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IL BRUTTO ANATROCCOLO

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IL BRUTTO ANATROCCOLO. C’ era una volta …in una vecchia fattoria una famiglia di anatre e mamma anatra aveva appena finito di covare la nuova nidiata. - PowerPoint PPT Presentation

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IL BRUTTO ANATROCCOLO

                                                          

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C’ era una volta …in una vecchia fattoria una famiglia di anatre e

mamma anatra aveva appena finito di covare la nuova nidiata.

                                                                

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In bel mattino sei vispi anatroccoli uscirono pigolando dai gusci d’uovo. Ma un uovo un

po’ più grosso degli altri non si apriva. Mamma anatra non si ricordava di aver deposto quel settimo uovo. Come era

arrivato fin lì?

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TOC TOC ! Continuava a battere nel guscio l’anatroccolo prigioniero.

“Possibile che mi sia sbagliata nel contare le uova?” si disse mamma

anatra. Ma non ebbe tempo di chiarire i suoi dubbi perché l’uovo si aprì: uno

strano anatroccolo dal piumaggio nero anziché giallo si affacciò a guardare la

mamma, perplessa.

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Gli anatroccoli crescevano rapidamente. Ma mamma anatra

non riusciva a capire come un anatroccolo così brutto potesse

essere suo figlio…

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I giorni seguenti furono sempre più tristi per il poveretto. I fratelli non

volevano giocare con lui. Si sentiva solo e triste anche se mamma anatra ogni tanto lo

consolava

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Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco della situazione, scappò da sotto la siepe. Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli. "sono così brutto che faccio paura!" pensò l'anatroccolo.

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Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude abitata da anatre selvatiche che accettarono di lasciargli un posticino fra le canne.

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Il piccolo andava in giro chiedendo ad ogni papera se notavano qualche lontana somiglianza con lui…ma nessuna si sentiva neanche lontana parente

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poiché al posto delle piume, il piccolo anatroccolino nero aveva delle forme geometriche di legno pregiato (la testa e le ali a forma di triangolo, la coda a forma di romboide e il cuore quadrato)

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Un giorno mentre gironzolava tra le fronde sconsolato, fu anche catturato dai cacciatori, che successivamente lo liberarono perché si accorsero che non potevano cucinare un’anatra di mogano e che l’anatroccolo era così piccolo che il legno con il quale era fatto poteva servire ad accendere un bel fuoco!

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Tutte le anatre del circondario lo chiamarono “Tangram”, ovvero “Tavola dai 7 pezzi” !

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…Ma un bel giorno il piccolo Tangram scoprì un lago, presso le

montagne con dei cigni che gli rassomigliavano molto. Allora non si sentì più diverso e capì di aver

trovato finalmente casa sua!

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