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28 Edizione italiana Speciale Expo. 20 15

Incontroluce 28, Italian - iGuzzini

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28 Edizione italiana Speciale Expo. 2015

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Cari lettori, eccovi un numero decisamente speciale di Incontroluce. Lo troverete un po’ più voluminoso e soprattutto incentrato su un unico evento: l’Expo ospitata dalla città di Milano. Le Esposizioni Universali sono sempre state un palcoscenico mondiale sul quale vengono presentate le tendenze più innovative in campi molto diversi tra loro, anche nel settore tecnologico. A volte hanno lasciato un segno tangibile all’interno della città che le ospitava, hanno determinato lo sviluppo urbanistico di alcune aree di quelle città, dalla Parigi di fine Ottocento, basti pensare alla Torre Eiffel fino al recupero del lungofiume, del Tago, a Lisbona e lo sviluppo del Parque dos Nações su progetto di Santiago Calatrava. Le edizioni contemporanee sono state caratterizzate a mio avviso da un alto tasso di innovazione tecnologica all’interno dell’area dell’Expo. I padiglioni sono delle vetrine che mostrano le possibili evoluzioni dell’architettura contemporanea e quindi le possibili evoluzioni del lighting design. A Milano abbiamo collaborato con studi d’architettura e di lighting design provenienti da ogni angolo del mondo, ognuno con una sua concezione e con delle idee che dovevano essere realizzate. Sono particolarmente fiero quindi che l’azienda sia coinvolta come partner di 40 spazi espositivi per i quali abbiamo trovato, lavorando in team, soluzioni luminose efficienti, che si integrano con gli spazi. Per fare alcuni nomi posso citare il padiglione dell’azienda cinese Vanke, realizzato dallo Studio Libeskind o quello degli Emirati Arabi frutto della collaborazione tra lo studio Foster + Partners e il lighting designer David Atkinson, ma abbiamo anche lavorato per il Padiglione dell’Angola e del Cile. Sono particolarmente fiero anche del fatto che la iGuzzini sia stata scelta come official technical partner di Enel per l’illuminazione dell’area del Expo, in particolare Cardo e Decumano, i due assi principali attorno ai quali è costruito il sito espositivo. In epoca contemporanea, l’Expo ha una ricaduta sulla città che la ospita sicuramente maggiore che in passato. Il visitatore dell’Expo, vuoi per la maggiore facilità di spostamento, vuoi per il generale miglioramento delle condizioni di vita, vuoi per un ampliarsi degli interessi dei visitatori, vuoi per un’idea di cultura che non riguarda solo le arti figurative e l’architettura, vuole scoprire e conoscere anche il cibo, la moda, il divertimento, quello che fa insomma, l’atmosfera di una città. Pensando a tutti questi aspetti abbiamo selezionato alcuni degli interventi più interessanti realizzati a Milano. Quindi la luce riporta o apporta vitalità e piacevolezza, “Light is back”, in luoghi come il Brian & Barry Building, l’Orto Botanico, la Darsena, il chiostro del Conservatorio Giuseppe Verdi. Abbiamo cercato di mostrare attraverso questi interventi concreti come l’illuminazione partecipi degli aspetti sociali di una città ed in questo senso l’adozione del Cenacolo Vinciano in cui si trova “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci è la quintessenza di un’operazione sociale: i beni culturali, le opere d’ingegno dell’uomo, sono patrimoni universali, vanno preservati per permettere a tutti di apprezzarne la bellezza. La luce diventa un vero e proprio fattore di qualità ambientale: social innovation through lighting. Light first. Adolfo. @AdolfoGuzzini

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28 Incontroluce I. 2015

II Editoriale

Expo 2015

2 Social innovation through lighting anche per Expo 2015.

6 iGuzzini’s Projects: Expo Map

18 Palazzo Italia

22 Il padiglione Emirati Arabi Uniti

26 Padiglione Cile

28 Il padiglione Federazione Russa

32 Padiglione Francia

36 Padiglione Germania

38 China Corporate United Pavilion

42 Il Vanke Pavilion

46 Padiglione Enel

50 Il villaggio esperenziale di Save the Children

Milano città dell’Expo

54 L’adozione del Cenacolo Vinciano.

62 La Darsena torna ad essere un punto di incontro

66 Il chiostro del Conservatorio “Giuseppe Verdi”

70 L’orto botanico

72 Riqualificazione di piazza de La Triennale

74 Brian & Barry Building

76 Il mercato del Duomo

80 Techno Souq

Cultura dell’azienda

84 L’Expo nelle Marche

86 “Urban Lightscapes/Social Nightscapes Workshop Series”

88 Tutto a LED, la novità dei Partners Assistance iGuzzini

90 Nuovo distributore in East Australia

92 Warm up PLDC

94 #Light On.

Sommario

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Social innovation through lighting anche per Expo 2015.

Expo 2015

Le Esposizioni universali sono sempre state esempi unici di come si definisce un luogo, con uno scambio tra quanto è temporaneo e l’eredità che l’effimera Esposizione lascia. Le Esposizioni parigine, tra 1854 e 1900, hanno mutato l’assetto di quella zona di Parigi che oggi va dal Grand Palais alla collina di Chaillot. Da zona umida e malsana è diventata con gli anni il quartiere dei musei, fino alla costruzione del museo del quai de Branly. Le Esposizioni, lasciano nella città che le hanno ospitate delle eredità architettoniche ed eredità immateriali testimoniate anche dal diverso modo di chiamarle: esposizioni Great, International, Universal. Sin da Londra 1851, la prima Esposizione, per decenni l’incipit della modernità, lo slittamento semantico da Grandi a Internazionali, a Universali, segna la coscienza del programma che si vuole proporre. “Universale” riemergerà, dopo un’eclisse durata sino alla seconda guerra mondiale, con le Esposizioni di Bruxelles e Montréal, non a caso le Esposizioni più interessanti di quel dopoguerra che voleva fondarsi proprio su un nuovo patto sociale e su nuovi valori universali che la pace avrebbe garantito. Il tema dell’Expo di Milano nel 2015, in questa chiave,

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Foto: Archivio iGuzzini, Lv Hengzhong,

1. Siviglia 1992, Palazzo Italia

2. Saragozza 2008, Padiglione dell’Acqua.

3.4. Shanghai 2010, Palazzo Italia

non poteva essere più universale: l’alimentazione è, come racconta il Padiglione Zero, un tema radicalmente universalista. L’Expo milanese ha come tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Alcuni numeri: 1.000.000 di metri quadri di area espositiva,144 Paesi coinvolti e 184 giorni in cui Milano sarà crocevia di opportunità e polo di attrazione per le istituzioni, per gli enti culturali, ma soprattutto per i 20 milioni di visitatori previsti. A Milano apparecchi iGuzzini sono stati utilizzati per 40 aree e padiglioni per un valore di fornitura che supera i 3 milioni di euro. La iGuzzini ha già un’esperienza storica legata alla partecipazione a molte altre Expo. Siviglia, nel 1992 ha visto la nascita dell’apparecchio Edge, progettato da Piero Castiglioni per illuminare, con un effetto a lama di luce, Palazzo Italia progettato da Gae Aulenti. Lisbona nel 1998, ha visto la collaborazione con Piero Castiglioni che con il suo Radius ha contribuito al recupero del lungofiume. Fino alle più recenti di Saragozza del 2008 e di Shanghai del 2010 dove l’intervento iGuzzini è stato ampio e diffuso sia per l’illuminazione di padiglioni nazionali che di alcune zone dell’area espositiva.

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Expo nella storia iGuzzini

1988 Brisbane, Australia 1992 Siviglia, Spagna1998 Lisbona, Portogallo2000 Hannover, Germania2008 Saragozza, Spagna2010 Shanghai, Cina2015 Milano, Italia

iGuzzini è Partner tecnico ufficiale di Enel per le soluzioni illuminotecniche di Expo 2015. In tutta l’area dell’Expo sono presenti apparecchi d’illuminazione di altri produttori.

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iGuzzini è “Partner tecnico ufficiale di Enel per le soluzioni illuminotecniche di Expo 2015”, fornisce gli apparecchi illuminotecnici per l’asse del Cardo e del Decumano, e quindi dell’area centrale, delle piazzette e del percorso pedonale. I rapporti consolidati da molto tempo con studi di architettura prestigiosi e la radicata presenza in vari contesti nazionali hanno fatto sì che alcuni dei padiglioni con importanti strutture ed affidati a progettisti di chiara fama vedano coinvolta la iGuzzini fra i fornitori principali: il padiglione degli Emirati Arabi Uniti progettato da Foster+Partners, il Vanke Pavillon per la Cina con il segno inconfondibile di Daniel Libeskind, Palazzo Italia su progetto di Nemesi & Partners e poi, i padiglioni del Cile, della Francia, della Germania, dell’Angola, della Thailandia, dell’Indonesia, della Russia, degli USA, del Vaticano, fino al Cina Corporate United Pavilion.A questi interventi si affianca quello fatto, in qualità di sponsor tecnico, per il Padiglione Save the Children, in collaborazione con Metis Lighting per la progettazione illuminotecnica. Social engagement through lighting.

Social innovation through lighting anche per Expo 2015.

Foto: Lv Hengzhong.

5. Shanghai 2010, Padiglione B3-2

6. Shanghai 2010, Padiglione B2

7. Shanghai 2010, Padiglione francese

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Expo 2015

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iGuzzini’s Projects: Expo Map

Cardo e DecumanoAree ComuniPadiglione Zero Expo centerCaritas InternationalisAngola Save the Children Enel Technogym ArenaCluster RisoCascina Triulza

ThailandiaChildren Park Cluster Caffè Cluster Frutta e LegumiEatalyCluster SpezieEmirati Arabi UnitiKinder + SportSanta SedeFranciaItalia

MessicoCluster Bio-MediterraneoVanke New Holland AgricultureChina Corporate United PavilionGermania CileFederazione RussaIndonesiae altro / and more

0.1.

10.19.27.28.36.37.38.

49.51.58.61.62.64.66.74. 82.83.91.

92.97.98.99.

113.116.118.144.150.

...

Decumano

Car

do27

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116102 144

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92 118 150

Ingresso EstRoserio

Alberodella vita

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Ingresso SudMerlata

Ingresso OvestTriulza

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Expo 2015

In rosso i padiglioni e le aree illuminate da apparecchi iGuzzini

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iGuzzini ha fornito i prodotti per l’illuminazione di Cardo e Decumano, le due vie principali dedicate al solo transito pedonale, ma anche delle piazze principali e dei percorsi verdi all’interno dell’area dell’Expo. La iGuzzini è stata in grado di fornire soluzioni specifiche per rispondere alle esigenze dell’EXPO: più dell’80% dei prodotti sono custom.Abbiamo semplificato tutte le operazioni di installazione: questo per noi ha significato cambiare la composizione di alcuni prodotti, che sono stati spediti già montati. Inoltre le soluzioni formali sono state giudicate esteticamente valide. Cardo e Decumano sono ricoperte con delle tende impermeabili che filtrano la luce naturale senza bloccarla. Sono disposte sia con curvature che ad altezze alterne. Il sistema di illuminazione, doveva garantire innanzitutto la sicurezza di tutti i visitatori dell’Expo, ma contribuire anche a sottolineare il gioco di curvature di questa struttura. I due effetti sono stati ottenuti con lo stesso apparecchio: Archilede HP con potenze diverse ed opportuni puntamenti. I proiettori Archilede HP, 48 LED, ottica asimmetrica, sono puntati verso il basso, su braccio di 90 cm, ad un’altezza di 6, 5 metri. Circa 400 di questi apparecchi assicurano l’illuminazione diretta del percorso e sono posizionati su tutti i pali-tenda che reggono la struttura. L’ illuminazione diretta delle tende, inoltre, contribuisce indirettamente alla illuminazione del percorso. In questo caso per l’illuminazione di quelle più basse sono stati utilizzati Archilede HP, da 72 LED

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Cardo, Decumano ed aree comuniExpo 2015

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Foto: Lorenzo Palizzolo, Paolo Carlini

1. Decumano

2. Vista verso “l’Albero della vita”

3. aree comuni

su braccio di 20 cm, posizionati a 5, 5 metri da terra e posizionati a 90° fra di loro. Nel caso in cui si deve andare a creare anche l’illuminazione delle tende alte lo stesso tipo di Archilede HP viene posto a 7 metri da terra. Le tipologie di apparecchio con le diverse potenze e le diverse altezze ed i sistemi di gestione elettronica sono combinati per rispondere alla specifica necessità di illuminazione della copertura. Per i percorsi secondari Archilede HP è stato installato per l’illuminazione diretta invece come testapalo su pali non iGuzzini. A seconda della situazione si sono usate ottiche stradali, ottiche comfort, ottiche asimmetriche. In tutti questi casi l’apparecchio è stato fornito con finitura bianca per omogeneizzarsi e mimetizzarsi con i supporti. Piazza Italia si trova nell’area dell’incrocio fra cardo e decumano. In quest’area non c’è la copertura delle tende. Per quest’area è stata richiesta una illuminazione diffusa, omogenea e quindi sono stati scelti dei Maxiwoody Compact COB, con ottiche flood e Wide flood, DALI e sono stati posizionati alla sommità degli otto pennoni e su ogni pennone 4 Maxiwoody. Piazza d’acqua è di fronte a piazza Italia, al vertice esterno del cardo. Anche in questo caso sono stati utilizzati Maxiwoody Compact COB 44 W, 4190 lumen, posizionati su pali alti 6-9 metri fuori terra. Anche in questo caso Ottica flood e wide flood.

