20
Anno XXI n. 10/205 - Dicembre 2009 Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolo n. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari Fondato nel 1988 da GEROLAMO GRASSI Euro 1.25 editoriale/Michele Cipriani Ti confesso candidamente quel che provo quando nelle nostre chiese nei giorni di festa cantia- mo “Gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Ho sussulti di vario genere. Che Dio meriti ogni gloria, è semplice- mente onesto; ma che poi gli uo- mini mostrino con i fatti la buona volontà, è tutto da provare. E’ questa la ragione profonda per- ché la pace non riesce a mettere radici stabili nel mondo, tanto ché è difficile trovare un tempo ed uno spazio, dove trovare la tranquillità dell’ordine. Spesso quando tacciono le armi, si combattono le violenze, i so- prusi, le discriminazioni di ogni genere. Dopo 2000 anni dalla tua venuta nel nostro piccolo mondo, per curarlo alle radici, non è che le cose sono cambiate molto. Non c’era posto perché tu nasces- si in una casa e ti ricacciammo in una stalla/grotta a Betlemme; i notabili del clero e del laicato reli- gioso che ogni giorno invocava- no “vieni Signore e non tardare”, pur sapendo il luogo della nascita ed aver visto brillare in cielo, per la circostanza, un segnale lumi- noso, non hanno neppure ipotiz- zato la tua presenza. Meno male che almeno i cosid- detti miscredenti Gaspare, Mel- chiorre e Baldassarre hanno colto l’invito e sono venuti a cercarti, superando ogni genere di diffi- coltà, compresa la beffa di paren- ti e amici. Ha fatto di peggio la tua gente, hanno tentato di “farti fuori” per- ché la sola tua nascita dava ombra al potente di turno e, di notte tempo, i tuoi, per salvarti la pelle, hanno imboccato la via della fuga e dell’esilio. Il mercato si è mosso già da tempo non per annunciare la tua venuta, ma quella di …Babbo Na- tale che porta doni, gli alberi di plastica o quelli di fibra viva per appendervi i regali o deporli alla base. Molti neppure sanno che il 25 di- cembre ricordiamo il Natale, cioè il tuo compleanno; c’è di peggio: in certe regioni della cattolicissi- ma Europa hanno bandito il Cro- cifisso, perfino il presepe per non violentare altre fedi religiose, A quattro passi da noi, a Bari ed Andria grosse operazioni di poli- zia per sgominare il malaffare a base nazionale e altro. So benissimo che questo strame ed altro ancora, non ti dissuaderà affatto dall’occupare il tuo posto nella mangiatoia anche il 25 di- cembre 2009. Devi essere proprio impazzito d’amore per noi; mi riesce quasi impossibile capirti, anzi riconosco che non c’è ragione alcuna per- ché tu venga tra noi. Non cesso di stupirmi per questa fiducia che tu mostri per noi, infe- lici vivi. Questo tuo amore folle, questa tua speranza senza limiti, ha la forza di dissodare i nostri deserti aridi, tendere la vela, per appro- dare in qualche insenatura tran- quilla. Pur ritenendo una pazzia la tua voglia di venire tra noi a tutti i costi, devo tuttavia chiederti: “per piacere affrettati Signore, perché solo Tu dai un senso al vivere e la forza per sperare.” Tuo Michele Cipriani quasi non fossi nato per liberare l’uomo dalle schiavitù antiche e moderne e restituirgli dignità e li- bertà. Pur avendo i titoli per farti valere, hai preferito dire: se qualcuno vuol venire dietro Me, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Le notizie ricorrenti in questi gior- ni: la RU486 per non farti conti- nuare a nascere in ogni uomo, Obama manderà altri 30.000 sol- dati in Afganistan e ne richiede 10.000 dalla Nato; qualche anno addietro ogni 7 secondi, oggi ogni 5, muore un bambino di fame. Ci ripeteranno fino alla noia che non c’è Natale vero senza il pa- nettone, meglio il mandorlato, anzi c’è il panettone, marca di “Gesù”, ed anche quello “3 Marie”: non c’è che da scegliere. Nella mia terra, corre un grido di sofferenza per l’agricoltura che non garantisce neanche la so- pravvivenza, la floricoltura trasu- da fatica grande e scarso reddito, né la ciminiera di Scianatico dà più segno di vita. I giovani ancora costretti, ora con diploma e lau- rea, ad emigrare non più con vali- gia di cartone ma con il trolley. In compenso in Piazza Cavour è offerta alla cittadinanza “Magie del Natale”, mercatini, spettacoli, suggestioni dall’8/13 dicembre 2009 con sagra del panzerotto, pizzarello, caldarroste e vin brulè ed altre squisitezze. Al Figlio di Maria di Nazareth D.A. Carella, adorazione dei Magi. Chiesa Immacolata Terlizzi / Foto di Michelangelo Vino Prossimamente in libreria Articolo a pag. 15

Il Confronto

Embed Size (px)

DESCRIPTION

mensile di informazione

Citation preview

Page 1: Il Confronto

Anno XXI n. 10/205 - Dicembre 2009Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolon. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari

Fondato nel 1988 da GEROLAMO GRASSI

Euro

1.2

5

editoriale/Michele Cipriani

Ti confesso candidamente quelche provo quando nelle nostrechiese nei giorni di festa cantia-mo “Gloria a Dio e pace in terraagli uomini di buona volontà”.Ho sussulti di vario genere. CheDio meriti ogni gloria, è semplice-mente onesto; ma che poi gli uo-mini mostrino con i fatti la buonavolontà, è tutto da provare. E’ questa la ragione profonda per-ché la pace non riesce a mettereradici stabili nel mondo, tantoché è difficile trovare un tempoed uno spazio, dove trovare latranquillità dell’ordine.Spesso quando tacciono le armi,si combattono le violenze, i so-prusi, le discriminazioni di ognigenere. Dopo 2000 anni dalla tuavenuta nel nostro piccolo mondo,per curarlo alle radici, non è chele cose sono cambiate molto. Non c’era posto perché tu nasces-si in una casa e ti ricacciammo inuna stalla/grotta a Betlemme; inotabili del clero e del laicato reli-gioso che ogni giorno invocava-no “vieni Signore e non tardare”,pur sapendo il luogo della nascitaed aver visto brillare in cielo, perla circostanza, un segnale lumi-noso, non hanno neppure ipotiz-zato la tua presenza.Meno male che almeno i cosid-detti miscredenti Gaspare, Mel-chiorre e Baldassarre hanno coltol’invito e sono venuti a cercarti,superando ogni genere di diffi-coltà, compresa la beffa di paren-ti e amici.Ha fatto di peggio la tua gente,hanno tentato di “farti fuori” per-ché la sola tua nascita davaombra al potente di turno e, dinotte tempo, i tuoi, per salvarti lapelle, hanno imboccato la viadella fuga e dell’esilio.Il mercato si è mosso già datempo non per annunciare la tuavenuta, ma quella di …Babbo Na-tale che porta doni, gli alberi diplastica o quelli di fibra viva perappendervi i regali o deporli allabase.Molti neppure sanno che il 25 di-cembre ricordiamo il Natale, cioèil tuo compleanno; c’è di peggio:in certe regioni della cattolicissi-ma Europa hanno bandito il Cro-cifisso, perfino il presepe per nonviolentare altre fedi religiose,

A quattro passi da noi, a Bari edAndria grosse operazioni di poli-zia per sgominare il malaffare abase nazionale e altro.So benissimo che questo strameed altro ancora, non ti dissuaderàaffatto dall’occupare il tuo postonella mangiatoia anche il 25 di-cembre 2009.Devi essere proprio impazzitod’amore per noi; mi riesce quasiimpossibile capirti, anzi riconoscoche non c’è ragione alcuna per-ché tu venga tra noi.Non cesso di stupirmi per questafiducia che tu mostri per noi, infe-lici vivi.Questo tuo amore folle, questatua speranza senza limiti, ha laforza di dissodare i nostri desertiaridi, tendere la vela, per appro-dare in qualche insenatura tran-quilla.Pur ritenendo una pazzia la tuavoglia di venire tra noi a tutti icosti, devo tuttavia chiederti: “perpiacere affrettati Signore, perchésolo Tu dai un senso al vivere e laforza per sperare.”

Tuo Michele Cipriani

quasi non fossi nato per liberarel’uomo dalle schiavitù antiche emoderne e restituirgli dignità e li-bertà. Pur avendo i titoli per farti valere,hai preferito dire: se qualcunovuol venire dietro Me, prenda lasua croce ogni giorno e mi segua. Le notizie ricorrenti in questi gior-ni: la RU486 per non farti conti-nuare a nascere in ogni uomo,Obama manderà altri 30.000 sol-dati in Afganistan e ne richiede10.000 dalla Nato; qualche annoaddietro ogni 7 secondi, oggiogni 5, muore un bambino difame.Ci ripeteranno fino alla noia chenon c’è Natale vero senza il pa-nettone, meglio il mandorlato,

anzi c’è il panettone, marca di“Gesù”, ed anche quello “3 Marie”:non c’è che da scegliere.Nella mia terra, corre un grido disofferenza per l’agricoltura chenon garantisce neanche la so-pravvivenza, la floricoltura trasu-da fatica grande e scarso reddito,né la ciminiera di Scianatico dàpiù segno di vita. I giovani ancoracostretti, ora con diploma e lau-rea, ad emigrare non più con vali-gia di cartone ma con il trolley. In compenso in Piazza Cavour èofferta alla cittadinanza “Magiedel Natale”, mercatini, spettacoli,suggestioni dall’8/13 dicembre2009 con sagra del panzerotto,pizzarello, caldarroste e vin brulèed altre squisitezze.

Al Figlio diMaria di Nazareth

D.A. Carella, adorazione dei Magi. Chiesa Immacolata Terlizzi / Foto di Michelangelo Vino

Prossimamente in libreria

Articolo a pag. 15

Page 2: Il Confronto

il confronto delle ideemensile di informazione fondato nel 1988 da Gerolamo GrassiRegistro Stampa n. 239 del Tribunale di TraniAnno XXI - numero 10/205 - Dicembre 2009Società Editoriale: Cooperativa Culturale R.T.S. fondata nel 1978 e titolare: · di Testata Giornalistica “Grandangolo” - Andria. Aut. 362 del 14/4/2000, · di Testata Giornalistica “Paese vivrai” - Locorotondo, · di Testata Giornalistica Radiofonica registrata al n. 221 del Tribunale di Trani, anno 1978.Sede legale: Arco della Madonna, 1 Terlizzi (Ba) - Tel. 080/3510377 - 080/3516625(Presidente) Fax 080/3516884Direttore Responsabile: Maria Teresa De SciscioloCaporedazione: Antonio GattulliPresidente: Damiano GuastamacchiaAmministratore: Gioacchino GriecoPres. Col. Sindacale: Domenico GuastamacchiaCittà: Guglielmo GragnanielloCultura: Paolo De Ruvo, Michele De Santis, Giuseppe Grassi, Pietro Porfilio, Claudia

Rutigliano, Franco Tangari, Adriana Gesmundo,Politica: Nicolò Ceci, Barbara De RobertisSanità: Pasquale De Palma, Giuseppe GragnanielloSesto San Giovanni: Michele VinoSport: Antonio GattulliSociale: Brigida Saltarelli, Vittorio TedeschiLavoro: Marlena TempestaArchitettura: Francesco MarzulliServizi fotografici: Michelangelo Vino, Vincenzo VinoServizio abbonamenti: Nicolò Del ReGrafica e Impaginazione: Nicola Cantatore - [email protected] e Stampa: Centro Stampa - LitograficaLa collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono. Tutti i diritti sono riservati. Gli articoli pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori e non vincolano inalcun modo la linea di condotta della società editrice e del direttore respon-sabile di questo periodico. Ladirezione si riserva la facoltà di condensare e modificare, se-condo le esigenze e senza alterarne la sostanza,gli scritti a sua disposizione. Per eventuali recensioni, inviare i volumi in duplice copia.Senza il consenso scritto dell’Editore è vietato riprodurre, con qualsiasi mezzo, il giornale o sue parti.

Franco: 348.5123152Armando: 347.1946350

Agenzia:Piazza IV Novembre, 20 - Tel. 080.3517049

Abitazione:Via Genova, 26 - Tel. 080.3517932T E R L I Z Z I (Bari)

Page 3: Il Confronto

3

speciale nataledicembre 2009

Carissimi, non obbedirei al miodovere di Vescovo, se vi dicessi“Buon Natale” senza darvi di-sturbo. Io, invece, vi voglio infastidire.Non sopporto infatti l’idea didover rivolgere auguri innocui,formali, imposti dalla routine dicalendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesiche qualcuno li respinga al mit-tente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora ,miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi diala nausea di una vita egoista, as-surda, senza spinte verticali e viconceda di inventarvi una vitacarica di donazione, di preghie-ra, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla pa-glia vi tolga il sonno e facciasentire il guanciale del vostroletto duro come un macigno,finché non avrete dato ospitalità

a uno sfrattato, a un marocchi-no, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi facciasentire dei vermi ogni volta chela vostra carriera diventa idolodella vostra vita, il sorpasso, ilprogetto dei vostri giorni, laschiena del prossimo, strumen-to delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello ster-co degli animali la culla dovedeporre con tenerezza il fruttodel suo grembo, vi costringacon i suoi occhi feriti a sospen-dere lo struggimento di tutte lenenie natalizie, finché la vostracoscienza ipocrita accetterà cheil bidone della spazzatura, l’ince-neritore di una clinica diventinotomba senza croce di una vitasoppressa. Giuseppe, che nel-l’affronto di mille porte chiuse èil simbolo di tutte le delusionipaterne, disturbi le sbornie deivostri cenoni, rimproveri i teporidelle vostre tombolate, provo-chi corti circuiti allo spreco dellevostre luminarie, fino a quandonon vi lascerete mettere in crisidalla sofferenza di tanti genitoriche versano lacrime segrete peri loro figli senza fortuna, senzasalute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano lapace portino ancora guerra allavostra sonnolenta tranquillitàincapace di vedere che poco piùlontano di una spanna, con l’ag-gravante del vostro complice si-lenzio, si consumano ingiustizie,si sfratta la gente, si fabbricanoarmi, si militarizza la terra degliumili, si condannano popoli allosterminio della fame. I poveri che accorrono alla grot-ta, mentre i potenti tramanonell’oscurità e la città dorme nel-l’indifferenza, vi facciano capireche, se anche voi volete vedere“una gran luce” dovete partiredagli ultimi. Che le elemosine di chi giocasulla pelle della gente sonotranquillanti inutili. I pastori che vegliano nellanotte, “facendo la guardia algregge ”, e scrutano l’aurora, vidiano il senso della storia, l’eb-brezza delle attese, il gaudiodell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profon-do di vivere poveri che è poi l’u-nico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchiomondo che muore, nasca la spe-ranza.

