7
Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano Author(s): Renato Frigerio and Rossella Frigerio Source: Il Flauto dolce, No. 16 (aprile 1987), pp. 32-37 Published by: Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41700375 . Accessed: 18/06/2014 09:32 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Il Flauto dolce. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti ineditidell'Archivio diocesano di MilanoAuthor(s): Renato Frigerio and Rossella FrigerioSource: Il Flauto dolce, No. 16 (aprile 1987), pp. 32-37Published by: Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41700375 .

Accessed: 18/06/2014 09:32

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

.

Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve andextend access to Il Flauto dolce.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 2: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

INEDITO documenti

Renato Frigerio e Rossella Frigerio

Giovan Paolo Cima

organista nella Madonna

di S. Celso in Milano:

documenti inediti

dell'Archivio diocesano

di Milano

I documenti inediti che qui pubblichiamo costituiscono un notevole contributo alla ricostruzione della biografia di Giovan Paolo Cima, organista, clavicembalista e compositore milanese del Seicento oggi ri- cordato soprattutto per i Concerti eccle- siastici l. Sebbene la data di nascita di Giovan Paolo Cima resti ancora sconosciuta (nei reperto- ri biografici viene stabilita intorno all'anno 1570), il luogo si può certamente fissare in Milano, in quanto la sua famiglia - come ricaviamo da alcune lettere e appunti di studiosi dell'Ottocento che ad essa si inte- ressarono2 - era milanese da almeno tre generazioni. A Milano, Cima trascorse tut- ta la vita, abitando nella parrocchia di S. Lorenzo3 fino alla morte, avvenuta nel 1630, durante la peste che in seguito alla terribile carestia del 1629 imperversò nel milanese. Più precisamente, il suo testa- mento, conservato air Archivio di Stato di Milano4, ci consente di determinare che egli mori tra il 25 giugno e il 18 dicembre 1630; questo è confermato anche dai paga- menti a suo favore della chiesa di S. Maria presso S. Celso in Milano, dove era impe- gnato come organista, che si arrestano al giugno 16305. I documenti più interessanti qui dati in luce sono proprio quelli che riguardano la sua attività di organista nella chiesa di S. Maria presso S. Celso6. Tali documenti, un tem- po conservati presso la chiesa, dove li con- sultammo per la prima volta sei anni fa, si trovano ora nell'Archivio diocesano presso S. Stefano. Sono lettere di Giovan Paolo

32

Cima, quasi tutte autografe, al capitolo della chiesa, la maggior parte in richiesta di anticipi e aumenti di salario. Poche di esse recano un data, ma nella maggior parte dei casi sono databili sulla base di evidenze in- terne o attraverso il confronto con i Libri debiti-crediti di S. Maria presso S. Celso7. Da una lettera del 1606 (doc. 2) e dai Libri debiti-crediti ricaviamo che Giovan Paolo Cima fu organista in S. Maria presso S. Celso dal 1595, succedendo a Ottavio Bariola8, fino alla morte. Inoltre negli an- ni dal 1607 al 1611 e dal 1614 alla morte svolse anche le mansioni di maestro di cap- pella (doc. 5), senza tuttavia esserne uffi- cialmente incaricato e continuando a essere indicato come «organista» nei libri della chiesa; infatti, dopo il licenziamento di Orazio Nantermi9, nel dicembre 1607, non fu più assunto un maestro di cappella, tranne che nel periodo da maggio 1611 a febbraio 1614, quando venne chiamato a dirigere la cappella Alessandro Saviolo10. Dai Libri debiti-crediti risulta che Cima percepì fino al 1605 uno stipendio di 38 lire mensili11; in una lettera del 1606 (doc. 2) Cima chiede che gli venga concesso lo stes- so salario del predecessore Ottavio Bariola, cioè 50 lire al mese; la richiesta gli venne accordata alla condizione che non preten- desse mai più alcun aumento. Nonostante ciò, nel 1618 (doc. 5) Cima chiese un nuovo aumento, perché oltre alle mansioni di or- ganista svolgeva, come già detto, anche quelle di maestro di cappella e riteneva quindi che cento scudi annui fossero insuf- ficienti. Gli venne concesso un rialzo di sei lire al mese, fino a quando non fosse nomi- nato un maestro di cappella: il che non ac- cadde se non dopo la sua morte. In altre lettere Cima chiede al capitolo somme di denaro in prestito: nel 1619 (doc. 6) per la prima volta chiese un prestito di 192 lire, nel 1628 (doc. 11) un secondo pre- stito di 168 lire. In entrambi i casi Cima si impegna a restituire a rate mensili gli anti- cipl. Nel 1629, durante la carestia (doc. 12), pregò il capitolo di concedergli il per- messo di offrire in garanzia il suo futuro salario per avere un prestito da un mercan- te suo allievo, poiché la chiesa non aveva più fondi. Tra i compiti di Cima c'era anche quello di occuparsi dell'organico del coro12: tale at- tività è testimoniata dai documenti 7, 8, 9, 10, 14, 15, 16, in cui Cima tratta con il ca- pitolo problemi di assunzioni, licenziamen-

ti e salario riguardanti i cantori; in partico- lare due lettere del 1621 (doc. 7 e 8) sono suppliche di aumento di salario per il figlio Carlo Antonio soprano13. Il documento 3, del 1606, è molto interes- sante: si tratta di una ricevuta al capitolo della chiesa dello stampatore milanese Fi- lippo Lomazzo, il quale afferma di aver ri- cevuto 13 lire e 10 soldi in pagamento di li- bri di musica consegnati a Cima; la ricevu- ta è sottoscritta dallo stesso Cima e allegata vi è la lista di tali libri (vedi note 19 e 22). Infine in una lettera del 1608 (doc. 4), Ci- ma chiede protezione al capitolo di S. Ma- ria presso S. Celso, essendo stato minaccia- to da un figlio di Orazio Nantermi, Gio- vanni Battista; l'ex maestro di cappella, dopo il licenziamento14 di cui forse ritenne responsabile Cima, aveva tentato invano di farsi riassumere: dell'insuccesso il figlio Giovanni Battista aveva accusato violente- mente e pubblicamente Cima. Cosi almeno sembra di capire dalla lettera e dai pochi documenti a disposizione su Orazio Nan- termi. Queste, dunque, le notizie emerse nella pri- ma fase di ricerche su Giovan Paolo Cima; sebbene esse non soddisfino in alcun modo le esigenze conoscitive, sono notizie impor- tanti perché stabiliscono finalmente alcune date con precisione e contribuiscono a col- mare lacune e a correggere imprecisioni ed errori fornendo una base più sicura al pro- seguimento delle indagini.

