I Molini e l'Industria Molitoria in Puglia - Pubblicazione

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    I MOLINIE LINDUSTRIAMOLITORIAIN PUGLIAa cura di

    ANTONIO MONTEPAOLA DURANTESOFIA GIAMMARUCO

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    Responsabile scientificoAntonio Monte

    RicercheAntonio MontePaola DuranteSofia Giammaruco

    TestiAnatolia Coratelli, Riccardo Coratelli,Riccardo Costa, Renato Covino,Lara De Giorgi, Francesco De Matteis,Lavinia Donateo, Paola Durante,Tommaso Faggiano, Sofia Giammaruco,Giovanni Leucci, Davide Melica,Gabriele Miceli, Antonio Monte,Gabriele Montinaro, Giovanni Quarta,Maria Federica Stifani, Monica Volinia

    Progetto grafico e impaginazioneAlberto Giammaruco | CRESCo

    Produzione esecutivaKurumuny

    Si ringraziano

    Anatolia, AnnaRosa e Riccardo Coratelli,Lina Anastasia, Piero ed Elvira Marati,Mario, Paolo e Angela Dibenedetto,Pina Simone, Renato Covino, Ada Fiore,Dina Manti, Nicoletta De Giorgi,Ivan Stomeo, Antonio Chiga,Luigi Di Rosa.

    2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIURISBN 978-88-98773-44-2www.inculture.eu

    Finito di stampare nel mese di Luglio 2015

    CONTRIBUTI

    I MOLINI E LINDUSTRIAMOLITORIA IN PUGLIA.

    ProduzioneProgetto In-Cul.Tu.Re.IBAM-CNR

    RealizzazioneTommaso Faggiano, Fabrizio Lecce,Domenico Ricciato | Meditfilm

    Consulenza scientificaAntonio Monte

    2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIURwww.inculture.eu

    DOCUMENTARIO

    IL PROGETTO IN-CUL.TU.RE. E IL MOLINOCORATELLI A CORIGLIANO DOTRANTO (LE)

    In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bandoMiur Smart Cities and Communities andSocial Innovation

    PON04a3_Cod.Prog._00390Programma Operativo Nazionale Ricercae Competivit (PON R&C) 2007 - 2013Avviso D.D. 84/Ric del 2 marzo 2012 AsseII: Sostegno allInnovazione - ObiettivoOperativo 4.2.1.3 Azioni Integrate per loSviluppo Sostenibile e la Diffusione DellaSociet DellInormazione.

    In-Cul.Tu.Re. Lecce, via S. Lupinacci, 173100 | [email protected]

    CREDITS

    UN PROGETTO DI

    REALIZZATO CON

    COFINANZIATO DA

    INIZIATIVA NELLAMBITO DI

    E-FAITHAnno Europeo del

    Patrimonio Industriale

    e Tecnico

    Alla pagina seguente: Raffaele Coratelli su un mezzo della Ditta R.Coratelli e V.Imparato(Archivio privato amiglia Coratelli).

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    SOMMARIO

    PRESENTAZIONI

    P 9Renato Covino

    I M, 11Anatolia Coratelli

    M ... 13Riccardo Coratelli

    INTRODUZIONE

    I P. I I-C... 17 C C O (LE)In-Cul.Tu.Re.

    CONTRIBUTI

    D . O 21 PAntonio Monte

    I P I-C.T.R. M C, 43 . U , Antonio Monte, Paola Durante, Sofia Giammaruco

    I M C: - 61 Giovanni Leucci, Lara De Giorgi

    I M C: 69 Giovanni Quarta, Davide Melica

    I M C: 77Monica Volinia

    I I-C.T.R. M C, 85Francesco De Matteis

    I M C: 91Riccardo Costa

    L . F 99Tommaso Faggiano

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    Presentazioni

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    PRESENTAZIONE

    Renato Covino

    Universit di Perugia Past PresidentdellAssociazione Italiana

    per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI)

    Da anni lattenzione nei conronti dellattivit molitoria nel Salento al cen-

    tro delloperato e dellinteresse dellAipai Puglia. Ci determinato da pielementi. Il primo la prevalenza nellarea delle iniziative industriali legatealla produzione agricola. Olio, vino, tabacco, grano costituiscono non solo idati caratterizzanti dellagricoltura salentina e pugliese, ma anche delle atti-

    vit maniatturiere, che sono destinate a produrre semilavorati per industriestraniere o di altre aree dItalia. il caso degli olii pugliesi, utilizzati non solocome grassi alimentari, ma anche per la lubrificazione di macchinari, per laproduzione del sapone e dei cosmetici ecc. Lo stesso avviene per i mosti e i

    vini utilizzati per il taglio, dapprima in Francia e poi, a partire dallultimodecennio dellOttocento, nelle aree vitivinicole italiane di pregio (Toscanae Piemonte). Analoga la vicenda del grano. In questo caso labbondanza diproduzione, cui si correla la massiccia importazione di grani pregiati russi eamericani, e linnovazione tecnologica, il mulino a cilindri, porta a produr-re sarinati per lesportazione o da utilizzare in loco. Sta in ci la genesi deinumerosi mulini a cilindri presenti nel Salento che sostituiscono i mulinia palmenti a trazione animale. Di questo percorso complice la macchi-na a vapore, prima, e, poi, luso di energia elettrica che ornisce una onte dienergia abbondante e pulita. Ai mulini a cilindri si affiancano i numerosi

    pastifici che sorgono appunto per utilizzare gli sarinati in eccesso e produrreper il mercato locale. I processi di nazionalizzazione della produzione dellamolitura e della produzione di pasta hanno determinato la decadenza di moltidi questi impianti. Quelli che sono sopravvissuti hanno puntato le loro cartesulla qualit e sui mercati di nicchia, realizzando in alcuni casi successi ina-spettati.

    Il mulino a cilindri di Corigliano dOtranto appartiene a questa vicenda.La sua dismissione deriva appunto dai processi di nazionalizzazione del mer-cato. Il suo abbandono rende disponibile, come in molti altri casi, un monu-mento di cui indubbio il valore storico, documentario, archeologico indu-striale e che rappresenta un elemento non secondario del paesaggio urbano.

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    IL MULINO, TESTIMONE MUTO DELLEESISTENZE DEI MIEI PREDECESSORI

    Anatolia Coratelli

    Ricevere in eredit un bene materiale destino di molti uomini, ma quando

    questo bene riconosciuto dalla collettivit e salvaguardato dalle istituzioni inquanto testimonianza dellattivit industriale dei primi Novecento nel bassoSalento, allora questa eredit pu diventare un ardello perch impegnativocondividere ci che ti appartiene, e non solo in senso strettamente privatisticoma oserei dire intimistico, con altri.

    Non posso dare testimonianze sulla vita dellimpianto molitorio precedentealla gestione di mio padre Raffaele e poco anche sulla attivit in generale senon recuperando rammenti dai suoi racconti.

    Lattivit del Mulino con lo stabile che ne conserva la memoria, un tempoprestigiosa e molto remunerativa considerate le testimonianze sullo stile di

    vita della nostra amiglia, che disponeva persino di unautomobile uoriseriecabrioletutile anche a lunghe percorrenze per motivi di svago nata dalla

    volont del nonno Riccardo e da Vittorio Imparato (ratello di nonna Maria),originari delle zone di Andria e Trani. Negli anni di massimo ulgore tutti imembri della grande solidale amiglia le sorelle Rosetta, Lillina, Annina, e lamite Titina, unica che io abbia conosciuto e vissuto, e gli zii Imparato Nennel-la, Pippi e Vittorio erano coinvolti a vario titolo nella gestione dellimpresa edella annessa abitazione.

    Un grande peso sulla gestione imprenditoriale ha avuto, nel tempo,un crollo finanziario e amiliare le cui conseguenze hanno pesantementegravato limpegno di mio padre (e della sua novella sposa) nelle cui manipass il testimone della attivit e relativa propriet immobiliare non senza leimmancabili querelles con altri coeredi.

    Ci che ho personalmente vissuto e di cui in questa sede voglio dare me-moria, il grande amore di mio padre uomo singolare e per questo conosciu-to nel paese per larte molitoria e la passione per il suo lavoro e il suo molino.Le sveglie prima dellalba durante il periodo della campagna di acquisto delgrano, le migliaia di ascette di campionatura degli impasti di arina dissemi-nate in casa a seccare e poi i suoi progetti di selezionatrici e altre invenzioni.

    Il Convegno tenutosi il 24 aprile scorso per iniziativa del Progetto In-Cul.Tu.Re attesta proprio questo dato, ma non solo. Definisce un percorso di ri-cerca esemplare in cui si contaminano tecniche e saperi. Cos alla storia delmulino, alle memorie dei protagonisti, alle proposte di valorizzazione si ag-giungono le indagini micro-geofisiche per la diagnostica strutturale, la carat-terizzazione dei materiali costitutivi e del loro degrado, le indagini termo-grafiche, le ipotesi di riuso. In altri termini un itinerario conoscitivo a tuttocampo, in grado di essere da guida ad una attivit di recupero strutturale chetenga conto della specificit del manuatto, dei suoi caratteri ondanti, uscen-do dalla banalit dei recuperi poliunzionali e dalle destinazioni duso abituali(residenza, commerciale, uffici), spazzate via dalla crisi del ciclo edilizio. Inci il convegno assume un carattere esemplare e si configura come unespe-rienza multidisciplinare: proprio quello che spesso senza riuscirci gli ar-cheologi industriali propugnano ormai da oltre mezzo secolo.

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    Suo malgrado non riuscito a contagiare nessuno di noi figli, anzi spessoveniva violentemente contestato nelle sue iniziative: cera un divario genera-zionale tra lamore per larte molitoria di mio padre e le nostre giovani vite,orientate verso la realizzazione del proprio percorso ormativo; ciononostanteoggi per me lodore della arina appena macinata o linconondibile rumore diunplansichtersono la memoria. Ma unemozione sensoriale che non possotraserire ad altri.

    Del genio imprenditoriale (inesorabilmente accompagnato dallasregolatezza) di mio nonno Riccardo, della misurata audacia di zio Vittorio,della laboriosit delle zie e della passione di mio padre Raffaele rimane, mutotestimone, ledificio con la sua elegante partitura di acciata e la poderosatorre del silos alquanto fiaccato dal logorio del tempo e risparmiato dallademolizione grazie a mio padre che, negli anni del boom economico, sepperespingere le lusinghiere proposte di speculazione edilizia pervenutegli e

    avorite dallallora vigente Programma di Fabbricazione, che ammetteva ampiindici di abbricabilit.

    Ora il nuovo Piano Urbanistico Generale ha vincolato il mulino e quindile uture sorti di questo bene immobile gravandolo soprattutto di un ardellosignificativo che risiede nel suo essere testimone di memoria storica per linteracollettivit.

    Ma io spero che, nonostante la necessit di ingenti risorse finanziarie e ildispiegamento di grandi energie necessarie per il recupero, nonostante il di-ficile dialogo tra profitto individuale e bene comune, questo manuatto possarivivere quello stesso ermento degli anni della prima met del Novecento, gra-zie ad iniziative che non siano riduttive della sua specificit ed essenza e cheescludano qualsiasi tentativo di speculazione.

    Mi auguro, per questo testimone di storia, di genialit, di audacia, di labo-riosit e di amore, idee utopistiche e visionarie, come visionari urono i suoicreatori, e comunque il migliore utilizzo, che non cancelli la storia e lenergia diquegli innumerevoli cilindri che lavoravano luno contro laltro per schiacciareil chicco di grano.