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Per il Cardo, il Decumano, Piazza Italia, Piazza d’Acqua è stato scelto il neutral white; per tutte le altre piazze, un po’ più lontane dai percorsi principali, la temperatura è invece warm white. Un’altra interessante area di intervento è stata quella delle vasche di fitodepurazione che si trovano nel canale che corre lungo tutta l’area dell’Expo. In queste vasche sono state installate delle lampade Typha, in esecuzione speciale, perché sono ad immersione e con installazione semplificata. Lungo il canale e fra le vasche di depurazione si snoda una passerella in legno che costituisce un luogo di relax per i visitatori. Lungo questa passerella sono stati utilizzati bollard iWay, a LED. Sotto i corrimano sono stati posizionati dei Glimcube, ricoperti da un carter in acciaio inox arrotondato per evitare che soprattutto i bambini potessero farsi male. Accanto al canale inoltre c’è un percorso, più interno che snodandosi nel verde crea altre aree di riposo. In quest’area ci sono bollard iWay, LED, corpo grande, 21 W, warm white. Anche questi apparecchi sono di esecuzione speciale perché hanno modalità di installazione semplificate al massimo. In altri spazi verdi disseminati per l’area dell’Expo sono installati degli Zyl, a prova di atti vandalici, e per questo dotati di una piastra maggiorata nelle dimensioni e nel peso. I “clusters” sono una delle novità di Expo Milano 2015: per la prima volta sono state raggruppate identità tematiche e filiere alimentari. In questo modo il tema

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Cardo, Decumano ed aree comuniExpo 2015

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Foto: Lorenzo Palizzolo

1. Cluster del Caffè

2. Children Park

3. Cluster Frutta e Verdura

“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” viene trattato con uno spirito teso alla condivisione, al dialogo e all’interazione. I Cluster sono caratterizzati da aree comuni, che sviluppano attraverso spazi funzionali (mercato, mostra, eventi, degustazioni) la filiera alimentare. Sono spazi quindi che devono essere estremamente flessibili così come l’illuminazione. Per tutti sono stati usati proiettori MaxiWoody che con la possibilità di montare molte ottiche e molti accessori sono stati in grado di assicurare la massima flessibilità. La iGuzzini è intervenuta per illuminare il cluster del riso, del caffè della frutta e legumi, delle spezie per il quale sono stati utilizzati proiettori iPro usati come wall washer per enfatizzare la materialità delle pareti stesse che sono costituite da pannelli cosparsi di scarti di lavorazione delle spezie.Il Children Park è un giardino lineare, un bosco che ospita otto installazioni che sviluppano i temi proposti: sono luoghi all’aria aperta costituiti da piattaforme e coperture attrezzate a sostegno delle diverse attività, a forma di grandi rocchetti sospesi ad alberi artificiali. L’illuminazione artificiale è concentrata sui rocchetti. Alcuni proiettori Maxiwoody garantiscono un’illuminazione generale sia diretta che indiretta. Ogni singolo rocchetto è formato da lunghe assi di legno che si intersecano fra loro, ogni braccio è stato illuminato da un micro iPro che ne segue tutta la linea.

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La Cascina Triulza è l’unico manufatto che già esisteva all’interno del sito espositivo di Expo Milano 2015. È un’antica e tradizionale costruzione, tipica della campagna milanese. È un luogo di identità, che resterà anche dopo la chiusura dell’Esposizione Universale. Cascina Triulza, gestita dalla Fondazione Triulza, ha una superficie complessiva di 7.900 m2, distribuita su tre diversi edifici. L’edificio che in passato era la residenza, ospita degli uffici, illuminati con Lineup DALI, e spazi espositivi dove sono stati installati binari e proiettori Front Light speciali DALI. Nelle zone di passaggio, iRoll e Cestello applique LED forniscono il necessario livello d’illuminazione. All’esterno, dei proiettori iPro applique su ciascuna facciata sottolineano e definiscono il perimetro di questa porzione della Cascina. L’ex granaio ospita un auditorium da 200 posti, una zona espositiva e un ristorante. La sala conferenze è illuminata con iRoll sospesi e binari con proiettori Front Light; incassi Ledplus a parete e a pavimento sono usati come luci di cortesia. Nella zona ristoro delle sospensioni Berlino up/down e delle applique iPro sono posizionate in modo da indicare gli ingressi, le terrazze e sottolineare il perimetro della struttura. l terzo edificio è un’ex stalla trasformata in un’area mercato destinata a piccoli produttori, ad attività commerciali e ad organizzazioni chepromuovono prodotti e servizi attenti alla qualità, all’ambiente e ai diritti dell’uomo.

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Cascina Triulza e Padiglione ZeroExpo 2015

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Foto: Paolo Carlini, Lorenzo Palizzolo

1. Cascina Triulza, esterno

2. Cluster del Riso;

3. Padiglione Zero

4. Il Teatro della Memoria, all’interno del Padiglione Zero

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Questa parte della Cascina, illuminata con Berlino sospesi up/down, è utilizzata anche per lo svolgimento di laboratori dedicati a bambini dai 4 ai 10 anni. In esterno è presente una corte di 1.700m2 adibita ad orto e area picnic illuminata con i prodotti UFO installati su palo per le aree generali, con bollard iWay per le zone di passaggio e Ledplus intorno agli alberi.Il Padiglione Zero è il punto di partenza per la visita di Expo Milano 2015. Michele De Lucchi si è ispirato ad un pezzo della crosta terrestre, sollevata dal terreno. Utilizzando la schematizzazione delle curve di livello, riproduce il suolo terrestre, con montagne, colline e una grande valle centrale. Il padiglione è la raccolta della memoria di quanto l’uomo ha prodotto dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi, le trasformazioni del paesaggio naturale che ha causato, la cultura e i rituali del consumo. I punti principali sono quindi due: il Teatro della Memoria, una biblioteca di cassetti, in cui sono conservati alimenti, animali e pratiche alimentari; la memoria digitale, video di forte impatto che riguardano le attività: caccia, pesca, coltivazione, allevamento. La iGuzzini è intervenuta per l’illuminazione della biblioteca: degli incassi Ledplus, con diverse ottiche, sono installati nei cassetti e direzionati verso la parete. Inoltre anche le teche sono state illuminate con Underscore per ottenere delle linee di luce.

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Palazzo Italia Committente Expo 2015 Spa

Progetto architettonico ed illuminotecnico NEMESI Engineering Proger BMS Projects

Il Padiglione Italia mette in mostra la cultura e le tradizioni nazionali legate al cibo e all’alimentazione, caratterizzate dall’alta qualità delle materie prime e dei prodotti finali. La mostra dell’Identità Italiana è il cardine espositivo del Padiglione ed è interamente dedicata ai territori che hanno partecipato al suo progetto culturale e artistico. L’architettura di Palazzo Italia è ispirata ad una foresta urbana. La pelle ramificata disegnata dallo Studio Nemesi come involucro esterno dell’edificio ha una figuratività primitiva e tecnologica al tempo stesso: la tessitura di linee geometriche evoca l’intreccio casuale di rami

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e genera alternanze di luci e di ombre, di vuoti e di pieni dando vita a un’architettura-scultura che rimanda ad opere di land art. Per l’architettura di Palazzo Italia si è partiti dall’idea di coesione, intesa come forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunità e di appartenenza. L’energia della comunità è rappresentata dalla piazza interna, cuore simbolico e partenza del percorso espositivo, che riunisce attorno a sé i quattro volumi che danno forma a Palazzo Italia. Vere e proprie quinte urbane, i quattro blocchi ospitano rispettivamente: la zona Espositiva (Blocco Ovest), la zona Auditorium-Eventi

(Blocco Sud), la zona Uffici di Rappresentanza (Blocco Nord) e la zona Sale Conferenze-Meeting (Blocco Est). I volumi architettonici, metafora di grandi alberi, presentano degli appoggi massivi a terra che simulano delle grandi radici che affondano nel terreno; gli stessi volumi, visti dalla piazza interna, aprendosi e allungandosi verso l’alto, si liberano come chiome attraverso la grande copertura vetrata. Il progetto illuminotecnico, curato sempre dallo Studio Nemesi, si fonda sulla volontà di far dialogare architettura e luce mettendo in risalto la prima in modo del tutto naturale.

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Soluzioni per la sostenibilità Livio de Santoli

Progetto illuminotecnico e realizzazione lavori Prospetti Esterni: Enel Sole “Official Global lighting Solution Parner for Expo 2015”

L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Paolo Carlini, Luigi Filetici

1.2. Immagini dell’esterno

3. Particolare di uno degli ambienti interni

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Palazzo Italia

L’illuminazione generale si basa sulla necessità di dare omogeneità all’ambiente. Molto confortevole e accogliente è realizzata con una temperatura colore calda. Per questo sono stati scelti gli incassi Laser Blade dimmerabili DALI: prodotti ad incasso che scompaiono nel controsoffitto e non sono abbaglianti. In linea con le caratteristiche architettoniche degli uffici (lunghi spazi longitudinali) si è scelto di installare gli incassi di forma rettangolare allungata: iN 30 e iN 60. Si è ottenuta in questo modo un’illuminazione idonea per le scrivanie e luoghi di lavoro. Per i corridoi, le aree maggiormente frequentate dai visitatori del padiglione, sono stati utilizzati

i proiettori Le Perroquet a sospensione e Tecnica Pro nonché Underscore per evidenziare i corrimano e le nicchie presenti. L’auditorium, chiamato anche “l’uovo”, è uno spazio completamente in legno con un controsoffitto scuro. Per la sua illuminazione si è scelto d’installare Laser Blade, incassati nei canali di areazione per far sì che i prodotti scompaiano completamente nello spazio. Anche in questo caso i Laser Blade scelti sono dimmerabili per una più facile e correttafruizione della luce nello spazio. Per l’illuminazione esterna di Palazzo Italia, costruito interamente in cemento bianco, si è scelto di installare Multiwoody su palo

con temperatura colore fredda per evidenziare il bianco assoluto del materiale. Ai piedi delle radici che costituiscono la base del padiglione sono stati posizionati gli incassi Linealuce per la loro capacità di raggiungere altezze elevate. I prodotti utilizzati sono tutti a LED con una temperatura colore calda per gli interni e fredda per gli esterni. Una soluzione scelta per le perfomance di questa sorgente luminosa caratterizzata da una lunga vita e da bassi costi di manutenzione. Palazzo Italia rimarrà anche dopo la fine dell’Expo, per questo era necessario avere un impianto illuminotecnico di lunga durata ed alta efficienza.