Don Tonino Bello Vescovo

Sul nostro vecchio mondo che muore,nasca la speranza

'Natale in Cattedrale' è il nomedell’iniziativa promossa dall'am-ministrazione provinciale bareseche sta vedendo l'orchestrasinfonica della Provincia di Bariimpegnata in quattordici con-certi nelle Cattedrali di diversicomuni. La musica ha iniziato avibrare il primo dicembre nellaChiesa Madre di Bitritto, prose-guendo nelle Cattedrali di Albe-robello, Ruvo di Puglia, Corato,Molfetta, Noci, Gioia del Colle,Altamura, Santeramo in Colle,Monopoli, Terlizzi, Bari, Conver-sano e Modugno, fino al 12 Gen-naio 2010. Ecco il programmadegli appuntamenti: 1 Dicembre 2009: Bitritto Chiesa Madre ore 20.30 -Beethoven 5 Dicembre 2009: AlberobelloBasilica minore SS. Medici ore20.30 - Schubert - Mozart 5 gennaio 2010: MonopoliCattedrale ore 20.30 - Strauss -Lehar - Puccini 7 Dicembre 2009: Ruvo di P.Chiesa di San Domenico ore20.00 - Schubert - Mozart 7 Dicembre 2009: CoratoCattedrale ore 20.30 - J.Haydn 7 gennaio 2010: TerlizziFraternità Francescana diBetania ore 20.30 - Lehar -Strauss - Puccini 8 gennaio 2010 Barichiesa Maria SS. del Rosario ore20.30 - Strauss - Lehar - Puccini 11 gennaio 2010 ConversanoParrocchia Sacro Cuore - Lehar- Strauss - Puccini 12 gennaio 2010 ModugnoChiesa SS. Annunziata ore 20.30- Strauss - Lehar - Puccini.12 Dicembre 2009: MolfettaBasilica Madonna dei Martiri ore20.30 Haydn 16 Dicembre 2009: NociAbbazia Madonna della Scalaore 20.30 Bizet - Puccini -Mozart - Verdi - 17 Dicembre 2009: Gioia del C.Chiesa Madre ore 20.30 - Bizet -Puccini - Mozart - Verdi - 21 Dicembre 2009 AltamuraCattedrale ore 21 G.Bizet -G.Puccini - Mozart - Verdi - G.Rossini 23 Dicembre 2009 Santeramoin C. Istituto dei Salesiani ore 21G.Bizet - Mozart Verdi - Vivere le cattedrali con musica diquesta portata è consuetudinepiacevole del periodo natalizio.Buon ascolto a tutti!

/Anna Dicanio

“Natale inCattedrale”musica a Terlizzie nella provinciadi Bari

Non poteva mancare anchequest’anno l’appuntamento inonore di San Nicola tanto atte-so dai piccini. Numerosissimi ibambini che la sera del 5 Di-cembre hanno atteso la disce-sa dalla maestosa torre nor-manna del Santo e del fidoAdeodato, il giovane fattoschiavo dall’emiro e poi libera-to e restituito ai genitori per in-tervento miracoloso. Ad intrat-tenere i bambini nella loro tre-pidante attesa sono gli artistidi strada e la lettura delle loroletterine contenenti i pensierie desideri che innumerevolipalloncini variopinti hanno poitrasportato in cielo. E ancora sicontinua con le poesie per S.Nicola quando d’un trattoqualcosa si è mosso lassù: edecco numerosissimi fuochid’artificio dai mille colori ele-

varsi nel cielo stellato! Qualcheminuto ancora e negli occhipieni di gioia dei bimbi apparel’immagine del Santo con l’abitovescovile e del giovane coppie-re Adeodato con abiti arabi chesalutano dall’alto della torre einiziano la loro discesa tra gli ap-plausi di grandi e piccini. I fe-steggiamenti si sono conclusicon l’estrazione di quindici calzepiene di cioccolatini e caramel-le. Alla manifestazione ha parte-cipato l’assessore per le Politi-che Culturali Domenico Paparel-la organizzatore dell’evento. Ipersonaggi di S. Nicola e Adeo-dato sono stati interpretati,come ogni anno, da esperti delGruppo Speleologico Ruvese. Lachiesa di San Giuseppe, situatanel centro storico, custodisce lastatua del Santo e Corso Danteospita la tradizionale fiera di San

Nicola tra giocattoli,dolciumi ebancarelle varie.La tradizione di S. Nicola è risa-lente al 1769: si racconta chenella notte tra il 5 e il 6 Dicem-bre il Santo lasci in tutte la casedi Terlizzi doni e giocattoli per ibambini che mettono ai piedidel camino la loro scarpetta inattesa di trovarla al loro risve-glio piena di cioccolatini e ca-ramelle.

/Adriana Gesmundo

Page 4: Il Confronto

speciale natale

4

L’arte terlizzese vive oggi un perio-do di grande splendore, imprezio-sito dalla freschezza creativa dicuriosi individualismi come l’arti-sta Giacomo Gesmundo. Avvicina-tosi all’arte come pittore, solo inun secondo momento ha compre-so che il suo vero talento fosse lalavorazione dell’argilla. Eccolo in un’intervista a tuttotondo sulla sua passione, sui pre-sepi e sulla magia del Natale.Dove sta esponendo in questoperiodo?L’esposizione più grande che horealizzato si trova all’Outlet diMolfetta, ma sto esponendoanche a Bitritto, Bitetto, Corato ealla Prefettura di Bari. Inoltredall’8 al 13 dicembre sono inpiazza Cavour a Terlizzi per l’ini-ziativa “Magie di Natale”: allesti-sco un grande presepe con bustidi persone a grandezza naturale,coniugando così l’artigianatoterlizzese di una volta – mi riferi-sco ai busti che tra ‘700 e ‘800 ve-nivano posizionati sui grandi pa-lazzi nobiliari terlizzesi – con ilclassico presepio: una scelta in-novativa e di impatto scenografi-co. Da quando scolpisce?Mi sono avvicinato all’arte comepittore per poi appassionarmialla lavorazione dell’argilla neglianni ’80 in maniera del tutto ina-spettata e occasionale. Lavoran-do l’argilla mi sono accorto chele “mani andavano da sole”: daallora non ho mai smesso. Quali i riconoscimenti più pre-stigiosi?In questi 24 anni di attività ho te-

nuto quasi 100 mostre – tra par-tecipazioni a rassegne collettivee molte mie personali. Alcunianni fa ho rappresentato la Pu-glia per l’arte presepiale in Sviz-zera ma è a Roma che ho ricevu-to i maggiori riconoscimenti: nel2002 ho vinto la medaglia d’oroin un concorso di arte presepialea carattere mondiale. È come seavessi vinto le olimpiadi di que-sta disciplina artistica. A breve ri-ceverò un riconoscimento presti-gioso da parte di un importanteEnte pubblico, ma non voglio dirnulla per scaramanzia.Ha esposto anche a Terlizzi direcente e le sono state trafuga-te alcune statuette.Ho esposto nell’androne del Co-mune di Terlizzi per due anni diseguito: è stata una bella espe-rienza perché mi esaltava espor-re nel Comune della mia città masono rimasto un po’ deluso datoche ho riscontrato una certa in-differenza nei miei confronti.Sono molto scontento del comu-ne di Terlizzi: nonostante il miolavoro venga apprezzato in tutti icomuni dove espongo – ricevodi solito un attestato o una targada parte dell’Amministrazionecomunale locale – dal comune diTerlizzi non ho ricevuto maialcun tipo di riconoscimento.“Impara l’arte e mettila daparte”: lei dove ha imparato alavorare l’argilla?Sono un autodidatta.Cosa colpisce di più dei suoipresepi?Amo ambientare i miei presepinel paesaggio murgiano puglie-

se, con scorci di paesini: questa èuna cosa del tutto inedita. Mo-stro scene di vita che non ci sonopiù: i contadini che nelle estatidel primo ‘900 andavano in cam-pagna con i “calzunitt” – mutan-done lunghe che arrivavano finoalla caviglia – donne che faceva-no le orecchiette per strada. Lagrotta con Gesù bambino, la Ma-donna e San Giuseppe ricorresempre, ma cambio tutto quelloche si muove intorno: come aRoma ad esempio il presepeviene ambientano nella Romaantica con il tempietto e la co-lonna spezzata, o come a Napolidove inseriscono il Vesuvio e ilmare. Ogni luogo ha le sue parti-colarità. Quali materiali utilizza?Lavoro l’argilla, ma uso anchestoffa, molta carta e legno. Partodai visi dei personaggi, che sonomolto importanti; quindi realizzole mani. Nel frattempo creo unoscheletro di ferro coperto dicarta che dia l’idea e volumino-sità alle fattezze umane. Su talescheletro infilo la testa e le mani,per aggiungere infine i vestiti distoffa che intingo nella colla. Lacosa più difficile è la colorazionedelle statue, che effettuo con co-lori acrilici e colori ad olio. Qual è il messaggio del suopresepe e lo spirito del Natale?Lo spirito del Natale è la famigliaunita: prima si aspettava il nataleper riunire le famiglie mentreadesso non è più così, ma è solocommercio. È lo stesso messag-gio che voglio trasmettere con imiei presepi: l’unità della fami-

glia che non dev’esserci solo aNatale ma tutto l’anno. Proprioper questo credo che lo spiritodel Natale non sia solo a dicem-bre ma duri tutto l’anno. Ha mai pensato a realizzareuna mostra permanente inquesta città?Un tempo esponevo in manierapermanente in uno spazio in viaGiovanni Bovio, dove realizzai di-verse mostre durante l’Ammini-strazione Amendolagine: senzafar polemica, quello è stato unperiodo molto prolifico per l’artea Terlizzi. Poi per motivi tecniciho dovuto lasciare quello spazio. Progetti futuri?Mi piacerebbe lavorare con glialtri artigiani in un’estempora-nea: amo infatti lo spirito cheanima la competizione. Aspettodi andare in pensione, quandoavrò più tempo per questa miapassione, per poter magari tene-re un’esposizione permanentenel luogo dove lavoro le miesculture.Qual è il suo lavoro?Io sono un artigiano carrozziere,lavoro in un’officina carrozzeria;la scultura è la mia più grandepassione.Oltre ai presepi cos’altro harealizzato nella sua carriera?L’arte presepiale è quella che mifa girare di più ma ho fatto tantealtre cose qui a Terlizzi: ho realiz-zato il busto di Salvo D’Acquisto -che è purtroppo ancora in attesadi sistemazione - il busto di DonPietro Pappagallo, GioacchinoGesmundo, Michele De Napoli,Vito Giuseppe Millico, tutti igrandi personaggi storici di Ter-lizzi. Mi piacerebbe scolpire an-cora Michele Sarcone. Adesso chi le piacerebbe scol-pire?Credo che non ci sia ancora statoun personaggio al livello di Sar-cone, Pappagallo o Gesmundo.Ultimamente ho voluto scolpireDon Tonino Bello, che ha operatoqui a Terlizzi.Qual è lo stato di salute dell’ar-tigianato terlizzese?Il periodo è molto brutto e biso-gna accontentarsi senza eccede-re. L’artigianato – parlo soprat-tutto della ceramica – per risolle-varsi deve distinguersi e diffe-renziarsi sul mercato: bisognarealizzare cose che non fanno glialtri e puntare su un’elevata qua-lità artistica del prodotto.Per concludere..Il fuoco dell’arte ti trascina e nonti lascia mai.

Il fuoco dell’arte ti trascina e non ti lascia mai /Nicolò Marino Ceci

Giacomo Gesmundo dinanzi ad uno dei suoi presepi

Page 5: Il Confronto

5

speciale nataledicembre 2009

«Si chiama operazione "WhiteChristmas", una delirante inizia-tiva di vera e propria pulizia et-nica nel comune bresciano diCoccaglio. Questa squallidaoperazione leghista nasce dopol'approvazione da parte di tutti ipartiti al governo della legge 24luglio 2008 n.125 che mira alcontrasto dell’immigrazioneclandestina attraverso il coin-volgimento dei sindaci nel con-trollo del territorio. La Legge haintrodotto il reato di clandesti-nità, impedendo a chiunquenon ha il possesso di soggiornodi ricevere cure mediche, diiscrivere i propri figli a scuola odi iscriverli appena nati all’ana-grafe cittadina, sanzionandochiunque viola la Legge conammende fino a 10.000€ e re-clusione fino a 5 anni. Il sindacodi Coccaglio ha chiesto ai suoifunzionari di verificare i datidell'Anagrafe sugli stranieri,mobilitando i vigili per i con-trolli casa per casa dei circa 400extracomunitari residenti. Quel-li che hanno il permesso di sog-giorno scaduto da sei mesi de-vono aver avviato le praticheper il rinnovo e se non dimo-strano di averlo fatto - dice ilsindaco Franco Claretti - vieneloro revocata la residenza d'uffi-cio. L’operazione scade proprioil 25 dicembre e proprio perquesta importante coincidenza

si chiama White Christmas. Noi, invece, a Terlizzi vogliamoancora credere fortementenella costruzione, giorno pergiorno, di un paese capace diaccogliere, di una Puglia arca dipace che sappia ancora fare del-l’ospitalità la sua parola d’ordi-ne, anche quando non è Natale,anche nella nostra ferialitàspesso egoista e miope. Il mondo è già multietnico, lavita è già multicolor! Ricordate, abbiamo già vissutoquesta storia ed è cominciatacon le Leggi Razziali negli anni’30 fino allo sterminio di chiun-que fosse “diverso” o ebreo, lapiù grande vergogna dell’uma-nità!I nostri figli parlano già altre lin-gue, adorano mangiare in risto-ranti etnici, suonano musica la-tina, araba, balcanica e nonhanno problemi ad amare per-sone che hanno il colore dellapelle diverso dal nostro!Auguri a tutte e a tutti, qualun-que colore voi abbiate!».Queste le parole dell’assessorealle politiche culturali del Co-mune di Terlizzi Mimmo Papa-rella in occasione della presen-tazione del programma natali-zio che ravviverà la nostra cittànei giorni di festa. Quello che segue è l’elenco di

alcune tra le iniziative promos-se e organizzate dall’Ammini-strazione Comunale. L’elencocompleto sarà consultabile sumanifesti e pieghevoli che ver-ranno distribuiti in città.8-12 dicembre: Tutela l’arte,produzione Officina Visiva diFactory presso Chiostro delleClarisse8-13 dicembre: Magie del Nata-le, mercatini spettacoli sugge-stioni11-27 dicembre: Festival dellaMusica Totale (II edizione)15 dicembre: San Nicola. Agio-grafia immaginaria. 10 raccontidi scrittori migranti18-19-27 dicembre: DomusTemplaris presso la BibliotecaComunale, Santa Maria la Nova,Borgo antico di Sovereto19 dicembre: Suoni nella Creta,concerti di musica antica allafornace (antica fornace Salda-relli)19 dicembre: Dada Sofà Viaggi(libri di viaggi dai lettori che vi-vono e studiano fuorisede)20 dicembre: Dada Sofà Rac-contami una storia ( libri per