    MET ANNI 70...

    Riccardo Coratelli

    Met anni 70, anni in cui a mia memoria non ricordo di aver sentito

    pronunciare la parola crisi. Ricordo come osse ieri mio padre Raffaele checon spirito di dedizione e abnegazione si svegliava allalba per iniziare la suagiornata lavorativa. Ricordo con nostalgia i suoni e soprattutto i ritmi che sisprigionavano dal mulino che ricordano le poliritmie della musica aricana.Era un continuo ermento e movimento, un via vai di clienti e la voce possentedi mio padre che impartiva le istruzioni ai suoi operai. Lui amava tantissimoil suo mestiere, larte bianca, e aspettava con impazienza larrivo della rivistaspecializzata nel settore.

    Ricordo con nostalgia come coinvolgeva noi figli nel suo mondo atto dimacchinari strani e pieni di ascino per noi bambini. Il Mulino per noi eracome un labirinto dove giocare e respirare gli odori della arina. Il Mulino eraun punto di rierimento per molti degli operatori del settore sia per le piccoleche medie aziende che trovavano qualit e proessionalit.

    Un periodo di notevole sviluppo economico si ebbe quando mio padrestrinse un rapporto lavorativo con la ditta Paiano di Maglie specializzata nellaproduzione ed esportazione di prodotti come riselle e biscotti. La lavorazionesi svolgeva allinterno dellopificio di propriet di nostro padre a CoriglianodOtranto. Questa operazione port ad una crescita delloccupazione nel paese

    con lassunzione di diversi operai specializzati.Il Mulino cos ebbe un incremento delle vendite.Lo sviluppo delle strategie commerciali, per, non si accompagn

    alladeguamento delle inrastrutture industriali e al rispetto delle norme disicurezza degli impianti, e si giunse inesorabilmente alla chiusura dellopificioe al suo successivo abbandono.

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    Introduzione

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    I MOLINI E LINDUSTRIA MOLITORIA INPUGLIA. IL PROGETTO IN-CUL.TU.RE.

    E IL MOLINO CORATELLI ACORIGLIANO DOTRANTO (LE)

    In-Cul.Tu.Re.

    Il progetto In-Cul.Tu.Re. INnovazione nella CULtura nel Urismo e nel Restauro,

    vincitore del bando under 30 Smart Cities and Communities and Social In-novation (D.D. 84/Ric. del 02/03/12) ha operato sul territorio dellUnione deiComuni della Greca Salentina (assetto amministrativo 2012).

    In questo ristretto ambito territoriale, sono stati individuati 12 beni cultu-rali con lobiettivo di rappresentare la complessit e leterogeneit di un patri-monio spesso poco conosciuto e valorizzato. Per ogni caso studio sono statiprevisti specifici programmi di ricerca secondo i tre cardini progettuali del-la diagnostica non distruttiva per la conoscenza e il restauro, dellefficienzaenergetica e dello sviluppo di strumenti ICT (Information and Communicationechnology) per la valorizzazione e ruizione.

    Queste attivit sono state realizzate grazie al supporto di diversi partner:Laboratorio di Diagnostica non Distruttiva del Politecnico di Torino, C.N.R.- Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (Ibam) di Lecce, Istituto su-periore Mario Boella (Ismb) di Torino, Soc. Coop. CRESCo.

    Punti di orza dellapproccio metodologico adottato sono stati la multidi-sciplinariet e il coinvolgimento nei processi di conoscenza e valorizzazionedelle comunit, delle istituzioni locali e delle realt innovative esistenti intornoai luoghi studiati. Lobiettivo stato quello di creare buone pratiche e opportu-

    nit di inserimento dei beni indagati in una rete di dinamiche virtuose. Pertan-to, accanto alla ricerca scientifica, sono stati avviati diversi processi di comu-nicazione e promozione del patrimonio culturale, avorendo luso di praticheartistiche (con la realizzazione di reportage otografici, mostre, installazioni,prodotti video e prodotti editoriali) e la realizzazione di itinerari incentratisulla mobilit lenta nellarea della Greca Salentina.

    Il caso studio individuato per il comune di Corigliano d Otranto ilMo-lino a cilindri Coratelliche appartiene alpatrimonio di archeologia industrialeregionale, cio al complesso dei beni immateriali e materiali, non pi utilizzati

    per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica del lavoro edella cultura industriale presenti sul territorio regionale(L.R. 27/01/2015 n.1

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    Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale , Art. 1, comma 2).Sul Molino sono state condotte ricerche darchivio e bibliografiche, campa-

    gne di rilievo architettonico e otografico, indagini diagnostiche per la conser-vazione, analisi del comportamento energetico della struttura e attivit voltealla valorizzazione.

    Questa pubblicazione, nata dalla collaborazione del Progetto In-Cul.Tu.Re.con lArch. Antonio Monte e Meditfilm, si propone di divulgare, attraverso undossier tecnico, i risultati dello studio storico-documentario e delle indaginiscientifiche, e di analizzare e raccontare, rispettivamente nel primo contributo"Dalpalmento al laminatoio a cilindri. Origini e sviluppi dell'industria molito-ria in Puglia" e nel documentario allegato, il contesto dellindustria molitoriain Puglia.

    Francesco De Matteis

    Lavinia DonateoPaola DuranteSofia GiammarucoGabriele MiceliGabriele MontinaroMaria Federica Stiani

    Soggetti attuatori In-Cul.u.Re.Contributi

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    DAL PALMENTOAL LAMINATOIO A CILINDRI.ORIGINI E SVILUPPI DELLINDUSTRIA

    MOLITORIA IN PUGLIA

    Antonio Monte

    La molitura dei cereali sicuramente

    una delle orme pi antiche di attivi-t umana. Essa per lunghi periodi ditempo u assicurata da una macchi-na: il molino, azionato sia attraver-so la orza animata (o movimento amaneggio, perci chiamato anche asangue o a tiro) data da uominio animali, o inanimata prodotta daenergia idraulica, eolica e a vapore1.

    Il molino, nelle sue espressionipi complete, costituisce una dellepi importanti invenzioni tecnologi-che non solo dellet antica, ma an-che e soprattutto dellet medioevalee moderna; in tutti questi secoli, essosi presenta come uneccezionale mac-china utilizzata per la molitura deidiversi tipi di prodotti agricoli di in-

    teresse alimentare2

    .Le ingenti quantit di grano chesi producevano in diverse aree della

    Puglia, venivano trasormate in

    arina da due tipi di molini: quello apalmenti con mole e, in seguito, daquello industriale con laminatoi acilindri(Fig.1).

    La tradizionale tecnica di maci-nazione, che rimase per diversi secoliinalterata anche dopo lintroduzionedella orza motrice a vapore, u quel-la praticata nel molino a palmenti(oa sregamento) che era molto diffusonelle campagne italiane. In molte re-gioni dellItalia centro-settentrionale,dove vi sono numerosi corsi dacqua,si diffusero i molini idraulici a ruotaorizzontale (ritrecine) o verticale; in-

    vece in alcune regioni meridionali einsulari si diffusero, prevalentemente,quelli a trazione animale (detti cen-

    timoli, da centimulus strumento cheserve per macinare il grano azionatoda un mulo) ma anche quelli idraulici.

    1G. Aliberti, Lindustria molitoria meridionale nel sec. XIX, in Rivista Storica Italiana, Anno LXXXI, FascicoloIV, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1969, pp. 903-939; G. Florio, Lingegnere-mugnaio. Manuale pratico

    per gli ingegneri civili incaricati delle perizie giudiziarie per la determinazione delle quote fisse nei moliniforniti da contatore meccanico, Stabilimento Tipografico di F. Giannini, Napoli 1871, p.12; E. Madureri,Storia della macinazione dei cereali,volume I, Chiriotti Editori, Pinerolo (TO) 1995, pp. 83-124; A. Carena,Lindustria dei molini da grano , Parte I-Tecnologia, S. Lattes & C. Editori, Torino-Genove 1925, p, 5; C.Siber-Millot,Lindustria dei molini. Costruzioni-impianti-macinazione, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1897.2V. Galliazzo, I mulini in Italia. Itinerario illustrato attraverso larchitettura e la meccanica degli antichi mulinidi tutte le regioni italiane, (con Disegni di L. Conortini e F. Corni), Savignano sul Panaro (MO), 2005, p. 9.

    1. San Michele Salentino (BR). Mulino Santoro; sul lato destro il molino a palmenti, a sinistra il laminatoio a cilindri dellaDitta Sangati (ph. A. Monte, 2007).

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    Questi luoghi di lavoro era-no presenti, prevalentemente, nellecampagne e meno nei centri abitati;solo con lintroduzione dei lamina-toi e della macinazione a cilindri, neicentri abitati urono realizzati impo-nenti mulini-abbrica che in alcunicasi urono costruiti in prossimitdella linea erroviaria per avorire ilcommercio. I due tipi di mulini (a

    palmenti con mole o con laminatoia cilindri) ancora rimasti in situ co-stituiscono, oggi, un peculiare patri-monio - protoindustriale e industria-

    le - dellindustria molitoria pugliese(Figg. 2-3).

    Lattivit molitoria ha rappresen-tato - in primis- una particolare esi-genza delle comunit rurali locali neltrasormare il rumento in arina peruso proprio e poi, per trarne benefi-cio economico svolgendo la molituraper conto terzi o mettendo sul merca-to il prodotto.

    Sui territori dei numerosi comunidella Terra di Capitanata (provinciadi Foggia), della Terra di Bari, della

    Terra dOtranto (le attuali provincedi Lecce, Brindisi e Taranto), dellaprovincia di Potenza e Matera e delleprovince di Avellino, Salerno e Co-senza, erano presenti 4113 strutturemolitorie a orza idraulica, animale ea vapore. Inatti dalle Statistiche In-dustriali, redatte a partire dai primianni del 1880, si ha un quadro esau-stivo degli impianti molitori attivi sianei diversi circondari che quelli dis-seminati, soprattutto, nelle campagne(i centimoliad uso esclusivamente a-miliare) e nei centri abitati3.

    Nei circondari della provinciadi Foggia operavano 778 molini deiquali 58 in quello di Bovino e SanSevero e 39 in quello di Foggia ederano azionati prevalentemente conorza motrice idraulica, pochi inve-ce unzionavano a vapore; mentrenei paesi pianeggianti erano diffusi623 centimoli4. La provincia di TerradOtranto contava 810 molini: 20 nelcircondario di Brindisi, 19 in quellodi Gallipoli, 21 a Lecce e 26 in quel-lo di Taranto; mentre 724 centimoli

    2. Martano (LE). Stabilimento indust riale F. Marati; molino a doppio palmento (ph. A. Monte, 1998).

    3. Gioia del Colle (BA). Molino Automatico a Cilindri Excelsior di Enrico Pagano & figlio Luigi; prospetto principale(ph. A. Monte, 2000).