Foto: Paolo Carlini, Luigi FileticiExpo 2015

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Lo studio Foster + Partners ha voluto non solo creare un edificio simbolo, ma costruire uno spazio che leghi la storia degli Emirati e il tema dell’Expo. Salem Al Ameri, Commissario generale EXPO per il paese ha sottolineato, durante la presentazione del progetto, come le scelte fatte derivino da una precisa strategia: abbattere in ogni modo, quando è possibile, le emissioni di carbonio. L’edificio ha, infatti, raggiunto il LEED ‘Platinum’ attraverso una combinazione di principi passivi e tecniche attive, dalla cattura dell’acqua piovana sul roof garden, all’integrazione di celle fotovoltaiche.

CommittenteThe National Media Council, United Arab Emirates

Progetto architettonicoNorman Foster+Partners

Progetto illuminotecnico DALD- David Atkinson Lighting Design Limited

Il padiglione Emirati Arabi Uniti

Ma anche il fatto che l’edificio sia stato progettato per essere riciclato e ricostruito negli Emirati Arabi Uniti dopo l’Expo e che la presentazione del progetto sia stata fatta con una conferenza stampa in diretta on-line che ha collegato Londra, Milano e Abu Dhabi, eliminando i voli, rientra in questa strategia globale per abbattere la produzione di carbonio ed in generale l’impatto umano sull’ambiente.

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L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

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Foto: Lorenzo Palizzolo, Anthony Pearson

1. Esterno del Padiglione, visione diurna

2. Rendering

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Il progetto architettonico per il padiglione degli Emirati Arabi Uniti si rifà alle antiche modalità di costruzione delle città del deserto e alla loro naturale efficienza energetica. L’illuminazione artificiale, curata da David Atkinson, ha contribuito all’esaltazione delle forme architettoniche e al raggiungimento del LEED Platinum, avendo utilizzato solamente apparecchi a LED. Il padiglione occupa una grande area lungo il principale asse di circolazione, il decumano. Da qui, i visitatori sono attratti verso uno spazio che assomiglia e vuole richiamare l’idea di un canyon, definito da due pareti ondulate di 12 metri di altezza. I camminamenti che attraversano il padiglione richiamano le strette vie ed i cortili delle antiche città del deserto, ma anche la loro reinterpretazione contemporanea già attuata da Foster+Partners nel masterplan sostenibile

per Masdar City ad Abu Dhabi. Le pareti si estendono per tutta la lunghezza dell’area, 40 metri, in una serie di onde parallele, per evocare i crinali e la texture di dune sabbiose. Per trasmettere l’identità del luogo, la texture delle pareti deriva da una scansione presa nel deserto. Nella costruzione si sono utilizzati materiali per rappresentare le diverse sfumature di sabbia degli Emirati. Lungo le pareti sono stati installati degli incassi Light Up Walk Professional orientabili. Il materiale utilizzato è stato enfatizzato dall’uso di particolari filtri che hanno scaldato molto l’originale temperatura colore di 2700 K, fino ad arrivare a circa 2300 K. Una rampa conduce dolcemente verso l’alto, dall’ingresso verso l’auditorium. Lungo la rampa sono stati utilizzati Laser Blade Inout che si mimetizzanno perfettamente e creano un richiamo formale con gli altri Laser Blade usati

all’interno del padiglione. Il paesaggio intorno al padiglione e nelle aree di verde pubblico è stato progettato per evocare il terreno e laflora degli Emirati Arabi Uniti. Per enfatizzare gli alberi sono stati utilizzati apparecchi iPro. L’auditorium è contenuto in un tamburo al centro del sito. Il tamburo è una parte spettacolare del progetto. È ricoperto con una particolare finitura metallica su cui durante il giorno si rifletteil paesaggio circostante, ma è esso stesso fonte di riflessioni sulle pareti che richiamano le dune. Durante la notte, per ricreare questo effetto sono stati posizionati dei Linelauce ad applique, tutto attorno al margine superiore del tamburo. I Linealuce, posti ad 11 metri di altezza, con un effetto wallwasher, e senza effetto “scalopping” mimano la situazione che si ha durante il giorno con la luce naturale.

Il padiglione degli Emirati Arabi Uniti

Foto: Anthony Pearson

1. Particolare del tamburo centrale illuminato con Linealuce

2. Gola interna, attorno al tamburo centrale.

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Commissario Generale Lorenzo Constans Coordinatore Sebastián Mallea Progetto architettonico Cristián Undurraga

Padiglione Cile

L’obbiettivo del padiglione Cile è quello di mostrare ai milioni di visitatori dell’Expo l’estrema varietà geografica del paese: dal deserto dell’Atacama alla Patagonia, dalle verdi vallate centrali alle isole orientali. Queste zone diverse sono raccontate attraverso i loro eco-sistemi e soprattutto è raccontato come si preservano. L’architetto cileno Cristián Undurraga ha progettato un volume sospeso, di circa 2000 mq.: un grande architrave in legno, avvolto da una copertura di travi incrociate e sollevato da quattro pilastri di cemento che creano uno spazio intermedio. L’accesso è un’area relax con tavoli e panche in cui il visitatore incontra i sapori e i colori

della tavola del Cile. Un gruppo di statue rosse che raffigurano dei contadini indica il percorso da seguire. I visitatori arrivano con una rampa centrale alla grande struttura di legno, che ha un nucleo multimediale: un tunnel circondato da ventiquattro proiettori sincronizzati immerge il visitatore in una realtà virtuale. Il progetto illuminotecnico è opera della lighting designer cilena Maite Zubicoa che ha deciso di evidenziare con la luce la facciata in legno e il soffitto del piano terra. Nello spazio che rimane non c’è luce artificiale visto che, come al cinema, vengono continuamente proiettate immagini sul cibo e la sua provenienza geografica.

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Progetto illuminotecnico Maite Zubicoa L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Paolo Carlini

1. Area relax che funge da ingresso al padiglione

2. Vista generale, con l’effetto luminoso creato da iPro

La struttura appare nella notte come una grande lanterna, illuminata solo dall’interno. La rete in legno che compone il Padiglione è enfatizzata dai proiettori iPro posizionati nelle singole celle triangolari della struttura. La lighting designer ha scelto una temperatura colore calda perché più adatta all’illuminazione di superfici in legno. La sua scelta inoltre si è orientata verso apparecchi poco invasivi che scompaiono nell’architettura sottolineandola ed enfatizzando alcune linee. Sono stati utilizzati apparecchi a LED per abbattere il consumo di energia elettrica: per l’intero edificio il consumo è di 20KW/h.

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Il padiglione Federazione Russa

Progetto architettonico e illuminotecnico SPEECH Tchoban / Kunznetsov

Il progetto architettonico per il padiglione russo si inserisce nel solco della tradizione di altri padiglioni realizzati nel corso dei secoli dalla Russia che ha partecipato alle Esposizioni Internazionali fin dall’edizione londinese del 1851, la prima “Great Exhibition” della storia. Molti dei padiglioni russi sono stati considerati dei punti di riferimento per l’architettura e alcuni hanno meritato premi e riconoscimenti: dal Grand Prix a Parigi nel 1937 alla Medaglia d’Argento a Shanghai nel 2010. Situato su un’area di oltre 4.000 metri quadri, il concept della struttura e il progetto illuminotecnico è stato sviluppato dallo studio Speech, guidato dagli architetti Sergei Tchoban, Alexei Ilin e Marina Kuznetskaya.

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Foto: Paolo Carlini, per gentile concessione Padiglione Federazione Russa

1. Ingresso principale al padiglione

2. Interno

Il padiglione è caratterizzata da una terrazza aggettante o con uno sbalzo di circa 30 metri. Questa struttura offre riparo a chi si trova all’esterno dell’edificio che potrà anche vedersi riflesso nello specchio che la ricopre. La terrazza aggettante protegge, inoltre, lo stesso edificio dal sole. Durante la notte la terrazza è illuminata da incassi i Round.La prima area d’accoglienza è illuminata con gli incassi Pixel Plus orientabili, apparecchiin grado di adattare l’emissione luminosa, grazie alle caratteristiche di orientabilità, all’andamento ondulato dei soffitti. Salendo al primo piano è possibile visitare la sala espositiva e quella dedicata alle conferenze. Il comfort visivo è garantito dai prodotti iPlan e iPlan Easy.

Un ambiente spettacolare è quello della sala VIP, dotata di un bar centrale e di una vetrata da cui poter godere di una vista totale sul sito espositivo. La regia luminosa in questo caso è affidata a incassi Pixel Plus installati perimetralmente e ai Reflex Easy posizionati al centro per riscaldare l’atmosfera dello spazio dedicato ai cibo e alla convivialità. La terrazza è illuminata con i proiettori iPro installati sulle ringhiere e inclinati di 40°.

L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

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Committente France Agrimer

Progetto architettonico Studio X-TU con il supporto dello studio ALN Atelien Architecture e dello Studio Adeline Rispal

Padiglione Francia

Il Padiglione Francia è ispirato a un luogo simbolo della cultura alimentare francese: il mercato, sia quello coperto, che quello all’aperto che si trova in molte città francesie che ben rappresenta il tema generale di Expo Milano 2015. L’area occupata è di 3592 mq, l’edificio ha una struttura costituita da legno lamellare e può essere facilmente smontato e rimontato. Il progetto architettonico è opera dello studio X-TU (Anouk Legendre e Nicolas Desmazière) con il supporto dello studio ALN Atelien Architecture (Nicola Martinoli e Luca Varesi) e dello Studio Adeline Rispal, che ha curato la progettazione scenografica del Padiglione. Una particolare attenzione è stata dedicata alla riduzione dei consumi energetici, al riciclaggio dei rifiuti e alla depurazione.

La visita del Padiglione inizia con l’ingresso da uno spazio coltivato dove i visitatori possono apprezzare le coltivazioni tipiche della Francia illuminate da apparecchi Typha. Dopo aver attraversato il campo agricolo, i visitatori accedono alla struttura attraversoun arco che presenta una proliferazione di esperienze, di materie, di odori, di vegetali, di prodotti, di tecnologie: dalle più tradizionali a quelle più innovative e moderne. Tre grandi schermi LCD diffondono immagini panoramiche in tempo reale relative alle tipologie di paesaggi di tutta la Francia.

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Progetto illuminotecnico Licht Kunst Licht AG L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Paolo Carlini

1. Esterno del padiglione, con l’ingresso attraverso lo spazio coltivato

2. Scorcio dell’interno

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Padiglione Francia

Il Padiglione è suddiviso su 3 piani. Il piano terra è un grande spazio espositivo organizzato attorno a quattro pilastri. I proiettori Front Light e Cestello sono discretamente inseriti nel soffitto a cassettoni di legno per ottenere un’illuminazione diffusa ed omogenea, senza fenomeni di abbagliamento. Ai piani superiori si accede con scalinate illuminate da Underscore. Il primo piano è dedicato agli spazi espositivi dei partner, c’è un negozio, un’area dimostrativa, una panetteria e un’area VIP organizzata in salotti che possono anche essere riuniti in un unico grande spazio. L’ambiente è illuminato con i Laser Blade sia nella versione Wall washer che downlights. L’ultimo piano dell’edificio è costituito dalla terrazza, illuminata con proiettori MiniWoody

installati sugli elementi verticali in legno, e da un ristorante all’interno del quale i lighting designers hanno creato una regia luminosa basata sulla luce d’accento e con forti contrasti creati da proiettori Palco e Front Light per concentrare l’attenzione sui tavoli e sulle pietanze servite. Il concept illuminotecnico, realizzato dallo studio tedesco Licht Kunst Licht AG, rispetta la volontà dei committenti e degliarchitetti, di avere una struttura illuminata solo dall’interno per creare un punto di attrazione per i visitatori nel paesaggio notturno. I prodotti utilizzati sono tutti a LED per unelevato risparmio energetico, garantiscono inoltre una notevole aspettativa di vita, visto che ci sarà un futuro utilizzo della struttura.

