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PROMUOVERE LA PARITÀ FRA UOMO E DONNA PARTIAMO DALLE DONNE PER UN SICURO RITORNO

III Obiettivo del millennio

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Promuovere la parità fra uomo e donna

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Page 1: III Obiettivo del millennio

PROMUOVERE LA PARITÀ FRA UOMO E DONNA

PARTIAMODALLE DONNE

PER UN SICURO RITORNO

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Durante il Vertice del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000, 189Capi di Stato hanno firmato la Dichiarazione del Millennio, al cen-tro della quale ci sono otto ambiziosi obiettivi (MDGs) da raggiun-gere entro il 2015. L’Obiettivo 2015 per eccellenza mira a dimez-zare la povertà nel mondo, presupposto essenziale della pace. Allaluce di quanto emerso dal recentissimo Rapporto sugli Obiettivi diSviluppo del Millennio 2008 (New York 22 - 29 settembre 2008),l’obiettivo generale di dimezzare la povertà assoluta sembra essereraggiungibile nel suo insieme; tuttavia i successi ottenuti finora sonoin ritardo rispetto agli obiettivi, i quali potrebbero rischiare di nonessere raggiunti se non si intraprendano urgentemente azioni addi-zionali, più incisive o correttive.

Eliminare la disparità dei sessi nell’insegnamento primario e secon-dario preferibilmente per il 2005, e per tutti i livelli di insegnamen-to entro il 2015.

“Le donne hanno diritto all’esercizio di tutti i diritti umani, compre-si quelli relativi allo sviluppo e alle risorse economiche, i qualifanno parte dell’insieme di diritti umani spettanti alle donne nellaloro integrità. Non poter accedere alle risorse e alle opportunità subase paritaria rappresenta una negazione dei diritti, che frapponeostacoli all’eguaglianza fra uomini e donne, e ha come risultato ilperpetuarsi della disuguaglianza economica e della povertà delledonne. Garantire alle donne la parità nella vita sociale ed economi-ca rappresenta pertanto un pilastro essenziale nella piena realizza-zione dei diritti”. (Rapporto del Segretario Generale ONU sui dirittiumani – Ginevra 10 maggio 2000)

A che punto siamo...Nonostante tra il 2000 e il 2006 il tasso di iscrizione delle femmi-ne nelle scuole è cresciuto di più rispetto a quello dei maschi, attual-mente solo due paesi su tre hanno raggiunto la parità tra i sessi nel-l’istruzione elementare. Le femmine continuano a rappresentare benil 55 % della popolazione di bambini in età scolare che non fre-quenta gli istituti scolastici. Diversa è invece la situazione rispettoall’istruzione secondaria, dove in alcune regioni (America latina eCarabi) l’iscrizione femminile supera quella dei maschi che, spessosono costretti a lasciare la scuola per andare a lavorare.1Oltre alla parità nell’accesso all’istruzione le donne per diventarelibere protagoniste nella società, devono ottenere, prima di tutto, ilriconoscimento e il rispetto dei diritti umani fondamentali, comeparte integrante del genere umano. In particolare, va sottolineato illoro diritto alla libertà di scelta nella sfera privata e pubblica cheimplica possibilità ed opportunità pari a quelle degli uomini di sod-disfare le proprie esigenze di crescita umana e il dovere/diritto dipartecipare attivamente e di decidere insieme agli uomini circa le

modalità di convivenza civica. Le discriminazioni nei loro confrontipurtroppo sono ancora molte; nascono già all’interno della famigliae si proiettano poi nella società. Una piena uguaglianza con gliuomini, infatti, non è riscontrabile neanche nella gestione delleresponsabilità familiari e di cura, quasi completamente a caricodelle donne, a cui non corrisponde, però, un adeguato riconosci-mento giuridico di tale ruolo. In alcuni contesti tali discriminazionisono addirittura legittimate dagli stessi governi, comportando unaridotta partecipazione delle donne ai processi di costruzione socia-le e di decisione politica.2

Promuovere pari opportunità e maggiore influenza per le donne èfondamentale per il raggiungimento di tutti gli Obiettivi Dare potere alle donne garantisce la democrazia, aumenta la pro-duttività economica, riduce la mortalità infantile e materna, promuo-ve la salute: in poche parole, il loro ruolo è determinante nella pro-mozione del bene comune e del tessuto sociale.