    3Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica,Statistica Industriale. Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Foggia (Capitanata), FascicoloXXX, Serie IV, N 47, Tipografia Nazionale di G. Bertero, Roma, 1891, pp. 32-33; Ministero di Agricoltura,Industria e Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica, Statistica Industriale.Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Potenza, Fascicolo XXIX, Serie IV, N 46, Tipografia

    Nazionale di G. Bertero, Roma, 1891, pp. 31-32; A.C.S., MAIC, Direzione Generale dellAgricoltura,Notizie sugli Opifici Idraulici e sui corsi dacqua esistenti in Provincia di Potenza, Potenza 10 Agosto 1877.Aggiornato a tutto il 31 Dicembre 1883, Vers. VI, b. 292, asc. 1566; Ministero di Agricoltura, Industriae Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica, Statistica Industriale. Notizie sullecondizioni industriali della provincia Bari e di Lecce (Terra dOtranto), Fascicoli XXXI e XXXII, Serie IV,N 49, Tipografia Nazionale di G. Bertero, Roma, 1891, p. 38 e p. 32; Ministero di Agricoltura, Industriae Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica, Statistica Industriale. Notizie sullecondizioni industriali delle provincie di Avellino e Benevento, Fascicolo XVIII, Serie IV, N 33, TipografiaNazionale di G. Bertero, Roma, 1889, pp. 39-40; Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, DirezioneGenerale della Statistica, Annali di Statistica,Statistica Industriale. Notizie sulle condizioni industriali dellaprovincia di Salerno, Fascicolo XII, Serie IV, N 23, Tipografia Nazionale di G. Bertero, Roma, 1888, p. 38;Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica,Statistica Industriale. Industria della macinazione dei c ereali, Fascicolo XIX, Serie IV, N 34, Tipografia ErediBotta, Roma, 1889, p. 23.4Ministero di Agricoltura, Fascicolo XXX, cit., pp. 32-33.

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    erano sparsi sul territorio dei quattrocircondari5. I molini attivi nei quattrocapoluoghi dei circondari e in qual-che paese pi evoluto, erano tutti ali-mentati con orza a vapore; lenergiaidraulica era completamente assen-te, inatti la Statistica del M.A.I.C.sullIndustria della Macinazioneriporta: [...] Essa diffusa (orzaidraulica) in tutte le province (Foggiae Bari), eccetto quella di Lecce [...]6.294 molini erano in unzione in pro-

    vincia di Bari di cui 20 ad Altamura,41 a Bari e 38 a Barletta7; mentre, 195

    centimoli operavano - sparsi - sulterritorio dei tre circondari. Nelle treprovince pugliesi, soprattutto in quel-la di Bari e Lecce, a causa della man-canza di corsi dacqua, venne ben im-piegata la [...] macinazione a vapore[...] dominando assoluta nelle Puglie[...]8con la presenza (soprattutto neicentri urbani pi importanti) di oltre200 strutture produttive.

    Come abbiamo visto in prece-denza, sul territorio regionale eranomolto diffusi i centimoli; in Puglia,nel 1882, erano attive 1542 struttu-re molitorie9. I centimoli, consideratiper diversi secoli il nerbo dellindu-

    stria della macinazione10 vennerorealizzati in zone pianeggianti privedi corsi dacqua, pertanto indusse-ro le realt locali ad orientarsi versolo sruttamento della orza animale.Nonostante la diffusione dei molini a

    vapore, che ecero la loro prima com-parsa in Puglia gi a partire dallulti-mo quarto del secolo XIX, nei piccolicentri urbani e nelle circostanti cam-pagne prevalse la piccola industriadomestica demandata al centimoloche, gestito a conduzione amiliare,riusciva a soddisare la popolazione

    locale che non richiedeva un prodot-to molto raffinato11.

    Il meccanismo del molino a pal-menti costituito da un albero ver-ticale (o albero rotante) su cui sonoinserite la tramoggia, che porta diret-tamente il grano al centro della ma-cina superiore, e due mole di pietracalcarea disposte in senso orizzon-tale una sullaltra. Quella ineriore,quasi sempre fissa e incastellata nellastruttura portante della macchina, detta dormiente (o giacente), mentrequella superiore girevole, o giranteo corrente, nota come mola ballerina.Il grano introdotto dalla tramoggia al

    5Ministero di Agricoltura, Fascicolo XXXII, cit., p. 32.6Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione Generale della Statistica, Annali di Statistica,Statistica Industriale. Industria della macinazione dei cereali , cit., p. 23.7Ministero di Agricoltura, Fascicolo XXXI, cit., pp. 38-39.8Idem, pp. 22-24; pp. 27-28.9Idem, p. 33.10Ibidem.11 R. Covino, A. Monte, Lindustria molitoria in erra dOtranto: il molino a cilindri Scoppetta a Pulsanonel centenario della sua fondazione. Recupero e conservazione di un monumento industriale , Crace, Narni(TR) 2011, pp. 3-23; A. Monte,Molini e silos granari. I siti produttivi, i brevetti, le architetture, il patrimonioarcheoindustriale, in Atti del Convegno Internazionale come sa di sale lo pane altrui. Il pane di Materae i pani del Mediterraneo, Matera 5-7 settembre 2014, Edizioni Centro Grafico Foggia S.r.l., Foggia, 2014,pp.189-213.

    4. Martano LE). Stabilimento industriale F. Marati; pietre La Fertdel molino a doppio palmento(ph. A. Monte, 2007).

    5. Martano (LE). Stabilimento industriale F. Marati; molino a doppio palmentocon banco metallico della Ditta ingleseRuston Proctor & C.di Lincoln (ph. A. Monte, 1998).

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    centro della macina superiore, dotatadi scanalature per rendere pi agevo-le lo scarico della arina, passa attra-

    verso un piccolo spazio vuoto tra lemole e viene schiacciato per pressio-ne e sregamento. La distanza ra lemacine regolabile e questo permettedi scegliere la granulometria del pro-dotto macinato12.

    Particolare attenzione rivoltaalla qualit delle mole, che doveva-no essere di pietra durissima, poro-sa e con struttura omogenea; quel-le pi note, molto usate ma anche

    molto imitate (macine di pietra deltipo La Fert) erano le pietre molarirealizzate in loco con materiale lapi-deo estratto dal bacino di cave di LaFert-sous-Jouarre in Francia. Dopolestrazione e la prima lavorazione disbozzatura, avveniva loperazione pidelicata sulle macine cio la scanala-tura (o aguzzatura o rabbigliatura);ossia la realizzazione di una serie diraggi, (di orma, dimensione, proon-dit e numero secondo il tipo di gra-no e di macinazione se bassa, media oalta) sulle superfici dei palmenti cheavevano una notevole influenza sullaase finale del macinato (Fig. 4).

    Tutti gli impianti molitori tradi-zionali praticavano la bassa macina-

    zione(o macinazione a fondoopiattamacinazione); con questo metodo, in

    un solo passaggio di macinazione,venivano completamente schiacciatii chicchi di grano.

    Gli impianti a palmenti(sempliceo doppio con banco metallico) (Fig.5)dominarono la scena dellarte molito-ria in tutta lItalia; i meccanismi uti-lizzati, solo quando accadeva qual-che imprevisto venivano rinnovati,ma sostanzialmente rimasero intattinella loro struttura originaria. Inatti,la macinazione a palmenti nel corsodei secoli aveva raggiunto un discretogrado di perezione e continu ad es-

    sere utilizzata dai contadini per moltidecenni anche dopo lavvento dei pri-mi esempi di laminatoi.

    Questa diffusione cos capillaredegli impianti molitori, sia a trazio-ne animata che inanimata, avvenu-ta tra la fine del secolo XVI e i primianni del secolo XIX; mentre dopo laseconda met dellOttocento inizi adiffondersi il molino con laminatoia cilindri. Essi, a partire dalle primeinstallazioni, urono considerati daimugnai con molta diffidenza perchcostosi e altrettanto dispendiosi perla manutenzione; pertanto, per diver-si decenni continu ad essere utiliz-zata la molitura a palmentie continua prevalere la bassa macinazione.

    La comparsa dei laminatoi a cilin-dri13, (Fig. 6) avvenuta tra il 1821 e il

    12R . Pareto, G. Sacheri, VoceMacinazione e riturazione, in Enciclopedia delle Arti e Industrie, Volume V,Parte II, Unione Tipografico-Editrice, Torino 1891, pp.643-655.13La rottura in rammenti, lo svestimento delle semole, la rimacina vengono compiuti dai laminatoi. Ilprimo laminatoio a cilindri, azionato con orza meccanica, u utilizzato in Svizzera, Ungheria, Austria,Francia, ecc.; nel periodo compreso tra il 1820 circa e il 1834 alcuni pionieri sperimentarono i primi modellidi laminatoi sostituendo le mole con cilindri in erro. Tra i primi che collaudarono queste nuove macchine

    vanno ricordati Justin Helenberger & C.ie di Rorschach (Svizzera), i ratelli Bollinger di Vienna, lingleseJohn Collier, che brevetto nel 1823 un laminatoio con due rulli cilindrici o conici in erro. Ma chi perezionla costruzione del laminatoio nel 1834, con la realizzazione di tre coppie di cilindri poste luna su laltra, ulingegnere meccanico svizzero (di Frueneld) Johann Jakob Sulzberger.

    6. Pulsano (TA). Molino F. Scoppetta; laminatoi a cilindri della Ditta Fratelli Bhler, Uzwil-Milano (ph. A. Monte, 2007).

    7. Pulsano (TA). Molino F. Scoppetta; plansichtertipo sospeso ad oscillazione liberae sullo sondo i buratti della DittaFratelli Bhler, Uzwil-Milano (ph. A. Monte, 2006).

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    1832, rivoluzion radicalmente il tra-dizionale metodo di molitura praticatoin et moderna. Pertanto gi a partiredalla met dellOttocento il passag-gio alla nuova tecnologia avvenne inmaniera graduale; u cos introdottalalta macinazione(omacinazione gra-duale a cilindri) atta con successive

    rotture e conseguente burattatura eseparazione dei prodotti. Lo sviluppotecnologico dei laminatoi u dovutoessenzialmente al diffondersi di unanuova orma di energia: la macchina

    a vapore. Il laminatoio, e tutti gli altrimacchinari correlati alla macinazio-ne che si andarono perezionando inquesto secolo, avevano il grande van-taggio di produrre un prodotto deci-samente migliore. Prima il laminatoioper rantumare i chicchi di grano e inseguito, dopo circa cinquantanni, il

    plansichter14

    (buratto piano o stacciopiano a oscillazione libera) per labbu-rattamento delle arine, hanno rivolu-zionato lintero sistema dellarte moli-toria (Fig. 7).

    14Ai buratti e ai plansichter demandata la classificazione degli sarinati e delle grosse semole, nonchlultima classificazione. Lo staccio piano a oscillazione libera o plansichter, venne brevettato dallunghereseKarl Haggenmacher nel 1887. Esso rappresent il tipo pi moderno di macchina stacciatrice; inatti eracomposto da diversi stacci piani disposti uno sullaltro. Diverse urono le case costruttrici di plansichter: laGanz & C.; la Luther; la Amme, Giesecke & Konegen; la Daverio e la Fratelli Bhler.

    8 (sin). Mechwart Andrea. Tavola del Brevetto Perezionamenti nei molini a cilindro o laminatoj per lamacinazione, 1882 (ACS, MICA UIBM, Serie invenzioni, brevetti).

    Tra il 1870 e il 1885 alcune dittemisero sul mercato cilindri in por-cellana, acciaio e in ghisa temperatasu brevetti di Friedrich Wegmann,Andr Mechwart, (Fig. 8) AdolpheBhler, Daverio-Henrici & C. S. A, A.Millot & C., Abraham Ganz & C., ealtri. A Wegmann si deve il brevettoe la costruzione del primo laminatoioindustriale; egli, tra il 1873 e il 1885circa, realizz numerosi brevetti chein seguito perezion per migliorarele prestazioni; (Fig. 9) dopo il primobrevetto venne chiamato dalla ditta

    Ganz & C. a collaborare per la costru-zione di laminatoi.