Documenti

Tutti i documenti sono conservati presso l'Ar- chivio diocesano di Milano; gli autografi di Gio- van Paolo Cima sono riportati in corsivo.

1. Liber baptismatorum ecclesiae Sancii Lau- rentii maior is, vol. 27

Adi 20 [?] sudetto <febraio 1599) fu battezato da me soprascritto < Bernardino Cattaneo curato di S. Lorenzo) Sebastiano figliolo di monsignor Giovan Paolo Cima et di madonna Elena Iugali, il compare fu il signor Giovanni Antonio Alzate, la comare madonna Antonia di Lanzaroti, et na- que il di 19 sudetto15.

2. Archivio di S. Maria presso S. Celso, Chiesa. Musica e cantanti in generale , 1606-1800 , cartel- la 10 (in seguito Arch. S. Celso, IO)16

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 3: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

L. Torre: «Ritratto di Milano», Milano 1701: chiesa di S. Maria presso S. Celso

<1606) Memoriale di Giovati Paolo Cima. Illu- stri signori deputati , diedi un mio memoriale avan- te natale con il quale pregava le illustre signorie loro mi concedessero il salario che à hauto il mio antecessore11 1 atteso che in altro loco io lo potu- to avere , se di qua avesse hauto pensiero di par- tirmi. Ora di novo vengo a suplicarli, per la longa servitù di dodeci anni , favorirmi secondo la sua sollita cortesia , concedermi quel tanto eh ' io spe- ro ottenere , et quando non li piacesse , che fosse volontà d'Iddio; con tutto cio non restarei d'es- ser il sollito servitore che sin 'ora son statto , atte- so che concedendomi quel tanto eh 'io dimando non sara per merito mio ma per la lor bontà ; et cosi spero. 1606, die 29 ianuarii. Lectum et dictum fuit ut quamprimo extimentur de novo cedule profacien- da deliberatione [illeggibile] 1606, die 26 februarii. Dictum fuit ut ab hodie in antea augiatur salarium supplicatum usque ad li- bras 600 in anno ita tarnen quod futuro tempore nequeat pretendere maius salarium [illeggibile]18.

3. Archivio di S. Maria presso S. Celso, Arredi sacri , cartella 7

Adi 21 decembre 1607 in Milano. Confesso io Fi- lippo Lomazo19 libraro alla serena20 aver ricevu- to da Giovan Battista Chiesa21 lire 13 soldi 10 inperiali quante sono per tanti libri di musica co- me apare per la inclusa lista, consignati detti libri a mastro Giovan Pauolo Cima, organista de No- stra Signora apresso a San Celso, et in fede del vero o fatto la presente di mia mano, lire 13.10. Io Filippo Lomazo affermo come di sopra. Io Giovan Paolo Cima affermo quanto di sopra

bavere hauto detti libri.

Lista delli libri datti al mastro Giovan Paulo Ci- ma per la Madona di san Celso:

1 Mottetti Scalletta con partitura lire 1 1 Messe del Radesca 4 con basso lire 1.5 1 Messe a [illeggibile] di Benedetto Re con partitura lire 2.10

1 Messe del Belon a 5 con basso lire 1.10 1 Concerti del Viadana 2° con basso lire 2.10

1 Magnificat Orfeo a 5 con basso lire 2 1 Magnificat Molinaro 4 con basso lire 1.5 1 Himni ambrosiani Orfeo con basso22 lire 2

lire 1423

4. Arch. S. Celso, 10

< 1608) Memoriale di Giovan Paolo Cima. Mol- ťillustri signori, il fidele servitore delle signorie vostre molťillustri Giovan Paolo Cima, come quello che vive sotto la prottettione loro, le diede parte come il reverendo Giovanni Battista Nan- terni, il giorno di santo Quirico prossimo passa- to, nella chiesa di santo Lorenzo, diede segni palesi d'una volontà mal affetta contro di lui, e pregna di desiderio di vendetta, se ne havesse havuto cam- po, e ciò fuori d'ogni espettatione poiché, essen- dosi con ogni sincero affetto adoperato per la nova elettione di mastro di capella nella persona di suo padre, come ne chiama in testimonio Dio e loro signori, aspettava dal padre et da' figli uguale cor-

rispondenza. Hora in essecutione di quanto gli fu imposto, riccorre con memoriale alla benignità del- le signorie loro, supplicandole si degnino con l'a- li dell'auttorità sua tenerlo difeso e sicuro in quel modo che à lor signori piacerà, Il che spera.24

5. Arch. S. Celso, 10

<1618) Memoriale di Giovan Paolo Cima orga- nista. Molto illustri signori, sono da 23 anni e più che Giovan Paolo Cima serve per organista à que- sta chiesa di Nostra Signora con quell'affetto e diligenza maggiore che n'ha puotuto areccare sem- pre gusto e sodisfattione alle signorie vostre mol- to illustri. Questo, mentre attendeva all'essercitio suo solo, sendoci cappella formale25, supplicò le signorie vostre molto illustri per qualche accresci- mento e, come che non fosse giudicato indegno della buona gratia loro, restò consolato dell'as- segno di cento scudi annui26, con promessa ch'e- gli fecce di non pretendere più oltre all'avvenire. Con l'istesso stipendio hà perseverato sin qui sen- z'altra pretensione, corrispondendo al favore ri- cevuto con ogni effetto maggiore à lui possibile. Hora, sostenendo egli, come fà dalla riforma della musica in quà, doppia fatica, travagli maggiori e fastidii insoliti, dovendo, oltre il suo proprio, essercire insiememente l'ufficio di mastro di cappella27, compartendo, disponendo e regolan- do in ogni occorrenza gli concerti, conforme al bisogno, con sparagno di qualche centenaia di scu- di che fà Nostra Signora, la quale resta pure in tal modo compitamente servita, hà confidato di fare nuovamente ricorso alla benignità delle signo- rie vostre molto illustri, supplicandole humilmen- te, come fà, quando le sii in piacere, à volere, con

