento storico e ambito culturale un insieme di scienziati affrontano le realt in riferimento a determinate teorie, a modelli e concezioni. Ad un certo punto ci si rende conto a livello di comunit che forse tutto l'armamentario teorico usato fino a quel momento non serve pi per descrivere la realt, perch magari cambiata talmente tanto che gli strumenti usati sono ora insufficienti. Si cerca quindi un qualcosa di nuovo. Quando questo prende campo a livello di comunit internazionale tale novit assume l'importanza di una rivoluzione scientifica, ulteriori ricerche sviluppi saranno fatti sulla base di quella rivoluzione scientifica e quindi delle teorie che essa porta con s e l'approccio alla realt verr cos fatto in modo diverso. Nonostante ci il concetto utile perch invita a considerare un clima culturale e i motivi per i quali si generano diverse teorie. Per Kuhn il paradigma : linsieme delle intuizioni, o deduzioni, dei convincimenti e dei valori che, innovando lo spettro tradizionale della ricerca scientifica, ne provocano una rivoluzione.

  • Definizione di modello: una rappresentazione semplificata della realt con riferimento a una teoria o ad una visione del mondo che deriva da un contesto ideale di guardare il mondo. Weltashuung Il modello lo strumento che utilizziamo per analizzare la realt semplificandola. Ci sono tantissimi modelli, tantissime teorie e ogni teoria ha i suoi modelli. ad es i modelli per rappresentare la citt la sua struttura urbana, in determinati contesti storico culturali Il modello si posiziona a met tra realt empirica e la teoria -> rappresentazione teorica della realt geografica.

    Come si formano i modelli? I modelli vengono costruiti attraverso una: - definizione: assumere delle cose + salienti, eliminare le altre;(si definiscono gli elementi che ai fini dell analisi

    sono salienti) - selezione: scelta delle informazioni strutturali; - applicabilit: il modello (re)applicabile se dei caratteri ritenuti salienti che vengono selezionati e strutturati.(i

    dati selezionati devono essere cmq messi in relazione tra di loro e costruire un'analisi) Da quanto detto, derivano i Caratteri dei modelli: SEMPLIFICAZIONE: semplice perch deve essere applicato, se complesso abbiamo difficolt ad applicarlo e a

    leggere i risultati e spiegarli SELEZIONE: fa riferimento all'origine. STRUTTURAZIONE la selezione di elementi deve essere strutturata e gli elementi posti in relazione tra di loro in

    modo logico UTILITA: REAPPLICABILITA: il modello deve essere riapplicabile a varie realt o nel corso di un certo tempo ANALOGIA: far riferimento ad altri modelli che possono essere simili; il modello utile se unico ma se si pu far

    riferimento con essa ad altri modelli e quindi utilizzarlo in unione. SPECULATIVO: perch ci permette di prevedere il futuro; cio se mi permette di replicare un certo risultato anche

    nel futuro. [ es. teoria dei poli di sviluppo].

    Il modello pu essere: i modelli possono avere pi caratteri contemporaneamente o uno solo, a seconda delle finalit del modello, della finalit della ricerca il modello potr avere uno o pi di questi caratteri. DESCRITTIVO: descrive la realt cos come si presenta, pone lattenzione sullequilibrio strutturale modello

    statico; NORMATIVO: descrive la realt cos come deve essere, modello revisionale costruito sotto condizioni particolari e

    prefissate (dovere, deve); POSITIVO: come deve essere trasformata la realt (essere); PROBABILISTICO: indica la forma che potrebbe assumere (potere); DEDUTTIVO: partendo da una verit generale si arriva a una particolare, dalla teoria generale derivo logicamente

    un modello e lo applico alla realt; INDUTTIVO.

    TEORIA:

    Complesso organico e sistematico di ipotesi, principi generali, leggi tendenti a spiegare un fenomeno o una serie di fenomeni.

    TEORIA GENERALE DEL SISTEMA (TGS)

    Il concetto di sistema nasce dallo strutturalismo, dall'idea che c' una struttura sovraordinale + o - regolare che risponde a certe regole e principi che, attraverso il concetto di sistema si cerca di individuare. una teoria,1 insieme di concetti e di metodi, non di regole, che servono a darci un'idea generale del sistema. Guardiamo alla realt come un unico grande sistema composto da sottosistemi che hanno delle regolarit. Il concetto di sistema ci permette di individuare tali regolarit. Quindi possiamo confrontare + realt ma abbiamo un linguaggio scientifico comune e ci capiamo pur descrivendo realt completamente differenti. Ci significa vedere la realt come l'unico grande sistema: non che ci sono leggi uguali per tutti ma semplicemente riusciamo a vedere differenti realt attraverso la lente del sistema. Dunque ad individuare gli elementi principali e a confrontarli, se a confrontarsi sono differenti tipi di analisi, differenti linguaggi.

    La Teoria Generale del Sistema (General System Theory) fu elaborata dal biologo Ludwing Von Bertalanffy) negli anni 60. Con questa egli voleva dare una risposta alla possibilit di comunicare tra le diverse scienze, in particolar modo le scienze sociali.

  • Infatti l Obiettivo: di fornire un paradigma scientifico generale che fosse valido per linterpretazione di qualunque fenomeno e che rispondesse allesigenza di comprendere realt sempre pi complesse e interdipendenti. Con levolversi del pensiero e della tecnologia, della cultura, delle interazioni tra le varie parti del mondo la realt appare sempre + complessa, e non statica, un mondo sempre + veloce e dinamico le cui parti sono sempre + in interazione quindi sempre pi difficile riuscire ad individuare gli elementi in comune fra le realt che si vogliono osservare. Attenzione: non si cerca di formulare una teoria generale della realt (non si parla di teoria generale dei sistemi) ma di individuare elementi comuni alle strutture che compongono la realt. Metodologia: dapprima elabor i nuovi principi e criteri per la comprensione delluniverso biologico e poi lo estese alle discipline sociali favor unitariet della scienza, sempre pi frammentata (importanza della comunicazione tra saperi diversi). Principio base della TGS: concepisce la realt come sistema, ossia unorganizzazione di elementi in interazione tra loro. Caratteristiche dellorganizzazione/sistema: - complessit;: il sistema visto come un insieme di elementi messi in relazione tra di loro - inscindibilit.: gli elementi sono in relazione fra di loro, ma proprio per questo possono essere considerati

    singolarmente. Perch una qualunque variazione che avviene all'interno di questi elementi o nelle sue caratteristiche provoca variazione negli altri elementi del sistema e quindi probabilmente anche nel sistema nel suo insieme. Si fa quindi riferimento alla struttura.