    Nel vasto panorama dellindustriamolitoria merita un posto di rilievo lanota Casa Bhler di Adolphe Bhlerdi Uzwil (Svizzera) ondata nel 1860.A partire dallultimo quarto dellOt-tocento e i primi decenni del Nove-cento, brevett (Figg. 10-11) e costruaccuratissimi laminatoi a tre/quattrocilindri con due diverse incastellatu-re15; i laminatoi Bhler sono stati i piutilizzati nei moderni impianti moli-tori a carattere industriale.

    Laumento dei macchinari e delleasi di lavorazione del grano, portuna significativa evoluzione anchenel campo della costruzione di sta-

    bilimenti industriali. In diverse cit-t europee, tra cui anche in Italia (siricordano i pi noti esempi: i molini

    Stuchya Venezia, Barca tra Collegnoe Rivoli (TO) e Nuovo sul Freidanoa Settimo Torinese) si realizzarono apartire dallultimo quarto dellOtto-cento, grazie allintervento di ricchiimprenditori, imponenti molini deltipo anglo-americano (o detti alla-mericana per il loro sviluppo in sen-so verticale per avorire la caduta delgrano dallalto), caratterizzato da pipiani e da alte torri nelle quali trova-

    vano posto i vari passaggi dellatti-vit molitoria16. Si iniziava dai pianialti per la spietratura, passando per

    i piani intermedi dove avveniva lasvecciatura e la mondatura, sino adarrivare al piano ineriore dove veni-

    va eseguita la macinazione.A partire dai primi anni del No-

    vecento molte aziende presenti sulterritorio nazionale utilizzavano letecnologie molitorie pi recenti; ilrinnovamento tecnico u in costan-te evoluzione e riguardava le diverseasi del processo produttivo che eralinsilamento (aerazione), la pulituradei cereali, la condizionatura, il pas-saggio automatico dei grani da maci-nare e infine lelettrificazione. Inatti,lavvento dei motori elettrici contri-bu in grossa misura allevoluzionequantitativa e qualitativa della maci-

    nazione del grano.A partire dal 1880 limpiego del

    laminatoio si diffuse rapidamente

    15Siber-Millot, cit., pp. 94-119; Pareto, Sacheri, cit., pp. 655-667, pp. 1349-1363; G. Berarducci-Vives, Lamacinazione e la panificazione, Tipo-Litografia L. Lazzaretti e Figli, Lecce 1886, p. 15; Madureri, cit., pp.179-188; G. Negri, La macinazione agricola dei cereali, Hoepli, Milano 1930.16 Allo sviluppo e diffusione di questa tipologia di impianti molitori, contribuirono gli studi e lapportotecnico dellingegnere Cesare Saldini. Egli, attraverso le sue opere a stampa (u anche il ondatore delGiornale dei Mugnai, Milano 1880-1896), pubblicizzava lalta redditivit di questa nuova industria; loperache pi lo rese noto u il Manuale per la costruzione dei molini da grano, Tipografia e Litografia degliingegneri, Milano 1878.

    9 (dx). Wegmann Friedrich. Particolare della Tavola del Brevetto Trasmissione ad ingranaggio pei cilindridei laminatoi, e in genere per gli alberi a distanza variabile, 1885, (ACS, MICA UIBM, Serie invenzioni,brevetti).

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    11. Socit Bhler. Brevetto per il Perectionnements aux moulin cylindres; Vista rontale, 1903. Nellaparte destra del disegno si notano i rulli in metallo rigati da scanalature rettilinee (ACS, MICA UIBM, Serieinvenzioni, brevetti).

    10. Socit Bhler. Brevetto per il Perectionnements aux moulin cylindres; Sezione, 1903 (ACS, MICAUIBM, Serie invenzioni, brevetti).

    anche in Puglia, come testimonianoi numerosi molini-abbrica dotati diimpianti con laminatoi a cilindri.

    In Puglia, a Gioia del Colle, trai pionieri dellarte molitoria sonoda ricordare Enrico Pagano con ifigli Luigi e Alredo, che a partiredalla fine dellOttocento eranoattivi nel campo dellindustria dellamacinazione dei cereali con unmodesto molino a palmenti. Enricoera un commerciante di granaglie, diarina e aveva un impianto molitorioper conto terzi; nel 1882 costru, a

    Conversano, un molino con annessopastificio, dal quale inizi ad averebuoni profitti che gli permisero ditraserirsi, nel 1894, a Gioia del Colledove avvi un moderno impiantomolitorio per cereali che don nel1897 al figlio Alredo. Nasce cos laDitta Alfredo Pagano che, nel 1902,costru il primo Molino a cilindri e

    pastificio a vapore completamenteprovvisto di macchinari interamenteorniti, a scopo pubblicitario, dalla gicitata ditta Bhler. Lanno successivo,la ditta svizzera di Uzwil, semprea fini promozionali orn tutto ilmacchinario al secondo molinorealizzato dai Pagano: il Molino

    Automatico a Cilindri Excelsior Enrico

    Pagano & Figlio Luigi (Fig.12).Mentre a Monopoli, nel 1890, i

    ratelli della ditta Meo Evoli Molinicostruiscono un molino automatico acilindriche produceva trecentosessan-ta quintali di arina al giorno; nel 1901la propriet pass a Domenico e, nel1921 a Clemente che lo ammodern

    ulteriormente acendolo divenire unodei pi moderni impianti presenti inPuglia. (Fig.13)

    Nel 1907 la ditta F. amma & C.,costituita dal Cav. Francesco Tamma,da Pasquale Cocuzza, Giovanni Papa eGiuseppe Bisceglie, ece edificare a Bariun molino, a cui pochi anni u affian-cato un moderno pastificio; negli annitrenta u completamente rimodernatocon un impianto molitorio che per-metteva di molire 1000 quintali di gra-no duro al giorno e vi lavoravano 160operai. Fabrizio Pellegrino impiant

    ad Andria, nel 1907, un molino a ci-lindriche nel 1924 don ai figli Elia eTommaso; essi, nel 1931costituirono laditta S. A. Molini Pellegrinoche in bre-

    ve tempo divenne una delle pi grandiaziende operanti nel settore molitorioin Puglia. Aveva una produzione gior-naliera di 1500 quintali tra grano duroe tenero, sarinati, ave e granturco;nello stabilimento erano impiegati 120operai. (Fig.14-15)

    A Corato (BA), nel 1912, sorsero iMolini e Pastifici Coratini per la mo-litura di grano duro e tenero e unamodesta produzione di pasta; lo stabi-limento era completamente provvistodi laminatoi, buratti e altre macchinedella ditta svizzera Bhler. Unaltra

    importante ditta operante a Castel-lana (BA), u la Molino e Pastificio di

    Michele Di Masi che gi a partire dal1914 era attiva, lungo la provincialeCastellana-Putignano, con un moder-no molino automatico a cilindri cheproduceva 300 quintali di grano nelle24/ore17(Fig.16).

    17Puglia in linea. Volume celebrativo del lavoro della gente di Puglia , Anno I-XVII, Bari settembre XVII,Edizioni Tipografiche Ettore Padoan, Milano, sd. [1939].

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    12. Gioia del Colle (BA). Molino Automatico a Cilindri Excelsior di Enrico Pagano & figlio Luigi; particolare delprospetto principale (ph. A. Monte, 2000).

    13. Monopoli (BA). Molino Meo Evoli; vista dinsieme, 1935 circa (da Puglia in Linea).

    14. Andria (BT). S.A. Molini Pellegrino; reparto laminatoi a cilindri, 1937 circa (da Puglia in Linea).

    15. Andria (BT). S.A. Molini Pellegrino; reparto buratti, 1937 circa (da Puglia in Linea).

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    A Moletta erano attivi i molinia cilindri(con annesso pastificio) diIgnazio Pansini, quello della DittaFontana, Magrone, Pansini & C. e al-tri (Fig. 17).

    Mentre ad Altamura operavanoimponenti molini quali: ilMolino Co-operativo Municipalee il Molino SanGiuseppe, i molini di Giovanni Deno-ra, Filippo Mininni, il molino SocialeE. Spaziante, quello di Giovanni Rai-mondi, dei ratelli Giuseppe e NicolaPellegrino e quello di Vito Basile &F.lli (Fig. 18).

    Nel processo di patrimonializza-zione di un manuatto industriale,ricopre un ruolo ondamentale lamemoria che identifica e caratterizzauna comunit. Nel caso di Altamura(mentre a Matera, Pulsano, Martano,Corigliano dOtranto e Gioia del Col-le le strutture molitorie sono ancora,non pi attive, ma presenti) purtrop-po, questa memoria venuta meno!Sulle diverse aree dove sorgevanoi molini prima citati, oggi vediamocostruzioni a pi piani (orse per ri-cordare il palazzo-abbrica dei mo-lini a cilindri che si sviluppavano inaltezza) destinate ad abitazioni o altreunzioni commerciali e sociali.

    Lunica lungimirante testimo-

    nianza ancora attiva dal 1949, checonserva e racconta la memoriadellindustria molitoria altamurana,

    il Molino Artigianale Dibenedettosito in via Aquileia (Fig.19).

    A Lecce, i ratelli Pasquale e Fran-cesco Chillino, ecero costruire, intor-no allultimo quarto dellOttocento, unmolino a vapore e, successivamente,un pastificio; il primo moderno im-pianto molitorio che viene realizza-to in Terra dOtranto e nella citt chepermette di molire grandi quantit dicereali e produrre pasta18. Sempre nelcapoluogo tra il 1885 e il 1889, la dit-ta Cimino, Piacentino, Rossi & Comp.realizzarono, su progetto dellingegner

    Gaetano Marschizek, un molino a va-pore con annesso pastificio e panifi-cio; mentre, nel 1893 Antonio Landiimpiant [...] un opificio il pi vastoche si potesse desiderare, un pastificiocompleto che nel suo genere e rimanelunico in tutta la Puglia [...]19. A di-stanza di circa un decennio, nel 1906lindustriale Cav. Landi ingrand lo sta-bilimento su viale Brindisi, costruendoun piano primo destinato a molino epastificio; in seguito, nel 1916 edific ilsecondo piano. Dopo la morte, lo sta-bilimento pass nelle mani del figlioGaetano che cerc, nel 1926, di poten-ziare lazienda paterna con la costru-zione di un nuovo molino e pastificioche non u mai autorizzato perch le

    macchine [...] producevano rastuonoo rumori e comunque turbino la quietedei cittadini [...]20.

    18A. L. Denitto, Proprietari, mercanti, imprenditori tra rendita e profitto, in Storia di Lecce dallunit al secondodopoguerra, Bari, Editori Laterza, 1992, p. 125; V. Cazzato e S. Politano, I luoghi del lavoro: gli stabilimentiindustriali e artigianali, in Architettura e citt a Lecce. Edilizia privata e nuovi borghi ra 800 e 900, M.Congedo Editore, Galatina, 1997, p. 321.19 Lecce industriale. Lo stabilimento Landi, in Il Salento, Almanacco illustrato, Vol. II, Editrice LItaliaMeridionale, Lecce 1928, pp. 316-318.20Archivio Storico Comunale di Lecce, b. 19, C at. 10.9.2, interno 64-65, 1926.