33

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 4: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

le ragioni di sopra addotte, mettere in considera- tone il stato suo, e perciò gratiarlo di quell'accre- scimento che a loro maggiormente aggradirà, quai non tanto attribuirà à recognitione delle sue fatiche, ch'andarà con effetti gratissimi contino- vando, ma l'assegnarà ancora à titolo di sovven- tione di se medesimo, di sei figliuoli28 che nostro Signore le hà concesso, et della casa sua tutta, che dalle fatiche sole sue stesse vien sostentata. Il che spera. Aggiungendo alle sudette ragioni ch'e- gli con molta affettione serve ancora nel tempo della quadragesima, benche non sii obligato, e sempre ha servito29.

6. Arch. S. Celso, 10

<1619) Memoriale di Giovan Paolo Cima. Mol- ť illustri signori priore et deputati , pregoli per miei bisogni importanti farmi servire de ducatoni trentadofì 0 sopra al mio salario, contentandosi eh* io ne lasscia alcuna parte al mese sin che in un anno si sia reintegrato, cominciando d'apri Ile presente sin à marzo deVanno futuro; à lor illu- stri signori è di niun discomodo et à me di gran- dissimo agiutto; et per esser il primo servido ch'in tal caso ò dimandato , spero non mei ne- garono 31 .

7. Arch. S. Celso, 10

< 1621 > Memoriale di Giovan Paolo Cima. Mol- ť illustri signori , accio la gratia fatta dalle signo- rie vostre molto illustri a Giovan Paolo Cima aceitando suo figliolo 32 per soprano di questa chiesa resti compita , fà di nuovo ricorso a quelle, supplicandole à volerle dichiarare la proviggione mensuale di lire 14, come fu fatta al Crivellino 33 alla prima che fu ammesso à questa servitù, stan- do che questo figliolo al suo primo ingresso non è di requisiti inferiori al sudetto Crivellino quan- do fù ascettato, oltra che in breve tempo se ne spera boníssimo profitto. Il che spera.

8. Arch. S. Celso, 10

<1621) Memoriale di Carlo Antonio soprano. Molťillustri signori priore et deputati, Carlo An- tonio soprano*4, acettato al servido di questa santa casa dal venerando capittolo il primo di lu- gliuo, per non eser decretato il memorial suo, non à riceuto la debbila mercede mensuale. Ora di nuovo ricorr'alle molto illustre signorie loro, che per sua amorevolezza vogliono decretarli il memorial suo à lire 14 come fu decretato quello del Crivelino 35 quando fu accettato, stando che non è inferiore à quello di valore; et per esser co- sa raggionevole, cosi spera 36 . [cancellato] Si conceda dal [illeggibile] per il so- prano si rimetta [illeggibile].

9. Arch. S. Celso, 10

<1621) Memoriale di Giovan Paolo Cima per Antonio Maruto soprano. Molto illustri signori, sendosi partito dal serviggio di questa chiesa il Crivellino soprano, ne restandovi che'l figliolo 37 di Giovan Paolo Cima, il quale da per se non può supplire, ristesso Giovan Paolo, cui soprasta il carico della proviggione della musica, ha fatto ogni possibile diligenza per trovare soggetto cor- rispondente al bisogno restante; però sendole ca- pitato Carlo Antonio Maruto 38 soprano, soffi- ciente et di buone qualità, fà à quelle ricorso, supplicandole si degnino ammetterlo in luogo del Crivellino 39 con la stessa proviggione di scu- di 3 al mese40, che col mezzo della sua diligente 34

servitù se ne renderà all'avvenire più degno, et in tal modo la chiesa resterà provista. Il che spera.

10. Arch. S. Celso, 10

<1627) Memoriale di Giovan Paolo Cima per il sopprano. Molťillustri signori priore et deputati, il desiderio che ò sempre auto che questa santa casa sia servita per quello che tocca à mè, mà fat- to sporger questo memoriale con significarli che Antonio Brenna sopprano 41 , qual serve già doi mesi sono, stando che à lor illustri signori non li va per la fantasia, li faccio sappere che, licenciato che sia da questa servitù, sarà accettato in duo- mo, come mastro Matteo Basso di esso duomo ne pò dar fede, et noi resteremo con un sol sop- prano, et tanto più in questa festa solene che vie- ne, dove ne abiamo maggior bisogno, restera il choro più debbole, et io non né avero colpa alcu- na, perché ò fatto la mia diligenza, ne sopprano miglior di esso Brena si trova al presente che qui possa servire. Però lor sano il bisogno della sua chiesa, facciano quello che li piace. Supplicando di novo le illustre signorie loro dar ordine che sia satisfatto di questi doi mesi passati à ragione di lire dieci per mese, che à mio giudicio non merita mancho. Il che spera.

11. Arch. S. Celso, 10

<1628) Memoriale di Giovan Paolo Cima. Mol- ťillustri signori priore et deputati, il suo fedel servitor Giovan Paolo Cima per suoi bisogni im- portanti, esposti al illustrissimo signor priore, desidera aver gratia da quelli del salario de tre mesi anticipati, che sarà luglio, agosto et settem- bre, conpensandoli per metà in sei mesi; et per- che è dimanda giusta et onesta spera da le bontà loro aver gratia, che in tanto tempo di servitù questa è la seconda volta che à fatto simil dimanda' 42 . Si che di novo supplica le molto illu- stre signorie loro dar ordine al suo fattore 43 di quanto si contiene di soppra et quanto prima, che sarà doppia Vobbligatione mia verso de quel- li ai quali son obbligato pregar nostro Signore per la lor salute. Il che spera. 1628, die 25 iunii. Letto, si conceda attesa strin- gente neccessità con chè le compensi come sa. Giovanni Maria Visconti priore. [segue la delibera del capitolo con la trascrizione della supplica di Cima]. Adi primo settembre 1628. Io Giovan Paolo Ci- ma confesso aver ricevuto il salario de tre mesi anticipati, che sara per settembre, ottobre et no- vembre, con conpensarli di longa via, senza tirar altri danari sin che siano satisfatti, come di mia propria man sottoscrivo, à lire 56 per mese. Io Giovan Paolo Cima afermo come soppra44.