    Principio di causalit lineare Principio di complessit sistemica Obiettivo della conoscenza

    La spiegazione analitica dei fenomeni secondo sequenze deterministiche (causa/effetto) e riduzionistiche (semplificazione e scomposizione della realt considerata)

    Individuazione del sistema nel quale gli elementi sono inseriti e la comprensione del ruolo che ciascun elemento riveste nel sistema a cui appartiene

    Sistema chiuso: limitati scambi di energia con esterno; tendono a equilibrio stabile; determinati dalle condizioni iniziali; producono processi irreversibili soggetti allaumento di entropia. Sistema aperto: scambi di energia con lesterno scarico esterno di prodotti a elevata entropia; conseguente riduzione dellentropia interna; ed equilibrio instabile e semi stazionario, perch aperto a mutamenti non prevedibili indipendentemente dalle

    condizioni iniziali; ci ne garantisce levoluzione continua verso stadi pi complessi ed eterogenei. Concetti e innovazioni introdotte e rielaborate dalla TGS: ambiente esterno: assume rilievo come realt esterna con la quale il sistema interagisce attraverso scambi di

    impulsi input/output e ridefinizione della propria organizzazione e obiettivi; autopoiesi: capacit del sistema di riprodurre da s gli elementi di cui composto; autoreferenzialit: capacit del sistema di cambiare obiettivo; resilienza: capacit di sostenere gli impulsi esterni negativi; cambiamento: evoluzione in funzione degli input esterni; obiettivo: finalit cui tende il sistema. L'approccio sistemico individua relazioni.ma si distinguono 2 tipi di relazioni: RELAZIONI orizzontali: fra gli elementi relazioni verticali: fra gli elementi e l'ambiente (l'ambiente fisico sempre presente infatti si parla sempre di spazi, di territorio). Gli effetti di tali relazioni possono essere positivi o negativi.ad esempio l'apertura del sistema pu essere un vantaggio o pu anche essere il contrario. Quindi un flusso di informazioni in entrata ed in uscita positivi e negativi o cmq che hanno un valore qualitativo, dinamiche di evoluzione nel tempo di queste relazioni e le tendenze, le finalit del sistema.

  • COMPLESSITA Punto di partenza lenunciazione della Teoria delle Catastrofi (1972) e la diffusione delle teorie del Caos e della Complessit. Lapproccio della Teoria della Complessit nasce come momento di rottura rispetto al paradigma positivista e razionalista degli anni 60. Negli anni 80 cambia l'atteggiamento in tutti i campi delle scienze esatte nascono altre teorie, quelle del caos e della complessit. Di conseguenza anche le scienze sociali cominciano ad aderire a questi nuovi pensieri ed approcci in maniera differente. cosa fa la complessit? analizza le differenti realt come sistemi facendo riferimento anchessa alle relazioni fra i elementi, riconoscendo per che non si pu + rispetto al passato cercare (spt rispetto allo strutturalismo) delle leggi e dei principi generali che valgano sempre x ogni realt analizzata. Perch la realt complessa, cio costituita da elementi in relazione fra loro, in cui le relazioni e interrelazioni cambiano, a seconda della realt osservata ma anche di chi osserva. Complessit: fa riferimento alla natura relazionale dei fenomeni analizzati, ossia allesistenza di rapporti di interdipendenza che rendono difficile spiegare la realt attraverso leggi ritenute universalmente valide (approccio nomotetico).

    Principi cartesiani, principi sistemici e complessit: Principi cartesiani Principi sistemici Complessit EVIDENZA (realt soggettiva)

    RAPPORTO UOMO REALTA (pertinenza) Irriducibilit dei diversi livelli di organizzazione di un sistema complesso a ununica struttura elementare

    RIDUZIONISMO (componenti in dettaglio)

    GLOBALISMO (olismo)

    Irriducibilit della storia di un sistema complesso a fattori strutturali nota

    CAUSALITA (causa/effetto)

    TELEOLOGICO (comportamento finalit)

    Carattere autoreferenziale della struttura interna del sistema complesso

    ESAUSTIVITA (conoscere tutto)

    AGGREGAZIONE (conoscere aggregati)

    Principio di causa effetto: la natura di un qualunque elemento causa un altro elemento visto come effetto, quindi un movimento lineare da un elemento ad un altro. il principio che fa riferimento ad un tipo di razionalit espressa dal pensiero cartesiano. I fenomeni che si analizzano si spiegano come sequenze deterministiche, solo come causa-effetto, e riduzionistiche, si semplifica e si scompone la realt considerata. l'es: abbiamo una realt x es quella delle imprese petrolifer,e e la spieghiamo con il fatto che le imprese di produzione petrolifera di estrazione spt si porranno l dove ci sono i pozzi di petrolio e quindi la localizzazione dei giacimenti sono causa di un effetto, cio della localizzazione di quel tipo di imprese sul territorio. Questo significa la lettura casualistica: c' sempre un elemento che produce un effetto.

    Il principio di complessit sistemica invece individua il sistema e cerca di capire qual il ruolo che ogni elemento ha all'interno del sistema guardando ai singoli elementi, alle relazioni fra gli elementi, alla complementarit che vi pu essere fra questi elementi. E quindi al sistema nel suo insieme considerato per nelle sue singole parti. Si guarda in questo caso non tanto a come l'industria X sia localizzata sul territorio, ma si guarda x es al sistema della produzione petrolifera mondiale, si guarda a come 2 industrie si sono localizzate, come sfruttano i giacimenti localizzati in determinate parti, e come interagiscono tra di loro i singoli paesi produttori di petrolio ecc. quindi si d cmq un'idea di insieme a del principio di casualit. Quindi una realt come insieme e all'interno di questo i singoli elementi reagiscono tra di loro.

    La complessit intesa come rivoluzione scientifica permette di vedere il mondo secondo una visione multi centrica:

    punti di osservazione, metodologie, approcci;

    rifiuto di ununica griglia di lettura, o ipotesi interpretativa, onniscienza della mente umana;

    limiti della razionalit umana;

    nuova cultura. La critica rivolta al metodo scientifico cartesiano erifiuta luso della ragione per ridurre schemi razionalizzanti la realt osservata, negando la possibilit che esistano fenomeni al di fuori di questi schemi (es. modelli economici). La complessit intesa come analisi di maggiore dettaglio e secondi punti di vista serve per avere la possibilit di elaborare e fornire categorie interpretative e strumenti di conoscenza adeguati a chi con la realt deve interagire.

    Impossibilit di ridurre la storia di un sistema complesso a fattori strutturali che non possiamo rappresentare la realt semplicemente con quelle

    strutture che noi ci creiamo per semplificare la realt. Se si parla di struttura stiamo semplificando la realt che studiamo, e sulla base di tale semplificazione si descrive una semplificazione del reale. Ci che non accade nella complessit: il soggetto che osserva in quanto posizionato cambia la realt che osserva.

  • I vantaggi della complessit: che ci poniamo sia da un punto di osservazione ma si analizza contemporaneamente i aspetti della realt che stiamo analizzando. Quindi ci pu essere 1 punto di osservazione ma anche punti di osservazione (quindi guardare una realt nelle sue sfaccettature) oppure analizzare alcuni aspetti ma ponendosi rispetto all'oggetto in un background culturale di volta in volta diverso. Quindi parlando della complessit pi che di paradigma si parla di nuova cultura, cio noi affrontiamo la realt non perch abbiamo un panorama scientifico ben definito che ci d delle regole specifiche alle quali rifarci, ma abbiamo un approccio alla realt . Riconosciamo che l'evoluzione del pensiero c' stata, gli strumenti sono molteplici e che possiamo utilizzarli a seconda della realt che consideriamo o degli obiettivi che ci vogliamo dare. Geografia della Complessit: o meglio l'analisi geografica che accetta questa nuova cultura della complessit proceda per problemi, cio si ponga dei problemi rispetto alla realt che osserva. Quindi aiuti a definire questioni e tematiche di rilevanza sociale, riferendoci a al sistema sociale chiedendosi quali finalit e esso debba avere. () importante che le discipline geografiche, secondo una prassi scientifica e originale, procedano per problemi, forniscano cio il proprio contributo nellaffrontare questioni e tematiche di rilevanza sociale, definendo il contesto nel quale agiscono le relazioni individuate e descritte (Dematteis, 1989) I vantaggi che la geografia ottiene nel calarsi nella logica della complessit in alcuni temi: - rapporto globale- locale: lettura geografico postmoderna; - sviluppo sostenibile: lettura delle interdipendenze tra questioni ambientale, locale, globale, etc.

    GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIONE Perch importante studiare la popolazione in geografia? La popolazione un indicatore di sviluppo e delle potenzialit economiche di unarea: la popolazione una

    risorsa al pari della tecnologia, della conoscenza, lavoro

    lorganizzazione economica territoriale strettamente correlata alla distribuzione geografica della popolazione;: dove c' popolazione si presuppone ci sia uno sviluppo economico, e a seconda poi di come la popolazione si organizza sul territorio ci sar un certo tipo di sviluppo economico.

    Nel contesto della lettura paradigmatica C/P il fatto che la popolazione sia distribuita sul territorio in maniera disuguale (es. > concentrazione nelle citt) porta ad uno squilibrio e ad una crisi.: ci sono vari paradigmi al cui interno si pu studiare la popolazione in un modo o in un altro: uno classico quello tra Nord e sud del mondo, paesi ricchi e paesi poveri, immaginando dunque lo sviluppo economico spt dal punto di vista quantitativo e dunque con una linea retta sulla quale differenti paesi si pongono nel corso della storia e dei risultati che riescono a raggiungere dal punto di vista economico. Ma si parla anche sempre pi di centro e periferia, altro paradigma, individuare cio le aree centrali su di una determinata area e le aree periferiche.

    Per studiare la popolazione abbiamo bisogno di: I dati sulla popolazione: le fonti: Non solo dati quantitativi, ma anche qualitativi. Censimenti: tipi di censimento svolti ogni 10 anni (popolazione, industria, commercio, artigianato); gap temporale con limite;: avremo solo una fotografia di una determinata popolazione su una determinata e

    specifica area in un determinato tempo. Si coglie quindi solo in maniera generale le dinamiche che intercorrono ogni 10 anni su quel territorio.

    il censimento divide la popolazione per classi di et e sesso;

    Registri anagrafici:

    si guarda ai comuni residuali dellarea e ai movimenti di input (immigrati, tassi di natalit) e output (emigrati, tassi di mortalit);

    si possono considerare anche altri registri, come quelli delle Camere di Commercio (quote della popolazione attiva).

    Altro dato che interessa avuti i numeri sulla popolazione in una determinata area vedere come questa popolazione si distribuisce sul territorio e dunque si parla di: Densit: La densit (p/Km2) un indice della concentrazione della popolazione su unarea determinata. Es. Firenze d = 3000 ab. su Km2

  • I livelli di densit della popolazione influiscono sulla organizzazione e sulla struttura economica formano mercati diversi mercati (es. mercato del lavoro, distribuzione capitale, consumi). altro elemento sono le Piramidi di et

    Vengono costruite sulla base dei dati ricercati sulla popolazione. Possono essere costruite in valore percentuale (%) o assoluto.

    La forma delle piramidi rappresenta lo sviluppo della popolazione nel tempo e per una determinata area.; e dunque dallo sviluppo della popolazione avremo informazioni sullo sviluppo economico di quel paese. Es il Messico,1 paese non di prima industrializzazione, non un paese avanzato ma un paese che sta nella seconda fascia, e che si caratterizza x la classica forma a piramide, cio la > parte della popolazione giovane, dunque un paese che si presenta con questa forma un paese che si sta sviluppando, che non ancora maturo dal punto di vista economico, che ha una grande risorsa di capitale umano quindi di lavoro, e che andr incontro molto probabilmente a delle difficolt nel prossimo futuro perch cmq dovr creare una struttura,1 sistema economico che riesca a dare del lavoro a molte persone, spt sistema economico che riesca nel futuro successivo a garantire un sostentamento per le persone che usciranno dal mondo del lavoro. Es opposto il caso italiano: in questo caso si parla di piramide rovesciata, cio non vi sono nascite, la popolazione tende ad invecchiare. il caso tipico di paesi industrializzati dove non c' ricambio generazionale. Quindi non c' ricambio nel mercato del lavoro e c' il problema delle pensioni. Queste sono piramidi che c'informano su come la popolazione preme sul territorio e come influisce su sistema economico e come lo condiziona.

    Gli Stati Uniti sono in una situazione a loro volta dal caso messicano e da quello italiano perch una struttura che assomiglia ad una figura regolare che ci permette di capire che c' un ricambio generazionale continuo. Le persone che arrivano sulla soglia della pensione sono come peso percentuale simile a quelli che entrano nel mondo del lavoro e cmq la parte futura di adolescenti e bambini hanno una presenza percentuale importante il che fa pensare che vi sia un ricambio continuo e regolare. Il sistema economico beneficer di tale situazione. l'importanza della piramide di et che fa vedere in maniera visuale dati come classi di et, come si distingue sul peso totale della popolazione la percentuale di uomini e donne, Quali altri indici possiamo costruire per avere ulteriori informazioni in merito alla popolazione come risorsa? i vari indici che si costruiscono, fondamentalmente sono dei rapporti fra uno o + determinati classi della popolazione totale.

    Indici della popolazione ( x 100) Indice di dipendenza demografica: prevede la popolazione >di 65 anni e < ai 14 anni.: cio qual la percentuale di popolazione che fondamentalmente non produce reddito. Questo dato xes potr variare a seconda dei paesi considerati:

    Il rapporto pu indicare la percentuale di popolazione attiva se al denominatore si considera come totale la popolazione compresa tra i 15 e i 65 anni.

    Indice di giovent della popolazione: Ig = [ Popolazione 0 29 anni ]/ popolazione totale Indice di invecchiamento della popolazione:Iv = [ Popolazione >>>> 75 anni ]/ popolazione totale

    Altri indici della popolazione: altri indici che ci interessano in merito allo sviluppo economico di un territorio. La prima differenza che si fa :

    Popolazione Presente: il numero di persone presenti nel momento stesso della rilevazione censitoria. Popolazione Residente: tale perch iscritta agli uffici anagrafici comunali o per lo status ricoperto (es.