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3.4. Scorcio e particolare dell’interno del padiglione francese

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Padiglione Germania CommittenteMinistero federale dell’Economia e dell’Energia

General Contractor ARGE

Progetto spazi, architettura e masterplan Schmidhuber

Il Padiglione Tedesco declina il tema dell’Expo 2015 e con il titolo “Field of Ideas” presenta la Germania come paesaggio vivo e fertile, carico di idee. Dimostra in modo avvincente l’importanza, per l’alimentazione del futuro, di sviluppare un rapporto con la natura che ne rispetti appieno il valore. Al centro dell’attenzione ci sono non soltanto una efficace politica per l’ambiente, le imprese innovative e i progetti orientati al futuro,ma anche la società civile con il suo impegno. Con il suo motto “Be active!”il padiglione invitai visitatori ad attivarsi in prima persona. L’architettura del padiglione riproduce in forma stilizzata un pianoro in lieve salita che caratterizza

il paesaggio, fatto di campi e prati, della Germania, ed ospita al suo interno l’esposizione tematica. Sul pianoro, liberamente accessibile, le superfici lignee di diverse essenze ricordano la struttura del paesaggio tipica della Germania, con le sue parcelle agricole.L’elemento costitutivo centrale del padiglionesono alcune piante stilizzate che, come “germogli di idee”, spuntano dal piano dell’esposizione e salgono fino a raggiungere la superficie esterna, dove si aprono in un grande baldacchino di foglie; essi costituiscono l’elemento di collegamento tra lo spazio interno e quello eterno, tra l’esposizione e l’architettura. La iGuzzini ha contribuito, collaborando con lo Weisspunkt und Purpur

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Progettazione contenuti, allestimento e medium espositivi Milla & Partner GmbH

Progettazione illuminotecnica interni Weisspunkt und Purpur

Gestione progetto e fase costruttiva Nüssli

L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Paolo Carlini

1. Esterno del padiglione tedesco

2.3. Particolare dell’ambiente interno

alla illuminazione dell’interno del padiglione. L’illuminazione d’accento del Padiglione è affidata a proiettori Palco, montati su binario, utilizzati sia con rifrattori che con alette direzionali. Gli effetti di Palco sono stati studiati per integrarsi con l’illuminazione generale che durante il giorno è prevalentemente naturale ed entra dalle piante stilizzate che funzionano da veri e propri cavedi. Durante la notte gli stessi cavedi mimano, grazie all’uso di proiettori, una luce “lunare” proveniente dall’esterno.Sia durante il giorno che durante la notte una particolare attenzione è stata posta per la zona dove ci sono delle proiezioni, in cui il livello di illuminamento rimane sotto ai 200 lux.

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Progetto architettonico Tongji University

Progetto illuminotecnico LEOX Lighting designer

China Corporate United Pavilion

Con il nome “Seeds of China”, il China Corporate United Pavilion interpreta - grazie alla simbologia del seme - il sogno di un gruppo di imprese cinesi che vogliono basarsi sui valori della conservazione delle risorse naturali e della sicurezza alimentare. Lo spirito imprenditoriale cinese caratterizzato da valore della tradizione, perseveranza ed innovazione è ben rappresentato dall’essenza vitale dei semi. L’immagine di potenza che scaturisce nel momento di rottura del terreno, al germogliare del seme, ha ispirato il progetto del China Corporate United Pavilion opera dell’Architectural Design and Reserach Institute della Tongji University Ltd (Group). L’esterno dell’edificio ha un’apparenza semplice ed elementare: un parallelepipedo,

che si percepisce leggero grazie all’utilizzo di una membrana traspirante e di pareti vetrate. La vita che nasce dal cuore verde, che contiene lo spazio dell’auditorium, si evolve nella spirale della catena del DNA che è anche il percorso ascendente. L’obiettivo è quello di creare un ambiente armonico e naturale: durante il giorno la galleria espositiva sfrutta l’anello centrale per avere luce e aria, il cuore del padiglione è avvolto da un cilindro con pareti verdi creando un’esperienza sensoriale tanto naturale quanto unica. Il padiglione offre quattro diversi percorsi di visita. Dal primo piano nella sala espositiva e nell’auditorium i visitatori procedono verso il basso sino al piano terra e seminterrato dove

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L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Paolo Carlini

1. Esterno

2. Corridoio, che si affaccia sul “cuore verde” centrale del padiglione

si può condividere un’esperienza diretta sulla preparazione dei cibi, poi verso il ristorante fino al negozio di souvenir. Il progetto illuminotecnico, realizzato dallo studio di lighting designer di Shanghai LEOX, segue fedelmente quello architettonico. I prodotti Linealuce Mini e Compact illuminano con un effetto radente la struttura interna delle facciate sottolineando la forza del seme che cresce. I proiettori Maxywoody sottolineano i dettagli e la texture della “struttura del DNA” mentre dei Primopiano illuminano gli spazi espositivi. Gli incassi Light Up, installati negli esterni della struttura, sottolineano la forma morbida del Padiglione attirando l’attenzione dei passanti.

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China Corporate United Pavilion

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3.4. Spazi dedicati a due aziende.Expo 2015

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3.4. Spazi dedicati a due aziende.

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Fondata nel 1984, Vanke è la più grande realtà immobiliare residenziale cinese, quotata alla Borsa di Shenzhen. Ad Expo il colosso cinese vuole mostrare al mondo un ritaglio di vita contemporanea in Cina, dalla prospettiva della gente comune, attraverso l’esperienza e lo spirito dello Shitang (termine cinese che indica la tavola, come convivialità). Con una superficie di 959mq, il Padiglione Vanke è situato nella parte nord del Decumano, vicino al Lago Arena e a Piazza Italia. Nella progettazione di Vanke Pavilion, Daniel Libeskind, ha raccolto e fuso suggestioni che derivano dall’antico pensiero di Confucio e Lao Tzu, dal Rinascimento e dall’arte contemporanea. Architettonicamente, le geometrie sinuose e un senso di continuo fluire tra l’interno e l’esterno, accompagnano

Il Vanke Pavilion Committente Vanke Group

Progetto architettonico ed illuminotecnico Studio Libeskind

il visitatore in un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, la tradizione, i valori e le relazioni umane. L’esposizione è organizzata in due percorsi indipendenti, dall’interno verso l’esterno, e con un giardino praticabile sul tetto. I visitatori si trovano immersi in una foresta creata con pali di bambù fra cui sono disseminati schermi che proiettano scene di pranzi, di gioia e di condivisione. L’installazione basata sulla metafora delle radici, dei tronchi e dei rami simboleggia l’impegno di Vanke nei confronti della comunità. Nella sua forma il Padiglione ricorda la Montagna Sacra della Cina, Huan Shan. L’architetto statunitense l’ha stilizzata e riprodotta in una struttura ricoperta da 4.200 piastrelle rosse, in grado di cambiare sfumatura e colore a seconda della luce. L’effetto visivo è quello di una copertura

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Foto: Hufton+Crow

1. La sinuosa architettura del padiglione

2. Uno degli ambienti interni

a scaglie che ricorda le squame di un serpente, attraversata da una scala che circonda il Padiglione: con estrema facilità è possibile passare da una parte all’altra della struttura. Il progetto illuminotecnico, curato sempre dallo Studio Libeskind, ha giocato un ruolo fondamentale per il Padiglione visto che la luce contribuisce a rendere più grande la struttura. Il volume interno è costituito da un piano terra con una sala espositiva, molto buia, che segue una logica museale. Al primo piano si trova, invece, una sala ricevimenti dotata di un’illuminazione con sistema di controllo che permette di variare la luce in base alle esigenze e agli eventi in programma. Nello stesso spazio è presente anche un grande lucernario che fa filtrare la luce naturale di giorno mentre di notte viene completamente oscurato attraverso l’utilizzo

di tende scure. L’illuminazione esterna è stata realizzata installando cinque pali intorno al perimetro del Padiglione equipaggiati con proiettori MaxiWoody. Per la scala e per le coperture si è optato per un’illuminazione a bassa intensità, che si integra con lo spazio circostante, realizzata con Underscore per creare delle linee di luce. Una scelta che deriva dal fatto di non volere far emergere in modo preponderante il Vanke Pavillon nel contesto scenografico generale dell’area espositiva dell’EXPO.

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L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

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Padiglione Enel Committente Enel

Progetto architettonico PIUARCH Progetto illuminotecnico Esa EngineeringEnel Sole

Enel è la più grande azienda elettrica d’Italia e uno dei principali operatori integrati globali nei settori dell’elettricità e del gas, con un particolare focus su Europa e America Latina. Il Gruppo opera in più di 30 Paesi su 4 continenti, produce energia attraverso una capacità installata netta di oltre 90 GW e distribuisce elettricità su una rete di circa 1,9 milioni di chilometri di linee elettriche. Con 61 milioni di utenze nel mondo, Enel registra la più ampia base di clienti rispetto ai suoi competitors europei ed è una delle principali aziende elettriche d’Europa in termini di capacità installata. Enel ha realizzato per EXPO Milano 2015 la prima smart city “green field” al mondo, una rete

intelligente in grado di alimentare una città di 100.000 abitanti. Cento cabine collegate in fibra ottica trasportano elettricità e informazioni in tempo reale e alimentano l’intero sito espositivo, dove tutto funziona grazie all’energia elettrica. L’illuminazione è a LED, la mobilità è elettrica e tutta l’energia che circola è monitorata e gestita in maniera intelligente dall’Energy Management System, un sistema all’avanguardia, sviluppato da Enel Distribuzione in collaborazione con Siemens, in grado di controllare i consumi energetici in maniera granulare, fino ad arrivare ai singoli padiglioni. Enel partecipa a Expo anche con un suo padiglione di 890mq dedicato alle ultime evoluzioni del sistema energetico.

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Foto: Lorenzo Palizzolo

1.2.3. Variazione del colore del “bosco di luce”

Sulla base della rete intelligente realizzata per alimentare il sito di EXPO, il padiglione Enel si distingue per un’architettura non convenzionale: non un edificio ma un’installazione luminosa, in cui il contenitore è veicolo del contenuto, per anticipare e comunicare anche all’esterno la natura innovativa e dinamica della Smart Grid. Invece di un volume architettonico “pieno”, il padiglione si articola in uno spazio aperto, percorso da una passerella di 107 metri lineari fatta di immagini 3D, video e infografiche animate. Un racconto, per tappe, delle trasformazioni che stanno rapidamente portando al consolidamento di un nuovo modello di distribuzione e consumo dell’energia.

Nel cuore del padiglione si trova la control room, una sala immersiva interamente dedicata alla tecnologia smart grid, al suo funzionamento e ai benefici per le persone. Entrando nella control room il visitatore accede a un ambiente multimediale, caratterizzato da due grandi ledwall, uno verticale e uno orizzontale, una macchina scenica costituita da 144 moduli cinetici e 9 postazioni con tablet per poter navigare in autonomia contenuti, dati, flussi di informazioni sui consumi energetici, in tempo reale, del sito di Expo e di alcuni dei Padiglioni nazionali. Il percorso espositivo è reso seduttivo dall’immersione nel bosco di luce composto da 650 pali luminosi che cambiano colore

e propagano effetti sonori. I vettori luminosi si innestano sulla pavimentazione del padiglione Enel come terminazioni nervose di un sistema intelligente, richiamato metaforicamente dalla maglia metallica che caratterizza il pavimento. I pali, realizzati con tubi in policarbonato trasparente del diametro di 150mm e di altezze variabili tra 5,30 e 7 metri, sono illuminati in maniera dinamica attraverso una serie di lampade a LED collocate sulla griglia. La percezione che i visitatori hanno del volume virtuale si modifica continuamente in relazione al punto di osservazione e al loro movimento: la sovrapposizione, l’allineamento e disallineamento degli elementi verticali, producono un continuo divenire.