lire 56 56 56

168

12. Arch. S. Celso, 10

<1629> Memoriale di Giovan Paolo Cima. Molto illustri signori priore et deputati, il suo fedel ser- vitor Giovan Paolo Cima, stando questi tempi calamitosi 5 et agravato di molta spesa, et per miei bisogni, ricorro alle bontà loro con pregarli à soccorermi non solo de li doi mesi che son cre- ditore, cioè maggio et giugno, non ancora di lu- glio et agosto, con questo d'incontrarli tutti per ciascadun mese, et non avendo denari in cassa al

presente da soccorermi, che mi facciano gratia ch'io possa far un assegno qua sopra al mio sala- rio, che cio facendo saro servito da un mio scola- re, mercante onorato ; questo à lor illustri signori non porta niun travaglio et à me è di molta co- modità et aggiutto; et per eser cosa lecita la mia dimanda, spero ottenerla. Letto, si è detta questa cosa trovarsi.

13. Status animarum ecclesiae Sancii Laurent ii maioriSy voi. 27, anno 1633

Casa del signor Pietro Divitii

[...]

Bianca Cima vidua 56 Giulio figliolo orefice 22 Maddalena sua moglie 18 Giovanni Battista 36 Catherina moglie 19 Alfonso Cima figliolo 640

14 Arch. S. Celso, 10

Memoriale di Giovan Paolo Cima. Molťillustri signori priore et deputati, non trovandosi al pre- sente soprano degno di questa santa casa, ne di gusto delle molť illustre signorie loro, ò giudicato per bene che si vada continuando con quel sopra- no che se pigliato per modo di provisione et per agiutto del choro, ateso che io ne son servito et alla Santissima Madonna non è di spesa che d'un scudo al mese, con pregarli à dar ordine che li sia datto compimento del passato sin al presente sin che si trova soprano di valore, tale che sia merite- vole di questo loco. Il che spera.

15. Arch. S. Celso, 10

Memoriale di Giovan Paolo Cima, per li soppra- ni. Molto illustri signori priore et deputati, li doi sopprani di questa santa casa furono obbligati di non abandonare questo servicio sin che la voce sua li servisse, et questo fu in casa del' illustrissi- mo signor marchese Cesare Brivio, allora priore, con tal condicione, pero, che à tempi debbiti si li accresesse il salario, come dal suo organista così fosse collaudato; pero avendo li doi sopprani fat- to grande miglioramento et nella siccurezza et nel cantare con gratia, supplicano le molť illustre si- gnorie loro tratarli bene con la sua begnignità, con uguagliarli essendo di meriti pari; il primo à duoi duccatoni al mese, il secondo ne à uno e mezzo41: li potrano disegnarli al mese lire quin- deci per uno, se cosi li piace. Et per esser la di- manda ragionevole, di novo supplicano le molto illustre signorie loro farli la gratia. Il che sperano. Il signor marchese Brivio provveditore.

16. Arch. S. Celso, 10

Memoriale del Cima per un contralto. Molťillu- stri signori priore et deputati, in sino al principio della riformata musica per modo di provisione pigliai un contralto per detta musica, il quale ha servito mesi tre in circa, si come ne può far fede il mastro di capella et io; desiderando che li sia usata cortesia per detto servitio, supplico le mol- ťillustri signorie vostre si compiacino dar ordine acciò li sia dato qualche ricompensa per tal servi- tio, che il tutto riconoscerà dalle loro benignie mani delle vostre signorie molto illustri. Devotis- simo servitore Paolo Cima.

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 5: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

NOTE

1 Le notizie su Giovan Paolo Cima riportate nei reper- tori biografici, ad esempio in The new Grove , s.v., sono molto imprecise o addirittura errate. Esse si ba- sano su due brevi resoconti biografici seicenteschi e sui dati ricavabili dalle edizioni a stampa di Cima. Riportiamo qui le due note biografiche. La prima si legge in G. Borsieri: Il supplemento della nobiltà di Milano y Milano 1619, opera apparsa quando Cima era ancora in vita: «Capitolo 15. Giovanni Paolo Ci- ma organista nella Madonna di S. Celso, ottimo nel- la leggiadria, e nella nettezza della mano, di sommo spirito nella inventione di ciò che fà udire tanto so- pra l'organo quanto sopra il clavicembalo, e non in- feriore nell'accuratezza de' componimenti che pone in cartella, e pubblica talhora». La seconda è tratta

da F. Picinelli: Ateneo dei letterati milanesi , Mila- no 1670, p. 315: «In materia di musicali compositio- ns & prattica d'organo, cima di virtuoso fù Giovanni Paolo Cima. All'eminenza del suo merito corrispose il tempio intitolato di nostra Signora presso San Cel- so, ove per molti anni servi d'organista, e di mastro di capella. Agile di mano, netto nel batter i tasti, leg- giadro, e spiritoso nelle composizioni: ò suonasse l'organo ò toccasse il gravicembalo, rapiva. Fù vir- tuosissimo compositore di canoni, ricercate & altre vivezze, attenenti a i professori, cosí di contrapunto, come d'organo. Oltre i canoni di Giovanni Paolo, in- seriti nella Regola del contrapunto del p. Angleria cre- monese del terzo ordine di S. Francesco stampata in Milano nel 1622, si trovano opere espresse di Gio-