Gli Obiettivi del Millennio sono, infatti, tutti collegati tra loro e inmodo particolare le donne, costituiscono il primo e imprescindibileanello di una reazione a catena attraverso cui realizzarli tutti, per-ché esse sono le vere compositrici del tessuto sociale. Fornire alledonne gli strumenti necessari alla propria educazione, per esempio,e alla partecipazione ai processi decisionali e di responsabilità pro-duttiva risponde al 2° Obiettivo e contrasta l’esclusione scolasticadovuta alle discriminazioni. L’istruzione per le donne è collegata, inprimo luogo, ad una riduzione del tasso di contagio dell’HIV e adun miglioramento della cura della salute del nucleo famigliare, faci-litando il raggiungimento del 6° Obiettivo.Un aumento dell’accesso all’istruzione delle donne genera, in secon-do luogo, un reddito potenziale femminile agevolando una diminu-zione della mortalità materna ed infantile, avendo ripercussionipositive sia sul 4° e 5° Obiettivo. Promuovere l’uguaglianza fra isessi e, quindi, facilitare il gender empowerment, come risorsa percombattere la povertà e la fame, favorirebbe il raggiungimento del1° Obiettivo “Eliminare la povertà e la fame nel mondo”. Questo,insieme alla tutela e alla garanzia della dignità della donna, facili-ta il progredire di uno sviluppo realmente sostenibile, con ripercus-sioni positive sia sul 7° e 8° Obiettivo.

Tutto ciò richiede un enorme sforzo di governance, una maggiorecrescita degli investimenti statali nel settore educativo e sanitario, unmiglioramento della capacità produttiva e una creazione di posti dilavoro dignitosi nel pieno rispetto della parità di genere con il sup-porto congiunto degli attori della Comunità internazionale.

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e l’Obiettivo 3 PROMUOVERE LA PARITA’ DI GENERE E COMBATTERE LE DISCRIMINAZIONI

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––1 Rapporto ONU 2008 sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio2 UNIFEM, Progress of the World’s Women – 2005: Women, Work and Poverty, New York, 2005

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–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––3 Progetto LVIA/FOCSIV

Il dialogo non è più una scelta“Il dialogo, è un servizio necessario all’umanità” ha dichiarato Jean-Louis Tauran (cardinale e arcivescovo cattolico francese. Presidentedel Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso) in occasionedella VI Conferenza di Doha del 13 maggio 2008. “E’ la base percostruire un linguaggio comune in grado di mettere in comunicazio-ne individui e popoli”. (Card.Angelo Scola - intervista aL’Osservatore Romano, 9 giugno 2008)

Le donne per il dialogo...Sono molte le figure femminili che nel mondo si sono impegnate, siimpegnano ancora oggi e soprattutto si battono, giorno dopo gior-no, per sostenere un dialogo costruttivo tra le diverse religioni, cre-ando una fitta rete di legami e di relazioni. Le donne, grazie allaloro naturale inclinazione, rappresentano da sempre una possibilitàdi risoluzione decisiva dei conflitti regionali interni, causati dalla dif-ficile convivenza tra culture, religioni ed etnie diverse.

TESTIMONI ECCELLENTI AL NORD: Chiara Lubich Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari ha contribuito inmodo esemplare ad avviare il dialogo fra le religioni. Nel 1977 riceveil Premio Templeton per “Il progresso della religione” Dal 1984 diventaPresidente della Conferenza Mondiale delle Religioni per la pace(WCRP). Dal 1992 incominciano a Castel Gandolfo i “ConvegniInternazionali dei musulmani amici dei Focolari”. Nel maggio 1997Chiara è alla moschea di Harem a New York, intitolata a Malcom X,invitata direttamente dall’Imam Warith Deen Mohammed che sottolineacome l’avvenimento: “Apre una nuova pagina di storia”. Si intreccia unfitto dialogo anche con l’ebraismo. Nel 1996 si tiene il “Primo congres-so internazionale per gli amici ebrei” con partecipanti provenienti datutto il mondo. In Thailandia nel 1997, Chiara è la prima donna, laicae cristiana, che si rivolge a 800 monaci buddisti.

ESPERIENZE DI DIALOGO AL NORD LE SUORE FRANCESCANE DI MARIA* - MAZARA DEL VALLO (TP) “Dal nostro primo inserimento sino ad oggi, molti sono stati i progetti asecondo delle diverse esigenze del mutare dei tempi. Arrivate a Mazarae precisamente nel centro storico “La Casbah” verso la fine degli anni80, obiettivo è stato ed è tuttora quello di vivere accanto alle personedisagiate in parte tunisine e in parte slave per aiutarle nel loro inserimen-to e nei loro problemi. In questiultimi anni, si è sentita l’esigenzadi far diventare le donne immigra-te protagoniste del loro inserimen-to, creando una cooperativa per

la realizzazione di tappeti tipici tunisini. Questi gli scopi: rendere ledonne tunisine “visibili agli occhi della cittadinanza”; creare occasionidi scambio culturale con le donne italiane; valorizzare le capacità arti-stiche della donna immigrata; essere un aiuto al bilancio familiare; dareil messaggio che l’incontro delle culture crea ricchezza.