    19. Altamura (BA). Molino Artigianale Dibenedetto; semolatrice quadrupla e plansichterin legno a sei canali e 24 stacci(ph. A. Monte, 2012).

    20. Martano (LE). Stabilimento industriale F. Marati;laminatoi del molino a cilindri(Archivio P. Marati).

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    Nel cuore della Greca Salentina,a Corigliano dOtranto (LE) la dittaGervasi, Papuli & C. costru uno sta-bilimento a vapore con molino auto-matico a cilindri, pastificio e molino

    per conto terzi. La struttura molitoria,ondata nel 1908, aveva una produ-zione giornaliera di 50 quintali digrano duro e tenero, di cui il molinoa palmenti produceva 25 quintali,mentre il pastificio 22 quintali di pa-sta. Nel 1932 lopificio venne rilevatodalla ditta del Cav. Vincenzo Barrot-ta21 e successivamente, nel 1936, lo

    stabilimento venne acquistato dalladitta Pedone22. Sempre a CoriglianodOtranto il Capo mugnaio Riccar-do Coratelli e il Capo pastaio Vitto-rio Imparato della Gervasi, Papuli &C., che nel rattempo si erano stacca-ti dallopificio, ondarono la Ditta R.Coratelli & V. Imparato; un piccoloimpianto molitorio per conto terzi,con macine per la macinazione a fon-do. Dopo qualche anno edificaronoun imponente molino-abbrica conlaminatoi a cilindrie buratti per laltamacinazione. Mentre a Martano (LE)lintraprendente industriale Fran-cesco Marati impiant, nel 1891, unmolino a due palmentiper conto ter-zi, dove alla fine dellOttocento si a-

    fianc [] lunico Mulino a cilindricon sistemi razionali del Circondariodi Lecce []23 della ditta VITTO &MARATI.

    Lo stabilimento industriale a va-pore (con annesso pastificio e pani-ficio) era provvisto di moderni mac-chinari orniti dalle note case Ganz diBudapest e Bhler di Uzwil; allinter-no del molino vi erano otto laminatoi,dodici buratti semplici e centriughi,pulitrici, spazzolatrici, svecciatoi, ba-gnagrano, ed altro. Esso moliva 150quintali di grano nelle ventiquattro

    ore24(Fig.20).Un altro pioniere dellarte molito-

    ria era presente a Maglie (LE); Giu-seppe Romano, nel 1884 impiant unPremiato Molino Moderno Automa-tico a Cilindri (Fig. 21) con annessopastificio e panificio. La ditta Roma-no ebbe numerosi riconoscimentinazionali e internazionali. Semprea Maglie, vi era un altro importanteopificio della Societ Esercizio Mulinoappartenente ai ratelli Gino e An-tonio Nuzzo, i quali avevano anchealtre due sedi una a Lecce e laltra aNard (LE); c da ricordare anche,sempre a Maglie, il Molino e pastifi-cio S. Giuseppedi Benedetto Cavalieri(Fig. 22).

    21 Stabilimento industriale Gervasi, Papuli & C. a Corigliano dOtranto, in Il Salento, Almanacco illustrato,Vol. II, Editrice LItalia Meridionale, Lecce 1928; Lo stabilimento Barrotta a Corigliano in Il Salento,Almanacco illustrato, Vol. VIII, Editrice LItalia Meridionale, Lecce 1934; pp. 324-326.22Intervista ad Armando Pedone proprietario dellomonimo pastificio, 30 ottobre 2000.23 Francesco Marati, VIO & MARAI, Stabilimento industriale a vapore, Martano (Lecce), TipografiaGaribaldi, Lecce 1902, pp. 1-12.24 Lo stabilimento Marati a Martano, in Il Salento, Almanacco illustrato, Vol. IV, Editrice LItaliaMeridionale, Lecce 1930, pp. 292-293; Daniela Mazzotta, Archeologia industriale nel Salento: il mulino

    Marati, in Il coltello di Delo, anno IV, n 19, settembre 1991, pp. 47-51; A. Monte, Il molino e pastificiodi Francesco Marati a Martano, in Salento, larte del produrre. Artigiani, abbriche e capitani dimpresa traOttocento e Novecento, Edizioni Grio, Lecce 2012, pp. 111-116.

    21. Carta intestata del Premiato Molino Moderno Automatico a Cilindri di Gius eppe Romano, 1924 (Archivio A. Monte).

    22. Incarto della pasta di semola extra del Molino e pastificio S. Giuseppe di Benedetto Cavalieri (ArchivioAziendale B. Cavalieri).

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    IL PROGETTO IN-CUL.TU.RE. E IL MOLINOCORATELLI, TRA STORIA E ARCHEOLOGIAINDUSTRIALE. UN PERCORSO DI RICERCA,

    PATRIMONIALIZZAZIONE EVALORIZZAZIONE

    Antonio Monte Paola Durante Sofia Giammaruco

    Il Molino Coratelli, gi Molino a

    cilindri della Ditta R. Coratelli & V.Imparato, un organismo architet-tonico di propriet privata situato aCorigliano dOtranto (LE), comunedella Greca Salentina, edificato neiprimi anni del Novecento da Riccar-do Coratelli e Vittorio Imparato1perlesercizio del molino, cio per lamacinazione dei cereali e la conse-guente produzione di arine (Fig. 1).

    In tempi pi recenti, dal 1983 al1991, altre imprese locali (Biscotti-

    ficio Frisal, Biscottificio Paiano) uti-lizzarono gli spazi del molino comepastificio, biscottificio, orno e ne-gozio2. Dopo il 1991, con la chiusuradelle attivit produttive, venne pri-

    vato delle sue unzioni e attualmente

    non sono numerose le testimonianzestoriche dei processi produttivi e dellavoro che un tempo lo animarono.Sono stati conservati, inatti, solo unaminima parte dei numerosi macchi-nari (Figg. 2-3) e delle attrezzaturepresenti nella struttura e utilizzati

    per la macinazione; inoltre, poco si

    conservato dellarchivio aziendale perpoter ricostruire, in maniera esausti-

    va, lattivit produttiva e i rapporticommerciali della Ditta.

    Il Molino una delle testimonian-ze di un processo storico-produttivoche ha interessato il territorio dellaPuglia e delle regioni vicine a partiredalla seconda met dellOttocento eche ha visto la nascita di diverse re-alt produttive nellambito dellindu-stria molitoria. Si pensi che nel solocomune di Corigliano dOtranto con-temporaneamente al nostro molino,della Ditta R. Coratelli & V. Imparato,erano attivi numerosi altri impiantimolitori oggi - purtroppo - non piesistenti e noti solo grazie ai docu-

    menti darchivio, come ad esempio laSociet Esercizio Molini e Pastifici, ilMolino e Pastificio Cav. Vincenzo Bar-rotta(gi Gervasi, Papuli & C. - Fig.4), successivamente Giovanni e Giu-seppe Barrotta fu Vincenzo e la ditta

    Andrea Cavalieri3(Figg. 5-6).

    1. Vista dinsieme del molino (ph. A. Monte, 2014).

    1A. Monte, Salento. Larte del produrre. Artigiani, fabbriche e capitani dimpresa tra Otto e Novecento , EdizioniGrio, Lecce 2012, pp. 103-126.2Archivio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Lecce Visura storica della Ditta.3Archivio Storico C omunale di Corigliano dOtranto, Categoria XI.

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    Il Progetto In-Cul.Tu.Re., graziealla disponibilit e allinteresse deiproprietari, nel rispetto del Codicedei beni culturali e del paesaggio4e se-condo quanto previsto nellArticolo 2della Legge Regionale del 27 gennaio2015, n1 per la Valorizzazione del

    patrimonio di archeologia industria-le5, ha portato avanti delle attivit diricerca con lintento di creare un qua-dro conoscitivo di base e ricostruire

    le diverse asi storico-costruttive-produttive del molino.La consultazione di diversi ar-

    chivi, quali lArchivio Centrale delloStato-MICA UIBM, Serie invenzioni,brevetti, lArchivio Storico Comuna-le di Corigliano dOtranto, lArchiviostorico Catasto Fabbricati e Terreni

    di Lecce, lArchivio della Camera diCommercio, Industria, Artigianato,Agricoltura di Lecce, lArchivio pri-

    vato della amiglia Coratelli, ha per-messo di reperire documentazionetestuale e iconografica utile a studia-re la storia delle ditte e levoluzionecostruttiva dellimpianto molitorio.Non meno importante stata la rac-colta di testimonianze orali, r ilasciatedalla propriet e dagli ultimi operai

    impiegati presso il biscottificio Paia-no, essenziale per recuperare la me-moria storica del molino attraverso iracconti e i ricordi di chi lo ha vissuto.

    Dallo studio delle onti direttedarchivio emerso che la Ditta R.Coratelli & V. Imparatovenne onda-ta nel 1920 e prosegu la propria atti-

    4Decreto Lgs. 22/01/2004 n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio.5Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, n 16 del 30 gennaio 2015, pp. 3530-3531.

    2. Raffaele Coratelli allinterno del molino; sullo sondo alcune macchine del molino utilizzate nel processoproduttivo (ph. A. Monte, 2000).

    vit, dal 1957 al 1987, come Impresaindividuale Raffaele Coratelli6(Fig.7).

    Inizialmente attivo nella maci-nazione per conto terzi, il piccolomolino di Riccardo Coratelli e Vit-torio Imparato si serv dapprima diun impianto tradizionale del tipo a

    palmentiper la macinazione a fondo;questo testimoniato dalla presenzadi sei macine che sono state annega-te nel cemento in corrispondenza diuno degli ingressi del molino (Fig.8).A distanza di pochi anni, dopo averavviato limpresa, impiantarono un

    moderno molino automatico (chesi sviluppa su cinque livelli, come si

    vede da un disegno atto sul murodellultimo piano, Fig. 9) per passa-re allalta macinazione con lutilizzo

    di laminatoi a cilindri(Fig.10), plan-sichter, semolatrici.

    Questo passaggio di tecnologia,avvenuto, come anche in altri opificicoevi, nel molino Coratelli & Impara-tograzie alla lungimiranza e allintra-prendenza dei proprietari, garantivauna migliore qualit del prodotto, inquanto il chicco di cereale anzichessere compresso e disintegrato, conrischio di surriscaldamento, venivapreliminarmente bagnato e rotto inmaniera graduale, acendolo passareattraverso coppie di cilindri rotanti in

    ghisa.Il cambiamento verso i nuovi

    cicli produttivi comport ladegua-mento del complesso molitorio conla costruzione di nuove strutture e

    3. Laminatoio della Ditta Fratelli Bhler allinterno del molino (ph. A. Monte, 2014).

    6Archivio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Lecce Visura storica della Ditta.

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    ladozione di soluzioni tecnologichee materiali innovativi per il periodo,come i solai in calcestruzzo armato.I nuovi spazi produttivi urono, pro-babilmente, utilizzati solo per un ri-stretto periodo di tempo, poich dal-le testimonianze dirette noto che laproduzione u nuovamente traseritanel nucleo originario dellimpiantomolitorio.

    Nel 1940 il Preetto concesse allaDitta R. Coratelli & V. Imparato lascissione della licenza di macinazio-ne in I e II categoria, destinate, come

    si legge in una norma del 1929 sullaDisciplina della macinazione, rispetti-

    vamente aMolini automatici eMolinisemiautomatici7. Con ogni probabili-t lattivit produttiva incluse ancheun pastificio, come testimonia unarichiesta di Riccardo Coratelli, datata1943, per la costruzione di una nuovastruttura, allinterno delMolino e Pa-stificio Coratelli Imparato8.