vanni Paolo: Canzoni, consequenze & contrapunti doppij à 2, 3, 4, in Milano 1609. Mottetti à 4, in Mi- lano 1599. Concerti à 1, 2, 3, 4, con due à 5 & uno à 8, con partitura, Milano 1610». Che non si tratti delle consuete amplificazioni barocche è dimostrato dal confronto con le altre vite di musicisti contenute nei due testi, consultabili alla Biblioteca ambrosiana di Milano. Le opere a stampa che forniscono qualche indicazio- ne e data - da esse ricaviamo che Cima fu organista in S. Maria presso S. Celso almeno dal 1606 al 1622 - sono le seguenti: G.P. Cima: Partito de ricercari & canzoni alla francese, presso l'erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1606 (con una introduzione di F. Lomazzo e una regola di Cima «per imparare à far prattica di suonare in quai si voglia luoco, o in- tervallo dell'instromento, con il modo d'acordar il clavicordo per ogni ordine»); G.P. Cima: Concerti ecclesiastici t presso l'erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1610 (con una dedica di F. Lomazzo e una interessante introduzione dello stesso Cima); Camil- lo Angleria: La regola del contrapunto , presso G. Rolla, Milano 1622 (l'opera contiene ricercari e ca- noni di Cima, una dedica di Angleria a Cima e una risposta di Cima che cita come suo «maestro» Clau- dio Merulo). Cima non pubblicò molto; dalle intro- duzioni di Filippo Lomazzo alle sue opere sembra di capire che fosse molto restio alla divulgazione dei suoi manoscritti. Leggendo le due vite e le dediche e le introduzioni delle opere sopra elencate ci si può rendere conto di quale stima e considerazione Cima godesse presso i contemporanei come organista, clavicembalista e compositore soprattutto di canoni e ricercari. Anco- ra padre Martini lo ricorda come abile compositore di canoni enigmatici e ne pubblica un ricercare nel suo Esemplare ossia saggio fondamentale pratico di contrappunto, L. Dalla Volpe, Bologna 1774. L'ultimo dato finora conosciuto della vita di Cima era che nel 1625 venne convocato dal duomo di Mi- lano per un giudizio sul maestro di cappella Vincen- zo Pellegrino (v. Storia di Milano , 20 voli., Fondazione Treccani, Roma 1953 e sgg., XVI, p. 519). Per l'elenco completo delle opere di Cima a stampa e manoscritte si può consultare A. Monti: Andrea e Giovan Paolo Cima , musicisti a Milano tra i secoli XVI e XVII, Università cattolica di Milano, Facoltà di magistero, a.a. 1966-67, relatore prof. G. Vecchi; la tesi purtroppo è priva di valore per quello che ri- guarda la biografia di Cima, in quanto la dottoressa non poté studiare le lettere di Cima, conservate allo- ra in S. Maria presso S. Celso e in quegli anni non consultabili.

2 Archivio di Stato di Milano, Cartella «Dono Cima». Si tratta di lettere che riportano risultati di ricerche effettuate per stabilire l'albero genealogico di alcuni Cima vissuti nella seconda metà dell'Ottocento. Già questi studiosi si lamentavano della mancanza di no- tizie su Giovan Paolo Cima. Da questi studi risulta comunque che la famiglia Cima proveniva o da Cin- goli, nelle Marche, o dal lago di Como; nonno del nostro fu un Giovan Paolo morto nel 1540, padre fu un Giulio Cesare morto nel 1580.

3 Cima appartenne alla parrocchia di S. Lorenzo al- meno dal 1599 alla morte: cosi risulta dall'atto di bat- tesimo di un suo figlio (v. doc. 1) e dal suo testamento (Archivio di Stato di Milano, Archivio notarile, no- taio Francesco Giusti, filza 25527, atti 2283 e 2284, del 18 settembre 1630).

4 V. nota 3. 5 Archivio diocesano di Milano, Archivio di S. Maria presso S. Celso, Libri debiti-crediti, giugno 1630.

6 La chiesa di S. Maria presso S. Celso, tuttora esistente in corso Italia, venne costruita a partire dalla fine del Quattrocento e arricchita soprattutto tra Cinquecento e Seicento. Al tempo di Cima la chiesa aveva un or- gano, nominato più volte nei libri di amministrazio- ne (in particolare in data 29 marzo 1597 il libro dei pagamenti registra un intervento di Costanzo Ante- gnati), o forse anche due (v. nota 9: nella lettera del 1605 Orazio Nantermi dice di fare anche l'organista nell'occasione di musica a due cori).

7 Archivio diocesano di Milano, Archivio di S. Maria presso S. Celso, Libri debiti-crediti dal 1604 al 1630.

8 Secondo le edizioni a stampa, Ottavio Bariola fu or- ganista di S. Celso fino al 1594.

35

JjfL' , fo /-'/A /tfahiyt"

iaU £ cl«*- k*. n/!«>

fydtL faon, ¡h Lù A' f ^

ft- S ̂ /f*

'(xl $eu> õ -jijfy

Â'AL^ /"!A-yu'

■ û ^ - - ' J / /

Jjd Î,mI> Qih*. ,aß-trir* À'ufr*. JLmJv

Qa fa ■ ~

Jjv/K JL/lk LdC'J J fo Cf> >*-*-

JW- U. /• Cçhf y ' tť

/ //Lo{p& $ e JJbfy ^

I pa4U> I ' $ I ^AS4U- ¿ f -z: U> I ßUfU tuf • ¿ÍLÍC* ^

( JUL "¿¿hu-z*. "2J. I PASC** ( /¿vkyißOo a *

Ricevuta autografa di F. Lomazzo e sottoscrizione autografa di G.P. Cima (doc. 3)

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 6: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

L'A V T O R E

ALLI BENIGNI LETTORI-

§S®^^PfgÌ RE GO Vi Gentililfimi Signori, che per voftro

Mj diletto vorrete cantare quefti miei Concertini, (il »I che lia detto Iòlo per mia lòdisfattione , non per- Iffl ch'io pretenda d'iniègnare ad alcuno) mi facciate

|fflj «Ssäffi gratia di cantarli come danno , con quello mag- giore affetto, chefia poílibile. Et fe pure alli leg- giadri cantanti piaceflfe d accrelcerli qualche coia;

per cortefialo faccino iòlo ne gli accenti, e trilli. Mi fàuoriranno anco li valenti Organifti quando fonaranno quefti miei ( loia coiu Ballo , & Soprano) accompagnarli con le parti di mezo coti quella^ maggior diligenza che fia poílibile, perche gli accompagnamenti grati'fan grato ilCanto. Etlcuoprendopalfialquanto licenriolì, co- rderino le parole, ouerol'affetto della Mulica, che troueranno effer fatta ogni cola con lano giuditio . Et benché nel Partito in molti luo-

ghi ci lia no le gta rie, co me Hanno nelle parti ; L'ho fatto acciò fi veg- ga lo Itile ; oltreché anco è di molto agiato al Cantore fuonargli tal volta l'ornamento. Ma per lo più giudicarci eflere bene, toccare lolo il fermo, rimettendomi però del tutto al perfèttiûimogiudicio loro, col cua le Urinando degna di luce quella opera mia, ne lia data ogni lode iòlo all'Altillima Maeftà di Dio, liberalismo Donatore di tut- te le gratie. Viuctc felici.