TESTIMONI ECCELLENTI NEI SUD: Anne J. Nasimiyu Wasike Originaria del Kenya fa parte dell’Istituto religioso ugandese dellePiccole sorelle di San Francesco d’Assisi. È stata superiora generale delsuo Istituto religioso dal 1992 al 1998 e decana dell’UniversitàKenyatta di Nairobi dal 1999 e il 2003. Ha tenuto dei corsi alDipartimento di Scienze Religiose sempre all’Università di Nairobi giàdal 1987: i temi per lei fondanti riguardano la teologia dell’inculturazio-ne e la teologia delle donne africane. In un articolo apparso su un nume-ro della rivista “Concilium” n. 3 del 2006 in cui numerose esponentifemminili del dialogo interreligioso hanno potuto esprimere i propripareri sulle rispettive religioni di appartenenza, ebbe a dire: “(...) le teo-loghe africane devono passare da una ricezione passiva della teologiatradizionale cristiana a una costruzione critica e attiva della propria teo-logia, basata sulla visione olistica ed integrale - tipicamente africana -del mondo. Le donne cristiane d’Africa devono trovare la propria stra-da per parlare di Dio.(…)”.

ESPERIENZE DI DIALOGO AL SUD: BURKINA FASO3

L’Associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA, inpartenariato con l’ong locale UFC (Union Fraternelle des Croyants) e ilCEM Mondialità, stanno realizzando a Dori, nel nord del Burkina Faso,il Centro per la Pace Dudal Jam, ilquale attraverso incontri, forma-zioni, laboratori espressivi e loscambio tra giovani di diversareligione e cultura del Nord e deiSud del mondo, si propone di faredel dialogo interculturale e inter-religioso un mezzo di coesionesociale, capace di essere allo stes-so tempo strumento di sviluppo edi lotta alla povertà.Il progetto vuole continuare a dar voce all’iniziativa che l’Ong burkina-bé Union Fraternelle des Croyants (UFC) ha avviato nel 1969: da allo-ra, quotidianamente, l’associazione coinvolge tutti i cittadini cattolici emusulmani abitanti nella regione in occasioni di lavoro comune per losviluppo del territorio e migliori condizioni di vita. Azioni attraverso cuidialogare per fare insieme, per comprendere, coinvolgere la popolazio-ne, stimolare il protagonismo giovanile, attivare reti di gestione condivi-sa del territorio, incoraggiare alla cittadinanza attiva significa sperimen-tare che il dialogo interculturale e interreligioso non è, ma soprattuttonon può restare, solo teoria.

Il ruolo della donna nel dialogo fra le religioni

Foto: laboratorio giovani FOCSIV 2008Fo

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––––––––––––––––––––* Dalla Testimonianza di Suor Mercedes edelle altre Suore Francescane Missionarie diMaria, durante il Laboratorio giovaniFOCSIV 2008

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––––––––––––4 Progetto CELIM MI/FOCSIV

L’economia globalizzata esige una competitività sempre maggiorea cui corrisponde una crescente precarietà che colpisce le personemeno qualificate, che nella maggior parte dei casi, soprattutto neiPaesi dei Sud del mondo, sono donne. A questo si aggiunga che ledonne dispongono di minore flessibilità dovuta alla responsabilitàdel lavoro domestico. Il problema centrale resta il ruolo che è datoall’economia nel “pensiero globalizzato”. Il solo sviluppo economi-co non determina automaticamente una migliore ed equa qualità divita delle persone. Occorre riportare gli uomini e le donne al centrodell’attenzione: l’economia deve tornare ad essere uno strumento aservizio delle persone.

IL MICROCREDITO e le donne: una via per l’empowermentFra le diverse iniziative di lotta alla povertà crescente, una delle piùefficaci si sta rivelando il microcredito. Nato nel 1800 in Europa ein Italia con le casse rurali, reso famoso dall’economista MuhammadYunus che nel 2006 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace proprioper il suo progetto di microcredito in Bangladesh e per la fondazio-ne della Grameen Bank, il microcredito ha come obiettivo priorita-rio il sostegno allo sviluppo locale, la lotta alle conseguenze negati-ve dell’indigenza, il sostegno ad alcune categorie svantaggiate, inparticolare le donne. Grazie alla concessione di piccoli finanziamen-ti a coloro che non potevano ottenere prestiti negli istituti di creditotradizionali perché privi di garanzie, si è aperta una nuova via, unapossibilità concreta di creare un’attività, di sviluppare un’idea chefosse in grado di contrastare realmente la povertà di tante famiglie.In particolare la concessione di piccoli prestiti alle donne si è rivela-ta uno strumento utile al superamento dei vincoli della subordinazio-ne e dell’inferiorità. Gli interventi di microcredito, infatti, miranosoprattutto all’emancipazione delle donne dalla subordinazione,spingendole a divenire attrici economiche, cercando di sviluppare laloro autosufficienza economica, informandole sulla gestione deisoldi e sulle possibilità di investimento in micro imprese, dando loroopportunità e fiducia.

IL MICROCREDITO IN ITALIAIl progetto del microcredito sociale della Compagnia San Paolo, rea-lizzato in collaborazione con la Fondazione Risorsa Donna di Roma,ha concesso la possibilità di ottenere un prestito alle donne italianee straniere con regolare permesso di soggiorno, residenti in tutte leprovince della regione Lazio, che hanno un progetto di lavoro auto-nomo oppure che hanno la necessità di qualificarsi professionalmen-te, ma hanno difficoltà nell’accesso al credito tradizionale. Alla data del 31-01-08 il progetto di microcredito sociale dellaCompagnia San Paolo, realizzato in collaborazione con laFondazione Risorsa Donna, ha generato oltre 500 contatti, concre-tizzatesi in 153 domande. Sono stati garantiti finanziamenti per546.250,00 € di cui 404.450,00 € già erogati e con una “percen-

tuale di recupero“, alla suddetta data, dioltre il 97%.

Alcune beneficiarie del microcredito socialedella Fondazione Risorsa Donna: DanielaSipos e Petronela Macsim, grazie al contri-buto della Fondazione Risorsa Donnahanno aperto una lavanderia a Roma

...e nei Sud del mondo Kelita Mufambi vive nel distretto di Saivonga in Zambia4, è unacliente nel gruppo Kuyuma dell’associazione Tubeleke, che riuniscepersone coinvolte in progetti di microcredito. Grazie al microcredi-to ha potuto cambiare il destino suo e della sua famiglia. Malata diHIV come suo marito, con il primo prestito ha iniziato a commercia-re il pesce fresco, assicurando cibo sufficiente per la sua famiglia euna casa. Kelita racconta:“Adesso la mia mente è libera. Adesso ho il mio busi-ness che mi tiene occupata, mi sento meglio fisicamente e tutti mirispettano di più. Anche i parenti di mio marito hanno cambiato illoro atteggiamento verso di me: prima mi consideravano colpevoleper quello che era successo. Il CeLIM ha aiutato molto me e altredonne con problemidi salute. Il prestitomi ha aiutato adavere fiducia in mestessa e a farmi senti-re un essere umano.Se non fosse statoper l’aiuto del HomeBased Care e il pre-stito probabilmente aquest’ora sarei giàmorta.”

Il ruolo della donna per una economia orientata verso la vitaFo

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“Il sussidio vuole essere una Guida per effettuare un vero e proprioviaggio di solidarietà dal Nord ai Sud e dai Sud al Nord delmondo, seguendo come “bussola di orientamento” la tematica digenere relativa al 3° Obiettivo di Sviluppo del Millennio, e sceglien-do come coordinate spaziali il dialogo interreligioso e l’economia.Gli aspetti tematici costituiranno la cornice degli ideali, mentre i luo-ghi attraversati saranno esempi di pratiche reali e vissuti quotidiani.La Guida vuole essere un vero e proprio viaggio per accompagna-re in percorsi di riflessione ed azione soprattutto i giovani. Percorsiconcreti, essendo illustrate nella Guida alcune “piste”, positive, dichi nel Nord e nei Sud del mondo ha scelto la giustizia decidendonei fatti, con il proprio impegno, di attivarsi per il contrasto allapovertà, per il riconoscimento, il rispetto e la tutela dei Diritti Umanie nello specifico dei diritti delle donne

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Organismi Associati a Volontari nel mondo - FOCSIV:

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Via San Francesco di Sales, 18 - 00165 ROMA - tel. 06 6877796 - 867 - fax 06 6872373 - [email protected] Acu

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Realizzato con il contributo del Ministero degli AffariEsteri, Direzione Generale per la Cooperazione alloSviluppo, nell'ambito del progetto“Campagna NazionaleTarget 2015: microcredito e dialogo interreligioso, lapromozione della donna al centro dello sviluppo”.I punti di vista esposti in questo sussidio nonrappresentano quelli ufficiali dell’ente finanziatore.

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