Molte le iniziative promossedall’assessorato alla cultura

/Barbara de Robertis

bambini che i grandi leggono aipiccoli)22 dicembre: Coro scuola Pap-pagallo-Concerto di Natalepresso la chiesa di Santa Mariala Nova22 dicembre-6 gennaio: Arte aNatale: Dell’astronomia, dallestelle alle stelle presso Torre eChiostro delle Clarisse26 dicembre: Babbo Natale inmoto II edizione28 dicembre: Memo-Nastri diMemoria, film di Francesco Lo-dali28 dicembre: Complesso bandi-stico “V.G. Millico”-Concerto diNatale 29 dicembre: Baldovino. Un pic-colo Rom a scuola2 gennaio: Complesso Bandisti-co “Gisonda”, diretto dal Mº Pa-squale Gisonda-Concerto di Na-tale presso Centro Parrocchiale“Sacro cuore”10 gennaio: Complesso Bandi-stico “V.G. Millico”, diretto dal MºCampanale – Concerto di Nata-le presso Centro Parrocchiale“Sacro Cuore”.

Page 6: Il Confronto

La lenticchia, dal latino “lenticu-la”, è una pianta erbacea appar-tenente alla famiglia delle legu-minose, originaria dei Paesi me-diterranei, dove è stata coltivatafin dalla più remota antichitàper i suoi semi commestibili.Nell’uso comune indica un ali-mento diffuso ed apprezzatonella cultura contadina; in sensofigurato, invece, un piatto di len-ticchie è sinonimo del “nulla”, adesempio un compenso assolu-tamente inadeguato, insommauno scambio a perdere. Il riferimento è alla vicenda bi-blica di Esaù e Giacobbe, cioè ad

un baratto tragicamente svan-taggioso, quello appunto diEsaù che, affamato, “cedette” laprimogenitura al fratello Gia-cobbe proprio per un piatto dilenticchie.Se la Bibbia racconta questoscambio sconveniente, ci diceanche quanto sia antico l’ali-mento in questione.Fuor di metafora, oggi il piattodi lenticchie è tipico soprattuttodelle feste natalizie per unasorta di rito propiziatorio che,nella percezione collettiva, è ga-ranzia e speranza di un futuro diprosperità.

Tuttavia, tra leggenda e realtàc’è sempre un sottile filo di con-tinuità e di coerenza che, nelcaso delle lenticchie, è spiegatodai nutrizionisti col fatto che lelenticchie possono essere para-gonate a piccole monete, nond’oro, bensì di ferro perché necontengono in grande quantitàper cui, anche se non riescono aportarci la ricchezza, sonosenz’altro dispensatrici di unasalute di…ferro (sic!).Non solo.Per fare chiarezza, mangiare re-

golarmente i legumi ingenere, e quindi

anche le lenticchie,può aiutare a ri-durre il rischio diammalarsi di tu-more: lo rileva

una ricerca con-dotta dagli studiosi

della Colorado StateUniversity di Fort Collins

negli Stati Uniti.Un motivo in più, quindi – èbene sottolinearlo – per esseremotivati ad apprezzare e consu-mare, senza ostentazione, que-sto prezioso alimento “forgood”, come dicono gli anglo-sassoni, vale a dire sempre,anche al di fuori del contestonatalizio, una risorsa per viveremeglio, un patrimonio da tute-lare nell’alimentazione di tutti igiorni proprio per il suo apportorassicurante e protettivo: in-somma un vero e proprio “pro-getto salute”, un’accoppiata difelicità e di benessere che è lavera, autentica ricchezza.

speciale natale

6

/Nino Giangregoriomedico e psicologo

Tre le mostre d’arte in program-ma nel mese di Dicembre a Ter-lizzi, firmate RA ComunicazioneTotale.La prima è: “L’Extra-Murale diCarlo Simone”, realizzata conla collaborazione del Comunedi Terlizzi (in particolare conl’Assessorato alle Politiche Cul-turali), RA Comunicazione Tota-le, Horus Multimedia e Ad Meri-diem. Trattasi di una mostra diarte contemporanea che siterrà presso lo spazio RA in ViaPasquale Fiore 35. L’inaugura-zione sarà giorno 21 Dicembrealle ore 20.00. La mostra ri-marrà aperta dal 21 Dicembre2009 al 31 Gennaio 2010. Il“muro” di cui si parla nel titolovuole essere “…l’archetipodella costruzione dell’uomo sulquale ha svelato, lungo la suastoria, tutta la potenza creativaespressa in grafiche-cromati-smi-incisioni-stucchi-plastiche-perforazioni-ornamenti-appli-cazioni-proiezioni.” Questo è ilmuro che la mostra propone dioffrire ed offrirà: “il muro dellabellezza” (per contatti3387674491).La seconda rassegna di Dicem-bre è: “Della Astrologia, dalleStelle alle Stelle” ultima tappadel progetto ’09 “Federico, i Ca-valieri, i legaMenti inCrociati.”La mostra si aprirà il 22 Dicem-bre alle ore 17.47 nel Chiostro eTorre delle Clarisse (con appen-dice a Palazzo San Giorgio e Pi-nacoteca De Napoli) durante il

“Saturnale 2009”. Resterà aper-ta fino al 6 Gennaio 2010. Larassegna è realizzata con la col-laborazione dell’Assessoratoalla Cultura della città di Terlizzie della Regione Puglia, dell’Isti-tuto Statale d’Arte di Corato,dell’Associazione Ricerca&Qua-lità di Bari Palese, dell’ Associa-zione Agri Turistica, Piante VivaiTempesta, Studio Horus Multi-media e RA Comunicazione To-tale di Terlizzi. Ci saranno opereastrali di artisti tra i quali Teo DePalma, Silvana De Palma, EnzoSforza, Paolo De Santoli, PaoloDe Sario, Antonio Laurelli, Ema-nuele Pastoressa, Angela Rapioe ancora: opere degli allievi del-l’Istituto d’Arte, gioielli ispirati apianeti e segni zodiacali, pan-nelli decorativi e tanto altro.Il direttore Ciccio delle Fontanee lo chef Paolo Giangregoriodel ristorante “Il Vicolo” ospite-ranno il progetto d’Arte Arte-RAra presso il ristorante in VicoVia Garibaldi 8 da giorno 13 Di-cembre 2009 al 14 Febbraio2010. Titolo della mostra è:“Facebook Emergenti- Evane-scenti, nude-truccate-mime-tizzate”. Trattasi di un’installa-zione con 96 acquerelli dell’arti-sta Paolo De Santoli. Facebooksignifica libro delle facce e lafaccia è “…la lavagna sullaquale incessantemente è ripro-dotto l’infinitesimo tassellodella infinita storia umana.”

/Adriana Gesmundo

NUMERI UTILI

Carabinieri : 112-3510152Polizia Municipale:3516014Comune: 3517099Enel: 5414009Acquedotto: 3516973Guasti Gas Metano:3518574StazioneFerroviaria Bari-Nord:3512424

SANITÀPronto Soccorso: 3516024Guardia Medica: 3510042Pubblica Assistenza:3513838Protezione Civile: 3513838

VIGILANZA NOTTURNOCentralino: 3517139Pronto Intervento:340.9778861Vigilanza Campestre:3516197

L’Associazione Fans ClubTerlizzi dal 29 novembre al12 dicembre, presso lasede di via Aminale hareso operante un centro diraccolta di generi alimen-tari a lunga conservazione.Quanto raccolto è statodonato ad alcune famigliebisognose della comunitàterlizzese nell'ambito del-l'iniziativa denominata "ilNatale della solidarietà".Tale associazione ha loscopo di unire la passionesportiva con la solidarietà

da manifestarsi anche neiconfronti di coloro che vi-vono situazioni sociali edeconomiche difficili.La consegna alle famigliedei generi alimentari rac-colti è avvenuta nella mat-tinata del 13 dicembre neipressi della sede sociale,mediante una manifesta-zione alla quale hannopreso parte personalitàdel mondo dello sport edella società civile.

/Antonio Gattulli

Page 7: Il Confronto

7

solidarietà/sportdicembre 2009

Anche la comunità terlizzese viag-gia verso la multiculturalità ma, aben guardare, Terlizzi ha spessosubito i flussi migratori di genteproveniente da nazioni più pove-re e l’insediamento nella nostracomunità di chi cerca una vita mi-gliore lontano da casa. Una dimostrazione dell’impegnoattivo e propositivo della nostracomunità ad accogliere personenate in una parte del mondomeno fortunata, si può trovarenella meritevole e pluriennale at-tività dell’associazione “Acco-glienza senza confini Terlizzi”. L’associazione opera dal 6 dicem-bre 2006, è nata dall’idea del fon-datore e presidente Paolo Leovi-no ed ha ricevuto nel 2008 il rico-noscimento di ONLUS. Come Leo-vino stesso ci spiega, “l’associazio-ne si occupa di progetti di acco-glienza di minori bielorussi. I ragaz-zi sono ospitati in famiglie per lopiù terlizzesi, ma siamo riusciti acoinvolgere anche famiglie di Ta-

sca ancora: speriamo che ci sianosempre più famiglie che voglianoaccogliere ragazzi bielorussi. Ab-biamo già cominciato a prendereadesioni per il prossimo progetto.Informazioni e contatti sono sem-pre disponibili sul nostro sitowww.accoglienzaterlizzi.it chemanteniamo costantemente ag-giornato.”.Le parole del sig. Leovino ci si ri-cordano presto come il gesto del-l’accoglienza, centrale nelle cultu-re di tutti i tempi, mostri tutte lebuone virtù dell’uomo, a maggiorragione in un mondo in cui i pro-blemi sono globali ma le respon-sabilità spesso concentrate nelmondo occidentale. In questocaso, il gesto dell’accoglienzaoffre esperienze e opportunità achi, innocentemente, è nato in unluogo meno fortunato del nostro.Per questo rivolgiamo la nostraammirazione all’associazione Ac-coglienza senza confini Terlizzie a tutte le famiglie che hannopartecipato ai progetti, e auguria-mo un anno ancor più intenso diopere di importanza sociale edumanitaria. N.d.R Quest’anno da segnalareuna ulteriore iniaziativa lodevo-le. Lo scrittore terlizzese PaoloVallarelli ha scritto un romanzo,il cui ricavato andrà interamenteall’associaszione.Sul prossimo numero la nostrarecensione.

/Paolo Alessandro Grieco

“Un farmaco”. E’ così che ladottoressa Olivieri, del centrotrasfusionale dell’ospedale diTerlizzi ha definito quello checomunemente è chiamatosangue, lo scorso cinque di-cembre, durante l’ormai con-solidato appuntamento in cuila Fidas Sezione Immacolatadi Terlizzi rende omaggio aisui nuovi e fedelissimi asso-ciati attraverso la consegna dimedaglie e targhe. Il farmacocura, il farmaco serve, il far-maco salva vite umane. Equesto tipo di farmaco po-trebbe salvare anche la no-stra un domani. C’è qualcosache però lo rende speciale ediverso dagli altri farmaci. E’gratuito e si può donare. “E’necessario – ha continuato laOlivieri – e noi in ospedale ci

/Brigida Saltarelli

Un farmacospecialeper donareil sorriso

segue a pag. 8 >>

ranto e Martinafranca. Presentia-mo due progetti l’anno al ministerodelle politiche sociali: i ragazzi arri-vano in Italia con un permesso disoggiorno che permette loro di ri-manere ospiti per 90 giorni, 60 gior-ni in estate e 30 in inverno. La no-stra accoglienza riguarda minoriche subiscono ancora le conse-guenze del disastro di Chernobyl: iragazzi che accogliamo sono tuttiinseriti in un programma di risana-mento terapeutico. Ci occupiamodi due realtà in particolare. Da unlato operiamo in Bielorussia condegli istituti che ospitano ragazziportatori di handicap che hannodifficoltà ad essere ospitati in Italia,ai quali inviamo aiuti umanitari omateriale scolastico: abbiamo in-viato con un progetto «scuola perun anno» materiale didattico suffi-ciente per una classe di 30 bambiniospiti della casa di accoglienza diMinsk; inoltre cerchiamo di integra-re i minori ospitati qui a Terlizzidalla casa famiglia Zorba nelle no-stre attività ludiche e culturali che sisvolgono per tutto l’anno. Precisoche la nostra associazione non faadozioni ma accoglienza. Abbiamoaccolto fino ad ora 70-80 minori,realizzato dei progetti in Bielorussiapari a 12mila €. Quest’inverno i ra-gazzi arriveranno il 21 dicembre eresteranno fino al 17 gennaio. Conloro organizzeremo concerti, atti-vità natalizie, ecc. Lavoriamo per i nostri ragazzi eperché la nostra associazione cre-

Una vittoria in quattro gare.Questo il bilancio della BarileFlowers Terlizzi che nelle ulti-me uscite del campionato dibasket di serie D ha vinto solocontro il Diamond San Severo.Nelle altre gare i ragazzi di DeNicolo hanno rimediato scon-fitte pesanti e umilianti comecontro la cenerentola Cestisti-ca Bari. Da un lato la scarsapersonalità dei ragazzi nell’af-frontare le gare dall’altro l’as-senza di Rinaldi, vero leaderdella squadra, alla base delmomentaccio della BarileFlowers Terlizzi che però hatutte le carte in regola permettersi in corsa per un postonei playoff.“Mi auguro che i ragazzi – af-ferma coach De Nicolo – ab-biano un approccio alle pros-sime gare con maggiore con-centrazione rispetto a quelloche hanno fatto nelle ultime

uscite. La squadra non ha carat-tere e con questo handicapdobbiamo fare i conti per tuttala stagione. Se partiamo malenon abbiamo la forza di reagiree cercare di rientrare in partita.Noi dobbiamo riflettere sui li-miti tecnici e i ragazzi devonodimostrare di voler maturare ecrescere. Non nascondo che iprossimi impegni mettono ibrividi ma spero che la squadradia il massimo e dimostri diavere carattere. Bisogna inver-tire la rotta quanto prima perevitare di finire fuori dai giochipromozione”.Contro Santeramo quella chedoveva essere la gara della ve-rità per la Barile Flowers Servi-ce Terlizzi diventa quella dellemortificazioni. I ragazzi di DeNicolo giocano senza idee e so-prattutto senza un pizzico dicarattere. Ne viene fuori unasconfitta (39 punti di scarto nei

campionati seniores la Nike Ter-lizzi non li aveva mai incassati)senza attenuanti per le dimen-sioni.E’ proprio vero che nello sportla classifica non conta. Così laBarile Flowers Terlizzi rimediaun’altra figuraccia. Questa voltaancor più pesante perché otte-nuta contro la Cestistica Bariche così cancella lo zero dallacasella delle vittorie al terminedi una gara giocata alla perfe-zione a dispetto della classifica.Ci voleva una vittoria e vittoriaè stata. Dopo la doppia scop-pola a Santeramo e in casa conla Cestistica Bari, la squadraaveva necessità di riprendere fi-ducia e lo ha fatto con un con-vincente successo sul parquetdel Diamond San Severo.Equilibrio sino al riposo lungo.Gli orange rompono gli induginella terza frazione. Allunganomettendo le mani su un succes-

so difeso a denti stretti nell’ul-timo quarto in cui rispondonocolpo su colpo ai tentativi deifoggiani di riaprire la gara.Contro l’Apricena, la BarileFlowers Terlizzi decide di tra-scorrere la prima frazionenello spogliatoio. I ragazzi diDe Nicolo sono costretti sem-pre a inseguire e così la gara sifa in salita. Alla fine il primopunto gli orange del presi-dente Altieri lo mettono asegno dopo nove minuti. Il di-stacco diventa incolmabile earriva un’altra sconfitta.Prima della pausa natalizia laBarile Flowers Terlizzi affron-terà sabato 12 dicembre (ore18) la gara davanti al propriopubblico contro l’Olimpia Al-tamura. Poi sarà la volta dellatrasfera contro il Planet Ba-sket Bisceglie (20 dicembreore 20.30). Alla ripresa (9 gen-naio ore 18) il derby internocontro la Virtus Ruvo che faràcalare il sipario sul girone diandata.

Orange irriconoscibili: solo una vittoria in quattro gare /Antonio Gattulli

Page 8: Il Confronto

8

sociale

Se sfogliassimo il dizionariodella lingua italiana e ci soffer-massimo per qualche secondosulla definizione del termine“migrazione”, di sicuro trove-remmo una simile dicitura: “tra-sferimento permanente o tem-poraneo di gruppi di persone inun paese diverso da quello diorigine”.Ma è possibile limitare un feno-

meno di così ampia portata adue semplici righe?

In realtà, fiumi d’inchiostrosono stati versati in merito a taletema, di cui tanto se ne parlanegli ultimi tempi, quasi fosseuna novità, nel migliore dei casi,un’ostilità a cui far fronte, nelpeggiore. È bene, forse, che chi si occupadella suddetta questione, faccia“migrare” il suo sguardo sullepagine dei libri di Storia, primadi muovere in maniera del tuttoaffrettata e fallace, le pedine diquesta grande scacchiera. Ba-sterebbe, infatti, semplicementeconsultare i manuali didattici,per accorgersi di come in realtà,la specie umana, nella sua lungastoria, iniziata alcuni milioni dianni fa con le forme primitive diHomo habilis e Homo erectus,ha sempre manifestato una

forte propensione alla migrazio-ne. Ricordiamo, solo per citare icasi di maggiore rilievo, la gran-de corrente migratoria, che, apartire dal XVII secolo, ha porta-to, con la forza, sette milioni dineri dall’Africa in America. Queltraffico schiavista su navi chesalpavano dalle coste del golfodi Guinea per dirigersi verso leregioni meridionali degli StatiUniti, è stato forse il più grandefenomeno di migrazione illega-le che la storia ricordi. Invece unesempio di flusso migratorio al-l’interno di un medesimo uni-verso culturale, senza andar poicosì lontano, si è verificato nelperiodo compreso fra la metàdell’Ottocento e l’inizio del No-vecento, quando 50 milioni dieuropei si trasferirono nel NordAmerica.E che dire dell’”Addio ai Monti”,celebre passo della LetteraturaManzoniana, tratto da “I Pro-messi Sposi”?! Nelle fonti bibli-che, persino, affiora il raccontodi Abramo (in ebraico:“Padre dimolti/dei popoli”), cui Dio ungiorno ordinò di lasciare la suaterra e di dirigersi, con la carova-na delle sue greggi e i suoi servi,nel paese che Lui gli avrebbe in-dicato…..

/Giovanna Ruggieri

sforziamo di seguirvi passodopo passo, mano nella mano,perché è la fiducia che si in-staura tra noi medici e voi do-natori che ci permette di rac-coglierlo”. In una sala gremitadi gente il presidente dellaFidas Sezione Immacolata diTerlizzi ha ringraziato tutti co-loro i quali hanno fatto un pic-colo gesto per una grandecausa. Tutti coloro che hannodonato il loro sangue per rega-lare un sorriso a chi è stato piùsfortunato di noi. Ha conse-gnato delle medaglie, simbolodi riconoscimento per dire gra-zie, a tutti gli associati. Giovani,tanti giovani, è questo che hacolpito di più. Significa chel’informazione sta funzionan-do, significa che la campagnadi sensibilizzazione che dasempre l’associazione portaavanti sta raggiungendo dav-vero tutti. “I fiori all’occhiellodella società civile”. Così ha de-finito tutti i volontari dell’asso-ciazione l’assessore comunaleai Servizi Sociali, presente du-rante la cerimonia, Santina Ma-stropasqua. “Il vostro dono –ha detto – forse non vieneneanche pensato se non fino aquando non ce n’è bisogno. Ri-ceverlo è un’emozione fortissi-ma, che non ha prezzo”. Maquest’anno la Fidas sezioneImmacolata è andata oltre.Non si è limitata ai cartelloni emanifesti per arrivare allagente e spingerla a donare, per

informare e formare chi non loè ancora. Ma ha pensato dicoinvolgere commercianti eimprenditori nella mission. Edè proprio a loro che sono statedonate le targhe di riconosci-mento. Agenzia Viaggi Fiore,Supermercato Piccolomini,Elettrodomestici di GiuseppePellegrini, Associazione d’altritempi, Farmacia Leone, Panifi-cio Di Molfetta, Fratelli Orchi-dea del Sud, Panificio BontàNostrane, Bar Royal e rivenditadi tabacchi di Giuditta De Chi-rico. Sono queste le attivitàche hanno aderito all’iniziativaed hanno contribuito a diffon-dere la cultura della donazioneattraverso un’informazione in-solita: scrivendolo sulle bustedella spesa, sulle penne, suiberrettini che hanno indossa-to, su magliette. “Quest’amici-zia tra mondo del commercio,che pensiamo debba esseresolo proiettato al profitto, eun’associazione di volontaria-to che salva la vita – ha aggiun-to la Mastropasqua – è il futurodella società post-moderna.Questo è un momento in cuitutta l’umanità si sta chieden-do da che parte andare. Que-st’alleanza rappresenta l’uma-nità che va verso il rispettodella dignità umana. Voi – haconcluso l’assessore – avetecolto il bello che c’è nel farsipubblicità alternativa. Il san-gue è la fonte della vita. Do-narlo è un gesto di solidarietàe amore”.

continua da pag. 7

>> Il Presidente della FIDAS V. De Chirico consegna una targa all’Agenzia Fiore Viaggi

Page 9: Il Confronto

dicembre 2009 sociale

Siamo ormai alle soglie del2010… come viene gestito oggilo “scomodo”fenomeno migrato-rio? Chi si occupa nel nostropaese di offrire accoglienza agliemigrati: figli di nessuno, costrettiad abbandonare le loro terre e fa-miglie, in cerca di condizioni divita più favorevoli?Abbiamo intervistato GiuseppeMemola, Consigliere d’Ammini-strazione della Cooperativa So-ciale C.L.A.D., appena venticin-quenne ma già dotato di spiccatosenso dell’essere, saper essere esaper fare.Quale specifica mansionesvolgi all’interno dell’Associa-zione?Presto servizio presso il C.L.A.D.a partire dal 2003, occupando-mi, oggi, di tutto ciò che attienel’amministrazione dell’Ente: dallavoro di rappresentanza a quel-lo di segreteria fino alle proget-tazioni. Inoltre sono MediatoreSociale, e in quanto tale, lavoro,ahimè per un breve periodo ditempo, anche presso i presidiospedalieri di Terlizzi e Molfetta,con l’Associazione Rete 32: ov-vero sono impiegato nell’ac-compagnamento dei cittadinistranieri all’accesso alle pratichesanitarie di cui necessitano.Che cos’è il CLAD?Dov’è ubica-to?L’acronimo del C.L.A.D. è: CentroLotta Al Disagio. Esso nascecome Associazione, sotto la pre-sidenza del dott. Guastamac-chia Pietro nel lontano 1988,solo successivamente è stataoperata la sua conversione incooperativa…trasformazionedella quale io e l’attuale consi-glio di amministrazione, cisiamo resi autori e protagonisti.Tra quelle già citate, svolgoanche la mansione di operatoresociale, presso il centro d’acco-glienza “Fuori Orario, nato nel2003, con fondi nazionali rinve-nienti della Legge 309 del ’90,quando era in corso l’ammini-strazione del ex sindaco Amen-dolagine. Io ho cominciato aprestare servizio già da quell’an-no, all’età di appena diciannoveanni, esperienza molto formati-va, dal momento che non erasemplice trascorrere le notti coni tossicodipendenti…ma so-

prattutto reclutare personale di-sposto ad una tale esperienza. Com’è organizzata la sedeoperativa e di progetto?Ubicata in Corso Dante 69, essaè comprensiva del centro d’ac-coglienza “a bassa soglia” not-turno, che conta quattro postiletto rivolti a persone affette dadipendenza patologica da al-cool o droghe, e due posti riser-vati ai cittadini stranieri. A se-conda dei casi e delle varie si-tuazioni sociali, taluni presenta-no richiesta d’”accoglienza leg-gera” (15 giorni in media, iltempo necessario per trovareuna sistemazione migliore)osono solo di passaggio, tal’altri,invece, che intendano sostareper maggiore tempo, sono presiin carico da noi, operatori e dal-l’operatore di rete nonché coor-dinatore. La sera, infatti, ci occupiamo di“monitorare” il loro stato psico-fisico e socializzare con loro.Mentre la mattina, Nico Zagami,operatore di rete e coordinatoredel centro, tiene i colloqui con “isoggetti in cura”, e lavorando incollaborazione con strutturepubbliche e private (SERT- CSM-Assistenza Sociale dei rispettivicomuni, Consultori, Casa Beta-nia, Caritas, Gifra, ComunitàCASA, UEPE. Per i pasti, siamo inrete con Casa Betania, che siadopera con il suo lodevole ser-vizio mensa.Quali altri servizi gestite?Gestiamo un ulteriore servizio,“Fuori Orario – Immigrati”, spor-tello di orientamento e consu-lenza legale agli stranieri ubica-to nello stesso centro di acco-glienza, in corso Dante 69 a Ter-lizzi.Tra le altre attività che svolgia-mo vi è il progetto “La Città la-boratorio dei Giovani”: percorsidi prevenzione primaria delledipendenze patologiche e deicomportamenti a rischio, rivoltiad adolescenti e giovani del ter-ritorio, attraverso la promozionedi opportunità informative, diorientamento, di animazione,laboratoriali, di aggregazione e

Intervista a Giuseppe Memola

/Giovanna Ruggieri

segue a pag. 10 >>

Page 10: Il Confronto

sociale

di protagonismo sociale e cultu-rale.Altri progetti?Altre realtà?Certo…l’Associazione Osapace,nata nel Comune di Molfetta epoi trasferitasi a Terlizzi, di cuisono presidente, è il canalevolto all’avvicinamento di gentedotata di volontà e professiona-lità… E’ stato tenuto un corso diformazione e aggiornamentosui diritti degli stranieri, nei pre-sidi di Terlizzi e Molfetta, dal-l’avv. Zitani Andrea e da altriesperti quali il dott. GiuseppeBariletto e la dott.sa Zippo De-bora. Da dove nasce la tua propen-sione al sociale?Filantropia, o semplice vocazio-ne e sensibilità personale, pro-babilmente innata o ricevuta infamiglia…forse…non mi cisono mai interrogato a riguardo,ma son certo che questa espe-rienza mi ha cambiato…lo am-metto!!! Sono completamentediverso rispetto a qualche annofa, e questo mio percorso loconsiglierei a molti, perché sen-sibilizza, responsabilizza e inevi-tabilmente porta ad avere unadiversa visione della vita… Chi si rivolge a voi ha unabuona conoscenza dell’italia-no?Dipende dalle loro aree di pro-venienza: il grado di istruzionedi chi proviene dall’est- Europa edal Vicino o Medio Oriente (Iraq-Iran- ect) è abbastanza eleva-to…si parte da un minimo di-ploma di scuola secondaria su-periore, fino al diploma di lau-rea, alcuni erano veri e propri

professionisti prima di doverfuggire per l’uno o l’altro conflit-to…ad ogni modo conosconol’inglese. Chi, invece provienedalle Aree Africane, parla solita-mente francese, o inglese, qual-che parola di italiano… Da chi vengono gestiti gli inviidi questa gente?Gli invii sono gestiti dai servizicon cui siamo in rete, quindiSERT, CSM, i Servizi Sociali di Ter-lizzi – Ruvo- Corato, Casa Beta-nia, la Caritas, il Centro diurnoGirasoli di Corato, l’UEPE, edaltri…non sono esclusi casi incui la gente si “auto-invia”…male liste d’attesa sono lunghe: peraccedere bisogna avere anchedei requisiti (almeno un docu-mento di riconoscimento e nelcaso degli immigrati, oggisiamo costretti ad accoglieresolo quelli regolari, o per lomeno, in via di regolarizzazio-ne). In che maniera interagite conl’Amministrazione Comunale?Siamo in stretto contatto con iServizi Sociali e i rispettivi asses-sorati dei comuni dell’AmbitoTerritoriale. Impossibile sarebbelavorare senza il loro supportoanche tecnico e professionale.Sono essi stessi a segnalarci lagran parte degli utenti! E’ natu-rale che, per l’ubicazione dei no-stri servizi e per il territorio nelquale il C.L.A.D. ha scelto di la-vorare, è soprattutto con i Servi-zi Sociali del comune di Terlizziche c’è una forte sinergia, l’at-tuale assessore Mastropasqua èpersona molto disponibile, sen-sibile e attenta.

continua da pag. 9

>>

Page 11: Il Confronto

11

socialedicembre 2009

Continuiamo il nostro viaggio al-l’interno del mondo dell’immigra-zione, lo facciamo sempre all’in-terno del CLAD. A seguire l’intervi-sta a Mohamed Shera, anch’egliConsigliere d’Amministrazione edal contempo ottimo esempio vi-vente di integrazione.Presentati…Sono Mohamed Shera, anche ioConsigliere d’Amministrazionedel C.L.A.D. Provengo dall’Iraq, eprecisamente da Cadesia. Lau-reato in legge dal ’99, sono giun-to in Italia nel 2002, presentandorichiesta di asilo politico, dal mo-mento che la guerra era alleporte, e la mia presenza, nellevesti di sostenitore del partitolaico era alquanto sconvenientee soprattutto poco conformeagli ideali del regime di SaddamHussein. Motivo, questo, per cuimio padre stesso è stato con-dannato a morte e la mia fami-glia di nascita, già prima di me,ha deciso di lasciare l’Iraq e mi-grare in Australia.Tu perché non hai seguitoloro?Io decisi di rimanere nel miopaese con mio zio, perché moltolegato alle mie radici, alla miapatria e alla mia terra. Ho semprecercato di battermi per la mia li-bertà…proprio come mio padre,anch’egli idealista. Quando sonoarrivato in Italia, ero solo. Suc-cessivamente, sono state avviatele pratiche per il ricongiungi-mento familiare, e dunque perfar venire qui anche mia moglieche è siriana.Quale accoglienza hai ricevu-to? Parlami della tua esperien-za…Ho viaggiato in condizioni alta-mente precarie e disumane, masoprattutto scarsamente igieni-che: per sette giorni di seguito, èquesta la durata media del viag-

Tutto questo in Italia non l’ho ri-scontrato! Non ho ben capito, inrealtà, neppure se siano favore-voli o meno all’integrazionedegli emigrati!Credi sia giusto limitare losbarco degli stranieri? Se chi è al potere pensa che siagiusto questo…vuol dire chenon ha mai sfogliato le paginedei libri di Storia. Le migrazionidi massa sono sempre esistite: equesto “male” non sarà mai “de-bellato”. L’accoglienza nonbasta, c’è bisogno di un efficien-te piano d’integrazione, altri-menti i miei figli, le mie futuregenerazioni continueranno adavere un piede in Italia ed unaltro in Iraq! Emigrare non èsemplice “passaggio da unaterra ad un’altra”…ma è prefig-gersi un obiettivo e raggiunger-lo!Come rispondi all’affermazio-ne “gli emigrati vengono inItalia e rubano il lavoro agliitaliani!”?Risponderei, a chi avanza tale af-fermazione, con una domanda:“perché gli emigrati “fregano” illavoro agli italiani?”. Il cuoredello stupido è nella sua bocca,ma la bocca del saggio è nel suocuore…quindi qui ci sono duetipi di risposta: l’intelligente nemerita una, lo stolto no. E io al-l’intelligente, davvero interessa-to a ricevere risposta, dico: “gliemigrati non sottraggono lavoroa nessuno, tutto dipende dallatua sincera volontà di lavorare! Illavoro lo si trova, se lo si cerca!Abbiamo voluto sollecitare qual-che riflessione sull’immigrazione,di cui tanto si parla e si discute,troppo spesso senza averne cono-scenza. Ci piace concludere conquesta “provocazione”.…E se invece si cogliesse tale fe-nomeno come una favolosa “con-taminatio” di popoli, come unaGrande Babele: miscellanea di lin-gue, “migma”(dal greco: “mignu-mi”= mescolanza) di culture e cro-giolo di razze?! Sarebbe un dono,questo, più che un “nemico a cuifar fronte”. Il problema, però, è chequando un bello specchio capitanelle mani di una brutta padrona,un buon inchiostro nelle mani diuna persona ignorante, unabuona spada tra le mani di un ge-nerale imbelle…non vi è rimedioalcuno. Pertanto, finchè continue-remo a voler guardare le cose di-rettamente con gli occhi, anzichécercare di coglierle con ciascunodei sensi, quello dell’immigrazio-ne resterà sempre un “grosso pro-blema”.

/Giovanna Ruggieri

gio, non ho ricevuto alimenti, hoassunto solo acqua. Ho dormitoper terra, in zone umide e inprossimità dei servizi igienici. Lamia, era un’imbarcazione mer-cantile con a bordo 1350 perso-ne, il cui 50% costituito da soledonne e bambini provenientidal Medio Oriente: Siriani, Ira-cheni, Libanesi, Giordani. Avevo,fortunatamente, documenti conme, che hanno agevolato le pra-tiche per il riconoscimento el’accettazione della mia richiestacome rifugiato politico, una set-timana circa dal mio sbarco. Hosvolto un colloquio di quasi dieciore con il personale addetto allaricezione e selezione degli emi-grati…colloquio in cui sonostato trattato in maniera discri-minatoria, per il solo motivo diesser stato in quel momento un“extra-comunitario” e come tale,etichettato. Come mai l’Italia come meta?In realtà inizialmente la destina-zione non era l’Italia, ma la Fran-cia, dal momento che si trattavadi “tratte predefinite”. Durante ilviaggio per notti e giorni, la no-stra imbarcazione è stata segna-lata da appositi aggeggi aereiamericani, che son riusciti a “cap-tare carne umana” a bordo del-l’imbarcazione su cui ero pas-seggero. I soldati americani,però ci hanno lasciato prosegui-re il viaggio, ed ecco di lì a poco,che siamo stati nuovamente fer-mati dalla finanza francese, checi ha ordinato d’invertire rottaverso l’Italia…. Quali sono i pensieri di unuomo che sa di star abbando-nando la propria terra?Smarrimento totale…non riusci-vo a capacitarmi di quello chestessi per compiere, e m’interro-gavo: “Ma sono impazzito?...no,devo essermi ammattito per star

lasciando la mia terra, mia mo-glie, la mia famiglia…a cosavado incontro?... dove sto an-dando?... osa sto facendo.In quel momento non sapevodove stessi andando…nonavevo con me una bussola chem’indicasse dove fosse la mia li-bertà, ma dovevo cercarla…sentivo che da qualche parte do-veva pur esserci e che l’avrei tro-vata! Ero psicologicamente ab-battuto, e la visione circostantedi donne e bambini attorno ame, il viaggio in quelle condizio-ni disumane, alimentavano inme la consapevolezza di nonstar facendo la giusta scelta. Talecondizione psicologica, aggra-vata dalla mancanza di viveri, simanifestava in forte malesserefisico e aveva ripercosse psico-somatiche… ammetto che hopensato anche al suicidio, comepossibile soluzione.In che modo la tua esperienzapuò giovare agli altri?L’aspetto psicologico…penso dipoter comprendere gli stati d’a-nimo di chi è chiamato “extra-co-munitario”, le sue difficoltà, lesue esperienze, la differenza dicultura e i pregiudizi della genteda superare. Credo che si debbasoprattutto rieducare le istitu-zioni poste agli sportelli e dun-que incaricate di accogliere gliemigrati al momento del lorosbarco. Il mio sogno era lavorare nel so-ciale, anche quando ero nel miopaese…questo mestiere per meè una vittoria, un premio! Senzaindugi, l’ho accettato non appe-na mi è stato proposto!Io peral-tro sono stato dapprima ospitedi “Fuori Orario”, alla prima miaaccoglienza c’era Giuseppe Me-mola quella notte. Esattamentedue anni dopo ero alla miaprima notte con lui, ma da ope-ratore! Come ti sembra che il GovernoItaliano stia gestendo le politi-che per l’immigrazione?Penso che qui vigano soprattut-to due scuole di pensiero: o “mo-ralità fallita”, o”razzismo”, e que-st’ultima è la più grossa “armadel delitto” del paese. Altrove, inEuropa, c’è un dialogo più aper-to ed una maggiore sensibilità aiproblemi della migrazione: c’èun problema? Che lo si affronti!!Che vengano stilati programmid’integrazione razziale precisi!

Page 12: Il Confronto

12

sociale

Vi presentiamo l’intervista fattaa suor Maria Mazzone, missio-naria in Africa per l’Ordine delleSuore di Maria Ausiliatrice e aDon Nicola Girasoli, NunzioApostolico dello Stato Pontificioin Zambia e Malati, per offrirviuno spaccato della realtà africa-na, fatta di popolazioni aggrap-pate come ostriche allo scogliodelle loro tradizioni dal saporemagico e genuino. Queste duefigure, originarie di Ruvo di Pu-glia, si sono distinte e continua-no tutt’ora, nell’edificazione delponte che unisce l’Italia alloZambia, al Malawi e tutta l’Africain generale. Da quanti anni opera in Zam-bia?[D.N.] Da 3 anni e mezzo[S.M.] Da 21anniQuali fini si pone?[D.N.] Servire il popolo zambia-no condividendo un tratto dellastoria del popolo seguendo nu-merosi progetti socio - umanita-ri per far progredire la democra-zia.[S.M.] Diffondere bene, amore,uguaglianza, rispetto e soprat-tutto la promozione delladonna.Cosa la colpisce maggiormen-te dell’Africa?[D.N.] Le grandi difficoltà per larisoluzione di problemi, al finedi proporre il modello di svilup-po europeo ma anche la lorovoglia di guardare avanti, mi-gliorarsi e quindi sacrificarsi.[S.M.] La gioia di vivere nono-stante le sofferenze; il sorriso, lapazienza, la sopportazione, l’ab-bandonamento in Dio che mi

fanno capire qual è l’essenzadella vita. Tutto ciò mi mette inconflitto con me stessa perchémi porta all’essenziale contro leideologie moderne di consumi-smo.Alla luce dell’attuale situazio-ne in Zambia, qual è il rappor-to Occidente – Africa: integra-zione o assimilazione cultura-le?[D.N.] Il problema dell’integra-zione è molto delicato. L’Oriente(Asia) ora è più presente dell’Oc-cidente in Africa. In Zambia c’èvoglia di progressione - riget-tando i modelli europei - sinoni-mo di una crescente consapevo-lezza della propria identitàcome accade nell’Africa Subsa-riana, l’Africa verde - Kenya, Tan-zania, Mozambico, Angola e Na-mibia. Il problema è nelle multi-nazionali che approdando inAfrica non creano occupazioneper gli africani ma danno lavoroai propri conterranei. [S.M.] Molti sono gli aiuti umani-tari che giungono in Africa,molti i volontari desiderosi dioperare a vantaggio di questepopolazione, anche se purtrop-po c’è comunque una parte delmondo industrializzato chetende solo ed esclusivamente asfruttare il suolo e la manodope-ra africana. Le ultime tecnologiestanno convertendo in parte l’a-fricano al tecnologico ma perfortuna rimangono fortementelegati alla loro cultura dal sapo-re antico…Tale rapporto di collaborazio-ne è quindi in miglioramento? [D.N.] A livello internazionale

non avverto una crescente sen-sibilizzazione di quella che è giàin atto da qualche anno che co-munque resta diffusa in tuttal’U.E.. Per quanto riguarda il miopaese natio noto un elevatissi-ma sensibilizzazione, il nostrooperato in Zambia sta entrandonella vita dei nostri conterraneiche apprezzano e sostengonocon affettuoso vigore.[S.M.] L’Italia va aprendosi anchese qualcuno è ancora contrarioo diffidente nei confronti dell’a-fricano. Per quanto concernepaesi come Ruvo , Terlizzi, Bisce-glie e dintorni noto una grandee partecipata attenzione versola realtà africana, verso due figu-re rappresentanti l’Africa in Italiaquali Don Nicola Girasoli e lasottoscritta. Perché crede che vivere l’Afri-ca sia una preziosa occasione,anche se per breve durata?[D.N.] Visitare è sinonimo di ar-ricchimento. Quando si torna acasa dall’Africa, si torna carichi emigliori perché l’Africa ha tantoda insegnare: si impara a fare ameno delle cose superflue. Viag-giare, non da turisti ma da cono-scitori, credo sia molto impor-tante per conoscere altri popolie culture.[S.M.] … quando torni nellostesso posto di prima noti chenon è più lo stesso. Sei tu inrealtà ad essere cambiato; vedile cose da punti di vista diversirispetto a prima. L’Africa ti donaquesta magica sensazione…main fondo è preziosa qualsiasiesperienza che ci metta a con-tatto con una diversa popolazio-

ne e quindi ci si mette in discus-sione, si valuta la propria vita, lasi apprezza per quello che è; siscopre come il mondo realmen-te è fatto, non quello dei film delgrande schermo, ma quellofatto di persone, situazioni posi-tive o negative…l‘importante èandare a conoscere l’altro perarricchirci. Africa o altra metache sia,l’importante è che sia di-versa dal nostro paese per potercreare un vero confronto. Disegni un ritratto del cittadi-no africano.[D.N.] Ha un senso di rispettoprofondo per la famiglia, cosache da noi si sta perdendo con iltempo. Ama profondamente leproprie tradizioni, la natura es-sendo un tutt’uno con essa. L’a-fricano vive giorno per giorno,nella loro mentalità il tempo èun concetto relativo. Mettono arepentaglio la loro vita per vive-re o far vivere bene un loro caroanche per un solo giorno. Sonomolto calorosi e affettuosi .[S.M.] Il cittadino africano hamolti pregi ma anche qualchedifetto. Anche se il limite tral’uno e l’altro è molto sottilecredo che il loro essere cauti elenti con le cose, forse più cheun difetto sia un pregio: noi in-vece siamo superficiali e fretto-losi anche quando dovremmoriflettere. Sono molto pacifici,accoglienti e soprattutto sonoabituati a vivere con il “bianco”,cioè con il diverso.

Don Nicola Girasoli e Suor Maria Mazzone in Africa/Marino Ceci

Foto di Marino Ceci

Page 13: Il Confronto
Page 14: Il Confronto

14

sociale

Da qualche anno a questaparte la società terlizzesesta conoscendo dei muta-menti dovuti all’arrivo edalla stabilizzazione di perso-ne provenienti da altri paesieuropei o da altri continenti.A tal proposito, quale è la si-tuazione terlizzese? Ci sonostime, studi demografici esociologici?Il fenomeno dell’immigrazio-ne Terlizzi lo conosce bene findal 1991, quando con lo sbar-co a Bari di 20.000 cittadini al-banesi si manifestò con tuttala sua potenza il fenomenodell’immigrazione dalle altresponde del mediterraneo.Fino a quegli anni la nostracittà non aveva vissuto parti-colari flussi migratori, ma daquel momento ci fu un cre-scendo di inserimenti nel tes-suto cittadino, dapprima di in-dividui singoli e poi di interinuclei familiari richiamati dal-l’Albania per il ricongiungi-mento con i capifamiglia.Questo fenomeno migratorionon ha portato particolari pro-blemi alla nostra comunità,che ha garantito un inseri-mento agevole alle famigliealbanesi nel nostro contesto,agevolato dalla conoscenzada parte degli albanesi dellanostra lingua e dalla volontàda parte loro di integrarsi e dicontribuire alla crescita dellanostra comunità. Fenomenimigratori meno imponentisono venuti anche dal nordAfrica, da paesi come la Tuni-sia, l’Algeria e il Marocco. Tuttiquesti innesti non hanno por-tato finora problemi di ordinepubblico o devianze tali daprodurre allarme sociale. Per quanto riguarda i numeri,è difficile stimare quantitativa-mente un fenomeno che vedela Puglia e la nostra Terlizzifungere da primo approdo dimigranti diretti nel nord Italiao in Europa centrale. Le unichestime le possiamo fare attra-verso gli uffici demografici,che ci segnalano circa 200 cit-tadini, prevalentemente di ori-gine albanese, regolarmenteresidenti nella nostra città.Da qualche anno a questa

parte, inoltre, stiamo assisten-do ad un fenomeno migrato-rio diverso, che vede la prove-nienza di flussi di migranti dal-l’Africa subsahariana. Normal-mente si tratta di migranti do-tati di regolare permesso disoggiorno per motivi umani-tari o con lo status di rifugiatipolitici, la cui permanenza sulterritorio è limitata al periododi raccolta delle olive, ed è ca-ratterizzata da una sostanzialeritrosia ad interventi di assi-stenza, per il timore di esserecomunque rimpatriati o sotto-posti a misure restrittive. Nonstiamo vivendo un buon mo-mento!Ci sono politiche demografi-che da parte dell’Ammini-strazione per quanto riguar-da questi fenomeni? Ci sonodelle attività o iniziative daparte dell’Amministrazioneper quanto riguarda l’acco-glienza, il controllo o altriaspetti legati ai fenomenimigratori ed ad uno svilup-po in senso multietnico dellanostra comunità?L’assessorato alle politiche so-ciali del comune di Terlizzi èstato ed è tuttora particolar-mente attento a garantire lapiù completa integrazione diquei nuclei familiari chehanno scelto la nostra cittàper viverci, oltre a finanziareperiodicamente progetti mi-ranti all’assistenza materiale eall’abbattimento delle barrierelinguistiche e culturali perquei migranti che passano dalnostro territorio con i flussistagionali. Mi chiedi cosa facciamo perrendere la nostra comunitàmultietnica. Ma lo sviluppomultietnico della nostra so-cietà è già nei fatti. Nonostan-te le spinte xenofobe di questiultimi anni, il nostro territorioresta uno dei più “accoglienti”e permeabili ai fenomeni del-l’immigrazione, avendo garan-tito negli anni il progressivointegrarsi di vari gruppi etnici.Oggi solo un folle può pensaredi ostacolare i flussi migratorie l’integrazione, e la politicanazionale sta dando segni dievidente schizofrenia, se non

di manifesta xenofobia. L’immigrazione è anche unaquestione di ordine pubbli-co sia per quanto riguarda lapermanenza regolare ed ilrispetto delle leggi italianeda parte degli immigrati, siaper la repressione di feno-meni di caporalato e sfrutta-mento degli immigrati stes-si. Ci sono politiche o feno-meni preoccupanti? In questi anni non abbiamoavuto fenomeni criminali di ri-lievo. L’immigrazione per que-sto territorio non è stata veico-lo di devianza e i piccoli feno-meni di caporalato e di violen-za tra gli stessi migranti sonostati prontamente repressidalle forze dell’ordine.L’immigrazione è una que-stione di ordine pubblicoanche alla luce delle nuovenorme contenute nel pac-chetto sicurezza, quali sonole ricadute amministrative epolitiche per Terlizzi? Cisono episodi in cui questenorme hanno creato dei con-trasti fra i principi di acco-glienza e il rispetto delleleggi?L’immigrazione non può esse-re ridotta ad un problema diordine pubblico, ed è parados-sale che siano proprio gli ita-liani ad averla ridotta a questo.Proprio gli italiani che con laloro emigrazione del secoloscorso hanno veicolato la dif-fusione delle loro mafie inogni angolo del pianeta. Inquegli anni il nostro popolo èstato accolto ed integratonelle società che ha contribui-to a far crescere economica-mente e culturalmente. Oggiabbiamo dimenticato il nostropassato di migranti e ci com-portiamo come bestie nei con-fronti dei nostri simili che ten-tano di approdare in Italia allaricerca di un futuro per sé eper i propri figli. I respingi-menti sono un ignobile atto dibarbarie di cui renderemoconto un giorno…..Tu parli di principi di acco-glienza, ma come si fa a parla-re ancora di accoglienza con leleggi che ha varato il governoBerlusconi? L’introduzione del

cosiddetto “pacchetto sicurez-za” e del reato di clandestinitàpone le basi per un totale rifiu-to dei migranti senza permes-so di soggiorno e delle loro fa-miglie. Chiunque contravvie-ne alle “regole del rifiuto” in-corre nel reato di favoreggia-mento dell’immigrazione clan-destina. È così che gli immigra-ti irregolari non si rivolgonopiù agli uffici demografici deicomuni per registrare i proprifigli e consentirgli di essere as-sistiti da un pediatra o di fre-quentare la scuola pubblica,ed è così che non si rivolgonopiù agli ospedali per farsi cura-re o per partorire. Questa sichiama barbarie.Quale è l’idea del sindaco sulfuturo della società, dei co-stumi e della convivenza aTerlizzi alla luce dei fenome-ni di emigrazione dei giova-ni terlizzesi e di immigrazio-ne di stranieri a Terlizzi?Le migrazioni nel tempo sonostate una ricchezza per il ge-nere umano. Non dimentichia-mo che i nostri progenitori ve-nivano dal continente africanoe che la nostra Puglia e l’interomeridione d’Italia è stato ap-prodo per numerose migrazio-ni, da quella araba a quellanormanna. Dobbiamo esserepronti ad accogliere oltre chea garantire politiche di svilup-po verso i paesi di provenien-za dei migranti, ottemperandoagli obblighi che abbiamo as-sunto a livello internazionale. Per quanto riguarda i giovaniterlizzesi che si spostano incerca di lavoro, ebbene, è unamigrazione che segnala un di-sagio e una inadeguatezza delnostro territorio a dare rispo-ste. Bisogna spingere i governia ridare fiato e speranza al no-stro meridione, di nuovo ab-bandonato dalle giovani ge-nerazioni, così come nel seco-lo scorso. I segnali che vengo-no da Roma sono tutt’altroche incoraggianti. Noi del sud dovremmo riflet-tere di più su questi temi, ri-vendicare di più, incazzarci dipiù.Voglio chiudere con una rifles-sione: C’è sempre qualcunoche è più a sud di te.

Intervista al sindaco Vincenzo di Triasui cambiamenti della società terlizzese

/Paolo Alessandro Grieco

Page 15: Il Confronto

15

culturadicembre 2009

Quale modo migliore di fe-steggiare, per Lina Tricarico Ca-gnetta, i suoi 20 anni di attivitàteatrale se non quello di torna-re in scena? Il regalo che la re-gista farà per le prossime feste,a se stessa e ai terlizzesi, sarà lamessa in scena dell’adatta-mento di un capolavoro delteatro napoletano anzi del ca-polavoro per eccellenza diEduardo De Filippo: FilumenaMarturano. La sua compagnia, Gymna-sium palestra della vita, cal-cherà le scene della Sala Teatrodel “Centro Sociale SacroCuore”, in viale della Resisten-za, il 20 dicembre e il 3, 17, 31gennaio proprio con il dram-ma noto e tradotto in tutto ilmondo al quale anche il gran-de cinema si è ispirato: bastipensare a “Matrimonio all’ita-liana” del grande De Sica conMastroianni e Loren nellaparte dei protagonisti.Scritto da Eduardo per la sorel-la Titina, che lamentava comeil vero successo fosse sempreriservato al protagonista ma-schile, al primo attore e maialla donna, e portata in scenaal Teatro Politeama di Napolinel 1946, “Filumena Martura-no” ancora oggi conosce unafortuna mondiale grazie allaforza straordinaria della prota-gonista, in lotta per affermarela propria dignità di donna e dimadre. L’idea di Filumena nac-que dopo la lettura di una no-tizia: una donna a Napoli, checonviveva con un uomo senzaesserne la moglie, era riuscita afarsi sposare fingendosi mori-bonda.

Nel dramma eduardiano, però,Filumena, ex prostituta, sifinge moribonda per farsi spo-sare dal suo amante, Domeni-co Soriano. Scoperta la beffa,l’uomo vuole l’annullamentodel matrimonio perché, sostie-ne, essergli stato estorto conl’inganno. A quel punto ladonna rivela di avere tre figli eche uno dei tre è figlio dellostesso Soriano.Inizialmente l’uomo è furiosoed insiste nella richiesta di an-nullamento e nel voler saperequale sia suo figlio ma Filume-na, testarda, acconsente allaprima richiesta ed oppone unrifiuto alla seconda. Infine ilconflitto si scioglierà e ladonna riuscirà a farsi sposarecon una cerimonia ufficiale ead ottenere il riconoscimentodei tre figli.Questa celeberrima “storia d’a-more” affronta temi socialiquali la prostituzione e i figli il-legittimi (N.N. come venivanodefiniti), argomento scottanteper Eduardo, per la sua espe-rienza diretta di figlio illegitti-mo di Eduardo Scarpetta, e perla società che lo dibatteva allo-ra. Infatti un anno dopo laprima rappresentazione dellospettacolo, nel 1947, vennesancito dall’Assemblea Costi-tuente il diritto-dovere dei ge-nitori di mantenere, istruire ededucare anche i figli nati fuoridal matrimonio.Un evento e un regalo da nonperdere che solo Lina TricaricoCagnetta è in grado di donarealla sua città!

/Barbara de Robertis

Torna Lina Tricarico Cagnettae la Gymnasium palestra della vita

È la storia del Fascismo, vissutoda famiglie povere in un conte-sto periferico della nazione.È la storia di tanti giovani cadu-ti in guerra, ma anche la storiadei primi passi della democra-zia e delle iniziali manifestazio-ni libere di pensiero e di azionedi una generazione non educa-ta che vive sul campo il prezzoed il costo della libertà e dellademocrazia.Il romanzo parte nel 1924, pocodopo la Marcia su Roma. Si svi-luppa attraverso gli anni delmassimo consenso del regime,del colonialismo, della guerra,dell’avvento della Repubblica edelle elezioni del 1948 che san-ciscono il trionfo della D.C.Dopo un virtuale salto di ven-totto anni, prosegue, dal 1976al dicembre 1978, durante glianni del terrorismo, della mortedi Aldo Moro e dell’approvazio-ne della legge 833/1978 chesancisce la piena attuazionedell’art. 32 della Costituzione,quando prevede che ad ognicittadino è garantito il dirittoalla salute.Daniele e Teresa sono due ra-gazzi di umili famiglie meridio-nali che in un contesto socialepoverissimo, dove si studia allaluce del lume e si va a prenderel’acqua alla fontana, riescono asvolgere gli studi e a laurearsiin medicina. Nonostante abbia-no quotidianamente problemidi sopravvivenza. La medicina èper loro, da un lato il riscattosociale e culturale dalla igno-ranza familiare, dall’altro ilmodo per donarsi a chi ha biso-gno e creare futuro. Daniele ab-braccia la fede comunista. Tere-sa quella cattolica e democri-stiana. Sorgono le prime in-comprensioni. Nascono le diffi-coltà di condividere percorsiumani e politici sostanzialmen-te antitetici.Il 1948, dopo le elezioni, le stra-de dei due giovani si dividono.Apparentemente per sempre.La vita di Daniele è incompati-bile con quella di Teresa. O al-meno così sembra.Per ventotto anni Daniele e Te-resa vivono la propria vita quo-tidiana. Si sono lasciati con reci-proca amarezza. Nessuno deidue cerca l’altro.Poi quello che non succede in

un periodo lunghissimo, si veri-fica una mattina, dopo le ele-zioni politiche del 1976. Sonoeletti Deputati della RepubblicaItaliana. Daniele nel P.C.I. e Tere-sa nella D.C.Il terrorismo fa stragi continue.Aldo Moro ed Enrico Berlinguercostruiscono il Governo dellaSolidarietà Nazionale come ri-sposta ad una società che subi-sce l’attacco violento e sangui-noso del terrorismo.Nel Governo Andreotti, che siappresta a giurare alla Camerail 16 marzo 1978, Teresa Tube-roso è indicata come Ministrodella Sanità. È la prima donnaMinistro della storia repubbli-cana. È stata voluta fortementeda Aldo Moro. Il 16 marzo, gior-no della presentazione del Go-verno, Moro è rapito ed il 9maggio ucciso. Per l’Italia la vitacambia totalmente. Via Caetanirappresenta uno spartiacque.Non solo in politica.Daniele e Teresa, seppur in par-titi e ruoli diversi, continuano ilproprio impegno e il 23 dicem-bre 1978 in Parlamento appro-vano la nuova legge sulla sa-nità. Voluta, sostenuta e votatada entrambi.Si sono conosciuti quandoerano bambini. Oggi hanno ri-spettivamente 54 anni Danielee 53 Teresa. Sono adulti…ma ildestino riserva loro l’ultima sor-presa.