G. P. Cima: «Concerti ecclesiastici à 1. 2. 3. 4. 5. & 8. voci», eredi di Simon Tini & Filippo Lo mazzo, Milano 1610

9 Come per lo stesso Cima, anche per Orazio Nanter- mi, per suo padre Filippo e per suo figlio Michelan- gelo, i repertori biografici riportano notizie lacunose o errate. Consultando i Libri debiti-crediti di S. Ma- ria presso S. Celso e le lettere di Orazio e di Miche- langelo conservati nell'Archivio diocesano (Archivio di S. Maria presso S. Celso, Chiesa. Musica e can- tanti in generale, 1606-1800 , cartella 10; Libri debiti- crediti fino al 1608) possiamo dare questa prima ri- costruzione della vita dei tre musicisti: Filiberto Nan- termi fu maestro di cappella in S. Maria presso S. Celso probabilmente dal 1568 (dopo Simon Boyleau) per trentacinque anni, e mori nel marzo 1605; negli ultimi anni di vita riceveva tutti i mesi una piccola somma «per benemerito della sua longa servitù»: una specie di pensione; Orazio iniziò a lavorare nella chie- sa intorno al 1570 operandovi fino alla fine del 1607; prima che Filiberto fosse meno a riposo, padre e fi- glio furono entrambi, anche se non ufficialmente, maestri di cappella, e questo causò disordini all'in- terno dell'istituzione, come è testimoniato da una let- tera del cantore G.P. Candiano (Archivio diocesano di Milano, Archivio di S. Maria presso S. Celso, Chiesa. Musica e cantanti in generale, 1606-1800 , car-

tella 10); Michelangelo, virtuoso di chitarrone, lavo- rò come cantore in S. Maria presso S. Celso dal 1593 alla fine del 1607; da una edizione a stampa nel 1609 risulta essere organista in S. Lorenzo a Milano. Nel dicembre 1607 Orazio e Michelangelo furono licen- ziati; nei Libri debiti-crediti , in data 31 febbraio 1608, a Orazio «qual hera maestro di capella» e a Miche- langelo viene pagato anche gennaio e febbraio 1608 «per benservito per la sua longa servithú». I motivi di questo licenziamento non sono chiari: nella secon- da lettera sotto trascritta Orazio parla di «male rela- tioni fattale da suoi emoli»; forse (cfr. anche doc. 4) si trattò di rivalità proprio con Giovan Paolo Cima. Trascriviamo due lettere di Orazio Nantermi parti- colarmente significative, anche per la vita di Cima: <1605) «Illustrissimi signori, il fidelíssimo servo delle signorie vostre Horatio Nantermi, maestro di capel- la nella chiesa di Nostra Signora apresso Santo Cel- so, havendo già un pezzo fà ricevuto il carico di reggere la musicha, et non avendo mancato di fare con ogni affetto di core quanto dalle illustrissime si- gnorie loro gli è statto commandato, gli fu però pro- messo che alle fatiche sue haverebbono havuto risguardo, ma che per all'hora s'accontentasse di

quello che haverebbono ordinato, et questo anco per gratificare la longa et fedel servitù della felice memo- ria di mastro Filiberto suo padre. Hora essendo già per il spatio de dieci mesi che il detto suo padre è an- dato di questa a miglior vita, è stato sforzato, per il stimolo delle fatiche sue, havendo insieme posposto ogni sorte di utile per il desiderio che hà di servire compitamente, à raccordargli della sua bona volun- ta et promessa, supplicandole humilmente si degni- no di accresergli salario tale che egli possa con maggior animo proseguire la debita servitù sua, con- siderando la longa et fedel servitù d'anni 35 conti- nui, et hora che li bisogna tralasciare li suoi proprii guadagni per affaticarsi sempre in comporre cose no- ve; et poi nella capella serve assiduamente non ostante per maestro ma ancora per cantore et organista nel- l'occasione di fare a due chori, si che il tutto consi- derato spera dalle benignissime mani delle illustrissime signorie loro essere consolato.» < 1608) «Molto illustri signori, il fedele servitore delle signorie vostre molto illustri Horatio Nantermi spe- ra eh 'a quest 'hora per Dio gratia quelle sarano re- state a'bastanza assicurate della riverenza e fedeltà con la quale hà continuamente servito cotesta santa casa, e disingannate insieme delle male relationi fat- tale da suoi emoli, per le quali fù fatto resolutione di sospendere la capella della solita musica. Perciò il supplicante all'incontro, certificato dell'integrità e candidezza dell'animo de loro signori, i quali per in- nata nobiltà e grandezza sogliono tenere perpetua protettione e defesa de suoi vecchi e fedeli servitori, ricorre da quelle humilmente, supplicandoli restano servite fare quel maggior conto di lui che richiede l'honore et qualita sua, poiché, doppo si longa et gra- ta servitù già continuata dal padre per anni 35, dal supplicante per anni circa 40 et dal figliolo per anni 14, per la quale in diversi tempi hanno sempre po- stposto ogn'altra honorata occasione, il ritrovarsi poi adesso in un subito fuori porge materia al mondo di credere che egli per suoi demeriti sia gionto a questo termine, per il che patisse estremo danno nell'animo, nella reputatione et nel guadagno ancora, cosa mol- to aliena et lontanissima dalla generosità et clemen- za delle signorie vostre molto illustri dalle quali spera in ciò opportuna et honorata consolatione». Quest'ultima lettera, scritta da Orazio dopo il licen- ziamento suo e del figlio, è un tentativo di essere rias- sunto e in tal senso va ricollegata forse alla lettera di Cima del 1608 (doc. 4 e nota relativa).