    Firenze popolazione residente < popolazione presente). =Popolazione Totale (Pt = Pto + Sn) La popolazione totale al tempo t data dalla somma delle popolazioni al tempo zero pi il saldo naturale dove: Saldo Naturale Sn = N M: il saldo fondamentalmente una differenza tra i nati e deceduti in un anno Tasso Natalit Tn = [N/P] x (100) Tasso Mortalit Tm = [M/P] x (100) vengono utilizzati nei modelli di rappresentazione della evoluzione della popolazione Se consideriamo il sistema territoriale di riferimento (es. regione Toscana) un sistema aperto, allora per sapere effettivamente quan la popolazione presente su un determinato territorio in un dato momento dobbiamo includere anche i cosiddetti flussi il fattore mobilit o saldo migratorio. Saldo Migratorio Sm = I C [Iscritti Cancellati] Quindi la popolazione totale al tempo t (un determinato tempo di rilevazione statistica) sar data da: Pt = Pto + [Sn +/- Sm] popolazione iniziale + saldo naturale+ saldo migratorio

  • Questi tre indicatori ci permettono di costruire il primo modello:

    MODELLO DI TRANSIZIONE DEMOGRAFICA (MTD): Permette di vedere l'evoluzione nel tempo di una popolazione su un territorio in base alla popolazione data totale e alla variabilit del tasso di natalit e mortalit Riguarda landamento della popolazione nel tempo e assume come variabili rilevanti il livello della popolazione ed i tassi di mortalit e natalit. Ogni paese attraversa le 4 fasi della MTD: 1 fase: crescita stazionaria verso il basso E il caso dei paesi poveri. Si caratterizza x alti tassi di natalit associati ad alti tassi di mortalit. Basso popolamento e bassa speranza di vita attesa alla nascita. Condizioni economiche e sanitarie basse. 2 fase: crescita accelerata (quasi esponenziale) poi rallentata : corrisponde ad uno sviluppo economico e sanitario dei paesi Pvs. Il tasso di mortalit comincia a scendere e la speranza di vita aumenta. 3 fase: crescita attenuata Paese sviluppato: benessere economico diffuso che abbassa il tasso di natalit, cui corrispondono alti livelli di reddito pro capite. 4 fase: crescita stazionaria su livelli pi elevati Paesi ricchi: tasso natalit e mortalit basso (ma il tasso di natalit molto pi variabile perch dipende dalla congiuntura), popolazione costante.

    Movimenti migratori

    Le migrazioni si distinguono in lungo (internazionali) e breve raggio (interne, interregionali e intraregionali). In Italia si sono avuti diversi flussi migratori:

    1911, emigrazioni di lungo raggio (in parte bloccate nel periodo fascista con leggi appropriate); 1951 emigrazioni interne con 2 traiettorie principali: SN e campagna/montagnacitt; oggi la situazione si capovolta: immigrazioni di lungo raggio dai paesi poveri; emigrazioni interne dalla

    citt alla campagna o da citt a citt.

    Questi movimenti producono cambiamenti definitivi di residenza e impoverimento delle zone abbandonate.;inoltre ci dicono quali sono i centri pi avanzati dal punto di vista di un determinato settore, come cambiano le abitudini della popolazione ma dicono anche x es che la popolazione tende ad aggregarsi in agglomerati urbani pi o meno grandi.

    Alcune definizioni che riguardano movimenti migratori: Catene di migrazione: traiettorie, a lungo e breve raggio, seguite dalla popolazione negli spostamenti, si tende

    ad andare dove vi sono punti di contatto che formano gruppi coesi.sono molto importanti per per vedere quali sono i paesi che popolano i loro flussi migratori in altre regioni pi avanzate.

    Vettori di migrazione: punti di appoggio strutturati.molto probabilmente la popolazione segue quella direzione perch sa che al termine del proprio viaggio trover un'accoglienza pi o meno organizzata. Quindi magari gi una comunit che gli permetter di organizzarsi.

    Pendolarismo: spostamento temporaneo tra luogo di residenza e lavoro. Un tempo fase iniziale della migrazione, oggi un fenomeno autonomo sviluppatosi grazie alla migliore accessibilit e strutturazione delle reti di comunicazione.

    Le dinamiche di sviluppo della popolazione presentano due dimensioni importanti: 1) Aggiustamento dei tassi di natalit e mortalit in relazione allo sviluppo economico (take off); 2) Movimenti della popolazione, crescita economica e urbanizzazione: - Paesi ricchi: aumento pendolarismo, crescita urbana frenata, facilit di accesso/comunicazione, forte

    regolamentazione; - Pvs: forte crescita urbana e polarizzazione, bassa regolamentazione, difficolt di accesso/comunicazione,

    distribuzione ineguale del reddito (elites cittadine, bidon villes).

  • LA GLOBALIZZAZIONE Varie definizioni: In senso generale, globalizzazione significa legare le sorti di ogni soggetto (individuo, organizzazione, comunit) con quelle di altri soggetti.

    Zygmunt Bauman la globalizzazione la svalutazione dellordine in quanto tale tesi fondamentale: la globalizzazione la sovversione dei territori per opera dello spazio mercantile; il singolo individuo spettatore passivo delle veloci e profonde trasformazioni a scala planetaria; la globalizzazione divide, non unisce: the haves vs the have nots; la globalizzazione crea un mondo omogeneo.

    Anthony Giddes La globalizzazione lintensificazione delle relazioni sociali su scala mondiale t.c. ci accade a livello locale dipende da ci che accade a livello globale (E. Lorenz).

    Thomas Friendman (NYT) La globalizzazione linesorabile integrazione di mercati, stati nazione e tecnologie a livello mai prima raggiunto, con la conseguenza di permettere a individui, imprese, stati di estendere la propria azione in giro per il mondo pi velocemente, pi profondamente e a minor costo possibile.

    La dimensione economica della globalizzazione Leconomia diventa globale quando le sue attivit fondamentali raggiungono un grado dintegrazione elevato dal punto di vista temporale e geografico (Bonaglia, Goldstein).

    Per gli storici economici quantitativi (Maddison, Williamson): Il commercio internazionale uno dei vettori storici della globalizzazione. Per capire se allaumento degli scambi corrisponde una maggiore integrazione tra paesi bisogna guardare 1 ondata della globalizzazione (1800 1913):

    - aumento del volume degli scambi; - composizione degli scambi; - effetto sui prezzi.

    Storicamente:

    1. i volumi di commercio internazionale si sono moltiplicati per 20 tra il 1800 e 1913, mentre il PIL raddoppiato;

    2. a livello globale, il grado medio di apertura [rapporto CE (E+Z)/PIL] passato dal 2% (1800) al 22% (1913).

    1 interruzione: crisi finanziaria del 1929, due guerre mondiali. 2 ondata della globalizzazione (1945 oggi): significativo recupero degli scambi, con il CE che cresce ad un tasso pari al 6% annuo (pi del doppio rispetto alla crescita del reddito): - i volumi del CE di beni si moltiplicano per 20 e lincidenza del PIL per 3 nellarco di 50 anni; - i dazi doganali medi scendono a livelli bassi; - il costo del trasporto si riduce. cmq, lintegrazione tra i mercati limitata da residue barriere tariffarie, non monetarie, costi legati a utilizzo di differenti valute, incertezza sui corsi monetari.

    Composizione: - aumentato il peso degli scambi intraindustriali; - determinati dei nuovi scambi: a livello generale, livello sviluppo economico, dimensione del mercato, prossimit

    geografica, integrazione e barriere al commercio; - a livello di settore: differenziazione di prodotti, economie di scala, struttura del mercato, ciclo di vita del prodotto,

    ruolo delle imprese multinazionali; - nel periodo 1980 1994, la quota di commercio intraindustriali in UE passata dal 53% a pi del 63%; - processing trade cinese: importazione di input intermedi cresciuto tra il 1988 98 da 12,4 a 97,2 miliardi di $.