    I Prospetti riepilogativi delle de-nuncie mensili di frumento e farinadi frumento presentate dagli eser-centi lindustria molitoria del Comu-ne9 analizzati, cio quelli degli anni1939-1940-1941, danno ldea che lat-tivit produttiva del molino Coratelli

    & Imparato osse ridotta rispetto aquella degli altri molini automatici esemi-automatici presenti sullo stessoterritorio comunale.

    La storia del molino Coratelli legata, nel suo piccolo, oltre che allat-tivit produttiva della molitura e agliaspetti del lavoro, anche alla ricercaapplicata svolta da Raffaele Coratelliche per decenni porto avanti lAzien-da con passione e amore verso lartemolitoria. Sono firmate da Raffaele,ultimo titolare della ditta, due do-mande di Brevetto per invenzione

    industriale: quella risalente al 1983 uaccolta e con essa venne brevettato ilDispositivo selezionatore Coratelli attoalla integrale eliminazione del rivesti-mento dei chicchi dal frumento in ma-cinazione10 (Fig. 11).

    Ulteriore strumento di studio e co-noscenza dello stato di atto del moli-no e delle sue asi costruttive, sia stori-che che tecniche, stata la verifica deirilievi esistenti (Figg. 12-13), integratadalla realizzazione di un nuovo rilievogeometrico e architettonico, eseguitocon il metodo diretto, di dettaglio dialcuni ambienti ritenuti pi significa-tivi sia dal punto di vista architettoni-co e strutturale che produttivo.

    7Archivio Storico Comunale di Corigliano dOtranto, Categoria XI.8 Archivio Storico Comunale di Corigliano dOtranto, Categoria XI; Archivio storico Catasto Fabbricati eTerreni di Lecce, Archivio dellAgenzia del Territorio-Conservatoria dei Registri Immobiliari di Lecce.9Tavole descrittive della produzione, in quintali, di ogni impianto molitorio attivo nei comuni del Regno,da consegnare obbligatoriamente e a cadenza mensile alle Regie Preetture delle Province di appartenenza,secondo il Regio Decreto Legge 17 settembre 1936-XIV, n 2022; Archivio Storico Comunale di CoriglianodOtranto, Categoria XI.10Archivio Centrale dello Stato-MICA UIBM, Serie invenzioni, brevetti Visura Deposito InvenzioneIndustriale.

    7. (pag. precedente) Documento della Ditta R. Coratelli & V. Imparato (Archivio Storico Comunale diCorigliano dOtranto, Categoria XI).

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    Ledificio, progettato tutto o inparte dallingegnere Alessandro Bru-ni di Lecce (come desunto da ontiorali dirette), presenta complessiva-mente una orte unit compositiva,nonostante al suo interno siano pre-senti pi corpi di abbrica, ognunodei quali con una specifica unzione,preposti a destinazioni duso anche

    molto diverse tra loro, quali ad esem-pio lattivit produttiva e la residenza(Figg. 14-15).

    Il complesso del Molino Coratellisi compone di un blocco produttivo,quello attualmente non utilizzato, e diuno destinato ancora oggi a residen-za. Il blocco produttivo si componedi un nucleo angolare, probabilmentequello originario, con orizzontamen-ti lignei, al quale sono state affiancate

    due lunghe maniche e limponentetorre per la macinazione a cinquepiani uori terra con orizzontamentiin calcestruzzo armato.

    Se il disegno dei prospetti del nu-cleo angolare, delle maniche e della tor-re caratterizzato da superfici lineari,che rafforzano la compattezza dei volu-mi -interrotta solo dal ritmo delle gran-

    di finestre vetrate- e non lascia spazioad elementi decorativi, ma scaturisceda esigenze unzionali, la residenza e isuoi ambienti interni sono stati invecearricchiti da opere di interesse storico-artistico legate al tema dellindustriamolitoria, come ad esempio testimoniala stesura pavimentale musiva a moti-

    vi floreali e spighe di grano presente inuno degli ambienti destinati ad abita-zione (Fig. 16).

    8. Macine del molino a palmenti (ph. A. Monte, 2014).

    9. (pag. seguente) Disegno del ciclo produttivo realizzato su una parete dellultimo livello del molino (ph.A. Monte, 2014).

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    Per quanto essenziale nelle or-me, il molino presenta unindubbiaparticolarit nellutilizzo e nellacco-stamento di vari materiali costruttivi.Alle variet di pietra locale, impiega-te nelle strutture verticali e nei para-menti murari esterni, si affiancanodiverse tipologie di impasti cementi-zi, differenziati a seconda del loro im-

    piego in elementi strutturali (travi esolette armate) o nelle finiture super-ficiali (graniglia del piano di calpe-stio). Sono inoltre conservati gli ori-ginari serramenti, interni ed esterni,in metallo e legno, risalenti alla primamet del Novecento.

    Partendo da una preliminare ana-lisi macroscopica a vista, condottainsitu, sullo stato di atto e sulle altera-zioni presenti (in collaborazione con

    i ricercatori dellIbam-Cnr di Lecce edel Laboratorio di Diagnostica nonDistruttiva del Politecnico di Torino) stato pianificato e realizzato unostudio multidisciplinare per valutarelo stato di conservazione del molino,studiarne le tecniche costruttive, imateriali impiegati e il loro degrado.

    Le indagini termografiche han-

    no permesso di valutare la presenzadi enomeni di umidit di risalita,infiltrazioni, ponti termici e di indi-

    viduare le tessiture murarie e gli ele-menti costruttivi della struttura. Neldettaglio tali ispezioni, avvenute intre differenti campagne di indagine,si sono concentrate sugli ambienti delpiano terra non destinati a residenza,nelle maniche presenti ai piani primoe secondo, e nei locali della torre di

    10. (pag. precedente) Reparto laminatoi a cilindri del molino (Archivio Coratelli).

    11. Brevetto Dispositivo selezionatore Coratelli atto alla integrale eliminazione del Rivestimento dei chicchidal rumento in macinazione, (ACS, MICA UIBM, Serie invenzioni, brevetti).

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    macinazione r ispettivamente nei pia-ni primo, secondo, terzo e quarto (sirimanda al capitolo Il Molino Coratel-li: indagini termografiche di MonicaVolinia).

    Per la verifica di alcuni aspetticostruttivi, lindividuazione dei erridelle armature della soletta e la va-lutazione del loro stato di conserva-zione sono state realizzate, nei localidel piano primo del molino, indaginigeofisiche (georadar e geoelettrica) e

    microgeofisiche. A differenza deglialtri piani in cui il degrado dei erriappare evidente, in questo caso si

    voluto valutare lo stato di conserva-zione negli ambienti apparentemente

    in buono stato (si rimanda al capitoloIl Molino Coratelli: indagini micro-ge-ofisiche per la diagnostica strutturaledi Giovanni Leucci e Lara De Giorgi).

    Per la caratterizzazione dei mate-riali costitutivi e delle alterazioni pre-senti, sono stati individuati e prelevati

    12. (pagg. precedenti) Planimetrie del Piano terra del molino, 1958 (Archivio storico Catasto Fabbricati eTerreni di Lecce, Archivio dellAgenzia del Territorio).

    13. (pagg. precedenti) Planimetrie del Piano primo, secondo, terzo e quarto del molino, 1958 (Archiviostorico Catasto Fabbricati e Terreni di Lecce, Archivio dellAgenzia del Territorio).

    14. - 15. Esterno del molino (ph. M. Rizzo per In-Cul.Tu.Re, 2014).

    11Per lAnalisi dello Stato di Conservazione stata usata la terminologia della Norma Italiana UNI 11182:Beni culturali. Materiali lapidei naturali ed artificiali. Descrizione della forma di alterazione-ermini edefinizioni, UNI-Ente Nazionale Italiano di Unificazione, Milano, aprile 2006.

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    fluire positivamente sulla percezionedel patrimonio, puntando sulla cono-scenza dei siti mediante eventi di pro-mozione, coinvolgendo artisti, enti diricerca, istituzioni locali, associazioniproessionali, organismi che operanonel campo dellistruzione, della pro-mozione territoriale, ecc.

    Rispetto agli altri beni indagati daIn-Cul.Tu.Re, il molino divenutoprotagonista di pi lavori audiovisivi.Insieme alla chiesa di Santo Steanoa Soleto, si prestato alle sperimen-tazioni di Carlo Michele Schirinzi in

    Deposizione in due atti, in cui i dueluoghi rivivendo sotto lo sguardonuovo della macchina da presa su-perano lo status di bene culturale,non sono pi luoghi di preghiera edi lavoro, n edifici-simbolo da sal-

    vaguardare. Divengono invece semiper una riflessione artistica contem-poranea13. stato il punto di parten-za per il racconto affrontato nel videodocumentario di Meditfilm I molinie lindustria molitoria in Puglia. radismissione e recupero(DVD allegatoa questa pubblicazione, si rimanda alcapitolo Luoghi e visioni. Frammentidi antropologia visuale di TommasoFaggiano).

    Sulla stessa tematica stata incen-

    trata la Giornata di studi Lacqua e lafarina: I sistemi di approvvigionamen-to idrico e lindustria molitoria nellaGreca salentina, che ha avuto luogoil 24 aprile 2015, presso la Sala Ca-

    vallerizza del Castello de Monti di

    Corigliano dOtranto. Liniziativa rientrata nellambito delle maniesta-zioni organizzate da E-FAITH (Eu-ropean Federation of Associations ofIndustrial and echnical Heritage) perlAnno Europeo del Patrimonio Indu-striale e Tecnico, ed stata realizzatacon la collaborazione dellIbam-Cnrdi Lecce e dellAIPAI (AssociazioneItaliana per il Patrimonio Archeolo-gico Industriale) e il patrocinio delComune di Corigliano dOtranto(Fig. 17).

    Sguardi diversi, di otografi pro-

    venienti da pi parti dItalia, hannoindagato gli ambienti del molino ei loro reportage sono confluiti nel-le mostre otografiche Da qui non sivede il mare. Il paesaggio della GrecaSalentinae Futuri Possibili. Il paesag-

    gio della Greca Salentinae nel calen-dario 2015 ra Visioni e Paradossi.La Grecia Salentina di Piero MarsiliLibelli.

    Una ruizione pi immediata edestinata anche ai pi piccoli, basatasullofferta di contenuti multimedia-li legati al molino, stata propostacon linserimento nellapp Sherazade,Storymaker for travelling, cantastoriedigitale che accompagna la visita diluoghi particolari del Salento, e con la

    realizzazione dellapp Caccia ai esoridella Greca Salentina, che permet-te - attraverso il gioco - di affinare lecapacit di osservazione e compren-sione del patrimonio culturale.

    13Deposizione in due atti, DVD prodotto da In-Cul.Tu.Re., edizioni Kurumuny, 2015.

    IL MOLINO CORATELLI: INDAGINIMICRO-GEOFISICHE PER LADIAGNOSTICA STRUTTURALE

    Giovanni Leucci Lara De Giorgi

    Si vogliono evidenziare in questo ca-pitolo i risultati delle indagini micro-geofisiche realizzate dal Laboratoriodi Geofisica per lArcheologia ed iBeni Monumentali (IBAM-CNR)allinterno della struttura denomina-ta Molino Coratelli. La campagna di

    indagini stata finalizzata sia allin-dividuazione delle armature ed even-tuali orme di dissesto (vuoti e/o rat-ture) presenti allinterno della solettain cemento armato che al loro stato diconservazione.