10 Alessandro Saviolo fu maestro di cappella dal 29 maggio 1611 al 9 febbraio 1614 (v. Libri debiti- crediti ); all'Archivio diocesano, Archivio di S. Ma- ria presso S. Celso, Chiesa. Musica e cantanti in ge- nerale , 1606-1800 , cartella 10, esiste una lettera in cui Saviolo chiede al capitolo un documento che attesti il suo operato nella chiesa.

11 Libri debiti-crediti fino al 1605. 12 Cima, oltre a occuparsi dell'organico stabile del co-

ro, doveva procurare cantori per rafforzare il coro nell'occasione della festa dell'Assunta, solennità mas- sima della chiesa di S. Maria presso S. Celso. Attra- verso i libri dei pagamenti e i Libri debiti-crediti della chiesa conservati all'Archivio diocesano di Milano si può ricostruire quasi completamente la composizio- ne della cappella musicale di S. Maria presso S. Cel- so nei secoli; per notizie più precise si veda D. Borroni: L'Archivio musicale della chiesa di S. Ma- ria presso S. Celso in Milano , Università statale di Milano, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1983-84, relatore prof. F. Degrada; purtroppo non ci è stata permessa la consultazione della tesi.

13 Giovan Paolo Cima ebbe due figli cantori in S. Ma- ria presso S. Celso: Giulio Cesare soprano da dicem- bre 1616 a dicembre 1618, e Carlo Antonio, nominato nei documenti 7 e 8, cantore da luglio 1621 a genna- nio 1626; fu soprano fino al 1625; nel novembre e dicembre 1625 nei Libri debiti-crediti vicino al suo nome si trova scritto: «non saprei che parte faccia perché ha perso il soprano molti mesi suono»; nel gennaio 1626 si licenzia. Per altre notizie sui figli ve- di nota 29.

14 Vedi nota 9. 15 Vedi nota 29 16 La cartella contiene le lettere degli organisti, maestri

di cappella e cantanti al capitolo di S. Maria presso S. Celso dal 1566 (lettere dal 1566 al 1568 di Simon Boyleau, che dalle edizioni a stampa risulta essere in S. Maria presso S. Celso almeno dal 1564, e che fu

36

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 7: Giovan Paolo Cima organista nella Madonna di S. Celso in Milano: documenti inediti dell'Archivio diocesano di Milano

maestro di cappella anche nel duomo di Milano dal 1551 al 1557 e dal 1572 in poi) alla metà dell'Ot- tocento.

17 Come già detto si tratta di Ottavio Bariola. 1 8 La lettera è confermata dal Libro debiti-crediti in da-

ta 30 aprile 1606: Cima, che fino a quel momento aveva un salario di 456 lire annue, avrà d'ora in poi e fino al 1618 un salario di 600 lire all'anno, con l'ob- bligo della messa e del Salve al sabato.

19 Filippo Lomazzo fu un importante stampatore di musica in Milano; si conoscono sue stampe dal 1600 al 1630 (nel periodo tra 1603 e 1612 lavorò in socie- tà con l'erede di Simon Tini). Cima stampò presso di lui alcune sue opere (vedi nota 1). Abbiamo tro- vato però nel Libro debiti-crediti di S. Maria presso S. Celso un pagamento a Filippo Lomazzo in data 13 aprile 1597 («a Filippo Lomazzo libraro per di- versi libri dei musici fatti per adoperare nella chiesa lire 94»), purtroppo senza la lista dei libri venduti; questo pagamento conferma comunque che Lomaz- zo già nel 1597 era, se non stampatore, almeno ri- venditore di libri di musica. Un altro pagamento a Lomazzo di 5. 10 lire «per due copie de libri ha otto per l'organista» è registrato nel Libro debiti-crediti di S. Maria presso S. Celso in data 2 maggio 1608. Per l'elenco completo delle stampe conosciute di Lo- mazzo vedi M. Donà: La stampa musicale a Mila- no fino all'anno 1700, Firenze 1961.

20 Una sirena a due code era la marca tipografica di Lomazzo.

21 G.B. Chiesa era l'amminsitratore della chiesa in que- gli anni.

22 L'identificazione delle opere è la seguente: Orazio Scaletta: in The new Grove , s.v., e in M. Donà: La stampa musicale a Milano cit., è attesta- to un libro di Mottetti , conservato in una collezione privata in Germania; Enrico Radesca: Messe a quattro voci, presso erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1604; Benedetto Regio (o Re): Missarum ac sacrarum cantionum quinqué & octo vocibus conci- nendorum liber primus , presso erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1607; Giuseppe Belloni: Missa- rum quinqué vocibus liber primus, presso erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1603; Ludovico Gros- si da Viadana: Concerti ecclesiastici , 2° libro, Ve- nezia 1607; Orfeo Vecchi: Magnificat 5 vocibus liber I, presso A. Tradate, Milano 1603; Simone Mo- linaro: Il primo libro de magnificat à quattro vo- ci, presso erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1605; Orfeo Vecchi: in M. Donà: La stampa mu- sicale a Milano cit., è attestato un Psalmi totius an- ni, presso erede di S. Tini e F. Lomazzo, Milano 1601 (ristampa) e in The new Grove, s.v., è attestato un Hymni totius anni, Milano 1600. Si tratta di musi- che sacre di compositori per lo più lombardi e con- temporanei di Cima, che fece acquistare questi libri per eseguirli durante le funzioni.

23 La somma è di lire 14, perché 20 soldi equivalgono a 1 lira; in effetti poi a Lomazzo sono consegnate lire 13 e soldi 10 conseguenti a uno sconto di 10 sol- di, come si ricava dalla ricevuta e dal Libro debiti- crediti, in cui risultano dati all'amministratore in da- ta 1 dicembre 1607 lire 13.10 per Filippo Lomazzo «per tanti libri di musicha consegnati ha ms. Gio. Paollo».