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L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

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Save the Children ha scelto di partecipare ad Expo per dare una risonanza mondiale all’attività dell’associazione: Expo come opportunità di sperimentare nuove vie per informare, sensibilizzare e creare engagement intorno alla propria missione.Il progetto architettonico per il Padiglione di Save the Children rappresenta un villaggio con piccole “case” e coltivazioni. Il Concept di illuminazione, messo a punto da Metis Lighting e donato all’associazione pro bono, si basa sui seguenti criteri: - lluminare i percorsi all’ esterno per invitare

il visitatore a scoprire le coltivazioni e l’architettura delle “case” del villaggio

- Valorizzare i materiali di costruzione delle “case” e nello stesso tempo illuminare gli allestimenti.

Il villaggio esperienziale di Save the Children

Progetto architettonico Argot ou La Maison Mobile;

Design-Build Workshop Argot ou La Maison Mobile - Mezzo Atelier-

Landscape Project Melania Bugiani

- Garantire i livelli di illuminazione necessari sia per i visitatori sia per gli operatori di Save the Children.

Per realizzare il Concept illuminotecnico sono stati utilizzati apparecchi iGuzzini che l’azienda ha messo a disposizione come sponsor tecnico. L’illuminazione degli spazi interni si compone da luce radente su i pannelli perimetrali in bambù, realizzati durante il Build Workshop,e da luce d’accento sugli allestimenti.La prima è stata realizzata con apparecchi LED a plafone Linealuce Mini mentre la seconda con proiettori a ioduri Front Light con alette direzionali. Inoltre all’interno degli spazi sono previste delle sospensioni decorative realizzate su disegno sia per fornire illuminazione sui piani orizzontali ma anche per creare un contesto domestico.

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Produzione / Direzione Artistica: Accapiù S.r.l.

Progetto Illuminotecnico Metis Lighting

L’illuminazione del padiglione è realizzata con apparecchi di diversi produttori.

Foto: Leo Torri

1.2. Scorci del padiglione

L’illuminazione calda fuoriesce dall’interno delle case e crea un effetto “lanterna”.Nello spazio esterno l’intervento prevede luce d’accento su elementi-focus, come il giardino verticale, e sugli ingressi laterali dei singoli edifici con l’utilizzo di proiettori orientabili Mini Woody, ioduri e LED, istallati sul tetto o nascosti dietro la lamiera piegata perimetrale.Per evidenziare i volumi colorati delle “case” sono stati utilizzati degli apparecchi LED Tube montati sulle pareti esterne.I percorsi esterni invece sono illuminati da proiettori orientabili iPro Micro fissati su paletti di legno, mentre gli stessi proiettori, montati su picchetto, illuminano gli alberi che fanno da quinta intorno alle “case”.

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Milano città dell’Expo. Milano città dell’Expo

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Milano città dell’Expo L’adozione del Cenacolo Vinciano.

Nel 1998 la iGuzzini adottò la Galleria Borghese, nel 2015 ha adottato l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e durante tutti questi anni, ha realizzato centinaia di sponsorizzazioni tecniche, presso piccoli e grandi musei, italiani e non. L’adozione del Cenacolo esprime, ancora una volta, la volontà iGuzzini nel proseguire l’impegno a sostegno del patrimonio culturale italiano, mettendo a disposizione la propria cultura della luce e i propri apparecchi di illuminazione per la valorizzazione di luoghi e opere artistiche a livello internazionale.L’accordo tra iGuzzini e la Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, prende forma attraverso una vera e propria “adozione”: la iGuzzini ha regalato una nuova illuminazione con una fornitura di apparecchi di ultima generazione che permetterà di apprezzare la ricchezza cromatica e i dettagli del capolavoro leonardesco. iGuzzini, inoltre,

metterà a disposizione della Soprintendenza, le competenze del proprio Centro Studi e Ricerca. Il Centro Studi, in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, si fa carico di suggerire, anche per gli anni a venire, gli interventi per l’individuazione delle soluzioni più adeguate ai fini della corretta conservazione e fruizione dell’opera, monitorando la rapida evoluzione tecnologica nel campo dell’illuminazione. In questo modo la qualità della luce, e di conseguenza dell’ambiente in cui il capolavoro si trova, sarà costantemente la migliore ottenibile con le più innovative soluzioni.Nel corso del 2014 la Sovrintendenza di Milano ha cominciato a riflettere circa la necessità di un nuovo impianto di illuminazione per il Cenacolo Vinciano. Questo luogo, presso il refettorio della chiesa

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di Santa Maria delle Grazie di Milano, appartenente all’Ordine Domenicano, ospita l’Ultima Cena, capolavoro di Leonardo da Vinci e opera dichiarata, nel 1980, “Bene dell’Umanità” dall’UNESCO.Il refettorio è una lunga sala rettangolare in cui si fronteggiano, sulla parete nord, l’opera di Leonardo e sulla parete sud la Crocifissione di Donato Montorfano, soggetti tradizionalmente presenti all’interno dei refettori conventuali.L’ Ultima Cena fu dipinta fra il 1494 e il 1497, sotto la signoria di Ludovico il Moro. La Crocefissione è datata 1495. Dal punto di vista tecnico il Cenacolo è una sperimentazione incredibile. Leonardo con una pittura murale voleva rendere quegli effetti di rappresentazione della luce che i fiamminghi cominciavano ad importare in Italia. Aveva bisogno di una superficie e dei colori simili a quelli di una tavola.

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Foto: Christian Fattinnanzi

1. L’opera di Leonardo con la nuova illuminazione

2. Il ministro Franceschini durante il suo intervento

3. Il soprintendente per i Beni architettonici e Paesaggistici di Milano, Alberto Artioli e la Direttrice del Polo Museale Regionale della Lombardia Sandrina Bandera

4. Dario Franceschini, Adolfo Guzzini, Massimiliano Guzzini

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L’adozione del Cenacolo Vinciano.

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Milano città dell’Expo

Prepara quindi il muro con una mestica e usa un legante le cui composizioni ci sono ancora ignote e che sono la prima causa del danno che iniziò a manifestarsi fin dai primi anni del ‘500. Fin da subito i viaggiatori denunciarono un danneggiamento molto grave a causa di questa tecnica utilizzata di Leonardo. Il clima umido milanese purtroppo danneggia questo tipo di tecnica. La paura di perdere completamente l’opera fu così forte cheFederico Borromeo, fondatore dell’Accademia Ambrosiana, ne fece eseguire una copia grandissima per tenerne memoria. Nel corso dei secoli, quindi, si sono succeduti gli interventi per “restaurare” il dipinto fino ad arrivare al restauro definitivo che iniziò alla metà degli anni Settante e si concluse nel 1999. Anno in cui si pensò anche all’impianto di illuminazione e di climatizzazione che è arrivato poi fino i giorni nostri. In quella

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1.2. Intervento del Direttore del Cenacolo, Giuseppe Napoleone all’interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie

3.4.5. Reazione dei visitatori alla nuova illuminazione.

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occasione, il laboratorio di fotometria dell’Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris redasse le specifiche di progetto per l’impianto di illuminazione.Gli apparecchi, la cui collocazione era vincolata da esigenze di carattere distributivo, erano nascosti dietro la transenna di dissuasione per il pubblico, paralleli alla parete su cui sono posti i dipinti (Ultima Cena e Crocefissione). Si utilizzarono apparecchi speciali per lampade fluorescenti T5, con uno schema ottico a doppio riflettore, capaci di fornire una emissione asimmetrica fortemente marcata, per garantire così la necessaria uniformità di illuminamento sulla superficie verticale. La temperatura colore complessivamente prodotta risultava di circa 4050°K. La scelta di questa temperatura colore era basata sul fatto che gli interventi di reintegrazione pittorica erano stati eseguiti con lampade Durotest di 5500 K.

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L’adozione del Cenacolo Vinciano.

Luogo

Ultima cena

Crocefissione

Area publiconel Cenacolo

Percorsi

Totale

Vecchio impianto(Watt)

345

120

1370

1500

3335

Nuovo impianto(Watt)

47

16

120

310

493

Risparmio energetico(Watt)

– 298

– 204

– 1250

– 1290

– 2842

– 86%

– 93%

– 87%

– 81%

– 85%

Le richieste per l’impianto realizzato nel 2015, fatte dalla Sovrintendenza, si incentravano sulla necessità di localizzare gli illuminamenti sulla sola superficie pittorica, evitando di illuminare le pareti laterali all’opera e la porzione della volta sopra i dipinti, restituire meglio la qualità cromatica dell’opera, ridurre il calore emesso dagli apparecchi, ridurre i consumi energetici. Il metodo progettuale si è articolato in due fasi distinte: i test degli apparecchi in laboratorio e la definizione sul campo della soluzione. La prima fase è stata condotta nel laboratorio illuminotecnico dell’ISCR con l’obbiettivo di valutare le distribuzioni spettrali ottimali. Il nuovo impianto utilizza proiettori Palco equipaggiati con LED Chip On Board installati su un binario DALI fornito con la centralina di controllo iGuzzini in maniera da regolare individualmente il flusso luminoso emesso da ciascun proiettore. In questa maniera è possibile ottenere una elevata uniformità di luce sull’opera e nello stesso tempo far rientrare i livelli di illuminamento prodotti sull’opera nei limiti imposti dalle esigenze di conservazione definiti e verificati dall’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro.

Lo schema è composto da tre gruppi di apparecchi ciascuno diretto in aree specifiche del dipinto. La scelta della qualità spettrale del LED è stata effettuata con una valutazione visiva con prove sulla superficie pittorica attivando in successione 4 proiettori Palco equipaggiati con LED Chip On Board di ultima generazione di diversa composizione testati in precedenza nel Laboratorio dell’ICR. La scelta dei presenti si è orientata sull’equilibrio cromatico prodotto dal proiettore equipaggiato con il LED di temperatura colore 3384 K. Ogni scelta, sia per quanto riguarda il puntamento degli apparecchi, che la temperatura colore è stata fatta alla presenza ed in accordo con il gruppo di esperti composto dal Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, dal Direttore del Cenacolo, dalla prima restauratrice dell’opera, dalla Direttrice del Polo museale regionale della Lombardia. Una volta fissata la scelta dell’equilibrio cromatico sono state effettuate le valutazione relative alla conservazione: tutte le misure effettuate indicano un radicale miglioramento rispetto al regime di dissipazione termica del nuovo impianto che è stato installato dalla Tecnosaier (Lucio e Fabio Pironi).La consistente riduzione del calore dissipato all’interno della sala dal nuovo impianto di illuminazione produce effetti positivi sulla stabilità dell’ambiente espositivo.La possibilità di estendere le ore di apertura al pubblico non dipende dalla sola dose annua di luce (lux ora/anno), che si basa sui livelli di illuminamento rilevati sul dipinto, ma anche da altri parametri ambientali (polveri ed inquinanti) per cui occorrerà un periodo di monitoraggio ambientale assiduo prima di poter stabilire quale può essere l’incremento nel numero dei visitatori.L’intervento di miglioramento non ha riguardato solamente l’opera di Leonardo, ma anche la Crocifissione del Montorfano, che è stato illuminata utilizzando 3 vani ottici per ciascuno

dei due Cestelli posti sulle pareti lateraliin prossimità del dipinto con un opportuno orientamento incrociato per creare una distribuzione omogenea della luce su tutto il dipinto. Inoltre la regolazione della quantità e l’orientamento del flusso luminoso emesso permette di non far percepire la presenza delle crepe e delle irregolarità della parete.Tutti i vani ottici sono regolati da un sistema basato su protocollo DALI. Una volta orientati in via definitiva i vani ottici sono stati bloccati con le apposite viti per evitare accidentali modifiche durante le pulizie. Altra zona di intervento l’area per il pubblico all’interno del Refettorio e i percorsi che regolano l’afflusso dei visitatori. Nella sala erano già installati apparecchi Cestello che però utilizzavano lampade alogene R111 alogene a basso voltaggio alimentate a 10,5 volt 3,7 A per una potenza di 38 watt per ciascun vano ottico. Le lampade alogene sono state sostituite con vani ottici con LED multichip ciascuno di 20 watt. Per quanto riguarda il percorso dei visitatori nel chiostro si è mantenuta la soluzione progettuale pre-esistente: Cestelli in cui sono state sostituite le 30 lampade alogene da 50W con altrettanti vani ottici LED da 11 watt, riducendo i consumi quindi del 78%.

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Foto: archivio iGuzzini

1. Il nuovo impianto con i proiettori Palco

2. Spettro del LED utilizzato

3.4.5 L’opera di Leonardo illuminata dal vecchio impianto

3a.4a.5a. Nuova illuminazione

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La Darsena torna ad essere un punto di incontro

CommittenteComune di MilanoRegione Lombardia

Progettazione generale e allestimenti Jean François Bodin Inquadramento urbano e progettazione architettonica e ambientale Edoardo Guazzoni, Sandro Rossi

La riqualificazione della Darsena è uno dei progetti che Expo Milano 2015 lascerà in eredità a Milano e alla Lombardia: grazie a questo intervento la Darsena è stata restituita alla città. Il progetto, elaborato dagli architetti Edoardo Guazzoni, Paolo Rizzatto, Sandro Rossi e dallo Studio Bodin & Associés, ha portato ad un restyling dell’antico porto e alla ridefinizione degli spazi adiacenti, con un investimento di circa 19 milioni di euro. Le sponde della Darsena sono state rinnovate, con nuovi spazi di passeggio e nuovi approdi per la navigazione turistica; Piazza XXIV Maggio, è ora pedonalizzata in parte e sistemata a verde.

Per le passeggiate e per la piazza la iGuzzini ha fornito il sistema Multiwoody speciale, elaborato secondo le specifiche di A2A, azienda di servizi. Lungo le rive della darsena sono sistemati degli incassi Balisage che hanno soprattutto lo scopo di segnalare il limite, il bordo del bacino nelle parti percorribili a piedi. All’interno della Piazza, Porta Ticinese,monumento neoclassico di Luigi Cagnola, è illuminata da proiettori iPro che sono stati utilizzati sia per produrre l’illuminazione diretta del piano di calpestio, sia della volta.

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Foto: Paolo Carlini

1.2. Scorci della Darsena, ora rivitalizzata da una nuova illuminazione

Progettazione dell’arredo urbano e della luce Paolo Rizzatto

Project Management, Studi di Mercato, Diagnosi, Progetto Strutture D’Appolonia S.P.A.

Impiantistica generale e speciale Manens Intertecnica S.R.L.

Sono state messe a dimora nuove alberature lungo le passeggiate parallele sulle due sponde della Darsena, mentre sul limite occidentale del bacino c’è un giardino che scende fino al livello dello specchio d’acqua. Questa parte di verde è illuminata da bollard iWay che secondo le specifiche di A2A e per rispettare la normativa anti inquinamento luminoso è dotato di uno schermo specifico.

Per garantire l’utilizzo pubblico e urbano delle aree è stata realizzata una nuova passerella ciclopedonale che collegherà la sponda sud a quella nord. Al nuovo ponte si accede con delle scalinate che sono illuminate dall’incasso a parete Comfort speciale a LED. Gli ascensori che permettono l’accesso ai disabili sono invece illuminati con proiettori Woody La vecchia sede del mercato comunale è stata demolita

e sostituita da una nuova struttura, accanto a viale D’Annunzio, che ha un ruolo di cerniera tra gli spazi pedonali lungo le sponde e piazza XXIV Maggio, dove è stata riaperta e valorizzata anche una porzione del corso del Ticinello. Il nuovo mercato è illuminato da incassi iRound e da Linealuce Mini, che produce l’illuminazione scenografica della struttura lamellare, sul lato del mercato rivolto verso l’acqua della darsena.

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Il chiostro del Conservatorio “Giuseppe Verdi”

Committente Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi – Maria Grazia Mazzocchi, Presidente

Ideazione Teresa Pomodoro Sandrina Bandera

Istituito con Regio Decreto Napoleonico del 1807, il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano conta più di 200 anni di storia. Ha sede nello storico ex convento accanto alla Chiesa di Santa Maria della Passione, vero gioiello architettonico. Vi hanno studiato insigni musicisti da Giovanni Bottesini a Alfredo Catalani, da Amilcare Ponchielli a Giacomo Puccini, e nella seconda metà del Novecento non c’è stato grande autore italiano che non abbia insegnato o lavorato tra le sue storiche mura. Ha brillato anche per gli insegnamenti di Salvatore Quasimodo e Fernanda Pivano, per le materie letterarie. Nel corso del 2014, grazie alla volontà della presidente Maria Grazia Mazzocchi, alla creatività di Teresa Pomodoro, responsabile del progetto artistico e rappresentante della Fondazione Arnaldo Pomodoro, con la partecipazione di Sandrina Bandera, Soprintendente e Direttore della Pinacoteca di Brera, è stata creata l’installazione “Bosco nel Chiostro”. Nel cortile del Chiostro seicentesco otto sculture di artisti contemporanei creano un bosco immaginario. La iGuzzini illuminazione ha contribuito come sponsor tecnico, mettendo a disposizione gli apparecchi per realizzare il progetto illuminotecnico di CastagnaRavelli.Gli architetti, trattandosi di uno spazio molto suggestivo, hanno deciso di mettere in luce le opere come se fossero rivelate piano piano dalla luce della luna senza scoprirle nel loro insieme. Storicamente il chiostro è sempre stato poco illuminato, una caratteristica che lo rende un luogo molto suggestivo. Il cono di luce stretto dei proiettori iPro è perfetto per ricreare i fasci di luce della luna mettendo in risalto solo alcune parti della scultura, lasciando rivelare l’altra allo spettatore in un’atmosfera onirica, quasi surreale. L’intervento per il portico del chiostro, che aveva già una sua illuminazione, a bassa intensità e a luce calda, con lampade ad incandescenza, si è limitato ad un leggero innalzamento dell’intensità e della temperatura colore quasi a richiamare l’effetto delle lanterne ottocentesche.

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Foto: Vico Chamla

1. Concept di CastagnaRavelli per l’illuminazione del chiostro.

2. Particolare della scultura “Lancia di Luce” di Arnaldo Pomodoro

3. “IN-ES” di Giuseppe Maraniello

Lighting Design CastagnaRavelli

È stato creato anche un legame con la Chiesa di Santa Maria della Passione che, con il grande tamburo e la lanterna, sovrasta il chiostro. La lanterna è stata illuminata per diventare un segnale visivo che conduce verso il chiostro: un proiettore Platea con ottica ellittica illumina i lati del tamburo, proiettori iPro a fascio molto stretto illuminano la lanterna. Dato il valore architettonico del luogo gli apparecchi iGuzzini, molto piccoli, sono stati collocati in corrispondenza delle lesene e delle colonne in maniera che rispettassero

un ordine architettonico. Non disturbano l’ambiente ma lo valorizzano. Regalano inoltre al pubblico che frequenta il Conservatorio per concerti ed eventi il piacere di ammirare il “Grande albero” di Alik Cavaliere, la “Barchetta di carta” di Pietro Coletta, il “Ferro trasparente grigio” di Pietro Consagra, “IN-ES” di Giuseppe Maraniello, la “Fluidità” di Eliseo Mattiacci, la “Lancia di Luce” di Arnaldo Pomodoro, la “Scala solare – omaggio a Keplero” di Gio’ Pomodoro e “Cubus” di Giuseppe Spagnulo.

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L’orto botanico CommittenteInterni

Lighting Designer Piero Castiglioni

Giardino storico e splendido museo all’aperto, l’Orto Botanico è stato fondato nel 1774 sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Situato nel centro di Milano, all’interno del celebre palazzo di Brera che ospita la Pinacoteca, la Biblioteca Braidense, l’Accademia e l’Osservatorio Astronomico (la Specola), occupa una superficie di 5000 mq. Dal 2013 l’Orto Botanico si sta riqualificando grazie all’impegno della rivista INTERNI, promotrice di una ristrutturazione complessiva del luogo, che in realtà è parte dell’Università degli Studi di Milano. La riqualificazione ha riguardato la realizzazione di percorsi per non vedenti, un nuovo ingresso,il restauro conservativo dell’Auletta didattica

e un progetto di efficientamento energetico dell’Orto di cui fa parte anche un nuovo impianto d’illuminazione permanente realizzato attraverso la donazione degli apparecchi da parte della iGuzzini.Il progetto illuminotecnico è opera dell’architetto Piero Castiglioni. Per permettere una lettura dell’ambiente anche durante la notte l’architetto ha previsto un’illuminazione contrastatache accentua soltanto alcuni luoghi dello spazio senza rivelarlo nella sua totalità. I Glimcube a picchetto delineano i percorsi e le aiuole di coltivazione, i prodotti Trick sottolineano i tronchi degli alberi ad alto fusto che chiudono l’Orto con una sorta di foresta.

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Foto: Paolo Carlini

1. L’orto botanico nella sua versione diurna

2.3. Particolare dell’illuminazione dei fusti degli alberi

4. Uno dei viali illuminati con luce radente

Oltre alle specie botaniche, di questa oasi milanese fanno parte anche alcune strutture architettoniche come la specola e la vasca settecentesca in cui crescono ninfee ed altre piante acquatiche entrambe illuminate con iPro. Lo schema illuminotecnico è stato studiato per rispettare il fotoperiodismo delle piantea foglia caduca. I livelli d’illuminamento sono mantenuti molto bassi: dai 10 ai 40 lux.Le piante delle nostre latitudini con il diminuire della durata del giorno si preparano all’autunno. Per far sì che la luce artificiale non le inganni facendo loro percepire una erronea durata della giornata i valori di illuminamento devono rimanere sotto ai 200 Lux.

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In occasione della riqualificazione di diverse aree della città di Milano in occasione di Expo 2015, uno dei progetti voluti dall’amministrazione comunale è la creazione di una pista ciclabile che va dal centro di Milano alla fine del Parco Sempione. Anzi in realtà si tratta delle realizzazione di un anello ciclabile attorno al Parco Sempione, cardine di una rete di itinerari che si svilupperà per oltre 5 chilometri,collegando al Parco e al Castello corso Sempione, piazza Castello, piazza Cairoli, via Dante, piazzale Cadorna, corso Garibaldi, largo V Alpini, largo la Foppa, La Triennale, il Piccolo Teatro, l’Acquario civico. Questo percorso incrocia la piazza antistante La Triennale che ha sede nel Palazzo dell’Arte

Riqualificazione di piazza de La Triennale

Committente Comune di Milano Assessorati ai Lavori pubblici e alla Mobilità e Ambiente.

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l’edificio realizzato nel 1933 dall’architetto Giovanni Muzio. La Triennale è un’istituzione culturale di livello internazionale che produce mostre, convegni ed eventi legati al design e all’arte contemporanea. Dal 2011 ospita il Teatro dell’Arte, tra i più significativi del panorama milanese, nuovo punto di riferimento per progetti culturali e arti performative. È stata proprio La Triennale ad optare, per l’intervento da fare nell’area circostante il Palazzo, per gli apparecchi UFO che sono dislocati lungo la pista ciclabile. Hanno scelto un elemento dal design decisamente contemporaneo, che usa la sorgente più innovativa che si possa usare al momento, il LED, ponendo attenzione quindi anche alla tematica del risparmio energetico.