    PREMESSA

    Per individuare lo stato di degradodella struttura in cemento armatobisogna dare unocchiata al suointerno. Bisogna are una vera epropria TAC per svelarne ognisegreto. E il compito della GeofisicaApplicata che, al pari delle tecniche

    ecografiche e tomografiche dellescienze mediche, usa metodidi indagine di tipo indiretto esoprattutto non invasivo per misurarele variazioni di alcuni parametrifisici allinterno del mezzo indagatoe individuare cos la struttura diquestultimo e/o la presenza di diettistrutturali quali essure, ratture,contenuto volumetrico in acqua,corrosione, etc.

    Funziona cos: supponiamo di re-alizzare sulla superficie di una certaarea alcune misure di un determinatocampo fisico, sia esso gravimetrico,magnetico, elettrico o elettromagne-tico. Se il sottosuolo tutto peretta-mente omogeneo, indipendentemen-

    te dalla posizione in cui si effettua lamisura, otteniamo sempre lo stesso

    valore. Se invece ad un certo puntoc un corpo con propriet fisiche di-

    verse rispetto al materiale circostan-te, quando lo strumento di misurapassa in corrispondenza di tale cor-po, il valore misurato si discosta dal

    valore imperturbato: , come si dicein gergo, un valore anomalo, ossiauna variazione (anomalia) rispetto al

    LEPROSPEZIONIGEOFISICHE

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    valore di una situazione omogenea.La geofisica applicata cerca di defi-nire, sulla base di queste variazionie quindi sullosservazione di questeanomalie, la natura e la geometriadei corpi sepolti. Ogni campo fisico

    viene misurato con un metodo geo-fisico particolare, e i pi usati sono imetodi gravimetrici, magnetometri-ci, elettrici, elettromagnetici (tra cuiil georadar) e sismici. Ciascuno diessi sensibile al contrasto di parti-colari parametri fisici delloggetto dainvestigare rispetto allambiente cir-

    costante (densit di massa, suscetti-vit magnetica, resistivit elettrica,costante dielettrica, costanti elasti-che, etc.), e dunque la maggiore o mi-nore efficacia delluno rispetto allal-tro dipende dallentit del contrastodei corrispondenti parametri fisici(Reynolds, 1998). Pertanto uno deiproblemi ondamentali della geofisi-

    ca individuare, per un particolareproblema in esame, il metodo geofi-sico da utilizzare. Bisogna in praticaidentificare i parametri fisici dellog-getto da individuare che presentanoil maggior contrasto rispetto allam-biente ospitante, e quindi consentonola maggiore acilit di rilevazione, eusare il metodo relativo.

    Nel caso del Molino bisognavautilizzare metodi che potessero in-sieme consentire unalta risoluzionespaziale e la capacit di evidenziare lostato di conservazione dei erri. Il me-

    todo georadar (Leucci, 2007) assiemeal metodo elettrico (Loke, 2001; Lokeand Barker, 1996) potevano garantireun buon compromesso tra risoluzio-ne e capacit di individuare la presen-za di un elevato grado di umidit e diconseguenza lo stato di conservazio-ne della struttura indagata.

    Sono stati pertanto utilizzati 24 elet-trodi con distanza interelettrodica

    variabile. Linversione dei dati statarealizzata mediante un processo itera-tivo che minimizza la differenza ra laresistivit apparente misurata e quel-

    la calcolata in base ad un modello dipartenza. Sono pertanto state studiatele distribuzioni allinterno dei solai deiparametri resistivit elettrica e po-tenziali spontanei. E stata utilizzatauna geometria di acquisizione nonstandard che prevede la disposizionesul solaio di una linea elettrica che se-gue il perimetro delledificio.

    Sono stati pertanto acquisiti 2profili la cui ubicazione mostrata in

    Fig. 1. I profili elettrici 3D sono statidenominati ERT1 ed ERT2 rispet-tivamente. In questo modo statacoperta tutta larea del primo piano(Fig.1).

    Le mappe di resistivit e di poten-

    ziale spontaneo sono state costrui-te attraverso lutilizzo del sofwareERTLab e di un apposito algoritmoimplementato in ambiente Matlabdal Dr Giovanni Leucci. I modelli didistribuzione dei parametri fisici re-sistivit elettrica e potenziali sponta-nei a varie proondit sono mostratiin Fig. 2.

    Dal modello di distribuzione dellaresistivit (Fig. 2a) risulta evidente la

    LAPROSPEZIONEGEOELETTRICA

    1. Ubicazioni dei profili elettrici 3D (ERT1 ed ERT2)

    presenza di una struttura eterogeneacon valori di resistivit compresi tra10 e 50000 ohm m. In particolare sinota la presenza di aree diffuse (il co-lore blu) con valori di resistivit mol-to bassi compresi tra 10 e 50 ohm m. Inqueste aree potrebbe essere presenteun alto contenuto dacqua.

    Dal modello di distribuzione deipotenziali spontanei (Fig. 2b e 2c)risulta evidente la presenza di unadistribuzione disomogenea di questiultimi. In particolare si notano trepunti (blu) in cui si ha una concen-

    trazione di potenziali negativi moltoelevati (-1000mV) che indica la pre-senza di calcestruzzo saturo dacqua.Intorno a tali aree (colore verde) i va-lori di potenziale spontaneo aumen-tano raggiungendo valori compresi

    tra -600 e -400mV. Tali valori indica-no presenza di CO2. Nelle zone rossei valori di potenziale spontaneo assu-mono valori positivi (400-500mV),indice di presenza di calcestruzzoasciutto.

    Ci si pu aspettare corrosioneattiva nei punti in cui un potenzialenegativo circondato da potenzialisempre pi positivi, ovvero punti conun gradiente di potenziale positivo.Differenze di potenziale con delta dicirca +100 mV allinterno di unareadi misura di 1 m, insieme con po-

    tenziali negativi sono una chiara in-dicazione di corrosione attiva. Quin-di verosimile che nelle aree in blucircondate dalle aree in rosso ci siain atto un enomeno di corrosioneattiva.

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    evidente una probabileconcentrazione maggiore sopra letravi (4 erri equispaziati di 10cmcirca). Tra una trave e laltra ladistribuzione delle armature sembraessere meno densa.

    La planimetria dei profili, acqui-siti a 0.5m di distanza luno dallal-tro, ha consentito di correlare spa-zialmente, in modo 3D, le anomaliepresenti su ciascuna sezione utiliz-zando lanalisi dellampiezza deglieventi riflessi entro assegnati inter-

    valli di tempo (time slices). Sonostate costruite slice di ampiezza aintervalli temporali di 1ns; ogni slicecorrisponde ad uno spessore di sola-io di circa 0.01m. Il colore blu indicadebole ampiezza del segnale riflesso(materiale sostanzialmente omoge-neo); i colori dal celeste chiaro alrosso pi intenso indicano variazio-ni di ampiezze del segnale riflessoe quindi presenza di discontinuit

    elettromagnetiche significative. Levariazioni di ampiezza (quindi dicolore) in una stessa slice sono in-dice di variazioni orizzontali nellecaratteristiche elettromagnetiche delmateriale investigato.

    In Fig. 6 sono riportate leslices di ampiezza pi significativesovrapposte alla planimetria dellastruttura.

    5. Zoom sulla sezione radar elaborata di Fig. 4

    6. Time slices

    In modo particolare nelle slices1-2cm e 2-4cm di proondit (internosoletta) si evidenziano le anomalierelative alle travi di sostegno (colorerosso). Anomalie (linea neratratteggiata) di piccola ampiezza(celeste) sono legate alla probabilepresenza di un sistema di piccoli

    vuoti e/o microratture. Tali areecoincidono con le aree a potenzialespontaneo negativo in cui in atto unenomeno di corrosione.

    La visualizzazione 3D (Fig. 7)realizzata attraverso le iso-superficidi ampiezza mostra la distribuzione3D delle strutture presenti nellarea.

    7. Iso-superfici di ampiezza

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    Lindagine micro-geofisica, relativa-mente al piano indagato, ha consen-tito di ottenere importanti inorma-zioni legate sia alla caratterizzazionedella struttura in cemento armato siaal suo stato di conservazione. Me-diante lanalisi dei potenziali spon-tanei stato possibile evidenziare learee pi a rischio, quelle in cui pre-sente un orte grado di corrosione deierri. Tramite le rappresentazioni 3D stato possibile mostrare la conor-mazione della soletta e si potuto an-che dividere larea indagata in sezioni

    orizzontali in modo da mostrarne laconormazione a varie proondit inuna sorta di scavo virtuale. In ognietta orizzontale, i valori stimati peri parametri fisici indagati hanno con-sentito di identificare la struttura conil numero di erri presenti, il loro dia-metro e la distanza tra gli stessi. In-somma la geofisica, se utilizzata bene,pu ornire un'infinit di inormazio-ni. Inormazioni indirette, ottenutesenza scavare, e preziosissime peruna precisa progettazione degli inter-

    venti di recupero e salvaguardia.

    CONCLUSIONI

    G. L, Ground Penetratine Radar: Un introduzione per gli Archeologi,Aracne Editrice, Roma, 2007;

    M. H. L, Electrical imaging surveys for environmental and engineering stu-dies, A practical guide to 2-D and 3-D surveys: RES2DINV Manual, IRISInstruments, www.iris-instruments.com, 2001;

    M. H. L, R. D. B, Rapid least-squares inversion of apparent resi-stivity pseudosections using a quasi-Newton method, Geophys. Prosp., 44,131152, 1996;

    J. M. R, An Introduction to Applied and Environmental Geophysics.Published by John Wiley and Sons Ltd. Baffins Lane, Chichester, West Sus-sex PO19 1UD, England, 1998.

    BIBLIOGRAFIA

    IL MOLINO CORATELLI:CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

    COSTITUTIVI E DEI PRODOTTIDEL DEGRADO

    Giovanni Quarta Davide Melica

    Si riportano in questo capitolo i ri-sultati delle indagini mineralogico-petrografiche e chimiche realizzatepresso il Laboratorio di MicroscopiaOttica e Diffrattometria di Raggi Xdel IBAM-CNR su alcuni materialilapidei costituenti il Molino Coratelli

    a Corigliano dOtranto (LE); tali in-dagini sono finalizzate alla caratteriz-zazione degli intonaci, degli elementiin conglomerato cementizio ed inpietra naturale e allidentificazionedei prodotti del degrado.

    PREMESSA

    Sui campioni sono state effettuate leseguenti analisi di laboratorio alloscopo di identificarne la composizio-ne e di verificare la presenza di saliresponsabili del degrado: Microscopia ottica in luce tra-

    smessa polarizzata su preparatiallestiti in sezione sottile (Normal

    14/83, UNI 11176, UNI 12407); Diffrattometria di Raggi X (DRX); Cromatografia ionica (IC) (UNI

    11087, APAT CNR-IRSA 4020); Termogravimetria (TGA)/Calo-

    rimetria a scansione differenziale(DSC).