    Investimenti: aumento di IDE

  • Soggetti: le nuove multinazionali (organizzazione) + PMI originarie di paesi che hanno accolto gli investimenti esteri.

    Norme di liberalizzazione: politiche di stabilit macroeconomia + politica e di privatizzazione + accordi di commercializzazione bilaterali e multilaterali;

    Popolazione: nuovi flussi migratori.

    ANALISI DELLA GLOBALIZZAZIONE La globalizzazione include 2 fasi successive di integrazione del mondo: linternazionalizzazione e la mondializzazione. Mondializzazione : epoca moderna, scambi di idee e pensieri. progressiva stesura di una trama di interconnessioni e legami attorno al pianeta) diventa tale e il mondo assume la dimensione che oggi conosciamo. Internazionalizzazione: epoca contemporanea, scambi tra stati sovrani. Globalizzazione: tendenza della riduzione ad unit del mondo. Tutte e tre le fasi sono aspetti del medesimo processo. 1. Vettori storici della Globalizzazione: commerci e comunicazioni. Commerci: doppio movimento di espansione a) spaziale; b) produttivo: moltiplicazione delle merci scambiate complessificazione della rete dei commerci (merci ricche e

    rare). Storicamente il commercio si colloca in un grafico di flusso: da spazio A a spazio B: Tubo del processo produttivo (m.p. raccolta/trasformazione/distribuzione prodotto finito). Problema: S1 fruiva dal basso VA (valore aggiunto) basso arricchimento, scarso reddito distribuito. Le fasi importanti erano in spazi industriali, S2. Comunicazioni: - dipendono dallo sviluppo tecnologico; - duplice effetto: aumento del risparmio (- costose) e della massa (espansione); - trasporti: il trend dei CT di Ip decrescente; - comunicazioni telematiche: il costo distanza tende a 0 (costo in termini monetari, sicurezza, velocit) riscontro

    nellorganizzazione, post fordista della produzione. 2. Aspetti della Globalizzazione: - Informazione: sviluppo reti di comunicazione; diversi tipi di informazione: reciproci, interattivit, strategica,

    povera; - Tecnologie: dalla fase di espansione dei trasporti alla smaterializzazione delle reti e conseguente sviluppo

    dellespansione in rete senza frizioni collegate alla distanza. Le macchine diventano pi leggere e flessibili; - Organizzazione della produzione: dalla grande fabbrica allimpresa rete e al decentramento produttivo; - Consumi: imitazione + resistenza ad omologazione, la spinta al consumo avviene per imitazione ma il globale

    tiene conto dei gusti locali.

    3. Effetti della Globalizzazione: - Cambiamento: cambiamenti legati a tecnologia (no resistenza). Contro il cambiamento vi sono resistenze

    politiche, territoriali, di valori; - Omologazione: perdita di diversit. Aspetto negativo del cambiamento la complessit riduce i rischi, d

    maggiori opportunit; - (Nuova) Differenziazione: controbilancia lomologazione. Nuova divisione del lavoro, pi flessibilit; - Crescita e dominazione: commercio internazionale, vantaggi comparati (Ricardo*), per dominare i diversi

    territori basta avere una posizione centrale nella rete. Si tratta della circostanza che nasce dallintegrazione tra due o pi mercati nazionali. Condividere gli scambi ad una scala pi larga offre, a coloro che meglio conoscono alcune tecnologie, di catturare la riduzione dei costi unitari che si accompagna alla dilatazione della produzione: chiamata, appunto, economia di scala. Se il Portogallo, producendo larghe quantit di vino ottiene una migliore combinazione tra qualit e prodotto dello stesso, si specializzer nellindustria vinicola, mentre la Gran Bretagna, che conosce assai meglio la tecnologia della tessitura, diventer il centro dellindustria tessile. Scambiando vino con tessuti guadagnano entrambe le nazioni, perch, a condizione che il commercio internazionale non sia condizionato da posizioni dominanti e barriere che alterano la dimensione relativa dei prezzi, i redditi derivanti dalla efficiente produzione di vino potranno alimentare gli acquisti di prodotti tessili, e viceversa.

    4. Luoghi della Globalizzazione: - territori;

  • - regioni. il cambiamento globale si sostanza in:

    - demografico; - politico; - culturale;

    - economico; - tecnologico.

    La geografia economica sottolinea i vari aspetti del cambiamento e le diverse strutture sottoposte ai diversi vettori ed effetti. Fordismo: Taylorismo + economie di scala. Fabbricazione prodotti di massa, vicinanza dei tre processi del tubo della stessa fabbrica. Ford realizza lidea di divisione organizzata del lavoro, concentrando in unarea una grande fabbrica con produzione di massa, standardizzata. La produzione fordista era caratterizzata dalla produzione di merci conseguente alla trasformazione di materie prime, merci standardizzate destinate allobsolescenza, prodotte e commercializzate secondo una strategia di economia di scala ( il magazzino) a carattere nazionale e polarizzata sul territorio (la fabbrica che imprime il marchio al territorio). Questa forma di produzione si fondava su una cultura della crescita illimitata da una parte, e sul dualismo tra fabbrica e atto produttivo, un dualismo che fondava le forme del conflitto e dellidentita sociale affermando allo stesso tempo il primato della razionalita tecnica su ogni sfera del sociale. Nel Fordismo-Taylorismo il lavoro e i suoi prodotti erano organizzati in tre fasi distinte e separate: - la Progettazione (forma intellettuale del lavoro) - lEsecuzione (il lavoro delloperaio massa) - la Commercializzazione (il lavoro deglil impiegati come soggetti disciplinati) Queste forme di organizzazione della produzione erano caratterizzate da: - forte separazione fra gli aspetti ideativi ed esecutivi del lavoro - stretta dipendenza dalla macchina - precisa dipendenza del lavoro dallorganizzazione disciplinare In sintesi potremmo dire che il Fordismo-taylorismo erano caratterizzati da una enorme rigidita di compiti e funzioni che si rifletteva nei prodotti e nella loro distribuzione. Come pure nellorganizzazione della forza lavoro e nelle identita sociali che esso generava.