24 Per le vicende dei Nantermi vedi la nota 9. 25 S'intende evidentemente la cappella con organista e

maestro di cappella; nel 1618 ormai da diversi anni Cima svolgeva entrambe le funzioni.

26 Uno scudo equivaleva a 6 lire; vedi documento 2. 27 Come già detto, Cima svolse le funzioni di maestro

di cappella dal 1608 al 1611 e dal 1614 alla morte. 28 II Libro debiti-crediti in data 10 giugno 1618 regi-

stra la concessione di un salario mensile di 56 lire - conseguente all'aumento di 6 lire al mese - con la clausola che il suo salario tornerà a essere di 50 lire mensili se si rifarà «capela compita», cioè se si no- minerà un maestro di cappella.

29 Quella di Cima fu una famiglia di musicisti. Oltre al fratello Andrea, compositore e organista in S. Ma- ria alla Rosa in Milano (per cui si può consultare la tesi citata nella nota 1), Giovan Paolo Cima ebbe due

Ricevuta autografa di G.P. Cima per un anticipo sul salario (doc. 11)

figli cantori (vedi nota 13) e un figlio, Giovanni Bat- tista, organista in S. Nazaro a Milano, poi maestro di cappella nella cattedrale di Como fino al 1641; mo- ri a Sondrio nel 1654; G. Borsieri: Il supplemento della nobilitò di Milano cit., lo dice anche «astrolo- go e fisionomo». In The new Grove, s.v., si ignora il rapporto di parentela tra Giovan Paolo e Giovan Battista Cima: i documenti da noi ritrovati mostra- no indubitabilmente che Giovan Battista fu figlio di Giovan Paolo. In questa lettera Cima afferma di avere sei figli. Nei documenti da noi ritrovati - atto di battesimo di un figlio di Cima (doc.l), Libri debiti-crediti di S. Maria presso S. Celso (v. nota 13); testamento di Ci- ma (vedi nota 3; nell'atto 2283 si legge: «[...] Iohan- nes Baptista et Iulius [...] filii et heredes universales equis portionibus Iohannis Pauli [...]» e nell'atto 2284: «[...] relictis Iohannes Baptista Cima et Iulio fratribus, eius filiis legitimis et naturalibus, altero an- norum triginta trium, altero vero vigintiduorum vel circa [...]»); status della famiglia Cima dopo la morte di Giovan Paolo (doc. 13) - ricaviamo i seguenti nomi dei figli: Sebastiano, nato il 19 febbraio 1599; Giulio Cesare, nato nel 1611, cantore dal 1616 al 1618, poi orefice, nominato nel testamento paterno come figlio naturale; Carlo Antonio, cantore dal 1621 al 1626; Giovanni Battista, nominato nel testa- mento del padre come figlio legittimo, nato nel 1596. Per i nomi degli altri due figli dobbiano rifarci a un appunto contenuto nella già citata Cartella «Domo Cima» (vedi nota 2), che dice: «Giovanni Paolo Ci- ma della parrocchia di S. Lorenzo colla di lui mo- glie Bianca ebbe i seguenti figli: Angela Francesa nata il 22 marzo 1595, Giovanni Battista nato il 19 giun- go 1596, Carlo Antonio nato il 21 settembre 1608, Ottavio Francesco nato il 9 ottobre 1613». Le date di questo appunto confermano i documenti del tem- po e per la loro precisione si rifanno evidentemente a atti di nascita ora non più reperibili. L'assenza in questo elenco del nome di Giulio conferma la sua na- scita illegittima, e cosi per Sebastiano, che dal docu- mento 1 risulta nato da Elena e non da Bianca.

30 Un ducatone imperiale equivaleva a sei lire.

31 II Libro debiti-crediti in data 16 aprile 1619 confer- ma che si prestarono a Cima 189 lire: cosi fino al marzo 1620 il suo salario, per pagare il debito a ra- te, scese a 40 lire circa.

32 Si tratta di Carlo Antonio; vedi nota 13.

33 Si tratta di Ludovico Crivello, che iniziò a lavorare nel febbraio 1619 a 14 lire al mese, e dal marzo 1620 fino al 1621 ebbe un salario mensile di 18 lire (cfr. Libri debiti-crediti ).

34 Carlo Antonio Cima, vedi nota 32. 35 Vedi nota 33. 36 Nel Libro debiti-crediti in data 31 luglio 1621 non

risulta effettivamente nessun pagamento a Carlo An- tonio Cima, come lamenta il padre in questa lettera; ma sotto, in data 29 agosto 1621, viene data questa giustificazione: «Carlo Cima soprano cetato dal ve- nerando capitulo con darli lire 12 hogni mese, ma non ha pigliato il salario di luglio perche pretendeva magior salario [vedi doc. 7] et alli 29 agosto il vene- rando capitulo ha hordinato che se li dia lire 12 ho- gni mese sino calendo di novembre del presente anno 1621 et puoi da calendo novembre avanti lire 14 ho- gni mese per il suo salario».

37 Carlo Antonio Cima. 38 Non esistono pagamenti a questo Antonio Maruto,

che evidentemente non fu assunto. 39 Vedi nota 33. 40 Vedi nota 26. 41 Brenna lavorò, secondo i Libri debiti-crediti, dall'a-

prile 1627 al maggio 1629: quindi non fu licenziato nel 1627.

42 Vedi il documento 6. 43 L'amministratore della chiesa. 44 Cima chiede l'anticipo in giugno, ma gli viene con-

cesso solo in settembre; il prestito è confermato dal Libro debiti-crediti nel settembre 1628.

45 L'espressione, che si trova in altre lettere di cantori di S. Maria presso S. Celso di questo periodo, si ri- ferisce alla carestia che colpi il milanese prima dello scoppio della peste. Anche la chiesa si trova in diffi- coltà nel pagare gli stipendi.

46 Vedi nota 29. 47 Vedi nota 30.

37

/Jo ¿«fe/eje*

*( " <^st /C-e ly-est'

¿HA yCKI« ¿»y- Pau-* Uyf'

stk cf-v sr*-fi4

O'S--

"tn -

This content downloaded from 195.34.79.176 on Wed, 18 Jun 2014 09:32:20 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions