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Gottfried W. Leibniz2
1646 - 1716
1Leibniz afferma con grande energia due
precise convinzioni: il mondo è
2Che il mondo sia ordinato, però, non significa che esso sia necessario.
ordinato e la nostra ragione puòcomprendere tale ordine.
4Abbiamo individuato importanti “paroleAbbiamo individuato importanti paroled’ordine”, parole assai ricorrenti: ordine,ragione, necessità, libertà. Se ripensate aPascal e a Cartesio possiamo aggiungerne
3La necessità infatti elimina ogni p gg g
delle altre: Dio, fede, matematica e fisica,anima e corpo...
La necessità, infatti, elimina ogni idea di libertà, cosa che Leibniz ritiene del tutto inaccettabile.
Nel corso della sua lunga vita Leibnizassistette allo scontro titanico fra l’anticatradizione e la nuova filosofia: egli cercò difar cessare la guerra attraverso lostrumento della sintesi, della conciliazione.
Gottfried W. Leibniz1
un uomo di pace e di sintesi
1Leibniz è unanimemente consideratol’ultimo, grandioso esempio di geniouniversale: dedicandosi ai campi più
2Il suo tentativo fallirà, pur dando frutti estremamente fecondi:universale: dedicandosi ai campi più
disparati – egli fu filosofo, matematico,fisico, ingegnere, storico, ma anchegiurista, diplomatico, glottologo e
frutti estremamente fecondi: inventore del calcolo infinitesimale, precursore dell’informatica e dell’intelligenza artificiale ma anchegiurista, diplomatico, glottologo e
persino magistrato – tenne semprefede alla sua ambizione di sintesi.
dell intelligenza artificiale, ma anchedi fondamentali concetti dellapsicologia scientifica come quello di“inconscio”inconscio .
Leibniz pagherà il suo fallimento, vittima della grandezza del suo gintelletto come delle sue spropositate ambizioni: morirà solo, abbandonato da tutti.
Gottfried W. LeibnizVita
1Nato a Lipsia, verso la fine della Guerra dei Trent’anni e delle sue devastazioni
2Apprende il latino nei testi rinvenutidei Trent anni e delle sue devastazioni,
rimane orfano di padre già a sei anni.Apprende il latino nei testi rinvenuti nella biblioteca paterna, affronta lo studio della matematica, della filosofia scolastica e del greco: tuttofilosofia scolastica e del greco: tutto da autodidatta.
Non ancora quattordicenne si iscrive3
Indeciso se restare fedele alla Non ancora quattordicenne si iscriveall’università di Lipsia, ottiene la laurea in filosofia due anni dopo. Prosegue gli studi a Jena, dove si
Indeciso se restare fedele alla“vecchia cultura” o dedicarsiinteramente alla nuova scienza, Leibniz decide di stare nel mezzo, g g ,
laurea in matematica e in giurisprudenza.
,credendo di poter realizzare una loroconciliazione.
Gottfried W. LeibnizVita
1All’anno 1666 risale il suo scritto De
b l d2
Pur continuando ad attendere aiarte combinatoria, geniale trattato di logica matematica e primo esito di uno dei progetti cui si dedicherà per tutta la it l’i i di li
Pur continuando ad attendere ai suoi studi, Leibniz inizia una carriera in ambito diplomatico. Si trova presto coinvolto in importantissimevita: l’invenzione di una lingua
universale in grado di esprimere tanto la realtà quanto il sapere che la riguarda in termini rigorosamente
presto coinvolto in importantissime questioni di carattere politico e culturale: dal piano di unificazione di tutte le chiese cristiane allariguarda in termini rigorosamente
logici e matematici, in modo da evitare ogni possibile fraintendimento o dubbio
di tutte le chiese cristiane, alla tentata organizzazione di una nuova crociata contro i Turchi, fino alla promozione della scienza tramite la dubbio. pcreazione di numerosi istituti di ricerca.
Gottfried W. LeibnizVita
1Tra il 1675 e il 1676 Leibniz elabora la
2Alla fine del 1676, diviene
teoria del calcolo differenziale ed integrale (a lui, fra l’altro, si deve l’utilizzo del termine “funzione”),
bbli d ò l t l
,bibliotecario del duca di Hannover, lavorando per questa casata come storico, compiendo numerosi viaggi
pubblicando però le sue scoperte solo nel 1684.
per ricostruire la storia della dinastia Hannover. Nel 1692, anche grazie a Leibniz, il duca ottenne la carica di Grande Elettore.
Gottfried W. LeibnizVita
1Verso la fine del ‘600 Leibniz è ormai l b ò (f )
2celebre e può vantare (forse) l’acquisizione di un titolo nobiliare, incarichi di grandissimo prestigio, numerosissimi titoli accademici una
Nonostante i moltissimi impegni, Leibniz continuò le sue ricerche che restano affidate a frammenti
numerosissimi titoli accademici, una corrispondenza fittissima con i più importanti filosofi e scienziati dell’epoca
inediti, saggi incompiuti e anche all’immenso epistolario.
Citi f l d l idell epoca. Citiamo, fra le opere da lui pubblicate, il Discorso di metafisica(1685), I nuovi saggi sull’intelletto umano (1704) i Saggi di teodiceaumano (1704), i Saggi di teodicea(1710) e la Monadologia (1714).
Gottfried W. LeibnizVita
1 2Alla sua morte nel 1716 Leibniz eraGli ultimi anni della sua vita furono
poco felici. Nel 1699 due allievi di Newton
L ib i di l i
Alla sua morte, nel 1716, Leibniz era ormai solo: nessuno ritenne di doverne commemorare la scomparsa neppure l’Accademiaaccusarono Leibniz di plagio
relativamente all’invenzione del calcolo. La polemica fra i due scienziati fu assai
scomparsa, neppure lAccademia delle scienze di Berlino, da lui fondata...
La polemica fra i due scienziati fu assai aspra, ma Leibniz si trovò privo di appoggi politici, soprattutto da parte del duca di Hannover divenuto re di
Ancora oggi, seppure considerato fra i più grandi intelletti di ogni tempo, la sua tomba è del tutto del duca di Hannover, divenuto re di
Inghilterra (Giorgio I) nel 1714.p ,
anonima, come quella di un uomo qualunque...
Gottfried W. LeibnizLeibniz e Newton
1È, preventivamente, opportuno un piccolo confronto fra Leibniz e Newtonpiccolo confronto fra Leibniz e Newton, per mettere in luce la differentepersonalità dei due grandi scienziati.
2Le scoperte matematiche e fisiche di Newton furono suggerite dallodi Newton furono suggerite dallo studio di problemi particolari e non da una prospettiva filosofica unitaria. Leibniz, a sua volta matematico e fisico, tende invece a inquadrare queste discipline in un sistema che va ben al di là della portata teorica e pratica di queste singole discipline.
Gottfried W. LeibnizL’ordine del mondo
1Il concetto di ordine è espresso da 2
Se qualcuno si trovasse per esempio a Leibniz nel Discorso di metafisica
“ Nulla accade nel mondo che sia
Se qualcuno si trovasse, per esempio, a segnare a caso su un foglio di carta deipunti, sarebbe sempre e comunquepossibile trovare una linea geometrica
assolutamente irregolare e non si può neppure immaginare nulla di simile... ”
possibile trovare una linea geometrica(cioè un’equazione) la cui nozione siacostante ed uniforme che li tocca tutti.
33
“ ...Così si può dire che in qualunque modo Dio avesse creato il mondo, il mondo
sarebbe stato sempre regolare e fornito di un ordine generale ”sarebbe stato sempre regolare e fornito di un ordine generale
Gottfried W. LeibnizDue diverse nozioni dell’ordine del mondo
1Al di là d ll t ti li i
2Per Spinoza (del quale nonAl di là della tematica religiosa –
Leibniz si dichiarava cristiano, anche se per lo più era ritenuto ateo – l’idea di ordine di Leibniz è diversa da quella di
Per Spinoza (del quale non parleremo) c’è un solo ordine, univoco e necessario. Questo ordine è Dio stesso (ciò che Spinoza chiamaordine di Leibniz è diversa da quella di
Spinoza.
è Dio stesso (ciò che Spinoza chiama “Sostanza”: anche Spinoza, pur parlando in continuazione di Dio, era da tutti ritenuto ateo). )
Per Leibniz c’è, invece, sempre e solo la possibilità di rintracciare un
3Quest’ordine, quale che sia, non è necessitato dall’inizio, ma è sempre
ordine (anche se magari, in pratica, non si riesce a farlo!), quali che siano il disordine e la confusione
necessitato dall inizio, ma è semprefrutto di una scelta. Leibniz presentaDio stesso come colui che ha scelto tragli infiniti ordini possibili dell’universo il
della situazione. g pmigliore, il più perfetto.
Gottfried W. LeibnizPRIMO PASSAGGIO
La characteristica universalis
PRIMO PASSAGGIOIl mondo è ordinato, dunque, ma come apprendere ed esprimere tale ordine?
Insomma: il mondo sarà davvero razionalmente comprensibile nel suo essere ordinato quandoordine?
Serve una lingua universale, cioè un sistema algebrico capace di rendere possibile, attraverso calcoli, la verifica
suo essere ordinato, quando avremo costruito una lingua davvero capace di descriverlo senza ambiguitàpossibile, attraverso calcoli, la verifica
di ogni tipo di affermazione riguardante ogni aspetto della realtà.
ambiguità.
SECONDO PASSAGGIOOccorre una arte combinatoria – ars
TERZO PASSAGGIOLa costruzione di una enciclopedia del
inveniendi – capace, partendo da eventi noti, di scoprire nuove relazioni fra loro. In altre parole: occorre un
psapere matematicamente fondata.
metodo per applicare la lingua universale.
Gottfried W. LeibnizLa characteristica universalis
Un’ipotesi ben precisa sta a fondamento della possibilità di una
tt i ti i l il icaratteristica universale: il pensiero razionale e il mondo fisico sono composti da elementi semplici, non ulteriormente riducibili la cui
Cosa vuol dire, infatti, “conoscere la realtà”? V l di l i iulteriormente riducibili, la cui
combinazione produce tutto il resto.Vuol dire scomporla nei suoi elementi primi (analisi), elementi dai quali derivare poi (sintesi) l’infinita serie delle relazionil’infinita serie delle relazioni possibili fra essi. Alcune di queste relazioni corrisponderanno a cose realmente esistenti altre no
Detto in un altro modo ancora: è necessario scoprire e conoscere
realmente esistenti, altre no.compiutamente quel fondamento che dà origine a ogni cosa: l’attuale speranza, o sogno, di una “teoria
”del tutto”.
Gottfried W. LeibnizLa characteristica universalis
Prendiamo un esempio banale: l’alfabeto. C di l tt
Ecco: ma quali dovrebbero essere i caratteri, le lettere, gli elementi semplici della lingua universale?
Con un numero di lettere relativamente piccolo è possibile creare discorsi di qualsivoglia complessità: basta combinare le lettere fra loro in
Leibniz valutò diverse possibilità, sino a soffermarsi sui numeri, in particolare i numeri primi, e i segni d ll’ l bbasta combinare le lettere fra loro, in
modi sempre più lunghi e complessi.dell’algebra.
Nonostante ciò le intuizioni di Leibniz sarannoLeibniz non riuscirà mai a creare la sua lingua universale, né ci riuscirà qualcuno dopo di lui. Quali sono gli elementi
Nonostante ciò, le intuizioni di Leibniz saranno riprese da numerosi matematici contemporanei. In particolare Kurt Godel, da molti considerato
primi? Secondo quali regole si combinano? A tutt’oggi, non conosciamo alcuna risposta chiara a queste due
il più grande matematico del ‘900, partendo proprio dai numeri primi elaborerà un processo noto come aritmetizzazione, utilizzato per la dimostrazione di importantissimi teoremi indomande (ammesso che una risposta ci
sia).
dimostrazione di importantissimi teoremi in svariati campi della matematica.
Gottfried W. LeibnizLa characteristica universalis
Se noi possedessimo la caratteristica universale, cioè se sapessimo quali sono gli elementi primi / fondamentali del pensiero e se conoscessimotutte le regole di combinazione / calcolo fraquesti elementi, allora potremmo teoricamenteprendere in considerazione e arrivare aprendere in considerazione e arrivare a conoscere non solo tutte le cose esistenti, nelpensiero e nel mondo, ma anche tutte quellepossibili.
Gottfried W. LeibnizUna partita a scacchi
Fondamentali per Leibniz sono le nozioni di NECESSITÀ, ESISTENZA e POSSIBILITÀ.
Proviamo a descrivere i tre concetti con una semplice immagine na partita diimmagine: una partita di scacchi.
Gottfried W. LeibnizUna partita a scacchi
Siamo a inizio partita: nessuna mossa è stata compiuta.POSSIBILITÀ
Come si svolgerà la partita?
Non siamo in grado si stabilirlo a priori: le possibili partite sonoinfinite.
Gottfried W. LeibnizUna partita a scacchi
L’i fi ità d ll tit è òL’infinità delle partite è, però, “dominabile”: noi infatti conosciamo le regole secondo le quali necessariamenteogni partita di scacchi si svolge
NECESSITÀogni partita di scacchi si svolge...Questo significa che possiamo descrivere correttamente una qualunque delle infinite partite possibili anche unainfinite partite possibili, anche una partita che nessuno ha mai realmente giocato.
Insomma: vi sono infinite partite possibili e non siamo in grado di “sperimentarle” tutte, ma questo non è un problema!
Il fatto che esse siano sottoposte a regole necessarie ci permette di comprendere il gioco degli scacchi in maniera perfettadegli scacchi in maniera perfetta.
Gottfried W. LeibnizUna partita a scacchi
Alla fine, a partita conclusa, uno dei due giocatori avrà vinto, oppure ci sarà stato un pareggiopareggio.A questo punto, le infinite possibilità saranno state scartate, tutte tranne una, la partita che realmente è stata giocata. A questa corrisponde
ESISTENZA
l’esistenza.
Se lasciamo perdere gli scacchi id i il d le consideriamo il mondo reale,
come stanno le cose?
Gottfried W. LeibnizLe verità di ragione
Innanzitutto: Leibniz è convinto che nelmondo reale, fisicamente esistente, non vi sia nulla di necessario.
Tutto ciò che esiste, poteva non esistere.Tutto ciò che è accaduto, poteva non accadere.
Che ne è dellanecessità?
Gottfried W. LeibnizLe verità di ragione
Se nulla fosse necessario, il mondoesistente non sarebbe comprensibile...
Non potremmo mai sapere il perché è fatto in un modo piuttosto che in un altro...
Ma c’è qualcosa di necessario! I principi della logica, per esempio, sono tali!
Gottfried W. LeibnizLe verità di ragione
Leibniz chiama “verità di ragione” tuttele affermazioni non solo vere ma anche Esse sono fondate sul principio di identità ille affermazioni non solo vere, ma anchenecessarie: il loro opposto è impossibile.
Esse sono fondate sul principio di identità, ilquale afferma che “ogni cosa è ciò che è”, e sulprincipio di non contraddizione.
Pur essendo per forza vere, le verità diragione non si riferiscono a qualcosa direalmente esistente!
Buoni esempi sono le proposizionidella matematica.
Gottfried W. LeibnizLe verità di ragione: esempi
1Un teorema, date certe premesse e date certe regole di inferenza è necessario
ConclusioneLe verità di ragione non siriferiscono a cose realmente
certe regole di inferenza, è necessario.
Dati gli assiomi, I postulati e le definizioni diEuclide il teorema di Pitagora è necessario
esistenti, ma strutturano l’interarealtà, esistente e possibile, rendendola comprensibile. Nello
Euclide, il teorema di Pitagora è necessario.Eppure nel mondo non esistono triangolirettangoli...
stesso modo in cui le regole degliscacchi strutturano tutte le infinite partite giocabili.
22Date le consuete regole dell’aritmetica, “17 + 16 = 33” è necessario. Si noti che il secondo membro dell’equazione non aggiunge nulla dinuovo a quanto specificato nel primo ma si limita a esplicitare ilnuovo a quanto specificato nel primo, ma si limita a esplicitare ilrisultato dell’operazione...
Gottfried W. LeibnizLe verità di fatto
Leibniz chiama “verità di fatto”, invece, i à di lverità di un altro genere.
Partiamo con un semplice esempio. L’enunciato “Giulio Cesare attraversò il Rubicone” è una verità di fatto e e u c ato G u o Cesa e att a e sò ub co e è u a e tà d atto enon di ragione perché:
1) Di fatto, realmente, Cesare attraversò il Rubicone.)
2) Il suo contrario (“Giulio Cesare non attraversò il Rubicone”) sarebbestato comunque possibile!
Gottfried W. LeibnizLe verità di fatto
Notate, inoltre, che in questo caso il predicato (“attraversò il Rubicone”) aggiunge al soggetto (“Giulio Cesare”) qualcosa che non era già implicito nella nozione di Cesare stesso.
“Gi lio Cesare attra ersò il R bicone” e “Gi lio“Giulio Cesare attraversò il Rubicone” e “Giulio Cesare non attraversò il Rubicone” sono entrambe affermazioni possibili, ma solo una di esse descrive ciò che realmente accadde.
Gottfried W. LeibnizEcco che le verità di fatto sono regolate non dai principi di
Le verità di fatto
Ecco che le verità di fatto sono regolate non dai principi di identità e di non contraddizione, ma dal principio di ragion sufficiente: ogni evento realmente accaduto deve avere in sé una ragione sufficiente ovvero qualcosa che permetta diuna ragione sufficiente, ovvero qualcosa che permetta di spiegare il perché accadde così e non in un altro modo, perché accadde questo e non quello.
Ora: perché Cesare attraversò ilRubicone? Detto in altre parole, quale fu la ragione sufficiente di tale
Forse Cesare voleva cogliere di sorpresaPompeo; forse in questo modo riteneva di non perdere la propria superiorità miliare; forse era la ragione sufficiente di tale
avvenimento storico? guidato dall’ambizione...
Gottfried W. LeibnizLe verità di fatto
Le possibili ragioni sono infinite e noi potremmo anche non conoscere affatto qualeo quali furono quelle che effettivamente mossero Cesare all’azione.
Potremmo, addirittura, non scoprirlo mai. Nonostante ciò, possiamo essere certi di una cosa: tale o tali ragioni sufficienti
i inecessariamente esistono.
Perché?
Perché nulla avviene a caso: tutto ciò che accade può essere, almeno in lineap ,teorica, spiegato. Per Leibniz, come detto in precedenza, il caso non esiste.
Gottfried W. LeibnizIl principio di continuità
Per Leibniz il mondo reale è sia libero che ordinato.
Ciò, a suo avviso, presuppone il “principio di continuità”.
La natura non fa mai salti: in tutti i suoi fenomeni si manifesta sempre tramite infiniti passaggi intermediinfiniti passaggi intermedi.
Ecco che in tutti i campi si può riconoscere continuità, e dunque un ordine, purché si sia in grado di prendere in considerazione le differenze minime o infinitesimesia in grado di prendere in considerazione le differenze minime, o infinitesime.
Questo vale in matematica, ecco l’invenzione del calcolo infinitesimale, ma anche in fisica classica (esempio: un oggetto che si sposti dalla posizione a alla posizione b occupa, successivamente, infinite posizioni intermedie) e persino quando si prenda in considerazione l’essere umano e la sua natural essere umano e la sua natura.
Gottfried W. LeibnizSolo la forza è sostanza
In accordo al principio di continuità, ecco che a parere di Leibniz la materia si puòdividere all’infinito.
Gli atomi, come enti indivisibili, non sono altro che comode astrazioni operate dalla nostra mente, inadeguate alla realtà.
Essi sono solo enti di ragione, non enti reali.
A fondamento della realtà fisica non ci sono atomi, ma neppure ci sono semplicemente delle leggi matematiche!
Queste, per quanto perfette, sono inevitabilmente astratte: possono rappresentareil mondo, non costituirlo!
Gottfried W. LeibnizSolo la forza è sostanza
Andiamo oltre: neppure lo spazio, il tempo e il movimento sono realtà sostanziali.
Lo spazio non è sostanza, cioè qualcosa di in sé e per sé sussistente, perché infinitamente divisibile. Tempo e movimento non sono sostanza perché dipendono dall’osservatore.
C i ?Cosa rimane?
Tutto viene ricondotto da Leibniz al concetto di forza (la stessa materia, a suo avviso altro non è che forza energia) Solo essa ha una realtà sostanziale e inavviso, altro non è che forza, energia). Solo essa ha una realtà sostanziale e, in quanto tale, si conserva.
Gottfried W. LeibnizSalviamo la libertà!
La forza è la vera realtà sostanziale di tutto ciòche esiste.Questa, però, va considerata in modo duplice!
Per Leibniz, il concetto di forza si esprime in una dimensione fisica, misurabile e prevedibile in termini matematici, certo, ma anche in una dimensione superiore, metafisica, e ciò serve a garantire la libertà.
Leibniz ammette che tutto, in natura si può spiegare in termini meccanici. Ma a questo aggi nge q alcosa! Perché? Perché altrimenti saremmo costretti ad ammettere che non esisteaggiunge qualcosa! Perché? Perché altrimenti saremmo costretti ad ammettere che non esiste libertà alcuna, che noi siamo macchine.
Ecco che, per Leibniz, i principi stessi della meccanica, della fisica, nascano da qualcosa che non p p p qè semplicemente, solamente fisico.
Gottfried W. LeibnizSalviamo la libertà!
L’elemento costitutivo del meccanicismo, riconosciuto nella forza, si rivela essere diorigine “spirituale”.
Il dualismo cartesiano fra res extensa e res cogitans viene così negato. Nell’universo non esiste veramente né estensione, né corporeità, né materia: tutto è forza, tutto è quindi spirito.
Solo se l’universo è costituito da elementi spirituali l’ordineSolo se l’universo è costituito da elementi spirituali, l’ordine che lo caratterizza sarà esso stesso di natura spirituale, cioè non necessario, ma libero.non necessario, ma libero.
Gottfried W. LeibnizDalla fisica alla metafisica
La forza, incorporea e priva di estensione, principio , p p , p pfondamentale della fisica, a livello metafisico si chiama, naturalmente, sostanza.
“Di è f l’ i ?” d d è ’ i i di i“Di cosa è fatto l’universo?”: questa domanda è, a tutt’oggi, priva di una risposta che i fisici considerino del tutto soddisfacente.
La risposta di Leibni era che l’universo è costituito da infiniti centri di forza (inLa risposta di Leibniz era che l’universo è costituito da infiniti centri di forza (in termini fisici), cioè da infinite sostanze individuali, che egli chiamò monadi (in termini metafisici).
Gottfried W. LeibnizLe monadi
Quali sono le caratteristiche delle monadi?
Le monadi sono sostanze semplici, cioè non composte da un aggregato di parti; esse non hanno estensione, né figura, né divisibilità alcuna: sono i veri “atomi” dellaesse non hanno estensione, né figura, né divisibilità alcuna: sono i veri atomi della natura.
Le monadi non possono avere un’origine fisica e una fine fisica: essendo semplici non possono formarsi per composizione (come accade per tutte le cose) né scomparire per dissoluzionescomparire per dissoluzione. Esse sono direttamente create, ed eventualmente distrutte, da Dio.
Gottfried W. LeibnizLe monadi
Quali sono le caratteristiche delle monadi?
Ogni monade è diversa da tutte le altre. Ciò significa che non vi sono, in natura, due esseri del tutto uguali, cioè che non siano caratterizzati da una differenza interiore.esseri del tutto uguali, cioè che non siano caratterizzati da una differenza interiore. Leibniz insiste su questo principio che egli chiama della identità degli indiscernibili.
Nella sua individualità irriducibile, la monade implica anche la massima universalità. Ogni monade infatti costituisce un determinato punto di vista sull’universo intero: essa è l’intero universo visto da un determinato punto di vistasull universo intero: essa è l intero universo visto da un determinato punto di vista.Immaginate una immensa città: quanti sono i punti di vista rispetto ai quali è possibile osservarla? Infiniti: questi punti di vista sono, appunto, le monadi.
Gottfried W. LeibnizLe monadi
Quali sono le caratteristiche delle monadi?
Nessuna monade comunica direttamente con le altre: essa non ha “finestre” attraverso le quali qualcosa possa uscire o entrare. q q pLe monadi si modificano solo in virtù di un principio interno e, in esse, ognimutamento avviene per gradi infinitesimi. Ogni monade, pur essendo priva diparti, consiste in una serie infinita e infinitamente mutevole di stati.
Ogni singolo stato monadico è quello che Leibniz chiama percezione. Invece ciò che chiama appercezione, quello che noi chiamiamo “autocoscienza”, è caratteristica solo delle monadi che costituiscono la sostanza individuale di uncaratteristica solo delle monadi che costituiscono la sostanza individuale di un essere umano.
Il principio, interno alla monade, che opera il passaggio da una percezione all’altra è l’appetizione.
Gottfried W. LeibnizLe monadi
Quali sono le caratteristiche delle monadi?
Tutto è fatto di forza, cioè di monadi: la mera materia, le piante, gli animali, l’uomo... Dio stesso è una monade.
Le monadi – infinite, eppure tutte diverse fra loro – si possono disporre in una sorta di gerarchia, dalle meno perfette alle più perfette.
Una monade è tanto più perfetta quanto più chiare e distinte, quanto più consapevoli sono le sue percezioni.
Gottfried W. LeibnizLe monadi
Quali sono le caratteristiche delle monadi?
E tt t l d Di l di di i f i llEccettuata la monade suprema, Dio, le monadi di maggior perfezione sono quelle che costituiscono l’anima umana.
Attenzione però: gran parte dell’attività interna di ogni anima è costituita daAttenzione però: gran parte dell attività interna di ogni anima è costituita da quelle che Leibniz chiama piccole percezioni.
Si tratta di tutto ciò che pur accadendo dentro di noi accade senza che noi neSi tratta di tutto ciò che, pur accadendo dentro di noi, accade senza che noi ne siamo consapevoli. Le piccole percezioni sono una chiara prefigurazione dell’inconscio.