    Post fordismo: processo di riorganizzazione della produzione industriale. Il fordismo entra in crisi a causa: economie di scala, standardizzazione, controllo relazioni industriali sulle catene di montaggio, economie estere. Inizia un processo di decentramento produttivo, aumenta il numero delle unit locali produttive. Il decentramento territoriale il risvolto naturale del decentramento produttivo. si caratterizza per un tipo di produzione basata zpt sulla produzione di servizi e la trasformazione della conoscenza e dei saperi, per realizzare merci personalizzate ad alto tasso di specializzazione e decadimento temporale e distribuiti in tempo reale. Un tipo di produzione a carattere transnazionale che si fonda sulla cultura del limite in uno scenario dove e il primato delle reti di relazione ad affermarsi come fattore produttivo (al contrario del gigantismo della fabbrica e del precedente rapporto lineare fra sviluppo e crescita) e in cui le qualita del territorio sono messe direttamente in produzione. Il Postfordismo riunisce quelle dimensioni separate e le trasforma, presentandosi come paradigma della flessibilita in netta opposizione alla rigidita fordista. Questa flessibilita (*) e lelemento qualitativo che caratterizza le tecnologie linguistiche che sono e il presupposto dellautomazione spinta e della valorizzazione dei flussi di sapere incorporati nei servizi relazionali, personalizzati e real time tipici della produzione postfordista.Quando infatti alla fine degli anni 80 si affermano le nuove tecnologie linguistiche esse portano con se una ineguagliata flessibilita tecnica centrata sullaffermazione del linguaggio come strumento produttivo con il boom dellinformatica e delle telecomunicazioni e determinano una serie di cambiamenti - Differenziazione nella produzione - Personalizzazione dei prodotti

    - Decentramento della Fabbrica - Esternalizzazione delle funzioni

    In esso vivono molteplici paradigmi organizzativi che coesistono: - Impresa a rete - Distretti Industriali

    - Diffusione territoriale della fabbrica - Messa in produzione del terrritorio

    Le tecnologie portano allaffermarsi di: - Una formazione alta - Una comprensione elevata dei processi produttivi - Lindividualizzazione dei rapporti di lavoro e la contrattazione individuale. - Il passaggio dalla cooperazione semplice alla cooperazione complessa mediata dalle macchine relazionali

    GLOBALIZZAZIONE

    Premessa: 1) rapporto regione/sviluppo;

  • 2) modo di leggere le differenziazioni geografiche nelle misure e qualit dello sviluppo. Il vedere la regione come oggetto di analisi comporta una differenza fondamentale nel modo di leggere lo sviluppo:

    - nel 1 caso lo sviluppo un fenomeno intrinsicamente squilibrato; - nel 2 caso un processo globale e complesso le cui differenziazioni territoriali sono un accidente storico

    geografico. Dal contesto di ogni analisi riceviamo la scala della regione: gli studiosi dello sviluppo squilibrato o sottosviluppato (anni 50) ragionavano in termini di due regioni: Nord e Sud del mondo.

    Della teoria della Globalizzazione si comincia a parlare negli anni 80 anche se il processo plurisecolare (Columbus Day). (dall Evo Medio all Evo Moderno. Cristoforo Colombo,. (scoperta del continente americano), = incremento della dimensione geometrica del mondo conosciuto, con effetti di ordine fisico, e ordine qualitativo, influendo, nel lungo termine, sulla sfera economica, politica e sociale di tutti gli esseri umani del pianeta.) Un tempo Colonizzazione/Modernizzazione: diffusione della cultura egemone, cristiano occidentale, portando elementi di evoluzione positiva, di sviluppo inteso come civilt.

    * Reynaud introduce il concetto di classe socio spaziale come oggetto dellanalisi sinonimo di regione. nozione di classe socio spaziale: un gruppo sociale che vive in uno spazio e che si autodefinisce in rapporto agli altri gruppi vicini in termini di interiorit identit e superiorit. rappresentare nell'ambito dei sistemi locali i rapporti tra il centro (l'elemento centrale) e la periferia (i comuni limitrofi). quando si dispone del quadro delle variazioni locali

    Per comprendere i rapporti C P bisogna guardare alle relazioni tra classi sociali spaziali differenti. nella misura in cui esistono diseguaglianze socio spaziali ed una coscienza di classe facilita la loro percezione, facile che sorgano conflitti. I contenuti delle relazioni sono flussi di:

    - persone (tendenzialmente C P); - merci (P C, VA < media; C P, VA > media);

    - capitali (I, C P; S, P C);

    - informazioni.

    Quindi i rapporti C P si sostanziano in flussi da C a P. Flussi non sempre immediatamente leggibili. Oggi il modello C P stato oscurato dal modello Globale locale. Il passaggio dal modello C/P G/L ha delle implicazioni: aumenta la transcalarit: determinati fenomeni che appaiono intellegibili ad una determinata scala sono influenzati e o generano i loro effetti a scale diverse. quindi azioni comprensibili solo prendendo in considerazione sincronicamente scale da quella strettamente legata al luogo. utilizzo di strumenti (concettuali ed analitici) in grado di considerare congiuntamente diverse scale geografiche e di analizzarne i rapporti fra esse. Es. di strumento transcalare costituito dalla descrizione e interpretazione degli spazi attraverso lo schema concettuale centro periferia, oppure di quello della rete, inteso come insieme di nodi di varia natura (a seconda della scala geografica considerata) legati da fasci di relazioni di varia natura. a)

    - il locale una parte del globale, non qualcosa di esterno; - G e L stanno nello stesso spazio e hanno delle dimensioni molteplici; - aumenta la convergenza spazio temporale.

    b) dalle teorie dello sviluppo squilibrato si passa alla teoria della complessit:

    - teoria transdisciplinare, informa tutte le discipline; - complessit come ricchezza; - il sistema complesso multi variabile/funzionale; - il modello complesso anche complicato;

    Siccome la Regione intesa come: insieme di elementi (regione omogenea) uniti da relazioni (regione funzionale), e caratterizzata da dinamiche (regione sistemica).

    PARADIGMA LOCALE GLOBALE

    Globale: - compressione spazio temporale; - tempi economici pi brevi; - cambia il concetto di distanza; - mondo informatizzato che velocizza e facilita gli scambi, specialmente informazioni; - minore peso statistico della classe operaia.

  • C stato un mutamento nei fenomeni della globalizzazione? Si. Origini: Ci sono varie scuole di pensiero relative alle origini della globalizzazione:

    - per alcuni un periodo di rottura, discontinuit;

    - per altri un fenomeno continuo.

    La progressiva interdipendenza del sistema mondo proviene da lontano. Noi la trattiamo dal punto di vista discontinuit. Si individuano 3 fasi e si guarda alle forme di organizzazione delleconomia o capitalismo. Anteriore al 1700: - lorganizzazione del mercato indipendente dalle forme organizzative della politica e dellamministrazione; - i mercanti si organizzano indipendentemente dalle forme nazionali dello Stato; - gli attori internazionali sono le citt o le leghe di citt. 1700 1950: - i mercanti si organizzano come strutture nazionali di concorrenza; - leconomia internazionale un sistema di mercati nazionali; - la dimensione interna diviene rilevante. Posteriore al 1950: - prende valore lelemento transnazionale e leconomia si organizza facendo riferimento al mercato globale; - forte elemento di discontinuit. Tre parti: - 1750 1850: capitalismo competitivo;(esposto alla legge della concorrenza) - 1850 1950: capitalismo organizzato; - 1950 oggi: capitalismo non organizzato.

    [La differenza nella forma organizzativa del mercato] Capitalismo competitivo:

    - libera impresa; - laissez faire in economia; - mercati con competizione tra piccole imprese familiari; - basso intervento/controllo dello Stato; - dinamismo del sistema basato su redditivit agricoltura, manifattura e macchinofattura; - fine della prima fase climaterica.