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Foto: Paolo Carlini

1.2.3. La Piazza de La Triennale e Viale Alemagna,con la nuova pista ciclabile e la nuova illuminazione.

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Brian & Barry Building Committente BBB SPA

Progetto architettonicoC&P ARCHITETTI - Luca Cuzzolin, Elena PedrinaStudio Spagna - Silvano Spagna

Uno storico palazzo degli anni ‘50, collocato all’incrocio tra via Durini e via Borgogna, vicino piazza San Babila a Milano, è la sede di Brian & Barry, un department store che ospita al suo interno settori tra loro molto diversi, cibo, cosmetica, design, tempo libero, abbigliamento. Nei nove livelli, gli store si alternano, ognuno con la propria identità formale, enfatizzata dalla specifica illuminazione d’accento che integra quella generale. La luce uniforme ed omogenea è fornita da Underscore da 3000 e 4000K, distanziate tra loro di 20cm, e poste dietro a teli Barrisol. In questo modo si ottiene anche una illuminazione omogenea dello stesso telo.

L’uniformità luminosa del telo e la possibilità di avere il cambio colore, richiesto dal progettista, sono gestite dal sistema di gestione LMS Quick. Per l’illuminazione d’accento sono stati installati Front Light LED montati su binari da controsoffitto integrati nelle lamiere, fornendo così una soluzione facilmente adattabile al tipo di arredo presente su ogni piano. Il tipo di LED utilizzato dai proiettori, con un indice di resa cromatica maggiore di 90, garantisce un’eccellente percezione dei colori, particolarmente importante per questo tipo di ambiente.Un elemento architettonico importate è la scala,in carpenteria bianca, che non è solo collegamento

funzionale, tra i diversi piani, ma diventa elemento scultoreo che si sviluppa come un nastro continuo all’interno dell’edificio. L’illuminazione è stata realizzata con una doppia linea di Underscore nascosta nello stretto spazio tra il profilo metallico della scala e il muro. L’illuminazione esterna dell’edificio è data da Linealuce Mini, installato sui davanzali delle finestre del palazzo. I prodotti sono gestiti da un sistema di controllo per creare diverse scene di luce, che movimentano le facciate di Via Durini e Via Borgogna.

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Foto: Paolo Carlini

1. Piano dedicato alla casa

2. Esterno con l’illuminazione che sottolinea con linee di luce le finestrature.

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Il mercato del Duomo Committente Gruppo Autogrill

Architetto AMDL

Lighting Designer Dean Skira

Il Mercato del Duomo è il nuovo flagship store del Gruppo Autogrill che porta in Piazza Duomo, a Milano, un mercato coperto dei produttori locali selezionati in collaborazione conl’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG). Il punto vendita si sviluppa verticalmente su 4 livelli per una superficie complessiva di 5.000 m2, di cui 3.000 aperti al pubblico, che riflettono i progressivi stadi di lavorazione della materia prima e le diverse esperienze di consumo: dal cibo nella sua forma più semplice e naturale al prodotto lavorato e trasformato in ricette, dalla consumazione veloce a un’esperienza più slow. Il percorso esperienziale verticale si riflette nei diversi concept sviluppati all’interno deIl Mercato del Duomo: Bar Motta, Il Mercato, Bistrot Milano Duomo, Terrazza Aperol il ristorante Spazio, un progetto della Niko Romito Formazione e Wine Bar. Completano l’offerta Kartell Shop, al piano ammezzato dello store, e la libreria Feltrinelli collocata al piano seminterrato. Il progetto architettonico è stato curato dall’architetto Michele De Lucchi.Il suo intervento, che si contraddistingue per il carattere profondamente conservativo, si sviluppa nel rispetto dei segni originari della Galleria Vittorio Emanuele, costruita dal 1865 al 1878 su progetto di Giuseppe Mengoni, un esempio dell’architettura eclettica milanese della seconda metà del XIX secolo. All’ingresso i visitatori sono accolti da una scultura di bronzo sospesa, firmata dall’artista britannico Adam Lowe, che riproduce in scala 1:1 un ulivo secolare, simbolo denso di significati universali positivi e di rimandialla storia e ai valori di Autogrill.Il progetto illuminotecnico, curato dal lighting designer Dean Skira, prevede soluzioni dinamiche con tecnologia LED che, variando d’intensitàe tonalità nei diversi momenti della giornata, caratterizzano il percorso esperienzialeverticale ed esaltano le forme e le linee della scultura. 1

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Foto: Lorenzo Palizzolo

1. L’opera di Adam Lowe

2. Esterno della galleria Vittorio Emanuele

Opera d’arte Adam Lowe

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Milano città dell’Expo Il mercato del Duomo

Le soluzioni tecniche prevedono apparecchi d’illuminazione di diversa potenza, con angoli d’illuminazione differenti e ottiche schermate. In particolare, il posizionamento e la scelta dei coni di luce dei downlights Laser Blade consentono di illuminare solo la superficie orizzontale senza aggiungere luce alle superfici verticali e ai muri circostanti. Il sistema illuminotecnico utilizza riflettori multipli posizionati alla base dell’albero per illuminarlo accentuandone la texture e il colore. Gli stessi riflettori, inoltre, ricreano l’ombra dell’ulivo sulle superfici verticali aggiungendo drammaticità e teatralità allo spazio. Dean Skira: “Illuminare questo spazio è stata una bella sfida perché per le piccole dimensioni del progetto e le sue caratteristiche architettoniche c’era la possibilità di massimizzare l’esperienza visiva minimizzando la presenza degli apparecchi illuminotecnici. Una soluzione che ha richiesto una stretta collaborazione con iGuzzini utilizzando alcuni dei loro miglior prodotti LED disponibili sul mercato”.

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3.4. Diverse viste della distribuzione spaziale interna

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Techno Souq Committente la Rinascente Progetto architettonico ed illuminotecnico Cibicworkshop

In occasione di Expo Milano 2015, la Rinascente di Milano Piazza Duomo ha promosso la realizzazione di uno spazio eclettico e di grande impatto architettonico, attivo dal 1 maggio al 31 ottobre per dare visibilità a progetti che valorizzano il territorio e ne celebrano le eccellenze nella moda e nel design, settori nei quali la città di Milano si è storicamente distinta e nel food, tema dell’esposizione. Techno Souq è una installazione artistica, realizzata dallo Studio Cicibworkshop, in via Santa Radegonda, via laterale di Piazza Duomo, proprio dove nel 1865 i fratelli Bocconi aprirono la bottega che un giorno sarebbe diventata la Rinascente, a fianco del cinema Odeonche fu la prima centrale idroelettrica di Milano, realizzata in quella sede per illuminare l’adiacente teatro La Scala.

Con Techno Souq Via Santa Radegonda è coperta da vele aeree appese con diverse inclinazioni, come se volassero; da alcune di queste vele calano delle lunghe maniche sospese che raccolgono l’acqua piovana in grandi vasi di fiori. Queste vele, originariamente bianche, sono colorate da una luce colorata e variabile originata da proiettori MaxiWoody installati sulle parete laterali.Proiettori MaxiWoody compact warm white dotati di schermo provvedono invece alla illuminazione del piano di calpestio. Tecno Souq, oltre ad ospitare eventi, offre quotidianamente uno spazio piacevole in cui i milanesi amano fermarsi e prendersi un minuto di pausa: “è una gioia quando in una città si genera un nuovo luogo in cui le persone possano ritrovarsi.” (Aldo Cibic)

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Foto: Alberto Ferrero

1.2. Variazioni di colore all’interno di Techno Souq

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La Regione Marche si è preparata ad accogliere sul proprio territorio quella parte di visitatori che, incuriositi e interessati da quanto scoprono presso lo spazio dedicato alle Marche all’interno del Padiglione Italia, verranno a toccare con mano e vedere con i propri occhi la bellezza di questa regione. Per l’intera durata dell’Expo, sono stati attivati punti informativi attraverso due porte d’accesso e cinque presidi territoriali. Questi sette luoghi sono connotati da uno o più temi business integrati con temi turistici e sono delle vere e proprie vetrine a disposizione delle imprese durante le attività di incoming e di visita delle delegazioni istituzionali estere, dei buyers e dei visitatori italiani

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Expo 2015 L’Expo nelle Marche

e stranieri che da Milano si sposteranno nelle Marche. Le due porte d’ingresso sono l’aeroporto Raffaello Sanzio e il Diamond Center a Porto Sant’Elpidio. I cinque presidi sono stati creati ad Urbino per la cultura, il design e la qualità del biologico delle Marche; ad Ancona per la Macroregione e Blu Economy; a Civitanova Marche; a San Benedetto del Tronto, a Macerata. La iGuzzini illuminazione ha una parte attiva anche in questa attività di valorizzazione delle bellezze e delle competenze presenti nel territorio della Regione. Adolfo Guzzini figura fra i testimonial della Regione. La iGuzzini, che ha sempre considerata l’architettura, oltre che come processo

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4.Da sinistra Peter Higgins (Land Design), David Atkinson (DALD), Ronald Schuurmans (Foster +Partners)

5. Platea degli ascoltatori

6. Ronald Schuurmans, Peter Higgins

Foto: Christian Fattinnanzi; per gentile concessione Loriblu

1. Diamond Palace

2.3. Intervento dello studio Nemesi ( Susanna Tradati e Michele Molè)

edilizio, come fatto culturale, ha organizzato presso l’aula Magna Battiferri, dell’Università di Urbino, il primo degli Expo Day, un’attività che ha lo scopo di arricchire culturalmente il territorio organizzando incontri diretti con grandi architetti e professionisti della progettazione. Il 30 giugno nomi d’eccellenza nel campo dell’architettura e del lighting design: Studio Nemesi, Foster + Partners, David Atkinson Lighting Design e Land Design Studio hanno presentato ed approfondito le tematiche progettuali di Palazzo Italia e del Padiglione degli Emirati Arabi.Il Diamond Palace, una delle porte d’ingresso, ha visto invece la iGuzzini contribuire, tecnicamente alla realizzazione di un edificio eco-compatibile,

a risparmio energetico ( Classe A+). Tutta l’illuminazione artificiale è realizzata con apparecchi a LED forniti dalla iGuzzini. I visitatori di questa porta d’ingresso alle Marche avranno modo di sperimentare anche soluzioni innovative messe a punto da aziende locali, scelte proprio dai fondatori di Loriblu Graziano Cuccù e Annarita Pilotti, per incentivare l’economia del territorio e rendere concreta una filosofia “km zero”, riducendo la distanza tra produttori e consumatori e diminuendo i costi, di trasporto in primis.

TestimonialMarche nel

Mondo EXPO 2015

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Configuring Light / Staging the Social è un programma di ricerca interdisciplinare con sede presso la London School of Economics and Political Science (LSE). Fondato alla fine del 2012 dai sociologi Joanne Entwistle (King’s College, Londra), Don Slater e Mona Sloane (entrambi LSE), esplora il ruolo svolto dalla luce nella nostra vita quotidiana. Il lavoro di Configuring Light è sostenuto dalla LSE e dall’ Economic and Social Research Council (ESRC). Configuring Light / Staging the Social esamina il ruolo fondamentale della luce nel mondo sociale. Tutti i progetti sotto l’ombrello del programma guardano i modi in cui l’illuminazione è configurata nella vita sociale: come infrastruttura, come tecnologia, come ambiente o come un particolare tipo di materiale che creiamo e formiamo attraverso le nostre azioni quotidiane e attraverso la professionalità. Essendo un elemento di valenza critica per la vita sociale, la luce è parte integrante di una serie di problematiche contemporanee: la questione ambientale, la tutela della salute e del benessere, l’innovazione tecnologica e le industrie creative, la pianificazione urbana e la salvaguardia dei beni artistici e architettonici. Nonostante questa centralità, la luce è relativamente invisibile nella ricerca sociale. Il programma di ricerca CL, gestito dal dipartimento di sociologia della LSE, mira a sviluppare progetti interconnessi incentrati sulle diverse tipologie di configurazione della luce in ambienti costruiti e sulle relative conseguenze, avvalendosi di collaborazioni multidisciplinari e accademico-professionali. Il progetto IMPROVE di Peabody e il Social Light Movement (in collaborazione con e finanziatoda LSE HEIF5) è stata la prima occasione di collaborazione diretta poiché la iGuzzini ha offerto la sponsorizzazione tecnica del progetto.Fra il 13 e il 17 ottobre 2014 si è svolto un

workshop sul lighting design che ha interessato Peabody’s Whitecross Estate (WHX). Peabody è una Fondazione filantropica nata nel 1862 che a Londra possiede e gestisce 27.000 abitazioni dove vivono circa 80.000 persone. Il workshop era incentrato sulla creazione di nuovi interventi di lighting design per contribuire a migliorare gli spazi outdoor di un’area urbana.In questo workshop, i ricercatori LSE hanno supportato i team di progettazione nella loro ricerca sociale per aiutarli a capire meglio il complesso residenziale Peabody’s Whitecross e la sua comunità al fine di elaborare idee di illuminazione pubblica apprezzabili. Nel corso dell’intero workshop, i team di progettazione hanno intrattenuto un dialogo con la comunità per

capire la vita nell’area, le esigenze di illuminazione e testare apparecchi di illuminazione diversi.Il progetto è stato documentato in due brevi filmati e nell’ambito di un’esposizione allestita alla LSE nel febbraio 2015. Il materiale, le fotografie e i video del workshop sono stati espostinell’Atrio LSE dal 27 gennaio al 20 febbraio 2015.Il successo di questo primo progetto congiunto tra iGuzzini, il Social Light Movement/Elettra Bordonaro e il programma Configuring Light, ha evidenziato quanto sia necessario continuare questo lavoro interdisciplinare e di affinare l’approccio “Ricerca Sociale nel Design” per sviscerarlo sia in una serie di workshop ed eventi sia in linee guida più sofisticate per integrare ricerca sociale e lighting design.

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Cultura dell’azienda “Urban Lightscapes/Social Nightscapes Workshop Series”.

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Da qui nasce l’idea della “Urban Lightscapes/Social Nightscapes Workshop Series” che affronta questa esigenza promuovendo il concetto “Ricerca Sociale nel Design” sia come approccio che come “Cassetta degli Attrezzi” per i progettisti illuminotecnici. I risultati potranno poi essere applicati dalla rete di professionisti internazionali creata tramite i workshop con la possibilità di trovare impiego in altre professioni progettuali (per es. architettura o progettazione urbana). “Urban Lightscapes/Social Nightscapes Workshop Series” ruota intorno alla collaborazione part-time della durata di 24 mesi di Elettra Bordonaro che ha ricevuto un finanziamento da parte di iGuzzini per partecipare al team Configuring Light come persona di riferimento in ambito tecnico e illuminotecnico.

Team

Don Slater,(co-fondatore di Configuring Light/Staging the Social), Professore associato in sociologia, London School of Economics

Mona Sloane, (co-fondatrice di Configuring Light/Staging the Social), Project Manager di Configuring Light, London School of Economics Joanne Entwistle, Senior Lecturer in Sociologia, King’s College di Londra

Elettra Bordonaro, co-fondatrice del Social Light Movement ‘iGuzzini Associate Research Fellow for Social Research in Design’.

Tutte le immagini: © Catarina Heeckt per Urban Lightscapes/Social Nightscapes

1. Presentazione dei risultati del Progetto IMPROVE.

2.3. Incontri ed interviste con gli abitanti

4. Fasi di test per una proposta di illuminazione

La presenza di Elettra Bordonaro mira a innovare l’integrazione pratica della ricerca sociale nella progettazione illuminotecnica urbana tramite lo sviluppo di strumenti e linee guida per far sì che la ricerca sociale diventi parte integrante del processo di lighting design. In questi 24 mesi, Elettra Bordonaro è autorizzata a usare il titolo ‘iGuzzini Associate Research Fellow for Social Research in Design’. Il progetto si concretizzerà nella realizzazione di alcuni workshop durante i due anni e la redazione di una rapporto finaleche includerà le linee guida su come integrare ricerca sociale nel coinvolgimento della comunità e lighting design. Una prima parte dei risultati è già disponibile: http://socialnightscapes.org/ wp-content/uploads/2014/10/SRD-Handbook.pdf

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Nel corso del 2015 alcuni spazi della iGuzzini sono stati ristrutturati per poter accogliere tutte le novità e tutti gli apparecchi a LED della produzione. In occasione dell’Expo, la sede di Milano della iGuzzini è stata sottoposta ad una ristrutturazione degli spazi e dell’esposizione. Ora tutti gli apparecchi che si possono vedere sono a LED, ma soprattutto ospita uno spettacolare container rosso, dentro cui si offre una “lighting experience” ai visitatori che ha su un lato la riproduzione fedele dell’Ultima Cena di Leonardo. Anche a Parigi, ora lo spazio Partners Assistance contiene solo apparecchi a LED ed è stata realizzata una nuova area in cui può svolgersi la Lighting Experience.

Foto: Per gentile concessione Eurofiere

1.2. Container chiuso e aperto;

3. Lighting experience incentrata su “L’Ultima Cena” di Leonardo

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Cultura dell’azienda Tutto a LED, la novità dei Partners Assistance iGuzzini

Milano, Italia

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incontroluce 28

Foto: Gwel; Didier Boy De La Tour

1-5 Momenti della inaugurazione

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Parigi, Francia

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La iGuzzini ha creata uno nuova partnership in territorio australiano. Dal febbraio 2015 gli appassionati di architettura possono esplorare l’intera gamma iGuzzini presso uno showroom continuamente aggiornato, all’interno dell’esclusivo Jones Bay Wharf.Lo spazio è stato inaugurato con un grande party a cui hanno partecipato progettisti ed architetti Glenn Murcutt, vincitore del Pritzker Prize nel 2002, ha rivolto un saluto agli ospiti, che sono stati allietati durante la serata dalla musica della Lady dell’Arpa, Alana Conway e del violinista, direttore d’orchestra e compositore Richard Tognetti. L’inaugurazione è stata l’occasione anche per ospitare un Warm up di PLDC in cui Joachim Ritter ha illustrato le prossime attività locali ed internazionali legate al convegno che si tiene a Roma alla fine di ottobre 2015.

Cultura dell’azienda Nuovo distributore in East Australia

Sydney, Australia

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incontroluce 28

Foto: James Horan, Michael Lynch

1.2. Svelamento del nuovo spazio

3. Allestimento dello showroom

4.5. Momenti dell’inaugurazione

6. Da sinistra: Massimiliano Guzzini, Rino Brindisi, Glenn Murcutt, Adolfo Guzzini

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In preparazione della PLDC 2015 a Roma, sono stati realizzati degli eventi di Warm up, per permettere alla comunità di lighting designers professionisti di avere dei momenti di scambio culturale in un’atmosfera rilassata. La iGuzzini che è Diamond sponsor della Convention ha ospitato alcuni Warm Up: a novembre 2014 a Dubai, a Febbraio 2015 a Sydney in Australia, a marzo a Londra, a Parigi e a New York. L’incontro di New York ha visto protagonista anche il Console generale a New York Natalia Quintavalle e Joachim Ritter che ha sottolineato l’importanza di una formazione continua per i Lighting Designers, tanto più di fronte alla velocissima innovazione che investe il mondo degli apparecchi di illuminazione. Guest speaker dell’incontro Daniel Latorre (The Wise City) che ha approfondito la tematica del confronto reciproco fra la cultura della progettazione illuminotecnica e della progettazione architettonica e di come le tecnologie digitali influiscono sulla progettazione.

Cultura dell’azienda Warm up PLDC

Londra, Regno UnitoParigi, Francia

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5. Warm up a New York

6.7. Warm up a Dubai

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New York, Stati UnitiDubai, UAE

Foto: Gwel; Peter Dressel

1. Warm up a Londra

2.3. Warm up a Parigi

4. New York. Da sinistra: Daniel La Torre; Joachim Ritter, Natalia Quintavalle, Pier Paolo Celeste, Massimiliano Guzzini

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Cultura dell’azienda #Light On.

All’inizio del 2015 MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo) e la iGuzzini hanno firmato un accordo triennale per lo svolgimento di un programma annuale di lectures internazionali di architettura tra le Marche e Roma.Il progetto co-curato da iGuzzini e MAXXI Architettura, prevede un programma triennale di quattro inviti annuali per architetti di fama internazionale. Gli incontri si svolgono sia presso la sede della iGuzzini a Recanati sia presso il museo a Roma.

La selezione degli architetti è stata fatta cercando di avere rappresentanti provenienti dai quattro punti cardinali, dal punto di vista generazionale, l’interesse è andato verso studi giovani, ma che abbiano comunque già realizzato, già costruito, particolarmente interessati al tema di edifici e spazio pubblici, che possano rappresentare approcci di ricerca innovativi e interessanti e che possano essere rilevanti anche per la loro capacità di comunicare le loro proposte.La serie è stata aperta da un incontro con

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incontroluce 28

3.4. Platea a Recanati durante gli incontri con lo studio Snøhetta e con lo Studio Atelier Bow Wow.

5.6. Tsukamoto Yoshiharu (Atelier Bow Wow) durante l’incontro con gli studenti

Kjetl Thorsen, socio fondatore di Snøhetta;il secondo incontro ha visto protagonista Tsukamoto Yoshiharu, socio fondatore di Atelier Bow Wow.Gli incontri permettono di ottenere crediti formativi agli studenti della Facoltà di architettura di Roma Tre, della Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno, del Corso di Laurea in Ingegneria Edile- Architettura dell’Università Politecnica delle Marche. Sono previsti anche crediti professionali per gli architetti iscritti all’ordine di Roma e di Macerata.

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Foto: Christian Fattinnanzi e per gentile concessione MAXXI

1. Kjetl Thorsen, (Snøhetta) Pippo Ciorra, (Senior Curator MAXXI Architettura), Adolfo Guzzini a Recanati

2. Margherita Guccione (direttore MAXXI Architettura) e Kjetl Thorsen a Roma

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IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XVII, 28

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

Impaginazionexycomm (Milano)

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Foto di copertinaAmendolagine Barracchia

Finito di stampare: Ottobre 2015 Tecnostampa - Pigini group Printing division Loreto - Trevi

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

Per seguire quotidianamente la iGuzzini su Twitter: @iGuzzini@iGuzziniUK@iGuzziniME@iGuzziniIBERICA@iGuzziniFrance Adolfo Guzzini@AdolfoGuzzini Massimiliano Guzzini@MaxGuzzini Andrea Sasso@aesse65

28 Incontroluce I. 2015

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Nemesi \ Foster+Partners \ DALD - David Atkinson Lighting Design Limited \ Cristiàn Undurraga \ Maite Zubicoa \ SPEECH Tchoban - Kunznetsov \ Studio X-TU \ ALNAtelien Architecture \ Studio Adeline Rispal \ Licht Kunst Licht AG \ Schmidhuber \ Weispunkt und Purpur \ Tonji University \ LEOX lighting Designer \ Studio Libeskind \ PIUARCH \ Argot ou la Maison Mobile \ Metis Lighting \ Jean François Bodin \ Eduardo Guazzoni \ Sandro Rossi \ Paolo Rizzato \ CastagnaRavelli \ Piero Castiglioni \ C&P ARCHITETTI - Luca Cuzzolin, Elena Pedrina \ Studio Spagna - Silvano Spagna \ AMDL\ Dean Skira \ Cibic Workshop

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