/Gero Grassi

Page 16: Il Confronto

16

cultura

Il mondo delle donne sembra inesau-ribile, ricco di vissuti ed esperienze ac-cattivanti ed interessanti.Abbiamo intervistato Olga Chiapperi-ni, 60 anni, insegnante di lingua stra-niera, da sempre affascinata dallastoria e cultura terlizzese.Chi è Olga Chiapperini? Olga di oggi è una persona diversada chi era. Sono una figlia di nessu-no. Nata a Pescara, adottata da unafamiglia di Terlizzi. I miei genitorierano molto anziani e quando si in-contravano con i parenti, anche loromaturi, si univano storie, tradizioni,vicende familiari.Già segnata la mia strada sempre adascoltare quelli più grandi di me. Fi-glia unica con una parentela “lonta-na”, quindi sono stata sempre un po’isolata.Quanti anni hai?Ho 60 anni. Che lavoro hai svolto?Insegnante di inglese. Sono appenaandata in pensione, con 40 anni diservizio.Come sono stati questi 60 anni?Itineranti. Mio padre, per lavoro, perogni promozione cambiava luogodi lavoro, pertanto eravamo obbli-gati a cambiare sempre città. Ciò si-gnificava un fisarmonica anche nelmia vita scolastica, nelle conoscen-ze, nei docenti.Che ricordo hai dei compagni, do-centi?Ne ho conosciuti tanti sia di compa-gni che di docenti, alcuni ottimi.In merito ai docenti ho sperimenta-to che sapere non significava esserebravi a trasmettere. Alcuni li ricordocon piacere.Il tuo percorso formativo?Ho iniziato la scuola elementare aTerlizzi, poi ad Ischia, all’Isola d’Elba.Ho frequentato il Magistrale a Cam-pobasso e seguivo i corsi di linguestraniere presso i Salesiani. Avevogià da allora una passione per le lin-gue. Le lingue mi hanno sempre ap-passionata ma in fondo era una viadi fuga, per il fatto che non mi senti-vo mai radicata.La passione per il dialetto terliz-zese come nasce?Il dialetto che prima disdegnavo poil’ho riscoperto come tramite perconquistare nuove amicizie nellevarie peregrinazioni nelle diverseregioni italiane. Ho riconosciuto inloro la stessa dignità delle lingue uf-ficiali. Nelle sere d’inverno, quandonon tutti possedevano la televisio-ne, si passava il tempo a chiacchie-rare e gli anziani parlavano solo ildialetto perché analfabeti. L’ho rico-nosciuta come lingua e l’ho amata,perchè parlata da un popolo cheprofessava una vera e propria fede,

espressione di un civiltà contadina,artigiana. Terlizzi è stato comunque per teun riferimento?Si. Io andavo e tornavo da Terlizzi.Questo mi portava a confrontare ilmodo di vivere delle diverse culturea seconda della collocazione geo-grafica. Riscontravo come già nelCentro Italia c’era un’apertura men-tale maggiore, qui c’era un atteggia-mento di difesa e di diffidenza.Cosa ti incuriosiva della linguaterlizzese?Ho iniziato ad essere incuriosita daisoprannomi. A Terlizzi, tutti aveva-no dei soprannomi che caratterizza-vano la famiglia o il singolo. Poi misono addentrata nel mondo deiproverbi.Si educava e tramandava la culturapopolare, il sapere tramite i prover-bi. Per ogni situazione ce n’era unoadeguato.Poi?Poi mi sono appassionata alle storiedelle persone. Ritengo che la storianon sia solo quella scritta, ma che lamaggior parte rimanga custoditanell’animo delle persone, proprio diquelle che non sapevano esprimer-si bene in italiano e che non hannomai lasciato testimonianze scrittecon la propria mano se si escludonopochi segni di croce.I tre punti cardine delle tue ricer-che?La storia documentata, la tradizionee l’esperienza.Dopo il Liceo Linguistico frequen-tato a Campobasso torni a Terliz-zi’ Siamo nel 1968, che ricordi haidell’esperienza di quegli anni?Si. Nel 1968 torno a Terlizzi, lotto percontinuare gli studi e finanzio glistudi lavorando in una scuola priva-ta e mi iscrivo alla Facoltà di Linguee Letterature Straniere all’Universitàdi Bari.Vivo a pieno il movimento del ’68ma non mi distraggo dalla prosecu-zione degli studi a tal punto da lau-rearmi a meno di 23 anni. Militavogià nella sinistra, nonostante don

Michele Cipriani, mio padre spiri-tuale, cercasse di avvicinarmi a posi-zioni più moderate. Lo studio di altre civiltà mi ha con-sentito di avere un apertura menta-le tale da essere incuriosita da tutto. Dopo la laurea che succede?Dopo la laurea, arriva il mio mo-mento di essere donna. I miei geni-tori mi immaginavano, sposata,madre. Ho una figlia da una convi-venza, inizio ad insegnare. La convi-venza non viene accettata, si pro-spetta il trasferimento a Torino conil mio compagno ma un forte sensodi gratitudine nei confronti dei mieigenitori adottivi che diventavanosempre più anziani mi porta a ri-nunciare al grande amore e tornarequi. Ho provato le difficoltà correla-te al mio essere ragazza madre econvinta sessantottina.Poi conosco quello che è diventatomio marito che rimane l’ultimoamore della mia vita. Mi sono sposata in Comune e anchelì ho sentito il peso del giudizio, ra-gazza madre sposata in Comune.Comunque sono andata avanti e hoaltri due figli dividendomi faticosa-mente negli impegnativi ruoli di fi-glia, moglie, madre e insegnante.Come è stata l’esperienza didonna, madre, moglie ed inse-gnante?Non è stata facile. Io non avevo nes-suno della mia famiglia che mi po-tesse aiutare quindi mi sono avvalsadi baby sitter che ricordo davverocon piacere per lo spirito di collabo-razione che si era instaurato.Mi sono sentita un po’ maltrattata

perché negli anni in cui io avevo ibambini piccoli, veniva inserito iltempo prolungato ed io che rientra-vo dopo la maternità, quasi comeuna punizione, venivo inserita nelleclassi col rientro pomeridiano colcuore gonfio d’amore mi dedicavoai figli delle altre madri lavoratricicome me, lasciando i miei figli adaltre donne lavoratrici, una catenadi ….solidarietà femminile.Ora sei in pensione. Ora hai piùtempo da dedicare ai tuoi studi.Come vivi questa dimensione?Continuo ad essere mamma perchèuna madre non va mai in pensione.Si è appena sposata mia figlia mag-giore e ho organizzato il suo matri-monio, gli altri due figli studiano adUrbino quindi sono sempre all’erta.Certo ora ho più tempo libero e midedicherò al riordino delle ricercheche, sacrificando qualche mattinatalibera, ho portato avanti per ben 45anni. Un tuo desiderio?Non tanto personale perché credodi aver vissuto e le esperienze nonmi sono mancate. E’un desiderio co-rale e cioè che il popolo sia ascolta-to. Quella parte di popolo che ha la-vorato per tutta la sua esistenza, hasostenuto le sue lotte da “analfabe-ta” ma non da ignorante. La nostrastoria non va solo “letta”ma ancheascoltata.Un rammarico?Non aver avuto abbastanza tempoper registrare le tante testimonian-ze di quelle voci che la morte hafatto tacere per sempre.

Insegnante con la passioneper la storia locale

Il gruppo teatrale della sezioneAIAS (Associazione Italiana perl’Assistenza agli Spastici) di Ter-lizzi ha presentato nei giorni 6 e8 Dicembre la commedia in dueatti dal titolo: “La giusta decisio-ne” di Lina De Palo. La rappre-sentazione si è tenuta la sala tea-tro “Giuseppe Albanese” dellachiesa S. Maria della Stella.Dopo un lavoro durato mesi traprove e memorizzazione dellapropria parte il gruppo teatraleè giunto al traguardo nel miglio-re dei modi ricevendo numero-sissimi applausi e complimentidagli spettatori.Un fedele ritratto di quella che èla quotidiana condizione degli“attori” sia nei rapporti con lapropria famiglia che al di fuori.La commedia ruota attorno all’e-vidente disagio del giovane Ric-cardo, per il suo problema allagamba. Questa sua condizionelo porta a continue lamentelecon sua madre alla quale mani-festa il suo disagio: si sente di-verso ed emarginato dalla so-cietà. I ripetuti “scontri” con la

sua famiglia e i suoi amici lo por-tano a riflettere su se stessotanto da fargli capire che non ècertamente la morte la soluzio-ne opportuna per porre fine alsuo malessere come invece pen-sava. E’ proprio nella scelta diRiccardo che si racchiude ilsenso della “giusta decisione”:imparare ad accettare la vitacosì come è. Lodevole l’impe-gno, la capacità di proporsi alpubblico e la spontaneità diquesto gruppo teatrale. Tuttociò fa riflettere sulla grandeforza di volontà che accompa-gna gli “attori” e che ognuno dinoi dovrebbe prendere comeesempio di vita perché anche daloro possiamo imparare. Lacommedia si è conclusa con iringraziamenti da parte della in-tera compagnia : “Grazie a tuttivoi e in particolare a Lina DePalo che attraverso la commediaci ha fatti sentire veri attori eprotagonisti. Questi sono i tuoie i nostri migliori anni.”

/Adriana Gesmundo

/Anna Dicanio

Olga Chiapperini

Page 17: Il Confronto

dicembre 2009

17

cultura/politica

La crescente influenza delle donneè l'unica cosa rassicurante nella no-stra vita politica.

(Oscar Wilde)Lunedì 23 Novembre 2009 nellaSala consigliare del Comune diTerlizzi si è tenuto il convegno“Donne nei luoghi decisionalidella Regione Puglia” organizzatodalla Fidapa (Federazione ItalianaDonne Arti Professionali Affari) diTerlizzi.Durante l’incontro, moderatodalla past president sud est Fida-pa dr.ssa Anna Teresa Olivieri, i sa-luti sono giunti dalla presidentedella sezione di Terlizzi Paola Ruti-gliano, dall’Assessore alle Politi-che Culturali del comune di Terliz-zi Mimmo Paparella e dall’attualepresidente sud est Fidapa, LuciaMoccia.Interessante è stato l’intervento diSerenella Molendini, consiglieradi Parità Effettiva della RegionePuglia che ha descritto il ruolo dalei svolto in seno alla Regione Pu-glia.La consigliera di Parità è nomina-ta con decreto del Ministro del La-voro di concerto con il Ministroper le Pari Opportunità ed è unafigura strategica ai fini dell'at-tuazione degli obiettivi di pa-rità che le consente di rilevare,nei diversi contesti locali, le situa-zioni di squilibrio di genere nel-l'accesso al lavoro, nella formazio-ne e nelle condizioni di lavoro. La consigliera si occupa di politi-che attive del lavoro e di promo-zione delle occasioni di impiego everifica la coerenze delle politichedi sviluppo territoriale con gli in-dirizzi comunitari, nazionali e re-gionali, svolgendo attività di for-mazione culturale e di informa-zione. La consigliera di Parità per il ruoloda lei svolto collabora con la Dire-zione Provinciale del Lavoro; ilServizio Ispettivo del Lavoro; ilServizio Politiche del Lavoro; gliAssessorati al Lavoro degli Enti lo-cali; gli Organismi di Parità degliEnti locali (Comitati di Pari Oppor-tunità e Commissioni Pari Oppor-tunità); i Centri territoriali per l’im-piego.Dopo la descrizione del suo ruolo,l’Avv. Molendini ha analizzato,dati alla mano, come in Italia enella Regione Puglia i ruoli politicisiano affidati alle donne in per-centuali ridotte rispetto agli uo-mini. La consigliera correla questodato ad un problema culturale

che necessita di essere scardinatoper consentire anche alle donnedi accedere ai ruoli decisionalidella vita politica e amministrati-va.Lo stesso concetto è stato ripresoda Eufemia Ippolito, vicepresi-dente nazionale Fidapa, che ritie-ne la donna esclusa dalla parteci-pazione politica molto spesso perla difficoltà a conciliare la vita pri-vata con la vita pubblica, ritenen-do opportuna una legge elettora-le che adegui ciò che nella costi-tuzione è stato scritto nell’art. 3.L’assessore Santina Mastropasquaha evidenziato come la compagi-ne del Consiglio Comunale di Ter-lizzi sia di sesso maschile, equili-brata da una giunta a prevalenzafemminile. La molla che secondo SantinaMastropasqua spinge una donnaall’impegno politico è l’ambizio-ne. Le donne sono dotate di intel-ligenza emotiva che le consento-no di provare emozioni, ricono-scerle e viverle in modo consape-vole. L'intelligenza emotiva per-mette di spiegare il successo dipersone caratterizzate da forti po-tenzialità emotive e di trascina-mento delle masse che aggiungevalore all’intelligenza razionale ti-pica degli uomini.Sembra che la politica, come ognisettore della vita sociale, necessitidi entrambi i generi: maschile efemminile. Ciascuno possiedequalità e doti che unite a quelledegli altri consentono una cresci-ta qualitativa della vita politicadei nostri giorni.Le donne sono capaci di portareanche nella politica, la lucida ela-sticità e malleabilità del loro esse-re madri e mogli.

Donne nei luoghi decisionalidella Regione Puglia“

A Terlizzi se n’è parlato con la FIDAPA

/Anna Dicanio

Prosegue il nostro viaggio all’inter-no dei partiti per trarre un bilanciodi fine anno. Questa volta è toccatoall’Italia dei Valori, il movimento diDi Pietro, che all’interno della Giun-ta è presente con un Assessore e al-l’interno del Consiglio Comunale eProvinciale con un consigliere.Il segretario cittadino, Vito Bisce-glia, ci ha incontrati per svelarcianche i progetti futuri. Quanti e quali i traguardi rag-giunti dall’Amministrazione co-munale per l’Italia dei Valori?Traguardi moltissimi, in particola-re in materia edilizia sono stateapprovate tutte le lottizzazionipresentate dagli interessati. Altrotraguardo è stato quello di averannoverato Terlizzi tra i comuniannessi al Piano di recupero dellezone disagiate con un cospicuo fi-nanziamento, ma quel che contadi più è che Terlizzi finalmente èdiventato un paese vivibile.Un bilancio sulle attività svoltedal vostro assessore.In una situazione di carenza dimezzi e personale, bisogna dareatto che il costante impegnodell’assessore, dott.ssa Spada, hainciso sul mantenimento dei com-portamenti dei cittadini terlizzesisempre più attenti al rispettodelle norme e del vivere civile.Cosa si sente di consigliare al-l’assessore Spada?Di essere più incisiva nel sostene-re le iniziative proposte dal suoassessorato che spesso sono osta-colate da pretestuose difficoltàburocratiche. In particolare deverimuovere tutte quelle situazioniche impediscono di raggiungeregli obiettivi fissati. Per il resto,plauso all’assessore Spada checon il suo impegno quotidiano hadato una svolta positiva al settoredi propria competenza.Un bilancio, invece, sul vostroconsigliere comunale.L’attività politica svolta dal consi-gliere comunale Michele De Chiri-co è nota a tutto il paese. La pro-fessionalità e la competenza uniteall’acuto intuito politico fanno diMichele De Chirico un uomo poli-tico di elevato spessore. È suffi-ciente seguire i lavori del consi-glio comunale per darne atto.Michele De Chirico è anche con-sigliere provinciale. Come stasvolgendo questo nuovo ruolo?Già dal momento dell’insedia-mento del Consiglio Provinciale,nel quale Michele De Chirico è Ca-

pogruppo dell’Italia dei Valori, hacon chiarezza esposto la linea po-litica del partito. Risulta un eleva-to apprezzamento del suo opera-to da parte di tutte le forze politi-che. E’ sufficiente dare lettura deiresoconti verbali delle sedute diConsiglio Provinciale per rilevareil modo corretto di fare politicanel ruolo di minoranza. Il consi-glio che dò è di essere più presen-te nel Partito compatibilmentecon gli impegni di lavoro ed istitu-zionali che lo vedono impegnatoogni giorno alla Provincia e pocoal Partito.L’IdV è considerato il movimen-to che sta facendo vera opposi-zione al Governo nazionale, no-nostante l’alleanza con il PD,ancora troppo debole per farsisentire, e i rapporti inesistenticon lo stesso. Qual è la situazio-ne a livello locale?A livello locale l’IdV è parte politi-ca importante della coalizione dimaggioranza. Con il PD il rappor-to è impostato sulla lealtà e sullacondivisione del percorso stabili-to con il programma amministra-tivo elettorale. Non sempre il per-corso è stato lineare, tuttavia l’IdVsi è distinto per lealtà e correttez-za nei rapporti. La fiducia è sem-pre elemento basilare per costrui-re un percorso positivo. Venendomeno l’elemento fiducia è chiaroche il percorso si interrompe.Le elezioni regionali si stannoavvicinando. È confermato chel’IdV correrà da solo? Può darciqualche anticipazione a riguar-do?Non ci sono anticipazioni. Al mo-mento la situazione è quella resanota dagli organi di stampa. Lapartita, però, non è ancora chiusa.Quali sono gli obiettivi che vo-lete raggiungere nel 2010 sia alivello nazionale sia a livello lo-cale?Nel 2010 con le elezioni regionalici auspichiamo di confermare i ri-sultati delle elezioni politiche e disuperare la soglia dell’ 8%. È nor-male che il risultato delle regiona-li indurrà ad una riflessione gene-rale. È prematuro parlare oggi diobiettivi che scaturiranno dall’esi-to della consultazione di primave-ra. Ci auguriamo una forte affer-mazione dell’IdV per dimostrareche la linea politica perseguita dalPartito sia vincente.

/Barbara de Robertis

Intervista a Vito Bisceglia,segretario dell’Italia dei Valori

Page 18: Il Confronto

18

cultura/politica

Cari lettori, si riporta l’atten-zione su di una lodevole ini-ziativa editoriale promossadall’azienda IME SpA di Terliz-zi, che in vario modo coinvol-ge il mondo dell’architetturapugliese, il nostro territorio ele sue professionalità. Sto parlando della rivista PRO-GETTI BARI, una rivista seme-strale di architettura, restauroe design, edita a Pesaro dalGruppo Quid e promossa peril territorio barese ed in gene-re per la Puglia dalla aziendaterlizzese Ime.Il grande merito della rivista èche mostra le opere di archi-tettura contemporanea realiz-zate nel nostro territorio,opere che quasi mai compaio-no in altre riviste specialisti-che più blasonate come Casa-bella, Domus, Area, ecc: i pro-getti realizzati nel Meridionespesso sono di altissima qua-lità architettonica ma non tro-vano spazio nel panoramaeditoriale sull’architettura ita-liana. Questa lacuna è quindi inparte colmata dalla lungimi-ranza, dal mecenatismo cul-turale e dall’impegno ancheeconomico investito dalla ImeSpA che ormai da anni staportando avanti una politicaaziendale improntata sul con-cetto di qualità nell’edilizia: èquesto secondo noi un esem-pio di come le legittimeaspettative di profitto di unimpresa possano essere co-niugate a politiche di valoriz-zazione delle risorse locali.La rivista ha una diffusione re-gionale, ogni suo numeroviene presentato in locationsimportanti (ad es. complessodi Santa Scolastica e libreriaLaterza a Bari) e alla presenzadelle più autorevoli rappre-sentanze del mondo della ar-chitettura, dell’edilizia e del-l’urbanistica. Questa rivistarappresenta inoltre una rispo-sta alla mancanza di attenzio-ne da parte delle amministra-zioni e delle committenze ingenere alla qualità architetto-nica nelle opere pubbliche eprivate: si mostrano i buoni

esempi di opere già eseguitesul nostro territorio, si stimolaquindi una buona pratica delprogettare e del costruire.Le opere di architettura chevengono illustrate sono dislo-cate su tutto il territorio regio-nale ma ci fa particolarmentepiacere che ad es. nel terzonumero della rivista, a distan-za di poche pagine dall’artico-lo sulla mostra dell’affermatoGabriele Basilico alla Pinaco-teca Provinciale, ci sia spazioanche per illustrare due belleopere realizzate a Terlizzi: il re-cupero della pinacoteca DeNapoli ed il restauro dellatorre delle Clarisse, due opereche vedono la presenza ri-spettivamente dei giovani ar-chitetti terlizzesi Ettore Tricari-co e Francesco Marzulli. Permolti giovani progettisti infat-ti, la rivista PROGETTI BARIrappresenta un prezioso stru-mento per mostrare ad unpubblico vasto i risultati dellapropria creatività e professio-nalità in una terra come la no-stra che, dimentica delle suepotenzialità, offre poco spazioalla qualità delle menti.Si ringrazia quindi chi contri-buisce a questo ambiziosoprogetto di valorizzazione epromozione della qualità nel-l’architettura con l’auspicioche esso possa crescere e rag-giungere traguardi semprepiù ambiziosi.

/Francesco Marzulliarchitetto

Riceviamo e pubblichiamo

L’11 novembre è stata sottoscrittadagli aderenti e partecipanti al-l'assemblea elettiva la nuova"Carta d'intenti e di adesione aCittàcivile".Successivamente in data 25 no-vembre, a seguito di assembleaelettiva all'interno della stessa as-sociazione politica, vi è stato ilpassaggio di consegne della cari-ca di Coordinatore già ricoperta erappresentata da Renato Brucoli.L'assemblea, a seguito di votazio-ne ha individuato all'unanimità,quale nuovo Coordinatore dell'as-sociazione politica Cittàcivile Gio-vanni Mele.Il neo-eletto Coordinatore saràcoadiuvato nel lavoro dal nuovoesecutivo che così risulta compo-sto: Vice Coordinatore: ValeriaCeci; Segretario: Luigia DelloRusso;Economo Tesoriere: Donato Ca-gnetta; Organizzatore: Lucia D'A-mato;L'elezione del nuovo organo dire-zionale propone e si propone nel-l'ottica di continuità di quantofino ad ora positivamente espres-so nello scenario politico localedalla stessa Associazione. Si pensialle ultime petizioni polpolari sul

Polo Liceale e proposta del P.U.G.-favorevolmente condivise dallacittadinanza…Città Civile sarà impegnata connuove iniziative importanti per ilterritorio locale, spinta esclusiva-mente dalla necessità di doveraccrescere e migliorare la qualitàdi vita della città di Terlizzi, dal so-ciale alle infrastrutture.Ciò sarà possibile se e solo con lapartecipazione attiva di tutti i cit-tadini terlizzesi.N.d.R Il Confronto formula i mi-gliori auguri al dott. Mele per ilruolo che va ad assumere. Porgeauguri di buon lavoro all’internostaff direttivo di Città Civile.

Page 19: Il Confronto

19

scuoladicembre 2009

VincenzoZanzarellaè il nuovoSegretariogeneraledel ComuneVicenzo Zanzarella è ilnuovo Segretario Generaledel Comune di Terlizzi.Zanzarella subentra al dott.Carlo Casalino, attualmenteSegretario comunale aGravina di Puglia. Il dottor Zanzarella è nato aCorato nel 1962. In serviziodal 1993 è stato titolare innumerosi comuni affiancan-do al ruolo di Segretariocomunale, particolariesperienze professionali tracui quella di collaboratorepresso la commissionestraordinaria di liquidazioneper il dissesto finanziario delComune di Taranto.

È coincisa con il ventennale dell’ab-battimento del muro di Berlino la VIIedizione del concorso “Giovanidee”promosso e organizzato dalla Fon-dazione “Carlo Donat-Cattin” di Tori-no, e svoltosi a Saint Vincent il 13 e14 novembre 2009. Il tema, sul qualebisognava produrre un cortome-traggio (Volti e storie di una città “dis-integrata”), offriva non poche quan-to suggestive affinità. E proprio aquesta significativa coincidenzahanno improntato la loro partecipa-zione al concorso (insieme ad altri 11istituti selezionati in tutta Italia) gliallievi della II classe, sez. A, del LiceoClassico “C.Sylos’ di Terlizzi (diri-gente il prof. Michele De Palma), gui-dati dalla prof.ssa Rita Maria Rossini.Il cortometraggio da loro prodottoha avuto, infatti, per titolo Il muro, unmuro non politico né ideologico, maun muro di pregiudizi e di quotidia-na indifferenza: un muro, comun-que, da abbattere, come sempre, innome dei fondamenti del vivere civi-le. Il muro che i ragazzi del “Sylos”hanno rappresentato nel loro film èuno dei tanti, formati da conci squa-

drati di calcare, che segnano le pare-ti antiche delle case dei centri storicidei nostri paesi.È lì, in quei luoghi che il visuale quo-tidiano ci consegna come ricettaco-lo di vita degradata delle nuoveplebi, eufemisticamente etichettatecome ‘extracomunitari’, che covanoindifferenza, ostilità, diffidenza per ildiverso, costretto dall’inospitalitàdella terra natìa a condividere forzo-samente quei lastricati umidi e fati-scenti, quei sottani un tempo stalle ocantine, ma anche tuguri per le no-stre stesse plebi, oggi emancipate eimmemori. Non a caso il film si aprecon un linguaggio cinematograficonon convenzionale che, attraversodissolvenze, piano-sequenze e arditiscorci, racconta il quotidiano urbanodei ‘diversi’, soprattutto dei bambini,ai quali è dato sperare solo inse-guendo con lo sguardo il volteggia-re di un aquilone, metafora di spe-ranza rifugiatasi nel cielo meridianodella nostra terra. In quel contesto,in un vicolo della Terlizzi antica, apochi metri dal benessere, il filmatodei giovani del ‘Sylos’ rappresenta un

momento di gioco di ragazzi intornoad una palla che rimbalza fra i fili dibiancheria sciorinata ad altezzad’uomo, all’unico raggio di sole cheillumina il ciottolato fatiscente. Aimargini di quel momento ludicocondiviso, una bimba rumena, ab-bandonata dal padre e a stento so-stenuta dalla madre, sconta l’emar-ginazione e guarda coi begli occhi diuna razza, un tempo latina, quellapalla e quel muro così vicini ma cosìlontani, e quei coetanei che ridonospensierati. Complice, la palla le fini-sce a un tratto vicina: è il segno (fata-le, casuale, provvidenziale, poco im-porta) che quel muro è caduto e chela sfera di gomma (metafora di unasfera che ogni giorno ci contiene e cinutre tutti, senza distinzioni) hacreato un legame fra lei e quella pic-cola comunità, che l’accoglie nelgioco. Nei suoi occhi la gioia dell’in-sperata integrazione.La giuria ha assegnato al lavoro deigiovani del ‘Sylos’ il quarto premio.Ma il premio ha solo coronato un’e-sperienza affascinante, da loro fattain un contesto che ne ha anche sti-

molato, attraverso un dibattito pub-blico, riflessioni sul tema dell’inte-grazione, durante il quale, con nonpoca audacia, al cospetto di un pub-blico prevalentemente ‘leghista’,un’allieva del ‘Sylos’ ha chiesto comemai l’Europa che ha abbattuto ilmuro di Berlino tolleri al suo internoi muri quotidiani che l’ideologia le-ghista erige nelle nostre città. Inevi-tabilmente imbarazzata e reticentela risposta, che comunque è statauna promessa di ripensamento innome degli ideali europeistici. Chedire, che volere di più?Il cortometraggio è visionabile nelsito della Scuola: www.liceosylos.it.

A Saint Vincent il Liceo ‘Sylos’di Terlizzi abbatte... il muro

La classe II A partecipante al concorso "GIOVANIDEE 2009" con il dirigente scolastico prof. Michele de Palma e la docente referente R.M. Rossini

Page 20: Il Confronto