    Capitalismo organizzato: - paesi del C prosperi grazie a sfruttamento m.p. e nuovi mercati; - aumenta dimensione imprese profittevoli del C, migliore organizzazione delle imprese; - aumenta il commercio regionale e nazionale; - cresce il ruolo dello Stato si cominciano a regolamentare i mercati del lavoro e la vita economica; - cambia cos la natura dellimpresa capitalistica; - primi decenni XX secolo, fordismo: nuovo processo di lavoro base del dinamismo del sistema; - caratteri fordismo: produzione in serie, catena di montaggio, management scientifico (Taylorismo*), consumo di

    massa, aumento retribuzioni, tecniche pubblicitarie. Taylorismo: Frederick W. Taylor studio e introduzione di un metodo x migliorare e razionalizzare lorganizzazione del lavoro. Questo metodo, che prese il nome di taylorismo, si basa sui seguenti presupposti: lavoro studiato scientificamente x determinare il metodo (fasi, processi, procedure) migliore x eseguirlo in modo efficiente; il metodo migliore viene tempificato, ovvero stabilito un tempo standard xeseguirne le varie fasi; gli operai vengono addestrati a svolgere il lavoro secondo il metodo standard; Il lavoro viene programmato, organizzato e controllato in riferimento al tempo e al metodo standard. In sintesi il lavoro nella fabbrica taylorista aveva le seguenti caratteristiche: organizzazione centralizzata lavoro decisionale (direzione) separato da lavoro esecutivo (operai) parcellizzazione del lavoro in operazioni elementari incentivazione monetaria al lavoratore (che ha perso autonomia e professionalit) Taylorismo e fordismo portano a compimento la standardizzazione della fabbrica, che in questa fase completamente progettata a partire dal sistema della macchine.

    La natura organizzata del capitalismo fa riferimento alle relazioni tra economia e mercato: - rapporto Governo Capitale: organizzazione dei rapporti di cooperazione;

  • - rapporto Governo Lavoro: importanza dello Stato Sociale; - rapporto Lavoro Capitale: cooperazione al fine dello sviluppo economico.

    Capitalismo non organizzato (capitalismo industriale avanzato): - dopo 2 GM; - dalla produzione industriale ai servizi, per lo pi sofisticati; - cambiano le strutture occupazionali, diminuzione di posti di lavoro nellindustria; - crescente globalizzazione economica imprese transnazionali destabilizzano i rapporti tra imprese, lavoro e

    governo; - saturazione dei mercati crisi fordismo;

    - molte imprese trovano profitto in nicchie di mercato specializzate;

    - specializzazione maggiore flessibilit organizzativa e produttiva.

    QUADRO TEORICO DELLE DINAMICHE GEOGRAFICHE

    - immediato dopoguerra: modelli statici, crescita economica data e costante; - dagli anni 60: scende fiducia in crescita economica, modelli dinamici; - momento storico importante: aumento dei prezzi greggio (1973); - si comincia a guardare allo sviluppo e alla evoluzione economica delle prospettive storico globali; - le teorie cicliche dello sviluppo economico ottennero unattenzione crescente; - spt si dette > importanza alla relazione tra i problemi della localizzazione e struttura geografica e le dinamiche

    delleconomia mondiale; - gli anni 60 segnarono limportanza di questa nuova economia mondiale sempre pi indipendente; - x alcuni dunque la globalizzazione delleconomia comincia nel secondo dopoguerra; - per altri il periodo di inizio della globalizzazione comincia nel XVI secolo con il picco degli ultimi anni del XX secolo; - in tutti questi anni, leconomia mondiale sempre pi divenuta integrata, vasta e caratterizzata da attivit e

    processi economici sempre nuovi.

    Leconomia mondiale: Lo sviluppo e la struttura delleconomia mondiale sono stati spiegati attraverso differenti teorie: - la teorie dellonda lunga: focalizzazione su cicli di innovazione tecnologica e sui loro effetti economici; - le teorie del sistema mondiale: progressiva incorporazione a partire dal XVI secolo in una economia europea,

    caratterizzata da una rapporto C P; - le teorie della regolamentazione.

    EVOLUZIONE ECONOMICA E PAESAGGI ECONOMICI

    Idea di organizzazione economica = concetto di modo di produzione (max astrattezza): il modo in cui le societ organizzano le loro attivit produttive e riproducono la loro vita sociale ed economica. Nella storia si riconoscono 5 principali modi di produzione: sussistenza, schiavistico, feudale, capitalistico e socialista. Ognuno pu essere suddiviso ulteriormente: es. capitalismo mercantile (mercantilismo), capitalismo industriale (competitivo), capitalismo avanzato.

    I modi di produzione si distinguono tra loro in base alle: - differenze nei rapporti tra i fattori produttivi: terra, lavoro, capitale, risorse, impresa, informazione; - forze della produzione: tecnologia, macchinari, mezzi di trasporto; - strutture sociali: diverse proporzioni di classi sociali. Ai fini dellevoluzione dello spazio geografico, tutto ci importante perch spiega la logica economica dei differenti modi di produzione che sta alla base delle diverse organizzazioni territoriali.

    In generale: esistono forme di organizzazione spaziale associabili a modi di produzione particolari; e non esiste una sequenza data di passaggio da un modo di produzione a un altro; poich la logica del capitalismo richiede mercati in continua espansione; leconomia mondiale si caratterizza per diversificazioni regionali;

  • la regionali si sono sviluppate dove contesti sociali, politici, culturali hanno influenzato le modalit di reazione dei popoli ai modi di produzione;

    quindi ciascun paesaggio economico deve essere interpretato come il prodotto delle combinazioni di forze economiche generali che interagiscono con fattori sociali, culturali, politici e fisici che agiscono localmente.

    FLUTTUAZIONI ECONOMICHE CICLICHE E TRASFORMAZIONI DELLO SPAZIO GEOGRAFICO:

    Leconomia mondiale contemporanea stata forgiata dal modo di produzione capitalistico. Allinterno delle dinamiche del capitalismo, c stata una serie di differenti tipi di fluttuazioni cicliche, con ampiezze ed effetti sulla geografia economica. Tra questi tipi si ricordano:

    i cicli logistici; i cicli climaterici; i cicli di Kondratiev; i cicli di Kuznets.

    I) Cicli logistici, Cameron (1973):

    - 150 300 anni;

    - forma della curva logistica, con una fase di espansione e una di stagnazione; - secondo tali cicli, noi siamo nel terzo (1: 1100 1450; 2: 1450 1750; 3: 1750 oggi);

    II) Cicli climaterici: 1 periodo, 1870 1970, suddivisibile in diversi sottoperiodi; 1870 1900: declino GB, ascesa di USA, GE, FR, RU; motivi del declino (Beenstock, 1983): crescita industriale della P deindustrializzazione del centro

    riduzione dei profitti dellindustria < remunerazione dei capitali riduzione degli investimenti nel C e aumento della P nel C si ha una disoccupazione di sfasatura e un rallentamento della crescita economica;

    motivi del declino (Lewis, 1978): sindacalizzazione rigidit mercato lavoro snobbismo della borghesia mancanza di istruzione tecnologica e professionale;

    2 periodo, dal 1970: OCSE il C (in fase deindustrializzazione) + Ncs (industrializzazione periferica).

    III) Cicli di Kondratiev: sono cicli regolari . Lunghi da 50 a 60 anni, consistono alternativamente in periodi di crescita veloce e specializzata e periodi crescita lenta. Cause scatenanti di tali cicli sono state identificate spt nelle innovazioni, negli investimenti capitalistici, nelle guerre e nelle crisi capitalistiche. Inoltre, secondo una teoria innovativa, queste onde si basano sulle piccole invenzioni ed innovazioni che scatenano rivoluzioni tecnologiche, con l'ovvia conseguenza che l'impresa che dispone di queste invenzioni ed innovazioni diventa un'impresa trainante, mentre l'impresa che, non disponendone, pu solo adeguarsi ai cambiamenti del mercato, viene definita impresa trainata. - serie di fluttuazioni del tasso complessivo dellevoluzione dei prezzi; - 50 55; - caratterizzati da: lento aumento dei prezzi (20 anni), seguito da rapida spirale inflazionistica picco quindi

    discesa dei prezzi a valle; - ciascun ciclo corrisponde allo sviluppo e allo sfruttamento di un sistema tecnologico specifico: - sfruttamento iniziale nuove tecnologie fase inflazionistica; - maturazione del sistema tecnologico fase deflazionistica; - sistema tecnologico: combinazione di fonti energetiche, tecnologiche di trasporto, principali industrie dominanti. - 5 sistemi tecnologici:

    - meccanizzazione iniziale; - macchine a vapore; - motore a scoppio;

    - energia nucleare; - societ della comunicazione.

    IV) Cicli di Kuznets: - cicli economici caratteristici delle dinamiche delle economie di libero mercato; - 30 anni; - variazioni regolari del tasso di crescita economica (PNL); - fase di espansione, 11 15 anni (aumento D aumento P/D); - eccesso capacit produttive e scorte (tasso crescita domanda sovrastimato) collasso (caduta profitti,

    riduzione di asset, pessimismo e riduzione I).

  • V) Berry (1991) ha messo in luce il rapporto tra cicli di Kondratiev e Kuznets: - ogni ciclo di Kondratiev contiene due cicli di Kuznets; crescita economica tipo A:

    a) ciclo Kuznets del dopo depressione: leconomia esce dal periodo di recessione e caduta dei prezzi; b) i prezzi continuano a salire in fase di collasso stagflazione: stagnazione economica + inflazione punto di

    crisi nello sviluppo economico (es. crac bancari). crescita economica tipo B: segue la precedente e si caratterizza per espansione economica in condizioni di deflazione dei prezzi:

    esempi di crescita economica tipo B: i ruggenti anni 20 (anni 20), gli swinging sixties (anni 60), era

    reaganiana (anni 80); esempi declino economico tipo B: hungry fortis (anni 40), la grande depressione (1929 1934), la

    recessione dei primi 90. Questi episodi sono definiti come crisi di sovraccumulazione: presenza contemporanea. Nella Storia del capitalismo le forme maggiori della vita politica ed economica sono:

    - leconomia nazionale; - lo Stato sovrano.

    [Forte relazione organica tra le due forme/condizione ovvia e necessaria dellintegrazione sociale.] Conseguenza: il sistema internazionale stato interpretato come un terreno concorrenziale disordinato, un sistema olistico di interazione tra fenomeni di numero chiuso. Oggi il concetto di economia nazionale sottoposto a pressione; Oggi necessaria una riconcettualizzazione della geografia economica e politica del mondo che spieghi il divario

    sempre pi ampio tra lo stato sovrano, quale unit territoriale definita e le realt dei sistemi economici moderni; Ne segue un polimorfismo geografico dellordine economico che provoca una trasformazione

    corrispondente e riflessiva dellordine politico, tale che la sovranit comincia a disintegrarsi in corrispondenza dei punti di contatto significativi con lordine economico;

    Il controllo politico e i regolamentazione si sgancia per essere amministrato da altri soggetti di azione e decisione collettiva.

    Con i nuovi soggetti si assiste a una nuova gerarchia spaziale di relazioni economiche e politiche distinta su quattro livelli gerarchici:

    - globale: di attivit economiche abbastanza variegate materializzate rapidamente, - plurinazionale: gruppo di blocchi multinazionali; - regionale.

    Le regioni nellEconomia Mondiale:

    - nazionale: stato sovrano, processo di erosione; - regionale: emergente come articolazione della vita politica moderna.

    Il fordismo: il livello massimo del capitalismo nazionale, 1920 60. Sistema fordista della produzione: la produzione di massa

    La crescita industriale della produzione di massa dovuta a:

    - grandi economie scala interne; - perfezionamento delle tecnologie di produzione + catena di montaggio.

    In questi anni la produzione di massa diventa la base per lo sviluppo della grande impresa multidivisionale. Settori coinvolti: auto, acciaio, meccanico, raffinazione petrolio, alimentare, elettrodomestico. Poli di crescita, formati da:

    - uno stabilimento guida; - in un settore tecnologicamente avanzato e allavanguardia; - + un insieme di imprese e settori di assemblaggio a monte della catena produttiva agglomerazione di imprese e

    lavoratori; - presenza dei poli nei grandi centri urbani manifatturieri; - citt centri dominanti dello sviluppo economico nazionale, specialmente nelle regioni gi affermatesi nei secoli

    precedenti.

  • Sistema fordista delle relazioni del lavoro Le relazioni del lavoro sono una condizione sociale critica per il successo economico.

    Divisione dicotomica della forza lavoro in:

    - blue collars: non/semi qualificati, lavoro di routine, divisione tecnica del lavoro alla catena di montaggio; - white collars: management, lavoro specializzato, responsabilit di una pi efficace organizzazione produttiva e

    dei miglioramenti dei processi produttivi.

    Sistema fordista e intervento pubblico Poich la produzione fordista soggetta a recessioni cicliche (29) necessit intervento pubblico:

    - anni 30, New Deal Roosvelt; - anni 50 60, politiche keynesiane, con le quali i governi nazionali garantivano le condizioni

    macroeconomiche e le garanzie sociali necessarie alla crescita. Negli anni 50 60 queste politiche hanno permesso al sistema di evitare crisi cicliche e di porre le basi per lo sviluppo successivo.

    I FLUSSI COMMERCIALI E FINANZIARI

    Il processo di globalizzazione delleconomia si fonda su due pilastri:

    1. commercio internazionale; 2. linterdipendenza commerciale.

    1.Il commercio internazionale

    Lanalisi dei rapporti economici tra sistemi economici diversi si fa solitamente riferimento a sistemi economici nazionali (Stati nazionali). I rapporti economici internazionali possono essere classificati in vario modo: il criterio pi seguito fa riferimento alla bilancia dei pagamenti (BP), definita come una registrazione contabile dei flussi di denaro in entrata e in uscita dal p.v. di uno Stato nazionale (es. afflussi/deflussi denaro Italia). La bilancia dei pagamenti pu essere suddivisa: - saldo della bilancia commerciale (BC): valore della differenza tra esportazioni e importazioni (flussi di denaro

    in entrata/uscita a fronte vendita/acquisto merci).

    Il ruolo delle imprese multinazionali nel commercio