    TECNICHEANALITICHE

    Da alcuni elementi architettonici delMolino (solai, pavimenti e paramentimurari interni ed esterni) sono statiprelevati 8 campioni rappresentatividei materiali e delle orme di altera-zione e di degrado presenti. Il cam-pionamento stato condotto con lemodalit riportate nel Normal 3/80

    Materiali Lapidei: Campionamen-to ed ha interessato alcuni ambientidel primo e del secondo piano cor-rispondenti alle maniche ed ai localidella torre. Una breve descrizione deicampioni e la documentazione oto-grafica del campionamento sono ri-portate di seguito:

    CAMPIONAMENTO

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    porto legante/aggregato viene stima-to intorno a 1:2.5 in volume.

    Lintonaco di finitura reso in-vece da un impasto di calce e tuocalcareo macinato. La granulometriadellaggregato ricade perlopi nellin-tervallo 0.1-0.25 mm. Il rapporto le-gante/aggregato si aggira intorno a1:2 in volume. In superficie si distin-guono tre tinteggiature a calce.

    Lintonaco della muratura(cam-pione MO-CO-6) costituito da unamalta bastarda contenente calce,cemento e tuo calcareo macinato.Le dimensioni dei clasti sono pre-

    valentemente comprese tra 0.2 e 0.3mm. Il rapporto legante/aggregato prossimo a 1:2 in volume. In super-ficie si osserva una tinteggiatura acalce.

    Camp. MO-CO-1 intonaco interno:microotografia in sezione sottile(luce trasmessa, N+).

    Camp. MO-CO-6 intonaco: microotografia insezione sottile (luce trasmessa, N+).

    Sono stati esaminati tre rammen-ti di conglomerato cementizio, dueaventi unzione strutturale ed unoavente unzione di rivestimento delpavimento. I primi due appartengono

    rispettivamente al solaio del 1 pia-no della seconda manica (campioneMO-CO-2) e al pavimento del 2 pia-no della torre (campioneMO-CO-7);il terzo stato prelevato dalla finituraa granigliato del pavimento del 1piano della seconda manica (cam-pione MO-CO-5). Integrando i datiottenuti dalla microscopia ottica coni risultati delle analisi diffrattometri-che stato possibile determinare le

    caratteristiche compositive, tessitura-li e microstrutturali dei materiali.

    Nel caso dei campioni MO-CO-2e MO-CO-7lo studio petrografico stato effettuato solo sulla matrice le-

    gante, in modo da evitare di esami-nare, per quanto possibile, i grossielementi dellaggregato.

    Il conglomerato cementizio delsolaio (campione MO-CO-2) contie-ne calce carbonatata, cemento, sab-bia calcareo-dolomitica di rantoio epoca terra rossa ricca di quarzo e diossidi di erro. Le dimensioni dei cla-sti carbonatici ricadono in prevalen-za tra 0.4 e 0.8 mm mentre il quarzo

    Conglomerati cementizi

    e le particelle di terra non superanoi 0.2 mm di diametro. Oltre alleleva-to quantitativo di calce, i principaliattori responsabili della consistenzamedio-bassa di questo impasto sonolelevata porosit primaria, stimataintorno al 30% in volume, e lo scarsoquantitativo di aggregato (rapportolegante/aggregato pari a circa a 1:1 in

    volume).

    Il conglomerato costituente ilpavimento del 2 piano della torre(campione MO-CO-7) stato cone-zionato con cemento e con un aggre-gato calcareo-dolomitico di rantoio,avente dimensioni massime di 1.8mm ma perlopi comprese tra 0.4 e0.8 mm. Sono inoltre presenti traccedi terra rossa. Il rapporto legante/ag-gregato di circa 1:2 in volume.

    Camp. MO-CO-2 microotografia in sezionesottile (luce trasmessa, N+).

    Camp. MO-CO-7 microotografia in sezionesottile (luce trasmessa, N+).

    Lesame petrografico del pavi-mento granigliato (campione MO-CO-5) ha evidenziato una matricecementizia molto compatta, in cuisono dispersi clasti calcarei ascrivibilialla ormazione geologica del Calcare

    di Bari. Le dimensioni dei rammen-ti calcarei variano complessivamenteda 0.4 a 4.2 mm ma ricadono in pre-

    valenza tra 1.4 e 1.8 mm. Il rappor-to legante/aggregato di circa 1:2 in

    volume.

    Camp. MO-CO-5 microotografia in sezionesottile (luce trasmessa, N+).

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    IL MOLINO CORATELLI:INDAGINI TERMOGRAFICHE

    Monica Volinia

    Le campagne di indagine termogra-

    fica condotte a Corigli ano dOtranto(LE), negli ambienti interni del Mo-lino Coratelli, rientrano nelle attivi-t svolte dal Laboratorio di Restaurodel Politecnico di Torino nellambitodel Progetto In-Cul.Tu.Re.; tale Pro-getto ha visto il coinvolgimento del-la nostra Struttura per la prestazio-ne di una consulenza sullo stato diconservazione di Beni della GrecaSalentina attraverso lapplicazione ditecniche diagnostiche non distrutti-

    ve, termografia allinrarosso in par-ticolare.

    La scelta di impiegare la tecnicatermografica per la conoscenza deiBeni interessati dal Progetto deri-

    vata dallesigenza di effettuare rilie-

    vi non invasivi, a carattere globale,ripetibili nel tempo, che potesseroanche configurarsi come monitorag-gi atti a controllare levoluzione dieventuali degradi rilevati.

    La termografia allinrarossopermette di effettuare ispezioni senzaentrare in contatto con le superfici,rilevando telemetricamente il caloreche da queste viene emesso. Lostrumento utilizzato - la termocamera

    IR (telecamera dotata di ottiche

    sensibili allinrarosso termico) -consente lacquisizione delle mappedi temperatura (termogrammi) deglioggetti inquadrati, poi convertite inimmagini in alsi colori nelle qualiad ogni intervallo di temperaturaselezionato associato un colore.Nellanalisi del dato ottenutooccorre tenere in considerazioneche la rappresentazione delladistribuzione della temperaturasu di una superficie influenzatadalle propriet fisiche e ottiche deimateriali costituenti (conducibilit,emissivit, calore specifico)nonch dal loro spessore.

    La tecnica IR viene impiegataper evidenziare eventuali differenze

    di temperatura su di una superficie.Le disuniormit di temperatura ri-levate a parit di sollecitazione ter-mica possono indicare la presenza dianomalie o discontinuit anche nonriscontrabili mediante unanalisi vi-siva diretta e ci in unzione dellecaratteristiche fisiche dei materialicomponenti.

    Le inormazioni che si possonotrarre dallindagine allinrarosso

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    sono diversificate e, tra le varie ap-plicazioni, possibile leggere sottolintonaco i materiali impiegati e laloro geometria, ottenere indicazionisulla stratificazione storica di un edi-ficio o sulla sua efficienza energetica.La tecnica allinrarosso inoltre diondamentale ausilio per la mappa-

    tura del degrado (distacchi dintona-co non palesi, problemi legati allu-midit, ecc.) e, pi in generale, per ilmonitoraggio del costruito.

    Le indagini termografiche sonostate condotte negli ambienti delMolino non destinati a residenza sitial piano terra e al piano I delle gran-di maniche di pi recente costruzio-ne e nei locali della torre per la maci-nazione, ai piani I, II, III, e IV.

    Data la notevole es tensione delle-dificio si concordato di mirare leindagini su alcuni aspetti utili per lastesura di un eventuale progetto direcupero: la ricerca di ponti termicie lanalisi dello stato di conservazio-ne dei solai in particolare attraversolindividuazione di infiltrazioni dalle

    coperture piane.Le ispezioni sono avvenute in

    modalit passiva, sruttando il gra-diente termico generatosi tra i localiinterni e lambiente esterno.

    La prima campagna dindagi-ne, effettuata nella primavera 2013(6 maggio, tarda mattinata/primopomeriggio, cielo sereno) in ase diaccumulo del calore da parte dellastruttura stata configurata come

    1. Molino Coratelli, piano terra, ponti termici, parete perimetrale esterna.

    2. Molino Coratelli, piano terra, ponti termici, parete interna ambienti 0.1 - 0.2

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    screening conoscitivo del comporta-mento termico dei solai delledificioindustriale; ha permesso di selezio-nare le zone sulle quali condurre leispezioni in unzione degli obiettivipreposti e della risposta termica ot-tenuta dalle superfici; sono stati va-lutati inoltre gli aspetti logistici, nelcaso in esame determinanti per ilbuon esito dei rilievi.

    Le successive prove sono stateprogrammate in periodi stagionali,orari e condizioni climatiche diffe-renziate: in autunno (6 novembre

    2013, orario pomeridiano, cielo par-zialmente nuvoloso a seguito di pre-

    cipitazioni atmoseriche) e a fine pe-riodo estivo (24-25 settembre 2014,orario pomeridiano e preserale, cie-lo sereno).

    Nel dettaglio le acquisizioni IRcondotte per la verifica della presen-za di eventuali ponti termici hannointeressato, in tutti gli ambienti ana-lizzati, la ascia relativa allinterse-zione soffitto/parete in corrispon-denza dellattestamento delle travi,principalmente sulle pareti perime-trali esterne (nodi travi in cls/pare-ti in pietra leccese); la lettura delle

    discontinuit stata possibile co-munque anche in corrispondenza di

    3. Molino Coratelli, piano primo, ponti termici, parete perimetrale esterna.

    setti interni. In alcuni ambienti, ovesignificativo per lo stato di conser-

    vazione dei serramenti, sono statiesaminati allIR anche i nodi pareti/finestre.

    Al piano terra del Molino nellam-biente di ingresso (ambiente 0.1) li-spezione allinrarosso (Fig. 1), con-dotta in assenza di riscaldamentoartificiale interno, ha permesso dievidenziare la presenza di disconti-nuit termiche [a] in corrisponden-za di alcuni nodi trave/parete peri-metrale esterna. Sul setto divisorio

    tra le stanze 0.1 e 0.2 si evidenzianola tracce termiche [b] relative allal-

    loggiamento delle travi dei solai dicopertura, la cui orditura non risultacoassiale (Fig. 2). In corrisponden-za dei ponti termici linversione disegnale che si rileva tra le indaginieffettuate in condizioni ambientalidifferenti da relazionarsi alliner-zia termica dei materiali e permettedi conermare la tipologia della al-terazione evidenziata. Si evidenziainoltre una discontinuit termica [c]allintersezione tra il setto divisoriodelle stanze 0.1-0.2 e la parete sud-ovest indicativa della mancanza di

    ammorsatura tra l e murature (Fig. 2).In generale in tutti i piani delle-

    4. Molino Coratelli, analisi dello stato di conservazione dei solai e delle pareti.

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    possibili approcci di intervento(dei quali in progetto si sceltodi seguire il secondo): un primototalmente conservativo, al qua-le ci si potrebbe affidare nel casodellacquisizione con esito positi-

    vo di specifiche prove di collaudostatico che possano certificare una

    buona risposta in termini com-portamentali del solaio preesi-stente in relazione agli stringentiparametri dettati dalle normative

    vigenti in materia strutturale; unsecondo approccio stato quel-lo di pensare un consolidamentopreventivo, prevedendo linse-

    rimento di un nuovo pacchettotecnologico di solaio la cui partestrutturale viene affidata a dei leg-geri tavelloni in GRCposati sullepreeesitenti travi ed incernieratisulle strutture murarie laterali;questo nuovo strato strutturale

    verrebbe poi seguito da un inter-capedine destinata al passaggio diimpianti asserviti al piano primo(riempita con appositi materialiisolanti termo-acustici) e da unpavimento flottante tecnico su te-laio metallico;

    e. Si scelto di ritagliare le aree pro-gettazi